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Giovedì 19 Dicembre 2024 ore 08:00
AULA, Seduta 401 - Legge di bilancio, governo pone la fiducia
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna, al termine della discussione generale, il governo ha posto la questione di fiducia sul disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 (C. 2112-bis-A).
XIX LEGISLATURA
401^ SEDUTA PUBBLICA
Giovedì 19 dicembre 2024 - Ore 8
(ore 8, con votazioni non prima delle ore 11)
Discussione del disegno di legge:
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. (C. 2112-bis-A)
Relatori: COMAROLI, D'ATTIS, LUCASELLI e ROMANO, per la maggoranza; GUERRA, GRIMALDI e BONETTI, di minoranza.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Sull'ordine dei lavori
- La seduta, sospesa alle 8,16, è ripresa alle 8,35.
- Disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 (A.C. 2112-bis-A) (Discussione)
- Sull'ordine dei lavori
- Deputato FORNARO Federico (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputata GRIPPO Valentina (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputato DONNO Leonardo (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata GADDA Maria Chiara (ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE)
- Deputato DELLA VEDOVA Benedetto (MISTO)
- Deputato GRIMALDI Marco (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Vice Presidente RAMPELLI Fabio
- Si riprende la discussione
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.(C. 2112-bis-A)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2112-bis-A
- Vice Presidente RAMPELLI Fabio
- Deputata COMAROLI Silvana Andreina (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato D'ATTIS Mauro (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE)
- Deputata GUERRA Maria Cecilia (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputata BONETTI Elena (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputato GRIMALDI Marco (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2112-bis-A
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.(C. 2112-bis-A)
- Per un richiamo al Regolamento
- Si riprende la discussione
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.(C. 2112-bis-A)
- Ripresa discussione sulle linee generali - A.C. 2112-bis-A
- Vice Presidente RAMPELLI FABIO
- Deputata GIORGIANNI Carmen Letizia (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata GADDA Maria Chiara (ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE)
- Deputata CATTOI Vanessa (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata GRIPPO Valentina (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputata MALAVASI Ilenia (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato QUARTINI Andrea (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata PICCOLOTTI Elisabetta (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputato BAGNAI Alberto (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato DEL BARBA Mauro (ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE)
- Deputata RUFFINO Daniela (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputato STEFANAZZI Claudio Michele (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputata CHERCHI Susanna (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata PASTORELLA Giulia (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputato RICCIARDI Toni (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato DONNO Leonardo (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato BARBAGALLO Anthony Emanuele (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputata CARMINA Ida (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato BERRUTO Mauro (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputata BARZOTTI Valentina (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato DI SANZO Christian Diego (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Repliche - A.C. 2112-bis-A
- Presentazione di una questione pregiudiziale -A.C. 2112-bis-A
- Esame degli articoli - A.C. 2112-bis-A
- Posizione della questione di fiducia - Articolo 1 - A.C. 2112-bis-A
- Ripresa discussione sulle linee generali - A.C. 2112-bis-A
- Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.(C. 2112-bis-A)
- La seduta, sospesa alle 13,12, è ripresa alle 13,45.
- Sui lavori dell'Assemblea
- Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari e nella composizione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione
- Sull'ordine dei lavori
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Presidente, dopo l'alba degli emendamenti viventi c'è il Governo che si finge morto e non si presenta in Aula per la discussione generale della legge di bilancio? Altro che aspettare la bollinatura per rimandare, magari, il testo, l'allegato A, in Commissione bilancio. Ma lei si rende conto della gravità istituzionale dell'assenza in quei banchi vuoti? Ci avete costretto a una discussione generale alle 8 di mattina e, poi, oltre a mancare le risorse per i servizi necessari, oltre ai tagli lineari, dobbiamo scoprire che mancano i soldi per le sveglie? Dobbiamo regalare dei dispositivi a questo Governo per alzarsi e ridare dignità istituzionale a questo Parlamento? È inaccettabile, Presidente.
Spero che il Presidente Fontana convochi la Primo Ministro per confrontarsi su questa sciatteria istituzionale. È inaccettabile! Adesso chiediamo la sospensione dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Anch'io intervengo per stigmatizzare questa cosa; possiamo mandare tutto in cavalleria, ormai, ma questa cosa, di per sé, è inqualificabile e gravissima. Peraltro, questa mattina, come sappiamo tutti noi che siamo arrivati alle 8, non c'è neanche traffico a Roma - non so perché -, a differenza della battuta dalla Presidente Meloni, che è arrivata in ritardo anche lei l'altro giorno. Già siamo oltre il limite previsto e sembra che il Governo si sia dimenticato che c'è la legge di bilancio.
Per cui, siamo alla fine dell'anno e rimandiamo al Senato una legge di bilancio che il Senato non toccherà. Questo, quindi, codifica, con una maggioranza politica, il monocameralismo alternato, cioè una riforma della Costituzione senza fare la riforma della Costituzione. Però, c'è questa cosa che è inqualificabile e sono d'accordo con Grimaldi. Io credo che il Presidente della Camera debba immediatamente chiamare il Presidente Meloni e il Ministro Ciriani e convocarli, perché non esiste che noi siamo qui ad aspettare i comodi del Governo, proprio non esiste e non è accettabile da nessun punto di vista. Siamo qui alle 8 perché il Governo è andato lungo con la legge di bilancio, non ce l'avevano, non so il perché.
Non hanno neanche avvisato, se ho capito bene, e abbiamo dovuto chiamare noi per chiedere, gentilmente, dove fosse il membro di Governo. È inqualificabile e il Presidente della Camera deve chiamare immediatamente il Presidente Meloni e il Ministro Ciriani. Sono d'accordo: a questo punto l'Aula si sospende; non è che chiudiamo e, poi, quando arriva il Governo, ricominciamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo; prendo atto che vi rinuncia.
Per l'assenza del Governo sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 8,35.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2112-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea .
Ricordo che l'esame in Assemblea del provvedimento si articolerà nei termini seguenti: una volta conclusa la discussione sulle linee generali, l'Assemblea procederà all'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti e, successivamente, all'esame degli ordini del giorno.
Avrà poi luogo, ai sensi dell'articolo 21, comma 12, della legge n. 196 del 2009, l'esame della Nota di variazioni che sarà presentata dal Governo, cui seguiranno le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Signor Presidente, su quello che è avvenuto questa mattina - nulla di personale nei confronti della Sottosegretaria e ci interessa poco se ci sono stati problemi organizzativi - noi chiediamo che venga il Ministro per i Rapporti con il Parlamento a scusarsi. Questo è il Parlamento della Repubblica. Stiamo trattando il provvedimento più importante, la legge di bilancio. Dopo decine di ore in Commissione, è stato stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo un orario particolare, che è quello delle 8, in considerazione di un'organizzazione dei lavori complessa e difficile, che ci dovrà portare entro la giornata di domani a chiudere, auspicabilmente, questo provvedimento, e il Governo non c'è. Non c'è alle 8 e ricominciamo alle 8,35.
Io lo dico: è un caso di sciatteria istituzionale inaccettabile. Venga il Ministro Ciriani a scusarsi , ma non nei confronti dei presenti, con tutto il rispetto, quanto nei confronti di questa istituzione. Non è possibile che accadano queste cose, non è accettabile, non è possibile e non ci sono scusanti. Credo che questa cosa vada stigmatizzata, signor Presidente, e la riferisca al Presidente della Camera. Chiediamo un intervento formale sul Governo, perché episodi come questi non possono e non devono più accadere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ci uniamo, come gruppo di Azione, alle considerazioni del collega Fornaro. Davvero non avremmo voluto questa mattina assistere a questa scena. Tutti i gruppi di opposizione presenti in Aula puntuali alle 8, mentre i banchi della maggioranza e del Governo nell'Aula completamente vuoti, in spregio, come si diceva, non tanto e non solo ai colleghi, che pure forse meriterebbero qualche rispetto, ma soprattutto alla legge di bilancio, che, a quanto pare, le opposizioni hanno più interesse a portare a compimento rispetto alla maggioranza, che era completamente latitante, con l'eccezione della relatrice.
Ci uniamo, evidentemente, alla richiesta di sentire il Ministro Ciriani, che si scusi e si giustifichi, ma, soprattutto, abbiamo avuto un atteggiamento non costruttivo - di più - sia in Commissione sia nelle differenti Conferenze dei presidenti di gruppo che si sono succedute. Le opposizioni, con grande senso di responsabilità, hanno seguito un cambiamento costante di calendario e di percorso dei lavori, in ultimo ieri. Avevamo adesso una Conferenza dei presidenti di gruppo convocata alle 10. Davvero, non è modo di lavorare quello che abbiamo visto questa settimana. Lo stesso dicasi per martedì, quando noi eravamo in Aula con la Presidente del Consiglio che veniva a riferire sul Consiglio europeo e i banchi della maggioranza erano completamente vuoti.
Allora, per favore, questa istituzione merita rispetto. Il lavoro che stiamo facendo sul bilancio è l'atto più importante che facciamo durante l'anno. Speriamo che qualcuno ci venga a rendere conto del perché questo sta accadendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donno. Ne ha facoltà.
LEONARDO DONNO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sempre sull'ordine dei lavori. Mi unisco, ovviamente, alle richieste dei colleghi. Questa è l'ennesima assoluta mancanza di rispetto nei confronti di questo Parlamento. Chiediamo anche l'intervento deciso del Presidente Fontana nei confronti del Governo. Abbiamo assistito, in queste settimane e nelle ultime ore, a una gestione pessima della legge di bilancio, con un lavoro in Commissione mai visto e senza precedenti: una confusione totale, fogli che volavano da una parte all'altra, emendamenti che arrivavano all'ultimo e, purtroppo, torneremo probabilmente ancora in Commissione. Siete veramente incapaci e anche l'assenza di questa mattina testimonia la vostra totale incapacità.
Ma siamo d'altronde, Presidente, nel fantastico mondo di Giorgia, perché nella vita reale, Presidente, e non nel fantastico mondo di Giorgia, se un operaio o un impiegato arriva in ritardo sul posto di lavoro rischia di perdere il posto di lavoro, rischia il licenziamento. Invece, voi no! La gente si sveglia alle 5 del mattino per andare in cantiere e in fabbrica. Qui, voi alle 8 vi permettete il lusso anche di arrivare in ritardo, con 40 minuti di ritardo, quando invece l'Aula doveva iniziare alle 8. Presidente, è chiaro che gli esponenti di questo Governo e di questa maggioranza ormai si sentono casta, si sentono al di sopra di tutto e di tutti, al di sopra delle regole: loro sono un'altra cosa, loro possono permettersi di tutto.
Ma forse ho capito, Presidente, qual è il problema. Evidentemente, gli esponenti del Governo Meloni residenti a Roma, i Ministri e i Sottosegretari non parlamentari, forse stanno mettendo in atto uno sciopero per non aver avuto l'aumento dello stipendio, come, invece, hanno avuto i loro colleghi che non sono residenti a Roma. Allora, per i residenti a Roma è in atto questo sciopero, questo boicottaggio da parte degli esponenti di Governo che sono residenti a Roma, ma quelli che non sono residenti a Roma, che avranno la possibilità di avere questi 5.000 o 6.000 euro in più al mese, almeno comprassero una sveglia, si svegliassero in orario e arrivassero in orario in Parlamento a lavorare. Siete veramente senza vergogna, non avete più un limite! Non conoscete il limite della vergogna e della decenza. Recuperate un minimo di dignità, altrimenti andate a casa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anch'io voglio intervenire sull'ordine dei lavori e associarmi all'intervento dei colleghi. Questa, del resto, è la ciliegina su una torta molto amara che rischia di andare anche indigesta, perché ieri c'è stata una Conferenza dei presidenti di gruppo dove, con attenzione - me lo raccontava ora il nostro capogruppo Faraone - si stavano a centellinare i minuti per poter finire in tempo e, invece, noi oggi ci troviamo a iniziare i nostri lavori 40 minuti dopo l'orario concordato. Peraltro, questo sta diventando anche uno stile della maggioranza, quello di non dare il giusto ruolo al Parlamento. In una legge di bilancio dove sono passate quisquilie, al Parlamento non è stata data, di fatto, la possibilità di intervenire portando proposte positive. Lo dico anche per i colleghi di maggioranza, perché, se guardiamo l'elenco degli emendamenti che sono stati approvati, parliamo di piccole cose, mentre le grandi cose non sono state, alla fine, oggetto di giusto dibattito, ma poi ne parleremo finalmente nell'ambito della discussione generale.
Un'ultima cosa voglio dire. La Presidente del Consiglio non deve dire cose che non sa. Ieri in Aula al Senato ha detto che c'è stato un accordo, anche con le opposizioni, per mettere la fiducia. No, non c'è stato un accordo con le opposizioni per mettere la fiducia in quest'Aula. Semmai, come è sempre successo, c'è un accordo tra persone ragionevoli, per cui si consente di fare un corretto andamento dei lavori e, quindi, le opposizioni accettano che il Governo voglia mettere la fiducia, ma chiedono, come stiamo chiedendo ora, il rispetto, che è, però, quello che a noi è consentito e, dato che al momento viviamo ancora in una democrazia parlamentare, almeno un dibattito che possa avere il giusto rispetto, perché ciascuno di noi - non esiste soltanto il Governo; esiste anche il Parlamento, la maggioranza ed esiste l'opposizione - ha le sue battaglie, i suoi temi e la discussione generale non è qualcosa che deve essere fatta per forza, giusto perché dobbiamo riempire una parentesi di tempo perché è un adempimento, ma è anche un momento importante per aprire una riflessione e continuare il nostro lavoro, perché questa legge di bilancio, peraltro, ha una serie di errori.
Dovremmo, come diceva il collega, probabilmente ritornare in Commissione perché ci sono emendamenti approvati che non hanno nemmeno le coperture. Ma poi ce ne sono tanti altri, perché vedremo a gennaio le tante marce indietro, spero soprattutto a partire da quelle sul Terzo settore, perché questa è veramente una delle leggi di bilancio più scandalose che abbia mai visto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha già parlato di questa materia e, quindi, in via eccezionale, le lasciamo un minuto per tornare sulla vicenda.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire e supportare quanto detto dal collega Fornaro. Quello che è accaduto è ingiustificabile, è oltraggioso nei confronti del Parlamento. Lo sarebbe stato in ogni caso, lo è oggi in modo clamoroso. Siamo al 19 dicembre e la legge di bilancio approda per la prima volta in un'Aula del Parlamento.
Credo che abbia ragione Fornaro: il Presidente Meloni è fuori, io credo che, prima di iniziare questi lavori, come ha chiesto il collega Fornaro, debba venire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, in assenza del Presidente del Consiglio, a spiegare l'inspiegabile, a giustificare l'ingiustificabile e, quindi, come minimo, a chiedere scusa al Parlamento
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà. Stessa raccomandazione indirizzata verso il suo collega.
MARCO GRIMALDI(AVS). Mi è chiaro, infatti le chiedo un'altra cosa. Domani dovrebbe esserci la fiducia, utilizzo il condizionale perché vi ricordo che l' non è ancora presente, quindi, potrebbe esserci anche un ritardo dovuto a un possibile rinvio in Commissione. Tuttavia, non voglio anticipare i tempi, voglio solo dire che ci terrei, visto che abbiamo lavorato giorno e notte, anche 44 ore di fila, che il Ministro Giorgetti tenga, come noi, a questa manovra.
Quindi, le faccio una richiesta, Presidente. Le chiederei di invitare Giorgetti ad essere presente dal momento della fiducia fino alla fine del provvedimento. Faccia una fiume con noi e dimostri che quello che è appena accaduto è non solo la cosa più grave che un Governo possa fare nei confronti del Parlamento, ma un atto che non cambierà mai più. E da ora in poi, chiederemo che non siano i Sottosegretari a reggere le parti del Governo, ma che ci sia sempre un Ministro fra i banchi. Infatti, avrà notato che quella fila è sempre vuota, anche per i provvedimenti più importanti.
Lei ha fatto per tanti anni l'amministratore, il sindaco, di solito, c'è sempre durante la discussione di bilancio. Ecco, non chiediamo che ci sia per forza Giorgia Meloni dall'inizio alla fine, ma che Giorgetti prenda il suo provvedimento e lo porti a casa fino alla fine, come abbiamo fatto noi, lealmente e con disciplina e onore, come prevede la Costituzione .
PRESIDENTE. Intanto, voglio precisare - perché, penso sia opportuno e giusto farlo, anche per rispetto del lavoro degli uffici - che il testo della legge di bilancio è, ovviamente, depositato, reperibile, disponibile, consultabile, altrimenti non avremmo potuto iniziare questa seduta; e questo lo dico per fugare ogni dubbio al riguardo. Ovviamente sarà informato - ma penso che ci stia ascoltando - il Presidente della Camera dell'accaduto. Ho notizie - ma non mi voglio sbilanciare - di una presenza di qui a breve di un Ministro che, peraltro, era previsto che stesse qui in orario, quindi, non è in ritardo, era già garantita la sua presenza nel corso della mattinata.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Il presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico Italia democratica e Progressista ne ha chiesto l'ampliamento.
La V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice per la maggioranza deputata Silvana Andreina Comaroli.
SILVANA ANDREINA COMAROLI(LEGA). Grazie, Presidente. Se la Presidenza mi autorizza, vorrei depositare la relazione che abbiamo predisposto noi relatori e ci riserviamo di intervenire in fase di replica.
PRESIDENTE. Autorizziamo, ovviamente, al deposito, così come richiesto dalla relatrice Comaroli.
Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza deputato Mauro d'Attis.
MAURO D'ATTISPresidente, la collega Comaroli ha parlato a nome dei quattro relatori, quindi, vale la stessa proposta della collega.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, deputata Maria Cecilia Guerra.
MARIA CECILIA GUERRA, . Grazie, Presidente. Ci troviamo oggi a commentare una edizione ampiamente riscritta della legge di bilancio, riscritta attraverso un profluvio di emendamenti del Governo, poi trasformati in fittizi emendamenti dei relatori, con due finalità: non dover fornire le necessarie relazioni tecniche e costringere la Commissione ad esprimersi con un solo voto su un insieme di decine di materie eterogenee, dalla sanità alla siccità, al fisco, per fare solo qualche esempio. Un procedimento che, chiaramente, riteniamo inaccettabile e speriamo non si ripeta mai più.
Nonostante sia stata ampiamente riscritta, questa legge appare priva di elementi cruciali. Faccio solo alcuni esempi, per il poco tempo a disposizione. Quello che non c'è nella legge di bilancio e che ci sarebbe, se fossero stati accolti gli emendamenti dell'opposizione, riguarda soprattutto il fatto che non si tiene conto che, da più di venti mesi, la produzione industriale nel nostro Paese è in calo, la caduta, la crisi coinvolge sicuramente l'auto, sicuramente la moda, ma anche la siderurgia, gli elettrodomestici.
Nel 2024 sono cresciute le ore di cassa integrazione, ne abbiamo ormai quasi 20 milioni in media ogni mese.
Su questi temi nella legge di bilancio non c'è niente, non c'è un piano industriale ma neppure le risorse che sarebbero necessarie per metterlo in atto; si pensi al tragico episodio del taglio di 4,6 miliardi del fondo per l', poi ripristinato all'ultimo momento, ma per un ammontare pari al 10 per cento di quello iniziale. Non ci sono interventi seri per ristrutturare la cassa integrazione al fine di metterla in linea con le esigenze delle riconversioni industriali e tecnologiche assolutamente necessarie, per cui un 2025 molto nero ci aspetta.
Non c'è, perché è stato bocciato, con protervia, per l'ultima volta, il salario minimo, che impedirebbe questa deriva a cui stiamo assistendo, di una compressione, in tanti settori, dei salari, ormai non degni di un Paese civile.
Oggi ripresenteremo, con forza, le firme che abbiamo raccolto su una legge di iniziativa popolare proprio su questo tema.
Non c'è un finanziamento adeguato della sanità. Due parole solo su questo: qual è la criticità più grande che tutti rilevano nel nostro sistema sanitario? L'assenza di personale, l'insufficienza del personale: ebbene, non un euro per una nuova assunzione, neanche una nuova assunzione nella sanità. D'altra parte, il piano è molto chiaro, emerge da tanti elementi che non posso circostanziare: questa legge di bilancio spinge nel campo della sanità verso la sanità privata, nel campo della scuola verso la scuola privata, con finanziamenti alla scuola privata e insufficienze e tagli nella scuola pubblica, e verso le pensioni; il tanto declamato intervento per le pensioni è un intervento che favorisce soltanto chi ha le risorse per potersi permettere una contribuzione aggiuntiva rispetto a quella pubblica, che è bassa, non perché ha sbagliato il sistema previdenziale pubblico, ma perché sono bassi gli stipendi. È inutile che puntiamo sulla previdenza privata quando le persone non hanno un salario decente. Come possono tirare fuori altri soldi per contribuire alla previdenza privata, quando non hanno di che mangiare?
Questo è il piano che emerge da questa legge di bilancio che chiamerei, però, anche la “legge della grande marcia indietro del Governo gambero”. Infatti, per fortuna, sono state corrette, anche per la pressione delle opposizioni, anche con il recepimento di alcuni nostri emendamenti, storture assurde che sono state rilevate da tutti. Le cito solo per nome, perché non ho tempo: cioè l'estensione della ai piccoli editori; l'intervento sulle criptovalute, che è stato, peraltro, trasformato in una bastonata per i risparmiatori più piccoli e in un minor danno per quelli più grandi; il ripristino parziale, insufficiente, di una decontribuzione Sud, quindi, in formato ristretto, nell'ambito di una manovra che taglia più di 2 miliardi al Sud del nostro Paese; l'introduzione, dopo l'assurdo blocco per due anni consecutivi, di un minimo, una parvenza di fondo per gli affitti con 10 milioni, quando ne sono stati tagliati, ricordo, 300 milioni; l'eliminazione, per fortuna, in molti settori, ma non in tutti, del blocco del che, soprattutto, per gli enti locali avrebbe determinato l'impossibilità di far fronte alle proprie funzioni fondamentali, peraltro gravemente compromesse dai tagli che, ancora una volta, gravano su questo settore.
Vi è poi la correzione, rispetto all'anno scorso, del taglio che era stato operato su Ospedali sicuri; abbiamo discusso 20.000 volte con l'ex Ministro Fitto dicendogli: perché hai tagliato 1,3 miliardi su Ospedali sicuri? “No, non li ho tagliati, no, non li ho tagliati!”. Infatti, quest'anno, per fortuna, li devono ripristinare.
Quello che c'è è perché lo abbiamo fatto noi, con i pochi soldi a disposizione, pochissimi soldi, abbiamo deciso non di finanziare, che so, l'associazione per il gelato artigianale o altre amenità che troverete nella legge di bilancio, ma di mettere le nostre risorse assieme, dove era possibile, alle altre opposizioni, per assumere il doppio degli ispettori del lavoro previsti (da 250 a 500), perché per noi il tema della sicurezza sul lavoro - che fa da con quello dei bassi salari, perché dove sono bassi salari, c'è più lavoro precario e insicurezza - è ineludibile; è inaccettabile che in questa legge di bilancio non ci sia niente su questo tema. Abbiamo messo soldi per cercare di iniziare a stabilizzare e a rendere possibile per il CNR l'assunzione di ricercatori, tecnologi, tecnici e amministratori, perché la ricerca è fondamentale per il progresso del nostro Paese. Abbiamo finanziato un fondo per il servizio di sostegno psicologico a favore delle studentesse e degli studenti, perché noi crediamo che il disagio, che è stato causato dalla pandemia, deve essere preso in carico in modo sistematico.
Continua la distruzione sistematica, in questa legge, di ogni logica del sistema fiscale. Non è un modo equo di distribuire il peso dei servizi pubblici fra tutti, ma uno strumento attraverso il quale dispensare favori fiscali a piccole categorie di soggetti. Ne è un esempio, non me ne vogliano, il regime speciale nuovo inventato, ad esempio, per i gestori delle scommesse ippiche.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MARIA CECILIA GUERRAMentre si evidenzia il grande del concordato preventivo. Il tempo è molto poco, ma la lista sarebbe ancora molto lunga
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, la deputata Elena Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTIGrazie, Presidente. Cercherò di usare anch'io questo breve tempo per provare a dare una lettura della legge di bilancio, che esce dalla sede referente in Commissione, ed è una fase di definizione di commento a una realtà che si deve basare sui fatti e non può essere elusa, perché la realtà, né in modo trionfalistico, ma neanche in modo distruttivo, può essere incastrata su, in qualche modo, aprioristiche affermazioni ideologiche.
Però, partiamo dai dati, dall'evidenza del processo nel merito e nel metodo. È la prima manovra che viene portata alla discussione di questo Parlamento, dopo l'approvazione del Piano strutturale di bilancio. Non si può non rilevare, effettivamente, che questa manovra è coerente con quel Piano strutturale di bilancio che ha come elemento definitivo - lo diranno sicuramente i colleghi della maggioranza in discussione generale - l'obiettivo della tenuta dei conti pubblici e questo va ricordato essere sicuramente un dato positivo.
La questione, però, è che si evidenzia altrettanto una enorme criticità, sottesa sia al Piano strutturale di bilancio e, poi, concretizzata nella manovra che viene portata al Parlamento: un Paese che si condanna alla non crescita e che è in forte, forte - forte! - rischio di decrescita. Questo lo dicono tutte le audizioni autorevoli che si sono svolte in Commissione e lo dicono i dati che il Governo porta nella manovra. Un ottimismo - permettetemi di dirlo - di un massimo di crescita del PIL previsto da qui al 2029, con una crescita nel 2025 prevista all'1,2: mi chiedo come si possa pensare di giustificare questo ottimismo, quando sappiamo che la crescita dell'1 per cento, prevista dal Governo nel 2024, si è attestata soltanto - i dati ultimi lo confermano - alla metà, cioè lo 0,5, a fronte del fatto che stanno arrivando crisi d'impresa, alcune delle quali già in essere, e il Governo, in modo ostinato, decide di mantenere il definanziamento dell' per il 2025, ulteriormente aggravando i bilanci delle politiche industriali del Ministero con un ulteriore taglio di 50 milioni per il capitolo proprio sulle crisi di impresa e le crisi industriali.
Si pensa che il Paese possa reggersi sui consumi e, quindi, vengono investiti quasi 18 miliardi - quasi 18 miliardi - per mantenere le cose identiche al 2024. Questo perché, se è vero che aver reso strutturale il taglio del cuneo fiscale con 12 miliardi è un dato positivo, nella sua strutturalità, l'aver ulteriormente aggiunto la revisione delle aliquote Irpef è stata, invece, un'operazione che ha creato, sempre per bocca di autorevoli audizioni, effetti distorsivi, tra l'altro, penalizzando molte famiglie.
Quindi, per la maggior parte delle famiglie italiane nulla cambierà; per molte famiglie, invece, le tasse aumenteranno e aumenteranno, per esempio, per il tetto alle detrazioni che il Governo ha messo per queste famiglie che sono considerate, nella legge di bilancio, un dato di entrata positiva, ossia tasse che gli italiani pagheranno per mantenere la quantità in termini di coerenza di finanza pubblica in questa legge di bilancio.
Si torna alla logica dei sporadici, non si è fatto nulla sulla riforma dei congedi parentali, si è mantenuta la Carta “Dedicata a te” e non la si è tradotta in un intervento più strutturale di contrasto alla povertà nel nostro Paese; per le imprese, l'assenza totale di qualsiasi investimento è stata parzialmente modificata in Commissione referente, grazie anche alle opposizioni, per l'introduzione dell'Ires premiale, ma solo per un anno e, quindi, non in una dimensione di strutturalità; per la sanità, si è mantenuto l'aumento dell'1,3 miliardi, già previsto nel primo testo, ma già denunciato come del tutto insufficiente a rispondere al fabbisogno del nostro Paese - ripeto di nuovo - da citazioni della Corte dei conti e Banca d'Italia, certamente non dai banchi dell'opposizione.
Per gli enti locali, si è rimediato parzialmente al taglio del , su cui le opposizioni si sono fortemente battute, ma non si è, invece, tolto quel taglio trasversale agli enti territoriali che, dobbiamo sapere, verrà tradotto in un ovvio taglio dei servizi a livello territoriale o, in alternativa, all'aumento di nuovo delle tasse a livello territoriale.
Ci sarà, poi, spazio nella discussione generale di entrare nel merito delle singole misure. Mi lasci, però, concludere, Presidente, richiamando un tema di metodo: questa è una legge di bilancio che è stata chiamata da un lavoro convulso e disordinato in Commissione, certamente non per colpa delle opposizioni e - mi lasci dire - certamente non per colpa degli uffici della Camera che hanno, in qualche modo, come è stato millantato, ritardato e non prodotto un lavoro qualificato ed efficiente. Anzi, mi lasci dire, anche da qui, che siamo profondamente grati per come questa Camera e tutto il personale, gli uffici, abbiano, invece, saputo gestire una situazione difficile per colpa della maggioranza e del Governo. Sono state introdotte micro-misure, emendamenti tabellari, poi destinati; è stato cambiato l'impianto complessivo della legge, attraverso emendamenti e sub-emendamenti.
Tuttavia, in questa confusione, non possiamo non accendere una luce sulla correttezza che i relatori, anche di maggioranza, hanno avuto e dimostrato, anche stamattina, rinunciando al loro intervento. Io vorrei per questo ringraziarli e ringraziare il presidente della Commissione, Mangialavori, il Presidente della Camera, che ha saputo essere presente, insieme al Segretariato generale, nei momenti più critici e, in particolare, il Sottosegretario Freni - non me ne vorrà la Sottosegretaria Albano - che non ha mancato in alcun passaggio della Commissione di essere presente anche nel dialogo con le opposizioni .
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire, se lo ritiene, la Sottosegretaria Albano, che si riserva di intervenire.
È iscritto a parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Presidente, colleghe e colleghi, dopo le notti grottesche, le presentazioni sconce di emendamenti mancia, a cui abbiamo assistito in questi giorni in Commissione bilancio, vorrei, in realtà, che ripartissimo dalla realtà. Non siamo ingenui.
Non siamo ingenui e, nonostante i passi falsi sugli stipendi dei Ministri non parlamentari, sappiamo bene che il potere si nutre di propaganda e sappiamo che la propaganda prevede una sistematica distorsione della realtà.
Vedete, nella vostra retorica, una crescita del PIL di qualche zero virgola sopra le attese è bastata per descrivere l'Italia come una delle economie più in salute d'Europa, e lo diceva proprio il Ministro. Intanto l'Istat ha ridimensionato ancora al ribasso le che Giorgetti annunciava come sorprendenti.
La crisi tedesca - fatemi dire - vi è servita per occultare un declino strutturale che, però, non si ferma. Avete sbandierato in molte occasioni che ad agosto 2024 è stato raggiunto il record degli occupati e il tasso di occupazione, secondo voi, è salito al 62,3 per cento. Vorrei che analizzassimo, però, quei dati. Intanto, sarebbe onesto dire che c'entrano pochissimo con l'azione del Governo, se guardiamo ai primi, e molto con la ripresa -pandemica, ovviamente, soprattutto i dati 2021-2022. L'Italia, però, rimane ultima in classifica per tasso di occupazione e ha una disoccupazione ancora sopra la media europea. Avete addirittura osato dire che si è sfondato il tetto di cristallo, ma il tasso dell'occupazione femminile al 53,5 per cento è una vergogna, perché la media europea è del 70,8 per cento. Siamo sotto la Spagna e la Grecia e il tasso di occupazione nel Mezzogiorno resta al 49,3 per cento - altro che locomotiva d'Europa - ma soprattutto sembra che non vi accorgiate del dilagare del lavoro povero e precario, su cui si regge gran parte del nostro sistema e della nostra economia.
Nel 2023 l'82,8 per cento dei contratti di lavoro attivati erano precari, un dato mostruoso. Interi settori si reggono su vere e proprie forme di schiavitù. Basta fare un giro, un giro nel distretto del pronto moda o nel mondo della logistica, e il Ministro Giorgetti lo sa bene. Ma come si può crescere se i servizi sono solo a bassa qualificazione, mentre scompaiono posti di lavoro ad alta produttività? Le imprese non investono in tecnologie e produttività, gli azionisti, negli ultimi quattro anni, hanno reinvestito nelle loro società solo il 20 per cento degli utili netti. Lo dico al Ministro, che so che ha una cultura dell'attività produttiva, anche se mi ha detto, rispondendomi, che non è il Governo a fare le politiche industriali; ma se non le fa il Governo e non le fanno gli imprenditori, cosa facciamo? Viviamo di extraprofitti, e addio alla salute del Paese? Guardate che questo è il problema. L'80 per cento è stato distribuito in dividendi, quasi 52 miliardi, ben 52 miliardi. Avete confermato, con questa manovra, di rifiutare ogni misura sui salari, sui contratti e sulle tutele che restituiscono dignità e qualità del lavoro.
Io glielo dico con tutto l'affetto: ma quale manovra per i pescatori e per gli operai? Quale? Questa è una manovra per grandi e - mi faccia dire - evasori seriali. Siete tornati ai tagli lineari e continuate a rifiutare ogni intervento fiscale redistributivo e di equità. La Commissione bilancio ha bocciato i nostri due emendamenti sulla patrimoniale, ma noi lo diciamo: non ci fermeremo mai. È una politica che parla a tanti e a tutti, tranne a quell'1 per cento che credo che dovrebbe anch'esso iniziare a dire che deve restituire qualcosa, perché in questo Paese continuano a crescere i super ricchi da un lato e la povertà assoluta e il lavoro povero dall'altro.
Ministro, i miliardari sono in aumento del 10,4 per cento rispetto al 2022. È un dato che, forse, potreste mettervi sul petto, ma gli italiani a rischio di povertà assoluta sono anch'essi in aumento e sono un quarto della popolazione italiana. Un'imposta ordinaria unica e progressiva sui grandi patrimoni sopra i 5,4 milioni di euro da sola coprirebbe un fondo per finanziare politiche per la salute, la famiglia, l'istruzione scolastica universale, il diritto all'abitazione e, appunto, un pezzo di riconversione ecologica della nostra economia. Invece, avviene ciò che avete previsto: il concordato preventivo biennale si riduce a un condono, senza effetti reali sulle entrate. Risultati discreti, come ammette il Vice Ministro Leo: 1,6 miliardi, solo 600.000 contribuenti che hanno aderito e, infatti, il taglio dell'Irpef è incompatibile con i frutti del concordato e dovrà essere rinviato a quando lo permetterà il consolidamento dei conti pubblici. Col collegato fiscale avete semplicemente regalato un'altra proroga agli evasori che non hanno aderito al concordato, una resa incondizionata dello Stato all'evasione.
È il solito messaggio, fatemi dire così: continuate a evadere, perché vi conviene, e noi continueremo a stare dalla vostra parte. Intanto, nella vostra narrazione avete rimosso un altro elefante nella stanza: siamo al ventunesimo mese consecutivo di crollo della produzione industriale. Questa, Ministro, non è propaganda; è l'Istat che parla di una lunghissima fase di contrazione, in particolare dovuta al crollo della produzione delle auto e del tessile. Solo nell'ultimo anno, la produzione delle auto è crollata di oltre il 40 per cento; ovviamente, parlo del disastro di Stellantis, ma anche di Versalis, Glencore e Beko Europe. Oggi, salutate una nuova era dell'; è tutta acqua passata con l'uscita di scena di Tavares, un nuovo inizio. Solo sa qual è il problema, Ministro? È che non sappiamo dire quando inizierà e nel 2025 non lo vedremo.
Il Ministro Urso ha abboccato, inspiegabilmente, a quel piatto di lenticchie, alle “macchine di lenticchie” che vi hanno promesso. Fatemi dire, con tutto il rispetto dell'ex FIAT: modelli già vecchi sul nascere. La produzione resterà ai minimi storici e lo ha ammesso lo stesso Imparato: livello 1957, pre- industriale. Melfi e Mirafiori resteranno sostanzialmente ferme per tutto l'anno prossimo e sull'obiettivo di un milione di auto l'imprenditore rifiuta di fare promesse, così come nel piano, se così volete chiamarlo, non si vede un vero rilancio dell'occupazione - invece, in tre anni potrebbero finire gli ammortizzatori di tutti gli stabilimenti - né vediamo una società che si assume le sue responsabilità sul o sulle . Dite 1,6 miliardi nel triennio: Ministro Urso, davvero? Vi ricordo che avete tagliato 4,6 miliardi per darli alle armi, per darli al sistema di difesa italiano. Nel tessile, intanto, si registrano perdite di oltre il 20 per cento nell'ultimo anno. E che cosa cresce, allora? Come dicevo, i servizi poveri, il turismo, la ristorazione e gli affini. Cioè, il vostro problema è la carbonara a 12 euro per il Giubileo? Ma davvero?
Lo dico al Presidente Rampelli: a trainare anche l'occupazione sono i settori a più basso valore aggiunto, senza innovazione, con salari da fame e altra precarietà. Già, perché la carbonara va a 12 euro, ma per quei camerieri o per quelli che faranno poi le pulizie alla fine di quel lavoro il salario è sempre di 5,4 o 6 euro; ma sarà normale? Voi siete contro il salario minimo legale, ma cosa rispondiamo al 54 per cento dei contratti collettivi nazionali fermi, scaduti, e il 100 per cento di quelli pubblici? E a Calenzano abbiamo dovuto piangere l'ennesima strage operaia, perché riduzione del costo del lavoro significa precarietà della vita stessa e della salute delle persone. Il vostro miracolo è un Paese delle meraviglie, che, ahimè, esiste soltanto nei sogni acidi di Giorgia, e in manovra non avete messo nulla per accompagnare le crisi aziendali. Per questo per fare buona politica bisognerebbe non mistificare la realtà, come, per esempio, sulla sanità, dove sostenete di aver collocato stanziamenti record, eppure lì sono i dati sul PIL a dire che sarà il 6,04 nel 2025, il 6,03 nel 2026, il 5,91 nel 2027. In rapporto al PIL è il valore più basso degli ultimi decenni.
La verità è che servirebbero almeno quei 15 miliardi che vi abbiamo messo per la patrimoniale per adeguarci agli europei. Mancano più di 11 miliardi per coprire il fabbisogno e 7 miliardi e 649 milioni di euro per i rinnovi contrattuali del personale sanitario. Sugli stipendi di medici e infermieri neanche un pensierino, ma giornate di caos sugli stipendi dei Ministri; e siete riusciti a respingere l'emendamento delle opposizioni che avrebbe destinato 5,5 miliardi l'anno per l'abbattimento delle liste d'attesa. Bastava eliminare i sussidi ambientalmente dannosi; e intanto, invece, avete prorogato con il Milleproroghe la cancellazione delle multe ai no-vax: quel milione di euro è poco, ma sono stati sottratti alla salute collettiva pubblica.
Potrei ancora parlare delle nostre scuole, edifici costruiti, per la maggior parte, tra gli anni Cinquanta e i primi anni Novanta; delle classi pollaio, a cui rispondete con tagli all'organico, mentre fate un ennesimo regalo alle scuole paritarie. Non ne avevano bisogno, e invece gli avete dato 50 milioni per l'inclusione.
Almeno sullo psicologo nelle scuole, sul sostegno siete giunti a più miti consigli e lo diciamo come opposizione. Siamo contenti, ma è una goccia nel mare.
Potrei parlare del fatto che non avete previsto risorse per un Programma nazionale di adattamento climatico per le nostre città, in un'Italia in cui il 94 per cento dei comuni è a rischio frane, alluvioni o a erosione costiera; 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane, 6,8 milioni a rischio alluvione e, intanto, riducete a 9 miglia la distanza delle trivelle da coste e aree protette; buttate 88 milioni per le infrastrutture del Giubileo; tagliate oltre l'11 per cento delle risorse in capo alla Missione 18 (Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente) e, con un emendamento all'ultimo minuto, fate l'ennesimo regalo alle dei cacciatori.
Ministro, ma come si fa? Ma perché aggiungerlo nella finanziaria? Ma cosa c'entra con la finanziaria? Lo dico a lei, al Presidente della Camera: ma perché? Ma perché? Avete tutto l'anno per discutere di provvedimenti sbagliati come questo. Che senso ha metterli dentro la finanziaria?
Potrei parlare del fatto che mancano risorse per treni, metropolitane, tramvie e autobus elettrici in un Paese in cui ogni città ha un dato fra i peggiori d'Europa per l'utilizzo dei mezzi pubblici. E, invece, ci sono le risorse per una sola infrastruttura strategica del Paese: il ponte sullo Stretto, un ultimo regalino a Salvini. Ma poi, Ministro, me lo spiegherà, perché il Sottosegretario Freni non ha capito l'emendamento del suo capogruppo Molinari. Ma lei lo sa che c'è un buco nel 2027? Sono spalmati 6,9 miliardi; poi, a un certo punto, per fare il regalino a Salvini, date 200 milioni in più per il ponte sullo Stretto il prossimo anno, 400 milioni in più fra due anni, e poi c'è un buco: l'anno sabbatico del ponte. Cioè, nel 2027 il ponte non ha niente. Allora, o è una minaccia per dire: finché ci siamo noi ci sono i soldi, poi c'è il buco, rivotateci e ci vediamo l'anno dopo; oppure è un trampolino, cioè lo fate, si interrompe e vi fate un tuffo, non lo so. Ma si è mai vista nella finanza pubblica una cosa del genere?
Guardate, noi ci siamo battuti; ci siamo battuti per un fondo di almeno 4 miliardi per un Programma nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, per un Fondo per lo sviluppo del trasporto collettivo, per costruire 60 nuovi chilometri di metropolitane, 140 chilometri di tramvie, acquistare 4.500 autobus, potenziare i treni regionali. Ho perso la voce, sono intervenuto 85 volte; sì, per dare una misura di quello che proponiamo. Ci dite di non essere solo oppositivi: non potete dire che non vi abbiamo fatto mille proposte in questi giorni; vi abbiamo proposto nuovi ispettori del lavoro per aumentare i controlli del lavoro a cottimo, perché la vita di un ragazzo non può dipendere dalla consegna di uno stramaledetto ; e siamo contenti, ovviamente, che sia passato con le nostre risorse, con le risorse parlamentari.
Ringrazio la collega Gribaudo che ci sta ascoltando, perché, senza il rafforzamento dell'attività di vigilanza e la sicurezza sui luoghi di lavoro, sarà sempre un miraggio e le stragi non cesseranno. Abbiamo chiesto interventi che potessero avere un reale impatto sociale, per esempio sulla crisi abitativa, con una modifica, per esempio, al regime fiscale dei redditi derivanti dai contratti di locazione breve. Ecco, io glielo dico, Ministro: ma che senso ha avere la cedolare secca sulla terza, la quarta, la quinta casa? Ma lei si rende conto che l'Airbnb ha desertificato tutto? Da Monti a Trastevere è tutta uguale Roma, non c'è più un abitante, ci sono tutti Airbnb; ma vogliamo prendere un po' di tasse da quelle terze e quarte case? Non sto parlando della seconda casa che ti ha dato tuo zio, la nonna. Ma è possibile che quell'economia, quell'evasione, quel cofano nero della non possa essere chiuso? E ciò per riportare, diciamo, alla normalità gli affitti, per ridare dignità anche alle entrate dello Stato.
Solo è passato il rifinanziamento del Fondo per la morosità incolpevole, ma è qualche nocciolina che non cambierà la storia di tante e tanti. Vi abbiamo suggerito, come finanziaria, un Fondo per la riduzione del numero degli alunni per classe nelle aree svantaggiate, come attuare un Piano straordinario di stabilizzazione e reclutamento dei ricercatori. Siamo riusciti a ottenere - questa è una cosa per cui le opposizioni sono orgogliosissime - la stabilizzazione di 300 precari del CNR, è giusto dire il numero. Una parte, un primo inizio. Ma, a differenza vostra - lo dico ai colleghi del centrodestra - abbiamo dimostrato che si può fare.
Presidente, prendo qualche minuto in più alla collega. Abbiamo lavorato per l'esenzione dell'IVA per le prestazioni mutuali, ci siamo spesi per porre rimedio all'incombente e irreversibile crisi del pluralismo dell'informazione, e su questo, per fortuna, si è aperta una breccia, ma i tagli lineari sono lì. Vi abbiamo rivolto i nostri auguri di pace, perché il futuro non è nelle armi, ma economia di guerra e iniquità fiscale sono i principi che guidano la vostra politica e la vostra manovra. Sostituire la transizione ecologica e lo sviluppo sociale con la corsa agli armamenti è parte di questo declino. Austerità per i servizi essenziali e investimenti reaganiani, armi, industria fossile e grandi monopoli.
Ma come può la sicurezza essere garantita non dalla promessa di pace, ma dalla minaccia di una guerra totale? Di fronte a un'emergenza abitativa che colpisce 50.000 famiglie, gridate di voler prendere “per la pelle del culo” i ladri di case. Ma gli unici ladri siete voi…
MAURO D'ATTIS(FI-PPE). Presidente…!
MARCO GRIMALDI(AVS). …che avete prosciugato il Fondo per la morosità incolpevole.
PRESIDENTE. Concluda.
MARCO GRIMALDI(AVS). Gridate quelle nefandezze dal palco di Atreju, ma povera Atreju…
PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo.
MARCO GRIMALDI(AVS). …siete voi il nulla che avanza. Armi, gas e grandi monopoli. Ho finito, Presidente. Le nostre proposte vivono sulle spalle di tanti, l'alternativa è già in strada: il punto è che bisogna vederla, farla crescere, organizzarsi e dare una alternativa al nulla che avete messo in questa finanziaria .
MAURO D'ATTIS, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori? Deputato D'Attis, prego.
MAURO D'ATTIS,. Sull'ordine dei lavori nel senso che io sono il relatore e ho messo la firma anche su questa legge di bilancio e, francamente, sentirmi chiamare ladro da un collega che rispetto e stimo non mi piace. Per questo intervengo chiedendo alla Presidenza di chiedere al collega di riavvolgere il nastro e, evidentemente, modificare un termine che non può essere ammesso in quest'Aula e non può essere neanche addebitato prima al Ministro, al Governo e a quelli che stanno qui a rappresentare legittimi interessi.
PRESIDENTE. La ringrazio. Diciamo che, tecnicamente, era un richiamo al Regolamento. Stiamo chiedendo lo stenografico, in modo tale che si possa valutare non solo il contenuto, ma anche la forma dell'intervento che abbiamo ascoltato da parte del collega Grimaldi.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Giorgianni. Ne ha facoltà.
CARMEN LETIZIA GIORGIANNI(FDI). Grazie, Presidente. In qualità di membro della Commissione bilancio consentitemi subito di ringraziare, di fare un sentito ringraziamento a tutti i colleghi, tanto della maggioranza che dell'opposizione, in particolare ai relatori. Un ringraziamento anche agli uffici della Commissione, al Ministro Giorgetti, quindi al Ministero dell'Economia, ai suoi Sottosegretari. Insomma, tutti coloro che hanno reso possibile un lavoro ordinato, dove non è mai mancato il confronto, a volte anche acceso, ma sempre nel rispetto di tutti.
La legge di bilancio non è solo una semplice norma finanziaria, è una dichiarazione politica di visione del Governo. Con essa non si decidono solo le risorse da allocare, ma si traccia una direzione. Si dice quella che è la l'idea di questo Governo per il benessere dei propri cittadini. Questa manovra segna l'impegno concreto del Governo a migliorare la vita dei suoi cittadini. Si riduce la spesa improduttiva e si dirottano quelle risorse verso l'inclusione sociale, il sostegno alle famiglie, la crescita del lavoro, ma anche agli investimenti pubblici, fondamentali per dare nuovo slancio alla nostra economia.
La manovra 2025 ha confermato importanti investimenti sulle infrastrutture, destinando diversi miliardi al completamento di alcune opere più discusse e importanti d'Italia: un miliardo in più alla TAV Torino-Lione e un altro miliardo a Ferrovie dello Stato per le opere del PNRR. Sì, perché questa manovra bilancia il sostegno alle fasce più deboli senza perdere di vista obiettivi ambiziosi per il rilancio economico: investimenti in efficienza energetica, incentivi al lavoro e anche incentivi strategici e fiscali per una crescita inclusiva e sostenibile.
Non siamo quindi - come dicevo - solo di fronte a un documento finanziario, ma a una vera e propria dichiarazione politica di intenti. La legge di bilancio, anche quest'anno, è in armonia con quelle precedenti, ponendo al centro giustizia sociale, solidarietà e responsabilità economica. Che stiamo andando nella giusta direzione lo dimostrano i numeri, come è stato già ampiamente detto in queste settimane. L'occupazione è in crescita, le assunzioni sono record: è un dato che arriva direttamente dall'Istat ed è la prova che il nostro Paese sta ritrovando il giusto slancio.
La vera politica sociale non è quella che dà assistenza passiva, ma è quella che crea opportunità di lavoro. Abbiamo visto - l'abbiamo ripetuto più volte - in passato che il reddito di cittadinanza non è stata la soluzione e ora, senza di esso, abbiamo visto che si sono create soluzioni mirate e concrete, che sono l'incentivo al lavoro, l'unica soluzione possibile e i risultati ci sono e si vedono.
Non c'è che possa resistere se non c'è un'economia alla base che lo sostenga. È questa la vera sfida: dare al nostro Paese un'economia solida, che crei opportunità per tutti, che rimetta i giovani e i lavoratori al centro, con le loro giustificate ambizioni. Questa legge di bilancio si forma su tre pilastri, potremmo dire: crescita, equità e giustizia sociale. Tre obiettivi fondamentali che vanno a rispondere alle esigenze di tutti i cittadini. Lavoro, famiglie e imprese: questi sono i tre macrotemi che ritroviamo in tutta la manovra.
Per i lavoratori abbiamo scelto di rendere strutturali l'accorpamento delle tre aliquote Irpef e, ovviamente, abbiamo confermato il taglio del cuneo fiscale, ormai strutturale. Misure concrete che, più di ogni altra, fanno riacquistare fiducia negli italiani e che combattono l'inflazione. Misure che danno un sostegno effettivo e concreto a questi lavoratori.
Per le famiglie poi abbiamo introdotto la carta per i nuovi nati, con un contributo di 1.000 euro per ogni bambino nato o adottato nel 2025, per aiutare e sostenere le prime spese per i nuovi arrivati; abbiamo rafforzato il asilo e aumentato i fondi per le famiglie con ISEE fino a 40.000 euro. Inoltre, il congedo parentale, retribuito all'80 per cento, è stato esteso da due a tre mesi, per conciliare meglio il lavoro con la vita familiare. Abbiamo anche rifinanziato il Fondo di garanzia prima casa, per permettere a tanti giovani di realizzare il proprio sogno, che garantisce fino all'80 per cento di spesa per l'acquisto, appunto, della prima abitazione.
Per le imprese, poi, sono state fatte un sacco di iniziative, soprattutto per quelle del Sud: sono previsti incentivi per l'occupazione stabile, con una nuova decontribuzione del 25 per cento per le assunzioni a tempo indeterminato nelle aree svantaggiate; poi, il credito d'imposta per le imprese che investono nella ZES è stato incrementato mentre il Piano Transizione 5.0 sostiene la digitalizzazione e l'innovazione delle aziende, con incentivi fiscali e per investimenti in tecnologie verdi e digitali, riducendo finalmente la burocrazia.
Gli emendamenti approvati, che ci hanno visti impegnati fino a poche ore fa - soprattutto i relatori - hanno dato ulteriore slancio a questa manovra, andando ancora più incontro a tutte le fasce dei cittadini. Tra questi, mi preme citare l'introduzione di una Ires più bassa per le aziende che scelgono di reinvestire i propri utili. L'imposta sulle società scenderà dal 24 al 20 per cento per le imprese che reinvestono almeno l'80 per cento degli utili dell'azienda in investimenti in beni strutturali oppure nuove assunzioni. Anche qui, si incentivano i nuovi contratti di lavoro.
Sul fronte pensionistico, poi, anche qui, ci sono delle novità: un emendamento consente di andare in pensione prima, a 64 anni, cumulando la previdenza obbligatoria con quella complementare, dando quindi flessibilità a chi ha lavorato a lungo, ma desidera un'uscita anticipata.
Abbiamo previsto un contributo per le scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità e un di 100 euro per l'acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza energetica, per incentivare la sostenibilità. In accordo con l'opposizione, poi, è stato rifinanziato il reddito di libertà per le donne vittime di violenza: un passo decisivo per favorire l'indipendenza economica di queste donne, che hanno vissuto situazioni gravi di violenza.
Per incentivare, poi, l'innovazione nel campo della salute, è stato previsto un finanziamento di 10 milioni di euro per i policlinici universitari destinato ad apparecchiature biomediche di avanguardia.
Infine, mi pregio di aver dato il mio piccolo contributo per l'istituzione di un Fondo che servirà a coprire le spese legali dovute ai casi di sovraindebitamento - i costi dei professionisti, che aiutano a risolvere le crisi, e i costi processuali, che spesso sono troppo alti - che queste persone indebitate, che non hanno più soldi, non possono più sostenere.
Presidente, questa legge di bilancio arriva in un momento molto difficile, in un momento di inflazione, conflitti internazionali, incertezze sui mercati, tuttavia questa manovra, pur mantenendo un rigido controllo sulla spesa pubblica, è anche una dichiarazione di fiducia sul futuro. È una manovra che stimola la crescita, non abbandonando certo quella che è l'idea principale: il sostegno alle fasce più deboli.
Chi critica questa manovra, che agisce - come abbiamo detto prima - anche sulla razionalizzazione delle spese per i Ministeri, lo fa senza argomenti, lo fa solo ed esclusivamente per demagogia. In un mondo che cambia rapidamente, con nuove sfide sempre alla porta, questa manovra è la risposta di questo Governo. Non è solo un piano economico, ma un impegno morale verso il Paese, verso i cittadini e soprattutto, finalmente, verso le future generazioni. Ogni singolo intervento, ogni misura non è solo una cifra su un foglio bianco, ma un atto concreto, che si traduce in opportunità per i lavoratori, per le famiglie e per le imprese che credono nel futuro. Sebbene il cammino - lo sappiamo - non sia privo di ostacoli, con questa legge possiamo proclamare con orgoglio il nostro impegno per una Nazione più giusta e pronta per affrontare le sfide del futuro .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Questa è una legge di bilancio senza anima, ma soprattutto è una legge di bilancio che ha un grande e grave scollamento con la realtà, con i bisogni e con la quotidianità delle persone e, soprattutto, con la necessità di questo Paese di mettere in cantiere, nella legge più importante dell'anno, quelle misure per la crescita che sono le uniche in grado di trainare anche le persone più fragili e più in difficoltà.
Noi abbiamo lavorato a questa legge di bilancio presentando emendamenti e abbiamo anche raggiunto dei risultati positivi, dei piccoli risultati che voglio elencare perché credo che sia anche giusto dare merito a un'opposizione che non si accontenta di parlare e di gridare, ma propone anche delle soluzioni. È nostro l'emendamento che ha rifinanziato il reddito di libertà: una misura importante perché, quando parliamo di violenza nei confronti delle donne, è importante pensare alla violenza fisica, ma anche a quello che viene prima, a quella dipendenza economica che non permette di spezzare le catene dal proprio violento.
E poi ci sono anche altri segnali. Per esempio - io vengo dalla Lombardia - qualche anno fa ci fu un gravissimo incidente a Milano, alla Torre Antonini, e tantissime famiglie ancora oggi si trovano in una condizione di difficoltà, perché - oltre al danno la beffa - si trovano a pagare anche, ad esempio, la tassazione legata a quell'immobile. Quindi, l'emendamento di Italia Viva serve per dare un momento di respiro a queste famiglie, che non pagheranno l'IMU anche quest'anno.
Ma colgo l'occasione dell'intervento in quest'Aula anche per dire che non c'è soltanto la Torre Antonini, ci sono tanti altri edifici, altri immobili che, per cause naturali o per cause esterne, diventano inagibili, e noi dobbiamo avere una norma di sistema. Questo Parlamento, quindi, prenda tempo anche per discutere di questioni importanti che riguardano la vita quotidiana delle persone. E poi c'è il mio emendamento sul rifinanziamento del Piano triennale della pesca, perché questo è un Governo che parla moltissimo di e del ruolo degli agricoltori e dei pescatori, eppure, per la prima volta nella storia, e lo dico in modo molto convinto, questa è una legge di bilancio che vede un grande assente, che vede proprio come grande assente l'agricoltura.
Non c'è una misura che sia una che riguardi le nostre filiere agricole. Il nostro settore del agricolo e agroalimentare è importante e riconosciuto per la sua qualità e per le sue esportazioni, ma questo non significa che, in questo momento storico, non ci siano moltissime filiere in crisi o in difficoltà. Noi rischiamo, tra qualche tempo, di dover raccontare il nei libri di storia, perché non avremo più tante filiere in grado di produrre, in termini di quantità e di qualità, quello che è necessario. Non ci sono, in questa legge di bilancio, le risorse che erano state promesse e che i territori si aspettavano, per esempio, su alcune emergenze gravissime in corso.
In Lombardia, se penso alla provincia di Pavia, non c'è più un suino all'interno delle aziende a causa della peste suina africana, e ci sono degli imprenditori che non hanno ricevuto nulla, non soltanto in termini di ristori (e parliamo di un anno e mezzo, due anni di tempo). Ma soprattutto nulla si è fatto, in questa legge di bilancio, per pensare alla sospensione dei mutui e a delle misure che possano consentire a queste imprese di avere un minimo di visibilità sul futuro.
C'è poi una misura su cui Italia Viva ha da sempre fatto battaglie e ha lavorato, quindi noi cogliamo con favore il fatto che sia stata approvata, insieme agli altri colleghi parlamentari e con il parere favorevole del Governo, la misura sulla partecipazione dei lavoratori ai risultati d'impresa; però avremmo voluto un po' più di coraggio, perché, se dobbiamo pensare, da un lato, alla crescita e a riconoscere agli imprenditori anche quel ruolo, che hanno, di responsabilità sociale, e, dall'altro lato, a rendere più pesanti e più consistenti le buste paga dei lavoratori, la copertura che è stata trovata è insufficiente. Insomma, guardiamo la copertura che è stata trovata: 70 milioni di euro, a fronte di un nostro emendamento che aveva una copertura più grande.
Come minimo ci vorrebbe un miliardo per coprire questa misura, poi lo avete trovato per misure che non hanno riscontrato dei risultati positivi. Credo che forse il Governo una riflessione debba farla su misure che hanno un aspetto generativo. E qui poi entro su un altro aspetto. Ringrazio la Sottosegretaria Albano per la sua attenzione e la sua presenza, ma avevamo concordato che i Ministri potessero essere presenti. Sono qui in Parlamento, però sarebbe anche opportuno che potessero ascoltare gli interventi di tutti i colleghi, a partire dai gruppi di opposizione, anziché stare fuori dall'Aula .
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Presidente, arrivano alle 9 e se ne vanno dopo 20 minuti! Almeno uno...
ANDREA CASU(PD-IDP). È stato bello, ma è durato poco!
PRESIDENTE. Abbiamo un Sottosegretario abilitato ad ascoltare e ad assistere a questi lavori. Prego, prosegua .
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Una toccata e fuga da parte dei Ministri.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Stessero a casa, allora!
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Non c'è problema, gli manderemo il video.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). È una presa per i fondelli: venire, stare 20 minuti e andare via!
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Prosegua il suo intervento.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Presidente, do ragione ai colleghi, ma manderemo il video al Ministro Giorgetti. Ci tenevo a dire questa cosa di fronte al Ministro Giorgetti, perché questa è una legge di bilancio che - ripeto - per la crescita e per la costruzione di qualcosa di positivo non ha nulla, ma ha sicuramente tante norme contro qualcuno. C'è, per esempio, la norma contro Matteo Renzi. C'è, addirittura, la norma contro la città di Varese: questo è un tema di cui si è poco dibattuto, perché il tema dei lavoratori transfrontalieri non è spesso oggetto di dibattito in questo Parlamento. Vengo da una provincia di confine. Addirittura, dalla sera alla mattina, si tagliano - credo per un atto di cattiveria - alla città di Varese, alla sola città di Varese, 4,2 milioni di euro dei ristorni dei frontalieri.
Perché? Perché si modifica una norma su cui aveva lavorato il Parlamento e su cui avevano lavorato anche deputati della Lega rispetto alla quota dei ristorni che, appunto, ritorna dal 3 al 4 per cento (quindi, la proporzione tra lavoratori transfrontalieri e residenti). E anche qui si è agito per mettere una pezza, perché in queste ore tanti sindaci, di tutti i colori politici, avevano rimarcato questo atto di ingiustizia, perché il comune di Varese perde oltre 4 milioni di euro, ma avevamo anche piccoli comuni da 4.000 abitanti che, dalla sera alla mattina, avrebbero perso 200.000-300.000 euro.
Quindi si fa poi un emendamento dei deputati di maggioranza, un emendamento con cui, di fatto, tecnicamente - basta prendere la calcolatrice, ma questa è la volontà stessa, viste anche le dichiarazioni dei colleghi - si esclude soltanto la città di Varese. E a pagare questa misura, lo dico molto chiaramente al Ministro Giorgetti, non sono gli amministratori di centrosinistra della città di Varese, sono i cittadini della città di Varese che avranno meno servizi e meno opere pubbliche. E poi che cosa facciamo? Nella prossima legislatura, quando magari ci sarà al governo un'altra amministrazione, si ricambierà la norma?
Raramente ho visto in Parlamento norme fatte sulla base di chi ricopre dei ruoli politici all'interno delle amministrazioni locali.
E poi mi vorrei concentrare su un'altra questione, perché, come ho detto, questa è una legge di bilancio che, inspiegabilmente, si accanisce contro alcune categorie. Mai mi sarei aspettata di vedere, da un Governo di qualsiasi colore politico, un accanimento tale nei confronti del Terzo settore. Perché va bene che non si siano messe risorse, va bene relativamente, ma posso comprendere che non si siano messe risorse, ad esempio, approvando il mio emendamento per l'acquisto dei beni mobili strumentali, perché poi, per recuperare le eccedenze alimentari, per trasportare gli anziani, per trasportare le persone con disabilità, magari per andare in un centro diurno o in ospedale a fare una visita, si bussa alla porta del Terzo settore.
Per fare queste cose servono i volontari, servono risorse, si paga la benzina, ma soprattutto servono mezzi e servono attrezzature, e queste cose non ci sono. Si pensa a misure, come la Carta “Dedicata a te”, che effetti, in questo anno e mezzo, non ne hanno portati. Se guardiamo i dati sulla povertà alimentare, infatti, la Carta “Dedicata a te” non ha fatto altro che aumentare i divari, con tutti i paletti che voi avete messo. Però, non vi interessano le misure che, invece, hanno un carattere generativo, quelle che il Terzo settore fa, perché, per esempio, nella distribuzione degli alimenti, il cibo è il biglietto da visita per scoprire quella punta dell'iceberg sotto la quale si vedono tante altre forme di povertà, di solitudine e di esclusione. Quindi, per esempio, il Fondo sugli aiuti alimentari e il Fondo per gli aiuti agli indigenti è rimasto al palo a quei 50 milioni.
Credo che anche su questo debba essere fatto un ragionamento, perché poi si vanno ad incontrare e a salutare i volontari; tanti colleghi di opposizione, ma soprattutto di maggioranza, magari nelle feste natalizie, andranno a salutare e ringraziare i volontari. Ecco, il migliore ringraziamento che noi possiamo fare in quest'Aula è consentire a chi opera ogni giorno di fianco al bisogno di avere gli strumenti giusti per farlo.
Io chiedo davvero al Governo una riflessione, perché a gennaio - ormai, immagino che non siate più in grado di poterlo fare - su alcune misure si dovrà fare un passo indietro e ne cito due, le più gravi e le più brutte che ci sono in questa legge di bilancio. L'articolo 112: benissimo che sia sparita quella misura da ex Unione Sovietica, che solo voi avete potuto immaginare di pensare, sull'obbligo della presenza di referenti del MEF negli organismi di controllo, però è rimasto quel fantomatico comma 4 e voi scrivete “enti” e “associazioni” e si mettono questi soggetti senza escludere, ad esempio, gli enti e le associazioni iscritti al RUNTS, facendo, quindi, riferimento a quella riforma del Terzo settore fatta durante il Governo Renzi che ha implicato un lavoro importantissimo, in questi anni, da parte degli enti di trasparenza, di iscrizione ai registri e di rendicontazione.
C'era un mio emendamento che escludeva da quel comma 4 gli enti del Terzo settore riferiti al decreto legislativo n. 117 del 2017, ma l'avete bocciato e, quindi, oggi noi ci troviamo nella condizione che il limite di spesa che voi volete porre agli enti pubblici, in un'ottica di anche giusta e condivisibile, fa correre il rischio che quella stessa tagliola sia un limite alla spesa anche per quegli enti del Terzo settore che non soltanto in maniera sussidiaria, ma ormai anche in maniera sostitutiva, svolgono tantissimi servizi sociali, sanitari e di protezione dell'ambiente. Infatti, se voi dite e scrivete in quel comma 4, oggi 3-, che è rimasto, che bisogna rispettare, per enti e associazioni, il limite di spesa per l'acquisto di beni e servizi riferito al triennio 2021, 2022 e 2023, voi state dicendo - traduco - che quelle associazioni, con i bisogni sociali che sono aumentati, se dovessero avere bisogno di comprare un camioncino, una cella frigorifera o un mezzo per poter trasportare le persone con disabilità non potrebbero più farlo se non è coerente con quei parametri di quel triennio. Io vi chiedo: ma vi rendete conto di questa misura? Rendetevi conto di quanto voi state entrando anche nella libertà di enti del Terzo settore, che devono e possono decidere come utilizzare i soldi che vengono anche dalle erogazioni liberali, che vengono dalle donazioni dei cittadini, dalle donazioni delle imprese, dalle misure di quel fisco buono che in questi anni, fino ad oggi, fino alla legge di bilancio del Governo Meloni, aveva premiato dei comportamenti responsabili.
Vengo a questo secondo punto. Nella tagliola che avete messo alle detrazioni, non avendo escluso dalla vostra tagliola le donazioni in natura e in denaro al Terzo settore, state facendo un danno incalcolabile, perché avete pensato, giustamente, di escludere dal delle detrazioni le spese sanitarie e gli investimenti che i cittadini possono fare nelle PMI innovative e poi, magari aggiungendo una virgola, avreste potuto anche inserire, insieme alle PMI e alle innovative, anche le sociali, perché il Terzo settore è in parte volontariato, ma il Terzo settore è anche innovazione sociale, è posti di lavoro ed è anche parte di quel Terzo settore produttivo che fa la differenza. Insomma, voi, mettendo quella tagliola sulle detrazioni per i redditi sopra i 75.000 euro e non escludendo le misure di favore al Terzo settore, state di fatto facendo fare un passo indietro all'Italia di dieci anni, perché in questi anni i contribuenti e le aziende avevano scelto di sostenere e di finanziare tante attività del Terzo settore del territorio non perché c'era un riconoscimento fiscale, ma era un passo culturale in avanti quello di un fisco in grado di premiare i comportamenti positivi delle aziende.
Ultima cosa, perché ho finito il mio tempo: questa è anche la legge di bilancio delle promesse non mantenute. Voi dovete dare a Cesare quel che è di Cesare; la Vice Ministra Bellucci in tanti convegni aveva rilevato l'importanza di riconoscere il superamento della soglia del tetto del 5 per mille, ma anche questo argomento non è pervenuto, perché, appunto, si è persa la discussione in tante cose.
PRESIDENTE. Concluda.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Dunque, un'altra promessa non mantenuta, però, quantomeno, nel momento in cui i contribuenti decidono di destinare la loro quota parte della dichiarazione dei redditi, datela a quel Terzo settore che ormai vi sta sostituendo nella risposta a molti bisogni .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Vanessa Cattoi. Ne ha facoltà.
VANESSA CATTOI(LEGA). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e mi lasci, per il suo tramite, cercare di dare qualche risposta, ma soprattutto fare un'operazione verità rispetto a un sacco di bugie che ho dovuto ascoltare in quest'ora di discussione generale.
Innanzitutto, partiamo dai dati, dati che non vengono forniti da questo Governo, ma che vengono certificati dall'Istat. Sì, è vero, lo confermiamo anche noi: l'ultimo trimestre registra un calo della crescita e questo dato lo confermiamo e lo diciamo anche noi, però, sappiamo benissimo che l'Italia è inserita all'interno di un contesto, sia europeo sia internazionale, dove noi dobbiamo considerare anche gli effetti diretti e indiretti che incidono sulle politiche economiche e di sviluppo del nostro Paese. Presidente, dico questo innanzitutto perché vorrei ricordare - sì, è vero - che c'è stato un calo della produzione. Ai colleghi che chiedono soprattutto un sostegno nei confronti del mercato dell', perché il calo dell' italiano pesa soprattutto a causa della recessione e della stagnazione della Germania, che ha inciso negativamente per circa 3,1 miliardi di euro sull' italiano e i dati ci confermano anche quanto all'interno di questi 3,1 miliardi di euro, che noi abbiamo di minor nei confronti della Germania, il settore e l'ambito di competenza primario che hanno pesato di più sono quelli dell', io vorrei chiedere a tutti i colleghi di centrosinistra - dicevo - dov'erano in Europa quando si doveva votare contro le norme capestro contro l', perché si sapeva benissimo che questo approccio ideologico spinto nei confronti del mercato dell'elettrico avrebbe portato a queste conseguenze.
Ma chi ha determinato questa spinta verso il mercato elettrico, andando a distruggere il mercato endotermico, mercato sul quale si basa fortemente tutta l'industria europea, soprattutto quella italiana, che lavora direttamente e indirettamente all'interno di questo ambito? Dov'erano all'interno dei tavoli europei? La Lega c'era e si è sempre opposta a questo approccio ideologico e si era anche opposta ad andare contro le scelte che erano trainate soprattutto da un Paese come la Germania, il cui settore aveva già accertato e siglato contratti bilionari per l'approvvigionamento delle batterie. Poi, non ci si venga a dire che le politiche europee sono dettate solo da un approccio . No, da un'ideologia , dettata da un Paese specifico, e queste sono le conseguenze che anche noi, come Italia, subiamo sulla registrazione della riduzione della nostra crescita.
Però, vorrei portare anche un dato positivo, Presidente, perché è la prima volta che accade a livello mondiale - mondiale! - che l'Italia stia gareggiando, al pari del Giappone e della Corea del Sud, per accaparrarsi il quarto posto a livello mondiale in termini di miglior . Quindi, tutti i colleghi che dicono che noi e questo Governo non stiamo intervenendo per sostenere la produzione anche nell'ambito industriale dicono il falso, perché altrimenti non avremmo la possibilità di raggiungere questi dati che non vengono certificati né dal Governo di centrodestra né da noi parlamentari del gruppo della Lega, ma vengono certificati da enti preposti.
Da questo vorrei partire per entrare nel merito delle misure che sono state inserite. Sono quattro i temi che andrò a toccare, perché per sostenere il lavoro noi dobbiamo sostenere imprese - e l'ha già detto anche la collega Giorgianni, quando mi ha preceduto nell'intervento -, lavoratori, famiglie, dobbiamo sostenere la natalità e, poi, mi lascerà finire e concludere con un passaggio sul tema della sanità, per fare chiarezza anche su questo. Partendo dal tema del sostegno alle imprese, come ho già detto, noi ci inseriamo in un contesto europeo dove il Governo prende atto che nell'ultimo trimestre siamo in difficoltà e, infatti, all'interno della manovra inseriamo l'Ires premiale. Che cos'è l'Ires premiale? Abbassiamo l'aliquota Ires di 4 punti percentuali in favore di quelle aziende che decidono di reinvestire l'80 per cento del loro utile all'interno degli investimenti in nuovi macchinari, in favore delle aziende, piuttosto che nelle assunzioni con contratti a tempo indeterminato, piuttosto che nel sostegno alle politiche di o a corsi o alla formazione dei propri dipendenti. Siamo intervenuti anche con il finanziamento di 900 milioni di euro fino al 2029 della Nuova Sabatini per cercare di facilitare l'accesso al credito, soprattutto delle micro e piccole imprese. Abbiamo rivisto Industria 5.0, una norma che ci viene imposta, anche qui, da Bruxelles e che di fatto non ha colto le esigenze delle aziende.
Infatti, noi l'abbiamo rimodulata e modificata perché possa essere maggiormente attrattiva, soprattutto per le piccole aziende, andando a togliere tanta burocrazia che era inserita e imposta - anche qua - dall'Europa e cercando di semplificare, perché si era dato praticamente per conseguito, senza dover fare dei calcoli astrusi, come in precedenza, il risparmio energetico che permetterà di accedere anche a questa forma di finanziamento.
Abbiamo implementato il Fondo di garanzia delle PMI, soprattutto cercando di estenderlo anche alle aziende che hanno meno di 250 dipendenti. Siamo intervenuti in favore degli artigiani e dei commercianti con due interventi puntuali e mirati: il primo, è quello di velocizzare i pagamenti elettronici; il secondo, molto importante, è quello della riduzione del 50 per cento dei contributi dovuti per chi decide di iscriversi per la prima volta, nel 2025, nella gestione degli artigiani e dei commercianti, optando così per la riduzione del 50 per cento per i primi 36 mesi; anche questo è un aiuto concreto, che andrà a favore di circa 19.000 artigiani e di circa 25.000 commercianti.
Per quanto riguarda poi i dati che vengono certificati da Istat a me, vede, Presidente, spiace veramente smentire i colleghi che dicono che i dati, soprattutto sull'occupazione, non sono dei dati veri, perché allora smentiscono la certificazione Istat, l'ultima quella del 2 dicembre che attesta che l'Italia, a livello soprattutto di disoccupazione, è a dei livelli bassissimi, perché non è vero che siamo sopra la media europea. Infatti, è la prima volta che l'Italia è al di sotto della media europea, perché se la disoccupazione media in Europa, ad oggi, si attesta al 5,9 per cento, l'Italia è al 5,8 per cento, certificato da Istat. È la prima volta, quindi tripletta di risultati positivi certificati.
Secondo risultato, è la prima volta che abbiamo aumentato il tasso di occupazione e siamo arrivati a 62,5 per cento. Si può fare di più? Ma certo che si può fare di più, però intanto è già un primo importante risultato. I giovani non sono neanche stati citati: anche lì abbiamo dei risultati certificati che ci dicono come la disoccupazione giovanile, anche questa, sia in calo: siamo arrivati al 17,7 per cento, in discesa, certificata anche questa da Istat. E l'occupazione femminile? Anche qua abbiamo rotto il tetto di cristallo sull'occupazione femminile, perché siamo arrivati a superare la soglia dei 10 milioni di donne lavoratrici occupate e questo, sì, può dare fastidio, perché solitamente le politiche legate al e all'assistenza sociale erano temi di sinistra e, invece, il Governo di centrodestra sta aiutando proprio quelle fasce più deboli che erano state dimenticate dai Governi di centrosinistra.
Spiace dirlo ma anche Maurizio Landini ha sempre detto che qualora si fosse reso strutturale - e, quindi, in favore dei lavoratori - il taglio del cuneo fiscale e soprattutto l'accorpamento delle aliquote Irpef con conseguente riduzione della pressione sull'Irpef, avrebbe dato un plauso alla maggioranza. C'era stato detto che noi facevamo politiche , perché nelle precedenti manovre non era stato reso strutturale: in questa manovra noi lo rendiamo strutturale, abbiamo impegnato 18 miliardi di euro, quindi molto più della metà della manovra, solo per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, che andrà a favorire soprattutto le fasce di reddito medio-basse; e anche l'accorpamento delle tre aliquote Irpef e, soprattutto, la riduzione di quella più bassa, ci permette, anche qua, di dare un ulteriore sostegno, strutturato e strutturale, alle fasce di reddito medio-basse. Chi dice il contrario, mente, soprattutto perché siamo riusciti anche a inserire, in modo strutturale, dei provvedimenti importanti a sostegno della famiglia e della natalità, altro tema molto importante che sta a cuore soprattutto al Ministro Giorgetti, che è voluto intervenire, anche all'interno di questa manovra, dando dei segnali forti in tal senso.
Proprio per sostenere la natalità e per cercare di andare contro quello che è un inverno demografico ormai certificato, siamo intervenuti anche all'interno di questa manovra con il potenziamento dell'assegno unico universale: l'abbiamo tolto dai calcoli dell'ISEE proprio per cercare di dare un messaggio e un riscontro economico importante a sostegno delle famiglie con figli. Abbiamo fatto diventare strutturale il per gli asili nido: fino a 3.600 euro; anche qua una misura non a , ma strutturale, che si ritrova all'interno della finanziaria. Abbiamo inserito, per il 2025, un assegno per i nuovi nati ed i congedi parentali sono stati aumentati. Abbiamo inserito per le famiglie dei specifici: elettrodomestici, il per l'acquisto di mobili. Abbiamo potenziato e rifinanziato la Carta “Dedicata a te”: io ho ascoltato la collega Gadda e non è vero che non è stata utilizzata, perché circa 1,5 milioni di carte sono state consegnate ad altrettante famiglie colpite dal caro carrello. Questo è un segnale importante, perché non solo con questo noi diamo una mano alle famiglie più deboli: abbiamo anche un Fondo per sostenere le famiglie in difficoltà economica per pagare gli affitti, un Fondo di 30 milioni di euro in due anni. Abbiamo inserito anche la cosiddetta “Dote famiglia”. In cosa consiste? È un altro Fondo per sostenere le attività sportive e ricreative extrascolastiche per i bambini dai 6 ai 14 anni per le famiglie che sono in maggiore difficoltà economica; questo è il sostegno che dà il Governo di centrodestra alle famiglie in difficoltà. E ancora, siamo intervenuti sul Fondo garanzia per la prima casa, anche qua sempre pensando ai giovani.
Con tutte queste misure - ne avrei altre da citare, ma non voglio rubare spazio agli altri colleghi - noi siamo intervenuti all'interno di questi quattro ambiti: imprese, lavoro, famiglia e natalità, perché riteniamo che siano queste le leve giuste sulle quali noi possiamo andare avanti per sostenere la nostra economia e, soprattutto, per dare garanzia che ci sia la sostenibilità economica delle scelte future, che - vorrei ricordare - sono state fortemente limitate da scelte politiche passate, che non dipendono da questo Governo.
Anche se adesso noi abbiamo un vincolo pari a 40 miliardi di euro sul 2025 fino al 2027, causato dal superbonus del 110 per cento, e in più abbiamo anche il vincolo dei 12 miliardi di euro imposti dal rientro per il pagamento del debito pubblico nazionale imposto dall'Unione europea, noi siamo riusciti comunque - a fronte di un impegno e un'indisponibilità che supera i 52 miliardi di euro - a portare avanti i nostri impegni di Governo che ci eravamo presi, soprattutto nei confronti delle fasce più deboli.
Quindi, quando qualche collega mi dice “ma avete tolto alcuni tipi di detrazioni”, io dico: certo, ma non è una scelta, è una necessità, perché abbiamo un'imposizione, un blocco di oltre 52 miliardi che non abbiamo creato noi con questo Governo, ma che abbiamo ereditato per delle scelte politiche dei Governi precedenti, che hanno fortemente limitato l'azione dell'attuale Governo.
Nonostante ciò, questo Governo ha messo in atto tutte le misure che ho poc'anzi elencato e siamo andati avanti sugli impegni, soprattutto sul sostegno alle fasce più deboli. Io so che nel centrosinistra questa cosa dà molto fastidio, perché solitamente questi erano temi loro, invece il Governo di centrodestra, che non doveva assolutamente prestare attenzione alle fasce di reddito maggiormente in difficoltà, sta invece intervenendo in loro favore e i dati ci dicono questo.
Stiamo sostenendo la natalità e lo facciamo in modo convinto in ogni manovra finanziaria. Ma, soprattutto sul tema della sanità - questo è l'ultimo punto - vorrei fare una precisazione, perché ne ho sentite veramente di ogni.
Come è già stato fatto in più di un'occasione, in ordine alla spesa sanitaria in rapporto al PIL, noi siamo riusciti ad aumentare il prodotto interno lordo, cosa che invece non erano riusciti a fare i Governi di centrosinistra. Capisco che questa cosa possa dispiacere, però non possiamo negare l'evidenza legata a dati certificati all'interno delle tabelle della manovra, che andremo poi a votare.
Quando questo Governo si è insediato nel 2022, il finanziamento del sistema sanitario era pari a 124 miliardi di euro; noi in manovra abbiamo certificato che il sistema sanitario avrà un finanziamento nel 2027, quando finirà la legislatura, pari a 147 miliardi di euro: più 23 miliardi di euro, questo è il dato. A me spiace solo dire che, è vero, non abbiamo raggiunto i 35 miliardi di euro di tagli orizzontali che invece avevate imposto voi con i Governi Renzi, Letta, Gentiloni, che avevano, sciaguratamente, tagliato orizzontalmente tutta la spesa sanitaria. Ma all'epoca andava benissimo: un plauso ai tagli sulla sanità che erano stati operati soprattutto dai Governi di centrosinistra e che sono stati certificati. Peccato che noi in questa manovra, spiace ricordare ai colleghi, invece certifichiamo l'esatto contrario, quindi basta dire che questo Governo non interviene sulla sanità o non ha a cuore i temi della sanità.
Concludo sul tema della sanità, Presidente, ricordando come, sì, è vero, ci si può dividere a livello politico su tante cose, però devo ringraziare tutti i colleghi di tutti i gruppi politici, soprattutto dell'Intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro” perché, grazie alla disponibilità del Ministro Giancarlo Giorgetti ed anche del Ministro Orazio Schillaci che ci hanno ascoltato, abbiamo portato a casa degli emendamenti sottoscritti da tutti i gruppi politici, veramente importanti, in favore soprattutto delle associazioni dei pazienti.
Ricordo, tra i più importanti, quello della nostra proposta di legge, che abbiamo deciso, di comune intento, di convertire in emendamento, che è stato approvato all'interno di questa manovra e che rende strutturale e continuativa, indipendentemente dai Governi e dal colore politico, la partecipazione delle associazioni di pazienti ai principali tavoli ministeriali del Ministero della Salute. Questo è un risultato molto importante perché si parla di coinvolgimento del Terzo settore e noi siamo riusciti ad inserirlo e a portarlo a termine all'interno di questa manovra.
Un altro emendamento sottoscritto da tutto l'intergruppo - e ringrazio veramente tutti per il sostegno - è quello sulle : anche lì siamo intervenuti per andare a certificare la qualità dell'erogazione dei servizi, oltre che la presenza di queste a livello nazionale.
Un altro ringraziamento va al collega Quartini per il rifinanziamento del Fondo per l'attuazione del Registro dei tumori, anche questo molto importante. Ringraziamo anche per l'emendamento a prima firma del collega Cappellacci, che abbiamo sostenuto come intergruppo, che permette di lavorare sui malati di tumore al polmone: anche qui siamo intervenuti per aumentare la prevenzione e dare la possibilità di intervenire anche in favore di questa patologia. E non da ultimo, vorrei ricordare un altro importante emendamento - che, è vero, nella quantificazione forse può sembrare poco, ma per noi è un messaggio molto importante - che è quello a prima firma del collega Mule', che abbiamo tutti sostenuto, che inserisce il sostegno psicologico all'interno dei reparti di oncologia pediatrica, destinando un fondo di mezzo milione di euro, a decorrere dal 2025, per cercare di aiutare e sostenere, anche sotto l'aspetto psicologico, i bambini che si trovano nei reparti di oncologia pediatrica e i loro familiari.
Quindi, vorrei ringraziare veramente l'intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro” e le associazioni del progetto “La Salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che hanno sempre sollecitato noi parlamentari a sollecitare, a nostra volta, il Governo per cercare di portare a casa questi importanti risultati. Potremo dividerci su tante cose, potremo essere divisi sulle politiche di sviluppo economico, potremo essere divisi su molto, ma non sul tema importante dell'impegno contro il cancro.
Concludo, Presidente, ringraziando i colleghi che hanno sostenuto con impegno e determinazione tutte queste nostre proposte emendative dell'intergruppo. Ringrazio, infine, anche i colleghi, i relatori, il Governo e, soprattutto, gli uffici, anche da parte mia, per tutto il lavoro che è stato fatto per portare a casa questa manovra di bilancio e lascio adesso la parola agli altri colleghi
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Valentina Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro Giorgetti, dall'inizio di questa legislatura abbiamo parlato di questo appuntamento della legge di bilancio 2025 come il momento in cui avremmo avuto le risposte. La prima legge di bilancio è passata con voi che attribuivate tutte le responsabilità di ciò che non c'era al Presidente Draghi. La seconda legge di bilancio è passata e ve la siete presa con il superbonus. Questa volta ci aspettavamo qualche risposta e, invece, purtroppo, ci troviamo una legge di bilancio che, risposte, non ne dà.
Cosa ci aspettavamo? Interventi strutturali: a questo serve una legge di bilancio. Interventi strutturali e visione. Visione per il rilancio dell'economia. Visione per la tutela dei più fragili e garanzie sui diritti. È una clamorosa occasione mancata su entrambi questi fronti.
Premesso che ci troviamo a discutere una legge di bilancio ampiamente riscritta, con una pioggia di emendamenti senza relazioni tecniche e copertura, alla fine, la legge c'è, le opposizioni sono riuscite a correggere alcune cose, qualche stortura è stata raddrizzata, ma, di fatto, risposte strutturali sulle domande che ponevamo non ci sono. E stiamo parlando del provvedimento più importante della vita del Paese. Le dirò che, avendo seguito i lavori prima in Commissione e poi qui in Aula, mi sembra il mondo al contrario.
La collega Cattoi ha parlato prima e ha elencato la quantità di che il Governo prevede. Le opposizioni, viceversa, hanno cercato di fare emendamenti intervenendo strutturalmente sul bilancio. Questa, se vuole, è la fotografia di quello che voi ci consegnate: su nulla - su nulla! - riusciamo ad avere una visione che potrebbe essere diversa dalla nostra, ma almeno racconterebbe al Paese un progetto. Arrivano piogge di . Noi timidamente, tema per tema, abbiamo cercato di darvi suggerimenti e aiuti per intervenire strutturalmente.
Noi veniamo da venti mesi di produzione in calo: nell' nella moda, nella siderurgia. Non si interviene in modo sostanziale, non si interviene con una proposta o con un'idea. Per tacere, poi, del silenzio assordante sul lato delle tutele e delle protezioni. Non c'è da nessuna parte la parola cultura, non c'è la scuola, non c'è l'università, non c'è la disabilità: sono parole completamente assenti e, quando ci sono, ci sono per dei . Non servono , servono politiche che in questi mesi noi abbiamo illustrato nel dettaglio. E i Ministri che ci venivano a riferire - che si tratti di Valditara sulla scuola, della Bernini sull'università o dei Ministri che si sono avvicendati sulla cultura - hanno condiviso con noi quali fossero le priorità strutturali da affrontare. Il Ministro Valditara ci aveva annunciato che avremmo avuto un certo numero di assunzioni per il sostegno a scuola. Abbiamo un quinto di quello che aveva detto e ce l'aveva detto un mese fa.
Questa è la fotografia che ci viene consegnata. Per tacere, poi, dell'assenza totale di assunzioni in sanità: liste d'attesa che non avranno modo di muoversi. O ancora, l'analfabetismo funzionale: abbiamo dati disarmanti sui tassi di lettura e di abbandono scolastico e non c'è una proposta, non c'è una visione, non c'è un'idea.
Abbiamo discusso per ore dell'aumento dello stipendio dei Ministri, questioni che francamente ci appassionano il giusto, o di elettrodomestici, sui quali mettiamo 50 milioni per dare 100 euro alle persone per cambiare la lavatrice. Ma quelle persone sono le stesse che non sanno come uscire da problemi ben più complessi. Diamo un per le attività extrascolastiche che i bambini fanno in oratorio, ovviamente, solo alle famiglie con redditi fino a 15.000 euro, oratori ai quali, tagliando tutte le risorse per il Terzo settore, abbiamo tolto investimenti. E così è tutto.
Si potrebbe replicare: noi siamo soddisfatti del lavoro fatto in Commissione, con la nostra relatrice Bonetti, sullo psicologo scolastico e sul benessere mentale dei ragazzi. Siamo intervenuti strutturalmente. Così come siamo intervenuti strutturalmente sul , per un meccanismo che non posso pensare che lei, Ministro Giorgetti, avesse mai validato, che era quello per cui lo Stato, a fronte di uno sgravio fiscale all'industria dell'audiovisivo, diventava proprietario dei film: una roba che non si è mai vista in nessuna parte dell'Occidente e dell'Oriente. Noi, che spesso ci pregiamo di avere invenzioni brillanti, l'avevamo proposto. Per fortuna, a fronte di un nostro emendamento, il Governo ha fatto marcia indietro. Abbiamo messo fondi strutturali - perché noi, l'opposizione, ha messo i fondi strutturali, mentre il Governo ha previsto - per la promozione dei diritti delle persone con disabilità: poca roba, lontanissimo da quello che serve, perché i numeri ci dicono che una persona su quattro ha una disabilità nel senso lato inteso dall'Organizzazione mondiale della sanità. Ciò significa tutte le famiglie. Certo, il milione e mezzo di euro che riusciamo a mettere noi, come opposizioni, farà ben poco, ma qualcuno lo dovrà pur fare. Voi governerete probabilmente ancora per un po' di tempo, forse è il caso che ve ne occupiate. Abbiamo finanziato, anche lì, con un investimento sui fondi strutturali, gli ausili e le protesi per l'attività sportiva delle persone con disabilità. Abbiamo dato risorse per la Metro C e per le Metro in generale; in particolare, essendo cittadina romana, sono contenta che cercheremo di dare vagoni e binari migliori alla Metro C di Roma, che versa in grave dissesto.
Purtroppo, invece, sono stati respinti altri emendamenti con i quali noi aiutavamo, per esempio, gli idonei della scuola, ancora in attesa di essere stabilizzati: nonostante i grandi piani assunzionali del PNRR, non riusciamo a stabilizzare persone che da 10 anni vivono di concorsi e non sanno di che morte devono morire.
Così come mettiamo solo 1.620 persone sul sostegno, quando, poche settimane fa, avevamo detto che sarebbero state 5.000. Sulla cultura, sono stati respinti gli emendamenti sulla lotta alla pirateria, quelli sull'editoria, quelli sull'apertura di piccole librerie, sul diritto d'autore, sulle biblioteche, tutti. Per non far torto a nessuno, la cultura l'abbiamo tagliata tutta. Ebbene, Ministro, le dico questo: proprio perché abbiamo fatto emendamenti strutturali, proprio perché abbiamo fatto emendamenti costruttivi, proprio perché siamo consapevoli, l'unica cosa che un po' dispiace è avere sentito toni trionfalistici dai banchi della maggioranza.
Infatti, se i toni fossero stati quelli di chi dice “ci rendiamo conto, non ce l'abbiamo fatta per la terza volta, non riusciamo ad aiutare gli italiani”, almeno avremmo apprezzato l'umiltà, invece ci vengono a raccontare che le persone stanno bene. Voi fermate una persona a caso, penso a un cittadino italiano qualsiasi. Questa mattina, venendo qui, parlavo con una signora - si chiama Francesca - che smontava dopo avere fatto la notte in una clinica dove lavora come infermiera.
Mi raccontava di una parente, non so se fosse una sorella, che aveva perso il lavoro a causa della crisi in quest'anno, non so se lavorasse nel comparto dell', della moda o della siderurgia. Mi sono immaginata questa signora che, magari, ha speso centinaia di euro per i libri dei figli e non avrà e non ha avuto un minimo di aiuto. Se, magari, ha figli piccoli, questi figli piccoli vanno in una scuola e quella scuola non avrà il personale ATA stabilizzato. Ricordo che il personale ATA è quello che consente l'apertura delle nostre scuole, è quello che consente di svolgere attività in orario extrascolastico.
Quindi, non avrà nuovi insegnanti, non avrà gli insegnanti di sostegno se questo bimbo ha una criticità. Se ha una persona con disabilità in famiglia, si troverà i numeri per i quali noi riusciremo a fare quello che avevamo promesso con la legge quadro sulla disabilità, ovvero dare un programma individuale a ogni persona con una fragilità. Ebbene, noi ne toccheremo l'1 per cento: l'1 per cento della platea delle persone con disabilità potrà avere ciò che la legge garantisce a tutti, che è un programma di assistenza individuale.
Se c'è una persona con disabilità in famiglia, l'amica, la sorella della signora Francesca si troverà a doversene curare lei, da sola, come succede alla maggiore parte degli italiani. Ovviamente, se è tra i milioni di italiani che aspettano di fare una visita medica, alla fine, utilizzerà i suoi soldi e andrà a farla privatamente, perché non si potrà permettere, per qualche patologia grave, di aspettare un anno per un intervento o per una visita. Se ha un figlio - io ne ho tre - che cerca lavoro, come molti di noi si arrenderà all'idea che abbia un lavoro precario o sottopagato oppure che vada all'estero. Ministro, per questo le dico che gli interventi trionfalistici che abbiamo sentito sono offensivi non per noi, ma per gli italiani.
Noi cosa ci aspettiamo, cosa le chiediamo? Non mettiamo in discussione la serietà, abbiamo visto la relatrice e il Sottosegretario Freni, abbiamo visto un tentativo di dare risposte. Chi è stato dietro a questi numeri, in questi giorni, sa cosa c'è dentro, sa quali sono le storture, le complessità e la vita difficile che si troveranno a fare gli italiani. Noi auspichiamo che su alcuni temi si corregga il tiro nei prossimi mesi. Il Ministro Giuli ha detto che sulla cultura torneremo, il Ministro Valditara ci promette cose, ma le prometta anche lei, perché, poi, la copertura economica dovete darla voi, altrimenti è inutile che passiamo l'anno a parlare di progetti che non vengono coperti.
Se da parte vostra c'è un impegno serio a correggere il tiro, ci troverete sempre qui, dalla stessa parte, a dare una mano agli italiani, a dare una mano alle persone, a dare una mano alle persone più fragili, a dare una mano all'economia italiana .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico industriale statale “Galileo Galilei” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ricordo che è in corso di svolgimento la discussione sulle linee generali sulla legge di bilancio e che, a breve, l'Aula si riempirà per le fasi finali di questa discussione e anche per probabili, eventuali voti.
È iscritta a parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Diciannove miliardi, Ministro: sono queste le risorse che mancano da qui al 2030 e, quindi, ha tanto lavoro da fare per provare a risollevare il nostro sistema sanitario nazionale, oggi in grande affanno. Lo diciamo con preoccupazione e rammarico, perché questa è una legge di bilancio molto lontana dalla necessità della sanità pubblica, con interventi ampiamente insufficienti. Il Fondo è di 136,5 miliardi: di fatto, si aggiungono 1,3 miliardi rispetto a quanto già stanziato nel bilancio del 2024.
Nonostante le scenette con la calcolatrice, che sono un insulto ai 4,5 milioni di italiani che rinunciano alle cure, vi è un'evidente riduzione degli investimenti sulla sanità rispetto alla ricchezza prodotta dal Paese. Evidentemente - lo diciamo con forza - il rafforzamento del sistema sanitario e la tutela della salute non sono una priorità per il vostro Governo. Il Fondo sanitario nazionale scende dal 6,12 per cento del 2024 al 5,7 del 2029. Non si è mai toccata una cifra così bassa: siamo al minimo storico, addirittura sotto al 6 per cento. Tutte le altre sono bugie, poco rispettose e raccontate a reti unificate.
In questa manovra, infatti, non c'è il piano straordinario di assunzioni di medici e infermieri che avevate promesso; non c'è l'abolizione del tetto di spesa per il personale; non ci sono risorse adeguate per restituire attrattività al sistema sanitario, visto che le indennità di specificità sono solo delle briciole, al pari di quelle che avete dato ai pensionati, che, grazie a voi, si pagheranno un caffè, ma non tutti i giorni, una volta al mese.
Andate, dunque, a spiegare agli infermieri perché avete trovato solamente 7 euro o a un medico perché avete trovato solamente 17 euro, a loro che hanno già gli stipendi più bassi d'Europa, mentre siete stati bravissimi, e lo siete dall'inizio, a finanziare opere faraoniche, come il ponte sullo Stretto, o a fare opere di propaganda, come i centri in Albania, utili solo a ciò che vi riesce meglio: la propaganda, con cui ogni giorno prendete in giro gli elettori, i cittadini italiani, con una legge, anche questa, che vede tante mance e mancette, senza quella visione strategica che un Paese come il nostro si merita.
Approfitto di questa occasione per esprimere, a nome del Partito Democratico, la nostra vicinanza e solidarietà al personale sanitario, ai medici, agli infermieri, ai dirigenti , perché è grazie a loro che il sistema sanitario si tiene in piedi, al loro impegno, alla loro dedizione, alla loro passione civile, alla loro professionalità. Se non investiamo per rendere le professioni sanitarie attrattive e riconoscere loro la giusta dignità, affosseremo per sempre il sistema sanitario e perderemo risorse straordinarie . Lo dico perché, secondo l'OCSE, la spesa sanitaria crescerà, fisiologicamente, in media, del 2,6 per cento ogni anno, fino al 2040, a causa del costo dei farmaci e delle tecnologie sanitarie, dell'invecchiamento della popolazione e dell'inflazione.
Gli incrementi previsti dalla manovra al 2025 sono ben al di sotto di questa soglia, e non saranno, dunque, sufficienti a mantenere il passo, lasciando il nostro sistema sanitario sempre più indietro. Dico di più: gli incrementi annuali del Fondo sanitario nazionale non sono sufficienti a coprire nemmeno le misure che avete previsto. Cosa significa questo? Che le regioni, per riuscire a realizzare tutti gli obiettivi della legge di bilancio sulla sanità, dovranno fare delle scelte drastiche, razionalizzare la spesa, tagliare i servizi, aumentare l'Irpef. Ma dico di peggio, lo dico ai colleghi che sono in Commissione bilancio: l'articolo 47, quello deputato al rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale, è uscito dalla Commissione bilancio peggio di come è entrato.
Abbiamo tolto da quell'articolo 469 milioni di euro per andare a finanziare molte altre opere, a discapito sempre della sanità pubblica. Avete, dunque, intenzione di affrontare il problema o preferite continuare a gettare la polvere sotto il tappeto? Lo dico perché, quando uscirete dal vostro mondo fantastico, parallelo, dove tutto va bene, provate ad interrogarvi e ad ascoltare i bisogni: la crisi del personale sanitario, che abbandona il sistema sanitario per turni massacranti, stipendi inadeguati, casi di violenza quotidiani; l'aumento esponenziale della spesa a carico delle famiglie, con gli italiani che rinunciano alle cure e chi è costretto a spostarsi da una regione all'altra; i pronto soccorso affollati e gli enormi disagi causati dalle lunghe liste di attesa; la fuga dalle specializzazioni dei nostri giovani; la mancanza di medici di base - lo ricordo, ne mancano 3.100 - e le difficoltà che hanno alcune regioni nel rispettare i LEA, che dovrebbero essere un indicatore di uniformità delle prestazioni e che, oggi, invece, sono diventati la certificazione delle disuguaglianze territoriali; e poi i ritardi del PNRR.
Questo è un elenco di un fallimento, anzi di una tragedia annunciata rispetto alla quale non avete mai voluto confrontarvi, voi, chiusi nei vostri palazzi e molto occupati a farvi i fatti vostri, lontani dai bisogni degli italiani. Lo ricordo perché a me la storia del Sottosegretario Gemmato ha molto colpito. È una questione etica, di opportunità, perché il Ministro e tutti i suoi collaboratori sono i primi che devono essere i garanti della sanità pubblica e del diritto alla salute per tutti. Evidentemente, non è così, perché il disegno è molto chiaro: il disegno è quello di smantellare la sanità pubblica e favorire gli interessi dei privati e la fatica in cui oggi versa il sistema sanitario nazionale è la migliore pubblicità per la sanità privata e di quanti fanno affari sulla pelle dei cittadini. Sì, perché oggi abbiamo già un sistema duale, quello del sistema sanitario, destinato a curare le fasce sempre più fragili della popolazione, e la sanità privata, che accoglie i ricchi e i benestanti. È una strada pericolosa, sulla quale è necessario interrogarci perché ci chiediamo e vorremmo sapere: ma vi interessa qualcosa dei cittadini italiani?
Avete bocciato le nostre proposte, quelle sulla sanità: i 5,5 miliardi che, come opposizione, abbiamo proposto nel prossimo triennio per sostenere il sistema sanitario nazionale, il superamento del tetto per le assunzioni con 400 milioni e un miliardo per la prevenzione. Nessuna disponibilità al dialogo. Ma vi rendete conto che le risorse che non mettete voi, che non mette lo Stato, le mettono i cittadini di tasca propria? Il messaggio che passa è disarmante: è quello di uno Stato che non c'è, che abbandona i suoi cittadini al loro destino, sulla sanità come su altro, mentre si continua a favorire l'evasione fiscale, a condonare tasse, sanzioni, multe, comprese quelle dei no-vax, che mettono in crisi, poi, i bilanci di comuni ed enti locali. Una beffa giornaliera, uno schiaffo ai cittadini onesti, a chi paga le tasse, a chi si vaccina, perché ogni scelta individuale possa garantire un beneficio collettivo. E mi stupisco della sudditanza del Ministro Schillaci, un medico che sa bene come il piano vaccinale sia uno strumento strategico di politica sanitaria pubblica per proteggere la popolazione.
È vero. Abbiamo contribuito a migliorare questa legge di bilancio con alcuni emendamenti e ne siamo orgogliosi, ma è una goccia in un mare di niente. Penso all'emendamento che ha superato la norma transitoria per i medici specializzandi del decreto Calabria, penso al rifinanziamento dei test NGS per le malattie rare e la diagnosi precoce, penso al finanziamento del psicologo e al Fondo per la psicologia scolastica. Certo, abbiamo fatto qualche passo avanti, ma questa è una legge di bilancio pesante che suona il della sanità pubblica italiana. Al di là dei vostri proclami populisti su inesistenti investimenti record e toni trionfalistici che - mi dispiace dirlo - abbiamo sentito anche in quest'Aula, c'è un lungo elenco di fatti e i fatti sono testardi come la verità. È di questo che dovete render conto, perché il sistema sanitario è un investimento sul futuro del Paese, sulla sua competitività, sulla sua attrattività. È il presupposto per costruire il benessere di un'intera comunità. Da qui, dalla serietà delle politiche pubbliche messe in campo, si misura il grado di maturità e di civiltà di un Paese, che si dovrebbe fondare su uguaglianza, universalismo, equità, giustizia sociale e parità. Siamo su una strada pericolosa, siete su una strada pericolosa che mette a rischio la democrazia. Fermatevi finché siamo in tempo e parliamone.
PRESIDENTE. Concluda.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Ascoltate le richieste di aiuto non del Partito Democratico - chiudo - ma dei cittadini italiani, perché è a tutti loro che voi e noi, insieme, dovremo rendere conto .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo scientifico a indirizzo sportivo interno al Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Auguriamo loro ogni fortuna e ricordiamo che siamo in presenza prevalentemente dei deputati iscritti in discussione generale sulla legge di bilancio, oltre che del Governo nelle persone del Ministro Giorgetti e del Sottosegretario Freni.
È iscritto a parlare il deputato Andrea Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Presidente, Ministro, Sottosegretari, colleghi, io penso che questa manovra sia sostanzialmente pessima. L'anno scorso ho definito la manovra miserrima e credo che quest'anno si sia sullo stesso versante.
Ci sono dei record di questo Governo e sono record negativi: 5.700.000 poveri assoluti, 2.200.000 famiglie in povertà assoluta, 4 milioni di lavoratori poveri e un calo industriale da 21 mesi a questa parte che non mostra segni di cedimento. Il prossimo inverno sarà l'inverno più freddo degli ultimi anni e sarà anche l'inverno più costoso da un punto di vista energetico. Viene in mente Draghi quando diceva: volete la pace o i condizionatori accesi? Sette miliardi e mezzo in tre anni per gli armamenti nella folle guerra in Ucraina.
Eppure, questa manovra aggiunge ben poco rispetto alla situazione complessiva. Si procede dall'inutile e costoso ponte sullo Stretto alla spesa sugli armamenti e restano pochi e insultanti spiccioli per le pensioni, cioè 1,80 euro di aumento medio. Per aumentare le retribuzioni degli infermieri ci sono 7 euro e per i medici 17 euro.
Che dire, poi, dei favori all'industria dell'azzardo, Ministro? È stata definita dal Sottosegretario Freni una risorsa fondamentale per l'economia. Io voglio ricordare che anche rispetto all'azzardo state strutturando la nuova scommessa che doveva servire solo per le zone alluvionate. C'è un aumento delle scommesse e del volume di azzardo, state eliminando l'osservatorio sull'azzardo, che era un osservatorio importante ai fini epidemiologici e ai fini della valutazione del problema, e state prorogando le concessioni sull'azzardo. Giorgetti ci dovrebbe spiegare quanti soldi prenderà in più e ci dovrebbe spiegare dove andrà a prenderli. Non li prende dai concessionari, da quei soggetti che gestiscono per conto dello Stato italiano un settore molto delicato per la salute, ma in parte fiscalmente residenti nei paradisi fiscali, per cui drenano soldi fuori dall'economia italiana. Ci si dimentica che tra questi signori ci sono anche i mafiosi. Sissignori, i mafiosi che con l'esplosione dell'azzardo legale hanno fatto più affari che con le bische clandestine. Il procuratore capo di Bari, dottor Rossi, nel marzo 2023 lo disse in Senato: le mafie non hanno solo infiltrato l'azzardo legale, ne hanno assunto il controllo. Ma, evidentemente, si pensa a incassare denaro e le indicazioni della Commissione antimafia per contrastare questo fenomeno giacciono inascoltate.
Dove si vanno a prendere questi soldi, Ministro? Io glielo dico: dalla povera gente. Nel 2023, l'azzardo legale ha fatturato 136 miliardi, la più grande impresa non produttiva del Paese; si stima che a fine anno saranno 160 miliardi, più degli investimenti in sanità; 120 milioni di ore passate ad azzardare, un terzo delle vacanze degli italiani; 4.000 gratta e vinci al minuto, con un più 8,8 per cento sul 2023. Sono tempi di vita sottratti alla vita sociale, sottratti ai cittadini per fare cassa. L'Italia è il primo mercato dell'azzardo in Europa, quando è al dodicesimo posto per reddito . Rimane l'ipocrisia di lasciare circolare, però, le pubblicità delle scommesse sportive per incrementare gli affari del settore.
Lo sa quanti minorenni giocano d'azzardo? Lo sa che sulla maglia dell'Inter c'è lo sponsor e poi sotto c'è scritto più piccolo “”?
Ma, sopra è scritto e è una società del gioco d'azzardo. in inglese vuol dire scommessa. Ebbene, Presidente, io le do una notizia, che la pubblicità e le sponsorizzazioni sui giochi, grazie al MoVimento 5 Stelle, sarebbero già legge ma Agcom, che dovrebbe vigilare e comminare le sanzioni, ha disapplicato una legge dello Stato, con delle semplici linee guida di una autorità.
Si è lasciata condizionare dalle dell'azzardo. Ora, per fare cassa, quella pubblicità serve, perché aumenta il mercato, quindi, ai concessionari con una mano togliamo e, con l'altra, diamo. Ma quei soldi li prendete ai ragazzi minorenni. Io provengo dal mondo della cura delle dipendenze e lo sa, Giorgetti, che, quanto prima si inizia a giocare, tanto maggiori sono le probabilità di ammalarsi e in forme più gravi e difficilissime da curare?
Che dire, poi, del definanziamento della sanità pubblica: un miliardo e 300 milioni per il 2025 non bastano nemmeno a far pari con l'inflazione. Si scende al di sotto del 6 per cento del PIL; l'abolizione del tetto alle assunzioni è un miraggio. Il personale è sottodimensionato, i turni di lavoro sono massacranti, il benessere organizzativo, quello retributivo e quello professionale, sono dimenticati. La ridotta tassazione degli straordinari per il personale infermieristico è cosa ridicola, se si pensa che già sono in debito con i tempi di vita. In compenso, si continua con la logica di favorire il privato, unico soggetto che guadagna sulle liste d'attesa, con le ricche convenzioni delle cliniche del Nord del Paese. Il progetto stesso dell'autonomia differenziata, che vogliamo spazzar via con il referendum, va in questa direzione. Ancora oggi, noi possiamo constatare il divario che c'è tra Nord e Sud ed è assolutamente inaccettabile la migrazione sanitaria; è assolutamente ingiusto che chi nasce al Sud, ha meno diritti di chi nasce al Nord e questo sistema non va assolutamente sostenuto. Le nostre proposte di rifinanziare, con risorse sufficienti - ricordo che rispetto alla media OCSE siamo in debito di oltre 40 miliardi - sono state rigettate pur avendo coperture economiche significative. Ma già, voi avete sposato un'economia di guerra, voi avete in testa un inutile ponte sullo Stretto, eppure ci sono 4 milioni e mezzo di persone che rinunciano alle cure. Anche questa legge di bilancio è pessima, è miserrima, Presidente, e noi voteremo convintamente contro .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Elisabetta Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, qualcuno ha sostenuto che questa sia una manovra prudente. Noi, da parte nostra, come Alleanza Verdi e Sinistra, registriamo, invece, come questa sia una manovra soprattutto confusa, insufficiente, ripetitiva, rispetto alle precedenti manovre. Siamo di fronte a scelte di ordinaria amministrazione, ordinaria elargizione ai settori ben presidiati dalle vicine al Governo, come quello dell'industria degli armamenti e ordinaria riduzione ai settori in cui si trovano quei servizi pubblici fondamentali che costituiscono l'architrave del senso della Costituzione italiana. Mi riferisco alla scuola e all'università, alla ricerca, alla sanità, all'ambiente, alla transizione ecologica e alle politiche industriali.
Questa maggioranza di destra taglia e dimentica tutto ciò che è importante; persa, Presidente, nelle sue chimere suprematiste, nel labirinto penale costruito a suon di aumenti di pena e nuovi reati, nell'inseguimento ai nostalgici della cultura di qualche ventennio, nell'elogio del manganello e nella demonizzazione delle tasse, come fossero il male assoluto, una mostruosità, il più grande problema del Paese. Mentre sono, razionalmente - se la razionalità, Ministro, ci interessa ancora -, lo strumento attraverso cui si può operare un riequilibrio, una redistribuzione della ricchezza e un'efficienza dello Stato e dei servizi da esso erogati.
Non c'è, Presidente, in questa manovra di bilancio, una visione, un'idea del Paese, un progetto tangibile e concreto, una scommessa su qualcuno o su qualcosa. La destra ha ridotto l'Italia all'argomento di una retorica nazionalista, l'Italia è diventata una parola, un modo di dire, il pretesto di un linguaggio che ha l'unica funzione di nascondere il vuoto pneumatico, nascondere l'indifferenza nei confronti dei problemi delle persone e, infine, la legittimazione e la normalizzazione dell'ingiustizia sociale e del disastro climatico. “Questa Nazione, questa Nazione, questa Nazione”: dai banchi della destra, Presidente, lo ripetono in maniera convulsa e continuativa, milioni di volte, dicono ossessivamente che stiamo difendendo l'interesse della Nazione. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra, però, crediamo che sia venuto il momento di spiegare alla Presidente Meloni e alla sua maggioranza che questa Nazione è, prima di tutto, composta da persone che hanno problemi, che incontrano difficoltà, che hanno aspettative e bisogni e che vogliono risposte.
Vogliamo elencare questi problemi della Nazione, queste questioni nazionali. La prima e la più clamorosa - e anche la più clamorosamente ignorata dal Governo - è la questione salariale: gli stipendi degli italiani e delle italiane sono troppo bassi. Ve lo ripetiamo da due anni e lo dicevamo anche negli anni precedenti. Secondo l'OCSE, questa Nazione ha il primato negativo per i salari reali, siamo il Paese peggiore dell'area euro: meno 6,9 per cento rispetto al 2019. Non è solo colpa della crisi inflattiva scatenata dalla guerra, ma è un problema strutturale e di lungo corso. Tra il 2013 e il 2022 la crescita dei salari, in termini di potere d'acquisto, ci vede arretrare: meno 2 per cento, mentre in tutta Europa i salari sono cresciuti almeno del 2,5 per cento. In Italia aumenta, inoltre, la cassa integrazione, più 23 per cento, e diminuiscono le ore lavorate. È possibile che in questa situazione ci tocchi ascoltare, ogni giorno, dalla Presidente Giorgia Meloni, affermazioni che dicono che i più grandi risultati del Governo sono sul lavoro e sull'occupazione? È possibile, ma davvero? Non sentite come stride il vostro trionfalismo con la realtà di milioni di italiani che hanno tanti problemi quando fanno i conti in famiglia su come coprire le spese? State rendendo strutturale un piccolo taglio al cuneo fiscale, qualcosa che è stato fatto almeno da quattro Governi precedenti e pensate, così, di aver risolto il problema e in qualche modo di aver dato una risposta. Allora, io, Ministro, le dico questo: lei può scegliere se chiedere alle persone comuni, fuori di qui, oppure ai centri di ricerca, qualsiasi centro di ricerca, ma da entrambi avrà la stessa risposta, perché gli stipendi non crescono abbastanza e, se lo fanno, lo fanno comunque rimanendo sotto il livello della crescita dell'inflazione, che abbiamo avuto in questi anni. Vi vantate dei dati sull'occupazione, mettendovi in imbarazzo da soli, perché, non noi di Alleanza Verdi e Sinistra, ma Goldman Sachs dice che una parte - sto leggendo letteralmente - “una parte sproporzionata dell'aumento è avvenuta nel settore delle costruzioni grazie ai crediti d'imposta” e, quindi, da quel superbonus che avete additato come una mostruosità e l'altra parte è dovuta al PNRR, cioè ai 200 miliardi, che non sono stati conquistati da questo Governo, ma che da questo Governo vengono spesi.
In questo contesto voi dite “no” al salario minimo, bocciate tutti i nostri emendamenti rivolti ad aumentare diritti e tutele nel lavoro, criminalizzate gli scioperi di quei lavoratori e quelle lavoratrici che stanno chiedendo salari più alti e che lo chiedono nell'ambito della contrattazione sui nuovi contratti nazionali di lavoro, con il Ministro Salvini che, dalla mattina alla sera, continua a dire che questi lavoratori che scioperano sono il problema del Paese, rappresentano il caos e, facendo così, nega la questione salariale gigantesca che abbiamo in Italia.
Dite “no” anche a una riforma del lavoro simile a quella spagnola, che riduca la precarietà e lo sfruttamento. Però, Ministro, io glielo devo dire: l'Italia quest'anno cresce dello 0,5 per cento. La crescita della Spagna, che ha fatto le politiche che vi chiediamo, ha raggiunto il 3 per cento e le prospettive di quel Paese continuano ad essere ottime.
Dite “no” anche ai nostri emendamenti per alleggerire le spese delle famiglie a basso reddito e del ceto medio. Abbiamo chiesto 5,5 miliardi per abbattere le liste d'attesa: non ci sono, però ci sono 40 miliardi di spesa privata che le famiglie ogni anno trasferiscono alle imprese della sanità privata. Ora io le chiedo: non sono tasse occulte queste? Non è una tassa occulta il meccanismo per cui ti riduciamo di 15 euro il cuneo fiscale sullo stipendio ma ti obblighiamo a spendere 100-120 euro per avere una visita presso la sanità privata? Io penso che siano tasse occulte.
Lo stesso vale per la casa, per l'edilizia popolare, per gli affitti e i mutui che spolpano gli stipendi. Avete azzerato prima il Fondo per la morosità incolpevole, il Fondo affitti, e adesso ci mettete 10 miliardi, che sono una goccia nel mare e noi, Presidente, dobbiamo dire che non è possibile che l'affitto e il mutuo si mangiano più di un terzo del potere d'acquisto dei salari degli italiani. Le dico una cosa: ad Amsterdam quest'anno è suonato il campanello d'allarme, perché le case pubbliche sono scese sotto il 50 per cento. In Italia, sa quante ne abbiamo? Meno del 2 per cento. Allora, potevate - credo - immaginare di prendere i tantissimi miliardi, fino a 16, che investite sul ponte sullo Stretto e trasferirli in un piano per l'edilizia popolare, ma, ovviamente, anche a questo avete detto “no”.
Dite “no”, infine, a tutte le politiche sul diritto allo studio che ridurrebbero il peso delle spese dell'istruzione sulle famiglie. Quest'anno i libri di scuola alle superiori sono arrivati a superare i mille euro e a queste spese pensate di far fronte con i , quei di cui la Presidente Meloni aveva assicurato la fine e di cui la vostra deputata Cattoi oggi ha fatto un elenco lunghissimo, un infinito elenco di che sono un'offesa rispetto alla necessità di politiche strutturali: mille euro per la nascita di un figlio, il asilo nido, anche se in metà del Paese l'asilo nido pubblico non c'è. Questa presa in giro ci fa male. Un figlio, Presidente - credo che lei lo sappia -, incide molto di più sul bilancio di giovani famiglie, che non arrivano a 2.000 euro di stipendio.
Quindi, questo problema degli stipendi è il problema centrale. L'istruzione - lo dico con forza e con chiarezza - deve essere gratuita, dall'asilo nido all'università. Quella pubblica deve essere gratuita, perché io credo che ci sia ormai la necessità palese di chiedere al Ministro Valditara e a tutta la maggioranza di rileggere l'articolo 33 della Costituzione, che dice che “enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” - senza oneri per lo Stato -, e voi anche in questa legge di bilancio violate la Costituzione, perché stabilite un finanziamento alle scuole private di 50 milioni di euro.
Avete finanziato per 3 miliardi le spese in armamenti, avete aumentato di miliardi le spese per il ponte sullo Stretto, ma avete bocciato tutti i nostri emendamenti sulla scuola e l'università. “No” alla riduzione del numero di alunni per classe, che sono diventati tantissimi dopo le pessime riforme della Gelmini e i dati sui risultati scolastici, che fanno paura, ce lo dicono: la metà dei ragazzi che esce dalle superiori non conosce bene l'italiano e la matematica. “No” al tempo pieno in tutto il Paese. Ho sentito i deputati della maggioranza parlare di giustizia sociale; è giustizia sociale che, in tutto il Sud, il tempo pieno non esista e che i bambini del Sud facciano, di fatto, un anno in meno di scuola rispetto a quelli del Nord già alla primaria?
Avete detto “no” all'aumento dei docenti e del personale ATA, attraverso la riduzione del precariato, “no” al potenziamento del Fondo ordinario dell'università, anzi lo tagliate perché così quei tagli si trasformano, anche questa volta, in una tassa occulta, cioè l'aumento delle tasse universitarie, che succederà necessariamente e per forza. Quindi, fate il gioco delle tre carte: ad alcuni, alle vostre , tagliate le tasse, ma poi ad altri di nascosto, dall'altro lato, aumentate tasse occulte e indirette.
Avete detto “no” anche al nostro emendamento sulle residenze universitarie. È un'altra truffa, perché magari riducete il cuneo fiscale di poco, ma permettete che in questo Paese si debbano pagare 600 euro a posto letto per un figlio che studia.
Infine - ho chiuso Presidente -, la ricerca: clamorosa indifferenza verso la ricerca. Vi ho sentiti elencare miliardi di misure per le imprese, ma credo che non si sia capita una cosa, che senza ricerca di base non c'è innovazione tecnologica e di prodotto possibile, non ci sono gli strumenti per la crescita economica, sociale e civile del Paese. Quindi, vi chiedo: è possibile che non possiate investire soli 200 milioni per stabilizzare i ricercatori del CNR e di tutti gli altri enti di ricerca? È possibile che non si trovino queste risorse? Io credo che dobbiate vergognarvi di intervenire sull'ingiustizia dello stipendio del Ministro non eletto, ma di ignorare del tutto l'ingiustizia di precari che sono precari da 10-15 anni e che guadagnano, al lordo, 52.000 euro l'anno.
Noi dell'opposizione non ci siamo girati dall'altra parte rispetto alle mobilitazioni dei precari del Consiglio nazionale delle ricerche. Abbiamo messo a disposizione le pochissime risorse che potevamo mettere a disposizione per la stabilizzazione almeno della metà di coloro che già oggi hanno i requisiti della legge Madia, che sono circa 500. Ora, vi chiediamo di essere seri e di fare il resto, che significa mettere in campo un piano che programmi le assunzioni di tutti questi precari
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Alberto Bagnai. Ne ha facoltà.
ALBERTO BAGNAI(LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei intervenire in discussione generale per contestualizzare il quadro macroeconomico sul quale interviene questa manovra, perché sento dire spesso, in quest'Aula e in tante altre circostanze, che noi siamo qui da due anni e che, quindi, ci si aspetterebbe uno scatto di reni. L'argomentazione sembra plausibile. Io, però, vorrei ricordare che solo quest'anno siamo riusciti a ritornare al livello del PIL del 2007. Il Paese è stato fermo per 17 anni per dei motivi che ormai sono abbastanza chiari e li evidenzia, fra gli altri, oggi il più autorevole di tutti, il Presidente Draghi, in alcuni documenti dei quali vorrei parlarvi, che vorrei condividere con voi. Ora, non è che stiamo chiedendo 34 anni per risolvere 17 anni di problema, ma non ci può neanche essere rinfacciato di non aver risolto in 2 anni 17 anni di problema
Questo vorrei che fosse chiaro, anche perché, se andiamo sul gioco del rimbeccarci le cose annuncio - o, se volete, ricordo a me stesso - che chi ne uscirebbe peggio non saremmo noi. Il 26 luglio 2015 titolava l'annuncio di tagli di 10 miliardi sulla sanità dalla del deputato Gutgeld, che all'epoca ebbi anche il piacere di conoscere in un'audizione informale cui mi convocò il presidente Capezzone della Commissione finanze.
Il 25 ottobre del 2024 sempre ci dice che occorrerebbero dieci miliardi per risolvere la situazione della sanità; in un contesto in cui il Fondo sanitario nazionale comunque è al massimo storico, mi chiedo se i 10 miliardi che mancano oggi sono quelli che sono stati tolti dal PD qualche anno addietro. Ma non voglio pormi su questo piano di battibecco, perché rispetto le intelligenze qui convocate, rispetto il vostro tempo. Io vorrei rapidamente condividere con voi i principali risultati dell'analisi del Presidente Draghi, che ci racconta, ci spiega che troppo a lungo l'Europa ha tollerato una politica di bassa crescita di salari come strumento per accrescere la competitività esterna.
Questo è un problema che è noto a tutti noi o perlomeno lo era, perché poi vi darò anche qualche estratto, se me lo consentirete, degli stenografici del 2011, dove c'era qualcuno che queste cose già le diceva e c'era qualcun altro che invece diceva che “andrà tutto bene”, film che abbiamo già visto anche recentemente; non è andato tutto bene. I esteri - ci dice Draghi - hanno aperto spazio fiscale, spazio di bilancio, ma in Europa i Governi hanno fatto la scelta deliberata di non utilizzare questo spazio. Allora, a scanso di equivoci, io vorrei ricordare che al Governo italiano questo spazio è stato precluso da un intervento piuttosto reciso e piuttosto esplicito della BCE, in quegli stessi anni, che raccomandava politiche fortemente procicliche. Ci veniva detto che avremmo dovuto assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche, con correzioni di bilancio, anticipare il calendario di entrata in vigore delle misure nel pacchetto di luglio 2011, portare il fabbisogno netto all'un per cento nel 2012, tagli delle pensioni, tagli degli stipendi pubblici, eccetera.
Si può argomentare che la posizione dell'Italia fosse diversa e peggiore di quella di altri Paesi europei; bene, però ricordo una cosa, a me stesso naturalmente, perché non voglio offendere nessuno ricordando che esistono le frazioni improprie e il rapporto debito/PIL in Italia è una frazione impropria; pensate che se ne è accorto perfino il Fondo monetario internazionale nel 2023. Che cosa voglio dire? La frazione impropria, per esempio, è 1,5 (3/2); se tagliamo 1 di debito, ma questo 1 di debito che tagliamo fa scendere di 1 il PIL, i 3/2 diventano due interi e da 1,5 si sale a 2. Quindi, la strada non può essere quella e, infatti, applicando quella strada al nostro Paese, siamo riusciti a portare il rapporto debito/PIL dal 120 per cento pre-Monti al 135 per cento post-Monti, anche se oggi il Presidente Monti può affermare, con qualche ragionevolezza, di essere stato ispirato dalla lettera del Presidente Draghi. Quindi, insomma, è un dialogo fra loro, però i risultati li abbiamo subiti noi.
È molto interessante anche l'osservazione secondo la quale i politici europei hanno rivelato una preferenza per una particolare costellazione (oggi si dice così, questa parola credo che la sentiremo spesso perché è entrata in circolo, quindi è la nuova resilienza, adesso va di moda la costellazione) una particolare costellazione economica, una costellazione che si basava sullo sfruttamento della domanda estera e sull'esportazione dei capitali grazie a bassi livelli di salari. Sapete: basso livello di salario; riesco ad esportare perché i miei prodotti sono convenienti; incamero risorse finanziarie che poi reinvestito all'estero; esporto capitale. E ci viene detto dal Presidente Draghi che questa costellazione non è più sostenibile.
Ora, io qui, però, un'osservazione la vorrei fare. Questa costellazione - chiamiamola così - cioè la politica mercantilista, che il capitalismo renano - chiamiamolo in questo modo - ha imposto all'Unione europea, non è mai stata sostenibile; qualcuno se ne era accorto. Non raccontiamoci, alla Alberto Sordi, che la crisi della Germania è, come dire, causata dalla guerra, causata dalla pandemia. Certo che questi fatti non hanno aiutato nessuno, non hanno aiutato neanche noi; fatto sta che l'indice della produzione industriale in Germania - lo dico a beneficio del verbale, di chi magari per sua formazione, per sua attività istituzionale si occupa di altro - era in derapata, non dico in caduta libera, ma in discesa tendenziale ben evidente dal 2017, da quattro anni prima dello scoppio della guerra; evidentemente i problemi erano altri.
D'altra parte, qualcuno nel 2011 lo aveva detto che la Germania stava segando il ramo su cui era seduta e adesso ragioniamo sul come si faceva a vederlo. Il modello , su cui ci siamo basati, non è stato tollerato, è stato sostanzialmente imposto. Il recupero della competitività col taglio dei salari era il senso della lettera della BCE ed è stato imposto da chi pensava di vincere questo tipo di sfida, da chi pensava di essere avvantaggiato; però il paradosso è che, come ci ha ricordato la collega Cattoi, in realtà, questa sfida, alla fine, la sta vincendo il nostro Paese che, nonostante la cura da cavallo, riesce a esportare.
Non è stato imposto per caso questo modello, ma è stato imposto perché aveva precise conseguenze distributive, cioè è stato imposto per precisi motivi di classe, una lotta ideologica alle PMI e ai lavoratori, questo è il tema; PMI e lavoratori sono stati forse sconfitti - in realtà i numeri dimostrano che si stanno riprendendo -, ma per sconfiggerli queste politiche, imposte - mi duole dirlo - dall'Unione europea, che adesso speriamo cambi orientamento e forse lo cambierà, hanno sconfitto anche tutti noi in quattro modi.
Innanzitutto, facendo scappare i capitali di cui abbiamo bisogno, perché, a fronte di questo gigantesco saldo commerciale attivo che l'Europa ha dal punto di vista della contabilità, della bilancia dei pagamenti, vi sono altrettanti capitali che vanno all'estero, nei grandi fondi americani per la buona ragione che lì c'è più stabilità economica, ci sono migliori rendimenti; ma in questa condizione di avere minori rendimenti e minore stabilità economica ci siamo messi noi, fragilizzando il nostro sistema.
Queste politiche di bassi salari hanno anche compromesso la produttività. Ecco, il Presidente Draghi dice che la produttività si arresta dagli anni Novanta, perché c'è stato lo tecnologico di Internet, noi non saremmo saliti sul treno della rivoluzione digitale e perché poi dopo c'è stata la grande crisi finanziaria. In realtà, la compressione dei salari incide sulla produttività; eccome. Eccome. Ci sono almeno tre o quattro modi attraverso i quali la compressione dei salari incide sulla produttività. Innanzitutto, se il costo del lavoro è troppo basso, per un ovvio effetto di sostituzione, si farà ricorso a tecniche di lavoro che sono a maggiore intensità di lavoro e minore intensità di capitale. Quindi, se tu imponi un modello di sviluppo basato sui salari bassi, poi dopo non ti puoi lamentare del fatto che le aziende, nel loro produttivo, privilegino il lavoro che gli costa di meno sul capitale. Poi, naturalmente, un salario basso scoraggia l'impegno dei lavoratori; c'è tutto il tema del salario di efficienza, dei costi di monitoraggio, non entro in questo, lo teniamo a verbale come annotazione per chi un domani vorrà studiarselo.
Poi c'è anche un altro tema. È molto difficile andare da una persona e dire “ti pago di meno”, in effetti non funziona così. Come funziona? Si crea disoccupazione e poi si garantisce precarietà, questo è il percorso. Te ne vai e poi rientri con minori garanzie, alla fine poi il era questo, no? Diciamocelo. Allora questo, però, che cosa fa? Queste carriere interrotte dalla precarietà determinano una scarsa accumulazione di capitale umano, perché la forza del modello di piccola e media impresa italiana è sempre stata l'identificazione del lavoratore e dell'imprenditore nelle sorti del progetto industriale al quale insieme collaboravano. E questo, però, presuppone che ci sia un'ipotesi di stabilità che si è voluto rimuovere in nome della modernità.
E poi c'è un'altra conseguenza, abbastanza paradossale, di queste politiche di bassi salari alla ricerca della competitività: è che queste politiche hanno totalmente svuotato di significato il mercato interno. Nel senso che ci siamo messi insieme per creare un grande mercato unico; però, questo mercato unico - ormai il Presidente Draghi lo dice , quindi penso di poterlo ripetere in quest'Aula, non solo in saggi, diciamo così, clandestini o nel mio - di fatto queste politiche di ricerca della competitività hanno drasticamente ridotto il potere d'acquisto dei clienti su questo mercato interno.
Quindi, si è creato il paradosso di mettere su un mercato interno dove la competizione fra i vari attori nazionali faceva scendere i salari, con il risultato di inseguire la domanda estera per sostenere le nostre imprese. Ma questo è un risultato che, nonostante l'Italia, grazie a Dio, in questa guerra, abbia dimostrato di combattere e di vincere, crea comunque una fragilità strutturale. Infatti, come dico sempre e umilmente ricordo a me stesso, chi esporta beni, prima o poi, importa problemi: se il tuo mercato è quello di altri Paesi (i Paesi emergenti e gli stessi Stati Uniti), non puoi essere sicuro che la loro intonazione politica sia sempre favorevole all'acquisto dei tuoi beni o che il loro quadro politico e geopolitico sia sempre stabile. Quindi, avere questo mercato unico forte di persone che avessero un minimo di benessere era un'intuizione corretta, ma è andata in una direzione totalmente diversa rispetto a quella che le avrebbe permesso di essere un meccanismo di assorbimento degli internazionali. Anzi, è diventato quasi un meccanismo di amplificazione degli internazionali.
E poi, se nel 2011 sarebbe bastato ricorrere a strumenti nazionali e allo spazio fiscale nazionale, perché oggi non sarebbe possibile? Lo è anche oggi. Quindi, tutta questa insistenza per avere strumenti di debito comune logicamente non tiene, nel momento in cui ci si dice che, in una crisi più grave di quella che abbiamo oggi, cioè quella del 2011, che fu più grave e più protratta, avremmo potuto usare il debito nazionale. La verità è che qui c'è un progetto politico di controllo della spesa degli Stati nazionali e di sostituzione del potere di indirizzo dei Governi nazionali con il potere di indirizzo della Commissione. Ma la Commissione ha sempre scelto bene? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Questo Governo nazionale ha funzionato? Ecco, vorrei dire una cosa con grande semplicità: purtroppo, non tutti erano d'accordo con questo orientamento e ce lo testimoniano anche i verbali e i resoconti delle drammatiche sedute parlamentari in cui venne conferita la fiducia al Governo Monti e in cui venne approvato il Salva Italia; quello che si può dire è che la storia si ripete, la prima volta come tragedia, la seconda come tragedia, perché, così come non ci avete ascoltato sull'austerità, come ora dimostrerò, adesso non ci state ascoltando sul .
Tutto questo a cosa è servito? È servito a portare - mi sono scritto la cifra, perché neanche me la ricordo - a 9 miliardi di tonnellate il consumo di carbone. Sapete perché? Perché serve alla Cina per costruire i pannelli fotovoltaici che vende a noi. Se vi guardate il grafico del consumo di carbone, quello previsto e quello effettivo, quello previsto, da quando si comincia a parlare di rivoluzione verde, è sempre piatto, mentre quello effettivo sta crescendo esponenzialmente, con un'accelerazione drammatica, nel momento in cui abbiamo deciso di distruggere il nostro tessuto industriale, affidandoci totalmente alla fabbrica del mondo, la Cina, dove però gli standard ambientali, come ben sapete, non ci sono. Quindi, forse un po' di gradualità - non mettere tagliole, ma affidarsi a un minimo di orientamento dato dalla forza del mercato e dei prezzi relativi - forse avrebbe aiutato a una maggiore progressività e a tutelare l'ambiente . Ma qual è il problema?
Il problema è che questo non è mai stato - e tuttora non è - nelle corde del progetto europeo, che è un progetto che deve essere autoritario per coinvolgere i Paesi sottostanti.
Mi sono riletto un po' di resoconti e, nel corso della discussione generale sulla fiducia al Governo Monti, leggo: “un sostegno alla domanda interna è fondamentale” - cioè come le parole del Presidente Draghi -. Sapete chi disse queste parole? Le disse l'onorevole Guido Dussin, che adesso credo sia tornato a fare il sindaco in Veneto. Ho cercato domanda interna in quel resoconto, ma c'è solo questa menzione; eppure c'erano parlamentari di statura accademica e intellettuale, nel senso della professione intellettuale, più elevata di quella di un sindaco di provincia.
“La manovra è recessiva, certo, ma è esattamente quello che vuole l'Europa, perché l'Europa vuole esattamente una manovra recessiva. (…). E siccome noi importiamo di più di quello che esportiamo, abbiamo bisogno di ridurre la domanda e i salari, quindi abbiamo bisogno di una manovra recessiva. Dite la verità, non prendiamo in giro la gente! Quindi, noi, per aggiustare questo squilibrio, dobbiamo abituarci a qualche anno di decrescita”: il presidente Garavaglia, il 22 dicembre 2011, in dichiarazione di voto sulla manovra Salva Italia in Senato. Quindi, era tutto chiaro ed era tutto scritto, com'era anche scritto che l'approccio mercantilista è logicamente incoerente; dato che tutti i Paesi non possono essere simultaneamente esportatori, i casi sono 2: chi appoggia la crescita sulla domanda altrui, se riesce nell'intento - e bisogna vedere come -, si espone prima al conflitto, per accaparrarsi i mercati di sbocco, e poi alla crisi economica, quando i suoi mercati di sbocco strutturalmente in vengono schiacciati dalla inevitabile crisi finanziaria. “Il successo tedesco è una vittoria di Pirro, innanzitutto per questo motivo: la Germania sta visibilmente segando il ramo sul quale è seduto, che era e rimane il resto dell'eurozona”: questo, invece, lo scrivevo io, nel 2012, quando ero di sinistra, quando non sapevo che esistevano, all'interno del partito in cui mi onoro di militare, risorse intellettuali e capacità di visione, la stessa capacità di visione che oggi ci viene confezionata e riproposta, in contesto postumo e dalla quale però dobbiamo ripartire, nelle sedi europee, se vogliamo che il progetto abbia una sua tenuta, perché il problema di questo progetto non è l'irreversibilità, ma è la sostenibilità. Oggi lo sappiamo. Questa manovra, articolata sul sostegno alla domanda interna, rappresenta un significativo cambio di rotta ed è per questo che noi siamo convinti che sia una manovra valida .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Teresa Sarti” e il Consiglio Comunale dei Ragazzi di Campi Salentina, in provincia di Lecce, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Ricordiamo che è in atto la discussione generale sulla legge di bilancio e che sono presenti prevalentemente i parlamentari iscritti a parlare, oltre al Governo.
È iscritto a parlare il deputato Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, Sottosegretario Freni, Ministro Giorgetti, siamo davanti a una legge di bilancio che credo abbia un tessuto smunto e colori sbiaditi, ma che soprattutto sia coperta, in gran parte, con moneta fuori corso ed ora mi accingo a spiegarvi il perché.
Il motivo per cui questa legge di bilancio è fondamentalmente senz'anima - tant'è che non sapete dire da cosa sia caratterizzata - credo sia perché è sostanzialmente volta (penso sia l'unico aspetto positivo che le riconosco, Ministro Giorgetti) a rispettare le nuove regole del Patto di stabilità. Questa volta non potete nemmeno prendervela con l'Europa matrigna per quelle regole che avete contribuito a scrivere.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Penso, quindi, che lei abbia scelto - e solo su questo sono d'accordo con lei - l'Europa e il mercato, piuttosto che la demagogia della sua maggioranza.
È una legge di bilancio, quindi, di galleggiamento, priva di spunti e che porta questa linea di galleggiamento esclusivamente in virtù della presenza e della persistenza del PNRR, peraltro, gravemente in ritardo.
Ma veniamo al punto, non prima però di aver detto che è una manovra di bilancio che, ancora una volta, penalizza il ceto medio, che sembra essere il vostro obiettivo primario (lo avete fatto in passato, introducendo tasse sugli affitti, lo fate qui sulle auto aziendali): sostanzialmente, anche laddove andate a ristrutturare l'IRPEF e mettete mano al taglio delle detrazioni, è proprio il ceto medio che ne fa le spese. Leggo dall'Ufficio parlamentare di bilancio: per quanto riguarda le , questa revisione delle detrazioni, occorrerebbe un approccio più organico alla loro razionalizzazione, anche per evitare di aumentare la complessità del sistema. Anche in questo caso, Ministro, credo che lei possa avere l'alibi dei lavori in corso: siamo nei lavori in corso di una ristrutturazione complicata. Quindi, quest'anno, ne fa le spese il ceto medio. È un'eccessiva complessità.
Fin qui, insomma, un 6 che le voglio riconoscere, anche per corregionalità.
Veniamo, però, ai temi più scottanti, signor Ministro. Io credo che questa manovra, questa legge di bilancio, fin dal suo nascere, purtroppo, violi la Costituzione, violi l'articolo 81 della Costituzione e violi la legge di contabilità e lo fa senza dar conto di ben 5 miliardi di questa manovra. Lasciamo perdere il fatto che ci sono molte coperture su tagli lineari dei Ministeri di cui vedremo l'effetto, ma almeno formalmente sono delle coperture (vedremo se saranno sostenibili oppure no). Mi riferisco, però, per quanto attiene alla violazione dell'articolo 81 della Costituzione, sin dall'origine della legge di bilancio, alla questione banche.
Lei ha detto che alle banche avete chiesto un sacrificio; molto più semplicemente alle banche avete chiesto un prestito. È agli atti, è chiaramente un prestito quello che chiedete alle banche, le banche ringraziano e vi danno il prestito, perché è il loro lavoro e per quanto attiene alle banche finisce qui. Il problema è quello che voi fate di questo prestito una volta che tornate a casa. Non lo contabilizzate come un prestito, ma con un trucco contabile - di cui non date conto con la relazione tecnica, che non è presente, perché è presente semplicemente un resoconto sommario di quanti soldi chiedete in prestito, senza alcuna dimostrazione dello sottostante - voi questo prestito lo contabilizzate come maggior entrata, per poi scaricarlo sulle future generazioni, per vostra stessa ammissione, per circa 3 miliardi, come debito, un debito che non viene contabilizzato perché finisce oltre il triennio in cui dovete rispettare i saldi.
È un po' come quel marito ubriaco a cui la moglie ha chiuso i cordoni della borsa, che torna a casa con un tesoretto e al quale la moglie dice: “Cosa hai fatto ancora questa volta? Non dirmi che sei andato a farti prestare dei soldi per bere”. E lui le risponde: “No, no, no, è tutto reddito, è tutto reddito mio, è tutto reddito mio”. Peccato che le nasconde che, negli anni successivi, questo reddito lo dovrà restituire. Voi siete esattamente questa figura.
Ma questo trucco contabile, che elude le regole del Patto di stabilità, lo scrivete voi stessi - lo scrivete voi stessi che elude queste regole - diventa particolarmente grave quando si riferisce alla mancata deduzione, prima del 65 per cento e poi del 54 per cento, delle perdite e dell'avanzo ACE, perché in quel caso non date alcuna indicazione, come la legge di contabilità prevederebbe in maniera obbligatoria e, quindi, ancora una volta violando l'articolo 81 della Costituzione, del perché questa maggiore entrata, prima di 695 milioni e poi di 509 milioni, in virtù di un emendamento non debba essere scontata l'anno successivo. Non scrivete nulla, mentre è ovvio che, in assenza di una spiegazione di questo fatto, vi state dimenticando di contabilizzare, per il 2026, la minore uscita per l'equivalente importo. Insomma, voi fate un prestito, ma non lo contabilizzate. Chiaramente, è un debito che rinviate alle generazioni future. Almeno questo è un fatto certo, che voi stessi ammettete e scrivete nero su bianco.
Per quanto riguarda i lavori, che avete lasciato al Parlamento, sono stati dei lavori veramente molto residuali, perché anche in Commissione avete perseverato nel violare sistematicamente l'articolo 81 della Costituzione. Vi voglio ricordare - il Sottosegretario Freni era presente - che per ben 7 volte ho interrotto i lavori della Commissione, segnalando che la complessità degli emendamenti presentati dai relatori, che erano chiaramente emendamenti del Governo camuffati da emendamenti dei relatori, esigeva una relazione tecnica. Per ben 7 volte vi siete rifiutati di fornire una relazione tecnica e, solo per un fortuito caso, per un rinvio che non era previsto nei lavori della Commissione, avete poi potuto recuperare una scopertura con un emendamento riparatore che riconosceva che effettivamente quella relazione tecnica era dovuta e che non avete messo la Commissione bilancio nelle condizioni di lavorare secondo quanto previsto dalla legge di contabilità. Solo avete potuto rimediare a questo ma non vi è bastato, perché durante i lavori della Commissione - signor Ministro, lei non c'era - io ho ricordato più volte che eravamo in presenza di un emendamento - ascolti bene, Ministro, perché questo è un inedito - con una sovracopertura. Io ho addirittura elencato quanti milioni di sovracopertura c'erano e ho chiesto alla maggioranza di correggere quell'emendamento, perché altrimenti non avremmo potuto usare quei soldi nel corso di un anno in cui di quei soldi abbiamo bisogno.
Con la supponenza e l'arroganza che vi ha contraddistinto durante tutti i lavori, avete ignorato questo appello, arrivando fino a questa mattina a dover decidere, con un balletto “sì o no”, se tornare o non tornare in Commissione, quando un commissario ha interrotto più volte i lavori per segnalare questo fatto e voi, per non fornire una relazione tecnica o non riconoscere a vista che si trattava di un eccesso di copertura, avete preferito questo arrogante silenzio.
Questo è il tratto che ha contraddistinto tutti i lavori, che ha lasciato a noi delle minoranze spazi marginali e residuali, che tuttavia abbiamo voluto occupare, senza un solo minuto di ostruzionismo - e di questo credo e spero che vorrete darci atto - per andare a riempire dei temi di cui vi eravate totalmente scordati.
Noi, per nostra parte, abbiamo voluto dare dei segnali: abbiamo voluto mettere dei fondi, ad esempio, sul reddito di libertà; abbiamo voluto contribuire al psicologo; abbiamo voluto contribuire mettendo dei fondi per il superamento dell'handicap; abbiamo voluto contribuire a una mancanza gravissima, che era quella di nessun fondo per la pesca e l'abbiamo fatto con quello che ci era dato (non sono ancora sufficienti e chiediamo che il Governo, con il prossimo esercizio, vi ponga rimedio); abbiamo voluto dare un'indicazione, dei soldi e degli spunti perché sulla cybersicurezza si passi dalle parole ai fatti e si assumano dei giovani che si occupino concretamente del tema della cybersicurezza, che è una reale e nuova minaccia, che di fatto ci porta, già oggi, nella globale, nella guerra informatica; abbiamo lavorato per il contrasto - mettendo dei soldi - al reclutamento illegale della manodopera straniera; con le altre minoranze, abbiamo aggiunto altri emendamenti su temi marginali, che chiaramente, per voi, sono spariti dal vostro orizzonte e da questa scialba legge di bilancio.
Tuttavia, alla fine, voi avete voluto impreziosire questa arroganza, questa noncuranza del ruolo del Parlamento, questo non rispetto della Costituzione, anche con uno speciale emendamento inviato da Palazzo Chigi ai relatori, un emendamento , un inedito nella storia di questa Repubblica, peraltro inserito in una legge di bilancio in cui non avrebbe dovuto trovare posto, perché la medesima materia era stata dichiarata inammissibile proprio all'inizio dei lavori, ma con un gioco di prestigio e con delle evidenti forzature, nelle quali avete trascinato anche le istituzioni di questo Parlamento, avete deciso che l'emendamento fosse riammissibile.
Mi riferisco, chiaramente, all'emendamento che voi avete fatto per cercare di contrastare un avversario politico, il senatore Renzi - facciamo pure nomi e cognomi -, un emendamento per il quale si può provare a cercare una , che, però, non si trova. Abbiamo provato a cercare di capire perché voi, dal prossimo anno, proibirete ai parlamentari - ma non ai parlamentari eletti all'estero - di avere dei redditi, maturati anche in Italia o all'estero, ma percepiti da società che non abbiano sede nell'Unione europea. Ci siamo detti: vorrete disciplinare un conflitto di interessi.
Eppure, è evidente che così non è nel momento in cui il conflitto di interessi può essere tranquillamente presente e macroscopico, se perpetrato dentro l'Unione europea. Allora, abbiamo addirittura pensato che l'fosse giunta a livelli così alti per cui occorreva difendersi dagli agenti stranieri, un po' come fa la Russia o come fa la Georgia nella sua contestatissima legge. Ma questo sospetto è chiaramente smontato nel momento in cui, già nel Parlamento, dite che gli eletti all'estero possono tranquillamente continuare a operare al di fuori di questo limite. È stato allora evidente a tutti, in Commissione come nel Paese, che avete scelto di colpire un avversario politico sul suo reddito e sulla sua persona, perché non siete in grado di colpirlo politicamente.
Lo fate con una deriva sudamericana, una deriva preoccupante. E lo fate attraverso il sequestro del reddito, o meglio, Ministro, le do una notizia, una tassazione al 100 per cento del reddito. Questa è una perla che lei può vantare da qui in avanti perché in quella norma il reddito viene tassato al 100 per cento. Deve essere versato al 100 per cento nelle casse dello Stato. Complimenti! È la prima tassa al 100 per cento. Siamo, da una parte, sudamericani e, dall'altra, sovietici. Avete accontentato tutte le anime del vostro partito e della vostra coalizione, ma, soprattutto, avete calpestato la Costituzione, perché è una legge che discrimina i parlamentari; soprattutto, è una legge in cui viene data l'autorizzazione dalla maggioranza, cioè, i parlamentari possono, in realtà, farlo, se da Palazzo Chigi viene dato il permesso. Questa cosa è veramente disgustosa. Questa cosa supera anche tutte le altre che vi ho appena citato. Perché da Palazzo Chigi, lei mi dice? Ma perché è stato evidente che il Parlamento decide in virtù dei messaggi ricevuti da Palazzo Chigi. Per questo glielo dico.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Chiaramente, deve essere dato il permesso dalla maggioranza, okay? Dalla maggioranza, Ministro, così non si stupisce. Concludo, Presidente. Questa legge è incostituzionale per tutti questi motivi. È irragionevole nel momento in cui discrimina tra parlamentari e fissa un limite di 100.000 euro incomprensibile. Lo avete fatto per colpire un avversario politico, ma state colpendo la democrazia e state calpestando la Costituzione .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Daniela Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghi, Governo e Ministro Giorgetti, dopo aver ascoltato in mattinata l'intervento della collega Cattoi, non posso esimermi da alcune considerazioni, soprattutto per chi di noi ha i piedi ben piantati nella realtà e magari vive il suo essere parlamentare in Aula, in Commissione e poi sui territori. Se si fa tutto questo, sicuramente ci si rende conto che si sta vivendo un momento difficile. Sarebbe, ad esempio, sufficiente parlare con l'Unione industriali, quella del territorio dove si vive, per essere messi di fronte a una realtà cruda: l'indotto è in sofferenza; un pessimo Natale per moltissimi lavoratori, ma anche per molti imprenditori.
E poi, il rigido controllo sulla spesa pubblica citato si traduce, invece, in un taglio agli enti locali. Le sfide del futuro - anche queste citate - vengono affrontate dagli italiani che lottano a mani nude per crescere i loro figli e per mantenere il lavoro e pagare l'affitto.
Ministro Giorgetti, conoscendola, ho pensato a quanto possa essere complesso per lei varare una legge di bilancio, pensando anche alle diverse anime della maggioranza e alle diverse visioni di Paese; una maggioranza che - possiamo dire - non è neppure troppo coesa. Di certo, c'è un aspetto che desidero fare presente ed è quello delle disuguaglianze che crescono, delle disuguaglianze e della povertà. Un dato inconfutabile: siamo a 5,7 milioni, pari ad un 9,7 dei residenti, in povertà assoluta. Come ho detto prima cresce anche la deindustrializzazione e il progressivo indebolimento del e dei servizi pubblici.
Vedete, degli emendamenti presentati dal mio gruppo ne è stato accolto uno - e ringrazio la collega Elena Bonetti per il lavoro svolto - che chiede di ricostruire il Fondo a favore delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. Perché questo fondo è fondamentale? Perché parliamo di oltre 3 milioni di italiani che soffrono di anoressia, bulimia e altri disturbi DCA, sigla che indica i veri e propri degli adolescenti. Stiamo parlando di circa 4.000 decessi all'anno: sono 10 decessi al giorno. Il Fondo era stato istituito dal Governo Draghi con la legge di bilancio 2022 e con una dotazione di 25 milioni. Non erano sufficienti, lo premetto. Quelle risorse erano state suddivise regolarmente tra le regioni. E poi che cosa è successo?
Lo scorso anno, nel 2023, con la manovra, sono stati chiusi i rubinetti. E questo significa che sono state interrotte le attività degli operatori sanitari assunti a tempo determinato per supportare le cure sul territorio, in particolare nelle aree più carenti del Paese. I 25.000 euro avevano segnato la differenza. E per quanto riguarda le conseguenze, come dicevo, al di là della sospensione degli incarichi, ciò ha significato la chiusura degli ambulatori.
Signor Presidente, parlo al Governo, in maniera anche accorata, di 22.000 minori che stanno vivendo un periodo complesso della loro vita, quello dell'adolescenza, e che erano in carico ai istituiti con il Fondo. L'Italia dispone di 126 strutture ma non sono sufficienti e non sono ovviamente ben distribuite nel nostro nel nostro Paese.
Parlo di tantissimi suicidi: li leggiamo, possiamo anche percepirli localmente. Il 64 per cento è costituito da ragazze giovani e, come dicevo e lo ribadisco, molti minori. Oggi, per un soggetto che ha questo tipo di disturbi, per una visita si parla di un periodo dagli 8 ai 12 mesi di attesa. Servirebbe immediatezza. Servirebbe una presa in carico e la cura. Servono stabilità e continuità di risorse.
Molto probabilmente serve anche un supplemento di riflessione perché non possiamo cancellare uno stanziamento: sarebbe come cancellare un problema che è impossibile da cancellare perché, tra l'altro, provoca tantissima sofferenza sia nei giovani sia nelle famiglie. Io sono certa che ci sarà una riflessione da parte del Ministro. Abbiamo presentato questo emendamento e sono stati concessi i 500.000 euro all'anno per la prevenzione: utile ma serve ovviamente la cura.
Vi devo dire che i sentimenti di rabbia, di frustrazione e di dolore delle famiglie sono poi sfociati in una protesta che ha invaso le piazze italiane: il colore viola è stato il riferimento.
Ho seguito anche l'intervento dell'onorevole Bagnai: penserei al “qui ed ora”, perché, se continuiamo in quest'Aula ad andare a ripescare le responsabilità del passato, davvero non avremo neppure la possibilità di camminare e di andare avanti.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Certamente, siamo anche soddisfatti del milione di euro che è stato stanziato, su nostra specifica richiesta, per l'erogazione di ausili e protesi per l'attività sportiva di persone con disabilità. Un milione di euro è una cifra importante; certo non riuscirà a dare tutte le risposte ma permetterà magari a chi è più giovane o a chi è in età di ottenere queste protesi. È una sensibilità che penso debba essere nelle corde del Governo, oltre che ovviamente nelle nostre.
Rispetto alla crescita errata - e mi rifaccio sempre agli interventi precedenti - siamo passati dall'1,2 allo 0,6 reale: più o meno vale 20 miliardi di euro. Che cosa fare quando mancano le risorse? Magari, ci si rivolge agli enti locali. Ne parlerò ovviamente dopo.
Certo, l'operazione verità citata dovrebbe avere, come dire, più attori, però deve anche avere dei fondamenti, perché altrimenti significa vivere nel fantastico mondo di Amélie: me la ricordo, Amélie, era sicuramente suggestiva. Poi, ci è stato chiesto dove fosse la minoranza: eravamo nei comuni e nelle regioni a lavorare, a combattere e magari anche a cercare di non edulcorare questa realtà così complessa. Ci è stato detto che non sono stati citati i giovani. Io penso che il lavoro del nostro gruppo, con Elena Bonetti, con noi tutti, è proprio rivolto ai giovani. Sapete che cosa succede ai giovani? Conoscete l'entità degli abbandoni scolastici? Vi ho parlato di anoressia, di bulimismo, diteci dove andare a cercare in manovra le politiche giovanili se non legate agli emendamenti che abbiamo presentato e a quelli che sono stati accolti. Non posso non pensare ai comuni, perché quando si colpiscono i comuni si colpiscono le famiglie e i lavoratori, si riducono le risorse e i municipi non possono fare nient'altro che ridurre la spesa corrente, ossia quella parte di bilancio che copre i costi delle politiche sociali, della manutenzione del patrimonio pubblico. Ne abbiamo parlato tante volte in quest'Aula, soprattutto quando si parla di dissesto idrogeologico.
Ci sono state molte spese che sono state sorrette dagli enti locali. Ricordo le spese del personale, l'aumento dei costi degli acquisti. Già i comuni in questo senso erano in difficoltà. C'è certamente la necessità di togliere quel 25 per cento che riduce il personale nei nostri comuni; ci dovrebbe essere la volontà di premiare quei comuni e quegli amministratori che sono riusciti ad ottenere delle risorse dal PNRR, perché sono stati bravi, perché hanno progettato, perché hanno fatto quello che gli è stato chiesto. Io penso, signor Presidente, Ministro, Governo, che i comuni siano la spina dorsale dell'Italia; tolgono - lo ribadisco ancora questa volta - le castagne dal fuoco al Governo tantissime volte e mi sento, qui, di ringraziare quei sindaci e quegli amministratori locali e di essere loro accanto, sperando che ci sia sicuramente in futuro un ripensamento in questo senso da parte del Governo .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Claudio Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa manovra mostra limiti e sciatteria che altri colleghi hanno già evidenziato, ma è sul Sud che dimostra la sua più totale inadeguatezza, direi, persino, la sua inutilità, frutto purtroppo, signor Ministro, di un'assoluta incapacità di questo Governo di comprendere quali sono le reali necessità del Mezzogiorno e quali sono le opportunità che il Sud è in grado di offrire a tutto il Paese.
Il dubbio, signor Presidente, è che i reiterati tentativi del Governo di annichilire il Mezzogiorno non siano solo un sintomo di inadeguatezza politica, ma un deliberato tentativo di condannare il Sud a un ruolo di mero bacino elettorale. Il paradosso è che, nonostante tutto, i dati sul PIL e sull'occupazione, di cui tanto, peraltro, la nostra Presidente si incensa, sono la prova provata che il Sud, il Mezzogiorno, resiste nonostante questo Governo. Tuttavia, non avete uno straccio di strategia verso questa metà del Paese, se non mettere il Mezzogiorno al giogo del Governo, a partire dalla riforma della politica di coesione, che è stata una complicatissima e inutile ristrutturazione di norme e meccanismi, ispirata a un solo principio: riportare a Roma la sede della decisione, consentire a Palazzo Chigi di avere il coltello dalla parte del manico. Una transizione di potere dai territori al centro che si è accompagnata alla vostra idea di autonomia differenziata, l'autonomia per il Nord, sarebbe meglio dire, per svincolare ogni legame di solidarietà con quelle regioni che sono già avanti nel loro percorso di sviluppo, come se sopra un certo parallelo siano più capaci di badare a se stesse e per questo debbano essere premiate con uno sgravio di responsabilità, mentre sotto quello stesso parallelo si debba usare la mano pesante, un accompagnamento specifico, un indirizzamento pedissequo, perché trattasi di comunità e istituzioni incompetenti a capire da sé e a migliorarsi.
È questo, quindi, il mostruoso compromesso trovato tra le forze del Governo. In nome di un equilibrio fra quelle forze politiche si è deciso di sacrificare qualcosa e quel “qualcosa” è il Sud. Se, tuttavia, come ha dimostrato la sentenza della Corte costituzionale, il nostro ordinamento ha gli anticorpi per resistere alle mire secessionistiche di una parte di questo Governo, purtroppo, al momento, nulla sembra impedire l'altra grande strategia di asservimento e ridimensionamento del Sud, ossia il ribaltamento di tutte le politiche di sviluppo del Mezzogiorno.
Della politica di coesione abbiamo già detto, il secondo capitolo della vostra strategia è stato l'assalto alla ZES. La ZES unica è una contraddizione in termini e i risultati che abbiamo raccolto dopo il primo anno ne sono una dimostrazione palese. A luglio avete festeggiato perché, di fronte alla promessa di un credito altissimo, le imprese avevano proposto progetti di investimento per 20 miliardi di euro. Se il sistema ideato da Fitto avesse funzionato, quegli investimenti avrebbero beneficiato di un credito ridicolo, pari a circa il 17 per cento. La settimana scorsa avete gioito per il risultato diametralmente opposto: siccome solo un quarto degli investimenti potenziali sono stati effettuati, i pochi ostinati imprenditori che sono arrivati fino in fondo avranno diritto a percentuali massime di credito d'imposta. Lo spiego in maniera semplice: fate promesse roboanti per fare abboccare migliaia di imprenditori, poi scoprite che potete dare una miseria, ne vedete rinunciare tre su quattro e vi dite anche soddisfatti che in pochissimi e piccolissimi avranno diritto al credito massimo. Lasciate che ve lo dica: vedere bruciati 15 miliardi di investimento nel Sud, a casa mia, si chiama fallimento.
Doveva essere lo strumento che avrebbe rivoluzionato la politica industriale del Mezzogiorno, il risultato è che stiamo finanziando tante gelaterie, tanti ristoranti e tanti bar, con tutto il rispetto ovviamente per queste categorie produttive. Quanto di tutto questo è lontano dalla premessa da cui eravamo partiti? Quella, cioè, di incentivare la creazione di intere filiere industriali, di stimolare l'insediamento di grandi realtà produttive, di creare un tessuto industriale vero nelle aree del Mezzogiorno.
Poi, ricordo la grande questione della decontribuzione, signor Ministro, un capitolo nero di questo Governo, che testimonia quanto siate incapaci, prima, di mantenere in vita lo strumento e, poi, di proporne uno realmente sostitutivo. Ciò che è stato inserito all'ultimo minuto nella legge di bilancio è solo uno specchietto per le allodole e basta un dato solo per svelare l'inganno: i 4 miliardi di differenza che graveranno sulle imprese a partire dal 2025, risorse che prima lo Stato investiva per colmare le condizioni di svantaggio delle aziende meridionali e che da domani non ci saranno più. Alla fine è semplice quantificare quanto male state facendo al Mezzogiorno, basta tirare una riga in fondo alle voci di questa legge di bilancio. Il risultato fa 5,3 miliardi di euro in meno per il Sud nel prossimo triennio, risorse pubbliche scomparse, come i 3 miliardi del Fondo perequativo volato via esattamente un anno fa, come i miliardi non quantificabili tolti ai comuni del Mezzogiorno con le mille rimodulazioni del PNRR, come i tagli ai trasferimenti agli enti locali che al Sud, signor Ministro, equivalgono in termini di riduzione di servizi per i cittadini molto, molto di più rispetto che al Nord Italia.
Il Governo più nazionalista della storia della Repubblica, il più statalista, quello dei patrioti, passerà alle cronache, non solo, per aver attentato all'unità nazionale, ma per avere con pervicacia, direi quasi con sadismo e noncuranza, perseguito l'intento di convincere gli italiani e i cittadini meridionali che il Sud sia una partita persa, talmente impossibile da vincere, che conviene affidare questa parte del Paese alle amorevoli cure di un Governo pronto, in una delle tante cabine di regia che avete creato, a fare l'elemosina in cambio di una incondizionata professione di fede nei confronti della Presidente Meloni.
Signor Ministro, il clima è brutto, molto brutto, ed è pericoloso, perché - mi lasci citare la frase di un mio professore dei tempi della Cattolica di Milano - “Ognuno di noi, con la complicità di un sistema istituzionale in gran parte sbagliato, tende a soddisfare il proprio particulare, salvo poi indignarsi quando vede l'effetto della sommatoria di tutti gli egoismi individuali”. Signor Ministro, quel professore era Gianfranco Miglio .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Cherchi. Ne ha facoltà.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Quasi ogni giorno noi leggiamo sui giornali notizie relative agli incidenti di caccia: fucile armato e carico cade e, per sbaglio, uccide il cacciatore; oppure, un cacciatore scivola, si spara e muore; un padre confonde il figlio per un cinghiale, spara e il figlio muore. Qualche giorno fa un ragazzo di Quartu Sant'Elena, durante una battuta di caccia, spara per sbaglio alla nuca dell'amico e per lo si suicida. Avevano, rispettivamente, 25 e 26 anni. Secondo i dati dell'Associazione vittime della caccia, negli ultimi 5 anni abbiamo avuto 106 morti e 309 feriti causati da incidenti di caccia. Dal 1° settembre al 20 ottobre 7 morti più 2, i ragazzi di Quartu, un vero e proprio bagno di sangue.
Adesso veniamo a noi. Cosa è successo in sede di legge di bilancio? In sede di legge di bilancio è successo un fatto grave. Parlo dell'articolo aggiunto 82.05 a prima firma Caretta, articolo aggiuntivo di carattere ordinamentale e su un tema non oggetto della legge di bilancio. Questo articolo aggiuntivo interviene sulla disciplina dell'attività venatoria. Il MoVimento 5 Stelle, a nome della nostra capogruppo in Commissione, ha scritto una lettera al Presidente della Camera Fontana per sottolineare queste irregolarità procedurali. Questo articolo aggiuntivo, di fatto, interviene sull'articolo 18 della legge n. 157 del 1992 in materia di specie cacciabili e calendari venatori, introducendo specifiche che indeboliscono ulteriormente la portata della legge dal punto di vista della tutela degli animali selvatici e in favore del mondo venatorio, in particolare dando maggiore potere decisionale alle associazioni venatorie; viene limitato il potere di ricorso alla giustizia amministrativa e viene equiparato l'ISPRA al Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale. Ed è la seconda volta che il Governo interviene in maniera scorretta sotto il profilo procedurale sempre in materia di caccia, e sempre di notte, per modificare la legge che disciplina l'attività venatoria in Italia con emendamenti alla legge di bilancio, come è avvenuto con l'emendamento Foti - a cui mi riferivo - nella legge di bilancio del 2023.
Proprio questa disinvoltura nell'intervenire su una disciplina inserita in un quadro normativo europeo ci ha portato all'avvio di una procedura di infrazione, ed è probabile che avverrà lo stesso con l'articolo aggiuntivo Caretta, appena approvato. Questo potrebbe esporre il nostro Paese a un nuovo rischio di contenzioso con la Commissione europea. Purtroppo, la risposta del Presidente non lascia spazio a interpretazioni, riconoscendo l'ammissibilità dell'articolo aggiuntivo 82.05 Caretta dichiarato, invece, inammissibile nella seduta precedente del 15 novembre scorso.
I proponenti hanno presentato ricorso e, secondo una più attenta lettura, il presidente Mangialavori ha ritenuto valido tale ricorso. Queste sono le sue parole, come si legge nella sua lettera: “Le modifiche proposte all'articolo 18 della legge 11 febbraio 1992 n. 157 sono complessivamente volte a conferire un quadro di certezza ai calendari venatori e all'esercizio dell'attività venatoria, con conseguenti effetti positivi sia in ordine alla garanzia del gettito” - cioè dei soldi - “derivanti dal rilascio delle licenze di caccia” - soldi - “sia, più in generale, in ordine allo svolgimento di un'attività che determina rilevanti effetti economici in termini diretti ed indiretti”.
Sempre e solo si parla di soldi, tradotto: favorire le , caccia e cacciatori. Poco importa di un possibile avvio di un'ennesima infrazione dell'Unione europea; e poco importa se a pagarla saranno gli italiani, poco importa il bagno di sangue che si consuma ogni anno grazie a questo ameno sport, poco importa la mattanza di migliaia di esseri innocenti che vengono massacrati e sacrificati in nome del dio denaro. Nessuna pietà, nessuna umanità, niente comprensione, ma solo un cuore di pietra. Il denaro, il dio denaro chiama e bisogna rispondere, solo esclusivamente crudeltà.
Diceva Dostoevskij: “La gente parla di crudeltà bestiale dell'uomo, ma questo è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie. Un animale non potrebbe mai essere crudele quanto un uomo, crudele in maniera così artistica e creativa”.
Riprendiamo un attimo l'articolo aggiuntivo Caretta. Io e gli onorevoli Sergio Costa, Alessandro Caramiello, Carmen Di Lauro, Ilaria Fontana e Gisella Naturale abbiamo scritto un comunicato stampa congiunto per esprimere la nostra ferma e totale indignazione. Siamo indignati per l'approvazione di questo articolo aggiuntivo Caretta che liberalizza, sempre più pericolosamente, la caccia.
Noi del MoVimento 5 Stelle continueremo a combattere per salvaguardare la vita degli animali, delle persone e anche quelle dei cacciatori, che quest'anno stanno morendo in numero molto elevato. Quindi combattiamo per l'ambiente e per la sicurezza dei cittadini e, per ultimo, cito Indira Gandhi, non Susanna Cherchi, quindi non sono io che lo sto dicendo, ma Indira Gandhi: “È tutto collegato” - signori - “quello che accade ora agli animali succederà, in seguito, all'uomo”.
Noi non molleremo mai, evviva la vita, evviva l'Italia !
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anch'io, purtroppo, mi devo unire al coro di quelli che hanno trovato questa manovra priva di visione, soprattutto, senza organicità, con emendamenti mancia, con che spuntavano, anche in discussione. Per quanto possibile, grazie all'instancabile lavoro della collega Elena Bonetti, abbiamo cercato di aggiustare quello che si poteva in corso d'opera, ma è stato veramente, veramente difficile.
Partiamo dallo scenario, lo scenario in cui l'Istat ha rivisto al ribasso la nostra , in cui le crisi europee, da quella tedesca in avanti, non solo in termini di stabilità politica, ma proprio di economia e di politica industriale, ci stanno attanagliando. Che cosa ci saremmo aspettati da una manovra che viene in queste condizioni? Ci saremmo aspettati due cose: un sull'assicurare servizi essenziali e l'altro sul rilanciare l'economia attraverso la produttività.
Ora, vediamo che cosa avete proposto e cosa noi abbiamo ribattuto e abbiamo proposto su questi due aspetti fondamentali: i servizi essenziali e il rilancio economico. Allora, sui servizi essenziali si tratta, chiaramente, di toccare il tema sanità. Noi, a ogni manovra di bilancio, da quando voi siete al Governo e noi all'opposizione, abbiamo cercato di farvi capire quanto importante sia non solo aumentare la spesa, ma aumentarla davvero e, soprattutto, andare a vedere come questa spesa viene fatta e andare a cercare il prima possibile di azzerare le annosissime liste d'attesa. L'avete fatto prima con un decreto che non ha dato assolutamente risultati e, adesso, in manovra di bilancio, vediamo, ancora una volta, un “no” secco ad occuparsi di questo problema.
I servizi essenziali, però, sono anche legati ai comuni e alle loro prerogative: penso al trasporto pubblico locale, dove lo stanziamento di aumento del fondo del trasporto pubblico locale è assolutamente risibile rispetto agli investimenti fatti; io penso, per esempio, al mio comune, quello di Milano, dove è stata addirittura aperta una linea nuova intera e tanti prolungamenti sono . Ecco, l'aumento scarso, ma soprattutto la non volontà di revisione del metodo con cui questi fondi vengono ripartiti sono sicuramente una mancanza grave ma non tanto nei confronti dei comuni, che, pure, si trovano a dover sopperire, con risorse proprie, alla mancanza di investimenti, ma, soprattutto, dei cittadini a cui, giustamente, in un'ottica di transizione verde, viene chiesto di lasciare a casa la macchina; ma se poi non diamo il mezzo, il modo di offrire un servizio di trasporto pubblico adeguato è chiaro che non possiamo chiedere tanto.
Inoltre, ci sono città di serie A e città di serie B. Siamo contentissimi, grazie anche a un nostro emendamento, del collega Fabrizio Benzoni, che, per quanto riguarda Brescia, si siano ripristinati i fondi; anche per la Metro C di Roma, per carità, tutti felici, anche in vista del Giubileo, però ci sono tanti aspetti che, invece, non sono stati chiariti perché i fondi che avevamo chiesto, per esempio, per Milano, non sono stati dati e perché non sono stati giustificati - ho fatto proprio ieri un'interrogazione al Ministro Salvini - gli 850.000 euro per un aggiornamento per un cambio di nome della Metro C. Ci sono tanti aspetti, dai più piccoli ai più grandi, che non sono stati assolutamente toccati e che lasciano questo servizio essenziale - quello del trasporto pubblico locale - assolutamente in braghe di tela.
A proposito di comuni, alcuni dei miei colleghi hanno già parlato delle difficoltà in cui si trovano. Noi abbiamo proposto e ottenuto il , ma abbiamo anche spinto su altri temi: penso a quello dei centri estivi che sono, ovviamente, in sinergia (comuni, Terzo settore).
A Milano tutta la maggioranza si era spesa proprio su questo tema, a fronte dei tagli del Governo. Ecco, tentare di ripristinare questi importanti servizi per le famiglie è stato assolutamente fondamentale e per fortuna che il nostro emendamento è stato accolto.
Invece, su altri temi e altri nostri emendamenti non ci avete dato ragione, eppure erano a spesa zero. Penso, per esempio, all'aumento della tassa di soggiorno per le altre città e non solo per quelle marcatamente turistiche, un aumento di tassa di soggiorno che, ovviamente, è fatto in maniera corretta, perché ci sono le fasce che si applicano alle diverse stelle degli alberghi. Questo sarebbe stato un emendamento, una proposta, a costo zero, che avrebbe permesso ai comuni di recuperare un po' più di risorse, soprattutto a quelli che adesso diventano sempre più a vocazione turistica, eppure non avete voluto dare questa nuova strada, questa nuova maniera di avere degli introiti. Quindi, se, da una parte, tagliate, dall'altra, purtroppo, non li mettete in condizione di essere autonomi nei finanziamenti o, almeno, meno dipendenti dai finanziamenti pubblici statali. Quindi, sulla parte di assicurare servizi essenziali purtroppo il nostro giudizio è molto negativo.
Andiamo a vedere, allora, se sull'altra parte, sull'altro versante della medaglia, cioè sul rilancio della produttività e dell'economia, avete fatto meglio. Purtroppo, anche in questo caso, è un giudizio misto. Quindi, benissimo il taglio del cuneo, perché chiaramente l'annosa questione della tassazione è fondamentale, però, da una parte, dite tagliamo le tasse e, dall'altra, avevate tentato di metterne di nuove, che poi, per fortuna, noi abbiamo combattuto e abbiamo ottenuto che fossero tolte. Penso, per esempio, all'ingiustificabile e assolutamente assurda per le piccole e medie imprese, perché non è possibile che, da una parte, tutti spingano per la digitalizzazione anche delle piccole e micro imprese e poi, dall'altra, si vada a mettere una tassa completamente arbitraria sul fatturato del 3 per cento quando già un'impresa paga le proprie tasse. Perché dev'essere penalizzata ulteriormente se ha deciso di aprirsi al mondo del digitale, della vendita e dei servizi? Questo non è giustificato, non è una misura equa, non è una misura che noi abbiamo tollerato; abbiamo proposto che fosse abolita e, per fortuna, ci è stato concesso di evitare questa tassazione assolutamente iniqua.
Come anche un'altra beffa, una tassazione ulteriore sui poveri cittadini che, non avendo accesso alla fibra ed essendo, probabilmente, abitanti di zone remote o di quelle terribili zone grigie o, addirittura, zone bianche, dove la connettività non c'è, sarebbero stati tassati per avere una connettività in rame. Quindi, oltre al danno, la beffa: già si ha una connettività inferiore, più lenta, meno performante, e, in più, si viene anche tassati. Anche in questo senso, grazie al cielo, siamo riusciti a convincervi che, forse, fare questo genere di proposte non è la maniera per andare verso la transizione digitale. Per fortuna, anche in questo caso, avete ascoltato che le imprese hanno bisogno non solo del taglio del cuneo fiscale, ma anche di incentivi a reinvestire, quindi di non essere solo tassate ma di evitare quella tassazione nel momento in cui reinvestono in ricerca e sviluppo in tutto il comparto aziendale. Infatti, la nostra proposta dell'Ires premiale è stata salutata da tutto il mondo dell'impresa, non solo da Confindustria, ma anche dalle imprese più piccole, come qualcosa di davvero innovativo, che può aiutare il tema della produttività. Infatti, è inutile che ci diciamo che i salari sono bassi - eppure abbiamo una grandissima occupazione - perché, se non creiamo produttività e crescita, quei salari difficilmente cresceranno e quell'occupazione difficilmente sarà un'occupazione di qualità, in quanto non guardiamo solo ai numeri ma guardiamo anche alla qualità.
Le aziende, però, non sono necessariamente premiate in tutte le parti di questa manovra. Penso, per esempio, alle tasse aziendali, che avete rimodulato in senso negativo, secondo noi, sul rinnovo del parco auto aziendale, che, alla faccia della neutralità tecnologica di cui tanto vi riempite la bocca, in realtà favoriscono solo un tipo di macchina, la macchina elettrica, a discapito di tutte le altre. Quindi, è una rimodulazione che non si giustifica rispetto alla vostra postura e alle accuse che fate sul e quant'altro all'Unione europea. Quindi, bisogna, forse, guardarsi in casa prima che andare a guardare altrove.
Analogamente, nel rapporto con le imprese, purtroppo, questo Governo ha promesso e poi non ha mantenuto. Penso alla promessa di incentivi per il cambio del parco delle locomotive del treno - tema fondamentale nella decarbonizzazione e nella logistica -, che sono stati promessi, poi rimandati e adesso non si trovano le risorse. Quindi, come fate a creare fiducia e a creare un mondo delle imprese che sia un mondo che cresce e che ha fiducia nello Stato, se vi comportate così, se promettete e poi tirate via?
Da ultimo, noi abbiamo cercato anche di dirvi come recuperare fondi senza necessariamente aumentare le tasse. Abbiamo proposto, per esempio, il tassametro fiscale: una misura non punitiva, ma giusta, per far emergere il nero, per far pagare le tasse, come le paghiamo tutti noi, come le pagano gli onesti cittadini e tutti quanti, eppure questa fonte di reddito - ripeto, giusta e facile - non ha trovato il vostro favore e non fatico a capire per quale motivo.
Avete trovato, invece, per prendere altre risorse dai posti più impensati. Penso all'emendamento sull'ottenimento della cittadinanza, che adesso costa di più per i cittadini stranieri che vogliono ottenerla: da 300 a 600 euro, forse bruscolini rispetto al bilancio dello Stato, eppure una misura che non si giustifica, perché non state andando, invece, a toccare il vero tema della cittadinanza, quello che avevate promesso di toccare, ossia lo , che è sparito dal dibattito pubblico, ma noi non demorderemo.
Chiudo, quindi, per dire che, purtroppo, è finito il tempo della scia del Governo Draghi, che vi ha permesso un respiro molto ampio, che vi ha permesso, per due anni, una sorta di vivere di rendita. Adesso, invece, si sta rivelando veramente qual è la vostra visione di Paese e, secondo noi, non è una visione giusta, perché, da una parte, non tutela i servizi essenziali e, dall'altra, non si concentra sul vero rilancio dell'economia e della produttività e senza questi due pilastri il nostro Paese, per quanto in teoria stabile politicamente, farà davvero fatica
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Alessandro Manzoni”, di Lizzano, in provincia di Taranto, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Li ringraziamo e auguriamo loro ogni fortuna Preciso che sono presenti in Aula i deputati iscritti a partecipare alla discussione sulla legge di bilancio e non sono previste votazioni nel corso della mattinata.
È iscritto a parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Signore e signori del Governo, colleghe e colleghi, Presidente, lo dico soprattutto rivolgendomi agli studenti che ci ascoltano, io da ragazzo ho sempre pensato che il bilancio - e mi rivolgo anche al collega Donno, grazie - fosse uno strumento tecnico, una cosa fatta di numeri e di tabelline, dove bisognava imparare la tecnica. In realtà, Presidente, ho scoperto poi, con il tempo, con gli anni e con un pizzico di esperienza maturata, che il bilancio tutto è fuorché tecnica: il bilancio è, probabilmente, l'atto politico in assoluto. E il bilancio che cos'è? È visione, è strategia, è dare rappresentazione della visione e delle scelte che si compiono su carta per poi attuarlo. Questo è il bilancio e da questo bilancio noi, colleghe e colleghi, abbiamo la visione della scelta che questo Governo e questa maggioranza hanno compiuto. E che cosa emerge da questo bilancio? Emerge - è stato detto già da chi mi ha preceduto - un bilancio fatto di mance, un bilancio fatto di un bilancio fatto di prebende per i soliti noti. Ma è anche un bilancio che si accanisce sempre contro i soliti noti, e poi vedremo chi sono.
Ci saremmo aspettati interventi sostanziosi, che andassero oltre il cuneo fiscale sui salari. Ci saremmo aspettati un'inversione di tendenza sulla sanità, perché lo sa anche un bambino che il rapporto della qualità sanitaria va stabilito come investimento in sanità in rapporto al PIL: non è il dato assoluto, ma è in rapporto esattamente al PIL. Ci saremmo aspettati un recupero sull'istruzione, sull'importanza dell'istruzione e ci saremmo aspettati dei gesti significativi sulla ricerca.
Mi dispiaccio che sia andato via il Ministro Giorgetti, che sicuramente del Governo è una delle persone più qualificate e, se volete, è forse il Ministro più potente, perché in questa fase storica e in queste settimane - e mi rivolgo, ringraziandolo per il lavoro che ha svolto anche di salvaguardia delle opposizioni, al Sottosegretario Freni, che ha mantenuto in vita fino all'ultimo momento speranze, che, purtroppo, sono rimaste speranze emendative - Giorgetti poteva decidere e ha deciso in un certo modo.
Chi sono stati i soggetti o le vittime contro cui vi siete accaniti? Frontalieri, italiani all'estero, impatriati e mondo della ricerca, ne cito alcuni perché, poi, le colleghe e i colleghi ne citeranno altri. Mi sono chiesto perché accada questo e perché accada questo proprio nel momento in cui la storia ci riporta all'attenzione un Ministro tra i più potenti della storia d'Italia, che è esattamente della Lega Nord.
Partiamo dai frontalieri. Non si capisce perché continuate ad accanirvi. Non solo non avete eliminato la tassa sanitaria ingiusta che avete introdotto, sulla quale c'è un contenzioso, ma la raddoppiate. E non basta aver introdotto, qualche mese fa, la frazione quotidiana del calcolo rispetto al rapporto frontalieri-lavoro tra i due Paesi, poiché state continuando ad accanirvi.
Passiamo agli impatriati. State togliendo un diritto costituzionale a queste persone , che hanno deciso di rientrare e, guarda caso, non hanno diritto di accedere alla disoccupazione, che, in questo Paese, è di 180 giorni, non 180 anni. Negate un diritto costituzionale a queste persone.
In ultimo, gli italiani all'estero. Voglio ringraziare le colleghe e i colleghi del mio partito: noi siamo stati l'unico partito ad aver segnalato e discusso nelle notti in Commissione emendamenti a favore degli italiani all'estero . Perché sui potete scrivere e raccontare quello che vi pare, peccato che, poi, la realtà ti porta il conto. E sappiate bene: le scelte che si compiono non sono concessioni del Governo, sono scelte politiche, sono fondi che i singoli partiti mettono, decidendo come intervenire su quelle misure. Ci sono partiti che hanno spinto per il raddoppio della tassa per l'acquisizione della cittadinanza degli italiani all'estero - raccontatela per come la dovete raccontare, non raccontatela in una maniera sbagliata - e ci sono partiti, come il Partito Democratico, che ha scelto di destinare 600.000 euro di finanziamento straordinario ai Comites, a prima firma del collega Christian Di Sanzo.
La politica di bilancio è fatta di scelte, però manca un elemento - mi avvio a chiudere - ed è la domanda che pongo a questo Governo e al Ministro Giorgetti: ci spiegate cosa vi hanno fatto gli italiani all'estero? Avete fatto una manovra di 34 miliardi, nell'ultima notte, avete trovato 6,5 miliardi per il ponte sullo Stretto, avete tagliato 1,5 miliardi alla manutenzione delle strade provinciali e non siete stati in grado di trovare 8 milioni, evitando lo scippo di Stato ai pensionati italiani all'estero ! Cioè, state scippando la rivalutazione di queste pensioni ad oltre 250.000 italiani all'estero che superano la pensione minima, ma che hanno una pensione che va tra gli 800 e i 1.400 euro! Sono persone che hanno pagato i contributi! Sono persone che hanno sottoscritto un accordo, un patto con lo Stato, che gli prendeva i soldi e gli garantiva la rivalutazione. Voi l'avete tolta! Abbiamo combattuto, alimentando quella fiammella di speranza, fino all'ultima notte, e non c'è stata la capacità di trovare 8 milioni, su 34 miliardi, per evitare lo scippo di Stato.
Colleghe e colleghi - chiudo, Presidente -, che sia difficile amministrare è un fatto, ma, come diceva Aldo Moro, amministrare è difficile, perché difficile è amministrare. E ci dispiace, voi non state amministrando per il bene pubblico, voi state continuando ad amministrare per i soliti noti.
Non vorremmo registrare, tra qualche mese, l'ennesimo fallimento ai danni e a spese dei più deboli, di quelli che non hanno voce in questo Paese.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Donno. Ne ha facoltà.
LEONARDO DONNO(M5S). Grazie, Presidente. Ci ricorderemo di questo Governo, come del Governo che ha messo in campo una delle peggiori leggi di bilancio nella storia del nostro Paese. Siamo alla terza manovra scritta dal centrodestra. Non ricordiamo, ad oggi, una misura realizzata per aiutare i cittadini e le imprese, destinata alla crescita e allo sviluppo, non se ne ricorda una. Se andiamo a chiedere ai cittadini, non sanno cosa abbia fatto questo Governo per loro in questi tre anni. Zero totale.
Questo però è il Governo - questo sì - dell'austerità, dei tagli, del ritorno dei privilegi della casta. Un Esecutivo che si tiene ben lontano dai problemi del Paese, ma molto, molto vicino a tutelare i propri interessi e quelli dei poteri forti.
In questi giorni, in Commissione bilancio, abbiamo visto veramente il peggio di una classe politica incapace di governare. È chiaro che siete distanti - lo vediamo - anni luce dalle esigenze degli italiani, però la verità è una sola, ossia che dei problemi dei cittadini e degli imprenditori non ve ne importa nulla, questa è la realtà, non ci pensate proprio. Siete solo capaci di bocciare le misure che noi, come opposizione, avevamo proposto, che, magari, farebbero respirare e crescere il nostro Paese. Semplicemente, non avete il coraggio di lavorare per il bene dei cittadini.
Con i nostri emendamenti, abbiamo provato a proporre misure per aiutare i lavoratori, le persone in difficoltà, le aziende. Per esempio, abbiamo proposto di aumentare le pensioni minime di 100 euro al mese e il Governo ha detto “no”, ma, di contro, ha aumentato le pensioni minime dei pensionati minimi di 1,80 euro in più al mese. Avete capito? Erano quelli che volevano portare le pensioni minime a 1.000 euro per tutti (1.000 euro con un , diceva qualcuno qualche tempo fa).
Voi eravate quelli che dovevano abolire la legge Fornero. Eravate quelli che andavano in giro con le felpe con scritto “Stop Fornero”. Oggi, quelle felpe, dovete metterle nel cassetto e dovete fare le nuove felpe: “Stop Giorgetti”, perché oggi è Giorgetti che sta facendo molto peggio rispetto alla Fornero, rispetto a Monti! Sta massacrando i pensionati e i lavoratori italiani ! Fermatevi, siete un pericolo pubblico! Almeno, la professoressa Fornero ebbe la decenza di piangere, voi nemmeno questo. Siete senza vergogna.
Serve veramente a poco dire che la coperta è corta: non ci crede più nessuno. È stato citato prima, avete trovato in mezza serata, in una notte, 1,5 miliardi in più per il ponte sullo Stretto di Messina, 1 miliardo per la TAV e, poi, invece, per i cittadini, i soldi, non ci sono mai.
Un'altra proposta era quella di introdurre un salario minimo che desse finalmente dignità a 4 milioni di lavoratori poveri in questo Paese. Anche qui, avete detto “no”. Ma cosa avete fatto, poi, di contro? Ancora, un'altra proposta negata: abbiamo proposto, per centinaia di migliaia di lavoratori, che sono oggi in cassa integrazione, di prevedere l'integrazione, per arrivare al 100 per cento del salario, per consentire a queste famiglie di trascorrere un Natale dignitoso e sereno con le proprie famiglie. Avete detto “no” anche a questo, avete bocciato anche questo. È facile per voi dire di “no” alle proposte per i cittadini, tanto ormai siete rinchiusi nei palazzi e seduti comodamente sulle vostre poltrone.
Ma io dico, provate ad uscire ogni tanto da questi palazzi, alzatevi da queste poltrone, andate in giro a fare la spesa, fatevi raccontare dai cittadini, al mercato, quanto è aumentata la spesa, quanto è difficile per una famiglia gestire un piccolo imprevisto, come, per esempio, una spesa medica o una visita specialistica imprevista, oppure, magari, la macchina che si rompe e che va portata dal meccanico. Salta il bilancio familiare. Ma per voi, questi, evidentemente, non sono problemi.
Ancora, ve ne state fregando anche delle imprese. Prima sentivo alcuni colleghi di maggioranza parlare dei record, questo è un record tutto vostro, ve lo riconosciamo, avete fatto un record straordinario, tra virgolette: 21 mesi consecutivi di calo della produzione industriale .
Un fallimento totale del Ministro Urso che è ancora al suo posto ed è un incapace totale. L'Italia è tornata a correre, diceva la Presidente del Consiglio Meloni. Ma correre dove? Verso il baratro forse sta correndo, ma non vi vergognate nemmeno un po' a dirle queste cose, ma ci credete veramente quando le dite queste cose? Io veramente non capisco per quanto tempo possiate veramente andare avanti su questa strada. Ma la cosa più folle davanti a tutto questo - potrei citare decine di numeri e dati disastrosi, ma servirebbero alcune ore, quindi ci prenderemo poi il tempo, da qui ai prossimi mesi, per parlarne con i cittadini - è che di fronte a tutti questi problemi degli italiani, che decidete scientemente di non affrontare, avete avuto il coraggio di portare in Commissione bilancio e di monopolizzare per cinque giorni il dibattito pubblico su una porcata storica della quale voi siete i più grandi protagonisti e lo resterete per sempre. Siete venuti in Commissione bilancio, dopo aver bocciato il salario minimo, il reddito di cittadinanza, l'aiuto ai cassaintegrati, l'aumento delle pensioni minime, con la proposta di aumentare lo stipendio e i rimborsi ai Ministri e ai Sottosegretari di questo Governo. Siete veramente senza nessun limite di decenza, non avete proprio limiti alla vergogna ! Uno scandalo: ci avete provato di notte, ma noi vi abbiamo smascherato e il giorno dopo è iniziato lo scaricabarile. Ministri che dicevano di non saperne nulla, Sottosegretari che invece dicevano che era giusto, parlamentari che provavano a difendere, alcuni sì, altri no. Una scena imbarazzante. Crosetto che diceva che questa norma andava ritirata e di non perdere tempo dietro a queste stupidaggini. Stupidaggini che avete proposto voi in Commissione, non noi. E poi, apoteosi della follia totale, la Presidente del Consiglio Meloni che viene qui, in quest'Aula, a dire che quell'emendamento sarà ritirato. Tutti i giornali, tutti i parlano di emendamento ritirato, ma che cosa succede l'altra notte? Arriva non il ritiro, ma la terza riformulazione di quell'emendamento, dove voi avete fatto un piccolo gioco di prestigio che poi ha scatenato lo sciopero dei Ministri e dei Sottosegretari eletti e residenti a Roma che questa mattina non sono venuti in Aula, tant'è che ci hanno fatto iniziare con 45 minuti di ritardo. Quindi, loro hanno scioperato, ma i Ministri e i Sottosegretari non residenti a Roma avranno un bel rimborso spese, da qui ai prossimi anni grazie al Governo Meloni: 5.000-6.000 euro, dobbiamo vedere come scriverete questo decreto attuativo. Mi verrebbero solo parolacce in questo momento, quindi forse andiamo avanti. È inutile che batte le mani, Sottosegretaria. Mi metto nei panni di un cittadino che non riesce ad arrivare alla terza settimana del mese e legge la sua intervista vergognosa che dice che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. Poveretta, non riesce a pagarsi i trasporti: ma non vi vergognate ! Non avete veramente un minimo di decenza! Vi dovreste vergognare, altro che battere le mani, altro che ridere! Vi dovreste veramente vergognare. Poi dicono che i cittadini non devono scendere in piazza a protestare, tant'è che li volete mandare in galera per vent'anni se scendono in piazza a protestare Io mi auguro che i cittadini scendano in piazza a protestare contro questa vergogna, e non solo.
Presidente, non hanno nessun ritegno, come dicevo prima. C'è una sola parola - e concludo - che definisce tutta questa vicenda: vergogna. È la stessa che dovreste provare ogni giorno, cari esponenti del Governo seduti di fronte a me su questi banchi, per aver di fatto abbandonato milioni di italiani che non riescono a curarsi, che non riescono ad arrivare alla fine del mese, milioni di lavoratori e pensionati che questo Natale lo trascorreranno in fila alla Caritas o a fare sacrifici perché dovranno decidere se pagare una bolletta o se mettere un piatto a tavola. Vergogna! Non ci sono altre parole per dire lo stato d'animo indecente che state provocando nel Paese. Un'ingiustizia totale. Fateci un bel regalo di Natale, fatelo agli italiani: andate quanto prima a casa. Noi ci impegneremo per farvi andare a casa quanto prima .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, è una manovra di galleggiamento piena di mance e proroghe. Insomma, tutto l'opposto di quello che serviva al Paese. Una manovra che dimentica il Sud e le categorie più fragili. Bocciate gli emendamenti proposti dal PD che provavano a raddrizzare il tiro, a partire dalla decontribuzione al Sud, dove si concretizza uno scippo netto di 4 miliardi solo per il 2025; cancellata così una delle misure simbolo più efficaci del nostro tempo, che aveva dato grande respiro al Mezzogiorno. Nessuna risposta, poi, sul tema del lavoro, del lavoro povero e irregolare, tema del tutto ignorato dal Governo sia nella proposta originaria che nei successivi emendamenti e riformulazioni. Sono numeri che fanno paura: solo nella mia terra, la Sicilia, ci sono 62.000 operai irregolari e 2.000 lavoratori che rischiano di perdere il posto il 31 dicembre e di non essere neanche classificati all'interno alla cassa integrazione o della cassa integrazione straordinaria. Sono lavoratori per cui in queste settimane abbiamo presentato iniziative parlamentari significative e, in particolare, mi riferisco ai lavoratori di Kalat Ambiente, a quelli di Almaviva, a quelli di A2A e a quelli relativi alla riconversione di ENI-Versalis: 2.000 lavoratori, dicevamo, che rischiano di perdere il posto di lavoro senza neanche paracadute e tanti lavoratori che in questo momento aspettavano la stabilizzazione e, invece, non è arrivato un rigo, un solo rigo, dal Governo, come, ad esempio, quelli impegnati nella delicatissima opera di ricostruzione dopo il sisma di Santo Stefano e a cui il Governo, ancora una volta, dice no, nonostante gli impegni assunti in Aula, tempo fa, con l'accoglimento di uno specifico ordine del giorno.
Nessun cenno neanche verso il dramma della siccità che vede, ancora oggi, tre province siciliane con l'acqua razionata una volta ogni 10-15 giorni, roba da terzo mondo; solo annunci, solo cabine di regia o tavoli tecnici che si dovrebbero insediare o fintamente già insediati, ma risorse in manovra assolutamente zero.
Poi ancora, tagli consistenti agli enti locali: nel Sud sono proprio i comuni, come è noto, a gestire il - ricovero minori, scuolabus, asili nido, sostegno alle famiglie povere e assistenza domiciliare agli anziani -, ma sono proprio i comuni ad essere abbandonati dal Governo; in regioni come la Sicilia un terzo dei comuni è, ahimè, in dissesto e in predissesto, un terzo dei comuni che vale oltre la metà della popolazione dei siciliani. Abbiamo chiesto in manovra interventi che avrebbero dato grande respiro agli enti locali, a tutti gli enti locali del Paese, come la modifica del Fondo crediti di dubbia esigibilità che ogni anno costringe i sindaci ad accantonare risorse preziose, oppure come il garantire nuove capacità assunzionali, perché gli enti locali, a fronte delle tantissime competenze - lo dico con la consapevolezza e la responsabilità di chi per tanti anni ha vestito la fascia di sindaco -, hanno il personale ridotto all'osso. Restano inascoltate, in questi giorni, alcune battaglie che prevedevano risorse specifiche per il sostegno agli enti locali, come, ad esempio, i contributi straordinari che avevamo chiesto per garantire la copertura delle risorse che i comuni avevano garantito ai più deboli durante gli eventi alluvionali oppure anche per quelle relative ai danni della cenere vulcanica.
C'è, poi, il tema dell'assenza di fondi per la realizzazione di infrastrutture. Il Ponte continua ad essere lo specchio per le allodole, un progetto da sbattere in faccia agli italiani per speculare sulla sete di infrastrutture che pervade calabresi e siciliani: è buono soltanto per le campagne elettorali di Salvini. Dei 24 miliardi destinati per i prossimi anni alle infrastrutture italiane, ben 6 miliardi, un quarto, vengono destinati in questa manovra al ponte sullo Stretto, il cui costo continua a salire: da 11,6 miliardi a 13,6 miliardi.
Restano all'asciutto un sacco di opere su cui c'erano progettazioni esecutive pronte e lotti esecutivi pronti ad essere aggiudicati e, quindi, restano all'asciutto interi territori che aspettavano opere pubbliche significative. In questi anni abbiamo fatto battaglie relative alla Modica-Scicli, che ancora oggi col progetto esecutivo resta a secco, dopo il definanziamento ad opera del Ministro Fitto; per non parlare del nodo ferroviario di Catania o della Nord-Sud o della Palermo-Agrigento.
Per non parlare, poi, di un altro grande assente in questa manovra, ed è il tema della lotta alla mafia. In settimana, questo dato ci ha colpito molto, Presidente, la CGIA Mestre ha tracciato un quadro preoccupante, che vede ben 150.000 imprese italiane a rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. La mafia, in sostanza, rappresenta, per essere chiari, la quarta industria del Paese, solo in Sicilia il 10 per cento del dato nazionale, ma dal Governo Meloni neanche un rigo in tutta la manovra. In questi anni l'incisività della legge Rognoni-La Torre è messa in discussione da procedure sempre più lente e farraginose e da un sistema che va assolutamente rafforzato.
In questo senso vanno letti gli emendamenti che abbiamo proposto in questa manovra, e, ahimè, sono stati tutti bocciati. Bocciati i nostri emendamenti a proposito delle maggiori risorse per l'Agenzia dei beni confiscati alla mafia, ci è stato detto “no” per le maggiori risorse per ristrutturare i beni confiscati e ci è stato detto “no” per maggiore personale per la Direzione investigativa antimafia. Non solo, la battaglia epocale di Pio La Torre rischia di essere svilita dai “no” questo Governo e dobbiamo pure subire la sfacciataggine di qualche del centrodestra che dice, senza rossore, che la legge Rognoni-La Torre andrebbe modificata perché ormai superata.
Presidente, mi avvio a concludere. Le battaglie sulla scuola pubblica e sulla sanità pubblica completamente ignorate da questo Governo. Per queste ragioni, ci opporremo in ogni sede a questa manovra iniqua e dannosa per il Paese .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, siamo alla terza manovra finanziaria del Governo Meloni, al giro di boa, a metà mandato. È il tempo di bilanci anche come valutazioni di ciò che è stato fatto e di valutazioni prospettiche. Siamo di fronte all'ennesima manovra fondata sull', recessiva e di galleggiamento - questo perché lo vuole l'Europa, altro che riguardare prima agli italiani -, con un approccio mercantilistico, un modello fondato sulla competitività, che vuole prima creare poveri, disoccupati, precari, in modo tale che il costo del lavoro sia inferiore e i prodotti italiani siano competitivi per la conquista dei mercati esteri, con la conseguenza, però, di esporre l'Italia e gli italiani alle conseguenze delle crisi degli Stati esteri in cui esportiamo i nostri prodotti, come è ora il caso della Germania.
La domanda interna va a picco per due questioni. La prima è perché, tenendo bassi i salari e i lavoratori in questo stato di prostrazione, evitano i consumi, o perché non hanno materialmente le risorse e non arrivano alla seconda settimana del mese, o perché, se anche le hanno, pensano a tenerle da parte, prevedendo tempi grigi. E andando così le cose, altro che tempi grigi, ne avremo almeno per 7 anni con la firma di questo Patto di stabilità capestro, che vede la necessità per l'Italia di sottrarre 13 miliardi di euro annui ad ogni legge di bilancio.
Pensate quante cose avremmo potuto fare con questi 13 miliardi in più. Noi, quindi, siamo in una situazione tremenda, e le soluzioni, la scelta di fondo in campo macroeconomico proposta è assolutamente fallimentare. Abbiamo 21 mesi consecutivi di calo di produzione industriale e la domanda interna che va a picco, specie per l'acquisto di beni strumentali, il che significa che non ci sono previsioni neanche di aumento nei mesi o negli anni a venire.
Quindi, questa manovra è fondata sul , sul vizio di origine rappresentato dal nuovo Patto di stabilità, che ci costringe a correzioni per i prossimi 7 anni.
È una manovra che determina una stangata “taglia Italia”, perché rispetto alle esigenze di conformità a questo Patto di stabilità, dettato dall'Europa, ma benevolmente accettato dal duo Meloni-Giorgetti - perché avrebbero potuto opporsi, avrebbero potuto chiedere un rinvio, avrebbero potuto dire che l'Italia non si trovava nelle stesse condizioni degli altri Stati europei, per cui un meccanismo automatico era penalizzante per l'Italia e gli italiani e si doveva riguardare alle conseguenze della pandemia in Italia e al debito pubblico italiano, perché è più facile rispettare questi parametri per quegli Stati che non hanno subito conseguenze dalla pandemia e che non hanno il debito pubblico italiano -, è chiaro che, rispetto a questa esigenza imposta da quel Patto di stabilità, non ci sono che due strade: o tagli o nuove tasse. Ebbene, entrambi si trovano in questa manovra lacrime e sangue, un insieme di tagli e di tasse camuffate, nascoste, indirette.
Perché è chiaro che, quando si tagliano servizi primari essenziali, come la sanità, la scuola, i tagli ai comuni, che poi non erogano, a loro volta, servizi, le persone devono ricorrere e attingere alle proprie risorse, quindi pagano un'ulteriore tassa. Non solo abbiamo un'imposizione fiscale enorme, che grava sugli italiani, soprattutto - dobbiamo dire - sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Infatti, questo Governo è stato benevolo con le partite IVA e i professionisti con la al 15 per cento, che poi sono quelli che, in genere, si sa, evadono maggiormente le tasse, fosse solo per il fatto che sono loro a gestire, di fatto, il rapporto con il fisco.
Ebbene, è chiaro che questo approccio economico generale sia penalizzante. Possiamo dire che in 2 anni la Meloni ha riproposto tutti i capisaldi dell'austerità: ossessione per l'avanzo primario, entrate superiori alle uscite, e nel Piano strutturale di bilancio badate bene che la traiettoria è dell'1,5 per cento di spesa, il che significa che si taglierà fortemente, direi che una vera e propria macelleria sociale verrà attuata in Italia, perché negli ultimi 30 anni la spesa primaria pubblica è stata di oltre il 3 per cento, significa dimezzarla in prospettiva. Ancora, l'ossessione per l'avanzo, il lavoro povero per recuperare la competitività, le privatizzazioni per compiacere qualche fondo estero e qualche finanziaria, l'ossessione sul modello basato solo sull', che è dannoso e rischioso, perché combacia spesso con un deficit di domanda interna e di consumi.
Ed è proprio questa scelta il problema italiano, alla base della crescita risprofondata allo 0 virgola, ovvero un problema di bassa domanda interna, prodotta da salari bassi. È un cane che si morde la coda, è un circolo vizioso che questo Governo non riesce a interrompere. Come diceva Monti in una intervista alla CNN nel 2012, oggi stiamo distruggendo la domanda interna attraverso un consolidamento fiscale. In fondo, lo strumento del cuneo fiscale è questo: applichiamo la ricetta tedesca, ma con una differenza, che la Germania aveva un'enorme produttività interna, salvo che oggi anche la Germania sta andando verso soluzioni diverse.
Ha previsto un forte aumento dei salari, ha previsto aiuti di Stato, ma non erano vietati gli aiuti di Stato nell'Unione europea? O erano vietati solo quando si trattava dell'Italia? E ora rivaluta anche il debito pubblico, dicendo che, in certi margini, il debito pubblico sia positivo. Andiamo ai tagli. Ci sono spaventosi tagli lineari ai Ministeri che si abbattono sui cittadini, il 5 per cento; tagli agli enti territoriali, 570 milioni nel 2025, 1,6 miliardi nel 2026, che si aggiungono già agli 1,2 miliardi tagliati dalla precedente legge; tagli alla sanità da record.
Finiamola con l'incremento di 1,3 miliardi quest'anno, perché questo incremento non copre neanche l'inflazione. Per risolvere il problema sanitario, il problema delle liste d'attesa, la soluzione non è questa. Innanzitutto, si deve riportare quantomeno alla media europea. Nella media europea gli Stati spendono il 6,9 per cento del PIL in sanità; noi, invece, che facciamo? Torniamo al 6,3 per cento di prima della pandemia. Ma siamo sicuri che non succeda mai più nulla? Siamo sicuri che siano giusti questi tagli, con una popolazione che invecchia? Ci sarebbero tantissime cose da dire, tagli alla scuola, le ricette sbagliate, il non dare risposta alla prima questione degli italiani e dei pensionati, che è quella del decremento salariale.
Certamente, non possiamo sentire più che la coperta è corta. Non è corta per la casta e i privilegi. Abbiamo perso giornate intere in bilancio non per dare risposte agli italiani, ma per dare una maggiore indennità ai Ministri e ai Vice Ministri, che poi ora sono solo quelli residenti a Roma, 500.000 euro. È stancante e ormai ipocrita la narrazione di questa coperta corta, perché la coperta è corta solo perché non si vogliono assumere le proprie responsabilità politiche, perché è il Governo che decide per chi è corta questa coperta. Non si trovano i soldi per sostenere l'industria italiana e si trovano per le armi, per cui si prevede un record storico.
PRESIDENTE. Concluda.
IDA CARMINA(M5S). Non si tassano gli extraprofitti - e concludo subito - delle banche, non si tagliano i sussidi ambientalmente dannosi e, soprattutto, si prevede sempre un ulteriore scippo al Sud: si elimina la misura decontribuzione Sud…
PRESIDENTE. La ringrazio…
IDA CARMINA(M5S). …ripristinata - un attimo solo - al 25 per cento e, soprattutto, è scandaloso l'ulteriore scippo ai fondi di sviluppo e coesione, usati come un bancomat per la questione del ponte sullo Stretto
PRESIDENTE. La ringrazio. Deve chiudere.
IDA CARMINA(M5S). La metropolitana di Milano si fa con i soldi del bilancio dello Stato, mentre per il ponte sullo Stretto, che è opera strategica nazionale, invece, si scippano i soldi al Sud, ai meridionali, ai siciliani e ai calabresi
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mauro Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Parlo a nome del gruppo del Partito Democratico in Commissione cultura, che, fra le sue competenze, ha anche la scuola, l'università, la ricerca, l'editoria, lo sport e, quindi, mi concentrerò su questi temi. Non nascondo che sarei curioso di sentire anche il parere di qualche nostro collega di maggioranza che siede nella stessa Commissione, ma non mi pare che succederà, perché i banchi sono deserti. Per cui, mi piace pensare di parlare anche un po' a nome loro; se vorranno, prenderanno la parola e mi smentiranno.
Incomincio, allora, dalla cultura, con un antefatto. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è venuta in Aula ieri l'altro, dopo aver incontrato Javier Milei, il Presidente dell'Argentina, e averlo anche gentilmente omaggiato di una cittadinanza italiana, in modalità diciamo così, sulle cui modalità abbiamo depositato un'interrogazione. Fra i tanti passaggi, Giorgia Meloni ci ha spiegato che stima Javier Milei, ma che non ritiene il modello Milei applicabile all'Italia. “Dovrei fare” - ha detto - “come dice Milei: Ministero della Cultura ? Ma per carità!”.
Ora, è vero, la Presidente Meloni non girava in campagna elettorale con una motosega, usava altri argomenti retorici, come il blocco navale o le accise sui carburanti. Dunque, le cose che diceva che avrebbe fatto non le ha fatte, mentre quelle che non diceva le ha fatte eccome. Questo perché il Ministero della Cultura esiste ancora, ma l' italiano sulla cultura riguarda un taglio complessivo di mezzo miliardo di euro rispetto all'anno scorso e riguarda un passaggio da 5,6 miliardi di risorse per gli investimenti in cultura nel 2015, quindi al netto delle risorse del PNRR, ai 3,1 miliardi di questa legge di bilancio, cioè 2,5 miliardi di euro , firmato Presidente Meloni .
Oltre a questo definanziamento, che commissaria il Ministro Giuli e il Ministero della Cultura, nei due anni di melonismo al potere il Ministero stesso si è rivelato del tutto incapace di attribuire un ruolo strategico alle politiche culturali, usate come semplice terreno di spartizione politica a sfregio dell'immenso patrimonio culturale del Paese.
Se questo Paese ha un patrimonio immenso in cultura, che meriterebbe, dunque, una dignità proporzionale alla sua importanza, c'è un altro patrimonio immenso, intellettuale e culturale: l'università. È bene ricordare che non solo è italiana l'università più antica del mondo, quella di Bologna, ma sono 17 quelle fondate in Italia, dal Sud al Nord, ancora prima della scoperta dell'America. Ora, come commentare il taglio del quasi 10 per cento al Fondo per il finanziamento ordinario per l'università, un taglio effettivo di 800 milioni di euro? Credo ci sia un solo commento possibile: una mannaia o, forse, la motosega, per citarla, della Milei senza le basette su molti atenei italiani, per i quali le risorse del Fondo rappresentano i tre quarti del bilancio. Dato che il rimanente quarto è rappresentato dalle tasse universitarie, queste non potranno che aumentare, se la stagione della motosega “melonista” dovesse continuare o se anche le cifre dovessero attestarsi su questi parametri nei prossimi anni. Questo perché nel frattempo, a carico totalmente loro, le università dovranno sostenere i sacrosanti aumenti di stipendio per docenti e personale amministrativo e li dovranno sostenere nonostante i finanziamenti statali siano in picchiata. Insomma, la tempesta perfetta: anche l'università. A questa destra di Governo, la cultura, l'università e la scuola interessano solo per una ragione, quella ideologica.
Dunque, passiamo alla scuola. Per la prima volta dal 2008, cioè dai tagli lineari al personale varati dal Governo Berlusconi, verranno tagliati 5.660 docenti dall'organico dell'autonomia, mentre i tagli previsti dei 2.147 posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola vengono spostati avanti di un anno, ma restano lì all'orizzonte, così come resta l'appiattimento retributivo, previsto per i prossimi due contratti fino al 2030, con stanziamenti, previsti in legge di bilancio, che non sono sufficienti neanche per la tutela del potere d'acquisto degli stipendi di insegnanti e personale della scuola. Abbiamo visto in questi due anni la scuola al centro della discussione politica solo grazie a provvedimenti propagandistici portati in questo Parlamento: penso alla riforma del voto in condotta, alla controriforma del sistema di valutazione della scuola primaria. Paradossi pedagogici per lisciare il pelo a un modello fondato esclusivamente sul motto, tanto caro al Ministro Valditara, ordine e disciplina. Nessuna motivazione pedagogica, nessuna volontà di ascolto dei protagonisti del mondo della scuola e degli esperti, che loro, sì, hanno, invece, come obiettivo dare valore al processo di apprendimento delle bambine e dei bambini. Invece, per questa destra la scuola è un esercizio di prepotenza e di potere.
Naturalmente, il Ministro Valditara dà il buon esempio, come nel caso di Christian Raimo, sospeso dal suo ruolo di docente per aver criticato il Ministro non dentro una scuola, ma sul palco di un partito a un evento politico; come nel caso di Giulio Cavalli, giornalista che il Ministro Valditara ha querelato, chiedendo un risarcimento di 10.000 euro, per un articolo sulle festività non riconosciute dallo Stato nel calendario scolastico; come nel caso di Nicola Lagioia, scrittore, per anni straordinario direttore del Salone del libro di Torino, querelato dal Ministro Valditara, con una richiesta di 20.000 euro di risarcimento, per avere ironizzato su un suo sgrammaticato. A loro va, naturalmente, la nostra solidarietà, perché il Ministro non vuole giustizia penale, il Ministro dell'Istruzione e del merito e delle querele vuole risarcimenti economici. Non vorremmo fosse a causa dello stipendio, essendo un Ministro non eletto, e non perché sia arrivato da tecnico, sia chiaro, dato che Giuseppe Valditara era candidato alle ultime politiche; non è stato eletto e, poi, è stato scelto per fare il Ministro. Che cosa bizzarra questo accanimento, che cosa bizzarra, visto che, parlando di cultura, occorre ricordare che Dario Fo, l'ultimo italiano a vincere il premio Nobel per la letteratura, lo ricevette con questa motivazione: perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere, restituendo la dignità agli oppressi.
Passo allo sport, materia che mi è cara. Abbiamo condiviso alcuni provvedimenti senz'altro utili, ma sottolineiamo l'assurda decisione del Governo di non prorogare il Fondo per il professionismo sportivo femminile, respingendo l'emendamento a prima firma della collega Chiara Gribaudo, sottoscritto da tante donne, in modo trasversale, in questo Parlamento. Stigmatizziamo la riformulazione di un nostro emendamento, che, invece, portava la mia prima firma, per sostenere l'accesso economico alla pratica sportiva per le famiglie in difficoltà. Il provvedimento riformulato prevede oggi che questo non vada più alle famiglie ma alle società sportive, che di fatto diventano accertatori di ISE, peraltro abbassato clamorosamente. Il diventa alternativo perfino alla detrazione fiscale esistente per tutti, facendolo diventare un provvedimento irrealizzabile, poco conveniente per le famiglie che ne hanno davvero necessità. Insomma, voi continuate a erogare denaro per i grandi eventi sportivi, mentre l'accesso allo sport di base resta possibile, in questo Paese, solo per chi se lo può permettere. Alla faccia dell'articolo 33, modificato in questo Parlamento con voto unanime.
Chiudo rivendicando il nostro lavoro, i nostri emendamenti: quello sul Fondo contro la povertà alimentare, perché, come ci ricorda Save the Children, per migliaia di ragazzi e di ragazze del nostro Paese l'unico modo per accedere a un pasto completo e proteico è la mensa scolastica; quello per il sostegno psicologico a scuola; l'emendamento, a firma congiunta, sulla stabilizzazione dei ricercatori del CNR; l'aumento di 50 milioni rispetto alle risorse messe dal Governo sul Fondo per il pluralismo e l'editoria.
Abbiamo fatto il possibile rispetto al poco o nulla che era concesso; non ci fermiamo e non ci fermeremo, invece, sulla testimonianza, sulla denuncia di una legge di bilancio agghiacciante su temi strategici per un Paese come la scuola, l'università, la cultura e lo sport.
Ma questa è l'immagine del Paese che questa destra vuole, abbassare l'asticella, affinché possano continuare a spiccare figure inadeguate che rispondono a un solo principio: non conta la competenza, ma la fedeltà al capo. E attenzione, intellettuali, giornalisti e scrittori, insegnanti, artisti, donne e uomini di cultura: se li dileggiate non vincerete il premio Nobel, ma una convocazione in tribunale per una querela .
PRESIDENTE. Saluto studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo “Alessandro Manzoni” plesso Chionna di Lizzano, in provincia di Taranto .
In una seconda parte già avevamo salutato i loro colleghi. Sono qui in Aula ad ascoltare dalla tribuna i nostri interventi e ad assistere ai nostri lavori. Ovviamente, gli auguriamo ogni fortuna e li ringraziamo per la presenza.
Ha chiesto di parlare la deputata Valentina Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, ogni anno ci approcciamo alla legge di bilancio, ma forse ci dimentichiamo a chi dobbiamo guardare quando si fa una legge dello Stato, perché, cari colleghi, nel momento in cui abbiamo la possibilità di dare una visione, di ragionare sui problemi concreti, di aiutare effettivamente qualcuno che sta in difficoltà, penso che lo dovremmo fare. Purtroppo, quello della legge di bilancio è il momento in cui questo Parlamento può effettivamente portare avanti questo tipo di missione, questo tipo di servizio per il Paese.
Purtroppo, anche quest'anno la maggioranza e questo Governo non hanno onorato questo tipo di incarico che sono chiamati a svolgere. Perché vi ricordo, colleghi, che la legge di bilancio è uno strumento cruciale che non dovrebbe essere utilizzato per pensare a noi stessi qui dentro, ma dovrebbe guardare a chi sta fuori, al Paese, a quello che pensiamo che il Paese debba fare nel futuro. E invece non ci domandiamo se, dopo questa legge di bilancio, il Paese reale, le persone che sono fuori da questi palazzi staranno meglio o peggio.
Ebbene, ve lo dico io, purtroppo questo Paese con questa legge di bilancio non starà meglio e le persone più in difficoltà staranno peggio.
Questo perché lo dico? Ma sono i dati che ci portano a dover fare questo tipo di critiche al Governo, critiche che non abbiamo risparmiato come MoVimento 5 Stelle in Commissione bilancio, dove i colleghi sono stati ore e ore a cercare di passare messaggi fondamentali, messaggi di dignità, messaggi di civiltà; eppure, sono rimasti inascoltati. Anzi, ci siamo dovuti sorbire la pantomima e la vergogna delle proposte di innalzamento dei salari dei Sottosegretari non parlamentari e dei Ministri non parlamentari, tra cui ricordo esserci, purtroppo, la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali di questo Paese, la Ministra Calderone , a fronte di 4 milioni di lavoratori in povertà, lavoratori che non guadagnano neanche mille euro al mese; abbiamo il record di povertà assoluta che porta avanti con orgoglio evidentemente questo Governo; 5,7 milioni di poveri, di cui 1,3 milioni sono bambini, sono ragazzi, sono persone in difficoltà a cui il Governo puntualmente sbatte la porta in faccia. Perché dico questo? Perché arriva l'emendamento per innalzare queste misure totalmente fallimentari, con la condotta, ovviamente, del Governo di portare questi emendamenti correttivi su AdI e Supporto per la formazione e il lavoro, che sono le due misure - ricordiamoci - sostitutive del reddito di cittadinanza, l'unica misura universale contro la povertà che noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo portato avanti e subito e introdotto in questo ordinamento; mentre voi, il Governo si è fatto carico, si è preso la responsabilità vergognosa di abolirlo e lo ha sostituito con misure totalmente inutili.
Quindi, arrivano questi correttivi; palesemente e pacificamente si ammette un errore, il fatto che queste misure non arrivino dove devono arrivare - il dramma di non arrivare alle persone più in difficoltà - e si corregge senza la relazione tecnica; si aumenta di pochissimo l'ISEE per poter accedere all'AdI e al Supporto per la formazione e il lavoro, si taglia di un miliardo nel prossimo biennio, e, sostanzialmente, non c'è una relazione che ci dica quante persone potranno usufruire di queste mancette in più che voi state dando.
Quindi, cortesemente, state ammettendo pacificamente un grande fallimento: tornate indietro, al posto di bocciare di nuovo l'emendamento che abbiamo fatto sul reddito di cittadinanza, ripristinatelo e fateci una cortesia .
Ma non mi fermo qui perché non c'è soltanto il problema della povertà, che è un dramma assoluto, perché abbiamo anche il della Caritas che ci dice - non smetto di ripeterlo - che la povertà in Italia è ereditaria, ci vogliono cinque generazioni per uscire dalla povertà e qui non si mette un euro su questa questione. Una vergogna assoluta.
Parliamo, poi, del lavoro, perché poi sul tema del lavoro ci sbandierate dati sul fatto che c'è un aumento dell'occupazione, un aumento storico dell'occupazione, e non andate a vedere e a dire - e ve ne guardate bene - di che tipo di occupazione si sta parlando; non si tratta di occupazione per cui le persone, i lavoratori riescono a fare quello che hanno bisogno di fare; no, purtroppo, si tratta di lavoro povero. L'abbiamo detto prima: 4 milioni di lavoratori che non riescono neanche ad arrivare alla fine del mese.
Ma non è soltanto questo: c'è l'enorme tema di salute e sicurezza sul lavoro che questo Governo non sta affrontando.
È stato approvato un emendamento sull'aumento del Fondo vittime di infortuni sul lavoro, che è un emendamento a mia prima firma, ma ovviamente poi per il resto non è stato fatto nient'altro, quindi anche questo è un tema che dovrebbe tornare al centro del dibattito e non viene minimamente trattato. Così come il tema della Cassa integrazione guadagni: ricordiamoci che in questo Paese, in questo momento, c'è il più 20 per cento di persone in Cassa integrazione guadagni. Quindi, ventun mesi - l'abbiamo detto prima - di calo della produzione industriale, un record assoluto, e le previsioni di Banca d'Italia per il prossimo anno cosa dicono? Più 0,2 per cento del PIL. Quindi, parlate di che cosa esattamente? Perché non lo stiamo capendo! Cosa dovrebbero dire le persone in merito a questa legge di bilancio? Spereranno di avere un qualcosa in più, spereranno il prossimo anno di stare meglio e invece no: staranno peggio.
Cosa serve? Quali erano le nostre proposte? Una delle nostre proposte è quella di ripristinare una misura universalistica contro la povertà, mentre invece il vostro Governo si è macchiato della colpa incredibile di dividere i poveri in categorie, che è una cosa schifosa , Presidente; una cosa vergognosa dividere i poveri e dargli soldi differenti, contributi e sussidi a seconda che si ritengano presumibilmente occupabili. Ma come vi permettete di entrare nella vita delle persone senza conoscerle, senza sapere niente di loro?
Quindi, le vostre misure saranno sempre lontane dalla vita reale, perché voi pensate, questa maggioranza pensa di sapere tutto. Vive in un mondo fantastico in cui tutti stanno benissimo e la distanza dal mondo reale è palese ed evidente ogni giorno. Ne è prova il fatto che pensate ai vostri stipendi aumentandoli di 7.000 euro al mese; quella è la proposta, poi vi siete un attimino corretti, perché vi siete ravveduti del fatto che fosse incredibile - di fronte a questi dati agghiaccianti che abbiamo - ragionare sui vostri stipendi e quindi, chiaramente, avete fatto un piccolo passo indietro, ma comunque vi lamentate di non avere i soldi per i vostri rimborsi, eccetera.
Quindi, se un minimo dell'impegno, che mettete su queste questioni, lo metteste sulla povertà e sul lavoro, sarebbe veramente una gran cosa; sicuramente in questo Paese staremmo tutti meglio.
Chioso su due questioni. Il tema pensioni: è una grande presa in giro, perché ci raccontate dell'aumento delle pensioni che aumentano di 1,8 euro al mese, quindi si commenta da sola; non entrerò nel merito.
Vi siete accaniti ancora una volta sulla NASpI e sui sussidi di disoccupazione, come se i lavoratori fossero tutti dei criminali, quando invece in questo Paese ci sono miliardi di evasione fiscale, di economia sommersa, e non si sente una parola, una misura su questo.
Poi, appunto, il tema dei salari, che ci rappresenta e che continueremo a portare in questo Parlamento. Oggi abbiamo depositato le firme per la proposta di iniziativa popolare per l'introduzione, in questo Paese, del salario minimo legale, e, quindi, le dico, Presidente, che noi, in questo Parlamento, continueremo a discutere, lottare e portare alla vostra attenzione il tema del salario minimo. Salario minimo subito, subito “Salario minimo subito”!
PRESIDENTE. Tolga quel cartello, cortesemente. Grazie.
È iscritto a parlare il deputato Di Sanzo. Ne ha facoltà.
CHRISTIAN DIEGO DI SANZO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi arriviamo in discussione generale sulla legge di bilancio con tre giorni di ritardo rispetto ai tempi previsti. Siamo tutti un po' stanchi per le notti passate in Commissione, nell'insonnia, dovute all'incapacità di una maggioranza divisa, continuamente impegnata a rimescolare le carte in tavola durante la notte. Emendamenti arrivati negli orari più improbabili, su argomenti mai trattati prima, che, se vi fossero interessati, li avreste potuti mettere direttamente nella legge quando l'avete fatta. Spesso emendamenti privi di relazione tecnica, generando confusione nei commissari e nei colleghi presenti.
Una manovra che, come ci avete abituato, non vuole affrontare adeguatamente le problematiche del Paese. Una manovra inadeguata su tanti fronti, ma soprattutto nel sostegno alle fasce più vulnerabili della popolazione. Insostenibili sono, ad esempio, le risorse dedicate alla sanità, con la gente che ha ormai perso la speranza di curarsi in tempi ragionevoli, con liste di attesa che sono incompatibili con i tempi della salute, mettendo a rischio tanti, troppi italiani. Assenti sono le politiche industriali, come lo sono da quando siete al Governo.
Proprio per questo, abbiamo presentato una mozione sulle politiche industriali, per dare una direzione all'Italia, e forse sarebbe stato utile leggerla per modificare questa legge di bilancio. Avete, nei fatti, cancellato il Fondo e volevate istituire una che sarebbe andata a colpire le e le piccole imprese innovative, modificata solo grazie al nostro lavoro. Avremmo voluto affrontare le questioni del Paese in modo strategico, invece di trovarci davanti a tanti tagli lineari, in tutti i programmi e settori. Una legge di bilancio miope, caratterizzata solo dal segno “meno”.
Dopo giorni di discussione faticosa, le uniche notizie positive sono alla fine arrivate attraverso le rivendicazioni del Partito Democratico e delle opposizioni: lo psicologo nelle scuole, per affrontare la necessità di un disagio sempre più importante nei nostri giovani; la stabilizzazione dei precari del mondo della ricerca, in particolare del CNR, perché - e lo dico da ex ricercatore - un Paese che non investe in ricerca è un Paese che non ha futuro; il raddoppio delle assunzioni per gli ispettori del lavoro, per combattere la piaga della sicurezza del lavoro, e fatemi ricordare l'incidente gravissimo, a Calenzano, di pochi giorni fa.
Misure concrete e strategiche, per dare una direzione e un aiuto vero al nostro Paese, che abbiamo portato avanti noi. Su un punto ulteriore, poi, mi voglio soffermare, perché, tra le tante storture di questa legge, la situazione degli italiani all'estero presenta addirittura aspetti punitivi, e sembra che vi sia la volontà chiara e generale di un disegno di penalizzazione verso le comunità all'estero. Una manovra punitiva nei confronti di oltre 6 milioni di italiani all'estero.
Per tutti questi aspetti, basti citare la questione del blocco delle rivalutazioni delle pensioni per gli italiani che vivono all'estero. Questo significa che chi vive all'estero non potrà beneficiare dell'adeguamento della pensione all'inflazione, una differenza di trattamento, rispetto ai pensionati residenti in Italia, che è inaccettabile. Un provvedimento di dubbia legittimità costituzionale, che potremmo definire un vero e proprio scippo per le nostre comunità all'estero, un'ingiustizia che rappresenta una rottura del patto con i cittadini italiani che hanno deciso di vivere all'estero, perché per voi sono solo dei traditori della Patria, che l'hanno abbandonata , ed è così che concepite le comunità all'estero.
Oltre a questa ingiustizia, i tagli lineari sull'internalizzazione, sul sistema produttivo, sui servizi consolari, sulla diffusione della lingua e della cultura italiana. Per questo noi del Partito Democratico avevamo presentato circa 30 emendamenti per salvare le nostre comunità all'estero: efficientamento dei servizi consolari, rivalutazione delle pensioni, aiuto alla diffusione della lingua italiana e sostegno alle imprese e alle camere di commercio. E siamo stati l'unico partito, l'unico, che li ha segnalati per portarli in discussione.
In sostanza, in questa legge di bilancio si è parlato di italiani all'estero solo grazie al Partito Democratico . Ma ci siamo trovati davanti a un muro e ad un disinteresse totale da parte della maggioranza, privati di ogni aiuto da parte di chi, quando stava all'opposizione, diceva di voler aiutare gli italiani all'estero. E poi nella notte, solo grazie all'azione di noi eletti all'estero - e voglio veramente ringraziare il gruppo del Partito Democratico - siamo riusciti a far passare 600.000 euro per far funzionare i Comites, i nostri organismi di rappresentanza, vittima di continui tagli lineari, che hanno perso l'importanza e la forza di una vera rappresentanza che speriamo di recuperare grazie alla nostra azione.
Un emendamento a mia prima firma, ottenuto grazie all'impegno del Partito Democratico, che ha messo a disposizione un fondo: questo lo voglio dire perché va detto, perché sia chiara la paternità di questo sforzo. E purtroppo non si è riusciti ad attivare con la maggioranza un dialogo che sarebbe stato utile per far funzionare meglio il nostro Paese all'estero. Un sistema che può essere un volano per rilanciare l'economia, grazie al contributo fondamentale della nostra rete di istituzioni, associazioni, cittadini e imprese presenti in tutto il mondo.
Le uniche notizie positive che abbiamo ottenuto in questi 2 anni per gli italiani all'estero sono venute grazie all'azione del Partito Democratico: nel 2022, 4 milioni in tre anni per le camere di commercio; successivamente il riadeguamento del personale a contratto dei consolati e dell'ICE, l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane; quest'anno un fondo stabile per migliorare l'efficienza dei servizi consolari, grazie alla legge a prima firma Ricciardi, che stabilisce un fondo di ben 4 milioni con una legge ordinaria, la prima volta per gli italiani all'estero .
Per anni, dall'opposizione, avete parlato degli italiani nel mondo e di un fantomatico “Ministero degli italiani nel mondo”, ma al Governo avete scoperto la vostra vera faccia e vi siete rivelati come coloro che puniscono chi vive all'estero, che, nella vostra logica, diventa un traditore della Patria. Noi, invece, un piano vero per valorizzare il ruolo delle nostre comunità all'estero lo abbiamo, e, nonostante le vostre difficoltà, passo dopo passo, lo stiamo costruendo anche dall'opposizione. E su questo state tranquilli che non ci fermeremo e il nostro impegno per le comunità all'estero non mancherà mai .
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Avverto che non si darà luogo alle repliche, in quanto i relatori di minoranza hanno esaurito i tempi a loro disposizione previsti dal contingentamento, mentre i relatori per la maggioranza e il rappresentante del Governo vi hanno rinunciato.
PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale Zanella e altri n. 1.
Sulla base di una prassi consolidata, richiamata, da ultimo, dalla Presidenza della Camera nella seduta del 22 dicembre 2019, tale questione pregiudiziale è da considerarsi inammissibile, in quanto volta a pregiudicare la discussione della legge di bilancio, il cui esame, ai sensi degli articoli 119 e seguenti del Regolamento, deve essere portato a compimento entro il termine della sessione di bilancio. Tale questione incidentale non sarà pertanto sottoposta all'esame e al voto dell'Assemblea.
Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Luana Zanella.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Il gruppo che rappresento è stato costretto a presentare questa questione pregiudiziale, in quanto è stato leso quello che è uno dei principi fondamentali iscritti nel nostro Regolamento circa l'ammissibilità degli emendamenti.
Infatti, nel corso dell'esame del disegno di legge di bilancio, è stata presentata la proposta emendativa 82.05, a prima firma Maria Cristina Caretta, che introduce modifiche all'articolo 18 della legge n. 157 del 1992, concernente “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, intervenendo sui calendari venatori, sulle specie cacciabili, sul diritto alla tutela giurisprudenziale contro provvedimenti illegittimi, esautorando di fatto l'ISPRA. Quindi, un emendamento di natura ordinamentale, privo di effetti sui saldi di bilancio; avrebbe dovuto essere ed è stato in effetti dichiarato inammissibile nella seduta del 15 dicembre. Successivamente, il 16 dicembre è stato riammesso dalla presidenza della Commissione, in seguito al ricorso dei proponenti. Ebbene, signor Presidente, in base al Regolamento della Camera dei deputati, articolo 120, comma 2, e articolo 41, comma 2, il Presidente della Camera ha la responsabilità di accertare che il disegno di legge di bilancio non rechi disposizioni estranee al suo oggetto.
La legge n. 196 del 2009, all'articolo 21, comma 1-, e l'articolo 15, comma 2, della legge n. 243 del 2012 prevedono che la legge di bilancio, nella prima sezione, non debba contenere norme di carattere ordinamentale. Questo emendamento non avrebbe dovuto essere messo ai voti, la questione è di competenza, a norma dell'articolo 41, comma 2, della Presidenza. La Presidenza ha ritenuto evidentemente di non stralciare detto emendamento e il 16 dicembre ho chiesto espressamente, con una mia nota, la valutazione sull'ammissibilità al Presidente della Camera, perché egli ha l'autonomia di intervenire sul punto. Ebbene, l'articolo 82-, in cui è stato tradotto, nel nuovo disegno di legge di bilancio, l'emendamento di cui parliamo, è apertamente in contrasto con l'articolo 9 e l'articolo 24 della Costituzione. Si tratta di una pericolosa manomissione di un provvedimento, in una sede assolutamente non appropriata, perché questa maggioranza ha i numeri per accertare la propria ragione e per far passare un emendamento di questo genere, una novellazione della legge n. 157 del 1992, nelle sedi appropriate, non con i blitz, non con atti di pirateria parlamentare fatti di notte.
Quindi, noi combatteremo assieme alle associazioni che già si sono rivolte, sono state costrette a rivolgersi al Presidente della Repubblica. Capisco che alla maggioranza non interessa per niente che ai cacciatori - chiamati dalla nostra collega addirittura professionisti della natura, che lavorano per garantire la manutenzione del nostro patrimonio faunistico - sia consentito, durante tutta la stagione venatoria, di sparare a specie protette, ad uccellini che entrano nella mano, piccoli così. Allora, veramente, siamo all'illegittimità costituzionale, alla violazione di normative europee, per cui già siamo in procedura di infrazione e, a questo punto, ne riceveremo sicuramente un'altra…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
LUANA ZANELLA(AVS). È uno scandalo che ancora una volta questa maggioranza, pur di rispondere, e chiudo, Presidente, alle dei cacciatori, faccia davvero carta straccia anche dei Regolamenti del Parlamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere la pregiudiziale della collega Zanella, perché quello che è successo in Commissione bilancio è che col favore delle tenebre, verso le 4 del mattino, è stato approvato questo emendamento che era ordinamentale - la stessa cosa che successe nella prima legge di bilancio, che ho denunciato più volte in quest'Aula, con l'emendamento Foti e con la modifica dell'articolo 18, della legge n. 157 del 1992 -, ampliando quindi il calendario venatorio e facendo sì che l'Italia praticamente ricadesse in procedure di pre-infrazione. Io mi rivolgo soprattutto agli animalisti di quest'Aula per quello che è successo nuovamente - è molto grave - in Commissione bilancio e, quindi, io chiedo al Governo di intervenire e sottoscrivo la pregiudiziale della collega Zanella, perché è una cosa inaccettabile e inconcepibile che per due volte praticamente viene strappato il Regolamento della Camera. Io spero che si intervenga su questa incresciosa situazione, perché è la seconda volta che viene violato il Regolamento e viene fatto passare un emendamento ordinamentale in legge di bilancio.
PRESIDENTE. Sulla questione relativa all'ammissibilità della proposta emendativa ha già fornito risposta il Presidente della Camera, confermando la decisione assunta in Commissione. Ribadisco comunque che la Presidenza non può che confermare la decisione assunta in merito alla inammissibilità della questione pregiudiziale da lei presentata, presidente Zanella.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno e delle proposte emendative presentate .
Avverto che è in distribuzione un riferito al provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.
LUCA CIRIANI,. Grazie, Presidente. Prima di leggere la formula con cui il Governo chiede la fiducia sulla legge di bilancio, vorrei porgere le mie scuse personali, anche a nome del Governo, per il ritardo con cui questa mattina sono stati avviati i lavori del Parlamento . So bene che stanchezza, inconvenienti e incomprensioni possono capitare, soprattutto in queste ore molto frenetiche, però so anche che, alla fine, le giustificazioni stanno a zero e non intendo ricorrere alla pratica dello scaricabarile, come pure potrei.
Al Presidente della Camera, a tutti i gruppi parlamentari e ai singoli parlamentari voglio, però, ribadire il mio massimo impegno affinché tutti i Ministeri garantiscano doverosamente e prioritariamente la loro presenza puntuale in Aula e nelle Commissioni, affinché questi episodi non si ripetano più. Grazie, Presidente .
Infine, a nome del Governo e autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi dell'articolo 1 del disegno di legge 2112-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 nel testo approvato dalla Commissione, comprensivo dell'.
PRESIDENTE. Grazie, Ministro Ciriani.
A questo punto, estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.
La chiama avrà inizio dalla deputata Bisa.
A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata presso la Biblioteca del Presidente, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento.
La seduta è sospesa, riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, resta confermata l'organizzazione dei lavori per la giornata di domani, venerdì 20 dicembre, già stabilita nella riunione del 18 dicembre scorso.
Conseguentemente, la votazione per appello nominale sulla questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge n. 2112--A avrà luogo nella seduta di domani, venerdì 20 dicembre, a partire dalle ore 11, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 9,30.
Alle ore 12 si passerà alle dimissioni del deputato Enrico Letta.
A partire dalle ore 12,30 e sino alle ore 20 avrà luogo l'esame dei restanti articoli e dei relativi emendamenti nonché degli ordini del giorno.
Tra le ore 20 e le ore 21 si passerà all'esame e alla votazione della Nota di variazioni e, a partire dalle ore 21, con ripresa televisiva diretta, avranno luogo le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale, da svolgere entro le ore 22,30.
Ricordo, altresì, che il termine per la presentazione degli ordini del giorno riferiti al disegno di legge in esame è fissato alle ore 17,30 di oggi, giovedì 19 dicembre.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 18 dicembre 2024, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari la deputata Naike Gruppioni, in sostituzione della deputata Maria Chiara Gadda, dimissionaria.
Comunico, inoltre, che, nella stessa data, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione la deputata Naike Gruppioni, in sostituzione della deputata Maria Chiara Gadda, dimissionaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente al Ministro Giorgetti per quanto riguarda il caso di Sogei, della nostra azienda di totale proprietà del MEF, che è stata oggetto di un grave problema legato alla corruzione dell'amministratore delegato ad oggi arrestato e di cui si parla pochissimo.
Vorremmo sapere dal Ministro cosa stia pensando di fare per questa società. Adesso, questa società non ha un amministratore delegato. Di questa notizia non se ne parla da nessuna parte. Riguardo a questa notizia, tra l'altro, c'è anche un piccolo per alcuni collegamenti con una società in cui c'è una certa collaborazione internazionale con la società di Elon Musk.
Quello che vorrei dire in maniera molto semplice è che, in Italia, ci sono società molto importanti che gestiscono dati e un infrastrutturale del Paese fondamentale per il futuro, che hanno casi di corruzione al proprio interno, anche con arresti, e una problematica legata all'onestà e alla trasparenza della gestione. Da parte del Governo e della stampa, vi è un'assenza di informazioni su questo tema.
Mi premurerò anche di presentare interrogazioni specifiche sul tema, ma chiedo formalmente in Aula che il Ministro Giorgetti venga a riferire sugli sviluppi della gestione della Sogei, perché, ad oggi, da ottobre, dall'arresto dell'amministratore delegato, non si è più saputo niente e si è insabbiato tutto.
Forse, la vicinanza tra la Presidente Meloni ed Elon Musk riesce anche ad evitare piccole problematiche di comunicazione e di trasmissione di informazioni, ma, da questo punto di vista, noi, come MoVimento 5 Stelle, chiediamo urgentemente che vengano trattate queste questioni, invece di trattarne altre veramente meno importanti.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. (C. 2112-bis-A)
Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
: COMAROLI, D'ATTIS, LUCASELLI e ROMANO, per la maggoranza; GUERRA, GRIMALDI e BONETTI, di minoranza.
2.