PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANTONIO D'ALESSIO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2164: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico.
Ricordo che, nella seduta di venerdì 6 dicembre, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
Ricordo altresì che, secondo quanto previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea, dopo le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia avrà luogo, a partire dalle ore 14,40, la votazione per appello nominale. Dopo tale votazione, i lavori proseguiranno fino alle 20, con prosecuzione notturna a partire dalle ore 21, per il seguito dell'esame, fino alla sua conclusione.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dieter Steger. Ne ha facoltà.
DIETER STEGER(MISTO-MIN.LING.). Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo provvedimento mira a semplificare, ad esempio, i procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, a promuovere l'economia circolare e ad affrontare questioni critiche, come le bonifiche dei siti contaminati e il dissesto idrogeologico. Evidenziamo come il decreto introduce una corsia veloce per progetti di preminente interesse strategico nazionale, come impianti per la produzione di idrogeno verde e grandi impianti fotovoltaici ed eolici. Questa misura è volta ad accelerare la transizione energetica e a garantire il rispetto degli obiettivi del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima e del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il decreto, inoltre, rafforza l'Albo dei gestori ambientali, ampliando la rappresentanza delle categorie interessate e semplificando l'individuazione del responsabile tecnico per la gestione dei rifiuti nelle piccole imprese; ancora, incentiva le operazioni di recupero dei rifiuti e il riutilizzo dei materiali, riducendo il conferimento in discarica e promuovendo politiche di sostenibilità.
Scelte, queste, importanti ma non sufficienti per sostenere gli obiettivi a medio e lungo termine. Ci auguriamo però che nel prossimo decreto Milleproroghe possa essere recuperata la norma del decreto-legge n. 21 del 2022 in modo da prorogare la chiusura di alcune tipologie di discariche alla fine del 2025: una proroga, questa, che verrebbe incontro alle difficoltà che gli enti locali stanno attraversando.
Non possiamo inoltre non evidenziare come l'atto in discussione oggi semplifica gli interventi nei cosiddetti ambiti sensibili e rafforza i poteri dei presidenti di regione in qualità di commissari per il dissesto idrogeologico, prevedendo misure per l'efficiente gestione delle risorse assegnate, anche se di fatto non aumenta gli strumenti in capo ai presidenti.
È evidente, pertanto, che tutte le azioni di adattamento e mitigazione finalizzate a mettere in sicurezza il nostro Paese, in forte sofferenza per gli effetti e le conseguenze degli eventi climatici estremi, devono trovarci d'accordo e quanto previsto nel decreto è un primo passo.
Va però detto in maniera chiara che bisogna avere più coraggio nell'affrontare le singole tematiche, senza limiti ideologici.
Come componente delle minoranze linguistiche evidenzio che, per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche, il decreto introduce la definizione di acque affinate per contribuire al ravvenamento o accrescimento dei corpi idrici sotterranei. Tuttavia, ci sembra manchi una strategia complessiva per la gestione sostenibile delle risorse idriche, elemento cruciale per prevenire fenomeni siccitosi e garantire la tutela degli ecosistemi acquatici.
Certamente la discussione in atto sul servizio idrico integrato, ad esempio, evidenzia benissimo la differente visione tra maggioranza e minoranza e, francamente, non crediamo che sia possibile con un semplice decreto sovvertire la volontà degli italiani espressa con il referendum sull'acqua, ma è chiaro che bisogna sottolineare come la risorsa idrica sia sempre stata vista come un non problema da troppi decenni, da troppi Governi.
Da troppo tempo, però, l'incapacità di certi territori nell'affrontare le crisi idriche, sempre maggiori a causa dei repentini cambiamenti climatici, è un fatto: acquedotti colabrodo, opere di captazione inesistenti, sistemi di accumulo impropri e gestione delle risorse pubbliche non adeguata sono solo alcune fotografie di una cattiva politica e gestione territoriale. La colpa di chi è? Dei cittadini? Non credo proprio. Direi, piuttosto, delle amministrazioni poco lungimiranti, soprattutto in presenza di grandi risorse finanziarie.
Come diciamo sempre, basterebbe guardare, invece, quelle realtà territoriali - e ce ne sono tante in Italia - che sono eccellenze uniche nella gestione territoriale. Ci saremmo aspettati in questo provvedimento di trovare, al suo interno, se non la soluzione almeno la strategia a breve termine per risolvere l'annoso problema del rinnovo delle concessioni idroelettriche, che in diverse regioni del Nord scadranno nei prossimi anni; problematica, questa, che sappiamo da diverso tempo attenzionata dal Ministro Pichetto Fratin, attento conoscitore della tematica. Una strategia che dovrebbe salvaguardare la gestione locale delle acque per permettere di mettere a sistema, in tempi strettissimi, importanti investimenti di miglioramento finalizzati non solo all'idroelettrico, ma anche all'ottimizzazione della risorsa idrica per ovviare a quanto sopra evidenziato.
Su questi temi l'Italia deve fare di più, soprattutto in Europa, come anche in materia di sovracanoni BIM; peccato, però, non aver sfruttato questo provvedimento per dare maggiore incisività alle terre alte, alla montagna in generale e agli ecosistemi di alta quota, che vedono nei ghiacciai una risorsa in grande difficoltà, ma che deve essere sempre più studiata e monitorata.
Concludo, signor Presidente, nell'evidenziare che siamo consapevoli che è un provvedimento che va nella direzione giusta e che cercherà di dare risposte il più possibile puntuali, ma sottolineiamo che è anche un provvedimento che deve ancora essere integrato e migliorato. Ci auguriamo, pertanto, che il Governo permetta di modificarlo ulteriormente col giusto tempo attraverso puntuali approfondimenti nelle Commissioni competenti, evitando l'ennesima fiducia.
Per le ragioni sopraesposte, la componente delle Minoranze linguistiche del gruppo Misto, a maggioranza, si asterrà sia sulla fiducia che sul provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gruppioni. Ne ha facoltà.
NAIKE GRUPPIONI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Presidente, colleghi, signor rappresentante del Governo, a costo di apparire ripetitiva, devo segnalare come, anche su questo decreto, ci apprestiamo a votare l'ennesima questione di fiducia che avete voluto porre. Una fiducia che segue quella votata al Senato, dove, però, anche lì, nonostante i tempi lunghissimi di esame in Commissione di merito, le modifiche accolte dall'Esecutivo sono state pochissime, tutte di maggioranza, e in nessun modo hanno apportato miglioramenti significativi al testo.
Al di là del ruolo del Parlamento che avete di nuovo svilito, due letture proforma di un testo, che di miglioramenti aveva davvero bisogno, rappresentano purtroppo soltanto un fallimento.
Vedete, colleghi, non possiamo non essere d'accordo col tentativo di semplificazione sul tema delle procedure autorizzatorie di valutazione di impatto ambientale per le rinnovabili, riteniamo però che escludere i piccoli impianti sia assolutamente un grave errore. Lo stesso Osservatorio per le energie rinnovabili, come i colleghi di Italia Viva al Senato hanno fatto notare, ha posto l'attenzione sui pochi passi avanti fatti in tema di FER e su come tutti questi seppure limitati progressi siano stati ottenuti grazie allo sviluppo dei piccoli impianti e alle procedure che su questo tema i decreti di semplificazione di Draghi hanno previsto.
I piccoli impianti consentono anche sistemi di accumulo che impediscono la dispersione di energia prodotta in eccesso durante il giorno a fronte di quei grandi impianti che, invece, non dispongono della tecnologia necessaria per questa operazione.
In aggiunta a quella che riteniamo una strategia assolutamente sbagliata, emerge un problema di contraddittorietà delle norme, che voi stessi avete varato. Io mi domando: mentre dirigevate le disposizioni contenute in questo decreto, avete tenuto presente il decreto Agricoltura oppure tutte quelle norme sulle aree idonee? Lo chiedo perché non sembra affatto, dato che ritengo che il combinato disposto di queste disposizioni porterà al blocco complessivo delle autorizzazioni, sia quelle piccole che quelle grandi, tutto ciò mentre si getta incertezza sugli operatori e sugli investitori. Questo accade mentre sul tema degli impianti rinnovabili, connessi agli obiettivi del PNRR, regna purtroppo incertezza e caos.
Che dire, poi, sul tema delle terre rare, che non è stato affrontato in modo compiuto: la norma contenuta nel decreto ha deluso gli operatori, mentre al Senato, nonostante vi fossero moltissimi emendamenti, qualcuno anche di maggioranza, il Governo ha fatto orecchie da mercante e li ha rigettati o ha espresso parere contrario.
Sul tema del , poi, bisogna davvero che ci intendiamo: è parecchio grave. Noi, da sempre, riteniamo che il progetto dell'Europa vada rivisto e reso compatibile con lo sviluppo dei Paesi europei. Riteniamo che questa compatibilità vada conquistata con investimenti importanti che l'Europa deve porre in campo per garantire la continuità produttiva e i livelli occupazionali. Ebbene, sembrava che anche voi foste d'accordo, ma purtroppo i fatti sono altri.
Pensavo davvero fosse necessario, in questo testo, tener conto che in questo Paese ci sono delle eccellenze straordinarie - ad esempio, in tema di economia circolare, ci sono delle innovative sulla - che rendono il nostro Paese all'avanguardia nel mondo e che sicuramente meriterebbero molto più rispetto: ebbene, con questo decreto si umiliano quelle esperienze, dimenticandole.
Inoltre, purtroppo, c'è anche poco, se non nulla, sull'industria tradizionale e su come indirizzarne e sostenerne il cammino verso la transizione ecologica.
Un'ultima nota consentitemela sul tema dell'affidamento dei servizi idrici. Vedete, gli affidamenti - non solo per quello che riguarda i servizi idrici - devono avere il presupposto che l'affidatario sia sotto il controllo pubblico non solo e non tanto in tema di partecipazione, ma a livello operativo e di gestione: in mancanza di questa caratteristica l'affidamento è illegittimo, perché evita in maniera surrettizia la doverosa procedura pubblica e lede il principio della concorrenza. Non si può fare e non si deve fare, neanche per salvaguardare qualche situazione a Vercelli o in Sicilia. E quando vedo che in Senato il Ministro per i Rapporti con il Parlamento dice che cercherà una soluzione in qualche altro provvedimento, ebbene io invito lui e il Ministro dell'Ambiente a valutare bene la materia e, dopo attento studio, a desistere dal proporre norme illegittime.
Come vedete, di temi seri e di cui discutere in questo provvedimento ce ne sarebbero stati e per questo spiace che, dopo un esame asfittico in Commissione al Senato, purtroppo, come di consueto, il decreto arrivi alla Camera blindato.
Potevamo parlare di politiche energetiche e discutere concretamente di nucleare, magari rafforzando e definendo meglio il ruolo dell'ISIN, ma di questi temi si preferisce parlare sui . Poi, quando si scrivono le leggi, se ne parla nel prossimo provvedimento e allora, aspettando il prossimo provvedimento, sperando che sia più esaustivo, più coraggioso, magari almeno più utile, sulla fiducia a questo decreto non possiamo che annunciare il nostro convinto voto contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi e colleghe ci troviamo, ancora una volta, ad affrontare un provvedimento che presenta misure che assolutamente non sono in grado di aggredire il problema, che la collega senatrice Aurora Floridia, il collega senatore De Cristofaro già hanno illustrato e, per noi qui, alla Camera, l'onorevole Zaratti, venerdì scorso, nella discussione sulle linee generali. Hanno cercato di rendere non soltanto edotti, ma davvero consapevoli, il Governo e la maggioranza della situazione drammatica in cui versa il nostro Paese, dove le catastrofi climatiche mettono davvero in ginocchio intere regioni e c'è il fenomeno della siccità, che ha divorato - ha divorato - le piantagioni, la produzione agricola della Sicilia, per indicare la regione che ha visto così gli effetti impensabili e davvero drammatici di questo fenomeno. E la Sicilia è stata anche oggetto, recentemente, di fenomeni alluvionali altrettanto paurosi e imprevedibili nelle loro dimensioni e gravità. Vedete, il dissesto idrogeologico caratterizza il nostro Paese, il nostro Paese; è un Paese fragile, nella sua conformazione. Però, a questo dissesto, diciamo “della tradizione”, si assommano fenomeni in grado di accelerarne gli esiti e comprometterne definitivamente la risoluzione. Penso, per esempio, alle tantissime frane che attanagliano il territorio montano, e non solo, perfino l'Emilia-Romagna, come ben sappiamo noi Verdi di Alleanza Verdi e Sinistra, che ne abbiamo documentato la gravità, proprio in relazione alle alluvioni, spaventose, che il territorio dell'Emilia-Romagna ha dovuto affrontare. Le cause le conosciamo, le conoscete, ne abbiamo parlato tante volte, le abbiamo descritte, approfondite, argomentate; il cambiamento climatico, il surriscaldamento della terra, certo, il Governo le avrebbe dovute assumere queste cause, anzi, secondo me dovrebbe essere quasi un'ossessione del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, e non solo. Invece, a me sembra che, quasi quasi, facciate spallucce.
Il sistema attuale continua, con la cementificazione a un ritmo inaudito, 2,3 metri - secondo i dati dell'ISPRA - di suolo cementificato, impermeabilizzato al giorno. E così pure si ignorano le 60.000 morti per l'inquinamento e non si promuovono, anzi si ostacolano burocraticamente, in maniera davvero irresponsabile, le produzioni di fonti energetiche rinnovabili. Si assiste, addirittura, a una promozione del fossile, anzi se ne fa perfino una bandiera di politica energetica. Basti pensare, anche simbolicamente, al Piano Mattei. Si dà la possibilità di trivellare queste povere coste entro addirittura le 9 miglia, invece delle 12 previste per la tutela delle coste. Ma io ricordo a questo Governo, così ambientalmente giovane evidentemente, che una volta, in questi tavoli, la tutela delle coste particolarmente fragili e dei territori particolarmente fragili, come quelli del Nord Adriatico, erano oggetto di una trasversalità, adesso, impensabile. Io ricordo i colleghi di Forza Italia, della destra, con cui condividevamo nell'ambito della legge di bilancio, negli interventi in Aula, questa tutela, questa salvaguardia. Perché, vedete, noi veneti - parlo per la mia regione adesso - ben sappiamo del fenomeno della subsidenza, anche con riferimento a quelle estrazioni, che non sono state soltanto di gas. Vedete, per esempio, lo sviluppo di Porto Marghera nell'ambito, quindi, della laguna di Venezia, ha comportato l'estrazione massiccia, quotidiana di acqua, che ha ulteriormente fatto abbassare la città storica di Venezia; e nel Polesine - e lo sappiamo - i fenomeni dovuti alla subsidenza hanno compromesso la tenuta idrogeologica di quel territorio, ma parliamo di metri, lo ripeto, di metri di abbassamento del suolo. Il Presidente Zaia lo sa benissimo, la regione Veneto ha istituito un tavolo tecnico, che ha descritto che non si può pensare a una trivellazione senza misura e con dismisura anche in questi territori, anche a fronte di risultati estremamente poco interessanti, dal punto di vista sia dei costi che delle risorse reali: non è che siamo in una zona ricchissima di gas. Quindi, si tratta soltanto di dare risposta alle , alle più potenti, anziché ascoltare la voce del popolo, direi, e dei suoi rappresentanti, delle associazioni ambientaliste, dei comuni, che fortunatamente hanno fatto ricorso al TAR del Lazio e, per ora, è scongiurata quindi la possibilità di trivellare nel Delta del Po, una zona UNESCO, una zona delicatissima, una zona veramente di salvaguardia della biodiversità a livello internazionale, non sono nazionale.
Io vorrei anche ricordare un dettaglio che, forse, varrebbe la pena di tenere in considerazione, ossia che nel 2021 abbiamo utilizzato 76,1 miliardi di metri cubi di gas, ma, come con l'acqua, la dispersione della rete è stata pari a 3,5 miliardi dell'intera produzione - pensate - del gas, corrispondente all'intera produzione del gas del nostro Paese. Quindi, chiedo a questo Governo di insistere con la SNAM in modo da rimettere mano, rimediare a questa scandalosa inefficienza di distribuzione.
Ci sono poi anche altre emergenze che sono ormai sotto gli occhi di tutti: pensiamo all'inquinamento atmosferico, di cui ci siamo dimenticati, però la Corte europea ha condannato l'Italia numerose volte per il superamento sistematico di biossido di azoto.
Poi, c'è un altro dettaglio forse vi è sfuggito, che forse è sfuggito al Governo (benché abbia presentato interrogazioni in questo senso), ossia che, in base a un recente rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente, la maggior parte dei fiumi monitorati - pensate -, delle acque di transizione e costiere e dei laghi europei, è inquinata con almeno uno dei tanti composti chimici persistenti, dannosissimi per la salute umana e animale e per l'ambiente. Parlo dei PFAS, definite “sostanze chimiche per sempre”, che hanno avvelenato il nostro Veneto centrale, ma anche la Lombardia, il Piemonte, la Toscana e probabilmente altri territori, perché il monitoraggio non avviene.
Una mozione per vietare la produzione del PFAS è all'attenzione del Parlamento, della Camera dei deputati; molte mozioni in questo senso sono state approvate dai comuni.
La complessa e disastrosa situazione in cui versa l'ambiente richiede ben più di un provvedimento insufficiente, che, addirittura, può compromettere la possibilità di affrontare, con serietà, con competenza e con misure all'altezza, il problema primo - come dicevo prima -, che dovrebbe essere l'ossessione del Governo e del Parlamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Non posso che iniziare sottolineando come ancora il Governo ponga una fiducia su un provvedimento che, dal titolo, dovrebbe essere uno dei più importanti su cui potremmo discutere. Ormai abbiamo perso il conto del numero di fiducie poste in questa Aula e, nonostante le statistiche dicano che in passato alcuni Governi hanno superato questo grande record, è sicuramente il Governo politico che, invece, ne sta ponendo di più. Dobbiamo raccontare a chi ci ascolta che le sta ponendo non a causa dell'ostracismo, dell'ostruzionismo delle opposizioni, non a causa di emendamenti fatti apposta per porre la fiducia, non a causa di opposizioni che stanno qui, barricate, intervenendo su tutto, ma sta ponendo la fiducia semplicemente per un e per tenere insieme la maggioranza. Se per i Governi tecnici poteva funzionare, perché più sensibilità stavano insieme, per la maggioranza che si vanta di avere una forte coesione e i numeri per governare, la posizione continua delle fiducie è davvero un problema.
Ricordiamolo: la fiducia determina anche che il Parlamento non lavori per 24 ore; questo accade ogni volta che il Governo pone la questione di fiducia. E poi c'è la perdita del conteggio dei decreti di urgenza che sono arrivati in quest'Aula. Si decreta di urgenza su tutto. In questo caso, lo possiamo dire: la decretazione di urgenza è davvero un'urgenza per i titoli di questo provvedimento, ma è un provvedimento che manca di contenuti. È un provvedimento che fa correzioni ai provvedimenti che abbiamo votato solo qualche mese fa. Sono correzioni, con emendamenti bocciati, come dicevano gli esattamente come si interviene oggi, urgentemente, perché ovviamente ci siamo accorti che le norme che abbiamo scritto solo qualche mese fa sono completamente sbagliate. Allora, se dovessimo votare sulla base dei titoli e dei singoli articoli di questo provvedimento, credo che difficilmente potremmo votare contro, perché difficilmente non possiamo condividere la lotta alla crisi idrica, al dissesto idrogeologico e a tutte le altre misure che, in questo provvedimento, sono contenute. Tuttavia, bisogna leggere anche il contenuto di essi. Allora, sulle fonti rinnovabili, qualcuno prima di me ha detto che si cerca di renderle meno burocratiche. Credo che, se qualcuno potesse leggere l'articolo 1, potrebbe diventare la definizione di burocrazia italiana in un dizionario italiano. Infatti, è davvero incomprensibile come si creino enti, organi e autorizzazioni. Il Governo, che si vantava di essere quello che avrebbe aiutato le aziende a sistemare e a velocizzare le procedure, di essere quello delle risposte in pochi giorni, allunga i tempi delle risposte da parte dei Ministeri, perché i Ministeri non sono in grado di darle nei tempi previsti. Continua a creare nuovi organi di controllo, di verifica, invece che autorizzare e verificare poi. Tutto questo per dire: stiamo sburocratizzando e stiamo facilitando le cose.
Ma riguardo a un PNIEC che - lo abbiamo visto solo qualche settimana fa - non ha ancora chiare le idee, finanzia tecnologie di cui non conosciamo l'efficacia e l'efficienza, membri di questo Governo continuano a parlare di un futuro nucleare come necessità e come il nostro partito da mesi e da anni dice, ma non viene contenuto mai nelle linee strategiche e nelle linee guida. Si cerca di incentivare le autorizzazioni, ma senza una visione strategica delle fonti rinnovabili. Per utilizzare quell'energia, stiamo autorizzando impianti in zone del Paese in cui non c'è la rete e non c'è una pianificazione nazionale della rete, se non quella di verificare quali siano le problematiche e cercare di investire sugli accumulatori, che sono un grande regalo alla Cina, ancora una volta, e di sicuro non un regalo alla nostra economia. In questo, manca una rete nazionale, una strategia di visione su dove fare gli investimenti e un mix energetico che ci permetta, finalmente, di avere sicurezza energetica e bassi costi di energia.
Infatti, ricordiamolo, a parte la burocrazia, il nostro Paese ha bisogno di due cose. La prima è di essere autonomo dal punto di vista energetico, cosa che non è. Siamo già oggi ai limiti, in tante giornate, soprattutto in quelle estive, tra la disponibilità di energia che arriva dalle fonti rinnovabili, dalle fonti combustibili e anche dall'importato, e la necessità del Paese. Allora, dobbiamo dire che, senza un investimento forte nel nucleare, questa cosa non riuscirà mai ad accadere, guardando al futuro con una richiesta di energia che continuerà ad aumentare.
La seconda - che è un tema ancora più importante - è il costo dell'energia. In Commissione attività produttive, ogni giorno audiamo le aziende. Il grande che, in un momento in cui ci apprestiamo a vedere una grande crisi dell'acciaio, dell', quei concorrenti hanno con i concorrenti francesi, tedeschi, per non parlare del resto del mondo, è il costo dell'energia. Allora, stiamo facendo scelte che saranno, sì, pulite, ma che vanno contro la sostenibilità economica di queste scelte. Forse, prenderci carico di queste scelte - assumendoci le nostre responsabilità -, che sicuramente finiranno in capo all'Europa, quando sono tutte scelte che abbiamo fatto qua dentro, è il primo obiettivo che dobbiamo avere. Come potremmo essere contrari a una grande visione sul dissesto idrogeologico? È, forse, una delle grandi priorità di questo Paese. È, forse, una delle cose di cui si parla da più tempo e si parla ogni volta di interventi a seguito degli eventi alluvionali, a seguito delle frane, a seguito di ogni evento che colpisce i nostri territori e che fa danni. Benissimo che oggi si intervenga laddove i danni sono già stati effettuati, per mettere una pezza, per tentare di intervenire, ma dov'è il piano preventivo? Dov'è la visione strategica per dare risorse anche agli enti territoriali, per intervenire laddove il problema esiste, ma non ci sono tali risorse? Non c'è nulla di tutto ciò. Non c'è ancora l'unità di missione che si occupi di questo, non c'è la strategia, c'è addirittura un accentramento delle competenze che, di sicuro, allontana dai territori e dalla possibilità di farlo. Per non parlare della crisi idrica. Ma come possiamo essere contrari a interventi sulla crisi idrica? Peccato che non ce ne sia neanche uno qua dentro, peccato che si intervenga in fase emergenziale. Ma questa è una sfida che avremo dei prossimi decenni. In merito a quello che sta accadendo - forse paghiamo le colpe degli anni passati -, non si sta facendo nulla per non pagare nel futuro. Quando abbiamo 2.000 società che si occupano di acqua, di cui la maggior parte, l'85 per cento, è pubblica, che hanno dati di dispersione e di perdite idriche allarmanti, che in alcuni casi superano l'80 per cento, forse qui dentro non c'è nulla, ma una razionalizzazione di queste società, un investimento e una messa alla prova dei risultati di queste società potrebbe funzionare. Altrimenti, diventano 2.500 società in cui nominare nei CdA gli amici degli amici, i non eletti, i primi delle liste. Tuttavia, i risultati si vedono: si vedono nella non efficienza e non efficacia delle stesse. Invece no, non razionalizziamo, ma diciamo che, dove ci sono società che hanno forti problematiche di efficienza, alcuni membri del CdA, invece che essere nominati dalla regione, dai comuni, dalle amministrazioni, saranno nominati dal Governo. Non credo che cambi tutto ciò.
C'è anche il tema delle concessioni idroelettriche. Ne parliamo da anni; ci sono anche visioni molto differenti all'interno di quest'Aula. Il tema è che, ancora una volta, non si decide cosa fare. Mi piacerebbe dire che sono in disaccordo con la scelta, ma, ancora una volta, non si sceglie. Ne abbiamo parlato nel decreto Concorrenza e abbiamo rinviato, se ne parla qui e rinviamo ancora, senza una decisione.
In tutto ciò emerge, però, anche un dato reale: vi siete riempiti la bocca, nelle settimane scorse, di autonomie differenziate, ma voi su tutte queste partite state commissariando le regioni e gli enti locali. Gli state dicendo che non sono in grado di intervenire sulle materie di cui già oggi devono occuparsi. Accentrate tutto e commissariate, con Commissari di nomina governativa per ogni cosa. Dite alle regioni che non sono in grado eppure gli stiamo dando altre competenze. Questo è un bel dispositivo per un Governo che si vanta, quando gira per l'Italia, di lasciare le risorse e il potere decisionale sul territorio.
Poi l'ultima cosa. Tutto ciò è divertentissimo tranne l'articolo 11, se non sbaglio, relativo alle disposizioni finanziarie. Tutto questo è completamente a invarianza di fondi per il bilancio. Quindi, noi stiamo facendo grandi interventi strategici, ma non ci mettiamo un euro: non lo mettiamo sul dissesto idrogeologico, non lo mettiamo sulla crisi idrica, non lo mettiamo sull'agenzia e sull'energia. Non lo mettiamo neanche sui controlli e i dati e l'attualità ci dicono che continuiamo a velocizzare o a tentare di sburocratizzare le cose, ma non stiamo investendo in personale burocratico che vada a fare i controlli e ad approfondire le pratiche. Vi rendete protagonisti, nella prossima legge di bilancio, del blocco delle assunzioni, ancora una volta, dei tecnici per i comuni e per le regioni e tutto questo sarà un danno per il nostro Paese. Pertanto, annuncio il nostro voto negativo sulla fiducia, ma anche sul provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Mai come oggi è necessario intervenire con decisione e rapidamente per affrontare le molteplici sfide che la crisi climatica e ambientale ci pone. Con questo provvedimento il Governo e il Parlamento ribadiscono la volontà di mettere l'ambiente al centro delle politiche pubbliche, non solo come obbligo morale verso le generazioni future, ma anche come opportunità di sviluppo sostenibile e sociale per il nostro presente. Il decreto affronta questioni che non sono più rinviabili, come la lotta al dissesto idrogeologico, la gestione delle risorse idriche, il rilancio dell'economia circolare e la promozione delle energie rinnovabili. Questi temi non sono semplici aspetti tecnici ma rappresentano la base per garantire un futuro dignitoso ai cittadini italiani, rafforzando la resilienza del nostro Paese davanti agli effetti sempre più devastanti del cambiamento climatico. L'ampiezza delle misure contenute nel provvedimento dimostra un approccio sistemico che tiene conto delle molteplici sfaccettature e della complessità del tema in oggetto.
Voglio soffermarmi, in particolare, sull'importanza delle disposizioni in materia di semplificazione della valutazione di impatto ambientale (VIA) e delle autorizzazioni ambientali. Questi strumenti non solo agevolano l'attuazione dei progetti strategici legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza ma garantiscono anche tali progetti rispetto agli standard di sostenibilità e di legalità. È una scelta che coniuga rapidità ed efficienza senza compromettere la qualità e la trasparenza.
Un altro aspetto cruciale è l'estensione del sostegno ai progetti legati alle energie rinnovabili e al potenziamento delle capacità di stoccaggio di gas naturale. In un contesto geopolitico instabile, che ha evidenziato la vulnerabilità del nostro sistema energetico, queste misure ci permettono di rafforzare l'indipendenza energetica e di rispettare gli ambiziosi obiettivi europei di transizione ecologica. È un investimento che guarda lontano, verso un'Italia più autonoma e sostenibile.
Desidero, inoltre, sottolineare la rilevanza degli interventi mirati al contrasto del dissesto idrogeologico. Il nostro Paese è, purtroppo, uno dei più esposti in Europa a questo tipo di rischio, con eventi calamitosi che ogni anno causano danni irreparabili a persone, comunità e territori. Non a caso, abbiamo voluto e sostenuto, come gruppo, la costituzione di una Commissione d'inchiesta proprio per affrontare tale problema. Ebbene, questo decreto stanzia risorse concrete per la prevenzione e responsabilizza gli enti locali, introducendo meccanismi di monitoraggio e supporto per garantire che le opere siano pianificate e attuate in modo efficiente. È significativo che si rafforzino le competenze delle Autorità di bacino, che avranno un ruolo strategico come tutela e gestione del nostro fragile ecosistema.
Un altro elemento di grande rilievo è il pacchetto di norme sull'economia circolare. Promuovere il riciclo, migliorare la gestione degli imballaggi e incentivare i comportamenti virtuosi da parte delle imprese non è solo una scelta ambientale ma è anche una strategia economica. Una gestione sostenibile dei rifiuti può creare posti di lavoro, migliorare la qualità della vita nelle città e ridurre l'impatto ecologico complessivo. È importante che il nostro Paese si ponga come in questo settore, dimostrando che una crescita economica rispettosa dell'ambiente, non solo è possibile, ma è, anche, necessaria.
Infine, non posso non menzionare le disposizioni per la tutela delle acque interne e marine, che sono il cuore pulsante del nostro territorio. Il rafforzamento della legge SalvaMare e l'attenzione dedicata al recupero dei rifiuti presenti nei nostri mari rappresentano un impegno concreto per un patrimonio unico al mondo che troppo spesso è minacciato dall'inquinamento e dalla negligenza. Questo decreto-legge si fa carico di un dovere imprescindibile: proteggere la ricchezza naturale italiana, non solo per il valore economico che essa rappresenta ma anche per il suo inestimabile significato culturale, storico e identitario.
Signor Presidente, questo decreto offre una risposta concreta alle emergenze ambientali e alle sfide della modernità e rappresenta solo l'inizio di un percorso di riforme strutturali per l'ambiente e per la sicurezza degli italiani. Le scelte che compiamo oggi definiranno il mondo che lasceremo domani. Per questo motivo daremo il nostro voto a favore sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boscaini. Ne ha facoltà.
MARIA PAOLA BOSCAINI(FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, questo provvedimento in materia ambientale è frutto di una serie di interlocuzioni con il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica avviata ben prima della pausa estiva dei lavori parlamentari. Questo scambio ha portato al risultato che vediamo oggi. Nella discussione al Senato, il gruppo di Forza Italia è ampiamente intervenuto e i risultati si vedono. In primo luogo, nell'ambito delle priorità in esame della commissione VIA e VAS sono state inserite due iniziative importantissime.
La prima riguarda i progetti di nuovi impianti di accumulo idroelettrico mediante pompaggio. Si tratta di una tecnologia tramite la quale le acque dei bacini idrici vengono riportate verso l'alto, utilizzando essenzialmente l'eccesso di produzione elettrica dell'eolico e del fotovoltaico. In sostanza, l'intermittenza delle fonti rinnovabili viene messa al servizio dell'idroelettrico, che è maggiormente programmabile. Non a caso, i progetti per l'applicazione di tale processo si stanno moltiplicando, in quanto si tratta di una tecnologia strategica per il sistema elettrico nazionale resiliente, sostenibile e capace di facilitare la penetrazione di fonti di energie rinnovabili.
Il testo approvato al Senato su richiesta di Forza Italia fa anche riferimento alla priorità da assegnare ai progetti che incrementino le capacità di invaso delle dighe e dei bacini idrici. In Italia ad oggi si stima che gli invasi contengano mediamente dal 40 al 60 per cento di fanghi e i gestori non riuscivano a fronteggiare economicamente la pulizia dei bacini in quanto i fanghi vengono considerati rifiuti e classificati come fanghi di dragaggio. Il cambiamento climatico, come tutti sappiamo, sta comportando lunghi periodi di carenza di pioggia, con successive violente piogge, le cosiddette bombe d'acqua, e ciò rende difficile la situazione dei bacini. In poche ore si riversa nei bacini un'elevata quantità di acqua e i gestori sono costretti al rilascio nei fiumi della stessa, aggravando a valle l'afflusso di acqua e di fango. È stata proprio l'azione del nostro Ministro Pichetto Fratin e di Forza Italia a cambiare questo stato di cose, con una serie di disposizioni, introdotte a partire dal decreto Siccità dello scorso anno e poi nel decreto Agricoltura di quest'anno. Qui, con questo decreto, si completa il cerchio, dando priorità ai progetti di ripristino degli invasi. In tal modo, si ottiene il ripristino delle condizioni di normale esercizio degli invasi esistenti, l'incremento dei volumi di acqua immagazzinabili e una maggiore sicurezza negli approvvigionamenti idrici.
In secondo luogo, un'ulteriore priorità di esame della commissione VIA-VAS inserita col nostro emendamento riguarda i progetti di cattura e di stoccaggio della CO2. Sotto questo aspetto mi preme sottolineare l'assoluta disparità di vedute tra la visione di centrodestra e quella della parte più estrema della sinistra. Per quella parte politica l'unico sistema per contrastare le emissioni di CO2 consiste nel ridurle, ma, a nostro parere, una tale impostazione porta a un'insostenibile risultato di decrescita.
Per il centrodestra, invece, lo sviluppo delle attività umane è elemento essenziale della sostenibilità e, dunque, i progetti di cattura e stoccaggio nel sottosuolo sono ritenuti assolutamente necessari per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni da qui al 2030 e, poi, al 2050. Paradosso vuole che taluni progetti di stoccaggio della CO2 riguardino la reimmissione nei giacimenti di gas esausti in Pianura padana o nel mar Adriatico, consentendo così di contrastare i fenomeni di subsidenza che colpiscono quelle aree. Proprio su questi due aspetti il decreto in esame adotta due decisioni molto importanti. L'articolo 2, infatti, abroga le disposizioni che disciplinano il Piano per la transizione energetica delle aree idonee; il decreto ministeriale è stato recentemente annullato dal TAR del Lazio. Inoltre, l'articolo riduce da 12 a 9 miglia dalla linea di costa e dalle aree protette il perimetro dell'area in cui vige il divieto di svolgimento delle attività di estrazione degli idrocarburi e ne consente l'estrazione in alto Adriatico per mettere a disposizione delle nostre imprese gasivore un contingente di gas di produzione nazionale a prezzi calmierati. Forza Italia è sempre stata contraria al Piano per la transizione energetica delle aree idonee e favorevole, invece, all'estrazione di gas dal nostro sottosuolo. La produzione di gas nazionale era di 20 miliardi di metri cubi nel 2000, su un consumo nazionale di circa 77 miliardi di metri cubi l'anno, e, nel 2023, è scesa sotto i 5 miliardi.
Un secondo elemento fondamentale introdotto con il provvedimento in esame riguarda l'utilizzo delle acque affinate per il ripristino dei corpi idrici sotterranei. Si introduce la nuova definizione di acque affinate, che include, oltre alle acque urbane, le acque reflue, domestiche e industriali. In Italia cadono annualmente circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua, dei quali viene trattenuto solo l'11 per cento, mentre, secondo alcuni studi, l'obiettivo raggiungibile è del 40 per cento. È di tutta evidenza che la risorsa acqua nel nostro Paese non è sufficientemente valorizzata.
La norma introdotta nel decreto si inquadra in una serie di iniziative che partono dal decreto Siccità, per poi essere integrate, come dicevo prima, con il decreto Agricoltura e completate con questo decreto. Va, poi, di pari passo con le norme sugli invasi, con quelle sull'utilizzo dei dissalatori - che, ricordo, erano stati pressoché vietati dal Governo 5 Stelle - e con quelle per la realizzazione in edilizia libera delle vasche di raccolta di acqua piovana per usi agricoli, perseguendo così un unico obiettivo, che è quello di realizzare la sicurezza degli approvvigionamenti idrici nel nostro Paese.
Infine, vorrei ricordare la norma, anch'essa voluta da Forza Italia, per l'individuazione del rappresentante nazionale alla Rete europea degli operatori di trasporto dell'idrogeno. Questa decisione è fondamentale al fine di garantire all'Italia una rappresentanza permanente nel dell'associazione, in modo da assicurare al nostro Paese un ruolo centrale e di primo piano nella e, dunque, nei processi decisionali di questo ente, che svolgerà un compito essenziale nello sviluppo coordinato delle infrastrutture di trasporto dell'idrogeno a livello europeo.
Concludo, osservando che il provvedimento che oggi andiamo ad approvare è un tassello importante nelle politiche ambientali del nostro Paese e che è stato accolto con favore dagli operatori del settore e dalle imprese. Perché vedete, cari colleghi e colleghe, ambiente ed economia devono e possono andare a braccetto, invece, a volte, la sinistra ha creato contrapposizione, utilizzando l'ambiente come arma ideologica contro le imprese e gli interessi nazionali. Al contrario, questo Governo e questo Parlamento stanno cercando di individuare soluzioni per proseguire nella transizione energetica e ambientale, senza, tuttavia, colpire il contesto economico. Il centrodestra, dunque, segna un cambio di passo e il contributo di Forza Italia e del nostro Ministro dell'Ambiente, Pichetto Fratin, sono stati determinanti. È per questi motivi che Forza Italia voterà convintamente a favore di questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO(M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretaria, colleghi, colleghe, anche oggi siamo qui a fare l'ennesimo giro di interventi sull'ennesima questione di fiducia. Questa fiducia che voteremo oggi sarà la sessantacinquesima in due anni: praticamente, viaggiate con una media di 2,6 fiducie al mese. Presidente, questo Governo, a colpi di fiducia, continua così a non affrontare le emergenze del Paese, sono del tutto disinteressati ai problemi dei cittadini e delle piccole e medie imprese e io, francamente, non me lo spiego. E, anche oggi, mi dispiace prendere atto che vi opponete davvero a tutto, anche agli essenziali principi di uguaglianza e di equità. Insomma, avete scritto una lunga lista di “no”, altro che battaglia al precariato, al lavoro, sempre più povero, alla povertà educativa, agli stipendi da fame; altro che lotta alla sanità, a un'istruzione pubblica e per tutti. Poi, lo fate dicendo e dipingendovi come fratelli e sorelle d'Italia, ma, forse, sarebbe meglio definirvi fratelli, sorelle, cognati, parenti e amici vostri, perché dire “no” a chi ha bisogno di essere tirato su, senza mettere in piedi un'economia che garantisca gli stessi diritti e gli stessi strumenti a tutti i cittadini italiani, vi rende tutto, care colleghe e colleghi, tranne che fratelli degli italiani .
Con voi al Governo non ci sono risposte per i lavoratori e neanche per i pensionati, lo stiamo vedendo in questa manovra di bilancio. Proprio sui pensionati si è palesata la vostra propaganda, perché, oltre ad aver preso in giro milioni di persone, le avete anche umiliate, cioè siamo passati dall'abolizione della legge Fornero alle dentiere gratis per tutti i pensionati - allucinante -, al fatto di portare le pensioni minime a 1.000 euro. Ovviamente, non avete fatto nulla di tutto ciò, solo propaganda. Anzi, vi do notizia che non avete dato 3 euro in più al mese - su questo ci siamo sbagliati -, avete dato 1,80 euro al mese ai pensionati minimi, cioè un caffè al mese. E non vi vergognate neppure.
Poi penso allo schiaffo in faccia che avete dato agli italiani con l'autonomia differenziata. Una misura spacca-Paese, che neppure nell'Italia medievale sarebbe venuta in mente a qualcuno. Solo Calderoli e la Lega potevano partorire questa genialata. Ma, per fortuna, grazie alle nostre vaste iniziative di sensibilizzazione dei cittadini sui territori, grazie alle altre opposizioni, la “spacca-Italia” è stata fermata e smantellata dalla Corte costituzionale, sancendo così il fallimento del Governo Meloni e della Lega di Salvini. Ma, ormai, con voi siamo abituati a tutto. Questo Governo, è chiaro, non ha una visione economica, d'altronde, con Ministri come la Santanche', come Sangiuliano, come Salvini e il suo ponte, lo ricorderemo come uno tra i peggiori. E a proposito di Salvini, che io considero il peggiore Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti della storia italiana, mentre il Paese è in crisi e i trasporti sono in da Nord a Sud, lui fa i e decide così di spendere 15 miliardi per il ponte sullo Stretto di Messina. E non è finita qui. Per non farci mancare nulla, c'è un emendamento alla legge di bilancio, a firma del capogruppo della Lega, Molinari, che rimpingua questi 15 miliardi con 1,6 miliardi, come se non bastassero questi 15 miliardi buttati a mare ! Praticamente, senza neanche fare calcoli con la calcolatrice che tanto ama Giorgia Meloni, questo ponte è un pozzo senza fondo e non è stata ancora posata la prima pietra. E, poi, ci raccontate la favoletta della coperta corta e cercate pure anche la fiducia da parte nostra. Intanto, nel Paese ci sono milioni di lavoratori poveri che non arrivano a metà del mese, altro che fine mese, si vede che siete completamente scollegati dalla realtà del Paese. Ma, poi, dico, andate ogni tanto a fare la spesa? Parlate con le persone? Capite quali sono le reali difficoltà che milioni di italiani si trovano ad affrontare giornalmente?
Cari colleghi di maggioranza, vi consigliamo di uscire, ogni tanto, da questo Palazzo e stare più a contatto con la gente, come facciamo noi. Forse vi renderete conto, forse.
Non parliamo poi del vostro non fare rispetto all'istruzione e alla sanità in crisi nera: di fronte a questo quadro catastrofico, che cosa fate? Qual è il vostro pensiero davanti a queste emergenze? Quello di andare così, di nascosto, ad aumentare il finanziamento pubblico ai partiti tramite, magari, il due per mille. Una cosa veramente vergognosa, alla quale il MoVimento 5 Stelle si è opposto.
Ma andiamo al decreto-legge in questione, sul quale ponete l'ennesima fiducia, Presidente. In cuor mio mi sono detta: ma vuoi vedere che, dopo due anni di nulla totale, finalmente vanno nella direzione giusta sull'ambiente? Ma quando mai. L'avete chiamato “tutela dell'ambiente”, ma a noi fa sorridere perché va nella direzione opposta. Potevate, quindi, chiamarlo “tutela dei fossili e delle trivellazioni”: questo era il nome giusto da dare.
Nel decreto è completamente assente una visione complessiva sulle problematiche ambientali. Ci sono temi che non vengono nemmeno trattati. Parlare di tutela ambientale in questi termini è veramente riduttivo: è come procedere contromano con un provvedimento che non affronta in modo serio e concreto le emergenze ambientali, la salute delle persone e l'economia.
Praticamente, con questo decreto che fate? Spazzate a terra la polvere e la mettete sotto il tappeto. Restano, quindi, i problemi, ma restano sotto quel tappeto; e mi dispiace dirlo, purtroppo, ma sull'ambiente il Governo agisce solo a babbo morto, come sulle alluvioni, dove ogni pezza è peggio del buco e ci troveremo ad affrontare problemi sempre peggiori e diversi, come nel caso del contrasto alle crisi idriche che coinvolgono soprattutto le regioni meridionali e la mia Sicilia, con il Governo che tenta di alleviare i sintomi senza, però, affrontarne le cause e, di fatto, non dà risposte efficaci ed efficienti.
Infine, non prevede niente in termini di prevenzione contro il dissesto idrogeologico. Avete bocciato tutte le nostre proposte emendative, blindando il testo del provvedimento nel passaggio dal Senato alla Camera.
Cari colleghi, non può essere questa la direzione da seguire. Il nome scelto per questo decreto non si addice al suo contenuto.
Non si può pensare di risolvere le tante emergenze del Paese con provvedimenti vuoti come questo, e mi avvio alla conclusione, Presidente. Per tutti questi motivi descritti fino ad adesso, intanto annuncio che il MoVimento 5 Stelle voterà contro la fiducia a questo provvedimento, non c'è un rigo che possa indurci a farlo.
Ma sfiduciamo soprattutto questo Governo e in questo clima natalizio, che è un momento dove si sognano i regali da mettere sotto l'albero, milioni di italiani non avranno nemmeno la possibilità di mettere un piatto a tavola per la propria famiglia; figurarsi comprare un regalo. Questa è la situazione reale in cui versa il Paese e non quel fantastico mondo di Giorgia Meloni. Colleghi, siete impreparati, ma la cosa più grave è che state facendo perdere tempo non solo a noi, ma anche alle vere emergenze e ai cittadini italiani che sono stufi di essere presi in giro.
Ecco, in questo periodo natalizio chiediamo soltanto un regalo per i cittadini di questo Paese: che ve ne andiate a casa il prima possibile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pizzimenti. Ne ha facoltà.
GRAZIANO PIZZIMENTI(LEGA). Grazie, Presidente. Vice Ministro Gava, colleghe e colleghi, prima di tutto vorrei ricordare il titolo di questo decreto, perché, su 10 minuti di intervento che ho appena sentito, 9 erano tutt'altro rispetto a quello che stiamo discutendo. Ma proprio tutt'altro . Si passava dall'autonomia alle pensioni: non riuscivo neanche a prendere nota perché non c'era alcuna logica.
Comunque, detto ciò, questo decreto reca disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale e quant'altro, in un momento delicato di crisi europea e mondiale, segnato dalle guerre in corso e in un contesto economico in continua evoluzione.
Le questioni affrontate sono molto importanti e urgenti - ecco perché c'è il decreto - e vanno verso la transizione energetica, la decarbonizzazione, l'implementazione delle energie rinnovabili, l'investimento nella sicurezza energetica e altri temi considerati prioritari per le imprese italiane in questa delicata fase congiunturale. Com'è noto, i prezzi del gas e dell'elettricità, che continuano ad essere ancora più alti in Italia, sia rispetto agli altri grandi Paesi europei come Francia e Germania sia rispetto agli Stati Uniti, penalizzano le competitività delle nostre imprese rispetto ai principali occidentali. Tutto ciò, ovviamente, incide molto sull'investimento delle nostre imprese e il Governo si sta adoperando con norme di urgenza per mitigarne la portata.
Questo provvedimento si aggiunge agli altri, ugualmente importanti, che ultimamente la maggioranza ha portato all'approvazione in Aula come, tanto per citarne alcuni, il disegno di legge sulla concorrenza, quello per la ricostruzione post-calamità, il decreto-legge fiscale e anche i provvedimenti per sbloccare e sburocratizzare gli interventi dell'edilizia, come il decreto-legge Salva casa o legge sui Piani particolareggiati e le lottizzazioni; tutti provvedimenti con l'obiettivo comune di salvaguardare e incentivare l'economia del Paese e lo sviluppo sostenibile e l'occupazione.
Il Governo, con l'approccio pragmatico e non ideologico, continua la strategia tracciata dall'Unione europea nel processo di decarbonizzazione verso la tutela dell'ambiente, ma anche la sostenibilità per le nostre imprese, come recentemente ha ribadito il Governo nella COP29 di Baku. Basti pensare al Piano nazionale integrato per l'energia e clima, che nel 2024 abbiamo rinnovato sui tavoli europei, nel quale abbiamo inserito numerose e ben precise condizioni rispetto all'aumento di potenza di alcuni settori, come l'eolico e il solare, che nel 2030 andrà addirittura a raggiungere 79.000 di potenza; argomenti, però, di cui non ho sentito parlare, specialmente da parte delle opposizioni .
Elogio ulteriormente il Governo, che ha trovato spazio anche per lo sfruttamento, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di energia in tema di nucleare. Su questo, abbiamo previsto almeno 5 nella prima ipotesi e 20 nella seconda.
Il decreto-legge affronta in maniera decisa talune criticità che riassumerò di seguito: snellimento e semplificazione dei procedimenti e autorizzazioni ambientali; promozione e potenziamento dell'economia circolare, limitando gli sprechi e promuovendo la sostenibilità; mitigazione dei rischi ambientali legati al dissesto idrogeologico.
Sottolineo inoltre, grazie agli emendamenti presentati dalla Lega Nord-Salvini Premier, che sono stati stanziati 6 milioni di euro, a decorrere dal 2026 e in via permanente, per reclutare e assumere personale presso le autorità di bacino distrettuale, per rafforzare la loro capacità operativa per la tutela dell'ambiente e del territorio e la gestione delle acque. Viene inoltre rafforzata la struttura delle commissioni VIA-VAS con supporto di personale dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza.
Il decreto-legge affronta, inoltre, talune criticità prevedendo una corsia preferenziale ed un'accelerazione delle procedure ambientale per gli investimenti del PNRR; poi, vi sono misure per gli impianti da fonti rinnovabili e con una certa dimensione; poi si interviene sulla disciplina delle procedure autorizzative ambientali ed energetiche, anche attraverso la razionalizzazione delle procedure e la riduzione dei tempi delle istruttorie dei progetti che rivestono un'importanza strategica per il Paese, anche con riferimento ad una maggiore flessibilità operativa e organizzativa.
Un importante contributo alla stabilizzazione dei prezzi energetici italiani nel breve periodo è anche dato dal maggior sfruttamento delle risorse nazionali di gas naturali e dalla definitiva abrogazione delle disposizioni che disciplinano il Piano per la transizione energetica nelle aree idonee alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nel territorio nazionale.
La norma, infatti, interviene anche sulla disciplina del cosiddetto gas , meccanismo finalizzato a incrementare la produzione nazionale di gas, la sua vendita a prezzi ragionevoli, prioritariamente a clienti finali industriali a forte consumo di gas, i cosiddetti gasivori, nonché sulla questione prioritaria del riempimento degli stoccaggi di gas, introdotta a seguito del conflitto russo-ucraino per garantire indipendenza energetica al Paese, assegnando al GSE il servizio di riempimento di ultima istanza, tramite l'acquisto di gas naturale, ai fini dello stoccaggio e della successiva vendita.
Mi sembra che la coerenza di questo provvedimento si possa esprimere con il grande lavoro che ha fatto il Ministero dell'Ambiente, tramite numerosi contatti con tutti i settori produttivi, con decine di aziende pubbliche e private e con i cosiddetti , che ci hanno presentato moltissime misure, che, grazie al Vice Ministro Vannia Gava, sicuramente, saranno recuperate nei prossimi provvedimenti .
Con questo decreto, il Governo dimostra la ferrea intenzione di affrontare con urgenza le crescenti sfide ambientali, tutelando, nel contempo, la competitività delle nostre imprese, lo sviluppo economico del Paese e l'occupazione.
Come ha sempre affermato, il nostro gruppo Lega-Salvini Premier si pone l'obiettivo concreto di accelerare i tempi della decarbonizzazione che si è posto il nostro Paese, ma, contemporaneamente, anche promuovere la crescita e la competitività delle nostre imprese.
Annuncio, pertanto, il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Colleghi, siamo arrivati a 75 questioni di fiducia in due anni. Di fatto, siamo di fronte a una democrazia sospesa, un Parlamento che è costantemente mortificato e svuotato. È un vero e proprio schiaffo alle Istituzioni e alla democrazia. Di fatto, nessun confronto con le opposizioni, qui alla Camera in particolar modo. Il Parlamento è un organo di ratifica, ormai, delle scelte prese dall'Esecutivo ed è, quindi, ridotto a passacarte. È anche una farsa, oserei aggiungere, perché un provvedimento di questo tipo ha pochissime ore per essere letto - qui, in particolare, penso alla Camera -, per essere analizzato e per scadenze per la presentazione di emendamenti, che sono ridicole. Lo voglio ricordare: questo provvedimento è arrivato dal Senato giovedì mattina e la scadenza per la presentazione degli emendamenti è stata fissata per l'inizio del pomeriggio dello stesso giovedì; li abbiamo votati il giovedì sera e venerdì eravamo già in Aula. Ora siamo già qui, a votare il voto di fiducia e il voto finale.
Non credo che stiamo trattando questo provvedimento con la dovuta attenzione, con la dovuta analisi e con il dovuto confronto e approfondimento. Quindi, francamente, temo che i livelli di questi lavori siano molto bassi. Qua facciamo un torto e un danno non soltanto alla democrazia, ma anche alla qualità di ciò che votiamo.
Venendo a questo provvedimento, il decreto Ambiente preoccupa. Preoccupa non solamente per quello che c'è - molto poco - e anche per alcune cose molto gravi, ma preoccupa anche per quello che non c'è in questo provvedimento, che, poi, è un po' è la cifra in materia ambientale di questo Governo: non fare nulla, continuare a portare avanti la logica dell'emergenza, dei commissariamenti, degli interventi sui sintomi dei problemi e mai sulle cause profonde e, dunque, sulla prevenzione e sulla pianificazione; continuare, di fatto, a tenere il Paese ostaggio delle fonti fossili e giocare a rallentare il più possibile la transizione ecologica ed energetica.
Tuttavia, questo non è un gioco, perché non c'è nulla da scherzare, quando un Governo consente a chi vuole estrarre gas o petrolio dai fondali marini di avvicinarsi alle coste alle spiagge e si dimentica, però, colpevolmente, l'eolico , ad esempio, tra i progetti che dovrebbero essere strategici e con le procedure a VIA accelerate. Peraltro, guai, guai: questi ultimi devono restare ben distanti dalle coste, non come le bellissime, meravigliose piattaforme petrolifere.
Eppure, da un titolo così importante, da un provvedimento che voleva avere l'ambizione di intervenire sulla tutela ambientale, da un provvedimento che va a toccare il testo unico dell'ambiente con modifiche profonde, ci saremmo aspettati un atteggiamento e proposte molto diversi.
Ci sono pochissime cose, che reputo sufficienti, che per lo più sono recepimenti di direttive europee, quindi cose, anche importanti, che andavano fatte (penso alle acque reflue, penso agli imballaggi). Poi, ci sono cose fatte in modo confuso. In linea di principio, penso al tema della semplificazione, del dare priorità ai progetti strategici per il Paese. Questo è condivisibile in linea di principio, tuttavia, fate una lista di progetti prioritari per il raggiungimento degli obiettivi PNIEC per procedure accelerate di valutazione di impatto ambientale, e poi demandate tutto a un decreto successivo del Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, da adottare di concerto con i Ministri della Cultura e delle Infrastrutture e dei trasporti.
Qui, a mio avviso, subentra un fatto grave. Per non parlare del fatto che, da questa lista di progetti prioritari, rimangono fuori tecnologie innovative, che, per esempio, sono gli impianti eolici , il fotovoltaico galleggiante, i progetti di o, ancora, rimangono fuori i gli impianti fotovoltaici che sono di potenza inferiore ai 50 megawatt, quando invece sappiamo dell'importanza di portare avanti progetti anche più piccoli. Peggio ancora: in questa lista di progetti prioritari, con un emendamento del Senato, rientrano i progetti di cattura e stoccaggio della CO₂, che, dal mio punto di vista, è un'altra illusione fossile per rallentare la transizione e tenerci legati al gas ancora per lungo tempo. Si tratta di una decisione, dal mio punto di vista, profondamente sbagliata, anche per quanto riguarda i costi, la sicurezza e l'efficacia di questa tecnologia, che è conosciuta da decenni, eppure, ancora oggi, così incerta. Quindi, di fatto, temo l'ennesimo palliativo.
Ma, soprattutto, in questo provvedimento ci sono cose gravi - come ho già avuto modo di dire durante la discussione generale - che voglio sottolineare nuovamente. La vostra ipocrisia tocca livelli altissimi all'articolo 2, che si intitola “Disposizioni urgenti per coniugare le esigenze di salvaguardia dell'ambiente con le esigenze di sicurezza degli approvvigionamenti”. È una vera e propria presa in giro sfacciata, questa, perché, sì, viene meno il PiTESAI, annullato dal TAR e ora abrogato da questo provvedimento, però, cosa fa? Dice di vietare i conferimenti di permessi di ricerca e coltivazione di nuove concessioni, ma a questo divieto pone le solite eccezioni. Per non parlare delle proroghe, che sono consentite, di fatto, fino a esaurimento dei giacimenti.
In che modo le estrazioni di gas e di petrolio potranno essere in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione? Ve lo dico io: in nessun modo. Voi continuate a confondere la sicurezza energetica, che dovrebbe essere intesa come autonomia e autosufficienza energetica, da raggiungere con energie rinnovabili e pulite, con la sicurezza di sfruttare al massimo quel poco di gas presente nel sottosuolo nazionale. Lo fate andando addirittura a cambiare la distanza dalle linee di costa in cui sono vietate le attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi in mare, passando da 12 a 9 miglia. Quindi, altro che coniugare la tutela degli ecosistemi! Altro che riduzione delle emissioni climalteranti.
Sul fronte del dissesto idrogeologico, con riferimento alla siccità e all'adattamento ai cambiamenti climatici, si persegue - come detto prima - con la solita logica dell'urgenza e dell'emergenza, con la solita tendenza a imporre opere infrastrutturali ingiustificate spesso nei territori, senza un'adeguata valutazione delle alternative. Quindi, gestione di emergenza, commissariamenti, programmi di opere, invece di dare spazio alla pianificazione e alle soluzioni basate sulla natura, ad esempio.
Si parla di interventi integrati per la riduzione del rischio di alluvioni, che avrebbero bisogno di essere promossi, anche finanziando studi di fattibilità che, però, spesso mancano. Dovrebbe essere, oggi più che mai, chiaro a tutti che, se continuiamo ad accelerare sui progetti che già sono presenti nei cassetti, senza le opportune valutazioni di aggiornamenti e le verifiche, avremo sempre opere grigie, avremo sempre opere infrastrutturali molto probabilmente inefficaci e mai interventi integrati di prevenzione, che promuovano interventi di adattamento ai cambiamenti climatici, che prevedano ad esempio la restituzione di spazio ai corsi d'acqua o, ad esempio, l'arretramento di opere di difesa, in particolare in occasione di eventi eccezionali, invece che ricostruire tutto là dove era prima o la ricostruzione dei ponti con luci insufficienti. Dovremmo, invece, puntare alla riapertura dei corsi d'acqua che sono stati tombati o anche, ad esempio, alla delocalizzazione dei beni che si trovano in aree ad elevata pericolosità. Tutte cose su cui ancora si fa troppa fatica a dare risposte. Quindi, da un provvedimento che mira alla tutela ambientale ci saremmo aspettati le cose che ancora mancano all'appello, come il Piano nazionale di ripristino della natura, un altro fronte su cui il Governo deve attivarsi.
Sul fronte della siccità, come sempre, non c'è nulla per intervenire, anche per promuovere una riduzione della domanda che è per lo più irrigua, e non solo intervenire dal lato della disponibilità idrica. O ricordo ancora gli interventi che mancano, ad esempio, da parte del MASE, come l'istituzione dell'Osservatorio nazionale sull'adattamento ai cambiamenti climatici, che è ancora mancante, per dare finalmente operatività a un Piano, il PNACC, che ancora oggi è una scatola vuota. E cosa manca anche? Manca - e questo, sì, manca, per fortuna - quell'emendamento voluto da Forza Italia per far entrare i privati nelle società che gestiscono l'acqua pubblica, rendendo di fatto questa presenza obbligatoria: avete dimostrato ancora una volta di voler calpestare la democrazia, calpestare l'espressione popolare con il referendum del 2011. Non c'è in questo provvedimento e lo volete inserire nella manovra di bilancio: noi nuovamente lo ribadiamo e vi chiediamo di fermarvi.
Chiudo, Presidente. Insomma, ancora una volta questo Parlamento lavora di fretta sull'ennesimo decreto urgente ed è piegato a questo Governo che pone l'ennesima questione di fiducia. Manca completamente la visione, da parte di questo Governo, come il coraggio di questo Governo, che è sempre chiuso nei palazzi, invece di rendersi conto che l'urgenza c'è ed è quella di contrastare la crisi climatica, le diseguaglianze, la crisi di biodiversità, l'urgenza di spingere sulle rinnovabili, sull'efficienza energetica, e di predisporre piani industriali per una conversione ecologica della nostra economia, come chiedono i lavoratori, come chiede la scienza, come chiedono le cittadine e i cittadini preoccupati per il futuro. Per questi motivi, noi voteremo contro il voto di fiducia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Grazie, signor Presidente. Governo, colleghi, il voto di fiducia a cui ci apprestiamo è anche un voto di fiducia alle politiche sull'ambiente e sull'energia sviluppate dal Governo Meloni. Le critiche ascoltate, francamente, mi sono sembrate a volte superficiali, ma in gran parte anche preconcette e stereotipate nel voler dimostrare che il centrodestra non è a favore della transizione energetica o della salvaguardia dell'ambiente. A ben vedere, però, i fatti dimostrano il contrario. Il Governo Meloni ha dimostrato un'attenzione all'ambiente spesso maggiore rispetto a quella dei Governi degli ultimi dieci anni, che lo hanno preceduto. Basterebbe ricordare l'istituzione del Ministero per la Protezione civile e le politiche del mare, per esempio. Basterebbe citare l'elenco dei provvedimenti già varati dalla legge di bilancio nel dicembre 2022, con il Fondo per il contrasto al consumo di suolo, il decreto Aiuti il decreto Siccità, il decreto PNRR 4: un lungo elenco di provvedimenti - solo per citarne alcuni, perché l'elenco sarebbe veramente corposo - a cui si aggiunge l'aggiornamento del PNIEC del 10 luglio 2024. Anche in questo decreto, infatti, si affrontano i temi essenziali della semplificazione dei procedimenti relativi alle valutazioni di impatto ambientale, alla sicurezza degli approvvigionamenti, all'impulso alle bonifiche, al contrasto al dissesto idrogeologico, alla tutela delle acque e alla promozione dell'economia circolare.
Quindi, si tratta di un decreto - credo - che ha tutte le caratteristiche dell'urgenza per essere portato in quest'Aula. Non solo. Sulla base di tutti questi provvedimenti, si può dire che c'è stata una visione, una direttrice chiara che li ha informati tutti. Basterebbe riprendere le dichiarazioni fatte recentemente alla COP29 di Baku dal Presidente del Consiglio Meloni, che ha dato due direttrici sostanziali: quella della neutralità tecnologica e quella del energetico. Il energetico vuol dire che tutte le fonti di energia devono essere implementate nel momento in cui consentono la riduzione di emissioni di CO2. La neutralità tecnologica vuol dire che non ci possiamo più permettere nel mondo di dire “no” alle innovazioni che ci permettano di produrre energia senza inquinare, senza pregiudiziali o preconcettualità di tipo ideologico. Una visione, quindi, complessivamente contraria a quella di chi, per esempio, a livello politico, della lotta allo sviluppo economico ha fatto il succedaneo della lotta al capitalismo, perché questa è una cosa che non ci possiamo più permettere e che è proprio contraria alle indicazioni che ci vengono da Baku .
Da Baku è venuta fuori la richiesta, da parte dei Paesi in via di sviluppo, di 1.300 miliardi di dollari di investimenti per consentire anche a loro di andare verso la transizione ecologica. Qualcuno avrà visto le trasmissioni televisive, dove si fa vedere l'atmosfera che respirano gli abitanti del Pakistan, per esempio, nelle loro grandi città, ma anche in Cina e in Corea del Sud. Ecco, questi Paesi ci chiedono di essere aiutati per raggiungere gli obiettivi della salvaguardia dell'ambiente. Ma come si fa? Ecco perché dicevo che le posizioni ideologiche sono proprio dannose. Si deve creare sviluppo economico e con lo sviluppo economico si devono creare le risorse per supportare quei Paesi, per incentivare la ricerca e gli investimenti, per trovare fonti alternative, in un mondo che sarà sempre più energivoro.
Questa dev'essere l'ottica, tra l'altro sviluppando questi investimenti e questa ricerca attraverso le nostre grandi aziende nazionali che sono partecipate dallo Stato. Nel rapporto Draghi sulla competitività credo che sia emerso abbastanza bene quale debba essere la scala di grandezza per stare, oggi, sui mercati internazionali: l'Italia deve continuare in campo energetico ad avere aziende che hanno quelle dimensioni, e per farlo non possiamo precludere loro alcun tipo di strada di ricerca e di investimento. Quindi, anche il quesito “nucleare sì, nucleare no”, in quest'ottica non ha un gran senso, soprattutto se è fatto da parte di chi vuole limitare gli investimenti e la ricerca di quelle aziende e non propone uno straccio di alternative. Ci troviamo in un mondo energivoro, sempre più energivoro, io ricordo che il 10 per cento - mi pare - della bolletta di casa, che paghiamo, dipende soltanto dai meccanismi di presenti nelle nostre case: il 10 per cento! Poi ci sono gli oneri di sistema, dopo ne parlerò. E allora, questa è una riflessione personale: se domani qualcuno, un'azienda o un'impresa, ci venisse a dire che è stata trovata una tecnologia matura per produrre la fusione nucleare oppure per produrre attraverso gli , chi è che potrebbe dire di “no”, o, soprattutto, quale alternativa potrebbe dare al bisogno e al fabbisogno di un'Italia che importa già oggi il 75 per cento dell'energia che consuma, cioè quella che non abbiamo? Il 75 per cento mi pare un dato preoccupante, che si riverbera sui cittadini e sulle imprese.
Sul tappeto, infatti, ci sono le soluzioni da trovare per problemi come il costo italiano dell'energia: noi la paghiamo circa il doppio di Francia e Spagna, e comunque molto di più di una Germania che, da quando ha abbandonato il nucleare, consuma più carbone e ha messo in crisi anche - si tratta di una concausa, sicuramente - le proprie aziende. Noi sappiamo perfettamente che le rinnovabili, per loro natura, non possono essere la risposta totale al problema. Non possono. E allora bisogna trovare risposte e non coniare Questo sarebbe il compito della politica ed è quello che questo Governo sta facendo. Qualche nozione di fisica, poi, non guasterebbe. Io non sono un professore, ma la propongo: niente si crea e niente si distrugge. Anche le rinnovabili - e parlo soprattutto del fotovoltaico e dell'eolico, che sono assolutamente da implementare - hanno costi ambientali e costi economici. Basterebbe vedere quanti miliardi sono stati già immessi dallo Stato, che si traducono poi in oneri di sistema.
Altro concetto: l'effetto farfalla. In Cina vive quasi un quinto della popolazione mondiale (il 20 per cento), ma la Cina utilizza un quarto dell'energia e produce un terzo delle emissioni di anidride carbonica. Vedete la crescita esponenziale? È l'effetto farfalla. Lorenz, Turing - insomma, persone che non credo che abbiano bisogno di presentazioni - ci dicono questo: l'atmosfera è una. Noi possiamo compiere degli sforzi, ma se il 33 per cento delle emissioni di CO2 viene prodotto in Cina, contro l'8 per cento globale dell'Europa, facciamoci una domanda.
Dobbiamo capire che la strada non può essere soltanto quella delle limitazioni continentali a livello di Europa. Nessun ottuso negazionismo, dunque. C'è la massima considerazione per quei mondi, soprattutto quelli giovanili, che evidenziano la necessità di salvaguardare l'ambiente, ma totale contrasto ai fanatismi ecologici e alle speculazioni politiche su un tema che è troppo importante per consentircelo, nella convinzione che c'è ancora molto da fare, anche per sanare le inadeguate politiche del passato. Dunque, questo Governo è ancora impegnato, non solo con questo decreto, a intervenire sulle valutazioni sulla questione degli oneri di sistema, che coprono quasi il 25 per cento della bolletta.
Perché non cominciare a ipotizzare che siano, appunto, le grandi aziende, in grado di sviluppare tecnologie, che non debbano essere supportate a livello di incentivi in questo modo? Bisogna monitorare l'applicazione delle aree idonee, perché bisogna contrastare dappertutto, sul territorio nazionale, le logiche NIMBY, e gli esempi della Sardegna, ma anche della Toscana, non ci sembrano la strada corretta. Bisogna intervenire in Europa sulle questioni dell'idroelettrico, altro errore commesso in passato. Siamo l'unico Paese europeo che mette all'asta una fonte rinnovabile come le concessioni idroelettriche.
Non sarà semplice perché era stato inserito come requisito dal PNRR. È molto difficile tornare indietro, ma anche su questo c'era l'impegno del Ministro Fitto, quando era Ministro, e crediamo che possa fare molto di più ora che è Vicepresidente della Commissione europea. Bisogna intervenire sul rinnovo delle concessioni delle reti di distribuzione di energia elettrica, nonché per la revisione delle politiche europee su auto e case. Non ci possiamo dare dei irraggiungibili perché facciamo soltanto dei danni.
Questo è un argomento sul quale occorre comiziare poco e cercare di ragionare, spero che lo facciamo anche tutti insieme, ma questi sono i temi veri che vedono impegnato il Governo e dei quali questo decreto è un tassello incontestabile nella costruzione di una via italiana per le politiche di salvaguardia ambientale. Un decreto che, per questi motivi, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà con la massima convinzione .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Poiché il vigente calendario dei lavori dell'Assemblea prevede che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 14,40, sospendo la seduta fino a tale ora.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di venerdì 6 dicembre. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Giovanni Arruzzolo.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: ……………… 303
Votanti: ……………… 299
Astenuti: ……………… 4
Maggioranza: …………... 150
Hanno risposto : ……… 196
Hanno risposto : …….. 103
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Almici Cristina
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Arruzzolo Giovanni
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Bellucci Maria Teresa
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bof Gianangelo
Bordonali Simona
Boscaini Maria Paola
Brambilla Michela Vittoria
Buonguerrieri Alice
Caiata Salvatore
Calderone Tommaso Antonino
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Cannizzaro Francesco
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Caramanna Gianluca
Caretta Maria Cristina
Carloni Mirco
Caroppo Andrea
Carra' Anastasio
Casasco Maurizio
Castiglione Giuseppe
Cattaneo Alessandro
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Centemero Giulio
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Crippa Andrea
Dara Andrea
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Monte Isabella
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Di Mattina Salvatore Marcello
Dondi Daniela
Donzelli Giovanni
Ferrante Tullio
Ferro Wanda
Filini Francesco
Formentini Paolo
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gabellone Antonio Maria
Gardini Elisabetta
Gatta Giandiego
Gava Vannia
Gemmato Marcello
Giaccone Andrea
Giagoni Dario
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Iaia Dario
Iezzi Igor
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lovecchio Giorgio
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Mazzi Gianmarco
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Milani Massimo
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Morgante Maddalena
Morrone Jacopo
Mule' Giorgio
Mura Francesco
Nisini Tiziana
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Patriarca Annarita
Pella Roberto
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pichetto Fratin Gilberto
Pietrella Fabio
Pisano Calogero
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Pulciani Paolo
Raimondo Carmine Fabio
Ravetto Laura
Rixi Edoardo
Rizzetto Walter
Romano Francesco Saverio
Roscani Fabio
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Rubano Francesco Maria
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sala Fabrizio
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Silvestri Rachele
Sorte Alessandro
Stefani Alberto
Sudano Valeria
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Tirelli Franco
Toccalini Luca
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Urzi' Alessandro
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Ziello Edoardo
Zinzi Gianpiero
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
no:
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Appendino Chiara
Barbagallo Anthony Emanuele
Barzotti Valentina
Berruto Mauro
Bonafe' Simona
Bonetti Elena
Borrelli Francesco Emilio
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Bruno Raffaele
Cappelletti Enrico
Caramiello Alessandro
Carmina Ida
Caso Antonio
Casu Andrea
Cherchi Susanna
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Cuperlo Gianni
D'Alessio Antonio
D'Alfonso Luciano
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Micheli Paola
Del Barba Mauro
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Di Sanzo Christian Diego
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
Evi Eleonora
Fede Giorgio
Ferrara Antonio
Ferrari Sara
Forattini Antonella
Fornaro Federico
Fossi Emiliano
Furfaro Marco
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Giachetti Roberto
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Giuliano Carla
Graziano Stefano
Grimaldi Marco
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
Iaria Antonino
L'Abbate Patty
Lacarra Marco
Laus Mauro Antonio Donato
Madia Maria Anna
Malavasi Ilenia
Mancini Claudio
Manzi Irene
Mari Francesco
Mauri Matteo
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Onori Federica
Orfini Matteo
Orrico Anna Laura
Pagano Ubaldo
Pastorella Giulia
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Penza Pasqualino
Piccolotti Elisabetta
Porta Fabio
Provenzano Giuseppe
Quartapelle Procopio Lia
Quartini Andrea
Raffa Angela
Ricciardi Marianna
Ricciardi Riccardo
Ricciardi Toni
Richetti Matteo
Roggiani Silvia
Romeo Nadia
Rossi Andrea
Ruffino Daniela
Scarpa Rachele
Scotto Arturo
Scutella' Elisa
Serracchiani Debora
Simiani Marco
Sottanelli Giulio Cesare
Soumahoro Aboubakar
Speranza Roberto
Stefanazzi Claudio Michele
Stumpo Nicola
Tabacci Bruno
Torto Daniela
Traversi Roberto
Vaccari Stefano
Zanella Luana
Gebhard Renate
Manes Franco
Schullian Manfred
Steger Dieter
Albano Lucia
Bagnai Alberto
Bitonci Massimo
Calovini Giangiacomo
Cantone Luciano
Care' Nicola
Cecchetti Fabrizio
Cirielli Edmondo
Colosimo Chiara
Costa Sergio
Della Vedova Benedetto
Faraone Davide
Fassino Piero
Freni Federico
Giorgetti Giancarlo
Gribaudo Chiara
Guerini Lorenzo
Gusmeroli Alberto Luigi
Leo Maurizio
Lollobrigida Francesco
Lomuti Arnaldo
Magi Riccardo
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Meloni Giorgia
Minardo Antonino
Nordio Carlo
Orlando Andrea
Orsini Andrea
Pellegrini Marco
Polidori Catia
Rampelli Fabio
Roccella Eugenia
Rosato Ettore
Rossi Angelo
Scerra Filippo
Semenzato Martina
Silvestri Francesco
Siracusano Matilde
Sportiello Gilda
Tajani Antonio
Tremonti Giulio
Varchi Maria Carolina
Zaratti Filiberto
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Sospendo, a questo punto, brevemente la seduta al fine di consentire la predisposizione dell'elenco dei deputati in missione per la parte pomeridiana, il cui numero dovrà essere comunicato all'Aula alla ripresa della seduta. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15,55.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Colleghe e colleghi, come sapete, nella mattinata di ieri si è verificata una violentissima esplosione all'interno di un deposito di carburanti dell'ENI a Calenzano, in provincia di Firenze. Le vittime della tragedia sono cinque, sono stati diversi i feriti ricoverati, due dei quali gravemente ustionati. Alle famiglie delle vittime intendo esprimere il profondo cordoglio e le sentite condoglianze mie e di tutta l'Assemblea. Purtroppo, già più volte in quest'Aula ci siamo trovati a commemorare tragedie analoghe ed è per questo che, anche in questa occasione, non posso non ribadire quanto sia importante, per tutte le istituzioni, concentrare la massima attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, auspicando che quanto accaduto a Calenzano non abbia a ripetersi mai più. Nell'auspicio che le autorità competenti possano fare al più presto chiarezza sulle cause e sulle responsabilità di questa tragedia, desidero rivolgere un augurio di pronta guarigione a chi è ferito e un ringraziamento a chi, da subito, si è attivato con coraggio per domare l'incendio e salvare vite.
Invito adesso l'Assemblea a rivolgere un commosso omaggio alle vittime di questa terribile tragedia, osservando un minuto di silenzio .
PRESIDENTE. Riprendiamo ora l'esame del decreto-legge all'ordine del giorno. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
VANNIA GAVA,. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/1 Scarpa, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/2 Fornaro, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare le misure atte ad estendere a 60 giorni la data di invio delle osservazioni da parte dei comuni al fine di consentire un coinvolgimento, un dialogo e una valutazione migliori da parte delle autonomie locali su una questione così rilevante, che tocca la vita dei cittadini di quelle comunità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/3 Marino, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/4 Girelli, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/5 Romeo, il parere è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di provvedere, compatibilmente con i saldi di bilancio, al rifinanziamento del fondo di cui al comma 129 dell'articolo 1, legge n. 205 del 2017”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/6 Bicchielli, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/7 Alessandro Colucci, il parere è favorevole con riformulazione, ossia espunte le premesse.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/8 Curti, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/9 Benzoni, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, anche all'esito del contenzioso ancora in atto, di: prevedere, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, la destinazione delle risorse menzionate verso tutte le aree effettivamente colpite e danneggiate dall'inquinamento causato dal disastro ambientale del Sin “Caffaro” di Brescia; di verificare, in raccordo con le amministrazioni locali, la quantificazione e le reali necessità di bonifica di ulteriori siti della zona che hanno subìto danni correlati al disastro ambientale; di prevedere l'emanazione di un bando per l'accesso ai ristori da parte di privati cittadini …”, e così fino alla fine.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/10 Ruffino, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/11 Bonetti, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/12 Onori, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di prevedere”, poi continua.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/13 Evi, il parere è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “a valutare le opportune iniziative volte ad introdurre un sistema di deposito, restituzione e rimborso per i contenitori monouso di plastica e per le lattine in alluminio per bevande”.
L'ordine del giorno n. 9/2164/14 Soumahoro è accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/15 Sergio Costa, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/16 Iaria, espunte le premesse, sul primo impegno vi è parere contrario; mentre sul secondo impegno il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a incentivare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, il riuso e la riqualificazione delle aree già urbanizzate e degradate”; sul terzo, quarto e quinto impegno, c'è un parere favorevole con la riformulazione, come premessa a ogni impegno: “a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di”; mentre sul sesto impegno vi è parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/17 L'Abbate, il parere è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di promuovere l'adozione di un sistema (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/18 Ferrara, il parere è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “a dare attuazione allo schema di regolamento in fase di finalizzazione relativo alle EPR per il settore tessile”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/19 Morfino, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/20 Lomuti, espunte le premesse, il parere è contrario al secondo impegno; è favorevole al primo con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, qualora ne ricorrano le condizioni, di assumere ogni iniziativa utile volta a rendere l'effettivo avanzamento delle progettazioni delle opere già pianificate e di inserire nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI), mediante un ulteriore stralcio di programmazione accompagnato dallo stanziamento di adeguate risorse economiche”.
L'ordine del giorno n. 9/2164/21 Ilaria Fontana è accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/22 Santillo, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/23 Cappelletti, espunte le premesse, sul primo impegno il parere è favorevole con la riformulazione: “a proseguire con la campagna di informazione”; il secondo impegno ha un parere contrario; il terzo impegno è favorevole con la riformulazione: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di adottare”, e poi continua fino alla fine.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/24 Fede, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/25 Pavanelli, il parere è favorevole, espunte le premesse, con la riformulazione: “a continuare con l'adozione di decreti ministeriali in materia di , a tutela delle imprese alla luce degli impegni assunti, a livello ambientale, dall'Italia in sede comunitaria e internazionale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/26 Zinzi, espunte le premesse, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/27 Barabotti, il parere è favorevole con la riformulazione: “a rivedere i decreti ministeriali nn. 172 e 173 del 2016 in un'ottica di semplificazione del sistema di dragaggi; a valutare di adottare ogni utile iniziativa di coordinamento per la gestione dei dragaggi dei sedimenti a ridosso delle strutture portuali delle dighe, indirizzata a trovare migliori modalità, anche attraverso tecnologie innovative, per rendere gli interventi sempre più puntuali ed efficienti”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/28 Simiani, il parere è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “al fine di promuovere concretamente l'efficienza e la transizione energetica, a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'adozione di incentivi per le imprese, per i cittadini e per la pubblica amministrazione alla produzione e all'autoconsumo individuale a distanza delle fonti rinnovabili”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/29 Mazzetti, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/30 Nevi, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare, compatibilmente con la normativa europea, (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/31 Boscaini, invito al ritiro. Sugli ordini del giorno n. 9/2164/32 Tassinari e n. 9/2164/33 Squeri, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/34 Pittalis, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di semplificare i contenuti dell'allegato IV della Parte seconda del decreto legislativo 3 aprile 2026, n. 152, contenente i progetti sottoposti alla verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, secondo quanto indicato in premessa.”
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/35 Casasco, espunte le premesse, parere favorevole sul primo e sul terzo capoverso dell'impegno; sul secondo capoverso dell'impegno, parere favorevole con la seguente riformulazione: “nel caso i rottami siano costituiti da rifiuti, ad adottare le misure di competenza volte ad assicurare la verifica della presenza della documentazione che attesti l'impossibilità di trattamento e recupero all'interno del territorio nazionale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/36 Vaccari, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/37 Forattini, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare la possibilità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare misure per la crescita dei grandi invasi (…)” e poi continua fino alla fine. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/38 Latini, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/39 De Luca, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/40 Sarracino, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di attivare con la regione Basilicata un tavolo specifico per la bonifica del sito in oggetto, al fine di reperire le risorse necessarie per gli interventi di ambientalizzazione e messa in sicurezza, nonché per accelerare gli interventi legati al SIN e non ancora conclusi, a partire da quelli riguardanti la Materit e a presentare una relazione alle Camere entro 90 giorni dall'entrata in vigore del presente provvedimento”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2164/41 Lacarra, n. 9/2164/42 Zanella, n. 9/2164/43 Dori e n. 9/2164/44 Bonelli, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/45 Zaratti, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare la possibilità di inserire nel programma di interventi per la transizione energetica dei siti, delle infrastrutture e dei beni del demanio militare definito dal Ministero della Difesa, l'aeroporto militare “Girolamo Moscardini” di Frosinone, riqualificando il sito attraverso l'installazione di un parco fotovoltaico da 70 MW nell'attuale elisuperficie”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/46 Grimaldi, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: espungere le parole “nel primo provvedimento utile”. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/47 Borrelli, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a proseguire con le attività per concludere le necessarie azioni di bonifica del SIN Area industriale della Val Basento e al contempo valutando gli interventi di carattere strutturale, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, per affrontare la crisi idrica che investe i 29 comuni della Basilicata”. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/48 Ghio, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/49 Ferrari, parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Oggi, signora Presidente, è il 10 dicembre, la Giornata mondiale dei diritti umani, e ritengo che sia l'occasione più appropriata per chiedere al Governo di riferire nelle sedi parlamentari opportune sugli impegni del Governo sulla promozione e la tutela dei diritti umani nel mondo. Perché si ricorda oggi la Giornata internazionale dei diritti umani? Si ricorda perché la data del 10 dicembre 1948 è quando l'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione universale dei diritti umani. Questo è un documento di enorme valore storico, in cui si riconoscono i diritti che tutte e tutti noi possediamo in quanto esseri umani, senza alcuna distinzione di origine etnica, di religione, di sesso, di lingua e di opinioni personali.
La dichiarazione del 1948 è a fondamento del sistema globale di protezione dei diritti delle persone e io vorrei, signora Presidente, che oggi ricordassimo in quest'Aula le donne e gli uomini che, in gran parte del mondo, hanno strenuamente lottato per l'affermazione dei diritti umani e per la pace, che ai diritti umani è strettamente legata: da Rosa Parks a Martin Luther King, da Nelson Mandela a Václav Havel, dal Mahatma Gandhi a Emmeline Pankhurst, che era la nel Regno Unito dei movimenti per il voto delle donne, fino a due persone che ci tengo a citare in questi giorni nei quali in Medio Oriente scorre, purtroppo, copioso il sangue di persone innocenti: i premi Nobel Yasser Arafat e Yitzhak Rabin, che hanno dimostrato coraggio, perché per fare la pace ci vuole coraggio .
Pace e diritti umani camminano fianco a fianco, sia nel bene sia nel male. Nel bene, Presidente, perché la dichiarazione del 1948 raccoglieva, dopo due disastrose guerre mondiali, un bisogno insopprimibile di pace e di coesistenza tra i popoli. Ma anche nel male, come vediamo oggi, perché la logica di guerra sta plasmando la vita del mondo e colpisce i diritti della persona. Viviamo il tempo degli affari miliardari nel mercato delle armi, della quotidiana minaccia nucleare, dello strumento bellico come mezzo per affrontare le controversie tra gli Stati. E la logica di guerra, l'economia di guerra, condiziona anche l'esistenza quotidiana e il tenore di vita delle persone. Pensiamo soltanto ai costi dell'energia. In questo contesto, dominato dalla violenza e dalla politica di potenza, i diritti umani vengono schiacciati, compressi, infranti quotidianamente, e non solo nei Paesi coinvolti nei conflitti. Basti pensare alla condizione delle donne in alcuni luoghi del pianeta, in particolare in Afghanistan, dove vivono in un regime di di genere, che non consente loro di studiare, di lavorare e neanche di parlare in un luogo pubblico: una condizione di segregazione che offende e umilia le donne in tutte le parti del mondo, a ogni latitudine. E pensiamo alle democrature, quei sistemi ibridi non più pienamente democratici: parliamo di democrazie zoppe, che si affermano anche in Europa e nel cosiddetto Occidente. Pensiamo alle discriminazioni a cui sono sottoposte le persone LGBTQ+, persino in Paesi che si autoproclamano civili. Pensiamo alla sorte dei di guerra, ma pensiamo anche ai difensori dei diritti umani, sempre più spesso fatti oggetto di violente campagne di delegittimazione.
Per questo, chiediamo che il Governo riferisca, Presidente, perché il Governo e il Parlamento - sì, anche il Parlamento - devono fare di più per tutelare e promuovere i diritti umani in Italia e nel mondo. E dobbiamo fare di più, Presidente, perché quell'Autorità indipendente per la promozione e la tutela dei diritti umani, che l'Italia si è impegnata a istituire nel lontano 1993, durante la Conferenza mondiale sui diritti umani a Vienna, ancora manca, e questo non aiuta la reputazione del nostro Paese agli occhi della comunità internazionale.
Concludo, Presidente. Occorre impegnarsi di più, perché i diritti umani siano rispettati sempre e ovunque nel mondo, perché, come affermò Immanuel Kant, “la violazione del diritto avvenuta in un punto della Terra è avvertita in tutti i punti”. Sempre, allora, dobbiamo guardare in faccia le ingiustizie e dobbiamo saper dire: mi riguarda, ci riguarda, senza sconti e senza doppi standard .
PRESIDENTE. Onorevole Boldrini, riferirò al Presidente della richiesta d'informativa appena giunta.
Ha chiesto di parlare su un altro argomento il deputato Roberto Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio, signora Presidente. Non è un altro argomento. Diciamo che è un altro argomento, ma è comunque perfettamente all'interno dell'argomento che ha trattato l'onorevole Boldrini, perché parliamo di diritti umani, di diritti umani delle persone che sono nelle situazioni di cui ha parlato l'onorevole Boldrini, ma sono i diritti umani che dovrebbero essere garantiti anche all'interno delle nostre carceri. Sono a chiedere un'informativa urgente, direi urgentissima. È l'ennesima volta che chiediamo al Ministro Nordio di venire in Parlamento a riferire a proposito delle condizioni nelle quali si trovano le nostre carceri.
Siamo ormai a dei numeri che si avvicinano moltissimo a quelli che hanno portato alla condanna dell'Italia da parte della CEDU con la famosa sentenza Torreggiani. Abbiamo superato i 62.000 detenuti a fronte di poco più di 40.000 posti disponibili. Stiamo con un sovraffollamento delle carceri che supera il 130 per cento. Le parole che abbiamo sentito dagli esponenti del Governo quando noi ponevamo il problema dei suicidi in carcere...
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Lo so, purtroppo, Presidente, è così. Quando abbiamo parlato del problema dei suicidi in carcere, c'era quasi la consolazione che non avevamo superato il record dei morti in carcere, se non sbaglio, del 2022. La notizia è che abbiamo superato anche il record dei morti che ci sono stati in carcere negli ultimi 30 anni, siamo arrivati a 87 persone che si sono uccise. Siamo nell'assurda e astrusa situazione nella quale gli organi dello Stato non sono neanche in grado di dare un numero preciso: il DAP dà un numero; il Garante dei detenuti ne dà un altro; le associazioni, di cui mi fido di più, che sono quelle che sono dentro le carceri e vedono quello che succede, ne danno degli altri.
Non siamo in grado di sapere neanche quali sono i morti “di” carcere e “in” carcere nel nostro Paese. È una situazione che sta via via esplodendo. Di fronte a questo, signora Presidente, il Governo, attraverso il Ministro Nordio, si è presentato qui, dopo avere con la maggioranza affossato l'unica proposta che era in campo, che era la legge per la liberazione anticipata speciale: proposta ammazzata a settembre, rinviata in Commissione e morta lì. Però il Governo ci ha spiegato che sarebbero intervenuti loro e che avrebbero risolto loro il problema, e allora hanno fatto un decreto. Vero, colleghi di Forza Italia?
Con quel decreto noi avremmo risolto il problema del sovraffollamento grazie alle modifiche che avevate inserito voi al Senato. Grazie a quello sarebbero diminuiti i suicidi perché le condizioni sarebbero state molto migliori. Con quel decreto è stato nominato un “commissario per le galere”, che sarebbe dovuto intervenire, mentre contemporaneamente, in Consiglio dei ministri, si cercava di capire che cosa fare per parare i numeri, che già erano enormi allora. Poi è venuto ancora il Ministro Nordio, che ci ha spiegato che si sarebbero utilizzate le caserme per poter risolvere il problema del sovraffollamento, ma ovviamente non se ne è fatto nulla. Poi è venuto e ci ha spiegato, signora Presidente, che la soluzione si sarebbe trovata creando due carceri differenti, uno per quelli in attesa di giudizio e uno per quelli definitivi, senza porsi magari il problema che quelli in attesa di giudizio non dovrebbero stare in carcere, ma dovrebbero stare tendenzialmente fuori dal carcere e lì ci dovrebbe stare solo una parte particolare. Poi è venuto il “Sottosegretario Churchill”, perché il Ministro Nordio ci ha spiegato anche che siamo in uno stato di guerra, e quindi alcune affermazioni fatte dal Sottosegretario Delmastro Delle Vedove non erano d'impatto inferiore a quelle che Churchill fece in altre situazioni.
Quindi, abbiamo anche il “Sottosegretario Churchill”, che, nel suo fanciullesco approccio a questa vicenda, ci ha spiegato che, diciamo, lui gode a vedere i detenuti che non respirano dentro i cellulari che portano quelli sottoposti al 41-. Vorrei dire un'ultima cosa, e ho chiuso, signora Presidente. Vorrei rivolgermi ad ognuna delle persone che sono in quest'Aula, perché ieri, signora Presidente, con la collega Boschi, sono stato al carcere Mammagialla di Viterbo. Stiamo parlando di un carcere dove, su 415 posti disponibili, ci sono 750 detenuti e gli agenti della Polizia penitenziaria - ho concluso, Presidente, do questo numero -, rispetto ai 330 in organico, sono 164.
Presidente, non so, vedremo, a proposito dell'inchiesta che è stata aperta a Genova perché un detenuto di 24 anni si è suicidato e sono stati accusati gli agenti di custodia, se questi hanno una responsabilità; pare perché non abbiano controllato con attenzione la persona che poi si è suicidata. Spiegatemi come fanno, quando hanno organici di 164 persone, rispetto a 330, a controllare situazioni nelle quali...
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). …nel carcere di Viterbo, signora Presidente, ci sono 43 detenuti che stanno in celle senza bagno, che urinano dentro le bottiglie di plastica e poi le vanno a svuotare nel bagno comune, che è nel corridoio, quando la Costituzione parla di impedire trattamenti disumani e degradanti. Ho finito. Lo chiedo a ciascuno di voi: essere costretti a pisciare dentro una bottiglia di plastica lo considerate o no un atto degradante?
PRESIDENTE. Collega Giachetti...
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). È arrivato il momento di fare qualcosa ! Pensate se una volta dovesse toccare a voi di pisciare dentro una bottiglia di plastica...
PRESIDENTE. Collega, per favore.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). ... perché non c'è un bagno in una cella!
PRESIDENTE. Riferirò al Presidente della richiesta di informativa appena giunta.
Ha chiesto di parlare su un altro argomento, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Credo, come tutti i gruppi e tutte le forze politiche, che non possiamo che definire la caduta del regime di Assad una buona notizia per la Siria, anche se apre ovviamente degli scenari e delle incognite; non sono inedite per la storia così martoriata del popolo siriano, dopo l'oppressione sanguinaria di un regime come quello degli Assad. Ma fateci dire che in queste ore - ed è per questo che chiediamo un'informativa urgente al Ministro Tajani - ci preoccupano proprio quelle vendette e quello che sta accadendo, nel silenzio dell'opinione pubblica, da troppe settimane. Sì, proprio nel Nordest della Siria, dal 26 novembre, ci sono bombardamenti a tappeto che stanno mettendo in ginocchio la popolazione curda.
Come sapete, il popolo curdo ha fatto parte di una grande alleanza internazionale che proprio 10 anni fa, a Kobane, ha sconfitto Daesh, l'ISIS, e ha difeso tutti noi dall' di un terrore nero che sembrava senza limiti. Eppure, proprio in queste ore vediamo il bombardamento di un ponte che porta proprio a quella città, Kobane, dopo che sono cadute una, due, tre, quattro città proprio nel Rojava. Come sapete, quel popolo non indica solo una strada per tanti, non solo in Asia, non solo in Medio Oriente, ma per tutti noi. Un popolo che ha insegnato a tutti cosa vuol dire il confederalismo democratico, l'uguaglianza, il tema della parità fra i generi e l'ecologismo.
Oggi sono sottoposti a duri attacchi, soprattutto dal Governo turco. Già, la parola “curdo” e la parola “turco” spesso viaggiano assieme, perché per Erdogan quel popolo è come la sua ossessione, il nemico da battere. Addirittura, ogni forma di negazione dei diritti civili, sociali e politici ha portato alla criminalizzazione di un intero popolo, che praticamente da più di 20 anni sta sotto un regime, che è quello di un nemico speciale, come se fosse un enorme popolo di terroristi. Così non è, lo sapete bene. Noi vogliamo che il Ministro Tajani si impegni da subito intanto ad aprire i varchi.
La vicenda dell'esodo dalla Siria dovrebbe riguardare tanti: ci sono tantissime persone che stanno scappando, ci sono tantissime persone che chiedono all'Europa di aprire gli occhi proprio in questo momento. E allora servono aiuti umanitari, serve dire alla Turchia, con una voce all'unisono dell'Unione europea, di smetterla con i bombardamenti al popolo curdo . Deve finire questa impunità e deve aprirsi un processo politico di pace per tornare a discutere di cosa servirebbe davvero.
Fra le tante minoranze che oggi in Siria vedono con speranza questo passaggio politico c'è anche appunto il popolo curdo e tutto quello che rappresenta il Nordest della Siria, che ha unito non solo il popolo curdo, ma tante religioni, tante storie, tante etnie e tante nazionalità. Per questo chiediamo a Tajani di fare di più, non bastano solo le parole di circostanza.
Serve un atto concreto per dire a Erdogan che ha gli occhi e i fari puntati e che non può continuare nella vendetta contro quel popolo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà. Sullo stesso argomento?
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Sì, signora Presidente, sullo stesso argomento. Anche il Partito Democratico vuole associarsi a questa richiesta, perché chiaramente anche per noi l'uscita di scena del dittatore Assad è una buona notizia. È stato un dittatore che ha usato ferocia contro il proprio popolo, che non ha esitato a usare gas letali contro il proprio popolo e che dovrà rispondere di quello che è stato in grado di fare.
Ora però si apre una fase molto incerta. Non sappiamo quasi nulla di questo di Tahrir al-Sham, Al-Jolani. Non vorrei che cadessimo nella stessa trappola che ci trovammo davanti, in Afghanistan, quando le forze internazionali si ritirarono e molti dissero: i talebani hanno imparato la lezione, adesso sono dei bravi ragazzi. Ecco, abbiamo visto che i talebani non sono bravi ragazzi, che continuano a perseguitare le minoranze e le donne al punto da segregarle (oramai parliamo di di genere per quanto riguarda le donne in Afghanistan).
La Turchia è il grande di questa situazione. La Turchia continua a bombardare e ad accanirsi contro il popolo curdo e questo ci desta profonde preoccupazioni per quello che rappresenta il popolo curdo, perché sinceramente merita di essere un popolo protetto, dopo essere stato tradito più e più volte. Non dimentichiamoci, inoltre, che, in questa situazione di totale incertezza - direi di confusione generale -, Israele sta approfittando e ha già occupato le alture del Golan, oltre ad aver fatto più di 100 contro le postazioni siriane.
Penso sia il caso che il Ministro venga a riferire - lo abbiamo chiesto già da tempo -, perché il Ministro ritenne di aprire l'ambasciata in un momento che più sbagliato non poteva essere - poche settimane fa -, percorrendo la possibilità che altri Paesi europei avevano prospettato, ma lui si è portato avanti e questo, chiaramente, dimostra la totale mancanza di lettura degli eventi sul terreno.
Noi ora abbiamo un'ambasciata aperta: vorremmo capire cosa ci facciamo con questa ambasciata aperta, quale sia la situazione sul terreno e le valutazioni del Governo in merito alla situazione. Grazie, signora Presidente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Riferirò al Presidente della richiesta d'informativa giunta dai gruppi.
PRESIDENTE. Passiamo, a questo punto, all'ordine del giorno n. 9/2164/1 Scarpa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Credo che il parere contrario su quest'ordine del giorno sia un buon esempio di cosa voglia dire che questo Governo è cieco e sordo nei confronti delle voci e delle richieste che arrivano dal territorio. Vi do un minimo di contesto. Stiamo parlando della dibattutissima questione, nella provincia di Treviso, delle Grave di Ciano, dove, da anni, la regione Veneto ha in campo un progetto per la realizzazione di casse di espansione dell'alveo del Piave.
Negli anni, ha scelto sempre la strada più invasiva, prevedendo il restringimento degli argini del fiume e la creazione di un enorme sistema di casse di espansione, con 35 milioni di metri quadri cementificati in un'area di 555 ettari e 13,5 chilometri di muri alti fino a 8 metri. Tutto questo è all'interno di una zona molto preziosa per biodiversità, che è anche oggetto di tutela naturalistica da parte della Rete Natura 2000. L'impegno che viene richiesto in quest'ordine del giorno è molto lieve, nel senso che si chiede di valutare l'opportunità, per quanto di competenza del Governo, di estendere a tutto il letto del fiume le opere di messa in sicurezza idraulica.
Potremmo aggiungere tutte le voci di forte contrarietà che arrivano dal territorio: ne parlano i sindaci, le associazioni. Tantissime forze politiche, non per forza di centrosinistra, si sono espresse contrariamente a questa grande opera, sollecitando la rinaturalizzazione dell'intero fiume.
Come si è fatto con il Po, si può fare anche con il Piave, bloccando le troppe escavazioni di ghiaia - anche andando contro a qualche interesse, se necessario, ma tutelando la natura -, impedendo il consumo di suolo eccessivo nei pressi degli argini e alla foce e, magari, attivando strumenti innovativi, come un contratto di fiume, che permetterebbero la partecipazione della cittadinanza alle decisioni riguardo a quest'area così delicata, anche alla luce dei più recenti sviluppi di ingegneria idraulica.
È un impegno, tutto sommato, leggero, a cui, evidentemente, si vogliono chiudere completamente le porte: non c'è la possibilità di ragionare su come conciliare l'esigenza - che esiste tutta - di tutela della sicurezza idrica del Piave e, allo stesso tempo, di non distruzione del nostro grande patrimonio naturalistico in provincia di Treviso. Sostenere che non esista un modo per conciliare queste due cose, secondo me, è una grossa sconfitta della politica, della regione Veneto e, evidentemente, anche del Governo, che non riesce neanche ad aprire una discussione per cercare di conciliare queste due esigenze .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/1 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/2 Fornaro, favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie, collega?
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Sì, signor Presidente. Accolgo la riformulazione, ringrazio il Governo e vorrei spiegare la ragione di quest'ordine del giorno, che credo possa interessare a tutta l'Aula.
Nei giorni scorsi, il Ministero dell'Ambiente aveva inviato ai comuni interessati una comunicazione riguardante l'avvio del procedimento di VAS della proposta di Carta nazionale delle aree idonee a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, un tema che riguarda alcune regioni - non tutte -, ma che, certamente, è un tema di interesse, su cui è necessario avere, da un lato, il massimo approfondimento tecnico e, dall'altro, un ascolto vero e non finto delle nostre comunità e dei comuni.
Inizialmente, il tempo che era stato indicato ai comuni per proporre le loro osservazioni era di 30 giorni e scadeva il 26 di dicembre: lo abbiamo definito un gesto irrispettoso del Governo nei confronti delle autonomie locali e avevamo chiesto di posporre la data di invio.
Il Governo ci propone 60 giorni e, quindi, il raddoppio di questo tempo. Ci sembra una soluzione ragionevole. Tuttavia, vorrei sottolineare alla rappresentante del Governo, la collega Gava, che quest'ordine del giorno, se approvato, come spero, da tutta l'Aula, non può rimanere in un cassetto.
Domani o dopodomani, al massimo, deve essere redatta una nuova circolare che estenda questo tempo, perché altrimenti avremmo votato un ordine del giorno privo di efficacia.
Quindi, sono intervenuto anche per sollecitare in questo senso il Governo, ma credo e spero che questo possa essere fatto, in modo tale da dare ai sindaci e soprattutto ai tecnici la possibilità di un lavoro serio, come è serio il tema del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Quindi, accolgo la riformulazione e chiedo di votare .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/2 Fornaro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/3 Marino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Siamo sgomenti di fronte al parere contrario del Governo. Più volte, in questi anni, abbiamo evidenziato la gravissima situazione sull'emergenza idrica in Sicilia e abbiamo evidenziato anche l'inadeguatezza e l'inefficacia delle misure messe in campo dal Governo regionale e dal Governo nazionale: dal Governo regionale con i famosi 31 progetti su 31 che il governo Musumeci si è fatto bocciare e dal Governo nazionale con le 27 opere individuate dal commissario per la siccità, ma soltanto individuate, perché non sono mai state finanziate. Noi, con quest'ordine del giorno, abbiamo chiesto l'impegno del Governo per ammodernare la rete idrica, realizzare nuovi invasi e stanziare adeguati ristori in particolare per tre province della Sicilia - quelle di Enna, Agrigento e Caltanissetta - che in questo momento subiscono una turnazione che va dai 10 ai 15 giorni.
Quindi - e mi rivolgo al rappresentante del Governo in Aula - contrari a che cosa? Mica pensate o potete pensare di risolvere la gravissima situazione istituendo tavoli tematici, tavoli tecnici, cabine di regia. Servono soluzioni concrete e questo continuo rimpallo, senza individuare soluzioni, urgenze certe e concrete è una melina che, certamente, sta continuando a fare danno ai siciliani e, certamente, condanna sempre di più queste tre province.
Nei giorni scorsi ci sono state anche proteste accorate, sindaci che si sono incatenati davanti alla sede regionale della Protezione civile. Servono soluzioni e, quindi, per questo, di fronte a questo parere contrario, francamente, non abbiamo più parole e ci aspettiamo azioni concrete. Insistiamo nella richiesta dell'impegno al Governo .
PRESIDENTE. Si dà atto che i deputati Raffa, Carmina e Aiello sottoscrivono l'ordine del giorno in esame.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iacono. Ne ha facoltà.
GIOVANNA IACONO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Io intervengo pure su quest'ordine del giorno per chiedere alla Vice Ministra un supplemento di riflessione, visto il tema di cui si parla e vista la situazione che, evidentemente, è fuori dalla consapevolezza e dalla contezza di questo Governo rispetto a quanto sta accadendo in Sicilia. La situazione è davvero drammatica e richiede davvero un profondo cambio di passo.
Ormai bisogna saper immaginare e programmare dei sistemi di interventi strutturali in grado di agire sul completamento e la messa in efficienza delle reti idriche - che, relativamente alla regione siciliana, sono tra le peggiori in Italia, con perdite superiori al 50 per cento - e che abbiano ben chiara l'importanza dell'adattamento alla crisi climatica.
Noi abbiamo chiesto, con quest'ordine del giorno, degli interventi certi, chiari e immediati, anche per andare incontro alla crisi che i comparti agricolo, zootecnico e turistico hanno subito in questi mesi e anche per andare incontro alle persone che non hanno acqua nelle loro abitazioni e che ricevono la risorsa idrica con turni di erogazione che sono, nel 2024, a dir poco vergognosi.
Quindi, io chiedo, ancora una volta, alla Vice Ministra di riflettere sulla modifica del parere su quest'ordine del giorno, di fare una riflessione ulteriore e chiedo l'accantonamento .
PRESIDENTE. Sull'accantonamento il Governo non mi pare d'accordo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/3 Marino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/4 Girelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io vorrei chiedere al Vice Ministro la possibilità di rivedere il parere del Governo, proprio anche manifestando fin da subito la massima disponibilità ad accogliere eventuali modifiche al testo del dispositivo, anche secondo le indicazioni che il Governo intenderà manifestare, proprio in virtù del fatto che altri ordini del giorno simili hanno ricevuto un parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo vuole intervenire? Vuole accantonarlo, bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/5 Romeo: il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Romeo, accoglie la riformulazione?
NADIA ROMEO(PD-IDP). Posso riascoltare la riformulazione?
VANNIA GAVA,. Allora, sono espunte le premesse e sull'impegno il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo a valutare la possibilità di provvedere, compatibilmente con i saldi di bilancio, al rifinanziamento del fondo di cui al comma 129 dell'articolo 1 della legge n. 205 del 2017”.
PRESIDENTE. Onorevole Romeo?
NADIA ROMEO(PD-IDP). Allora, sì, accolgo la riformulazione del Governo, però vorrei comunque fare un breve intervento per spiegare quest'ordine del giorno, perché…
PRESIDENTE. In dichiarazione di voto quindi, giusto?
NADIA ROMEO(PD-IDP). Sì, una dichiarazione di voto, grazie. Questo è un ordine del giorno che possiamo definire corale, perché è speculare a quello che è un documento di richiesta di rifinanziamento della legge sulla subsidenza, che viene da parte dei Consorzi di Bonifica Adige Po e Delta del Po, da entrambi i Consorzi di bonifica - e questo lo ricordo per far capire qual è l'urgenza che questi fondi vengano rifinanziati - e che è stato sottoscritto da 50 sindaci dei comuni interessati, quindi da tutti i sindaci del territorio polesano, a prescindere dall'appartenenza politica. È stato, inoltre, sottoscritto da tutti i GAL del territorio, da Confindustria, da tutte le organizzazioni che rappresentano il mondo agricolo e il mondo degli allevatori (CIA, Coldiretti, Confagricoltura), dai collegi degli architetti, degli ingegneri, dei geometri, degli agrotecnici, dalla Protezione civile, dal Consorzio universitario di Rovigo.
Questo perché? Perché davvero è importante che questo finanziamento venga concesso. Questi territori si sono uniti insieme perché, nei decenni passati, sono stati colpiti da un fenomeno - la subsidenza - dovuto alle estrazioni del gas. Le province di Rovigo, Ferrara e Ravenna sono state interessate dal 1938 al 1964.
I dati che, in qualche modo, voi volete espungere dalle premesse non sono dati politici, ma sono dati scientifici e della storia. Tra il 1938 e 1964 le province di Rovigo, Ferrara e Ravenna sono state le più colpite dalle estrazioni dei giacimenti metaniferi.
Tra il 1945 e il 1949 la produzione del Polesine rappresentava circa il 40 per cento di tutta quella nazionale, per quel che riguarda il gas naturale. Allora, questo per dire cosa? Solo nel 1957 si è iniziato a prevedere un collegamento diretto tra estrazione di gas e subsidenza e, in quello stesso anno, si osservò che il terreno stava sprofondando. Stava sprofondando in aree sempre rimaste fuori dall'acqua che, in generale, si stava restringendo, con un abbassamento di ben 30 centimetri. Quell'attività è stata fermata ed è stata fermata negli anni Sessanta con una legge, ma il danno è permanente. Da allora, per evitare alluvioni come quella che tutti ricordiamo nel Polesine, del novembre 1951, nei territori situati più in basso rispetto al livello del mare, oltre alle arginature e alle altre opere di difesa, è necessario tenere costantemente in funzione le idrovore. Questa costante messa in funzione delle idrovore è gestita ed è stata gestita in tutti questi anni dai consorzi di bonifica. Però, guardate che i costi sono davvero ingenti, perché per mantenere il territorio in totale sicurezza è necessario un intervento costante di scolo meccanico, cioè tutta l'acqua delle precipitazioni deve essere pompata meccanicamente per essere allontanata e non ristagnare. Questo comporta un gigantesco sforzo per mantenere efficienti le opere già realizzate, per realizzarne di nuove, per farle funzionare senza sprechi, per utilizzare personale qualificato, per sostenere le ingenti spese per l'energia elettrica.
Dal 1957, da quando c'è stato il riconoscimento di questo collegamento, è lo Stato ad assumersi l'onere delle spese dei lavori di bonifica, fino al 1977. Da quel momento in poi, altre linee di finanziamento sono state prodotte per consentire ai consorzi di bonifica di attuare opere che permettessero appunto di presidiare questo territorio. Lo dico e spero di non annoiare, perché poi quando succedono le tragedie facciamo i minuti di silenzio, sarebbe davvero la prima volta che questi fondi di finanziamento non vengono garantiti per territori così fragili.
Quindi sì, lo accetto, ma vi chiedo di essere anche tempestivi, di essere convinti e di mettere immediatamente le somme di ripristino di questi fondi .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/5 Romeo, nel testo riformulato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/6 Bicchielli il parere è favorevole. Prendo atto che i deputati Vaccari e Stefanazzi sottoscrivono tale ordine del giorno.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/7 Alessandro Colucci, il parere è favorevole con riformulazione. Prendo atto la riformulazione è accettata.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/8 Curti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/8 Curti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/9 Benzoni, su cui vi è parere favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie tale riformulazione, collega Benzoni?
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno venga votato.
Mi permetto una brevissima dichiarazione, perché credo, nel ringraziare il Governo della riformulazione, dell'accoglimento, che sia un ordine del giorno storico per la nostra città. Essa è interessata da un sito inquinato molto importante, che è quello della Caffaro, che vede una vicenda giudiziaria che, ad oggi, in una fase giudiziaria non chiusa, ha portato alla condanna e a un risarcimento per un'azienda privata di 250 milioni. Con quest'ordine del giorno il Governo si impegna non solo a destinare quelle risorse a Brescia e ai territori inquinati, ma anche a verificare, con le amministrazioni pubbliche, eventuali aree pubbliche ancora da bonificare nei comuni limitrofi alla città, ma, soprattutto, a immaginare anche un bando per bonificare i piccoli giardini e orti privati della città, che sono ancora inquinati da PCB. Quindi, una giornata storica per la nostra comunità e ringrazio il Governo per l'accoglimento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/9 Benzoni, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/10 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/11 Bonetti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/12 Onori, su cui il parere è favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie tale riformulazione, collega Onori? Prendo atto che l'accoglie e chiede di votare l'ordine del giorno.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/12 Onori, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/13 Evi, su cui il parere è favorevole con riformulazione. Mi dice se l'accoglie, collega?
ELEONORA EVI(PD-IDP). Sì, Presidente. Accolgo la riformulazione, però vorrei mettere ai voti l'ordine del giorno e fare anche una breve dichiarazione, per ringraziare il Governo dell'accoglimento di quest'ordine del giorno, nonostante siano state espunte le premesse e anche sia stato tolto il riferimento a introdurre questa misura in tempi brevi. Noi avevamo ipotizzato due anni ma, a ogni modo, sono felice che il Governo e che la Vice Ministra Gava, vogliano impegnarsi su questo, perché ritengo che sia veramente un fronte su cui l'Italia può fare e deve fare molto di più.
Il tema dei depositi cauzionali è ormai una misura che si sta diffondendo sempre di più e, nelle premesse, infatti, venivamo a descrivere le situazioni e i contesti europei nei quali o sono già stati introdotti o si stanno introducendo. È una misura - ormai è chiaro - imprescindibile per riuscire a raggiungere i che la direttiva europea sulla , ma anche il regolamento sugli imballaggi ci chiedono, ovvero la raccolta differenziata del 90 per cento dei contenitori monouso di plastica. Senza questo strumento, questo obiettivo di fatto è irraggiungibile, quindi, è una buona notizia il fatto che il Governo voglia impegnarsi su questo fronte. I benefici sono ampissimi, perché sappiamo anche come oggi, ad esempio sul tema del , questo sia una spesa che ricade sui comuni. Invece, un domani, con questa piccola cauzione - che viene pagata dal consumatore al momento dell'acquisto della bottiglia monouso e che può essere appunto restituita a fine vita -, si solleva dai comuni questo tipo di spesa; soprattutto, si riesce a facilitare un circuito chiuso, un circuito chiuso di recupero di materia che rimane di alta qualità, proprio perché riesce a mantenere le sue migliori caratteristiche, quindi, una materia prima, seconda di alta qualità, che può essere reintrodotta e riutilizzata nuovamente. Tutto questo è quindi una misura importante, anche alla luce del nuovo metodo di calcolo che le direttive europee ci chiedono, che è stato cambiato e dovrà essere molto più trasparente e puntuale nella raccolta differenziata, visto che sappiamo che le nuove regole ci chiedono non soltanto di fare calcoli in base a riciclo effettivo, e non su ciò che viene avviato al riciclo. Da questa nuova visione, da questa nuova lettura stiamo vedendo come i nostri numeri, i nostri dati siano molto più preoccupanti.
Quindi, ancora una volta una motivazione in più per proseguire su questa strada e introdurre al più presto un deposito cauzionale. Mi auguro, quindi, che il Governo potrà impegnarsi su questo e noi chiaramente verificheremo che questo avvenga nel minor tempo possibile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/13 Evi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
L'ordine del giorno n. 9/2164/14 Soumahoro è accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/15 Sergio Costa. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/15 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/16 Iaria, parere favorevole con riformulazione.
Collega Iaria, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2164/16?
ANTONINO IARIA(M5S). No, non posso accettarla, Presidente, perché, tra l'altro, il primo degli impegni riguarda un piano per contrastare gli effetti dei problemi ambientali che affliggono il nostro Paese, parlando, appunto, di un piano per la prevenzione del dissesto idrogeologico. Voi date parere contrario già al primo punto dell'impegno che è il più fondamentale di quest'ordine del giorno. Poi, non avete una politica per fermare il consumo di suolo, un tema che va affrontato non con provvedimenti ma in maniera seria. Se posso fare un esempio, citando la mia città, dal 2016 al 2021 noi abbiamo affrontato questo tema riducendo il consumo di suolo, anzi recuperando anche circa 10.000 metri quadri di suolo impermeabilizzato, che è la pratica - tra l'altro è un altro punto dell'ordine del giorno - del . Queste metodologie, sempre sotto l'egida di una regia pubblica e non affidate ai privati, funzionano, ma voi siete sordi a questo tipo di proposte. Siete sordi anche perché voi avete fatto della transizione ecologica un nemico, avete fatto della transizione ecologica un semplice costo non prevedendo, invece, tutti i costi che dovrà affrontare il nostro Paese per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici; questi non li considerate mai.
Tra l'altro, avete anche alimentato tutta una serie di problematiche per ricreare la riforestazione urbana delle città. Sempre per fare un esempio a caso e prendendo una città a caso come Torino, ebbene, a Torino noi abbiamo, sempre in quei cinque anni, ripiantato circa 72.000 alberi, che sono tantissimi. È un piano di riforestazione urbana che ha permesso chiaramente di migliorare la qualità dell'aria della città. Sempre su questo tema, lavorare sulla deimpermeabilizzazione dei suoli cittadini, riducendo le isole di calore, o semplicemente lavorare con una nuova tipologia di progetti urbanistici che vadano anche a modificare un semplice parcheggio, facendo ritrovare del suolo vero, del suolo non coperto dall'asfalto, comporta un effetto eccezionale dal punto di vista ambientale anche nelle microzone. Però, a tutto questo voi siete sordi. Voi siete semplicemente degli accaniti sostenitori di un'ideologia trasversale che nega gli effetti dei cambiamenti climatici e abbatte, di fatto, la transizione ecologica, che non è soltanto un tema da salotto ma è un tema che porterà anche a una nuova economia che voi state distruggendo con la vostra azione di Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evi. Ne ha facoltà, per un minuto e 40 secondi.
ELEONORA EVI(PD-IDP). Grazie, sarò velocissima. Vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno, se il collega Iaria è d'accordo, anche perché abbiamo presentato, come Partito Democratico, un emendamento della stessa natura alla legge di bilancio, che mi auguro potrà, invece, vedere un riposizionamento da parte del Governo, anche perché veramente riteniamo che si debba lavorare oggi molto di più sul fronte delle soluzioni basate sulla natura e sul fronte della depavimentazione, per rendere finalmente più permeabili i nostri territori e i nostri terreni e togliere l'asfalto anche perché il suolo torni a essere una vera e propria spugna per assorbire anidride carbonica e acqua.
Quindi, fornire quei servizi fondamentali per adattarci ai cambiamenti climatici e contrastare la crisi climatica è oggi una priorità e, quindi, io mi auguro che in sede di legge di bilancio ci possa essere un ripensamento .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/16 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/17 L'Abbate, con parere favorevole con riformulazione.
Collega L'Abbate, accetta la riformulazione?
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, chiedo che sia votato e chiedo anche di fare una breve dichiarazione.
Io ringrazio anche il Governo, perché questo piccolo primo passo ci fa capire che forse iniziamo a renderci conto che la siccità, come le alluvioni, è un qualche cosa di molto importante. Con quest'ordine del giorno chiediamo di portare avanti quelli che vengono chiamati i certificati blu. Sono qualcosa di nuovo, perché quello che esiste già sono i certificati bianchi, che utilizziamo, appunto, per evitare di avere sprechi nel settore energetico, e poi utilizziamo quelli che già conosciamo, gli , cioè un sistema che ci serve per abbattere le quantità di gas climalteranti. Effettuare lo stesso tipo di meccanismo anche per l'acqua è necessario, perché come capitale naturale l'acqua è al primo posto, è il più importante e… io ho veramente difficoltà a parlare, Presidente. Mi dica lei se riesce a sentirmi…
PRESIDENTE. Io la sento, ma ha ragione, perché c'è caos dall'inizio della seduta.
Colleghi, cerchiamo di ascoltarci, perché è dall'inizio di queste votazioni che c'è veramente troppo caos. Prego, collega L'Abbate.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie mille, Presidente. Però, quando parliamo di certificati blu, chi sono poi gli utenti di questi certificati blu, cioè di chi stiamo parlando? Stiamo parlando non solo dell'agricoltura ma anche delle imprese e praticamente di tutto quel settore industriale o agricolo, quindi, di produzione, che comunque utilizza l'acqua. Quindi, alla fine c'è un discorso di premialità. Si deve partire con la premialità, altrimenti il sistema non può andare avanti e si premia chi realmente fa una riduzione dell'utilizzo dell'acqua. È un principio che si può riportare all'interno di un discorso di economia circolare e per questo è stato inserito in questo decreto, dove l'economia circolare doveva farla da padrona (magari ci troviamo qualcosa in meno).
Ci auguriamo che questo impegno possa essere supportato un domani, perché apre una strada a quelle che sono delle problematiche che ha intravisto anche - devo dire - il nostro Commissario unico sull'acqua, che ha parlato di problematiche relative ai bilanci idrici. Noi non abbiamo dei bilanci idrici - e anche questo lo segnaliamo - che siano praticamente armonizzati a livello delle varie regioni e per questo motivo è un po' difficile riuscire a gestire una risorsa e poterla, quindi, dare al settore agricoltura, al settore industria e chiaramente alle comunità. Ricordiamo, come comunità, le problematiche che stiamo già avendo in varie zone e ricordiamo la Basilicata - il problema che stiamo ricevendo e che dobbiamo trattare - dove sono costretti a prendere un'acqua che non si capisce nemmeno se è pulita o no. Tutto questo significa fare prevenzione e creare dei sistemi che già sono collaudati e che possiamo applicare anche in questo caso a questa risorsa per tutelarla e far sì che tutti la possano utilizzare .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/17 L'Abbate, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/18 Ferrara, con parere favorevole con riformulazione.
Collega Ferrara, accetta la riformulazione?
ANTONIO FERRARA(M5S). Grazie. Accetto e vorrei fare una breve dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA(M5S). Oggi ci troviamo a cogliere l'importanza della misura dell'EPR del tessile. Sì, parliamo di responsabilità estesa del produttore, quella che per il MoVimento 5 Stelle da tempo può trasformare una delle filiere più importanti, inquinanti e strategiche del nostro Paese in un modello sostenibile e innovazione. L'Europa non ci aspetta e la Commissione europea ha già avviato i lavori per una direttiva che obbligherà tutti gli Stati membri ad implementare l'EPR tessile entro il 2025. Ma guardiamo ai fatti. L'EPR tessile è una misura per proteggere le nostre imprese dalla concorrenza sleale dei Paesi extra UE, spesso privi di standard minimi di qualità e sicurezza, garantendo il rispetto della gerarchia dei rifiuti - meno discariche, più riuso, più riciclo -, e, soprattutto, è un'opportunità di rilancio per il settore manufatturiero italiano. Colleghi, ormai è il momento di introdurre l'EPR tessile con chiare regole per produttori e riciclatori, un sistema trasparente per la gestione dei rifiuti e un meccanismo che responsabilizzi tutta la filiera .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/18 Ferrara, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/19 Morfino, su cui c'è parere contrario.
Ha chiesto di parlare la collega Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Intanto, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno. Si torna a parlare di siccità e sorprende il parere contrario del Governo: lo invito a ripensare a questa richiesta, eventualmente cambiando parere, o ad accantonare l'ordine del giorno, per procedere, magari, a un approfondimento. Infatti, con quest'ordine del giorno si chiede una riprogrammazione delle risorse economiche volte al finanziamento di interventi infrastrutturali necessari a risolvere il grave fenomeno della siccità.
Faccio presente che il problema della siccità non è certo risolto dalle piogge di questi giorni, tant'è vero che c'è stata l'occupazione simbolica, da parte dei sindaci dell'ennese, della diga Ancipa, per evitare che le poche risorse idriche rimaste in quella diga - pensate, 290.000 metri cubi di prezioso liquido, a fronte dei 30 milioni di metri cubi di acqua che, normalmente, corrispondono alla capacità di questa diga, quindi un centesimo di risorse - fossero erogate anche nei confronti dei comuni di Caltanissetta e San Cataldo. La situazione poi si è risolta in qualche modo, ma il problema rimane.
E la riprogrammazione è necessaria, considerato che sono stati persi ben 338 milioni sui Fondi per lo sviluppo e la coesione della Sicilia relativi alla programmazione 2014-2020, con - penso lo sappiate tutti - scambio di reciproche accuse fra il Ministro Musumeci e il presidente della regione siciliana Schifani, atteso che questi fondi, per buona parte, riguardavano progetti cruciali per la soluzione della crisi idrica, uno per tutti, la diga Disueri a Gela o anche la messa in sicurezza degli invasi di Rosamarina di Caccamo e altre dighe, come la diga Olivo.
Insomma, una riprogrammazione, in questo caso, offre a voi il destro per poter effettivamente dare le risposte che vengono attese dai siciliani, soprattutto considerato che sono state perse. Quindi, davvero il Governo dovrebbe assumere questa causa come propria, , e dare un parere favorevole alla nostra richiesta .
PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti da parte del rappresentante del Governo.
L'onorevole Aiello sottoscrive l'ordine del giorno.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/19 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/20 Lomuti, su cui c'è parere favorevole con riformulazione: mi dite se va bene? L'onorevole Amendola sottoscrive l'ordine del giorno. La collega L'Abbate mi dice se accetta la riformulazione, poi le dico quanto tempo ha.
PATTY L'ABBATE(M5S). Accolgo la riformulazione e voglio che sia messo ai voti.…
PRESIDENTE. Accoglie? Ha due minuti per la dichiarazione di voto.
PATTY L'ABBATE(M5S). Sì, ho qualche minuto, ma sarò brevissima. Ormai è chiaro quello che sta avvenendo non solo in Sicilia, come avete sentito dalla collega, ma anche in Basilicata, dove abbiamo questo problema, eppure la Basilicata dovrebbe essere una regione ricca d'acqua. Il guaio è che abbiamo un 65 per cento di sprechi nelle condotte: forse non si è fatta molta prevenzione e adesso questo lo stiamo pagando.
Quindi, con quest'ordine del giorno, chiediamo che si possa attenzionare questa emergenza e portare avanti misure attraverso il PNIISSI. Su questo abbiamo presentato anche un'interrogazione parlamentare, quindi ci fa piacere che il Governo abbia attenzionato questo aspetto. Nell'interrogazione ci hanno risposto che va tutto bene, ma quello che preoccupa i cittadini è che l'acqua che verrà presa dal bacino Camastra risulta non essere molto potabile. Voi potreste dirmi che ci sono gli impianti di depurazione, ma bisogna capire se con gli impianti di depurazione è possibile rendere quest'acqua veramente potabile. L'ordine del giorno è stato presentato anche per segnalare questa questione, sperando che si metta al primo posto la salute dei cittadini .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/20 Lomuti, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
L'ordine del giorno n. 9/2164/21 Ilaria Fontana è accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/22 Santillo, su cui c'è il parere contrario.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/22 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/23 Cappelletti, su cui c'è parere favorevole con riformulazione: mi dice se accetta, collega? Non accetta e chiede di parlare. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Non accetto perché la riformulazione andrebbe, di fatto, a far perdere efficacia agli impegni che vorremmo venissero assunti dal Governo. Faccio una breve illustrazione dell'ordine del giorno. Credo che in quest'Aula tutti vorremmo abbassare le bollette ai cittadini, vorremmo abbassare le bollette dell'energia alle imprese. Di strade da percorrere ce ne sono tante e questa è sicuramente una di quelle, ossia diffondere e creare la possibilità che vengano realizzate molte comunità energetiche nel nostro Paese.
Già ce ne sono alcune centinaia, ma sono poche. Perché sono poche, quando è uno strumento straordinario proprio per abbassare le bollette e far pagare meno l'energia? Ce ne sono poche per tre motivi. Primo: perché la massa dei cittadini non è a conoscenza di questa straordinaria opportunità, è a conoscenza di pochi, ma non è a conoscenza di tanti. Ci vorrebbe una massiccia campagna di informazione, ma il Governo dice “no”. Continuiamo con la campagna di informazione che non abbiamo fatto fino adesso? No, ci vuole una massiccia campagna di informazione che fino adesso non c'è stata, altrimenti in capo ai cittadini non si crea la consapevolezza di questo strumento.
Poi c'è un secondo problema, cioè la semplificazione, che sarebbe il secondo impegno previsto nell'ordine del giorno. Non riesco a spiegarmi come possa il Governo dare un parere contrario a un punto che propone di semplificare le cose, di renderle un pochino più semplici. Potete riformularlo, d'accordo, ma perché siete contrari a semplificare le cose, quando si tratta di abbassare le bollette ai cittadini? Perché di questo stiamo parlando.
Terzo: spesso mancano le risorse. Nonostante sia un investimento molto redditizio, perché consente di essere ammortizzato in pochissimo tempo e di risparmiare, pagando l'energia molto meno di prima, ci sono molte situazioni in cui un aiuto, che potrebbe essere una garanzia su un prestito o un tasso agevolato, potrebbe dare una spinta. Subordinare questo a una valutazione di carattere finanziario è come dire di non volerlo fare, e non sorprende.
E non sorprende, perché, se da un lato, abbiamo un Governo che dichiara di essere a favore della neutralità tecnologica, dall'altro lato, abbiamo un Governo che, quando si tratta di elevare barriere, ostacoli, lacci e lacciuoli alle fonti rinnovabili, è sempre pronto, chiudendo la porta alle rinnovabili e aprendo la finestra al nucleare.
Proprio oggi - non l'avremo letto tutti, ma sicuramente in molti lo abbiamo letto -, le agenzie hanno diffuso un dato importante, che vorrei fosse conosciuto, almeno all'interno di quest'Aula: secondo l'Agenzia internazionale dell'energia, in Europa, nel 2023, il costo dell'elettricità prodotta da centrali nucleari è stato di 170 dollari al megawattora, ossia il triplo del fotovoltaico che si può fare con le comunità energetiche e più del doppio dell'eolico! È questo che volete per gli italiani, raddoppiare le bollette ?
Confido in un ripensamento, se non su quest'ordine del giorno, sulle politiche energetiche del Governo da qui ai prossimi mesi .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/23 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/24 Fede, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo perché il parere contrario non ci soddisfa. Quest'ordine del giorno - lo voglio ricordare - riguarda il problema delle trivelle in mare. Normalmente, erano ammesse le trivellazioni fino a 12 miglia. Con questo provvedimento, si abbassano fino a 9 miglia, quindi si passa da 22 chilometri, che era il limite precedente, a 16.
Non parliamo poi del fatto che noi, con il PiTESAI, avevamo cercato di mantenere e ridurre questo tipo di attività, soprattutto perché rischiose per l'ambiente e per il territorio. Principalmente, chiedevamo di monitorare sull'impatto che potevano avere queste azioni. Lo diciamo perché, ovviamente, ci sta a cuore non solo la tutela dell'ambiente, che è nel nostro DNA (quindi, preservare le aree marine protette e Rete natura 2000), ma anche la tutela del territorio. Non era un caso che quel limite fosse stato messo proprio per evitare altri problemi, e ne cito uno fra tutti - lo ha citato anche una collega precedentemente -, ossia quello della subsidenza. Una deroga, come quella che è stata prevista, che, peraltro, riguarda principalmente le attività estrattive che sono sul mare Adriatico, quindi Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, e Canale di Sicilia, mette a rischio i nostri territori, non solo il mare, anche l'entroterra. Non è un caso che la laguna di Venezia era stata esentata da 30 anni dalle trivellazioni, proprio per evitare quei rischi che già incombono su quel territorio, su quella città, che è il nostro patrimonio universale. Qui si va a derogare questo tipo di attività.
Alla nostra richiesta di buon senso di monitorare, di avere attenzione a questo tipo di problemi la risposta del Governo è contraria. Oltretutto, è una risposta immotivata, perché ricordo che, attualmente, abbiamo 1.298 pozzi in Italia che hanno assolto semplicemente al 4 per cento della produzione di gas, mentre il resto, il 96 per cento, lo importiamo da fuori, quindi non diamo nessun beneficio economico. Questo tipo di percentuali possiamo assolverle con altre problematiche, con altre fonti energetiche, dalle rinnovabili in poi - quelle che citiamo sempre -, con le comunità energetiche, con quei sistemi di riduzione dei consumi. Questo non avviene e si mette a rischio un territorio, una costa meravigliosa, nonché l'integrità delle case e delle abitazioni. Ciò avviene con quest'azione sia sulle trivelle, sia sullo stoccaggio di gas, in cui spesso vi è lo stesso rischio di subsidenza. Sono azioni scellerate per un approccio puramente ideologico, per far credere che l'Italia sia il Texas, quando non lo è. Non è il Texas, ma neanche gli Emirati Arabi. Siamo l'Italia, abbiamo una natura da preservare e dovremmo fare scelte conseguenti, che questo Governo non fa. Quindi, speriamo in un ripensamento .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/24 Fede, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/25 Pavanelli, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Mi dice se accoglie, collega?
EMMA PAVANELLI(M5S). Presidente, chiedo se sia possibile riascoltare la riformulazione…
PRESIDENTE. La chiediamo alla Vice Ministra.
EMMA PAVANELLI(M5S). …perché, durante la lettura, c'era molto rumore, e non ho sentito bene.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie.
PRESIDENTE. Vice Ministra, può rileggerci la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2164/25 Pavanelli?
VANNIA GAVA,. Allora, sono espunte le premesse, e l'impegno è così riformulato: “a continuare con l'adozione dei decreti ministeriali in materia di a tutela delle imprese, alla luce degli impegni assunti a livello ambientale dall'Italia in sede comunitaria e internazionale”.
PRESIDENTE. Grazie. Collega Pavanelli, mi dice se accoglie?
EMMA PAVANELLI(M5S). Sì, accolgo e chiedo se sia possibile votare e, pertanto, fare una dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Certo, prego.
EMMA PAVANELLI(M5S). Con colleghi, si intende il processo attraverso il quale un rifiuto cessa di essere tale per mezzo di procedure di recupero, acquisendo lo di prodotto.
Questo è molto importante per le nostre imprese, perché abbiamo la capacità di fare impresa, facendo economia circolare. Penso soprattutto al settore del tessile. Da tempo, chiedo al Ministero dell'Ambiente, anche tramite mie interrogazioni, di emanare il famoso per il tessile. Questo perché le nostre imprese, soprattutto nell'area di Prato - ma, ormai, anche in altre zone d'Italia -, stanno facendo sempre più economia circolare con il tessile. Oggi, penso che, ormai, conosciamo tutti il fenomeno del , sappiamo tutti quanto inquina, sappiamo bene che quello che viene prodotto all'estero, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, è, spesso e volentieri, di bassa qualità e con materiali non ecosostenibili.
Ebbene, in Italia abbiamo la capacità di produrre prodotti di alta qualità, che dovrebbero essere recuperati dai nostri sindaci, come dice una legge, ma, purtroppo, mancano risorse per fare tale operazione. Oggi, nonostante l'obbligo, pochi comuni stanno recuperando il nostro tessile.
Ma abbiamo tantissime imprese che fanno questo recupero. Tra l'altro, è un un'economia circolare storica per il nostro Paese, che facciamo da ben oltre 100 anni. Ebbene, senza queste direttive, senza queste leggi specifiche, molti nostri imprenditori rischiano di ritrovarsi in situazioni di illegalità, perché, quando si fanno i controlli, non sempre c'è una legge chiara per questi prodotti, che sono materie prime e seconde importanti, con le quali possiamo creare… Scusi, Presidente, ma, addirittura…
PRESIDENTE. No, no, ha ragione, collega. Prego, prego, prosegua.
EMMA PAVANELLI(M5S). …abbiamo colleghi che battono sui banchi…
PRESIDENTE. Collega, ci penso io, però. Prego, collega Pavanelli, continui.
EMMA PAVANELLI(M5S). …per farmi interrompere . Ho il diritto di parola e…
PRESIDENTE. Prego, collega. Collega Pavanelli, ci sono io per questo e, come ha visto, l'ho ripresa immediatamente.
EMMA PAVANELLI(M5S). Ho visto, Presidente, e la ringrazio.
PRESIDENTE. Prego, continui.
EMMA PAVANELLI(M5S). Purtroppo, capita ogni volta che intervengo, ma…
PRESIDENTE. Prosegua. È la prima volta in mia presenza e le assicuro che sarò assolutamente altrettanto rigida. Prego.
EMMA PAVANELLI(M5S). Credo sia importante, quando si parla dei nostri imprenditori, rilevare le necessità di farli lavorare in legalità .
Comunque, chiudo qui, augurandomi che il Ministero dell'Ambiente, quanto prima, adotti questi decreti , soprattutto per il settore del tessile .
PRESIDENTE. Gli onorevoli Furfaro e Di Sanzo intendono sottoscrivere l'ordine del giorno in questione. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/25 Pavanelli, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/26 Zinzi, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Va bene, colleghi? Mi fate un cenno? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/27 Barabotti, su cui c'è parere favorevole con riformulazione, va bene. Ah, no, si è alzato, scusi, collega. Ho sentito sì, invece si è alzato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Barabotti. Ne ha facoltà.
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Ringrazio il Governo per la riformulazione, che accetto, e chiedo di mettere ai voti, però, con il procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/27 Barabotti, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/28 Simiani, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Collega Simiani, mi dice se accoglie la riformulazione?
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Accolgo la riformulazione, però vorrei fare un piccolo intervento nell'ambito della riformulazione, perché credo che sia importante anche per dare un contributo alla discussione nell'ambito proprio delle efficienze di energia rinnovabile, oggi, nel nostro Paese, visto che oggi ci sono strumenti importanti per l'efficienza e per fare efficientamento energetico o per fare produzione di energia. Tuttavia, sappiamo benissimo che la migliore efficienza, in questo caso, non è solo quella risparmiata, ma anche quella autoconsumata. Difatti, il percorso dell'autoconsumo si vede in molte case, palazzi pubblici, privati, imprese, che sono aspetti fondamentali e positivi, nell'ambito della produzione di energia, per autoconsumare. Come sapete benissimo, la configurazione dell'autoconsumo non è solo individuale, ma anche a distanza, e rappresenta un'iniziativa di modalità di gestione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili. Il testo integrato dell'autoconsumo diffuso (TIAD) ha più volte ragionato, dal punto di vista anche di ARERA, della possibilità di fare una produzione di energia anche a distanza. Sostanzialmente, questo significa che, se io sono proprietario di un'azienda che ha uno stabilimento in un luogo e un altro stabilimento in un altro luogo, posso compensare o, comunque, posso utilizzare la stessa possibilità di produrre energia e autoconsumarla. Questo vale anche per i palazzi pubblici, si faccia conto le scuole. Se oggi la scuola, d'inverno, pur non avendo una cabina primaria collegata, ma a distanza, consuma e autoconsuma, d'estate, che è completamente vuota, può essere utilizzata dal comune in altro contesto. Questo ritengo sia un salto di qualità per riuscire non solo a dare un incentivo vero alle imprese nella possibilità di utilizzare impianti, anche dal punto di vista stagionale, utilizzati in maniera alternata; si faccia conto lo stabilimento al mare e un albergo da un'altra parte. Questo è un sistema che potrebbe, in questo caso, garantire non solo la possibilità di consumare, ma anche di risparmiare, dal punto di vista generale.
Ecco perché io credo che la riformulazione - che accetto - possa essere di stimolo al Governo di pensare, attraverso anche la cooperazione di ARERA, una soluzione per far sì che non si possa superare, in questo caso, il sistema della cabina primaria, cercando di utilizzare energia, anche a distanza, attraverso la possibilità di autoconsumare anche per immobili che oggi, in tal caso, sono distanti dalla cabina primaria. Ecco perché noi chiediamo un impegno da parte del Governo su questo tema: perché oggi, sul sistema di energie rinnovabili, dobbiamo fare e utilizzare il massimo per riuscire a dare concretezza agli indirizzi che l'Europa ci ha dato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/28 Simiani, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/29 Mazzetti, su cui c'è parere favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/30 Nevi, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Va bene, colleghi? Mi fate un cenno dal gruppo? Onorevole Battilocchio, me lo dice lei se va bene la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2164/30 Nevi? Va bene, perfetto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/31 Boscaini: è ritirato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/32 Tassinari ed altri, su cui c'è parere favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/33 Squeri, su cui c'è parere favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/34 Pittalis, su cui c'è parere favorevole con riformulazione, va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/35 Casasco, su cui c'è parere favorevole con riformulazione, va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/36 Vaccari, su cui c'è parere favorevole. Chiede di votarlo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/36 Vaccari, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/37 Forattini, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. L'accoglie? Sì, e chiede di votare. Ruffino lo vuole sottoscrivere.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/37 Forattini, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/38 Latini, su cui c'è parere favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/39 De Luca, su cui c'è parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno chiediamo una cosa al tempo stesso semplice, ma estremamente importante: la proroga dello stato d'emergenza per il territorio dell'Isola di Ischia, relativo agli eventi alluvionali meteorologici estremi che hanno colpito l'Isola, dopo il sisma del 2017, nel novembre 2022. Il provvedimento in esame estende fino al 31 dicembre di quest'anno lo stato d'emergenza, ma è assolutamente limitata questa estensione territoriale rispetto alle esigenze che ancora ci sono sull'Isola, legate all'impegno, in particolare, del commissario straordinario. Ci sono esigenze legate non solo a profili economici, su cui pure abbiamo presentato appositi emendamenti alla legge di bilancio, ma profili legati ad aspetti operativi, legati ancora alla messa in sicurezza del territorio, al ripristino dei luoghi, alla delocalizzazione, riorganizzazione delle attività sul territorio, ripristino del tessuto abitativo, ripresa delle attività economiche, ricostruzione ancora in atto. Ci sono tante attività, ancora oggi, che richiedono una proroga ulteriore, oltre il 31 dicembre di quest'anno dello stato d'emergenza. Davvero chiediamo con spirito costruttivo, alla Vice Ministra, di riflettere bene e spiegare anche, nel caso, le ragioni per le quali non ritengono opportuno concedere una proroga, che è assolutamente indispensabile per l'Isola. C'è, poi, c'è una popolazione intera, un intero territorio, amministrazioni, che chiedono semplicemente attenzione e il dovuto rispetto per le loro esigenze ordinarie. C'è la necessità di consentire al commissario straordinario di continuare a portare avanti la propria attività, le proprie opere, i propri interventi con gli strumenti più efficaci e necessari, nell'interesse delle comunità, nell'interesse delle famiglie, dei lavoratori, delle aziende, delle imprese, delle amministrazioni interessate.
Davvero chiediamo, allora, un supplemento di riflessione e di attenzione rispetto a un ordine del giorno che non ha davvero ragioni per essere rifiutato dal Governo, se non, semmai, per il fatto che l'abbiamo richiesto. Davvero, con spirito costruttivo chiediamo attenzione, da questo punto di vista, non all'ordine del giorno del Partito Democratico, ma alle popolazioni interessate
PRESIDENTE. Allora, il collega Speranza chiede di sottoscrivere, come anche i colleghi Graziano e Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, intervengo per sottoscrivere e anche per aggiungere due elementi su questa vicenda. La prima: noi riteniamo che la richiesta del deputato De Luca sia quasi ovvia. La proroga è necessaria. Ischia, purtroppo, ha vissuto una serie di devastazioni legate al terremoto, alle alluvioni che c'erano state negli ultimi anni. Si è fatto un enorme lavoro, abbiamo visto che sono andati anche dei Ministri a supportare quello che è stato fatto dal commissario e dal commissariato. Non riusciamo a comprendere per quale ragione non ci dovrebbe essere una proroga.
Proroghiamo tutto, tranne il necessario e l'indispensabile. La richiesta che viene fatta è assolutamente necessaria. Tra l'altro, aggiungo, è richiesta da tutte le amministrazioni del territorio ischitano, indipendentemente dall'appartenenza politica. Se si vuole fare qualcosa di completo e costruttivo per l'isola, c'è bisogno di un altro po' di tempo per completare un lavoro che è stato iniziato; altrimenti rischiamo anche di creare un danno non garantendo la continuità amministrativa rispetto a un lavoro enorme, strutturato e condiviso che è stato portato avanti sull'isola di Ischia .
PRESIDENTE. Anche l'onorevole Ferrari sottoscrive. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/39 De Luca, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/40 Sarracino: parere favorevole con riformulazione. Va bene, onorevole? Sì, e l'onorevole Sarracino chiede di votarlo. Inoltre, i deputati Amendola e Graziano intendono sottoscriverlo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/40 Sarracino, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/41 Lacarra. L'onorevole Stefanazzi ha chiesto di sottoscriverlo. Se nessuno chiedere di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/41 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/42 Zanella. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Io riprendo il ragionamento che è stato presentato dalla collega che mi ha preceduta e che conosce molto bene la situazione del Polesine. Infatti, non capisco come mai non sia stato tenuto in stretta e attenta considerazione il fatto che stiamo parlando di una delle zone più soggette a subsidenza d'Italia. Ma non è perché lo diciamo noi ambientalisti, noi di Alleanza Verdi e Sinistra: tutte le amministrazioni locali, di destra e di sinistra, conoscono il pericolo di ulteriori perforazioni in quel delicatissimo territorio. E non è che si parli di 10 o 20 centimetri. No! Parliamo di una subsidenza che ha causato lo sprofondamento della terra di metri e metri. In certi angoli del Delta del Po parliamo di 4 metri. Noi abbiamo 100.000 ettari di terreno a disposizione solo grazie a 5 milioni di investimento annui in idrovore, in pompe, in contrasto attraverso meccanismi specifici del cuneo salino. Di questo parliamo: di un investimento per salvaguardare dal cambiamento climatico - anche per carità, che va a incontrare una situazione purtroppo già degenerata - che costa economicamente. Quindi, dobbiamo assolutamente impedire le perforazioni, le coltivazioni di idrocarburi che già hanno danneggiato tantissimo, davvero tantissimo, quel territorio. Tutti i colleghi e le colleghe venete lo sanno e non capisco: ciò per anni, in questo Parlamento, in quest'Aula ci ha uniti, parlamentari di destra, di sinistra, di centro. Ma dov'è andata a finire la difesa del vostro territorio, del nostro territorio? Colleghi, colleghi, ripensateci. Ripensateci perché poi veramente il costo non vale la candela. Noi parliamo di risorse risibili. Tutto quello che si ricava dall'estrazione in un giacimento lo consumiamo in pochissimi mesi. Ma di quello parliamo, e questa è ideologia. Questa è ideologia, la vostra .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/42 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/43 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/44 Bonelli. Ha chiesto di parlare il collega Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Questo provvedimento, con l'articolo 10- che è stato introdotto al Senato, ha modificato alcune disposizioni relative agli investimenti nell'ambito del cosiddetto Piano Mattei, aumentando di fatto gli investimenti nei Paesi africani. Noi sappiamo, però, che la storia del continente africano davvero è costellata, purtroppo, da modelli di sviluppo basati su uno sfruttamento delle risorse, in particolare dei combustibili fossili, tradotti, tra l'altro, in ricchezza e profitto solo per le locali. Questo ha prodotto e aumentato anche la corruzione e i regimi non democratici. La dipendenza, poi, da investimenti esteri per l'estrazione di risorse naturali ha alimentato anche l'instabilità e, quindi, di fatto, i conflitti.
Noi, con quest'ordine del giorno, chiedevamo invece un impegno da parte del Governo - considerato l'aumento con questo provvedimento di questo investimento nell'ambito del Piano Mattei - almeno volto ad escludere le fonti fossili tra gli ambiti di intervento della cooperazione tra l'Italia e gli altri Stati del continente africano.
Speravamo, quindi, almeno in un accoglimento come raccomandazione. Evidentemente, questo parere contrario arriva direttamente da ENI perché noi, invece, ci immaginiamo una collaborazione, una cooperazione volta a uno sviluppo sostenibile che garantisca la stabilità, uno sviluppo economico di lungo periodo sostenibile, capace di incoraggiare un processo di diversificazione dell'economia.
Quindi, se il Governo pensa di cooperare puntando ancora sulle fonti fossili, da questo punto di vista, per noi è un gravissimo errore. Lo sviluppo dei Paesi africani deve essere sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale; altrimenti, è neocolonialismo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.
VINCENZO AMENDOLA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel sottoscrivere quest'ordine del giorno, io chiederei al Governo una cosa che stiamo chiedendo da tempo sul piano Mattei, su cui non abbiamo risposta. Nel DPCM, nel decreto e nella relazione che hanno inviato adesso, nella semestrale, c'è scritto chiaramente che le risorse ammontano a 5 miliardi e mezzo, di cui 2 miliardi e mezzo sono i fondi della cooperazione del MAECI - quindi lì è escluso ogni piano di estrazione fossile privato - e 3 miliardi vengono dal Fondo clima istituito dal Governo Draghi, poi modificato con DPCM in una nuova che stiamo ancora aspettando.
Questi 3 miliardi, cara Vice Ministra, che erano vostri, cioè del Ministero dell'Ambiente con il Fondo clima, è evidente che sono vincolati all'utilizzo di investimenti, programmi, progetti e cooperazione per lo sviluppo di energie rinnovabili, per il 70 per cento extra-UE, quindi con una pianificazione che va in tutto il mondo.
Se lei ci dice che questo impegno di tre righe non è nelle disponibilità, e quindi voi pensate di utilizzare questi 3 miliardi del Fondo clima per fare estrazioni di fossili (poi non so chi le farà perché ovviamente voi non siete una compagnia privata che fa estrazione di fossili) noi non ci capiamo più.
Ciò, perché o scrivete nei DPCM e nelle relazioni che il 70 per cento e, quindi, quei 3 miliardi del Fondo clima sono finalizzati allo sviluppo di energia da fonti sostenibili e rinnovabili, oppure state mentendo da qualche parte. Ce lo spieghi: state mentendo in quest'ordine del giorno o nelle relazioni del DPCM che avete mandato al Parlamento ?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/44 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/45 Zaratti c'è un parere favorevole con riformulazione. Mi dite se va bene, colleghi? Sì, va bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/45 Zaratti, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/46 Grimaldi il parere è favorevole con riformulazione. Collega Grimaldi, accetta la riformulazione?
MARCO GRIMALDI(AVS). Sì, grazie, accettiamo e chiediamo di metterlo ai voti. E vorrei anche mettere a verbale che, per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/2164/41 Lacarra, l'espressione di Alleanza Verdi e Sinistra è contraria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Se il collega Grimaldi lo consente, lo sottoscriviamo come gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/46 Grimaldi, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/47 Borrelli il parere è favorevole con riformulazione. Collega Borrelli, accetta la riformulazione?
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Accettiamo e chiediamo che venga messo ai voti. Vorrei anche sottolineare e ricordare di che cosa stiamo parlando…
PRESIDENTE. Ha tre minuti e mezzo.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Ci vuole un minuto. Da diversi mesi, la regione Basilicata sta affrontando una crisi idrica senza precedenti, della quale mi sono occupato pure con altri colleghi di quel territorio, che sta mettendo a dura prova 29 comuni dello schema Basento-Camastra, tra cui il capoluogo di regione, Potenza, per un totale di circa 140.000 persone, che sono un numero significativo di per sé, ma enorme per la grandezza e per la popolosità della regione Basilicata, costrette a fare i conti con drastiche riduzioni dell'erogazione di acqua, che, in alcuni casi, superano le 30 ore consecutive. L'impegno che abbiamo chiesto al Governo è quello di assumere ogni iniziativa di competenza per concludere con la massima urgenza le necessarie azioni di bonifica del SIN Area industriale della Val Basento e, al contempo, per affrontare, con interventi di carattere strutturale, la crisi idrica che investe i 29 comuni della Basilicata, garantendo la massima trasparenza nella gestione delle risorse idriche e, contestualmente, la salute pubblica dei cittadini .
PRESIDENTE. I colleghi Amendola, Simiani, Laus e Mattia lo sottoscrivono.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/47 Borrelli, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/48 Ghio il parere è contrario. Prego, collega Ghio.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo decreto si presenta con un titolo importante: disposizioni urgenti per la tutela ambientale, e così via. Invece, non solo al suo interno contiene misure limitate, che non affrontano la complessità della transizione energetica e della transizione climatica, ma, in alcuni casi, vengono inserite misure frettolose che aprono dei nuovi interrogativi. Ed è proprio la ragione del nostro ordine del giorno.
Infatti, all'articolo 5, che tratta della diga di Genova, il decreto prevede che il Commissario straordinario adotti il programma per la gestione integrata dei materiali provenienti dal dragaggio dei porti de La Spezia e di Marina di Carrara per la diga - e fin qui tutto bene - anche al fine di un contenimento dei costi di smaltimento. Tuttavia, per fare questo, l'articolo inserisce un elemento inedito, ossia che l'operazione si possa fare direttamente con l'ok del programma del Commissario, che sostituisce tutte le autorizzazioni, le intese, i pareri, i nulla osta e gli assensi necessari secondo la normativa europea e la normativa vigente.
Quindi, con quest'ordine del giorno, noi vi chiediamo di ripensarci e di riflettere sulla compatibilità di queste modifiche frettolose con la normativa ambientale di tutela della salute. Capite che questo intervento così drastico, in deroga ad ogni norma, genera più di una preoccupazione per la tutela della salute pubblica. Peraltro, poco più di un mese fa, sia gli uffici tecnici regionali sia il Ministero avevano scritto in merito ai rappresentanti istituzionali liguri, chiedendo chiarimenti sulla natura, inquinante o meno, dei materiali da conferire. E quindi sorge il dubbio che questa fretta nasca, forse, per tentare di mettere una toppa al clamoroso ritardo con cui sta procedendo il primo progetto in Italia per entità dei fondi correlati al PNRR, quindi, la diga di Genova, il cui compimento sarebbe previsto per il 30 novembre 2026, ma siamo ancora molto molto lontani. Ad oggi, il primo lotto della diga è in ritardo di un anno e, proprio ieri, articoli di stampa ci confermano che, dei 12 cassoni di cui era prevista la posa nel 2024, ne sono stati posati solo 4, e ci confermano difetti nella loro costruzione per i quali il consorzio appaltatore sta cercando rimedi. Quindi, occorre certamente accelerare i lavori, noi lo diciamo da mesi, anche quando, in risposta alle nostre interrogazioni, il Ministro Salvini diceva il contrario, negando l'evidenza ammessa dalle stesse ditte appaltanti. Ma non si può farlo ad ogni condizione, non si può farlo senza prima valutare l'interesse primario, ossia la tutela della salute pubblica.
Per questa ragione, quindi, vi chiediamo di ripensarci e di accogliere quest'ordine del giorno, che prevede di valutare gli effetti applicativi della norma prima di andare avanti con il processo e di indicare che il solo assenso del programma del Commissario non sia sostitutivo delle autorizzazioni ambientali previste dalla normativa vigente. Velocizzare i clamorosi ritardi dell'opera è importante e sarebbe stato utile pensarci per tempo, ma questo non può superare la valutazione dei suoi effetti sulla salute delle persone
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/48 Ghio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/49 Ferrari il parere è favorevole. Chiede di votarlo, collega Ferrari?
SARA FERRARI(PD-IDP). Sì, grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare per il parere positivo e augurarmi che l'impegno venga rispettato, ma so che la Vice Ministra sta seguendo la questione. Si tratta per il Governo di sostenere il lavoro del tavolo tecnico permanente interistituzionale, che si deve occupare di studiare e pianificare le procedure di bonifica di un sito inquinato di interesse nazionale, uno dei soli 5 esistenti al mondo inquinati da piombo tetraetile, nessuno dei quali è ancora stato risolto per la complessità di gestire un elemento volatile e altamente tossico come il piombo tetraetile.
Quella di cui parliamo è una bonifica, attesa da quasi cinquant'anni, di un'area che si trova all'interno della città di Trento, che è considerata una bomba a orologeria, in particolare perché sta all'interno dell'abitato e perché, oggi, quella zona è interessata dal progetto di alta capacità scandinavo-mediterranea, che andrà proprio a interessare quella zona e che deve diventare l'occasione finale e definitiva per dare l'avvio a quella bonifica che la città e i cittadini attendono da anni .
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole De Bertoldi e l'onorevole Cattoi intendono sottoscrivere l'ordine del giorno in esame. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cattoi. Ne ha facoltà.
VANESSA CATTOI(LEGA). Grazie. Volevo ringraziare il Sottosegretario per la sensibilità al tema, visto che si era recato anche in Trentino. Quindi, ringrazio per l'accoglimento dell'ordine del giorno a prima firma della collega Ferrari e chiedo la sottoscrizione dello stesso.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Urzì intende sottoscrivere l'ordine del giorno in esame.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/49 Ferrari, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Torniamo adesso agli ordini del giorno in precedenza accantonati. Invito, dunque, la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli stessi.
VANNIA GAVA,. Sull'ordine del giorno n. 9/2164/4 Girelli, il parere del Governo è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica e nel rispetto del “chi inquina paga”, di prevedere un contributo a favore di privati”, poi il testo continua fino alla fine.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/14 Soumahoro, il parere del Governo è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2164/21 Ilaria Fontana, il parere del Governo è favorevole, espunte le premesse e riformulati gli impegni. Nello specifico, il primo impegno è così riformulato: “a valutare l'adozione di misure volte a tutelare la salute dei cittadini, anche intervenendo sui valori limite concernenti tutte le sostanze perfluoroalchiliche per le diverse matrici alle quali l'uomo è esposto”. Il secondo impegno va espunto, poiché il parere del Governo è contrario. Il terzo impegno è così riformulato: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di prevedere risorse in grado di assicurare l'attività di controllo e monitoraggio ambientale a tutela della salute pubblica”.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/4 Girelli. Collega Girelli, accetta la riformulazione?
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Sì, Presidente. Ringrazio la Vice Ministra, accetto la riformulazione e chiedo che venga messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/ 2164/4 Girelli, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/14 Soumahoro, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei motivare le ragioni profonde alla base di questo ordine del giorno.
Presidente, all'articolo 10- è prevista una disposizione urgente per il rafforzamento degli investimenti nei Paesi africani a tutela dell'ambiente e della sicurezza energetica. È chiaro - come l'ha ripetuto più di una volta la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni - che l'Italia non intende, in alcun modo, avviare percorsi di collaborazione che siano predatori o colonialisti all'interno dei Paesi del continente africano.
Allora dico bene, andiamo alla sostanza, se l'obiettivo è davvero un cambio di paradigma relazionale, un cambio di paradigma narrativo, un cambio di paradigma dal punto di vista anche dell'incontro tra il nostro Paese e le popolazioni, insieme alle istituzioni, nonché le attività imprenditoriali nei Paesi del continente africano. Ma proprio in quel continente africano, da qui all'orizzonte 2050, secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il 60 per cento della popolazione sarà composta da giovani; e da qui all'orizzonte 2050 (da qui fino ai prossimi 25 anni) la popolazione in età lavorativa nel continente africano passerà dagli attuali 849 milioni a 1 miliardo e 56 milioni di persone. Si verificherà un aumento dell'85 per cento della forza lavorativa sul continente.
Presidente, attraverso questo intervento, vorrei attirare l'attenzione del Governo. C'è un tema di fondo: da una parte, non vogliamo essere predatori nel continente africano, ossia con la presenza dei nostri imprenditori e anche delle aziende a partecipazione statale in quel continente. Dall'altra parte, abbiamo il tema migratorio, ossia non interveniamo per dire “blocchiamo”, ma interveniamo per dire “insieme cerchiamo di concorrere per creare condizioni tali da garantire anche e soprattutto quel diritto a restare”. Diritto a restare, andando ad individuare opportunità, creando quelle condizioni tali da consentire a quei giovani di rimanere sul continente africano.
Allora, Presidente, l'ordine del giorno cosa chiede sostanzialmente? Impegna il Governo ad assumere iniziative tali affinché le aziende a partecipazione statale pubblica destinino quota parte delle loro risorse in attività di formazione professionale nei Paesi del continente africano.
Quindi, noi lì che cosa facciamo? Da una parte, andiamo a creare condizioni tali da incentivare quelle stesse nostre aziende sul continente ad utilizzare quelle risorse per formare i giovani. Dall'altra parte, visto che non vogliamo essere predatori e neanche assumere la veste dei nuovi colonizzatori (cosa che non dobbiamo essere), operiamo anche in un'altra ottica: quella del cambio di paradigma. Non si fa il “piano per il continente africano”, ma si costruiscono un futuro e un destino comune insieme ai Paesi del continente africano. Per questo motivo, chiedo che questo ordine del giorno sia messo al voto, affinché si passi dal paradigma “caritatevole” (nell'accezione più nobile del termine) ad un nuovo paradigma di “partecipazione”, che abbia al centro la persona umana e dove l'accesso alle risorse energetiche di quel territorio non avvenga in modo predatorio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intendo sottoscrivere l'ordine del giorno dell'onorevole Soumahoro, perché mi trovo molto d'accordo. Mi domando come mai ci sia un parere contrario del Governo. L'ordine del giorno riprende sostanzialmente tutti gli obiettivi del Piano Mattei. Se voi, questo Piano Mattei, lo volete fare, le opposizioni sono disponibili a collaborare. Se il Piano Mattei non esiste ed è semplicemente uno il vostro parere contrario su questo ordine del giorno ne è la prova .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Solo per chiedere all'onorevole Soumahoro di poter sottoscrivere, a nome di Alleanza Verdi e Sinistra, il suo ordine del giorno. Inoltre, colgo anche l'occasione per dire che, con riferimento all'ordine del giorno n. 9/2164/48 Ghio, il voto espresso dal nostro gruppo è contrario.
PRESIDENTE. Prendo atto che chiedono di sottoscrivere i deputati Simiani, Alifano, Carmina e Carotenuto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Dopo una breve consultazione con il gruppo, tutti sottoscriviamo l'ordine del giorno.
Vorrei semplicemente dire ai colleghi…
PRESIDENTE. Collega Giachetti, il suo presidente di gruppo ha appena preso le distanze da questa sua dichiarazione.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Il collega Faraone è andato in minoranza nella riunione del gruppo… Volevo dirle, a parte le battute, Presidente, che non solo noi lo sottoscriviamo convintamente, ma vorrei anche rivolgermi ai colleghi della maggioranza: siccome spesso, negli anni scorsi, abbiamo sentito dire che il problema è quello di “aiutarli a casa loro”, ecco se c'è un ordine del giorno che ha, dal punto di vista dell'impostazione, una perfetta attinenza con uno tanto usato dai colleghi della maggioranza quando erano all'opposizione, cioè di aiutarli a casa loro, è esattamente questo. Meritoriamente l'onorevole Soumahoro dice di mettere in campo delle azioni che consentano a coloro che si trovano in quei Paesi di rimanere lì, e di lavorare lì attraverso la formazione e, quindi, con un contributo che possiamo dare in questo senso. Diversamente, non si capisce perché ogni volta ce n'è una per non fare quello che poi loro stessi hanno chiesto in tante occasioni. Per questo chiedo anch'io alla Vice Ministra di ripensarci, perché obiettivamente mi sembra un ordine del giorno veramente attinente e sensato .
PRESIDENTE. Onorevole L'Abbate, lei è già intervenuta due volte. Vuole sottoscrivere? Però, non posso darle la parola, mi dispiace, funziona così con gli ordini del giorno.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). La richiesta è di sottoscrivere a nome del gruppo.
PRESIDENTE. Perfetto, benissimo. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/14 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2164/21 Ilaria Fontana, favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Collega L'Abbate, siamo sempre lì…
PATTY L'ABBATE(M5S). Non intervengo, Presidente. Solo per dire che accettiamo la riformulazione e che viene sottoscritto da parte di tutto il gruppo. Ci auguriamo che poi venga effettuato il monitoraggio e il divieto di queste sostanze .
PRESIDENTE. Collega, abbia pazienza… Allora, la poniamo in votazione, giusto? Sì, bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2164/21 Ilaria Fontana, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.
Colleghi, se dovete lasciare l'Aula, fatelo in silenzio, in modo da consentire al collega di intervenire…
Prego, collega Del Barba.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, Vice Ministro Gava. Alla fine, dopo averlo tanto atteso, la montagna ha partorito il topolino, sì, perché le attese sono andate deluse, le attese che voi stessi avete generato in annunci, in cui avete comunicato ai tanti che attendevano questo provvedimento che avrebbero finalmente avuto delle norme chiare e a cui sono continuamente seguiti i soliti rinvii. Il provvedimento tratta argomenti importanti relativi all'ambiente: la tutela della risorsa idrica, l'economia circolare, il contrasto al dissesto idrogeologico, il tema della VIA-VAS. Andiamo a vedere, allora, all'interno del provvedimento come ritroviamo questi stessi argomenti. Sulla crisi idrica legiferate col contagocce, probabilmente deve essere la vostra strategia per affrontare il tema, però direi che questo già dice tutto; sulle terre rare sono così rare che non si trovano, non ci sono; sull'economia circolare effettivamente vi dedicate - leggo la nota del servizio studi - a ricollocare il gruppo di lavoro dedicato all'economia circolare presso la direzione generale del MASE competente in materia di economia circolare, anziché presso l'ufficio legislativo del Ministero. Quindi, ricominciamo da capo, “torna al via”: ecco, effettivamente siete sulla buona strada per fare qualche cosa di circolare, quando ci metterete anche qualche cosa che riguarda l'economia allora avrete fatto tombola e saremo, finalmente, dentro l'alveo dell'economia circolare.
Sul dissesto idrogeologico una cosa sola - ve lo diciamo da tempo -: rimettete Italia Sicura, se volete fare qualche cosa di buono. Vengo, allora, all'unico tema degno di nota su cui effettivamente possiamo dire che ci sono delle norme che impattano sugli operatori: la questione del ed il cambio delle regole sulla VIA-VAS. Ecco, almeno su questo, finalmente, fate una scelta, un principio di scelta, una scelta che però smentisce le scelte precedenti - e mi riferisco, chiaramente, al decreto sulle aree idonee e al decreto-legge Agricoltura - e si individuano criteri di priorità che va bene che ci siano, ma il fatto che si debba arrivare a individuare i criteri di priorità in corso d'opera lascia un pochino l'amaro in bocca. Anche dal punto di vista del , cioè della scelta dello strumento, c'è un pochino di intempestività, perché su una materia così delicata e critica gli operatori si sarebbero aspettati di mettere ordine e devo dire che la scelta di intervenire in questo modo va anche a sporcare l'unica buona notizia dell'arrivo del testo unico sulle rinnovabili. Vedremo, adesso, come queste norme andranno a integrarsi e se il testo unico sulle rinnovabili funzionerà, ma oggi non siamo certo in grado di dirlo.
Oggi, quello a cui assistiamo è un intervento a gamba tesa su dei procedimenti molto delicati, inserendo dei criteri di priorità che vanno a stravolgere quello che è stato il processo seguito finora. Oltretutto, sempre per rimanere sulla tematica di norme che vengono inserite a metà dell'opera o, meglio, quasi alla fine dell'opera, stiamo molto attenti, perché non si scherza su questioni che vanno disciplinate con rigore, come quella del concetto di disponibilità dell'area, che poi sappiamo essere molto legato alla tematica della connettività della rete. Abbiamo visto - come nel recente provvedimento Salva Milano - che essere poco scrupolosi in interventi di questo tipo comporta poi che siano i cittadini e le imprese a pagarne le spese. Ma soprattutto farlo dopo 2 anni dal vostro insediamento su un tema fondamentale, dopo aver tenuto il Parlamento e le regioni bloccati in un balletto per mesi su questioni aree idonee e agricoltura, ed ora introdurre dei criteri di priorità, peraltro chiedendo al Parlamento con una norma primaria di preparare la strada a un nuovo decreto legislativo che dovrà ancora arrivare, è qualche cosa che sicuramente è indice di un grande ritardo e di un grande caos, che è ciò che abbiamo avuto sotto gli occhi tutti quanti ed è quello che voi stessi avete generato e a cui abbiamo assistito negli ultimi 24 mesi.
Viene un sospetto, allora: che anche questo provvedimento odierno, che apre una nuova strada, non sia nient'altro che un modo per correre ai ripari e per salvare il salvabile; sicuramente questo non fa bene e disorienta il mercato e gli investitori; scoraggia gli investimenti questo dover correre ai ripari; speriamo che sia la volta buona, volendo aggiungere una nota di ottimismo. E perché correte ai ripari?
Lo dichiarate voi stessi: perché, dopo aver perso tempo per 24 mesi, vi accorgete che il PNIEC deve essere attuato e, quindi, bisogna fare delle scelte, ma soprattutto perché vi accorgete che siamo in ritardo col PNRR. Oggi - lo ricorda la Corte dei conti - manca all'appello un terzo delle spese previste, secondo quello che dice la Corte dei conti, e occorre correre; occorre spendere 6 miliardi al mese per recuperare questo ritardo.
Viene, però, da dire “chi è causa dei suoi ritardi pianga sé stesso”, non avete più scuse, non potete più addossare colpe dei ritardi ai Governi precedenti. Vi siete vantati di avere rinegoziato il PNRR e di averlo quindi messo in salvaguardia; oggi questi ritardi, a cui si aggiungono i ritardi generati proprio nel settore di gestione delle rinnovabili, vi costringono a uscire dal in cui voi stessi vi siete messi, per scegliere queste linee prioritarie.
Verrebbe da dire che, forse, c'è bisogno di richiamare Cingolani, non lo so; peraltro, basta modificare di poco le norme del Ministro Salvini per richiamarlo, perché a questo punto basta dire che gli amministratori delegati di società che hanno fatto extraprofitti sono richiamati a mettersi a disposizione del Governo, perché intanto gli mandiamo un funzionario dell'Agenzia delle entrate qualora abbiano avuto contributi pubblici.
È veramente un mischione ideologico quello che questo Governo sta facendo sul tema della sovrapposizione del ruolo delle istituzioni con il ruolo del mercato. Ma io non voglio fare un torto né a lei, Vice Ministro, né al Ministro Pichetto Fratin, perché sicuramente voi non avete bisogno di consigli. Voi avete bisogno di una maggioranza che sia coesa. È questo il vostro problema, non vi mancano certo le idee, che potete raccogliere nel Paese, che avete ascoltato nelle audizioni. Il problema è che la vostra maggioranza ha litigato con i temi relativi alla sostenibilità, non ce la fa; così come non ce la sta facendo, ora, nella nuova Commissione. Da una parte, appoggia di nuovo Von der Leyen; dall'altra parte, è decisamente contro il , che lei stessa ha approvato, che reitererà e che va corretto, come abbiamo sempre detto.
Eppure, sono temi su cui non riuscite a trovare un'intesa, nemmeno con le vostre regioni riuscite a trovarla. Non sono temi facili e, del resto, nemmeno aver messo l'ambiente in Costituzione è servito - come molti credevano - a risolvere magicamente la contrapposizione tra sviluppo e ambiente. Io sono tra i pochi, forse l'unico parlamentare che si alzò, in occasione di quell'approvazione, per dire che non sarebbe stato sufficiente, perché serve la cultura dello sviluppo sostenibile, quella cultura che a voi manca e che forse all'intero Parlamento manca. Infatti, ancora oggi ci contrapponiamo tra chi pensa che lo sviluppo non debba conoscere limiti e chi pensa che l'ambiente vada protetto a priori, senza immaginare uno sforzo per farlo conciliare con il benessere che serve ai cittadini e alle popolazioni.
Allora concludo, Presidente. Per tutte queste ragioni annuncio il voto contrario del nostro gruppo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Come già ho argomentato e cercato di spiegare adeguatamente nel corso della dichiarazione sul voto di fiducia, vengo ora a confermare l'inadeguatezza delle misure adottate con questo decreto-legge per una vera transizione energetica ed ecologica. Non c'è visione, ma direi che non c'è nemmeno il convincimento che dobbiamo raggiungere e in fretta la decarbonizzazione. Non c'è il senso dell'urgenza oggi, ora, come chiedono le ragazze e i ragazzi nelle nostre piazze con le loro manifestazioni, per far crescere la consapevolezza del Paese e delle istituzioni.
Anzi, si privilegiano tranquillamente grandi opere, infrastrutture pesanti, come il Ponte sullo Stretto di Messina, strade, autostrade, vedi anche per le Olimpiadi nel Veneto, nelle montagne più belle, le Dolomiti, che sono anche patrimonio UNESCO, dell'umanità.
Ecco, si mettono a rischio tranquillamente la protezione della biodiversità, degli , la salvaguardia di specie minacciate; pensate, sono a rischio 25 specie animali marine. La protezione della biodiversità non è assolutamente una vostra preoccupazione, sì che il nostro Paese è ricco, direi ricchissimo, di ecosistemi, di aree protette, ma il 68 per cento degli ecosistemi sono in pericolo e, nel 35 per cento dei casi, il pericolo è addirittura critico.
Ecosistemi tanto preziosi quanto fragili, appunto: penso alla laguna di Venezia o al Delta del Po di cui abbiamo discusso parecchio oggi. Ma la sostenibilità ambientale – che, già di per sé, per molti e molte è un termine un po' ambiguo - certamente non è la vostra stella polare; piuttosto è un impiccio, una favoletta. Invece potrebbe e dovrebbe essere un volano per un diverso sistema industriale, agricolo, sociale, economico.
Il PNRR sarebbe dovuto servire a questo, o no? Ad una svolta decisiva. Ma a voi cos'è che sta a cuore? La salute dell'ambiente? Degli animali? Delle persone? Dei bambini e delle bambine? No, non credo. Non avete nessuna sensibilità per la riduzione dell'uso dei pesticidi, dei fertilizzanti chimici, per non parlare dell'assenza di politiche di promozione dell'agricoltura biologica, di riduzione dell'impatto delle monocolture o degli allevamenti intensivi. E quanto al consumo del suolo - ecco, passiamo a questo argomento così importante - non viene considerata come una questione urgente.
Sono assenti le politiche per fermare la continua cementificazione, che non cessa e che continua a sottrarre terreni agricoli, perfino fertili e produttivi. E ci si priva delle aree capaci di assorbire in maniera opportuna l'acqua, l'acqua piovana in eccesso, utile al nutrimento della terra e alla ricarica delle falde acquifere; perché è dalle falde acquifere che l'Italia preleva la più alta percentuale dell'acqua che, come sappiamo, è così male utilizzata e distribuita.
Ecco, queste misure non sono adeguate, anche con riferimento alle politiche di contrasto, di adattamento, di gestione del cambiamento climatico. Per quanto riguarda la manutenzione delle reti idriche, che è uno dei nodi ben illustrati dalla collega Iacono oggi, oltre il 50 per cento della rete in Sicilia potremmo dire che fa acqua da tutte le parti, se non fosse veramente una contraddizione in termini.
Ma guardate che la rete idrica della provincia di Belluno addirittura arriva a percentuali più alte. Parlo della rete idrica del bellunese, siamo alla follia. Quindi, qui mancano obiettivi chiari, urgenti, non solo per ridurre il gas serra, mettendo a rischio la resilienza del nostro Paese, ma nemmeno ci sono le misure di adeguata manutenzione ordinaria e straordinaria, ovviamente, dell'esistente.
Quindi, raggiungere gli obiettivi climatici fissati dall'Unione europea o il rispetto dell'accordo di Parigi! No, c'è solo un sostegno a progetti inquinanti e si conferma un'economia non circolare ma un'economia tossica, si conferma il fossile, non c'è un'economia circolare, dicevo. Per i rifiuti c'è il riciclo e il riutilizzo dei materiali? No, si pensa sempre a nuovi inceneritori e potremmo andare a lungo a descrivere tutta l'inadeguatezza e le inadempienze di questo Governo. Ma concludo questo mio intervento riprendendo il discorso delle trivelle nel Veneto, perché, vedete, in questo territorio, che cito e ho già citato in altre occasioni, è veramente emblematico come non si capisca che bisogna cambiare rotta, che bisogna arrestare un certo modo di utilizzo del territorio e, soprattutto, cambiare decisamente il modo di sviluppo, di crescita del Paese. Il mare e il fiume si sono mangiati la terra, abbiamo cominciato a estrarre gas, pensate, nel 1935 con 13 pozzi e poi nel 1961, a forza di disastri annunciati, chi è stato a proporre la chiusura di questo tipo di attività estrattiva? Non sono stati gli ambientalisti, pensate, ma dei Governi moderati, sono stati Fanfani, Zaccagnini. Ecco, in alcune zone, però, il processo è andato avanti perché, quando si destruttura, si altera la morfologia di un territorio, è molto più facile che questo processo vada avanti da sé ed è molto difficile ritornare indietro. Pensate, per esempio, al fenomeno della subsidenza ma anche alla morfologia della Laguna di Venezia. È molto difficile, molto costoso intervenire dopo, per questo il nostro insistere sulla prevenzione, sulle misure che devono cambiare in maniera decisa, totale, veramente in modo urgente, senza nessun rinvio, in considerazione anche del fatto che, con il cambiamento climatico, questi movimenti, questi processi andranno di male in peggio.
Noi, come dicevo prima, spendiamo fior di milioni per rimediare ai guasti del passato. Li spendiamo a Venezia con il MOSE e con le opere di salvaguardia, li spendiamo ovunque, li spendiamo per soccorrere i territori e, magari, dovremmo farlo anche di più, dove si sono scatenati fenomeni impensabili, le alluvioni che hanno messo in ginocchio regioni e popolazioni intere. Noi con il PNRR, ne parleremo la prossima settimana in maniera precisa, dovremo poter far fronte, cambiare, modificare, anche perché adesso abbiamo la possibilità di avere a disposizione non solo strumenti, ma finanziamenti che, purtroppo, non riusciamo, non riuscite, in quanto non abbiamo visto nessun risultato concreto da adoperare nel senso giusto ma, soprattutto, nel senso pattuito e contrattato, sia in sede europea che in questo Parlamento. Per questo, noi dichiariamo il nostro voto convintamente contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Colleghi, Governo, devo dire che il gruppo di Azione neppure per un attimo ha pensato a un voto anche solo di astensione sulle disposizioni urgenti sulla tutela ambientale, un passaggio in Commissione di poche ore, ci aspettavamo si citasse il nucleare e proprio sul nucleare abbiamo percepito le divisioni della maggioranza di Governo, un disagio evidente su posizioni diverse tra partiti. Eppure, il nucleare non può essere un argomento su cui non si trova un accordo, oppure almeno non si discute per rivalutare questa fonte.
Però, abbiamo qualche dato certo, ad esempio, nel 2024 le famiglie e le imprese hanno pagato mediamente 103,6 euro a megawatt, contro il 49,4 dei francesi. Siamo arrivati al traguardo negativo di un più 110 per cento. Nel decreto-legge in esame, le regioni vengono usate esclusivamente per eseguire gli ordini che arrivano dal centro, dimenticavo, vengono usate come raccoglitori di dati. Sarebbe necessario rafforzare e dialogare con le autonomie locali nel settore della tutela dell'ambiente, per sviluppare una cultura che non si crea nominando commissari di Governo. In ogni nostro intervento in questa Aula abbiamo chiesto al Governo di agire sull'emergenza climatica e implementare un vero cambio di paradigma, un nuovo approccio rispetto al cambiamento climatico in atto.
Chiediamo al Governo di mettere in cima alla propria agenda politica misure urgenti e necessarie, con azioni di adattamento e mitigazione, atte a mettere in sicurezza il nostro Paese, che è in forte sofferenza per gli effetti e le conseguenze degli eventi climatici estremi. Il mondo reale, quel mondo che sta al di fuori di questa Aula, ci chiede di affrontare questi temi con competenza e serietà, ci chiede e vi chiede lungimiranza. Disinteresse da parte del Governo nei confronti della Corte di giustizia europea che ha già condannato l'Italia per il superamento sistematico dei limiti di biossido di azoto e poi la riduzione delle emissioni per migliorare la qualità dell'aria e proteggere la salute di cittadine e cittadini. Ancora - e questo è sicuramente un punto per noi molto importante - il dissesto idrogeologico, una delle emergenze più gravi del nostro Paese, la più grave e la meno attenzionata, perché costa. Non troviamo menzione del dissesto in questo decreto, passiamo da un'emergenza a un disastro. Passiamo dalle passerelle a fittizi stanziamenti per tappare la bocca alle popolazioni danneggiate e ai sindaci interessati.
Gli approcci sistemici, scientifici e lungimiranti non fanno parte di questo tempo e di questo Governo. Dopo 70 decreti-legge che andrebbero emanati eccezionalmente, adottati solo in caso di straordinaria necessità, per un approccio sul futuro dell'ambiente, ci saremmo aspettati equilibrio, responsabilità e, soprattutto, condivisione, ma all'esecutivo questo non interessa.
L'articolo 9 della Costituzione recita che la Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. I nostri giovani sono attenti all'ambiente e sono interessati - questo è un tema di grande interesse per Azione PER - al nucleare ma studiano anche come evitare gli sprechi, come partire dalla raccolta differenziata, come ridurre i conferimenti e devo dire molto altro ancora. I nostri giovani sono anche preoccupati per il loro futuro. Debbo dire che questo Governo, ma oramai credo tutti i gruppi lo sappiano perfettamente, passerà alla storia per l'abuso della fiducia, per la chiusura al dialogo e al dibattito. Oggi, la maggioranza di Governo approverà un provvedimento limitato, che non ha organicità fondamentale per proteggere l'ambiente e raggiungere - lo ripeto ancora - la neutralità climatica. Questo decreto-legge si occupa di valutazioni ambientali per accelerare i progetti strategici legati al Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Introduce un concetto che è la definizione delle acque affinate con l'intento di riuscire a ravvenare le falde, ma non si trova traccia, purtroppo, di un programma o di risorse per raggiungere questo obiettivo. Quindi, che cosa succederà?
Che continueremo a patire la siccità e non riusciremo a ravvenare le falde. Peccato!
Bene le semplificazioni sui rifiuti attraverso i conferimenti nelle aree ecologiche: per la verità, già oggi avvengono perché abbiamo sindaci illuminati che, devo dire, su questo tema sono decisamente avanti. Non si sostiene la gestione ambientale; si tenta di rafforzare i poteri ma non gli strumenti utili ai presidenti di regione per agire sul dissesto idrogeologico. Chissà se gli italiani si sono abituati ai titoloni dei decreti: Salva casa, Svuota carceri, Cutro, Siccità! Parlando con i colleghi di maggioranza emerge la preoccupazione sulla sempre più ridotta centralità del Parlamento e sul ruolo delle Commissioni.
Certo, le divisioni della maggioranza penalizzano gli italiani: diverse visioni su Europa, sull'Ucraina, sull'autonomia differenziata, sul canone Rai e sul MES.
Sull'immigrazione: il fallimento del Governo. Le somme ingenti investite in Albania potevano essere utilizzate sulla tutela ambientale del Paese, sulla riduzione delle liste d'attesa, sulla scuola e per rafforzare i controlli su mille e più impianti a rischio; e parlo di Calenzano e delle mancate ispezioni. Al sistema controlli ambientali servirebbe più personale - questa è una cosa di ieri e di oggi, lo leggiamo sui giornali - ma purtroppo è una realtà. Sappiamo che le regioni dispongono ciascuna di 10-15 ispettori. Sappiamo che gli ispettori nazionali sono 6, i morti che piangiamo insieme alle famiglie sono 5, 26 i feriti e ancora un disperso. Il voto del gruppo di Azione-PER è contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Vice Ministro, onorevoli colleghi e colleghe, il decreto del quale a breve voteremo la conversione in legge riguarda una serie di disposizioni urgenti per la tutela ambientale del nostro Paese, la razionalizzazione dei procedimenti autorizzativi, la promozione dell'economia circolare, le bonifiche dei siti contaminati e la mitigazione del dissesto idrogeologico, questioni, a mio avviso, molto rilevanti.
Quello della tutela dell'ambiente non è un tema esclusivo di una parte, ma è una responsabilità collettiva che riguarda tutti e che sta particolarmente a cuore al nostro gruppo di Noi Moderati. La differenza, però, sta nei modi in cui si affrontano i problemi. Noi rifuggiamo l'ideologia e tutto ciò che si configura come un estremismo ambientalista, preferendo, invece, un approccio più razionale e orientato alla concretezza.
Siamo convinti che il futuro delle nostre comunità, delle nostre imprese e delle generazioni che verranno dipende da quanto oggi saremo capaci di agire con lungimiranza e determinazione.
Ritengo che questo decreto rappresenti un passo avanti sotto diversi profili. In primo luogo, la semplificazione dei procedimenti di valutazione di impatto ambientale e delle autorizzazioni integrate ambientali rappresenta un elemento centrale per bilanciare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale. Occorre accelerare la realizzazione dei progetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza e al Piano nazionale integrato per l'energia e il clima e non possiamo permetterci che lungaggini burocratiche possano bloccare opere strategiche per il nostro Paese. Ovviamente, sarà opportuno vigilare affinché questa semplificazione non comporti mai una riduzione delle tutele ambientali.
In secondo luogo, la promozione dell'economia circolare: non è solo una scelta ambientale ma una straordinaria opportunità economica. Il decreto enfatizza l'importanza della gestione sostenibile dei rifiuti introducendo incentivi per il riutilizzo delle risorse e la riduzione degli sprechi. Sono previsti strumenti per misurare e migliorare la circolarità dei processi produttivi. Gli incentivi previsti aiuteranno imprese e cittadini ad adottare modelli più sostenibili, riducendo sprechi e creando valore. In questo ambito sarà cruciale il monitoraggio dei risultati per valutare l'effettiva efficacia delle misure introdotte.
Il terzo punto è il tema delle bonifiche dei siti contaminati, un problema particolarmente sentito. Troppe aree del nostro territorio sono state per anni abbandonate a situazioni di degrado, che hanno compromesso non solo l'ambiente ma anche la possibilità di sviluppo economico. Il provvedimento che stiamo per votare prevede l'aggiornamento dell'elenco dei cosiddetti siti orfani, deroghe specifiche e fondi per accelerare le operazioni di bonifica, interventi che mirano a rigenerare aree contaminate e a promuovere nuovi utilizzi economici o sociali dei terreni. Il potenziamento delle risorse destinate a queste operazioni è un segnale chiaro di attenzione verso i territori più fragili.
Infine, il contrasto al dissesto idrogeologico, che non è più rinviabile. Le immagini delle alluvioni, delle frane e dei territori devastati sono un monito costante. Questo decreto dà risposte concrete, ad esempio rafforzando il ruolo dei commissari di Governo e migliorando il finanziamento degli interventi. Tuttavia, sarà fondamentale garantire una programmazione di lungo periodo, che non si limiti a tamponare le emergenze ma lavori per prevenirle.
Consentitemi di aggiungere un'ulteriore riflessione. La transizione ecologica non deve spaventare, ma deve essere vista come un'opportunità per innovare. In un Paese come il nostro, ricco di talento, di imprenditorialità e di competenze, ogni investimento in sostenibilità può tradursi in crescita economica e occupazionale. Questo decreto riconosce questa potenzialità, ma starà a noi e al Governo fare in modo che le risorse vengano utilizzate in maniera trasparente ed efficace, coinvolgendo i territori e le comunità locali.
Infine, un'attenzione particolare va riservata necessariamente alle future generazioni, ai giovani. Con questo provvedimento diamo un messaggio chiaro: non vogliamo lasciare a loro un Paese in crisi ma un'Italia più forte, più sicura e più attenta ai bisogni ambientali. Annuncio, quindi, che il voto del gruppo Noi Moderati sarà favorevole. Crediamo che questo decreto rappresenti un'occasione per dimostrare che la politica può agire con responsabilità e con visione. Continueremo a lavorare con impegno affinché la transizione ecologica sia davvero un'opportunità per tutti gli italiani: per chi lavora, per chi produce e per chi spera in un futuro migliore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.
ERICA MAZZETTI(FI-PPE). Grazie. Presidente, Vice Ministro, il provvedimento che oggi va al voto è di estrema importanza per quanto riguarda le politiche ambientali ed energetiche nazionali. Ringraziamo il Ministro Pichetto Fratin per il lavoro svolto e per la sua disponibilità a dare seguito alle numerose istanze parlamentari. Il lavoro di Forza Italia si è concentrato su alcune tematiche fondamentali: energie rinnovabili, gas, acqua, rifiuti e dissesto idrogeologico, ma anche proposte di valorizzazione delle risorse, acqua, rifiuti radioattivi e biocarburanti, poi trasfuse in ordini del giorno accolti.
Quanto alle energie rinnovabili si torna nuovamente sulla disciplina delle valutazioni ambientali, intervenendo sull'ordine di priorità di trattazione dei procedimenti di competenza delle commissioni VIA e VAS e PNRR-PNIEC e sulla valutazione di compatibilità paesaggistica del progetto.
Nell'ambito degli argomenti da trattare nelle commissioni VIA e VAS la priorità è prevista per gli impianti di produzione di idrogeno verde, potenziamento e integrale ricostruzione di impianti alimentati da fonti eoliche o solari per i progetti fotovoltaici e agrovoltaici.
Con l'emendamento di Forza Italia sono stati considerati prioritari anche gli interventi per i progetti di nuovi impianti di accumulo idroelettrico mediante pompaggio puro che prevedono, anche attraverso il ripristino delle condizioni di normale esercizio degli invasi esistenti, l'incremento dei volumi di acqua immagazzinabili.
Con un altro emendamento di Forza Italia si è stabilito che i soggetti che rappresentano una richiesta di VIA su progetti per l'installazione di impianti da fonte rinnovabile debbano presentare una dichiarazione attestante la legittima disponibilità, a qualunque titolo, della superficie su cui realizzare l'impianto, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse.
Connessa a questa impostazione c'è l'articolo 3, che rafforza il lavoro che il Ministro Pichetto Fratin sta svolgendo in materia di sicurezza idrica. Si introduce la nuova definizione di acque affinate, che include, oltre alle acque urbane, le acque reflue domestiche e industriali.
Si chiariscono i limiti entro i quali le regioni non violano le norme nei casi di deterioramento dello stato qualitativo dei corpi idrici, anche comunicando alle Autorità di bacino le contromisure adottate, prevedendo che l'accrescimento artificiale dei corpi sotterranei possa essere effettuato impiegando anche le acque affinate. Si amplia la definizione di Servizio idrico integrato, ricomprendendo anche il riuso delle acque reflue.
Il riutilizzo delle acque non rappresenta una novità per Forza Italia, tuttavia le crescenti pressioni di origine antropica sulla risorsa idrica e la generale maggiore attenzione ai temi della sostenibilità hanno accresciuto la valenza di questa risorsa. Il regolamento dell'Unione europea del 2020 ha inteso incentivare il riuso delle acque, stabilendo criteri comuni e prescrizioni minime per tutti i Paesi dell'Unione. Con riferimento allo sviluppo di questo comparto, possono essere significative le analisi effettuate da enti predisposti, considerando che è stato stimato un utilizzo attuale delle acque reflue depurate nella misura del 4 per cento, a fronte di un potenziale stimato pari al 20 per cento.
Con apposito ordine del giorno a mia prima firma abbiamo chiesto al Governo di promuovere l'adozione, in via sperimentale, di un meccanismo similare a quello dei certificati bianchi, sotto forma di titoli e certificazioni di risparmio idrico e uso efficiente della risorsa acqua, con l'obiettivo di sostenere la riduzione dei consumi di acqua, in particolare, nel settore industriale.
Forte attenzione è stata data anche al gas, da tempo chiesta da Forza Italia. Mi riferisco, in particolare, alla sostituzione sostanziale degli effetti del Piano per la transizione energetica delle aree idonee del 2019, volto ad individuare un quadro definitivo di riferimento delle aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, che, di fatto, ha bloccato l'estrazione del gas naturale per troppi decenni.
Ancora, ricordo la riduzione da 12 a 9 miglia dalla linea di costa e dalle aree protette del perimetro dell'area in cui vige il divieto di svolgimento delle attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi a mare. Penso all'introduzione della disposizione volta a rafforzare la procedura grazie alla quale viene garantito alle imprese gasivore l'approvvigionamento di lungo termine del gas naturale di produzione nazionale a prezzi ragionevoli. Con la crisi del settore è fondamentale questo provvedimento. In sostanza, si stabilisce un luogo fisico dove prelevare il gas destinato a questa operazione e, cioè, l'alto Adriatico, laddove sussiste un importante giacimento che finora l'Italia non ha potuto sfruttare a causa del PiTESAI e che è, invece, sfruttato dai Paesi confinanti.
Penso al rafforzamento delle misure per lo stoccaggio della CO2, rispetto alla quale i progetti italiani prevedono il reinserimento dei giacimenti di idrocarburi esauriti, con priorità per l'esame dei relativi progetti in commissione VIA.
Per quanto riguarda i rifiuti - altro tema fondamentale sul nostro territorio nazionale e locale -, c'è la proroga a tutto il 2027 delle deroghe sui valori limite di ammissibilità dei rifiuti da collocare in discarica. Si introducono modifiche alla normativa relativa agli scarti derivati dalla manutenzione del verde privato che, se prodotti nell'ambito di un'attività di impresa, vengono finalmente classificati come urbani e non speciali.
È necessario intervenire sui materiali provenienti dalla realizzazione di interventi relativi al subportuale e alla diga foranea di Genova, nonché sui materiali di dragaggio dei porti liguri, assimilandoli al trattamento riservato alle macerie del Ponte Morandi in fase straordinaria. Si introducono semplificazioni in materia di gestione dei rifiuti da imballaggi e delle plastiche e degli altri materiali accidentali pescati.
Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico - altro tema fondamentale per il nostro Paese, di interesse territoriale da Nord a Sud, isole comprese -, si attribuisce priorità, ai fini dell'insediamento nel Piano nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, ai progetti già beneficiari delle risorse del Fondo per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Si rafforzano i poteri di intervento del Comitato dei Ministri per gli interventi nel settore della difesa del suolo, in particolare prevedendo il parere della Conferenza unificata.
Stanziamo 10 milioni di euro per l'anno 2024, per l'attuazione delle convenzioni tra il commissario straordinario per l'alluvione del 2023 in Emilia-Romagna, parte della Toscana e Marche ed i soggetti di cui è autorizzato ad avvalersi per lo svolgimento delle sue funzioni.
Si autorizzano le Autorità di bacino distrettuali ad assumere personale a tempo indeterminato, nel limite di spesa di 6 milioni di euro, a decorrere dal 2026, prevedendo l'obbligo per i soggetti attuatori degli interventi finalizzati per mitigare il dissesto idrogeologico sul territorio nazionale di alimentare il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo - una vera e propria pianificazione con una piattaforma che, anche qui, da troppi anni mancava -, a prescindere dalla fonte di finanziamento, al fine di assicurare la completezza del quadro tecnico-conoscitivo.
Rammento, infine, tre norme di particolare importanza. La prima riguarda le misure per il raggiungimento, entro la scadenza prevista, degli obiettivi del PNRR di riqualificazione dei siti orfani, cioè di quei siti contaminati che non siano stati bonificati dai responsabili inadempienti. La seconda fa riferimento alla fissazione al 31 dicembre 2029 del termine nel quale dovranno essere attuati gli interventi di bonifica e di riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara, con il rafforzamento della struttura commissariale. La terza riguarda la proroga a tutto il 2025 delle attività di Cassa depositi e prestiti per erogare finanziamenti al Piano Mattei. Si tratta di ben 500 milioni destinati a sostenere iniziative e progetti promossi nell'ambito delle iniziative in Africa, in particolare nel settore dell'energia e dell'ambiente.
Termino il mio intervento facendo sempre un grande ringraziamento a tutto il Governo, ma, in particolare, al Ministro Pichetto Fratin che, in poco più di due anni, ha interpretato in modo diverso la transizione ecologica ed energetica, andando nella direzione del bene comune sicuramente, non più di una aggiunta di energia, ma di una vera e propria transizione, nel rispetto della persona e, in particolare, di chi fa impresa, che per noi è fondamentale. Dunque, siamo di fronte a un provvedimento che integra e completa l'azione del Governo di centrodestra in materia di energia e ambiente. Pertanto, il voto di Forza Italia non può essere che favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Governo, colleghi tutti, io parto con una domanda: perché il decreto lo avete chiamato “tutela dell'ambiente”? È sicuro che non avete sbagliato qualcosa? Perché a me sembra che vada nel verso contrario. Questo è un inno alle fonti fossili, lo vogliamo dimostrare, adesso lo dimostriamo con quello che andremo a dire. E, poi, vogliamo capire quale era questa urgenza. Abbiamo l'ennesimo decreto d'urgenza: il Parlamento come al solito è messo da parte, oramai è diventato spettatore di quello che questo Governo sta facendo. Probabilmente, mi direte: noi lo facciamo per il bene dei cittadini, lo facciamo per il bene delle imprese. Ma magari. È chiaro, come ho già detto, che non lo fate per il bene dell'ambiente, perché è qualcosa che proprio non vi appartiene, proprio a pelle. Ma dimostriamo perché non c'è nulla nemmeno per le imprese, non c'è nulla per migliorare la vita dei cittadini.
Mi dite quale urgenza c'era per continuare a trivellare il nostro mare? Voi potete dirmi che è importante perché abbattiamo le bollette, perché le nostre imprese hanno costi più bassi, perché abbiamo il nostro petrolio, il nostro gas. Questa è una bugia dalle gambe cortissime. È una bugia perché, oltre al fatto che i pochi barili di petrolio che verranno fuori sono veramente una miseria, si sa che non sono del Governo, sono di privati e, in una legge di mercato internazionale, non vanno alle imprese italiane, non vanno ai cittadini italiani, vanno venduti al miglior offerente in un'asta internazionale. Quindi diciamolo ai cittadini: questo petrolio non resta in Italia. È una cosa che è giusto raccontare.
Ma a parte questo, cosa resterà in Italia? Qui abbiamo l'altro lato. Non abbiamo risollevato l'economia, perché, se mi avete avvicinato la possibilità di trivellare da 12 miglia a 9 miglia, ci stiamo vendendo anche la costa italiana. Anzi, non noi, voi state vendendo la bellezza della costa italiana, sempre per questi pochi barili di petrolio. Quindi creiamo problemi a che cosa? All'economia della pesca, all'economia del turismo e sappiamo che l'Italia di turismo vive. E, guardate, le trivelle sono proprio in quelle zone dove il turismo è veramente molto forte. Quindi, quale urgenza c'era? Qui non l'abbiamo capito. Passiamo a un'altra cosa, a un'altra urgenza pazzesca.
Quale urgenza c'era di inserire, fra i progetti che avete chiamato strategici per i Paesi, la cattura e lo stoccaggio della CO2, i cosiddetti CCS? Allora, parliamo anche di questi. La collega prima ha parlato della polvere sotto il tappeto. Perché? Perché abbiamo CO2 nell'atmosfera e diciamo: allora decarbonizziamo; la prendiamo, la infiliamo sotto il tappeto, ossia la recuperiamo e la mettiamo, magari, insufflata in qualche nostro giacimento esaurito. Il punto è che questa tecnologia è vecchissima (parliamo del 2000-2002). Io ricordo le tesine che facevo fare ai miei studenti nel 2002; poi venne fuori questa tecnologia che poi non è andata avanti, non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Perché non è andata avanti? Un imprenditore, se qualcosa funziona anche dal punto di vista economico, non la abbandona. Guardate, non voglio parlarvi di ambiente, perché so che tanto non ci capiamo, ma parliamo di economia. È stata abbandonata perché non funzionava nemmeno dal punto di vista economico. Allora io mi chiedo: perché adesso è tornata alla ribalta? È tornata alla ribalta semplicemente perché quello che stiamo cercando di fare è una decarbonizzazione, prendendo questa CO2 dall'atmosfera; una cosa assurda, ma perché vogliamo continuare a utilizzare i combustibili fossili.
Per questo continuiamo a dire che questo decreto di urgenza è esattamente un inno alle fonti fossili, ossia, praticamente, quello che ci hanno detto in Europa, quello che hanno detto all'ultima COP. Forse anche noi l'abbiamo detto, come Governo, che dobbiamo decarbonizzare? Ma no, noi andiamo assolutamente nella parte opposta.
Invece, vorrei parlarvi dell'urgenza che non c'è. Come la canzone del nostro Bennato, “L'isola che non c'è”, voi avete fatto l'urgenza che non c'è. Quando ho un decreto d'urgenza, cosa devo fare? Devo pensare alla mia comunità, alla messa in sicurezza dei territori, alla gestione della siccità e delle alluvioni, alla sussistenza alimentare, perché se abbiamo problemi di acqua con l'agricoltura avremo problemi anche alimentari, di sussistenza; a salvare i cittadini dal caro vita e intervenire, quindi, sui costi delle materie prime, che sono quelle che, chiaramente, servono per fare i beni di prima necessità; beni che continuano ad aumentare nel tempo i loro costi perché, chiaramente, le materie prime aumentano i costi. Perché? Perché sono limitate, ma noi qui non abbiamo fatto un granché, come economia circolare. Io non ho trovato quasi nulla di tutto questo. Guardate, voi potete dire: voi siete qui, dateci dei consigli. Noi ci abbiamo provato, ma perché ci avete bocciato tutti gli emendamenti? Avevamo una serie di emendamenti, appunto, sulla gestione dell'acqua: l'etichettatura con l'impronta della che, in parole semplici, significa: diciamo ai cittadini, mettendo questa etichetta, in che modo quel prodotto ha meno acqua dell'altro, quindi i produttori sono invogliati a cambiare, a fare , a produrre prodotti che non hanno acqua all'interno, quindi vi è un discorso di recupero di acqua che non andiamo, quindi, a sprecare. E poi, ancora, vi è il problema del drenaggio delle acque urbane e piovane. Noi abbiamo città che si allagano quando c'è un'alluvione. E perché? Perché abbiamo problemi di drenaggio, ma, magari, semplicemente il pozzetto si è chiuso. Anche qui abbiamo inserito un fondo. Abbiamo inserito un italiano. In Europa c'è un . Che cos'è? È una strategia, con una serie di azioni, appunto, che servono per portare avanti, al primo posto, il tema della siccità, perché è un problema elevatissimo. Ma come dire, non ci avete ascoltato su nessuna linea, tutto questo è stato bocciato. Questo ci dispiace, perché noi continuiamo a dire: siamo qui in Parlamento, siamo stati portati qui dai cittadini perché portiamo le loro istanze, cerchiamo di migliorare la loro vita.
Ma, continuiamo a parlare, quindi, di urgenze che, finora, non abbiamo visto, e come nella canzone di Bennato: «E a pensarci, che pazzia, è una favola, è solo fantasia, e chi è saggio, chi è maturo lo sa, non può esistere nella realtà». Qui non esiste nella realtà che questo Governo ponga al primo posto il benessere dei cittadini. Per questo motivo, io dichiaro il nostro voto contrario a questo decreto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bof. Ne ha facoltà.
GIANANGELO BOF(LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, vorrei intanto ringraziare il Vice Ministro Gava, anche con riferimento al lavoro che è stato fatto in Commissione al Senato su questo provvedimento, un lavoro puntuale, preciso e che va verso la giusta direzione, ossia quella della semplificazione e per far ripartire questo sistema; anche perché, checché se ne dica, le migliorie ambientali, l'ambiente più pulito lo si fa attraverso azioni, investimenti, interventi che sono necessari nella gestione del ciclo dei rifiuti e in tutte le altre cose, che poi vi citerò, che sono contenute in questo provvedimento.
Tra l'altro, le cose che poi vengono applicate in questo decreto - molte di queste - provengono da istanze che sono venute proprio dalle Commissioni, dalle audizioni in Commissione, dagli del settore, che hanno chiesto a gran voce proprio queste tipologie di interventi.
La transizione energetica, la decarbonizzazione, le energie rinnovabili e la sicurezza energetica non possono più essere ostaggio di una lunga burocrazia; servono risposte e tempi certi perché, ahimè, il mondo di chi intraprende in questi settori ha bisogno di risposte e tempi certi.
La semplificazione burocratica non è più solo un vezzo per il nostro Paese, ma è un bisogno inderogabile di un Paese che ha bisogno di correre. Gli impegni che noi abbiamo assunto nella COP29 sono ambiziosi e rigorosi, così come garantire nel nostro Paese sicurezza e indipendenza energetica. Le tematiche prioritarie sono intanto il superamento delle criticità delle VIA, che spesso bloccano interi settori. Le procedure servono e devono esserci, però devono essere efficaci e razionali; i tempi delle istruttorie devono essere certi e ridotti, soprattutto per i progetti strategici del nostro Paese.
Altro ambito è (ne troviamo diversi nel nostro Paese) la semplificazione dell'iter per la bonifica dei siti orfani, quando non vi è più chi li può gestire, perché non c'è più, e deve intervenire lo Stato; in questo caso, le procedure devono essere semplici, rapide e consentire la messa in sicurezza dell'area nei tempi più brevi possibili.
Poi vi è la revisione del quadro normativo per le concessioni sugli idrocarburi per la ricerca, la prospezione e la coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, abrogando le disposizioni del Piano per la transizione energetica, da sempre contestato dalla Lega, e annullato dallo stesso TAR Lazio; quindi, ahimè, quello che diceva la Lega poi trova conforto anche nell'espressione del TAR.
Altra cosa importante è la messa in sicurezza dei territori e la bonifica dei siti contaminati: sono interventi che, generalmente, bisogna svolgere in situazioni molto problematiche ma, ahimè, anche qui, oltre alla fatica nell'intervenire, in questi casi non ci si deve mettere anche la burocrazia ad appesantire ancora di più le cose.
Importante per il nostro Paese, in prospezione futura e anche in termini geopolitici, è rafforzare il Piano Mattei nei Paesi africani, attraverso agevolazioni per le nostre imprese che decidano di realizzare investimenti nel continente africano, investimenti strategici sia per quei Paesi, ma anche e soprattutto per il futuro del nostro Paese.
In questo provvedimento abbiamo affrontato temi importanti, come gruppo Lega, nella fase anche emendativa; tutti interventi concreti, volti ad ascoltare le istanze che arrivano dai territori, per poi riuscire a tradurle in azione concrete e in risposte da dare. La sofferenza delle nostre autorità di bacino è ormai conclamata; la mancanza di organico all'interno delle autorità di bacino spesso non permette di dar luogo a tutte quelle progettazioni e a quelle necessità che hanno anche le amministrazioni locali. Penso, ad esempio, ai conoidi, alla soluzione del problema dei conoidi, che vanno esaminati nel caso, appunto, di zone con fragilità anche sismica e che, però, logicamente, necessitano di personale. Quindi, come gruppo, con un emendamento siamo riusciti a mettere 6 milioni di euro per rafforzare gli organici delle autorità di bacino, magari partendo da quelle che, in questo momento, sono anche un po' più sotto organico. Mi riferisco, magari, a quella che conosco e a me più vicina, quella delle Alpi orientali. Sono tutti interventi necessari per la mitigazione del dissesto idrogeologico, ma anche per la mitigazione del rischio sismico.
Altra cosa importante quando si fanno infrastrutture è il riutilizzo dei materiali di risulta delle opere infrastrutturali, nonché il dragaggio dei porti, come sottoprodotti che possono diventare una risorsa e possono essere utilizzati, anziché diventare un costo sotto forma di rifiuto speciale.
Molte volte gli ostacoli, quando non arrivavano da soli, in passato, ce li siamo anche creati, nel senso che, con questo provvedimento, andiamo a fare una proroga, nel rispetto dei termini comunitari, perché i nostri erano più stringenti rispetto a quelli comunitari, per la cedibilità dei rifiuti in discarica. Quindi, in questo caso, noi andiamo ad ottemperare a quelli che sono i termini che ci impone l'Unione europea, ma non andiamo a gravare con problemi le nostre imprese del settore, attraverso una tempistica ancora più restrittiva. Ad esempio, con questo provvedimento andiamo a facilitare anche quello che spesso viene citato anche dalle politiche , cioè lo smaltimento dei rifiuti e delle plastiche raccolte dall'ecosistema marino e dalle acque interne. È bene pulire i nostri mari e i nostri fiumi, ma se poi non “agevoliamo” - fra virgolette - tutta la gestione di quei materiali che vengono recuperati, è chiaro che abbiamo risolto un problema a metà o, forse, ne creiamo un altro.
Per quanto riguarda le strutture commissariali che stanno gestendo tutta la parte riguardante il dissesto idrogeologico dei territori dell'Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche, che sono stati colpiti dalle calamità del 1° maggio del 2023, si sono facilitate le procedure per i Commissari, consentendo l'avvio delle pratiche per stralci, anziché per blocchi unici, e, quindi, consentendo di far partire man mano quelle opere necessarie. In questo provvedimento, noi andiamo anche a semplificare la possibilità del ripristino e dell'accrescimento delle riserve idriche sotterranee con una maggiore gestione, che serve anche per quando ci sono le emergenze idriche. Ora, arrivo a una cosa che mi ha stupito, in realtà, quando l'ho letta. Mi stupisce che dobbiamo intervenire su una cosa che, per la gran parte dei cittadini, dovrebbe essere banale, ma - ahimè - con la grande burocrazia e con i legulei italiani dobbiamo andare a intervenire per togliere delle norme che non concedevano a coloro i quali, aziende o privati, portavano le ramaglie e gli sfalci del verde pubblico nella discarica per produrre, magari, biogas, e tutti materiali utili e non inquinanti, che fino ad oggi dovevano essere gestiti dalle aziende in maniera separata e particolare. Con questo decreto abbiamo deciso che si possono conferire nei centri di raccolta urbani, diventando una risorsa sia in termini energetici, sia in termini di utilizzo anche come biocombustibile, eccetera, per le nostre comunità.
Quindi, ben venga questa modifica e un buon lavoro ha fatto il Governo. Sicuramente ci rendiamo conto di quanto fosse complicata prima la gestione di una cosa che per qualunque cittadino doveva essere estremamente normale. La nuova disciplina per la programmazione e il finanziamento degli interventi di dissesto idrogeologico è affidata ai Commissari per riuscire a velocizzare e facilitare tutta la loro attività e per consentirgli di agire più velocemente, di operare più velocemente e di consegnare quelle opere, che sono finanziate dallo Stato, ai cittadini che ne hanno bisogno, garantendo più sicurezza ai territori e interventi più rapidi.
Questo provvedimento, quindi, è molto importante. È molto importante perché va nella giusta direzione, va nella direzione della semplificazione, va nella direzione dell'alleggerimento delle procedure. È giusto che vi siano le VIA, è giusto che vi siano le VAS e che vi siano i controlli, ma è giusto che queste non diventino un sistema per bloccare le opere. Una valutazione deve essere una valutazione che aiuta, magari, a migliorare l'intervento, ma non deve essere un elemento bloccante, come molto spesso accade. È un provvedimento molto importante, nella giusta direzione, per cui, come gruppo Lega-Salvini Premier, non possiamo che esprimere soddisfazione e un sicuro voto favorevole a questo provvedimento
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il provvedimento che ci apprestiamo a votare oggi ha il sintetico titolo di decreto Ambiente, una di quelle definizioni che il Governo usa per mandare messaggi propagandistici dei propri provvedimenti, che sono sostanzialmente tutti decreti con la fiducia - oggi contiamo la settantaquattresima di questa legislatura - e sono tutti titoli . Basti ricordare i decreti Flussi, Cutro, Siccità, Qualità dell'aria, Sud, Agricoltura, Salva casa, Liste d'attesa, Svuota carceri, Sicurezza, senza però che alcuno dei problemi indicati da questi titoli sia stato veramente risolto, nessuno.
Il nome vero di questo decreto-legge del Governo che il Parlamento si appresta a convertire è “Disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico”. Ecco, il titolo reale rende evidente quali siano le caratteristiche di questa nuova norma.
Si tratta di un intervento che ha un contenuto limitato, non affronta le grandi questioni della transizione energetica ed ecologica, non ha l'organicità e la completezza che occorrerebbero per proteggere l'ambiente e raggiungere la neutralità climatica o, semplicemente, per raggiungere quegli obiettivi che il Governo stesso si è dato, nel gennaio dello scorso anno, con la previsione di un riordino della materia ambientale, e che dovevano essere ricompresi in una relazione sull'esito dei lavori di una Commissione, appositamente istituita, e che avrebbero dovuto essere presentati nel settembre scorso come proposta di legge delega, ma che nessuno di noi ha avuto il piacere ancora di vedere, nemmeno in Commissione, perché, per quanto ne sappiamo, ancora non c'è. Dunque, difficilmente verrà rispettata anche la data del 30 giugno prossimo per i relativi decreti legislativi.
Questo decreto si occupa di valutazioni ambientali per accelerare i progetti strategici legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, che sono già due grandi fallimenti del Governo e della propria maggioranza. Quello odierno è un'ennesima “pezza”, si dice a casa mia, sulle inefficienze e sui ritardi del Governo e sulla sua totale mancanza di strategia. Interviene sui rifiuti con alcune semplificazioni, ma non sostiene davvero la gestione ambientale; rafforza i poteri, ma non gli strumenti, in capo ai presidenti di regione, riguardo al dissesto idrogeologico. È un decreto che non appare coerente con gli obiettivi di transizione energetica che l'Italia si è data nel quadro europeo e internazionale, perché le norme di questo decreto rischiano di ostacolare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, favorendo in maniera indiretta le fonti fossili.
Sono criticità che avevamo ampiamente previsto, in particolare a seguito dell'intervento che la Presidente del Consiglio dei ministri ha tenuto nella recente COP29 di Baku, enfatizzando tecnologie come gas fossile e biocarburanti, marginali rispetto alle rinnovabili e dove ha compiuto una mossa incredibile, parlando di fusione nucleare e sconfessando platealmente il proprio Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica e i suoi Vicepresidenti. Dov'è il vostro pragmatismo? Vi chiediamo ancora una volta di fare pace con voi stessi e di essere chiari con gli italiani sulla direzione che volete far prendere al nostro Paese rispetto alla transizione energetica. Per molteplici ragioni, continuate con ambiguità e colpi di scena a rallentare la transizione ecologica, che spesso bollate strumentalmente come ideologica, ma è perché non avete coraggio, idee, autonomia, e distorcete il dibattito sulla transizione, mentre ostacolate azioni rapide e concrete contro la crisi climatica, distogliendo l'attenzione dalle tecnologie già disponibili più efficaci, come le rinnovabili, verso le quali mostrate costantemente una serie di resistenze.
L'opinione pubblica potrebbe essere portata a pensare che questo provvedimento - disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese - sia uno strumento fondamentale per occuparsi di un bene essenziale, che riguarda l'oggi, ma, soprattutto, le future generazioni, elaborando, in grande sinergia e collaborazione tra le forze politiche e parlamentari e i tecnici, all'interno di un percorso istituzionale partecipato. Invece no. I decreti-legge servono per sistemare alcune questioni puntuali che sono urgenti per il Ministro di turno, il passaggio parlamentare è un impiccio, serve far presto, andare veloci con la decretazione d'urgenza, perché, da una parte o dall'altra dei rami del Parlamento, si perde soltanto tempo. Il Governo, poi, pone l'ennesima fiducia, chiedendo l'adesione acritica dei suoi fedeli parlamentari di maggioranza.
Insomma, un passaggio normativo come questo meritava un confronto aperto con le opposizioni, perché sul futuro dell'ambiente ci sarebbe bisogno sempre di equilibrio, responsabilità e condivisione, mentre su queste questioni il Governo esprime costantemente un misto di negazionismo, ambiguità, malafede, nostalgia del passato e fastidio per la sostenibilità, di cui vede solo i costi e non l'impellente necessità .
L'improvvisazione dozzinale del Governo con questi decreti-legge concepiti in questa maniera di miscellanea, che arrivano all'ultimo momento, pieni di criticità e contraddizioni rivelano una modalità anche procedurale inaccettabile, che svilisce l'autorevolezza e il ruolo del Parlamento. Al Senato, dove il testo era incardinato, vi è stato un tentativo di discussione nel merito, ma il Governo ha dato pareri tardivi, confusi e spesso cambiati nel giro di poche ore, umiliando talora il lavoro dei senatori sia di minoranza che di maggioranza, dove si sono viste le divisioni e le posizioni diverse, anche all'interno della maggioranza stessa.
Avete cercato, lì al Senato, di far approvare un emendamento gravissimo che prevedeva l'affidamento diretto del servizio idrico a società ma con la partecipazione obbligatoria di capitali privati. Avete provato - di fatto - a cancellare la volontà che gli italiani hanno espresso con grande chiarezza nel 2011, in occasione del referendum sull'acqua, e cioè che quel bene primario deve restare pubblico. E voglio dire qui, con grande chiarezza, che se quello che è uscito dalla porta, pensate di farlo rientrare dalla finestra con un emendamento sul bilancio che porti alla privatizzazione dell'acqua pubblica, noi ve lo impediremo .
Quanto al merito di questo “testo-macedonia”, noi avevamo presentato diversi emendamenti - ad esempio su come potenziare il contrasto al dissesto idrogeologico, alla siccità, soprattutto al Sud, in Sicilia e in Sardegna - ma non siamo stati ascoltati. Abbiamo chiesto di introdurre all'interno del sistema di valutazione del ponte sullo Stretto la possibilità di un parere obbligatorio dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che si occupa di dare un parere sugli aspetti sismici. Eppure, anche questo emendamento che era a costo zero è stato bocciato, fregandosene appunto dell'affidabilità sismica del progetto. Sempre riguardo alla Sicilia, il Partito Democratico aveva proposto di risolvere anche la crisi industriale gravissima che riguarda il polo industriale siciliano.
Torno, però, Presidente, sulla timidezza, se non addirittura resistenza della maggioranza e del Governo alla promozione dell'energia da fonti rinnovabili. In questo provvedimento, mentre dichiarate in relazione che lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile sono il principale strumento per conseguire i macro-obiettivi della decarbonizzazione e la sicurezza energetica del Paese, in un quadro di forte instabilità, ignorate in realtà tra i progetti da considerare prioritari ai fini della valutazione ambientale, quindi per accelerarne lo sviluppo, alcune tecnologie innovative come gli impianti eolici , il fotovoltaico galleggiante, i progetti di , quegli impianti fotovoltaici di potenza inferiore ai 50 megawatt; mentre prevedete come prioritari gli impianti di stoccaggio di CO2 che mantengono in vita il modello fossile. Infine, confondete la sicurezza energetica, che dovrebbe significare autonomia e autosufficienza energetica da raggiungere con energie rinnovabili e pulite, con lo sfruttamento al massimo del gas presente nel sottosuolo nazionale. E così finite per ridurre la distanza dalle linee di costa in cui sono vietate la ricerca e l'estrazione di idrocarburi in mare, diminuendola da 12 a 9 miglia. Impudentemente, sotto il titolo dell'articolo, scrivete “coniugare esigenze di salvaguardia dell'ambiente con la sicurezza degli approvvigionamenti”. Consentite di fatto concessioni senza scadenza perché gli operatori potranno estrarre tutto fino a esaurimento dei giacimenti.
Concludo, Presidente. Noi del Partito Democratico, che consideriamo quello dell'adattamento e la mitigazione per il contrasto al cambiamento climatico come la sfida più importante per guardare al futuro, per guardare in faccia alle giovani generazioni con una responsabilità morale seria di garantire loro la salvaguardia della biodiversità e della sostenibilità del pianeta, non possiamo dare parere positivo a questo provvedimento. Presidente, è per quei tanti giovani che sono andati alla COP di Baku, che hanno sperato in soluzioni credibili e reali e che ne sono rimasti delusi anche dal Governo italiano e che vedranno anche in questo provvedimento l'assenza di quel cambio di passo deciso verso una vera transizione ecologica ed energetica, noi non possiamo dare parere positivo a questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mattia. Ne ha facoltà.
ALDO MATTIA(FDI). Grazie, Presidente. Vice Ministro, onorevoli colleghe e colleghi, il lungo iter parlamentare del disegno di legge - conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, già approvato dal Senato della Repubblica lo scorso 5 dicembre - è finalmente giunto alle sue battute finali. Non sfugge agli onorevoli colleghi il valore strategico del decreto in conversione per mezzo del quale il Governo Meloni ha inteso perseguire l'obiettivo di snellire, sburocratizzare le procedure amministrative per rendere più efficienti e spedite le misure per garantire una vera ed efficace tutela del patrimonio ambientale italiano, in particolare sul fronte della promozione dei progetti di economia circolare, sul fronte delle iniziative finalizzate alle bonifiche dei siti particolarmente compromessi e sul fronte degli interventi per prevenire il dissesto idrogeologico di queste vaste aree del Paese. Insomma, un provvedimento che risponde anche ad alcune delle priorità e delle direttrici di sviluppo che sono state indicate nel nuovo PNRR e nell'aggiornamento del PNIEC inviato alla Commissione europea lo scorso primo luglio, entrambi profondamente rivisitati per indirizzarli in modo univoco ai nuovi obiettivi strategici italiani e dell'Unione europea, resi più efficaci e compatibili con questo contesto produttivo economico e sociale italiano ed europeo.
Dunque, nell'ambito di un medesimo disegno organico e strategico, il provvedimento in conversione risponde in maniera indifferibile e urgente alla necessità di intervenire anche in materia di valutazione e autorizzazione ambientali perché, signor Presidente, non si poteva più andare avanti, come negli anni scorsi, bloccati dal solito antagonismo modaiolo di certa sinistra cosiddetta progressista , buona solo a dire “no” sia in Italia che in Europa, sempre pronta a manifestare contro e mai pro. Che ci piaccia o no, questi sono i tempi dell'antropocene, epoca della quale l'essere umano con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad incidere sui processi geologici. Ma per usare umilmente le parole del Papa: La terra va fatta fruttificare. Non va sfruttata come vorrebbe la cultura cresciuta nel mondo industrializzato. L'uomo è come il fattore, deve amministrare il campo. Ma poi deve rendere conto al padrone, cioè a Dio, creatore del giardino in cui viviamo. Per questo, certamente le attività umane vanno disciplinate e non possono e non devono rispondere solo a logiche sociali ed economiche, ma devono contemperare il rispetto e la tutela dell'ambiente che madre terra ci dona. Questo significa che l'uomo, l'essere senziente consapevole di sé e del mondo in cui vive ed opera, deve promuovere se stesso nell'ambiente e deve promuovere nel contempo l'ambiente in cui vive, insieme agli altri esseri viventi. Ma, ripeto, ma questo significa anche che non esiste l'ambiente a prescindere dall'uomo. La stagione della sostenibilità ambientale che non tiene conto che l'uomo è parte dell'ambiente è finita . La sostenibilità ambientale da oggi deve marciare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica e deve tener conto anche della specificità del contesto nazionale. E a chi ancora non riesce a capacitarsi di tale ineluttabile destino dico che la stagione del furore ambientalista e delle milizie verdi è finita.
Lo ripeto: è finita sia in Italia che in Europa, perché le direttive di Timmermans e le regole della decrescita felice sono state finalmente archiviate per manifesta incapacità di quel tipo di politiche di dare risposte esaustive e risolutive ai veri problemi della società e delle persone . Basti pensare ai disastri che sono stati fatti nel settore dell' e nell'agricoltura.
Parafrasando il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi, finalmente, possiamo affermare, senza più tema di smentita, che è arrivato il momento di rivedere quelle norme che rischiano di mettere in ginocchio l'industria europea e vanno usate e sostenute tutte le tecnologie a disposizione che contribuiscono ad abbattere le emissioni senza chiusure ideologiche, dannose per molte filiere. Proseguire uno sviluppo che coniughi davvero contesto socioeconomico produttivo ed ambiente, non mortificando nessuno dei due, significa anche rivedere le regole del gioco, che non penalizzino né l'ambiente, né il contesto socioeconomico produttivo.
Per questo, signor Presidente, e mi rivolgo a quella parte della sinistra che la vede come noi, forse, se oggi avrete il coraggio di uscire dai vostri steccati, affronterete la realtà per quella che è e non per quella che certa sinistra ci ha raccontato sino ad oggi.
Allora votiamo il provvedimento, quel segnale che i nostri concittadini aspettano da noi; regole e tempi certi nel rispetto delle competenze e delle sensibilità di tutti.
In ragione di queste considerazioni, il mio accorato appello al voto favorevole, a nome del gruppo parlamentare della Camera di Fratelli d'Italia, risiede nella valenza strategica che riveste il provvedimento in conversione, così come ulteriormente migliorato in sede di approvazione al Senato. Una valenza strategica che emerge senza alcun dubbio per le ragioni che vado ad esporre.
In primo luogo, la materia di valutazione e autorizzazione ambientale disciplinata dal codice dell'ambiente viene rivista nell'ottica della semplificazione dei relativi procedimenti per la promozione di investimenti in settori strategici per lo sviluppo del Paese e la tempestiva realizzazione degli obiettivi del PNRR e del PNIEC, allo scopo di superare definitivamente l'eccesso di complessità e farraginosità.
In secondo luogo, in particolare, la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti viene realizzata attraverso: una migliore definizione delle competenze tra Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Ministero per la Protezione civile e le politiche del mare e Ministero della Cultura; una più efficace scansione delle diverse procedure e dei rispettivi termini; una riduzione dei termini delle singole procedure.
In terzo luogo, per i progetti , come per i progetti di produzione energetica da fonte fotovoltaica, solare, termodinamica, a biomassa, a biogas, nonché di produzione di biometano, il proponente del provvedimento di VIA allega una dichiarazione sostitutiva di certificazione o di atto di notorietà attestante la legittima disponibilità e la legittima responsabilità, a qualunque titolo, della superficie su cui realizzare l'impianto.
In quarto luogo, viene predisposta una specifica disciplina degli interventi volti alla gestione delle acque affinate, includendo il riuso delle acque reflue, per far fronte alla crisi idrica, che riveste carattere di necessità e di urgenza, nell'ottica dell'impellente gestione delle conseguenze dovute ai fenomeni siccitosi, e viene individuato un commissario unico per la realizzazione degli interventi.
In quinto luogo, in materia di economia circolare, il provvedimento reca modifiche alla disciplina dei sistemi di gestione degli imballaggi e dei rifiuti, prevista dal codice dell'ambiente, al fine di disciplinare il riparto dei costi tra i vari soggetti coinvolti e ampliare gli obblighi di monitoraggio dei flussi di imballaggi, nonché modifiche relativamente agli scarti derivanti dalla manutenzione del verde privato, riconducendo la relativa gestione nell'ambito dei rifiuti simili ai domestici e, quindi, urbani.
Queste sono solo alcune delle misure previste dal decreto-legge n. 153 del 17 ottobre 2024 in conversione.
Come forza di maggioranza, vogliamo garantire tutto il nostro appoggio, ribadendo ancora una volta il voto favorevole del gruppo parlamentare della Camera di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2164:
S. 1272 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico" .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Colleghi, prima di passare al prossimo punto all'ordine del giorno, facciamo una breve pausa tecnica di 5 minuti. Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle ore 19,40.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2119-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 ottobre 2024, n. 160, recante disposizioni urgenti in materia di lavoro, università, ricerca e istruzione per una migliore attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Le Commissioni VII (Cultura) e XI (Lavoro) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione cultura, deputato Gerolamo Cangiano.
GEROLAMO CANGIANOGrazie, Presidente. Per quanto riguarda gli articoli sull'istruzione, della Commissione VII, ricordo l'articolo 3 sul Fondo unico per il pluralismo e l'innovazione digitale dell'informazione e dell'editoria. Il Capo II, invece, è composto da quattro articoli e reca “Disposizioni in materia di sistema universitario”. L'articolo 4 istituisce i quadrimestri quarto e quinto nell'ambito della tornata dell'abilitazione scientifica nazionale 2023-2025, al fine di garantire e di promuovere le politiche di reclutamento del personale docente in attuazione del PNRR. L'articolo 6 reca disposizioni in materia di universitario: il primo comma dispone, in particolare, che anche i beni immobili confiscati alla criminalità possano essere destinati a residenze e ad alloggi. L'articolo 7 autorizza la spesa di 5 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2024 e 2025, da destinare al Politecnico di Milano per il completamento degli interventi di ammodernamento strutturale e tecnologico del Campus detto “Campus Nord”.
Il Capo III è composto invece da cinque articoli in materia di istruzione.
L'articolo 8 promuove una visione internazionale degli ITS , anche nell'ambito del Piano Mattei. L'articolo 8-, invece, dispone che l'opzione “economico-sociale” del liceo delle scienze umane permarrà in via ordinaria. L'articolo 9 precisa che anche i vincitori di concorso per i posti di insegnante tecnico-pratico, che vi abbiano partecipato durante la fase transitoria, sono tenuti nel primo anno di servizio a conseguire l'abilitazione mediante il conseguimento dei CFU. L'articolo 10, invece, dispone l'incremento del Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa (il MOF). L'articolo 11, inoltre, prevede un incremento di 4 milioni di euro per il 2024 dell'autorizzazione di spesa per la fornitura dei libri di testo alle famiglie meno abbienti.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione lavoro, deputata Chiara Tenerini.
CHIARA TENERINIGrazie, Presidente. Per quanto di competenza della Commissione lavoro, l'articolo 1 reca misure per il contrasto al lavoro sommerso. Esso risulta composto da 11 commi. I commi 1 e 2 introducono modifiche volte a sostituire il riferimento all'ANPAL - soppressa a far data dal 1° marzo 2024 - con quello all'INAIL. In particolare, il comma 1 stabilisce che la cabina di regia che sovraintende alla rete del lavoro agricolo istituita presso l'INPS sia composta, tra gli altri, da un rappresentante dell'INAIL. Il comma 2, a sua volta, prevede che il Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, istituito presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e presieduto dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali (o da un suo delegato), allo scopo di promuovere la programmazione di una proficua strategia per il contrasto al fenomeno del caporalato e del connesso sfruttamento lavorativo in agricoltura, sia composto, tra gli altri, da rappresentanti dell'INAIL.
Il comma 3 sostituisce il comma 863 dell'articolo 1 della legge n. 208 del 2015, relativo ai criteri e alle modalità di accesso al Fondo per gli acquisti di macchinari agricoli o forestali innovativi sotto il profilo dell'abbattimento delle emissioni inquinanti, contenuti negli avvisi pubblicati dall'INAIL nel primo semestre di ogni anno. Il comma 4 sostituisce il comma 8 dell'articolo 29 del decreto-legge n. 19 del 2024 e specifica, rispetto alla previgente formulazione, che a seguito del rilascio dell'attestato di conformità, di cui al comma 7 del medesimo articolo 29, e per un periodo di 12 mesi dalla data di iscrizione nella Lista di conformità di cui al medesimo comma, il datore di lavoro è considerato a basso rischio di irregolarità. I commi da 5 a 9 dell'articolo 1 prevedono l'istituzione di indici sintetici di affidabilità contributiva relativi alla contribuzione previdenziale e assistenziale applicabile a due settori economici di imprese o lavoratori autonomi dal 1° gennaio 2026 e, successivamente, ad almeno altri sei settori. Il comma 11 interviene aggiungendo un comma 1- nell'ambito dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 124 del 2024, prevedendo che: “L'Ispettorato nazionale del lavoro assicura, con modalità tecniche dallo stesso definite, la possibilità di accesso al Portale nazionale del sommerso da parte delle pubbliche amministrazioni e degli enti che erogano o gestiscono fondi pubblici, per le finalità di verifica nelle attività di propria competenza, nel rispetto della vigente normativa in materia di tutela dei dati personali”.
L'articolo 2 reca interventi per fronteggiare la crisi occupazionale dei lavoratori dipendenti delle imprese del settore moda. Esso consente, per l'anno 2024, il riconoscimento da parte dell'INPS di un intervento di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti di datori di lavoro, anche artigiani, con un numero medio di dipendenti non superiore a 15 nel semestre precedente ed operanti in alcuni settori. L'ambito di questi ultimi è stato esteso in base alla riformulazione operata in sede referente: mentre il testo del decreto faceva riferimento esclusivamente al settore tessile, dell'abbigliamento, del calzaturiero e del conciario, la riformulazione, oltre all'introduzione del riferimento al settore della pelletteria, ha esteso l'ambito ai settori individuati dalla tabella A, nonché limitatamente alle attività svolte dagli addetti alle lavorazioni di montatura e saldatura di accessori della moda e al settore dei lavoratori di meccanica generale. L'intervento è riconosciuto nel rispetto di un limite di spesa pari a 73,6 milioni di euro per l'anno 2024; pari a 64,6 milioni di euro nel testo originario, e così modificato in sede referente.
Il comma 7 provvede alla copertura finanziaria dell'onere mediante corrispondente riduzione per un identico importo del Fondo sociale per occupazione e formazione. L'articolo 2-, inserito nel corso dell'esame in sede referente, esclude, per una determinata fattispecie transitoria di intervento straordinario di integrazione salariale, l'applicazione del contributo addizionale a carico del datore di lavoro, previsto dalla disciplina generale in caso di ammissione ai trattamenti ordinari o straordinari di integrazione salariale.
I trattamenti di integrazione salariale straordinaria interessati sono quelli riconosciuti entro il 31 dicembre 2023 in relazione a processi di transizione, riqualificazione e riconversione produttiva di imprese industriali, operanti in aree comprese nei piani di sviluppo strategico inerenti ad una ZES, limitatamente ai casi in cui tali processi siano realizzati da datori di lavoro che abbiano acquisito il controllo delle medesime imprese a seguito di partecipazione ad una procedura di avviso pubblico.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, Sottosegretaria Frassinetti, che vi rinuncia.
È iscritto a parlare il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Presidente, grazie. Siamo qui, di nuovo, a parlare del Piano nazionale di ripresa e resilienza che - è giusto ricordarlo ogni volta, perché c'è chi ha votato contrario e oggi si prende meriti che evidentemente non può avere - è un Piano straordinario fortemente voluto dall'Italia, che era presieduta dall'allora Premier Giuseppe Conte; un Piano fortemente voluto dal MoVimento 5 Stelle che ha permesso di riscrivere le priorità politiche europee. Per la prima volta è stato ipotizzato di avere un debito comune per creare opportunità di crescita comune ed è un Piano che, grazie al MoVimento 5 Stelle, manteneva anche un principio base, quello dei fondi europei, quello per cui dovevamo andare a colmare il che aveva il nostro Paese e, in particolare, il Mezzogiorno d'Italia.
Esiste un vincolo per legge - è previsto da un emendamento del MoVimento 5 Stelle - che impone il 40 per cento della spesa dei fondi del PNRR al Sud: sappiamo se sono stati spesi questi fondi? No, non possiamo saperlo perché il Governo non ha reso pubblici questi dati. Noi vorremmo sapere come vengono spesi i soldi e se sia stato rispettato questo vincolo: noi temiamo proprio di no.
Un altro tema a cui teniamo parecchio è quello della tutela dei minori: abbiamo un enorme rispetto a quanto si spende in Europa riguardo agli asili nido, ad esempio; nella mia città, Napoli, ne è esempio eclatante. Purtroppo, questo Governo ha voluto immaginare ancora, con i suoi provvedimenti come l'autonomia differenziata, di lasciare le cose come stanno, basandosi sulla spesa storica. Ed in realtà col PNRR andavamo proprio in un'altra direzione: questa è proprio l'evidenza della differenza che c'è tra un Governo del MoVimento 5 Stelle e quello di questa legislatura che è totalmente improntato sul mantenere le cose come stanno e mantenere le differenze così come sono, come se una parte di Paese non avesse gli stessi diritti dell'altro.
Allora, su questo tema che era centrale - gli asili nido - ci siamo battuti e continuiamo a batterci, ma invece questo Governo sembra aver alzato bandiera bianca con varie riscritture del Piano: molti asili nido sono proprio scomparsi e la situazione tende a peggiorare, non a migliorare.
Parliamo, poi, del tema lavoro che pure viene affrontato da questo decreto che - devo dire - avrebbe, come spesso accade, nobili intenti, ma poi si disperde. Noi, tra l'altro, su molti emendamenti che abbiamo presentato ancora non sappiamo che parere potremmo avere; il che cambierà chiaramente la postura del nostro gruppo parlamentare in funzione di un voto finale.
Comunque, l'ultima relazione sul PNRR, resa dal Governo al Parlamento, attesta che le risorse di garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL), già programmate, ammontano al 44,8 per cento di quelle ripartite alle regioni, vale a dire oltre 932 milioni su 2,08 miliardi ripartiti: la spesa già sostenuta è meno di 70 milioni, quindi sul fronte del lavoro i soldi ci sono, ma non vengono spesi.
E, dunque, a cosa serve quest'altro decreto? Per mettere delle toppe. Ancora toppe! Occorre però cambiare passo per impiegare i 5,5 miliardi di euro di risorse del PNRR destinate alle politiche attive del lavoro e alla formazione. L'attuazione territoriale della Garanzia occupabilità dei lavoratori è affidata a regioni e province autonome che adottano piani di attuazione regionali nel rispetto della cornice nazionale, rivista solo qualche mese fa.
Con il primo decreto ministeriale di adozione del programma il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha distribuito alle regioni il 20 per cento del finanziamento, pari a 880 milioni; per il 2023 sono stati ripartiti 1,2 miliardi; allora, ecco i nodi politici. Il Ministro Fitto ha lasciato Roma per Bruxelles con un bagaglio di meriti - rinvii, ritardi, riforme incompiute -, ha cambiato la , ha riempito il Parlamento di chiacchiere e il risultato è una promozione al ruolo di Vicepresidente della Commissione europea. Cosa ha lasciato al suo successore, Foti? La grande incompiuta, che è il PNRR.
Per tutti questi dubbi che ho espresso - e sono solo una parte - e soprattutto per il fatto che ancora dobbiamo conoscere il parere su tanti degli emendamenti che abbiamo presentato, noi rimaniamo qui a osservare, come chi osserva i cadaveri a bordo del fiume .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.
ROSARIA TASSINARI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Frassinetti, onorevoli colleghi, il provvedimento di cui oggi iniziamo l'esame è un decreto che interviene su diverse materie, tutte di estrema rilevanza.
Originariamente composto di 12 articoli, arriva in Aula arricchito e migliorato dal lavoro svolto in Commissione grazie alla collaborazione e al confronto tra gli esponenti della maggioranza e dell'opposizione. I primi 3 articoli recano disposizioni in materia di lavoro; in particolare si propone di contrastare in maniera sempre più incisiva il fenomeno del lavoro sommerso e i connessi fenomeni di sfruttamento; con questa disposizione abbiamo poi inserito nel nostro sistema normativo un ulteriore tassello nella lotta al lavoro irregolare che, come maggioranza, ci siamo proposti di condurre per un cambiamento concreto nel mondo del lavoro, per rispetto della legalità e per garantire la dignità e la sicurezza del lavoro. Vengono poi previste misure di integrazione salariale nei settori tessile, dell'abbigliamento, calzaturiero e conciario, settori che stanno attraversando un periodo di profonda crisi (non si sono ancora ripresi dalle conseguenze della pandemia); e a questo si aggiunge la congiuntura politica ed economica internazionale di incertezza, che non aiuta. In particolare, una norma prevede, per l'anno 2024, il riconoscimento da parte dell'INPS di un intervento di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti di datori di lavoro, anche artigiani, con un numero medio di dipendenti non superiore a 15.
Grazie all'approvazione di un emendamento presentato, tra gli altri gruppi, anche da Forza Italia in sede referente, la misura è stata estesa anche ai lavoratori dipendenti di datori di lavoro operanti nei settori che producono accessori e parti metalliche e che operano nella lavorazione e produzione del settore tessile. Viene introdotta una norma di interpretazione autentica in materia di esclusione del contributo straordinario percentuale a carico del datore di lavoro sui trattamenti di integrazione salariale straordinaria, nelle ipotesi di datori che attivano procedimenti di riqualificazione e riconversione delle imprese operanti nelle aree rientranti nei Piani di sviluppo strategico inerenti ad una ZES.
Vengono, inoltre, introdotte misure specifiche per i lavoratori del settore dell'informazione e dell'editoria giornalistica: il comparto dell'informazione, soprattutto per quanto riguarda la carta stampata, si presenta in profonda crisi, anche per le modalità di accesso alle informazioni dovute all'utilizzo di Internet e, in particolar modo, dei .
Sappiamo bene tutti che l'utilizzo della tecnologia digitale e il diffondersi dei sta determinando situazioni di crisi anche in altri settori nell'ambito culturale: infatti, il provvedimento interviene modificando la disposizione relativa alla determinazione del Fondo unico per il pluralismo e l'innovazione digitale dell'informazione e dell'editoria, da destinare al finanziamento di misure volte alla risoluzione di situazioni di crisi occupazionale; la modifica inserisce, tra tali misure, l'autorizzazione di spesa finalizzata a sostenere l'accesso anticipato alla pensione per i giornalisti professionisti, già iscritti all'Istituto nazionale di previdenza giornalisti italiani, dipendenti dalle imprese editrici di giornali quotidiani, di giornali periodici e di agenzie di stampa a diffusione nazionale.
L'articolo 4 interviene in materia di reclutamento del personale docente universitario, in attuazione del PNRR e, nello specifico, prevede l'istituzione, nell'ambito della tornata dell'abilitazione scientifica nazionale 2023-2025, di ulteriori 2 quadrimestri, il quarto e il quinto, al fine di garantire il regolare svolgimento delle procedure di abilitazione: tale intervento è adottato nelle more della revisione della legge n. 240 del 2010 che disciplina il sistema universitario ed è motivato dalla necessità di adeguare il contesto all'emanazione del decreto ministeriale n. 639 del 2024, che reca la determinazione dei gruppi scientifico-disciplinari e delle relative declaratorie. La misura interviene, inoltre, a differire al 31 dicembre 2026 il termine ultimo entro il quale ciascuna università può procedere, nell'ambito delle risorse disponibili per la programmazione, alla chiamata nel ruolo di professori di prima e seconda fascia e ricercatori a tempo indeterminato in servizio nel medesimo ateneo, che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica. Viene prorogata la durata del mandato dei componenti del consiglio universitario nazionale al 31 luglio 2025, nelle more della riforma dello stesso CUN.
Ancora in materia di università, il problema degli alloggi per gli studenti universitari fuori sede è costantemente all'attenzione delle cronache giornalistiche. I costi degli affitti troppo alti e la destinazione di molti appartamenti all'uso di residenza turistica costituiscono un ostacolo reale, difficile da superare per molti studenti universitari e per le relative famiglie, che non riescono a sostenere i costi di mantenimento dei figli fuori sede.
Con identici emendamenti di Forza Italia e della Lega, sono state inserite misure per agevolare i cambi di destinazione d'uso degli immobili, per realizzare nuove residenze universitarie e la possibilità di conversione di immobili in alloggi universitari, chiarendo che i limiti e le prescrizioni che possono essere superati riguardano anche le eventuali normative regionali e statali, fermo restando il rispetto della normativa in materia di sicurezza e di requisiti igienico-sanitari.
Mi preme soffermarmi, velocemente, anche sulla norma relativa alla promozione dell'internazionalizzazione dell'ITS , anche nell'ambito del Piano Mattei. Il sistema della filiera tecnologico-formativa degli ITS è stato fortemente voluto da Forza Italia. La proposta risale alla XVII legislatura, l'obiettivo era quello di assumere per questo segmento formativo la e il delle aziendali, come scuole d'impresa dove i giovani possano crescere e apprendere con una visione organizzativa capace di adattarsi al cambiamento e in stretta connessione soprattutto con le PMI, ossatura del sistema produttivo nazionale, che hanno estrema necessità di innovare e competere.
Fra i cinque pilastri del Piano Mattei, uno è infatti specificamente dedicato all'istruzione e alla formazione. Il nostro Paese attribuisce fondamentale importanza alla formazione professionale e alla promozione culturale, nell'ambito del partenariato con le Nazioni del continente africano. A tal fine, il decreto autorizza la spesa di 3,1 milioni di euro per l'anno 2024, per il potenziamento delle strutture e dei laboratori, anche presso sedi all'estero, nonché la spesa di un milione di euro per l'anno 2024, per l'ampliamento della relativa offerta formativa.
Ancora, con identici emendamenti Lega e Fratelli d'Italia, sottoscritti anche da Forza Italia, è stato introdotto l'articolo 8 che modifica la legge n. 206 del 2023 che ha istituito il percorso liceale del . Nello specifico, con la misura introdotta si prevede che l'opzione economico-sociale, oggi presente all'interno del percorso del liceo delle scienze umane, non confluisca più nei percorsi liceali del . L'impegno di Forza Italia, nell'ottica di tutelare e di promuovere l'istruzione, è testimoniato dai numerosi interventi che ci hanno visti protagonisti sin dalle scorse legislature.
Crediamo fortemente nell'importanza di sostenere l'accesso all'istruzione con pari opportunità e crediamo sia di fondamentale rilevanza qualsiasi intervento volto a sostenere quelle famiglie, ma soprattutto le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti che trovano nelle condizioni reddituali delle famiglie di appartenenza un possibile ostacolo alla piena fruizione del sistema di istruzione. È per questo che nel provvedimento è previsto un incremento di 4 milioni di euro, per il 2024, dell'autorizzazione di spesa per la fornitura dei libri di testo alle famiglie meno abbienti. Per questi motivi, ci esprimiamo favorevolmente sull'approvazione del provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). La ringrazio, signora Presidente. Non posso, purtroppo, condividere l'analogo ottimismo della collega Tassinari rispetto a questo provvedimento, che pur contiene delle misure che erano attese: penso a quelle relative all'abilitazione scientifica nazionale, penso alle disposizioni correttive che coprono anche un vuoto normativo relativo agli insegnanti tecnico pratici o all'incremento - purtroppo, però, solo per il 2024 e a fine anno - delle risorse relative all'acquisto dei libri di testo e alla distribuzione gratuita dei libri di testo.
Questo è un provvedimento - mi verrebbe da dire - che mescola al suo interno alcune disposizioni relative al lavoro, alcune relative al Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolar modo alle residenze universitarie, e altre disposizioni relative alla scuola. E, soprattutto per la parte di competenza della VII Commissione, non possiamo fare a meno di evidenziare come questo sia, in realtà, un provvedimento disorganico nel suo insieme, in cui, come spesso accade purtroppo con questo Governo, si affrontano magari le singole emergenze, senza però avere una visione di sistema e generale, ovviamente, rispetto alle materie che riguardano in particolar modo l'istruzione e la ricerca, e mi verrebbe un po' da dire anche rispetto ad altre misure inserite all'interno del decreto. Penso alla proroga, fino a luglio del 2025, del CUN che viene prorogato in attesa, però, di una riforma - come citata nello stesso articolo della legge - i cui contorni non sono stati ancora propriamente delineati e che, quindi, sembra un ennesimo rinvio in realtà a data da destinarsi. E, senza voler togliere ovviamente importanza anche ai soggetti che sono destinatari di questi provvedimenti, mi verrebbe un po' da dire che questo sembra essere un decreto di ordinaria amministrazione, più che un provvedimento epocale, se così vogliamo dire. Ce lo dicono anche alcune misure che sono inserite in questo provvedimento. È un decreto, tra l'altro, che il più delle volte sembra scritto in realtà dal Ministero dell'Economia e delle finanze piuttosto che dai Ministeri titolari delle singole competenze, se andiamo a vedere, per esempio, dove si vanno a recuperare le risorse per i progetti di internazionalizzazione relativi agli ITS per l'attuazione del fantomatico Piano Mattei e dei protocolli di intesa che sono stati siglati dal Ministro Valditara. Rispetto a queste risorse c'è stata - devo dire - una presa d'atto, una presa di coscienza, mi verrebbe da dire, da parte del Governo, anche dell'errore che era stato fatto rispetto alla copertura finanziaria di queste misure. Una copertura finanziaria fatta, ancora una volta, spostando delle risorse da un capitolo all'altro, in realtà, ma nuove risorse non si riescono ad intravedere quando si parla di istruzione, quando si parla di università: tutt'altro. Ce lo dimostra anche la legge di bilancio che ci apprestiamo a discutere nei prossimi giorni, prima in Commissione e poi in Aula. Ebbene, il piano relativo all'internazionalizzazione degli ITS , viene finanziato, veniva finanziato con quelle che erano le risorse destinate alla prevenzione e alla cultura della prevenzione all'interno dei percorsi scolastici, oltre alle risorse destinate alle spese per l'organizzazione dei concorsi.
È stata cambiata parzialmente la copertura, con un emendamento presentato dai relatori dopo che, oggettivamente, c'era stata un po' un'alzata di scudi, comprensibile e necessaria, da parte delle forze politiche e sindacali rispetto a tale copertura. È stata in parte modificata, ma in realtà la motivazione che il Governo stesso ci ha dato su questo è che sono stati recuperati, in realtà, dei fondi che altrimenti si sarebbero persi. Anche qui risorse che non si riesce a spendere, che non si sa spendere bene e, in questo caso, quando poi vengono spostate, non avranno ovviamente copertura: per quest'anno, queste missioni saranno coperte in questo modo, ma per i prossimi anni dove si andranno a trovare, in realtà, le fonti di copertura?
E non posso fare a meno di citare poi, sempre rispetto a questo provvedimento, la norma che è stata introdotta in Commissione, relativa proprio al percorso del , del liceo del e all'opzione economico-sociale dei LES, all'interno dei licei economico-sociali. Non mi piace dire “ve l'avevamo detto”, però ve l'avevamo detto. Ve lo abbiamo detto nel momento in cui siamo andati a convertire quel provvedimento , in quest'Aula, che era relativo proprio al liceo del che, anche per il numero di iscrizioni registrate nel primo anno di questo nuovo percorso - 375 alunni su scala nazionale - dimostra che, forse, un percorso “licealizzato” relativo al non sia stata proprio una scelta diciamo “azzeccata” in questo caso.
Ma quello che vi avevamo chiesto, quando eravamo andati a convertire quel provvedimento in Aula, era stato proprio questo: tutelare il percorso del liceo economico-sociale, salvaguardare un percorso, tra l'altro, che ha dato grandi risultati nel corso degli anni, ossia l'opzione economico-sociale. In un primo momento, addirittura nella versione iniziale del testo, lo si cancellava a beneficio del liceo del ; poi, la versione approvata alla fine da quest'Aula ha previsto che andasse a confluire nel liceo del , non tutelandolo. E il fatto che siate dovuti intervenire con una correzione, con un'inversione di percorso all'interno di questo decreto dimostra che le preoccupazioni che avevano espresso le forze di opposizione in quest'Aula erano fondate. E devo dire che sono preoccupazioni non del tutto fugate, perché, poi, anche qui, lo zampino del MEF sembra rispuntare alla prima curva. Anche qui l'emendamento che è stato approvato prevede, che cosa? Prevede che si salvi sì questo percorso, ma nel limite del contingente organico dei dirigenti scolastici, dei direttori dei servizi generali e amministrativi, dell'organico dell'autonomia e degli ATA.
Quindi, un percorso che sembra molto simile a quello che è il termine classico, che troviamo in molti provvedimenti della maggioranza, a invarianza finanziaria, sostanzialmente. Sarà interessante vedere poi come questa invarianza finanziaria, come questo percorso, in realtà, di invarianza di organico consentirà effettivamente di far coesistere il percorso del liceo del insieme all'altro percorso.
Devo dire che, negli emendamenti che avevamo depositato e che abbiamo discusso anche in Commissione e che domani saranno ripresentati in Aula, avevamo provato anche a porre questioni importanti, relative al tema del costo e alla gratuità dei libri di testo, misure di , in questo caso, a sostegno delle famiglie e degli studenti, delle misure che riguardavano, ad esempio, la situazione grave del personale ATA assunto con contratti a tempo determinato per Agenda Sud per il PNRR, che si sono trovati - c'erano stati anche emendamenti, poi ritirati, della maggioranza -, che sono stati abbastanza illusi, mi verrebbe da dire, da parte del Governo. I loro contratti sono scaduti a giugno di quest'anno, l'orizzonte temporale del PNRR è entro il 2026 e, in questo momento, quel personale non lavora nelle scuole. Si trova in una situazione sostanzialmente di limbo, nell'incertezza più totale, un'incertezza che, in realtà, coincide con un non impiegare il proprio servizio all'interno delle istituzioni scolastiche; istituzioni scolastiche che, tra l'altro, sono impegnate in maniera molto intensa, in quest'anno e nei prossimi due, nell'attuazione e nella realizzazione di quei progetti legati al PNRR.
Questo decreto, per queste motivazioni, ci sembra insoddisfacente, oltre che per l'altra misura ponte, tampone - mi verrebbe da dire -, che è quella che riguarda le residenze universitarie, dove si interviene ulteriormente. Ormai è una sorta di processo a puntate; in questo caso, prima l'istituzione del commissario per il raggiungimento, entro il 2026, di questo orizzonte sempre più lontano dell'obiettivo dei 60.000 posti letto delle residenze universitarie, quello che risponde, effettivamente, a un bisogno che gli studenti universitari hanno denunciato più volte.
Davvero, colleghi, nessuno è soddisfatto del fatto che non si raggiunga questo obiettivo, perché non riguarda il rapporto di forza tra maggioranza e opposizione. Riguarda la vita quotidiana degli studenti e delle loro famiglie, le possibilità che loro possono e debbono avere di poter avere un posto letto senza dover pagare, ovviamente, quelli che sono costi di affitto che si aggirano sui 416 euro al mese per posto letto, in questo senso, gravando in maniera pesante sulle scelte poi che gli studenti e le loro famiglie si trovano a fare. Tuttavia, anche qui, si interviene, appunto, con misure tampone, che non si sa poi quanto dureranno, fino al prossimo decreto, in cui sarà necessario magari ulteriormente intervenire per semplificare. Noi, anche nelle audizioni che avevamo fatto su questo punto con le associazioni studentesche che erano intervenute in Commissione, che avevano portato anche contributi costruttivi al raggiungimento di questi obiettivi, avevamo cercato di favorire anche un dialogo, anche di proporre appunto una condivisione. Infatti, questa è necessaria, perché sappiamo anche delle difficoltà degli enti locali a rispondere ai bandi per realizzare i posti letto e le residenze universitarie. Tuttavia, forse c'è bisogno di una maggiore condivisione, anche da parte del Ministero dell'Università, degli obiettivi e delle risorse, ovviamente, per poterli conseguire, al di là dell'episodicità, pur importante, delle risorse chiaramente assegnate grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Eppure, siamo ancora molto lontani dal raggiungimento di un importante per il nostro Paese, un che potrebbe davvero incidere e favorire la creazione di un sistema universitario che sia più equo, più accessibile e, soprattutto, più inclusivo per gli studenti.
Questo decreto è un decreto che si tiene, insomma, in equilibrio tra una misura e l'altra, con un'invarianza - come ricordavo poco fa - finanziaria che precede in realtà di poche ore la discussione della manovra di bilancio, su cui, anche rispetto a questa, tanto rispetto alla scuola quanto rispetto all'università, che è l'altro grande capitolo che manca, che è pesantemente colpito dalla manovra di bilancio - basti solo citare la limitazione appunto al , basti citare il taglio pesante, subìto dal Fondo di finanziamento ordinario e i costi che sono che vanno a gravare, ulteriori, in realtà su quella su quel Fondo - ebbene, noi ci abbiamo davvero provato, in questo decreto e ancor di più nella prossima manovra di bilancio, a dare il nostro contributo costruttivo; per una costruzione di Paese che veda nella scuola, nell'istruzione e nella ricerca assi importanti, appunto, assi importanti su cui non si dovrebbe far cassa, su cui in realtà si dovrebbe incrementare investire seriamente.
Vedremo nelle prossime ore, alla prova della manovra di bilancio, quali saranno veramente i temi di discussione e se ci saranno, da parte della maggioranza di Governo, spazi reali di investimento su questi settori, che saranno molto importanti, appunto, per una discussione seria e costruttiva su questi temi. Noi ci auguriamo davvero che la maggioranza sia disponibile ad affrontare un dialogo, un confronto e un dibattito che siano costruttivi e proficui soprattutto per i temi che andremo a porre - lo è e lo sarà - e sarà importante perché a guadagnarci non sarà il rapporto tra maggioranza e opposizione, ma a guadagnare da un investimento serio in questi campi sarà il Paese e, soprattutto, il futuro di questo Paese .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Coppo. Ne ha facoltà.
MARCELLO COPPO(FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, oggi discutiamo un decreto-legge che affronta questioni fondamentali per il presente e per il futuro del nostro Paese: il lavoro, l'università, l'istruzione. Non sono temi isolati, perché si potrebbe dire che uno non c'entra con l'altro; invece sono molto collegati l'uno all'altro. Infatti, sono i pilastri di un sistema che deve essere in grado di garantire opportunità, crescita e coesione sociale.
Questo provvedimento, che Fratelli d'Italia sostiene con convinzione, rappresenta un passo concreto in questa direzione, affrontando, con pragmatismo ed efficacia, alcune sfide molto urgenti. Da una parte, il lavoro, perché sono aumentate le assunzioni a tempo indeterminato e, quindi, la stabilizzazione del mondo del lavoro. Però, noi non ci fermiamo, perché vogliamo fare sempre meglio, proprio perché il lavoro è parte fondante della nostra Repubblica; è l'articolo 1 della nostra Costituzione, insieme alla democrazia. Quindi, il fenomeno del lavoro sommerso è una grande piaga, che colpisce non solo i singoli lavoratori, ma anche il sistema economico nel suo complesso. La diffusione del lavoro nero genera disuguaglianze, alimenta lo sfruttamento e priva lo Stato di risorse fondamentali, privando anche i lavoratori del loro sostentamento futuro, proprio perché non hanno contributi versati.
Questo decreto non si limita a rafforzare i controlli, ma introduce strumenti innovativi per promuovere l'emersione spontanea del lavoro irregolare. Dobbiamo, infatti, smettere di sprecare accertamenti ove non servono. Nell'era dei dati, è fondamentale usare la tecnologia per mirare ed efficientare gli obiettivi di controllo. Tra questi spiccano gli indici sintetici di affidabilità contributiva, ISAC, che consentiranno di valutare con precisione la regolarità contributiva delle imprese o, quantomeno, con precisione statistica. Questi indicatori, infatti, sono un cambio di paradigma importante; non solo repressione, ma anche incentivi per chi sceglie la via della legalità. A ciò si aggiunge l'accessibilità al Portale nazionale del lavoro sommerso, che diventa uno strumento operativo a disposizione delle amministrazioni pubbliche per controlli più mirati e incisivi.
Sempre nel mondo del lavoro, c'è una parte che sta soffrendo più di altre, che è il mondo della moda e, infatti, non possiamo parlare di lavoro senza pensare alle situazioni di crisi che alcuni settori stanno attraversando. Il settore della moda, un fiore all'occhiello del nostro , vive un momento di grande difficoltà. Questo decreto prevede misure specifiche per sostenere i lavoratori delle piccole imprese del settore tessile, calzaturiero e conciario, offrendo un'integrazione al reddito per coloro che rischiano di perdere la propria fonte di sostentamento, ma altrettanto le loro competenze in ambito lavorativo e le competenze in ambito lavorativo sono anche il bene del futuro, sono anche l'investimento, e la perdita di entrambi, sia del posto di lavoro sia delle competenze, provocherebbe gravi conseguenze per l'Italia.
È un gesto concreto che dimostra come lo Stato e Fratelli d'Italia non abbandonano i loro cittadini, soprattutto quelli che rappresentano le nostre eccellenze nel mondo.
E da lì, passiamo all'università. È evidente che l'Italia ha bisogno di un'università capace di competere a livello globale e di formare i talenti del domani. Questo decreto affronta con decisione alcune criticità che rischiavano di rallentare il nostro progresso in questo campo. La proroga delle procedure di reclutamento dei docenti universitari, attraverso l'estensione della tornata 2023-2025, assicura che il sistema accademico possa continuare a funzionare senza interruzioni. L'abilitazione scientifica nazionale è un tassello fondamentale per garantire qualità e merito nelle nostre università e questo provvedimento ne rafforza la continuità operativa.
Altro aspetto rilevante è rappresentato dalle misure dell' universitario. Si parlava tanto di tende, noi adesso parliamo, invece, di trovare una sistemazione dignitosa. L'Italia ha bisogno di attrarre studenti e ricercatori da tutto il mondo e, per farlo, è essenziale offrire strutture adeguate. La destinazione di immobili confiscati alla criminalità organizzata per realizzare alloggi universitari è una scelta simbolica e strategica, ma non solo simbolica, è anche utile e concreta: trasformiamo beni sottratti all'illegalità in risorse per il futuro. Inoltre, si introduce un regime semplificato per accelerare la realizzazione di queste strutture, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
E, se parliamo di università, non possiamo che parlare anche di istruzione. E proprio il PNRR ci porta al terzo grande tema, appunto: la scuola italiana. La scuola italiana deve essere il luogo in cui si formano le competenze del domani, ma anche un ambiente di lavoro dignitoso per chi vi opera ogni giorno. Questo decreto interviene per rafforzare il ruolo degli ITS , istituzioni che rappresentano un ponte diretto tra formazione e mondo del lavoro. Grazie a queste misure, gli ITS potranno potenziare la loro offerta formativa e promuovere l'internazionalizzazione, garantendo ai nostri giovani opportunità sempre più competitive sul mercato globale.
Un ulteriore elemento di attenzione è il personale scolastico, che svolge un ruolo insostituibile nella gestione quotidiana delle nostre scuole. Il decreto prevede risorse aggiuntive per il miglioramento dell'offerta formativa e per il supporto al personale impegnato nelle attività legate all'attuazione del PNRR. Si tratta di un riconoscimento concreto del loro impegno e della loro dedizione.
Colleghe e colleghi, questo decreto non è solo un insieme di norme tecniche, ma anche una visione di futuro: affronta temi concreti, proponendo soluzioni pratiche e sostenibili, senza perdere di vista i grandi obiettivi strategici. È un provvedimento che dimostra come sia possibile coniugare il rispetto delle regole con l'innovazione, il sostegno ai più deboli con la promozione dell'eccellenza. Fratelli d'Italia sostiene con convinzione questo decreto, perché crediamo che esso rappresenti un altro passo verso la costruzione di un'Italia più forte, giusta e competitiva, un'Italia che non teme le sfide, ma le affronta con coraggio e determinazione .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. Il decreto-legge in discussione si prefigge di migliorare l'attuazione del Piano di ripresa e resilienza e, quindi, da questo punto di vista, ha almeno un obiettivo che condividiamo, avendo anche noi, più volte, segnalato la nostra preoccupazione rispetto ai ritardi e alle modalità con cui questo grande Piano di investimenti, che è anche alla base di alcuni dei dati economici positivi che il Governo ha fin qui rivendicato come un proprio risultato, sta andando avanti. Purtroppo, però, riteniamo che le norme contenute in questo decreto non siano sufficienti a raggiungere l'importante, prioritario obiettivo di velocizzare e rendere più efficiente l'utilizzo dei fondi del PNRR, in particolare rispetto a ciò che accade sui territori in cui manca un coordinamento saldo e inclusivo. Il nostro è, quindi, un giudizio critico sia sulla parte che riguarda il lavoro sia su quella che attiene, invece, all'università e alla scuola. Non vi sono infatti, nel provvedimento, i fondi adeguati rispetto agli obiettivi dichiarati, in particolare su questioni che hanno impegnato quest'Aula in un profondo e animato dibattito negli anni scorsi, come quello delle residenze universitarie, su cui il Movimento studentesco, piantando le tende di fronte alle università, ha posto con forza l'accento e ha - dobbiamo dire - imposto al Paese e anche a quest'Aula di affrontare il tema.
Altro aspetto che ci sta particolarmente a cuore riguarda, invece, il Capo I del provvedimento, quello in cui si prevedono misure di contrasto al lavoro nero. Non possiamo, Presidente, non ricordare che, anche qui, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, durante le audizioni, hanno sottolineato l'assenza di un confronto tra il Governo e le parti sociali su questi temi, che sono una vera e propria piaga civile e democratica del nostro Paese. I dati raccolti fino al settembre 2024 durante le ispezioni evidenziano che il lavoro nero sia il problema più diffuso, accompagnato da un incremento del cosiddetto lavoro grigio, e da un aumento delle sospensioni delle attività imprenditoriali sia per occupazione irregolare che per violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Sono dati che - come ha ricordato la UIL -, nonostante un numero inferiore di aziende sottoposte a controllo nell'ultimo anno, registrano un incremento del lavoro sommerso, conseguenza diretta della carenza di personale ispettivo. È infatti incredibile, ma in Italia vengono ispezionate, nell'anno, meno di 10 aziende su 100, e preoccupano, in tal senso, le norme che definiscono la cosiddetta lista di conformità, con le quali si prevede un'esenzione temporanea di 12 mesi dalle ispezioni per le imprese risultate conformi ai controlli e inseriti nella lista di conformità dell'Ispettorato nazionale del lavoro, cioè, per dirla chiaramente, si rischia di definire, attraverso una premialità, una sorta di zona franca dalle ispezioni, e questo per noi è sbagliato e inaccettabile.
Tale consapevolezza sembra emergere anche da parte del Governo, che ha introdotto una modifica tramite l'articolo 1, comma 4, per definire con maggiore precisione i criteri che guidano le ispezioni e le linee nei confronti delle aziende registrate nella lista di conformità.
Guardiamo, invece, con favore al previsto rafforzamento della rete del lavoro agricolo di qualità, che oggi vede l'adesione di un numero troppo esiguo di imprese, che è, invece, necessario oltre che giusto ampliare. Tuttavia, non possiamo non notare che la discussione in Commissione su come procedere per il suo potenziamento, a partire dalla creazione delle sezioni territoriali in ogni provincia e dal coinvolgimento fattivo delle organizzazioni sindacali, elementi che potrebbero davvero contribuire a trasformarla in uno strumento realmente efficace contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo, non ha visto l'approvazione di emendamenti in grado di far fare davvero i necessari passi in avanti. Anche il portale nazionale per il lavoro sommerso, che prevede il miglioramento delle tecniche di produzione, raccolta e condivisione tempestiva dei dati sul lavoro irregolare, ci vede esprimere un parere favorevole, considerato che era una misura richiesta da tempo e da più parti.
Per quanto riguarda gli interventi urgenti per affrontare la crisi occupazionale dei lavori del settore moda, innanzitutto segnaliamo che - forse, non si sa - ma questo è un settore in cui è particolarmente, anche se inaspettatamente, presente la piaga del caporalato, e comunque segnaliamo che la misura era sicuramente insufficiente sia per quanto riguarda la durata che i requisiti dimensionali, in quanto non includeva tutti i settori della filiera, in particolare perché erano escluse le aziende operanti nel settore della pelletteria e nell'intero metadistretto metalmeccanico degli accessori. Ma va detto che un emendamento delle opposizioni ha notevolmente migliorato il provvedimento, da questo punto di vista.
Per quanto riguarda il settore istruzione, Presidente, colleghe e colleghi, tocchiamo un tasto dolente, un settore in cui le politiche del Governo sono particolarmente insufficienti e inaccettabili. In questi giorni, tra l'altro, sono usciti dati particolarmente interessanti, purtroppo dati tutti in senso negativo.
L'indagine sulle competenze degli adulti, realizzata nell'ambito del programma OCSE per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti, ci vede collocati in fondo alle classifiche. Dai 15 ai 20 punti sotto la media OCSE in termini di capacità di leggere e comprendere testi scritti e informazioni numeriche. Oltre un terzo degli adulti è, quindi, nel nostro Paese, in una condizione di analfabetismo funzionale.
Ancora, i dati che arrivano dall'indagine IEA TIMSS, che misura la preparazione in matematica e in scienze degli studenti e coinvolge, ogni quattro anni, più di 60 nazioni in tutto il mondo. Vediamo cosa dicono: il rapporto evidenzia un quadro di differenze territoriali già noto grazie ai test invalsi. Il divario tra Nord e Sud è significativo e si amplia con l'avanzare degli studi. Il quadro delle differenze territoriali si conferma coerente con quanto emerso dalle prove nazionali Invalsi. In particolare, il rapporto registra un divario crescente a sfavore delle ragioni del Sud, che tende ad accentuarsi con l'avanzare degli studi. Dopo il lungo periodo pandemico, infatti, è emerso che le difficoltà nell'apprendimento in matematica, già evidenziate negli anni precedenti, divengono ancora più preoccupanti se si considerano le differenze territoriali di origine sociale e anche di genere.
Ancora, veniamo a Censis: per quanto riguarda il sistema scolastico, non raggiunge i traguardi di apprendimento in italiano ben il 43 per cento degli studenti al termine delle superiori - ci riferiamo agli istituti in generale -, mentre negli istituti professionali il dato sale vertiginosamente all'80 per cento. Per quanto riguarda la matematica, il 47,5 per cento non raggiunge i traguardi di apprendimento e il picco si registra all'81 per cento negli istituti professionali. Su tutti questi dati il Ministro non ha detto una parola. Perché il Governo non si interroga, non apre i tavoli di lavoro, non annuncia un piano di interventi e fa ciò che chiunque, anche solo con il semplice buonsenso, capirebbe essere il contrario di ciò che serve? E cioè taglia un anno di scuola al tecnico professionale, taglia gli insegnanti, invece di tagliare il numero di alunni per classe, rinuncia a qualsiasi opera di potenziamento della didattica.
Per non parlare dell'università e della ricerca che, nonostante tutti sappiamo che siamo in fondo alle classifiche per il nostro basso numero di laureati sulla popolazione, vede ancora una volta, anche qui, una stagione di tagli.
Presidente, capisce bene che, in questo quadro, questi interventi sul PNRR, anche quando debolmente positivi, sembrano davvero essere meno di una goccia nel mare.
Nel merito dei provvedimenti: l'incremento di 4 milioni di euro per fornire i libri di testo gratuiti è sicuramente positivo, ma non sufficiente a contrastare l'abbandono scolastico e le disuguaglianze. Investimenti insufficienti, soprattutto nel Sud Italia, rischiano addirittura di aggravare la situazione. Il Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa viene aumentato di 13,7 milioni di euro per compensare il personale amministrativo coinvolto nelle azioni del PNRR. Tuttavia, l'indennità proposta, pari a circa 160 euro lordi annui, è del tutto insufficiente. Noi crediamo, inoltre, Presidente, che sia necessario eliminare le pratiche burocratiche inutili, come l'applicativo Passweb delle scuole.
Per quanto riguarda l'internazionalizzazione degli ITS, l'obiettivo è quello di favorire l'integrazione degli ITS Academy con i principi del Piano Mattei, attraverso modifiche agli articoli 11 e 14 della legge n. 99 del 2022. Per il 2024 sono, però, previsti 3,1 milioni di euro per potenziare le infrastrutture e i laboratori, anche all'estero, e un milione per ampliare l'offerta formativa. Questo è in linea con il firmato dal Ministro Valditara con i rappresentanti dell'Etiopia, dell'Egitto e della Tunisia e con futuri accordi con l'Algeria, per sviluppare la cooperazione nell'istruzione tecnica e professionale. Tuttavia, il provvedimento, anche qui, manca di chiarezza negli obiettivi e nella gestione delle risorse, che possono essere impiegate in modo discrezionale. Questo approccio penalizza altri settori cruciali, come la sicurezza sul lavoro e l'organizzazione dei concorsi scolastici.
Per quanto riguarda il settore università in particolare, è prevista la proroga dell'abilitazione scientifica nazionale fino al 2026, per evitare il blocco delle procedure di reclutamento. Questa misura, benché utile, è ritenuta troppo prudente dai sindacati perché la proroga è di un solo anno.
Infine, a proposito delle residenze universitarie, si assiste ancora una volta a un intervento straordinario per cercare di portare avanti un piano limitato, inadeguato e poco organizzato per la creazione di alloggi destinati agli studenti universitari. Questo avviene dopo aver favorito il coinvolgimento dei privati e dopo aver fallito nel reperire spazi e risorse per sfruttare edifici pubblici. L'accento posto sulla centralizzazione del progetto, affidandola al Ministero e a un commissario con l'ennesima semplificazione delle procedure, non contribuirà, a nostro avviso, a risolvere il problema fondamentale: la mancanza strutturale di un impegno concreto da parte del settore pubblico. Quest'ultimo dovrebbe assumersi la responsabilità diretta di garantire il diritto allo studio in modo efficace. Oltre alle questioni procedurali e alla disponibilità di spazi e strutture, il problema centrale resta quello delle risorse. I fondi previsti per ogni posto letto sono insufficienti a coprire i costi richiesti sia per gli interventi pubblici sia per quelli privati. Manca, insomma, una strategia strutturale anche da questo punto di vista per garantire il diritto allo studio. E con questo provvedimento, signor Presidente, si è persa l'ennesima occasione.
PRESIDENTE. Passiamo all'ultimo intervento. È iscritto a parlare l'onorevole Giagoni. Ne ha facoltà.
DARIO GIAGONI(LEGA). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, Sottosegretaria dottoressa Frassinetti, mi rivolgo anche al Sottosegretario, che in questo momento non è presente, Durigon che è sempre stato attivo e operativo nella Commissione lavoro, quest'oggi andiamo a discutere un testo varato dal Consiglio dei Ministri il 28 ottobre scorso, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro del Lavoro, Marina Calderone e del Ministro dell'Università, Anna Maria Bernini, che mira a garantire il raggiungimento di specifici traguardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in scadenza entro il prossimo 31 dicembre.
Il testo in questione si articola in diverse aree, con l'obiettivo di introdurre misure di contrasto al lavoro sommerso, interventi urgenti per fronteggiare la crisi occupazionale dei lavoratori dipendenti delle imprese del settore moda, misure relative al Fondo unico per il pluralismo e l'innovazione digitale dell'informazione e dell'editoria, specifiche disposizioni in materia di reclutamento del personale docente, disposizioni urgenti riguardanti il Consiglio universitario nazionale, misure per l'accelerazione degli interventi strategici in materia di alloggi e residenze universitarie, interventi di ammodernamento strutturale e tecnologico del campus del Politecnico di Milano.
Per ciò che attiene alla prima parte e nello specifico proprio all'articolo 1, esso è composto da 11 commi e interviene in materia di lavoro sommerso. Si aggiunge un ulteriore tassello verso nuove misure che puntano anche a un miglioramento della trasparenza contributiva delle aziende.
Il disposto si muove lungo quattro direzioni, prevedendo il coinvolgimento dell'INAIL in sostituzione ad ANPAL nella cabina di regia che sovrintende alla rete del lavoro agricolo di qualità, istituita presso l'INPS al fine di selezionare le imprese agricole che si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto.
L'introduzione dei cosiddetti indici sintetici di affidabilità contributiva - con l'acronimo ISAC - i quali saranno operativi dal primo gennaio 2026 e mirano a tracciare, sulla falsariga degli indici sintetici di affidabilità fiscale, ISA, la base imponibile ai fini contributivi, attraverso metodi di misurazione quantistica di alcuni indicatori economici, partendo dai settori più a rischio quali strutture ricettive - un settore in crescita soprattutto nella mia bellissima Isola - e grande distribuzione alimentare, per poi estendersi in tutti gli altri settori.
Il potenziamento strategico del Portale nazionale del sommerso (PNS), istituito attraverso il decreto-legge n. 36 del 2022, all'articolo 19. Il Portale nazionale del sommerso sostituisce e integra le banche dati attraverso le quali l'Ispettorato nazionale del lavoro, l'INPS e l'INAIL condividevano le risultanze degli accertamenti ispettivi. In esso vengono fatti confluire i verbali ispettivi e ogni altro provvedimento coerente con l'attività di vigilanza svolta da tutti gli organi ispettivi, in una prospettiva di ottimizzazione del monitoraggio del fenomeno del lavoro sommerso. Il decreto-legge n. 160 del 2024 prevede, inoltre, che l'Ispettorato nazionale del lavoro assicuri l'accesso al Portale da parte delle pubbliche amministrazioni e degli enti che regolano o gestiscono fondi pubblici per le finalità di verifica nelle attività di propria competenza. La è presto svelata: il Portale centralizza i dati anagrafici delle imprese coinvolte nel fenomeno del lavoro sommerso, rendendoli così disponibili a tutte le strutture e agli apparati della pubblica amministrazione responsabili dell'affidamento di risorse pubbliche che siano interessati ad una verifica rapida ed efficace dei dati e delle informazioni utili nelle proprie attività.
Per quanto concerne il sommerso, si prevede che, a decorrere dal 1° gennaio 2026, siano introdotti gli indici sintetici di affidabilità contributiva (ISAC), al fine di promuovere il rispetto degli obblighi in materia contributiva. Si inizia con gli alberghi e la grande distribuzione alimentare, settori problematici sotto questo profilo. Gli ISAC hanno lo scopo di individuare e prevenire la sottrazione di basi imponibili all'imposizione contributiva, secondo un meccanismo uguale a quello degli indici di affidabilità fiscale. Con decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, sentiti INPS e Ispettorato nazionale del lavoro, entro il 31 dicembre 2025 vengono approvati gli ISAC e sono stabilite le premialità da applicare, i criteri e le modalità per l'aggiornamento periodico e le ipotesi di esclusione dell'applicabilità degli indici per determinate tipologie di contribuenti. Con le medesime modalità è stabilita l'estensione graduale degli ISAC ad almeno 6 ulteriori settori a rischio di evasione ed elusione contributiva entro il 31 agosto 2026.
L'articolo 2 interviene per fronteggiare la crisi occupazionale dei dipendenti delle imprese del settore moda, molto importante in Italia. Quest'articolo riconosce un trattamento di Cassa integrazione in deroga, fruibile dal 29 ottobre al 31 dicembre 2024, da parte delle imprese dei settori tessile, dell'abbigliamento, calzaturiero, conciario, nonché - come da modifica apportata tramite emendamento presentato e approvato in Commissione lavoro, qui al mio fianco ho i miei colleghi che hanno lavorato incessantemente e con attenzione - dalle imprese di produzione di metalli preziosi e semilavorati, trattamento e rivestimento dei metalli, fabbricazione di stampi, portastampi, sagome e forme per macchine, fabbricazione di apparecchi per depurare e filtrare liquidi e gas per uso non domestico, con una media occupazionale inferiore ai 15 addetti che abbiano esaurito nel 2024 i trattamenti di integrazione salariale ordinari.
Possono accedere al trattamento in deroga, oltre alle imprese industriali destinatarie della CIGO di cui sopra, anche le imprese artigiane dei citati settori con meno di 15 dipendenti che, nel 2024, abbiano esaurito le 26 settimane di assegno di integrazione salariale. Il datore di lavoro interessato dovrà trasmettere all'INPS, esclusivamente in via telematica, la domanda di accesso al trattamento in deroga, con l'elenco dei lavoratori interessati, l'indicazione del periodo di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa e la dichiarazione di non poter accedere ad altri trattamenti di integrazione salariale già previsti dalla normativa vigente. Ai lavoratori sarà riconosciuta un'integrazione al reddito, con relativa contribuzione figurativa o correlata, pari all'80 per cento della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate, compresa fra le ore “zero” e il limite dell'orario contrattuale. L'integrazione salariale in deroga è erogata direttamente dal datore di lavoro ai dipendenti nei casi di serie e documentate difficoltà finanziarie, però il datore di lavoro può chiedere all'INPS il pagamento diretto della prestazione. Si tratta di un concreto sostegno a un settore di grande rilievo in Italia, che oggi certamente si trova in un momento di profonda crisi, ma che deve preservare le sue competenze e la sua invidiata manualità.
Le norme introdotte con l'articolo 3 vanno invece a sostituire il comma 6- dell'articolo 1 della legge n. 198 del 2016, includendo, nell'ambito del Fondo per il pluralismo e l'innovazione digitale dell'informazione e dell'editoria a carico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, una quota destinata a misure di risoluzione di situazioni di crisi occupazionale (da definire annualmente con DPCM), in misura non superiore al 5 per cento, nonché al rifinanziamento degli interventi di cui all'art. 1, comma 498, della legge n. 160 del 2019 relativi all'accesso anticipato alla pensione per i giornalisti professionisti iscritti all'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani dipendenti dalle imprese editrici di giornali quotidiani, di giornali periodici e di agenzie di stampa a diffusione nazionale.
Gli articoli 4 e 7 recano misure urgenti in materia di sistema universitario e istituzioni AFAM (che sarebbe l'alta formazione artistica, musicale e coreutica) e perseguono la finalità, in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di garantire la piena operatività delle commissioni nazionali per l'abilitazione scientifica nazionale (l'acronimo è ASN) per la tornata 2023-2025, nonché il regolare e corretto funzionamento del CUN (il Consiglio universitario nazionale), nelle more della revisione della rispettiva disciplina normativa di riferimento. Infine, si prevedono misure specifiche per consentire l'accelerazione degli interventi in materia di alloggi e residenze universitarie, nonché per ammodernare in modo tecnologico le strutture destinate al nuovo universitario del Politecnico di Milano. Sempre all'articolo 4 si parla di disposizioni urgenti in materia di reclutamento del personale docente in attuazione del PNRR. L'obiettivo specifico è quello di evitare che, nelle more dell'emanazione della riforma universitaria, le procedure di reclutamento dei docenti universitari siano rallentate. L'università non può rallentare e quindi è importante avere qui, in forma di legge, un provvedimento così fondamentale. Le procedure di reclutamento dei docenti universitari così non saranno rallentate. Per questo motivo la disposizione normativa prevede, nell'ambito della tornata 2023-2025 dell'abilitazione scientifica nazionale, l'istituzione di due ulteriori quadrimestri, il quarto e il quinto, volti a garantire la continuità del cosiddetto sistema a sportello, nonché l'estensione, sino al quindicesimo anno successivo all'entrata in vigore della legge n. 240 del 2010, quindi, sino al 31 dicembre 2026, del periodo di validità per far ricorso alle modalità di reclutamento di cui all'articolo 24, comma 6, della legge 30 dicembre 2010, n. 240. Il decreto-legge, all'articolo 4, prevede misure urgenti per il reclutamento - come ho detto prima - del personale docente, in linea col PNRR. Vengono, inoltre, fissate le scadenze per la presentazione delle domande all'abilitazione scientifica nazionale, con date tra il 6 novembre 2024 e il 3 luglio 2025. In questo contesto, al successivo articolo 5 è prevista anche la proroga, fino al 31 luglio 2025, della composizione del Consiglio universitario nazionale, per garantire la continuità delle attività istituzionali legate alla gestione del reclutamento ed alla qualità dell'istruzione.
Arriviamo agli articoli 6 e 7. L'articolo 6 contiene disposizioni urgenti per l'accelerazione degli interventi strategici in materia di alloggi e residenze universitarie al fine del conseguimento del M4C1-30 del PNRR. La disposizione in esame, modificando il comma 2-, dell'articolo 15, del decreto-legge n. 13 del 2023, convertito con modificazioni dalla legge n. 41 del 2023, è innanzitutto finalizzata ad allargare l'elenco dei beni immobili che possono essere adibiti ad alloggi universitari, prevedendo che anche quelli confiscati alla criminalità organizzata possano essere destinati a residenza nell'ambito della riforma dell' universitario. Obiettivo importantissimo e una risposta anche alla criminalità organizzata. Una norma che va nella direzione dei giovani, delle famiglie e della cultura.
L'ulteriore obiettivo specifico che la misura intende perseguire è un obiettivo di semplificazione: estendere l'applicazione del regime semplificato di autorizzazione urbanistico-edilizia, introdotto dall'articolo 1-, commi 2 e 2-, della legge 338 del 2000, alle procedure volte a destinare i beni sopra richiamati a residenze e alloggi universitari, per i quali la Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici dell'Agenzia del Demanio svolge il ruolo di stazione appaltante.
Infine, ulteriore risultato cui la misura tende è quello di accelerare le procedure di verifica del raggiungimento del , vale a dire la misura dedicata alla realizzazione e gestione di strutture dedicate alla residenzialità studentesca universitaria, prevedendo la possibilità di avvalersi, previa convenzione e senza oneri per le prestazioni rese, della struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici per lo svolgimento da parte della stessa delle attività di supporto tecnico, ivi incluso il monitoraggio dell'avanzamento degli interventi. La medesima struttura si occuperà, altresì, del rilascio dell'attestazione certificante la creazione e la disponibilità all'assegnazione dei posti letto finanziati.
Mentre l'articolo 8 riguarda la promozione per la diffusione internazionale degli ITS - Piano Mattei; prevede misure volte a promuovere l'internazionalizzazione degli ITS , anche nell'ambito del Piano Mattei. Per l'anno 2024 è autorizzata la spesa di 3,1 milioni di euro per potenziare strutture e laboratori, anche presso sedi all'estero, nonché la spesa di un milione di euro per il 2024 per l'ampliamento della relativa offerta formativa.
Tra gli obiettivi specifici dell'articolo 8, che interviene nell'ambito dell'istruzione tecnologica superiore, figurano: il consolidamento e la diffusione dello sviluppo degli ITS , promuovendo quindi sempre percorsi internazionali e l'incremento dell'offerta formativa dei percorsi ITS in tutto il territorio nazionale, anche per i percorsi attivi all'estero; consentire, esclusivamente per la durata del PNRR, un utilizzo più flessibile del Fondo per l'istruzione e la formazione tecnica superiore; lo sviluppo di una collaborazione nel settore dell'istruzione tecnica e professionale con Paesi ricompresi nel Piano Mattei, in linea con la necessità del mercato del lavoro e delle aziende italiane, che investono nei Paesi africani, di sostenere l'insegnamento della lingua italiana. Potenziali destinatari gli ITS , che sono in numero pari a 146, con 1.002 percorsi attivi, e gli studenti attualmente iscritti ai percorsi ITS sono 25.842, dato addirittura in crescita aggiornato al giugno del 2023.
È un importante passo avanti verso il prosieguo e la buona riuscita del Piano Mattei, che è e rimane uno strumento ambizioso che va oltre la politica di cooperazione allo sviluppo, ma si presuppone sia una grande iniziativa di politica estera, capace di instaurare un vero partenariato tra l'Italia e l'Africa, con benefici reciproci in ambito economico, sociale, ambientale e culturale, e basato sulla convergenza degli interessi nazionali.
Il Piano Mattei previsto dal decreto-legge n. 161 del 2023, convertito poi nella legge n. 1 del 2024, è un documento programmatico-strategico, volto a promuovere lo sviluppo negli Stati africani: in particolare, l'articolo 1 del decreto-legge stabilisce che la collaborazione dell'Italia con i Paesi africani è attuata in conformità con il suddetto Piano strategico di durata quadriennale e aggiornabile, anche prima della scadenza; il medesimo articolo individua ambiti di intervento e priorità di azione del Piano e prevede che il medesimo venga adottato con decreto del Presidente del Consiglio, previo parere delle Commissioni parlamentari. Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 dicembre 2023 è stata istituita, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, una struttura di missione per l'attuazione del Piano Mattei.
L'articolo 9 precisa che anche i vincitori di concorso per i posti di insegnante tecnico-pratico, che vi abbiano partecipato durante la fase transitoria con il solo possesso del titolo di studio richiesto alla legislazione vigente, sono tenuti, nel primo anno di servizio - ovvero quella attuale, 2024-2025 - a conseguire l'abilitazione mediante il conseguimento dei crediti formativi previsti per analoghe categorie. All'articolo 10 si dispone l'incremento del Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa al fine di incentivare il maggiore impegno connesso al supporto delle azioni previste dal PNRR e a quelle conseguenti alla transizione al nuovo sistema di gestione delle pratiche pensionistiche. Obiettivo dell'articolo 10 è remunerare il personale scolastico impegnato nelle attività di supporto al PNRR, oltre che nelle attività amministrative concernenti le cessazioni del servizio. La proposta normativa, analogamente a quella di cui all'articolo 8, risponde inoltre all'esigenza di consentire l'impiego di risorse, rimaste altrimenti inutilizzate, e di potenziare le istituzioni scolastiche statali tenute a nuovi adempimenti amministrativi e il relativo personale ATA.
L'articolo 11 della proposta normativa è inserito nella cornice generale dell'impegno previsto dal PNRR, nell'ambito delle misure finalizzate alla riduzione dei divari territoriali e di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica: i potenziali destinatari degli interventi normativi, in relazione all'articolo 11, sono le famiglie meno abbienti, alunni e studenti della scuola secondaria superiore in possesso dei requisiti richiesti (indubbiamente la situazione del modello ISEE ai sensi del decreto legislativo n. 109 del 1998) e i comuni. L'articolo 11 prevede un incremento di 4 milioni di euro, per il 2024, dell'autorizzazione di spesa relativa alla fornitura dei libri di testo alle famiglie meno abbienti. In particolare, mediante il recupero di risorse rimaste altrimenti inutilizzate si consente la prosecuzione degli interventi di fornitura gratuita dei libri di testo, consentendo altresì di allargare la platea dei beneficiari della gratuità dei libri di testo sulla base del modello ISEE. Il citato articolo 27 dispone, infatti, che i comuni provvedano a garantire la gratuità totale o parziale dei libri di testo in favore degli alunni che adempiono l'obbligo scolastico, nonché la fornitura dei libri di testo da dare, anche in comodato, agli studenti della scuola secondaria superiore, entrambi in possesso dei requisiti richiesti, sempre attraverso il modello ISEE.
Il diritto allo studio e alla formazione, il diritto alla cultura, come anche previsto nella nostra Costituzione, non potranno mai essere appannaggio di pochi eletti. Le eccellenze e i ragazzi eccellenti, i bravi studenti, coloro che avranno un futuro importante, oltre la scuola, non esistono solo nei piani alti, non esistono solo nell'ambito dei ricchi; esistono anche in mezzo ai poveri, ci sono ragazzi eccellenti; bisogna fare in modo che anche quei pochi abbiano la possibilità di trovarsi di fronte a risorse fondamentali per arrivare a un obiettivo importante: quello della cultura, quello della crescita.
È questo l'obiettivo credo di tutta la maggioranza, un obiettivo che credo possa essere in modo favorevole accolto e sposato anche dai colleghi dell'opposizione per la sua forte valenza e importanza sociale. In conclusione, queste in estrema sintesi sono le disposizioni che ci accingiamo a discutere e che meritano, a mio avviso, un'attenzione trasversale, in quanto intervengono positivamente, compiendo importanti passi in avanti a favore di settori strategici, nell'attività di monitoraggio e tutela di tanti lavoratori, a favore della formazione e dell'istruzione superiore, tematiche che spesso non hanno ricevuto, specie negli anni passati, l'attenzione che meritavano.
Ora, con il centrodestra, con la Lega, questa attenzione c'è, oggi finalmente si sono riappropriati del posto che compete loro, proprio in relazione a questi aspetti, come l'attenzione a favore dei giornalisti e dell'editoria, fondamentale strumento della nostra democrazia che ci consente di esprimere liberamente i nostri pensieri, le nostre opinioni e costantemente informa i cittadini circa le dinamiche sociali, e non solo, intercorse nel tempo.
Come componente di questa Commissione lavoro e del gruppo Lega, infatti, posso affermare che, a più riprese, in questa sede e in circostanze diverse abbiamo approfondito, anche con numerose audizioni, e discusso proprio su quei problemi legati ai temi contenuti nel decreto-legge che oggi esaminiamo, specie quando si parla dell'attenzione rivolta al mondo dell'artigianato, perla del nostro sistema produttivo conosciuto, invidiato, apprezzato in tutto il mondo, perla economica che non dobbiamo lasciare sola. Un argomento che qui, in questa sede, viene approfondito su più direttrici. Una mi preme particolarmente: grazie a questo intervento nessuna famiglia, come ho detto prima, nessun giovane, nessuno che abbia la voglia e la speranza di poter crescere in modo professionale e non solo saranno mai lasciati indietro, specie se meritevoli. Una crescita che ben si incrocia con l'altra scelta di destinare i beni confiscati alla mafia agli alloggi universitari, uno strumento utile non solo per l'edilizia scolastica, ma anche per sostenere e stimolare i giovani verso il cammino della legalità, perché l'istruzione da sempre è il migliore degli strumenti per combattere contro la criminalità organizzata, che si nutre, da che mondo è mondo, proprio di ignoranza.
Infine, non trascuriamo come questa norma ci consentirà di premiare veramente i più meritevoli, stanziando delle risorse a chi realmente rispetta le leggi italiane, agli imprenditori che assumono, rispettano e pagano il giusto salario ai loro dipendenti, soprattutto rispettano quei diritti che sono tutelati dalle nostre leggi e della nostra Costituzione e, soprattutto, dal nostro primo articolo.
Va da sé che non crediamo che, con tali interventi, verranno risolti tutti i problemi legati, non abbiamo di certo la verità in tasca. Bisogna sempre essere umili quando si fa politica, ascoltare tutti, ma è comunque un grande passo avanti, che aprirà la strada - ne sono certo - a nuove regole, volte a semplificare e accelerare ulteriormente i processi di cambiamento di cui la nostra Nazione necessita urgentemente .
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Gerolamo Cangiano, che rinuncia.
L'onorevole Tenerini non c'è. Quindi chiedo alla Sottosegretaria se intende intervenire. Prendo atto che rinuncia. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare la deputata Chiara La Porta. Ne ha facoltà.
CHIARA LA PORTA(FDI). Grazie, Presidente. Erano le 10,21 di ieri mattina, lunedì 9 dicembre, quando un forte boato ha squarciato tutta la piana tra Prato e Firenze, portandosi via cinque vite e ferendo molte persone, facendo tremare interi edifici, mandando in frantumi vetrate e tetti, distruggendo tante altre aziende che si trovavano nei pressi dell'esplosione. Un boato, fiamme alte e poi una colonna di fumo nero che ha ricoperto il cielo di tutta la piana: è con profondo dolore oggi che faccio questo intervento in Aula in doveroso ricordo di Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Davide Baronti, Gerardo Pepe, Fabio Cirielli, gli uomini rimasti uccisi nell'incidente. Ci stringiamo attorno ai loro familiari, ai due feriti ancora ricoverati in ospedale al Grandi Ustioni di Pisa - di cui seguiamo con apprensione le condizioni -, a tutti i loro cari, a tutti i feriti, a tutti coloro che sono rimasti coinvolti, seppure lievemente, ma che hanno visto andare in frantumi letteralmente le loro attività.
Quello di ieri allo stabilimento ENI di Calenzano è stato un incidente devastante, ha scosso profondamente tutti i cittadini toscani. Rimarrà impresso nella memoria di coloro che sono stati investiti dalla forte onda d'urto e di tutti coloro che hanno visto ricoprirsi il cielo di quell'aria nera, pesante e irrespirabile. Vorrei ringraziare di cuore i Vigili del fuoco, i soccorritori, la Protezione Civile e tutte le persone addette, che sono accorse celermente sul luogo dell'esplosione, permettendo così di evitare una tragedia ancora più grande e grave, contenendo le fiamme nello stabilimento e assistendo subito la popolazione.
Oggi è il giorno del dolore e del cordoglio, perché, di fronte a una tragedia simile, qualsiasi altro pensiero o riflessione suonerebbe come una bieca strumentalizzazione. Rischierebbe, quindi, di svilire o, addirittura, azzerare il valore delle vite umane tragicamente perse. Cordoglio per le vittime, quindi, per le quali siamo profondamente addolorati e vicinanza alle loro famiglie. Ancora grazie di cuore a coloro che sono intervenuti, a nome mio e di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia. Nessun'altra parola, per rispetto, dovrebbe aggiungersi in questo terribile momento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cangiano. Ne ha facoltà.
GEROLAMO CANGIANO(FDI). Grazie, Presidente. Approfitto di quest'Aula per darvi una bella notizia, che credo ci vedrà tutti contenti e sollevati. Il tavolo che il Ministro Urso ha convocato questa mattina, in relazione alla delicata questione Stellantis-Trasnova, si è risolto con un'importante vittoria, che ha scongiurato il licenziamento degli operai degli stabilimenti individuati e che lascia 12 mesi di tempo per trovare una soluzione che possa essere definitiva. Forse di questa notizia era già al corrente l'Aula, considerato che, immediatamente, una certa parte dell'opposizione si è lanciata a rivendicare un successo che, in realtà, non le appartiene affatto. Anzi, devo ricordarvi quando, nei giorni scorsi, in quest'Aula le opposizioni hanno urlato sulla questione di Trasnova come l'ennesimo fallimento del Governo Meloni. Eppure, vi devo ancora ricordare, in questi giorni, le sfilate che avete fatto fuori dagli stabilimenti di Pomigliano, senza considerare la paura e la rabbia di decine di lavoratori.
Ora eccovi a provare di prendere il merito di qualcosa che merito non dovrebbe avere, perché tutelare i nostri livelli occupazionali e la nostra produzione dovrebbe essere alla base di ogni azione politica.
Se, però, qualcuno va ringraziato questo è il Ministro Urso, uomo dalle poche parole e dai molti fatti. È a lui che vanno i complimenti e i ringraziamenti da parte nostra e, qualora abbiate una morale della politica, le scuse da parte di chi non ha risparmiato accuse pesanti e parole non generose .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Grazie, Presidente. Dopo la tragedia di Calenzano, che ha colpito, ancora una volta, profondamente il mondo del lavoro, quella di oggi poteva essere una giornata per riflettere su come migliorare le condizioni di chi ogni giorno fatica per guadagnarsi da vivere. In parte, lo è stata, perché oggi festeggiamo il rinnovo del contratto per gli operai dell'indotto di Stellantis, la Trasnova in particolare, al termine di un tavolo che noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo preteso - è giusto ricordarlo a chi dimentica, in quest'Aula - che fosse anticipato a oggi, perché altrimenti c'era da attendere chissà quanto e probabilmente quel rinnovo non sarebbe arrivato.
Avrebbe potuto essere, quindi, una giornata di gioia e, invece, arriva la notizia dei lavoratori di una società in appalto con Amazon che ha sospeso dipendenti - e sono a rischio licenziamento - per non aver caricato abbastanza pacchi. È un episodio che desta profonda inquietudine, perché parliamo di uomini e donne che, sotto la pressione di un sistema dominato da algoritmi e da metriche disumane, vedono la propria dignità calpestata. Questo non è lavoro; questo è sfruttamento mascherato da efficienza.
Allora, in un Paese in cui ogni giorno affrontiamo il dramma delle morti sul lavoro e delle condizioni insicure, episodi come questi ci ricordano che la qualità e la sicurezza del lavoro devono essere priorità inderogabili.
Chiediamo, quindi, al Ministro Calderone di intervenire subito, garantendo chiarezza su questa vicenda e norme che proteggano i lavoratori da simili abusi. La dignità non è negoziabile e, tanto meno, lo è con un algoritmo. Il progresso tecnologico non può giustificare un arretramento nei diritti. Il Ministro dia un segnale forte, perché la tutela del lavoro deve venire prima dei profitti e degli algoritmi.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 ottobre 2024, n. 160, recante disposizioni urgenti in materia di lavoro, università, ricerca e istruzione per una migliore attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. (C. 2119-A)
: CANGIANO, per la VII Commissione; TENERINI, per la XI Commissione.
2.