PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FILIBERTO ZARATTI,, legge il processo verbale della seduta del 3 gennaio 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 79, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Colleghe e colleghi, mi è stato rappresentato da diversi gruppi parlamentari che questa mattina vi sono stati problemi nei collegamenti ferroviari, che hanno reso difficoltoso l'arrivo a Roma da parte di diversi deputati. Conseguentemente, secondo quanto convenuto tra i gruppi, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 13 fino alle ore 14. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 13.
PRESIDENTE. Colleghe e colleghi, credo di interpretare un sentimento che condividiamo in tutta l'Aula, quello della grande gioia per la notizia della liberazione della nostra concittadina, la giornalista Cecilia Sala, che sta tornando in Italia, libera. Il grazie, da qui, va a tutti coloro che hanno lavorato per ottenere questo straordinario risultato . Su questo argomento ora ci saranno alcuni interventi.
Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Loperfido. Ne ha facoltà.
EMANUELE LOPERFIDO(FDI). Grazie, Presidente. È veramente una grande notizia. Alle ore 11,25 abbiamo appreso dalle agenzie di stampa la fine di un incubo: Cecilia Sala torna a casa, è a bordo di un aereo che la riporta dai suoi familiari . Questo applauso, così come quello che è seguito all'intervento da parte sua, è un applauso che va alle istituzioni italiane, ai nostri diplomatici, al lavoro della Farnesina, al lavoro del Ministero degli Affari esteri, ai nostri Ministri, al nostro Governo e alla nostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni .
Sin dal primo momento era stato chiesto di porre un velo di silenzio, per consentire che vi fosse il lavoro incessante della diplomazia, il lavoro incessante, silenzioso, alacre e instancabile da parte dei nostri diplomatici, i quali, grazie al fatto di poter vantare di essere rappresentanti del nostro Paese, hanno potuto tessere la loro tela e arrivare al risultato di oggi. È stato un lavoro di altissimo livello. Il silenzio calato era direttamente proporzionale alla mole di lavoro che ha portato a questo risultato. E veramente, per questo, siamo emozionati, felici e orgogliosi di far parte di questo Paese, un Paese che non lascia da solo nessuno e che oggi è stato in grado di riportare a casa questa cittadina .
Alessia Piperno, Patrick Zaki, Chico Forti ed oggi Cecilia Sala si aggiungono alla lista delle persone che il Governo Meloni e le istituzioni del Governo italiano, grazie all'autorevolezza che questo Governo e questo Paese stanno assumendo ogni giorno sempre più, sono stati in grado di portare a casa. Questo è l'esempio di come, con questo Governo, gli italiani possano sentirsi orgogliosi di essere rappresentati da un Governo che si pone nei confronti degli interlocutori in modo sempre retto, ritto, mai domo, mai prono, per fare in modo che i diritti individuali, la libertà di stampa, la libertà di fare stampa in modo libero, possano essere garantiti grazie a questo Governo e che nessuno debba avere timore di poterlo fare in qualsiasi angolo del mondo. Questo dobbiamo al Governo Meloni per avere riportato a casa Cecilia Sala .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Provenzano.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Grazie, Presidente. In questi minuti Cecilia Sala sta tornando a casa e questo per noi è quello che davvero conta. Per chi la conosce e la stima c'è una grande commozione in questi minuti, per tutti noi, credo, un profondo sollievo, una grande soddisfazione e anche un forte sentimento di gratitudine, perché, Presidente, c'è un tempo per la polemica, c'è stato e verrà ancora, e c'è un tempo in cui bisogna unirsi tutti, come Paese, per essere più forti. I giorni angosciosi della detenzione di Cecilia Sala sono stati esattamente questo: un tempo in cui tutti ci siamo uniti per la priorità assoluta, che è stata quella di portarla a casa .
Ecco perché anch'io, a nome del gruppo del Partito Democratico, voglio unirmi ai ringraziamenti al Governo, agli uomini e alle donne della diplomazia e dell', che hanno lavorato con grande determinazione e discrezione per ottenere questo risultato. Dietro all'appello del Presidente Mattarella per la liberazione di Cecilia Sala si è raccolto tutto il Paese. Allora mi consenta, Presidente, di esprimere un ringraziamento anche ai colleghi e alle colleghe delle opposizioni, che si sono attenuti, con grande responsabilità, alla massima discrezione richiesta nelle interlocuzioni informali che abbiamo costantemente avuto con il Governo.
Mi lasci dire che ringrazio anche coloro che sono rimasti in silenzio, che si sono astenuti, solo e soltanto per senso di responsabilità, dal manifestare tutta la rabbia e l'indignazione nei confronti dell'ingiusta detenzione del regime iraniano nei confronti di Cecilia Sala . È stato solo per senso di responsabilità che le voci del mondo femminista e le voci delle opposizioni non si sono levate in una forte protesta.
Allora, nel chiudere rivolgo un pensiero ai colleghi e alle colleghe di Cecilia Sala, che rischiano ogni giorno in scenari difficili, spesso nei teatri di guerra, perché proteggere loro, proteggere la libertà di stampa significa proteggere la democrazia e bisogna ricordarsi che il giornalismo non è mai un crimine.
Penso in questo momento anche ad altri connazionali, che si sono trovati e si trovano in condizioni di ingiusta detenzione - di ingiusta detenzione -, e dico, concludendo, che verrà il momento per fare piena luce anche su questa gravissima vicenda, chiarirne tutti i contorni. Ma oggi è il momento di gioire insieme alla famiglia e di festeggiare come istituzioni, perché noi lo abbiamo detto: chi ha calpestato la dignità di Cecilia Sala calpestava la dignità dell'Italia intera. La liberazione di Cecilia Sala restituisce onore a tutto il Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Per esprimere, per conto del gruppo di Azione, non solo soddisfazione. Queste sono ore che succedono a quasi 20 giorni di angoscia, di un'angoscia vera, che ci ha unito, lo ricordava il collega Provenzano. E fatemi ricordare una cosa: di fronte alla richiesta del Ministro Tajani, che credo sia avvenuta nei confronti di tutti i gruppi, non solo di un atteggiamento responsabile e discreto, ma anche di quella capacità di non mettere la polemica prima dell'obiettivo comune, abbiamo saputo, come gruppi parlamentari, insieme, tenere quell'atteggiamento dentro a quell'obiettivo.
Questo mi fa sorgere una considerazione, Presidente, ossia che noi sappiamo fare cose importanti solo quando chiamati da situazioni di emergenza. Noi sappiamo ricondurre i nostri comportamenti ad un atteggiamento di responsabilità e anche di reciproco riconoscimento solo di fronte a situazioni di emergenza massima e l'ingiusta detenzione di Cecilia Sala è stata una condizione di emergenza massima.
Anche perché, lo ricordava il collega Provenzano, le ragioni di quella detenzione non ci sono mai state ed era incauto andare dentro questo termine di considerazione, ma oggi è il giorno nel quale, davvero, questo Parlamento ringrazia le ambasciate, le , il lavoro di diplomazia che ha sempre contraddistinto l'Italia come un grande Paese. Aspettiamo Cecilia non solo di nuovo sul suolo italiano, ma anche al suo posto, perché Cecilia Sala è una delle espressioni migliori del giornalismo italiano e quindi l'aspettiamo in Italia per continuare a rendere omaggio all'informazione e al lavoro che rende più forte la nostra democrazia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la collega Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Grazie, signora Presidente. Colleghi e colleghe, la notizia della liberazione di Cecilia Sala ci riempie il cuore di gioia, soddisfazione, emozione e commozione. Per questo, io desidero prima di tutto ringraziare tutti gli uomini e le donne delle istituzioni che hanno lavorato instancabilmente fin dal giorno della sua detenzione, per la sua liberazione.
Lasciatemi però fare un ringraziamento particolare alla famiglia di Cecilia Sala, che ha reagito alla notizia della detenzione della propria figlia con estrema compostezza e fiducia nelle istituzioni, invitandoci ad un rispetto e ad un silenzio stampa che tutti abbiamo rispettato. Quindi, la mia gratitudine e soddisfazione vanno non soltanto alle istituzioni, che hanno fattivamente lavorato per la liberazione di Cecilia, ma a tutta la politica, questa volta, maggioranza e opposizione, che hanno reagito con compostezza, discrezione e speranza che questa situazione si potesse risolvere nel miglior modo possibile. Questa è la dimostrazione che, con determinazione ed unità, riusciamo a proteggere e difendere i nostri cittadini, ovunque essi si trovino.
Ci sarà tempo e modo per riflettere su quanto accaduto, per riflettere sui motivi della detenzione di Cecilia Sala, sulle sue condizioni inumane di detenzione. Ci sarà tempo e modo di riflettere e approfondire se ci siano stati errori o negligenza nella gestione delle informazioni, ma oggi non è quel giorno. Oggi è il giorno della soddisfazione e di gioire per la liberazione di una nostra connazionale.
Lasciatemi però una riflessione, colleghi e colleghe: non dimentichiamo che ci sono tanti giornalisti, cooperanti e cittadini italiani e cittadine italiane che vivono e lavorano in situazioni di rischio all'estero. Quindi, la liberazione di Cecilia oggi deve rinnovare in tutti noi l'impegno perché il diritto di raccontare i fatti e di cooperare anche in contesti difficili sia sempre difeso.
Cecilia oggi torna a casa, ma porta con sé un bagaglio di esperienze, sofferenze e dolore che soltanto chi ha vissuto sulla propria pelle situazioni così estreme può raccontare e può vivere. Quindi, a lei, alla sua famiglia, a tutti i suoi amici, a tutti coloro che oggi la accoglieranno a casa mandiamo il nostro abbraccio.
Bentornata a casa Cecilia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signora Presidente. Anche noi, come gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, perché è giusto e doveroso dirlo, ringraziamo il lavoro di diplomazia, l' e il Governo per il lavoro che ha compiuto, e diciamo oggi: bentornata Cecilia in Italia .
Questo dimostra che la diplomazia, quando è utilizzata, può riuscire a ottenere risultati, in un mondo in cui i conflitti oggi determinano situazioni drammatiche non solo dal punto di vista delle guerre, ma anche dal punto di vista del restringimento delle libertà personali.
Il nostro auspicio è che, in una prospettiva e in un futuro che vediamo molto negativamente per i conflitti e il restringimento delle libertà, la diplomazia abbia sempre un ruolo importante e fondamentale nell'azione del nostro Paese.
Quando il 27 dicembre - oggi lo possiamo dire - il Sottosegretario Mantovano ci ha chiamato, mi ha chiamato, ha chiamato i vari di opposizione, chiedendo una cooperazione in una fase molto delicata, che vedeva l'arresto nel carcere di Evin di Cecilia Sala, abbiamo ovviamente subito acconsentito, non abbiamo fatto alcuna polemica, non certamente nei confronti del Governo, anche se la prima reazione sarebbe stata quella di andare, come abbiamo fatto altre volte, sotto l'ambasciata dell'Iran per protestare contro la sistematica violazione dei diritti umani . Abbiamo accolto questo invito, come abbiamo accolto l'appello della famiglia di Cecilia Sala al silenzio stampa e oggi siamo ben contenti della soluzione positiva e del ritorno in Italia di Cecilia Sala .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata Cavo. Ne ha facoltà.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Intervengo a nome di tutto il gruppo di Noi Moderati per unirmi a quanto già ascoltato in quest'Aula, per dichiarare ovviamente la nostra gioia, la nostra felicitazione. I complimenti e i ringraziamenti per questo risultato eccezionale vanno sicuramente a tutto il Governo, a tutti i Ministri che si sono impegnati, a tutte le nostre forze dell', a tutta la nostra diplomazia e vanno sicuramente alla nostra Premier Giorgia Meloni non soltanto per un risultato non scontato e, ribadisco, eccezionale, ma anche per le modalità e per i tempi con cui è stato conseguito, che non sono secondari chiaramente.
Mi permetto di intervenire con lo spirito di parlamentare, chiaramente, ma anche con quello che ho, lo spirito giornalistico di chi questa professione l'ha svolta per tanti anni e che non può non sentire e non aver sentito vicinanza in questi giorni per tutto quello che stava accadendo, nella speranza ovviamente di una soluzione che significa libertà, affermare la libertà di stampa; la libertà in generale, ma soprattutto la libertà di stampa e la libertà di informazione; non possiamo che unirci alla gioia di accogliere e di dare il bentornato a casa a Cecilia con l'auspicio che possa continuare a svolgere con grande serietà, come ha sempre fatto, e con grande libertà il suo lavoro, che è uno dei lavori più importanti per la nostra democrazia.
Ho letto una frase del papà in queste giornate molto complesse, in questa mattinata di sollievo. Ha detto: “sono orgoglioso di lei”.
Credo che tutti possiamo unirci nelle parole di suo padre, nell'atteggiamento della sua famiglia, ringraziando per compostezza e discrezione la famiglia e anche lei, che ha saputo dare, credo, un grande esempio in queste giornate complesse. E non possiamo che dirci, io penso, tutti orgogliosi di lei e del risultato del nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Naturalmente su questa vicenda non possiamo che confermare il giudizio impietoso sul regime.
La vicenda di Cecilia Sala dimostra questo giudizio nei confronti di chi non ha tenuto in detenzione una persona. Io credo non sia stata detenuta ma sia stato questo - quello ha subito Cecilia Sala - un sequestro di persona. Nonostante il nostro giudizio nei confronti di quel regime e nonostante il giudizio rispetto a quello che è accaduto, siamo convinti che sia stato giusto fare di tutto per liberare Cecilia Sala.
Per questo vogliamo ringraziare il Governo, vogliamo ringraziare l', vogliamo ringraziare tutte le forze politiche che hanno dimostrato grande maturità che spero sia una maturità che prosegua nelle prossime ore ossia che non ci si lasci prendere la mano. E spero che quel clima che stiamo avvertendo in quest'Aula - di unità - rispetto a una questione così importante contraddistinguerà anche le prossime ore e i prossimi giorni. Per cui, bene che Cecilia sia libera e bene che sia passato un messaggio che nella nostra democrazia è chiaro: fare i giornalisti è un mestiere importantissimo per la libertà, quindi non è un reato, così come considerato in alcuni regimi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. La notizia della liberazione di Cecilia Sala è una notizia straordinariamente positiva e felice. Le auguriamo di riprendersi al più presto da un'esperienza che sono certo sia stata terribile. Come hanno detto altri colleghi, il pensiero va a tutte le donne e agli uomini ingiustamente detenuti nei vari regimi del mondo, in particolare alle donne e agli uomini detenuti nelle carceri del violento regime iraniano, donne e uomini che vanno a infoltire le fila delle persone impiccate. Nel 2024 in Iran ci sono state 901 esecuzioni. I complimenti più vivi e sinceri vanno a chi ha lavorato per questa liberazione, ai servizi, alla diplomazia. Poi, verrà il momento di capire un po' di più, nelle sedi competenti e anche in quest'Aula, quello che è accaduto dopo il rapimento di Cecilia Sala e ciò che ha portato alla sua liberazione, che salutiamo davvero con gioia dal profondo del cuore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Questa è la notizia che tutti quanti stavamo aspettando. Cecilia è il simbolo dei giornalisti rapiti e uccisi, quindi riscatta la loro memoria. Questo è stato un lavoro di squadra straordinario. Ha vinto la libertà. Hanno vinto la diplomazia, i servizi, il nostro Ministro degli Esteri e la Premier Giorgia Meloni. Quindi, non ci resta che dire: bentornata a casa Cecilia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI(LEGA). Grazie, Presidente. Anche noi ci uniamo ai ringraziamenti al nostro Governo, alla Premier, al Ministro degli Esteri, al nostro Vice Premier Matteo Salvini. È il successo di un Paese, è il successo di chi si è saputo unire in quel silenzio richiesto dalla famiglia, in un'operazione davvero proficua dei nostri servizi, della nostra diplomazia. Però, in questo momento di gioia, non possiamo non ricordare chi è ancora nel carcere di Evin, quelle donne che soffrono, che sono in terribili condizioni. Non possiamo non ricordare che quello è un regime terribile, che minaccia la stabilità globale e che mette a rischio non solo il Medio Oriente, come tutti noi istintivamente potremmo pensare, ma il mondo intero. Quindi, bentornata Cecilia, ma la nostra lotta per la libertà continua .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Grazie colleghe e colleghi per questa dimostrazione di unità.
PRESIDENTE. Passiamo ora alle altre richieste di intervento volte a richiedere alcune informative urgenti.
Ha chiesto di intervenire il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Come abbiamo appena detto, Cecilia Sala è libera, sta volando verso l'Italia e questo ci riempie di gioia e sollievo. Ci faccia dire che, se siamo stati in silenzio e in apnea fino a qualche ora fa, ora non possiamo non riprendere la parola in questa sede per dire cosa è successo non solo attorno a questa vicenda, ma, nelle ultime ore, nel complesso quadro geopolitico che ha originato anche la cattura di Cecilia Sala. Lo diciamo perché è al centro di una politica degli ostaggi che il Governo di Teheran porta avanti in modo spregiudicato. Attorno ai venti di guerra, vogliamo riprendere la parola in questo Parlamento, a partire proprio dalle parole di Trump di ieri. Meno male che, secondo la destra nostrana, l'arrivo di Trump doveva portare la pace nei vari contesti internazionali. Non si è ancora insediato e, come una partita a del Terzo millennio, il neo Presidente nemmeno insediato ha già dichiarato guerra a tutte e tutti, dalla Kamchatka alla Groenlandia, passando per il Messico, per Panama e per il Canada. Ci sarebbe da sorridere, ovviamente, ma parliamo dell'uomo più potente della terra, parliamo di un uomo che ieri ha sfidato tutti, tutte le democrazie occidentali, dicendo che dobbiamo passare oltre quel 2 per cento del PIL per arrivare al 3, al 4 o al 5 per cento. Parliamo di 3, 4 o 5 leggi finanziarie. Parliamo di venti di guerra che portano ad armarci. Non so per cosa, forse per difendere la Danimarca, forse, chiedendo a tutti noi di fare un esercito europeo, per difenderci da lui.
Ma questa vicenda ci dimostra che c'è qualcosa di più cupo. Non c'è solo un sodalizio con Musk, come Zaratti ieri diceva in quest'Aula, all'insegna di un suprematismo bianco e di un iper-maschilismo che ormai ha superato ogni barriera, ma segna anche la discesa in campo di una nuova - mi faccia dire - oligarchia tecnologica, al fianco dei fondamentalisti evangelici. Trump scommette su un contesto, quello dei sovranisti, dei nazionalisti, l'uno armato contro gli altri, altro che Internazionale nera! Vedremo qual è l'esito di questa .
E - mi faccia chiudere su questo - promette anche di scatenare l'inferno, lo ripeto, di scatenare l'inferno, in Medio Oriente, a Gaza, qualora Hamas non rilasci gli ostaggi. Siamo impegnati dal 7 ottobre a dire che quegli ostaggi vanno rilasciati, che la diplomazia deve avere la forza delle parole, come diceva adesso il collega Bonelli. Ma mi faccia dire, e concludo, Presidente, che l'inferno a Gaza c'è già e non sono solo i 45.000 morti che lo dimostrano ! Lo dimostrano gli ospedali distrutti, i bambini che muoiono di fame, di povertà e, come avete visto, proprio a Natale, congelati, perché non c'è più niente, non c'è più scampo per loro!
Allora, lo dico, a Gaza non ci sono più case, non ci sono più strade, non ci sono più ospedali, solo macerie, cadaveri e bambini ustionati che bevono acqua e zucchero per sopravvivere. Se questo non è l'inferno, ci spieghi Trump che cos'è. Questa è l'apocalisse. E per quanto i rapporti fra il nostro Paese e gli Stati Uniti debbano continuare a essere di leale collaborazione, credo che non si possa rimanere in silenzio davanti a queste parole.
Per questo continueremo ad alzare la voce, perché le parole di pace devono continuare a esistere e a togliere lo spazio a questi venti di guerra .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci associamo alle parole dell'onorevole Grimaldi e, in particolare, alla richiesta al Governo di informarci sulle sue azioni, anche a seguito delle parole gravi e pericolose del Presidente eletto, Trump, sulla questione della trattativa per riportare giustamente a casa gli israeliani rapiti, il quale ha dichiarato che, se Hamas non rilascerà gli ostaggi, in Medio Oriente si scatenerà l'inferno. Crediamo che siano parole gravissime che vanno a mettere a rischio il già debole tentativo di un accordo. Concordo con ciò che abbiamo sentito prima: sono parole che non rappresentano e non considerano neanche la realtà attuale, perché a Gaza l'inferno lo stanno già vivendo, lo vivono quotidianamente, dopo molti mesi, con oltre 45.000 morti in particolare donne e bambini, con la carestia, la fame, la distruzione sistematica degli ospedali, per il blocco degli aiuti, la negazione della possibilità di cura.
Signor Presidente, c'è un inferno più inferno di questo che si può pensare di far vivere ai bambini di Gaza? Altro che le promesse di pace della campagna elettorale di Trump, siamo di fronte a un Presidente che non si è ancora insediato e che non esclude l'uso delle armi ovunque, a Panama, in Groenlandia. Un anno fa, proprio in questi giorni, forse poco dopo, in quest'Aula abbiamo votato un percorso di attivazione concreto per il cessate il fuoco, ma di fatto non abbiamo visto nulla di concreto nei mesi successivi.
Quindi, davvero, cogliamo questa occasione di stigmatizzazione delle gravissime e pericolose parole di Trump per chiedere al Governo di uscire dal silenzio perché il nostro Paese si faccia promotore attivo di una reale iniziativa di pace, per un immediato cessate il fuoco a Gaza, per un immediato rilascio degli ostaggi israeliani, come chiediamo dal primo giorno, e per una immediata attivazione per salvare i civili palestinesi che da mesi vivono un inferno assoluto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. In queste ore stiamo ascoltando, stiamo vedendo e stiamo assistendo a delle dichiarazioni che sono veramente preoccupanti per quanto riguarda la situazione globale. Il Presidente degli Stati Uniti d'America non ancora insediato ha già mostrato una cartina nuova della nuova composizione del territorio degli Stati Uniti, è un momento veramente delicatissimo. In contemporanea ha anche affermato, dando una sorta di ultimatum ad Hamas, che, se non venissero liberati subito gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, ci sarà l'inferno a Gaza.
Mi chiedo qual è la concezione dell'inferno di chi usa queste parole, visto che, se digitiamo su Google la parola “Gaza”, escono fuori delle notizie che riguardano delle stragi che non sono nemmeno più una novità, ormai sono entrate nell'ordinario. Ogni giorno, se proviamo ad aprire il computer e scriviamo “Gaza”, esce fuori: strage di 29 bambini, strage di 74 bambini, bambini che muoiono di fame, bambini che muoiono di freddo, bambini che muoiono di malattie.
Presidente, ritenendomi occidentale, ritenendomi italiano, io, che amo questo Paese, credo che la parola “basta” l'Italia la debba far sentire in maniera chiara, in maniera forte, senza più ambiguità. Soprattutto quando si chiede di riconoscere lo Stato della Palestina , non si può dire che non serve a nulla per il processo di pace. È un inizio, non è la soluzione. Quindi, Presidente, credo che sia arrivato il momento che le nostre coscienze abbiano il primato sulle convenienze geopolitiche di tutti i Paesi che oggi devono intervenire, perché è vero che non abbiamo iniziato noi italiani la guerra, l'invasione o il 7 ottobre. Noi condanniamo fermamente Hamas per quello che ha fatto il 7 ottobre.
Non è colpa nostra, non è stata nostra responsabilità, ma la nostra responsabilità è quella di assumere un atteggiamento chiaro e univoco per far finire quell'inferno che già c'è a Gaza in questi mesi, 45.000 morti; lì stanno morendo non terroristi di Hamas, lì stanno morendo anziani, donne, bambini e - aggiungo anche - giornalisti. L'inferno che Trump ha promesso a Gaza nel caso in cui non venissero rilasciati gli ostaggi israeliani non riguarda Hamas, riguarda i civili; ripeto, riguarda i civili .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Spesso leggiamo i cosiddetti romanzi distopici e vediamo delle serie o dei film che ci fanno vedere un futuro, che sembra molto lontano da noi, dove vediamo che poche persone controllano le informazioni o ci sono delle restrizioni nei diritti civili, e pensiamo che siano sempre tempi lontani. Però, quando poi si leggono le notizie di questi giorni, come la trattativa che Giorgia Meloni ha fatto con Elon Musk, a casa di Trump, sulle informazioni e sulla sicurezza delle informazioni e dei dati di tutti noi e delle nostre istituzioni governative, sembra che stiamo costruendo quel mondo.
Perché non esiste che si affidi, con una procedura inesistente, probabilmente in mezzo a un brindisi, la sicurezza delle nostre reti a una persona . È una cosa che ci porterà in una situazione che oggi riteniamo inimmaginabile. E come lo si fa? Lo si fa tramite un bando, lo si fa tramite una procedura pubblica? No, lo si fa con gli amici, con l'ospite, con colui che viene ad Atreju, colui che ogni tanto su interviene sui centri in Albania, attaccando la magistratura italiana, ed è notizia di qualche secondo fa che ha attaccato, con un insulto omofobo, il Premier canadese. Lo facciamo con una persona impegnata politicamente e gli diciamo: tieni, questa è l'Italia, questi sono i dati dei nostri concittadini, questa è la nostra sicurezza.
Allora, noi chiediamo che Giorgia Meloni venga immediatamente in Aula a riferirci su questa trattativa che sta mettendo in piedi, che si smetta l'indecenza di vedere che su un di Musk lo stesso Musk e il Ministro Salvini si scambiano informazioni e complimenti su una cosa che non è loro, sul futuro di questo Paese . È una cosa indecente, perché questa non è gente che fa impresa - attenzione anche a questo punto -, perché un conto è fare impresa con delle idee e creare lavoro e un conto è svendere l'Italia a degli ultracapitalisti, a un capitalismo che non è quello sano.
E noi lo stiamo facendo svendendo ai fondi finanziari gran parte dei nostri strategici e industriali e lo stiamo ora facendo in questa delicata operazione. Siamo alla barzelletta, una barzelletta che, però, non fa ridere e non fa neanche piangere; fa terrore e orrore, perché ci state portando in un futuro terrificante .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Presidente, intervengo associandomi alla richiesta del collega Ricciardi e rinnovando, a nome del mio gruppo, il gruppo del Partito Democratico - e lo ricordo dopo averlo fatto ben 2 mesi fa, lo scorso 12 novembre -, la richiesta che il Governo, la Presidente Meloni venga in Aula a dirci esattamente quali sono i termini di quel negoziato che ha in corso con Elon Musk, di cui crediamo, salvo smentite effettive, che abbia parlato anche in questi ultimi giorni, di quali sono i termini di un'interlocuzione confermata sempre di più da voci autorevoli, qual è il costo di questa operazione e quale interesse viene spartito tra l'uomo più ricco del mondo e il nostro Paese.
Non è sufficiente la smentita, che poi non è una smentita, letta nella velina di Palazzo Chigi, quando da giorni, sugli organi di stampa, una delle agenzie più accreditate, Bloomberg, e anche alcuni esponenti di Governo autorevoli, come il Vice Premier Salvini - e non l'ultimo Sottosegretario, con tutto il rispetto per i Sottosegretari -, rilanciano riferimenti, più o meno espliciti, a questa contrattazione in corso, e lo stesso Elon Musk usa la sua piattaforma per scambiarsi complimenti e civetterie proprio con Salvini.
Allora, noi vogliamo semplicemente sapere dalla Presidente del Consiglio se è vero che sta impegnando il nostro Paese su una cifra rilevante di un miliardo e mezzo per questa fornitura, perché noi sappiamo che siete abituati agli sprechi, come gli 800 milioni per i centri per gli immigrati in Albania che sono completamente vuoti .
È inaccettabile, però, che una spesa di questo tipo possa essere pensata - non sancita - senza i necessari passaggi di informazione e di condivisione con il Parlamento, di verifica dell'esistenza di un effettivo interesse nazionale, che non può essere discusso nelle segrete stanze, neanche dall'altra parte dell'oceano, ma che chiede un confronto pubblico e trasparente in Parlamento; perché l'aspetto più preoccupante di questa vicenda - lo abbiamo denunciato in questi giorni - è l'ipotesi di affidare a un interlocutore straniero dati sensibili, che sono in possesso dello Stato, in cambio di servizi di telecomunicazioni, con informazioni che interessano il Governo di una delle più grandi democrazie del mondo e che di fatto determinerebbero l'uscita del nostro Paese dalla dimensione europea nella gestione di servizi strategici di cui riconosciamo l'assoluta rilevanza.
Guardi, oggi è ancora più urgente che la Meloni venga in Parlamento a riferire su questa vicenda perché non solo sono inaccettabili - lo diciamo - la disinvoltura e la superficialità con cui si trattano questi temi, ma anche perché abbiamo preso atto che c'è una spaccatura all'interno della sua maggioranza. C'è Forza Italia, che esprime l'altro Vice Premier, il Ministro degli Affari esteri, che frena sul progetto, a riprova di intendimenti più che seri che possono mettere in luce seri rischi sulla stabilità e sulla credibilità del nostro Paese.
Lo ribadiamo ancora una volta: l'Italia non si svende. Noi non lo consentiremo. Non vogliamo garantire che venga messa nelle mani di un privato con queste caratteristiche, che non è solo un uomo d'affari ma che ha chiari interessi politici che esercita con quegli interventi, ripetuti e gravissimi, sull'autonomia e sull'indipendenza della nostra magistratura.
Le chiediamo, Presidente, di farsi parte attiva perché questa richiesta, che - ribadisco - non è di oggi ma è da mesi che giace inevasa, trovi rapidamente una risposta da parte del Governo, anticipando che la ribadiremo anche nella Conferenza dei capigruppo che si svolgerà domani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Presidente, credo che in quest'Aula sul tema che riguarda Elon Musk stia emergendo chiaramente un atteggiamento da parte di alcuni partiti di maggioranza abbastanza ridicolo e faccio riferimento all'atteggiamento di Fratelli d'Italia e della Lega; Presidente, io sono distante anni luce da loro e dal loro sovranismo; sono distante dalle loro idee, però credo che quando uno le idee le manifesta debba poi essere a difesa di quelle idee con grandissima determinazione.
Io apprezzo la determinazione nella difesa delle idee anche quando sono diverse dalle mie. Quello che possiamo verificare, Presidente, su questa vicenda Elon Musk, è che sul sovranismo, che è la carta d'identità di due forze politiche importanti della maggioranza e una addirittura esprime la Presidente del Consiglio, si è sovranisti “: nel senso che su alcuni temi e su alcune questioni il sovranismo viene sventolato come elemento caratterizzante di queste forze politiche e anche divisivo rispetto ad alcune istituzioni, perché, se parliamo, ad esempio, dell'Europa, c'è questo atteggiamento di scontro in nome di questo sovranismo. Poi, però, il nostro Paese viene svenduto e il loro sovranismo e le loro pseudo-identità sovraniste vengono svendute in nome di convenienze che sono poco trasparenti.
Presidente, reputiamo sia giusto quello che hanno chiesto i nostri colleghi dell'opposizione, ossia che venga la Premier e non qualcuno in sostituzione della Premier. Deve venire lei a dirci cosa c'è dietro quello che si sta portando avanti in questo momento, perché l'ha confermato. Infatti, al di là di aver detto, la Meloni, che non c'è nulla di concluso, ha confermato, però, che c'è una trattativa in corso.
Poi, c'è l'altro scienziato che lavora sempre a scavalcare la Meloni, perché deve essere più sovranista di lei, che fa il in inglese naturalmente. Il sovranista fa il in inglese perché non lo devono capire gli italiani, lo deve capire Elon Musk quello che scrive, perché poi gli deve rispondere e lui si può crogiolare, con questo provincialismo veramente ridicolo, rispetto al fatto che, addirittura, Elon Musk gli ha risposto a un .
Io credo che in tutta questa storia c'è tanto di provinciale ma c'è tanto anche di oscuro, perché stiamo parlando di soldi pubblici, stiamo parlando delle nostre tasse. Un miliardo e mezzo di euro che devono essere investiti su quel settore lì. Non c'è dubbio, perché è un settore strategico. Il problema è capire perché vanno a quello lì e non a qualcun altro. Tutto questo normalmente si fa con delle gare pubbliche, si fa con evidenza pubblica, Presidente. Noi di evidenza pubblica in questa storia non vediamo assolutamente nulla. Vediamo tutto molto oscuro e sotterraneo.
Per cui chiediamo che la Meloni venga in Aula: non scappi, così com'è scappata finora, dal confronto con il Parlamento, non scappi dal confronto con i giornalisti e le conferenze stampa. Venga qui e ci spieghi serenamente come stanno le cose in modo che potremo esprimere anche il nostro giudizio e le nostre idee .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ci uniamo alla richiesta di avere qui la Premier Meloni a riferire su questo argomento e vorremmo aggiungere qualche riflessione, rispetto a quelle che ci hanno preceduto, soprattutto su come sia stata posta questa questione e su come l'abbiamo appresa in queste ore e nelle ultime settimane, perché parliamo di un tema che ha una complessità importante e che richiederebbe da parte di quest'Aula una conoscenza dettagliata, prima di tutto, per poter giudicare e valutare cosa il Governo pensi e intenda fare. Lo vogliamo sapere non dal chiacchiericcio che si è rincorso sui e sui ma dalla Presidente del Consiglio: ritiene il Governo che i 4 miliardi di euro investiti nel programma Ariane 6 siano stati male investiti?
Intende il Governo continuare a investire in un satellitare europeo? O invece il Governo italiano ritiene che la strada sia quella di un infrastrutturale privato? Vuole viceversa perseguire questa strada? A partire da Elon Musk, che può erogare servizi di connettività, assolutamente sì. Ma è questa l'intenzione del Governo? Sta dialogando in questo senso? Perché, vedete, un accordo con un imprenditore privato per erogare servizi di connettività non è né illegittimo né privo di precedenti, ma in questo caso il Governo dovrebbe riferire in merito a come intenda tutelare i cittadini italiani rispetto alle implicazioni in termini di sicurezza dei dati e accesso alle informazioni, nonché in relazione a tutte le altre questioni che a livello europeo si stanno ponendo.
Noi non siamo contrari e non abbiamo pregiudiziali a nessuno scenario tranne che a uno: quello della sciatteria e del pressappochismo con cui si sta affrontando un tema cruciale per il Paese. Parliamo delle reti, delle informazioni e di come si mischia la proprietà delle infrastrutture di rete europea e mondiale con i risultati delle elezioni.
È cronaca degli ultimi mesi la complessità di gestione delle informazioni in questi casi. È un tema enorme. È il tema dei temi. È giusto che venga la Premier e nessun altro a riferirne in Aula. È giusto che il Parlamento sia informato rispetto a quali sono i programmi. È giusto anche che venga fatto con le modalità istituzionali. Non ci offende nessuno scenario. Quello che è, sì, offensivo - è forse l'elemento più inquietante di questa vicenda - è apprendere le cose prima dalle agenzie di stampa statunitensi e poi dai su di Elon Musk.
Poi c'è stata la smentita del Governo, ma solo di un pezzo del Governo, perché contestualmente il Vice Premier Salvini ha confermato lo scenario. E poi parla Andrea Stroppa- che per i più è uno sconosciuto - che invece si presenta come referente italiano di Elon Musk e ci dice che l'Italia non è giusto che continui a investire sul satellitare europeo.
Ebbene, questo, sì, è davvero offensivo per gli italiani e per il Parlamento che gli italiani rappresenta.
Ci venga a riferire la Meloni su che cosa ha in testa su un tema così strategico come l'infrastruttura di rete europea e l'erogazione di servizi digitali italiani e ci metta nelle condizioni di valutare se questo progetto fa il bene dell'Italia o meno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su un altro argomento, il deputato Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo per chiedere un'informativa urgente al Ministro Pichetto Fratin su un problema che riguarda e preoccupa milioni di cittadini, che è quello dell'aumento delle bollette, previsto addirittura del 30 per cento per luce e gas. Se c'era un regalo sotto l'albero che gli italiani non avrebbero mai voluto ricevere è proprio questo: l'ennesimo aumento delle bollette. Consideriamo che addirittura per i soggetti più fragili, ossia coloro che sono in situazioni di difficoltà e che sono stati inseriti proprio per questo motivo nel regime di mercato tutelato, l'aumento, solo per il primo trimestre, è annunciato essere del 18 per cento.
Federconsumatori ha stimato che gli aumenti nel 2025 avranno un peso per famiglia di circa 1.000 euro. Questi 1.000 euro richiamano alla mente un impegno del Presidente Meloni: “Daremo a tutti gli italiani 1.000 euro con un click”. Forse avevamo capito male, volevate dire: “Preleveremo 1.000 euro a tutti gli italiani con un click” .
Come affrontare questo problema del caro bollette? Qualche Ministro il problema l'ha risolto. Lo abbiamo visto in legge di bilancio, non ci saranno problemi visto che si sono aumentati i fondi per integrare il già lauto stipendio. Il problema però - chiaramente lo cito come provocazione, ma è un problema vero - esiste per i pensionati, cioè coloro che dovranno in questo momento pagare il rincaro delle bollette con quell'euro e ottanta di aumento delle pensioni mensili che avete riconosciuto in legge di bilancio.
Il problema vero, al di là di questo, è che il Governo non ha fatto e non prevede nulla di concreto contro il caro bollette. Ma che cosa fare? Guardiamo cosa dice il presidente di ARERA, Besseghini. Lo cito testualmente: “L'unico strumento che abbiamo per compensare gli andamenti del prezzo delle bollette è il risparmio energetico”. Lo ripeto, perché forse qualcuno non ha capito bene. Il presidente di Arera dice: “L'unico strumento che abbiamo per compensare gli andamenti del prezzo delle bollette è il risparmio energetico”.
Forse questa dichiarazione dovrebbe essere commentata da voi dalla maggioranza che dall'inizio della legislatura avete smantellato tutti gli strumenti che andavano nella direzione del contenimento energetico in questo Paese ! E poi fate questo tipo di dichiarazioni!
Comunque, il risparmio energetico a parte, le fonti energetiche in grado di fornire energia al prezzo più basso ci sono e sono le rinnovabili, lo sappiamo tutti: sono l'idroelettrico, l'eolico, il solare, la geotermia. Queste fonti energetiche sono più economiche del gas e man mano che aumenta la loro presenza nel nostro Paese diminuiscono le bollette, perché diminuisce il costo di produzione dell'energia. Ma la risposta del Ministro qual è? Beh, è di tutt'altro tenore. Poiché il costo dell'energia è troppo alto in Italia, perché il gas costa di più, costa troppo, apriamo la strada al nucleare che, secondo tutti i centri studi internazionali, produce energia più costosa, non solo delle rinnovabili, ma addirittura del gas ! Parliamo dell'ordine di due volte tanto. E questo sulla media degli ultimi vent'anni. Comunque, non può essere considerato competitivo se non viene sovvenzionato. Tradotto: pagato due volte dagli italiani.
Sarebbe una decisione scellerata, antistorica, contro l'interesse nazionale, contro la competitività delle aziende e contro l'interesse delle famiglie e dei cittadini. Insomma, la soluzione per ridurre le bollette c'è ed è fin troppo chiara ed è seguita praticamente in tutto il mondo: ci vogliono maggiori fonti di energia sostenibile. Certo, nel rispetto e nella tutela dell'ambiente.
Venga dunque il Ministro in Aula a spiegare cosa intenda fare concretamente per ridurre il costo delle bollette e confrontiamoci su questo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su un altro argomento, il deputato Caramiello.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Grazie, signora Presidente, io invece vorrei chiedere un'informativa urgente al Ministro Lollobrigida in merito a ciò che è stato denunciato dalla trasmissione sul servizio pubblico e, precisamente, domenica 5 gennaio, su Rai 3, in merito all'ENCI, che è l'Ente nazionale cinofilia italiana, un ente no profit, ma con una movimentazione economica molto importante: parliamo di più di 10 milioni di euro.
È un'inchiesta che parte da lontano; è stata fornita tutta una serie di fonti. Io ho depositato un'interrogazione il 27 novembre, ancora non pubblicata, perché è iniziato un carteggio con il sindacato ispettivo, il quale mi ha chiesto tutta una serie di fonti, perché gli argomenti sono delicati rispetto a ciò che ha denunciato , rispetto anche alle interrogazioni dei miei colleghi degli altri partiti e, quindi, di opposizione.
Io vi voglio ricordare che l'ENCI è un ente vigilato dal MASAF, con consiglieri di collegamento proprio tra il Ministero e l'ente stesso. Il Ministro Lollobrigida, intervistato a , aveva risposto che non sussistono motivazioni per commissariare l'ENCI. Tuttavia, come MoVimento 5 Stelle, chiediamo chiarezza perché c'è una serie di questioni che vanno chiarite. Infatti, prima della trasmissione , il 29 novembre, già su , fu pubblicato un articolo a valle di altre prove documentali.
Quindi, vorrei sapere dal Ministro - e spero che venga quanto prima a riferire in Aula - se gli risulta, secondo un documento sottoscritto dal Vicepresidente del Consiglio direttivo nazionale della Società Italiana Rottweiler, che è già membro, tra l'altro, del comitato Addestratori e Handler ENCI e già consigliere di collegamento a nomina proprio ENCI per la Società Amatori Mastino Napoletano, che questa persona sia stata destinataria di una lettera intimidatoria con all'interno un bossolo di pistola inesploso, posto sotto sequestro dai Carabinieri. Un dipendente dell'ENCI avrebbe inviato alcune denunce al prefetto di Milano, alla Commissione parlamentare antimafia e all'Anac, portando alla loro attenzione le modalità di svolgimento delle prove zootecniche che vanno in contrasto con le previsioni del regolamento approvato proprio dal MASAF.
Vorrei poi sapere se sia a conoscenza del fatto che sembrerebbe che alcuni esperti giudici ENCI siano stati raggiunti da sentenze penali di condanna per l'importazione clandestina di cuccioli; sembra che, attualmente, continuino a giudicare e a far parte dell'associazione ENCI, così come altri giudici e presidenti di club sono stati denunciati per continui reati di maltrattamento animale, ma risultano essere membri del comitato consultivo, esperti giudici dell'ENCI; quel comitato proprio disciplinato dal Ministero, quindi dal MASAF, che ha l'obbligo di accertare la correttezza dei giudici. Se sia, inoltre, a conoscenza dell'inquinamento del libro genealogico del cane di razza, che non arriva solo dalle false dichiarazioni di cucciolata, ma bensì anche dalle trascrizioni di dati falsi, a seguito delle prove zootecniche di utilità e di difesa selezione; se sia a conoscenza dell'intervento dei Carabinieri per le prove di utilità e difesa svoltesi a Cassino, a Qualiano, in provincia di Napoli, dove gli stessi Carabinieri posero sotto sequestro decine di libretti di qualifica, firmati da giudici ENCI per prove mai effettuate. I giudici, poi, furono rinviati a giudizio; se sia a conoscenza di quanto esposto e delle denunce per il reato di maltrattamento animale, per violazioni dei disciplinari in seno all'ENCI.
È stata inviata anche una serie di alla collega Brambilla che, purtroppo, non vedo in Aula; vorrei sapere se i consiglieri di collegamento hanno mai relazionato in merito a questi fatti, essendo a tutti gli effetti presenti ai consigli direttivi dell'ENCI e se risulta che, durante gli allenamenti, prima delle prove zootecniche, i cani vengono sottoposti a vere e proprie sevizie, con metodi coercitivi, come mostrato nel video di .
Presidente - vado a concludere -, un libro genealogico falso inquina centinaia di , attribuendo a quei cani falsi doti caratteriali. Ecco, da qui, poi, scaturiscono cani potenzialmente pericolosi, perché non sottoposti seriamente alle prove e accadono tragedie come i cani lupo cecoslovacchi, comprati da un allevatore ENCI…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). … quindi, con regolare che in Piemonte, nel 2020, hanno sbranato la proprietaria. Ci sarebbe ancora tanto da dire, spero che Lollobrigida venga quanto prima a riferire in Aula in merito a questa situazione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente, intervengo per associarmi alla richiesta di informativa urgente del collega Caramiello nei confronti del Ministro Lollobrigida. Quella che ha presentato domenica è un'inchiesta che rileva a nostro avviso fatti molto gravi. È il Ministero dell'Agricoltura che deve vigilare sull'attività dell'ENCI, ma nonostante le denunce presentate in più occasioni dai soci sulle criticità emerse, sia sul libro genealogico, portate all'attenzione del Ministero, sia sugli altri aspetti che il servizio di ha descritto, non è ancora accaduto nulla.
Riguardo a questo , che è da mesi nelle mani del Ministro e del Ministero all'Agricoltura, si tratterebbe di ben 400 falsi, ai quali ora vanno aggiunte anche le clamorose rivelazioni emerse attraverso l'inchiesta della trasmissione citata su come vengono spesi anche i soldi da parte dell'ENCI e sulle inadeguate operazioni di controllo degli allevamenti.
A nostro avviso è urgente che il Ministro venga in Aula a riferire circa l'atteggiamento e soprattutto le scelte che vuole adottare, perché nel servizio che ho citato è emerso che all'interno dell'ENCI vigerebbe un sistema di distrazione anche dagli scopi istituzionali per il conseguimento di utilità personali e particolari, che nulla hanno a che fare con la grande tradizione della cinofilia italiana.
Siamo in presenza di elementi molto gravi, che hanno bisogno di risposte serie, all'altezza dell'importanza di questo ente e, soprattutto, del libro genealogico delle razze canine italiane. Pertanto, chiediamo con urgenza se il Ministro non valuti opportuno prendere in considerazione, in autotutela, l'ipotesi del commissariamento di questo ente, vista la gravità delle inadempienze che sono state rilevate nelle sue proprie funzioni di controllo .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Riferirò naturalmente al Presidente delle diverse richieste di informativa giunte dai gruppi.
Colleghe e colleghi, essendo giunti alle 14, sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro della Difesa, il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, il Ministro dell'Istruzione e del merito e la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. L'onorevole Orsini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01642 .
ANDREA ORSINI(FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro degli Affari esteri, la straordinaria notizia della liberazione di Cecilia Sala premia soprattutto il suo personale impegno e, con lei, quello del Governo intero, della nostra diplomazia, degli apparati dello Stato. Questa svolta dimostra anche la capacità dell'Italia di essere interlocutore privilegiato nel Medio Oriente, come in altri teatri di crisi. I successi di questo Governo sono del resto in perfetta continuità con la grande politica estera dei Governi Berlusconi.
Tutto questo conferma che, anche in una situazione complessa come quella siriana, l'Italia è in una posizione privilegiata, innanzitutto grazie alla scelta coraggiosa e lungimirante di riaprire nei mesi scorsi la nostra sede diplomatica a Damasco, pur decidendo di non presentare le credenziali al dittatore Assad.
Siamo oggi nelle condizioni di lavorare, anche con incontri diretti, per una Siria davvero pacificata e fattore di stabilità. In questo ambito, è molto importante l'iniziativa da lei assunta, signor Ministro, di convocare la riunione del “Quint” a Roma per parlare proprio di Siria. Le sarò grato, quindi, se vorrà illustrare all'Aula le iniziative assunte dal nostro Paese .
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionaleAntonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI,. Grazie, signor Presidente. Sono molto lieto di poter condividere con voi oggi, in quest'Aula, la gioia per la liberazione di Cecilia Sala e sono orgoglioso anche del grande lavoro di squadra - insisto, di squadra - che ha portato a questo risultato. Il Governo, a cominciare dal Presidente del Consiglio, ma anche il Sottosegretario Mantovano, la diplomazia, l' e il Parlamento, che ho voluto coinvolgere fin dall'inizio, hanno tutti lavorato nella stessa direzione per riportare a casa in tempi brevi la nostra connazionale .
La fine della brutale dittatura di Assad è una svolta storica per la Siria e per il Medio Oriente. L'Italia è al fianco del popolo siriano per favorire la stabilizzazione politica e garantire la tutela dei diritti umani. È essenziale preservare l'integrità territoriale e impedire che il suo territorio venga sfruttato da organizzazioni terroristiche e da attori ostili. A tale riguardo, voglio comunicare a quest'Aula che venerdì mi recherò in missione a Damasco
Ribadirò alle nuove autorità siriane l'importanza di un processo politico inclusivo, che garantisca le libertà fondamentali di tutti i siriani e riconosca e valorizzi il ruolo dei cristiani come cittadini con pienezza di diritti. L'Italia sta svolgendo un ruolo di primo piano nel processo di transizione anche grazie alla nostra presenza diplomatica sul terreno. Siamo, infatti, l'unico Paese del G7 con un'ambasciata operativa a Damasco. Da mesi chiedevamo all'Unione europea di accendere i riflettori sulla Siria, un approccio che ho più volte condiviso anche con il Parlamento, e i fatti ci hanno dato ragione.
Abbiamo agito con prontezza e visione strategica. La nostra prima preoccupazione è stata la tutela di circa 300 connazionali presenti in Siria. Nei giorni della caduta del regime ho chiesto all'ambasciata di attivarsi immediatamente per assistere gli italiani che volevano lasciare il Paese e la nostra sede rimane in costante contatto con i connazionali che hanno deciso di restare. Il nostro Governo è stato tra i primi ad avviare un'interlocuzione diretta con le nuove autorità e a coordinarsi con i principali attori regionali, a partire dalla Turchia, con i cui vertici, in queste settimane, il Presidente del Consiglio ed io siamo stati in costante contatto.
Poco fa ho anche parlato con il Ministro degli esteri saudita. Dal 22 al 24 dicembre - finisco, signor Presidente - ho inviato a Damasco una delegazione diplomatica per discutere dell'avvio del processo di transizione, del rilancio economico e delle misure di assistenza alla popolazione civile. Domani presiederò a Roma una riunione con i Ministri degli esteri del Quintetto (Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti) e con l'Alta rappresentante dell'Unione europea per coordinare la nostra azione diplomatica sulla Siria e sul Medio Oriente.
Nel corso della mia visita a Damasco annuncerò un primo pacchetto di interventi di cooperazione allo sviluppo, che vedrà coinvolte le organizzazioni della società civile italiana. Sempre sul piano umanitario, in coordinamento con i internazionali e le Nazioni Unite, siamo impegnati sul fronte dei rifugiati. Vogliamo favorire il loro rientro in Siria su base volontaria e in maniera sicura e dignitosa. A Damasco incontrerò anche i rappresentanti della società civile e della comunità cristiana per ribadire il loro sostegno.
In conclusione, le prospettive dei rapporti con le attuali autorità dipenderanno naturalmente dal rispetto degli impegni che stanno assumendo sul piano interno e internazionale. Il Governo è pronto a fare la sua parte per contribuire al processo di transizione politica in Siria, che deve essere pacifica e inclusiva. È una sfida cruciale per la sicurezza del Mediterraneo, anche in un'ottica di prevenzione e gestione dei flussi migratori. L'Italia continuerà ad essere in prima linea per la stabilità della Siria e dell'intero Medio Oriente
PRESIDENTE. L'onorevole Orsini ha facoltà di replicare.
ANDREA ORSINI(FI-PPE). Grazie, signor Ministro. Voglio esprimerle piena soddisfazione non soltanto per la sua risposta, ma per le importantissime novità che ha annunciato all'Aula. La sua missione in Siria può avere un'importanza cruciale, non solo per l'Italia, ma per l'Europa e per l'Occidente, proprio perché l'Italia ha sviluppato nel tempo una politica di attenzione e di presenza in Siria anche nei momenti più difficili, pur senza nulla concedere al regime terroristico di Assad.
Ora la Siria può essere la chiave di volta di una nuova stabilità che tutti auspichiamo nel Medio Oriente, indebolendo il legame anche territoriale fra l'Iran e il gruppo terroristico di Hezbollah, stabilizzando i confini con Israele, sviluppando con la Turchia un rapporto costruttivo e importante, che però non deve essere alternativo, ma deve essere complementare a quello con l'Unione europea e con l'Occidente. Vi sono temi delicatissimi da affrontare, come il rientro ordinato di milioni di profughi fuggiti nell'era Assad.
Vi è il tema, che lei ha ricordato, della tutela della comunità cristiana, che a noi sta particolarmente a cuore. La tradizione cristiana in Siria è antichissima e illustre: due Vangeli, quello di Luca e quello di Matteo, sono stati redatti in Siria; lo stesso termine “cristiani” nacque ad Antiochia, che allora era Siria; San Giovanni Battista è sepolto a Damasco; sette papi vennero dalla Siria, e fra questi Gregorio III, che fu l'ultimo Papa non europeo a salire al soglio pontificio prima di Papa Francesco.
Signor Ministro, il Governo siriano ha pronunciato finora parole rassicuranti, che consentono un cauto ottimismo, ma noi dobbiamo aiutarli - e lei lo farà - a passare dalle parole ai fatti. È un compito molto complesso, ma la Siria non può permettersi un fallimento e l'Italia, l'Europa e l'Occidente non possono permettersi il fallimento della Siria. Il popolo siriano tutto ha diritto a costruire il suo futuro in pace e libertà. Non è solo nel loro interesse, è anche nel nostro .
PRESIDENTE. La deputata Ravetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01638 .
LAURA RAVETTO(LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Ciriani, arriveremo subito al punto. Questo è presentato al Ministro Roccella - e la ringraziamo di essere qui in sua vece - ed è volto a verificare come verranno impiegati i 500.000 euro incrementati al Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per la formazione nell'ambito della salute sessuale e riproduttiva per gli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado.
Questo perché, Ministro, il partito che qui rappresentiamo ha molto a cuore la formazione dei giovani, tant'è che nell'ambito dell'educazione affettiva il Ministro Valditara è impegnato con dei progetti pilota.
Abbiamo una proposta legislativa per introdurre l'educazione al rispetto delle donne, che adesso, attualmente, è in VII Commissione.
Naturalmente tutti abbiamo a cuore anche la salute sessuale, però il Fondo è destinato a tre punti: educazione affettiva, salute sessuale ed educazione sessuale. Su quest'ultimo punto, Ministro, siamo un po' più perplessi, perché non vorremmo che venissero introdotte delle materie ideologiche, quali le cosiddette materie e per questo la interroghiamo sul tema .
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI,. Grazie, Presidente. Come ricordava adesso l'interrogante, nel corso dell'esame della legge di bilancio è stato approvato un emendamento, presentato da un parlamentare di opposizione, che prevede un incremento di 500.000 euro del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per l'anno 2025, al fine di promuovere, nell'ambito dei piani triennali dell'offerta formativa, interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione rivolti a studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, relativamente alle tematiche della salute sessuale e dell'educazione sessuale ed affettiva. Nell'ambito della stessa legge di bilancio, è stato approvato da quest'Assemblea un ordine del giorno che impegna il Governo a impiegare tali risorse per fornire moduli formativi, rivolti agli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, per aggiornare sui contenuti per interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione, prioritariamente riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all'ambito della prevenzione dell'infertilità, ciò coerentemente sia con la disposizione approvata, sia con le finalità del Fondo, che l'emendamento incrementa.
Il Governo si conformerà dunque alle deliberazioni parlamentari, certo di interpretare, attraverso un'attenzione specifica al tema dell'infertilità maschile e femminile, l'esigenza che l'emendamento rappresenta per incrementare l'informazione circa il tema della salute sessuale e riproduttiva. La somma stanziata non avrebbe, del resto, consentito iniziative a più ampio spettro e la scelta dei proponenti dell'emendamento di attribuirla al Fondo per le pari opportunità non consente, anche in ipotesi, attività dirette nelle scuole e interventi nell'organizzazione scolastica di pertinenza del Ministero dell'Istruzione e del merito, alle quali la norma approvata non fa alcun riferimento.
PRESIDENTE. L'onorevole Sasso ha facoltà di replicare.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Ciriani, la Lega è soddisfatta della sua risposta. È giusto tranquillizzare le famiglie e dire chiaramente alle mamme e ai papà che ci stanno seguendo in questo istante che nella scuola italiana non ci sarà mai spazio per l'ideologia ; non ci sarà spazio per chi, abusando del proprio ruolo di educatore, intende strumentalizzare bambini e adolescenti; non ci sarà spazio per chi, utilizzando come cavallo di Troia la sacrosanta lotta alle discriminazioni omofobiche, vorrebbe insinuare teorie e derive ideologiche care alla sinistra, come l'ideologia . Perché Presidente, l'ideologia esiste, esiste quando docenti politicizzati e cosiddetti esperti esterni vorrebbero impartire lezioni di educazione sessuale a bambini di prima elementare. Ma come si fa ? Come si può pensare di parlare di argomenti come il coito, il piacere sessuale, la masturbazione con bambini di 5 anni? La Lega ritiene che su temi delicati e con bambini di una certa età sia più giusto che siano i genitori a parlarne e non qualche esperto esterno, magari con qualche tessera arcobaleno in tasca.
L'ideologia esiste, esiste quando qualche università consente, per esempio, a una – com'è successo a Napoli - di tenere una ; esiste quando concede il patrocinio a un laboratorio per bambini di quattro anni, com'è successo a Roma; l'ideologia esiste, ancora, quando si incentivano, si promuovono, si divulgano concetti come il superamento del binarismo sessuale, il disorientamento, la perdita della propria identità, la confusione sessuale.
Presidente, con la proposta della collega Ravetto, con la risoluzione già approvata a settembre in Commissione cultura e condivisa da tutta la maggioranza, con l'ordine del giorno approvato in legge di bilancio, con cui si ribadisce che quell'emendamento non avrà mai niente a che fare con l'ideologia , la Lega è fortemente determinata a limitare tale deriva, a tutelare i bambini e a tutelare la libertà di scelta educativa delle famiglie. E finché ci saremo noi al Governo, finché ci sarà la Lega al Governo e ci sarà il centrodestra a guidare il Paese, potremo tranquillizzare le famiglie e dire che non ci sarà spazio per l'ideologia , né oggi, né mai .
PRESIDENTE. L'onorevole Faraone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01639 .
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Io leggo al Ministro Ciriani un che ho ricevuto stamattina. Un cittadino mi diceva che era andato a un laboratorio di analisi e aveva pagato 140 euro per un'analisi, in quanto la regione, sostanzialmente, non essendosi ancora adeguata a un regime tariffario nuovo - c'è il ricorso al TAR presentato e, quindi, in questo momento, il regime tariffario operante è quello del Governo nazionale -, le tariffe che sono costretti a pagare i cittadini sono quelle del regime libero-professionale, perché è sconveniente per i laboratori utilizzare tariffe che sono state previste dal Governo.
Ho chiesto allo stesso cittadino quanto pagasse prima dell'intervento del Governo e mi ha detto: “Non pagavo perché esente per patologia”. Quindi, signor Ministro, io credo che quello che si sta verificando in questi momenti, nel Paese, è incredibile. Avete messo una nuova tassa, che non solo penalizza coloro che fanno sanità accreditata nel Paese, ma penalizza soprattutto i cittadini, costretti a pagare 140 euro, a fronte di zero euro, prima che il Governo Meloni facesse questo nuovo e bel provvedimento.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI,. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, ringrazio l'interrogante per il quesito, che consente di fornire chiarimenti in merito al decreto del Ministro della Salute del 26 novembre 2024, con il quale sono state determinate le tariffe massime di riferimento per la remunerazione delle prestazioni di assistenza specialistica e di assistenza protesica, consentendo, nel contempo, l'entrata in vigore dei nuovi livelli essenziali di assistenza, di cui al DPCM del 12 gennaio 2017, su tutto il territorio nazionale.
Come risulta dalla relazione tecnica che accompagna il provvedimento in questione, il nuovo tariffario impiega circa 550 milioni di euro in più rispetto alle risorse che sostenevano le precedenti tariffe. Pertanto, appare evidente che, nel loro complesso, le nuove tariffe risultano, in genere, più remunerative. Rispetto al decreto ministeriale del 23 giugno 2023, mai entrato in vigore, per consentire una valutazione più ampia della revisione delle tariffe, che già impiegava maggiori risorse per 402 milioni di euro, il nuovo decreto prevede un incremento del finanziamento di oltre 121 milioni di euro per le visite specialistiche e di oltre 56 milioni di euro per le terapie, nonché di oltre 270 milioni di euro per le prestazioni di laboratorio.
Occorre poi precisare che, sotto l'aspetto metodologico, il lavoro condotto fin dal 2017 si è basato su dati di costo per prestazioni raccolti da un campione rappresentativo di strutture. Tale analisi è stata integrata, come è normativamente previsto, anche con il confronto dei valori tariffari precedentemente definiti con i corrispondenti valori tariffari regionali. Ogni passaggio amministrativo e metodologico è stato, quindi, svolto in coerenza con la normativa nazionale vigente. In questo contesto, devo ancora ricordare la previsione introdotta dalla legge di bilancio 2025, circa la possibilità concessa a tutte le regioni di fissare tariffe anche superiori a quelle nazionali, a patto che le stesse regioni abbiano congrue risorse per garantire la conseguente spesa.
Infine, ritengo importante sottolineare che il lavoro di manutenzione delle tariffe avviene ininterrottamente e che il Ministro della Salute conduce costantemente l'attività per la revisione tariffaria, anche in coerenza con quanto previsto dalla legge di bilancio 2025, che ha stanziato risorse sia per l'aggiornamento dei LEA, sia per la revisione delle tariffe massime nazionali.
Sarà quindi possibile, in tempi ragionevolmente brevi, apportare tutte le eventuali modifiche che si riterranno opportune al tariffario vigente al fine di renderlo sempre più coerente con l'evoluzione dei costi di produzione.
PRESIDENTE. L'onorevole Faraone ha facoltà di replicare.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Io intanto ringrazio il Ministro Ciriani perché viene in sostituzione del Ministro Schillaci che non rispetta minimamente Ciriani, che lo sostituisce, perché Schillaci si sarebbe vergognato di dire e di leggere quelle cose che ha fatto leggere al suo collega. Io ho raccontato un esempio concreto: quello di un cittadino, che va al laboratorio d'analisi, a cui chiedono 140 euro, a fronte di 0 euro, prima del tariffario. Il Ministro Ciriani mi fa un elenco e mi dice: “abbiamo messo 500 milioni in più”, dopodiché non si capisce per quale ragione tutti i laboratori d'analisi o comunque le strutture accreditate abbiano fatto ricorso al TAR contro il meccanismo previsto da questo Governo.
Io ricordo che quel sistema non viene aggiornato da 26 anni, signor Ministro; considerando che non viene aggiornato da 26 anni, lei si renderà conto che ci saranno stati un po' di inflazione e costi in più per i laboratori di analisi. Voi, a fronte dell'inflazione, proponete, dopo 26 anni, un ribasso; da 741 l'intervento del tumore alla prostata passa a 395; la diagnosi del diabete passa da 741 a 470; una visita specialistica cardiologica da 12 euro a 6,30 euro; dopo 26 anni loro prevedono questo ribasso e non si aspettano poi la protesta dei laboratori e che i cittadini siano costretti a pagare 140 euro.
In più il Ministro ci dice che le regioni, se hanno disponibilità economiche, possono incrementare; il Veneto, la Lombardia, l'Emilia-Romagna hanno incrementato. Sono andato a guardare il dato del Veneto; a fronte di 191, per fare un esempio, sulla risonanza magnetica il Veneto paga 240. Signor Ministro, e le regioni in piano di rientro? Il Piemonte, quindi non solo quelle del Sud, la Sicilia, quelle commissariate, la Calabria e quelle che non hanno le risorse per incrementare le risorse che il Governo nazionale mette che fanno? Cosa fanno, signor Ministro? Ve ne fregate.
Quindi le regioni in piano di rientro non incrementano le tariffe. Quindi l'autonomia differenziata, Ministro Calderoli, che è accanto al Ministro Ciriani, non è che deve passare, perché c'è il referendum: è già operativa. Poi si viaggia e si va al Nord per curarsi e nel Sud e nelle regioni in piano di rientro la sanità va allo sfacelo.
Questo è quello che ci propone Ciriani; Schillaci non ha la faccia di venire in quest'Aula a dire quelle cose che fa leggere al povero collega Ciriani che stimo e apprezzo, ma mi dispiace, non sono d'accordo con tutto quello che ci ha detto .
PRESIDENTE. L'onorevole Fratoianni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01640 .
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro su questo tema si è detto e scritto molto in questi giorni, le notizie si sono affastellate l'una all'altra, compresa la smentita ufficiale di Palazzo Chigi che ci dice che non c'è nessun accordo firmato né nessuna trattativa conclusa e, dunque, non torneremo su questo punto. Tra queste notizie, però, ce n'è una, su cui vogliamo qualche chiarimento, che dice - secondo l'agenzia Bloomberg - che il suo Ministero, oltre ai servizi, avrebbe dato un sostanziale via libera, una valutazione positiva alla possibilità che questa trattativa, questo accordo vada in porto.
Ora noi, Alleanza Verdi e Sinistra, siamo qui a chiederle, primo, se questo è vero e comunque qual è la sua valutazione, quella del Ministro della Difesa del nostro Paese, e del suo Governo, che lei autorevolmente rappresenta oggi qui, e la ringrazio per essere venuto personalmente a risponderci sulla possibilità che questo accordo si concluda .
PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.
GUIDO CROSETTO,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, onorevole Fratoianni. Desidero preliminarmente ricordare, come lei stesso ha riferito, che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha già smentito con una nota che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX. Colgo poi l'opportunità per precisare che anche la Difesa non ha approvato alcun accordo al riguardo.
Per quanto di interesse del Dicastero - la seconda parte della sua domanda - evidenzio che le nostre Forze armate sono chiamate spesso a operare a tutela degli interessi nazionali oggi più che mai anche a grande distanza dall'Italia e non sempre in presenza di adeguati servizi e infrastrutture.
Nell'anno appena concluso, a titolo di esempio, siamo stati presenti nel quadrante indo-pacifico nell'Africa, in Medio Oriente, nel Nord ed Est Europa, ponendo in essere attività che richiedono comunicazioni affidabili, sicure e continue nonché connettività e servizi di posizionamento e navigazione.
In ambito nazionale, a livello militare, detti servizi vengono erogati grazie a sistemi in orbita geostazionaria Sicral che sono affidabili, ma offrono una copertura geografica e banda limitate. Ne consegue che la Difesa è interessata - anzi obbligata, forse - a integrare tale capacità con quelle fornite da satelliti in orbita bassa, che offrono maggiore continuità, copertura e minor tempo di latenza. In merito l'Autorità delegata per lo spazio ha dato mandato all'ASI di avviare uno studio teso a sviluppare tali servizi, esplorando ogni possibile soluzione presente al mondo.
A livello europeo rammento che il programma più noto di connettività sicura, appena avviato e noto come IRIS 2, prevederà a regime circa 290 satelliti con i tempi di realizzazione ancora da quantificare e comunque che oggi si collocano oltre il 2030. Le citate iniziative di grande interesse per la Difesa quando disponibili potranno certamente contribuire ad assicurare quanto necessario alle nostre Forze armate.
Per quanto precede sussiste, quindi, l'esigenza di studiare e valutare ogni soluzione tecnicamente atta a fornire le capacità quantomeno nelle more del completamento dei programmi proprietari e/o di collaborazione.
Relativamente a SpaceX, che conta oltre 6.700 satelliti in orbita bassa e ha una previsione di 42.000, è oggi un operatore che riunisce requisiti e possiede capacità necessarie per servire il servizio in parola, ma questo non esclude che un Paese sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro possa gestire l'instradamento e la cifratura dei suoi dati sensibili utilizzando apparati e tecnologie proprietarie, a ulteriore tutela degli interessi nazionali. Soggiungo, infine, che laddove il Governo dovesse optare per soluzioni commerciali a vantaggio anche di altri Dicasteri e istituzioni, qualora il Governo dovesse orientarsi e optare per questo, la Difesa attiverà un tavolo tecnico dedicato per approfondire la sussistenza dei requisiti specifici necessari a soddisfare le esigenze peculiari dello strumento militare.
PRESIDENTE. L'onorevole Fratoianni ha facoltà di replicare.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi ritengo soddisfatto a metà - le devo dire la verità - da questa risposta. Nelle pieghe del suo discorso emerge un interesse: ci ha spiegato la tecnica, i satelliti a bassa…
ANGELO BONELLI(AVS). Ad orbita bassa.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). …orbita bassa, grazie all'onorevole Bonelli che è sempre presente in ogni momento di bisogno. Ci ha spiegato gli aspetti tecnici, ma ha omesso la questione fondamentale che è la ragione della nostra preoccupazione. Sono soddisfatto a metà e preoccupato il doppio, se possibile, rispetto all'inizio di questo perché la questione che stiamo ponendo sul tavolo non ha nulla a che fare con le idee politiche di Elon Musk e con le amicizie - che siano più spiccate quelle con la nostra Presidente del Consiglio o con qualche altro esponente politico -, ma ha a che fare con una questione fondamentale che un uomo come lei credo abbia molto presente: cioè il fatto che, in materia di infrastrutture strategiche, di sicurezza nazionale e di difesa l'affidamento di uno Stato sovrano e sottoposto al controllo democratico a un monopolista privato chiunque esso sia, è un gigantesco problema politico che riguarda noi in questa vicenda, riguarda il mondo intero, riguarda l'Europa, in un quadro nel quale i centri dell'innovazione sono collocati, da un lato, negli Stati Uniti e, dall'altro, in Cina, con un'Europa fuori dai giochi dell'innovazione e della competitività.
Allora, io chiedo, pretendo, noi pretendiamo, Alleanza Verdi e Sinistra, che il nostro Paese sia in prima fila nel chiedere all'Europa un'accelerazione e di investire di più perché siano autonome, proprietarie e pubbliche soprattutto le infrastrutture strategiche su questioni così decisive. Finisco, signor Presidente, ne approfitto perché è qui.
Le chiedo anche uno sforzo in più, un po' “fuori sacco”, visto che è il Ministro della Difesa e quando torna a Palazzo Chigi ne discuta con la Presidente del Consiglio che domani ha una conferenza stampa importante: dite qualcosa sul fatto che l'uomo più potente del mondo, quasi, il nuovo Presidente degli Stati Uniti ieri ha trovato il modo, in pochi minuti, di minacciare due, tre Paesi sovrani ; due di questi fanno parte della NATO; due di questi li ha minacciati di usare addirittura le armi.
Sarebbe bene che il nostro Paese, il Ministro della Difesa e la Presidente del Consiglio dicessero qualcosa di chiaro. Non vorrei che io, Angelo Bonelli ed Alleanza Verdi e Sinistra ci trovassimo, a un certo punto, costretti - pensi un po' - a chiederle di aumentare la spesa militare per difenderci da Trump. Ecco, non ci faccia questo scherzo, grazie .
PRESIDENTE. La deputata Onori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01641 .
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro Calderoli, lei sa che in Italia, più che di un vero e proprio sistema sanitario nazionale, dovremmo parlare di 20 sanità diverse, una per ogni regione. Questo assetto ha tante conseguenze negative. Una di queste, banalmente, è che non esiste un sistema unificato per la raccolta dati, non esistono criteri standardizzati ed è molto difficile la condivisione delle cartelle cliniche elettroniche tra regioni diverse. Ed è questo il della nostra interrogazione, il fascicolo sanitario elettronico è proprio un esempio lampante di questa situazione di inefficienza.
Il fascicolo dovrebbe raccogliere la storia clinica di ogni paziente, ma se vado a curarmi in un'altra regione, perché ad esempio nella mia regione le liste d'attesa sono troppo lunghe, rischio che tutti i miei dati vadano persi e non siano più reperibili. Questo vuol dire che potrei dover fare l'ecografia o la TAC due volte, vuol dire spreco di risorse pubbliche. La sanità differenziata è spreco di risorse pubbliche e, di fatto, un ostacolo alla salute dei cittadini italiani. Ministro, le chiediamo come pensa che possa funzionare l'autonomia differenziata applicata a materie di rilevanza nazionale se già applicata alla sanità si è rivelata un completo disastro.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO CALDEROLI,. Grazie, Presidente. L'editoriale della rivista autorevole rivista, ma non nuova a controversie rilevanti e molto discutibili, affronta principalmente il tema della raccolta e utilizzazione dei dati relativi alla tutela della salute nel nostro Paese. Ebbene, in base alla Costituzione, il coordinamento informativo, statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale spetta esclusivamente allo Stato, e, come tale, non può costituire oggetto di autonomia differenziata.
Quanto alle disparità tra le regioni nella ripartizione della spesa sanitaria, l'editoriale, e con esso l'interrogazione, trascura poi meccanismi di riparto del fabbisogno sanitario nazionale, peraltro oggetto di intesa fra lo Stato e tutte le regioni. In tal senso, da un lato, il riferimento alle regioni nella determinazione dei fabbisogni regionali di per sé presuppone una confrontabilità tra le situazioni regionali e costituisce una spinta per una maggiore efficienza, dall'altro, dal 2023, al criterio della popolazione, che tiene conto anche dell'influenza dell'età sui consumi sanitari, sono stati affiancati i parametri della mortalità e alcuni indicatori delle condizioni socioeconomiche.
Sulla base degli elementi forniti dal Ministero della Salute, occorre inoltre ricordare che l'Italia sta profondendo un notevole sforzo per la digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale, per garantire uniformità nelle prestazioni sanitarie ed equità nell'accesso alle stesse su tutto il territorio nazionale. Da anni il nuovo sistema informativo sanitario costituisce un elemento fondamentale di condivisione e di standardizzazione delle informazioni tra lo Stato, le regioni e le province autonome, per monitorare le prestazioni sanitarie, misurare i risultati e supportare la pianificazione sanitaria. Esso è anche alla base del nuovo sistema di garanzia che valuta l'erogazione dei LEA da parte delle regioni.
Le capacità del sistema saranno ulteriormente potenziate grazie ai recenti investimenti del PNRR, volti più in generale a rafforzare la Strategia nazionale italiana per la salute digitale, basata su tre pilastri: fascicolo sanitario elettronico, Ecosistema dati sanitari, piattaforma nazionale di telemedicina. Non si vede, quindi, come l'autonomia differenziata possa mettere a repentaglio la raccolta e gestione dei dati o l'unitarietà del diritto alla tutela della salute, come declinato attraverso i LEA.
Al contrario, l'autonomia differenziata rappresenta un potenziamento delle facoltà delle regioni di modulare la propria organizzazione dei servizi sanitari nel rispetto dei medesimi LEA, che sono determinati a livello statale, con l'obiettivo di una maggiore efficienza nell'erogazione delle prestazioni sanitarie. Tutto ciò non toglie che il Governo e le regioni siano impegnate per il costante miglioramento complessivo del sistema sanitario, ivi compresa la raccolta dati, in modo da cogliere positivamente le sfide poste nel tempo da molteplici fattori, fra cui demografia, tecnologia e finanza pubblica.
PRESIDENTE. La deputata Bonetti ha facoltà di replicare.
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Ci spiace dire che non possiamo ritenerci soddisfatti rispetto alla nostra interrogazione. Innanzitutto, perché avremmo atteso commenti sulla qualità e il valore di una rivista scientifica come da lei citata, la quale, tra l'altro, si basa sul meccanismo proprio del mondo scientifico, che è quello della e della validazione dei dati, che vengono sottoposti a verificabilità. Ed è proprio su questo che, invece, noi vogliamo tornare. La necessità di accelerare nel nostro Paese un sistema unitario che lo Stato possa gestire nella raccolta dei dati sanitari e, quindi, conseguentemente, nell'implementazione di una piattaforma nazionale sulla telemedicina, impone una regia nazionale che - dalle sue parole veniamo rassicurati - non entrerà nell'oggetto dell'autonomia differenziata.
Quindi, forse, la vera grande notizia è che l'autonomia differenziata imporrà, in realtà, alle regioni una gestione organizzativa dei dati e della procedura di raccolta e di analisi dei dati a livello nazionale. Se così fosse, di questo saremmo contenti, non so quanto i fautori dell'autonomia differenziata. Sul tema, però, della raccolta dei dati - e arrivo al punto - noi non abbiamo alcuna contezza di come, quante e quali regioni stiano adottando il fascicolo sanitario elettronico, perché rimane uno dei progetti del PNRR che è stato posticipato in alcune scadenze, ma nulla è dato di sapere riguardo a che punto siamo nelle regioni. Quindi, bene se il Governo, invece, va ad accelerare e possa portare a quest'Aula un elenco puntuale di quali regioni lo hanno adottato, con quali procedure organizzative e a che punto siamo con la conseguente piattaforma di telemedicina
PRESIDENTE. L'onorevole Romano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01643 di cui è cofirmatario.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, secondo il Istat, le competenze digitali dei cittadini italiani all'interno dei Paesi dell'Unione europea si collocano alla ventitreesima posizione, circa 10 punti sotto la media europea: soltanto il 45,9 per cento dei cittadini italiani è digitalmente alfabetizzato. Ciò significa che hanno un approccio consapevole con strumenti che, invece, vengono utilizzati in massima parte da giovani adolescenti, senza la conoscenza dettagliata dello strumento che stanno utilizzando.
Il rapporto Eurydice “” mostra come, a differenza di molti Paesi europei, la strada italiana è stata quella di integrare pillole informatiche a scuola, anziché una vera e propria iniziativa tendente a formare prima gli insegnanti e poi i giovani studenti. Vogliamo quindi sapere, anche in funzione del fatto che in Italia, dal marzo 2023, è presente una piattaforma Syllabus che rilascia pillole di insegnamento alla pubblica amministrazione, se questa piattaforma possa essere utilizzata anche presso le nostre scuole per fare un'operazione di alfabetizzazione, in questo caso presso le nostre scolaresche.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA,. Signor Presidente, gentili onorevoli, lo sviluppo delle competenze digitali è fondamentale per la partecipazione attiva nella società. Ciò implica promuovere la consapevolezza dell'etica digitale e i diritti della responsabilità nell'utilizzo delle tecnologie, nonché la capacità di valutare criticamente le informazioni partecipando in modo attivo e responsabile al progresso digitale.
Per tale ragione, al centro delle azioni del Ministero dell'Istruzione e del merito vi è la promozione dello sviluppo della cultura dell'innovazione e la diffusione delle competenze digitali, sia tra i docenti e il personale di tutte le scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione, sia anche fra gli studenti di tutto il territorio nazionale.
In questa prospettiva si collocano, innanzitutto, le nuove linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica, che riconoscono la cittadinanza digitale come parte integrante del curricolo formativo, in linea con i cambiamenti sociali e tecnologici che stanno ridefinendo il concetto stesso di cittadinanza. Il concetto di cittadinanza digitale non si limita all'uso corretto della tecnologia, ma abbraccia un insieme di competenze cognitive, sociali ed etiche che consentono agli individui di partecipare attivamente e responsabilmente alla vita digitale.
Nondimeno, il Ministero dell'Istruzione ha investito ingenti risorse, nell'ambito del PNRR, per la formazione sulla didattica digitale e sullo sviluppo delle competenze digitali: oltre 800 milioni per la formazione digitale del personale scolastico, per lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti e oltre 2,1 miliardi di euro per la trasformazione delle aule didattiche in ambienti innovativi e in ambienti digitali.
Per la formazione dei docenti, fondamentale per accrescere le competenze digitali dei giovani, e per la formazione di tutto il personale scolastico, il Ministero dell'Istruzione si è dotato di una specifica piattaforma, denominata “Scuola futura”. È stato creato un sistema di formazione continua per docenti e personale scolastico attraverso la piattaforma, con percorsi formativi multipli sull'educazione digitale, le metodologie didattiche innovative, la formazione sul multilinguismo e con un catalogo di offerta, che, ad oggi, è pari ad oltre 60.000 percorsi formativi, destinati ad oltre 650.000 docenti e personale scolastico.
I corsi sono progettati secondo il quadro europeo delle competenze digitali e i docenti hanno la possibilità di fare una verifica per valutare il proprio livello di competenze digitali. La piattaforma è integrata con l'anagrafe del personale scolastico e con il Sistema informativo dell'istruzione. I percorsi riguardano una serie di argomenti e tematiche, che spaziano dall'uso responsabile dell'intelligenza artificiale, all'orientamento personalizzato, al potenziamento della formazione linguistica dei docenti, alla didattica innovativa e digitale, alla prevenzione della dispersione scolastica.
La piattaforma “Scuola futura” costituisce ad oggi la più grande piattaforma europea di per i docenti. Sono attualmente oltre un milione le iscrizioni ai percorsi formativi da parte dei docenti e del personale scolastico del sistema formativo nazionale italiano gestiti da questo sistema.
Infine, consentitemi di segnalare che, al fine di promuovere l'alfabetizzazione e l'educazione digitale di tutta Italia, in particolare tra gli studenti delle scuole primarie e secondarie, è in procinto di essere approvato in Senato il disegno di legge sull'istituzione della Giornata nazionale della cittadinanza digitale.
Mi accingo a concludere. Onorevole, quanto fin qui rappresentato dimostra come il Ministero abbia provveduto ad assicurare la formazione del proprio personale con strumenti specifici ed ulteriori rispetto a quelli previsti per tutti i pubblici dipendenti, quale la piattaforma , che resta, comunque, uno strumento utile e non escluso per i docenti. Ciò in ragione della piena consapevolezza della specificità e della delicatezza del ruolo del personale docente e del suo compito fondamentale di trasmettere un utilizzo responsabile degli strumenti digitali.
PRESIDENTE. L'onorevole Romano ha facoltà di replicare.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, apprezziamo l'impegno del Governo, e quello suo in particolare, che va nella direzione da noi auspicata. Del resto, un Paese come il nostro, che sta facendo uno sforzo enorme, investendo ingenti risorse per la trasformazione digitale, non può non partire dalla scuola, che è l'elemento principale di formazione e di informazione per coloro che nel futuro dovranno, poi, essere i cittadini digitalizzati di questa nostra Italia.
In Commissione bicamerale per la semplificazione, che presiedo, già siamo alla terza audizione sull'indagine conoscitiva sulla digitalizzazione e, quindi, ci farebbe piacere invitarla in quella sede, magari concordando con lei qualche data, perché gli elementi e i dati che lei sta fornendo a tutto il Parlamento, anche in quella Commissione, che è una bicamerale, possono essere utili al fine di mettere insieme sinergicamente tutte le attività che ogni comparto della pubblica amministrazione sta ponendo in essere per far sì che il nostro Paese scali la graduatoria, eviti di essere considerato in Europa il fanalino di coda e metta nelle condizioni le nuove generazioni di essere cittadini a tutto tondo e non limitati da un analfabetismo che noi non possiamo consentire .
PRESIDENTE. Il deputato De Bertoldi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01644 .
ANDREA DE BERTOLDI(MISTO). Signor Ministro, lei è sicuramente a conoscenza che, grazie a un mio emendamento, sottoscritto peraltro trasversalmente dalla politica, alla legge di bilancio 2022, nella scorsa legislatura, i professionisti italiani hanno ottenuto finalmente, nell'ambito tributario, il diritto di potersi ammalare o di infortunare senza doverne pagare le conseguenze sanzionatorie. Ciò grazie al differimento termini.
Nell'ultimo disegno di legge Lavoro, sempre grazie a un emendamento, siamo riusciti ad allargare le tutele ai figli minori dei professionisti e alle professioniste partorienti. Purtroppo, però - e questo mi dispiace -, nella recente legge di bilancio, il Governo e proprio il suo Dicastero, signor Ministro, ha dato parere contrario al mio emendamento e al mio ordine del giorno per estendere anche al settore previdenziale, che lei dovrebbe ben conoscere per il suo passato professionale, tale copertura.
Glielo domando da parlamentare del centrodestra: mi può dire quando il suo Dicastero intenderà estendere anche agli adempimenti contributivi questo diritto dei professionisti? Da parte mia, sappia che ad ogni provvedimento utile ripresenterò un emendamento.
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE,. Ringrazio l'onorevole interrogante perché ha sollevato un tema, che è quello oggetto della presente interrogazione, e in questo modo mi consente di illustrare le ragioni del parere contrario espresso dal Governo.
Pur essendo condivisibile l'esigenza sottesa all'emendamento proposto dall'onorevole interrogante, di sostegno e tutela dell'attività dei liberi professionisti, tuttavia vanno evidenziate alcune criticità che emergerebbero da un'eventuale estensione, secondo le modalità contenute nell'emendamento, anche agli adempimenti contributivi delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi da 927 a 944, della legge n. 234 del 2021.
Si rileva, innanzitutto, la difficoltà di individuare in modo certo un termine iniziale e finale nel quale possa operare la previsione della sospensione dei termini per gli adempimenti. La stessa sospensione dovrebbe comportare una corrispondente sospensione dei termini di prescrizione e decadenza per tutto il periodo interessato dall'evento, potendosi diversamente determinare un pregiudizio al recupero del credito contributivo. Dall'ampia portata della formulazione dell'emendamento discende, infatti, la possibilità di ricomprendere in essa non solo la sospensione degli adempimenti correnti, ma anche di quegli adempimenti di denuncia e versamento, riferiti a periodi pregressi, che si determinino nell'arco temporale della sospensione.
Si evidenzia ulteriormente che la previsione della sospensione dell'adempimento, ove riferito alla denuncia mensile periodica da parte del datore di lavoro committente ovvero al versamento dei contributi da parte dei lavoratori autonomi, comporterebbe la mancata implementazione e valorizzazione dei periodi contributivi e assicurativi delle rispettive posizioni ai fini dell'accesso alle prestazioni a sostegno del reddito e alle prestazioni pensionistiche. Trattandosi di previsione indirizzata a gestire la singola situazione riconducibile al singolo professionista, si renderebbe inoltre necessario sviluppare un apposito sistema in grado di governare l'evento della sospensione caso per caso, in modo da garantire un'adeguata trattazione della documentazione sanitaria attestante la condizione di impedimento legittimante la sospensione. Laddove la trasmissione di questa documentazione sanitaria avvenisse con modalità differenti da quelle che ordinariamente regolano l'invio telematico all'INPS della certificazione di malattia o di ricovero, si imporrebbe anche un'apposita regolamentazione riferita al trattamento dei dati.
Va evidenziato, infine, come la sospensione dei termini connessi all'invio delle denunce obbligatorie e al conseguente versamento di contributi avrebbe impatto anche in sede di verifica della regolarità contributiva articolo 4 del DL 20 marzo 2014, n. 34, determinando uno stato di incertezza giuridica, per un tempo indefinito, per tutte le posizioni contributive per le quali risulta già definito l'esito della verifica.
Alla luce delle rilevanti criticità emerse, è stato pertanto espresso il parere contrario del Governo rispetto a questa proposta emendativa, seppure la stessa fosse assolutamente condivisibile nei propositi.
Rassicuro, a questo punto, l'onorevole interrogante sul fatto che la materia di cui alla proposta emendativa è comunque meritevole di approfondimento per valutare modalità di gestione della sospensione degli adempimenti che portino i benefici attesi dai liberi professionisti e dai lavoratori autonomi.
PRESIDENTE. L'onorevole De Bertoldi ha facoltà di replicare.
ANDREA DE BERTOLDI(MISTO). Grazie, signor Ministro. Innanzitutto, oggi è una bella giornata perché sta tornando in Italia - anzi è tornata in Italia - una professionista, una giornalista, Cecilia Sala. Facciamo in modo, quindi, che per tutti i professionisti - e dico per tutti i professionisti e per tutti gli ambiti nei quali noi professionisti siamo impegnati - in caso di impedimenti, di infortuni, di malattie ci sia la possibilità di avere la giusta tutela.
Io su questo aspetto, signor Ministro, sa che non mollerò e che le sarò al fianco in modo, spero, costruttivo e auspico che lei, con la competenza sua personale e del Dicastero che ha l'onore di dirigere, possa risolvere quelle problematicità che certamente ci sono, ma che io ritengo non ostino al risolvimento del problema.
Seguirò certamente l'evolversi della situazione fino a che non arriveremo a dare la più ampia copertura al differimento termini.
Il diritto alla salute, signor Ministro, è un diritto costituzionalmente garantito. Anche qui, lei lo ricorda molto bene perché nella scorsa legislatura, quando lei presiedeva l'organo supremo della sua categoria professionale, noi riuscimmo a far passare il principio che anche per i professionisti c'è il diritto di ammalarsi o di infortunarsi senza dover essere sanzionati e dover conseguentemente risarcire i propri clienti. Permaneva in Italia un vergognoso di assoluta mancanza di tutele sociali verso un settore portante della nostra economia. Abbiamo ottenuto dei risultati, come detto, nella scorsa legislatura in ambito tributario; in questa legislatura abbiamo allargato ai figli minori e alle donne partorienti, alle colleghe partorienti.
Ora tutti i professionisti, in tutti gli ambiti - ora in quello previdenziale, ma io vorrei estendere tale previsione, entro questa legislatura, anche al campo amministrativo e giuridico - devono trovare più serenità, avere un futuro più sereno, così da dare anche nuova linfa alla crescita dei professionisti in Italia.
Il mio impegno - e concludo, signor Ministro - è quello di seguire e monitorare l'operato del Governo su questa tematica e di essere da stimolo, come ho detto, con la presentazione in ogni provvedimento utile di emendamenti.
Sarò felice che questi emendamenti vengano fatti propri dal Governo, vengano arricchiti per superare le difficoltà. Credo che questo sia coerente con le proposte e i programmi che noi del centrodestra ci siamo dati e con i quali ci siamo confrontati con gli elettori. Sono certo che lei, Ministro Calderone, voglia farsene interprete come Ministro espressione del centrodestra, ma anche come professionista che ha avuto per tanti anni l'onore e l'onere di reggere un'importante categoria professionale.
PRESIDENTE. L'onorevole Tucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Barzotti ed altri n. 3-01645 di cui è cofirmatario.
RICCARDO TUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Ministro, con il reddito di cittadinanza noi avevamo introdotto una misura universale, una misura che nel corso della sua operatività ha dato benefici e ha sostenuto quasi due milioni di persone. Una misura universale che, allo stesso tempo, aveva dalla sua un'altra grande forza, cioè la trasparenza. Infatti, Ministro, ogni mese sul sito dell'INPS venivano puntualmente pubblicati i dati di tutti i percettori di reddito, divisi per sesso, per famiglie, per residenza, per categoria, per età e così via. Aveva una trasparenza totale.
Vede, Ministro, con l'introduzione dell'assegno di inclusione e del Supporto per la formazione e il lavoro, questa trasparenza è venuta meno. Infatti, Ministro, nella legge che voi avete scritto - anzi che lei ha scritto -, risulta che il Governo si prende l'impegno annualmente di fornire alle Camere i dati dei percettori di assegno di inclusione e di coloro i quali usufruiscono del Supporto per la formazione e il lavoro.
Le do un'informazione, Ministro. L'annualità per l'assegno di inclusione è scaduta il 1° gennaio. Questo Parlamento non ha, ancora ad oggi, ricevuto nulla. Addirittura l'annualità per il Supporto per la formazione e il lavoro è scaduta a luglio del 2024. Quindi, ci troviamo con sei mesi di ritardo.
E allora, Ministro, le chiedo: avete oggi i dati da fornirci per sapere qual è stata l'incisività di una misura che, comunque, ha lasciato a casa centinaia di migliaia di persone? Perché se non ce li avete, Ministro, siamo di fronte al fatto che il suo Governo oggi non rispetta una legge che lo stesso Governo si è dato .
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociale, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE,. Grazie, signor Presidente. Gentili onorevoli, come ben noto, l'assegno di inclusione (ADI) e il Supporto per la formazione e il lavoro, fin dalla loro introduzione, hanno operato un importante cambio di rotta rispetto alle misure previste in passato.
Con questi strumenti, che stanno dimostrando la loro efficacia, si è inteso contrastare in modo diretto la povertà, la fragilità, la marginalizzazione sociale mediante misure volte a fornire l'opportunità di un autonomo inserimento stabile nel mondo del lavoro, consentendo di creare e sviluppare un set di competenze funzionali a garantire la professionalità dei beneficiari.
Detto questo, in merito alle preoccupazioni sollevate dagli onorevoli interroganti circa il paventato ritardo relativo alla pubblicazione dei dati concernenti lo stato di attuazione del beneficio economico dell'assegno di inclusione, intendo fornire chiarimenti al fine di fugare ogni dubbio.
Innanzitutto, si deve chiarire che non trattasi di ritardo poiché i dati in questione emergono, per quanto riguarda il primo semestre, dal primo report dell'Osservatorio dell'INPS dedicato a queste nuove prestazioni.
Per quanto riguarda la tempistica concernente la pubblicazione dei dati, mi preme evidenziare che, essendo la misura dell'assegno di inclusione in vigore dal 1° gennaio 2024, pertanto in fase di prima attuazione, è assolutamente coerente con la necessità di implementare la misura e di costruire delle di monitoraggio avanzate la scelta, condivisa con l'INPS, di procedere con una pubblicazione per il primo anno di attivazione della misura dei dati a cadenza semestrale.
È bene precisare che l'attività di monitoraggio e attuazione dell'assegno di inclusione è svolta in maniera sistematica e continuativa da parte del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in base all'articolo 11 del decreto-legge n. 48 del 2023. In virtù di questa disposizione normativa, la struttura competente del Dicastero ha messo in atto un'apposita strategia di monitoraggio e contrasto alla povertà, anche attraverso l'implementazione di specifiche , ossia pannelli di controllo.
In particolare, segnalo la per la programmazione locale riservata agli operatori di regioni, ambiti territoriali e sociali e comuni per favorire l'accesso a dati utili al monitoraggio e alla programmazione della misura con riferimento al territorio di competenza. Quest'ultima consente di visualizzare in modalità interattiva tabelle, mappe e grafici con dati aggiornati, anonimizzati, aggregati ed è accessibile previo accreditamento dal maggio 2023, come da nota del Ministero.
È poi attiva una piattaforma per la gestione dei patti per l'inclusione sociale che costituisce parte integrante del sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa riservata agli operatori, utile al monitoraggio del lavoro e alla supervisione del personale.
È già stata implementata e collaudata ed è pronta per la pubblicazione una ai fini dell'accesso ai dati sulla misura da parte dei cittadini, con cui si intende mettere a disposizione in tempo reale informazioni sulla misura dell'ADI in formato , in base al principio di trasparenza. L'interfaccia che sarà accessibile al pubblico contiene i dati relativi ai diversi livelli territoriali: nazionale, regionale, di ambito territoriale e sociale, comunale. Al fine di garantire l'impossibilità di risalire alle persone fisiche, i dettagli specifici verranno oscurati secondo gli standard internazionali.
Concludo, pertanto, chiarendo che i dati aggiornati sono oggetto di monitoraggio e controllo.
Entro la fine di gennaio, saranno pubblicati i dati del secondo semestre 2024 e il riepilogo annuale, in modo da ricollegare i dati del primo anno di attuazione con le importanti novità su ADI e SFL perché la mensilità del mese di dicembre viene pagata nel mese di gennaio.
Come dicevo, importanti novità su ADI e SFL sono state approvate con la legge di bilancio, a riprova dell'importanza che il Governo assegna ai due strumenti e sui quali non mancherà di fornire adeguate e complete rendicontazioni .
PRESIDENTE. L'onorevole Carotenuto ha facoltà di replicare.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Ministro, noi abbiamo chiesto i dati, non scuse, dati. Non ce li ha dati, ha detto che, forse, aspetteremo gennaio. No, entro il 1° gennaio dovevamo avere già i dati e non ce li ha forniti. La realtà è quella che voi cercate di nascondere con delle note che sono buone forse per le redazioni di giornali e telegiornali, quelli che vi stanno facendo da palo mentre state rubando il futuro alle giovani generazioni perché la realtà è quella dei NEET. L'unica statistica che dovrebbe interessarle è quella di chi non cerca più lavoro perché è disperato, di chi non studia e non cerca lavoro, è quella dei numeri record, signora Ministro.
È quello il dato che certifica il vostro fallimento, come i numeri sul lavoro povero. La Caritas in Lombardia, non la Caritas di Scampia, ma quella in Lombardia, dice che a Natale c'erano persone che lavorano e che non arrivano alla fine del mese, e che hanno dovuto trascorrere il Natale lì, alla mensa della Caritas. A questo dovreste pensare. E cresce anche il numero delle bugie che dite sul reddito di cittadinanza. Allora voglio cogliere questa opportunità per dire che i dati, in realtà, raccontano altro, e cioè che grazie a quella misura, tra il 2000 e il 2022, 2 milioni di persone sono uscite dalla povertà assoluta. Ora, di fronte a questi numeri, voi avreste dovuto rafforzare quella misura.
Quello che avete fatto è stata toglierla perché dovevate aiutare i presidenti delle squadre di serie A, perché dovevano pagare i debiti con il fisco. Questa è una cosa scandalosa di cui vi siete macchiati. E che i beneficiari del reddito di cittadinanza non fossero tutti divanisti o fannulloni, come li definisce una sua collega che froda l'INPS, lo dimostra l'ANPAL, un vostro ufficio, che ci diceva che grazie al reddito di cittadinanza, con quell'operazione, c'erano stati 1,2 milioni di contratti di lavoro nuovi. Voi che cosa avete fatto di fronte a questi numeri che vi forniva l'ANPAL? Avete chiuso l'ANPAL perché evidentemente anche quella voce andava chiusa.
Ma anche il suo Ministero ci dice che quella che prendevano quasi 450.000 beneficiari del reddito di cittadinanza era un'integrazione rispetto al salario povero che avevano, perché qui la realtà è che purtroppo, come ci diceva appunto la Caritas in Lombardia, i lavoratori non arrivano più alla fine del mese. Voi, quindi, togliendo il reddito di cittadinanza, avete tolto anche quello, e quindi state condannando anche i lavoratori che, secondo la Costituzione, non secondo il MoVimento 5 Stelle, dovrebbero vivere una vita dignitosa, che secondo quel testo su cui lei ha giurato dovrebbero vivere una vita dignitosa, a non poterlo fare, perché voi, invece di rafforzare le misure di sostegno al reddito, invece di fare il salario minimo, come vi stanno chiedendo anche i cittadini, non solo il MoVimento 5 Stelle, vi beate di questa stampa che in qualche modo nasconde la realtà delle cose.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Ma, se non riuscite a rispettare la Costituzione, noi vi stiamo chiedendo con questa interrogazione di rispettare almeno la legge che avete scritto voi. Voi avete scritto una legge che vi chiede di pubblicare i dati, almeno quelli sarebbe il caso di pubblicarli .
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01646 .
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, la Covip è l'organismo di vigilanza sui fondi pensione, istituito nel 1993 per tutelare gli iscritti e i beneficiari del sistema di previdenza complementare e per controllare gli investimenti e le risorse finanziarie delle casse di previdenza. Sono richiesti, per accedere alla presidenza, come recita la legge, criteri di indiscussa moralità, indipendenza ed elevata qualificazione professionale nelle materie di riferimento. La Covip vigila su un patrimonio complessivo di 338 miliardi di euro, un terzo del bilancio statale.
Lei ha proposto, per un incarico così delicato, l'onorevole Mario Pepe, per tre legislature deputato di Forza Italia. Dalla lettura del che abbiamo allegato all'interrogazione e dalle audizioni tenute nelle Commissioni lavoro di Camera e Senato emerge una palese estraneità, per usare un eufemismo, alla materia di cui dovrebbe occuparsi. Il decreto legislativo n. 252 del 2005 prevede che gli amministratori Covip debbano avere requisiti stringenti e circoscritti. Le chiediamo di rivedere la nomina .
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE,. Grazie, Presidente. Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo presentato dagli onorevoli interroganti, rilevo quanto segue. Com'è noto la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, la Covip, avuto riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema di previdenza complementare, esercita la vigilanza prudenziale sulle forme pensionistiche complementari, perseguendo la trasparenza e la correttezza dei comportamenti, la sana e prudente gestione e la loro solidità.
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali vigila sulla Covip, che ha personalità giuridica di diritto pubblico ed esercita l'alta vigilanza sul settore della previdenza complementare, adottando direttive generali rivolte alla Commissione, oltre alla proposta di nomina dei commissari, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze. In relazione alla procedura di nomina del presidente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, evidenzio che tale nomina è stata deliberata dal Consiglio dei ministri, ed è stata quindi sottoposta al prescritto parere delle Commissioni parlamentari competenti, ai sensi della legge 24 gennaio 1978, n. 14, ricevendo il parere favorevole delle Commissioni lavoro della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Più specificamente, per quanto riguarda l'oggetto della presente interrogazione parlamentare, come risulta dal del dottor Mario Pepe, depositato e verificato in sede istruttoria dai competenti uffici, lo stesso risulta esperto in materia di aziendale; ha altresì collaborato con istituti di credito, nonché con INPDAP e INPS a progetti e attività inerenti sempre alle materie del integrativo. Nel corso della sua attività professionale e politica si è occupato della materia previdenziale con particolare riferimento al funzionamento dei fondi gestori di previdenza complementare, seguendo in qualità di deputato l'attività della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.
Nell'ambito dell'attività parlamentare svolta, tra le diverse proposte legislative di cui è stato cofirmatario si possono annoverare quelle in tema di gestione di forme pensionistiche complementari da parte di enti previdenziali privati, nonché quelle in materia di cessione e cartolarizzazione dei crediti contributivi vantati dall'INPS nei confronti delle aziende agricole, di incremento delle detrazioni per carichi di famiglia in favore delle donne lavoratrici, nonché di disciplina del rapporto di lavoro speciale. Infine, anche alla luce del parere favorevole reso dalle Commissioni parlamentari competenti, il profilo del dottor Pepe è risultato in linea con i requisiti richiesti.
PRESIDENTE. L'onorevole Scotto ha facoltà di replicare.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non siamo soddisfatti; al contrario, siamo molto allarmati. Fare le nomine è sempre un esercizio di equilibrismo complicato, tant'è che la Ministra ha precisato tutta la procedura tirando dentro tutto il resto del Governo. Eppure, c'è un limite: se un ex parlamentare, che di professione fa il medico endocrinologo, non si è mai occupato della materia previdenziale, forse dovevate nominarlo altrove, e le dico perché. Perché l'onorevole Pepe ha fatto parte della Commissione affari sociali, di quella sulle politiche dell'Unione europea, di quella cultura e istruzione, della Giunta per le autorizzazioni, persino del Comitato per l'attività del servizio sanitario di pronto soccorso della Camera dei deputati, ma - lei lo sa benissimo, perché il lo ha letto come me - mai della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori, mai!
È stato incaricato? Ma questo non significa averne fatto parte. Si è occupato legittimamente di istituire case da gioco stagionali nei comuni di Anzio e di Ariccia o della tutela della qualità dell'olio extravergine di oliva, ma mai di queste questioni, eccetto, come ha spiegato nelle audizioni, di aver condiviso le idee luminose - testuali parole - del presidente Berlusconi sulle pensioni minime, scivolone che avrebbe potuto risparmiare al Parlamento, visto che dovrebbe essere indipendente rispetto ai partiti che l'hanno nominato . Dal nostro punto di vista, signora Ministra, c'è una violazione palese della legge, perché chi deve dirigere la Covip non può avere requisiti inferiori a quelli richiesti ai gestori dei fondi su cui il presidente deve vigilare. Il controllore non può saperne di meno di chi deve controllare. Continueremo a denunciarlo, anche perché questa idea dell'occupazione di tutti gli spazi pubblici dello Stato e di tutti i suoi gangli, che sembra essere la vostra caratteristica principale, è pericolosa per la stabilità e la credibilità del Paese .
PRESIDENTE. La deputata Schifone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-01647 di cui è cofirmataria.
MARTA SCHIFONE(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, gli ultimi dati Istat mostrano un quadro incoraggiante del mercato del lavoro, con un tasso di disoccupazione al 5,7 per cento, un tasso mai registrato nelle serie storiche negli ultimi 20 anni. È un risultato storico, che il Governo Meloni può e deve rivendicare con orgoglio, a cui si aggiungono il record occupazionale, l'aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, la crescita costante dei contratti a tempo indeterminato. Molti sono stati gli interventi legislativi messi in campo da questo Governo e dal suo Ministero fino ad oggi: penso al decreto Coesione, che ha introdotto importanti incentivi su donne, giovani e ZES.
Quindi, chiedo al Ministro quali iniziative intenda adottare per consolidare questo positivo dell'occupazione, con particolare attenzione alle aree del Mezzogiorno e tenuto conto anche delle misure introdotte nell'ultima legge di bilancio.
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE,. Grazie, signor Presidente. Voglio ringraziare gli onorevoli interroganti per aver posto questo quesito, che ci consente di fare un di quelle che sono le iniziative del Governo e del Ministero del Lavoro.
Appare opportuno evidenziare che con il decreto legge n. 60 del 2024 sono state introdotte complesse e articolate misure che incentivano l'occupazione, tutte accomunate da una particolare attenzione ai giovani, alle donne e ai lavoratori in condizione di svantaggio. Questi poderosi strumenti consentono di consolidare il già confortante incremento occupazionale, incremento che evidenzia la correttezza delle scelte e delle iniziative di questo Governo, volte a promuovere politiche attive del lavoro e, soprattutto, lavoro di qualità. Con riferimento, per esempio, al ZES, zona economica speciale, destinato ad incentivare l'assunzione dei lavoratori meridionali privi di impiego da 24 mesi e non rientranti nella fascia giovanile della popolazione, comunico che, proprio stamane, ha completato il suo iter di approvazione il relativo decreto attuativo, adottato di concerto con il MEF, e che questo incentivo sarà applicato alle assunzioni effettuate a decorrere dal 1° settembre 2024.
Dopo un iter complesso e una fitta interlocuzione con la Commissione europea, sono prossime all'autorizzazione le misure che promuovono l'autoimprenditorialità e il lavoro autonomo per tutto il territorio nazionale mediante importanti contributi economici e formativi, nonché il applicabile all'assunzione di dipendenti e alla creazione di nuove imprese da parte di giovani che decidano di investire in settori ritenuti strategici per la transizione e digitale.
Mi piace sottolineare che, in questo intervento, non solo promuoviamo la creazione di nuova impresa, ma anche la creazione di studi professionali e di società tra professionisti.
Per quanto riguarda il sostegno all'occupazione giovanile e anche il sostegno all'occupazione femminile, l'attenzione è estesa all'intero territorio nazionale mediante strumenti agevolativi che tengono conto del divario territoriale attualmente esistente. Per queste ragioni è stata approvata, in seno alla legge di bilancio 2025, la nuova Decontribuzione Sud 2.0, che confermerà, in relazione alle assunzioni a tempo indeterminato già in essere al 31 dicembre 2024, le possibilità per i datori di lavoro di beneficiare di agevolazioni in quei territori dove il tessuto socioeconomico è particolarmente fragile. È stato in questo modo assicurato il sostegno dell'occupazione in essere nelle regioni del Sud, confermando Decontribuzione Sud, che va ad integrarsi con le misure previste per donne, giovani e lavoratori svantaggiati. Quindi, nel 2025 avremo a disposizione, da un lato, una misura che sostiene il mantenimento della base occupazionale, come Decontribuzione Sud, e, dall'altro lato, una serie di misure che incentivano le assunzioni di donne e giovani svantaggiati, ma, soprattutto, incentivano lo sviluppo di nuova impresa e nuova attività professionale. Questo per noi va a collegarsi a tutte le altre misure in materia di gestione e implementazione di politiche attive per il lavoro, creando un mercato del lavoro moderno, con strumenti moderni, quale è la nostra piattaforma di inclusione sociale e lavorativa, che diventa una piattaforma tecnologica aperta a tutti gli operatori del mondo del lavoro, alle imprese e ai cittadini, per creare un incrocio tra domanda e offerta di lavoro pubblico che possa, poi, costituire un modello tecnologico avanzato che consenta di portare l'ufficio del lavoro a casa delle persone, a casa dei cittadini, a casa di quei lavoratori e di quelle lavoratrici che si trovano in una condizione di ridotta mobilità e di aver bisogno di un supporto vicino e diretto da parte dello Stato .
PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di replicare.
WALTER RIZZETTO(FDI). La ringrazio, Presidente. Buongiorno, Ministro Calderone. Ministro, i dati che ci riporta non la politica, ma che ci riportano Istat, anche Caritas e chi in questo momento è deputato a fornirceli sono assolutamente inequivocabili rispetto al mercato del lavoro. Questi dati, Ministro, sono frutto di un impegno costante da parte del Ministero del Lavoro, da parte del Governo e da parte del Parlamento, un impegno costante e scelte vantaggiose e coraggiose, soprattutto a favore dei lavoratori.
Ma vede, Ministro, i dati, seppure inconfutabili, lasciano un'aura poco politica, una sfumatura poco politica, perché i dati, Presidente, sono evidentemente asettici. Allora, per mettere un po' di sano pepe rispetto a quanto abbiamo appena ascoltato, io ho brevemente sentito quanto ricordato dai banchi delle opposizioni e vado a citare: “avete lasciato a casa centinaia di migliaia di persone”. No, è sbagliato. Centinaia di migliaia di persone che potevano avere un lavoro oggi hanno un lavoro . Un milione di posti di lavoro in 24 mesi di Governo: è questa, colleghi, la differenza sostanziale. L'occupazione, come ricordava la collega capogruppo Schifone, è al 62,4 per cento e lei ricorderà e sa perfettamente che, anche in seno alla scorsa legge di stabilità, rispetto all'assegno di inclusione, abbiamo aumentato la platea dei beneficiari con risorse aggiuntive, per cui oggi chi prende l'assegno di inclusione prende ben più della media, dei 586 euro che prendeva con il reddito di cittadinanza . Quindi, coloro che non possono lavorare sono evidentemente coperti maggiormente anche sotto un mero profilo monetario.
Dopodiché, anche in questo caso - e concludo, ringraziandola Ministro -, non siamo noi a dire questa cosa, lo dice Caritas in un suo rapporto di qualche mese fa. Caritas ha affermato e scritto che oltre due terzi dei reali poveri di questo Paese sono stati esclusi dalla misura del reddito di cittadinanza ed è esattamente lì che noi vogliamo andare, grazie all'estensione della platea rispetto all'assegno di inclusione.
Quindi, Ministro, grazie, avanti così. Il Parlamento, in questo caso la maggioranza, ma, nello specifico, se posso permettermi, la Commissione lavoro pubblico e privato alla Camera dei deputati è al suo fianco per queste ed altre misure che possono far ritornare l'Italia un Paese produttivo e che danno la possibilità, a coloro che possono lavorare, di avere un lavoro serio e possibilmente duraturo nel tempo .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,30.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 82, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, l'onorevole Federico Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo in merito all'articolo 85, comma 3, del Regolamento, come modificato il 16 ottobre scorso. Siamo in prima applicazione di una modifica regolamentare che prevede quanto segue. La leggo anche a beneficio dei colleghi: “Un deputato per ciascun gruppo può intervenire nella discussione degli articoli per non più di dieci minuti. Il Presidente concede la parola a un deputato per ciascuna delle componenti politiche costituite nel gruppo Misto stabilendo le modalità e i limiti di tempo degli interventi. Il termine è di trenta minuti per i progetti di legge costituzionale e in materia elettorale”. Dov'è l'innovazione?
In passato, questa fase poteva essere sviluppata - anche se di fatto la cosa era andata abbastanza in desuetudine - da ogni singolo parlamentare. Qual è il problema? È evidente che, nel momento in cui interveniamo sulla discussione degli articoli e degli emendamenti, andiamo a essere compressi rispetto al fatto che questo provvedimento - come altri, ma questo in particolare, che, ricordo, è un progetto di legge costituzionale, mi riferisco a quello dello sdoppiamento del CSM - è contingentato. Quindi, che cosa può avvenire in linea teorica? Soprattutto, lo dico anche per i piccoli gruppi. Può avvenire che, teoricamente, un rappresentante del gruppo può intervenire fino a 30 minuti, avendo, come nel caso in specie, per esempio, il gruppo di AVS 38 minuti complessivamente.
Quindi, questa, che è una fase nuova e, a nostro giudizio, utile anche per dare conto del lavoro che è stato fatto in Commissione, confligge in maniera molto chiara con l'elemento del contingentamento.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Mi rifiuto di andare avanti, però, Presidente. Sto parlando del Regolamento, è una questione seria. Credo che un minimo di attenzione la meriti.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po' di silenzio. Grazie.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Qual è il punto e qual è la nostra richiesta? La nostra richiesta, ovviamente, è che ci sia una pronuncia della Giunta per il Regolamento a chiarimento, perché ovviamente gli uffici in questo momento stanno applicando correttamente la norma regolamentare. Questa è una fase, sostanzialmente, del dibattito e la fase del dibattito sta dentro il contingentamento. Gli effetti, però, del combinato disposto di questa norma nuova e del contingentamento provocano ovviamente quello che ho poc'anzi sottolineato, e cioè un restringimento oggettivo dei tempi.
Quindi, noi chiediamo che ci sia un chiarimento. Detto in altri termini, che la Giunta per il Regolamento si esprima per chiarire se questa fase, come nei fatti è, nella prassi, la dichiarazione di voto, stia fuori dal contingentamento. In attesa di un pronunciamento, in via... No, mi rifiuto.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Il richiamo al Regolamento è una cosa particolarmente precisa.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). La richiesta, la ribadisco, è questa: primo, che ci sia una pronuncia della Giunta per il Regolamento per comprendere se quanto disposto dall'articolo 85, comma 3, rientri o meno nel contingentamento; in subordine e nell'immediato, perché noi potremmo applicare questo articolo immediatamente iniziata la fase emendativa relativa al provvedimento sulla separazione delle carriere, chiediamo che ci possa essere, da parte della Presidenza, una deroga alla norma del contingentamento, e, quindi, sia data la possibilità per un deputato per ciascun gruppo di poter intervenire per non più di dieci minuti o il tempo che il Presidente riterrà più corretto, tenuto conto che qui siamo dentro un progetto di legge costituzionale, non considerando questo tempo utilizzato nel contingentamento.
Questa ovviamente è una proposta, è una richiesta che noi facciamo, perché ci sembra più coerente con lo spirito nuovo dell'articolo 85, comma 3, e soprattutto perché, lo ricordo, quando ci arriveremo, stiamo parlando di un progetto di legge costituzionale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento, per un richiamo al Regolamento, la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Ho chiesto la parola perché anche il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra intende associarsi alla richiesta del collega Fornaro. Quando, nella Giunta per il Regolamento, abbiamo esaminato le proposte di modifica, il nostro gruppo, come altri costituiti da pochi deputati, aveva delle enormi perplessità rispetto al restringimento dei tempi del dibattito in Aula. Insomma, siamo stati contenti che i colleghi Fornaro e Iezzi abbiano accolto alcune nostre proposte emendative, in particolare che riguardano i disegni di legge costituzionale e ad altre fattispecie.
Tuttavia, in questo caso, ci troviamo in questa situazione per cui ci sono problematiche legate all'entrata in vigore delle modifiche al Regolamento dal 1° gennaio e al contingentamento. Quindi, anche noi ci associamo alla richiesta di rinviare a un parere della Giunta o, quantomeno, che il Presidente Fontana dia delle indicazioni rispetto al contingentamento, perché, diversamente, il nostro gruppo, come gli altri composti da un numero ristretto di deputati, sarebbe penalizzato durante il dibattito di un'importante modifica a un disegno di legge come quello che andremo a vedere sulla separazione delle carriere .
PRESIDENTE. In ordine ai due interventi, con riferimento alla questione sollevata relativa all'imputazione nel contingentamento dei tempi utilizzati per la fase della discussione sul complesso degli articoli ed emendamenti riferiti alla proposta di legge costituzionale sulla separazione delle carriere, anche in ragione dell'intervenuta riforma dell'articolo 85 del Regolamento, che ha accorpato in un'unica fase la discussione di tutti gli articoli e dei relativi emendamenti, faccio presente che le norme regolamentari contenute nell'articolo 24, comma 7 e seguenti, sono univoche nel senso che il contingentamento, ove disposto, comprende tutte le fasi di esame di un provvedimento.
Nel caso di specie, trattandosi di un disegno di legge costituzionale, il relativo contingentamento, ai sensi dell'articolo 24, comma 12, è stato disposto dalla Presidenza non nel primo calendario in cui è risultato iscritto l'esame degli articoli (ossia a dicembre scorso, per intenderci), ma solo a partire dal secondo calendario, ossia quello di gennaio corrente, essendosi realizzati a tal fine i presupposti, chiariti nella riunione della Giunta per il Regolamento del 25 marzo 2003, che impongono alla Presidenza l'obbligo di contingentare per il solo fatto che l'esame di un progetto di legge non si sia concluso nell'ambito del primo calendario.
Dunque, una volta disposto il contingentamento, esso, come stabilisce il Regolamento, comprende tutte le fasi di esame di un provvedimento fino al suo voto finale, sicché non è possibile - allo stato delle norme regolamentari - escluderne alcune. Altro conto è chiedere che, nell'attribuzione dei tempi del contingentamento, la Presidenza tenga conto della particolare rilevanza di un provvedimento, nel caso di specie di rango costituzionale.
Poiché la questione ora sollevata in Aula è stata correttamente anticipata per le vie brevi alla Presidenza della Camera, questa, valutate le circostanze, ha ritenuto, senza derogare ai principi generali in tema di contingentamento, ma facendosi carico della rilevanza del provvedimento in discussione e del fatto che ci troviamo in sede di prima applicazione della riforma dell'articolo 85 del Regolamento, di concedere fin da ora nel contingentamento dieci minuti aggiuntivi a ciascun gruppo e cinque minuti alle componenti politiche del gruppo Misto, al fine di consentire gli interventi sul complesso degli articoli e degli emendamenti, così da garantire una estensione del dibattito comunque compatibile con l'esigenza regolamentare, alla base del contingentamento, di certezza nei suoi tempi di conclusione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2031: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e lo Stato di Libia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, fatta a Roma il 10 giugno 2009, con Scambio di Note emendativo fatto a Roma il 7 e il 22 agosto 2014.
Ricordo che, nella seduta del 7 gennaio, si è conclusa la discussione generale e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
La Commissione V (Bilancio) ha espresso il prescritto parere , che è in distribuzione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo 2, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 3, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 4, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GIORGIO SILLI,. Parere favorevole, previa espunzione delle premesse.
PRESIDENTE. Onorevole Amendola, accetta?
VINCENZO AMENDOLA(PD-IDP). No, chiedo di metterlo al voto così com'è, perché c'è una ragione, anche molto semplice, che dico adesso, anche in dichiarazione di voto.
Caro Sottosegretario, in quest'ordine del giorno noi facciamo un atto nel benessere e direi nell'interesse nazionale, perché stiamo ratificando un Accordo fatto nel 2009 e rinnovato nel 2014 con la Libia ed è evidente che c'è un interesse nazionale soprattutto per le nostre aziende, perché l'oggetto di questo Trattato serve soprattutto a far sì che i nostri concittadini non abbiano ricadute.
Però, c'è un problemino, che non è proprio di tecnica commerciale, ma è di politica estera e di politica del nostro Governo. In quest'ordine del giorno noi stiamo dicendo - e le premesse credo siano le più didascaliche e cronologiche possibile - che dal 2014 ad oggi in quel Paese, che a noi è molto vicino per le vicende non solo della storia, ma anche della cronaca, è successo qualcosa. C'è stata una guerra civile dopo gli accordi del 2015, c'è stata una guerra civile durissima nel 2019, e, ad oggi, tutto il processo politico delle Nazioni Unite, fino alla convocazione delle elezioni del 2021, non ha portato a niente, tanto che abbiamo un Governo di unità nazionale a Tripoli e un Governo con sede a Bengasi.
Il processo di stabilizzazione politica, che ha un'influenza drammatica su tante vicende, incluse quelle che sono tutti i giorni sotto i nostri occhi, la condizione dei migranti africani e come vengono trattati in quel Paese, sono vicende che dovrebbero interessarci.
Allora, l'obiettivo di quell'ordine del giorno è dire: noi per l'interesse dei nostri cittadini ratifichiamo questo Accordo, ma chiediamo al Governo, a tutti i parlamentari e al Parlamento italiano di spiegarci qual è l'azione diplomatica italiana ed europea in Libia. Questo perché se sappiamo che ci sono due Governi, se sappiamo che c'è una presenza militare di Stati come la Turchia o addirittura la Russia, che si sta riorganizzando dopo la Siria, in Libia, noi vorremmo capire. Possiamo ratificare quello che volete, ma se ha un effetto - ed ha un effetto - sulla stabilizzazione del Paese.
Se leggete le premesse di quest'ordine del giorno sono proprio per dire: caro Governo, dato che dal 2014 ad oggi è successo qualcosa, possiamo ratificare quello che volete, ma, se non abbiamo una linea di politica estera, di diplomazia e di stabilizzazione del Paese, stiamo facendo qualcosa che non funziona. Quindi, non capisco e onestamente chiedo, magari, al Sottosegretario di accantonare e di rileggere bene le premesse, perché non c'è niente di stravolgente in quella che è la realtà.
Il punto, Presidente, - vado a concludere - è che possiamo ratificarlo, come l'ha fatto il Senato, possiamo discutere se questo Trattato fatto nel 2009 e rinnovato nel 2014 oggi, nel 2024, abbia efficacia, ma almeno chiediamo al Governo di farci capire sulla Libia come ci stiamo muovendo, con chi realizzeremo questo Trattato, quali sono gli organi istituzionali e politici che dovranno far fronte a questa realtà, perché la vita politica di quel Paese ci interessa, e credo che non sia un interesse dell'opposizione, ma un interesse dell'intero Paese .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2031/1 Amendola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prima di andare oltre, desidero informare l'Assemblea che l'anno nuovo inizia con una bella notizia: il nostro collega, Antonio Ferrara, è diventato papà del piccolo Luca. Esprimiamo alla mamma e al papà i più sinceri auguri .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Ci sono aspetti, quali quelli relativi ai diritti umani, che non trovano spazio in questo provvedimento. Si sa bene che in Libia ci sono esseri umani che vengono messi in carcere per il semplice fatto che hanno il colore della pelle nera; ci sono donne che vengono violentate per il semplice fatto che sono donne; ci sono persone che vengono messe all'interno dei per il semplice fatto che sono in cerca di un futuro migliore. Bene sottoscrivere un accordo, ma quando questi accordi tengono insieme il lato dei diritti umani il tema della tutela dei diritti delle donne diventa un elemento importante perché al centro ci devono essere sempre i diritti delle persone, la tutela dei diritti umani.
Di tutto ciò non vi è traccia in questo accordo e, pur dando un voto favorevole, penso e ritengo che il nostro Governo non possa fare a meno di mettere al centro di ogni iniziativa la tutela dei diritti umani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Annunciando il voto favorevole di Italia Viva, mi consenta di esprimere qualche breve osservazione. Com'è già stato detto in quest'Aula, la Libia è un Paese che, da oltre tre anni, rinvia regolari elezioni nazionali. Quindi, in questa sede, dove ribadisco il nostro voto favorevole, avremmo chiesto un'attenzione particolare e nuova da parte del Governo, perché questo è un accordo che è stato ratificato il 10 giugno del 2009, modificato nel 2014; da allora, la situazione in Libia è mutata non in meglio ovviamente, perché in questo momento è difficile comprendere chi possa essere un interlocutore in quel Paese.
Quindi, da un lato, abbiamo la necessità di tutelare gli interessi dei cittadini che operano anche in questo Paese, cittadini italiani, imprese italiane che operano in questo Paese, ma, dall'altro, stiamo andando a ratificare un testo che non è aggiornato con lo stato dell'arte, ma nemmeno con le prospettive. Peraltro, questo è un accordo che non contiene alcuna condizionalità, alcuna clausola di condizionalità.
Quindi, è abbastanza anomalo o meglio credo sia un po' la caratteristica di questo Governo, che tace, che non risponde. Non abbiamo avuto una risposta rispetto a quanto è avvenuto pochi minuti fa. Io condivido moltissimo le osservazioni che ha fatto il collega Amendola, presentando un ordine del giorno dove semplicemente si chiedeva di relazionare alle Camere rispetto agli accordi diplomatici e allo stato delle relazioni che il nostro Paese sta provando a costruire rispetto a un Paese che non ha, in questo momento, interlocutori eletti attraverso regolari elezioni nazionali.
Quindi, questa reticenza nel relazionare alle Camere è, forse, segno anche del nostro tempo e chiediamo davvero che, invece, il Governo ci ripensi, perché il nostro voto c'è ed è favorevole, ma dovrebbe esserci una reciprocità non soltanto nella ratifica degli accordi, ma anche nel rapporto tra opposizione e maggioranza, in una trasparenza che ci deve essere anche in questo Parlamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Non so se ha visto il video denunciato dall'organizzazione in Libia, un nuovo drammatico sequestro di migranti nella città libica di Kufra, dove decine di persone sono state rapite dai trafficanti e sottoposte a torture per estorcere un riscatto. Tra le vittime - non so se avete letto i giornali - c'è Naima Jamal, una giovane etiope di vent'anni, rapita a maggio, poco dopo il suo arrivo in Libia, e da allora la sua famiglia è stata tormentata con richieste di denaro sempre più alte, telefonate cariche di terrore.
L'ultima richiesta dei sequestratori ammontava a 6.000 dollari. Ecco, i trafficanti hanno inviato alla famiglia di Naima un video in cui la giovane viene torturata. Le immagini ricevute ovviamente con orrore, con sgomento, testimoniano la brutalità della rete della tratta in Libia.
A denunciare tutto questo ci sono attivisti che sono sopravvissuti alla tratta, che in un duro messaggio a tutti noi ci dicono: “Questa è la realtà della Libia di oggi. Chiamarla caotica o senza legge sarebbe un eufemismo. È una macchina costruita per ridurre i corpi neri in polvere. I trafficanti calcolano il valore di un uomo dalla forza delle sue braccia, di una donna dalla curva della sua schiena, di un bambino dal numero degli anni che potrà ancora servire”.
Ecco, Presidente, il caso di Naima è solo uno dei tanti. La Libia è diventata un cimitero per i migranti africani, un luogo in cui la disumanizzazione delle persone nere non è né nascosta, né condannata e i trafficanti operano alla luce del sole, protetti dall'impunità e dall'indifferenza della comunità internazionale.
Ora, vorrei fare un passettino in più rispetto a quanto detto prima dal collega. Esattamente, con chi stiamo ratificando questo accordo internazionale? Lo chiedo perché, nonostante l'unanimità spesso riscontrata di queste votazioni, è utile non solo evidenziare le riserve sull'opportunità di procedere alla ratifica, ma anche chiederci quanto valore abbia un accordo sottoscritto con un Paese come la Libia che oggi attraversa, per eufemismo, una profonda crisi politica e istituzionale, con un Governo di fatto, riconosciuto a livello internazionale, che esercita la sua sovranità solo sulla Tripolitania, e un'altra autorità di fatto che controlla la Cirenaica. Ecco, oggi la Libia è un Paese sostanzialmente spaccato, con un Governo appunto insediato a Tripoli e con il generale Haftar che controlla la Cirenaica e quindi non è chiaro a quale istituzione sarà demandata l'attuazione, da parte libica, di questo accordo.
Ecco, noi crediamo che non sia il caso - e come sapete interveniamo poco su queste ratifiche - di esprimere un voto favorevole. L'intesa che di fatto abbiamo in esame è stata firmata in una fase in cui la comunità internazionale era impegnata nello sforzo di consolidare il Governo di Al-Sarraj.
Considerando che da allora il percorso è sostanzialmente naufragato, sarebbe stato più opportuno valutare il rinvio di questa ratifica in esame e fare a tutti noi una grande domanda: se siamo convinti - lo dico alle opposizioni - che la Libia in questo momento non esista, non sia un'entità unica, chiedo a tutti voi esattamente cosa stiamo per fare? Per questo la nostra astensione è una domanda a tutti noi, anche sul valore delle parole, su quello che sta succedendo oggi in Libia, che è un territorio non solo di guerra, ma di oppressione di tante e tanti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ci apprestiamo a votare un disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione fra l'Italia e la Libia, per evitare - lo voglio ricordare perché è bene ricordarci di cosa tratta questo Accordo - le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e prevenire le evasioni fiscali. Ora, chiaramente con i vari Paesi del mondo si intrattengono relazioni che sono sfaccettate, sono multidimensionali; che variano nel tempo, sono complesse e vanno interpretate sempre dentro una cornice chiara, geografica e temporale.
Questo Accordo, che è stato già votato al Senato all'unanimità, venne esaminato già nel corso della scorsa legislatura dall'allora Commissione affari esteri e non vide la luce semplicemente perché la legislatura terminò in modo anticipato. È una Convenzione antica, è stato ricordato, perché è stata sottoscritta nel 2009, un tempo diverso, perché il 2009 era esattamente due anni prima che l'ondata di rivolte della cosiddetta “primavera araba” determinasse la caduta del regime del colonnello Gheddafi, come riporta il del provvedimento, ed è stata poi aggiornata, attraverso quello che viene chiamato uno “Scambio di Note”, nell'agosto 2014, semplicemente per una mera modifica sul nome del Paese, che oggi si chiama “Stato di Libia”.
Che cosa costituisce questo provvedimento? Costituisce una nuova base giuridica per le relazioni economiche che l'Italia ha con la Libia. Già avendole e non avendole mai interrotte neanche nei passati Governi, è bene che queste relazioni economiche possano svolgersi con i principi migliori, ad esempio quelli che prevedono alcuni modelli dell'OCSE, dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, modello di convenzione fiscale che appunto è stato utilizzato per il provvedimento in esame. Costituirà una nuova base giuridica per le relazioni economiche, e, in questo senso, costituisce una risposta normativa alle scelte operate verso la Libia da parte di alcuni segmenti del mondo imprenditoriale italiano, che pure sono lì, che ci sono sempre stati e che vanno messi nelle condizioni, evidentemente, per lavorare al meglio e per fare in modo che le relazioni economiche possano essere sempre più un , un fattore di sviluppo e di progresso, non solo della relazione bilaterale Italia-Libia, ma, evidentemente, anche delle condizioni molto difficili di questo Paese, lì dove l'Italia volesse dare un supporto in questi termini.
E, ovviamente, ci sono anche investimenti libici in Italia, in un'ottica di rapporto paritario con i Paesi del mondo, come immagino tutti siamo d'accordo che debba accadere. Questo Accordo riguarda anche un miglioramento della cooperazione amministrativa. Ecco perché ha definito una base giuridica che garantisce lo scambio di informazioni in materia fiscale, conformemente - questo è molto importante - all'obiettivo prioritario della lotta all'evasione; immagino siamo tutti d'accordo a combattere l'evasione, nonché agli standard dell'OCSE, prevedendo in particolare - anche questo molto importante - il superamento del segreto bancario. Cosa volevo dire, avendo in qualche modo provato a illustrare, dal nostro punto di vista, questo provvedimento?
Questo provvedimento non diminuisce le criticità della Libia, così come non diminuisce le difficoltà ad intrattenere rapporti bilaterali con questo Paese. Rappresenta però evidentemente - quantomeno dal nostro punto di vista e anche dal punto di vista del Senato all'unanimità, che già si è pronunciato su questo provvedimento - un passo in avanti, un miglioramento di condizioni se vogliamo tecniche, di natura fiscale, e che però sono importanti perché - ripeto - migliori relazioni economiche nell'alveo della legalità, della trasparenza, della lotta all'evasione fiscale necessariamente rappresentano un miglioramento, quanto grande o quanto piccolo lo vedremo.
Sicuramente il fatto di poter coinvolgere di più il Parlamento è sempre una proposta buona, una proposta da accettare, una proposta da supportare, ed è quello che abbiamo fatto. Ma, se posso permettermi di delineare il tipo di approccio che abbiamo scelto per questo tipo di provvedimenti, è quello di leggerli, valutarli nel merito, provare a stare dentro i confini di quello che dicono, e, in questo senso, speriamo di fare il bene del Paese
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Intervengo solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati e chiedo l'autorizzazione a depositare il mio intervento.
PRESIDENTE. Certamente, grazie, onorevole Bicchielli. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Anche noi chiediamo di poter depositare la dichiarazione di voto, annunciando il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Grazie, deputata Marrocco. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Coin. Ne ha facoltà.
DIMITRI COIN(LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare anch'io il voto favorevole del gruppo Lega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.
VINCENZO AMENDOLA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io prenderò dei minuti, perché, come sempre quando ci sono le ratifiche, sembrano degli automatismi: sono accordi, si ratificano, sono elementi anche di condivisione, di corresponsabilità e di amicizia tra Paesi che costruiscono qualcosa insieme. Quindi questa Camera, giustamente, molte volte si fida della Commissione esteri e del presidente Tremonti, e dice “se la Commissione ha approvato avrà verificato tutti gli elementi al riguardo”. È evidente che un partito, il nostro partito, figurarsi se è suscettibile o critico sulle ratifiche, soprattutto quelle che datano anche periodi in cui eravamo al Governo.
Però qui è successo qualcosa di un po' particolare, e su questo vorrei chiedere l'attenzione non dei colleghi, ma del Sottosegretario, perché noi già al Governo avevamo posto in Commissione questo quesito: noi abbiamo una ratifica con un Paese a cui siamo legati da una storia, da un presente e da tante difficoltà. Non abbiamo lontananza a dire che è un elemento di condivisione e di corresponsabilità, però vorremmo capire come funziona un regime, anche dal punto di vista fiscale, della condivisione con uno Stato che sta attraversando un periodo un po' complicato.
Non è arrivata una risposta. Abbiamo iniziato a votare adesso, abbiamo votato gli articoli, abbiamo presentato un ordine del giorno che il Governo ha negato. Per questi motivi, caro Presidente, le premesse che sono state respinte dal Governo recitano: il provvedimento in esame reca la ratifica ed esecuzione, la Convenzione in via di ratifica sottoscritta nel 2009, l'intesa bilaterale, cioè è un elemento puramente descrittivo di quello che è all'ordine del giorno. Allora, l'interesse nazionale e la condivisione, che è una pagina bella come stiamo celebrando oggi, dice che l'opposizione sulla politica estera è disponibile sempre a guardare l'interesse generale, a guardare quello che è il nostro posizionamento e anche a votare delle ratifiche del 2009-2014, in un mondo ed in un Paese completamente cambiato.
Però noi chiediamo un ordine del giorno al Governo in cui si dice: scusa, caro Governo, dato che dal 2014 è successo di tutto in Libia - guerra civile, costruzione di 2 Governi, eliminazione delle elezioni, sono saltati gli inviati speciali delle Nazioni Unite - possiamo sapere come funziona? Perché anche un nostro cittadino, che ha il diritto di essere tutelato quando va a fare economia o commercio in Libia, deve sapere pure a chi si deve affidare per la coercizione, nel caso le doppie imposizioni non vengano rispettate. A una milizia di Tripoli? A una milizia di Bengasi? Questo è il punto politico, non tecnico, non a caso abbiamo votato gli articoli.
Politico è dire: caro Governo, noi stiamo lavorando con la Libia e sappiamo le difficoltà e le drammatiche condizioni, a partire da quelle che sono relative all'immigrazione. Possiamo sapere quali sono i passi? L'opposizione sostiene il Governo se c'è un'iniziativa di cui questo sappia la finalità, gli interlocutori e anche la realtà. Non vorrei essere catastrofista, figurarsi, bisogna, in questo mondo confuso, dotarsi di molto ottimismo della volontà, però è evidente che, se uno va in Libia e cerca di capire e di comprendere la stabilizzazione a che punto sta, deve parlare con un Parlamento a Bengasi e deve parlare con un Governo provvisorio che dal 2021 è stato contestato come Governo non in esecuzione.
È criticare qualcosa? No, è parlare di politica estera e di interesse generale e, soprattutto, anche di combinare l'intelligenza di quello che leggiamo, cioè una ratifica, con la realtà di quello che viviamo. Qui non c'è scritto da nessuna parte che quello che abbiamo sottoscritto nel 2009-2014 non è che non sia rivedibile, perché nell'interesse dei nostri cittadini è fondamentale, ma è rivedibile l'attore politico con cui noi stiamo discutendo; abbiamo chiesto solo questo e il Governo ci ha bocciato l'ordine del giorno. Allora, per serietà, perché siamo persone serie e la politica estera per noi non è un dettaglio, non è un automatismo o un tecnicismo: abbiamo votato gli articoli, ma dato che il Governo ci nega la possibilità di discutere della Libia, di discutere e di risponderci soprattutto sui quesiti posti in Commissione e posti anche in Aula, noi non possiamo non astenerci come segnale politico.
Lo dico anche per una questione di correttezza, caro Sottosegretario , noi non facciamo opposizione così, per menare il can per l'aia, ma stiamo facendo un ragionamento che riguarda l'interesse del nostro Paese che è avere una politica estera verso la Libia di stabilizzazione.
Dal 2014 è successo di tutto: abbiamo le truppe turche in Libia; abbiamo le basi russe che si spostano dalla Siria verso Bengasi; abbiamo, attorno alla Libia, Paesi che sono saltati in aria con colpi di Stato e che stanno riversando sulla Libia gravi problemi.
E noi di fronte a questo diciamo: vabbè, ma questa è una ratifica del 2009, ma che ci frega, tiriamola avanti e ratifichiamola. No, non abbiamo problemi a difendere i nostri interessi, ma possiamo discutere una volta per tutte di politica estera in questo Parlamento? Possiamo utilizzare anche una ratifica per capire che cosa succede in quel Paese oppure dobbiamo sempre assistere, come sempre è avvenuto nelle ultime settimane, a decisioni del Governo che arrivano dopo?
Oggi abbiamo una pagina spettacolare in questo Paese: opposizione e Governo compatti ed uniti per salvare una nostra cittadina; questo è il senso della politica estera, mossa da valori, mossa dalla Costituzione e mossa da un interesse collettivo. Ma se noi poniamo un problema, come abbiamo fatto in Commissione esteri e come facciamo qui, non è per fare opposizione strumentale ma per dire che l'Italia, nel Mediterraneo, come nel mondo, ha bisogno di avere una visione, una strategia e anche un modo di interpretare; e di fronte a un quesito semplicissimo e a premesse che potevano essere sottoscritte credo da tutti quanti, il Governo dice no. Perché? Non si sa. Perché sono maggioranza e noi siamo l'opposizione.
Allora io credo che la politica estera debba essere libera da questo tipo di , perché nessuno di noi è troppo risoluto per pensare che quello che decidiamo o facciamo abbia un senso. Se siamo uniti, nell'interesse dei nostri valori costituzionali, possiamo aiutare un popolo, come quello libico, nella stabilizzazione, perché, se non c'è stabilizzazione politica, non ci sarà mai la risoluzione della violazione dei diritti umani dei migranti, non ci sarà mai la risoluzione di un problema come quello dei traffici dall'Africa all'Europa e non ci sarà mai il diritto del Paese e del popolo libico di avere uno Stato unitario e democratico, dopo tanti problemi.
Caro Sottosegretario, non me l'aspettavo, glielo dico francamente nel rispetto che ci deve legare. Non me l'aspettavo. Un ordine del giorno facilitava anche un lavoro che si può fare tra la democrazia e la diplomazia parlamentare e il Governo. Avete detto che in Libia va tutto bene, che le premesse non ci sono, ratifichiamo e poi aspetteremo qualche altro evento. Io non credo sia così, soprattutto in Medio Oriente e nel Mediterraneo dove c'è bisogno di unità, di intelligenza e di visione.
Avete aperto l'ambasciata in Siria un mese prima che le truppe entrassero a Damasco, avete fatto delle cose senza passare dal Parlamento e, invece, quando si passa dal Parlamento e dalle forze anche di opposizione, come avviene nella pagina che abbiamo vissuto oggi, si migliora tutti e si migliorano anche l'interesse collettivo, i nostri valori e il nostro modo di fare.
Per un motivo politico e non per un motivo tecnico, perché abbiamo votato gli articoli, dinanzi alla chiusura del Governo, non possiamo che non astenerci su questa ratifica, pensando che il futuro della Libia si debba costruire passo dopo passo, tutti insieme; questo Parlamento dal 2014 ha visto pagine meravigliose e pagine dolorosissime della storia libica; quindi credo abbiano il diritto di avere il Governo in Commissione, in Parlamento a riferire su quello che succede, non perché c'è una ratifica del 2009, ma proprio grazie a una ratifica al 2009, per avere una visione che unisca questo nostro Paese
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maullu. Ne ha facoltà.
STEFANO GIOVANNI MAULLU(FDI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole al provvedimento da parte del gruppo di Fratelli d'Italia e la consegna dell'intervento.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Maullu.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2031: S. 1128 - “Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e lo Stato di Libia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, fatta a Roma il 10 giugno 2009, con Scambio di Note emendativo fatto a Roma il 7 e il 22 agosto 2014” .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1916-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 6 febbraio 2024.
Ricordo che nella seduta del 7 gennaio si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere , che è in distribuzione.
In particolare, tale parere reca una condizione riferita all'articolo 3 del provvedimento, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che è in distribuzione e che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 2, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco quindi la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 4, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà, per un minuto.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Presidente, inizio col dire che il mio è un voto favorevole a questo provvedimento, perché consentire alle cittadine e ai cittadini albanesi che lavorano nel nostro Paese di avere garanzie e certezze sulle loro pensioni è una cosa giusta; così come, del resto, consentire alla cittadina Aicha, che è del Senegal, di avere certezza sulla propria pensione sarebbe altrettanto una cosa giusta; così come, del resto, consentire a Mohamed, che è del Marocco, o ad Issa, che è dell'Egitto, di avere certezze sulle proprie pensioni sarebbe altrettanto una cosa giusta; così come consentire ad Amani, che è della Costa d'Avorio, o a Shahid, che è del Pakistan, di avere certezze sulle proprie pensioni sarebbe una cosa altrettanto giusta. È una questione di equità, è una questione di giustizia. Sia Ada, che è albanese, che Aicha, che è del Senegal, lavorano nel nostro Paese: dare loro questa possibilità sarebbe una cosa giusta. Eppure, ahimè, questa possibilità oggi non viene data ad Aicha, che è del Senegal.
Allora mi chiedo - concludendo, Presidente, il mio intervento - perché ad Ada, che è dell'Albania, sì e ad Aicha, che è del Senegal, no? Perché agli altri Paesi africani no e agli albanesi sì? Ovviamente, sostenere la ratifica di questo Accordo per una questione di equità, però dando questa possibilità a tutti, vorrebbe dire affermare un principio molto chiaro, che è sancito all'articolo 3 della nostra Carta costituzionale: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli (…) che (…) impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, anche sul piano dell'equità, sul piano delle pensioni. Per questo motivo, dichiaro il voto favorevole, invitando il Governo ad intraprendere iniziative con altri Stati per sanare questa ingiustizia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. La comunità albanese è molto presente nel nostro Paese. Allo stesso modo, gli interessi delle aziende italiane in Albania sono cresciuti nel corso del tempo. Quindi è importante che il nostro Parlamento approvi favorevolmente questo Accordo con l'Albania, che riguarda temi molto importanti: prestazioni pensionistiche, indennità di disoccupazione, malattia, maternità, assicurazioni volontarie e obbligatorie. Quindi, con queste brevi considerazioni, annuncio il voto favorevole del gruppo di Italia Viva
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Mi faccia dire che, in quest'anno, sull'Albania abbiamo visto una veemente e poderosa campagna di comunicazione, oltre che di relazioni istituzionali. Abbiamo visto la - non so se vi ricordate, una delle ammiraglie della nostra Marina - arrivare lì e fare più di un migliaio di chilometri per portare a destinazione i primi deportati. Perché dico questo? Perché, come hanno fatto alcuni colleghi anche prima, si potrebbe parlare solo del senso di questa ratifica, e noi, per carità, voteremo a favore, perché qua uno Stato c'è e, secondo i dati contenuti nella relazione illustrativa, al 1° gennaio dello scorso anno, i cittadini albanesi residenti in Italia erano 416.000, mentre i nostri connazionali residenti in Albania erano più di 2.600. Ed è chiaro nella relazione illustrativa che il Governo precisa che questo Accordo si inserisce in un contesto certamente caratterizzato da eccellenti relazioni politiche, economiche e commerciali bilaterali, favorite ovviamente dalla prossimità geografica, dalla posizione strategica di vicinato del mercato dell'Unione europea, dalla forte integrazione economica, dalla prospettiva, fortemente sostenuta dall'Italia, anche dell'adesione dell'Albania all'Unione europea.
Però, fateci dire che l'attività di rinnovo e di stipula di convenzioni bilaterali di sicurezza sociale è senz'altro un'esigenza delle comunità italiane all'estero, soprattutto a fronte di intese bilaterali, che o non sono mai state ratificate dall'Italia oppure necessitano di un adeguato aggiornamento. Tuttavia, sommessamente, possiamo sottolineare che l'urgenza con la quale il provvedimento in titolo è sottoposto all'esame del Parlamento non sembra motivata tanto dall'esigenza di tutelare i legittimi interessi dei lavoratori e delle lavoratrici italiane quanto da considerazioni politiche contingenti? Infatti - lo dico così -, non sembra che il Governo operi con la stessa solerzia e tempestività anche nei negoziati per il rinnovo o la stipula delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con altri Paesi.
Concludendo, vorrei dire che ci sono alcuni provvedimenti, come, per esempio, quello con la Moldova, con riferimento al quale sono passati più di tre anni o quello con il Giappone, con riferimento al quale ne sono passati più di sei, ma anche il Governo della Nuova Zelanda ci ricorda che sono stati firmati accordi il 22 giugno 1998, presentati al Senato da tempo e l'iter non è ancora iniziato. Fate le dovute considerazioni, tenuto conto del nostro parere contrarissimo all'operazione mediatica, allo sperpero di denaro pubblico, alla figuraccia internazionale che abbiamo appena fatto bilateralmente con l'Albania. Voteremo a favore, ricordando a tutti, però, di non utilizzare strumentalmente questi accordi per altri fini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Un altro Accordo, parliamo adesso di quello tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, questa volta in materia di sicurezza sociale. Dichiaro, innanzitutto, il voto favorevole del gruppo di Azione, perché questo è un Accordo molto importante. Questo è un Accordo che è stato fortemente voluto e su cui tantissimi hanno lavorato: diversi Governi italiani, diversi Governi albanesi, l'ambasciata italiana a Tirana, che voglio ringraziare, perché è stato un ente, un soggetto assolutamente importante perché si potesse giungere alla ratifica di un Accordo che ha un costo non indifferente e che, nonostante questo, è un Accordo giusto, anzi è un Accordo che arriva in ritardo.
Entrerà, infatti, in vigore il primo giorno del secondo mese successivo a quello dell'approvazione. Questo vuol dire che i primi mesi del 2025 non saranno coperti da queste nuove condizioni, che sono condizioni - dicevo prima - giuste, perché riguardano diritti importanti, diritti previdenziali, ma non solo: diritti di assicurazione, legati a condizioni di invalidità, vecchiaia, maternità.
Cosa vuol dire questo? Un lavoratore albanese, che dovesse lavorare alcuni anni in Italia o che ha già lavorato alcuni anni in Italia, non perderà i contributi versati in previsione della propria situazione previdenziale. Non solo, ma, appunto, in caso di invalidità o di maternità, si vedrà riconosciuti dei diritti, che sono diritti di base per i lavoratori.
Questo Accordo è importante perché non solo avrà delle ricadute sul riconoscimento di diritti fondamentali sui singoli lavoratori albanesi in Italia, lavoratori italiani in Albania, ma anche perché rafforzerà davvero nei fatti, ripeto, con un sacrificio da parte dell'Italia, che l'Italia deve fare e che, anzi, l'Italia è in ritardo nel fare. Dicevo prima che a questo Accordo hanno lavorato in tanti, non da ultimo le comunità albanesi in Italia, che con pazienza, con tenacia e sempre con grande rispetto hanno ricordato, tutte le volte che fosse possibile, quanto fossero rilevanti tali accordi tra l'Italia e i Paesi dirimpettai, Paesi importanti per noi, perché moltissime imprese italiane - prima è stato detto - sono in Albania e moltissimi lavoratori albanesi sono in Italia.
Se l'Italia vuole essere seria e credibile nel dire che l'Albania deve avere un ruolo importante in Europa, nel dire che l'Albania è un fondamentale nella regione euro-adriatica, questo è un passo assolutamente necessario. Appunto per questo, come dicevo, annuncio il voto favorevole del gruppo di Azione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Questo Accordo è volto a coordinare la legislazione sulla ricerca sociale dei due Paesi per migliorare le condizioni dei lavoratori e delle loro famiglie nella mobilità tra Italia e Albania, e a regolare, soprattutto, le prestazioni pensionistiche per vecchiaia e invalidità e l'indennità di disoccupazione, malattia e maternità di coloro che esercitano o hanno esercitato un'attività subordinata o autonoma nei due Stati.
Con l'auspicio che anche il Senato possa concludere rapidamente l'iter di ratifica per rendere operativo questo Accordo, preannuncio il voto favorevole di Forza Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. L'Accordo che ci apprestiamo a votare riguarda la sicurezza sociale bilaterale tra Italia e Albania attraverso un'intesa per rafforzare le tutele per tutte le lavoratrici e i lavoratori italiani e albanesi. A distanza di circa un anno dalla sua sottoscrizione, oggi arriva a un primo traguardo, che è quello della prima approvazione alla Camera dei deputati. Siamo tutti contenti di farlo. Prevedo un voto favorevole all'unanimità e personalmente sono doppiamente soddisfatto, in qualità di presidente della sezione bilaterale Italia-Albania.
Oggi compiamo un passo significativo nella tutela dei diritti dei lavoratori italiani e albanesi, in quanto garantiamo loro una maggiore sicurezza sociale e una prospettiva previdenziale più solida. L'obiettivo che ci eravamo posti era quello di arrivare entro la fine dell'anno alla sua ratifica definitiva e alla concreta operatività; lo facciamo oggi, ma poco importa, Presidente. Lo scopo che raggiungiamo è quello di regolare le prestazioni pensionistiche, assistenziali e previdenziali, come l'indennità di disoccupazione, come la malattia, la maternità, per coloro che esercitano o hanno esercitato un'attività subordinata o autonoma nei due Stati.
Siamo dinanzi un traguardo significativo, in quanto mira a coordinare le legislazioni di sicurezza sociale dei due Paesi, per migliorare la condizione dei lavoratori e dei componenti delle loro famiglie che si spostano in entrambi i Paesi. Teniamo presente che negli ultimi decenni questi flussi si sono intensificati: in Italia è presente una comunità di circa 400.000 albanesi, mentre diverse migliaia di italiani si sono trasferiti in Albania. Gli italiani iscritti all'AIRE nel 2022 risultano circa 2.200, ma i dati forniti dall'ambasciatore Bucci stimano in oltre 20.000 le presenze a vario titolo degli italiani sul suolo albanese.
Per meglio comprendere la portata di questo risultato, la Camera nel suo ha stimato un bacino di prestazioni potenziali di richieste di supporto di circa 200.000 persone tra Italia e Albania.
Prima di concludere, Presidente, voglio rappresentare quali sono i punti centrali dell'Accordo. Totalizzazione dei contributi: ogni contributo versato sarà valorizzato in Italia e in Albania per garantire un futuro pensionistico dignitoso. Parità di trattamento dei lavoratori: i lavoratori albanesi in Italia avranno gli stessi diritti dei lavoratori italiani e viceversa. Esportabilità delle prestazioni: le pensioni e le altre prestazioni potranno essere erogate anche se il beneficiario si trasferisce in un altro Paese.
Poi diamo la protezione per malattia, la maternità, la disoccupazione. Insomma, è un testo veramente importante. Oggi garantiamo la piena esigibilità dei diritti previdenziali che tantissimi cittadini italiani e albanesi possono far valere fin da subito, non appena l'Accordo diventerà operativo. Permettetemi di ringraziare tutti gli attori che hanno dato un contributo prezioso, le ambasciate albanese e italiana, per il risultato di oggi, che può e deve essere ripetuto per tutti gli accordi analoghi, ma ancora pendenti, con molti altri Paesi del mondo. Per tutti questi motivi, Presidente, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.
SIMONE BILLI(LEGA). Grazie, Presidente. Questo Accordo rafforza i diritti sociali dei nostri 2.602 connazionali in Albania e degli albanesi in Italia, promuovendo una maggiore cooperazione e solidarietà tra i nostri due Paesi. Pertanto, il gruppo Lega-Salvini Premier esprime voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Signor Presidente, credo che dobbiamo tutti sottolineare con grande forza e credo anche con grande unità la portata di questo Accordo, perché stabilisce un principio e anche un precedente importante. Chi in questo Paese ha lavorato per anni - ha contribuito, per esempio, in settori importanti come l'agricoltura, l'edilizia, il settore metalmeccanico e non solo - e dopo torna in patria, dopo anni di duro lavoro, deve avere la possibilità di vedere riconosciuti fino all'ultimo centesimo i contributi e i diritti acquisiti, come se fosse un cittadino nato in Italia .
Questo Accordo parte da questo principio, ed è un Accordo - veniva sottolineato da molti colleghi che mi hanno preceduto - che scaturisce non soltanto dall'abilità e dalla forza della nostra diplomazia, da Governi che si sono succeduti e da parlamentari che si sono impegnati - dopo proverò brevemente a costruire una cronologia dei fatti -, ma anche e soprattutto dall'iniziativa di attivisti della comunità albanese che hanno posto all'attenzione dei Governi e del Parlamento la centralità del diritto alla pensione di migliaia e migliaia di cittadini albanesi.
Lo dico perché qualche anno fa, con un altro Governo, una petizione lanciata dalla comunità albanese e dall'attivista Geri Ballo raccolse migliaia di firme e portò all'attenzione dell'allora Ministro per gli Affari europei Amendola e del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Orlando la questione fondamentale di attivare rapidamente un'iniziativa per costruire un accordo. Fu poi l'iniziativa del Parlamento, del senatore Nannicini, a favorire, attraverso un emendamento alla legge di bilancio del 2021, un investimento economico.
Allora non tutti votarono a favore di quell'emendamento, che passò, e non si tratta dei banchi dell'opposizione, che metteva le risorse per poter costruire e applicare questo Accordo. Questo Accordo fu siglato, poi, attraverso un negoziato bilaterale il 25 e 26 luglio 2022 a Tirana con una delegazione guidata, a nome del Ministro Orlando, dal senatore Nannicini e con responsabili dell'INPS, dei Ministeri del Lavoro e degli Affari esteri.
Abbiamo chiesto in questa legislatura che si accelerassero la ratifica e la firma del Governo, anche attraverso un'interrogazione presentata dal PD il 14 febbraio del 2023. Purtroppo, siamo arrivati anche un po' tardi perché la ratifica, la firma da parte dei Ministri degli Esteri è arrivata nel febbraio del 2024. Dunque, ci troviamo di fronte a una scelta che probabilmente poteva essere accelerata perché stiamo parlando di lavoratori e lavoratrici in carne ed ossa. E vorrei ricordare che questa misura, che riguarda innanzitutto la condizione previdenziale, ma anche la malattia, la disoccupazione e la maternità, ha un elemento di reciprocità. Perché, se è vero che, nel corso degli ultimi trent'anni, sono state decine di migliaia i lavoratori che dall'Albania venivano qui, si contano oggi circa 600.000 lavoratori, di cui 200.000 hanno anche la cittadinanza italiana. La reciprocità sta nel fatto che ci sono tanti lavoratori e tante lavoratrici italiani che oggi lavorano in Albania, contribuiscono alla ricchezza di quel Paese e che giustamente vogliono avere le coperture previdenziali e sociali a cui hanno diritto.
Dunque, oggi andiamo ad approvare questa ratifica. Questo non cambia - lo voglio dire - il giudizio che noi abbiamo espresso e lo abbiamo fatto con diverse visite in Albania in questi ultimi mesi, con diversi atti di sindacato ispettivo, con una linea politica sempre coerente che ha portato a dire che l'Accordo Italia-Albania era uno spreco sull'immigrazione, oltre che una terribile ingiustizia. E continueremo a denunciarlo; e non vorremmo che questo Accordo, costruito nel tempo, con un'iniziativa che ha visto protagonista anche l'attuale opposizione, sia stato siglato così tardivamente perché evidentemente si voleva far passare quell'altra operazione, che noi continuiamo a considerare molto grave e anche una forma, come dire, di calcolo cinico da parte del Governo nei confronti di un problema gigantesco come il tema dell'immigrazione che non può essere trattato come una vicenda da ordine pubblico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loperfido. Ne ha facoltà.
EMANUELE LOPERFIDO(FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il nostro voto sulla ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d'Albania, firmato a Roma il 6 febbraio 2024. È importante sottolineare che l'Accordo si inserisce in un contesto di eccellenti relazioni politiche economiche e bilaterali favorite dalla prossimità geografica, dalla posizione strategica vicino ai mercati dell'Unione europea, dalla forte integrazione economica e la prospettiva, fortemente sostenuta dall'Italia, dell'adesione dell'Albania all'Unione europea.
In tutta questa serie di azioni, è importante sottolineare anche l'azione fatta in modo costante, tramite la diplomazia parlamentare, dal collega che ha voluto dare spunto alla collaborazione tra Camera e Parlamento dell'Albania, il collega Salvatore Deidda della Commissione trasporti che ha lavorato alacremente per fare in modo che questo sia soltanto uno dei primi passi per continuare a stringere rapporti tra il nostro Paese e il Paese dell'Albania. Perché vede, collega Scotto, nel momento in cui c'è un atto che viene approvato in modo unitario da parte di quest'Aula, nell'interesse della comunità albanese - vedo qui presenti anche tra le tribune una delle promotrici che ha contribuito a fare in modo che questo Accordo venga sviluppato - pare un po' sgradevole che qualche partito voglia continuare a mettere le bandierine. Perché se è vero che è partito durante la vostra legislatura, non credo sia un caso che questo Accordo venga fatto durante il periodo del Governo Meloni .
È questo comunque il modo del Governo Meloni di operare, grazie anche a un Parlamento che sostiene la forte azione del Governo nel voler allargare l'Unione europea ai Balcani. E questo è proprio uno degli elementi fondamentali: fare in modo, grazie anche a questo tipo di accordo, di riconoscere diritti a quella forte comunità albanese presente in Italia, che da anni contribuisce al nostro progresso economico, sociale e culturale; per quanto riguarda il progresso del nostro Paese era giusto che oggi arrivassimo a questo Accordo, a questa ratifica che questo Parlamento sostiene.
Ci tengo a sottolineare che questo Accordo non rafforza soltanto i legami tra i nostri due Paesi, ma rappresenta anche un riconoscimento della forte volontà, appunto, di voler estendere ai Balcani e in particolar modo all'Albania il processo di allargamento dell'Unione europea.
Auspichiamo, quindi, che una rapida approvazione dell'Accordo, sia qui, come sta avvenendo, sia al Senato, porti a far sì che questa ratifica contribuisca a creare un futuro migliore per i lavoratori italiani e i lavoratori albanesi e le loro famiglie, promuovendo un miglioramento delle loro condizioni e garantendo loro stabilità, nonché a consolidare ulteriormente i rapporti tra Italia e Albania .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1916-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 6 febbraio 2024”.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1586: Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati Arabi Uniti, fatto a Dubai l'8 marzo 2022.
Ricordo che, nella seduta del 7 gennaio 2025, si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere , che è in distribuzione.
In particolare, tale parere reca due condizioni riferite all'articolo 3 del provvedimento, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 2, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento , con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento , con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 , nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Annunciando il voto di Italia Viva, mi permetto in questo caso di svolgere alcune considerazioni. Questa ratifica è importante, perché è un atto di buonsenso, di civiltà, di ragionevolezza. Di che cosa stiamo parlando? Questa ratifica tra l'Italia e gli Emirati Arabi Uniti prevede che, previo accordo tra questi due Paesi, ma anche previo parere favorevole da parte del detenuto, si possa scontare l'ultima parte della pena nel Paese d'origine, dove vi sono gli affetti, dove ci può essere continuità lavorativa e dove ci sono i legami. Questo credo sia un elemento molto importante e troppe volte sottovalutato anche nel nostro Paese. Infatti, tante volte si parla a sproposito di carcere, ma sicuramente, quando si parla di carcere, non ci si chiede mai cosa succeda nella parte finale della pena, cosa succeda quando si apre la porta del carcere e tante persone si ritrovano senza alcun tipo di prospettiva lavorativa, senza legami familiari, senza quei rapporti umani che sono l'elemento fondamentale e imprescindibile, anche durante la pena, per consentire di abbassare la recidiva, nell'interesse del detenuto e nell'interesse di tutti noi.
Approfitto di questa occasione per ricordare che ieri - stiamo parlando di un inizio di anno veramente pessimo -, nel nostro Paese, in un carcere c'è stato l'ennesimo suicidio o, meglio, gli ennesimi, perché, nello stesso carcere, si sono suicidati un detenuto e un agente di custodia.
Ricordando e ribadendo il voto favorevole del gruppo di Italia Viva su questa ratifica, credo che oggi si possa iniziare con una sveglia per tutti noi, per questo Governo e per questo Parlamento, perché la situazione nelle carceri italiane non è più tollerabile. Lo dico guardando il Governo che siede tra questi banchi: cerchiamo di cogliere questa occasione per dare un punto di svolta, perché le parole sono già state dette a sufficienza, i fatti, invece, sono stati assolutamente carenti, come certificano i numeri relativi ai suicidi. Lo certifica anche il fatto che appunto non si è fatto nulla - scusate il gioco di parole, ma è voluto - per diminuire la recidiva. I rapporti umani, i legami, le prospettive lavorative invece sono il primo passo per costruire la differenza che è nell'interesse della collettività .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Sarò brevissimo, perché questo accordo è finalizzato a consentire il trasferimento dei cittadini residenti detenuti nel territorio dell'altro Stato contraente, in modo da permettere loro di scontare nel proprio Paese di origine la pena irrogata a seguito di sentenza di condanna definitiva, anche al fine di favorirne il reinserimento sociale. Tra i presupposti necessari per il trasferimento ci sono in particolare la concorde volontà, ovviamente, dei due Stati e il consenso del diretto interessato. L'accordo è conforme al modello comune già utilizzato con altri Paesi e il suo scopo è quello di innalzare il livello della collaborazione nel settore giudiziario anche con gli Emirati Arabi Uniti.
È importante dire - ed è forse l'ultima cosa - che nella relazione illustrativa allegata a questo disegno di legge il Governo giustamente fa presente che questo accordo si rende necessario perché gli Emirati Arabi Uniti non hanno aderito alla Convenzione del Consiglio d'Europa del 1983, che costituisce, di fatto, lo strumento giuridico di più ampia applicazione in materia di trasferimento internazionale di soggetti detenuti al fine di eseguire condanne definitive.
Insomma, è un accordo simile a quello già sottoscritto con gli altri Paesi. Per questo, per debito d'ufficio e loro norma, voteremo a favore come Alleanza Verdi e Sinistra .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto a favore del gruppo di Azione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia voterà a favore di questa ratifica, che si configura nei termini di un rafforzamento delle relazioni tra i nostri Paesi e, più in generale, con le realtà esterne dell'Unione europea in materia di cooperazione internazionale e giudiziaria, con inevitabili e benefiche ricadute sul terreno del contrasto ai fenomeni criminali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Coin. Ne ha facoltà.
DIMITRI COIN(LEGA). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier e, se possibile, consegno poi l'intervento .
PRESIDENTE. Assolutamente sì.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Care'. Ne ha facoltà.
NICOLA CARE'(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate, concluso tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati Arabi Uniti l'8 marzo 2022 a Dubai, rappresenta un'importante iniziativa normativa che si colloca nel quadro della crescente cooperazione internazionale in materia di giustizia penale e tutela dei diritti fondamentali. La ratifica del Trattato consente di consolidare i rapporti tra l'Italia e gli Emirati Arabi, due Paesi che intrattengono relazioni sempre più strette in ambito politico, economico e culturale. L'accordo sul trasferimento delle persone condannate rappresenta un segno tangibile di questa collaborazione, favorendo l'armonizzazione dei rispettivi sistemi giudiziari e penitenziari. Tale armonizzazione è fondamentale per garantire un trattamento equo e rispettoso delle persone condannate, nel rispetto delle norme internazionali e dei princìpi di reciprocità tra gli Stati.
Il Trattato prevede la possibilità per i cittadini italiani condannati negli Emirati Arabi di essere trasferiti in Italia per scontare la pena detentiva nel proprio Paese d'origine e viceversa per i cittadini emiratini condannati in Italia. Questa misura ha un impatto rilevante sul piano umano, poiché consente ai detenuti di scontare la pena in un contesto culturale, linguistico e familiare più vicino alle proprie esigenze, garantendo una maggiore possibilità di reinserimento sociale. Inoltre, tale disposizione contribuisce a migliorare le condizioni di vita dei detenuti, favorendo un'esecuzione della pena più in linea con i principi di dignità e umanità sanciti dalle convenzioni internazionali.
L'attuazione del Trattato permette una gestione più razionale ed efficiente dei detenuti stranieri presenti nelle carceri italiane, trasferendoli nel Paese d'origine per l'esecuzione della pena. Questo contribuisce a ridurre il sovraffollamento delle carceri italiane, un problema strutturale che da anni rappresenta una sfida per il nostro sistema penitenziario; al contempo, permette agli Emirati Arabi di gestire direttamente i cittadini condannati secondo il proprio sistema giuridico e penitenziario.
Questo scambio di responsabilità migliora la funzionalità complessiva dei rispettivi sistemi penali e penitenziari. La ratifica del Trattato è coerente con i principi sanciti dalle convenzioni internazionali in materia di trasferimento dei detenuti, come la Convenzione del Consiglio d'Europa del 1983 sul trasferimento delle persone condannate.
L'Italia, con l'approvazione di questo Accordo, riafferma il suo impegno verso il rispetto delle norme internazionali e il rafforzamento dello Stato di diritto, dimostrandosi un credibile e affidabile sulla scena internazionale.
Dal punto di vista finanziario i costi derivanti dall'attuazione del Trattato sono stati stimati in soli 22.120 euro annui a partire dal 2023. La copertura finanziaria è stata garantita mediante una riduzione dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente nell'ambito del bilancio triennale 2023-2025, senza gravare ulteriormente sulle risorse pubbliche. Inoltre, gli eventuali oneri aggiuntivi previsti dal Trattato saranno affrontati attraverso appositi provvedimenti legislativi futuri, garantendo così una gestione finanziaria trasparente e sostenibile.
Il Trattato si inserisce in un contesto di relazioni bilaterali sempre più strette con gli Emirati Arabi Uniti, un strategico per l'Italia nel Medio Oriente e nella regione del Golfo. Gli Emirati rappresentano un attore chiave per il commercio, gli investimenti e la cooperazione energetica, oltre a essere un interlocutore rilevante nella lotta al crimine transnazionale.
La ratifica di questo Accordo rafforza il dialogo politico e istituzionale tra i due Paesi, creando le basi per ulteriori collaborazioni future. L'articolo 2 del disegno di legge garantisce piena e intera esecuzione al Trattato a partire dalla sua entrata in vigore, secondo le disposizioni dell'articolo 25 del medesimo Accordo. Questa previsione assicura una rapida attuazione delle norme, evitando lungaggini amministrative e garantendo l'efficacia delle disposizioni pattuite. Inoltre, la legge entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella , dimostrando l'urgenza e l'importanza attribuita a questo provvedimento.
In conclusione, Presidente, la ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra Italia ed Emirati Arabi rappresenta un'iniziativa di grande rilevanza strategica giuridica e umanitaria. Questo Accordo non solo rafforza la collaborazione bilaterale fra i due Paesi amici, ma contribuisce anche a promuovere i diritti umani, migliorare l'efficienza del sistema penitenziario e garantire un trattamento più equo e dignitoso per i detenuti. Gli oneri finanziari limitati e la coerenza con le norme internazionali rendono questa ratifica un passo responsabile e lungimirante che proietta l'Italia verso una nuova posizione che è sempre più solida nel panorama delle relazioni internazionali e della cooperazione giudiziaria.
La sua approvazione rappresenta, dunque, un atto di responsabilità e di impegno verso valori condivisi di giustizia, dignità e reciprocità tra le Nazioni. È per questo motivo che il gruppo del Partito Democratico voterà a favore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maullu. Ne ha facoltà.
STEFANO GIOVANNI MAULLU(FDI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia e consegno l'intervento.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1586: S. 857 - "Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati Arabi Uniti, fatto a Dubai l'8 marzo 2022 " .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1922: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese relativa alla manutenzione ordinaria e all'esercizio del tratto situato in territorio francese della linea ferroviaria Cuneo-Breil-Ventimiglia, fatta a Milano il 12 aprile 2024, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno.
Ricordo che nella seduta del 7 gennaio si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su di esso.
GIORGIO SILLI,. Grazie, Presidente. Con riguardo all'ordine del giorno n. 9/1922/1 Gribaudo, il parere è favorevole sui capoversi 1), 2), 3) e 5) delle premesse; viceversa, il parere è contrario sul capoverso 4) delle premesse.
Per quanto concerne gli impegni, esprimiamo parere favorevole sull'impegno n. 1), previa la seguente riformulazione: “A porre in essere ogni utile iniziativa per continuare a garantire periodicamente la partecipazione di rappresentanti degli enti territoriali delle aree alpine meridionali, con un'attenzione specifica ai comuni interessati e alle istituzioni provinciali, nonché quella di parlamentari designati presso il Comitato di cooperazione transfrontaliera, secondo le modalità previste dal Trattato del Quirinale”.
Sugli impegni nn. 2) e 3), invece, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Non vedo in Aula l'onorevole Gribaudo. Chiedo, quindi, all'onorevole Candiani se accetta la riformulazione.
STEFANO CANDIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Il Governo ha colto lo spirito del coinvolgimento dei territori.
PRESIDENTE. Quindi accetta la riformulazione. Considerando le nuove modifiche al Regolamento, una volta accettata la riformulazione non si pone in votazione l'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.
MONICA CIABURRO(FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Intervengo per sottoscrivere anche io l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole da parte del gruppo di Italia Viva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Non posso non intervenire sulla Cuneo-Ventimiglia, che è definita, non solo da noi piemontesi, come la “Ferrovia delle Meraviglie”. Lo dico per tanti colleghi: forse è uno dei tratti, non solo italiani, anche internazionali, più stupefacenti. Basterebbe andare a vedere questa linea storica, che congiunge le Alpi al mare, per capire quanto l'ingegneria ci ha portato a fare cose incredibili, non solo se guardate i ponti arditi che ci sono, ma anche il fatto di stare attorno alle rocce.
Insomma, questa vicenda ci porta anche alla recente lotta sindacale che c'è stata proprio la scorsa estate: la linea è stata al centro di una forte agitazione sindacale, con l'interruzione del servizio ferroviario da Limone a Ventimiglia. Lo sciopero, a oltranza o a intermittenza, da parte soprattutto del personale francese della SNCF, è stato indetto dai sindacati della CFDT per protestare contro la chiusura della biglietteria di Breil-sur-Roya nel tratto francese. Lo dico perché sembra una piccola cosa, ma la stazione di Breil, oltre a essere rimasta l'unica stazione di fatto con biglietterie e personale in tutta la linea, è un importante snodo tra i due rami, quello che va verso Ventimiglia e quello che va poi verso Nizza.
La chiusura della biglietteria, dove lavoravano 8 persone, è stata al centro di un grande dibattito, non solo in Francia, ma anche in Italia. Da decenni quella ferrovia è minacciata da tagli, chiusure di stazioni e riduzioni di corse, ma è strenuamente difesa, di fatto, dai cittadini italiani e francesi. Forse in pochi si ricordano che nel 2013, Mauro Moretti, ex dirigente di RFI, tentò di chiudere l'intera linea, considerandola di fatto un ramo secco. Fu proprio una mobilitazione di nostri concittadini - se lo ricorderanno bene i deputati piemontesi - che evitò la chiusura. Furono ridotte le corse: solo due coppie di treni, invece delle otto preesistenti, al giorno.
Solo grazie alle proteste sono poi risalite a quattro coppie, ma ovviamente sono ancora oggi insufficienti. Cogliamo questo atto internazionale, che di fatto mira a rideterminare una più equa ripartizione dei costi di manutenzione ordinaria di questo tratto ferroviario, per dire che le ferrovie possono essere ancora un grande mezzo di trasporto collettivo. La “Ferrovia delle Meraviglie” è stata anche eletta come “Luogo del cuore - FAI” nel 2020 ed è considerata una delle dieci più belle ferrovie del mondo. Un gioiello di ingegneria ferroviaria.
Pensate che con i suoi 100 chilometri ha fatto non solo la storia di questo Paese, ma anche della riappacificazione fra l'Italia e la Francia dopo l'accordo fra Mussolini e Hitler. Insomma, dietro questa storia c'è tanto del nostro passato e anche del nostro futuro. E fatemi dire un'altra cosa, visto che siamo a qualche giorno dall'annuncio della riapertura di tantissimi treni che vanno da Torino alla Francia e visto che siamo stati dentro una bolla, quella per cui ci hanno spiegato che senza l'alta velocità fra Torino e Lione non si poteva quasi attraversare le Alpi.
Come se non ci fosse, invece, una storia che va preservata e mantenuta, perché quelle ferrovie possono essere ancora messe in sicurezza. E ve lo dico: per risparmiare tempo per cosa? Lo dico perché con quei miliardi e miliardi che avete speso - e dico “avete”, perché non con il nostro voto e mai nel nostro nome - spiegatemi quante cose avremmo fatto. Ossessionati da un buco, per portare dove? E ve lo dico adesso che avete messo un ulteriore miliardo di euro sulla Torino-Lione, per fare un buco che non ha uno snodo, per non portare nemmeno le merci, perché mai fosse che si decida un giorno di togliere dal traffico e dalla gomma parte delle merci: un vero bluff ai danni degli italiani.
Per questo siamo convintissimi che si possa fare la stessa cosa che facciamo qui oggi sulla tratta storica della Torino-Lione. Ve lo diciamo, guardate che esiste anche l'alta velocità, a un certo punto riparte, non c'è bisogno di fare un tunnel a tutta velocità. Ma che cosa ve ne fate di 30 minuti in meno, con miliardi e miliardi di euro per distruggere una valle! Per questo, lo diciamo al popolo no-TAV, al popolo della Val Susa, ma così come ai piemontesi che hanno difeso questa ferrovia storica: si può fare, si può ancora viaggiare in treno, basta prendere la giusta velocità e l'alta felicità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo di Azione a questa ratifica, mi unisco solo con un breve intervento per sottolineare l'importanza strategica della linea ferroviaria Cuneo-Breil-Ventimiglia, come è stato detto anche nota come “Ferrovia delle Meraviglie”, quale collegamento cruciale, non solo storico, ma a tutt'oggi, fra Italia e Francia attraverso le Alpi Marittime. La linea, si è ricordato, è stata inaugurata nel 1928 e ha subito danni significativi durante la Seconda guerra mondiale, ricostruita poi in base alla Convenzione del 1970.
È stato sottolineato come, negli anni, la gestione e la manutenzione della tratta in territorio francese ha sollevato questioni operative e finanziarie che rendevano necessaria una revisione degli accordi del 1970. Per questo si è addivenuti a una nuova Convenzione, firmata a Milano lo scorso aprile. Ovviamente, la nuova Convenzione è anche una convenzione che guarda all'Europa. Fin dalla direttiva n. 34 del 2012, con l'istituzione dello spazio ferroviario europeo, si è iniziato a ragionare in un'ottica di politica unica dei trasporti, ed è pertanto diventato evidente come fosse obsoleta una Convenzione che prevedeva una distribuzione degli oneri farraginosa e iniqua, in parte, fra Italia e Francia.
Pertanto arriva questa Convenzione, che stabilisce una ripartizione più equilibrata dei costi di manutenzione ordinaria del tratto ferroviario situato in territorio francese, basandosi sui principi di territorialità e proporzionalità. Noi ci uniamo al parere positivo su questa Convenzione, non solo perché è più equa e risponde alla cornice normativa europea, ma anche perché favorisce la cooperazione transfrontaliera, migliora i collegamenti ferroviari e promuove lo sviluppo economico e turistico delle regioni interessate. In ultimo, in una giornata così dedicata al dialogo internazionale, è un tassello ulteriore per il rafforzamento dello spazio ferroviario europeo unico e una politica unica dei trasporti, che non può che vederci a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavo. Ne ha facoltà.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole a questa ratifica da parte del gruppo di Noi Moderati e mi riservo di consegnare il nostro intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia e consegniamo la dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Anche noi annunciamo il voto favorevole a questa ratifica su una linea ferroviaria importante dal punto di vista trasportistico ma anche turistico e che aiuta anche a gestire tutta una serie di fondi in cooperazione con i nostri vicini francesi. Quello che non possiamo però ratificare è l'operato del Ministro Salvini per quanto riguarda la gestione delle infrastrutture ferroviarie e i soldi che vengono spesi su questo tema, specialmente in regione Piemonte.
Ricordo che i 2 miliardi buttati per il TAV - un'opera che è lì da anni, che è inutile e dispendiosa e che sta bloccando tutto lo sviluppo, tra l'altro, di un territorio - sono una ferita aperta per la nostra regione, quando si potrebbero fare tantissime opere di infrastruttura ferroviaria, sempre per la regione Piemonte, che avrebbero un impatto immediato e dei risultati eccezionali. Ne cito due: uno è il parco smistamento di Alessandria, che potrebbe essere sì un strategico per il trasporto merci e per lo sviluppo della città; un che, tra l'altro, è stato fortemente voluto dal nostro MoVimento, con un emendamento all'ultimo momento utile del Governo Draghi, da parte della nostra ex senatrice Susy Matrisciano, che ha fatto partire questa iniziativa che è bloccata da anni dopo annunci, continui annunci e continue conferenze stampa da parte dei deputati della Lega e del Ministro Salvini stesso; poi tutte le infrastrutture di ferrovie locali che aspettano manutenzioni e aspettano l'utilizzo e l'acquisto di nuovi treni e la manutenzione della rete che interessa i pendolari piemontesi.
Tutto questo rimarrà fermo non solo perché si prosegue a buttare soldi per il ponte sullo Stretto - denaro pubblico per opere inutili dal punto di vista trasportistico - ma anche perché si persegue un'idea di cantiere, un'idea di opera che ormai è palesemente inutile, ma che dobbiamo portare, purtroppo, avanti