PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MARIA CAROLINA VARCHI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 99, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 8,55.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente della Commissione lavoro, l'onorevole Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO, . Grazie, Presidente. D'accordo con i relatori, rispetto e in pancia al provvedimento - dispiace -, sono a chiedere almeno una mezz'ora di tempistica aggiuntiva per quanto riguarda un' che si è creata rispetto ad una proposta emendativa.
Quindi, dispiace, ma dobbiamo necessariamente chiedere una mezz'ora di lavori ulteriori in Commissione.
PRESIDENTE. Mezz'ora è sufficiente, onorevole?
WALTER RIZZETTO, . Sì, grazie, in Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Allora, a questo punto sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 9,35. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
Colleghi, colleghi De Micheli, Cuperlo, Vaccari, il collega Grimaldi deve intervenire e non riesce.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Sono a chiederle un'informativa urgente al Ministro Piantedosi. Come avrà letto, ahimè, c'è un fatto accaduto a Torino, che ogni giorno sale all'onore delle cronache. Mi riferisco all'edificio di corso Verona, un ufficio pubblico che ospita l'ufficio immigrazione della questura di Torino e che vede, ogni giorno, d'estate sotto il sole cocente, d'inverno al freddo e all'addiaccio, centinaia di migranti chiedere il permesso di soggiorno in balia del tempo, del caldo, del freddo. Soprattutto - lo dico - restano per ore e ore al gelo non solo gli stranieri in coda, ma anche gli ufficiali e i funzionari della Polizia di Stato, i funzionari del Ministero dell'Interno. Quell'ufficio è dichiarato inagibile ed è dichiarato inagibile dalla Commissione dei lavori pubblici.
All'esterno, come le dicevo, centinaia di persone sono lì ad attendere: ad attendere un numero, ad attendere una data, ad attendere magari il rinnovo dei loro permessi.
Da anni, le organizzazioni sindacali, non solo dei lavoratori del Ministero dell'Interno, della questura, ma le organizzazioni sindacali di tutta la città, insieme all'associazionismo, insieme alla città di Torino, chiedono - ovviamente principalmente al questore, al prefetto - una soluzione, una sede idonea. La chiedono senza ottenere risultati.
Io credo che il rispetto della normativa sulla salute e sulla sicurezza non sia un . So benissimo che il questore e il prefetto sono attivamente partecipi e stanno provando a trovare una soluzione non solo con la città di Torino, ma anche con la curia e ringraziamo ovviamente la curia di Torino per aver da tempo dimostrato non solo sensibilità, ma la volontà di arrivare a una soluzione. Leggiamo sui giornali che c'è un'ipotesi, l'ipotesi Santo Volto, ma, come avrete letto dalle parole del parroco, si dice che è prematuro parlarne.
Allora, lo diciamo al Ministro Piantedosi: vorremmo sapere quali misure urgenti intenda adottare per garantire la sicurezza e la dignità del personale e di tutte le persone coinvolte in questa miseria, in questa barbarie. Lo dico perché non c'è solo Torino, ma ci sono tantissime altre città in cui, non si sa come mai, i luoghi dove si chiedono i permessi di soggiorno sono i più indecenti delle amministrazioni pubbliche. Come a dire che, visto che quelle persone non sono ancora regolari, non sono ancora cittadini italiani, possono essere trattati come spazzatura, come persone diverse e come se i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego, delle prefetture, delle questure potessero stare in quel limbo.
Per questo, lo diciamo al Ministro: tocca a lei. Tocca a lei trovare le risorse per il personale, tocca a lei dare delle alternative, perché quelle stesse funzioni si possono svolgere in tanti altri luoghi, in tanti ispettorati, in tanti uffici decentrati, ma serve personale, serve dignità e serve, soprattutto, un piano che lei non ha voluto mettere sul piatto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Signora Presidente, intervengo perché questa veramente sta diventando un'emergenza. In tantissime città italiane, di fronte alle questure, ci sono persone lasciate lì per giorni, in attesa di essere convocate, per andare a fare una domanda d'asilo, per la compilazione del modulo C3, per andare a fare un rinnovo del permesso di soggiorno. Sembra quasi che quella dell'attesa stia diventando una strategia messa in atto per scoraggiare le domande d'asilo, per dire alle persone di non venire in Italia, perché in Italia non c'è posto per i richiedenti asilo.
Ci sono richiedenti asilo costretti a girare intorno alla questura, perché la questura dà pochi minuti, eventualmente dovesse chiamare, per presentarsi; ma non dà appuntamenti in modo che queste persone possano essere informate in anticipo della convocazione. Può essere questo un metodo civile? Come si fa in un Paese a concepire che i richiedenti asilo debbano essere a disposizione degli uffici e, quindi, scattare immediatamente nel momento in cui si ritiene di convocarli, senza un preavviso?
Quindi, poi, assistiamo a questi bivacchi, persone che arrivano alle 3 di notte per aspettare il loro turno e prendere un numero, ma non si sa se riusciranno o no, con liti tra di loro, tensioni. Tutto viene fatto apposta per denigrare persone che, magari, hanno bisogno di sicurezza, vengono da viaggi lunghissimi fatti lungo la rotta balcanica o attraverso il Mediterraneo.
Quindi, il Ministro ci deve spiegare: perché questo degrado, perché questa mancanza di personale, perché imporre a queste persone una trafila, che è una , senza avere certezza di una data, quando presentarsi per compilare i dovuti formulari? Quindi sì, che venga e spieghi a quest'Aula come è possibile che in Italia i richiedenti asilo vengano trattati in questo modo.
Le immagini di quello che avviene davanti ad alcune questure hanno fatto il giro d'Europa, per dire che in Italia non vengono usati metodi di rispetto verso i richiedenti asilo. Questo non fa onore alla nostra reputazione, anzi, la danneggia enormemente. Quindi, chiederei, quanto prima, al Ministro di venire a spiegarci che cosa intende fare: se vuole continuare con questo spettacolo indecoroso o se ha intenzione di destinare più personale, più staff agli uffici preposti .
PRESIDENTE. Riferirò al Presidente delle richieste di informative giunte dai gruppi.
Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Iaria? Collega, abbiamo l'abitudine di anticipare gli interventi sull'ordine dei lavori, magari lo facciamo in un secondo momento, se lei è d'accordo; viene qui alla Presidenza e, in un momento in cui riusciamo a farlo, lo facciamo. Può andarle bene? Grazie.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2119-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 ottobre 2024, n. 160, recante disposizioni urgenti in materia di lavoro, università, ricerca e istruzione per una migliore attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ricordo che nella seduta del 10 dicembre si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della Commissione bilancio reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che è in distribuzione e che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-, comma 7, del Regolamento le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: 1.01, 1.05, 1.06, 1.07 e 1.08 Gribaudo; 6.6 Sarracino; 10.18 Manzi.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85- del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine, il deputato Soumahoro è stato invitato a segnalare l'emendamento da porre comunque in votazione.
Colleghe e colleghi, come sapete, nella giornata odierna, alle ore 15,10, avrà luogo la cerimonia in occasione della visita di Stato delle Loro Maestà Felipe VI, Re di Spagna, e la Regina Letizia, innanzi alle Camere riunite.
Al fine di procedere all'allestimento dell'Aula nei tempi previsti, i lavori dell'Assemblea nella parte antimeridiana della seduta odierna non potranno prolungarsi oltre le 12,45.
Invito tutte le deputate e i deputati, una volta concluse le votazioni mattutine, a lasciare l'Aula con tempestività e a liberare i cassetti e lo scranno così da favorire le operazioni di preparazione dell'Aula.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso delle proposte emendative, invito i relatori e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti segnalati per la votazione.
CHIARA TENERINIGrazie, Presidente. Sugli emendamenti 1.3 Soumahoro, 1.4 Scotto, 1.5 Gribaudo, 1.6 e 1.7 Scotto, 1.8 Caramiello, 1.9 Barzotti, 1.10 e 1.11 Scotto, 1.100 Faraone, 1.1 Gribaudo, 1.14 Tucci, 1.15 Carotenuto e 1.17 Barzotti, invito al ritiro o parere contrario, così come sull'articolo aggiuntivo 1.04 Gribaudo, invito al ritiro o parere contrario.
Ancora, sugli emendamenti 2.12 Battilocchio, 2.10, 2.100 e 2.14 Bonafe', 2.101 Faraone, 2.15 Bonafe', 2.16 Simiani, invito al ritiro o parere contrario, così come sugli articoli aggiuntivi 2.02 Guerra, 2.014 Battilocchio e 2.0100 Sala, invito al ritiro o parere contrario.
Sull'emendamento 2-.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, parere favorevole.
PRESIDENTE. Collega, non voglio ovviamente influenzarla, ma se non ci sono altri pareri favorevoli… oppure mi dice “parere contrario su tutto, eccetto...”.
CHIARA TENERINIParere contrario su tutte le proposte emendative, tranne che sugli identici emendamenti 4.7 Amorese e 4.8 Patriarca, su cui esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Benissimo, abbiamo un po' velocizzato, grazie.
Il Governo?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.3 Soumahoro.
Ha chiesto di parlare il collega Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Presidente, questo è importante per chi ci segue da fuori, in particolar modo per le cittadine e i cittadini e, in questo caso, parlo degli agricoltori rispettosi delle regole, parlo dei contadini rispettosi delle regole, parlo dell'insieme delle lavoratrici e dei lavoratori della terra, di chi zappa la terra dalla mattina alla sera, di chi raccoglie nei campi, di chi si spacca la schiena per 4 euro al giorno, 12 ore di lavoro. Questo emendamento cosa chiede? Chiede, sostanzialmente, di istituire a livello provinciale un'articolazione del tavolo nazionale per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura. Allora, qui, c'è il parere favorevole della Commissione Bilancio a questo emendamento. Non si riesce a capire il motivo per il quale il Governo esprima un parere contrario. Il punto sarà che tutto ciò che parte dalle opposizioni è da respingere, o tutto ciò che parte dall'insieme di ogni singolo deputato e ogni singola deputata in quest'Aula è da approfondire e verificare. Non si può dire che lottiamo contro il caporalato a Latina, a Foggia, a Saluzzo, nel Nord, nel Centro e nell'Ovest del nostro Paese, e poi quando i prefetti chiedono di avere uno strumento capace di rafforzare l'attività, i sindacati, le organizzazioni datoriali…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). …tutti insieme - Presidente, concludo -, tutti chiedono questo strumento a livello provinciale. La raccolta non si fa nel centro storico delle nostre città…
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). …si fa nelle campagne. Per questo, chiedo all'insieme dell'Aula di esprimersi su questo emendamento.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Il Governo, con questo parere negativo, contrario, manifesta ed esprime…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Onorevole, mi perdoni, le ho già dato più del tempo previsto, abbia pazienza, grazie.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Soumahoro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Gribaudo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.1 Gribaudo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che ci apprestiamo a ritirare per ripresentare un ordine del giorno, è un emendamento molto importante. È un emendamento che interviene sulla tutela dei lavoratori delle piattaforme che lavorano in condizioni climatiche estreme.
Signora Presidente, lei avrà visto le immagini drammatiche di qualche settimana fa di Bologna, dove un portava le pizze all'interno di un'abitazione sotto il diluvio universale, e non c'è nessuna norma che può salvaguardare questi lavoratori, che possono e che hanno il diritto di stoppare il lavoro quando quel lavoro rischia di coincidere con infortuni o, addirittura, con la perdita della vita.
Sappiamo che si tratta di un intervento molto significativo. Sappiamo anche di incrociare una sensibilità diffusa, anche all'interno di questo Parlamento che, in qualche modo, vive la stessa condizione, la stessa percezione del pericolo.
Abbiamo visto, nel corso degli ultimi anni, che ci sono stati interventi sugli ammortizzatori sociali per i lavoratori costretti a operare in condizioni climatiche estreme. Troppo pochi, ma sicuramente noi ci troviamo di fronte a qualcosa che cambierà nel corso dei prossimi anni la natura delle relazioni industriali, dei rapporti di lavoro e, dunque, occorre intervenire anche su questo terreno. Quindi, nel ritirare questo emendamento, annunciamo che presenteremo un ordine del giorno, e auspichiamo che ci sia un orientamento comune dell'Aula.
PRESIDENTE. Quindi è ritirato. Allora proseguiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Tucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Carotenuto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Intanto avverto che l'emendamento 2.12 Battilocchio, l'articolo aggiuntivo 2.014 Battilocchio e l'articolo aggiuntivo 2.0100 Sala sono stati ritirati dai presentatori.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.04. Gribaudo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intendo sottoscrivere questo articolo aggiuntivo della collega Gribaudo. Voglio chiedere all'Aula un po' di attenzione anche perché questa proposta emendativa è frutto di un'elaborazione e di un'iniziativa comune della Commissione d'inchiesta della Camera dei deputati che si occupa delle condizioni di lavoro e di sfruttamento nei luoghi di lavoro e che in più di un'occasione, compresi gli Stati generali che si sono recentemente tenuti qui alla Camera, alla presenza della Ministra del Lavoro e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha proposto, tra le varie misure di contrasto agli infortuni sul lavoro, l'introduzione del elettronico di cantiere o cosiddetto tesserino parlante.
Vede, veniamo da giorni drammatici, terribili. Ieri, lei in quest'Aula ha ricordato la strage inaccettabile, l'ennesima strage inaccettabile sul lavoro che ha colpito la comunità di Calenzano: cinque morti. Siamo dentro quella che possiamo definire una vera e propria pandemia dei morti sul lavoro: tre morti al giorno, più 2,5 per cento rispetto allo scorso anno.
Fino ad oggi il Governo ha messo in campo soltanto dei pannicelli caldi, senza introdurre nessun tipo di soluzione strutturale che riguarda sicuramente l'introduzione del elettronico di cantiere, ma riguarda anche un modello produttivo fondato sul risparmio dei costi, sulla riduzione delle tutele, sull'idea che introduce i subappalti a cascata all'infinito.
E allora, non capisco francamente il parere contrario da parte della maggioranza e del Governo su questa proposta emendativa, per cui chiedo al relatore e al Governo di poterlo accantonare e mi auguro che ci sia la disponibilità a rivedere questo parere.
PRESIDENTE. Relatori, mi date un parere sull'accantonamento? Intanto, segnalo che il gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe vuole sottoscrivere la proposta emendativa.
PRESIDENTE. Il parere è contrario. Insiste per la votazione, collega Scotto?
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Sì.
PRESIDENTE. Allora, a questo punto passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo 1.04. Gribaudo, con il parere contrario del relatore.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 57 voti di differenza.
A questo punto, se nessun altro chiede di intervenire, passiamo alla votazione della proposta emendativa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.04. Gribaudo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che l'emendamento 2.12. Battilocchio è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento 2.10. Bonafe'. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE'(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dire che cogliamo l'invito della relatrice a ritirare questo emendamento e annuncio che ritireremo anche i successivi 2.15 e 2.16.
Come ormai da più tempo stiamo dicendo, c'è una crisi molto pesante che sta colpendo il settore della moda in Italia, in particolare in Toscana. Ed è una crisi che richiede misure urgenti. Noi, con questi emendamenti, avevamo chiesto l'estensione della cassa integrazione in deroga a tutto il 2025 per dare una boccata d'ossigeno a imprese e lavoratori e avevamo anche chiesto di poter avere una moratoria sulle imposte e sui debiti delle imprese.
Prendiamo atto che c'è stata da parte della maggioranza e del Governo una prima risposta. È una risposta che noi giudichiamo insufficiente a far fronte alla situazione che abbiamo davanti, ma la consideriamo comunque una prima risposta. Quindi, ritiriamo l'emendamento, dicendo, però, fin da subito che in legge di bilancio ci auguriamo che possano essere trovate le risorse per dare risposte adeguate .
PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 2.10 Bonafe' è ritirato, così come gli emendamenti 2.15 Bonafe' e 2.16 Simiani. Passiamo all'emendamento 2.100 Bonafe'. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.14 Bonafe'. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.14 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.101 Faraone. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Gli emendamenti 2.15 Bonafe' e 2.16 Simiani sono ritirati. Quindi, passiamo all'articolo aggiuntivo 2.02 Guerra. Ha chiesto di parlare la collega Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per due ragioni su questo articolo aggiuntivo. Dapprima, per una ragione di merito, perché questo articolo aggiuntivo pone un problema che continua ad essere trascurato nell'azione di questa maggioranza - sia per quanto riguarda questo provvedimento e ancor più per quanto riguarda la manovra di bilancio -, ossia il tema di come affrontare, anche con strumenti nuovi, le forti crisi industriali determinate da processi necessari di reindustrializzazione e di riconversione e anche dalla necessità di costruire un sistema di ammortizzatori maggiormente in grado di accompagnare questi processi, in termini di durata e di caratteristiche.
È un tema trasversale, che ormai interessa vari settori, che viene affrontato, però, in modo parcellizzato di fronte alle emergenze più gravi, lasciando un insieme di lavoratori a rischio di scopertura di ammortizzatori e, soprattutto, rendendo meno probabile la possibilità di reindustrializzare e riconvertire. Questo per quanto riguarda il merito, però c'è un altro problema. Questo articolo aggiuntivo è coperto ricorrendo al Fondo per interventi strutturali di politica economica. Ora, il Fondo è assolutamente capiente, pertanto non c'è un problema di copertura da questo punto di vista. Ciononostante, in Commissione bilancio è stata bocciata la copertura perché si dice che il Governo ipotizza di utilizzare questo Fondo per altri scopi; però, non scopi che siano in corso o in provvedimenti ancora da approvare ma comunque decisi, no, ipotizza in futuro di utilizzare questo Fondo.
Quindi, ci troviamo sempre in una difficoltà enorme come opposizione a capire che cosa si può fare e cosa no, perché se tutte le coperture che troviamo, pur essendo esistenti - quindi non stiamo parlando di cose che non ci sono -, vengono ipotecate dal Governo e dalla maggioranza, così è ovvio che l'opposizione può anche ritirarsi a vita privata. Due ragioni per cui vi chiedo di sostenere questo articolo aggiuntivo: che non accettiamo il fatto che le risorse che ci sono non possono essere destinate e non possono essere nella piena determinazione del Parlamento, anche su proposta dell'opposizione; ma soprattutto un'attenzione al fatto che non possiamo raccontare di essere in un mondo felice con una produzione industriale che nel tendenziale, quindi nell'anno, registra un calo del 4,6 per cento, e non possiamo non prepararci a fronteggiare fenomeni lunghi di transizione, in un momento in cui sia l'innovazione tecnologica che il contesto internazionale lo richiederanno a tutela delle nostre imprese e dei nostri lavoratori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Per rafforzare le parole della collega Guerra. Vedete, questo articolo aggiuntivo è una riforma, perché prova a interpretare la sfida che c'è davanti, che è oggetto di una discussione che attraversa il Paese e il dibattito parlamentare. Veniamo ieri da un esito positivo, anche se parziale, della vertenza Trasnova, con il rinnovo della commessa di un anno. Però noi entriamo dentro un 2025 - questo vorrei che fosse chiaro a chi ci governa e alla maggioranza - molto delicato sul piano della tenuta occupazionale, sul piano della tenuta degli insediamenti produttivi e sul piano della sfida della transizione. Servono strumenti straordinari; serve un Fondo che abbia natura nazionale, ma anche europea, per governare questi fenomeni e per garantire ammortizzatori sociali adeguati e formazione a quei lavoratori.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Dire “no” a questo articolo aggiuntivo significa mettere la testa sotto la sabbia rispetto alle urgenze vere di questo Paese.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.02 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Posto che gli articoli aggiuntivi 2.014 Battilocchio e 2.0100 Sala sono stati ritirati, passiamo all'emendamento 2-.500. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2-.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'emendamento 3.101 Faraone. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.100 Grippo. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Grippo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.1 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Caso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.3 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.2 Caso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, signora Presidente. Con questo emendamento cerchiamo di dare una sterzata a quella che è la direzione terribile che questo Governo e questa maggioranza hanno preso nell'ambito dell'università e della ricerca. Di fatto, con questo emendamento e con altri emendamenti successivi, proponiamo e chiediamo di attivare un vero e proprio piano straordinario di reclutamento dei ricercatori, attualmente precari, all'interno sia delle università sia degli enti di ricerca.
Noi dobbiamo conoscere e avere piena cognizione di alcuni dati e di alcune informazioni. Innanzitutto, il numero di ricercatori all'interno del nostro Paese è molto basso, se lo confrontiamo con il contesto internazionale; ma è altrettanto basso anche se lo consideriamo in rapporto alla popolazione, cioè al numero di abitanti del nostro Paese, e anche rispetto al PIL. Inoltre, come dicevo, abbiamo un terribile e ormai inaccettabile livello di precariato all'interno dell'attività di ricerca. Parliamo di cifre che superano il 30 per cento. Cifre che non troviamo all'interno di altri ambiti dei comparti pubblici. Ed è assurdo poi che sia proprio la ricerca a mostrare queste cifre, quella ricerca in cui uno, invece, dovrebbe investire enormemente. Soprattutto, bisogna evitare il precariato proprio perché va in contrasto con quello che è il principio che muove la ricerca.
Allora, interveniamo rispetto a quello che vedremo: contro i tagli all'interno della legge di bilancio e l'azione della Ministra Bernini e di questa maggioranza. Dobbiamo invertire rotta ed è importante, anche perché - senza che poi io intervenga in relazione agli emendamenti successivi - dobbiamo tener presente anche un altro fenomeno che sta per esplodere sempre riguardo al precariato: dal momento che questa maggioranza, nell'ambito dell'università e della ricerca, ma più o meno ovunque, ha previsto il nulla assoluto dopo il PNRR e ora ci troviamo con tanti ricercatori RTDA, assunti a tempo determinato per portare avanti dei progetti legati al PNRR, che hanno formato una bolla che presto esploderà. Alcuni contratti, sia nell'università che negli enti di ricerca, terminano a breve; è questione di mesi. Sono tanti, lo ripeto, sono tanti. Quindi, stiamo dicendo a tanti giovani e anche meno giovani ricercatori, perché qui - come dicevo - il precariato è diffuso: andatevene dal nostro Paese; se volete fare ricerca andate all'estero, emigrate, perché l'Italia non è un Paese per chi vuole mirare al futuro.
E su questo chiudo, Presidente. Dobbiamo tenere a mente tutti una cosa ben precisa: qui non parliamo solo della dignità dei singoli lavoratori che sono precari, dei singoli ricercatori, parliamo del futuro del Paese e della competitività del Paese perché, se non si investe in capitale umano e ricerca, non si investe nel Paese del futuro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Io vorrei, a nome mio e del collega Franco Mari, sottoscrivere questo emendamento del collega Caso, perché interviene su un tema fondamentale e importante come quello del lavoro e dei contratti dei nostri ricercatori nonché del finanziamento delle università. Segnalo che ne parliamo qui, oggi, ma questo è solo l'inizio di una battaglia che intendiamo portare avanti anche in legge di bilancio, perché la situazione - come diceva anche il collega - è davvero grave e, a tratti, sicuramente vergognosa. Siamo di fronte a un disinvestimento da parte del Governo in tutti i settori dell'istruzione, che si configura come una totale mancanza di rispetto nei confronti di migliaia di lavoratori e di ricercatori che oggi sono impiegati nei nostri enti di ricerca; ma se vogliamo, in maniera ancora peggiore, si configura come un danno alla competitività economica del nostro Paese, al suo futuro, allo sviluppo di nuove tecnologie e di nuove politiche industriali e di innovazione sociale. Siamo, quindi, qui a dare ovviamente il nostro voto favorevole a questo emendamento, ma anche a ribadire che emendamenti come questo ci saranno anche nella discussione sulla legge di bilancio, perché fuori da queste Aule c'è una grande mobilitazione di questo mondo, dalle università agli enti di ricerca, e quella mobilitazione è bene che irrompa nella nostra discussione. Bisogna dare risposte al Paese, bisogna dare risposte a queste persone e fa specie che dalle parti della maggioranza arrivino solo pareri negativi e un assordante silenzio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento del collega Caso che, devo dire, si associa a un lavoro che, come forze di opposizione, insieme ai colleghi di AVS e del MoVimento 5 Stelle, abbiamo…
PRESIDENTE. Scusi, collega Manzi. Collega Tenerini, collega Scotto, è proprio… non so come fa la collega Manzi a parlare…
IRENE MANZI(PD-IDP). Allenamento…
PRESIDENTE. Prego, collega.
IRENE MANZI(PD-IDP). …che fa seguito a un lavoro comune, che su un tema essenziale, come quello della ricerca, come quello dell'istruzione, abbiamo promosso in sede di legge di bilancio, proprio perché in realtà questo è solo un antipasto - mi verrebbe da dire - di quello che è il tema più generale, che riguarda i mancati investimenti che il Ministero dell'Università e della ricerca, che il Governo ha posto rispetto al settore della ricerca. Abbiamo ascoltato le parole preoccupate della Conferenza dei rettori, della presidente della Conferenza dei rettori in sede di audizione in Commissione bilancio, durante appunto le audizioni, e abbiamo cercato di tradurre quegli allarmi che riguardano la pesante decurtazione del Fondo di finanziamento ordinario, che andrà ad incidere anche sui livelli occupazionali, sulle aspirazioni al ruolo dei docenti, dei futuri docenti universitari, sul blocco del sulla limitazione del .
Qui si sta colpendo in maniera molto grave, molto pesante la ricerca. Abbiamo presentato anche un ordine del giorno a questo provvedimento e voteremo, ovviamente, a favore di questi emendamenti, ma ci rivolgiamo al Governo: terminati i fondi del PNRR, non vediamo orizzonte da parte del Governo rispetto ad un tema centrale come questo.
E nel frattempo, invece, assistiamo al Senato alla presentazione, da parte della Ministra Bernini, di una riforma del pre-ruolo, che in realtà scardina quello che era un provvedimento lungamente atteso, che era stato approvato anche da alcuni colleghi delle forze politiche dell'allora maggioranza, che riguardava appunto il pre-ruolo, che riguardava forme di maggiori garanzie, tutele e stabilità rispetto ai ricercatori; cose che, invece, il provvedimento Bernini va a spacchettare, va a spezzettare in tante figure differenti che andranno, in realtà, a colpire quelle che sono le aspirazioni alla ricerca, alla tutela e alla stabilità e a un trattamento adeguato per l'importante lavoro, in realtà, che quei giovani ricercatori e ricercatrici stanno promuovendo. Ci ritroveremo, immagino, nella Commissione bilancio a discutere di questi temi, ma mi auguro che l'ascolto, da parte del Ministero e da parte del Governo, sia decisamente più partecipe e dia, soprattutto, le risposte che non stiamo attendendo solo noi, ma anche chi fuori è impegnato nel mondo della ricerca.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN(MISTO). Grazie, Presidente. Questo sarà uno dei voti contrari più convinti che ho espresso in sei anni in quest'Aula e lo dico non solo da deputato, ma da appartenente al sistema universitario. Su questo settore - che è vero, è cruciale per la competitività del nostro Paese - noi da decenni osserviamo o provvedimenti inutili, come questo, da parte della destra, o sempre le stesse ricette da parte della sinistra. Le ricette della sinistra, su questo tema, sono sempre di una sola matrice: stabilizziamo i precari. Fra l'altro, con argomentazioni anche un po' strane, perché se quelli immessi col PNRR, che è un programma a tempo, hanno l'implicita promessa di rimanere per sempre, allora non era un programma a tempo.
Il motivo per cui i giovani in questo Paese fanno fatica a fare carriera universitaria è solo di due tipi: primo, in troppi dipartimenti ci sono ancora logiche feudali, dove il giovane fa carriera, a volte, se ancora porta fuori il cane del professore; e il secondo motivo è che non si accetta che un giovane talento universitario possa essere pagato di più di quello che lavora nella stanza accanto, se vale di più.
E questo accade perché si vuole continuare a considerare l'università parte della pubblica amministrazione, ma l'università è una realtà di mercato, dove il mercato non vuol dire “Stellantis”, vuol dire che si incrociano domanda e offerta in un contesto competitivo. L'unica vera riforma che serve al sistema universitario non è stabilizzare sempre i precari, sapendo che il precariato è una parte normale della carriera universitaria e non tutti quelli che entrano hanno il diritto di rimanerci. Bisognerebbe garantire una qualità e una competizione leale su basi paritarie, l'unica riforma che serve è togliere le università dal diritto amministrativo, trasformarle in fondazioni di diritto privato a capitale interamente pubblico, in modo che possano svolgere la loro competizione sul mercato mondiale, con pari opportunità e garanzie per i giovani di potersi giocare la loro partita, anche se non portano fuori il cane del barone la sera prima .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Scotto.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Presidente, non è un titolo personale, è un ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Un ordine dei lavori su quello che stiamo facendo in questo momento?
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Esatto.
PRESIDENTE. È un ordine dei lavori sul provvedimento?
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). No, è un vero ordine dei lavori .
PRESIDENTE. Certo, prego onorevole Scotto: o no, ne ha diritto.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei informare quest'Aula che da stamattina abbiamo riunito il Comitato dei nove - com'era normale che fosse - perché eravamo in trepida attesa di una riformulazione, da parte della Commissione, con il beneplacito del Governo, di una serie di emendamenti che intervenivano sulla vicenda degli ammortizzatori sociali del settore moda, che è il cuore di questo provvedimento, almeno per quello che riguarda la parte del lavoro, di competenza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, per allargare la possibilità di fruire di questi ammortizzatori sociali fino al 31 gennaio. C'era un'intesa di tutti, di tutti i partiti, di tutti i gruppi rappresentati in Parlamento, maggioranza e opposizione, e un impegno solenne da parte nostra a ritirare gli emendamenti in merito, di fronte alla riformulazione. Chiuso il Comitato dei nove, dopo un'attesa, diciamo, abbastanza lunga di una riformulazione - abbiamo avuto persino la riformulazione della riformulazione - ora apprendiamo, ambasciator non porta pena, dal relatore che questo emendamento non avrebbe le coperture e che, dunque, il lavoro che abbiamo fatto fino a questo momento è stracciato.
Ora, vede, io non ce l'ho con la relatrice, che so che ha fatto un lavoro serio per poter garantire a queste lavoratrici e a questi lavoratori gli ammortizzatori dovuti, però il Governo deve andarlo a spiegare a quei lavoratori che, dopo che ha preso un impegno, questa mattina questo impegno è stato stracciato dopo meno di un'ora E allora, signora Presidente, i decreti, se si fanno, poi devono dare la possibilità a chi è in Parlamento di intervenire e di agire. Per queste ragioni, io chiedo l'immediata sospensione dell'Aula e l'immediata convocazione del Comitato dei nove. Vogliamo avere motivazioni chiare su questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Sì, Presidente. Per unirmi alla richiesta del collega Scotto di sospensione e di convocazione del Comitato dei nove, per tornarci un attimo sulla questione, che è sicuramente una questione di merito per la rilevanza del tema, il settore della moda, le sue difficoltà, la necessità di ampliare gli ammortizzatori, di venire incontro a quella specifica condizione di un comparto importante del nostro sistema produttivo e del nostro - lo dico con parole vostre - tanto caro . Però qui c'è, dietro la nostra richiesta, davvero, a questo punto, una grande questione che riguarda il nostro modo di lavorare, che non è riferito, come dire, ai nostri tempi; no, si tratta della possibilità politica di intervenire e di incidere su un provvedimento da parte di tutti, della maggioranza come dell'opposizione. Invece, qui, ancora una volta abbiamo registrato, guardate - ed è grave -, una sorta di tecnica del carciofo, per cui un po' alla volta ti viene meno, ti viene tolto quello che hai provato a fare, fino all'ultimo atto di stamattina ma che è l'ultimo, ce n'erano stati altri prima. Non è possibile che noi questa mattina abbiamo un emendamento, una riformulazione da parte della maggioranza e del Governo, arriviamo qua e questa riformulazione non c'è più. Questo ci mette nell'impossibilità di valutare complessivamente un provvedimento e la valutazione complessiva del provvedimento riguarda, evidentemente, anche la nostra possibilità di incidere nel provvedimento. A questo punto, chiediamo sicuramente la sospensione e la convocazione del Comitato dei nove, ma va anche detto che la nostra valutazione complessiva sul provvedimento a questo punto cambia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Ci accodiamo anche noi alla richiesta dell'onorevole Scotto, perché troviamo che ci siano due ordini di problemi. Ce n'è uno proprio etico di lavori, dei rapporti tra maggioranza e opposizione, perché, se si prendono degli impegni e poi non si mantengono, va da sé che c'è un problema. Poi c'è poi un tema anche di messaggio che diamo al Paese. Io trovo veramente paradossale che, in questo Paese, si trovano i soldi per condonare le multe ai no-vax e non si trovano mai i soldi per i lavoratori . Quindi, riconvochiamo il Comitato dei nove e rimettiamoci al lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Sì, grazie, Presidente. Per unirci alla richiesta di sospensione e dare la possibilità al Comitato dei nove di approfondire la questione delle coperture. Guardi, Presidente, alle considerazioni dei colleghi ne aggiungo un'altra, ancora più grave, se vogliamo. Noi la scorsa settimana abbiamo presentato un al Ministro Urso proprio sul tema del settore moda e il Ministro Urso, in quest'Aula, con la solita arroganza, ha risposto dicendo che ci sarebbero state le risorse, che avrebbero dato risposte a quei lavoratori attraverso proprio questo provvedimento legislativo. In realtà, ci rendiamo conto, a pochi giorni di distanza, che il Ministro Urso e il Governo non soltanto hanno preso in giro i lavoratori del settore della moda, ma hanno preso in giro anche quest'Aula, facendo annunci e proclami per fare bella figura sui giornali, salvo, pochi giorni dopo, smentire tutti gli impegni e le promesse che hanno fatto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Abbiamo già avuto modo, questa mattina, durante il Comitato dei nove, di manifestare la nostra perplessità rispetto a questo modo di operare, non solo evidentemente perché non rispetta le prerogative del Parlamento e di quello che siamo chiamati a fare qui, ma soprattutto perché non rispetta i lavoratori di un comparto che, come è stato detto da chi mi ha preceduto, è ampiamente in sofferenza in questo momento e aspetta di avere delle risposte che non siano un emendamento rimandato, trasformato in ordine del giorno, rimpallato sulla legge di bilancio senza sapere se arriverà o meno.
Questa mattina, se mai possibile, non ha funzionato niente, non ha funzionato il dialogo fra maggioranza e opposizione, non ha funzionato il dialogo fra l'Aula e il Governo, non ha funzionato il dialogo fra Ministeri. Anche noi abbiamo visto la buona volontà della relatrice, la buona volontà anche della Sottosegretaria. Tuttavia, vedere una Sottosegretaria che non è in grado di avere dal MEF le risposte su un provvedimento, sul quale eravamo tutti d'accordo, anche i gruppi di maggioranza, da giorni - non vogliamo scaricare la responsabilità su chi, comunque, ha provato a darci delle risposte -, evidentemente desta grandissime perplessità. Purtroppo, questo non è che un segnale di come si sta procedendo su questo provvedimento, che è un provvedimento piccolo, ma che riguarda un tema enorme, quale il PNRR che viene affrontato così continuamente, senza il necessario dialogo fra Ministeri, con continue correzioni in corsa.
Quindi, non solo concordiamo con l'idea di interrompere e convocare il Comitato dei nove, ma forse è il caso che il Governo faccia un'istruttoria su questo provvedimento e lo porti in Aula quando è maturo per farlo votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO, . Presidente, la ringrazio per la parola. Sul punto, ricordo che non tutti i colleghi che sono intervenuti qui in Aula erano, evidentemente e ovviamente, presenti prima, durante la celebrazione del Comitato dei nove, fatta stamani in Commissione lavoro. Le faccio una richiesta, se possibile, considerato che, d'accordo con il Vice Ministro Bellucci, già in seno al Comitato dei nove, prima (penso che possa essere tranquillamente detto da tutti e riferito da tutti), abbiamo trovato su di un'altra proposta - e mi riferisco, nello specifico, anche alle parole del collega Mari, del collega Scotto, ovvero delle persone che stamattina sono intervenute in Commissione lavoro -, voi sapete a che cosa mi riferisco, una sorta di punto di caduta rispetto al fatto che, su un'altra proposta, che non è stata fondamentalmente confermata stamattina, così come aveva fatto prima la Commissione lavoro - con il Governo presente, assolutamente, attenzione -, abbiamo rimandato quel tipo di copertura che giace e che verrà rifinanziato sulla base del cosiddetto Fondo sociale per occupazione e formazione. Quella era un'altra proposta, non quello a cui attiene quanto - giustamente, secondo me, lo dico - sollevato dalle opposizioni.
Ecco che, parallelamente rispetto a quel tipo di interlocuzione fatta tra stamattina e pochi minuti fa, con il Ministero dell'Economia e delle finanze, con la Ragioneria dello Stato, con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, presente il Vice Ministro Bellucci, i relatori eccetera, ecco che, rispetto al tema dell'emendamento all'articolo 2 - che ricordo, a me stesso, è una proposta emendativa che riguarda anche i deputati della maggioranza -, non c'è nulla, anche in questo caso, di politico nei confronti di un diniego, chiaramente verso le opposizioni, sul punto. Tant'è vero che l'emendamento che noi leggiamo sul fascicolo rispetto ad altri, di pari dignità, evidentemente, rispetto ad altri, è l'emendamento Battilocchio, seguito poi dall'emendamento Bonafe', che è ritirato, poiché saremmo dovuti andare a confluire, tutti assieme, in una sorta di proposta della Commissione. Quindi, già quando la politica parla di una proposta della Commissione, è una proposta evidentemente a 360 gradi, ampia, su cui c'è un ragionamento politico a cui questa maggioranza, sul tema della cassa integrazione, non fa ostruzionismo e non fa opposizione alle proposte dell'opposizione.
Sul punto, se posso terminare, colleghi, io vi ho ascoltato con grande attenzione, io chiedo Presidente, se i relatori sono d'accordo, di non sospendere in questo momento l'Aula. Infatti, collega Mari, collega Scotto, collega Boschi, coloro che sono intervenuti, anche se io chiedessi o se i relatori chiedessero un'interruzione di dieci minuti, le classiche mezz'ore o il quarto d'ora del Comitato dei nove, quando non abbiamo un positivo da parte dei Ministeri di riferimento o della Ragioneria dello Stato, non combineremmo nulla. Ritorneremo in Aula a chiedere un'altra sospensione, accendendo animi che, secondo me, in questo senso e in questa fase, non dovrebbero essere riaccesi. Quindi, la mia proposta, Presidente, è questa, se le opposizioni sono d'accordo, sulla base, è chiaro, di un rapporto fiduciario - nel senso che, in questo caso, non è che possiamo mandare una raccomandata -, ma sulla base di un rapporto fiduciario, io chiedo di continuare con i lavori dell'Aula ed entro - attenzione -, entro dieci minuti da ora, 10,43-10,53, eventualmente potreste richiedere un'eventuale sospensione, al netto del fatto che si potranno avere delle notizie fresche, entro qualche secondo, poiché l'interlocuzione è in corso. Lo rinnovo, e chiudo ringraziando la Presidente: questa è una proposta che attiene non soltanto alle opposizioni ma anche alla stessa maggioranza e, quindi, ci teniamo esattamente quanto voi.
Quindi, io chiedo di continuare con i lavori dell'Aula ed entro pochi minuti, lo rinnovo, mi recherò personalmente presso le persone che poc'anzi hanno parlato, in merito ai che ci daranno a breve i Ministeri di competenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scotto, il quale, visto che ha già parlato, può intervenire solo eventualmente per ribadire o meno la richiesta di sospensione. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Per ribadire la richiesta di sospensione per una semplice ragione, interloquendo con quello che diceva il presidente Rizzetto. Noi siamo usciti dal Comitato dei nove - è vero - con un accordo su un ordine del giorno condiviso riguardante le addizionali sulla cassa integrazione per le imprese che stanno reindustrializzando e un accordo su un emendamento unitario delle Commissioni rispetto agli ammortizzatori sociali del settore moda. Non sfuggirà al presidente Rizzetto che da quell'accordo derivava anche un atteggiamento e un comportamento rispetto al resto del provvedimento.
È evidente che probabilmente tra il quarto piano e il piano Aula si sarà persa qualche carta, devo pensare, visto che al Governo e alle Commissioni andava bene ma poi scendiamo qui e scopriamo, guarda caso, signora Presidente, dopo che abbiamo ritirato gli emendamenti e votato tutti gli emendamenti dell'articolo 2, che non c'è più la copertura su quell'emendamento riformulato. Siccome qui noi non siamo abituati a lavorare in maniera - e lo dico senza voler offendere nessuno - cialtronesca , per quello che ci riguarda o si sospende o il nostro atteggiamento cambia rispetto al provvedimento.
PRESIDENTE. A questo punto dovrei chiedere ai relatori il parere sulla richiesta di sospensione. Collega Bignami, è già intervenuto il collega Rizzetto sull'ordine dei lavori e, quindi, non posso far intervenire un altro del suo gruppo, com'è stato prima.
Io devo chiedere ai relatori il parere sulla richiesta di sospensione. Forse, c'è un'interlocuzione in corso. Colleghi, abbiate pazienza: credo che vi rendiate tutti conto della situazione.
GEROLAMO CANGIANO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GEROLAMO CANGIANO, . Chiedo di sospendere la seduta per dieci minuti.
PRESIDENTE. Va bene. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 10,55.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il relatore Cangiano. Ne ha facoltà.
GEROLAMO CANGIANO, . Grazie, Presidente. Chiediamo altri 15 minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Va bene. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 11,15.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di intervenire il relatore, onorevole Cangiano. Ne ha facoltà.
GEROLAMO CANGIANO, . Grazie, Presidente. Chiediamo altri 30 minuti di sospensione .
PRESIDENTE. Va bene. Sospendiamo dunque la seduta, che riprenderà alle ore 11,50.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Rizzetto, presidente della Commissione lavoro. Prego, ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO(FDI). Grazie, Presidente Ascani. Scusate per queste interruzioni. Penso di parlare a nome delle due Commissioni riunite. Grazie al Governo, grazie all'interlocuzione avvenuta in questi minuti, grazie ai relatori e grazie anche alla pazienza, tra maggioranza e opposizione, su una proposta emendativa, laddove evidentemente non avevamo raggiunto un accordo, ossia, ricordo a me stesso, l'emendamento 2.300 dei relatori e, quindi, delle Commissioni; abbiamo trovato, in seno al Comitato dei nove, secondo me, un ottimo punto di caduta, addirittura aumentando non tanto le settimane in termini di cassa integrazione, ma aumentando e confermando la filiera, con risorse aggiuntive da parte del Governo e da parte delle casse dello Stato, con una copertura che, da 33,2 milioni, passa, per l'anno 2025, a 36,8 milioni. Quindi, abbiamo raggiunto un'intesa. Ringrazio, evidentemente, tutti. È altrettanto chiaro che, come lei mi insegna, Presidente Ascani, devo chiedere un'ulteriore sospensione di qualche minuto …
PRESIDENTE. Colleghi, calma, adesso ci spiega perché.
WALTER RIZZETTO(FDI). Non attiene - collega Marattin, per suo tramite - a specifiche politiche, ma semplicemente è un rispetto del Regolamento, ossia serve che la V Commissione si riunisca, veramente per pochi secondi, per dare il via libera alla proposta su cui abbiamo trovato un accordo.
PRESIDENTE. Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 12, speriamo definitivamente.
PRESIDENTE. Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 2.300, che è in distribuzione, in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti e sul quale la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere che è in distribuzione.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'emendamento 2.300 delle Commissioni sarà immediatamente esaminato e posto in votazione.
Invito i relatori e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego.
CHIARA TENERINI, . Grazie, Presidente. Sull'emendamento 2.300 delle Commissioni il parere è favorevole.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Colleghi, dopo questo voto andremo molto rapidamente, quindi non aspetterò che rientriate. Nel frattempo, chi sta entrando, lo faccia con un po' di sollecitudine.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Torniamo all'emendamento 4.2 Caso, con riferimento al quale già si erano svolte le dichiarazioni di voto.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Caso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.7 Amorese e 4.8 Patriarca, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.05 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.1 Piccolotti e 5.2 Manzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Caso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.4 Caso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Caso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Baldino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.4 Caso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, signora Presidente. Con questo emendamento - e anche qualcuno dei successivi a mia prima firma - interveniamo sulla questione degli alloggi universitari per gli studenti fuori sede. Intervengo su questo, ma in generale anche sui successivi, senza reintervenire dopo. Noi possiamo, a tutti gli effetti ormai, decretare - ma anche dalle parole stesse della maggioranza, della Ministra Bernini e dell'Ministro Fitto - che uno dei più grandi fallimenti da parte di questo Governo e questa maggioranza sulla gestione del PNRR è proprio quello legato alla creazione di nuovi alloggi; una missione che doveva essere importante, importantissima, per garantire quel che dovrebbe essere, almeno in uno Stato democratico, un diritto, ovvero quello di poter studiare indipendentemente dai soldi che si hanno.
Ora conosciamo tutti la situazione in cui ci si trova in diverse città, con i fitti che sono insostenibili. Ricordiamo che da inizio legislatura c'è stata la protesta di diversi movimenti studenteschi: non solo fuori dalle università, ma anche qui fuori. Una protesta chiara e palese, mettendo delle tende proprio per dire chiaramente che è impossibile, per troppi studenti e troppe studentesse, trovare un alloggio.
La missione del PNRR doveva prevedere la creazione di nuovi alloggi e, fin dall'inizio, insieme all'associazione studentesca, abbiamo denunciato il modo in cui stava operando il Ministro, e ora è chiaro che si rischia un ridimensionamento del - dalle stesse dichiarazioni del Ministro Fitto, sia chiaro - di 1,2 miliardi. Non ce la si fa, si è alzata bandiera bianca, semplicemente questo. Da un lato, quel che è stato fatto ad oggi è soprattutto finito nelle tasche di privati che, sì, hanno creato alloggi, sì, li hanno creati non sempre, purtroppo, a prezzi accessibili, quindi non rientranti in quel che chiamiamo il diritto allo studio; come se l'investimento PNRR avesse mancato, da un lato, il e, dall'altro, avesse arricchito solo una categoria.
C'è invece il totale fallimento degli investimenti pubblici, dai comuni alle regioni, agli enti di diritto allo studio; enti pubblici che la Ministra pensava di coinvolgere, spingendo a rientrare nei bandi per creare nuovi alloggi semplicemente con una letterina: vi prego, partecipate. In realtà, la cosa chiara è che, con i soldi messi a disposizione, per chi non ci deve lucrare come fa il privato, è impossibile creare - appunto con i soldi dati - degli alloggi e poi, soprattutto, gestirli, quindi c'è il totale fallimento.
Allora, con questo emendamento e con i successivi, da un lato, andiamo a dire: mettiamo più soldi per gli enti pubblici, in modo che, rispetto ai 20.000 euro a posto letto, gliene diamo altri 50.000, quindi veramente si creano posti letto che, poi, possono essere utilizzati da chi ne ha bisogno; dall'altro, con questo emendamento in particolare, andiamo a dire: visto che si è stati incapaci di creare nuovi alloggi, andiamo a incrementare quel fondo che serve, poi, proprio agli studenti fuori sede quando ne hanno bisogno per poter affittare gli alloggi costosissimi.
Ricordiamo che questo fondo, creato nei Governi Conte, è stato poi tagliato con questo Governo, passando da 15 milioni a 4 milioni, poi è stato un po' rimpinguato. Ora ce lo ritroviamo sì in legge di bilancio, ma solo per il 2025, ma con fondi lontani rispetto a quelli che servirebbero. Allora con questo emendamento diciamo: andiamo a rimpinguare quel fondo, che è una toppa, non è la soluzione, ma è una toppa che serve, e poi andiamo a lavorare con serietà sugli alloggi universitari.
Al momento abbiamo sempre trovato dei “no” su queste richieste; siamo qui a porla nuovamente, così come poi faremo, ovviamente, in legge di bilancio .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.4 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Grippo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.3 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.03 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.04 Manzi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 6.05 Piccolotti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Anche noi di Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo depositato questo emendamento per impegnare il Governo a rimpinguare il Fondo di cofinanziamento degli interventi del PNRR rivolti alla realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari. Fa molta specie che, nella discussione di questo provvedimento, ci sia stata, dal mio punto di vista, giustamente, grande attenzione al tentativo di finanziare gli ammortizzatori sociali per il settore della moda, ma a questa grande attenzione e al grande dibattito che è stato portato avanti è corrisposto e corrisponde, anche qui in Aula oggi, un totale disinteresse, invece, per un problema che attanaglia migliaia e migliaia di famiglie, e che sta rendendo davvero difficile la vita dei nostri studenti e delle nostre studentesse.
Lo dico perché tutti sappiamo che è in corso una vera e propria emergenza abitativa. È un dramma, abbiamo affitti che sono saliti alle stelle, basta aprire i giornali: i dati parlano di più 23 per cento o più 25 per cento, a seconda delle zone, e in molte città italiane gli alloggi per studenti sono diventati introvabili o hanno dei prezzi mostruosi, che partono dai 600-800 euro a posto letto. È evidente che, in queste condizioni, per i ragazzi che vengono da famiglie con una capienza economica minore, con un reddito più basso, studiare fuori sede è diventato sostanzialmente impossibile.
Siccome la nostra Repubblica dovrebbe garantire a tutti e a tutte il diritto ad avere una istruzione di qualità attraverso un capace di accompagnare gli studenti nel loro percorso di studi, noi troviamo davvero scandaloso che, nonostante le tende, nonostante le mobilitazioni, nonostante le richieste che vengono da ogni luogo dell'istruzione italiana, questo Governo abbia continuato a impedire che ci sia un accrescimento delle risorse dedicate a queste politiche e che si trovi una soluzione a un problema che è reale e che tutti conoscete.
Lo dico oggi, in particolar modo, perché so che domani ci saranno decine di amministratori da tutte le città italiane che protesteranno proprio qui, a Roma, davanti al Parlamento, chiedendo che Salvini li riceva finalmente, perché hanno bisogno di mettere a terra dei piani casa, dei piani dedicati all'abitare che prevedano anche edilizia pubblica per impedire, per l'appunto, che i prezzi continuino ad aumentare. Salvini non li riceve, la Ministra Bernini non fa nulla, in quest'Aula non prendete la parola nemmeno per dare spiegazioni e, intanto, avete aumentato di 3 miliardi le risorse, che erano già tante, che vengono investite per un'opera inutile e dannosa, come il ponte sullo Stretto.
È evidente che abbiamo un problema di priorità. Le armi vanno bene e i soldi ci sono - 3 miliardi e mezzo in più -, per il ponte sullo Stretto trovate i soldi, mentre quando si tratta di costruire, invece, le residenze universitarie, magicamente questi soldi mancano e non vi interessa più nemmeno interloquire .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.05 Piccolotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.3 Manzi e 8.9 Piccolotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.4. Amato, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.6 Piccolotti, 8.7 Caso, 8.8 Manzi e 8.100 Grippo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 8-.100 Caso e 8-.101 Manzi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Presidente, solo pochi minuti per illustrare il senso di questo emendamento, che è stato introdotto, tra l'altro, nel corso dell'esame in Commissione. Interviene su un tema di cui quest'Aula si è lungamente occupata, quello relativo al liceo del e alla tutela e alla salvaguardia dell'indirizzo economico e sociale del percorso del liceo delle scienze umane. Fortunatamente, il Ministero è intervenuto correggendo un grave errore che lo stesso Ministro aveva prodotto, ovvero quello di non garantire il percorso economico e sociale del liceo delle scienze umane, che, in un primo momento, nella versione iniziale del provvedimento, era stato addirittura soppresso, mentre nel testo finale, poi, si è prevista la confluenza, senza garanzie, però, sull'organico, sui posti che sarebbero stati tutelati, di salvaguardia, di quella che è stata ed è un'esperienza scolastica importante e significativa che, tra l'altro, come dice il numero stesso delle iscrizioni, è stata confermata anche negli anni e come dice, mi pare evidente, anche il numero al contrario molto ridotto, quasi 300 alunni su scala nazionale, di iscritti al liceo del .
Ebbene, perché abbiamo presentato questo emendamento se il Governo è intervenuto per correggere quello che era il testo della norma? Perché, in realtà, i dettagli sono importanti in questo caso. La modifica introdotta dal Governo in Commissione, dai rappresentanti della maggioranza in Commissione, prevede una clausola, la consueta - vado a semplificare - clausola di invarianza finanziaria, che salvaguarderà il percorso dell'indirizzo economico e sociale del liceo delle scienze umane a invarianza di organico. Quello che noi vogliamo porre è un tema, è un problema. L'invarianza…
PRESIDENTE. Colleghi, se vogliamo procedere con i lavori, dovete, però, stare in silenzio, altrimenti è impossibile. Prego, onorevole Manzi.
IRENE MANZI(PD-IDP). L'invarianza dell'organico, in questo senso, riuscirà a garantire davvero il percorso economico e sociale delle scienze umane? Vorremmo queste risposte da parte del Governo, che ci rassicurerebbero. Anche ammettere - nessuno vuole fare la Cassandra della situazione - che si era sbagliato a prendere la decisione che era stata assunta nel provvedimento iniziale, approvato lo scorso anno in quest'Aula, e sì, forse la scelta inerente al liceo del non è stata propriamente felice
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento cerchiamo di far ragionare la maggioranza e il Governo, perché quello che a noi è poco chiaro è come questo Governo e questa maggioranza vogliano pensare di riformare, di sostenere, di migliorare il sistema dell'istruzione del nostro Paese, senza mai investire soldi; anzi puntando a tagliare gli investimenti, a tagliare la cosiddetta spesa, perché tutto ciò che riguarda la crescita sociale e culturale del nostro Paese viene ancora una volta interpretata come una spesa, oppure senza aumentare gli organici, quindi i docenti e il personale.
È il caso del liceo del , che si conferma essere l'ennesima misura di tipo propagandistico che questa maggioranza porta avanti. Per fare che cosa? Per piegare il sistema dell'istruzione del nostro Paese al sistema produttivo, al mercato, perché per voi formare, educare e istruire i nostri giovani significa non formare cittadini responsabili e consapevoli , ma formare lavoratori dipendenti, servitori, verosimilmente sottopagati e sfruttati.
Tra l'altro, vorrei ricordare che proprio l'Estonia - che è agli onori della cronaca, perché, rispetto ai dati OCSE, oggi risulta essere un Paese guida nel campo dell'istruzione tra i Paesi europei - ha proprio deciso di tornare indietro rispetto a un indirizzo che aveva preso, ossia quello di accontentare gli imprenditori, formando così giovani lavoratori. Perché? Perché gli stessi imprenditori sono tornati indietro, ammettendo che, se non formiamo le competenze cognitive, cioè la capacità di sviluppare il senso logico, il senso matematico, la capacità di comprendere testi complessi, di discernere tra le informazioni utili e quelle poco utili, è inutile formare dei tecnici, perché, con l'avanzamento del progresso tecnologico, quello che conterà sempre di più sarà la capacità di governare le nuove tecnologie, di saperle interpretare, di saperle comprendere.
Al contrario, le competenze troppo verticali e tecniche passeranno di moda, così come si evolverà il mercato e l'economia. Quindi, siccome crediamo in un modello di istruzione pubblica, dove l'accesso alla scuola sia effettivamente reso possibile a tutti e gratuitamente, siccome crediamo che funzioni l'indirizzo economico-sociale già esistente, al contrario dell'indirizzo del (che in un anno ha registrato poco più di 300 iscrizioni in tutta Italia) e, soprattutto, crediamo che qualunque intervento nel sistema dell'istruzione nel nostro Paese abbia bisogno di maggiori risorse economiche e di maggiori risorse umane, non dei tagli che state facendo in legge di bilancio con più di 8.000 risorse umane, tra personale docente e personale ATA, vi proponiamo, con questo emendamento, di far sì che quanto meno, se volete continuare a lasciare in vita l'indirizzo del , vogliate metterci risorse umane, valorizzando i docenti, valorizzando il loro ruolo nel sistema dell'istruzione nel nostro Paese .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 8-.100 Caso e 8-.101 Manzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.2 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.0100 Grippo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10.1 Piccolotti e 10.2 Manzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.3 Caso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.4 Piccolotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.6 Manzi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.7 Manzi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 10.8 Caso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, signora Presidente. Non volevo intervenire, ma è doveroso perché si gioca con la vita delle persone. Parliamo del personale ATA e non è la prima volta che lo facciamo in quest'Aula, anzi è una costante. Il personale ATA - per chi non lo sa - è rappresentato dagli amministratori e dai tecnici all'interno delle scuole, così come anche i collaboratori scolastici. E qui parliamo del famoso organico aggiuntivo. Quell'organico aggiuntivo che è stato a tempo determinato inserito nelle scuole per vari motivi: prima per fronteggiare l'emergenza COVID, poi per l'attuazione dei progetti legati al PNRR e all'Agenda Sud.
Detta così sembrerebbe che tutto va bene, ma purtroppo questi lavoratori e queste lavoratrici hanno avuto una vita più che travagliata in questi due anni. Si era partiti con promesse elettorali che subito sono mancate; poi si è intervenuti, da parte di questa maggioranza e da parte di questo Governo, con proroghe, di mese in mese, poi dimenticandosi alcuni aspetti, saltando dei mesi, arrivando a pagamenti lontani; insomma, facendo vivere a questi lavoratori, in modo tremendo, questi due anni. Però, poi, ce ne si è dimenticati per l'ennesima volta; anzi, si è fatto di peggio. Si è fatto di peggio, perché, oltre a dimenticarsene, quello che ha fatto questa maggioranza è meschino: perché si è intervenuti con un emendamento a questo provvedimento che ha illuso questi lavoratori e queste lavoratrici, che sento ormai con quotidianità, in merito al fatto che ci sarebbe stata una nuova proroga che, per quanto sia di sei mesi, per quanto sia l'ennesima proroga, ma almeno era qualcosa; ebbene, la maggioranza ha presentato un emendamento, di cui vi assicuro se ne è parlato tanto e ha alimentato veramente le speranze, per portare da gennaio a giugno di nuovo questi lavoratori all'interno delle scuole. Sono lavoratori che servono: non è che stiamo facendo beneficenza. Sono lavoratori che servono proprio per attuare i progetti del PNRR. Io invito un po' tutti a fare i giri nelle scuole. A me capita, visto la competenza che abbiamo in Commissione. La prima cosa che chiedono i presidi, anzi tutti: serve personale ATA, altrimenti tutti i vari progetti che dobbiamo mettere a terra sono a rischio. Anche perché dobbiamo considerare che quasi un migliaio di questi lavoratori poi sono stati distaccati presso altre amministrazioni. Quindi serve, non dobbiamo fare beneficenza a nessuno.
Però, allo stesso tempo, non si stanno dando le forze che servono alla scuola. Anzi, in legge di bilancio si prevedono tagli per oltre 2.000 unità, e, allo stesso tempo, si ingannano questi lavoratori.
Ora, invito tutti a passare una mano sulla coscienza, perché, se da un lato si è ritirato l'emendamento che doveva dare la proroga di 6 mesi, ora si vuole illudere nuovamente questi lavoratori, presentando un ennesimo ordine del giorno che semplicemente dirà che stiamo facendo qualcosa per voi, ma non lo stiamo facendo veramente. E vi assicuro che, per tante di queste famiglie, ciò avrebbe significato avere anche un Natale più sereno, perché lo sapevano ovviamente che l'emendamento c'era. Li ho sentiti anch'io, li ho incoraggiati: se lo ha presentato la maggioranza probabilmente questo emendamento passerà. E invece no, lo avete ritirato. E ora, con l'ordine del giorno - magari, poi, mi aspetto pure un intervento dopo - si fa l'ennesima promessa, e questo è vergognoso e intollerabile , perché state mortificando la dignità delle persone. Questo state facendo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.8 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.9 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.12 Amato, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.13 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.14 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10.10 Manzi e 10.11 Piccolotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.102 Grippo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.101 Grippo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.100 Grippo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Manzi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.103 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Piccolotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01 Orrico, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.03 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.04 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.08 Caso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 18,45.
Colleghi, ricordo che alle ore 15,10 avrà luogo la cerimonia in occasione della visita di Stato delle Loro Maestà Felipe VI, Re di Spagna, e la Regina Letizia.
Invito tutti i deputati, una volta concluse le votazioni mattutine, a lasciare l'Aula con tempestività e a liberare i cassetti e lo scranno così da favorire le operazioni di preparazione dell'Aula. Invito altresì a ritirare le schede dalle postazioni di voto.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 17,30 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENZA. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, il Ministro della Giustizia e il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Avverto che, in data odierna, l'interrogazione Bagnai n. 3-01610 è stata ritirata dai presentatori.
PRESIDENTE. L'onorevole Dori ha facoltà di illustrare l'interrogazione Zaratti e altri n. 3-01611 di cui è cofirmatario.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Questo Governo si regge su un patto tra le tre principali forze di maggioranza, che consiste nel barattare fra loro, come se fosse un mercato privato, tre riforme istituzionali e costituzionali: l'autonomia differenziata - già pesantemente affossata dalla Corte costituzionale - per la Lega, la separazione delle carriere per Forza Italia e il premierato per Fratelli d'Italia. In mezzo alle vostre bandierine politiche, però, finisce per scomparire il Parlamento, sempre più declassato a mero ratificatore delle decisioni politiche del Governo. Il quesito che poniamo è quindi il seguente: che tipo di legge elettorale ha in mente il Governo per garantire la sopravvivenza di una democrazia parlamentare ?
PRESIDENTE. La Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha facoltà di rispondere.
MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti che mi offrono l'opportunità di tornare sul punto cruciale del metodo della riforma costituzionale, ovvero il rapporto di logica consequenzialità tra forma di governo e legge elettorale. Ho più volte chiarito - e voglio qui ribadirlo - che riteniamo corretto introdurre l'esame della legge elettorale solo a seguito del consolidamento della riforma costituzionale - quindi, al termine della prima lettura da parte delle Camere - perché la legge elettorale rappresenta lo sviluppo della disciplina costituzionale. È la legge elettorale, infatti, a doversi conformare al superiore ordine normativo costituzionale, sagomandosi perfettamente su ogni sua piega e ricevendone indirizzi e limiti. Non il contrario. Solo allora il Governo potrà aprire il cantiere della legge elettorale. Sarò io stessa ad avviare questo percorso, ispirandomi al metodo, che ho fin qui seguito, di prioritario confronto con tutti i partiti.
Quanto al merito, l'interrogazione muove dall'errato presupposto che la riforma preluda ad una legge elettorale in contrasto con gli orientamenti della Corte costituzionale. Non è così. La riforma inquadra la legislazione elettorale all'interno di coordinate generali che costituiscono paletti per la legislazione ordinaria: governabilità e rappresentatività. La prima si persegue con la previsione del premio di maggioranza. Esso impedirà il cortocircuito verificatosi in Israele, dove l'elezione diretta del Primo Ministro non era accompagnata da un sistema di consolidamento della maggioranza in Parlamento.
La norma costituzionale intende così assicurare un esito naturale nelle democrazie mature, a cui invece il nostro sistema politico fatica a pervenire spontaneamente, ovvero la formazione di una chiara maggioranza parlamentare quale risultato delle elezioni politiche.
Ma questo obiettivo prioritario della riforma è correttamente bilanciato dalla previsione, nell'articolo 5 del disegno di legge, del principio di rappresentatività e di tutela delle minoranze linguistiche, che intende valorizzare proprio gli orientamenti della giurisprudenza costituzionale emersi, in particolare, nelle note sentenze n. 1 del 2014 e n. 35 del 2017.
Al riguardo, voglio dunque rassicurare gli interroganti: è perfettamente chiaro al Governo che la legge elettorale dovrà muoversi entro i rigidi confini segnati dalla Corte costituzionale e, pertanto, assicurerà la piena rappresentatività delle Camere, anche all'interno di sistemi elettorali che tendono a favorire la formazione di maggioranze stabili. La stessa mancata previsione nel testo della riforma di una soglia minima per l'attivazione del premio di maggioranza non fa certo venir meno l'onere, gravante sul legislatore, di rispettare, nella stesura della legge elettorale di tipo maggioritario o proporzionale, con o senza ballottaggio, i vincoli posti dalla giurisprudenza costituzionale. Di tutto questo ci occuperemo con il massimo coinvolgimento delle forze politiche, al termine della prima deliberazione del Parlamento sul disegno di legge costituzionale.
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di replicare.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Innanzi tutto, di fronte a questa che è stata chiamata la madre di tutte le riforme, assieme al gruppo che in questo momento rappresento, dico: si tratta di una riforma che accentra il potere; si tratta di una riforma che indebolisce la attuale figura del Presidente della Repubblica; si tratta di una riforma che sicuramente minerà la funzione centrale del Parlamento. E, quindi, il fatto che di legge elettorale si parlerà dopo, dopo la prima lettura - suppongo - della riforma stessa, mi preoccupa, perché, in realtà, proprio per questo tipo di riforma il sistema elettorale è parte integrante della riforma stessa. Voi, così facendo, avete inibito un possibile confronto con l'opposizione e andate avanti come treni, ignorando le critiche di fondo.
Ma pensiamo anche al discorso di questa vostra, diciamo, presunta apertura alla democrazia, in quanto il eletto direttamente sarebbe un di più per dare, diciamo, espressione alla sovranità popolare. Invece non è niente vero, perché questo , tra l'altro, questo Premier entra in queste Aule monco, perché potrebbe addirittura venire meno e con esso, con il Premier stesso, potrebbe venir meno il Parlamento. Ma siamo veramente impazziti?
D'accordo, ci sarebbe un altro parlamentare supplente che avrebbe, in effetti, il potere di vero scioglimento delle Camere. Ma a quel punto il Parlamento, che tra l'altro non si capisce bene con che legge elettorale sarebbe composto…Perché davvero dovete, per forza di cose, seguire la previsione, quanto previsto dalla Corte costituzionale. Però, in effetti, una soglia minima, una soglia massima non ce l'avete, non ce l'abbiamo; potrebbe essere anche una maggioranza relativa che, di fatto, ha il potere quasi assoluto su tutto il Parlamento e anche sugli altri organi, di conseguenza. Quindi ci dichiariamo assolutamente insoddisfatti della risposta, con tutto il rispetto della nostra Ministra .
PRESIDENTE. L'onorevole Serracchiani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Biase ed altri n. 3-01612 di cui è cofirmataria.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro, questo è il calendario della Polizia di Stato (): vi sono poliziotti in ospedale con un bambino, qui abbracciano degli immigrati all'arrivo, qui ci sono i Carabinieri, sono sempre con un bambino, qui salvano un'anziana.
Calendario della Polizia penitenziaria, addestramento a marzo, addestramento commesso a terra e contenimento fisico di una persona con tre poliziotti addosso; aprile, agenti antisommossa con scudi, caschi e manganelli in bella vista; giugno, agente che spara al poligono; settembre, uomini con il volto coperto e con un mitra in mano. Qual è la differenza le chiedo, Ministro? Perché dare questa rappresentazione della Polizia penitenziaria, che fa un lavoro durissimo, delicatissimo, a cui dobbiamo prestare anche un grande ringraziamento? Perché Ministro questa rappresentazione? Se la Polizia di Stato dipende dal Viminale, quindi da Piantedosi, se i Carabinieri dipendono da Crosetto, quindi dalla Difesa, se la Polizia penitenziaria dipende da lei, Ministro, la differenza la fa solo il Ministro
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO,. Grazie, Presidente, grazie collega. No, la differenza non la fa il Ministro - a parte che anche nel calendario della Polizia penitenziaria vi sono rappresentazioni, per così dire, “pacifiche”, e anche negli altri calendari vi sono rappresentazioni di elementi armati -, la differenza la fa l'immagine della giustizia. La giustizia, come sapete, reca la bilancia e la spada. La bilancia senza la spada sarebbe impotente, ma la spada senza la bilancia sarebbe arbitria. Ecco, occorre coniugare entrambe le cose. La spada, oggi, è sostituita dalle armi da fuoco e non c'è nulla di strano se questo è accaduto, vista l'evoluzione tecnologica. Le armi sono elementi neutrali, sono buone nelle mani di chi vuole respingere la forza con la forza, sono cattive nelle mani dei rapinatori.
Ma la guerra in quanto tale risuona in tutta la storia della nostra Nazione, dal Risorgimento alla Prima guerra mondiale, alla Resistenza. Risuona, nientemeno, che nel nostro Inno nazionale : “dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa” è l'elmo di Scipione l'Africano, di un guerriero, non è l'elmo dei Vigili del fuoco; “stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte”, la coorte era il battaglione o era, comunque, la compagnia dell'esercito romano.
Vorrei anche aggiungere - e questa è una buona occasione per ricordare la sacralità del nostro inno - che “dall'Alpi a Sicilia dovunque è Legnano, ogn'uom di Ferruccio ha il core, ha la mano”, cioè dalle Alpi alla Sicilia è tutta una battaglia di Legnano, e il cuore di Francesco Ferrucci, che, come sapete, è morto in armi; “i bimbi d'Italia si chiaman Balilla”, questo è scritto
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Che c'entra?
PRESIDENTE. Per cortesia!
CARLO NORDIO,. L'Inno d'Italia?
PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia signori.
CARLO NORDIO,. Non lo so, se vuole mandare al macero l'Inno di Mameli …
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Al macero deve andare… Non ci prenda in giro! Parlavo del calendario!
PRESIDENTE. No, no, cortesemente colleghi.
CARLO NORDIO,. Allora, stavo appunto concludendo, se mi è data la cortesia di concludere, che la giustizia è rappresentata - ripeto - non solo dalla bilancia e dalla spada, ma da un motto latino, che è inciso in molti palazzi di giustizia, a cominciare da quello di Parigi: ossia che la spada che è custode della legge. La nostra Polizia penitenziaria, alla quale va il mio omaggio, il mio reverente ossequio che lavora in condizioni, purtroppo, anche molto difficili, vista la documentata violenza che molto spesso viene esercitata nei loro confronti, ha il diritto di difendersi. Se questo viene rappresentato nel modo che oggi la tecnologia consente, gli scudi che qui dentro ci sono, e se serve, purtroppo, anche l'arma da fuoco questa è soltanto una garanzia del rispetto della legge e della nostra sicurezza.
PRESIDENTE. La deputata Di Biase ha facoltà di replicare.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Ministro, l'unica cosa che io non le ho sentita citare è l'articolo 27, terzo comma, della Costituzione italiana ! Lei doveva partire da qui, lei doveva partire dal significato che ha la pena nel nostro Paese. Noi le chiediamo, Ministro, di ritirare immediatamente questo calendario e, visto che c'è, Ministro, faccia un favore a questo Parlamento: ritiri le deleghe al Sottosegretario Delmastro Delle Vedove ! Mi chiedo come lei non sia stremato: sono due anni Ministro che lei viene in quest'Aula a fare l'avvocato difensore del Sottosegretario, due anni.
Allora, lei che sta facendo la battaglia per la separazione delle carriere, la sua figura, Ministro, è diventata l'emblema dell'unicità delle carriere: è riuscito per 40 anni a fare il magistrato e, negli ultimi 2, invece di fare il Ministro, fa appunto l'avvocato difensore di Delmastro Delle Vedove ) e qualche settimana fa è venuto in quest'Aula, paragonando addirittura Churchill al Sottosegretario Delmastro.
Noi pensiamo che tutto questo sia gravissimo, perché è chiaro qual è lo sceneggiatore che sta mettendo in atto quest'immagine della Polizia penitenziaria, che non corrisponde al vero, questa violenza che voi volete descrivere. La Polizia penitenziaria non fa soltanto questo , ma si prende cura dei detenuti! Siete voi che state dando un'immagine distorta e lo continuate a fare, Ministro, non mettendo risorse adeguate ad assumere il personale che serve all'interno degli istituti di pena! Lo fate, mortificando ogni giorno quel Corpo. State respingendo e respingerete ogni tentativo del Partito Democratico di lavorare in questa direzione. La smetta, dunque, di venire in quest'Aula per prendere le difese di Delmastro, che abbiamo capito essere solamente un provocatore, e provate a fare qualcosa che serva all'interno delle carceri italiani, perché oggi il dato dei suicidi è allarmante, lo ripetiamo anche in questa circostanza .
PRESIDENTE. L'onorevole Benzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01613 .
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Parto dal significato della giustizia, che la collega Di Biase ha appena citato. Quest'anno, il 2024, non è ancora finito, ma sarà sicuramente un anno e non è il dell'orgoglio italiano. Sono 86 le persone che si sono tolte la vita dentro le carceri italiane, un record mai visto, ha superato addirittura gli 85 del 2022; sono 7 gli agenti di Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita; c'è il assoluto di detenuti minorenni nelle carceri italiane e due terzi dei reati commessi fuori dal carcere sono commessi da coloro che in carcere ci sono già stati. È un totale fallimento del nostro sistema giudiziario e, evidentemente, è anche un totale fallimento di quel decreto Carceri che ci avete propinato come la soluzione di questi problemi e che non solo non ha risolto nulla, ma ha anche, in qualche modo, peggiorato le cose. Ministro, le chiediamo quando ha intenzione di prendere in mano questo problema che sappiamo le è caro, ma evidentemente ancora non abbiamo trovato le soluzioni per risolverlo.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO,. Grazie, Presidente. Grazie, collega. Purtroppo, ancora una volta, rispondiamo a una situazione che si è posta nella sua gravità maggiore durante il periodo estivo, quando le proiezioni lasciavano supporre addirittura il superamento della soglia del centinaio di suicidi.
Per fortuna, questo si è rallentato, ma questo certo non rallenta, invece, la nostra attenzione per un fenomeno così drammatico.
Naturalmente, in carcere si entra per aver commesso reati e su provvedimenti della magistratura, quindi il problema non è tanto quello del perché si entri in carcere, ma della situazione carceraria.
E allora, rispondendo alla sua domanda su che cosa stiamo facendo soprattutto per prevenire, nei limiti del possibile, il fenomeno tristissimo dei suicidi, abbiamo potenziato la rete di assistenza psicologica con progetti di monitoraggio, che sono in corso da tempo. Su questa linea, assume un ruolo fondamentale lo multidisciplinare, con un gruppo di lavoro per lo studio e l'analisi degli eventi suicidari delle persone detenute, che ha il compito di definire i protocolli operativi ed elaborare momenti di formazione.
Tuttavia, non si tratta soltanto di gruppi di studio: abbiamo un reclutamento di personale specializzato adeguato che sta andando avanti bene; è stata integralmente coperta la pianta organica dei funzionari giuridico-pedagogici di circa 1.100 unità; sono stati anche previsti nuovi percorsi di comunità per i detenuti con disagio psichico e con problemi di dipendenza, in modo da garantire trattamenti idonei e differenziati, e a questo scopo sono stati destinati 5 milioni di euro annui.
Faccio anche presente la grande conquista di queste ultime settimane, cioè la nomina di un commissario straordinario per l'edilizia carceraria, che avrà degli ampi poteri in modo da ridurre i tempi che la burocrazia notoriamente impone per poter riadattare alcune strutture, che in questo momento sono in disuso, per una detenzione differenziata, soprattutto di tossicodipendenti. Finisco per quanto riguarda l'istruzione: solo per gli studi universitari, nell'anno accademico 2023-2024 sono risultati iscritti 1.509 detenuti, di cui 177 stranieri, per complessivi 586 corsi universitari, con un incremento di iscrizioni ai corsi universitari di oltre il 18 per cento. Il lavoro, lo studio e lo sport è la via che noi cerchiamo di perseguire per evitare, o quantomeno ridurre, questo tristissimo fenomeno, che, come ho detto varie volte, è definito un fardello di dolore.
PRESIDENTE. L'onorevole Benzoni ha facoltà di replicare.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Ministro, non possiamo che condividere con lei il dolore e anche la responsabilità, ma sono due le responsabilità. La prima è etica, perché la maggior parte di chi si toglie la vita aveva meno di 30 anni, perché tanti lo fanno nei primi 30 giorni dall'ingresso in carcere, altri addirittura lo fanno a poche settimane dall'uscita, per la paura di quello che li aspetta fuori. Non è vero che sono tutti colpevoli: un terzo di chi si suicida è in attesa di giudizio, e questo è un grosso problema che non possiamo non avere sulle nostre coscienze, nella consapevolezza che molti di loro potrebbero essere innocenti.
Allora il tema non è solo l'affollamento al 120 per cento - oltre il 200 in alcune carceri, penso a Brescia e a Taranto -, perché sappiamo che il record non corrisponde al record di sovraffollamento. Il record di suicidi corrisponde a un sistema carcerario che non sta funzionando, e qui arriva la seconda responsabilità, perché siamo responsabili anche di fronte a tutti quelli che escono dal carcere e tornano a delinquere perché il carcere ha finito la sua missione. È vero quello che lei dice, il lavoro, la scuola, lo sport, ma ce ne sono ancora troppo pochi.
Ci sono reparti, come il G7 di Rebibbia, che sono delle eccellenze, dove il tasso di recidiva è al 2 per cento grazie al lavoro, grazie al Cup che fanno per l'ospedale Bambino Gesù, grazie alla falegnameria e grazie alla forneria, ma questi esempi sono delle piccole minuzie nel totale di quelli che sono i detenuti nel nostro Paese. È da lì che dobbiamo passare, perché, se riusciremo a far sì che ognuno di coloro che esce dal carcere possa tornare alla sua vita, non stiamo solo salvando altre persone e la nostra comunità, ma siamo anche responsabili di rispettare quel principio costituzionale per cui il carcere non è solo la pena ma è anche la rieducazione.
PRESIDENTE. La deputata D'Orso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01614 .
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Ministro, le faccio 3 nomi: Raffaele Galatolo, detto lo strangolatore dell'Acquasanta: da articoli di stampa apprendiamo che oggi, grazie alla vostra legge sull'ergastolo ostativo, gode della semilibertà e di permessi premio; Giovanni Formoso, colui che caricò l'autobomba della strage di via Palestro: da articoli di stampa apprendiamo che oggi, grazie alla vostra legge sull'ergastolo ostativo, gode della semilibertà; Paolo Alfano, uno dei killer più fidati e spietati della famiglia di Corso dei Mille: da articoli di stampa apprendiamo che oggi, grazie alla vostra legge sull'ergastolo ostativo, gode della semilibertà.
L'elenco si sta allungando, perché questi sono i risultati della vostra legge, le porte del carcere che si spalancano innanzi a boss irriducibili che non hanno mai collaborato e mai collaboreranno, perché avete reso più vantaggiosa l'omertà, con buona pace del Sottosegretario Delmastro, che va dicendo per mari e monti che avete messo in sicurezza l'ergastolo ostativo. Non è vero, non è così. Allora le chiedo, Ministro, il Governo Meloni intende intervenire, correre ai ripari e mettere in sicurezza davvero il Paese o intende proseguire in questo inesorabile arretramento nella lotta alla mafia, tradendo così la memoria di Falcone e di Borsellino ?
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO,. Grazie. Di tutte le cose che mi sorprendono, vi è l'accusa a questo Governo di avere ceduto sull'ergastolo ostativo. Tutti ricorderete che abbiamo esordito, un paio d'anni fa, proprio tenendo fermissima la barra dritta, il timone, per quanto riguardava il caso Cospito sull'ergastolo ostativo. Per quanto risulta dalle informazioni del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, i detenuti cui fate riferimento risultano tutti e tre beneficiare del regime di semilibertà dagli anni 2018 e 2019, e, quindi, da epoca ben precedente alla novella attuata da questo Governo con il decreto-legge n. 162 del 2022.
Poi, ripeto, abbiamo dimostrato sul campo di ritenere il carcere duro e l'ergastolo ostativo misure intangibili nella lotta contro la mafia. Siamo orgogliosi del nostro operato, sapete anche quante critiche abbiamo ricevuto, anche da parte di membri della nostra coalizione di maggioranza. Con il decreto n. 162 del 2022 abbiamo regolamentato in modo più incisivo e stringente gli strumenti di lotta alla criminalità a disposizione della magistratura, definendo, a differenza del passato, i confini della concessione dei benefici penitenziari per chi è in regime di carcere duro. In particolare, è stato definito un più rigoroso regime probatorio ed è stata introdotta una nuova disciplina procedimentale per la concessione dei benefici.
Inoltre, è stata trasformata da assoluta in relativa la presunzione di pericolosità che impedisce la concessione dei benefici e delle misure alternative a favore di tutti i condannati, anche all'ergastolo, per i reati cosiddetti ostativi, che non hanno collaborato con la giustizia. Costoro adesso, in ossequio al dettato della Corte costituzionale, sono ammessi a chiedere i benefici, ma solo in presenza di nuove, stringenti e concomitanti condizioni, diversificate a seconda dei reati che vengono in rilievo. D'altronde, la concessione di benefici non costituisce altro che il frutto di una progressione trattamentale che viene vagliata caso per caso dalla magistratura di sorveglianza, sulla base dei rigidi presupposti stabiliti dalla legge, sulla quale, come voi ben sapete, e per fortuna, il Governo non può, non vuole e non deve interferire .
PRESIDENTE. L'onorevole Cafiero De Raho ha facoltà di replicare.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Ministro, non ci sembra per nulla soddisfacente quello che lei ha detto perché non ha considerato l'elemento fondamentale, cioè la legge che avete adottato è una legge che non rispetta i parametri che sarebbero invece necessari perché il mafioso, prima di uscire, sia effettivamente controllato come soggetto non più mafioso, e questo lo sarebbe stato soltanto inserendo determinati elementi, e, in particolare, l'elemento più significativo: il compiuto ravvedimento.
Forse voi non sapete, perché molti di voi non hanno fatto alcuna attività di contrasto alle mafie, che il compiuto ravvedimento è l'elemento scriminante, l'elemento che, effettivamente, è capace di contrastare le mafie. Perché? Perché esso deve consistere in manifestazioni più significative di resipiscenza, dotate di forza e ampiezza tali da rivelare un serio intento di conciliazione con la società civile, così gravemente offesa. Non basta la revisione critica che voi avete inserito nella norma, non basta accertare l'interruzione di collegamenti che è impossibile accertare.
Occorre, invece, qualcosa di più. Anche Giovanni Brusca, nell'ultimo periodo - gli mancavano solo 9 mesi per espiare totalmente la pena -, venne bloccato in carcere perché il tribunale di sorveglianza disse: non ha compiuto il ravvedimento necessario. Ecco qual è l'unico elemento, quello che noi avevamo chiesto che voi inseriste. Ora usciranno tutti: mafiosi, , camorristi, killer spietati e stragisti, per via di una norma che non ha inserito l'elemento determinante, perché non avete voluto seguire un'indicazione che è, invece, un'indicazione indispensabile. Ecco, avevamo la legge più forte, più importante, e ora, via via, la nostra legislazione, il nostro sistema di contrasto si sta indebolendo con una legislazione che diventa sempre meno pregnante e sempre meno forte, signor Ministro.
Ecco perché siamo totalmente insoddisfatti non solo della sua risposta, ma di tutto ciò che sta proponendo a questo Parlamento .
PRESIDENTE. L'onorevole Della Vedova ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01615 .
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Ministro Lollobrigida, un annetto fa - qualche giorno in meno - eravamo qui a discutere del suo disegno di legge, così fortemente voluto, per vietare la produzione e commercializzazione della cosiddetta carne coltivata e per vietare le denominazioni ; per chi ci ascoltasse da casa: la bistecca di soia; avete vietato che la bistecca di soia si possa chiamare bistecca. Vi avevamo avvertito, è una legge antiscientifica, antitaliana e antieuropea. Vi avevamo detto che non avrebbe retto a giudizio delle Corti europee, e cos'è successo? Che su un'identica legge francese, che lei richiamava - ma come, lo fanno i francesi! - la Corte di giustizia ha detto che il divieto di è illegittimo; e la Commissione, di fronte all'Ungheria, che ha fatto la stessa legge per vietare la carne coltivata, ma seguendo le procedure corrette - non quelle del Governo italiano -, ha presentato il testo prima e gli hanno detto che è un testo illegittimo, perché non si può vietare la cosiddetta carne coltivata. Cosa farete per evitare un danno alla ricerca scientifica, un danno ai settori economici e un danno ai contribuenti europei? Perché così andremo, anzi, andrete incontro alle sanzioni europee.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Grazie, Presidente. Onorevole Della Vedova, la voglio rassicurare, intanto, rispetto alla sua interrogazione, perché l'Italia non è esposta in alcun modo al rischio di procedure di infrazione né per la disposizione che stabilisce il divieto di produzione, commercializzazione e importazione della cosiddetta carne sintetica, coltivata - la chiami come vuole, ma ci siamo capiti perfettamente -, né per quella che pone il divieto di utilizzo di denominazione per gli alimenti di origine vegetale.
Il divieto di produzione, commercializzazione e importazione della carne sintetica risponde ad un principio di precauzione per la salute dei cittadini europei, previsto dal regolamento (CE) n. 178 del 2002, del Parlamento europeo e del Consiglio. Aggiungo, inoltre, che non si tratta di una regola tecnica, poiché - come è noto - in mancanza di autorizzazione a livello europeo non può dirsi esistente un mercato della carne coltivata, sintetica, ma di una disposizione che introduce nell'ordinamento le sanzioni per la violazione di un divieto di produzione e commercializzazione che, altrimenti, sarebbe rimasto impunito in caso di sua violazione.
La stessa Commissione europea, nel parere da lei citato sulla legge ungherese che contiene analoghi divieti, non contesta la violazione della libera circolazione delle merci all'interno del mercato dell'Unione europea, ma la possibile interferenza di tale disposizione con le determinazioni dell'EFSA nell'eventuale procedimento per autorizzazione dei . Su tale ultimo profilo, peraltro, abbiamo più di un dubbio, tant'è che, insieme alla Francia e all'Austria, nell'ambito del Consiglio europeo “Agricoltura e pesca” del 23 gennaio 2024 abbiamo presentato un documento di posizione, al quale hanno aderito altri 15 Stati membri, nel quale veniva richiesto alla Commissione di promuovere una revisione delle linee guida dell'EFSA, con integrazione della previsione di studi preclinici e clinici sugli effetti del consumo di cibo sintetico, in analogia a quanto previsto per l'immissione in commercio di nuovi farmaci.
A nostro avviso, infatti, la carne sintetica, per il suo processo produttivo, è equiparabile a un farmaco, non certo a un qualsiasi alimento di origine naturale e, come tale, deve essere valutato scientificamente. Quanto, invece, al divieto di , preciso che il Governo, al fine di assicurare il diritto ad una corretta informazione dei cittadini e tutelare la loro salute, ha sostenuto l'emendamento parlamentare che ha introdotto nella citata legge il divieto dell'uso di denominazioni evocative di prodotti a base di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali.
Come ricordato dall'onorevole interrogante, la disposizione contenente il divieto di denominazione richiedeva l'adozione di un decreto attuativo, per l'adozione del quale si è ritenuto di avviare una interlocuzione con le imprese del settore, finalizzata ad elaborare un testo condiviso. Intanto, come più volte ricordato anche in questa sede, era attesa la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che definisse la questione pregiudiziale sollevata dal Consiglio di Stato francese su una norma di contenuto analogo. La Corte di giustizia si è pronunciata con sentenza depositata il 4 ottobre scorso. Al riguardo, mi preme rilevare che la Corte, nel chiarire che gli Stati membri non possono statuire, mediante norme generali, quali denominazioni inducano in errore, ha precisato espressamente, cito, che, tuttavia, non è preclusa la possibilità di stabilire denominazioni legali per determinati alimenti, mediante norme generali, a condizione che tali denominazioni legali, non siano stabilite dal diritto dell'Unione. La Corte ha dunque fornito indicazioni precise agli Stati membri per affrontare il tema delle denominazioni evocative dei prodotti a base di carne, in coerenza con la cornice normativa europea. In tale direzione, il Governo sta studiando delle modifiche normative volte a rendere la disciplina compatibile con la normativa unionale, a tutela del patrimonio zootecnico nazionale e della corretta informazione dei cittadini.
PRESIDENTE. L'onorevole Della Vedova ha facoltà di replicare.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, io non sono soddisfatto, nonostante lei mi abbia dato ragione. Rilegga il suo la legge era sbagliata e contraria al diritto europeo. Dovete cambiarla, io vi suggerisco di ritirarla, che è meglio. Per quanto riguarda la pronuncia sul caso ungherese, si dice che il divieto è ingiustificato; quindi, non ce n'è, sia sul sia sul divieto assoluto e universale che voi volete introdurre sulla carne coltivata siamo fuori strada. Poi, certo, se riscrivete la legge, riproporremo gli stessi temi.
C'è un punto politico, però. Voi volete imporre questo divieto, incomprensibilmente, mettendo in contrasto due settori che non sono in contrasto: c'è il settore della macellazione della carne - e ci sarà la gente che continua a mangiare la carne e va bene così, abbiamo i buoni prodotti come voi dite - e c'è un settore in evoluzione, che voi volete stroncare e lo volete stroncare solo in Italia, vietando, di fatto, la ricerca scientifica.
MARCO CERRETO(FDI). Ma non è vero!
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Se quel settore dovesse essere un settore promettente, caro signor Ministro, lei avrà sulla coscienza che un pezzo di economia, che avrà successo in Europa, voi lo vietate in Italia. Avete sempre bisogno del capro espiatorio: chi produce carne è un buono, chi produce alternativa alle carne, proteine - che potrebbero essere magari non consumate in Italia ma esportate in giro per il mondo, di qualità - è un cattivo; i taxi sono buoni, gli NCC cattivi, ma questa è una visione antiscientifica e reazionaria. Ministro, ritiri quella legge, consenta in Italia, come fanno in altri Paesi europei, le aziende che vogliono sperimentare, magari, oppure no, ma non lo decideremo né io, né lei. Lo deciderà l'EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare che sta Parma, se quei prodotti sono nocivi oppure no, non lo decideremo noi. Tuttavia, consenta a queste imprese, a questo pezzo di economia in embrione, di crescere anche in Italia. Evitate questo divieto, che non ha senso, è antiscientifico, antieuropeo e anti-italiano .
PRESIDENTE. Il deputato Castiglione ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01616 .
GIUSEPPE CASTIGLIONE(FI-PPE). Grazie, Presidente, grazie, signor Ministro, grazie anche per la immediata disponibilità che ha dato nel rispondere a questa interrogazione. Essa nasce da una trasmissione televisiva di qualche giorno fa, dove addirittura si ironizzava sulla città di Bronte, una cittadina di mille abitanti, e sulla quantità e qualità dei pistacchi che, a detta del conduttore, quasi non esistono più.
Allora, signor Ministro, siccome questo è un attacco a una produzione importante nel settore agricolo nazionale - le ricordo che la produzione di pistacchio di Bronte rappresenta il 90 per cento della produzione di pistacchio in Italia e il 3 per cento della produzione mondiale - vorrei chiedere quali iniziative il Governo intenda intraprendere e adottare per evitare che si possa creare una campagna di disinformazione, come quella che è stata attuata nei giorni scorsi, ma, soprattutto, per far sì che ci sia un'effettiva campagna per i controlli sulle denominazioni di origine protetta e sulle indicazioni, soprattutto per quelle attività che rappresentano oggi quella DOP che viene valutata (nei giorni scorsi è stata fatta una valutazione) intorno a 20 miliardi di euro. Quale attività il Ministero intende mettere in campo ?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Grazie ancora, Presidente. Grazie, onorevole Castiglione, perché sollecita uno degli obiettivi principali del Ministero, che è proprio quello di tutelare l'origine dei prodotti, per difendere e promuovere le nostre produzioni agroalimentari, che hanno un valore importante, come lei ricordava.
Anche noi siamo preoccupati, perché comportamenti fraudolenti di pochi finiscono per infangare ingiustamente il prestigio delle nostre eccellenze alimentari e la credibilità dei nostri agricoltori, che ogni giorno si impegnano, con ogni sforzo possibile, per garantire la qualità dei prodotti, con costi anche di produzione molto elevati.
Per questo, abbiamo messo in campo ogni strumento possibile di prevenzione delle frodi commerciali. Innanzitutto ricordo che, attraverso un rigoroso sistema di certificazione, verrà garantito che ogni pistacchio commercializzato con la DOP “Pistacchio verde di Bronte” provenga esclusivamente dal territorio delimitato, possieda le caratteristiche e venga ottenuto secondo quanto previsto dallo specifico disciplinare di produzione.
L'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari ha incaricato di effettuare una serrata attività di controllo sui prodotti DOP, ivi incluso il pistacchio di Bronte. Gli uffici territoriali dell'Ispettorato, anche in collaborazione con altri organi di controllo (Guardia di finanza, Carabinieri della tutela agroalimentare) effettuano mirate verifiche presso gli operatori del settore, finalizzate all'accertamento della tracciabilità delle materie prime e delle operazioni di trasformazione e delle fasi di commercializzazione.
Quanto sopra, al fine di verificare eventuali fenomeni di imitazione, evocazione e usurpazione delle denominazioni di origine. Credo sia opportuno segnalare che, nell'ambito del controllo del mercato elettronico, sette operazioni hanno riguardato il pistacchio di Bronte DOP e si sono concluse con la rimozione dagli scaffali virtuali di undici prodotti usurpanti di tale denominazione.
A questa attività, si aggiunge l'azione svolta dalla cabina di regia per i controlli agroalimentari, riunitasi presso il Ministero dell'Agricoltura che, all'inizio dell'anno, ha approvato un piano operativo dei controlli nel settore agroalimentare per il 2024, con l'obiettivo di rafforzare e garantire una maggiore trasparenza delle attività ispettive, a tutela dei produttori da pratiche sleali e per assicurare ai cittadini elevati standard di qualità, salubrità e informazione.
In tale contesto, è stato approvato anche il vademecum per i controlli per le aziende del settore agroalimentare, un documento che indica le modalità delle azioni di monitoraggio della stessa cabina di regia, che abbiamo voluto al Ministero, proprio per rafforzare la loro capacità ed efficientarle. Le ispezioni si stanno concentrando sulla tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti e sulle indicazioni di origine. I controlli, in particolare, riguardano l'etichettatura, il contrasto delle pratiche commerciali sleali e il contrasto degli illeciti frodativi nel campo delle erogazioni dei fondi dell'Unione europea. Qualora dovessero emergere comportamenti fraudolenti, gli esiti dei controlli saranno prontamente denunciati alla magistratura, affinché sia valutata anche la rilevanza penale delle condotte.
Occorre proteggere, come lei chiede, il pistacchio di Bronte, come altri prodotti, sicuramente da chi opera in maniera fraudolenta ma anche da una comunicazione errata, anche della nostra televisione di Stato che, a volte, si lascia andare a una informazione che non tiene conto di un passaggio: a una persona che delinque in Italia, che crea danni alla nostra economia, ne corrispondono migliaia che operano nella massima onestà e che vanno protetti senza se e senza ma
PRESIDENTE. L'onorevole Castiglione ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE CASTIGLIONE(FI-PPE). Signor Ministro, la ringrazio per la risposta che è stata molto esauriente sul versante dei controlli e, soprattutto, per la rete dei controlli che è stata messa in campo per tutelare l'origine delle nostre produzioni agroalimentari e dei nostri prodotti e, soprattutto, per il prestigio delle nostre aziende ed eccellenze agroalimentari.
La ringrazio anche per aver messo in campo una struttura burocratica, ossia l'ICQRF, l'Istituto repressione frodi, che sta facendo un'attività veramente meritoria sul territorio, inclusi quei controlli che noi chiedevamo sul pistacchio.
Quindi, la ringraziamo ma, soprattutto, io ritengo che debba investire la Commissione di vigilanza Rai per questo episodio molto spiacevole, soprattutto nei confronti di una cittadina che certamente non è di 1.000 abitanti ma è di 20.000 abitanti - bastava una semplicissima consultazione -, rispetto a una produzione di pistacchio, la più prestigiosa nel panorama europeo, che raggiunge i 75.000 quintali. Ritengo che sia una produzione significativa, una produzione che oggi rappresenta il 90 per cento della produzione nazionale e il 3 per cento della produzione mondiale; una produzione che per quelle comunità, per quell'area e per quel comprensorio rappresenta un introito, con un vantaggio economico pari a quasi 100 milioni di euro, oltre a tutto ciò che è cresciuto attorno, nella fase della trasformazione e della commercializzazione per raggiungere i grandi mercati europei, internazionali e anche mondiali.
Quindi, la ringraziamo per questo suo intervento e per l'immediatezza della risposta, soprattutto sul versante dei controlli. Noi lavoreremo insieme perché il tema dei controlli e il tema della tutela delle nostre denominazioni vengano ulteriormente garantiti e rafforzati, per far sì che ci sia una buona informazione e una buona comunicazione che diano risposte alle migliaia di famiglie che oggi da quel prodotto ricevono, chiaramente, un vantaggio di carattere economico, ma soprattutto per non vanificare quello sforzo di anni di sacrifici volto a far crescere la reputazione di un prodotto così importante per la nostra economia locale e nazionale .
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01617 .
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, i contratti di filiera sono strumenti importantissimi per promuovere aggregazione delle imprese e innovazione, sempre che non si scontrino con la burocrazia, con l'opacità e con la non trasparenza. Ci sono 690 milioni del 2022, del quinto bando, che sono bloccati da oltre 60 ricorsi al TAR. Oggi ci sono 2 miliardi in più che consentirebbero di far scorrere le graduatorie. E oggi le voglio chiedere, in quest'Aula, se si sente formalmente di dare piena garanzia rispetto all'equità dello scorrimento della graduatoria e, quindi, all'effettiva erogazione delle risorse.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Ringrazio l'onorevole Gadda perché mi permette di fare il punto sullo stato di attuazione della misura dei contratti di filiera del settore agroalimentare, condividendo come strategico il sostegno alle filiere anche per il contrasto alla disarmonia che nel mercato porta a redditi più bassi.
È una misura con una dotazione che oggi è superiore a 2,5 miliardi poiché il Governo ha aggiunto un miliardo e 900 milioni. Ci tengo a precisare che sul quinto bando contratti di filiera agroalimentare - e in generale su tutte le iniziative finanziate sul Piano nazionale complementare (PNC) - abbiamo ereditato una situazione di fortissimo ritardo rispetto al conseguimento degli obiettivi fissati dal Piano, caratterizzata da una notevole complessità che abbiamo faticosamente riportato a regime.
Il contenzioso di fronte al giudice amministrativo, da lei puntualmente ricordato, è dovuto in gran parte all'aumento esponenziale dei programmi presentati, che sono passati da 34 a 318 e da 649 beneficiari a 6.521 beneficiari, in virtù di una proroga concessa il 17 ottobre 2022, con un Governo caduto, con elezioni svolte e a quattro giorni dal giuramento del nuovo Governo. Si è passati, però, ad avere una graduatoria basata su 690 milioni mentre oggi, fortunatamente, abbiamo immesso più risorse.
Al fine di recuperare ulteriori risorse, abbiamo trattato con la Commissione europea ottenendo circa 2 miliardi in più con la rimodulazione del PNRR. Nonostante le difficoltà, siamo convinti che con l'aumento delle risorse potremo finanziare il maggior numero di progetti possibile e dare soddisfazione a gran parte dei ricorrenti.
Ci tengo, comunque, a precisare che, trattandosi di scorrimento di graduatoria esistente, la misura non modifica in alcun modo i criteri di selezione già applicati. Tuttavia, l'utilizzo dei fondi del PNRR impone naturalmente alle imprese di sottoscrivere l'impegno a rispettare in sede di presentazione della progettazione definitiva le relative condizionalità, tra le quali, in particolare, voglio ricordare l'impegno a che gli interventi finanziati non arrechino nessun danno significativo all'ambiente.
Per questa ragione, con decreto ministeriale del 28 ottobre 2024, abbiamo richiesto alle imprese di presentare specifica dichiarazione di interesse al finanziamento a valere sulle risorse PNRR.
Voglio, tuttavia, rassicurare l'onorevole interrogante che l'opzione non comporta la cancellazione dell'impresa dalla graduatoria, per cui, se anche in sede di verifica del progetto dovesse essere riscontrato il mancato rispetto delle condizionalità, l'impresa potrà comunque attendere lo scorrimento per il finanziamento a valere sulle eventuali economie che si realizzeranno sulle risorse originarie. Non è un caso che la quasi totalità delle aziende in graduatoria ha dichiarato il proprio interesse in tal senso. In definitiva, in assoluta trasparenza e omogeneità delle regole, si sta concedendo a imprese, che sono oggi collocate in graduatoria e che non verrebbero finanziate per assenza di risorse, di poter usufruire dei fondi PNRR ovviamente rispettandone le relative regole.
Per quanto attiene ai tempi di realizzazione, voglio evidenziare alla collega Gadda che il fissato al 30 giugno 2024, che prevedeva la sottoscrizione di specifico accordo tra il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e Ismea per la definizione delle regole di utilizzo del Fondo, è stato puntualmente conseguito ed è stato positivamente verificato dalla Commissione europea, che, come è noto, ha dato il via libera al pagamento della sesta rata.
Quanto agli altri previsti dalla Commissione europea, sono unicamente quelli relativi alla sottoscrizione dei contratti di filiera, che dovranno essere formalizzati entro giugno 2025, per il primo 50 per cento delle risorse PNRR, ed entro giugno 2026 per l'intera dotazione della misura. Queste sono le tempistiche da rispettare al fine del conseguimento degli obiettivi imposti dalla Commissione europea e il Ministero, insieme a Ismea, continuerà a fare il massimo sforzo per raggiungerli, come, peraltro, fino ad oggi è avvenuto per tutte le misure di competenza.
Per concludere, possiamo dire, con certezza, che nessun diritto delle imprese verrà leso e, anzi, sono stati fatti tutti gli sforzi possibili per dare attuazione alle legittime aspettative di chi su tali finanziamenti ha fatto conto per poter sviluppare la propria attività.
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di replicare.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, signor Ministro. Io apprezzo lo sforzo ma non sono soddisfatta e soprattutto non saranno soddisfatte le imprese, molte delle quali non ritireranno i ricorsi al TAR perché, come ha detto lei stesso, voi avete cambiato in corso lo schema di gioco, perché passare dal Piano nazionale complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza cambia eccome i requisiti, perché l'ha detto lei stesso e se guardiamo i requisiti, così come sono stabiliti oggi - ad oggi e poi magari tra dieci anni ne discuteremo -, gli essiccatori vanno a gas, le macchine trebbiatrici vanno con il carburante e, quindi, gran parte degli investimenti e dei progetti che le imprese hanno costruito non saranno accessibili.
Allo stesso modo, se andiamo a guardare i nuovi requisiti di questi 2 miliardi, per esempio, aumenteranno i costi rispetto alla ristrutturazione dei fabbricati e degli immobili almeno del 30-40 per cento. Quindi, chi sarà a fare gli investimenti? Le grandi aziende li faranno comunque, perché devono seguire le logiche del mercato, ma le piccole aziende, per cui nascono anche questi progetti e questi investimenti, rimarranno indietro, soprattutto se guardiamo alle tempistiche e alle opacità. Infatti, non a caso il grosso del problema è venuto rispetto al criterio di valutazione che voi avete usato al Ministero, un criterio che - e vedremo se sarà valutato positivamente o negativamente nei ricorsi al TAR - ha creato confusione. Dunque, queste imprese non ritireranno i ricorsi al TAR, i 690 milioni rimarranno lì e anche i 2 miliardi. Quindi, voi rischiate di mettere in difficoltà anche i primi 39-43 progetti che si sono aggiudicati la prima parte del bando e rimarrà tutto sospeso.
Poi, le voglio dire una cosa sui tempi. Sul quarto bando - parliamo di qualche anno fa e, quindi, questo è il tempo della pubblica amministrazione, che non è coerente con quello delle imprese - ci sono ancora delle aziende che devono percepire il secondo stato di avanzamento lavori e, se non volete sbloccare o se non potete sbloccare i fondi a finanziamento perduto, almeno fate quelli agevolati, perché in questo caso voi state bloccando anche i fondi concessi dalle banche e state rischiando di mettere in difficoltà i bilanci delle imprese. Quindi, Ministro, veramente faccia un punto della situazione, perché queste risorse, che stanno creando aspettative, rischiano di rimanere nei cassetti e di non arrivare laddove servono .
PRESIDENTE. L'onorevole Pisano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01618 di cui è cofirmatario.
CALOGERO PISANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'articolo 33 della nostra Costituzione afferma che il lavoratore ha diritto a una retribuzione equa. Come sappiamo, il settore agricolo europeo vede da anni un drastico calo delle aziende attive, dei margini di guadagno e delle retribuzioni. Per questo assistiamo a numerose proteste degli agricoltori, che chiedono alle istituzioni europee e nazionali un sostegno reale. Il 4 settembre la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato un rapporto finale sul dialogo strategico per il futuro dell'agricoltura europea, per affrontare le sfide del settore. Ieri, inoltre, ha annunciato la presentazione di due iniziative legislative per tutelare il reddito degli agricoltori e proteggere i margini di guadagno. Le chiediamo, pertanto, quali iniziative intenda adottare per tutelare la posizione degli agricoltori italiani e rafforzare il mercato unico.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Ringrazio l'onorevole Pisano, che mi offre la possibilità di affrontare oggi una tematica prioritaria per il Governo Meloni. Sin dal nostro insediamento, ci siamo impegnati per ridare all'imprenditore agricolo la centralità che gli spetta nel sistema economico e sociale della nostra Nazione e per assicurare l'equa distribuzione del valore all'interno della filiera agroalimentare. Solo un'adeguata remunerazione dei fattori della produzione nel settore agricolo assicura, infatti, un adeguato reddito ai produttori e ai lavoratori e previene, allo stesso tempo, l'insorgere di comportamenti illegali. Siamo stati tra i primi a raccogliere le istanze del mondo agricolo e ad avviare un percorso di riforma della Politica agricola comune, al fine di ricondurla agli obiettivi originari dei Trattati, ossia un adeguato sostegno al reddito e la garanzia di approvvigionamento di alimenti sicuri a prezzi accessibili e di tutela dell'ambiente, i cui veri custodi restano gli agricoltori.
In tempi assai rapidi abbiamo ottenuto una prima semplificazione della PAC, grazie alla nomina di Raffaele Fitto a Vicepresidente esecutivo della Commissione. Puntiamo ad un'azione ancora più incisiva nella futura programmazione. Le due proposte legislative annunciate proprio ieri da Ursula von der Leyen rappresentano un ulteriore significativo passaggio in questa direzione e riprendono alcune iniziative, già avviate dall'Italia, in materia di accordi commerciali e di contrasto alle pratiche sleali.
La nostra Nazione è stata pioniera su questi temi, un esempio sono i contratti scritti tra agricoltori e acquirenti, previsti dalla proposta della Commissione e già applicati in Italia. Questo Governo è intervenuto con il decreto-legge Agricoltura, approvato a maggio 2024, per rafforzare le misure di contrasto alle pratiche sleali, estendendo l'attività di controllo anche ai mercati all'ingrosso e, nel contempo, potenziando la capacità operativa dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) e gli strumenti di analisi di Ismea.
È fondamentale, però, come proposto dalla Commissione, che l'Unione europea si doti di strumenti adeguati per affrontare il fenomeno in una dimensione transfrontaliera, attraverso un'azione coordinata tra i diversi Stati membri e le autorità di controllo. Apprezziamo anche la modifica relativa all'OCM, volta a rafforzare il ruolo delle organizzazioni di produttori, sia per favorire l'aggregazione, sia per potenziare la gestione delle situazioni di crisi.
Sul piano nazionale continua l'impegno del Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per garantire la stabilità del reddito degli agricoltori di fronte ai sempre più frequenti eventi climatici estremi, con strumenti di gestione del rischio ancora più efficaci, affiancati, ove necessario, dall'attivazione della riserva di crisi della PAC, com'è avvenuto per l'emergenza siccità di quest'anno.
In una dimensione globale, l'Italia chiede a gran voce di proteggere i nostri produttori dalle importazioni di prodotti che non rispettano gli standard assicurati dal mercato comune. In questa logica, ci siamo attivati a livello nazionale con l'istituzione di una cabina di regia formata da tutte le Forze dell'ordine. E chiediamo, ovviamente, che l'Europa ci aiuti a consolidare una protezione non solo delle nostre vie di accesso, compresi i porti, ma anche di quelle europee, dove qualche dubbio sui controlli ogni tanto ci sovviene.
L'ultimo rapporto Qualivita Ismea sulla , presentato la scorsa settimana al Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste certifica in oltre 20 miliardi il valore delle produzioni e in 11 miliardi quello dell': sono questi i dati che dobbiamo proteggere ed incrementare. Dobbiamo rappresentare e ancor di più garantire le nostre indicazioni geografiche, difendendole dall', che ci danneggia in maniera così pesante.
La strategia del Governo Meloni, anche rispetto ai tanti provvedimenti, è quella di rimettere al centro l'agricoltura e di sostenere in Europa la centralità della nostra produzione, in linea con i Trattati europei. Oggi l'Italia c'è e fa il suo compito appieno, non solo con un Governo attento a questi settori, con risorse finanziarie sempre implementate da quando si è insediato, ma anche in Europa, dove chiediamo semplificazione, efficientamento e garanzia degli agricoltori rispetto a politiche che, negli ultimi anni, li hanno visti fortemente penalizzati.
PRESIDENTE. L'onorevole Bicchielli ha facoltà di replicare.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come gruppo di Noi Moderati ci riteniamo pienamente soddisfatti della sua risposta. Una risposta che, ancora una volta, come diceva lei, certifica, grazie al lavoro di questo Governo, la centralità dell'agricoltura nel nostro sistema economico e la difesa della nostra produzione.
Apprezziamo, poi, l'avvio del percorso di riforma della PAC, soprattutto - mi faccia dire - per quello che riguarda la tutela ambientale. Le proposte annunciate dalla Presidente von der Leyen in materia di agricoltura, come ha detto, riprendono le istanze di questo Governo e del suo Ministero. Questo, ancora una volta, a dimostrare, come diceva lei, il prezioso e qualificato lavoro che sta svolgendo il Ministero da lei presieduto, che è diventato, anche in questa fase, pioniere in Europa.
Ed infine, ci faccia dire, signor Presidente, che noi siamo soddisfatti soprattutto perché, ancora una volta, questo Governo ha garantito la stabilità del reddito degli agricoltori, non facendo mancare il contributo su questo tema, a fronte delle sfide che per il nostro Paese affronta ogni giorno, sfide che riguardano la produttività, l'innovazione e, soprattutto, la giusta retribuzione del lavoro, che è una battaglia che noi, come gruppo di Noi Moderati, continuiamo a fare. Giusta retribuzione ancora più importante per gli agricoltori, che, molte volte, sono l'anello debole della catena
PRESIDENTE. La deputata Ciaburro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-01619 di cui è cofirmataria.
MONICA CIABURRO(FDI). Grazie, signor Presidente. Colleghi, signor Ministro, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è uno strumento programmatico dal grande potenziale, ma anche dai tanti grandi rischi. Durante la campagna elettorale, l'attuale maggioranza di Governo è stata addirittura accusata di tutto, persino di voler rovinare e stravolgere il PNRR, quando poi, invece, la rimodulazione richiesta dal Governo Meloni ha dato luogo ad un Piano ben più performante in tantissimi settori, addirittura con un incremento ed una rimodulazione delle risorse.
È proprio il caso del PNRR di competenza del Ministero dell'Agricoltura, che, sotto il suo impulso, signor Ministro, con grande visione, strategia e coraggio, ha visto un raddoppio sostanziale del proprio budget, da 3,68 a 6,53 miliardi di euro, e che ha visto premiata la misura “Parco Agrisolare”, che è passata da 1,5 a 2,3 miliardi di euro di stanziamento complessivo, permettendo, inoltre, di incrementare l'obiettivo di potenza installata da fonti rinnovabili. È una misura, questa, che fornisce contributi a fondo perduto per installare pannelli solari sui tetti dei fabbricati rurali, senza però intaccare la capacità produttiva del suolo.
L'obiettivo della misura prevede l'individuazione dei beneficiari della misura entro il prossimo 31 dicembre 2024, per poter ultimare gli interventi entro il giugno del 2026. Signor Ministro, con questa interrogazione noi le chiediamo, quindi, quale sia lo stato di avanzamento della misura, tenendo conto anche degli obiettivi e delle scadenze imposte dalla Commissione europea.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Ringrazio l'onorevole Ciaburro e il gruppo di Fratelli d'Italia perché mi danno la possibilità di illustrare i risultati di una misura del Piano nazionale di ripresa e resilienza che considero fondamentale per il settore agricolo, in quanto consente non solo di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili senza alcun consumo di suolo, ma anche di migliorare la competitività delle imprese agricole, azzerando o, comunque, riducendo i costi di approvvigionamento energetico, che rappresentano circa il 20 per cento dei costi variabili delle aziende.
La misura “Parco Agrisolare” finanzia, con contributi a fondo perduto, le imprese agricole di produzione primaria e quelle della trasformazione di prodotti agricoli che installano pannelli fotovoltaici sui tetti dei loro fabbricati - fabbricati strumentali, magazzini, stalle, serre, cantine, eccetera -, nonché alcuni interventi complementari, quali accumulatori e dispositivi di ricarica. I dati sullo stato di avanzamento della misura sono straordinari: ad oggi, attraverso i tre avvisi pubblicati dal Ministero, sono state finanziate oltre 21.000 aziende, per un ammontare di risorse pari a 2,2 miliardi di euro, che il nostro Governo ha voluto nella revisione del PNRR sul mondo agricolo.
Entro la fine del mese saranno identificati i beneficiari di tutti i 2,35 miliardi di euro, per un totale di capacità produttiva installata al 2026 che supera i 1.600 megawatt. Si tratta di un risultato pari a quattro volte il inizialmente previsto dal PNRR, 360 megawatt. Addirittura, il suddetto originario è stato superato dalle oltre 6.000 imprese che hanno già ultimato l'investimento e alle quali sono stati già erogati oltre 200 milioni di euro a saldo della rendicontazione presentata.
Questi risultati sono frutto di uno straordinario lavoro del Governo Meloni, che aveva ereditato una misura poco attrattiva, come dimostra la scarsa partecipazione da parte delle imprese al primo bando pubblicato nel 2022 dal precedente Governo, che aveva consentito di assegnare soltanto il 30 per cento delle risorse disponibili.
Dopo un attento ascolto delle istanze del comparto produttivo e a valle di un complesso confronto con la Commissione europea, il Ministero è riuscito ad apportare alla misura una serie di modifiche che hanno completamente capovolto il quadro in termini di attrattività: è stato incrementato il contributo a fondo perduto concesso alle imprese agricole su tutto il territorio nazionale fino all'80 per cento ed è stata introdotta, soprattutto questa, la nuova fattispecie dell'autoconsumo condiviso, eliminando il vincolo dell'autoconsumo soggettivo per la singola azienda.
Grazie alle modifiche apportate sul secondo bando a luglio 2023, sono pervenute oltre 20.000 domande di finanziamento, per un ammontare di richieste superiore ai 2,3 miliardi di euro. Sono questi straordinari risultati che hanno consentito al Ministero di anticipare e migliorare i previsti e di ottenere dalla Commissione europea, in sede di rimodulazione, una dotazione aggiuntiva di 850 milioni di euro, portando così la dotazione complessiva da 1,5 miliardi di euro a 2,35 miliardi di euro, in modo da scorrere le graduatorie esistenti e pubblicare, addirittura, un terzo bando riservato alle regioni del Mezzogiorno. Credo che, grazie a questi risultati, la misura “Parco Agrisolare” possa aspirare ad essere individuata come un modello in ambito europeo e faremo ogni sforzo per recuperare ulteriori risorse al fine di poter soddisfare tutte le istanze delle imprese in graduatoria.
Inoltre, è stato ricordato, a fianco a questo intervento, che dimostra come gli agricoltori sappiano produrre energia pulita, abbiamo proibito l'installazione di pannelli a terra , in modo tale che non ci sia un solo metro quadro di territorio agricolo che venga privato della sua naturale vocazione e della giustificazione di fiscalità agevolata, che è finalizzata a produrre buon cibo per i nostri cittadini.
PRESIDENTE. La deputata Caretta ha facoltà di replicare.
MARIA CRISTINA CARETTA(FDI). Grazie, signor Ministro. Come gruppo di Fratelli d'Italia, siamo pienamente soddisfatti della sua risposta. La misura “Parco Agrisolare”, la sua evoluzione, l'incremento delle risorse a disposizione rappresentano un grande successo per il Governo Meloni e la sua amministrazione, dimostrando che il PNRR, così come ci era stato proposto, non era il migliore dei mondi possibili, ma uno strumento che poteva portare con sé grandi rischi, così come grandi opportunità. Oggi ci riconferma che, con il Governo Meloni, il PNRR è più vicino ad essere una grande opportunità che un rischio, men che meno considerando che, in questo caso, non solo c'è stato un innalzamento delle risorse e degli obiettivi, ma il tutto verrà raggiunto entro le tempistiche prefissate dal principio.
Questa misura rappresenta sicuramente una grande opportunità, perché ci dimostra, come peraltro da lei affermato a più riprese, Ministro, che è possibile far convivere la produzione di energia da fonti rinnovabili con l'attività agricola. Il decreto Agricoltura emanato dal Governo e approvato dal Parlamento ha imposto un principio semplice, che il suolo agricolo serve per produrre, non per speculare , andando a vietare l'installazione degli impianti fotovoltaici a terra.
Eppure, di fronte alle accuse di oscurantismo mosse dalla sinistra, l'opposizione si è dimenticata che è possibile far convivere queste due esigenze, cioè produrre energia senza intaccare un centimetro del suolo agricolo. Questo è ciò che permettono le tecnologie dell'agrivoltaico e dell'agrisolare, tecnologie promosse con il PNRR ed altamente richieste dalle imprese, dimostrando che c'è attenzione per questo tema e dimostrando nuovamente la dissonanza cognitiva che impedisce alle sinistre di vedere la realtà per quello che è.
Concludo, signor Presidente. Ci tengo a ringraziare nuovamente il Ministro Lollobrigida e, per suo tramite, tutto il Governo per avere permesso di tornare alla politica con la “P” maiuscola, trasformando queste misure e questi momenti in opportunità non solo per governare, ma per tracciare la rotta e plasmare il futuro di questa Nazione dopo anni di silenzio e di lassismo .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 18,45.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli emendamenti.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2119-A/40 Nisini è stato ritirato dalla presentatrice.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Sugli ordini del giorno n. 9/2119-A/1 Sala e n. 9/2119-A/2 Cangiano il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/3 Giaccone?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Io come n. 9/2119-A/3 ho Nisini.
PRESIDENTE. No, Nisini era la presentatrice dell'ordine del giorno n. 9/2119-A/40, che è stato ritirato. L'ordine del giorno è il n. 9/2119-A/3 Giaccone, della Lega.
MARIA TERESA BELLUCCI,. L'ordine degli ordini del giorno che ho io non è questo.
PRESIDENTE. Ah, non ha il fascicolo. Comunque, è il n. 9/2119-A/3, è cambiato il primo firmatario, a noi risulta Giaccone. Però, è il n. 9/2119-A/3, comunque.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Va bene, allora, il parere del Governo è: espunta l'ultima premessa, favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno “ad assumere ogni opportuna iniziativa di sua competenza per assicurare l'obiettivo della riforma 1.7 del PNRR”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/4 Quartapelle Procopio, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione degli impegni: “a continuare a garantire l'efficienza e la trasparenza del sistema del rilascio dei visti per motivi di studio, anche per studenti provenienti da Paesi in conflitto e in crisi; a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di incrementare le risorse dedicate al supporto degli studenti internazionali, incluse borse di studio e programmi di orientamento”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/5 Barzotti, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad avviare un approfondimento sulla tematica relativa al lavoro domestico volto a valutare, nel rispetto dei limiti della finanza pubblica, la compatibilità delle misure previste a legislazione vigente con le specificità del lavoro domestico. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/6 Tucci, espunte le premesse, il parere è favorevole con la medesima riformulazione del precedente ordine del giorno, il n. 9/2119-A/5 Barzotti. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/7 Carotenuto, espunte le ultime due premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare ogni utile iniziativa, nel rispetto dei limiti della finanza pubblica, volta a supportare il settore della moda”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/8 Orrico, espunta la quinta premessa, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/9 Aiello, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori misure volte a estendere le disposizioni vigenti, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/10 Appendino il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/11 Sarracino, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, le iniziative più adeguate a sostegno degli studenti fuori sede, finalizzate a contrastare il caro affitti e la mancanza di alloggi universitari”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/12 Caso ed altri, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare tutte le misure necessarie a garantire la sostenibilità dei bilanci delle università, anche attraverso la revisione dei criteri di riparto delle risorse del Fondo per il finanziamento ordinario, al fine di sostenere, nel rispetto dell'autonomia delle singole università, le politiche di reclutamento del personale docente e dei ricercatori universitari, nonché l'accesso dei giovani alla ricerca, l'autonomia responsabile delle università e la competitività del sistema universitario e della ricerca italiana a livello internazionale; a proseguire nell'azione di valorizzazione della ricerca, della didattica e delle conoscenze e di rafforzamento del sistema della formazione superiore e della ricerca in una prospettiva di lungo periodo”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/13 Toni Ricciardi, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di incrementare ulteriormente, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, il Fondo per il finanziamento ordinario delle università e di rafforzare il sistema della ricerca degli enti pubblici di ricerca, anche valorizzando la professionalità di coloro che hanno contribuito alla realizzazione dei progetti nell'ambito PNRR”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/14 Ghirra, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, le iniziative di competenza per consentire agli aspiranti docenti l'accesso ai percorsi abilitanti all'insegnamento”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/15 Piccolotti, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/16 Fratoianni, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di incrementare ulteriormente le risorse del Fondo per il finanziamento ordinario (FFO) delle università e del Fondo ordinario degli enti e delle istituzioni di ricerca (FOE), al fine di rafforzare e valorizzare l'attività di ricerca, incentivando l'accesso dei giovani e stimolando la competitività del sistema universitario, degli enti e delle istituzioni di ricerca”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2119-A/17 Zaratti e n. 9/2119-A/18 Mari il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/19 Borrelli il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di assumere ulteriori iniziative, allo scopo di incentivare le adesioni da parte delle aziende agricole alla rete del lavoro agricolo di qualità, anche con il contributo delle organizzazioni sindacali di settore”.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/20 Laus?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Per quanto riguarda il n. 9/2119-A/20 mi risulta Scotto.
PRESIDENTE. Sì, è cambiato il primo firmatario.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/20 Laus, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno, premettendo: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/21 Guerra, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare ogni misura utile volta a sostenere, con adeguate risorse finanziarie e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, i processi di reindustrializzazione e di riconversione derivanti dalla transizione digitale ed ecologica, nonché per favorire ed estendere i piani di reindustrializzazione in favore delle imprese con rilevanza economica-strategica a livello nazionale e territoriale, nonché assicurando la salvaguardia dei livelli occupazionali e il patrimonio di competenze professionali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/22 Bonafe', espunte la terza e la settima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare ogni utile iniziativa nel rispetto dei limiti della finanza pubblica volta a supportare il settore della moda”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/23 Orfini, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, le iniziative di competenza a sostegno degli studenti fuori sede, al fine di garantire il diritto allo studio, volte a contrastare il caro affitti e la mancanza di alloggi universitari, anche mediante la realizzazione di nuovi posti letto nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/24 Iacono il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/25 Manzi, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, ogni utile iniziativa per estendere la platea dei beneficiari delle misure di sostegno al diritto allo studio”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/26 Berruto, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a proseguire nelle azioni volte a tutelare l'autonomia, anche organizzativa, del liceo economico-sociale, mantenendo inalterati gli organici”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/27 Casu il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/28 Girelli il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/29 Fornaro?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Io ho Sarracino.
PRESIDENTE. Sì, Fornaro e Sarracino.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare le iniziative di competenza, al fine di favorire la partecipazione ai bandi per il finanziamento di interventi in materia di universitario”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/30 Pastorino, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare le iniziative di competenza per consentire l'accesso dei giovani al sistema della ricerca, valorizzando, mediante una pluralità di istituti contrattuali, la competenza maturata e il diverso livello di acquisito”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/31 Benzoni il parere è favorevole, previa riformulazione del primo impegno come segue: “ad adottare nel primo provvedimento utile, nei limiti delle risorse disponibili, iniziative a supporto della filiera della moda italiana e, in particolare, le micro e piccole imprese terziste, in questo momento di flessione del mercato”. Sul secondo impegno, invece, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/32 Varchi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di stanziare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, adeguate risorse destinate a potenziare l'attività sportiva universitaria e finanziare i relativi impianti, nonché per il funzionamento dei comitati che sovraintendono alle attività medesime”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/33 La Porta il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/34 Pastorella il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a proseguire lo sviluppo di sinergie tra i soggetti della filiera formativa tecnologico-professionale, costituita da istituti tecnici, istituti professionali, licei, ITS ed enti della pubblica amministrazione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/35 D'Alessio, espunte le premesse, il parere è favorevole se l'impegno è riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di proseguire nell'attivazione di corsi di formazione negli ITS - anche organizzati all'estero - per favorire il delle competenze dei lavoratori stranieri con le esigenze dei settori produttivi italiani”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/36 Grippo il parere è favorevole, espunte le premesse e riformulato l'impegno come segue: “a proseguire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, nel processo di assunzione dei docenti precari e dei docenti risultati idonei ai concorsi 2020”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/37 Scotto il parere è favorevole, previa riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare le misure volte a riconoscere l'esonero in premessa, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/38 Gribaudo il parere è favorevole, espunte le premesse e riformulato come segue: “ad avviare un approfondimento sulla tematica dei volto a valutare ogni utile iniziativa, anche normativa, per supportare il settore”. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/39 Battilocchio il parere è favorevole, previa riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di introdurre misure finalizzate all'azzeramento”.
PRESIDENTE. Posto che l'ordine del giorno n. 9/2119-A/40 Nisini è stato ritirato, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/41 Soumahoro.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/41 Soumahoro, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad avviare un approfondimento sulla tematica relativa al lavoro domestico volta a valutare, nel rispetto dei limiti di finanza pubblica, la compatibilità delle misure previste a legislazione vigente con la specificità del settore”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/42 Cerreto il parere è favorevole, previa riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare le misure volte a riconoscere l'esonero di cui alle premesse, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Posto che sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/1 Sala il Governo ha espresso parere favorevole, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/2 Cangiano, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole: vi è una richiesta di procedere al voto da parte del proponente.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/2 Cangiano, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/3 Giaccone, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Giaccone, accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Giaccone accetta la riformulazione proposta dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/4 Quartapelle Procopio, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiederei alla signora Vice Ministra, cortesemente, di rileggere la riformulazione, perché ho capito che la riformulazione è: “continuare a garantire l'efficienza”. È così?
PRESIDENTE. È l'ordine del giorno n. 9/2119-A/4 Quartapelle Procopio.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). È l'ordine del giorno n. 9/2119-A/4 Quartapelle Procopio. “Continuare a garantire l'efficienza”: è così che lei ha proposto la riformulazione? Non la sento. Si deve alzare e deve aprire il microfono.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Arrivo a lei e ripeto. Espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione degli impegni: “a continuare a garantire l'efficienza e la trasparenza del sistema di rilascio dei visti per motivi di studio, anche per studenti provenienti da Paesi in conflitto e in crisi e a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di incrementare le risorse dedicate al supporto degli studenti internazionali, inclusi borse di studio e programmi di orientamento”.
PRESIDENTE. Grazie, Vice Ministra. Presidente Boldrini, accetta?
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Vice Ministra, non si capisce una cosa. Se lei mi dice riformuliamo: “a continuare a garantire l'efficienza (…)”
PRESIDENTE. Ma quindi non l'accetta?
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Non l'accetto, Presidente, perché vuol dire che non c'è un problema. Non si capisce perché siamo qui oggi con quest'ordine del giorno, che non nasce dal nulla, ma da un'audizione in Commissione affari esteri su un rapporto (Yalla Study 2024), in cui si evidenziano tutti i casi di problematiche collegate al rilascio del visto sia nelle agenzie preposte che rilasciano gli appuntamenti sia nell'ambito delle stesse ambasciate italiane. Allora, come facciamo ad accettare: “continuare a garantire (…)”? È proprio quella che non c'è, l'efficienza, signora Vice Ministra. Non c'è quell'efficienza! Ci sono problematiche serie anche in merito alla trasparenza, perché addirittura il visto viene negato a studenti e studentesse che hanno borse di studio - va bene? - con questa spiegazione: rischio migratorio. Rischio migratorio? Ma cosa vuol dire “rischio migratorio”, quando l'Italia, la cooperazione allo sviluppo e le singole università finanziano le borse di studio? E quei ragazzi e a quelle ragazze a cui sono destinate, che hanno già, quindi, la possibilità di venire a studiare in Italia, non li fai arrivare per il rischio migratorio? Allora non facciamole più le borse di studio! Evitiamo questa farsa.
Invece dovrebbe essere chiaro che la presenza di studenti internazionali è importante, perché favorisce uno scambio culturale, le relazioni internazionali e rappresenta anche un'opportunità per le stesse istituzioni accademiche.
Ci sono Paesi, Presidente, che fanno enormi investimenti nell'apertura delle proprie università a studenti stranieri, proprio perché è una forma di che funziona benissimo, signora Vice Ministra. Come mai non vogliamo andare a vedere - qui hanno fatto un rapporto, glielo consegno - i problemi che esistono oggi?
Non mi può dire: “continuare a garantire (…)”; perché, se c'è un rapporto che evidenzia tutti i casi di inefficienza e di problematiche che sono state incontrate da questi studenti e studentesse, vuol dire che il sistema non funziona. Allora, invece di continuare a perseverare nell'errore mi aspetterei da lei un'altra riformulazione, se mi vuole dare una riformulazione, se non va bene: “rendere più efficiente e trasparente il sistema di rilascio dei visti (…)”. Ma è questo il senso: rendere più efficiente e trasparente il sistema del rilascio dei visti per motivi di studio.
Cosa c'è che non va in questa formulazione, laddove esistono tante carenze e tanti problemi relativi al rilascio del visto? Lo ribadisco, sono studenti e studentesse che già hanno borse di studi rilasciate dalla cooperazione allo sviluppo e dai singoli atenei. Perché non vogliamo migliorare un sistema che non funziona? È triste, Presidente.
Io veramente la esorto a riconsiderare questa sua riformulazione, perché, se lei non vorrà farlo, vuol dire che allora si vuole penalizzare questi giovani: da un lato, gli si dà l'illusione di poter venire a studiare e, dall'altro, lo stesso Stato gli vieta di entrare perché gli nega il visto. Ma capisce che questa cosa è un cortocircuito che non fa veramente onore alla reputazione del nostro Paese?
Passerà l'idea che in Italia, sì, ti danno la borsa di studio, ma tanto non ci si può andare. È questo che volete? Volete chiudere anche agli studenti e alle studentesse la possibilità di venire a studiare qui? Veramente non ho parole rispetto a questa evenienza. La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE. Grazie, Presidente Boldrini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/4 Quartapelle Procopio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Comunico che il collega Raffaele Nevi è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre. La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/5 Barzotti, accetta la riformulazione? Caso ha detto di sì e Scotto vuole sottoscrivere.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/6 Tucci. A questo punto, dato che la riformulazione è identica, chiedo al deputato Tucci se accetta la riformulazione. Accetta, va bene. Allora possiamo andare avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/7 Carotenuto. Accetta la riformulazione?
DARIO CAROTENUTO(M5S). Posso risentirla, Presidente?
PRESIDENTE. Vice Ministra, prego.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Espunte le ultime due premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare ogni utile iniziativa, nel rispetto dei limiti della finanza pubblica, volta a supportare il settore della moda”.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Va bene.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Carotenuto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/8 Orrico. Accetta?
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Non accetto la riformulazione, perché non comprendo le ragioni per cui si voglia espungere da quest'ordine del giorno la quinta premessa, d'altronde mi pare evidente che nel nostro Paese i servizi educativi non sono capillari, soprattutto nelle aree interne, più fragili e marginali. Nelle aree periferiche del nostro Paese i servizi educativi per i giovani - soprattutto per i bambini e le bambine - mancano e, d'altronde, questo Governo ha anche deciso di dimezzare il ad esempio, sui posti negli asili nido, il che ovviamente creerà dei gravi squilibri e aumenterà le diseguaglianze, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno.
Tra l'altro, con quest'ordine del giorno si chiede al Governo di prevedere maggiori finanziamenti per le biblioteche statali, regionali e civiche con un duplice obiettivo: il primo è quello di rafforzare il sistema delle biblioteche nel nostro Paese che sono, spesso e volentieri, soprattutto nelle aree interne, nei piccoli paesi e nelle zone periferiche, l'unico presidio di socialità di cultura e anche di legalità. Queste biblioteche, quando riescono ad avere risorse, riescono ad organizzare tutta una serie di attività culturali extradidattiche che non solo tolgono i nostri giovani dalla strada, ma contribuiscono alla loro formazione personale e culturale.
Il secondo obiettivo è quello di aiutare il comparto dell'editoria e, tra l'altro, questa è una richiesta che è venuta proprio da questo mondo durante un ciclo di audizioni nella VII Commissione, la Commissione cultura: il comparto dell'editoria ci dice che incentivare e aumentare gli investimenti e i finanziamenti per le nostre biblioteche - che potrebbero acquistare non solo giornali e riviste scientifiche e culturali, ma anche e soprattutto libri - significa dare una mano al comparto dell'editoria e incentivare la lettura, di cui il nostro Paese ha immensamente bisogno.
Quindi comprendo la formula dei vincoli della finanza pubblica, ma è una formula che si usa per non prendere un impegno a investire seriamente in cultura.
Abbiamo visto che questo Governo preferisce investire in armi e in un'infrastruttura non prioritaria, come il ponte sullo Stretto di Messina, piuttosto che investire sui servizi educativi e sul rafforzamento e sulla riapertura delle nostre biblioteche, che sono tantissime; investire, dunque, sulla crescita culturale, sociale ed economica sostenibile del nostro Paese. Motivo per cui non accetto questa riformulazione e, ovviamente, chiedo che l'ordine del giorno venga votato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/8 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/9 Aiello, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO(M5S). Sì, Presidente. Chiederei di poter riascoltare la riformulazione.
PRESIDENTE. Vice Ministra, prego. Siamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/9 Aiello, parere favorevole, previa riformulazione.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Sì. Espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: «a valutare l'opportunità di adottare ulteriori misure volte ad estendere le disposizioni vigenti, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili».
PRESIDENTE. Accetta, onorevole Aiello? Accetta. Perfetto, grazie… vuole intervenire? Non ho capito.
DAVIDE AIELLO(M5S). Sì, grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, ma chiedo che venga posto in votazione l'ordine del giorno, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/9 Aiello, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/10 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/11 Sarracino, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole? Accetta e vuole metterlo in votazione. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/11 Sarracino, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/12 Caso, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole?
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione, anzi, neanche volevo intervenire, ma ci troviamo con questa riformulazione che rasenta un po' l'assurdo. Parliamo di università e ricerca: da un lato, si cancellano le premesse, lo ripeto ogni volta, come se si volesse cancellare la verità dei fatti; dall'altro, si va a intervenire sugli impegni in un modo assurdo. Siamo in una situazione, e lo spiegavo anche stamane, relativamente al mondo della ricerca e dell'università, di difficoltà, e mi viene chiesto di accettare una riformulazione per cui noi chiediamo di mettere i soldi, mentre il Governo, con questa riformulazione, ci chiede di lasciare le cose come stanno, solo di riorganizzare meglio i fondi, ma ricordiamo che intanto, però, poi in bilancio si stanno pure tagliando.
Quindi, si continua a non capire che l'unica via per portare il nostro Paese ad essere veramente competitivo è l'investimento nel capitale umano e nella ricerca, e lo abbiamo ribadito e continuiamo a ribadirlo. Quindi, si deve investire in educazione, università e ricerca. Qui mi si viene a dire “lasciamo le cose come stanno”, che non significa lasciamo anche i soldi, quelli che abbiamo, quelli che hanno le università, ma significa “accettiamo i tagli”, quando invece bisogna investire. Allo stesso tempo, poi - e qui è proprio una presa in giro - anziché, come chiediamo noi, potenziare l'azione di valorizzazione della ricerca, nella riformulazione si dice: «a proseguire nell'azione della valorizzazione della ricerca».
Quindi, a proseguire come se questo Governo, in qualche minimo modo, stesse veramente cercando di valorizzare la ricerca. Allora invito un po' tutti i colleghi di maggioranza, chi vuole, anche i membri del Governo: domani c'è, tra le varie proteste, un'assemblea al CNR, dove ci sono 4.000 precari a rischio. Andiamo insieme domani, io ci vado, andiamo insieme e andiamogli a dire insieme: continuiamo nell'operazione che stiamo facendo di valorizzazione della ricerca. Vediamo che cosa vi rispondono.
Insomma, è proprio assurdo anche proporre una riformulazione del genere. Avrei preferito il parere contrario, almeno non eravamo qui a prenderci in giro, perché a questo punto ricapitoliamo in che modo questo Governo sta valorizzando la ricerca e l'università: i tagli in bilancio li abbiamo detti al Fondo di finanziamento ordinario, per cui quasi tutti gli atenei d'Italia, tranne 6, che si vedono invariato il finanziamento, avranno meno soldi, questo è un dato di fatto; abbiamo il 30 per cento dei precari tra enti di ricerca e università; abbiamo degli obiettivi riguardo ai della realizzazione degli alloggi universitari che, dichiaratamente, non verranno raggiunti; abbiamo una riforma del pre-ruolo, incardinata già al Senato, che introdurrà altre forme di precariato, anziché ridurle; abbiamo la volontà, dichiarata nero su bianco, di continuare ad avvantaggiare una sola categoria, che è quella delle università telematiche.
Insomma, questa è l'azione di questo Governo che osate chiamare valorizzazione della ricerca. Ci rendiamo conto? Quindi, Presidente, assolutamente non accettiamo, anzi, siamo inorriditi da questa proposta di riformulazione, e chiediamo, ovviamente, che venga messa al voto .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/12 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/13 Toni Ricciardi, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione?
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto e spiego perché accetto, poi chiederei di metterlo ai voti.
PRESIDENTE. Ma vuole metterlo, quindi, in votazione?
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Sì, l'ho detto, l'ho detto.
PRESIDENTE. Perfetto, perfetto.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Allora, guardi, Presidente, accetto perché mi verrebbe da dire: l'ora è buia. Quest'ordine del giorno prevedeva la richiesta dell'istituzione di un Fondo speciale per l'assunzione straordinaria dei ricercatori precari. Sono quasi due settimane che c'è, ad esempio, il presidio permanente del CNR, dove ci sono più di 3.000 ricercatrici e ricercatori precari, c'è tutto il mondo del precariato dell'università, e non è un caso anche il sistema di riforma che è stato introdotto qualche anno fa, colleghe e colleghi: noi necessitiamo ogni volta che questo Governo, a partire dalla prima legge di bilancio, e mi riferisco all'Anvur, intervenga per prorogare un patto che lo Stato ha fatto con coloro che sono stati abilitati, professori universitari di prima e di seconda fascia, perché non è in grado di assolvere all'impegno assunto di capienza dei posti necessari nelle università in base alle abilitazioni conseguite. Ora, perché accetto un ordine del giorno che dice: «a valutare le disponibilità di capienza»?
Perché noi intanto dobbiamo aprire una discussione, perché anche questa mattina si diceva che il mondo della ricerca deve essere flessibile e accelerato. Posso essere anche d'accordo, ma lo puoi fare nel momento in cui tu cambi radicalmente il sistema, triplichi le risorse che ci sono nei fondi di ricerca, ma, soprattutto, finanzi in una maniera anarchica, perché l'unico modo per fare innovazione nella ricerca è la ricerca di base. Quando questo non accade, l'unica soluzione che tu hai è avviare un percorso di stabilizzazione.
Allora, Presidente, Vice Ministra, lei sa che, solo per parlare del più grande ente di ricerca pubblico che abbiamo in questo Paese, il CNR, c'è la possibilità di stabilizzazione immediata di 513 unità di ricerca. Tuttavia, per fare questo - e lo dico a tutto l'emiciclo - serve un'assunzione di responsabilità, e serve un'assunzione di responsabilità condivisa, perché io non vorrei che, in queste ore, qualcuno scimmiottasse e speculasse sulle speranze di queste persone, immaginando che la mera allocazione fittizia di quattro spiccioli riesca a risolvere il problema generale.
Questo si fa, colleghe e colleghi, con l'impegno a partire dal Governo e a partire dalle forze politiche tutte, perché altrimenti non ci sarà nessuna stabilizzazione per nessuno. È meglio chiarirlo, visto che siamo in una fase molto delicata della discussione e visto che in legge di bilancio noi comunque continueremo a vigilare e a battagliare anche rispetto a questo tema, che è essenziale. Per questa ragione, accetto la riformulazione dell'ordine del giorno, Presidente, e chiedo di metterlo ai voti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/13 Toni Ricciardi, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/14 Ghirra. Onorevole, accetta la riformulazione?
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e, anzi, chiedo alla rappresentante del Governo di rivalutare il parere, perché le premesse narrano l'iter previsto dalla legge per ottenere l'abilitazione all'insegnamento, quindi, non si capisce perché sia necessario espungerle. Inoltre, non credo che ci sia niente da valutare, nel senso che quest'ordine del giorno propone di superare quella che è un'ingiustizia, una disparità di trattamento tra aspiranti alla docenza di differenti regioni. È un problema che riguarda non solo la Sardegna, ma anche tante altre regioni del Sud, come, mi risulta, la Puglia, la Sicilia e la Basilicata. Qual è il punto? È che, per poter accedere all'abilitazione all'insegnamento e poter partecipare ai concorsi, non è sufficiente disporre del titolo di studio richiesto, ma è necessario accedere a un percorso formativo, che consenta di ottenere 60 crediti formativi, a pagamento - costa 2.500 euro -, solo che non tutti gli atenei attivano i percorsi che gli aspiranti docenti vogliono frequentare. Quindi, chi ha l'ambizione di entrare nel mondo della scuola o si trasferisce in una regione in cui il corso che deve frequentare sia attivato, oppure deve ricorrere alle università .
Allora, noi, con quest'ordine del giorno, chiediamo di adottare le iniziative di competenza, perché in ogni regione ci siano percorsi di abilitazione all'insegnamento, per tutte le classi di concorso, in modo da garantire a tutti gli aspiranti docenti l'accesso ai nuovi percorsi abilitanti. Mi sembra davvero una questione di giustizia, di parità di trattamento, per fare in modo che chi ha la sfortuna di doversi abilitare in regioni in cui non sono attivati i percorsi lo possa fare senza una un esborso di ulteriori risorse per trasferirsi in un'altra regione o incrementare le università telematiche. Presidente, quindi, chiedo se sia possibile accantonare l'ordine del giorno, per una riflessione aggiuntiva e per, davvero, fare un atto di giustizia verso tutti gli aspiranti docenti del nostro Paese
PRESIDENTE. Chiedo alla Vice Ministra, se intende accantonare, come da richiesta della parlamentare.
MARIA TERESA BELLUCCI,. No.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/14 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/15 Piccolotti, su cui vi è parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Non mi stupisce il parere contrario al nostro ordine del giorno e, però, vorrei interloquire con la Vice Ministra e provare a farla riflettere su alcuni dati che sono usciti in questi giorni. Il primo è una indagine dell'OCSE, che segnala che gli italiani sono dai 15 ai 20 punti sotto la media OCSE in termini di capacità di lettura e comprensione di testi scritti e informazioni numeriche. Questo studio segnala che un terzo degli adulti in Italia è in una condizione di analfabetismo funzionale.
Altri dati arrivano dall'indagine IEA TIMSS, che ci dice che c'è una differenza sensibile e importante tra i risultati di apprendimento dei ragazzi del Sud e quelli del Nord e che le differenze territoriali di origine sociale e anche di genere influiscono in maniera importante sui risultati dei percorsi di apprendimento degli studenti italiani. Infine, ultimo dato, il Censis ci racconta che il 43,5 per cento dei ragazzi che escono dalle scuole superiori non raggiunge i risultati di base di apprendimento in italiano, cioè non è in grado di interpretare un testo scritto in italiano e, per quanto riguarda la matematica, siamo sul 47,5 per cento. Entrambi questi dati superano l'80 per cento quando si tratta di studenti degli istituti professionali del nostro Paese. Perché ricordo questi dati? Perché sono molti giorni che aspettiamo che il Ministro dell'Istruzione, Valditara, si degni di commentarli. Presidente, non perché pensiamo che sia colpa sua, ma perché pensiamo che, essendo il Ministro Valditara l'attuale Ministro dell'Istruzione, di fronte a questi numeri, che parlano di una vera e propria erosione democratica, perché si tratta di persone che non hanno gli strumenti per interpretare la realtà, il Ministro dell'Istruzione avrebbe dovuto intervenire, parlare, dirci cosa intende fare.
Invece, registriamo che, in questi 2 anni di Governo, questo Ministro ha detto “no” all'espansione del tempo pieno e del tempo prolungato in tutte le scuole del Paese. Ha detto “no” alla riduzione del numero di alunni per classe, che servirebbe come presupposto per potenziare l'insegnamento da parte dei docenti italiani e permettere quella didattica personalizzata che, in qualche modo, può portare gli studenti con maggiore difficoltà a raggiungere i risultati di base. Poi, ha annunciato che vuole trasferire una serie di risorse della scuola pubblica presso la scuola privata, attraverso il cosiddetto scuola. Infine, ha fatto qualcosa che è davvero contrario al buon senso, cioè in quegli istituti professionali, dove l'80 per cento dei ragazzi che si diploma non raggiunge le competenze di base in italiano e in matematica, ha pensato bene di tagliare un anno di scuola e rendere i percorsi quadriennali. Non è finita qui, perché la Lega ha chiesto la calendarizzazione di una proposta di legge che taglierebbe un anno di scuola in tutti gli indirizzi e in tutti gli istituti.
Ecco, allora, Presidente, e ho chiuso, qualsiasi cittadino capisce che, di fronte a una strage sul terreno dei risultati scolastici dei ragazzi, tagliare un anno di scuola significa essere indifferenti al destino e al futuro di quei ragazzi e noi questo non lo possiamo accettare .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/15 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Onorevole Bonelli, accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2119-A/16 Fratoianni?
ANGELO BONELLI(AVS). Signor Presidente, non accetto perché la riformulazione della rappresentante del Governo, che in questo momento parla al telefono, cancella gli obiettivi che sono da noi indicati nell'ordine del giorno, che attengono, invece, a un impegno del Governo per la stabilizzazione dei ricercatori nel nostro Paese. La precarietà nel nostro Paese nel settore della ricerca ha raggiunto livelli estremamente alti, tra i più alti in Europa. Circa il 30 per cento del personale, di quello immesso in ruolo, è precario e questo sta a indicare come oggi non si investa nella ricerca, perché… io non lo so, Presidente, veda un po' lei …
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, vi prego. Altrimenti non riusciamo ad ascoltare. Prego.
ANGELO BONELLI(AVS). Ciò detto, un Paese che non investe nella ricerca è un Paese che compromette il proprio futuro e questo dovrebbe essere ben chiaro al nostro Governo e alla Presidente del Consiglio Meloni, che è stata definita, da un autorevole giornale, come la Presidente più influente. Allora, la domanda che faccio è la seguente: noi che cosa ce ne facciamo dell'influenza della Presidente Meloni quando abbiamo migliaia e migliaia di ricercatori precari? Cosa ci facciamo? Ne possiamo fare tranquillamente a meno, se questi sono i risultati.
Eppure, ci sarebbero degli strumenti per consentire di arrivare alla stabilizzazione, come l'articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 2017, che, prorogato al 2026, consentirebbe di dare lo strumento normativo per la stabilizzazione dei precari. Tra questi precari, uomini e donne, ragazzi e ragazze, ci sono tanti giovani. Dunque, mi riferisco anche alla riformulazione che ha fatto la rappresentante del Governo, che ci dice che vuole favorire l'accesso dei giovani nella ricerca. Se favoriamo l'accesso dei giovani nella ricerca per farli diventare precari e così entrare come precari e uscire papà o magari nonni ancora precari, anche no, grazie.
La ricerca va sostenuta e voglio ricordare ai deputati e alle deputate che i ricercatori e le ricercatrici del Consiglio nazionale delle ricerche, e non solo, sono quelli che in questo momento stanno portando avanti i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Grazie a loro raggiungeremo questi obiettivi. Non accada - per favore non accada - quello che è avvenuto con i medici e con gli infermieri durante il COVID, che erano i nostri eroi e poi ce ne siamo dimenticati, perché questo è il momento di ricordarsi della ricerca nel nostro Paese, che, come ho detto, rappresenta il futuro dell'Italia.
Allora, basterebbe anche un poco, rispetto ad alcuni investimenti che sono stati fatti nella manovra di bilancio, per dirottare risorse e stabilizzare queste migliaia di persone, che rappresentano un patrimonio per il nostro Paese. L'elenco sarebbe lungo: si va dai fondi per il ponte sullo Stretto a quelli per le armi da destinare alla ricerca .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/16 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/17 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/18 Mari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/19 Borrelli il parere è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole Borrelli?
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Accetto e vorrei risentire la riformulazione per poi intervenire.
PRESIDENTE. Vice Ministra, può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2119-A/19 Borrelli?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di assumere ulteriori iniziative allo scopo di incentivare le adesioni da parte delle aziende agricole alla rete del lavoro agricolo di qualità, anche con il contributo delle organizzazioni sindacali di settore”.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Accetto, però vorrei fare un intervento e metterlo al voto.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Ovviamente, nell'accettare la riformulazione del Governo, vorrei sottolineare il perché Alleanza Verdi e Sinistra ha fatto quest'ordine del giorno, che riguarda la rete del lavoro agricolo di qualità, che è un'iniziativa finalizzata allo sviluppo di azioni di contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura.
La rete del lavoro agricolo di qualità è stata istituita presso l'INPS per selezionare imprese agricole e altri soggetti indicati dalla normativa vigente che, su presentazione di apposita istanza, si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposta sui redditi e sul valore aggiunto.
Però, quello che noi sottolineiamo nell'ordine del giorno - per cui l'impegno del Governo noi lo verificheremo perché è un impegno importante - è che, al 4 luglio 2024, le aziende agricole aderenti alla rete del lavoro agricolo di qualità erano 6.300, quando in Italia le aziende agricole sono 1.130.000. Quindi, risultano ancora pochissime e insufficienti le adesioni da parte delle aziende agricole. Allora, su questo noi chiediamo un impegno straordinario, perché il diritto alla dignità nel lavoro e la lotta al caporalato non possono essere soltanto una professione relativa a mere esternazioni di principi.
Con la Commissione ecomafie prima di quest'estate siamo stati a Latina, dove il titolare di un'azienda agricola, dopo che a un dipendente era stato tranciato il braccio da un macchinario, ha pensato bene di non denunciare la cosa alle autorità, di mettere dentro una cassetta della frutta il braccio della persona che lavorava nella sua azienda, di portarlo fuori casa e di lasciarlo lì. Lo ricordo perché abbiamo fatto un'audizione, un incontro con i sindacati, con la procura, con cittadini ed è stato reso noto, come ben sappiamo, che il fenomeno è estesissimo.
Allora, qualità significa anche dignità e rispetto di questo lavoro, e anche non sfruttamento, che poi porta a qualcosa di disumano. Ho raccontato questo episodio perché quello che è stato fatto è stato disumano: non chiamare l'autoambulanza, non chiamare le Forze dell'ordine, prendere il braccio, metterlo in una cassetta della frutta, portarlo sotto casa della moglie e abbandonarlo lì.
Noi riteniamo che, poiché è inaccettabile questo , la qualità sia legata anche a questo e già il fatto che neanche formalmente le aziende aderiscono a questa rete ci deve far riflettere su quanto sia lontano nella mentalità comune questo tipo di rispetto, che non significa sempre sfruttamento ma significa non tenere in alcun conto questi sfruttati e queste persone e significa anche eventualmente non tutelare quello che arriva nelle nostre tavole.
Per questo accettiamo la riformulazione del Governo e preannunciamo che, ovviamente, da qui a un anno, ci aspettiamo di avere un dal Ministero competente in cui questi numeri salgano notevolmente.
Non devono essere più soltanto 6.300 le aziende agricole che aderiscono, ma devono essere la totalità, nel rispetto del loro lavoro e dei loro lavoratori .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/19 Borrelli, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/20 Laus c'è un parere favorevole, previa riformulazione: onorevole la accetta? Laus o chi per lui? Scotto? La accetta, bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/21 Guerra c'è una riformulazione: onorevole Guerra la accetta?
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Sì, Presidente. Accetto la riformulazione, però vorrei chiedere al Governo la riammissione delle prime due premesse, perché proprio non credo che si possano liquidare in questo modo. Gliele rileggo, Vice Ministra: “l'articolo 2, del provvedimento in oggetto, dispone una prima e parziale misura di intervento di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti di datori di lavoro, anche artigiani, con un numero medio di dipendenti non superiore a 15 nel semestre precedente e operanti nei settori tessile, dell'abbigliamento, calzaturiero e conciario, per il solo 2024”. Vero o falso? Vero. Quindi non vedo perché questa premessa debba essere cancellata. Seconda premessa: “la difficoltà del nostro sistema economico è testimoniata dalla caduta della produzione industriale del 7,4 per cento negli ultimi 24 mesi, facendo registrare una variazione tendenziale negativa da 19 mesi consecutivi. Risultati che hanno inciso sulla riduzione della crescita stimata del PIL allo 0,5 per cento”. Vero o falso? Vero, sono dati Istat. Non vedo perché questa premessa debba essere espunta. Seguono due premesse che non leggo, perché capisco che possano avere una valutazione negativa del Governo, in quanto esprimono una valutazione sulle politiche industriali, che ci sono e che non ci sono.
Quindi, chiederei alla Vice Ministra di riammettere queste due premesse e accetto la riformulazione che, lo ricordo ai colleghi, è volta a impegnare il Governo a mettere a punto degli interventi per favorire, anche finanziariamente, i processi di reindustrializzazione e di riconversione derivanti dalle transizioni digitale ed ecologica, soprattutto per quanto riguarda anche la necessità, a fronte delle gravi crisi industriali che il nostro Paese sta attraversando, di salvaguardare i livelli occupazionali e il patrimonio di competenze che i lavoratori hanno e che non possono essere disperse a fronte di una crisi.
Si parla, quindi, di un Fondo di sostegno alla transizione e di una revisione degli ammortizzatori sociali, in modo tale da adeguarli e adattarli, anche nella forma, nella durata e nei condizionamenti, alle nuove specifiche esigenze di questo momento storico. La mia accettazione non è condizionata al fatto che la Vice Ministra accetti di riammettere le due premesse, la accetto comunque e chiedo che venga messo al voto, però chiederei, per rispetto della verità, se potesse fare questa integrazione.
PRESIDENTE. È chiarissimo. Vice Ministra, rispetto a questa richiesta di parziale reintegrazione?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Non è accolta.
PRESIDENTE. Va bene. Consideriamo, comunque, accettata la riformulazione dell'ordine del giorno e lo mettiamo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/21 Guerra, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/22 Bonafe' c'è una riformulazione: onorevole Bonafe' la accetta? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/22 Bonafe', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva ,
Onorevole Cangiano, chiedo scusa, lo abbiamo messo in votazione. Ho chiesto conferma, parere contrario del Governo…
GEROLAMO CANGIANO(FDI). No, è riformulato! È riformulato (!)
PRESIDENTE. La riformulazione non è stata accettata, però. Scusate, non è stata accettata. Ho fatto verificare . Facciamo una cosa, però. Chiedo scusa, colleghi. Per correttezza istituzionale faccio fare un'ulteriore verifica. Fermi tutti, è una questione di correttezza istituzionale. Adesso andiamo avanti … Signori, andiamo avanti.
Colleghi! Scusate, andiamo avanti!
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/23 Orfini c'è una riformulazione. Onorevole Orfini, accetta? Onorevole Orfini? La accetta, bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/24 Iacono c'è un parere contrario. Onorevole Iacono, prego… Mi scusi, aspetti un attimo, onorevole Iacono. Onorevole Ziello, chiede di parlare su cosa? Sul Regolamento? Prego.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Sì, Presidente, sul Regolamento, che ha la precedenza. Chiedo una sospensione per avere un chiarimento sulla questione della votazione . E nel caso si vota la sospensione .
PRESIDENTE. Onorevole Ziello, però, chiedo scusa… Colleghi, fermi tutti. Colleghi possiamo fare la verifica, come ho detto, anche senza sospensione e intanto andiamo avanti sugli altri ordini del giorno . Non è da sospensione questa questione. Adesso facciamo la verifica; la stanno già facendo. Onorevole Ziello, vuole intervenire ancora, sempre per richiamo al Regolamento? Prego.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Sì, sempre sull'articolo 8, insisto sulla sospensione, signor Presidente .
PRESIDENTE. Colleghi… considerato che l'onorevole Ziello chiede una sospensione, sono ovviamente obbligato dal Regolamento a chiedere un parere a favore e un parere contro, e a mettere in votazione la richiesta dell'onorevole Ziello. Chi vuole parlare contro? Prego, onorevole Fornaro.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Scusate, se è una richiesta di sospensione per una problematica politica, è un tema, ma se è una sospensione di carattere tecnico, quello che è avvenuto è nel pieno rispetto del Regolamento: è stato chiesto dal Presidente alla collega Bonafe' se accettava la riformulazione …
GEROLAMO CANGIANO(FDI). No!
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Ma come no!
GEROLAMO CANGIANO(FDI). No !
PRESIDENTE. Colleghi, attendiamo l'intervento … Sta finendo… Ha finito? Prego, onorevole Fornaro…
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Allora, è stato chiesto dal Presidente … La finite?
ROSSANO SASSO(LEGA). Presidente! Deve intervenire!
PRESIDENTE. Onorevole Sasso, per cortesia. Recuperiamo la tranquillità tutti quanti ... Onorevole Penza, per cortesia… Siamo tutti stanchi, è il momento di recuperare la tranquillità. Finiamo di ascoltare … Io non ho sentito cosa ha detto… Onorevole Fornaro, per cortesia, vada avanti e concludiamo il suo intervento. Prego.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Allora, quello che è avvenuto qualche minuto fa è avvenuto centinaia di volte in quest'Aula, cioè che, di fronte a una proposta di riformulazione, il primo firmatario, in questo caso la prima firmataria, abbia detto che non era d'accordo, e il Presidente ha messo in votazione correttamente con il parere contrario del Governo
Se, poi, è stato commesso un errore o un'incomprensione da parte dei colleghi della maggioranza, sono cose che capitano, evidentemente. Non vedo assolutamente ragione per cui si debba sospendere l'Aula, anche perché c'era un impegno che ci è stato anche ribadito )…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Onorevole Fornaro, vada avanti … Onorevole Sasso, per cortesia, ci ha riferito quanto? Io non ho potuto sentire se un collega ha detto qualcosa di inappropriato.
ROSSANO SASSO(LEGA). Non può dire quelle parole! Lo abbiamo sentito in dieci!
PRESIDENTE. Lo teniamo agli atti come fatto. È chiaro che io non l'ho potuto sentire senza microfono. Prego, onorevole Fornaro.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Non ci sono, quindi, a mio giudizio, ragioni regolamentari per una sospensione. Il Presidente, ha detto che avrebbe fatto fare un'ulteriore verifica, ma quello che è avvenuto, siccome ovviamente c'è il video, è avvenuto nel totale rispetto del Regolamento . È un incidente parlamentare, come ce ne sono stati tanti per quel che riguarda la maggioranza. Mi permetto di consigliare di evitare di ulteriormente accrescere questo incidente. La cosa migliore è andare avanti.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola, se ritenete ancora di andare avanti, al collega che vuole parlare a favore sulla richiesta dell'onorevole Ziello, vi comunico che ufficialmente abbiamo fatto la verifica e io ho detto “parere contrario” . Ovviamente non ho visto io il video, lo hanno visto i dirigenti d'Aula. I dirigenti d'Aula mi confermano che è corretto, ve lo voglio dire per correttezza.
Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà. Comunque non c'è niente da nascondere, è tutto in video. Prego, onorevole Vinci.
GIANLUCA VINCI(FDI). Grazie, Presidente. Solo per chiarire che, durante la votazione che è stata aperta per un brevissimo periodo, ci sono stati dei cambiamenti di voti, io stesso risulto non votante quando ero, in realtà, in Aula. Alcuni stavano cambiando il voto rapidamente perché c'era stata un'incomprensione .
GIANLUCA VINCI(FDI). Sapete benissimo che si è trattato di un errore, in quanto è stata chiusa la votazione quando si stava cambiando il voto. Questo solo perché rimanga a verbale che non c'è stata nessuna volontà politica, ma la velocità nella chiusura - e lo sappiamo benissimo tutti - ha fatto chiudere con il cambio di voto in corso .
PRESIDENTE. Quindi, onorevole Vinci, se non ho capito male, non c'è più richiesta di sospensione.
GIANLUCA VINCI(FDI). Da parte nostra no, ma si voleva chiarire che non era un voto di tipo politico, ma è stato un inconveniente durante la modifica del voto.
PRESIDENTE. Quindi lasciamo agli atti la sua dichiarazione.
GIANLUCA VINCI(FDI). Certamente.
PRESIDENTE. Credo che la questione sia stata chiarita. In ordine a quanto ha riportato, invece, l'onorevole Sasso, faremo una verifica. Io la prego, non ho potuto sentire ovviamente. Si deve fare una verifica.
ROSSANO SASSO(LEGA). Presidente, sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. Prego, onorevole Sasso.
ROSSANO SASSO(LEGA). Presidente, sono contento che si sia chiarito il voto e tutto il resto, però è inaccettabile - e lo dico, per suo tramite, al collega Donno del MoVimento 5 Stelle - che durante anche una fase …
PRESIDENTE. Colleghi, ascoltiamo cosa dice l'onorevole Sasso.
ROSSANO SASSO(LEGA). …durante una fase anche concitata…
PRESIDENTE. Onorevole Donno, però ascoltiamo.
ROSSANO SASSO(LEGA). …del dibattito parlamentare, il collega Donno … Presidente, chiedo, per suo tramite, di poter svolgere il mio intervento.
PRESIDENTE. Colleghi… prego, onorevole Sasso… Onorevole Donno, la prego!
ROSSANO SASSO(LEGA). Presidente, esistono anche i richiami ai colleghi.
PRESIDENTE. Onorevole Donno… Prego, onorevole Sasso.
ROSSANO SASSO(LEGA). Le stavo dicendo, sarò molto breve nel mio intervento, perché è intenzione di tutti, però non è ammissibile che in quest'Aula, ripetutamente, arrivino provocazioni dal collega Donno, l'ultima - l'abbiamo sentita in dieci - rivolta al tavolo, alla collega Nisini e al collega Cangiano, dicendo “mettetevi la museruola”. Questo non è ammissibile, Presidente, non è giusto. Il collega Donno non può continuamente provocare.
PRESIDENTE. Ovviamente, io non ho potuto ascoltare, faremo una verifica, perché, proprio letteralmente, non ho udito. Facciamo una verifica e, ovviamente, se fosse vero, prenderemo le determinazioni del caso. Adesso andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/24 Iacono, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iacono. Ne ha facoltà.
GIOVANNA IACONO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente…
PRESIDENTE. Colleghi! Prego, onorevole Iacono, altrimenti non riusciamo ad andare avanti stasera.
GIOVANNA IACONO(PD-IDP). Intervengo su quest'ordine del giorno e, soprattutto, sul parere contrario che la Vice Ministra ha dato, in quanto il mio ordine del giorno affronta lo stesso tema dell'ordine del giorno n. 9/2119-A/2 Cangiano, cioè la continuità lavorativa del personale ATA, nello specifico dei collaboratori scolastici del cosiddetto organico aggiuntivo, assegnato alle istituzioni scolastiche in seguito all'attuazione del piano Agenda Sud e al PNRR.
Noi da mesi, attraverso emendamenti, ordini del giorno, ma anche atti di sindacato ispettivo, abbiamo chiesto al Governo un impegno per assicurare la continuità del lavoro ai collaboratori scolastici e, quindi, superare il limite temporale della scadenza, che, tra l'altro, non è per nulla coerente con lo sviluppo temporale dei progetti che, com'è noto, si concluderanno nel 2026. Quindi noi abbiamo chiesto, allo stesso modo dell'onorevole Cangiano, la proroga per la durata del programma.
Quindi, dico alla Vice Ministra, per suo tramite, Presidente, se mi ascolta - la Vice Ministra, non lei -, che non comprendiamo il motivo di questo parere contrario, avendo dato la Vice Ministra, ribadisco, parere favorevole a un ordine del giorno di argomento e tema identico. Quindi chiedo almeno che la Vice Ministra, sempre per suo tramite, Presidente, rifletta sull'opportunità, quantomeno, di adottare una riformulazione su quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Vice Ministra, rispetto alla richiesta di riformulazione? Parliamo dell'ordine del giorno n. 9/2119-A/24 Iacono.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Il parere rimane contrario.
PRESIDENTE. Rimane contrario. Nel frattempo, l'onorevole Grippo ha chiesto di sottoscrivere l'ordine del giorno a nome di tutto il gruppo. Sottoscrive anche l'onorevole Carmina.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/24 Iacono, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/25 Manzi, parere favorevole, previa riformulazione: accetta? Accetta e chiede che venga posto in votazione.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/25 Manzi, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/26 Berruto, parere favorevole, previa riformulazione: onorevole Berruto, accetta? Sì.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/26 Berruto, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/27 Casu, parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Presidente, onestamente sono sconcertato da questo parere contrario. Noi il 28 novembre abbiamo chiesto un'informativa urgente del Ministro Zangrillo, perché, a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, sta avvenendo un fenomeno drammatico nel Paese. Il Governo sta alimentando una guerra tra poveri, mettendo all'angolo, da un lato, chi ha fatto un concorso ed è in attesa di scorrimento della graduatoria, chi ha fatto dei sacrifici, ha superato le prove e vuole dare una mano al rinnovamento e al rafforzamento della pubblica amministrazione e, dall'altro, le persone che partecipano ai nuovi concorsi. È successo nel caso dei concorsi dei Ministeri dell'Agricoltura e della Difesa.
La scelta - folle, controsenso e contro diritto - di bandire nuovi concorsi, quando erano ancora disponibili le graduatorie, ha reso una situazione per cui il Consiglio di Stato, da un lato, ha bloccato le assunzioni delle nuove persone che avevano vinto i concorsi e avevano diritto ad essere assunte, e, dall'altro, non è potuto intervenire per quanto riguarda, invece, gli scorrimenti di quelli che non avete chiamato con la proroga di quella graduatoria che, intanto, è scaduta, perché il diritto si ferma a un certo punto e, a un certo punto, deve intervenire la politica.
Allora, voi non avete risposto alla nostra interpellanza e non avete risposto alle nostre richieste, ma non solo alle nostre. Queste sono le decine di lettere che ho ricevuto solo negli ultimi giorni dalle ragazze e dai ragazzi, sia che attendevano le vecchie graduatorie, sia che hanno fatto i nuovi concorsi, a cui avete sbattuto la porta in faccia contemporaneamente con le vostre scelte. Se questo è quello che riceve un parlamentare di opposizione, immagino cosa può succedere al Ministro del Lavoro o al Ministro per la Pubblica amministrazione. Questo perché voi state tenendo fuori dal rinnovamento e dal rafforzamento della pubblica amministrazione un pezzo di Paese, non una parte politica. È un pezzo di Paese che state tenendo fuori dalla porta .
Noi vi offriamo un'occasione politica, di fare politica, è un impegno, un ordine del giorno. Ne avete approvati tanti senza darvi seguito, potevate almeno dare un'assunzione di responsabilità. Vi chiediamo di intervenire nel primo provvedimento utile per garantire il superamento di ogni ostacolo normativo che impedisce il rinnovamento e il rafforzamento della pubblica amministrazione, sia attraverso lo strumento dello scorrimento delle graduatorie, sia attraverso una nuova stagione di concorsi. E il Vice Ministro del Lavoro dice di essere contrario ad andare nella direzione di questo impegno? Gli ostacoli normativi evidentemente ci sono. Ne avete creati di nuovi con le norme taglia idonei e ne state creando di nuovi col blocco del ; ne state creando di nuovi con un decreto Milleproroghe, di cui ancora non abbiamo capito quali saranno gli effetti. L'unico effetto che realizzate è che state tenendo fuori sia chi fa i nuovi concorsi, sia chi attende gli scorrimenti.
Vi chiediamo di impegnarvi a dire: vogliamo lavorare per rimuovere questo ostacolo. E il vostro regalo di Natale alle migliaia di donne, uomini, ragazze e ragazzi che hanno fatto sacrifici per superare un concorso è dichiarare in quest'Aula esplicitamente che voi volete impedire il rinnovamento e il rafforzamento della pubblica amministrazione mediante la loro assunzione ! Ma in che direzione volete mandare questo Paese, se votate contro quest'ordine del giorno ? Cosa volete generare fuori da quest'Aula? Ma come vi permettete?
Io vi chiedo veramente di cambiare parere, di dare parere favorevole. Se non volete riconoscere le premesse, sono premesse storiche, non serve che le riconosciate come Governo e come maggioranza: le riconoscono tutti, perché abbiamo semplicemente scritto la verità, che è riconoscibile a tutti. Ma potete non riconoscerlo. Tuttavia, almeno sull'impegno, cambiate parere.
Quello che vi garantiamo è che non cambierà il nostro impegno, perché, come Partito Democratico e con le altre forze di opposizione, rimarremo al fianco di tutti questi ragazzi, sia quelli che hanno fatto i vecchi concorsi, che quelli che hanno fatto i nuovi concorsi, perché meritano di essere assunti e non di essere tenuti fuori dalla vostra incapacità di ammettere gli errori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, mi associo alla richiesta dell'onorevole Casu e faccio presente che in questo momento questo Governo, così facendo, sta bloccando la pubblica amministrazione.
Sta bloccando lavoratori che attendono, idonei in graduatoria, lo scorrimento di queste graduatorie, altresì ponendoli in conflitto con persone che hanno superato e vinto dei concorsi che sono stati resi praticamente nulli, annullati con sentenza del Consiglio di Stato del 26 novembre.
Ora, noi avevamo chiesto un'informativa urgente del Ministro Zangrillo per la pubblica amministrazione, perché così si fa un danno all'Italia. Non si può continuare così a bandire concorsi che vengono dichiarati nulli. Non si fanno scorrere le graduatorie: ci sono 14.000 persone che potrebbero essere a disposizione, ma guardate che sono poche, perché i sindacati enunciano che nel 2026 mancheranno 300.000 persone nella pubblica amministrazione, che diventeranno un milione in dieci anni. E voi tenete l'Italia ferma, senza assumere, né far scorrere le graduatorie. Ma date una risposta ! Qual è l'impiego che cresce in Italia? Quello precario, dei sottopagati, della gente assunta per una settimana o delle ore di cassa integrazione che aumentano! Questa è l'occupazione, ma date risposte! Ministro per la Pubblica amministrazione, venga qui a rendere conto al Parlamento e agli italiani di questo stallo, perché è veramente indecoroso )!
PRESIDENTE. Colleghi! Mi pare di aver capito che l'onorevole Grippo vuole sottoscrivere. Carotenuto e Caso pure, mi pare di aver capito. Tutto il gruppo? Provenzano, Scotto, De Luca. Ho capito, ma non riesco a vedere tutti quanti. Tutto il gruppo, tutto il gruppo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, innanzitutto intervengo per sottoscrivere, a nome del gruppo AVS, l'ordine del giorno del collega, ma vorremmo capire qual è il motivo per cui si dice “no” allo scorrimento delle graduatorie. Tra l'altro, questo è un impegno che, almeno formalmente, avevamo capito volessero tenere pure i membri della maggioranza. Avevamo capito che pure loro erano favorevoli allo scorrimento delle graduatorie.
Allora, come facciamo ad andare in Europa e in tutto il mondo a dire che stanno aumentando i lavoratori e non facciamo scorrere le graduatorie nel pubblico impiego, che sono necessarie, determinanti, fondamentali . Significa anche dare lavoro ai giovani. Perché diciamo “no” e blocchiamo ancora una volta la pubblica amministrazione?
Da questo punto di vista, il Governo e la maggioranza devono darci una risposta e dire “no” a quest'ordine del giorno, che è un semplice impegno, significa non avere una visione d'insieme sul futuro del Paese e sul futuro della pubblica amministrazione
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Intervengo ai sensi dell'articolo 8 e seguenti e ai sensi dell'articolo 42 del Regolamento, per fatto personale. Quando ho finito di parlare, i colleghi della maggioranza sbeffeggiavano, invece di preoccuparsi di dare risposte ai tanti disoccupati italiani che hanno fatto un concorso, sostenuto spese e che chiedono risposta, così come chiede una risposta l'Italia con la pubblica amministrazione vuota, che non può erogare servizi.
Bene, io consiglierei a qualche collega, invece di inventarsi reazioni su battute, magari, così, estemporanee, di ben guardare, soprattutto quando ci si rivolge a una donna . Perché pare che lui abbia cavalcato questa tigre sul fatto delle donne, quando lui mi ha dato dell'ipocrita - ed è a verbale - perché io difendevo l'onore di tutte le donne. Tant'è vero che il collega, che aveva assunto un atteggiamento sbagliato, si era scusato. Quindi, qui ci dobbiamo intendere: le regole, la buona educazione, il comportamento corretto valgono per tutti e non hanno colore, di destra o di sinistra. Io non intendo più accettare nessuna scorrettezza .
PRESIDENTE. Io credo di aver raccolto tutte le richieste di sottoscrizione. È chiaro che qualcuno può essermi sfuggito. Vi è anche Cafiero De Raho e tutto il gruppo. Se qualcheduno mi è sfuggito, cortesemente venga qua e si inserisca.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/27 Casu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Posto che sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/28 Girelli il Governo ha espresso parere favorevole, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/29 Fornaro, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Fornaro, accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Fornaro accetta la riformulazione e chiede di procedere con la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/29 Fornaro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/30 Pastorino, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Pastorino, accetta la riformulazione?
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Non accetto perché è una riformulazione che non contempla una parola del quesito, e quindi chiedo che sia posto ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/30 Pastorino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/31 Benzoni, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Benzoni, accetta la riformulazione? Prendo atto che il proponente accetta la riformulazione e chiede che l'ordine del giorno sia messo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/31 Benzoni, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/32 Varchi, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Varchi, accetta la riformulazione? Prendo atto che la riformulazione è accettata.
Posto che sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/33 La Porta il Governo ha espresso parere favorevole, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/34 Pastorella, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Pastorella, accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Pastorella accetta la riformulazione e chiede che l'ordine del giorno sia messo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/34 Pastorella, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/35 D'Alessio, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole D'Alessio, accetta la riformulazione? Prendo atto che il proponente accetta la riformulazione dell'ordine del giorno e chiede che sia messo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/35 D'Alessio, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/36 Grippo, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Grippo, accetta la riformulazione?
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Sì, Presidente. Accetto la riformulazione e chiedo di mettere l'ordine del giorno ai voti. Vorrei solo dire che la questione degli idonei e del controverso rapporto fra le graduatorie emerse dai concorsi PNRR e dai pregressi concorsi della scuola sono un tema che ha molto preoccupato la Commissione e di cui ci siamo molto occupati. Apprezziamo che il Governo abbia dato un parere favorevole. Speriamo che la riformulazione non voglia dire che ci si voglia tenere blandi sull'impegno, perché davvero ci aspettiamo una risposta seria a questa tematica, che tiene ferme moltissime persone.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/36 Grippo, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/37 Scotto, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare la Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Rivedo la riformulazione e propongo la seguente. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, già a partire dalla prossima legge di bilancio, le misure volte a riconoscere l'esonero in premessa, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Onorevole Scotto, accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Scotto accetta la riformulazione e chiede che l'ordine del giorno sia messo ai voti. Prendo altresì atto che l'onorevole Carotenuto chiede di sottoscrivere a nome di tutto il gruppo. Inoltre, chiede di sottoscrivere l'onorevole Grippo, a nome di tutto il suo gruppo. Anche il gruppo del Partito Democratico e di Alleanza Verdi e Sinistra chiede di sottoscrivere quest'ordine del giorno. Infine, anche l'onorevole Soumahoro chiede di sottoscrivere.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Sì, Presidente. Intervengo perché penso che quello di quest'ordine del giorno sia un caso scuola, perché succede che si prendono degli impegni per salvaguardare dei posti di lavoro. Capisco che si prendano non per superficialità o per volontà di ingannare qualcuno, ma perché, quando si va sui luoghi di lavoro e si ascoltano le storie delle persone, se ne percepisce l'importanza e si percepisce l'urgenza anche di agire. In particolare, questo può accadere quando parliamo di vicende come quella dell'ex Whirlpool. E quindi si prendono degli impegni, firmiamo tutti quanti insieme magari un emendamento, ma, alla fine, quei quattrini, che ci sono per le armi e per i condoni, per i lavoratori, al momento, ancora non si sono trovati. Vedremo ora nella legge di bilancio.
E allora arriviamo a quest'impegno. Quello che chiediamo al Governo e a questa maggioranza, anzi, proprio al Parlamento, e quindi anche un po' a noi stessi, se vogliamo, è di difendere sempre il lavoro, i lavoratori e l'impresa, almeno l'impresa etica. Chiediamo di tutelare i cittadini, perché noi questo dovremmo essere sempre chiamati a fare. Perché, ogni volta che ci viene detto che mancano fondi per dei lavoratori, vuol dire che abbiamo a che fare con un o di superficialità o di incompetenza, nella migliore delle ipotesi.
Infatti, siete quelli che trovano i soldi per condonare le multe ai no-vax, quando avete scelto di aiutare i presidenti della Serie A, ci avete messo un attimo a tagliare il reddito di cittadinanza. Allora, bisogna cambiare paradigma e difendere il primato dei diritti dei lavoratori sulla legge del profitto e del libero mercato. Questo deve metterselo bene in testa soprattutto chi oggi, per l'ennesima volta, attacca il diritto costituzionale allo sciopero .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/37 Scotto, nel testo ulteriormente riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/38 Gribaudo, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Gribaudo, accetta la riformulazione? Prendo atto che il proponente non accetta la riformulazione.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A38 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/39 Battilocchio, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Battilocchio, accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Battilocchio accetta la riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2119-A/41 Soumahoro, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Soumahoro, accetta la riformulazione? Vice Ministra, l'onorevole Soumahoro chiede di riascoltare la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2119-A/41.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Il parere del Governo è favorevole, espunte le premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad avviare un approfondimento sulla tematica relativa al lavoro domestico volta a valutare, nel rispetto dei limiti di finanza pubblica, la compatibilità delle misure previste a legislazione vigente con le specificità del settore”.
PRESIDENTE. Onorevole Soumahoro, accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Soumahoro accetta la riformulazione e chiede di intervenire. Prego, onorevole.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno, come evidenziato nel testo, è per sanare una discriminazione nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori domestici, che, ad oggi, non hanno diritto alle dimissioni protette entro un anno di vita del bambino o della bambina.
Eppure, versano i contributi previdenziali quanto gli altri dipendenti.
Per questo motivo in quest'ordine del giorno, raccogliendo ovviamente le richieste, nonché le segnalazioni di numerosi lavoratrici e lavoratori domestici, si chiede di estendere anche a loro la possibilità di accedere alla NASpI, in presenza di dimissioni protette entro un anno di vita del bambino. Pertanto chiedo di metterlo al voto e ringrazio il Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/41 Soumahoro, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ultimo ordine del giorno, il n. 9/2119-A/42 Cerreto. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Vorrei procedere con la seguente riformulazione del parere dato. Quindi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, già a partire dalla prossima legge di bilancio, le misure volte a riconoscere l'esonero in premessa, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Onorevole Cerreto, accetta? Accetta, ma vuole metterlo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2119-A/42 Cerreto, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Naike Gruppioni. Ne ha facoltà.
NAIKE GRUPPIONI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo. Il decreto che siamo chiamati ad esaminare oggi interviene su temi rilevanti per il nostro gruppo, sui quali siamo già intervenuti più volte in quest'Aula e che non hanno mai trovato praticamente un riscontro concreto dal Governo. Il contrasto al lavoro sommerso e il contrasto al caporalato sono temi per noi condivisibili. Siamo favorevoli alla definizione dei criteri di premialità per l'accesso al fondo finalizzato al finanziamento degli investimenti per l'acquisizione di trattori agricoli o forestali e di macchine agricole o forestali caratterizzati da soluzioni innovative per l'ambiente per le imprese che risultano iscritte alla rete del lavoro agricolo di qualità. Ci saremmo aspettati di più da parte di un Governo che aveva promesso di combattere effettivamente il caporalato, mentre ad oggi sono state avanzate solo misure e in una moltitudine di provvedimenti, che sono poco incisivi. Va bene l'integrazione al reddito dei lavoratori dipendenti delle imprese del settore della moda; dovete però spiegarci, come già richiesto nel dall'onorevole Boschi, quali misure strutturali intendete adottare per sostenere il settore della moda, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. Purtroppo, finora, non vi è traccia di nulla.
In quest'ottica, ribadiamo la necessità di attivare un tavolo di crisi nazionale, che coinvolga le istituzioni locali, le associazioni di categoria, i sindacati e i rappresentanti di tutte le forze politiche per elaborare strategie condivise e coordinate a sostegno di uno dei settori più importanti e trainanti del , soprattutto per quanto riguarda la regione Toscana. Sull' universitario, invece, bisogna spingere di più: serve un sostegno forte, visto che negli ultimi anni il costo per gli affitti per gli studenti ha raggiunto livelli inaccettabili. Va bene prevedere che i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata possano essere destinati a residenze e alloggi, ma servono risorse per ristrutturarli, altrimenti tutto resterà sulla carta. Questo è solo un piccolo intervento, che non può sopperire alla carenza di alloggi per gli studenti che è un fenomeno enormemente diffuso. Servono nuovi studentati e, soprattutto, servono i fondi per la loro costruzione.
Non possono essere giudicate negativamente le disposizioni relative all'abilitazione scientifica nazionale o anche quelle correttive, che coprono un vuoto normativo relativo agli insegnanti tecnico-pratici o all'incremento - purtroppo però solo per il 2024 - delle risorse relative all'acquisto e alla distribuzione gratuita dei libri di testo, come anche gli emendamenti che sono stati condivisi con le forze di minoranza all'interno delle Commissioni. Tuttavia, mescolare all'interno del decreto alcune disposizioni relative al lavoro, altre relative al Piano nazionale di ripresa e resilienza, alle residenze universitarie e alla scuola ci pare assolutamente fuori luogo, disomogeneo e rischia di rendere il provvedimento sfilacciato, disorganico e poco incisivo.
Colleghi, va bene affrontare le singole emergenze, resta però auspicabile una visione di sistema e generale rispetto alle materie che riguardano, in particolare, l'istruzione, la ricerca e anche nei riguardi di tanti temi, che si sono voluti inserire all'interno del decreto. A questo proposito come posso non parlare del CUN, che viene prorogato, forse, per il PNRR, ma che è in attesa, da tempo, di una complessiva riforma per la quale i contorni sono tutt'altro che definiti, oppure, della cronica mancanza di risorse che colpisce anche gli ITS , con i conseguenti pasticci che sono derivati in Commissione in merito alle coperture che servivano al loro processo di internazionalizzazione. Sul liceo del , poi, si correggono continuamente pasticci: si pone rimedio ad errori ed omissioni che pure le opposizioni avevano evidenziato, ma non siamo affatto sicuri che i provvedimenti messi in campo, in fretta e furia, siano sufficienti a salvaguardare il percorso del liceo ad indirizzo economico e sociale, che pure negli anni ha prodotto risultati più che lusinghieri.
Così, tra una misura , un'emergenza e un po' di soldi per le residenze universitarie - che ovviamente non risolvono un problema annoso che riguarda la vita quotidiana degli studenti e delle famiglie - non si garantiscono affatto 60.000 posti letto per il 2026, con questa norma. Come accennato prima, giudichiamo perfino positivo, ma certamente non risolutivo né organico questo testo e soprattutto ci dimostra, ancora una volta, che il Governo ha una visione frammentaria, parziale e improntata a tamponare le emergenze, non certo a programmare l'avvenire. Per questo motivo, oltre che per la scarsità di risorse, che si concretizza in un insieme di norme a costo zero, alla continua ricerca dell'invarianza finanziaria e solo per timidi tentativi di porre rimedio ad emergenze effettive nei settori che ho citato, il gruppo di Italia Viva esprimerà un voto di astensione su questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Cari colleghi e care colleghe. Il decreto-legge che abbiamo discusso oggi si prefiggeva di migliorare l'attuazione del Piano di ripresa e resilienza e quindi in qualche modo ha un obiettivo che anche noi di Alleanza Verdi e Sinistra condividiamo, proprio perché abbiamo segnalato più volte la nostra preoccupazione rispetto ai ritardi e alle modalità sbagliate con cui questo grande Piano, che è una grande occasione di sviluppo per il nostro Paese, è stato gestito.
Va detto anche che questo piano è, in qualche modo, alla base di alcuni dei dati economici che il Governo si è tanto rivendicato, in particolare quello che riguarda le occupazioni, e sta però, purtroppo, andando avanti senza trovare un vero e proprio coordinamento territoriale e senza che emerga un'anima, una , un progetto a tutto tondo. In questo senso, anche questo provvedimento ha queste caratteristiche, perché le norme contenute in questo decreto non sono sufficienti a raggiungere l'importante obiettivo di velocizzare e rendere più efficiente l'utilizzo dei fondi PNRR e, in qualche modo, ci costringono, quindi, ad un giudizio critico sia sulla parte che riguarda il lavoro, sia su quella che, invece, attiene all'università e alla scuola. Non vi sono infatti, nel provvedimento, i fondi adeguati rispetto agli obiettivi dichiarati e, in particolare, su questioni che hanno impegnato quest'Aula in un profondo e animato dibattito negli anni scorsi, come quello sulle residenze universitarie, su cui il Movimento studentesco, piantando le tende di fronte alle università, ha posto per lungo tempo e con forza l'accento.
Saremmo quindi - lo voglio dire - stati orientati fondamentalmente a votare contro questo provvedimento, se non fosse che, con una lunga trattativa in Commissione, proprio oggi sono arrivati i fondi: 36 milioni che servono agli ammortizzatori sociali del settore della moda, e questo ci convince e ci ha convinti ad astenerci nonostante, di fatto, il provvedimento si configuri, su tutto il resto, come una grande occasione perduta. Vorrei, a tal proposito, parlare delle misure, che sono contenute in questo provvedimento, di contrasto del lavoro nero perché non possiamo, Presidente, non ricordare qui che i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, durante le audizioni, hanno sottolineato l'assenza di un confronto fra Governo e parti sociali su questi temi, che sono proprio una grande piaga civile e democratica del Paese. I dati raccolti fino a settembre 2024 hanno evidenziato come il lavoro nero sia il problema più diffuso, accompagnato da un incremento anche del cosiddetto lavoro grigio e da un aumento delle sospensioni delle attività imprenditoriali sia per occupazione irregolare, che per violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro; sono dati che ha ricordato la UIL e che ci dicono che, nonostante un numero inferiore di aziende siano state sottoposte, nell'ultimo anno, a controlli, si è registrato comunque un incremento del lavoro sommerso, che è una conseguenza diretta della carenza di personale ispettivo. È infatti incredibile, ma in Italia vengono ispezionate, nell'arco di un anno, meno di 10 aziende su 100, e quindi preoccupano, in tal senso, le norme che definiscono la cosiddetta lista di conformità, con le quali si prevede un'esenzione temporanea di 12 mesi dalle ispezioni per le imprese risultate conformi ai controlli e inserite, per l'appunto, in questa lista dall'Ispettorato nazionale del lavoro. Cioè si rischia, attraverso queste norme, di definire, attraverso le premialità, una sorta di zona franca delle ispezioni. Guardiamo invece con favore al previsto rafforzamento della rete del lavoro agricolo di qualità, perché oggi aderisce un numero troppo esiguo di imprese, però non possiamo non notare che la discussione su come procedere per questo potenziamento è insufficiente perché servirebbe subito la creazione delle sezioni territoriali in ogni provincia di questa rete e, nonostante il dibattito, su questo obiettivo non c'è stata convergenza fra maggioranza e minoranza.
Per quanto riguarda il settore dell'istruzione, Presidente, tocchiamo un tasto dolente, perché è un settore in cui le politiche del Governo sono particolarmente insufficienti e, a tratti, anche inaccettabili. In questi giorni sono usciti molti dati interessanti, purtroppo tutti in senso negativo sul raggiungimento degli obiettivi di apprendimento degli studenti e delle studentesse italiane. Li ho ricordati prima, illustrando il mio ordine del giorno, ma sono dati che dovrebbero darci una scossa e convincerci a fare maggiori investimenti sul terreno dell'istruzione che possano accrescere la qualità degli insegnamenti che eroghiamo nella scuola pubblica. Il Governo, invece, non si interroga, non apre i tavoli di lavoro, non annuncia un piano di interventi e fa ciò che chiunque, anche con il semplice buon senso, capirebbe essere il contrario di ciò che serve, e cioè taglia un anno di scuola al tecnico professionale, taglia gli insegnanti invece di tagliare il numero di alunni per classe, rinuncia a qualsiasi opera di potenziamento della didattica di espansione del tempo pieno e del tempo prolungato. Davvero una sciagura per gli studenti italiani. Per non parlare dell'università e della ricerca che, nonostante tutti sappiano che l'Italia è in fondo alle classifiche per il nostro basso numero di laureati sulla popolazione, ancora una volta vede una stagione di tagli che sta destando la mobilitazione di tutti i mondi dell'università e della ricerca, dai rettori ai ricercatori, dagli studenti ai docenti, passando per qualsiasi lavoratore abbia a che fare con questo mondo.
Presidente, capisce bene che, in questo quadro,