PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANTONIO D'ALESSIO, legge il processo verbale della seduta del 17 gennaio 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto i deputati Enrica Alifano, Alessia Ambrosi, Davide Bergamini, Elena Bonetti, Maria Paola Boscaini, Giuseppe Castiglione, Salvatore Marcello Di Mattina, Ilaria Fontana, Maria Chiara Gadda, Carmen Letizia Giorgianni, Riccardo Magi, Ilenia Malavasi, Mariangela Matera, Francesco Mura, Attilio Pierro, Fabio Porta, Toni Ricciardi, Gaetana Russo, Franco Tirelli e Luana Zanella.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Toni Ricciardi n. 3-01670 .
Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole Ricciardi per l'interrogazione. L'atto di sindacato ispettivo in oggetto, pur partendo evidentemente da un fatto drammatico, ci dà l'opportunità di discutere in ordine alla sicurezza dell'istituto di Bellizzi (Avellino), con l'obiettivo comune, credo, pur magari con percorsi diversi, di rafforzare la sicurezza all'interno dei nostri istituti.
In effetti l'onorevole Toni Ricciardi interviene puntualmente, a ridosso, peraltro, di pochi giorni dall'evento critico verificatosi, su un fatto di aggressione avvenuto il 22 ottobre 2024, alle ore 22,15 circa, allorquando i detenuti - userò le iniziali per ovvi motivi - P.V., F.C., e C.S.F. e altri, successivamente identificati, chiedevano di potersi recare presso la locale infermeria adducendo e millantando motivazioni sanitarie di varia natura. Dico millantando perché poi scopriremo quale fosse, in verità, il recondito proposito.
Dopo aver informato il medico di guardia, i ristretti venivano autorizzati a recarsi presso l'infermeria per le cure del caso. Tuttavia, nell'atto di fare rientro in sezione, giunti presso il corpo di guardia i detenuti aggredivano due agenti in servizio, intimando di consegnare loro le chiavi del primo piano, minacciandoli di morte e spintonandoli. In particolare, un detenuto nigeriano, O.N., iniziava a sferrare diversi violentissimi schiaffi al volto degli operatori, procurando loro delle lesioni.
Il personale di Polizia penitenziaria veniva, poi, immobilizzato e i detenuti sono riusciti a impossessarsi delle chiavi e ad aprire le camere di pernottamento di altri detenuti allocati al piano terra, impedendo al personale di azionare l'allarme generale; dopodiché, si recavano al primo piano per perpetrare ciò che evidentemente avevano in animo sin dall'inizio, ponendosi di fronte alla camera occupata dal detenuto - sempre usando solo le iniziali - P.P.
Qui veniva intimato al personale di aprire la camera del detenuto e, al rifiuto opposto dal personale di Polizia penitenziaria, il detenuto O.N., di cui sopra, aggrediva l'operatore, sottraendogli le chiavi e riuscendo così nell'intento di aprire la camera del detenuto. Il ristretto occupante la camera veniva aggredito da diversi detenuti incappucciati, preso a calci e pugni e trascinato al piano terra, dove subiva ulteriori aggressioni, anche multiple, da più persone. I detenuti lasciavano il ristretto al centro della rotonda ormai privo di sensi e rientravano nelle sezioni di appartenenza, barricandosi all'interno e allagando il pavimento con un idrante.
Nel frattempo, i detenuti del primo piano, ossia dove vi era il detenuto selvaggiamente aggredito, riuscivano ad aprire le camere e a scendere nell'atrio al piano terra, al fine di vendicare, evidentemente, l'aggressione subita. Nel frattempo, grazie al prezioso lavoro del personale di Polizia penitenziaria, a cui vanno, anche oggi, i miei più sentiti ringraziamenti, si riusciva finalmente a ripristinare ordine e sicurezza, chiudendo tutte le camere di pernottamento. Venivano effettivamente anche allertati, come riportato nell'interrogazione, le forze di Polizia e il nosocomio cittadino, dove erano giunti i familiari del detenuto aggredito, non tanto per mettere in sicurezza l'istituto, cosa a cui ha pensato autonomamente la Polizia penitenziaria, quanto per ciò che, eventualmente, si sarebbe potuto verificare al nosocomio cittadino, dove, peraltro, pervenivano anche i familiari del ristretto che aveva subito l'aggressione.
Ad oggi, per l'intensità e la profondità dei traumi subiti, il detenuto P.P. non ha ancora fatto rientro in istituto e risulta ricoverato in ospedale. La direzione penitenziaria ha da subito disposto il divieto d'incontro fra le due sezioni, evidentemente data l'alta conflittualità interna, e ha sospeso, più che correttamente, dal lavoro il detenuto O.N., cioè colui che fisicamente era riuscito a strappare le chiavi al personale di Polizia penitenziaria per perpetrare ciò che aveva in animo sin dall'inizio, aggredendo, unitamente ad altre persone, il detenuto collocato al primo piano.
Il 22 ottobre 2024 la direzione generale dei detenuti e del trattamento ha provveduto a disporre il trasferimento extra distretto, per motivi di sicurezza, del detenuto O.N., più altri due detenuti che con lui avevano partecipato all'aggressione.
Il 23 ottobre 2004 la medesima direzione generale ha disposto, altresì, il trasferimento extra distretto dei tre detenuti iniziali che, lamentando dolori, erano andati in infermeria per poi sottrarre inizialmente le prime chiavi al personale di Polizia penitenziaria a seguito di aggressione e che erano stati identificati quali compartecipi del disegno criminoso dell'aggressione al detenuto P.P.
Il locale provveditorato regionale disponeva il trasferimento in ambito distrettuale di altri soggetti a vario titolo interessati a questa vicenda con una postura da protagonisti e non certamente con un contegno passivo. Fatta chiarezza sull'antefatto che ha sollecitato la puntuale interrogazione dell'onorevole interrogante Toni Ricciardi, venendo all'analisi dei dati relativi alla copertura dell'organico dell'istituto penitenziario in questione, si premette che i dati riferiti all'organico della casa circondariale di Bellizzi evidenziano una carenza di personale impiegato in verità comune a quella risentita da altri istituti del Paese.
Dico “comune” perché, in effetti, quanto riportato dall'onorevole interrogante corrispondeva, probabilmente, alla fotografia esatta del 23-24 ottobre 2024, quando presentò l'interrogazione. Oggi, fortunatamente, sono ben altri i dati, non solo e non tanto per le naturali immissioni di personale che nel frattempo abbiamo assunto per il tramite dei corsi degli allievi agenti e immessi all'interno di strutture, quanto anche per un'opera particolare svolta su Bellizzi, anche a seguito dei fatti correttamente denunciati dall'onorevole interrogante.
Quindi, il personale attualmente in servizio presso la casa circondariale di Avellino Bellizzi ammonta a 296 unità, su un organico complessivo di 318, quindi con una carenza, in verità, di 22 unità. Le maggiori scoperture si rilevano nel ruolo degli ispettori, dove mancano due ispettori, e nel ruolo degli agenti/assistenti, dove mancano 25 unità; di contro, nel ruolo dei sovrintendenti si registra un esubero di 6 unità. Ecco perché vi è una carenza complessiva di 22 unità.
I vuoti in organico - e qui, invece, veniamo all'intervento a seguito di quanto accaduto - sono stati recentemente colmati mediante un distacco - credo di poter dire intervenuto temporaneamente e chirurgicamente a seguito dell'evento - di personale finalizzato proprio a dare un supporto fattivo al personale stabilmente in servizio presso l'istituto di Bellizzi (Avellino), anche alla luce di questo evento critico. Pertanto, alla luce dei distacchi in entrata e in uscita, il personale attualmente in servizio ammonta a 322 unità, con un esubero di 4 unità rispetto alla pianta organica.
Risulta, peraltro, presente presso l'istituto un dirigente penitenziario con incarico di reggenza in via continuativa - tradotto, un direttore stabilmente presente -, coadiuvato da 2 vice direttori di recentissima nomina a seguito delle assunzioni dei dirigenti penitenziari previste e volute dal Governo Meloni, mentre risulta anche esserci un comandante titolare dell'istituto, ovverosia la catena gerarchica del comando è assolutamente stabilizzata ed esistente.
Per quanto riguarda, invece, più nel dettaglio il reparto di Polizia penitenziaria, come dicevamo prima, è stato oggetto di assegnazione di personale nei vari ruoli e, in particolar modo, per quanto riguarda il ruolo agenti e assistenti, è stato incrementato di 20 unità in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni del 181° corso e di altre 17 unità assegnate a seguito della conclusione del 182° e del 183° corso. Le rappresento, inoltre, che stiamo terminando - anzi, è terminato ormai - l'iter formativo del 184° corso, con immissione in servizio prevista a far data da febbraio 2025. Quindi, fra pochi giorni, terminerà il 184° corso, con ulteriori assegnazioni ai vari provveditorati, fra cui quello campano, e, quindi, con ripartizione anche sui vari istituti campani, fra cui, evidentemente, quello di Avellino Bellizzi. Relativamente al ruolo dei sovrintendenti, l'amministrazione ha assegnato al reparto di Polizia penitenziaria della casa circondariale di Avellino 4 unità maschili nella qualifica di vice sovrintendente.
Si evidenzia che, a seguito degli eventi critici accaduti, la competente Direzione generale del personale, al fine di incrementare l'organico della struttura, ha adottato questi ulteriori e straordinari provvedimenti: nel mese di ottobre ultimo scorso, è stata indetta una ricognizione di disponibilità finalizzata all'individuazione di un'aliquota di personale appartenente ai ruoli degli ispettori, sovrintendenti e agenti e assistenti del Corpo, da assegnare provvisoriamente e senza oneri a carico dell'amministrazione, presso la casa circondariale di Avellino Bellizzi. All'esito di tale procedura, sono state inviate, in implementazione temporanea presso il predetto istituto, ulteriori 26 unità di Polizia penitenziaria, di cui 25 del ruolo agenti/assistenti e una unità del ruolo di sovrintendenti.
Per completamento del quadro, è necessario dire che il comparto Funzioni centrali, assolutamente essenziale nella fase trattamentale del detenuto, è costituito, a fronte di una pianta organica di 35 unità, da un personale di 34 unità, quindi con una scopertura, fortunatamente, di una sola unità.
Come ribadito in altre occasioni, il Ministero pone forte attenzione alle esigenze di garantire un efficace del personale di Polizia penitenziaria, risultando indubbie le criticità ereditate e indicate anche nell'interrogazione, costituite da organici ridotti o, comunque, fortemente limitati. Com'è noto, la legge Madia e i successivi interventi normativi hanno rimodulato, ahimè, al ribasso la dotazione complessiva del Corpo della Polizia penitenziaria. L'impegno di questo Governo, com'è noto, è per un'inversione netta di tendenza, come dimostrano le seguenti procedure attivate, di cui sono particolarmente orgoglioso.
Per quanto riguarda il ruolo agenti del Corpo della Polizia penitenziaria, con il 181° corso sono stati assegnati, complessivamente, agli istituti penitenziari d'Italia 1.479 agenti; con il 182° corso, con scorrimento delle graduatorie, per correre titanicamente nella velocità dell'inversione della tendenza, sono state assegnate 244 unità di agenti di Polizia penitenziaria; con il 183° corso sono stati assegnati 1.867 agenti di Polizia penitenziaria; con il 184° corso, che è terminato e con riferimento al quale ci apprestiamo ai giuramenti nel corso della prossima settimana e alle assegnazioni nei primi giorni di febbraio, 1.325 allievi agenti saranno assegnati a breve.
Abbiamo già firmato un bando per 2.568 nuovi allievi agenti di Polizia penitenziaria. E mai più provvido è stato il momento per rispondere a questa interrogazione, sebbene parta da un dato angosciante, rispetto al quale tutti dobbiamo riflettere per mettere in sicurezza i nostri istituti penitenziari. Infatti, sono orgoglioso di aggiungere che, proprio il 15 gennaio ultimo scorso - quindi 6 giorni fa -, è stato ulteriormente pubblicato un bando di concorso per 3.246 nuovi allievi agenti.
È uno sforzo che non ha precedenti, negli ultimi 20 anni, in termini numerici di assunzioni di agenti di Polizia penitenziaria, di formazione di allievi di Polizia penitenziaria, proprio perché condividiamo le preoccupazioni dell'onorevole Toni Ricciardi, più limitatamente in ordine all'istituto di Avellino Bellizzi, ma, più in generale, in ordine alla sicurezza negli istituti penitenziari.
Siamo intimamente convinti che, come testimonia eloquentemente quanto avvenuto ad Avellino Bellizzi, l'agente di Polizia penitenziaria sia il primo garante del detenuto, perché, quando viene meno la sicurezza, l'eventuale detenuto forte assume le vesti di colui che riesce a vessare il detenuto debole, quando non ad aggredirlo, com'è accaduto in questo caso, e quindi soprattutto il detenuto più debole ha bisogno del pieno organico di Polizia penitenziaria, che, in una cornice di sicurezza, può garantire che venga svolto dalle figure preposte un trattamento assolutamente utile, anche ai fini della rieducazione e riabilitazione del detenuto.
Tutto ciò, tenendo conto del fatto che, anche sotto il comparto funzioni centrali, abbiamo di che essere orgogliosi poiché, per la prima volta nella storia della Repubblica, sono state saturate le piante organiche dei funzionari giuridico-pedagogici, ovverosia coloro che sono preposti al trattamento e che, per poter svolgere, come dicevamo prima, un trattamento lo devono poter svolgere in una cornice di sicurezza. Difatti, vi è stato un concorso, nel marzo 2024, per 104 funzionari giuridico-pedagogici, aumentati a 236; vi è stato uno scorrimento della graduatoria per ulteriori 12 unità; abbiamo fatto un concorso per 140 funzionari contabili, che hanno preso servizio il 16 gennaio 2023; abbiamo fatto un concorso per funzionari contabili per 107 posti, elevati, poi, a 170, come previsto dalla normativa; abbiamo fatto un concorso per funzionari di mediazione culturale per 15 posti, elevati a 63 posti; sono state assunte 203 unità ed è stato bandito un concorso di 150 unità per quanto riguarda gli assistenti tecnici; per i contabili area 2 sono state assunte 45 nuove unità ed è stato bandito un nuovo concorso a settembre 2024 per ulteriori 50 unità. Tutto ciò, dunque, per saturare anche la pianta organica di tutti coloro che complessivamente sono all'interno del comparto funzioni centrali e, più o meno direttamente, a differenza dei funzionari giuridico-pedagogici, sono preposti al trattamento del detenuto.
Ancora, per quanto riguarda, invece, la Polizia penitenziaria, è stato indetto un concorso pubblico per 120 allievi commissari, elevati a 132, e un concorso pubblico per 411 ispettori, che verranno assegnati verosimilmente a maggio 2025. Allo stesso modo, per quanto riguarda l'ultima gamba - non per ordine di importanza, ma per ordine di esposizione mia odierna -, che oltre a essere la Polizia penitenziaria, comparto funzioni centrali, è fatta dai dirigenti penitenziari, ovverosia coloro che sono candidati a fare il vicedirettore o il direttore all'interno degli istituti e che hanno cura di mantenere in equilibrio l'aspetto trattamentale con quello della sicurezza, sono felice di poter dire che vi è stato un concorso di 45 posti, elevati a 57, per altrettanti nuovi direttori penitenziari immessi in servizio a novembre 2023, vi è stato uno scorrimento per ulteriori 21 dirigenti penitenziari, che si vanno ad aggiungere alle 30 unità già previste, per un totale di 51 nuovi direttori assegnati alle strutture penitenziarie nei primi giorni di gennaio 2025, con cui, in questo momento, completiamo il quadro di garantire la presenza all'interno di ogni istituto penitenziario di un direttore titolare, oltre che di un comandante titolare, per assicurare il migliore, il più tempestivo e il più chirurgico degli interventi, sia in fase ordinaria sia in fase di fatti gravissimi e, per fortuna, eccezionali e straordinari, come quelli oggetto della interrogazione.
Credo che il quadro complessivamente rappresentato dia l'idea dello sforzo di questo Ministero non solo e non tanto - quello è titanico, eloquente, incontrovertibile e solare - per l'assunzione di agenti di Polizia penitenziaria, garantendo non solo e non tanto il al 100 per cento dei pensionamenti, che è una cosa mai avvenuta nel recente passato, ma aggiungendo anche unità di Polizia penitenziaria, perché, mal contati, si può parlare di 10.000 assunzioni in questa prima metà - mandato già finanziato - fra quelle già atterrate negli istituti e quelle in corso di formazione. Eguale soddisfazione abbiamo avuto per quanto riguarda il comparto funzioni centrali e, in particolare, per i funzionari giuridico-pedagogici preposti al trattamento, avendo saturato, per la prima volta, le piante organiche degli stessi. Eguale attenzione vi è stata al mondo della dirigenza penitenziaria, avendo, con le predette assunzioni, finalmente terminato il percorso di assicurare - cosa, credo, mai avvenuta nella storia repubblicana - un direttore titolare per ogni istituto penitenziario.
Questo per tentare, evidentemente, di dare risposte di sicurezza e di trattamento a ogni istituto penitenziario d'Italia e per scongiurare eventi critici particolarmente gravi, come quelli correttamente segnalati dall'onorevole Toni Ricciardi, che, per quanto siano, ahimè, talvolta consentanei alla natura dell'istituto penitenziario, noi abbiamo tutto l'obbligo - morale, prima ancora che politico - di porre in essere tutti i migliori strumenti per evitare che accadano. Evidentemente, l'idea del Governo è che, per impedire che accadano determinati eventi critici all'interno degli istituti, ben poco si possa fare se non saturare le piante organiche di Polizia penitenziaria, dei direttori penitenziari e del comparto funzioni centrali preposte al trattamento, che è anche utile, evidentemente, non solo per il detenuto stesso, ma per la stessa sicurezza dell'istituto penitenziario. In un'ottica circolare, non esiste trattamento senza sicurezza ed è claudicante la sicurezza se non si svolge il trattamento.
PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà, per cinque minuti, di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, ci rivediamo sul tema del carcere di Bellizzi. Guardi, glielo dico subito: lei prima parlava di solare, ma io direi con qualche nube. Quindi, mi reputo parzialmente soddisfatto e le spiego anche il perché.
Mi reputo parzialmente soddisfatto perché, da un lato, abbiamo espletato la funzione che ci compete, nel senso che l'opposizione segnala un fatto e il Governo - anche se dopo qualche mese e così si gioca in una maniera più facile - tutto sommato dà delle risposte e io gliele riconosco, anche dai numeri. Questa è la parte che mi soddisfa, perché lei ha elencato anche la saturazione, ha riconosciuto il fatto che mancavano, al 22 ottobre 2024, 60 persone, si è ridotta di due terzi la carenza e, quindi, io le do atto dell'azione che lei ha compiuto.
L'insoddisfazione, Sottosegretario - mi sia consentito -, viene dall'altro lato. Le faccio un esempio: è come se noi avvertissimo la carenza di medici e assumessimo medici e infermieri immaginando che la semplice assunzione di medici e infermieri possa risolvere i problemi della sanità o della sanità di qualità. Allora, lei questa mattina ci ha dato una risposta quantitativa, che io riconosco e di cui le do atto. Dopodiché, Sottosegretario, visto che, in altri tempi, si sarebbe detto che lei è un giovane promettente, dovrebbe, però, fare il salto del giovane promettente trasformando e assumendo anche una linea che, a un certo punto, noi speriamo di ascoltare nel racconto di come in una maniera solare e inequivocabile, come ella ha ricordato prima, cioè usando l'espressione che ha utilizzato, si cambia il modo, si migliora pedagogicamente e metodologicamente la gestione delle carceri. Questo è l'elemento che probabilmente in questi mesi è mancato.
Lei sta facendo un lavoro e mi faccia ricordare l'apprezzamento e la massima solidarietà, mia personale e di tutto il gruppo del Partito Democratico che rappresento in questo momento, perché anche su queste vicende in passato sono volate parole e si è consumato inchiostro inutile. Quindi, massima riconoscenza. Ho carissimi amici che svolgono la funzione di agenti penitenziari, conosco le difficoltà, conosco le sofferenze, conosco, molte volte, anche le rivendicazioni e il non ascolto che c'è stato in passato, come capita ovviamente anche oggi in tutte le fasi della politica, perché nessuno è esente. Tuttavia, Sottosegretario, noi, sulla vicenda del carcere di Bellizzi di Avellino, credo ormai che sia la terza o la quarta volta che ci incontriamo e ci diamo questo appuntamento fisso. Io spererei di essere anticipato una volta da lei, nel senso che possa ricevere una comunicazione dove mi dice che preventivamente - questo vale per Bellizzi come per tutte le case circondariali - il Governo ha anticipato un'emergenza. Poi sono chiare la difficoltà strutturale, la cornice, le risorse e tutto il resto: lo sappiamo, siamo persone serie e, quindi, bisogna riconoscere queste difficoltà.
Sottosegretario, noi viviamo ancora in una fase strutturale di sovraffollamento delle carceri - siamo, credo, al 132-134 per cento - e il carcere di Bellizzi, da questo punto di vista, ne fa concretamente parte. E soprattutto, se mi posso permettere, da giovane promettente a giovane promettente, un consiglio: credo che la materia, e anche la narrazione, delle carceri vada gestita con molta, molta delicatezza. Lei ha un temperamento poco settentrionale, pur essendo un uomo del profondo Nord, però a volte scivola, probabilmente, nello stereotipo narrativo meridionale, molto più passionale.
Probabilmente, un po' meno passionalità, qualche parola aggiustata e qualche spazio d'aria in più per tutte e tutti i detenuti aiuterebbe la civile convivenza, perché, Sottosegretario, voglio chiudere con un monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quando dice che vi è il dovere di osservare la Costituzione, che indica norme imprescindibili sulla detenzione. Sottosegretario, mi auguro, noi ci auguriamo, che ella possa quotidianamente, tra le mille difficoltà, ricordarsi di questo monito supremo e massimo che il nostro Presidente della Repubblica ci ha ricordato .
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Traversi n. 3-01262 .
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Signor Presidente, onorevoli deputati, premetto che la situazione dell'organico dei sommozzatori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è alla costante attenzione del Ministero dell'Interno, che ha emanato di recente un bando di selezione per aspiranti sommozzatori finalizzato alla formazione di ulteriori 50 unità. La selezione è iniziata lo scorso mese di settembre e l'immissione in ruolo dei neo-sommozzatori è prevista entro l'anno in corso, a conclusione del corso di formazione già avviato nel corrente mese.
Evidenzio che si è provveduto a ottimizzare la funzionalità del dispositivo di soccorso a livello nazionale, grazie al Piano di Copertura Operativo che consente la copertura H24, 7 giorni su 7, di tutto il territorio, sulla base dell'effettiva presenza in servizio delle squadre sommozzatori e mediante il coordinamento della distribuzione degli specialisti nei turni operativi dei nuclei. Aggiungo che per il potenziamento del servizio sommozzatori presso i Reparti volo, per il periodo dal 29 marzo al 5 ottobre 2024, è stato messo a disposizione della Direzione regionale dei vigili del fuoco per la Liguria un budget di 3.800 ore di lavoro straordinario.
Sempre per la Liguria, anche per quanto riguarda i nuclei nautici, è stato assegnato un monte ore di straordinario di 2.466 ore, nelle more dell'espletamento delle necessarie procedure di selezione. In merito alle iniziative finalizzate a incrementare le dotazioni di mezzi, lo scorso anno sono stati assegnati alla Direzione regionale dei vigili del fuoco della Liguria complessivamente 44 nuovi mezzi. Tra questi, a titolo meramente esemplificativo e certamente non esaustivo, segnalo: 2 piattaforme antincendio e 2 piattaforme di lavoro, 3 mezzi aeroportuali, 3 con modulo antincendio.
La dislocazione dei mezzi fra le varie sedi territoriali è di specifica competenza, evidentemente, della Direzione regionale, che dispone l'assetto operativo in funzione delle peculiari e contingenti esigenze del territorio. Su un piano più generale, il Ministero dell'Interno è costantemente impegnato a garantire l'efficientamento organizzativo e l'ammodernamento delle risorse strumentali del Corpo nazionale, grazie ad una serie di interventi e di acquisti di notevole rilevanza orientati all'innovazione tecnologica, anche in previsione di interventi connessi alle celebrazioni del Giubileo.
Grazie, peraltro, a specifici fondi del PNRR, sono in fase esecutiva i contratti di fornitura di circa 3.500 nuovi veicoli di servizio e di 360 automezzi pesanti. Gli investimenti effettuati negli ultimi anni con i fondi pluriennali messi a disposizione dalle specifiche leggi di bilancio hanno consentito di programmare e attuare un potenziamento complessivo delle risorse strumentali che permetterà di aumentare il numero dei mezzi di soccorso a disposizione dei comandi e ridurre l'età media delle dotazioni in servizio operativo.
Nell'ambito del settore dei mezzi di soccorso, nel 2024 sono stati sottoscritti impegni contrattuali, relativi a nuovi automezzi, per un importo di 84 milioni di euro. Quanto agli organici, già con la legge di bilancio per il 2023, sono state reperite significative risorse finanziarie per le assunzioni delle Forze di Polizia e del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che hanno consentito l'istituzione di uno specifico Fondo con una dotazione di 90 milioni per il 2023, 95 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e ulteriori somme progressivamente incrementate, fino a superare i 125 milioni annui a decorrere dal 2033.
Diversi, poi, sono stati gli interventi normativi del Governo che hanno autorizzato assunzioni straordinarie, sia a titolo di ripianamento che di potenziamento dell'organico attuale.
Tali interventi normativi hanno consentito di attuare, senza soluzione di continuità, la programmazione delle attività di formazione e la conseguente immissione finale, quindi in ruolo, di nuove unità, che vanno ad aumentare la pianta organica.
Nel 2024 sono state 1.935 le nuove unità assunte nei vari ruoli, mentre sono state 2.774 quelle assegnate nelle sedi a conclusione del periodo di prova, di cui 137, in particolar modo, alla regione Liguria, oggetto, evidentemente, dell'interrogazione. Alle sedi che registrano una maggiore carenza sono già stati assegnati i circa 800 allievi Vigili del fuoco che hanno terminato il 97° e 98° corso di formazione, ed è tuttora in svolgimento il 99° corso di formazione, dedicato a 803 nuovi allievi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, la cui conclusione è prevista per marzo prossimo venturo.
Inoltre, nel corso del mese di dicembre sono stati assunti 801 allievi Vigili del fuoco, che hanno già iniziato il 100° corso di formazione, la cui conclusione è prevista, invece, per il mese di ottobre. Per il ruolo dei direttivi è in fase di svolgimento il corso di formazione per 103 vice direttori, mentre per il ruolo degli Ispettori Logistico-Gestionali è in fase di svolgimento la procedura concorsuale per 189 posti, pertanto, nel 2025, la carenza di queste figure verrà, evidentemente, ulteriormente ridotta.
Anche per la qualifica di capo squadra è attualmente in fase di svolgimento l'iter concorsuale per il passaggio di qualifica a capo squadra per complessivi 1.239 posti.
Il quadro delle iniziative sopra succintamente richiamate testimonia, evidentemente, la particolare attenzione dedicata dal Governo alle esigenze del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, come anche dimostrato dalle più recenti misure adottate dall'ultima legge di bilancio, quale il al 100 per cento del personale, il rafforzamento della tutela legale già disposta nella legge di bilancio 2024 e inserito nel disegno di legge Sicurezza in discussione in Parlamento, nonché le misure derogatorie al vincolo biennale di mobilità dalla prima sede di servizio per far fronte alle esigenze legate allo svolgimento del Giubileo.
Il Governo non mancherà, dunque, di proseguire sulle linee di intervento già tracciate per assicurare standard qualitativi sempre più elevati nell'attività di soccorso pubblico e innalzare i livelli di sicurezza degli stessi operatori chiamati, evidentemente, ad intervenire in scenari particolarmente complessi.
PRESIDENTE. Il deputato Traversi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ROBERTO TRAVERSI(M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario. Sono numeri, e i numeri, insomma, sono importanti. Ci sono voluti 6 mesi per avere la risposta a questa interrogazione, però l'importante è, in questi 6 mesi, avere lavorato. Però le criticità sono enormi e le evidenzio anch'io con dei numeri, di cui, naturalmente, voi sarete al corrente, però è sempre bene ricordare.
Stiamo parlando dei Vigili del fuoco, ha parlato della Liguria. Sì, era anche generale, ovviamente, il mio intervento, per tutta la nostra Nazione. La Liguria è una regione che ha delle criticità enormi, dissesto pieno e attivo.
Ogni giorno, nel corso di ogni inverno, vi sono alluvioni che, con il cambiamento climatico, assumono aspetti sempre più rilevanti.
Abbiamo visto poi le tragedie che hanno coinvolto il mio territorio. All'inizio della mia attività, dopo qualche mese, c'è stata la tragedia del ponte Morandi. Aver visto i Vigili del fuoco operare in quel contesto il giorno dopo per me è stata un'esperienza di vita veramente traumatica. Era una situazione che sembrava veramente di guerra: li ho visti infilarsi nei cunicoli. I Vigili del fuoco li amiamo ed è inutile dilungarsi su questo.
L'altro evento altrettanto, anzi, più tremendamente tragico è avvenuto nel corso di un allenamento di un ragazzo di 14 anni - Andrea anche lui, Sottosegretario - che, durante un'esercitazione in canoa, è rimasto intrappolato in un vortice di un fiume. Fra la chiamata dei soccorsi, l'arrivo e anche una difficoltà operativa, avvenuta durante l'estrazione da quel vortice, questo ragazzo non è morto annegato, ma successivamente in ospedale per il freddo accumulato in quella giornata terribile di gennaio del 2023. Ho avvertito la necessità di tornare a chiedere al Governo un impegno perché, ovviamente, c'è un processo per omicidio colposo che pende e c'è un dramma di una famiglia che né le parole, né una sentenza potranno mai recuperare. Però, con riferimento a chi ha condotto il ragazzo, chi ha tentato di salvarlo vi è un processo. In base a quello che emerge dalle carte della procura e da quanto ha dichiarato il sindacato USB la carenza di personale è comunque uno dei motivi che sicuramente potrebbe avere influito su questo fatto.
Giustamente lei ha citato i numeri della Liguria. E veniamo, appunto, ai numeri.
Sappiamo che in Liguria abbiamo un nucleo in chiusura a La Spezia, un nucleo operativo su quattro. A Genova ne abbiamo due su quattro. Per il porto di Genova, quindi, per la nautica (giustamente lei parlava della nautica), abbiamo solo un nucleo che deve operare su tre porti importanti del livello di Genova, La Spezia e Savona. Manca il 30 per cento del personale. È difficile pianificare attività con questi turni massacranti. Manca una tutela legale per i ragazzi e una tutela INAIL sulle malattie professionali: anche qui bisogna aprire una pagina e denunciare il fatto che, a volte, qualche Vigile del fuoco deve nascondere le sue problematiche personali per non rischiare il licenziamento. È una situazione particolare, con un'esigenza lavorativa per cui la pensione diventa sempre più distante. E per lavorare in quel contesto sappiamo che l'età è fondamentale.
Nel 2024 (le do un altro dato) sono iniziati i pensionamenti del concorso del lontano 1996. In tre anni 6.000 uomini cesseranno di operare. Questo le volevo far rilevare. I numeri, per quanto importanti, che lei ha menzionato già per la Liguria, non basterebbero; solo per la Liguria ovviamente. E poi si devono sostituire 6.000 uomini in tre anni: bisogna anche “correre” in questo senso.
L'Europa dice che ci vorrebbe un Vigile del fuoco ogni 1.500 abitanti: quindi, da questo calcolo in Italia ne mancherebbero 15.000. Quindi, l'invito è a proseguire in tal senso.
Ovviamente, come raccontavo inizialmente, la vicenda del ponte Morandi mi ha fatto rimanere sempre vicino a tutto il contesto ligure. Abbiamo ottenuto anche nuovi aumenti di personale e anche quando sono stato al Governo ci siamo impegnati in questo.
Le volevo però sottoporre l'ultimo caso e poi chiudo. Dopo un'interpellanza urgente a mia firma, abbiamo ottenuto l'apertura di un nuovo dislocamento a Genova. Ne abbiamo solo uno nella Genova di Ponente. Quindi, la sesta città d'Italia dal 2019 sta aspettando che il comune, la regione e ovviamente il comando riescano a recuperare una sede opportuna dove insediare questo nuovo nucleo che è fondamentale per la parte di Genova di Levante e per il Levante ligure perché per 40 chilometri siamo sforniti. Non vi racconto dei trasporti liguri e cosa significa muoversi in Liguria. Chiudo ringraziandola per l'impegno; ovviamente, però, sarò ancora a stimolarla per il prosieguo del suo lavoro.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Faraone n. 3-01671 .
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Ringrazio l'onorevole interrogante per l'atto di sindacato ispettivo che consente di intervenire su un tema - credo - comune e caro che ci accomuna, ovverosia, lo sviluppo in particolar modo del Sud, che contribuisce indirettamente alla crescita complessiva del Paese. Tant'è vero che, con l'atto ispettivo, l'onorevole Faraone presta attenzione all'attività del Governo sul tema del cosiddetto autoimpiego e, in particolare, sulla misura introdotta con il cosiddetto decreto Coesione denominata “Resto al Sud 2.0”, che si inquadra nell'ambito delle politiche di coesione concepite nell'ambito della revisione del PNRR al fine di accelerare e rafforzare l'attuazione degli interventi mirati a ridurre i divari territoriali.
Preliminarmente va sottolineato che la misura per l'autoimpiego va vista nel suo complesso ossia considerando tutte le disposizioni contenute nel decreto-legge n. 60 del 2024. Al riguardo, è ulteriormente necessario chiarire, al fine di sgomberare il campo da possibili fraintendimenti, che il programma “Resto al Sud 2.0” non è sostitutivo della storica misura ma rappresenta semmai una evoluzione migliorativa del precedente.
L'intervento, infatti, finanziato dal Programma nazionale “Giovani, donne e lavoro”, deve essere considerato come il rafforzamento della precedente misura per l'autoimpiego che non prevedeva forme di copertura a fondo perduto, una forma di aiuto finanziario che non necessita di essere rimborsato. A differenza dei prestiti, che richiedono una restituzione del capitale, i contributi a fondo perduto sono sovvenzioni dirette a promuovere attività economiche, sociali o innovazioni tecnologiche che si ritengono vantaggiose, direttamente o indirettamente, per la collettività.
Con particolare riferimento alla percentuale di copertura dell'importo del programma di spesa, è doveroso precisare che l'incentivo è erogato con un contributo totale a fondo perduto fino al limite di 30.000 euro per iniziativa economica per gli avviamenti nelle regioni del Centro Nord e di 40.000 euro nelle regioni del Mezzogiorno. L'ammontare del a fondo perduto è elevato a 40.000 euro nelle regioni del Centro Nord e a 50.000 euro nelle regioni del Mezzogiorno nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.
Il comma 4 dell'articolo 18 del citato decreto-legge specifica che sono ammissibili a finanziamento le iniziative per l'erogazione di servizi di formazione e di accompagnamento all'avvio delle attività imprenditoriali e libero-professionali, il tutoraggio e gli interventi di sostegno consistenti nella concessione di incentivi in favore dei soggetti destinatari per l'avvio delle relative attività.
In relazione all'osservazione circa l'assenza di un meccanismo alternativo di finanziamento per coloro che non sono in grado di coprire la quota pari al 25 per cento del contributo nonché alla mancanza di garanzie adeguate e di un meccanismo di supporto alternativo quale il microcredito o altre forme di finanziamento agevolato, è però opportuno precisare che i contributi previsti dal decreto-legge n. 60 del 2024 sono cumulabili, ovviamente entro le soglie del regime di aiuto , con la garanzia agevolata del Fondo centrale legge n. 662 del 1996.
Le banche possono, quindi, ricorrere al Fondo per farsi garantire un eventuale finanziamento a copertura della parte di programma di spesa non coperta dal contributo a fondo perduto. Infine, segnalo che il decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, previsto dal comma 6 dell'articolo 18 del decreto-legge n. 60 del 2024, che prevede i termini, i criteri e le modalità di finanziamento, è stato trasmesso ai Ministri concertanti per la firma ed è quindi prossimo all'adozione e pubblicazione.
Concludo sottolineando che il tema riveste la massima importanza, certamente per l'onorevole Faraone interrogante, ma altrettanto per il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e per il Governo tutto che, con le iniziative messe in campo, mira a stimolare ulteriormente l'autoimprenditorialità dell'Italia anche e soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, dove le attività imprenditoriali fanno più fatica ad affermarsi e a svilupparsi in virtù dello storico divario socio-economico e delle maggiori difficoltà logistiche e infrastrutturali.
PRESIDENTE. Il deputato Faraone ha facoltà, per cinque minuti, di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Io, naturalmente, posso interpretare la tensione e la convinzione del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove nell'esprimere i concetti, nella lettura del testo, semplicemente perché non è la materia che sta seguendo e sta sostituendo un suo collega; altrimenti, se avesse posto attenzione al testo che le hanno fatto leggere, si sarebbe accorto che, sostanzialmente, la stanno esponendo a una brutta figura. Perché glielo dico, Sottosegretario? Perché lei ha parlato - leggendo il testo del Ministero del Lavoro, che avrebbe dovuto leggere il collega Durigon - di evoluzione migliorativa e di rafforzamento, che sono due espressioni utilizzate da chi ha scritto la risposta alla mia interrogazione.
Io vorrei capire, Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, una misura che aveva un investimento di un miliardo e 250 milioni, destinati esclusivamente a “Resto al Sud”, come fa a essere una evoluzione migliorativa e un rafforzamento quando le risorse ora destinate sono 800 milioni e, in più, divise per 500 milioni su “Resto al Sud” e 300 milioni per questa misura che avete introdotto, “Autoimpiego Centro-Nord”. Quindi, vuol dire che prima al Sud andavano un miliardo e 250 milioni - se la matematica non è un'opinione - e oggi, per la stessa misura, al Sud vanno 500 milioni. Quindi, io questa evoluzione positiva e questo rafforzamento, oggettivamente e fondando la mia valutazione sui numeri, non li vedo.
In più, Sottosegretario, le hanno scritto, sempre nella risposta, che c'è il fondo perduto. Non è così, perché il fondo perduto è soltanto per la misura fino a 50.000 euro, ma sopra quella risorsa lì non c'è il fondo perduto. “Resto al Sud” cosa prevedeva? Stiamo parlando di una misura che ha fatto nascere 7.589 imprese e 28.000 nuovi posti di lavoro. Io conosco questa misura perché nacque con il Governo Renzi e, quindi, la introducemmo per la prima volta in questo Paese e ha avuto un grande successo.
Invece, oggi cosa accade? Mentre prima era un misto fra fondo perduto e un restante 30-25 per cento con la garanzia, a tasso zero, del prestito del Mediocredito Centrale, quindi di fatto era il 100 per cento che veniva dato a chi faceva l'investimento, ora su quel 30-25 per cento voi andate a togliere il tasso zero e la garanzia e, quindi, chi non ha risorse da investire non può mettere in campo la misura “Resto al Sud”, perché deve mettere di tasca sua il 25 per cento o il 30 per cento per avviare il progetto. La stessa cosa avviene per “Autoimpiego Centro-Nord”, dove addirittura la quota non garantita è più alta, il 40 per cento.
Quindi, io le chiedo, Sottosegretario: perché volete così male al Sud? Perché questo Governo ce l'ha tanto con i meridionali? Io non lo capisco. Oltre a essere il Governo dell'autonomia differenziata, e siamo felicissimi che la Corte costituzionale ha massacrato una riforma che, come avevamo detto, sarebbe stata impugnata perché non andava bene - e, per fortuna, così è andata -, adesso, oltre ad aver tolto il vincolo del 40 per cento del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il Sud, oltre ad aver fatto tutta una serie di cose - e meno male che avevate il Ministro per il Sud, che ora abbiamo mandato a fare il commissario in Europa - avete tagliato addirittura Resto al Sud, una misura che funzionava. Squadra che vince non si cambia, misura che vince non si cambia, Sottosegretario; non è che dovete avere sempre questa voglia di dire per la prima volta nella storia e per essere i primi nella storia dovete scassare per forza tutto quello che funziona. Siccome Resto al Sud funzionava, ci avete messo mano e oggi quella misura rischia di essere inutile, perché molti non parteciperanno.
In più, anche sull'età avete fatto un intervento, perché prima potevano accedere a questa misura fino a 55 anni, quindi vuol dire che anche i disoccupati, i non giovanissimi e le donne di tutte le fasce d'età potevano accedere alla misura. Ora avete messo soltanto gli 35, quindi meno soldi, senza la garanzia e meno fasce d'età che possono intervenire. Chiamiamola questa evoluzione migliorativa e rafforzamento e io, diciamo, sono Jo Condor, perché sinceramente credo che abbiate peggiorato una misura che funzionava e non ho capito neanche le ragioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Bonelli e Dori n. 3-01371 .
Il Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO BARBARO,. Grazie, Presidente. Con riferimento all'interrogazione presentata dall'onorevole interrogante si riporta quanto comunicato dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, attesa la sua esclusiva competenza in materia di nomina dei suoi stessi componenti e di garanzie relative alla loro imparzialità.
Con riguardo alla vicenda relativa alla dottoressa Clara Poletti, ARERA riferisce che il garante del codice etico dell'Autorità, consultato dall'interessata, in data 4 luglio 2024, si sia espresso nel senso della non sussistenza di concreti e immediati profili di conflitto di interessi tra la posizione da costei rivestita in ARERA e il ruolo della figlia nell'azienda E.ON Energia.
Nell'evoluzione legislativa, la situazione di conflitto di interessi richiede, infatti, lo svolgimento di compiti funzionali e gestionali tali da influenzare direttamente, ai diversi livelli di responsabilità, il risultato e gli esiti finali degli stessi. Tali elementi, però, non risultano sussistere nella vicenda in esame. La mancanza di una situazione di conflitto di interessi fa, peraltro, venir meno l'ipotesi di incompatibilità di cui all'articolo 2, comma 8, della legge n. 481 del 1995. Il garante ha comunque ritenuto che la situazione debba essere riconsiderata in presenza di eventuali sviluppi della posizione rivestita dalla figlia della dottoressa Poletti all'interno della società E.ON Energia, indicando quale comportamento sufficiente e opportuno l'astensione in presenza delle condizioni di cui all'articolo 7 del codice etico. Inoltre, l'Autorità riferisce che la dottoressa Poletti, nella propria veste di presidente del Comitato dei regolatori di ACER - l'agenzia europea per la cooperazione dei regolatori dell'energia - abbia effettuato l'aggiornamento della dichiarazione ACER nei tempi proceduralmente previsti. Il del comitato dei regolatori, a seguito di vaglio, non ha ritenuto di modificarne il profilo di rischio.
Ciò posto, con riferimento al ruolo rivestito dall'ARERA nella conclusione del processo di liberalizzazione del mercato dell'energia, si evidenzia che le procedure di identificazione dei soggetti chiamati a fornire il servizio di tutele graduali si sono svolte in attuazione di quanto prevede il dettato normativo stabilito dalla legge annuale della concorrenza del 2017 - legge n. 224 del 2017 - e sono consistite, per quanto riguarda ARERA, nell'approvazione, nell'agosto 2023, del quadro regolatorio delle procedure d'asta e nell'introduzione di adeguamenti puntuali in attuazione delle modifiche normative dettate dal DL n. 181 del 2023, convertito con legge n. 11 del 2024. L'asta è stata invece effettuata nel gennaio 2024 ed è stata gestita da Acquirente unico con assegnazione, per aree territoriali, lo scorso 6 febbraio 2024.
A tale riguardo, ARERA riferisce, inoltre, di aver richiesto al Parlamento grande attenzione nella gestione di tale passaggio potenzialmente critico per la concorrenza, regolando il servizio a tutele graduali nel rispetto delle garanzie procedurali e partecipative dei soggetti interessati, a tutela della pluralità delle esigenze coinvolte e dell'imparzialità delle scelte da essa stessa operate. Gli atti regolatori hanno inoltre avuto carattere generale, preliminare allo svolgimento delle aste, la cui partecipazione è stata ampia e con risultati particolarmente positivi per il consumatore finale, come rappresentato in apposita memoria trasmessa alla Commissione attività produttive della Camera dei deputati in data 4 marzo 2024.
Tutto ciò premesso, si conferma, comunque, l'attenzione del Governo alla tutela del consumatore, anche attraverso l'eventuale segnalazione agli organi competenti di anomalie che possono condizionare il corretto andamento del libero mercato.
PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà, per cinque minuti, di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Anzitutto, al di là del merito e del contenuto della risposta, non posso essere soddisfatto rispetto ai tempi di risposta del Governo, ma questo è un discorso generale, visto che le risposte arrivano sempre a scoppio ritardato, a distanza di molti mesi e, a volte, addirittura di anni, e considerato che vi sono interrogazioni che non hanno ancora ottenuto risposta.
Entro nel merito del tema posto: noi eravamo partiti da queste notizie di stampa del marzo del 2024, quando si riportava che un membro, la dottoressa Poletti, del collegio di ARERA, aveva scritto una lettera al Garante del codice etico di ARERA in ordine ad una situazione di possibile incompatibilità - chiamiamola così - rispetto a un familiare. Adesso il Sottosegretario ci riporta la valutazione e la risposta del Garante: si afferma che non ci sarebbe incompatibilità, perché non si va a incidere su compiti che potrebbero interferire per davvero. Questo lo accogliamo positivamente. Allo stesso tempo, però, si conferma la bontà della nostra iniziativa di richiesta di chiarimenti, perché il Garante stesso, come risulta dalla risposta che è stata appena data dal Governo, ritiene che valuterà, qualora ci fossero delle evoluzioni, anche nel profilo professionale, la possibilità che ci siano delle incompatibilità. Quindi, ad oggi no, ma in prospettiva ci sarà la necessità di continuare a monitorare, considerato il ruolo importante e delicato che svolge ARERA nell'ambito del settore energetico non solo in termini di compiti regolativi del settore, ma anche ispettivi nei confronti delle imprese che vi operano (svolge attività di monitoraggio, di vigilanza, di controllo e via di seguito).
Apprendiamo quindi, da un lato, l'esito della valutazione del Garante del codice etico di ARERA, l'avvocato Massimo Massella Ducci Teri, ma, dall'altro, invitiamo il Governo a continuare a monitorare queste possibili situazioni di incompatibilità, così come - e questo è un compito anche del Parlamento - invitiamo a portare avanti iniziative volte ad adottare una chiara legislazione rispetto al conflitto di interessi.
Già nella scorsa legislatura avevo posto un tema, anche se non riguarda direttamente l'oggetto di questa interrogazione: la possibile incompatibilità o conflitto di interessi, ad esempio, quando si vanno a nominare commissari per lo svolgimento di opere e infrastrutture, qualora questi svolgano compiti o siano membri o addirittura a capo di un consiglio di amministrazione di società partecipate anche dallo Stato, così come dal Ministero dell'Economia e delle finanze. Da questo punto di vista, è davvero compito del Governo e di tutti noi continuare a vigilare che, in settori delicati, che poi vanno a incidere anche direttamente sui cittadini, non possano esserci situazioni di conflitto di interessi.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendiamo, a questo punto, la seduta che riprenderà alle ore 14.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,15.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2196: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 novembre 2024, n. 178, recante misure urgenti in materia di giustizia.
Ricordo che nella seduta del 20 gennaio 2025 si è conclusa la discussione generale e la relatrice ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge .
Le Commissioni affari costituzionali e bilancio hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione .
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile ai sensi dell'articolo 86, comma 1 e 96-, comma 7, del Regolamento, in quanto recante disposizioni non strettamente attinenti ai contenuti del provvedimento in esame, l'articolo aggiuntivo Soumahoro 6.0100 - non segnalato per la votazione - che introduce nell'ordinamento penitenziario disposizioni concernenti le caratteristiche dei locali destinati al pernottamento dei detenuti, non previamente presentato in Commissione ma recante contenuto analogo all'articolo aggiuntivo Gianassi 6.04, dichiarato a sua volta inammissibile in sede referente.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero degli emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85- del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine, il deputato Soumahoro è stato invitato a segnalare l'emendamento da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso delle proposte emendative, invito i relatori e il Sottosegretario per la Giustizia, onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove ad esprimere i relativi pareri.
Relatrice, prego.
DANIELA DONDI(FDI). Grazie, Presidente. Invito al ritiro o parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo? Signori, un po' di silenzio per favore, ascoltiamo.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello della relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.3 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 5.1 Gianassi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.01 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Se riesco ad avere un minimo di silenzio, Presidente.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa poniamo il tema delle gravissime scoperture di carenza di organico della magistratura onoraria, dei giudici di pace. Sappiamo benissimo che in numerosi, anzi, in quasi tutti gli uffici giudiziari abbiamo scoperture anche superiori al 50 per cento. Chiaramente, l'effetto si ha rispetto ai diritti dei cittadini, quando si vedono rinviate le udienze di lì non a qualche mese, ma a numerosissimi mesi.
Questo articolo aggiuntivo chiaramente comporta maggiori oneri, quindi un investimento che abbiamo quantificato in 5 milioni di euro, almeno in corrispondenza degli anni 2025-2026, ma il tema è assolutamente da affrontare con assoluta urgenza. Con l'approvazione di questo articolo aggiuntivo, almeno riusciremo parzialmente a compensare e ridurre questo gravissimo disagio .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.1 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, invece, andiamo ad aumentare le competenze e i compiti del commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria che provvederebbe a individuare anche collocazioni, luoghi nei quali il detenuto possa coltivare in modo riservato le proprie relazioni affettive.
A tal proposito, noi abbiamo anche una proposta di legge del collega Zaratti su questo tema, sulla possibilità di avere relazioni affettive per i detenuti e poi i temi della tossicodipendenza e della salute mentale, oltre che spazi destinati alle attività trattamentali, quali lavoro, istruzione, formazione, cultura e ricreazione. A questo punto, già che il Governo ha creato questa figura del commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi per favore!
DEVIS DORI(AVS). …era più che opportuno prevedere anche queste tematiche specifiche di competenza del commissario
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA(PD-IDP). Intervengo per sottoscrivere questo emendamento. Dunque, se il collega Dori mi autorizza a condividere questo emendamento, lo sottoscriverei. Ce ne sono altri, anche presentati dal Partito Democratico, che saranno discussi successivamente. Mi preme condividere la di questi emendamenti, perché, in realtà, partono da una cultura, che è quella rieducativa del condannato. Qualcuno vorrebbe che chi è in galera resti a marcire e lo ha detto, qualche tempo fa, un autorevole esponente di questo Governo. Noi pensiamo, invece, che in galera bisogna fornire tutti gli strumenti perché chi poi esca non delinqua nuovamente e non ritorni in carcere.
Quindi, il commissario straordinario è invitato, con questo emendamento e con gli emendamenti successivi, a dotare le strutture penitenziarie di luoghi che possano consentire ai detenuti durante la detenzione di svolgere attività di natura culturale, ricreativa e lavorativa, in modo tale da essere pronti, poi, per essere reinseriti nella società. Fino ad ora, il commissario nominato non ha dato segni di vita e non ci sono attività che possono far ritenere che quella nomina possa davvero servire ad affrontare una serie di problemi enormi che le carceri, purtroppo, in questa fase storica hanno, con sovraffollamento e con un trattamento dei detenuti assolutamente disumano. Proviamo, con questi emendamenti, a creare le condizioni perché le carceri diventino dei luoghi civili e non dei luoghi dove le persone marciscano e concludano la loro esperienza di vita, come, purtroppo, spesso è accaduto e come è testimoniato dai numerosi suicidi che, purtroppo, si stanno susseguendo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere la sottoscrizione dell'emendamento da parte di tutto il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra e anche per chiedere al rappresentante del Governo e alla maggioranza di valutare attentamente questo e i prossimi emendamenti, che sono a costo zero e renderebbero le nostre carceri più umane.
La maggior parte dei direttori delle carceri ha difficoltà a mettere in pratica la realizzazione di queste stanze in cui consentire ai detenuti di avere una intimità, di avere rapporti con le proprie mogli, le proprie compagne o con chi desiderano, perché non ci sono spazi adeguati. Il commissario potrebbe lavorare in questo senso e, soprattutto, far sì che le nuove strutture vengano realizzate già pensando che questi spazi debbano essere all'interno delle nuove strutture.
Quindi, davvero io chiedo la possibilità o di accantonare l'emendamento o, comunque, di fare una riflessione per poter mettere anche in atto quella che è una sentenza della Corte, che indica con questa strada una possibilità per garantire una qualità della vita migliore ai detenuti all'interno delle strutture carcerarie
PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice, deputata Dondi, il parere sulla richiesta di accantonamento formulata dall'onorevole Ghirra.
DANIELA DONDIParere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Ghirra, lei insiste? Se insiste, indico la votazione sulla sua richiesta di accantonamento.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Chiediamo di mettere ai voti la proposta di accantonamento.
PRESIDENTE. C'è qualcuno che vuole parlare a favore e qualcun altro che vuole parlare contro? Se nessuno a favore o contro intende parlare, pongo in votazione la richiesta di accantonamento.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 6.1 Dori.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 45 voti di differenza.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Se il presentatore lo consente, vorremmo sottoscrivere questo emendamento, che è particolarmente importante. Lo sottoscriviamo a maggior ragione, perché il successivo emendamento del MoVimento 5 Stelle, il 6.1000 a mia prima firma, a quanto mi consta è stato dichiarato inammissibile per mancanza di coperture. Anche qui, faccio una premessa: forse non è stato letto attentamente l'emendamento, perché è solo un ampliamento dei poteri del commissario straordinario. Pertanto, è un emendamento ordinamentale, che non ha oneri finanziari.
Andiamo al merito dell'emendamento 6.1 Dori, di cui chiediamo la sottoscrizione, perché, visto che questa maggioranza e questo Governo hanno previsto la figura del commissario straordinario e hanno previsto una struttura commissariale di supporto, onestamente ci chiediamo perché questo commissario, che dovrebbe avere il compito di porre in essere dei miglioramenti, manutenzioni straordinarie dei nostri istituti penitenziari già esistenti e provvedere alla costruzione di nuove carceri, non lo debba fare tenendo in considerazione il cuore anche dei principi costituzionali, che mirano sia all'espiazione della pena ma anche all'attività trattamentale e al reinserimento sociale dei detenuti.
Allora, noi semplicemente, con questo emendamento, chiedevamo al commissario straordinario di prevedere nel suo programma la predisposizione di spazi appositi per consentire ai detenuti di tenere in vita quelle relazioni affettive che sono parte integrante della loro vita, così come è stato anche sottolineato da una recentissima sentenza della Corte costituzionale. Chiedevamo al commissario straordinario di predisporre dei circuiti, anche trattamentali, differenziati, perché attualmente - lo sappiamo tutti - i detenuti sono distribuiti e classificati soltanto in base a esigenze di sicurezza, quindi tra media e alta sicurezza, e non certamente in base a specifiche esigenze di cura e di trattamento, per cui abbiamo negli istituti penitenziari malati psichiatrici e tossicodipendenti, che avrebbero bisogno di un percorso innanzitutto di cura molto particolare. Sono detenuti comuni, messi tutti insieme in un unico calderone.
In questa situazione, stanti anche le fortissime carenze di organico, è davvero difficile portare avanti delle idonee attività trattamentali. Ancora, avevamo chiesto di riservare e di prevedere sempre più spazi per le attività legate alla scuola e alla formazione: attività culturali, attività di formazione e lavoro e trattamentali. Penso - l'abbiamo già ricordato in Commissione - al nostro emendamento sull'ampliamento e sull'istituzione di un fondo per favorire l'attività teatrale in carcere. Questa sarebbe stata una buona occasione per ampliare i compiti del commissario straordinario e dare vita, ove possibile, davvero a un ripensamento dei nostri istituti penitenziari, in linea con quelli che sono i dettati costituzionali, in linea con la dignità dei detenuti, ma anche con la dignità di tutti coloro che, ogni giorno, lavorano, con abnegazione e con coraggio, all'interno dei nostri istituti penitenziari
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.2 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi oggi dobbiamo constatare che sul tema della giustizia siamo all'ennesimo decreto. Voi, ormai, avete inteso trattare il tema della giustizia solamente attraverso la decretazione d'urgenza oppure tramite colpi bassi quando modificate, come è avvenuto la scorsa settimana, la nostra Costituzione a colpi di maggioranza. In questo caso, però, mi lasci dire, è ancora forse più grave, perché noi ci abbiamo provato rispetto ad un provvedimento che di certo non risolleva in alcun modo le sorti della giustizia. Anzi, dobbiamo registrare che è un provvedimento assolutamente insufficiente, scarno, privo di quelle misure che occorrerebbero per provare quantomeno a tamponare alcuni dei grandi problemi che investono il sistema della giustizia.
In particolare, mi riferisco alla vicenda degli istituti penali del nostro Paese. Ormai, siamo oltre ogni dato: fatemi citare il carcere di San Vittore, che ha un sovraffollamento al 220 per cento, o ciò che avviene all'interno degli istituti penitenziari del Lazio, dove abbiamo un sovraffollamento al 146 per cento. Allora io dico: è legittimo aspettarsi da chi governa, in un provvedimento che affronta il tema del commissario straordinario così come è stato individuato dal Ministro Nordio, che tale commissario, oltre a vedersi aumentare l'indennità, abbia anche compiti puntuali, specifici, che servono a migliorare le condizioni dei nostri detenuti. Io sono molto rammaricata che di tutto questo, all'interno di questo provvedimento, non ci sia traccia.
Abbiamo visto, in occasione del precedente emendamento a firma del collega Dori, e ce ne saranno altri a firma del collega Gianassi, che mancano i luoghi dove i detenuti possano espiare in modo congruo la propria pena, nel pieno rispetto di quello che la nostra Carta costituzionale dice. La pena deve essere riabilitativa. A me fa specie che, nei nostri interventi, dobbiamo ritrovare ogni volta la forza per sottolineare questo aspetto perché in ogni provvedimento che voi fate sulla giustizia questo non traspare. Anzi, mi pare che, purtroppo, ci sia una drammatica disattenzione per tutto quello che riguarda le situazioni di detenzione che troviamo all'interno degli IPM.
Rispetto alla detenzione - e concludo - abbiamo 10.000 detenuti in più all'interno delle nostre carceri. Questo è un dato che dovrebbe farci riflettere, per cominciare finalmente a parlare di misure alternative alla detenzione. Finché questo Governo non abbandonerà il furore ideologico che lo ha spinto a licenziare i provvedimenti degli ultimi due anni e mezzo, io credo che, purtroppo, il tema delle carceri non potrà essere affrontato con la giusta attenzione, attenzione che voi non ci state mettendo .
PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 6.3 Dori, 6.4 Gianassi e 6.1000 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo in particolare su questo emendamento che è una delle occasioni in cui, come opposizione, ci siamo dimostrati particolarmente propositivi. Questo è un decreto che si chiama decreto Giustizia, ma che sui reali problemi della giustizia, alla fine, va a incidere, purtroppo, molto poco e fa un danno proprio per le mancate soluzioni e le mancate risposte a quelle che sono vere e proprie urgenze.
Con questo decreto si trovano risorse per aumentare l'indennità del commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria: un commissario straordinario di cui non c'è traccia da quando, la scorsa estate, è stato nominato.
Non abbiamo ancora neanche l'ombra di un programma di che cosa questo commissario sull'edilizia penitenziaria dovrebbe fare; eppure, ci sono e si trovano le risorse per aumentare la sua potenza di azione.
Con questo emendamento suggerivamo semplicemente qualche direzione in cui effettivamente poter veicolare risorse rispetto al tema dell'edilizia penitenziaria, perché non crediamo che la sola risposta del “facciamo un commissario, perché bisogna fare più carceri, perché le carceri italiane sono sovraffollate” sia sufficiente a rispondere a quella che, ormai, è un'emergenza di proporzioni davvero preoccupanti. Noi cosa proponiamo in questo emendamento?
Chiediamo che si creino spazi per garantire il diritto all'affettività delle persone detenute. Chiediamo che si realizzino interventi per differenziare i circuiti penali in base alla gravità della pena. Chiediamo che ci sia un ampliamento degli spazi in modo da consentire ciò che dà un senso alla pena, quindi le attività di avviamento al lavoro, di formazione, di rieducazione. Questo perché? Perché crediamo che la pena non sia una vendetta. Lo Stato non si vendica nel momento in cui punisce chi sbaglia; non umilia.
Questo è un punto importante che, però, deve trovare sostanza anche in qualche misura concreta, altrimenti siamo qui solo a istituire e a finanziare commissari straordinari che poi, però, di risultati non ne portano a casa. È un aspetto importante su cui vorrei che il Governo tornasse indietro, dando un segnale, anche concreto, di una visione rispetto al problema del sovraffollamento delle carceri e alla direzione da intraprendere per trovare una soluzione. La direzione deve essere quella scritta nella nostra Costituzione, che è la direzione della rieducazione, perché dobbiamo dire, anche con le leggi che scriviamo e che votiamo, che senza la dignità della persona detenuta non può esserci una rieducazione. Una persona che tra le braccia dello Stato viene costantemente e sistematicamente umiliata, molto difficilmente potrà essere rieducata.
E allora abbiamo due strade davanti per le 63.000 persone detenute in Italia in questo momento: la morte, perché mi sembra che al momento sia questo l'andazzo (già abbiamo 8 suicidi nei primi 20 giorni del 2025), oppure, seconda strada, la recidiva. E allora dov'è la giustizia? Dov'è la sicurezza che in continuazione sbandieriamo quando poi facciamo le dichiarazioni in televisione?
Con questo emendamento noi abbiamo avanzato alcune proposte concrete. In Commissione non c'è stato modo, ovviamente, come sempre, di far cambiare idea al Governo. Oggi siamo qui a fare un ultimo appello su come utilizziamo l'ampliamento dell'edilizia penitenziaria, perché il modo in cui lo facciamo dice tanto di quale sia la nostra idea di giustizia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento, come dicevo prima, per noi è decisivo e riguarda la concreta messa a terra dei principi costituzionali all'interno dei nostri istituti penitenziari. Per far capire quanto è importante questo emendamento, porto alcuni dati che sono sotto gli occhi di tutti e che, ormai, sono conosciuti ai più.
L'anno appena trascorso ha registrato 90 suicidi, di cui 7 agenti di Polizia penitenziaria. Abbiamo una popolazione detenuta che, ormai, sfiora i 63.000 detenuti, a fronte dei posti regolamentari, che sono circa 47.000. Abbiamo istituti penitenziari con un indice di sovraffollamento molto superiore al 200 per cento. Quindi, è una situazione assolutamente insostenibile.
A fronte di questi numeri - che, poi, non sono soltanto numeri, ma, dietro di essi, c'è la vita reale delle persone detenute e delle persone che lavorano nei nostri istituti penitenziari -, crediamo che il commissario straordinario debba non solo assumere su di sé l'impegno di rendere i nostri istituti penitenziari luoghi di corretta espiazione della pena - perché chi ha sbagliato deve correttamente pagare il suo debito nei confronti dello Stato -, ma anche porre il detenuto e chi lavora negli istituti penitenziari in una condizione umana o, perlomeno, decente. Questo si può fare soltanto se creiamo adeguati spazi, affinché il detenuto possa intraprendere un percorso di trattamento, di cura, di formazione, che lo possa portare a vedere una strada diversa da quella che ha intrapreso, altrimenti ci troveremo sempre allo stesso punto.
E non sono io a dirlo, sono i dati concreti a dircelo. I dati concreti ci dicono che i detenuti che sono impegnati in attività lavorative, formative e culturali hanno un tasso di recidiva molto basso. A fronte di una recidiva del 70 per cento per quei detenuti che non svolgono nessuna attività trattamentale, a partire dalla scuola, per finire ad attività lavorative e di formazione diversificata, la recidiva tra quei detenuti che hanno la volontà e che decidono, invece, di seguire percorsi trattamentali è di 1-2 detenuti su 10.
Questo vuol dire che 8 detenuti su 10 di quelli che seguono un percorso di scuola, di formazione e di lavoro, una volta scontata la pena, si reinseriscono nel tessuto sociale e non riprendono quella via delinquenziale che li ha portati a scontare la loro pena. Quindi, è un modo per salvare davvero la vita di persone che hanno sbagliato, che hanno pagato e stanno pagando il loro debito con la giustizia, ma è anche un modo per rendere dignitosa e più facile la vita di tutti coloro che lavorano all'interno degli istituti penitenziari.
Ecco perché davvero siamo stupiti dal fatto che un emendamento che chiede semplicemente al commissario straordinario di rendere più dignitose le nostre carceri, i nostri istituti penitenziari, sia stato ancora una volta bocciato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Più volte, il Ministro Nordio ha dimostrato di non sapere che Santo chiamare per ridurre, contenere o, meglio ancora, eliminare il dramma dei suicidi nelle carceri. Qui mettiamo sul tavolo alcune proposte, tra cui la possibilità di realizzare nelle strutture carcerarie spazi adeguati per coltivare in modo riservato le relazioni affettive.
È chiaro che il suicidio è provocato, in particolare all'interno delle strutture carcerarie, da uno stato di disperazione, dall'impossibilità di vedere un futuro. Ma, oltre al dramma del suicidio, pensiamo, più concretamente, al contenimento della recidiva. Laddove il commissario straordinario venisse incaricato anche di introdurre interventi specifici di edilizia penitenziaria nell'ambito degli spazi per lavoro, istruzione, formazione, cultura e ricreazione, davvero andremmo a compiere il principio di rieducazione della pena contenuto nella nostra Costituzione e, quindi, da questo punto di vista, anche a contenere la recidiva, con conseguenze anche sul contenimento del sovraffollamento nelle carceri .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.3 Dori, 6.4 Gianassi e 6.1000 Giuliano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.6 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'articolo 6 riguarda il carcere e gli istituti penitenziari. Approfittando della presenza del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, che ha anche una delega puntuale sul merito, vorrei ricordare alcuni fatti che sono accaduti e che riteniamo - sono convinta anche lui - non debbano accadere.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po' di silenzio. Prego.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Qualche mese fa, nel carcere di San Vittore, un ragazzo di 18 anni è morto prendendo fuoco nella propria cella. Era un ragazzo che aveva due condanne, che avevano determinato la totale incapacità di intendere e di volere.
Sottosegretario, pensiamo che un ragazzo di 18 anni, totalmente incapace di intendere e di volere, non possa essere in carcere e che, invece, ci debbano essere condizioni assolutamente diverse, che riguardino non solo questo giovane che ha perso la vita così drammaticamente, ma anche tutte quelle persone, quei detenuti che in carcere vivono un disagio psichico, psichiatrico o qualunque forma di dipendenza.
Qualche mese fa, avete approvato il decreto Carceri che prevedeva che questi detenuti non dovessero entrare in carcere, ma dovessero essere affidati a strutture residenziali non meglio precisate. Esistono comunità terapeutiche che, già oggi, hanno a proprio carico centinaia di persone, e oltre, ai quali danno cure, ovviamente, fermo l'impegno e il dovere di scontare la pena. Ci sono anche posti liberi. Ci risulta che ci siano comunità terapeutiche che hanno disponibilità di posti. La domanda è: perché, allora, quei detenuti non escono dal carcere e vanno a scontare la propria pena in quelle comunità? E perché non si interviene, anche attraverso la figura del commissario straordinario, non solo per migliorare l'edilizia penitenziaria, ma anche per dare quegli spazi trattamentali per l'affettività, di cui hanno parlato anche i colleghi? Il carcere non è soltanto un contenitore e, quando si parla del carcere, anche in termini di sicurezza, dovremmo tutti ricordare che, prima o poi, quei detenuti escono e che è meglio per tutti se escono in condizioni migliori di come sono entrati. Quindi, tutti dovremmo preoccuparci non di quando esce un detenuto, ma di come esce un detenuto .
Su questo nulla viene detto in questo decreto e nulla è stato detto nei decreti precedenti e, purtroppo, non c'è alcuna indicazione rispetto a quelle iniziative che oggi devono essere adottate immediatamente per abbattere il sovraffollamento, che non significa far uscire tutti, ma significa far uscire quelle persone, quei detenuti che hanno sconti di pena brevi, anche di pochi mesi, per reati per i quali si può e si deve fare questo tipo di attività, anche per l'abbattimento della recidiva, e perché, nelle condizioni attuali, credo che non faccia bene a nessuno che l'emergenza carcere non sia oggi una priorità per questo Governo.
In una recente visita fatta da alcuni Garanti dei detenuti ad un istituto penitenziario minorile di Torino, 8 ragazzi minorenni sono stati trovati a dormire per terra, perché non c'è spazio e non ci sono letti. Allora domando a me, ma anche a noi stessi: sono queste le condizioni con cui pensiamo che la pena possa essere scontata in un Paese civile, in un Paese fondatore dell'Unione europea, in un Paese che fa dei propri diritti e della propria Carta costituzionale un vanto? Noi pensiamo di no. Peccato che in questo decreto abbiamo trovato non una parola, ma neppure una virgola che riguardasse questi principi fondamentali .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.6 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.7 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 6.8 Gianassi, 6.9 D'Orso e 6.10 Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento, purtroppo, è stato bocciato; tendeva a ripristinare un aspetto, che noi riteniamo fondamentale, che, tra l'altro, ci è stato sollecitato al Senato da diversi auditi, ossia il confronto tra il commissario straordinario e i presidenti delle regioni, all'interno del quale il commissario straordinario individua la costruzione di nuovi istituti penitenziari.
Ecco, riteniamo che un presidente, che si vede costruire un istituto penitenziario nella propria regione, debba poter interloquire con il commissario straordinario.
Credo, tra l'altro, che i presidenti di regione a guida centrodestra non saranno contenti di questa vostra idea che taglia fuori, appunto, i presidenti di regione; tra l'altro, con questa norma vi esponete - e questo è stato plasticamente riferito da diversi auditi ascoltati in Senato - a tutta una serie di ricorsi che, oltre a tenere fuori i presidenti di regione, possono avere l'ulteriore ricaduta di paralizzare l'azione del commissario straordinario, rendendo assolutamente nulla tutta questa mastodontica struttura che avete messo in piedi e di cui ancora non abbiamo notizia e non abbiamo neanche a disposizione uno straccio di programma.
Quindi, il mio invito è a ripensare questo aspetto perché ritengo assolutamente fondamentale tenere in debita considerazione il parere ed avere un necessario confronto tra il commissario straordinario e il presidente di regione, anche in considerazione dei fortissimi poteri derogatori che sono stati assegnati al commissario straordinario. Altrimenti, davvero si rischiano di creare una struttura e una figura al di sopra della legge e al di sopra di qualsiasi possibilità di confronto .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.8 Gianassi, 6.9 D'Orso e 6.10 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.11 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche con questo emendamento proponiamo di riformulare la versione dell'articolo 6. Come è stato correttamente detto dalla collega Giuliano, che ha parlato prima di me, il Governo decide di tagliare fuori le presidenze delle regioni e le regioni dal lavoro che invece sarebbe dovuto avvenire d'intesa con il commissario straordinario.
Quindi, con questo emendamento proponiamo di reinserire la previsione dell'intesa con i presidenti di regione e in più - aggiungiamo - anche con i Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale che sono territorialmente competenti, perché sono figure che si impegnano quotidianamente nella realtà carceraria; hanno competenza, conoscono le dinamiche e possono offrire un contributo importante.
Se il Governo intende retrocedere sul ruolo e la rilevanza, anche strategica, dei Garanti, noi rispondiamo che non siamo d'accordo e con questo emendamento ne proponiamo un riconoscimento in una fase importante, quella della definizione degli interventi necessari a migliorare la situazione, estremamente fatiscente, dell'edilizia penitenziaria.
Noi pensiamo che, se il Governo non cambia passo e marcia, non abbandona questo approccio ideologico, toni inutilmente e ingiustamente trionfalistici, la situazione carceraria non solo non migliorerà, ma peggiorerà ulteriormente.
In questi giorni, a fronte dell'esaltazione del Governo, che raccontava di incrementi della Polizia penitenziaria, abbiamo assistito alle dichiarazioni dei sindacati della Polizia penitenziaria, che hanno citato i numeri: oggi, dopo due anni e mezzo di Governo, gli agenti della Polizia penitenziaria, che sono impiegati ogni giorno nel lavoro sulle carceri italiane, sono 36.000, esattamente come erano prima dell'insediamento del nuovo Governo. Dunque, nulla è cambiato da questo punto di vista.
È cambiato altro: ossia che, nel frattempo, la popolazione detenuta è salita da 56.000 a 63.000 unità e quindi lo stesso numero di agenti della Polizia penitenziaria, che già lavorava in condizioni di criticità, oggi è sottoposto a un carico estremamente più gravoso di quello di due anni e mezzo fa. Questo è lo straordinario risultato che questo Governo vanta, ad esempio, in tema di Polizia penitenziaria.
Insomma, abbandonate la demagogia, abbandonate toni trionfalistici. Il carcere italiano non merita toni trionfalistici, merita serietà e lavoro, d'intesa, ad esempio, anche con i Garanti, azione che avete dimenticato, perché, se non cambiamo velocemente passo, anzi se voi non cambiate velocemente passo il disastro, la tragedia umana alla quale noi assistiamo ogni giorno nelle carceri italiane diventerà sempre peggiore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Se il collega Gianassi lo consente, vorrei sottoscrivere questo emendamento, perché lo ritengo molto chirurgico, ma anche molto, molto opportuno. Vedete, questo emendamento, nella fase di progettazione che dovrà affrontare il commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria in vista della realizzazione di nuovi istituti penitenziari, ma anche della ristrutturazione e riqualificazione di quelli già esistenti e fatiscenti (perché molti sappiamo che sono anche fatiscenti e non adeguati rispetto alle stesse finalità a cui dovrebbero presiedere), mira a introdurre, in quel momento, quindi a valle della progettazione, la possibilità di ascoltare i suggerimenti e il parere dei Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale territorialmente competenti, quindi i cosiddetti Garanti regionali, nonché i rappresentanti, sempre territorialmente competenti o comunque radicati, della Conferenza nazionale del volontariato della giustizia.
Perché è importante questo coinvolgimento? Perché noi dobbiamo sicuramente ripensare alcuni aspetti, anche a fronte di recenti interventi della Corte costituzionale che, ad esempio, ha sancito il diritto all'affettività e, quindi, la necessità di realizzare, nelle strutture carcerarie, ambienti dove poter consentire incontri, preservando l'intimità, quindi al di fuori del controllo visivo degli agenti di Polizia penitenziaria. Ecco, dobbiamo chiaramente ripensare - ed è questo il momento, perché è qui che sembra si stia mettendo mano ad una ristrutturazione e realizzazione di nuove carceri - proprio l'ambiente carcerario alla luce di questa sentenza, quindi con questi ambienti, ma anche alla luce della necessità più profonda, forse, che si impone per rendere coerente il sistema penitenziario rispetto alla finalità rieducativa della pena, che è quindi quella di incrementare il più possibile l'attività trattamentale.
Nel momento in cui abbiamo la necessità di incrementare le attività trattamentali, abbiamo chiaramente anche la necessità di pensare ambienti adeguati a quelle attività trattamentali e faccio alcuni esempi concreti: attività di laboratorio teatrale.
Noi in legge di bilancio, grazie a un emendamento del collega Raffaele Bruno, quindi un emendamento fortemente sostenuto dal MoVimento 5 Stelle, siamo riusciti a finanziare per la prima volta, quindi a mettere su un fondo, le attività teatrali negli istituti penitenziari. Ebbene, se non saremo in grado di progettare degli ambienti che possano essere adeguati proprio per questo tipo di attività, avremo vanificato, ad esempio, questo finanziamento, questo importante segnale che vogliamo dare. Ma potrei fare anche ulteriori esempi: incrementare anche le biblioteche, incrementare soprattutto, ad esempio, anche le discipline sportive all'interno delle carceri, e, quindi, pensare a istituti con degli annessi a servizio degli impianti sportivi.
Per questo è importante che un commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria non si chiuda all'interno di una stanza e progetti in solitudine - potremmo dire così - secondo, magari, degli altri standard e degli altri requisiti prettamente tecnici che vanno bene, magari, per altri tipi di infrastrutture, ma dobbiamo sapere che le infrastrutture carcerarie non sono infrastrutture come tutte le altre, perché anche la realizzazione, come si progetta uno spazio o un ambiente, può incidere proprio sulla finalità ultima che deve avere, appunto, l'espiazione di una pena, la finalità - abbiamo detto - rieducativa, la finalità del reinserimento nella società, del riscatto - potremmo dire - dei soggetti detenuti, l'accompagnamento a quello che poi, un giorno, sarà il ritorno alla libertà, il ritorno nella comunità e, quindi, anche la possibilità di coltivare delle relazioni con l'esterno.
Se noi non coinvolgiamo chi tutto questo difende, chi porta questa sensibilità in questo momento della progettazione, chiaramente stiamo sbagliando tutto e vanificando anche quello che voi stessi state facendo, che è la nomina di un commissario straordinario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.11 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.12 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento tendiamo a ripristinare un barlume di legalità all'interno di quella che sarà l'azione del commissario straordinario, perché, pur rendendoci conto che, trattandosi di un commissario straordinario, naturalmente, avrà dei poteri aggiuntivi e, appunto, dei poteri straordinari, però non possiamo accettare che il commissario straordinario e la struttura di supporto che avete previsto possano agire in dispregio della legge, addirittura al di sopra della legge, perché gli unici vincoli che avete previsto per giudicare - per così dire - l'azione del commissario straordinario sono dei vincoli davvero poco stringenti.
Voi avete previsto che il commissario straordinario debba agire soltanto nel rispetto della legge penale - quindi ad esclusione di ogni altra disposizione di legge diversa da quella penale -, nel rispetto della Costituzione, dei principi generali dell'ordinamento giuridico, nel rispetto del codice antimafia e del codice che contiene le misure di prevenzione, oltre che, ovviamente, delle norme da cui discendono gli obblighi internazionali derivanti dall'Unione europea. Ebbene, da questa elencazione, come sarà chiaro a tutti, viene espunto tutto quell'insieme di norme che disciplinano e che riguardano la responsabilità civile, la responsabilità amministrativa e la responsabilità contabile del commissario straordinario e della sua struttura di supporto.
Il commissario straordinario, per il compito che dovrà adempiere, di cui ancora noi non sappiamo nulla - e tra l'altro, anche questa è già una prima anomalia - ovviamente avrà a disposizione nelle proprie mani una quantità di soldi molto, molto, molto importante e sarà chiamato a stilare dei progetti che impattano sui diversi territori nazionali. Pertanto, riteniamo che sia estremamente grave che la sua responsabilità sia limitata soltanto all'ambito penale.
Quindi, il commissario straordinario potrà rispondere solo se nella sua attività commette un reato e nient'altro. Pertanto, non ci sarà responsabilità civile anche nei confronti dei terzi e pensiamo ai cittadini che subiscono danni per una mala gestione del commissario straordinario; non ci sarà nessuna responsabilità amministrativa, e pensiamo a un provvedimento amministrativo abnorme, assolutamente illegittimo, in danno non solo dello Stato e delle risorse pubbliche, ma anche dei cittadini, che, quindi, non avranno nessuna possibilità di tutela e nessuna sede in cui far valere le proprie ragioni; pensiamo, poi, alla responsabilità contabile, perché mettete nelle mani del commissario e di una struttura di supporto una quantità enorme di risorse pubbliche e lo Stato ha le mani legate, perché non potrà far valere, in caso di errori e in caso di danni erariali, la responsabilità del commissario straordinario, che, quindi, potrà agire con le mani libere ma in senso negativo, quindi senza rispondere a nessuno se non in caso di commissione di un reato. Per noi tutto questo è davvero inaccettabile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.12 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.14 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento chirurgico che vuole fare una cosa in particolare, che è quella di restituire un minimo di centralità a questo Parlamento anche in occasione di questo provvedimento e della istituzione di questo commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria. Perché dico questo? Ogni anno, in particolare entro il 30 giugno di ogni anno, è previsto che il commissario trasmetta al Ministro della Giustizia, al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e al Ministro dell'Economia e delle finanze una relazione sullo stato di attuazione del programma, quindi di questo programma di edilizia penitenziaria. Ebbene, io non comprendo perché sia stato escluso il Parlamento da questo procedimento informativo, perché poi è un'informazione che il commissario straordinario porterà al Governo. Non vedo perché non debba essere informato della medesima attività anche il Parlamento. Io trovo questo continuo esautorare le prerogative parlamentari, questo continuo marginalizzare - per non dire altro - il Parlamento ormai una costante di questo Governo inaccettabile.
Quindi, con questo emendamento chirurgico io tento - e tenterò di farlo sempre, in tutte le occasioni in cui mi sarà possibile - di ripristinare quella che dovrebbe essere la dignità, l'autorevolezza e la centralità di questo Parlamento. Questo è il motivo per cui insisto in un ulteriore supplemento di riflessione, perché davvero non comprendo questa assoluta chiusura del Governo nei confronti di un altro potere dello Stato, che è quello legislativo, che dovrebbe, comunque, essere assolutamente coinvolto nei processi così importanti del nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.14 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.15 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.16 D'Orso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.17 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.18 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Una delle poche cose che avete fatto con questo decreto in materia di giustizia, per quanto riguarda il commissario straordinario e la struttura di supporto, è quella di aumentare le indennità, tanto al commissario straordinario, quanto alla struttura di supporto. Ebbene, è una struttura di cui non abbiamo contezza in nessuna maniera e l'unica cosa che fate è aumentare l'indennità. Ma, soprattutto, con questo emendamento, proponiamo di sopprimere la seconda parte di quanto avete previsto che riguarda gli esperti che possono entrare a far parte della struttura di supporto al commissario straordinario.
Perché, in primo luogo, prevedete un massimo di cinque esperti, ma non si capisce né di che settore dovranno essere esperti, né in che modo dovranno essere scelti. L'unica cosa che si prevede - e qui ne sollecitiamo la soppressione - è un aumento molto considerevole dell'indennità, che passa da un importo minimo di 60.000 euro a un importo di 80.000 euro, fino a un massimo che passa dai 300.000 euro precedenti ai 400.000 euro attuali.
Ecco, non vediamo alcuna necessità di prevedere un aumento così considerevole di questo importo, anche considerato che avete previsto la possibilità che di questa struttura commissariale facciano parte anche esperti che già esplicano la loro attività all'interno della pubblica amministrazione e che, quindi, conserverebbero il loro trattamento economico nella pubblica amministrazione di appartenenza e a questo trattamento aggiungerebbero questa ulteriore esosa indennità che voi prevedete.
Riteniamo - tra l'altro ne parlerò più in là - che i fondi che vi occorrono per aumentare l'indennità del commissario straordinario e degli esperti che lo coadiuveranno vengano presi da alcuni fondi speciali del comparto giustizia che sono assolutamente necessari per il funzionamento del nostro sistema e che voi invece andate ingiustificatamente a depauperare proprio per aumentare queste indennità .
PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.18 Giuliano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.19 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.21 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.22 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.23 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.24 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. In questo decreto - lo dicevo prima - c'è un problema enorme e riguarda le coperture, perché una delle poche cose che vi è venuto in mente di fare con un decreto-legge in materia di giustizia è quella di aumentare l'indennità del commissario straordinario della struttura commissariale di supporto. A fronte di aumenti così cospicui dei loro compensi, ovviamente, servono risorse. E dove andate a prenderle? Andate a prenderle, intaccando tre fondi speciali del comparto giustizia, che invece riteniamo assolutamente necessari e da incrementare più che da intaccare.
Andate a prendere questi fondi dal Fondo per la giustizia riparativa, un tema, questo, fondamentale e che abbiamo valorizzato, in particolare, con la riforma Cartabia. E anche in questo modo esprimete la vostra idea di giustizia. Ricordo, infatti, che la giustizia riparativa è un efficace strumento per far riconciliare chi ha sbagliato con la vittima del reato e costituisce uno strumento di attenzione particolare alle persone offese e alle vittime dei reati che, anche grazie agli strumenti di giustizia riparativa, riescono ad avere una ulteriore risposta di giustizia alla loro domanda di giustizia. Quindi, una cosa davvero importante, una di quelle cose che può funzionare e che deve funzionare nel nostro Paese, fate in modo che non funzioni, togliendo i fondi.
Ancora. Andate a prendere i soldi dal Fondo per il rimborso delle spese legali agli imputati assolti; un fondo che è stato predisposto dal Governo Conte 2 durante il Ministero presieduto dal Ministro Bonafede. Anche in questo caso, vi contraddite: con le parole dite una cosa, con i fatti ne fate un'altra.
Ma ancora più importante è che andate a togliere i soldi al Fondo istituito per la riforma della magistratura onoraria, che è stata portata a conclusione da poco; e lo fate in un momento cruciale in cui la giustizia di prossimità, i giudici di pace, i magistrati onorari sono in forte difficoltà, sono in sottorganico; quindi, sono in forte difficoltà e lo saranno ancora di più, poiché a breve ci sarà l'ampliamento delle loro competenze. Quindi, a fronte di un maggior carico di lavoro, di un maggiore stress, di una maggiore responsabilità e di un maggiore apporto chiesto ai magistrati onorari e ai giudici di prossimità per il funzionamento del nostro sistema giustizia, andate a depauperare quel fondo che è invece fondamentale; e anche qui date un segnale assolutamente contrario rispetto alle vostre bellissime parole.
Andate a depauperare proprio quel fondo che serve per portare avanti la riforma della magistratura onoraria e per dare riconoscimento a tutto il lavoro fatto in questi anni da un comparto fondamentale nel settore giustizia.
Con questo emendamento noi andiamo a suggerire - con questo e anche con l'emendamento successivo - altri fondi da cui poter prendere questi soldi; andiamo ad intaccare, per esempio, i sussidi ambientalmente dannosi. La preghiera - e credo purtroppo che non verrà ascoltata - è di non andare a intaccare, per l'ennesima volta, i fondi in materia di giustizia, che sono davvero essenziali per il funzionamento del nostro sistema .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.24 Giuliano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.25 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 7.1 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Qui inizia tutta una serie di emendamenti volti a migliorare il funzionamento dello strumento del braccialetto elettronico. Teniamo presente che al riguardo la legge n. 168 del 24 novembre 2023 ha apportato una significativa modifica, perché il braccialetto è diventato lo strumento che deve essere applicato di dal giudice in tutti i casi di denuncia per violenze domestiche, quindi, di fatto eliminando la discrezionalità. Però questo cosa ha comportato? Ha fatto sì che le attivazioni mensili dei braccialetti siano state incrementate in maniera ovviamente rilevante. Parliamo di un aumento del 600 per cento del numero medio annuo di braccialetti attivi. Ovviamente, parallelamente sarebbe stato necessario prevedere idonee risorse di uomini, di personale ovviamente che andasse a monitorare questo incremento. Così non è stato e si è verificata, appunto, tutta una serie di malfunzionamenti che hanno causato non solo difficoltà operative da parte delle Forze dell'ordine, ma una mancanza assoluta di tutela per le vittime che si sono fidate, hanno fatto denuncia e, purtroppo, con uno strumento che non ha funzionato, hanno riportato danni irreparabili.
Così come è successo - è doveroso ricordarlo - alla signora Celeste Palmieri, che aveva 56 anni, era madre di cinque figli ed è stata uccisa dal marito, dal quale si stava separando, che più volte aveva denunciato per maltrattamenti e alle Forze dell'ordine. Nei confronti dell'uomo era stato, ricordiamolo, emesso un divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, ma il meccanismo che doveva tutelare la signora Celeste si è inceppato, così lui le ha sparato e poi si è tolto la vita.
Non è bastato, inoltre, il braccialetto elettronico nemmeno per salvare la signora Camelia Ion dall'aggressione dell'ex compagno a Civitavecchia, così come non è bastato a evitare il femminicidio di Roua Nabi a Torino. Tre donne, tra le altre, che avevano denunciato il proprio carnefice e che si erano - lo ripeto - affidate alla giustizia che però non le ha protette.
E poi potrei aggiungere anche Marta, maestra violentata e stalkerizzata a cui è stato detto: “il dispositivo non funziona e non c'è nulla da fare”.
Sono appunto le stesse Forze dell'ordine che hanno denunciato questi malfunzionamenti. I braccialetti elettronici - è doveroso dirlo - sono strumenti utilissimi, ma devono funzionare alla perfezione e, se ovviamente questo non accade, è perché molto spesso chi è preposto a migliorare le norme non ascolta, come sta succedendo adesso in quest'Aula del Parlamento, in cui si sta parlando di vittime che hanno perso la vita e nessuno ascolta . Perché è questo il vostro interesse per il contrasto alla violenza sulle donne, vi dovete vergognare! Vergognatevi!
PRESIDENTE. Colleghi… grazie, onorevole Ascari.
STEFANIA ASCARI(M5S). Non ho finito, Presidente.
STEFANIA ASCARI(M5S). Stavo dicendo che questo emendamento vuole introdurre un miglioramento per quanto riguarda il funzionamento dei braccialetti elettronici, in particolare per quanto riguarda l'operatività che non è solo relativa alla fattibilità tecnica, ma anche a quella operativa, perché bisogna verificare che il braccialetto funzioni, soprattutto nei luoghi dove vive la vittima, dove lavora, quindi monitorare le condizioni personali; perché se questo non funziona, deve essere immediatamente segnalato al pubblico ministero e al giudice in modo da applicare, eventualmente, una misura diversa, così come la vittima, la persona offesa - come è stato espressamente richiesto in questo emendamento - deve sapere in ogni momento dove si trova chi potrebbe farle del male.
Quindi, deve essere accertato che questa comunicazione sia effettiva, ma soprattutto che le arrivi, altrimenti, purtroppo, dovremo, in quest'Aula, ancora parlare di donne che hanno perso la vita .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Si dà atto che l'onorevole Dell'Olio sottoscrive l'emendamento in esame.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 7.2 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, ovviamente, si tratta di un emendamento di buonsenso che vuole costruire - in un'ottica veramente di rete, di lavoro di squadra - un sistema di funzionamento per quanto riguarda il dispositivo del braccialetto elettronico, che funzioni al meglio. Anche qui, come nell'emendamento 7.1 Ascari, si chiede semplicemente di aggiungere il controllo sulla funzionalità operativa e quindi in concreto non si comprende proprio il perché ci sia questo muro da parte della maggioranza e del Governo su una soluzione che è stata richiesta, tra l'altro, dalle stesse Forze dell'ordine, anche nel corso delle stesse audizioni, dalle stesse persone che costantemente ruotano attorno al fenomeno criminale e strutturato della violenza di genere.
E, quindi, questo è un mero correttivo che andrebbe a dare un ulteriore supporto verso una tutela, che, lo ripeto, deve essere effettiva nei confronti delle vittime di violenza che vivono H24 in una situazione di paura, di morte, di terrore, di angoscia e di tormento continuo. Questo aiuterebbe concretamente, nero su bianco, a fare anche questa ulteriore verifica sulle condizioni concrete, di vita, lavorative e operative in cui si trova la vittima. Poi, poiché nella pratica, nei casi di imputati a cui è applicato il braccialetto elettronico, questi soggetti reiteranti e abituali hanno già capito che basta non caricare la batteria del braccialetto elettronico per continuare con dolo, e quindi con una volontà consapevole, cosciente e perfetta, a tormentare la vittima, a continuare a perseguitarla, qualora ci sia questa condotta reiterata e criminale volta a fare del male alla persona offesa, si chiede di intervenire in modo concreto con un aggravamento della misura, in modo da far comprendere che, qualora ci sia un errore, a pagarne le conseguenze, prima di tutto, non deve essere la vittima .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.2 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 7.3 Dori.
Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Anche noi, con questo emendamento, poniamo il tema braccialetto elettronico, prevedendo in particolare la sostituzione del capoverso 97 all'interno dell'articolo 7, comma 2 (quindi, con una riscrittura totale di quel comma), e attribuendo, di fatto, il compito al Ministro dell'Interno, di concerto con il Ministro della Giustizia e il Ministro per la Famiglia, con decreto. Quindi si darebbe compito ai Ministeri di individuare, in maniera precisa e omogenea, le modalità per l'accertamento della fattibilità tecnica, le modalità di verifica periodica della fattibilità tecnica, le modalità di applicazione e le modalità di rilevazione e gestione degli allarmi. A nostro parere, recependo, tra l'altro, quanto è stato suggerito già in Senato, anche in fase di audizione, questa è la formulazione più efficace e più opportuna, che rende davvero omogenee e precise tutte queste regole, anche di natura tecnica, dando il compito ai Ministeri di individuarle con decreto. Penso che, da questo punto di vista, sarebbe davvero opportuna la sua approvazione in modo da rendere operativo ed efficace uno strumento di cui condividiamo tutti l'utilizzo, ma che purtroppo molto spesso vediamo essere poco efficace nell'applicazione pratica .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.3 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1000 Soumahoro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 7.4 Ascari.
Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento, in realtà, raccoglie soluzioni che provengono da un panorama internazionale e da un'analisi che è stata fatta per evidenziare e apporre accorgimenti da parte di alcuni Stati che le hanno già messe in atto e finalizzate per rendere ancora più efficiente l'utilizzo del braccialetto elettronico nei casi di violenza domestica: per esempio, l'applicazione del braccialetto subordinata alla previa analisi di adeguatezza della misura rispetto alla fattispecie concreta da parte dell'autorità giudiziaria.
Noi abbiamo anche ricordato in Commissione giustizia che in Francia, ad esempio, il giudice nel disporre la misura valuta tutti gli elementi relativi alla situazione familiare, materiale e sociale delle parti con l'obiettivo di massimizzare l'efficacia del potere di deterrenza e tutela del . In alcuni Paesi, come per esempio la Spagna e la Germania, il magistrato viene supportato nella decisione di imporre un braccialetto elettronico da commissioni , che valutano il livello di rischio e altre circostanze, consentendo la sua applicazione nei casi più idonei.
Abbiamo tradotto questi suggerimenti in questo emendamento, volto a cercare di migliorare tutti quegli aspetti che, ancora oggi, comportano ritardi e lentezza, inserendo tempi anche per quanto riguarda gli operatori che devono attivare i , dato che a volte ci mettono troppo tempo, così come controlli da parte delle Forze dell'ordine. Tutto ciò in un'ottica di tempestività, visto che le vittime di violenza non hanno tempo e non hanno margine e deve essere data immediatamente una tutela che sia sicura ed effettiva. È tutto concentrato in questo emendamento di buonsenso e volto unicamente a migliorare la funzionalità di uno strumento che, se non è adeguatamente provato da un punto di vista tecnico e operativo, può causare danni irreparabili .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.4 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 7.5 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Qui si chiede di mettere risorse nel comparto giustizia, in particolare per quanto riguarda gli accertamenti della fattibilità tecnica e operativa e di aumentare i fondi e le spese per un monitoraggio e un controllo che è aumentato del 600 per cento, visto che adesso c'è un'applicazione automatica. Per farlo, servono uomini, risorse, formazione e competenza: senza risorse, tutto questo viene meno ed è tutta propaganda e bandierine .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.5 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 7.7 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento fondamentale, perché riguarda la formazione della persona offesa, della vittima, che, il più delle volte, non sa come funziona il braccialetto elettronico. Questo è il primo problema, o meglio, il cuore del problema.
Infatti, per dare una protezione effettiva serve anche che la persona offesa sia consapevole e, soprattutto, abbia il diritto a ricevere una formazione adeguata e tempestiva riguardo a uno strumento del quale, se non se ne conosce in modo idoneo l'operatività, le conseguenze possono essere veramente gravissime. Allora, cosa si chiede? Che la formazione includa, innanzitutto, la funzionalità del dispositivo. Occorre sapere che, per esempio, in una galleria o all'interno di un ascensore, viene meno la connessione e non subito riparte, se ci sono problemi di rete. Questo ovviamente deve essere saputo da chi rischia la propria vita. Ed ancora, istruzioni sui canali di segnalazione, di contatto in caso di emergenza, perché deve sapere immediatamente cosa fare, chi chiamare, a chi rivolgersi, qualora chi le può fare del male è vicino; ed ancora, assistenza sui diritti e le tutele applicabili alla persona offesa.
Questi sono aspetti fondamentali; in alcuni Paesi viene rilasciato un opuscolo informativo in modo che la persona offesa possa anche guardare, avere sottomano, capire, ricontrollare come funziona il ed è un accorgimento veramente piccolo, ma fondamentale. Veramente, bastava poco con una volontà condivisa, veramente in un'ottica di tutela delle vittime di violenza di genere; ma evidentemente questa volontà non c'è .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.7 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 7.6 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. In questo emendamento diamo tutta una serie di indicazioni che devono essere eseguite, volte appunto a un effettivo accertamento dell'operatività del braccialetto elettronico. In particolare, occorre verificare, nei casi specifici, le caratteristiche dei luoghi, le distanze, la copertura di rete, la qualità della connessione e i tempi di trasmissione dei segnali elettronici del luogo o dell'area di installazione, la gestione dei predetti mezzi o strumenti e ogni altra circostanza rilevante in concreto, ai fini della valutazione dell'efficacia del controllo sull'osservanza delle prescrizioni imposte all'imputato.
Questa è la prima forma di controllo che deve essere verificata andando proprio sui luoghi e capire se effettivamente il braccialetto è operativo, funziona e manda segnali. Così come ci deve essere una modalità di verifica periodica, costante, con una certa cadenza (noi abbiamo previsto almeno mensile) della fattibilità tecnica e, ripeto, ivi compresa quella operativa, tenuto conto anche del concreto funzionamento degli strumenti elettronici di controllo. Ci deve essere un monitoraggio costante, visto che il tutto dipende da un sistema di connessione e di rete.
Ed ancora, le modalità di applicazione degli strumenti elettronici di controllo, ivi compresa l'illustrazione all'imputato e alla persona offesa delle modalità di funzionamento dei dispositivi da parte di personale specificamente formato sulla violenza nei confronti delle donne e domestica, con consegna di apposite istruzioni. Cosa che oggi non avviene; c'è una totale ignoranza sull'utilizzo del braccialetto elettronico. Ed ancora, le modalità di rilevazione e gestione degli allarmi generati dai dispositivi elettronici di controllo, anche attraverso un unico centro elettronico di monitoraggio nazionale, oltre che vigilanza. Questo per avere un controllo omogeneo e centralizzato, tenendo conto che noi abbiamo portato in sede di Commissione giustizia anche spunti per quanto riguarda il monitoraggio degli allarmi.
Addirittura, si è visto che per migliorare il sistema e gestire il numero rilevante di allarmi in modo efficiente, senza bloccare l'operatività delle Forze dell'ordine, in diversi Stati, tra cui Francia, Spagna e Stati Uniti, il monitoraggio viene affidato a società private che effettuano una prima analisi degli allarmi, a valle dei quali, sulla base dell'esito della valutazione, allertano le Forze di Polizia. Ad esempio, in Francia si prevede che, qualora il soggetto sottoposto a misure superi il cosiddetto perimetro di pre-allerta, sia l'operatore della società privata addetto alla sorveglianza a contattarlo per invitarlo ad allontanarsi e, in caso di superamento della distanza di allarme, sempre l'operatore avvertirà la vittima e le Forze dell'ordine, affinché possano intervenire. Questi sono suggerimenti concreti volti ad avere una funzionalità corretta e per salvare e tutelare le vittime di violenza di genere .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.6 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 7.8 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. In questo emendamento prevediamo che la Polizia giudiziaria, prima di dare esecuzione al provvedimento di applicazione del dispositivo di controllo elettronico, sia obbligata - qui prevediamo espressamente l'obbligo - a verificare il corretto funzionamento del braccialetto elettronico presso i luoghi in cui si trovano sia l'indagato sia la vittima, indipendentemente dalla disponibilità di copertura della rete e del . Questo deve essere un obbligo in un Paese come il nostro in cui viene ammazzata una donna ogni tre giorni. Dal 2000 ad oggi sono oltre 3.000 le vittime di violenza e non c'è giorno in cui non si legga di un femminicidio con, purtroppo, alle spalle famiglie devastate, letteralmente a vivere un ergastolo e con figli costretti a crescere senza la madre e con un padre in carcere.
E allora margini di errore non ci possono essere , così come il perseverare nell'errore, come state facendo, impedendo di dare contributi che siano costruttivi in un'ottica di tutela delle vittime che si sono fidate nel momento in cui denunciano, dopo anni di umiliazioni, di violenze non solo fisiche, il più delle volte sono psicologiche, assistite, economiche. Nel momento in cui c'è uno strumento che non funziona, ovviamente, questa fiducia decade, ma soprattutto è la loro vita che, purtroppo, viene persa a causa di un femminicidio che poteva essere evitato.
Quindi, la Polizia è obbligata a verificare; inoltre, la verifica deve garantire che il dispositivo sia in grado di trasmettere segnali regolari e rilevare eventuali anomalie, adottando misure tecniche e operative idonee a evitare malfunzionamenti. Come abbiamo detto prima, qualora non vi sia copertura di rete, la Polizia giudiziaria è tenuta a documentare, a rappresentare le condizioni del luogo e comunicare immediatamente, ripeto, immediatamente al giudice l'esito della verifica in modo che possa adottare provvedimenti correttivi per garantire la sicurezza delle vittime. Questo è veramente un emendamento che si poteva approvare senza problemi .
PRESIDENTE. L'onorevole Ferrari intende sottoscrivere a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.8 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.01 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 7.02 Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Con questo articolo aggiuntivo, chiediamo, in modo molto semplice, che il Ministro dell'Interno possa venire a relazionare ogni sei mesi sull'applicazione del braccialetto elettronico, con particolare riferimento alla sua efficacia rispetto alla tutela delle persone offese. Quindi, da questo punto di vista, riteniamo opportuna una verifica non solo da parte del Ministero, ma anche da parte nostra, con una relazione alle Camere, in modo da realizzare davvero l'obiettivo finale, perché il braccialetto elettronico è uno strumento, ma l'obiettivo finale chiaramente è quello della tutela delle persone offese. Pertanto, non si comprende perché questo articolo aggiuntivo non possa essere accolto
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.02 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.03 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 7.07 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. In questo articolo aggiuntivo prevediamo la colonna portante della prevenzione, ossia una formazione obbligatoria e materiale per quanto riguarda le persone offese. Questo per garantire un'adeguata tutela delle persone offese, delle vittime, e una corretta gestione del dispositivo di controllo elettronico. È espressamente previsto un programma obbligatorio di formazione, con rilascio di idoneo opuscolo informativo.
È istituito l'obbligo - deve essere un obbligo - di fornire alle persone offese un percorso che non le abbandoni, ma che le assista; un percorso di formazione mirato, volto a spiegare le caratteristiche e il funzionamento del braccialetto elettronico, le procedure da seguire in caso di segnalazioni o malfunzionamenti, i comportamenti da adottare in caso di avvicinamento non autorizzato da parte della persona sottoposta a controllo.
Questa è veramente la colonna portante se si vuole garantire un'idonea consapevolezza e, soprattutto, una sicurezza effettiva nei confronti della vittima. Senza formazione, potete apportare tutte le norme che volete, ma non si risolverà mai nulla e bastava veramente poco .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.07 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 7.08 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Questo è un altro articolo aggiuntivo che andrebbe a risolvere una problematica estremamente frequente e pratica, che emerge nel momento in cui bisogna applicare lo strumento del braccialetto elettronico, ossia introdurre l'obbligo di allacciamento dei braccialetti da parte degli operatori telefonici entro una tempistica perentoria e ben definita. Questo perché nella pratica, mentre, da una parte, abbiamo una donna che si trova in una situazione di costante pericolo di persecuzione, di ansia e di angoscia - ripeto H24 -, dall'altra, purtroppo, questi tempi celeri non ci sono.
Allora, bisogna mettere paletti immediatamente, se si vuole garantire una tutela effettiva, ossia gli operatori telefonici incaricati dei collegamenti e dell'attivazione dei dispositivi elettronici di controllo, sono tenuti ad eseguire l'allacciamento e la messa in funzione degli stessi entro il termine perentorio di dieci giorni, decorrenti dalla ricezione della richiesta dell'autorità competente e non a distanza di tre mesi. Dieci giorni sono già tanti quando si parla di violenza sulle donne. Allora, bisogna essere tempestivi, immediati e prevedere anche una sanzione, perché, in caso di inosservanza del termine indicato, gli operatori sono soggetti a sanzioni amministrative, pecuniarie, oltre alle ulteriori misure correttive eventualmente disposte dall'autorità preposta alla vigilanza, perché, quando si parla di violenza di genere, di violenza sulle donne, non si scherza e non si perde tempo. Allora, anche questo era un correttivo che si poteva fare tutti insieme, veramente in un'ottica di tutela concreta .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.08 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 7.09 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Gli indagati che si macchiano di reati di violenza, di maltrattamenti e di sono persone che hanno caratteristiche ben precise, perché continuano a reiterare, a rifare quello che hanno commesso e, quindi, a provocare sofferenza, a fare del male. Allora, che cosa bisogna prevedere?
Innanzitutto, qualora sia applicato lo strumento del braccialetto elettronico, deve essere previsto un obbligo di mantenimento in funzione dei dispositivi elettronici di controllo, perché - come ho anticipato prima - hanno capito benissimo come si può eludere, come si può aggirare lo strumento del braccialetto elettronico: sebbene abbiano un caricabatterie non lo caricano. Ciò dimostra che questo strumento non funziona e le vittime, puntualmente, subiscono questi comportamenti dolosi e criminali sul luogo di lavoro, sotto casa, nel parco, in presenza dei figli, all'uscita della scuola, senza garantire un controllo doveroso.
Allora, con questo articolo aggiuntivo, si chiede che l'indagato, sottoposto a misura cautelare, che prevede l'utilizzo di dispositivi elettronici di controllo, è tenuto a mantenere tali dispositivi costantemente funzionanti, assicurandone la ricarica periodica e, in caso di negligenza dell'adempimento dell'obbligo senza giustificato motivo, è disposta una verifica d'ufficio della misura cautelare in corso, con possibilità di applicazione di una misura più gravosa, ai sensi dell'articolo 276 del codice di procedura penale.
E quindi ci devono essere una conseguenza concreta e un aggravamento della misura dal momento che si è reiterati nell'inosservanza di una misura cautelare che viene inflitta
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Mi rivolgo alla maggioranza, ovviamente tramite lei, Presidente. Trovo abbastanza scioccante quello che sta accadendo oggi in quest'Aula. Trovo scioccante il totale disinteresse di questa maggioranza per le tematiche di cui stiamo parlando. Non vorrei, fra poco più di un mese, ma anche per la festa della donna, ma anche il 25 novembre, sentire, qui in Aula, fiumi di parole in difesa delle donne. Oggi è il giorno in cui dimostrate che veramente volete la tutela delle donne ! Oggi dimostrate che siete contro la violenza sulle donne! Oggi lo dovete dimostrare, non il 25 novembre! Vergognatevi !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.09 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
L'onorevole Ferrari sottoscrive.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 7.06 Ascari. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Anche qui si apporta una modifica all'articolo 66 della legge 24 novembre 1981, n. 689, sempre nelle ipotesi di trasgressione nell'utilizzo del braccialetto elettronico, in cui si dice che, quando ci sono ipotesi di maltrattamento e di il magistrato di sorveglianza deve disporre, con decreto motivato, la provvisoria sospensione della pena sostitutiva e ordinare l'accompagnamento in istituto del trasgressore, perché una trasgressione comporta un errore fatale per la vittima e questo non deve succedere. Anche in questo caso, si tratta di un correttivo che potrebbe essere approvato in un'ottica di contrasto comune alla violenza di genere, ma in quest'Aula, in cui si tratta un tema così delicato, c'è un rumore fastidioso…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
STEFANIA ASCARI(M5S). …che è veramente irrispettoso soprattutto nei confronti delle vittime di violenza di genere, di cui voi tanto vi riempite la bocca con leggi di propaganda . Guardate quello che state facendo, guardate !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.06 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 8.1 D'Orso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, Presidente. Per sollecitare un'informativa del Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, in quest'Aula. Già la settimana scorsa, poco dopo l'annuncio - finalmente, aggiungerei - dell'accordo raggiunto per il cessate il fuoco a Gaza, dopo quasi un anno e mezzo di bombardamenti, stragi, crimini di guerra e genocidio sulla pelle del popolo palestinese, io e altri parlamentari delle opposizioni, in particolare, siamo intervenuti per chiedere che il Ministro venisse a riferire su quello che stava accadendo, soprattutto sul ruolo necessario del nostro Paese e della comunità internazionale, affinché, a fronte di quella bella notizia, che aveva provocato in quelle ore, giustamente, gioia, felicità e speranza tra i palestinesi e le palestinesi bombardati per 460 giorni dall'Esercito israeliano, tra le famiglie degli ostaggi e tra la popolazione civile israeliana, che pure si era opposta a questa assurda guerra…
PRESIDENTE. Colleghi, però, per cortesia, ascoltiamo l'onorevole Fratoianni.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). …il nostro Paese fosse in prima fila, in un'iniziativa politica in grado di consolidare quella luce di speranza e di trasformarla in un processo politico, attraverso atti concreti. In quell'occasione, avevamo osservato come fosse stato preoccupante, dal nostro punto di vista, ascoltare il Ministro degli Affari esteri, che, per prima cosa, in quell'occasione, si era preoccupato di chiarire che, qualora Benjamin Netanyahu, il criminale di guerra Benjamin Netanyahu, fosse venuto in Italia, ci saremmo ben guardati dall'eseguire il mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale, così violando le norme del diritto, dando un ulteriore colpo al diritto internazionale e umiliando, se possibile, ancor di più, il nostro Paese di fronte al mondo e anche alla storia.
Oggi torno a chiedere che con sollecitudine il Ministro venga a riferire, perché in queste ore, signor Presidente, colleghe e colleghi, tutti i principali siti di informazione aprono con la notizia dell'ennesima operazione militare. Questa volta, l'IDF, su ordine del Gabinetto di guerra, sta occupando la Cisgiordania, è intervenuto militarmente a Jenin. Nel giro di pochi minuti, da quando ho chiesto la possibilità di svolgere questo intervento sull'ordine di lavori fino ad adesso, il numero dei morti è già cresciuto ed è destinato a crescere. A meno di 48 ore dalla liberazione dei primi tre ostaggi israeliani e delle prime centinaia di detenuti e ostaggi palestinesi, spesso in preda alla detenzione amministrativa, l'Esercito israeliano ha ricominciato con operazioni militari nelle zone occupate della Cisgiordania. Credo, signor Presidente, che, di fronte a questa oscenità , che rischia, come peraltro è stato ricordato in queste ore dall'Autorità nazionale palestinese, di rimettere in discussione un accordo fragile, sia urgente che il Parlamento italiano discuta di quello che succede, per cercare di fare in modo che il nostro Governo e la comunità internazionale, anche per iniziativa del nostro Governo, prendano qualche misura per evitare che si ripiombi nell'inferno che abbiamo visto in questo anno e mezzo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per associarci alla richiesta di intervento a riferire in Aula da parte del Ministro degli Affari esteri. Il cessate il fuoco che c'è stato nei giorni scorsi è stata una notizia che il mondo aspettava da troppo tempo. In un nostro intervento, la settimana scorsa, abbiamo già chiesto che il Ministro degli Affari esteri venisse a riferire in Parlamento.
Credo sia un tema assolutamente vitale, di cui dobbiamo parlare, di cui quest'Aula deve discutere, perché la tregua è fragile, gli ostaggi devono ancora progressivamente essere rilasciati ma, nel contempo, assistiamo a massacri quotidiani. Ancora oggi la popolazione è inerme e civili, donne e bambini della Cisgiordania sono massacrati.
Ci sono temi e anche dichiarazioni che minano l'autorevolezza di un organismo così importante per la tutela del diritto internazionale, come la Corte penale internazionale, dichiarazioni anche del nostro Ministro degli Affari esteri che non sono state chiarite a sufficienza, mentre, nel contempo, continuano azioni, da parte di alcuni Governi, per diminuire, sminuire l'autorevolezza di un organismo così significativo. Adesso, davvero deve prevalere la pace, deve prevalere la tutela di tutti i civili, deve prevalere il ritorno ordinato e totale degli ostaggi, ma anche la sicurezza di chi continua a vivere non solo a Gaza, ma anche nei territori della Cisgiordania.
Questo è un argomento che riguarda non solo loro, ma il mondo e crediamo sia fondamentale che quest'Aula ne possa parlare e che, quindi, il Ministro degli Affari esteri venga a riferirne .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Ci associamo alla richiesta dei colleghi e ci piacerebbe che questa informativa fosse all'insegna dell'onestà. Se Tajani venisse e ci dicesse: cari colleghi, la Meloni ha preso impegni con Trump per cui bisogna coprire politicamente tutto quello che fa Israele; copriremo tutti i crimini di Israele, non parleremo più di diritto internazionale, perché è un'ipocrisia parlare di diritto internazionale in Ucraina e non menzionarlo a Gaza; ecco, se venisse con questo spirito, noi saremmo disposti anche a ragionarci.
È chiaro che chiediamo questa informativa sperando che ci sia questa ammissione, cioè che Israele e Netanyahu possono fare quello che vogliono nel mondo: possono andare all'ONU e trattare l'ONU come l'ultima delle riunioni del peggior condominio che esista; possono commettere crimini; possono, da un lato, firmare una tregua e, il giorno dopo, riaprire un altro fronte di guerra.
Allora, parliamo in maniera trasparente e onesta. Quindi, vorremmo un'informativa di questo genere, sapendo che ci sarà l'ennesima ipocrisia perché a Israele è concesso tutto, con la copertura politica di Trump e Meloni che coprono coscientemente un criminale di guerra .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Prima di dare la parola al rappresentante del Governo, vorrei rappresentare a tutti che i nostri tempi sono, ovviamente, compressi rispetto alle 18,30, quando avremo l'informativa del Ministro Salvini.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2196/1 Cafiero De Raho parere favorevole, previa riformulazione. Escluse le premesse, si esprime parere favorevole, previa riformulazione dell'impegno nei seguenti termini: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di una riorganizzazione della magistratura onoraria di pace, anche al fine di superare le problematiche connesse agli organici e alla scopertura degli stessi”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/2 Giuliano parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/3 Ascari parere favorevole, previa riformulazione in questi termini: sempre escluse le premesse: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di intraprendere iniziative utili anche tese al monitoraggio dei profili applicativi inerenti alle modalità di controllo del cosiddetto braccialetto elettronico”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/4 Grimaldi parere favorevole, previa riformulazione, che sarebbe come quella relativa all'ordine del giorno n. 9/2196/1 Cafiero De Raho, ovverosia: espunte tutte le premesse, impegna il Governo: “a valutare l'opportunità di una riorganizzazione della magistratura onoraria di pace, anche al fine di superare le problematiche connesse agli organici e alla scopertura degli stessi”.
PRESIDENTE. Quindi le riformulazioni sull'ordine del giorno n. 9/2196/1 Cafiero De Raho e n. 9/2196/4 Grimaldi sono identiche.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Sugli ordini del giorno n. 9/2196/5 Dori e n. 9/2196/6 Zaratti parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/7 Borrelli parere favorevole con riformulazione: espunte le premesse, impegna il Governo: “a valutare l'opportunità di adottare tutte le iniziative atte, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a (…)”, mantenendo il resto dell'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/8 Ghirra parere favorevole, previa riformulazione in questi termini: espunte tutte le premesse, impegna il Governo: “a valutare l'opportunità di intraprendere iniziative utili anche tese al monitoraggio dei profili applicativi inerenti alle modalità di controllo del cosiddetto braccialetto elettronico”.
Con riferimento all'ordine del giorno n. 9/2196/9 Zanella, è come per l'ordine del giorno n. 9/2196/3 Ascari: espunte tutte le premesse, l'impegno è identico a quello dell'ordine del giorno n. 9/2196/3 Ascari, riformulato.
PRESIDENTE. Quindi le riformulazioni sull'ordine del giorno n. 9/2196/9 Zanella e n. 9/2196/3 Ascari sono identiche.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Sull'ordine del giorno n. 9/2196/10 Serracchiani parere favorevole, previa riformulazione: escluse tutte le premesse, impegna il Governo: “a valutare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, quanto necessario per la prosecuzione di iniziative poste in essere per l'assunzione di nuovo personale qualificato in ambito carcerario”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/11 Gianassi parere favorevole, previa la seguente riformulazione: ovviamente escluse le premesse, impegna il Governo: “a valutare l'opportunità di una riorganizzazione della magistratura onoraria di pace, anche al fine di superare le problematiche connesse agli organici e alla scopertura degli stessi”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/12 Di Biase parere favorevole, previa riformulazione: escluse le premesse, impegna il Governo: “a valutare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, quanto necessario per la prosecuzione delle iniziative poste in essere per l'assunzione di nuovo personale qualificato in ambito carcerario”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2196/13 Scarpa e n. 9/2196/14 Soumahoro parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/15 Zucconi invito al ritiro o parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/16 Faraone parere favorevole, previa riformulazione, nel senso di espungere dall'impegno la parte fino ad “assunzione straordinaria”, cioè la parte che demanda quanto richiesto al commissario. Quindi l'impegno sarebbe: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a proseguire nella funzione straordinaria di (…)”, e così via.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/17 Benzoni parere favorevole previa riformulazione in questi termini: escluse tutte le premesse, impegna il Governo: “a valutare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, quanto necessario per la prosecuzione delle iniziative poste in essere per l'assunzione di nuovo personale qualificato in ambito carcerario”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2196/18 D'Alessio e n. 9/2196/19 Del Barba parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/20 Boschi parere favorevole previa riformulazione: escluse tutte le premesse, impegna il Governo: “a valutare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, l'opportunità di incrementare le risorse per incrementare l'accoglienza di genitori detenuti con bambini al seguito in case famiglia”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/21 Giachetti, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: espunte tutte le premesse, impegna il Governo: “al fine di agire coerentemente con le finalità perseguite dall'articolo 6 del provvedimento, ad adottare ulteriori iniziative normative volte a migliorare la permanenza dei detenuti all'interno delle carceri”, terminando la frase con: “anche con eventuali revisioni del sistema carcerario”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2196/22 Gadda, espunte tutte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione, senza alcun riferimento al commissario straordinario, poiché non è delega del commissario straordinario: “impegna il Governo a proseguire, nel rispetto dei vincoli di bilancio, nelle iniziative poste in essere per le assunzioni straordinarie di agenti di Polizia penitenziaria anche a fronte del numero dei detenuti”.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/1 Cafiero De Raho, che ha parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Cafiero De Raho, accetta?
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. No, non accettiamo la riformulazione e la soppressione delle premesse. In realtà, nelle premesse si rappresenta la situazione della magistratura onoraria. Di questa magistratura, ne abbiamo parlato proprio recentemente, valutando lo dei magistrati onorari. In parte sono stati recuperati aspetti che erano importanti e che erano stati evidenziati anche dall'Europa, mentre tanti altri, che sono stati sottolineati, naturalmente, non sono stati accolti come emendamenti.
Qui, avendo ancora un'occasione, un'opportunità, chiediamo di soddisfare quella richiesta che proviene proprio dalla magistratura onoraria, ossia di rinviare la data di ampliamento delle competenze dei magistrati onorari, che determinerebbe lo stallo assoluto. Noi, come magistrati onorari, abbiamo una presenza ridotta quasi al 30 per cento, che è qualcosa di gravissimo. Cosa chiedono, allora, i magistrati onorari? Chiedono che si faccia luogo a concorsi. Tale richiesta viene non solo dai magistrati onorari, ma anche dai magistrati ordinari, che, dall'ottobre del 2025, perderanno numerose competenze per valore e per materia, che passeranno, invece, ai magistrati onorari.
Questi magistrati onorari però sono già ridotti e subissati da tantissimi processi penali e civili. Ebbene, occorre pensare alle assunzioni speciali, a un'integrazione del personale amministrativo, pensare alla possibilità per i magistrati onorari di effettuare il loro lavoro, senza lasciar correre il tempo, perché, se si arriva ad ottobre 2025, si fermerà una parte importante della giustizia, che è quella che ha una maggiore vicinanza con il territorio, che risponde alle esigenze dei singoli. Non sono le grandi cause, non sono i grandi processi, ma sono tutte le cause che interessano i singoli cittadini ed è quella giustizia di prossimità, quella giustizia più semplice, ma che è molto più ampia, che necessariamente va affrontata e, con i suoi problemi, risolta, in modo da integrare appieno sia gli organici dei magistrati, sia gli organici del personale amministrativo.
Nulla di trascendentale: un impegno a integrare quegli organici e, in attesa di integrarli, per evitare uno stallo, un blocco totale dell'attività giudiziaria della magistratura onoraria, un rinvio dall'ottobre 2025 ad altro anno, al 2026 o anche oltre. Ecco perché un impegno di questo tipo ci sembrava ragionevolissimo, proprio per affrontare in modo concreto i problemi della giustizia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/1 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/2 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Questo è l'ennesimo schiaffo che il Governo fa a noi, ma soprattutto al Parlamento intero, perché con quest'ordine del giorno chiedevamo sostanzialmente due cose. Chiedevamo, da un lato, di ripensare il compenso del commissario straordinario che, con questo decreto-legge, è addirittura quasi raddoppiato, e la stessa sorte avrà il compenso previsto per gli esperti che faranno parte della struttura di supporto commissariale (chiedevamo quindi di riportarlo nei ranghi precedenti) e, dall'altro lato, di favorire maggiori trasparenza ed efficienza dell'azione amministrativa dell'organo commissariale, facendo in modo che l'organo commissariale potesse trasmettere alle Camere la rendicontazione della sua attività.
Ecco, quest'ordine del giorno è quanto mai importante, anche a fronte di quei poteri straordinari che avete conferito al commissario straordinario, che potrà agire in dispregio delle più elementari regole, in dispregio del codice degli appalti, in dispregio di tutte le norme di trasparenza contabile, amministrativa e civile, con il solo spauracchio di non andare a violare la legge penale.
Quindi, un'attività di rendicontazione e di confronto con le Camere, sia dal punto di vista dell'attività messa in campo, sia dal punto di vista della rendicontazione anche contabile, di spesa dei soldi a disposizione del Commissario, era quantomeno doverosa. Anche su questo punto, il Governo, peccando evidentemente di scarsa trasparenza - anzi, di trasparenza inesistente -, ancora una volta ci ha sbattuto la porta in faccia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/2 Giuliano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/3 Ascari, con parere favorevole previa riformulazione. Accetta, onorevole Ascari? No, allora, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/3 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/4 Grimaldi, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione? No, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/4 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/5 Dori, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Questo parere contrario secco significa proprio che il Ministero, di fatto, sul tema degli addetti dell'ufficio del processo non intende assolutamente prendere in considerazione la possibilità di uno scorrimento integrale delle graduatorie capienti degli idonei, mentre invece sappiamo che ha usufruito anche di questa figura, che ha permesso una notevole riduzione dell'arretrato. Nonostante l'abbattimento dell'arretrato, noi, in questo modo, davvero in modo sconcertante, vediamo come la posizione del Ministero sia quella di non credere al futuro di questa figura, cioè degli addetti dell'ufficio del processo. È davvero un peccato proprio perché hanno permesso, come detto, una riduzione dell'arretrato, anche in linea con gli obiettivi fissati dal PNRR .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/5 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/6 Zaratti. Lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/6 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/7 Borrelli, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione? Sì, dunque non si pone in votazione. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/8 Ghirra su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione? No, prego onorevole Ghirra.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Non accettiamo la riformulazione perché è troppo generica. Chiediamo che l'ordine del giorno venga messo ai voti, però prima vorrei fare una breve dichiarazione di voto. Quest'ordine del giorno riguarda le disposizioni sul braccialetto elettronico cosiddetto anti-stalking, connesso alle misure di contrasto alla violenza di genere, trattato all'articolo 7 del decreto-legge in esame.
Gli auditi in Commissione hanno evidenziato che le maggiori criticità rilevate riguardano i profili tecnici dei braccialetti anti-stalking, che funzionano in modo molto diverso da quello con cui si garantisce che il soggetto agli arresti domiciliari non lasci la sua abitazione. In questo caso, infatti, i dispositivi sono due: uno non rimovibile per lo , e un altro per la sua vittima, che viene tempestivamente avvertita nel caso questi decidesse di avvicinarsi oltre i limiti consentiti. Il sistema è una sorta di telefono con GPS e deve essere sempre portato con sé dalla potenziale vittima. Funziona grazie a un doppio dispositivo GPS e a un tracciamento di prossimità, che può essere tarato a seconda delle varie esigenze. Come sappiamo, la piena compatibilità di questo strumento con i diritti fondamentali dell'indagato è stato confermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 173 del 2024, che ha sottolineato come il braccialetto elettronico sia un importante dispositivo funzionale alla tutela delle persone vulnerabili rispetto ai reati di genere, e che la distanza minima di 500 metri corrisponde alla finalità pratica del tracciamento di prossimità, ovvero quella di dare uno spazio di tempo sufficiente alla persona minacciata per trovare sicuro riparo, e alle Forze dell'ordine per intervenire in soccorso.
Negli ultimi mesi, come dicevo, però sono state rilevate molte criticità, evidenziate anche in diversi atti di sindacato ispettivo del nostro gruppo relativi ai braccialetti anti-stalking, che assumono rilievo per il loro preoccupante incremento. Il numero di 1.200 apparecchi mensili è del tutto insufficiente, e i tempi di attesa, anche di trenta giorni, sono incompatibili con l'importanza dell'applicazione tempestiva per il rischio della parte offesa nel momento in cui la misura del divieto di avvicinamento è operativa immediatamente, ma poi manca il controllo. Per questo, chiediamo un impegno del Governo perché introduca una puntuale e aggiornata disciplina che tenga conto delle criticità che sono emerse, prevedendo la redazione delle regole tecniche necessarie per la risoluzione delle criticità rilevate sull'applicazione degli strumenti elettronici di controllo, compresa l'illustrazione all'imputato e alla persona offesa delle modalità di funzionamento dei dispositivi da parte di personale specificamente formato sulla violenza nei confronti delle donne e domestica con consegna di apposite istruzioni, che entro un tempo ragionevole quantificato in massimo 48 ore dal consenso dell'indagato, venga verificata la fattibilità tecnica, compresa quella operativa, e infine la presentazione semestrale al Parlamento, da parte del Ministro dell'Interno, di una relazione sull'applicazione dello strumento elettronico, con specifico riferimento all'efficacia tutela delle persone offese.
Ci sembrano impegni di assoluto buon senso, indispensabili per tutelare le donne vittime di violenza e fermare la terribile scia di sangue che continua - ahinoi - a crescere ogni giorno e, per questo, chiedo al Sottosegretario Delmastro di rivalutare la riformulazione e all'Aula di approvare il nostro ordine del giorno che, appunto, ha l'obiettivo di rendere efficace questa misura e tutelare le donne vittime di violenza .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/8 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/9 Zanella, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Si accetta la riformulazione? No, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/9 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/10 Serracchiani, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Onorevole Serracchiani, accetta la riformulazione?
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Presidente, mi scusi, era un impegno molto lungo. Chiederei, gentilmente, se il Sottosegretario potesse ripetermelo.
PRESIDENTE. Sì, certo. Sottosegretario, può rileggere la riformulazione proposta all'ordine giorno n. 9/2196/10 Serracchiani?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Sì, espunte le premesse, la parte dell'impegno è così riformulata: “impegna il Governo a valutare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, quanto necessario per la prosecuzione delle iniziative poste in essere per l'assunzione di nuovo personale qualificato in ambito carcerario”.
PRESIDENTE. Accetta, onorevole Serracchiani?
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Votiamo.
PRESIDENTE. Non ho capito. Non accetta?
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Scusi, non accetto, votiamo.
PRESIDENTE. Perfetto. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/10 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/11 Gianassi, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole?
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione e, quindi, chiedo che venga votato il testo originario, in particolare per uno dei due punti del dispositivo, il secondo, quello relativo alla stabilizzazione dell'ufficio del processo che, nella riformulazione del Governo, anche nella forma più leggera della valutazione, non contemplava questo secondo punto, che è molto specifico, come sa bene il Sottosegretario, che intervenne su questo tema un po' di tempo fa.
Stiamo parlando di 13.000 persone, dipendenti dell'amministrazione della giustizia, molto preparate, le quali stanno ottenendo risultati molto importanti in relazione al supporto all'attività giurisdizionale. I risultati dell'ufficio e la buona qualità dei lavori sono riconosciuti anche dal Ministero che, quando si è espresso, ha riconosciuto il lavoro che viene svolto, e noi rischiamo di disperdere questo patrimonio, perché si tratta di 13.000 persone precarie che, a fronte delle capacità che hanno, possono mettersi in gioco per altre amministrazioni pubbliche o nel settore privato. Tutto ciò a fronte delle complessità e delle criticità che vive l'amministrazione della giustizia e i tanti fallimenti che noi denunciamo, dalle udienze rinviate al 2030 per il giudice di pace al processo telematico, che è molto spesso in . Noi pensiamo che sarebbe politicamente delittuoso disperdere questo patrimonio. Sappiamo che la stabilizzazione, attualmente, è prevista per 3.000 persone. C'è un impegno non scritto, che abbiamo sentito potrebbe riguardare altre 3.000 unità da qui al 2029, ma è troppo tardi, l'ufficio sarebbe disperso. Questo è un punto non più rinviabile. Penso che su questo tema, con uno sforzo economico - ma tutte le scelte politiche, se condivise, richiedono anche uno sforzo economico -, possiamo arrivare a salvaguardare questo ufficio, che consente di mantenere nell'amministrazione della giustizia 13.000 professionalità di alto livello e, al contempo, garantire un migliore esercizio della giurisdizione, che è un tema che sta a cuore a tutti i cittadini .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/11 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/12 Di Biase.
Onorevole Di Biase, accetta la riformulazione?
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Chiedo scusa, Sottosegretario, potrebbe rileggermi la riformulazione? La ringrazio.
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Espunte tutte le premesse, impegna il Governo “a valutare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, quanto necessario per la prosecuzione delle iniziative poste in essere per l'assunzione di nuovo personale qualificato in ambito carcerario”.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). No, Presidente, non posso accettare questa riformulazione. Ho chiesto che mi venisse riletta perché temevo che si fosse sbagliato con l'ordine del giorno, perché io chiedo tutt'altro nell'ordine del giorno presentato. Naturalmente, c'è anche la vicenda che riguarda il reclutamento del personale giudiziario.
Noi reputiamo che quanto è stato fatto sinora, naturalmente, non soddisfa minimamente le esigenze e le gravissime criticità che ravvisiamo all'interno degli istituti penitenziari. Quella è una parte del dispositivo, ma poi ce n'è tutta un'altra in cui si chiede che venga rivista tutta la fase progettuale degli istituti penali, che ci sia una maggiore attenzione e che venga rifinanziato il fondo che riguarda, ad esempio, la detenzione femminile e le strutture di comunità destinate alle detenute madri.
Io su questo non vi ho sentito proferire parola, né prendere un impegno rispetto ai finanziamenti necessari in seguito alle vostre scellerate proposte. Quindi, purtroppo, mio malgrado, non posso accettare questa riformulazione, anche se naturalmente avrei colto con favore un parere favorevole del Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/12 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/13 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/14 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Posto che l'ordine del giorno n. 9/2196/15 Zucconi è stato ritirato, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/16 Faraone. Onorevole Faraone, accetta la riformulazione? Prendo atto che la riformulazione proposta dal Governo non è stata accettata dal proponente.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/16 Faraone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge ().
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/17 Benzoni. Onorevole Benzoni, accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Benzoni accetta la riformulazione.
Passiamo, dunque, all'ordine del giorno n. 9/2196/18 D'Alessio, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Solo per esprimere un po' di sconcerto, perché davvero non abbiamo scritto quest'ordine del giorno in maniera provocatoria. Impegnava il Governo a stanziare, nel contesto dell'elaborazione di un rinnovato ed efficiente Piano carceri che vada nella direzione di favorire politiche di esecuzione penale esterna, le necessarie risorse economiche finalizzate a un concreto ammodernamento dell'edilizia carceraria, che sia rispettoso degli standard minimi e che sia rispondente ai bisogni e ai diritti sia dei soggetti detenuti che del personale di polizia penitenziaria. Il parere contrario mi sembra qualcosa di assolutamente non conforme e, quindi, chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/18 D'Alessio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/19 Del Barba, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/20 Boschi. Onorevole Boschi, accetta la riformulazione?
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Presidente, posso chiedere al Sottosegretario la cortesia di rileggere la riformulazione? Grazie.
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Espunte tutte le premesse, impegna il Governo “a valutare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, l'opportunità di incrementare le risorse per …” - c'era il verbo “incrementare”, ma potremmo cambiarlo con “aumentare” - “l'accoglienza di genitori detenuti con bambini al seguito in case-famiglia”.
PRESIDENTE. Onorevole Boschi, accetta la riformulazione?
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). No, Presidente. Ringrazio comunque il Sottosegretario rispetto all'impegno ad aumentare le risorse per le case famiglia, che mi auguro sia comunque assunto dal Governo a prescindere dall'ordine del giorno, perché sappiamo che oggi le case famiglia, purtroppo, sono soltanto due e il numero di detenuti con bambini al seguito che possono accogliere è, tra genitori e bambini, inferiore alle 20 persone. Quindi, chiaramente, c'è da investire di più e c'è da fare di più.
Quello che però non possiamo accettare nella riformulazione del Governo è la parte in cui, sostanzialmente, il Governo chiede di sopprimere il riferimento esplicito alle detenute madri, alle detenute madri con figli di età inferiore a un anno e alle donne detenute in stato di gravidanza, perché è evidente che quello per noi è un punto dirimente.
Ne abbiamo a lungo discusso - il Sottosegretario lo sa bene - nell'ambito del disegno di legge Sicurezza che è adesso al Senato, perché il Governo ha deciso di modificare le norme attualmente vigenti prevedendo la possibilità del carcere anche per le donne in stato di gravidanza o per le donne con figli di età inferiore a un anno.
Con riguardo a questa modifica legislativa che dà questa facoltà, ma consentirebbe anche di inviarle in case protette, noi continuiamo a pensare che sia profondamente sbagliata e non la condividiamo, ma quantomeno i magistrati accedano all'alternativa il più possibile, cioè le mandino nelle case protette.
Se però le case protette non ci sono perché non possono essere stanziate le risorse per ampliare i numeri disponibili, diventa effettivamente difficile scegliere quell'alternativa. Per questo avevamo chiesto al Governo un impegno specifico, in modo particolare con riguardo alle detenute madri con figli sotto l'anno e alle donne incinte. Il fatto che il Governo, proprio su questo, voglia ribadire ancora una volta la propria contrarietà, per noi è un segnale politico che dà il Governo che continuiamo a non condividere, che ci preoccupa e che ci porta a non poter accogliere una riformulazione che ci sembra sinceramente andare contro anche il buonsenso di prediligere le case protette.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere a nome di tutta Alleanza Verdi e Sinistra e per fare un appello al Sottosegretario Delmastro. Sottosegretario, la storia che le sto per raccontare la dovrebbe conoscere: parla di un sopralluogo che ho fatto nella casa circondariale detta “Le Vallette”, dove ho incontrato, nella sezione femminile - incredibilmente, mi faccia dire, e non ero l'unico stupito, i primi erano gli operatori e la Polizia penitenziaria -, un bimbo di qualche settimana.
Al mio appello e a quello di tanti onorevoli che hanno seguito la mia richiesta, il suo Ministro, il nostro Ministro, il Ministro della Giustizia, Nordio, si è occupato di liberare - mettiamola così - quel bimbo e portare lui e la sua mamma impaurita in un luogo più idoneo. Mi faccia dire, però, Sottosegretario, c'è bisogno dell'intervento di un Ministro perché questo diventi una regola? C'è bisogno dell'intervento di un Ministro perché tutti insieme decidiamo che questa sia una regola giusta, a prescindere dall'etnia della madre che stava lì dentro? Perché ho un po' una percezione, glielo chiedo: che, se non ci fosse un'etnia particolare di mezzo, la maggioranza che ho qui davanti non avrebbe cambiato idea, perché erano in tanti a dire in quest'Aula, fino all'anno scorso, che i bimbi non dovevano finire dietro quelle sbarre e che non ci doveva essere nessun intento punitivo per chi è innocente, di fatto, eppure qualcuno ha cambiato idea in quest'anno e continuiamo a non capire quale sia la soluzione. La soluzione dovrebbe essere quella che nessun bimbo deve crescere dietro le sbarre, nei luoghi dove vengono private le libertà delle proprie madri. Spero vivamente che comprendiate i nostri appelli e che non ci sia davvero nessun pregiudizio di natura etnica o, ancor peggio, si può dire razziale, che vi spinga ogni volta a non dare ascolto alle nostre richieste .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Presidente, vorrei chiedere alla collega Boschi di sottoscrivere questo suo ordine del giorno, che francamente non si capisce perché non possa vedere un parere favorevole dal Governo. Noi qui stiamo parlando davvero di rendere migliore la vita dei bambini che sono colpevoli tanto quanto le madri dal vostro punto di vista, visto che avete deciso di mandarli in carcere. In quest'Aula - questo lo registro, magari, per qualche appassionato del genere che ascolta le nostre discussioni - noi siamo arrivati al punto di dire che non bisogna stanziare fondi per le case famiglia protette. Noi stiamo dicendo questo, perché quest'ordine del giorno chiede questo. Il Governo neanche su questo è in grado di dare rassicurazioni. Naturalmente non posso rispondere al collega Grimaldi, che è prima intervenuto, perché non è un dialogo tra di noi, ma io temo che ci sia più di una preoccupazione rispetto a quanto evidenziava il collega perché lo abbiamo già visto nella precedente discussione, ma anche per bocca di alcuni : il Ministro Matteo Salvini non ne ha fatto assolutamente segreto, a mezzo ha detto che questo era un provvedimento per punire le donne rom. Qui siamo oltre le preoccupazioni che evidenziava il collega Grimaldi, qui siamo proprio a qualcosa che nella lingua italiana ha a che fare con il razzismo .
PRESIDENTE. Il gruppo Azione e l'onorevole Soumahoro sottoscrivono l'ordine del giorno in esame.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2196/20 Boschi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/21 Giachetti. Onorevole Giachetti, accetta la riformulazione?
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Sto pronunciando la risposta, se ho la possibilità di farlo.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Volevo soltanto dire che tra le innumerevoli e sostanziali responsabilità che il collega Delmastro ha sul tema delle carceri, non gli possiamo attribuire il fatto che gli ordini del giorno non contano assolutamente nulla. Quindi, diciamo, la riformulazione che l'onorevole Delmastro ha fatto è praticamente simmetrica al testo originario e, per quello che vale un ordine del giorno, accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2196/22 Gadda. Accetta la riformulazione onorevole Gadda? Perfetto. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roberto Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La, ringrazio signor Presidente. È sempre difficile parlare subito, mentre i colleghi escono…
PRESIDENTE. Aspetti un attimo, aspetti un attimo…
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). No, no, non abbiamo tempo, mi pare, quindi cerco di contribuire…
PRESIDENTE. Se i colleghi desiderano uscire, cortesemente, lo facciano nel massimo silenzio, abbiamo tempi estremamente compressi.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). A meno che la maggioranza non ci garantisce che non parla, allora possiamo tranquillamente svolgere il nostro intervento…
PRESIDENTE. Vediamo, vediamo. Prego.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Allora, signor Presidente, ci sono alcune considerazioni preliminari che vorrei fare. La prima riguarda il fatto che ci troviamo ad affrontare l'ennesimo decreto-legge, che ha come presupposto la necessità e l'urgenza, con dentro tutta una serie di norme che non hanno nulla a che vedere né con la…
PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi, così guadagniamo anche tempo, che oggi è particolarmente prezioso. Prego.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Dicevo che non hanno nulla a che vedere con la necessità e l'urgenza. Se eliminiamo la parte che riguarda la questione delle carceri - sulla quale verrò - che ha effettivamente un'urgenza, ma alla quale non viene data nessuna risposta in termini di emergenza con questo provvedimento, il resto sono una serie di norme ordinamentali, alcune anche condivisibili, altre a mio avviso per niente condivisibili. Faccio riferimento, per esempio, all'articolo 4 che dispone che la partecipazione obbligatoria ai corsi di formazione, per incarichi direttivi e semidirettivi, si riferisca ai magistrati che abbiano già ottenuto il conferimento in conferma dell'incarico e non opera più quale requisito per il conferimento degli stessi.
Io direi che il tema della formazione per tutti i mestieri è un fatto molto importante, quando si tratta di giudicare sulla vita delle persone forse un po' di maggiore formazione aiuterebbe anche, nel momento in cui arrivano i giudizi, a giudizi che potrebbero magari farci risparmiare non solo alcuni milioni dovuti ai risarcimenti per ingiusta detenzione, ma anche pezzi di vita delle persone, che vengono distrutte perché incarcerate ingiustamente e, vista la durata dei nostri processi, anche spesso tenute in carcere ingiustamente.
Detto questo, quindi, tolta la questione delle carceri - alla quale arrivo - qualcuno dovrebbe spiegarci quali sono l'esigenza, la necessità e i requisiti dell'urgenza rispetto a tutta una serie di questioni che potrebbero essere affrontate tranquillamente con un normale disegno di legge. Tanto più che, sembra quasi una provocazione, anche questo decreto - come ci hanno spiegato, ormai l' di questa definizione è del Ministro della Giustizia Nordio, speriamo che non sia così per tutti i provvedimenti riguardanti la giustizia - è un provvedimento blindato.
Non so perché ma sono convinto che il collega Delmastro conosce le argomentazioni che la collega Boschi e la collega Di Biase e tanti altri hanno portato sul tema delle madri detenute con figli in carcere; inoltre, l'onorevole Delmastro sa perfettamente che al Senato con il disegno di legge Sicurezza questa norma sarà toccata e rivista proprio perché non è adeguata.
Sono convinto che, almeno su un ordine del giorno, si sarebbe potuto dare un parere positivo. No, si è scelto anche su questo di non farlo. Ma, allora, l'unica urgenza vera che c'è dentro questo provvedimento, anzi direi una vera emergenza, è la situazione carceraria e su questo non c'è alcuna risposta in termini di emergenza, ma c'è l'ennesimo decreto. Ora, purtroppo non ho il tempo, altrimenti ricorderei al collega Delmastro quello che è accaduto a luglio, quando noi ci trovavamo qui a discutere un provvedimento, un decreto-legge del Governo che avrebbe dovuto risolvere il problema delle carceri dopo avere annientato il mio provvedimento che si occupava dell'emergenza carceraria.
Mentre noi qui discutevamo di un provvedimento che era palesemente un provvedimento vuoto, contemporaneamente, a Palazzo Chigi, il Ministro Nordio si riuniva con la Presidente del Consiglio per cercare di provare a individuare una risposta all'emergenza. Avete fatto quel decreto e creato un commissario straordinario per l'emergenza edilizia. Il decreto lo avete fatto a luglio, c'è stato il decreto della Corte dei conti, che nomina il commissario su iniziativa e richiesta del Presidente del Consiglio, a settembre, ma noi non sappiamo che fine abbia fatto questo commissario straordinario.
L'unica cosa che sappiamo è che in questo provvedimento voi prevedete alcune questioni molto singolari, cioè voi prevedete che si posticipi il termine entro cui tale soggetto, ossia il commissario, deve redigere un programma dettagliato degli interventi necessari, che ora è fissato in 120 giorni dalla registrazione del decreto di nomina da parte della Corte dei conti. È difficile prorogare il termine di una relazione che dovrebbe fare un commissario che a malapena sappiamo come si chiama e che non ha fatto assolutamente nulla, e siccome non ha fatto assolutamente nulla noi gli diamo una proroga di altri 120 giorni, infilando dentro trafile burocratiche che sottraggono anche la responsabilità di dire “guardate, non ci abbiamo capito niente, cerchiamo di metterci una pezza”.
Tra l'altro, segnalo che, poiché il commissario si deve riferire all'edilizia carceraria, perché voi nella vostra cultura - adesso ci arrivo -, ben espressa anche dalla Presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno, pensate che il tema dell'emergenza carceraria si risolva con l'edilizia carceraria, forse vi è scappato - anzi, in origine aveva un senso - che a occuparsi dell'edilizia carceraria fosse un commissario che si occupasse di materie strutturali, e non necessariamente un commissario legato ai temi della giustizia, perché, se devi costruire le carceri, la specifica competenza dovrebbe essere quella di quel tipo e non di altro.
Ma come se non bastasse, il commissario che è stato nominato a settembre, il commissario che ha una struttura già abbastanza debordante, voi cosa fate con questo decreto? Siccome il commissario si è dimostrato fino adesso che non si sa chi è e non ha fatto assolutamente nulla, però ha guadagnato poco, voi gli aumentate lo stipendio, gli aumentate la struttura e gli aumentate i fondi, e, come giustamente ricordavano i colleghi del MoVimento 5 Stelle, lo fate con la gravità di andare a prendere i soldi in settori dove sarebbe necessario spendere di più per intervenire sull'emergenza, che è l'unica cosa della quale non vi occupate. Ma perché? Perché questa è la vostra cultura.
A voi non interessa il fatto che ci siano 62.000 detenuti rispetto ai 47.000, che poi lei sa perfettamente, Sottosegretario, che non sono 47.000, perché nei 47.000 vengono conteggiati tutti i posti che sono in questo momento in ristrutturazione, quindi sono molti di più e il sovraffollamento carcerario è di più del 130 per cento. Nella vostra cultura il problema non è come intervenire per risolvere l'emergenza attraverso tutta una serie di interventi che migliorino la qualità della vita di tutto il sistema carcerario, no. Voi avete questa cosa: più carceri.
Anzi, ci ha spiegato quel genio del Ministro della Giustizia che bisognava addirittura trasformare le caserme per metterci più detenuti. Lei che si occupa di Polizia penitenziaria spieghi al Ministro Nordio che, se lui fa le caserme, poi deve trovare pure il personale da metterci dentro per curare i detenuti, ed essendo già al 50 per cento dell'organico per le carceri normali, difficilmente saremo in grado di fare una cosa del genere. Dato che il Ministro Nordio produce ogni giorno una capacità fantasiosa infinita, ci ha anche spiegato che si potrebbe risolvere il problema del sovraffollamento facendo delle carceri per coloro che sono in attesa di giudizio e lasciare, a un certo punto, un numero di carceri per coloro che hanno condanne definitive.
Il Nordio di allora avrebbe detto che noi dobbiamo togliere quelli che stanno in attesa di giudizio dalle carceri, perché statisticamente il 50 per cento viene assolto. Noi abbiamo su 62.000 detenuti almeno 25.000 che sono in attesa di giudizio e che non dovrebbero stare in carcere, salvo il fatto che, invece di occuparvi delle riforme proposte anche nelle campagne elettorali - lo dico ai colleghi della Lega, con i referendum che hanno presentato, per esempio quelli relativi alla custodia cautelare -, non solo non vi occupate di togliere dal carcere quelli che non dovrebbero stare in carcere, ma lavorate - facevamo riferimento al disegno di legge Sicurezza - per costruire ogni giorno un reato che consenta, anziché di togliere gente delle carceri, di mettercene un po' di più.
Mentre urlate “no agli svuota carceri, no agli svuota carceri”, noi stiamo umilmente cercando di dirvi “no ai riempi carceri”, e smettetela di prendere in giro. Assumetevi la responsabilità di dire che lì dentro c'è la feccia e che, signor Sottosegretario, se non vogliamo proprio vederla soffocare, però, comunque, se sta là dentro e tendenzialmente scoppia, non ce ne frega assolutamente nulla. Basti pensare che nel 2025 stiamo già a 9 suicidi, 8 di detenuti e uno della Polizia penitenziaria; nell'anno orribile dei suicidi, che è stato il 2024, nello stesso periodo, cioè fino al 20 gennaio, avevamo avuto 6 suicidi. Con queste proiezioni i 90 suicidi del 2024 si moltiplicheranno, noi ci auguriamo di no ovviamente.
Voi pensate a tutto questo tipo di problemi e al tema dei soldi che vengono presi per darli al commissario, mentre abbiamo un problema delle assunzioni della Polizia penitenziaria, degli psichiatri, degli psicologi, degli educatori e delle attività fondamentali. La collega Gadda ha presentato un'interrogazione perché addirittura adesso ci sono delle restrizioni anche negli alimenti che le famiglie portano ai detenuti. Di fronte a tutte le emergenze reali con le quali si scontra anche la dignità che dovrebbe essere preservata dalla nostra Costituzione a quelle persone - ho chiuso - la vostra risposta è che costruite carceri. Ora, costruitele queste carceri, fate il commissario, metteteci i soldi; nel frattempo, però, non vi sfugga che voi il problema dell'emergenza immediata ve lo dovete porre.
Trovate un artificio, come fate in tante cose: ogni tanto ci ripensate e quello che in campagna elettorale dicevate che non avreste fatto lo avete fatto. Provate a farlo anche su questo, altrimenti, inevitabilmente, da un giorno all'altro, arriverà un'altra sentenza della Corte europea che vi obbligherà a farlo e poi vi lamenterete perché “ce lo dice l'Europa”. Ve lo dovrebbe dire la dignità di un Governo che dovrebbe occuparsi anche della dignità dei cittadini, che invece viene costretta e umiliata nelle condizioni in cui vivono i detenuti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Il decreto-legge in conversione parte da una necessità condivisa, da un problema oggettivo, quello della situazione delle carceri italiane, che, come sappiamo, si trovano al collasso, con la necessità, quindi, di introdurre modifiche anche su altre questioni. Questo decreto-legge tocca il tema condiviso delle problematiche tecniche nell'utilizzo del braccialetto elettronico nell'ambito del contrasto alla violenza di genere. Il problema è che poi gli interventi proposti non sono risolutivi delle questioni che sono poste e degli obiettivi da raggiungere, e non contribuiscono, quindi, in maniera decisiva alla risoluzione di queste questioni.
Il provvedimento individua sì il problema, ma non le soluzioni. Anzitutto, il nuovo Piano carceri con la nomina di un commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria: mi preme anche ricordare come noi abbiamo adesso nominato un commissario straordinario, ma, un po' nel silenzio dei giorni che precedevano Natale, ci si è distratti rispetto al fatto che il dottor Giovanni Russo, capo del DAP, pochi giorni prima di Natale ha dato le sue dimissioni, poi passando ad altro incarico. Una vera e propria spiegazione, probabilmente, magari domani, il Ministro Nordio ce la darà, ma non è una cosa da poco che il capo del DAP abbia dato le sue dimissioni 3 settimane dopo che fosse, con questo decreto-legge, nominato un commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria.
Mi viene da pensare che, in qualche modo, ci sia un collegamento, ossia che il capo del DAP sia stato commissariato dal commissario nominato dal Ministro, e questo però è un problema.
Tra l'altro, chiedo, anzi, invito il Ministero ad aggiornare il proprio sito Internet, perché a oggi, se si va a vedere sul sito Internet del Ministero della Giustizia, risulta ancora come capo del DAP il dottor Giovanni Russo. Quindi, anche da questo punto di vista, probabilmente i giorni prima di Natale sono stati abbastanza confusi in via Arenula. La problematica della situazione delle carceri - i dati li conosciamo - è una situazione di sovraffollamento incredibile, con la conseguenza - il sovraffollamento è un'amplificazione di tutte le problematiche - del dramma dei suicidi.
Il carcere, però, non è solo mura e sbarre, ma è fatto soprattutto di persone, persone che, tutte a vario titolo, vivono all'interno delle carceri, anche a livello lavorativo. Non solo i detenuti, ma, dall'altro lato, e lo sappiamo, anche il disagio nel quale vivono - una situazione davvero così complicata - anche gli agenti e gli operatori della Polizia penitenziaria. Ma pensiamo anche ad altri soggetti che operano all'interno: gli educatori, il personale sanitario, ma anche tanti volontari, soprattutto in alcune strutture carcerarie sono numerosi coloro che danno una mano con attività a vario titolo. Come certifica ogni anno il dell'associazione Antigone, in molte carceri manca la copertura medica per la maggior parte della giornata; il numero di psicologi e di psichiatri è irrisorio rispetto alle necessità!
Invito nuovamente, e lo farò ancora domani quando verrà qui il Ministro Nordio a parlare, a intervenire perché non è possibile che anche negli IPM, ossia negli istituti penali minorili, dove i numeri sono veramente bassi rispetto alle carceri per gli adulti, non vi sia una copertura H24 da un punto di vista medico. Anche solo un ragazzo che non sta bene molto spesso, con dei costi e un investimento anche di personale all'interno della struttura, viene portato in ospedale perché lì non c'è un medico che banalmente all'una di notte può dire al ragazzo: prendi questa medicina. Quindi, molto spesso è solo una questione di volontà perché, addirittura, potrebbe esserci un risparmio di risorse pubbliche - pensando a una copertura H24 - senza andare a occupare dei posti letto, magari per malati oncologici negli ospedali.
Il numero, poi, come sappiamo, di coloro che hanno un problema di natura psichiatrica è veramente notevole. Non sono sufficienti le recenti assunzioni di direttori. Mancano educatori, assistenti sociali, mediatori culturali.
La realizzazione delle carceri, come avete previsto - questa è la vostra soluzione - all'interno di questo decreto-legge, sempre che poi si possa fare nei tempi che avete previsto, e troviamo alquanto difficile rispettare quei tempi, non è certamente, però, la prima soluzione. Noi dobbiamo, anzitutto, avere meno detenuti in carcere, lavorando anzitutto, ad esempio, sulla recidiva. Quindi, la possibilità che il carcere sia davvero un momento di rieducazione per evitare che poi, di lì a poco tempo, chi esce dal carcere vi faccia rientro. Quindi, dobbiamo poi pensare ad altre soluzioni.
Pensiamo alle misure alternative alla detenzione carceraria. Il tema della liberazione anticipata abbiamo cercato di affrontarlo nei mesi scorsi, ma non vi è stato modo. Non solo, ci sono anche il tema dei detenuti tossicodipendenti e, come dicevo poco fa, quello dei soggetti con patologie psichiatriche. Come è stato sottolineato in particolare al Senato, in occasione delle audizioni di alcuni magistrati in merito proprio all'apertura di queste carceri, oltre a non essere chiaro in quale misura vi sia una copertura finanziaria, non si tiene poi conto di un aspetto fondamentale, rappresentato dalle dotazioni di personale di Polizia penitenziaria, direttori, educatori, assistenti sociali, psicologi, psichiatri e via di seguito, per poter operare all'interno delle nuove carceri.
Quindi, di fatto, la vostra ricetta sembra sempre la stessa. E lo abbiamo visto a partire dal primo decreto-legge all'inizio di questa legislatura: più reati. Ho presentato un'interrogazione, che non ha ancora avuto risposta, ma sicuramente il ministro Nordio risponderà a breve: quanti reati avete creato? Forse 40 nuovi reati dall'inizio di questa legislatura, alcuni già approvati, altri in fase di approvazione. Pensiamo a quelli presenti nel ddl Sicurezza che è al Senato. Quindi, la ricetta è più reati. Questo significa chiaramente più detenuti e, quindi, automaticamente servono nuove carceri. Ecco questa è la vostra ricetta lineare. Per noi, invece, il carcere deve essere sempre l'per i reati più gravi. Quindi, meno detenuti, nel senso che debbano esserci dei percorsi , ad esempio, per i tossicodipendenti, per i malati psichiatrici. Valorizzare, ad esempio, la buona condotta nell'ambito della liberazione anticipata, la detenzione domiciliare, le misure alternative al carcere. Ecco, tutto ciò non c'è all'interno di questo decreto-legge. L'unica soluzione, appunto, è quella di investire in nuove carceri, nuove strutture. Quando, invece, attraverso un'ottima proposta del collega Magi, sottoscritta anche dal gruppo AVS, la prospettiva sarebbe quella di avere strutture sempre più piccole, dove poter gestire un numero esiguo di detenuti, laddove c'è da scontare ancora un residuo di pena minimo per certi tipi di reati. Allora, lì sì che è possibile avere una cura diretta del singolo detenuto, anche in un'ottica preventiva dei suicidi di tutto il personale che è all'interno di queste strutture. E non dobbiamo parlare soltanto di Polizia penitenziaria. Questa mattina, in occasione di un'interrogazione, il Sottosegretario ha enumerato tutti i concorsi riguardanti la Polizia penitenziaria. Ma all'interno delle strutture carcerarie sappiamo che mancano tutte le altre figure, a partire dagli educatori e dalla componente sanitaria. Quindi, noi non dobbiamo lavorare soltanto sull'edilizia carceraria, quella fatta di mura e sbarre, ma sull'edilizia personale, cioè la costruzione della persona secondo il principio rieducativo della pena . Ecco, per tutti questi motivi, quindi, Presidente, come gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, noi esprimeremo un voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. I problemi della giustizia sono tanti, sono importanti e sono annosi. L'ultimo mio aggettivo suona un po' come una piccola giustificazione per il Governo perché non sono problemi venuti a galla adesso. Però, occorre dire che questo Governo davvero sta dando l'impressione di non riuscire minimamente a cambiare la tendenza e invertire la rotta. Perché questo? Perché non si può andare avanti con riduzioni delle risorse e con tagli. Occorrerebbero, invece, investimenti importanti, seri, mirati che riuscissero a organizzare e a dare la percezione di un quadro organico, strutturale e programmatico.
Presidente, l'errore di molti Governi - per la verità, un errore che sta caratterizzando in particolare questo Governo - è di non riuscire a entrare nella considerazione del fatto che, per dare una svolta alla giustizia, occorre investire realmente. Spesso si pensa ad un settore giustizia dove il dedicare risorse importanti sia da posporre rispetto ad altre esigenze del Paese. Invece, sono esigenze primarie. Il dedicare risorse al settore giustizia non solo è opportuno, ma è assolutamente necessario. Non voglio fare considerazioni scontate sull'importanza del buon funzionamento della giustizia in un Paese civile: certezza, sicurezza, quella che la dottrina chiama pace tra i consociati, ma addirittura un riverbero di natura economica.
Infatti, tra le cause che determinano il mancato investimento di capitali stranieri nel nostro paese c'è sicuramente una giustizia che non funziona.
Ciò è emerso da recenti studi, che, peraltro, non sono nemmeno recenti, ma vanno un po' in continuità con le indagini che si sono sempre avute. In particolare, quando un Paese come l'Italia non dà risposte immediate, in tempi ragionevoli, una giustizia incapace di evitare lungaggini nel recupero dei crediti, imprenditori che soffrono delle lungaggini processuali addirittura quando hanno crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, quando non si riesce a dare risposte rispetto a truffe ai danni degli imprenditori, è chiaro che l'investitore straniero è totalmente dissuaso dall'investire in Italia. Quindi, il problema è sempre quello. Il Governo dovrebbe prendere atto del fatto che la giustizia è un settore sul quale bisogna fare degli sforzi e dedicare delle risorse.
Discorso a parte, poi, è l'emergenza carceraria, in ordine all'edilizia, alla Polizia penitenziaria, a quello che attiene alla figura del detenuto e a tutto il lavoro che va fatto circa il recupero di coloro i quali hanno commesso reati. Occorrono investimenti, occorre una visione organica e strutturale. Invece, per quanto riguarda le assunzioni per la Polizia penitenziaria, esse coprono in buona sostanza i pensionamenti. Abbiamo dei numeri di suicidi in cella che diventano un segnale, un parametro drammatico, di quale livello di emergenza noi abbiamo raggiunto.
Un annetto fa, per la prima volta, ho messo piede in carcere per una visita, registrando una doppia vergogna: la prima, la mia, che, pur avendo avvertito a volte l'esigenza di fare questo tipo di esperienza, non l'avevo mai fatta. È una cosa di cui mi rimprovero fortemente, perché è un'esperienza che segna veramente le sensibilità più profonde di ognuno di noi. C'è poi un'altra vergogna, quella di vivere e di ricoprire anche dei ruoli istituzionali in un Paese che non riesce a invertire la rotta circa le condizioni che vive chi deve scontare una pena legittimamente e giustamente, ma che non può vivere quel tipo di esperienza all'interno del carcere, anche perché ciò va in controtendenza con i principi costituzionali, di recuperare o di provare a offrire delle di recupero della persona.
Un progetto di miglioramento della situazione - torniamo sempre lì - passa dalla destinazione a tale fine di risorse economiche. Ci si chiede: avevamo veramente bisogno di figure istituzionali che mancavano, come questa di un commissario o di strutture che gestissero le problematiche, o abbiamo, innanzitutto, bisogno di un investimento di risorse nella direzione di risolvere le problematiche che abbiamo e che sono sotto gli occhi di tutti?
Si tagliano fondi di importanza vitale per l'edilizia carceraria e il Fondo per la giustizia riparativa. Il metodo deve essere ribaltato: piuttosto che una continua decretazione d'urgenza e modifiche al codice penale con proliferazione di figure di reato, che creano, peraltro, problemi anche sistematici, da cui, secondo me, scaturiranno anche dei dubbi applicativi in alcune circostanze, sarebbe opportuno, anzi necessario, provare a tracciare una visione organica e strutturale, che, però, diventa parola vuota se non si acquisisce la consapevolezza che occorre investire risorse.
Un ultimo accenno lo avrei fatto volentieri - ma evito, anche per andare incontro alle esigenze di velocizzare i tempi - sulla magistratura onoraria. Sono stati tagliati dei fondi e ciò evidenza che non si ha un quadro di quanto importante sia la magistratura onoraria e di che carico di lavoro, anche di alta qualità, essa svolga all'interno del sistema giustizia. Però - ripeto - probabilmente non si ha un quadro chiaro di quello che può essere un demotivare in ordine anche alle gratificazioni legittime che spetterebbero alla magistratura onoraria, in particolare quella non esclusivista, che è stata molto penalizzata dalla recente legge che è passata. Questo quadro della situazione ci impedisce di maturare un voto favorevole anche in questa circostanza, la riteniamo l'ennesima occasione persa, per cui ci orienteremo per un voto di astensione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, il provvedimento giunto oggi al vaglio di quest'Aula potrebbe sembrare un testo tecnico, contenente misure puntuali, ma di scarso rilievo politico e programmatico: niente di più errato. Gli interventi previsti sono tutti volti a migliorare l'amministrazione della giustizia, soprattutto nella prima parte, prevedendo norme di carattere ordinamentale, che, però, semplificano sensibilmente il lavoro della magistratura. Un sistema giudiziario efficiente è una condizione essenziale per una giustizia giusta, tuttavia il fulcro di questo decreto-legge affronta nuovamente, in maniera concreta, un'annosa questione, che non attiene solo alla giustizia, ma alla civiltà.
Il sovraffollamento delle carceri pregiudica il raggiungimento dell'obiettivo precipuo della pena detentiva, cioè la rieducazione, e questo è un tema che al nostro gruppo, il gruppo di Noi Moderati, sta particolarmente a cuore e che, come gruppo parlamentare, è stato al centro e continuerà ad esserlo della nostra azione per tutta la legislatura. La vita in carcere è privazione della libertà e per questo deve consentire al condannato di affrontare le proprie colpe, ma anche comprendere che la società lo sostiene nel processo e che possa riportarlo a trovargli un posto.
La ricetta introdotta dal Governo è precisa, direi chirurgica: certezza della pena, riqualificazione dell'edilizia carceraria, implementazione delle pene alternative. Oggi, signor Presidente, con questo provvedimento andiamo ad affinare un impianto che ruota in gran parte attorno al commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria e alle sue funzioni, che vengono agevolate e integrate dalle misure che sono contenute in questo provvedimento di urgenza. In particolare, si stabiliscono interventi per ristrutturare, ampliare e costruire nuove strutture, oltre a realizzare alloggi per la Polizia penitenziaria. Spesso ci si dimentica che gli istituti di pena sono anche un luogo di lavoro e che la situazione delle carceri nel nostro Paese colpisce anche le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria, che ogni giorno profondono il loro impegno in un compito non facile. Si tratta di un impegno che contribuisce alla rieducazione dei detenuti e al proficuo percorso di ritorno nella società di chi ha commesso reati, meno gravi e più gravi. Se vogliamo davvero che il sistema giudiziario funzioni in ogni sua parte, anche e soprattutto nel suo esito, abbiamo il dovere di intraprendere questo percorso.
Magari non è il più facile, esistono soluzioni più a buon mercato per tagliare di netto la popolazione carceraria, come provvedimenti svuota carceri, indulti, cancellazioni dei reati. Si tratta di soluzioni, però, che vanificano tutto l'iter precedente, minando il sistema nel suo complesso. Signor Presidente, come Noi Moderati crediamo fermamente nella correttezza del percorso avviato dal Governo e, dunque, sosteniamo anche i correttivi previsti da questo decreto-legge. Questo è un punto per noi dirimente che divide fra coloro che credono nella giustizia e credono nel lavoro di tutti gli operatori che si adoperano al buon funzionamento del sistema giudiziario e coloro che, invece, propongono di vanificarlo, in presenza di una mancanza dello Stato nella capacità detentiva.
È una differenza questa che, a nostro avviso, deriva da una incomprensione di fondo. L'obiettivo del sistema giudiziario non è condannare un imputato, ma è accertare le colpe, dare giustizia alle vittime, accompagnare i rei in un percorso di riconoscimento degli errori e di rieducazione. La certezza della pena e la detenzione in condizioni adeguate sono gli elementi centrali di tutto il processo. Ora l'obiettivo è predisporre un nuovo piano carceri e gli interventi che andiamo ad approvare vanno esattamente in questo senso, favorendo la rapida collocazione di nuovi istituti di pena sul nostro territorio. Poi, in questo provvedimento si lavora ad implementare e migliorare le pene alternative.
Ne abbiamo parlato molto in quest'Aula, ma nei fatti tragici di cronaca sono emersi i limiti del braccialetto elettronico. Dalla introduzione della legge n. 168 sul contrasto della violenza domestica e di genere, l'utilizzo del braccialetto elettronico è più che quadruplicato, in virtù dell'estensione e funzionalità anti-stalking, ma non sempre, come sappiamo, hanno funzionato.
Come ha denunciato la collega del nostro gruppo, l'onorevole Martina Semenzato, che è anche presidente della Commissione contro la violenza di genere. Cito testualmente una sua dichiarazione: il braccialetto elettronico costituisce certamente un valido deterrente, ma si limita solo a segnalare la trasgressione della misura in atto, non ad impedire il reato.
Signor Presidente, se poi a questo aggiungiamo che dall'indagine conoscitiva avviata dalla Commissione giustizia al Senato è emerso che, in molti casi, quelle che sono state considerate inefficienze dello strumento nascono da alterazioni del meccanismo operate dal soggetto destinatario del provvedimento, noi capiamo che, al fine di limitare queste pratiche e di rafforzare il funzionamento dello strumento di misura cautelare in chiave e preventiva di ulteriori violenze, proprio una novella del provvedimento prevede che, in aggiunta alla condotta di manomissione dei braccialetti elettronici, anche in caso di realizzazione di una o più condotte gravi e reiterate che ne impediscano e ostacolino il regolare funzionamento, il giudice debba disporre la revoca della misura e la sua sostituzione con la custodia cautelare in carcere.
Viene, dunque, ampliato il novero delle trasgressioni alle prescrizioni inerenti agli arresti domiciliari, rendendo ulteriormente più severo il complesso meccanismo diretto a soddisfare, nel rispetto sempre delle garanzie formali e sostanziali, le esigenze cautelari. Signor Presidente, è evidente che tutti gli interventi che sono previsti in questo provvedimento sono per noi urgenti. Condividiamo con il Governo questa esigenza. Intervenire immediatamente è la prima azione da mettere in campo. Alla luce di tutto quanto detto, non posso che dichiarare il voto favorevole a nome del gruppo di Noi Moderati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA(FI-PPE). Presidente, colleghi, Governo, oggi è all'attenzione della Camera dei deputati il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 178/2024, recante misure urgenti in materia di giustizia, già approvato dal Senato. È un provvedimento che introduce diverse e significative innovazioni normative in materia di giustizia e che risponde a una serie di criticità ed emergenze di sistema con la celerità dovuta a queste problematiche, alle quali, con il presente atto normativo, si dà una risposta chiara, concreta ed efficace.
Questo provvedimento si inserisce sulla scia di una serie di provvedimenti, approvati in questa legislatura, che hanno riguardato il tema giustizia, dalle intercettazioni, alla prescrizione, alla giustizia onoraria, alla sicurezza e, da ultimo, alla separazione delle carriere, insieme a tanti altri temi sostanziali e di procedura che danno inequivocabilmente il segnale che il tema giustizia è centrale per questo Governo. Governo e maggioranza hanno una chiara visione del sistema giudiziario, che dev'essere più efficiente, più celere, più efficace, ma soprattutto più giusto.
Entriamo nel merito del provvedimento, che prevede una serie di norme ordinamentali, tecniche, necessarie in un'ottica di semplificazione del lavoro degli operatori del sistema giustizia. Si parte dal rinvio delle elezioni dei componenti dei consigli giudiziari e del consiglio direttivo della Corte di cassazione, per un riallineamento dei termini di svolgimento di tali elezioni. Con un emendamento fortemente voluto da Forza Italia al Senato, sono stati ampliati i poteri degli avvocati nei consigli giudiziari: segno della nostra attenzione nell'ottica di una valorizzazione del ruolo dell'avvocatura, tendendo al giusto processo e alla trasparenza dei processi decisionali.
Si interviene, poi, sulla disciplina della legittimazione al concorso per il conferimento delle funzioni direttive di legittimità, in tema di limiti di età per il conferimento di funzioni direttive: il decreto-legge amplia, equiparando le direttive apicali della Cassazione, tutte le altre funzioni direttive e semidirettive superiori, giudicanti e requirenti.
Viene, inoltre, modificata la cosiddetta riforma Cartabia del processo civile. Ai giudici assegnati in via esclusiva o prevalente alla trattazione dei procedimenti in materia di famiglia non si applica il limite di permanenza dell'incarico presso lo stesso ufficio. Le disposizioni relative al Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie hanno effetto da ottobre 2025. La durata della proroga è collegata al termine per l'effettiva istituzione del Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie, prevista appunto per il mese di ottobre 2025.
L'intervento è volto a incentivare l'assegnazione allo stesso tribunale di magistrati che già si occupano di diritto di famiglia. È prevista anche una deroga alle disposizioni, che prevede un periodo di 2 anni nel corso del quale i giudici di pace sono assegnati all'ufficio per il processo e possono svolgere esclusivamente i compiti e le attività allo stesso inerenti.
Sono poi previste disposizioni urgenti in materia di edilizia penitenziaria. Viene, in primo luogo, disciplinata la competenza del commissario straordinario, estendendola rispetto agli interventi per i quali, alla data del 1° dicembre 2024, risulti già affidato l'incarico di progettazione. L'intervento è in un'ottica di valorizzazione del ruolo del commissario straordinario. Viene anche modificata la durata della gestione commissariale per consentire la completa attuazione del piano straordinario di interventi in materia di edilizia penitenziaria, anche in ragione dell'ampliamento dei poteri allo stesso affidati, con le modifiche previste dal provvedimento. È, inoltre, prevista la possibilità, per il commissario, di stipulare protocolli per avvalersi delle stazioni appaltanti qualificate, nonché di richiedere la vigilanza collaborativa dell'Autorità nazionale anticorruzione.
Questi interventi sono preordinati alla realizzazione di un nuovo Piano carceri, assolutamente necessario considerate le emergenze del pianeta carcere, dal sovraffollamento, allo stato spesso fatiscente delle nostre strutture penitenziarie. Quest'estate Forza Italia ha avviato un'iniziativa importante all'interno di tutte le strutture carcerarie, monitorando lo stato, molte volte drammatico, delle strutture in questione, redigendo una relazione dettagliata su tutti gli istituti carcerari che sono stati visitati dai nostri parlamentari. Siamo tutti consapevoli della drammaticità della condizione di alcuni istituti penitenziari. E la risposta a questo problema emergenziale, che non può più essere rimandata, il Governo la dà investendo in nuove strutture carcerarie, perché l'idea della necessaria risposta dello Stato e della certezza della pena può e dev'essere coniugata unitamente al rispetto dei diritti e della dignità dell'individuo.
In questo provvedimento si interviene anche con norme per rafforzare gli strumenti a disposizione dell'Autorità giudiziaria a tutela delle vittime di violenza di genere. A fronte di una serie di criticità riscontrate, si è data una risposta concreta e in tempo reale per un dramma che, sappiamo bene, non si risolve solo con l'aumento di misure preventive e di controllo o con un inasprimento delle pene. Ogni anno, ogni Governo, a prescindere dal colore politico, è intervenuto e interverrà cercando di dare la migliore risposta possibile a un dramma che, nonostante l'impegno generale, purtroppo, non conosce una pausa. Io ho una sana invidia per chi pensa di avere le risposte e urla sdegnato, ma poi, quando vado a cercare un riscontro fattuale allo sdegno, mi rendo conto che non è che, quando hanno governato loro, hanno adottato una norma risolutoria in assoluto. E lo dico con rammarico: sappiamo bene che, quando parliamo di femminicidio e violenza di genere, è necessario l'impegno congiunto e convergente di tutti, non il dito puntato contro qualcuno, ma la condivisione dell'impegno e della responsabilità.
La modifica prevista è stata adottata sulla base di un monitoraggio delle analisi delle numerose applicazioni giudiziarie e operative di questi dispositivi elettronici, da cui sono emerse talune criticità tecniche e per cui si è resa necessaria questa integrazione normativa, nella prospettiva di rafforzare ulteriormente il complesso sistema di tutela delle persone offese da determinati delitti. Nello specifico, si integrano le norme relative al cosiddetto braccialetto elettronico per precisare che, in relazione alla fattibilità tecnica dell'utilizzo di tale strumento, va considerata anche la fattibilità operativa, declinata in chiave di efficacia e funzionalità relativamente al caso concreto. Nel caso di non fattibilità tecnica ed operativa, qualora siano stati disposti l'allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, il giudice potrà disporre l'applicazione, anche congiunta, di ulteriori misure cautelari anche più gravi di quelle già adottate. In caso di trasgressione alle prescrizioni imposte o di una o più condotte gravi e reiterate, che impediscano od ostacolino il regolare funzionamento del braccialetto elettronico, il giudice può disporre la revoca degli arresti domiciliari e la sostituzione con la custodia cautelare in carcere.
Considerato quanto esposto e condividendo la del provvedimento, che è quella di fornire risposte immediate e risolutive a problemi concretamente riscontrati, Forza Italia esprime il proprio voto favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Dopo i tagli per oltre mezzo miliardo di euro che avete apportato al settore giustizia con l'ultima legge di bilancio, speravamo in un esame di coscienza, ma tutto questo è, ovviamente, utopia, perché ci troviamo di fronte all'ennesimo decreto-legge che non risolve alcun problema. E allora andiamo a vedere di cosa parla.
Primo punto fondamentale: le carceri, carceri che si trovano in un baratro.
Secondo il presentato alcuni giorni fa dal Garante nazionale dei detenuti, il tasso di sovraffollamento nelle carceri italiane è, in media, del 130 per cento, con punte del 220 per cento a Milano San Vittore. Nelle carceri italiane sono detenute circa 63.000 persone, mentre la capienza regolamentare è di 51.320 posti, ma, di questi, 4.462 non sono realmente occupabili per manutenzione in corso o inagibilità delle celle. Significa, insomma, che i posti realmente disponibili sono circa 47.000. E questi 47.000 posti disponibili hanno, comunque, moltissimi problemi, posso testimoniarlo in prima persona, perché regolarmente, ogni mese, mi reco all'interno delle carceri e ho visto con i miei occhi detenute e detenuti vivere in condizioni disumane e degradanti: in 8 in un'unica cella, con bagni attaccati al cucinotto, con materassi marci, con celle in cui ci sono formiche, in cui ci sono blatte, in cui ci sono topi, in cui ci sono che vengono utilizzati per lavarsi e per lavare anche le stoviglie. Tutto questo non è accettabile, non è dignitoso ed è una vergogna. Ed ancora, ho visto la mancanza totale di spazi, la carenza di personale sanitario, di psichiatri, di psicologi e ancora, l'assenza totale di progetti lavorativi, di rieducazione e una commistione esplosiva e degradante di detenuti comuni con detenuti che hanno malattie psichiatriche, con tossicodipendenti e con detenuti pericolosi. Ancora oggi, mi ricordo un detenuto abbandonato a se stesso, con problemi psichiatrici, all'interno di una cella, su un materasso sporco accanto a dei rifiuti. Tutto questo è vergognoso.
Il 2024, tra l'altro - è bene ricordarlo -, è l'anno in cui si sono uccise più persone nelle carceri italiane da quando vengono raccolti i dati: parliamo di 90 persone che si sono tolte la vita. La scorsa settimana ero nel carcere di Modena, nel mio territorio, dove, in un solo mese, si sono suicidate due persone e, in questi primi giorni del 2025, sono già 8 in Italia. E sapete, colleghi e colleghe, cosa succede a chi sopravvive alla vita carceraria una volta scontata la pena? Sapete che cosa fa? In 7 casi su 10, torna a delinquere, è recidivo, segno che il carcere ha fallito nella sua missione di rieducazione e di reinserimento.
Mentre la popolazione carceraria aumenta anche per le vostre leggi scellerate, che creano nuovi reati e aumentano il ricorso alla detenzione per reati minori, diminuisce la capacità della Polizia penitenziaria di riuscire a reggere tutte le mancanze del sistema carcerario. E come potrebbero, vista l'assurda carenza di organico? Secondo i dati del sindacato UILPA, mancano circa 18.000 unità di Polizia penitenziaria, per cui gli agenti sono costretti ad effettuare, sistematicamente, turni da 14, 16, 18, addirittura 24 ore consecutive, a sostituirsi alle carenze di personale, a essere in sostituzione del personale sanitario, dello psicologo, dell'infermiere, e tutto ricade su di loro, con il costante rischio di aggressioni, resistenze e minacce. Sette agenti di Polizia penitenziaria, nel 2024, si sono suicidati per lo psicofisico insopportabile. Su questo ci tengo a ricordare che ho presentato una proposta di legge per istituire una Commissione di inchiesta sul fenomeno suicidario nelle Forze dell'ordine, con attenzione anche per le Forze di polizia penitenziaria che, purtroppo, hanno il triste primato in merito. Tutto questo è fermo. Voi come rispondete a questa emergenza? Che cosa fate? Zero, ripeto, zero assunzioni di nuovo personale e, addirittura, quelle promesse non serviranno a coprire i pensionamenti. Ecco, questo è quello che la destra fa per difendere le Forze dell'ordine: fatevi un applauso, perché è veramente vergognoso.
E davanti a questa situazione drammatica, qual è l'altra risposta che date? È raddoppiare l'indennità al commissario straordinario, di cui, è bene precisare, non abbiamo avuto notizie né abbiamo potuto leggere uno straccio di programma. Ed ancora, dove andate a prendere i soldi per raddoppiare questa indennità? Andate a prenderli dal Fondo previsto per l'attuazione della riforma in materia di magistratura onoraria. Prima promettete e, poi, andate a togliere i soldi, in un momento in cui i nostri giudici di prossimità sono in forte difficoltà, soprattutto per la carenza di organico. E, poi, andate a depauperare il Fondo per la copertura delle spese legali agli imputati assolti - ovviamente, siete garantisti a parole, ma non nei fatti - e andate a togliere risorse al Fondo per la giustizia riparativa, mostrando totale disinteresse nei confronti delle vittime dei reati e verso un'innovazione del diritto penale che ha mostrato di poter essere efficace.
Andiamo a vedere, invece, quello che noi avevamo chiesto. Avevamo chiesto di mettere risorse, per esempio, per le case di comunità, per garantire un vero reinserimento sociale, per dare le relazioni affettive ai detenuti, per ampliare i percorsi di formazione, di lavoro, di cultura, di studio, di sport, di teatro. Questo per insegnare delle regole, un lavoro di squadra, per abbassare il livello di aggressività e di violenza presente all'interno delle carceri, ricordandovi che le carceri non sono discariche sociali, ma sono luoghi di dignità, in cui alcune persone stanno espiando una pena. E, in queste condizioni, si provoca una doppia sofferenza, soprattutto nei confronti delle persone più fragili e vulnerabili. Quello che vi manca, colleghi e colleghe, è entrare all'interno degli istituti di pena, toccare con mano, parlare con i direttori, con il personale sanitario, con chi veramente lavora all'interno, con le Forze di polizia penitenziaria e questa vostra ignoranza si trasforma in questi piccoli interventi sconnessi tra loro, che non portano a nulla, se non a una piccola propaganda.
Ed ancora, altro punto centrale in tema di contrasto alla violenza sulle donne: il braccialetto elettronico. Quello che avete previsto è insufficiente, in un Paese in cui viene uccisa una donna ogni tre giorni. È insufficiente! Abbiamo presentato emendamenti in un'ottica costruttiva, per migliorare la formazione e la conoscenza delle vittime su come funziona il braccialetto elettronico, per capire dove si trova in ogni momento chi potrebbe farle del male, per monitorare da un punto di vista operativo il luogo di vita, di residenza, di lavoro delle vittime, per fare in modo che l'imputato correttamente applichi il braccialetto e, se non lo fa, perché lo fa con dolo nel disapplicarlo, aggravare la misura cautelare, perché non sono ammessi errori, e tutto in un'ottica di tutela delle vittime, a cui veramente teniamo. Ma tutti gli emendamenti sono stati bocciati. Allora, alla luce di tutto questo, io vi chiedo: quando inizierete a trattare i reali problemi della giustizia? Quando inizierete a mettere risorse nella giustizia, invece di toglierle? Quando la smetterete di fare pura propaganda? Perché, continuando così, fate solo e unicamente danni ai cittadini e alle cittadine, che vi hanno dato fiducia e vi hanno chiesto aiuti concreti, seri e, invece, li ripagate solo con delle bandierine politiche, che vi danno solo la garanzia di mantenere un posto di potere. Questo è inaccettabile, perché a pagarne le conseguenze sono le persone più vulnerabili .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellomo. Ne ha facoltà.
DAVIDE BELLOMO(LEGA). Grazie, signor Presidente. Io, con grande meraviglia, devo confessarle una cosa, Presidente: che si parla sempre dell'assente, non si parla mai del provvedimento in questione, ma si parla sempre di quello che è al di fuori del provvedimento.
La prima cosa che bisognerebbe fare è analizzare analiticamente il provvedimento che è oggi alla nostra attenzione e verificare se il contenuto dello stesso sia conforme alle esigenze, alle necessità del Paese e, quindi, discutere sul merito. Invece, mi sembra che non si discuta sul merito, ma si discuta in maniera generale sui problemi delle carceri e della giustizia .
I problemi della giustizia ci sono e sono tanti. Questo è un provvedimento che ha analizzato quello che non andava rispetto ad altri provvedimenti, per fare alcuni aggiustamenti. Nessuno ha detto, per esempio, che questo provvedimento prevede disposizioni che riguardano anche il codice delle imprese, che nel corso del tempo è stato modificato e i tribunali erano pieni di contenziosi su un'interpretazione autentica da dare allo stesso provvedimento. Quindi, al fine di salvaguardare le imprese in crisi, si è ritenuto di fare un provvedimento che desse un'interpretazione autentica e che cercasse di sciogliere ogni nodo rispetto a contenziosi che oggi sono all'attenzione dei tribunali. Di questo non ne ha parlato nessuno .
Così come nessuno ha parlato del fatto che il centrodestra, per antonomasia, ha un rapporto di idiosincrasia con i magistrati, però, in questo provvedimento, vi è una serie di norme che sono esattamente all'antitesi rispetto a questo dogma che abbiamo addosso, perché ci si è fatti carico dei loro problemi. Quindi, sono stati abbreviati alcuni termini e ne sono stati allungati altri; sui consigli giudiziari, è stata data una proroga. Sono state fatte una serie di cose per venire incontro a un'esigenza reale dei magistrati e noi ci facciamo veri portatori dei loro interessi.
Invece, qua sento tutta un'altra cosa. Sulle carceri. Sì, abbiamo un commissario che con questo provvedimento prenderà l'incredibile cifra di 3.000 euro al mese, perché di questo parliamo, per una persona che si deve dedicare, dalla mattina alla sera, al problema gigantesco - su questo siamo d'accordo - delle carceri, che deve programmare e decidere quali carceri bisogna fare. Lo avete detto tutti, salvo poi criticare il fatto che il Governo intende fare nuovi istituti di pena, perché quelli che ci sono adesso, al netto del sovrappopolamento degli stessi, dal punto di vista anche logistico, sono antichi e vetusti. Tutti i detenuti meritano altro. Nell'ultimo intervento, per esempio, ho sentito che non si faceva una distinzione, nel senso che si fanno i proclami, ossia che la pena deve essere rieducativa, però, poi, quando ci sono i provvedimenti che insistono sul fare in modo che vada in galera solo chi ha commesso un reato e solo quando c'è una sentenza definitiva, si dice (lo ha detto oggi): “l'indagato che si macchia di reati”. L'indagato non si è macchiato di reati. L'indagato è accusato di un reato, che è una cosa terribilmente diversa .
Quando parliamo delle carceri - e il collega Giachetti lo ha detto, perché è vero - c'è un problema, perché abbiamo statisticamente un terzo dei detenuti in attesa di giudizio, che poi vengono assolti. Bene, quando però facciamo provvedimenti che tendono a fare in modo che il carcere sia l'ultima ipotesi, dalle opposizioni, frequentemente, spesso - anzi, direi sempre - arriva un'opposizione rigida, perché chi è indagato, e, quindi, si è macchiato di un reato, deve stare in galera.
Poi ci sono tutti quei reati per cui c'è l'ostatività. Che cos'è l'ostatività? Per alcuni reati la pena non è rieducativa, perché non posso avere diritto a pene alternative alla detenzione se non vado prima in carcere e quasi tutti i provvedimenti sono stati sollecitati incredibilmente proprio da coloro i quali - vedi i 5 Stelle - si fanno promotori di questa idea, che è esattamente l'opposto della nostra. Quindi, è vero che dobbiamo risolvere questo problema, ma il problema è concettuale; il problema è sempre il medesimo: chi è accusato di un reato non ha commesso il reato; lo avrà fatto solo a sentenza definitiva.
Quindi, il problema delle carceri, che è un problema serio, va anche considerato da questo punto di vista. Quindi, oggi, che cosa dobbiamo fare? La giustizia è lenta; quando si fanno gli aggiustamenti, anche sulla custodia cautelare, perché adesso sul braccialetto elettronico, addirittura, abbiamo una critica.
Personalmente, come garantista, già lo vedo ai limiti, perché, oggi, che cosa ci dice il provvedimento? Il provvedimento ci dice che, concretamente, l'autorità giudiziaria, attraverso la Polizia giudiziaria, deve verificare se effettivamente vi sia un funzionamento corretto e concreto del braccialetto elettronico. Deve controllare, addirittura, se ci sia rete, connessione e, in caso di risposta negativa, lo deve trasmettere al magistrato, che rimanda l'indagato in carcere. Per me, forse, questo è ai limiti, addirittura, ma proprio per venire incontro a un'esigenza delle vittime, nei casi in cui purtroppo abbiamo verificato che chi era libero - o, meglio, era ai domiciliari - poi purtroppo ha esondato rispetto ai limiti imposti e abbiamo avuto problemi. Quindi, il Governo si è fatto partecipe di questo tipo di problema.
Ricordo a me stesso che i domiciliari non si hanno perché ho il braccialetto elettronico. I domiciliari si hanno se sono attenuate le esigenze cautelari che il magistrato va a verificare puntualmente. In più vi è la possibilità del controllo attraverso il braccialetto, ma la motivazione per la quale è agli arresti domiciliari e non in carcere è altra. Alle volte sbagliano i magistrati in questo senso? Sì, probabilmente sì.
Quindi, abbiamo fatto un provvedimento che forse è ai limiti rispetto a quello che il codice di procedura penale ci dice quando vi è un'attenuazione di una misura. Tuttavia, poi, rispetto allo stesso reato, quando graviamo, ad esempio, sulla limitazione delle attenuanti generiche rispetto alle aggravanti, che quindi impongono al giudice di emettere un provvedimento custodiale molto forte, non vi lamentate, anzi, forse esultate. Però, oggi, diventate tutti garantisti: il problema delle carceri; la pena diventa rieducativa; dobbiamo fare provvedimenti che i 45 giorni dello sconto della pena devono diventare 90; domani da 90 ne devono fare 180, perché per tutte le carceri sono piene e quindi li dobbiamo fare uscire.
Quindi, prima siete rigidi - direi rigidissimi - nell'ambito delle protezioni dell'indagato e poi volete essere lassi nel momento in cui vi è una sentenza definitiva di condanna e li volete liberare. Non può essere un atto di generosità dello Stato concedere i 90 giorni solo perché le carceri sono piene.
Occorre che uno sia meritorio e che abbia svolto tutta una serie di comportamenti idonei. Quarantacinque giorni ogni 6 mesi è un mese e mezzo, è un quarto di pena in meno, se lo sommate. Non è poca roba.
Invece, oggi, chiedete: per emergenza che faccio? Aumento la possibilità dello sconto di pena per buon comportamento. Non è così. Non è così che lo Stato deve agire. Lo Stato deve premiare chi si comporta bene, certamente non perché le carceri sono piene, ma esattamente per il motivo opposto: per dare un percorso riabilitativo della pena e questo vale per tutti i detenuti.
Invece abbiamo assistito a componenti della sinistra che sono andati in carcere per soddisfare l'esigenza di un detenuto che era al 41- (, per dare il supporto …
PRESIDENTE. Colleghi. Colleghi.
DAVIDE BELLOMO(LEGA). Per dare supporto
PRESIDENTE. Collega Scarpa, la prego. Per cortesia.
DAVIDE BELLOMO(LEGA). Per dare il supporto dal punto di vista mediatico, perché noi siamo parlamentari e i nostri comportamenti hanno un significato politico (…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi. No, per favore. La prego, onorevole Bellomo, prosegua.
DAVIDE BELLOMO(LEGA). Giustamente si dice: siamo andati a verificare se le condizioni di salute fossero effettivamente degne dello Stato carcerario o altro. Io vi dico: se io fossi andato a trovare Provenzano, voi cosa avreste detto? Perché quel detenuto è alla pari di Provenzano .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Voglio rispondere subito al deputato Bellomo. Se lei fosse andato a trovare in carcere…
PRESIDENTE. Parli con me. Parli sempre con me.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Tramite il Presidente. Se il deputato fosse andato a trovare in carcere Provenzano, noi non avremmo detto niente, perché andare a visitare le carceri è una prerogativa parlamentare e noi non abbiamo nessun problema con le prerogative parlamentari, che sono degne di uno Stato democratico.
Colleghe e colleghi, il voto del Partito Democratico a questo provvedimento sarà di astensione. Noi condividiamo, certo, alcuni interventi derogatori di perfezionamento delle norme.
Tuttavia, dobbiamo constatare che ancora troppi sono i problemi del mondo della giustizia che questo decreto non va in alcun modo ad intaccare, e quindi anche il nome altisonante, il titolo di questo decreto, probabilmente, non è adeguato.
Quello che abbiamo di fronte è un provvedimento che è assolutamente evasivo. Quando, insieme alle altre opposizioni, abbiamo proposto emendamenti di miglioramento e di compensazione delle tante mancanze in questo decreto, sono stati, ovviamente, tutti respinti. Il perché non è dato, ovviamente, saperlo, ma è ormai abitudine di una maggioranza e di un Governo che hanno il gusto a fare tutto da sé. Eppure, i problemi della giustizia restano e rimangono tanti, profondi e, spesso, anche drammatici. Uno su tutti - l'hanno già citato in molti - è il problema delle carceri: 63.000 detenuti, 51.000 posti disponibili; 83 suicidi accertati nel 2024, già 8 suicidi nei primi 20 giorni del 2025. L'autolesionismo è, ormai, un dramma quotidiano, e le persone in carcere vivono sotto la custodia dello Stato trattati come le bestie. Una sofferenza che cresce sempre di più e che ha origine, purtroppo, nelle terrificanti condizioni di detenzione delle carceri italiane. La media del sovraffollamento è del 130 per cento, ma ci sono carceri, come quello di San Vittore a Milano, dove i picchi raggiungono il 220 per cento. Dei 63.000 detenuti in Italia, ce ne sarebbero 23.000 con pena residua di meno di 3 anni e, di questi, almeno 19.000 potrebbero già accedere alle misure della giustizia alternativa. Invece, la carcerazione non fa perdere al detenuto il beneficio dei diritti sanciti dalla Convenzione, al contrario, in alcuni casi, la persona incarcerata può avere bisogno di una maggiore tutela proprio per la vulnerabilità della sua situazione e per il fatto di trovarsi totalmente sotto la responsabilità dello Stato.
«In questo contesto, l'articolo 3 pone a carico delle autorità un obbligo positivo che consiste nell'assicurare che ogni prigioniero sia detenuto in condizioni compatibili con il rispetto della dignità umana, che le modalità di esecuzione della misura non sottopongano l'interessato ad uno stato di sconforto né ad una prova di intensità che ecceda l'inevitabile livello di sofferenza inerente alla detenzione e che, tenuto conto delle esigenze pratiche della reclusione, la salute e il benessere del detenuto siano assicurati adeguatamente». Non sono, ovviamente, le mie parole, ma sono le parole della sentenza Torreggiani con cui, nel 2013, l'Italia è stata condannata per la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani. Dodici anni sono passati da quella sentenza e il problema, purtroppo, va sempre peggiorando. Certamente, prevengo già quello che si ribatterà: non è un problema che nasce con questo Governo. Non tutte le responsabilità possono essere addotte a questo Governo ma, dopo più di 2 anni, è anche un ritornello che siamo stufi di sentire come giustificazione all'inerzia e, quindi, è un problema che il Governo ha il dovere e la responsabilità di prendere di petto. Si ha l'impressione qui, invece, che ciò che fa il Governo sia semplicemente voltare le spalle. Con la recente legge di bilancio, infatti, il comparto giustizia subisce tagli per oltre 500 milioni di euro, proprio lì dove servirebbero interventi significativi e, quindi, rimangono irrisolte, se non addirittura aggravate, le carenze dei servizi educativi e di riabilitazione, le mancanze sull'accoglienza, il trattamento penitenziario e le politiche di reinserimento. Ci sono tagli alla giustizia minorile e di comunità, tagli alla giustizia civile e penale (in particolare, i 166 milioni di euro che andranno a colpire, soprattutto, il funzionamento degli uffici), ci sono tagli all'azione di potenziamento e ristrutturazione dell'edilizia carceraria, su cui peserà il decremento di 50 milioni del Programma dell'amministrazione penitenziaria gestito dal DAP. Mancano, dunque, le risorse per affrontare l'emergenza permanente dell'edilizia carceraria in sé e per sé, ma non mancano quelle per rafforzare la struttura commissariale e, in particolare, aumentare l'indennità del commissario straordinario per l'edilizia carceraria.
Sono risorse - peraltro, questo è ancora più grave, lo si diceva anche prima - che sono prelevate da due Fondi che, secondo noi, non andrebbero assolutamente toccati: il Fondo per il funzionamento della giustizia riparativa, che noi consideriamo un istituto da valorizzare secondo le linee della riforma approvata nella scorsa legislatura, e il Fondo che riguarda la copertura delle spese degli imputati assolti nel processo penale, quindi persone che hanno subito ingiustamente un'accusa.
Strano, dico io, perché il commissario, nominato ormai l'estate scorsa per affrontare la grande emergenza dell'edilizia carceraria, ancora non si è visto. Siamo a gennaio dell'anno successivo, e ancora questo commissario non si è degnato neanche di presentarci un programma su cui possiamo giudicare le sue azioni. Quindi, mi chiedo - e chiedo a voi, colleghi, tramite il Presidente - quante altre vittime dovranno fare le carceri italiane e le loro condizioni di detenzione prima che accada qualcosa da questo punto di vista, e che questo commissario faccia qualcosa.
Si sarebbe potuto fare qualcosa già adesso, si sarebbe potuto, in questo provvedimento, raccogliere i tanti suggerimenti delle opposizioni per colmare alcune gravi mancanze. Li ripropongo per titoli: la salute mentale, le risorse per il personale, il funzionamento della giustizia penale e civile, la giustizia minorile, l'applicazione per il processo telematico penale (dove si è riusciti, purtroppo, a registrare, invece, un clamoroso fallimento); servirebbero misure per la magistratura onoraria, che è in grande crisi, per la stabilizzazione e l'ottimizzazione dell'ufficio del processo, per la solidarietà alle vittime di mafia, usura, estorsione e crimini domestici; avremmo bisogno di aumentare le REMS, le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, farne almeno una in ogni regione; avremmo bisogno di sostenere più e meglio il personale medico sanitario e psichiatrico che, ogni giorno, affronta dentro al carcere l'emergenza di salute mentale e di salute dei luoghi di detenzione; dovremmo porre fine all'orrore delle madri in carcere - ma qui so che sto buttando, purtroppo, parole al vento -, oppure dare l'accesso, a chi è detenuto, al diritto umano fondamentale alle relazioni e all'affettività; dovremmo risolvere il tema del sovraffollamento con un grande investimento sull'esecuzione penale esterna, sul lavoro di formazione, ma anche, se avessimo un minimo di visione, con degli interventi di architettura penitenziaria che diano respiro ai luoghi di detenzione.
Sì, esatto, respiro, perché il vero fine della pena è la rieducazione, appunto, e non l'umiliazione. Lo Stato sì, punisce, quando è giusto punire, ma rieduca, non umilia. Non c'è rieducazione senza la dignità della persona, e dovremmo mettercelo in testa. Più lo Stato trascura questo aspetto fondamentale, più ci aspettano cronache di morte, di suicidi, dolore e, per chi sopravvive, cronache di recidiva, purtroppo. Secondo il CNEL, il 68,7 per cento dei detenuti torna a delinquere, sono 2 su 3. I dati cambiano drasticamente se si considerano solo i detenuti che hanno svolto percorsi di formazione o di lavoro in carcere: il tasso di recidiva, per questi ultimi, è pari solo al 2 per cento. Le ricerche dimostrano che c'è una forte relazione tra il lavoro e la possibilità di commettere il crimine: all'aumento dei tassi di disoccupazione aumentano i crimini, ed è un dato che i detenuti che partecipano a programmi di formazione in carcere, che trovano un lavoro sia durante l'esecuzione della pena che dopo la sua fine, hanno un tasso di recidiva più basso. Ma per fare questo servono, ovviamente, delle risorse che, anche in questo decreto, purtroppo, mancano.
Questa è la discussione sulla giustizia che noi siamo ed eravamo disponibili a fare. In queste occasioni dobbiamo ricordarci che non parliamo solo di cifre o di tecnicismi, ma parliamo, ovviamente, della vita delle persone. Ogni taglio, ogni ritardo, ogni mancata azione ha delle conseguenze reali sulle vite di queste persone, non solo sui detenuti, ma anche, ad esempio, sulle vittime di violenza domestica che, ancora oggi, si vedono negare la protezione a causa dell'assenza di braccialetti elettronici e, forse, anche su questo, ascoltando le audizioni, si poteva trarre qualche spunto in più rispetto a questo decreto. Noi vogliamo discutere di giustizia, ma non possiamo farlo seriamente se i provvedimenti di merito…
RACHELE SCARPA(PD-IDP). …. come poteva essere questo, vengono affrontati con superficialità, mentre si taglia nel settore e si interviene sul sistema giustizia solo con interventi a cui, purtroppo, ci siamo abituati: aumenti delle pene, nuovi reati.
Una concezione panpenalistica della giustizia che non esaurisce assolutamente la sua missione. Per questo il nostro voto sarà di astensione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dondi. Ne ha facoltà.
DANIELA DONDI(FDI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 178 del 2024, recante misure urgenti in materia di giustizia, che votiamo oggi, è un provvedimento che affronta, in un'ottica di tempestività ed efficacia, temi cruciali per il buon funzionamento del nostro sistema giudiziario. Il provvedimento in esame interviene su diversi fronti, introducendo modifiche significative che vanno dal rinvio delle elezioni dei consigli giudiziari e del consiglio direttivo della Corte di cassazione, alla semplificazione dei requisiti per il conferimento delle funzioni direttive di legittimità, fino alla revisione di alcuni limiti della riforma Cartabia per i giudici di famiglia, tema a noi caro.
Ho dovuto rilevare che, sui primi quattro articoli di questo decreto, non è stato detto nulla dalle opposizioni, con ciò facendo intendere che diano il proprio consenso. Invece, le opposizioni hanno criticato le disposizioni degli articoli 6 e 7 (carceri e braccialetto elettronico) forse perché sono le situazioni che i precedenti Governi non hanno risolto.
Un articolo fondamentale per contrastare una grave emergenza è l'articolo 6 che introduce disposizioni urgenti in materia di edilizia penitenziaria e per la funzionalità del sistema giudiziario, intervenendo principalmente sulla disciplina concernente il commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria. Non c'è molto da discutere, i numeri parlano da soli. Dal 25 novembre 2024 il rapporto del Garante per i detenuti riportava 62.410 persone ristrette in carcere, a fronte di una capienza regolamentare di circa 15.000 posti. Questa situazione critica, ignorata dai passati Governi, ha portato ad un tasso di sovraffollamento pari al 133 per cento. Un dato insostenibile che mette a rischio non solo la dignità dei detenuti, ma anche e soprattutto il lavoro degli operatori e la sicurezza delle stesse strutture .
Per questo stiamo lavorando assiduamente affinché questo dato si inverta e, per l'appunto, la figura del commissario straordinario non è solo un atto tecnico, ma un segnale politico forte. Lo Stato si assume la responsabilità di intervenire con determinazione per rispondere a questa emergenza.
L'obiettivo, dunque, non sarà solo quello di ampliare la capacità delle strutture ma farlo in tempi rapidi, scongiurando situazioni che alimentano tensioni sociali e talvolta gesti estremi all'interno dell'ambiente carcerario.
Per contrastare questo fenomeno, inoltre, il Governo ha già previsto l'aumento e la copertura per il personale della Polizia penitenziaria e dei direttori delle carceri. Voglio anche ricordare e sottolineare che il sovraffollamento non è un problema degli ultimi anni, ma una situazione ereditata dai Governi precedenti che non hanno affrontato o non hanno saputo affrontare con la necessaria attenzione una problematica così grave.
In merito all'articolo 7 vorrei soffermarmi per chiarire ogni dubbio sollevato da qualche collega sulle disposizioni urgenti in materia di controllo mediante mezzi elettronici. In particolare, il dibattito è ricaduto sui braccialetti elettronici. Ci tengo a precisare che nel decreto si è provveduto a colmare eventuali lacune, concedendo alla polizia giudiziaria di accertarsi preventivamente della fattibilità operativa, oltre che della fattibilità tecnica.
È stato anche previsto che la polizia giudiziaria accerti preliminarmente sia la fattibilità tecnica (come la copertura di rete e le condizioni operative), sia quella tecnico-operativa, valutando le caratteristiche dei luoghi e le distanze, proprio per garantire la massima efficienza del sistema.
Inoltre, l'integrazione dell'articolo 276 del codice di procedura penale prevede che, nei casi di impossibilità di applicazione del braccialetto elettronico, si possa disporre la sostituzione della misura con la custodia cautelare in carcere, ad eccezione dei casi di lieve entità.
Questo meccanismo è essenziale per evitare che situazioni di inadeguatezza tecnologica compromettano la sicurezza pubblica. Non possiamo dimenticare le implicazioni di queste misure nella prevenzione di reati gravi. La possibilità di monitorare soggetti condannati per violenze o per può letteralmente salvare vite, offrendo una risposta concreta e preventiva alle esigenze di tutela delle vittime.
Le misure introdotte rappresentano un passo avanti nel garantire maggiore efficacia e controllo nelle situazioni di rischio e, soprattutto, a tutela delle vittime.
Signor Presidente, con questo decreto interveniamo su questioni di assoluta urgenza e sensibilità, rappresentando un passo decisivo per rafforzare la giustizia italiana e garantendo una risposta concreta alle emergenze che ci troviamo ad affrontare quotidianamente.
Con orgoglio annuncio il voto favorevole del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2196:
S. 1315 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 novembre 2024, n. 178, recante misure urgenti in materia di giustizia" .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Da anni, anzi, ogni giorno, davanti a Corso Verona 4, a Torino, c'è una situazione intollerabile, direi ignobile: centinaia di persone, uomini, donne, bambini, anziani, attendono per ore e ore sotto il sole - e, proprio in queste notti, all'addiaccio e al gelo - per poter entrare in un ufficio dell'immigrazione. Per questo chiediamo al Ministro Piantedosi - non avendo avuto risposte alle interrogazioni - di porre fine a questa barbarie.
È da anni che la situazione dell'Ufficio immigrazione è intollerabile, queste lunghe code al freddo e al gelo non sono solo il ritratto esatto di quello che succede, perché poi, queste persone quando entrano dentro l'ufficio, l'ufficio è dichiarato inagibile da anni, trovano muffe, non trovano servizi igienici e trovano le condizioni fatiscenti di un luogo che dovrebbe chiudere, chiudere perché è illegale. Allora, nell'attesa che la Questura e il prefetto trovino dei locali idonei, noi abbiamo chiesto di intervenire subito, con la possibilità che la Protezione civile dia una mano, soprattutto in queste ore, perché non si vedano più scene come quelle che abbiamo visto nelle ultime ore. Addirittura, un bambino ha passato un'intera notte lì davanti e sapete perché? Perché quelle persone reclamano un loro diritto e se c'è una cosa peggiore delle ore di coda che devono attendere, se c'è una cosa peggiore di quei locali angusti, inidonei, illegali, è che loro chiedono di avere dei documenti, dei documenti sa per cosa? Per svolgere regolarmente il lavoro in questo Paese, per non essere merce ricattabile, per colpa della Bossi-Fini e di tutte le leggi sull'immigrazione che rendono quelle persone schiavi di attendere un anno un documento che gli dovrebbe arrivare in poche settimane.
Matteo Piantedosi deve capire che cosa c'è lì davanti, c'è il futuro del nostro Paese, non solo perché alcuni di quelli saranno italiani. Voi potete mettere i bastoni tra le ruote, ma continueranno a esserlo, perché vogliono lavorare in Italia, studiare in Italia e devono ottenere i documenti in Italia, soprattutto perché vogliono restare nella legalità. Allora, lo diciamo a Matteo Piantedosi: riporti alla legalità centinaia e centinaia, anzi migliaia di nostri concittadini che pagano le nostre tasse e pagheranno anche le nostre e la sua pensione .
PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 18,30 - praticamente tra un minuto - con l'informativa urgente del Governo sulla situazione della rete ferroviaria nazionale.
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sulla situazione della rete ferroviaria nazionale.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi - per sette minuti ciascuno - e delle componenti politiche del gruppo Misto - per un tempo aggiuntivo - in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.
Ha facoltà di parlare il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini.
MATTEO SALVINI,. Grazie Presidente, grazie ai colleghi. Consentitemi, innanzitutto, di esprimere il mio e - immagino - il vostro sostegno ai 92.000 dipendenti del gruppo Ferrovie dello Stato e alle donne e agli uomini delle Forze dell'ordine che ogni giorno sono impegnati in attività delicate e non meritano le troppe polemiche, insinuazioni e accuse che, a volte, ci sono anche sul loro operato. Allo stesso tempo, voglio ringraziare il mezzo miliardo di viaggiatori che solo nel 2024 hanno scelto i treni del nostro Paese. Una cifra record, mai avuta prima, in crescita assoluta rispetto al passato. A tutti loro e a quanti continuano a viaggiare, la promessa che facciamo è che faremo di tutto per garantire trasporti sempre più efficienti, sicuri e all'altezza di un grande Paese come l'Italia .
A questo proposito - e ringrazio per il lavoro il Vice Ministro Rixi - grazie alla collaborazione con Parigi sono lieto di confermare la riapertura del Fréjus ferroviario entro la fine di marzo, come promesso .
Ho auspicato di poter intervenire in Aula alla luce di una situazione che appare oggettivamente preoccupante, su cui le istituzioni, a partire dal gruppo Ferrovie dello Stato, hanno reagito rapidamente. Quando ci sono dei disagi - che possono sempre accadere - la prima cosa da fare è scusarsi, come giustamente ha fatto Ferrovie dello Stato. Mio dovere oggi è spiegare quello che è successo e che sta succedendo e come stiamo utilizzando i soldi dei cittadini italiani. Lo dico con estrema chiarezza: un grande Paese come l'Italia non si fa e non si farà mai intimidire. Lo dico perché, da anni, la rete ferroviaria, purtroppo, è oggetto di attacchi e lo ribadì anche un Premier, passato, che nel 2014 disse testualmente: “è in atto un'operazione di sabotaggio contro le strutture ferroviarie. È evidente”.
Poi, come altre cose dette da quel Premier, alle parole non seguirono i fatti. Io scelgo invece di far parlare la realtà, dopo i doverosi e dedicati approfondimenti delle ultime settimane. Abbiamo un quadro di incendi dolosi, esplosioni, guasti, rotture e problemi elettrici, episodi che si sono verificati con regolarità e che - guarda un po' la coincidenza - dopo le pubbliche denunce e gli esposti non si sono più verificati, tanto che la circolazione è tornata regolare, con rarissime eccezioni in gran parte dovute al maltempo.
Veniamo ai fatti. Il 28 novembre 2024, alle prime ore del mattino, nella sede legale di Italferr Spa, società del gruppo FS, alcuni soggetti si sono indebitamente introdotti all'interno dell'area aziendale destinata a parcheggio scoperto, provocando l'incendio di 17 veicoli aziendali e privati attraverso il rapidissimo posizionamento di materiale infiammante sui pneumatici. A distanza di soli tre giorni si verifica un'ulteriore evento doloso, che determina l'incendio di due carcasse di autovetture, già in parte distrutte nella precedente occasione; in data 3 dicembre 2024, su alcuni gestiti da frange anarco-insurrezionaliste è stato rivendicato l'attacco incendiario alla sede di Italferr; da lì in poi abbiamo assistito a una preoccupante, che non abbiamo mai voluto evidenziare per senso di responsabilità, in attesa di raccogliere informazioni più precise, anche alla luce delle inchieste aperte e delle denunce. Segnalo ai deputati alcuni degli episodi più significativi. In data 11 gennaio 2025, alle ore 7,11, il Freccia 9515 si è fermato tra Milano Centrale e Milano Lambrate a causa della disalimentazione della linea elettrica con rottura del filo e pantografo danneggiato; successivamente, alle ore 7,49, l'Italo 8973 all'atto della partenza da Milano Centrale ha comunicato il danneggiamento del pantografo e per tale ragione - lo ricorderete, era un sabato - è stata disposta la sospensione della circolazione tra le due stazioni e la problematica è stata risolta, a seguito dell'intervento dei tecnici RFI, solo alle ore 15 dello stesso giorno. Le immagini dell'impianto di videosorveglianza, visionate a seguito dell'evento, hanno mostrato un soggetto esterno nell'area interessata al verificarsi della prima anomalia al Freccia 9515; ulteriori immagini hanno mostrato l'uomo che raggiungeva il marciapiede del binario 1 proseguendo nell'area di secondo livello; è interessante ribadire che l'uomo, ripreso dalle telecamere, si muoveva tra i binari pochi istanti dopo le scintille agli impianti, l'inchiesta è aperta.
In data 13 gennaio 2025 - quindi, il lunedì -, lungo la linea alta velocità Roma-Napoli, alle ore 7,05, è stato registrato un guasto al deviatoio di Gricignano; a seguito dell'intervento dei tecnici di RFI, alle ore 9,08 è stato possibile immobilizzare il deviatoio numero 1 di Gricignano con dispositivi di bloccaggio in posizione normale per la linea alta velocità, consentendo la graduale ripresa della circolazione; il ripristino definitivo è avvenuto durante la notte.
Il giorno dopo, in data 14 gennaio 2025, è stata riscontrata la rottura della rotaia tra Valdarno Sud e Arezzo Nord sul binario dispari, la circolazione è proseguita con prescrizioni dalle 9,20 alle 10,37; sempre il 14 gennaio 2025, nei pressi di Terontola, sulla linea Firenze-Chiusi, si sono registrati, tra le ore 14,02 e le 14,50 gli scatti degli interruttori con perdita di controllo degli enti; il 14 gennaio 2025, sempre lo stesso giorno, dalle ore 18,10 alle 18,57, si è riscontrata una disalimentazione alla linea di contatto tra Roma Termini, che ha interessato tutte le linee ferroviarie, causata da un guasto presso la cabina ACEI di Porta Maggiore; il giorno dopo, alle ore 5,10 della mattina, è stata riscontrata la disalimentazione del deposito MAV (manutenzione alta velocità) nel nodo di Roma, definitivamente risolta dopo circa tre ore; questi sono dati che ho raccolto dall'esposto delle Ferrovie dello Stato.
È utile ricordare - i tecnici lo sanno - che i guasti successi alle prime luci dell'alba e nel pomeriggio sono quelli che causano i maggiori problemi alla circolazione dei treni, con ripercussioni nelle ore di maggiore intensità di traffico. Alla luce dell'anomala e non trascurabile concentrazione degli eventi richiamati, in data 15 gennaio, il gruppo Ferrovie dello Stato ha depositato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma un dettagliato esposto, segnalando la possibile riconducibilità degli episodi ad attività volutamente mirate a colpire gli aziendali. Sugli eventi stessi sono stati contestualmente avviati appositi accertamenti interni, al fine di ricostruire cause ed eventuali responsabilità. In aggiunta, sono stati avviati i controlli straordinari a carattere preventivo sulle aree più sensibili dei 17.000 chilometri di rete ferroviaria, a cura del gruppo FS Security e, più in particolare, è in corso il monitoraggio sistematico delle suddette aree - 140 siti sensibili - su tutto il territorio nazionale, con l'impiego costante di circa 300 risorse di FS Security e tutto il personale di RFI addetto alla manutenzione è stato sensibilizzato al fine di segnalare immediatamente ogni eventuale anomalia riscontrata.
L'attività messa in essere dall'azienda ha dato i suoi frutti: in data 16 gennaio 2025, quindi il giorno dopo la presentazione dell'esposto, personale di RFI addetto alla manutenzione della trazione elettrica di Mantova ha rinvenuto una catena antifurto per biciclette posizionata sulla fune elettrica della linea aerea del secondo binario nella stazione FS di Montagnana (provincia di Padova) che, se non tempestivamente rilevata dal personale in sopralluogo, avrebbe seriamente compromesso la sicurezza dei trasporti. Sul punto, il personale di RFI ha prontamente sporto denuncia presso gli uffici del posto Polfer di Legnago. Una simile azione, come confermato dalla cronaca e da fonti investigative, purtroppo è un metodo semplice, economico e - ahimè - efficace per creare problemi alla circolazione. Sempre in data 16 gennaio, a Valdarno Sud, personale di FS Security ha riscontrato il danneggiamento e la forzatura della catena di chiusura del cancello a protezione del passaggio carrabile verso il fabbricato tecnologico del suddetto sito, a servizio della linea Firenze-Roma; dalle informazioni apprese l'ultima lavorazione era stata effettuata solo due giorni prima da personale di manutenzione, che aveva lasciato integri cancello e catena. Il successivo 18 gennaio personale di FS Security ha rilevato l'effrazione della porta del locale sistema di controllo e circolazione nei pressi di Roma Aurelia e il danneggiamento della recinzione in cemento e degli allarmi volumetrici nonché il furto di attrezzi da lavoro. Alla luce di tutto questo, allo scopo di contenere il rischio di , è stata inviata dal gruppo FS una comunicazione al servizio di Polizia ferroviaria.
Lasciatemi aggiungere alcune riflessioni sulla base dei risultati e investimenti di cui tutti dovremmo essere orgogliosi. Il 2024 appena concluso non è stato un anno come gli altri per quanto riguarda le ferrovie: contiamo più di 1.200 cantieri aperti su tutta la rete, con una differenza marcata rispetto al passato; sono cantieri di complessità e valore senza precedenti, 700 di questi cantieri sono per nuove opere, i restanti, più di 500, per attività di manutenzione della rete; lavori indispensabili per raggiungere gli obiettivi del PNRR che, come sapete, ha scadenze non rinviabili e a rendere soprattutto la rete ferroviaria più moderna per tutti coloro che la usano quotidianamente. I cantieri attivi tenete presente nel 2020 erano 983 per arrivare ai 1.200 di oggi. Ammontano ad oltre 10 miliardi di euro gli investimenti di rete ferroviaria italiana nel 2024, un risultato che supera la previsione di , che era di 9 miliardi: a rendere possibile questa , gli investimenti per la manutenzione che sono il 30 per cento, il potenziamento tecnologico della rete e l'investimento sulle stazioni. Consentitemi di evidenziare un altro aspetto, quello della manutenzione straordinaria: nel 2023 abbiamo aumentato le risorse per questo capitolo a 3 miliardi e 300 milioni di euro, un incremento rispetto al valore medio degli ultimi 5 anni che si attestava sotto i 3 miliardi; a questi si aggiungono un miliardo e 200 milioni di euro, che vengono contabilizzati ogni anno per la manutenzione ordinaria; in altre parole stiamo lavorando perché questo Paese non possa più tollerare altri disastri come quello del ponte Morandi.
Altri numeri: i treni in circolazione a ottobre 2022, prima dell'insediamento di questo Governo, erano, nel giorno medio, 8.874; il 15 gennaio di quest'anno erano 10.252, un aumento del 15 per cento; nel 2022, prima dell'insediamento di questo Governo, i cantieri per nuove opere erano 616; quest'anno sono 673, un aumento del 9 per cento; nel 2022, prima dell'insediamento di questo Governo, i cantieri per manutenzione erano 400; quest'anno sono diventati 520, un aumento del 30 per cento. Fra le altre opere sono orgoglioso di aver sbloccato un'opera ferma da decenni che rappresentava un vero e proprio imbuto, come il nodo di Firenze per un valore di 2 miliardi e 700 milioni di euro, un intervento che ha fatto registrare commenti positivi da amministratori di tutti i colori politici. Certo, ovviamente tutti questi cantieri possono avere ricadute sulla circolazione. A differenza delle altre reti ferroviarie europee, dove sospendono le linee per mesi senza preoccuparsi di come garantire mobilità alternativa, in Italia tutti questi interventi prevedono interruzioni con tempi più brevi, una strategia a tutela dell'intera collettività. Le chiusure delle linee sono necessarie per consentire interventi di manutenzione e di potenziamento infrastrutturale, poiché non sempre possono limitarsi alle sole fasce orarie notturne.
Apro, infatti, una parentesi per ringraziare donne e uomini che lavorano, giorno e notte, per rendere migliore il nostro Paese, rendendo possibili eventi - e penso alle Olimpiadi Milano-Cortina - che stanno procedendo secondo la tabella di marcia. I risultati di questo impegno a tutto campo sono confortanti perché contiamo 9000 treni nel giorno medio che viaggiano sulla rete di RFI, ripeto, con punte che superano ampiamente i 10.000 treni al giorno. Mai così tanti in passato. Nel 2025, quest'anno, saranno consegnati 100 nuovi treni regionali, con un investimento economico di 850 milioni di euro. Nel periodo 2019-2024 sono stati consegnati 540 treni di nuova generazione che, sommati ai 335 già acquistati in precedenza, porta a 875 il numero dei nuovi treni in circolazione.
Non intendo, ovviamente, tacere sul tema dei ritardi. Come detto, l'impegno senza precedenti per rispondere al PNRR e ammodernare una rete bloccata da troppi anni può creare dei problemi. È fisiologico e non ci deve consolare sapere, per esempio, che in Germania più del 35 per cento dei treni viaggia con ritardo. Nel 2024 i dati ufficiali riportano una percentuale di puntualità dell'alta velocità di quasi il 75 per cento. Se il nocciolo della polemica, però, è questo, ossia i ritardi di un quarto dei treni sull'alta velocità, mi permetto di segnalare, senza nessun intento polemico, che negli ultimi anni i risultati peggiori in termini di puntualità, con molti meno cantieri aperti e molti meno treni circolanti, si riferiscono all'anno 2018, quando i Ministri dei Trasporti erano prima del PD e poi del MoVimento 5 Stelle: 68 per cento di puntualità . E poi al 2020, Ministro del PD, puntualità al 70 per cento. Meno treni, meno cantieri, più ritardi: non mi sembra che in passato ci fosse una campagna di questo genere .
Ultime riflessioni. Nel 2024 il settore dei trasporti ha registrato un altro record: 626 scioperi, più di uno al giorno. Anche per questo in più di un'occasione sono intervenuto con lo strumento della precettazione perché, per me, la tutela dei lavoratori è sacrosanta e lo è anche il miglioramento della loro condizione di lavoro, ma anche la tutela dei viaggiatori è e sarà sempre una priorità. Se ne farà una ragione chi invoca la rivolta sociale e chi ha convocato un ennesimo sciopero per il prossimo fine settimana.
Un'ultima riflessione personale. Sulla qualità dei trasporti e delle infrastrutture, è pericoloso giocare perché riguarda il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Io, con tutti i miei limiti, sono determinato, con una squadra di eccellenza, a rendere il Paese più moderno e anche, per questo, credo fermamente in opere come quelle che stiamo portando avanti tutti insieme. Come dimostra il processo Open Arms, ho le spalle larghe e non mi fermo se penso di essere nel giusto e penso di lavorare per il bene dell'Italia e degli italiani .
Ringrazio tutti per l'ascolto. Ringrazio anche i numerosi parlamentari delle opposizioni che in questi due anni hanno collaborato e hanno contribuito. Perché c'è modo e modo di fare opposizione e lo dico col massimo rispetto di chi ovviamente ha il ciclostile della richiesta di dimissioni. Siamo stati tutti, alternativamente, maggioranza e opposizione. Fa parte del gioco. Ringrazio la maggioranza che sta permettendo dei risultati che non hanno precedenti nella storia del trasporto ferroviario . Ringrazio chi, all'opposizione, magari silenziosamente, è venuto in questi due anni al Ministero con un ordine del giorno, con proposte, a nome di sindaci, a nome di governatori. Ho lavorato benissimo in questi due anni con tanti sindaci di centrosinistra e con diversi governatori di centrosinistra che sanno che una galleria, un ponte, un viadotto o una ferrovia non hanno colore politico . Quindi, mi auguro che, per sviluppare e rendere più moderno e sicuro il Paese, quest'Aula trovi il modo di lavorare insieme. Ringrazio le opposizioni per gli stimoli che mi portano a impegnarmi sempre di più e meglio. Ringrazio la Lega e tutta la maggioranza perché questi risultati sono merito del vostro lavoro e del vostro sostegno. Grazie .
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Raimondo. Ne ha facoltà.
CARMINE FABIO RAIMONDO(FDI). Grazie, Presidente. Ministro Salvini, la ringrazio a nome del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia. La ringrazio perché, ancora una volta, ci sta mettendo la faccia. E non soltanto perché questa sera è in Aula a rendere l'informativa sugli episodi di queste ultime settimane, ma perché in questi due anni, da Ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, la faccia, signor Ministro, lei ce l'ha sempre messa, anche quando si sono verificate situazioni che oggettivamente non potevano dipendere da un Ministro. Anche in quei casi, lei è intervenuto, ha dato spiegazioni, ha assunto provvedimenti. Si è dimostrato un Ministro attento e presente. E lo dico perché quando, invece, si verificava il record dei ritardi nella storia secolare delle ferrovie italiane, cioè quando - dati alla mano - i Ministri erano Delrio del Partito Democratico e Toninelli del MoVimento 5 Stelle quei suoi ex colleghi non erano così solerti nel metterci la faccia e i loro partiti oggi, infatti, preferiscono dimenticarli.
Ma qui non stiamo parlando di ritardi, anche perché, sempre dati alla mano e sono i dati che ci ha fornito RFI in Commissione trasporti, nel corso del 2024 il tasso di puntualità dei treni è stato del 74 per cento sulle Frecce, dell'82,6 per cento sull'Intercity e dell'88,9 per cento sui regionali, cioè un dato che è nella media rispetto a quello degli ultimi anni. Qui stiamo parlando di questioni ben più gravi. Qui si parla di probabili sabotaggi della rete ferroviaria . Come è finita, io mi domando, una catena per biciclette appesa a sette metri di altezza sui cavi elettrici della stazione di Montagnana ? Una catena che, se non se non fosse stata vista e rimossa dagli addetti alla sicurezza, come ha ricordato poco fa il Ministro, avrebbe potuto causare danni ingenti e paralizzare la circolazione dei treni. Chi ha messo quella catena? Perché ha messo quella catena? Ieri sera - magari qualcuno di voi lo ha visto - Nicola Porro , durante la trasmissione Quarta Repubblica, ha mandato in onda il video di un uomo che cammina sui binari tra le stazioni di Milano Centrale e Milano Lambrate, pochi istanti prima dell'episodio che ha provocato il caos dell'11 gennaio. Nessuno, al di fuori del personale autorizzato, potrebbe stare lì. E invece si vede un individuo che si sposta a passo deciso sui binari, in poco tempo raggiunge una casupola e scompare per pochi secondi dal campo visivo della telecamera, dopo pochissimo si vede un treno che passa e subito un bagliore accecante. Ecco quello è il guasto alla linea elettrica che quella mattina ha bloccato il traffico dei treni da e per Milano . Immediatamente dopo, ricompare quest'uomo nel campo visivo della telecamera e si allontana. Poi, c'è un altro video che registra due uomini a volto coperto che scavalcano una recinzione e tentano di forzare la cabina con la sala relè che governa la circolazione dei treni alla stazione di Roma Aurelia. Ed altri episodi ancora. Tutti in concomitanza delle ore di punta del mattino , guarda caso quelle che incidono sulla vita dei lavoratori, che sono stati oggetto delle denunce di Ferrovie dello Stato che poco fa, signor Ministro, lei ha richiamato. Si tratta di condotte che, se confermate, integrerebbero la fattispecie del reato di attentato alla sicurezza dei trasporti, previsto e disciplinato dal nostro codice penale. Un'ipotesi ancora più inquietante se pensiamo che possa esistere una regia per tentare di mettere in crisi un sistema, quello dei trasporti ferroviari , strategico per la mobilità italiana. Perché vedete, signor Presidente…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, un po' di silenzio.
CARMINE FABIO RAIMONDO(FDI). …Perché vedete, signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, qualche delinquente vigliacco che si mette un passamontagna per tradurre in pratica l'insegnamento di qualche cattivo maestro si trova sempre . E gli anni più bui della nostra Repubblica dovrebbero insegnarci qualcosa, ma non tutti evidentemente ne hanno tratto il necessario insegnamento.
L'ipotesi di attentato ai trasporti è un fatto che non può e non deve essere sottovalutato e non dovrebbe sottovalutarlo nemmeno l'opposizione che, in questa Nazione, anche se non legittimata dal consenso popolare, ha avuto responsabilità di Governo e, dunque, sapete perfettamente che non possiamo far finta di niente.
Signor Presidente, signor Ministro, noi siamo fiduciosi che la magistratura possa fare chiarezza in tempi rapidissimi sulle vicende di questi giorni. Nel frattempo, questo Governo continua a lavorare. Siamo consapevoli - e i colleghi della Commissione trasporti lo sanno bene, perché più volte abbiamo trattato questi argomenti - che stiamo vivendo un momento in cui il traffico ferroviario non era mai stato così elevato, con tanti cantieri in corso, e che, pertanto, qualsiasi imprevisto che si ripercuote può avere conseguenze su un numero considerevole di convogli e di viaggiatori.
Oggi abbiamo un sistema ferroviario che impiega il massimo storico dei treni con il massimo storico dei cantieri aperti per modernizzare una rete di 17.000 chilometri di linea attiva, che assorbe un milione di passeggeri. Negli ultimi due anni, ci sono stati, in media, 1.000 cantieri attivi ogni giorno, di cui 400 relativi al PNRR. Stiamo parlando di un'infrastruttura, signori, con 2.200 stazioni, 9.700 ponti e viadotti, 2.100 gallerie, sparse per tutto il territorio nazionale. Si tratta di numeri che danno la dimensione di un'infrastruttura capillare a livello territoriale e complessa in termini di dotazioni tecnologiche e infrastrutturali; numeri che fanno impressione e, forse, a qualcuno persino invidia .
Sì, perché, vedete, noi siamo abituati ad aspettarci, giustamente, un servizio efficiente e di qualità, ma se paragonassimo il nostro sistema ferroviario a quello di altre Nazioni, ci accorgeremmo che nel complesso abbiamo un elevato tasso di efficienza e di qualità. Lo ha ricordato qualche settimana fa un osservatore attento e autorevole come Federico Rampini, raccontando proprio che la qualità del servizio e la velocità ferroviaria italiana, ad esempio, in America, sono inarrivabili . Il grado di complessità dell'infrastruttura, misurato sulla densità di ponti, gallerie, deviatoi, pone l'Italia stabilmente al di sopra dei valori medi europei e in molti casi al primo posto nella graduatoria rispetto agli altri gestori di rete.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CARMINE FABIO RAIMONDO(FDI). Da qui al 2033 sono previsti circa 124 miliardi di euro di investimenti, con l'obiettivo di potenziare l'estensione dell'Alta velocità, migliorare le reti regionali, la qualità delle stazioni e la piena realizzazione dei corridoi europei. Allora, l'azione di questo Governo è volta innanzitutto a tutelare i cittadini, pendolari e non solo, certamente penalizzati da quanto accaduto, motivo per cui è urgente indagarne i motivi. Il Governo Meloni sta investendo molto sugli investimenti per potenziare l'infrastruttura ferroviaria ed è importante prevenire, ma anche avere tempi di reazione immediati quando si verificano episodi simili.
In questa sede, voglio anch'io ringraziare i lavoratori che operano giorno e notte sulla rete ferroviaria italiana, spesso in condizioni difficili . Per questo motivo, Fratelli d'Italia al Governo continuerà a lavorare affinché gli scali ferroviari e i treni siano luoghi efficienti e sicuri. Buon lavoro, Ministro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Schlein. Ne ha facoltà.
ELLY SCHLEIN(PD-IDP). Grazie, Presidente. Allora, prima, con tutta calma e poi con somma urgenza, il Ministro Salvini ha chiesto di poter riferire in Aula oggi sul finire della giornata, dopo che, ormai da mesi, le opposizioni chiedevano di avere notizie sulle ragioni di incredibili ritardi e disagi lungo la rete ferroviaria. Poi, viene qui, Ministro, a leggere un esposto, a ricordarci che le Ferrovie si sono scusate; ma la nostra domanda è: quand'è che si scusa lei con gli italiani, Ministro? Quand'è che si scusa Giorgia Meloni per i disagi ai lavoratori e alle lavoratrici e agli studenti che ogni giorno fate viaggiare con un'ora di ritardo almeno ?
Non stiamo parlando solo dei disagi dovuti ai guasti, ai ritardi, ma anche al totale fallimento del coordinamento delle informazioni, dell'assistenza e delle procedure troppo complicate per i rimborsi. Non passa giorno che la situazione non veda un peggioramento. Andate un po' a chiederlo nelle stazioni dei pendolari, come stiamo facendo noi, andate lì a chiedere di questi record. Perciò, oggi diventa difficile programmare un qualsiasi spostamento, diventa un problema, quello ordinario di migliaia di pendolari, studenti, lavoratori, e diventa un incubo davanti all'indifferenza di chi ha la responsabilità e dovrebbe almeno avere cura di scusarsi e, comunque, attivarsi per risolvere il problema.
Lei ha la responsabilità, Ministro. Non ha la credibilità, ma ha la responsabilità di garantire il diritto alla mobilità in questo Paese.
Guardi, non serve solo inaugurare i cantieri che sono - ricordiamolo - finanziati per gran parte dai Governi precedenti poi a tagliare i nastri sono tutti bravi. Lei non fa più il Ministro dell'interno e non è possibile che l'unico spostamento che le interessa è il suo al Viminale Giorgia Meloni non vuole affidarle quell'incarico, quindi si rassegni e cominci a lavorare.
Io mi rivolgo alla Presidente Meloni, perché è pure responsabile di questi disagi. Quando trova un minuto del suo tempo, si occupi di questo Paese, che ogni mattina viaggia con un'ora di ritardo. È tempo di vita sottratto agli italiani che vanno a lavorare e vanno a studiare con i treni, perché non è normale - guardi, ci spieghi lei - che non ci abbia detto i minuti di ritardo. Stiamo raccogliendo noi i dati, perché non esiste un dato aggregato dei ritardi accumulati ogni giorno ! Non è difficile, fatevi aiutare dai vostri amici tecnologici, basta un algoritmo. Noi abbiamo contato una media di 20.000 minuti di ritardi al giorno e non è normale che snodi fondamentali, come Roma e Milano, rimangano bloccati, non è normale che ogni singolo guasto, anche fisiologico, si trasformi però in un disastro di un'intera giornata.
Ministro, anziché sgomitare per la gara a chi è più amico di Musk, lei e la Presidente Meloni parlate del disagio che vivono questi studenti e lavoratori, metteteci la testa e provate a dare risposte al Paese, se ne siete in grado, perché siamo stufi della vostra propaganda vuota.
Invece, finora abbiamo registrato solo il silenzio del Governo e le timide scuse ai viaggiatori, quasi voci registrate per gli scompartimenti, fino a quando non avete trovato l'attenuante, l'alibi, per scaricare una volta ancora ogni responsabilità: dopo il chiodo, la catena della bici, il sabotaggio. Tuttavia, lei ha parlato di episodi di gennaio, Ministro, ma le ricordo che anche durante le festività natalizie, anche durante l'estate, abbiamo avuto i disastri Volete forse accusare le opposizioni anche di questo, dei ritardi dei treni e dei chiodi? Lo dicevo scherzando, Ministro, l'altro giorno, che ci avreste accusato anche di questo O forse le famiglie arcobaleno, gli intellettuali, Peppa Pig? Con chi prendersela questa volta?
Il fatto è grave, guardi, che' mentre Giorgia Meloni viaggia su e giù per il mondo, dagli Emirati al Sud America, a Washington, alla Lapponia, pare che sia l'unica italiana che riesce a spostarsi senza problemi. C'è chi, in quei treni, non può tirare il freno, quando ha bisogno di scendere, perché è in ritardo, come ha fatto qualche Ministro .
Come lei ha detto, Ministro, oggi viene a evocare il sabotaggio con una denuncia pubblica, a cui, in effetti, seguono modesti, ma immediati riscontri, ma, come lei ha detto, Ministro, questo non è un fenomeno nuovo, quindi, non spiega perché questa situazione è perdurante da mesi, perché lo scorso 10 dicembre le Ferrovie cantavano vittoria, annunciando addirittura la riduzione del 42 per cento degli atti vandalici. Le chiedo, Ministro, la cito, siccome ha detto che i cantieri possono avere ricadute sulla circolazione, siccome i cantieri non piovono dal cielo - e si sa da un po' che ci sono -, lei avrebbe dovuto prevenire e programmare per diminuire i disagi alla circolazione che vivono tutti i giorni gli italiani .
Quando salti i cicli di manutenzione, quando abbassi la qualità delle apparecchiature, quando tagli i fondi per le riparazioni programmate, favorendo solo l'intervento per il singolo guasto, allora non stai amministrando la rete ferroviaria di una potenza mondiale, ma provi a gestire i treni come fossero quelli della Lego.
Il Governo di Giorgia Meloni sta paralizzando l'Italia, ogni giorno blocca davvero milioni di pendolari nelle stazioni e non vi assumete neanche oggi uno straccio di responsabilità, mai. Guardi che ogni tanto in politica non fa male dire: scusa, posso fare meglio, scusate, possiamo fare meglio. Non succede niente, Ministro, glielo consiglio.
I cittadini vogliono impegni concreti, treni che funzionano e che arrivano in orario, informazioni credibili e rimborsi immediati. Giorgia Meloni ha lasciato le briciole, nella legge di bilancio, per il trasporto pubblico, mentre, con l'altra mano, sprecate soldi pubblici per il fantomatico progetto del ponte sullo Stretto e drenate le risorse da altre fondamentali infrastrutture, mentre in Sicilia e in Calabria si fa fatica a spostarsi, o sull'operazione fallimentare dei centri in Albania.
Allora, un consiglio: guardi, Ministro, ridimensioni i suoi sogni, lasci stare il ponte e il Viminale e lavori per far funzionare i treni e gestire quei 1.200 cantieri resi possibili dalle risorse del PNRR dei Governi precedenti. Si tratta di cantieri che avrebbero avuto bisogno di altra programmazione e che ora chiedono di garantire un equilibrio tra lo sviluppo della rete, il mantenimento della qualità del servizio e la sicurezza di passeggeri e anche dei lavoratori, troppo spesso colpiti anche da aggressioni.
A Giorgia Meloni, che ha la vera responsabilità di tutto questo disagio che vivono ogni giorno lavoratori e studenti, dico di smettere di nascondersi dietro di lei, perché la ricorderanno un giorno, quando non sarà più Premier, come quella che quando c'era lei, non c'era un treno che arrivasse in orario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.
RICCARDO MOLINARI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi. La ringrazio, Ministro Salvini, per la presenza, anche perché con la sua informativa lei ha demolito il principale argomento che, negli scorsi giorni, hanno usato le opposizioni contro il Governo, cioè far credere che il Ministro dei trasporti fuggisse e non volesse confrontarsi con il Parlamento stesso. La settimana scorsa ci sono stati disagi, la settimana scorsa c'è stata la richiesta di informativa e il primo giorno utile della settimana parlamentare lei è qui, alla Camera, a informare le Camere di quanto accaduto Del resto, questo fa parte di una retorica falsa che, in qualche modo, vorrebbe imputare a lei tutti i disastri che ci sono in questo Paese, in particolare per quanto riguarda i trasporti: è colpa di Salvini se ci sono i ritardi, è colpa di Salvini se ci sono i cantieri che rallentano le corse, è colpa di Salvini se ci sono degli incidenti, quasi come se ci fosse lei a scambiare i binari o a guidare le locomotive .
Ma partendo dal tema dei cantieri, io non direi che è colpa di Salvini, se ci sono i cantieri; al massimo è merito di Salvini . Ma questo merito, dal mio punto di vista, va condiviso tra tutti. E quindi sorprende questo atteggiamento da parte delle opposizioni che fingono di non sapere come mai, ogni giorno, noi abbiamo 1.200 cantieri sulla linea ferroviaria italiana, di cui 500 per manutenzione e 700 per nuove opere, visto e considerato che gran parte dei fondi che vengono utilizzati per questi investimenti sono fondi di quel PNRR, di cui la sinistra si è fatta vanto per anni di aver ottenuto le risorse .
E tutti quanti quindi dobbiamo condividere il merito di avere questi cantieri e dovremmo sapere molto bene che il numero dei cantieri non è aumentato.
Quindi, cara collega Schlein, non c'è una sbagliata programmazione dei lavori da parte del Ministero: i cantieri sono esattamente lo stesso numero dei 5 anni passati. La differenza è che, per risorse, complessità e lunghezza dei termini degli interventi , questi cantieri hanno un impatto economico maggiore e quindi è necessario, per chi gestisce le ferrovie, non limitare gli interventi solo alle ore notturne, ma farli anche durante il giorno e in questo modo si possono creare disagi .
Se volessimo prendere esempio da altri Paesi europei, come bene ha citato il Ministro prima, si potrebbero semplicemente chiudere le linee ferroviarie in attesa di finire i lavori, ma questa non è la linea che ha seguito il Governo italiano e non è la linea che vogliamo seguire.
E parliamo di investimenti e interventi importanti perché, oltre ai soldi del PNRR, voglio ricordare che, nel prossimo piano quinquennale di FS, noi avremo 100 miliardi di investimenti ulteriori, tra risorse europee e risorse nazionali. Basta guardare cosa succede in giro per l'Europa: i problemi della circolazione capitano soprattutto dove le linee sono più vecchie e capitano soprattutto sulle linee ad alta velocità. Ma ad alta velocità dove? Dove non c'è una separazione delle linee, dove non c'è uno sdoppiamento delle linee. I nodi in cui succedono sempre i problemi che bloccano tutto sono i nodi in cui passa l'alta velocità, perché c'è una commistione dei binari tra il trasporto pubblico regionale e locale e l'alta velocità.
E allora a cosa servono gli investimenti, che portano disagi? Servono proprio a sdoppiare le linee. Servono ad avere stazioni, come quella di Bologna, dove c'è una diversità dei piani fra il trasporto locale e il trasporto ad alta velocità, per cui è necessario fare il passante di Firenze, che lei Ministro ha annunciato, ma, allo stesso tempo, cari colleghi, è necessario fare anche altre infrastrutture.
E qui veniamo al punto dell'ipocrisia di chi oggi la attacca, Ministro Salvini, perché non si può essere a favore del , non si può volere la mobilità sostenibile, non si può volere la riduzione delle emissioni, non si può volere l'alta velocità anche nei centri più piccoli, però, allo stesso tempo, essere contro la TAV, essere contro il Terzo valico, essere contro la Gronda, essere contro il Ponte sullo Stretto di Messina, essere contro i parchi logistici, essere contro la linea ad alta capacità perché distruggiamo i campi di grano e i campi di papaveri ! Non si può avere tutte e due! Se vogliamo la mobilità sostenibile, bisogna fare dei lavori. Lavori che questo Governo sta facendo.
Ma c'è un altro aspetto di grande ipocrisia che è quello legato agli scioperi. Io difenderò sempre il diritto allo sciopero. Il diritto di sciopero, però, dovrebbe essere l'estrema di una vertenza tra la parte datoriale e i lavoratori. Nel momento in cui, l'anno passato, abbiamo avuto 50 scioperi al mese, viene il leggero sospetto che forse lo strumento sia sfuggito di mano .
Ma aggiungo un'altra cosa: questo sospetto mi si rafforza nel momento in cui apprendo che l'anno passato è stato l'unico anno in cui abbiamo avuto uno sciopero del trasporto pubblico locale che è durato 24 ore, senza fasce di garanzia. Questa cosa non succedeva da vent'anni.
E allora qualcuno può farmi credere che non succedeva da vent'anni perché Matteo Salvini è il peggior Ministro della storia repubblicana. Più semplicemente, io penso che la stessa cosa che c'è oggi, come vent'anni fa, è che oggi c'è un Governo di centrodestra , non un Governo di centrosinistra, e quindi dei diritti degli utenti ce ne possiamo fregare, perché c'è da fare battaglia politica contro il Governo. E per questo aggiungo: quando si chiama la rivolta sociale contro il Governo utilizzando gli scioperi e si assume la posa truce, guardate che è un attimo a sconfinare nel ridicolo, perché, se si invoca la rivolta sociale, poi non si può pretendere di avere i treni in orario. Bisogna mettersi d'accordo, cari colleghi: o una cosa o l'altra !
E lei, giustamente, Ministro, ha citato poi anche il terzo elemento: oltre agli investimenti, ai cantieri e agli scioperi, c'è la questione dell'esposto di FS alla procura della Repubblica. Chiaramente noi non siamo né inquirenti, né tecnici o ingegneri ferroviari. FS ha fatto un esposto dove ha evidenziato alcuni elementi che destano sospetto: le fasce orarie in cui avvengono certi incidenti, le modalità in cui avvengono, i luoghi geografici che portano a un blocco e a un disagio più ampio di quello che sarebbe normalmente. Tutti questi elementi hanno portato a questa denuncia e vedremo quali saranno le conseguenze.
Però, anche se non siamo degli ingegneri, tutti quanti possiamo guardare la televisione. E guardando la televisione, ieri sera, abbiamo avuto modo di vedere alcuni filmati di alcuni di questi episodi di cui abbiamo letto sui giornali. Mi riferisco all'episodio dell'11 gennaio, tra Milano Centrale e Milano Lambrate, dove abbiamo visto un uomo passeggiare serenamente sui binari con passo deciso e tranquillo, infilarsi all'interno di una cabina elettrica e poi uscire con un'esplosione sui tralicci di corto circuito e andarsene serenamente; all'episodio del 13 gennaio, a Roma, dove due uomini con il passamontagna, armati di strumenti volti allo scasso, hanno cercato di entrare in una cabina elettrica, abbandonando poi gli strumenti; all'episodio già citato del 16 gennaio, in provincia di Padova, a Montagnana, dove una catena di bicicletta è stata legata intorno a un traliccio dell'alta tensione a 7 metri di altezza.
Ora, io non so voi, ma non penso siano le opere di qualche sbandato o di qualcuno che ha alzato troppo il gomito la sera prima. Qui c'è chiaramente un mandante, c'è qualcuno che è capace di fare queste cose e c'è sicuramente un atto di tipo criminale volto a ledere la sicurezza pubblica - Non vorrei che dietro questi atti - e non cito nessuno dei presenti, perché penso che nessuno arriverebbe a tanto - ci fosse qualche cattivo maestro. E il dubbio che ci sia qualche cattivo maestro viene vedendo quello che è successo il 24 novembre, quando nel parcheggio…
RICCARDO MOLINARI(LEGA). Sì, Presidente, concludo. Prendo un minuto in più, come il collega di Fratelli d'Italia …quando nel parcheggio di Italferr, a Roma, è scoppiato un incendio doloso, che è stato poi rivendicato su dei siti di matrice anarchica. E si è incitato, su questi siti, a compiere altri atti del genere contro lo Stato, contro il gruppo FS e contro Leonardo.
Di fronte a questo, io penso che, davanti al rischio di eversione, noi, qui, tutti quanti, dovremmo unirci nella condanna di questo pericolo e di questi atti , e non cercare di fare una bieca speculazione politica sulla pelle dei pendolari, pensando di prendere due voti in più. Buon lavoro, Ministro, vada avanti !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Buonasera, Ministro, finalmente la vediamo dal vivo. Io sono sconvolto da quello che ho sentito stasera: quanta retorica, quante squallide ricerche di complotti. Ma stiamo scherzando? Noi stiamo parlando, in teoria, con il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del nostro Paese, Ministro che, se non avesse avuto i soldi del PNRR, poteva fare solo video su e girare le sagre paesane E sciacquatevi la bocca quando parlate di quello che abbiamo fatto nei nostri Governi, perché soltanto con quei soldi voi potete fare qualche azione; e la fate anche male !
Io sono sconvolto anche da un'altra cosa: adesso scoprite che ci sono i cantieri da fare e che il PNRR scade nel 2026? Lo sapevamo dal 2021! Sono due anni che siete al Governo e, in questi due anni, lei, Ministro, cosa ha fatto? Ha fatto la sua campagna politica contro i migranti, con il famoso Ponte sullo Stretto che ci ruba 2 miliardi di euro, ci ruba 15 miliardi nei prossimi 10 anni , solo per il suo ego, per il gigantismo del suo ego!
Vuole avere il ponte più lungo del mondo: ma questo cos'è? Un complesso di inferiorità ? Questo, però, ci costa tantissimo. Ci costa nel trasporto pubblico locale.
Ma poi, scusate, c'è bisogno di fare l'elenco di tutti i 17.000 chilometri di ferrovie, l'elenco delle buche e dei danni? Si è dimenticato che, al chilometro 15.000, c'era un piccolo problema sulla ferrovia. Questa è la relazione di un Ministro a cui chiediamo di venire in Aula da un anno, che per un anno non si è fatto vedere su questo tema.
E, poi, scusatemi, ma non c'è bisogno di citare dati, basta andare nelle stazioni, basta chiedere ai pendolari Io potrei citare miliardi di dati, ma non ce n'è bisogno. Potete fregare qualcuno, ma lei non frega nemmeno la sua maggioranza, perché dalla sua maggioranza non penso che il suo operato sia così ben visto, lo sappiamo tutti. E lo sa anche lei, infatti già punta a spostarsi, non in treno, verso un altro Ministero .
La teoria del complotto è tipica di questo Governo: quando c'è un problema, c'è un complotto. Adesso, ditemi che tutti i problemi erano un chiodo o una catena. Per un anno i treni sono stati fermi per un chiodo e per una catena? Scusate, ma chi ci crede? Io capisco che sia la teoria della comunicazione di Trump, quella di tirare fuori che, magari, state seguendo, però, cari miei, queste sono facili da smontare, anzi, in un Paese civile non sarebbero nemmeno venute fuori, non ci sarebbe nemmeno il coraggio di dirle in Aula. Io, sinceramente, sono sconvolto di come il Ministro venga in Aula e dica che c'è un complotto. Ma veramente siamo un Paese così messo male che un chiodo oppure qualcuno che va a staccare un filo può bloccare tutte le ferrovie italiane, le linee? Noi sapevamo benissimo - anzi, noi lo sapevamo, voi anche, ma non avete fatto niente, lei non ha fatto niente - che, da quando si è insediato, lei avrebbe dovuto pensare solo a come gestire la programmazione delle linee, perché sarebbero state sicuramente sovraccariche, e a come gestire i cantieri . E non che arriva al 2025, a un anno dal PNRR, dicendo che ci sono i cantieri, lo sappiamo benissimo! Lei si è occupato di altro e quelli che hanno pagato sono i lavoratori delle ferrovie, i pendolari, gli utenti.
Poi parliamo dei rimborsi. Facciamo qualcosa di veloce per i rimborsi ai pendolari, che perdono tantissimi soldi. Sono 102 milioni gli euro che RFI dovrebbe ridare come rimborsi, 102 milioni che non si trovano, che bisogna avere con molta difficoltà. Ma, invece, 500 milioni per dare rimborsi per i treni, per i viaggi dei Sottosegretari e dei Ministri si sono trovati subito . Se facciamo populismo, facciamolo bene, ma questa è verità! Quando volete, i soldi li trovate subito! Quando non volete, i soldi non ci sono: c'è un problema di programmazione, è colpa di RFI. Ma lei è il Ministro dell'Infrastrutture! Sinceramente, non è che solo lei ha fatto questo tipo di lavoro, ha gestito lavori. Lei ha parlato prima degli amministratori pubblici: qualunque amministratore pubblico, che ha soldi da spendere in così breve tempo, non perde tempo a fare , come ha detto prima, sui migranti, sul ponte sullo Stretto o su altri argomenti, perché non gli piace il lavoro che fa. Io capisco che a lei non piace fare il Ministro delle Infrastrutture, che gli è capitato, perché l'hanno costretto a farlo, però non può far pagare il fatto che lei è scontento del suo ruolo a tutto il Paese, a tutti i pendolari, sperperando i nostri soldi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caroppo. Ne ha facoltà. Silenzio, colleghi. Prego, onorevole.
ANDREA CAROPPO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro Salvini, Ministri presenti, Vice Ministri, Sottosegretari, colleghi, il trasporto ferroviario è una delle organizzazioni e delle gestioni più difficili che ci possano essere nell'organizzazione un servizio pubblico. Credo che i colleghi precedentemente intervenuti di organizzazione di trasporto ferroviario ne sappiano ben poco e, soprattutto, se dovesse venire qui qualche cittadino straniero, penserebbe di aver sbagliato Aula, di aver sbagliato Paese.
L'Italia è il Paese più invidiato da anni nella gestione del proprio servizio ferroviario. L'Italia ha compiuto un lavoro, da anni, da decenni, grazie a tutti i Ministri che si sono succeduti, di centrodestra, di sinistra, io dico anche dei 5 Stelle, diciamo così. È un servizio essenziale, quasi unico, e abbiamo la fortuna di non aver disinvestito e di non averlo abbandonato negli anni in cui altri lo facevano.
Questo ci ha consentito di avere oggi una rete organizzata, che è un fiore all'occhiello e, soprattutto, che ha la possibilità di aver creato un campione nazionale, che si chiama Ferrovie dello Stato, che ha tutte le carte in regola, nei prossimi anni, per diventare un campione europeo - se gli italiani hanno l'orgoglio di volere un campione europeo -, che si presenta alle gare di altri Paesi e le vince, le vince per la qualità della propria offerta, le dice per la qualità del proprio , le vince per la capacità delle aziende italiane, che sono i fornitori di questa grande realtà.
Su questo, credo che quello che abbiamo fatto, il lavoro che è stato fatto in questi decenni non vada buttato per una sterile polemica politica nei confronti di quello che ritenete solo ed esclusivamente un avversario politico.
La nostra Alta velocità, come dicevo prima, è un fiore all'occhiello - è un caso più unico che raro in Italia - e lo abbiamo fatto aprendo alla concorrenza. Siamo tra i pochi Paesi del mondo ad avere più operatori di Alta velocità e proprio quella concorrenza ha generato, sostanzialmente, un abbassamento dei prezzi e ha generato una capacità di essere credibili e forti a livello internazionale.
Per questo, è vero che spesso , come si suol dire, ma mi sembra di assistere un po' a quello che accade - lo richiamava il Ministro Salvini per le Forze dell'ordine - per i Carabinieri. I Carabinieri sono un presidio territoriale di sicurezza capillare che altri Stati provano ad invidiarci, però noi, in Italia, facciamo le barzellette sui Carabinieri . E noi, allo stesso modo, facciamo le barzellette sul servizio ferroviario, di cui, invece, dovremmo essere orgogliosi.
Il Ministro Salvini, che mi ha preceduto, ha snocciolato i dati, che sono inconfutabili, sui ritardi, sugli investimenti, sul numero di treni. Ci sono state epoche ben peggiori, ci sono state tante situazioni, tanti momenti in cui i treni davvero arrivavano in estremo ritardo e i guasti erano quotidiani, ma, d'altronde, a febbraio 2018, sul banco degli imputati c'era il Ministro Delrio, a luglio 2019 sul banco degli imputati c'era il Ministro Toninelli e a giugno 2022 il Ministro Giovannini: ritardi, disagi, 43 treni cancellati, un giorno di ordinaria follia a Santa Maria Novella, caos a Termini, l'odissea continua.
Se vogliamo essere seri per questo Paese e non cadere nella ridicolizzazione anche delle cose serie che abbiamo, dobbiamo dire che, in questo momento, siamo in una tempesta perfetta, data dal numero massimo record di treni, dal numero massimo record di passeggeri. È un segno buono, l'Italia si è ripresa, dopo il COVID c'è una grande mobilità, c'è una grande ripresa del turismo internazionale. Siamo nell'anno del Giubileo e quello che dice il Ministro Salvini non va sottovalutato; qualcuno potrà anche sorridere sulla catena o sull'incidente che può verificarsi, ma non va sottovalutato.
Noi, anzi, Ministro, su questo, attraverso gli organi dello Stato - lo chiedo anche al Presidente Fontana -, attraverso la Polizia ferroviaria, attraverso la magistratura, le chiediamo di fare presto e bene le indagini, perché dobbiamo restituire agli italiani la certezza e la sicurezza di stare su binari e su treni , che non abbiano alcun tipo di difficoltà. Non dobbiamo correre rischi per una società come Ferrovie dello Stato-Trenitalia, così seria e non dobbiamo ingenerare nessun dubbio sul fatto venire in Italia a fare le vacanze possa essere pericoloso, viaggiando sul treno. Come dicevo, è una tempesta perfetta per tutti i cantieri che ci sono, merito di tutti. Per questo, Ministro, come gruppo di Forza Italia, le chiediamo di andare avanti, di farlo bene, anche come ha fatto in questi due anni, due anni e mezzo. Negli anni, qualcuno si era dimenticato che non si può costruire un sistema ferroviario su una spina dorsale unica: Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli. È evidente che, quando si verifica un incidente su quella linea, che assomma treni regionali e treni ad alta velocità, si blocca l'Italia. Lei ha fatto bene una cosa: ha inserito all'interno della programmazione della rete TEN-T europea la dorsale adriatica e, quindi, nel giro di qualche anno - quindi nel 2040 -, anche la dorsale adriatica finalmente avrà un'Alta velocità. Le chiediamo di investire sulla linea tirrenica, perché questo impedirebbe di avere imbuti; le chiediamo, come sta ben facendo il Governo, di accelerare i lavori sulle diagonali e sulle trasversali. Va benissimo la Napoli-Bari, i lavori dell'Alta velocità sulla Napoli-Bari e ringraziamo il Sottosegretario Ferrante che ha la delega per le opere commissariate al Sud Italia per la rapidità con cui i lavori stanno andando avanti , ma un merito ed un ringraziamento vanno a tutto il Governo.
Per questo, laddove dovessero individuarsi delle soluzioni, laddove si dovesse ridurre eventualmente un'offerta di treni, perché sono esagerati, e valutare il sistema francese, che viaggia con treni a doppio binario - non ridurremmo il numero di capienza e di offerta, garantendo la sicurezza, perché anche l'alta velocità francese viaggia sui doppi binari -, le chiediamo lavori veloci, di fare un controllo sui contratti delle ditte, che non si perda tempo in tentativi di risoluzione e di conciliazione. Laddove ci sono difficoltà, è giusto intervenire al più presto, affinché i cantieri prima possibile siano eseguiti e completati. Infine le chiediamo una capacità di reazione da parte di RFI - si chiama resilienza - che sia ancora più immediata. Quindi, lavoriamo sulla formazione dei nostri dipendenti di RFI.
ANDREA CAROPPO(FI-PPE). Ormai si tratta di interventi che vanno anche verso la dipendenti che siano i più formati possibile, una maggiore vigilanza.
Infine, una cortesia a Trenitalia: quando si verificano i guasti, si coccoli - per così dire - il passeggero che si trova in enorme difficoltà e si abbia un'accortezza, ancora maggiore di quella che già si ha, per fare in modo che anche una difficoltà possa essere vissuta con meno preoccupazione. Per questo, Ministro Salvini, noi siamo al suo fianco, Forza Italia è al suo fianco e ci consideri a sua disposizione per continuare in questa azione di rilancio e di modernizzazione del Paese .
PRESIDENTE. Colleghi, abbiamo ancora quattro interventi, quindi vi chiedo silenzio in Aula, per cortesia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, anch'io la ringrazio di essere venuto tempestivamente qui in Aula a riferire riguardo a quanto accaduto non solo negli ultimi giorni, ma anche negli ultimi mesi sul trasporto ferroviario. Devo dire che un po' sono dispiaciuto perché, proprio per l'importanza della sua comunicazione, mi sarei aspettato, da parte di tanti colleghi, in particolare dell'opposizione, un'opposizione più di merito ed una condivisione, invece, sul primo punto della sua relazione, che dovrebbe vederci tutti insieme.
Il diritto alla mobilità è uno dei diritti fondamentali delle persone. Garantire il diritto alla mobilità è un'azione determinante e fondamentale per il benessere di una comunità. Dove non c'è mobilità c'è povertà; dove non c'è mobilità non c'è ricchezza, le imprese non vivono, si sviluppa la delinquenza, si sviluppa un Paese che non è unito.
L'attentato alla mobilità è un dato - indipendentemente se uno sta all'opposizione o in maggioranza - mai da sottovalutare e non è un caso che, nel corso della storia di questo Paese, le ferrovie, i treni sono sempre diventati il primo bersaglio di chi voleva sovvertire la nostra comunità e il benessere della nostra Nazione . Non dimentichiamocelo.
Non si può sottovalutare quello che noi abbiamo visto in questi giorni, né sottovalutare qunto - piaccia o non piaccia, si chiami Salvini, si chiami Lupi - qualunque Ministro viene qui in quest'Aula a dire: attenzione, sta accadendo qualcosa che non va sottovalutato. Una catena su un filo ad alta tensione non è una catena che uno dimentica per strada perché ha dimenticato la bicicletta, ma è un tentativo di mettere in discussione il diritto alla mobilità e la convivenza civile nel nostro Paese . Se lo sottovalutiamo, non facciamo il nostro dovere. Quello che abbiamo visto ieri, quello che sta accadendo - e la magistratura farà il suo compito - con una denuncia formale presentata dalle Ferrovie dello Stato, cioè da un'azienda che appartiene a tutti, non va sottovalutato. Non deve essere sottovalutato dal Governo - e non lo ha fatto -, non deve essere sottovalutato dalla maggioranza e non può essere sottovalutato dall'opposizione.
È per questo che, quando il Ministro Salvini, con responsabilità e serietà, è venuto qui a riferire di questo non per giustificarsi del resto, perché gli altri punti della relazione che ha presentato aprono un confronto e un dibattito, se l'opposizione vuole confrontarsi su quei punti, ma sul primo punto mi sarei aspettato qui, da parte di tutto il Parlamento, una condanna unanime ) di quello che sta accadendo e un invito unanime al Governo: vada a chiarire con forza e con determinatezza quello che sta accadendo.
Aver sottovalutato - cara collega Schlein del Partito Democratico, segretario del principale e più importante partito di opposizione - questo primo punto fa venir meno anche il confronto sul resto dei punti, che non vogliamo sottovalutare. C'è un dato - il secondo punto che ha affrontato il Ministro Salvini - che pone questa maggioranza, ed è un dato incontrovertibile: 500 milioni di passeggeri in Italia hanno scelto quella che, da tante parti della sinistra, una volta si definiva il passaggio dalla gomma al ferro, alla cosiddetta mobilità sostenibile. Com'è accaduto questo? Perché è potuto accadere questo nel nostro Paese? Non per una battaglia ideologica, che contrapponeva la macchina al ferro, ma perché, in questo Paese, dal 2001 - piaccia o non piaccia - una coalizione di Governo e una proposta politica ben chiara ha investito su quelle che si chiamavano grandi opere, su quella che si diceva alta velocità.
Che cosa è accaduto? Che l'alta velocità e l'investimento di Ferrovie hanno portato ad un cambiamento della educazione e della modalità del viaggio nel nostro Paese, e oggi quella infrastruttura, che allora sembrava moderna, con 500 milioni di passeggeri, che non so con quanti treni ad alta velocità che viaggiano in un'ora, è andata e sta rischiando di andare al collasso. Cosa bisogna fare? Bisogna fare una cosa semplice. Cosa abbiamo fatto negli anni passati? Ognuno può dirsi salvo rispetto a quello che è stato fatto? Quanti ostacoli sono stati fatti per realizzare le nuove infrastrutture, le nuove reti? Abbiamo detto lo sdoppiamento tra l'alta velocità e, contemporaneamente, la velocità normale dei treni regionali, eccetera. Quanti ostacoli sono stati fatti per la realizzazione delle grandi opere? Si è domandato mai qualcuno perché l'alta velocità si è fermata a Salerno, e non è andata a Reggio Calabria né in Sicilia? Altro che lo sviluppo della Sicilia come mobilità. Semmai si realizza il Ponte sullo Stretto, mai questo Paese ) avrà il diritto di avere una mobilità sostenibile che va da Milano fino a Palermo. Confrontiamoci su questo. Perché la manutenzione straordinaria nel giro di un anno? Questo è il dato che il Ministro ci ha dato. È simpatico, non è simpatico, si può fare tutto quello che si vuole nella sua battaglia politica, ma si è passati da 400 cantieri di manutenzione straordinaria, in un anno, al 30 per cento in più di cantieri di manutenzione straordinaria. Cari amici dell'opposizione, perché è accaduto questo? Perché non si è fatta negli anni passati la manutenzione straordinaria? Ed è una responsabilità o è, invece, un orgoglio di tutti aver investito non solo nelle nuove linee, ma anche nell'alta velocità? È una giustificazione questa? Credo di no. Credo che sia, invece, un realismo a cui noi dobbiamo guardare, e il punto è da chiedere al Ministro e al Governo: come stiamo facendo, andate avanti con forza nelle manutenzioni straordinarie e nella realizzazione delle nuove infrastrutture. Abbiamo il coraggio, ma so che lei l'ha fatto. Tra l'altro, permettetemi, non si può accusare il Ministro Salvini di non venire in Parlamento. Devo dire che, oggettivamente, anche qui, la strumentalizzazione di un'opposizione è il Ministro. Al …
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). … ogni volta che gli chiediamo di venire - è qui, ma non ha bisogno dell'avvocato difensore della maggioranza, è un dato oggettivo.
Concludo dicendo una cosa che mi sembra importante. Recentemente, in un in questo Parlamento si è detto che qui è il tema della responsabilità comune, ma anche qui ho visto polemiche o sorrisetti strumentali. Non commento chi rimane sconvolto, ovviamente, da quello che sta succedendo. Io sono sconvolto dal fatto che, quando allora noi facevamo i cantieri per l'alta velocità, il MoVimento 5 Stelle si metteva di traverso e e bloccava i cantieri dell'alta velocità, e non accetto lezioni - perdonatemi - di chi oggi dice che l'alta velocità e i treni sono un privilegio per il nostro Paese, ma ieri ha impedito la realizzazione dell'alta velocità e , pensando che lì si concentrasse tutta la corruzione del mondo. Li si concentrava, cari amici, la possibilità che l'Italia diventasse…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Lupi.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). …un Paese moderno e che la mobilità fosse all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Deve concludere.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). E concludo, le chiedo scusa. Chiedo un minuto, come gli amici del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. No, l'ha già sforato il minuto, onorevole. Deve concludere.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). Era una battuta. La ringrazio. Volevo solo dirle che qui, invece, bisogna avere il coraggio di dire che, se ci sono tanti cantieri, magari, non si fanno passare 50 treni in un'ora, ma se ne fanno passare 10, spiegando ai cittadini che ci sono disagi per quello che stiamo facendo. È più responsabile fare così che fare passare 50 treni non ad alta velocità, ma a velocità normale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.
Silenzio, cortesemente. Abbiamo ancora degli interventi.
MATTEO RICHETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Cerco di rubare poco tempo. Vede, qui partono tutti con le migliori intenzioni. Invitano a fare interventi di merito, poi gli scivola la mano e si mettono tutti a ringraziare il Ministro, perché viene a fare un'informativa - i suoi colleghi non sono così difficili - o perché viene al . Eppure, non l'ho visto né questa settimana, né quella scorsa. Ma fa lo stesso, perché io sono tra quelli che il Ministro lo vuole al Ministero, forse più di quanto ci sta andando ultimamente. Il punto è un altro: vogliamo stare al merito? Io sto al merito.
Dal 1° di gennaio è tutta colpa dell'eversione e del sabotaggio. Possiamo parlare di quello che è successo prima del 1° di gennaio ?
Perché, vedete, , il 7 gennaio di questo mese, pubblica il rapporto sullo stato dei treni in Italia, prendendo a riferimento il quarto trimestre del 2024: dunque, senza catene, senza sabotaggi, senza esposti, senza Renzi, senza tutto quello che volete, però, dovete stare ai numeri, perché, a differenza del collega, io penso che stare ai numeri sia un valore.
Il 72 per cento dei treni ad alta velocità, nell'ultimo trimestre, è arrivato in ritardo. Il Frecciargento Bari-Roma non è mai arrivato in orario un giorno in tutto il trimestre . Il Frecciarossa Reggio Calabria-Milano ha avuto un ritardo medio di 46 minuti, con picchi di 468 minuti. I rimborsi complessivi dovuti da Trenitalia per i ritardi dei treni sono superiori a 100 milioni di euro l'anno; circa 8 milioni e mezzo di euro al mese. È colpa di Salvini? No, non penso sia colpa di Salvini. Ora possiamo discutere sui treni in Italia? Finito il rapporto facile con l'opposizione che dice “Salvini vai a casa”, riusciamo a discutere sul fatto che c'è una situazione di emergenza circa lo stato dei treni in Italia, tolta la responsabilità? Il Vice Ministro Rixi ha attaccato le opposizioni, dicendo che pensano che Salvini faccia il capostazione. Io pensavo facesse il Ministro e che si occupasse di queste robe qua.
Il problema è che c'è un bel contributo, che non attacca mai il Ministro Salvini, che ha dato Pietro Spirito a questa discussione: è pubblicato su e non attacca mai Salvini, non dice mai che colpa del Ministro; pone due questioni che oggi avrei voluto sentire affrontare dal Ministro. La prima è: guardate che l'alta velocità in Italia sta andando così bene che l'offerta è aumentata, sotto il Ministro Salvini, di 100 treni in più all'anno. L'aumento di questa offerta di servizio provoca minore disponibilità della rete ferroviaria alla manutenzione. Il contratto di RFI sulle manutenzioni del 2024, che ha come titolo “Nuovo modello organizzativo della manutenzione della rete ferroviaria italiana”, prevede un ampliamento della manutenzione di emergenza - cioè, quando si verifica un guasto sono di più le persone che intervengono - e una contrazione e una riduzione della manutenzione ordinaria, la cosiddetta manutenzione programmata.
Se questo è vero, allora, il problema è che il Ministro dovrebbe dirci se vuole confermare questa strategia, perché è evidente che il servizio fa cassa e la manutenzione fa uscita e per un'azienda non mi stupisce che si espanda il tempo in cui la rete è occupata per fare andare i treni rispetto al tempo in cui la rete è occupata per fare manutenzione. Ma in questo modo, la prosecuzione di questa modalità, porta ad un ulteriore, lento e irriducibile deterioramento della rete, che non è composta solo dalla ferrovia (ci sono i cavi elettrici, le cabine, le stazioni). Questo è un tema da strategia del Ministro e non c'entra nulla con gli esposti, con i cantieri e col PNRR.
Seconda questione posta: ci sono due tecnologie differenti sulla stessa rete. La tratta Roma-Firenze va a 3 Kilovolt e non l'ha fatta Salvini, non è colpa di Salvini, ma si può, poiché Salvini ha scelto di fare il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, discutere con lui su cosa intenda fare per affrontare questo problema? Perché è un caso che moltissimi guasti si verificano in uscita o in transito sui passaggi che riguardano i due nodi di Roma e Firenze?
Allora, il punto è la strategia complessiva che abbiamo sul trasporto ferroviario, che certo attua l'azienda ma che vive di un politico. Ora, non ci siamo intesi, Presidente: noi vi abbiamo chiesto un'informativa del Ministro sui ritardi, sui guasti, sui disagi, non sugli esposti sacrosanti, siamo con l'azienda quando denuncia qualunque tentativo, anche ipotizzato, di sabotaggio; ma se facciamo diventare questo l'elemento di discussione, sappiamo tra di noi che non ci stiamo dicendo il problema. Il problema è che davanti a noi c'è una prospettiva nella quale decidiamo se intervenire in maniera importante su quelle manutenzioni che prevengono i guasti, perché se poi stiamo pensando di metterci un terzo operatore sulla stessa rete, quella consunzione, quell'usura e quell'affaticamento sarà ulteriormente esasperato.
Allora, con riferimento alla discussione di oggi - non c'entra nulla Open Arms, se ci ha messo la faccia, se non ci ha messo la faccia -, non volevo discutere del Ministro-persona, volevo discutere del Ministro-strategie per le politiche del trasporto pubblico in Italia e ancora oggi è un'occasione perduta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Ministro Salvini, lei, per qualche settimana, è sparito dal Parlamento, mentre l'Italia, in queste settimane, soffriva dei drammatici ritardi, non di queste settimane, di questi anni. E io ho una spiegazione sul perché lei è sparito, perché signor Ministro lei si è voluto costruire un alibi abbastanza ridicolo e l'alibi abbastanza ridicolo che lei si è costruito di fronte al Paese è quello di venire a raccontare che l'Italia è in ginocchio, perché una catena penzola da una linea ferroviaria. Le comunico che - guardi, non è una notizia che interesserà gli italiani -, l'altro giorno, nella mia casa, sul mio terrazzo, ho trovato una chiave inglese, non so se siano stati gli anarchici, comincio ad avere il sospetto che possano essere stati gli anarchici forse non erano venuti per rubare, ma forse sono stati gli anarchici. Come si diceva una volta, “hanno stato gli anarchici!”. Allora, vede, il problema è che lei ha fatto un intervento veramente …
PRESIDENTE. Colleghi, silenzio.
ANGELO BONELLI(AVS). Io capisco che i deputati e le deputate della Lega sono nervosi, sarei anch'io nervoso ad avere un Ministro che non fa il Ministro dei trasporti e non fa il Ministro delle infrastrutture.
Signor Ministro, lei ha ringraziato i 92.000 dipendenti delle Ferrovie dello Stato. Anche noi li ringraziamo. Purtroppo li ringraziamo perché devono sopportare una malagestione che oggi si ripercuote anche sulla loro immagine. Si assuma le sue responsabilità! Chieda scusa agli italiani e, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, le diciamo che lei si deve dimettere, perché non è in grado di fare il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ! È impegnato a fare altro e vuole fare altro. Non so se ci riuscirà. Faccia fare ad altri il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Vede, c'è una questione su cui non si può sfuggire, che è la questione dei numeri. Ha analizzato questi dati riguardo a queste prime settimane di gennaio, di questi presunti sabotaggi, vedremo che cosa dirà la procura. Ma chiedo: il Ministro Piantedosi che cosa fa, allora, per mettere in sicurezza la rete ferroviaria? Perché lei il messaggio che oggi, anzi, in questi giorni a reti unificate ha mandato per trovarsi l'alibi perfetto, anzi imperfetto, è quello di dire a tantissimi cittadini e cittadine che utilizzano le ferrovie che ci sono i sabotatori in giro per l'Italia. Un messaggio da irresponsabile, qual è stato lei, per coprire e colmare le sue responsabilità.
Perché, vede, nel corso degli ultimi anni, partiamo dal 2022 visto che lei ci tiene tanto ai dati e agli anni, nel 2022, nel primo semestre, le interruzioni, secondo l'Agenzia di regolazione dei trasporti, non secondo Alleanza Verdi e Sinistra, si sono prolungate per 17.913 ore. Nel primo semestre del 2023, le ore di ritardi e di interruzioni sono aumentate a 19.978 ore e, nel primo semestre del 2024, sono aumentate a 22.904. Signor Ministro, è colpa della catena appesa ai fili elettrici o è colpa di qualcuno che non è in grado di organizzare e pianificare i lavori nella nostra rete ferroviaria ? Ma lei se la prende qualche responsabilità ogni tanto o la butta in caciara, come si dice, per coprire le sue grandissime responsabilità?
Che dire inoltre di un altro aspetto rilevante: la sistematica esternalizzazione dei lavori che la RFI sta facendo per le manutenzioni straordinarie sulla rete? L'esternalizzazione che porta giovani, apprendisti a fare lavori che non dovrebbero fare ? Signor Ministro, ma lei dov'è? Dov'è a garantire non solo la tutela di quei ragazzi…Anche quello che lei dice, ha piantato il chiodo che poi ha bloccato l'Italia. Guardi, il nostro è un gruppo che sostiene il passaggio dalla gomma al ferro, cosa che lei, per esempio, non vuole fare sul Brennero, a tal punto che attacca l'Austria perché ci dice “basta TIR sull'autostrada del Brennero”. Ma c'è un altro aspetto, le vorrei citare un aspetto che lei ha dimenticato del suo intervento e vedo che ha difficoltà a guardare chi interviene quasi insofferente, impegnato a lanciare messaggi, a studiare, a lavorare, mentre un deputato della Repubblica si rivolge a lei nella sua indifferenza rispetto a chi le sta parlando in questo momento; e questa è una ragione valida perché le chiediamo anche le dimissioni.
I treni regionali: lei si è dimenticato il disastro in cui versano i treni regionali, i milioni di pendolari che oggi si trovano in una situazione drammatica. Che dire della Siracusa-Trapani? Per compiere 320 chilometri ci vogliono 12 ore , arrivi prima a Tokyo e non arrivi a Trapani o, viceversa, a Siracusa, queste sono le sue ferrovie.
Lei ha drenato l'87 per cento delle risorse ed investimenti per le infrastrutture fino al 2038 verso il Ponte sullo Stretto di Messina; poi vedremo altri aspetti che non attengono questa informativa. È per queste ragioni, per la sua totale incapacità, inefficienza e il modo ridicolo con cui lei oggi è venuto a fare questa informativa che le chiediamo e le ribadiamo le dimissioni e anche un po' per l'assenza di educazione che lei ha avuto rispetto all'intervento, facendo altro e questo la contraddistingue per quello che è .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Io la ringrazio, Ministro Salvini, per essere venuto qui oggi. Il punto è che noi non avevamo chiesto l'informativa del Ministro dell'Interno, volevamo che il Ministro dei Trasporti spiegasse ai cittadini in che cosa si declinano le scuse, ma soprattutto non pensavamo che lei avesse anche l'ambizione di fare il Ministro della Giustizia, perché lei ha già scritto la sentenza e probabilmente ci dirà chi sono anche i mandanti di tutto questo.
Lei ha anche invitato le opposizioni a non fare becera propaganda: in questo la rassicuro perché lei è campione del mondo in propaganda, ma almeno, quando cita delle date, cerchi di farlo in modo giusto, perché, quando ha citato il 2014, quando ha citato i sabotaggi, forse si riferiva al Governo Renzi, ma il punto è che quella frase era di un vostro attuale membro della maggioranza, l'allora Ministro Lupi, che allora aveva parlato addirittura di atti di terrorismo; e Renzi intervenne proprio per spegnere il fuoco rispetto a quello. Lei ha citato il 2018: nel 2018 lei era Vice Presidente del Consiglio e negli ultimi 20 anni la Lega è stata al Governo molto più di tutti i partiti dell'opposizione messi insieme . Ministro, lei è bravissimo a fare lo scaricabarile.
Noi volevamo da lei oggi una serie di risposte rispetto ai cittadini che si muovono per motivi di lavoro, per motivi di cura, perché noi abbiamo persone che da regioni intere del Sud Italia si muovono verso il Nord per fare una visita medica. E su questo, insomma, anche il Governo Meloni qualche risposta in più sullo stato della sanità dovrebbe darla.
Ci sono i turisti, milioni di turisti che vengono nel nostro Paese e vedono un sistema di trasporti che è al cortocircuito. Lei, chiedendo scusa, non ha, però, dato le risposte che sono trapelate sui giornali in queste ore. Vedo che i banchi del Governo sono riempiti solo da membri del Governo della Lega. Evidentemente, i membri del Governo di Forza Italia, di Fratelli d'Italia, di Noi Moderati oggi non avevano disponibilità per venire qui in Aula ad ascoltare .
Si è detto che avrete intenzione di tagliare le corse del 15 per cento. Dal Ministro dei Trasporti noi oggi ci saremmo aspettati di capire quali corse, in che modo, con che coordinamento. Avete convocato al tavolo le regioni per capire, ad esempio, cosa fare con le grandi stazioni, con la stazione Termini di Roma, con la stazione Centrale di Milano? Se è vero che le nostre linee sono sovraccariche e che il tema non è soltanto legato a quello dei cantieri in corso? Cantieri che oggi si fanno non grazie al Governo Meloni ma grazie alle risorse che sono state stanziate dal Governo Draghi. E questo è un bene perché noi dobbiamo dare un messaggio al Paese di governi che si passano il testimone e portano allo sviluppo del Paese, non alla decrescita del Paese.
Guardi, lei ha citato le opposizioni che in questi anni non hanno remato nella direzione del progresso. Non è certamente Italia Viva perché, quando si parla di infrastrutture, saremo sempre dalla parte di chi mette le risorse sulle infrastrutture e le fa funzionare, ma non è il vostro caso. In una situazione di emergenza, voi che cosa avete fatto per i cittadini? Perché non tutti si muovono con l'auto blu, non tutti possono permettersi il taxi. Peraltro, al Ministro dei Trasporti ogni tanto bisognerebbe anche rispondere su quali mezzi alternativi i cittadini possono avere a disposizione, perché della riforma NCC e taxi nulla. Tra un po' non ci si potrà muovere neanche in monopattino e neanche in auto, perché i cittadini i soldi per il carburante ormai in questo momento non ne hanno molti, visto che anche qui avete fatto un'inversione a U rispetto a quello che avevate detto in tante campagne elettorali, perché il costo della benzina, signor Ministro Salvini, è aumentato.
Quindi, i cittadini, che giustamente vogliono muoversi in treno, vedono ritardi. Ministro, come intendete gestire il coordinamento di tutti questi cantieri? Come intendete informare adeguatamente i cittadini? Lo dicevo al della settimana scorsa, quello a cui lei non si è presentato. Qualche giorno fa un cittadino che si trovava alla stazione Termini di Roma ha ricevuto un messaggio, dicendo che si sarebbe dovuto spostare alla stazione Tiburtina. Bene, si sono organizzati, sono andati a stazione Tiburtina e, in neanche 15 minuti, il treno era partito. Quindi, chiedendo scusa ai cittadini, oggi lei dovrebbe anche dire come si coordineranno i cantieri, come arriveranno adeguate informazioni per gestire questo momento di difficoltà e anche come verranno gestiti i rimborsi. Questo è un momento storico difficile. Tutti questi ritardi agiscono anche sul portafoglio dei cittadini perché per i ritardi non si ricevono rimborsi sopra il 50 per cento del prezzo del biglietto. I rimborsi non vengono assegnati, se non c'è una richiesta dei cittadini. Quindi, magari, se volete chiedere scusa, provate ad immaginare meccanismi di pagamento automatico perché i ritardi aumentano e i cittadini ormai hanno perso fiducia.
Ultima cosa, signor Ministro. Questo Paese sul terrorismo nelle stazioni ha già dato; quindi, io la invito davvero a usare tantissima delicatezza.
E un altro elemento. Noi che Paese siamo, se non siamo in grado di spiegare ai nostri cittadini che le istituzioni, i Ministeri, questo Governo sono in grado di gestire la sicurezza dei cittadini perché lei ha fatto l'intero intervento snocciolando sabotaggi, snocciolando tutti gli incidenti che, a suo parere, avrebbero messo in atto entità oscure. Quindi, lei sta dicendo, allo stesso tempo, che questo è un Paese totalmente indifeso di fronte a qualsiasi tipo di attacco . Quali sono i controlli che voi avete messo in campo? Quali sono gli anticorpi che questo Paese può mettere in atto per evitare che il caos venga pagato da quei cittadini che oggi fanno fatica a muoversi? Quei cittadini che hanno bisogno di muoversi per lavoro perché chi si muove per lavoro contribuisce alla ricchezza del Paese.
Quindi, signor Ministro, la prossima volta venga qui e venga a confrontarsi con il Parlamento sulle proposte e sul lavoro che noi potremmo fare insieme, perché noi sulle misure costruttive ci siamo, sulla propaganda no .
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.
Visto che dobbiamo ancora finire, chiedo cortesemente a chi non è più interessato di uscire in maniera composta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Longi. Ne ha facoltà.
Magari aspettiamo un minuto, così diamo il tempo ai deputati di uscire. Prego, onorevole.
ELIANA LONGI(FDI). Grazie, Presidente. Stasera intervengo per chiarire quanto è sopraggiunto dai banchi dell'opposizione la scorsa settimana su quello che è stato commentato, sul fatto che sia stato siglato a dicembre un nuovo contratto collettivo nazionale che riguarda il mondo dei . Adesso io voglio pensare che le opposizioni si siano espresse nei termini utilizzati non per aizzare, non per gettare nello scoramento i 60.000 lavoratori del comparto e le 1.500 aziende che alimentano questo segmento, ma voglio pensare che semplicemente non abbiano letto approfonditamente, forse neanche superficialmente, quello che è il contenuto di questo nuovo contratto, che è stato definito non rappresentativo, quando, invece, questo contratto è stato siglato e regolarmente depositato presso il CNEL ed è stato siglato da sigle come Assocontact, Anpit e anche CISAL. È stato detto che questo contratto di lavoro è sotto la soglia del salario minimo, quando invece ci tengo a precisare che oggi il salario orario non arriva neanche a 10 euro e questo nuovo contratto, invece, ad oggi arriva a 10,95 euro, poiché vede un incremento di ben 150 euro mensili per i lavoratori di questo comparto.
Ci vorrebbe molto più tempo per sviscerare tutto quello che è questo contratto, per il quale chi ha sempre difeso i lavoratori dovrebbe comunque gioire, dovrebbe comunque ringraziare le sigle che hanno dato vita a questo nuovo contratto migliorativo e dovrebbe, invece, occuparsi di altri temi importanti per il comparto come i percorsi formativi, la certificazione delle competenze, le clausole sociali, tutti argomenti che la maggioranza, attraverso una PDL a mia prima firma, su cui stiamo lavorando - tutta la maggioranza - nelle Commissioni congiunte, sta sviscerando e cercando di apportare per i lavoratori tutte quelle migliorie che, invece, negli ultimi anni non sono state apportate. Voglio ricordare ai colleghi che il contratto nazionale TLC, che, comunque, poco ha a che vedere rispetto ai lavoratori del comparto dei , è scaduto da due anni e non mi pare che le opposizioni, prima della settimana scorsa, si siano mai occupate dell'argomento .
Quindi, voglio comunque esortare le opposizioni ad essere collaborative, a lavorare con noi in Commissione per dare vita a un testo che possa essere a favore dei lavoratori nell'atto pratico, smettendola con questi proclami e, soprattutto, smettendola di aizzare le folle e di destare preoccupazione in quei lavoratori che, invece, adesso, dal 12 gennaio, trovano sollievo in un contratto migliorativo, che vede anche 120 euro mensili di indennità aggiuntive ed obbligatorie e prevede anche un'assicurazione sanitaria, che è rara in contratti di questo genere.
Quindi, ringrazio i colleghi che stanno lavorando tutti assieme a questa proposta di legge, che porterà sicuramente ossigeno al comparto dei , fondamentale per l'economia di un Paese e, soprattutto, per il Sud Italia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Ci tenevo a fare un resoconto, sia pur breve, di una visita importante che il Comitato sui diritti umani nel mondo, di cui sono presidente, ha svolto in Israele e in Palestina dal 12 al 16 gennaio scorsi. Insieme a me, anche il collega Emanuele Loperfido. Presidente, abbiamo incontrato molti rappresentanti delle istituzioni, sia israeliani che palestinesi, autorità religiose, ONG e personalità della società civile. Abbiamo incontrato i familiari degli ostaggi, le donne provenienti da Gaza, e abbiamo parlato anche con le persone del Nir Oz, aggredito dalla furia terroristica. Ci siamo portati anche a Gerusalemme Est, in due quartieri che si chiamano Silwan e Sheikh Jarrah, Presidente, dove, purtroppo, case e centri di aggregazione vengono distrutti dalle autorità israeliane. Così come abbiamo parlato con delegazioni di Masafer Yatta, una località che è diventata un poligono di tiro, dove le famiglie vengono costantemente aggredite sia dall'esercito che dai coloni.
Da tutti questi incontri abbiamo tratto una conclusione molto chiara: il 7 ottobre 2023 rappresenta uno spartiacque. Nulla è più come prima: per la gravità di quello che è accaduto, certamente, per le vittime di quella spietata azione terroristica, ma anche per le 47.000 vittime palestinesi, in maggioranza donne e bambini, che sono stati uccisi dalle bombe dell'esercito israeliano. Il 60 per cento delle infrastrutture di Gaza è distrutto e il 90 per cento della popolazione è sfollata. Quella messa in atto dal Governo Netanyahu è stata, senza dubbio, la peggiore delle guerre scatenate su Gaza da Tel Aviv e, indubbiamente, la più devastante. Nell'azione dell'esercito israeliano sono state infrante le regole che il diritto internazionale prescrive anche in caso di conflitti armati e sono stati commessi orrendi crimini. I discorsi di odio dei Ministri Ben Gvir e Smotrich hanno scatenato anche la violenza dei coloni contro i palestinesi in Cisgiordania, coloni che hanno avuto carta bianca dalle autorità e che spesso, in quanto riservisti, indossano la divisa e usano le armi dell'esercito per i loro intenti. Dal 7 ottobre, Presidente, 795 palestinesi della Cisgiordania sono stati uccisi e 8.000 sono stati costretti a lasciare le proprie case e questo mentre il mondo guardava Gaza.
Eravamo a Gerusalemme quando abbiamo appreso la notizia che era stata raggiunta un'intesa per la tregua, con il rilascio degli ostaggi israeliani e il rilascio dei detenuti palestinesi. Abbiamo gioito, eravamo contenti per quello che si era raggiunto, ma anche consapevoli della fragilità della situazione, perché non sono pochi quelli che, questa tregua, non la vogliono. Infatti, ci sono le notizie, che avete visto anche oggi, in Aula: i colleghi hanno chiesto un'informativa perché c'è un'operazione militare Muro di Ferro in Cisgiordania che ha già causato 7 morti, 35 feriti e città della Cisgiordania completamente isolate.
Presidente, concludo. C'è chi pensa che la tregua a Gaza sia stata data in cambio delle mani libere in Cisgiordania. Ancora non ci voglio credere, non ci vogliamo credere. Però, questa tregua deve trasformarsi in una pace duratura e per fare questo bisogna imporre - il verbo è imporre - che si arrivi veramente a una pace durevole. Deve finalmente nascere lo Stato di Palestina ed è ora che l'Italia e l'Unione europea procedano al suo riconoscimento. Non è solo un atto di giustizia, Presidente, è un atto di pace ed di questa che c'è bisogno: pace
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Oggi il tribunale di Napoli ha condannato Francesco Pio Valda per associazione di stampo camorrista - lui e la sua famiglia - a 15 anni di carcere. Questo nome, probabilmente, in questo momento non dirà nulla all'Aula, eppure Francesco Pio Valda è colui che, nel marzo di tre anni fa, di due anni fa, uccise un ragazzo, Francesco Pio Maimone, agli di Mergellina, ne parlò tutta Italia. Era un pizzaiolo, fu colpito per sbaglio da un proiettile sparato da questo delinquente. Eppure in quest'Aula, in cui purtroppo, in alcune occasioni dobbiamo occuparci, giustamente, dei diritti di chi sta in carcere, secondo me, spendiamo troppe poche parole nei confronti delle vittime.
Ebbene, oggi è stata appurata una cosa con queste prime condanne: è stato appurato che questo ragazzo… che la famiglia di questo ragazzo, invece di allontanarlo dalla criminalità, aveva organizzato un sodalizio camorrista, ha aiutato e sostenuto questo delinquente. Non solo. Durante una delle sedute, intervenni perché la sorella di questo delinquente - anche lei condannata oggi a 9 anni per associazione di stampo camorrista - aveva fatto un video mentre era agli arresti domiciliari per dileggiare la famiglia della vittima il giorno in cui è iniziato il processo e per dire che loro, camorristi e delinquenti, vincono sempre. Io intervenni in Aula e l'allora Vicepresidente Mule' intervenne in tempo reale e, il giorno dopo, la ragazza fu portata dagli arresti domiciliari al carcere femminile.
Tutto questo per ricordare una cosa: i criminali, i delinquenti, in particolare i camorristi e i mafiosi, sono nemici pubblici del nostro Paese. Oggi è stato condannato a 15 anni solo per associazione camorrista, ma, a fine mese, ci sarà la sentenza per l'uccisione di un innocente. Gli innocenti, le vittime e gli eroi sono coloro che noi dovremmo sempre onorare in quest'Aula, dove questi nomi, come quello di Francesco Pio Maimone, devono riecheggiare al posto di quelli di mafiosi o criminali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Presidente, nel nostro Paese, ogni giorno, si consumano delle truffe, ma, se generalmente ad essere preso di mira dai giornali è il truffatore, c'è un caso particolare, quello del reddito di cittadinanza, in cui il problema sono la misura e chi l'ha presentata. Ebbene, può darsi che non sia facile prendersela, ad esempio, con Renzo Bossi, il figlio di Umberto, che è stato condannato proprio qualche giorno fa per avere ottenuto indebitamente il reddito di cittadinanza e, quindi, dovrà restituire 15.000 euro all'INPS, ma per i del nostro Paese sembra che la truffa sia stata il reddito di cittadinanza.
Questo è il programma del Governo e si usano dei numeri, solo alcuni numeri, per dimostrare questa tesi. Certo, ci vuole una bella faccia tosta, ma a questo ci pensano giornalisti capaci di chiudere un occhio se il loro editore è un evasore fiscale, di chiuderli tutti e due se un Ministro truffa all'INPS.
Giornali che non sembrano interessati all'economia sommersa di questo Paese, che vale 90 miliardi di euro; sono distratti quando emergono le prime truffe per ottenere l'assegno di inclusione - la misura che ha sostituito il reddito di cittadinanza -, mentre hanno gli occhi apertissimi e la penna pronta a scrivere di 650 milioni di truffe che sarebbero dovute al reddito di cittadinanza. Non scrivono proprio tutto: non scrivono che i 650 milioni rappresentano solo l'1,90 per cento del totale che, tra il 2020 e il 2023, i Governi della passata legislatura hanno deciso di destinare per garantire agli italiani indigenti una vita dignitosa, nel rispetto del dettato costituzionale. Non si ricorda che quel periodo era particolarmente complicato per tante famiglie, caratterizzato anche dalla pandemia, in cui tutti gli studi economici confermano che quella misura ha consentito a milioni di italiani di uscire dalla povertà.
Questo ai non interessa: del 99 per cento dello spazio dedicato a raccontare il reddito di cittadinanza, tutto è stato destinato a raccontare l'1,90 per cento delle truffe. È un po' come se oggi, per raccontare l'operato del Governo, il racconto dei nostri fosse dedicato solo alla Ministra che si dice abbia truffato l'INPS e descrivesse l'operato di questo Governo come di indagati e di truffatori. Sappiamo che non è così, non ci piacciono questi Ministri, sappiamo che hanno altri difetti, ma sarebbe ingiusto descriverli tutti come indagati e truffatori.
Concludo. Il reddito di cittadinanza ha contribuito alla stabilità sociale aiutando i deboli. Ci sono stati dei furbi? No, ci sono stati dei criminali, che hanno rubato a chi ne aveva bisogno, ma non per questo si danneggiano i più deboli. A questo Governo e a questa maggioranza, invece, la povertà non piace, non piacciono i poveri ed ecco perché è stato abolito il reddito di cittadinanza e sono stati depenalizzati i reati dei colletti bianchi. Questa è stata ed è la ricetta di questa destra di Governo: più evasione fiscale e meno aiuti a chi è in difficoltà. I risultati si vedono: servizi allo sfascio, record di miliardari e record di poveri.
Il MoVimento 5 Stelle nasce per combattere le disuguaglianze. Ecco perché al Governo abbiamo agito in difesa di chi è in difficoltà economica, senza nessuna esitazione, ed ecco perché, quando presto torneremo di nuovo al Governo, restituiremo ai cittadini un Paese più giusto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Domenica scorsa si è celebrato il 25° anniversario della morte, ad Hammamet, in esilio, di Bettino Craxi, uno dei più grandi protagonisti della storia del Novecento del nostro Paese.
Craxi è stato un raffinato uomo politico, per lunghi anni segretario del Partito Socialista Italiano, dell'Internazionale socialista, coerente interprete del riformismo, da Turati a Nenni, che ha segnato l'epoca del ripudio della dottrina marxista, delle dittature comuniste, denunciando i clamorosi ritardi della sinistra italiana - ed in particolare del Partito Comunista - nel riconoscere il valore di un socialismo riformista e liberale.
Craxi fu anche statista e di statura internazionale nel governo del Paese. Parlamentare in quest'Aula dal 1972, Presidente del Consiglio negli anni Ottanta, Craxi rafforzò la dignità e il ruolo del nostro Paese a livello internazionale. Sigonella fu solo una delle tante azioni in tal senso. Fece ripartire il Paese, schiacciato in quegli anni da un'inflazione vicina al 20 per cento, combatté una battaglia di modernità e di grande respiro contro un'idea retrograda e conservatrice rappresentata dal PCI e dal sindacato, ad esempio sulla scala mobile, per costruire un Paese moderno, innovativo e dinamico.
Consolidò il rapporto con il mondo cattolico, soprattutto aveva chiara l'idea di un Paese che doveva trasformarsi, progredire e modernizzarsi sul lato delle istituzioni, ad esempio, con la grande riforma istituzionale, nelle economie e nel sociale, con l'iconica dottrina dei meriti e dei bisogni, nel mondo culturale - basti ricordare la Biennale di Venezia - e nel ruolo dell'Italia nello scacchiere internazionale.
Ci sarebbe ancora molto da dire, da ricordare e da scrivere. Lentamente, però, nel Paese, si sta facendo strada un revisionismo sul pensiero, sull'azione e sul valore di Bettino Craxi: dopo gli ostracismi, la demonizzazione del riformismo espressione dell'epoca craxiana, molti - tanti anche dei suoi detrattori - stanno facendo i conti con la storia. Una storia - come amava ripetere Craxi - che ha la testa dura e che alla fine sbugiarderà gli impostori.
Il nostro vuole essere, in questa sede, un ricordo pieno di affetto e di riconoscenza, perché non si dimentichi e perché la storia si dispieghi nella sua verità. È giunto il momento di riconoscere a Bettino Craxi i propri meriti, la grande visione, la giustezza delle sue politiche, la statura di e di riconoscere, altresì, le ingiustizie, vergognose e indelebili, che ha subito; riconoscere soprattutto che Craxi ha amato con straordinaria passione il suo, il nostro Paese, l'Italia .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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