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Venerdì 24 Gennaio 2025 ore 09:30
AULA, Seduta 416 - Interpellanze urgenti
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna ha avuto luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti sui seguenti argomenti: chiarimenti in ordine allo stato delle passività di Acciaierie d’Italia e ai costi a carico dello Stato dal 2012 (Bonelli - AVS); Elementi ed iniziative circa la collocazione delle cosiddette culle per la vita e per una maggiore informazione relativa alla possibilità di partorire in anonimato (Sportiello – M5S); Chiarimenti in ordine alla partecipazione finanziaria di enti partecipati dallo Stato al progetto Mozambique Lng, in relazione ad inchieste giornalistiche circa la condotta dell’esercito mozambicano (Bonelli - AVS); Elementi in ordine all'aumento degli oneri nelle bollette elettriche e intendimenti per ridurne le conseguenze a carico degli utenti (Marattin – Misto); Intendimenti in ordine all'intitolazione del Palazzo dei Congressi dell'Eur ad Alcide De Gasperi (Ciocchetti – FDI); Iniziative volte a scongiurare il licenziamento dei lavoratori della Jabil di Marcianise, in provincia di Caserta, e a istituire un tavolo di concertazione (Carotenuto – M5S).
Per il Governo sono intervenuti la Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto, e la Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci.
Per il Governo sono intervenuti la Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto, e la Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci.
XIX LEGISLATURA
416^ SEDUTA PUBBLICA
Venerdì 24 gennaio 2025 - Ore 9,30
Svolgimento di interpellanze urgenti (vedi allegato).
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Interpellanze urgenti (Svolgimento)
- Chiarimenti in ordine allo stato delle passività di Acciaierie d'Italia e ai costi a carico dello Stato dal 2012 - n. 2-00512
- Elementi ed iniziative circa la collocazione delle cosiddette culle per la vita e per una maggiore informazione relativa alla possibilità di partorire in anonimato - n. 2-00513
- Chiarimenti in ordine alla partecipazione finanziaria di enti partecipati dallo Stato al progetto Mozambique Lng, in relazione ad inchieste giornalistiche circa la condotta dell'esercito mozambicano - n. 2-00515
- Elementi in ordine all'aumento degli oneri nelle bollette elettriche e intendimenti per ridurne le conseguenze a carico degli utenti - n. 2-00514
- Intendimenti in ordine all'intitolazione del Palazzo dei Congressi dell'Eur ad Alcide De Gasperi - n. 2-00496
- Iniziative volte a scongiurare il licenziamento dei lavoratori della Jabil di Marcianise, in provincia di Caserta, e a istituire un tavolo di concertazione - n. 2-00516
- Organizzazione dei tempi per l'esame di una proposta di legge
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GILDA SPORTIELLO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 84, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Bonelli e Zanella n. 2-00512 .
Chiedo al deputato Bonelli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signora Sottosegretaria, come lei saprà, ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento relativamente all'Ilva, in cui destina ulteriori 250 milioni di euro, per un totale di 400 milioni di euro, per la continuità produttiva dell'Ilva, sottraendo queste risorse ai fondi destinati all'ambiente e alle bonifiche della città di Taranto.
Per quanto ci riguarda, il nostro gruppo, Alleanza Verdi e Sinistra, ritiene questa decisione uno schiaffo alla città di Taranto, che ha già pagato un prezzo enorme in termini di inquinamento. Sottrarre risorse dal punto di vista delle bonifiche dell'ambiente è un fatto inaccettabile, considerando tra l'altro che, sino ad oggi, il dato occupazionale non solo non è stato risolto, ma anche che in quella città ci troviamo in una crisi profonda dal punto di vista sociale, economico, ambientale e sanitario.
Ho presentato questa interpellanza e interrogo il Governo per sapere a quanto ammonti il debito dello stato dell'Ilva, della società Acciaierie d'Italia.
Come lei saprà, il 4 novembre 2024, il tribunale di Milano ha dichiarato lo “stato di insolvenza” di Acciaierie d'Italia Holding, che poi è stato emesso con una sentenza successiva. Il punto è che, nel decreto di questa sentenza, si evince che Acciaierie d'Italia ha una passività pari a 4.737.693.528 euro. È una cifra notevole, importante, che pone il tema della gestione dell'Ilva, come paragone con quanto accaduto con Alitalia, ossia un massiccio ricorso ad ammortizzatori sociali e soldi pubblici, senza, tra l'altro, riuscire a ottenere un risultato dal punto di vista delle bonifiche, considerato che il Governo sta sottraendo risorse alle bonifiche della città di Taranto.
Quindi, chiedo di sapere quale sia il debito che, a partire dal 2012, lo Stato ha accumulato in questi anni nei confronti della gestione dell'ex Ilva, oggi Polo siderurgico di Taranto, e, a distanza di due anni dalla chiusura dell'esercizio 2022, per quanto riguarda Acciaierie d'Italia, l'ammontare del debito di Acciaierie d'Italia.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere,
FAUSTA BERGAMOTTO,. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Bonelli. L'onorevole Bonelli ripercorre le vicende che hanno interessato gli dell'ex Ilva, sulle quali mi preme fare qualche precisazione.
Com'è noto, il gruppo è stato ammesso, nel febbraio scorso, alla procedura di amministrazione straordinaria, confermata dal tribunale di Milano, che ha riconosciuto la sussistenza dei presupposti di legge, vale a dire l'insolvenza del gruppo AdIH (Acciaierie d'Italia Holding), causata da una gestione che, a partire dal 2018, ha comportato un notevole deterioramento dello stabilimento di Taranto.
Al riguardo ricordo che, nel marzo 2020, l'allora Ministro dello Sviluppo economico aveva avviato una trattativa con ArcelorMittal, che ha portato alla nascita di Acciaierie d'Italia, con l'ingresso di Invitalia al 38 per cento e la stipula di patti parasociali.
Questi accordi, invero, hanno consolidato la del socio privato, ArcelorMittal, che, nel frattempo, non ha rispettato le condizioni economiche e industriali che dovevano essere imprescindibili per il piano di rilancio dell'ex Ilva. Nessuno, che abbia avuto veramente cura dell'interesse nazionale, avrebbe mai sottoscritto quel tipo di accordo.
Inoltre, la scelta di ArcelorMittal, come partner di ADI, fu effettuata senza imprimere alla procedura un carattere realmente competitivo idoneo a valorizzare il contributo di altri possibili , come, ad esempio, Cassa depositi e prestiti.
Ciò ha precluso l'opportunità di negoziare condizioni più favorevoli per il Paese e ha determinato una gestione che non ha rispettato gli obiettivi di investimento, rilancio produttivo e tutela occupazionale. Pertanto, quando questo Governo è intervenuto, ha trovato una situazione già deteriorata: solo l'altoforno 4 era operativo. Molte imprese dell'indotto vantavano crediti non saldati e mancava un piano industriale credibile e sostenibile.
Per queste ragioni, il 20 febbraio 2024, è stato disposto il commissariamento di Acciaierie d'Italia Spa e, il 17 aprile, questa procedura è stata estesa anche ad Acciaierie d'Italia Holding Spa, consentendo una gestione unitaria e coordinata del gruppo.
Grazie all'azione messa in campo dei commissari, si è potuto evitare il peggio. Infatti, i commissari straordinari, dopo aver riattivato gli altiforni e aver avviato il riesame dell'AIA, comprensivo della valutazione di impatto sanitario, come previsto dalla normativa eurounitaria, hanno avviato la procedura per la vendita degli , pubblicando il bando il 31 luglio 24, con lo scopo di preservare la continuità aziendale e i livelli occupazionali, favorendo il rilancio della produzione siderurgica e soprattutto il processo di decarbonizzazione.
Ad oggi, sono pervenute 10 proposte di acquisto, di cui 3 per l'intero complesso aziendale e 7 per singoli stabilimenti. Tutte le opzioni sono sotto esame per mettere in campo la soluzione più idonea agli obiettivi di rilancio e sviluppo del sito.
La soluzione preferibile è quella della vendita dell'intero complesso aziendale, come del resto è espressamente indicato dal bando. Sul fronte del coinvolgimento delle parti sociali, il Ministero ha già avviato un confronto con le organizzazioni sindacali e proseguirà in questo dialogo, consapevole dell'importanza del contributo dei lavoratori in questa fase decisiva.
Ricordo, altresì, che il Governo si è attivato, anche a tutela degli interessi delle imprese dell'indotto, stanziando circa 120 milioni per le citate imprese con il cosiddetto decreto-legge Salva indotto e, a differenza del passato, le imprese dell'indotto stanno già ricevendo il pagamento dei crediti da parte dell'attuale amministrazione straordinaria.
Da febbraio a dicembre 2024, ADI ha dovuto ripristinare gli impianti lasciati dissestati dalla gestione ArcelorMittal e ha comunque fatturato, nel 2024, 1.200 milioni, nonostante il calo dei prezzi di vendita dell'acciaio nel corso dell'anno in misura pari al 25 per cento e la notevole riduzione dei volumi produttivi a causa dello stato degli impianti.
In ragione dell'attività svolta in questo periodo, per il 2025 si stima un aumento di produzione che conduce a circa 4 milioni di tonnellate di acciaio con un fatturato atteso di circa 3.000 milioni.
Quanto al tema dei costi delle procedure, va detto che si tratta di costi di gestione commisurati alle dimensioni delle imprese. Il compenso dei commissari è fissato per legge in misura proporzionale all'entità del passivo e dell'attivo, applicando percentuali regressive minori rispetto alle altre procedure concorsuali. Peraltro, nel nominare gli attuali commissari, il MIMIT ha fissato un tetto ai compensi, pari a 240.000 euro all'anno.
Relativamente ai costi delle consulenze, tengo a sottolineare che le spese per la comunicazione ad oggi ammontano a 120.000 euro, cifra assolutamente congruente, se riferita a una realtà complessa e strategica quale l'ex Ilva. Ricordo che, nella gestione precedente, tali spese ammontavano a circa 3 milioni e mezzo.
Quanto all'altro tema di interesse dell'interpellante, cioè il tasso d'interesse sul cosiddetto “prestito ponte”, mi preme evidenziare che il citato tasso di interesse imposto dalla Commissione europea nel rispetto delle condizioni di mercato è sintomatico della fiducia del proficuo esito delle procedure di cessione del compendio aziendale. Il tasso, infatti, è fissato all'11,6 per cento, pur a fronte di un previsto dalla comunicazione della Commissione europea n. 14 del 2008, che potenzialmente può arrivare al 14 per cento.
L'approvazione del prestito MEF ha confermato la validità del piano industriale elaborato dalla gestione commissariale e la capacità dell'azienda di restituire la somma in tempi congrui, senza che ciò si configuri come un aiuto di Stato.
È, altresì, paradossale paragonare i costi legati all'avvio della nuova gestione commissariale di Ilva con quelli di Alitalia, posto che l'amministrazione straordinaria dell'ex Ilva, disposta il 20 febbraio scorso, già sta portando a un rilancio della macchina produttiva degli stabilimenti, assicurando anche la salvaguardia dell'ambiente e dei lavoratori.
Sotto il profilo industriale, le due aziende, infatti, sono del tutto diverse, ancorché in entrambi i casi sia stato necessario ricorrere all'amministrazione straordinaria.
L'onorevole interpellante chiede, inoltre, se si è in condizioni di riferire quanto sia il passivo di ADI e quanto è costata allo Stato, ad oggi, l'Ilva.
Con riferimento a tali richieste, informo che alla data attuale, sentita la gestione commissariale, il passivo di ADI, complessivamente ammesso, ammonta a 1.580 milioni. Devono tuttavia essere ancora esaminate domande tardive, già presentate, per 648 milioni.
La verifica dei crediti tempestivi di ADI Holding, così come quella delle istanze tardive di ADI Spa, si terrà invece a marzo 2025.
Per quanto riguarda, invece, i finanziamenti statali erogati, si sottolinea che Ilva in amministrazione straordinaria ha beneficiato per circa 600 milioni tra il 2012 e il 2015, così distribuiti: 300 milioni erogati con il decreto-legge n. 83 del 2012 e altri 300 milioni con il decreto-legge n. 191 del 2015 per far fronte alle esigenze finanziarie.
Vi è poi un finanziamento di ulteriori 400 milioni, ai sensi del decreto-legge n. 1 del 2015 erogato da istituti di credito per garanzie MEF, queste ultime però sono risorse private e non statali.
Risorse statali sono state utilizzate per l'ingresso di Invitalia nel capitale sociale della società AM InvestCo Italy, con un aumento di capitale sottoscritto e versato, nell'aprile 2021, pari a 400 milioni - da allora ArcelorMittal ha cambiato la propria denominazione sociale in Acciaierie d'Italia - e, ancora, per il finanziamento soci disposto da Invitalia ad ADI nel 2023 per 680 milioni.
Con riferimento al finanziamento ponte disposto a favore di ADI nel 2024 per 320 milioni di euro, si specifica, ancora una volta, che non si tratta di un costo, ma di un finanziamento erogato a condizioni di mercato.
Infine, informo che, proprio ieri, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stanziamento di ulteriori 250 milioni per Acciaierie d'Italia, al fine di portare avanti le azioni necessarie, perché l' continui a operare fino al completamento delle procedure di assegnazione.
Voglio comunque assicurare che la gara in corso ha come priorità la decarbonizzazione e tutte le offerte che sono state presentate rispondono a questo obiettivo. Infatti il sito di Taranto, con gli ultimi interventi fatti in questi mesi è quello più avanti in Europa sulla strada della sostenibilità ambientale e della sicurezza sul lavoro.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Non sono assolutamente soddisfatto. Riprendo l'affermazione conclusiva della Sottosegretaria, che dice e sostiene che Taranto sia un modello dal punto di vista ambientale.
Francamente non saprei quale aggettivo utilizzare per definire questa affermazione, totalmente lontana dalla realtà di Taranto, dove ancora persistono (ci sono le relazioni dell'Agenzia regionale per la protezione ambiente della Puglia che lo dimostrano) certi livelli di inquinamento; picchi di benzene; ritardi nelle bonifiche; e come ho citato nel mio intervento introduttivo e come confermato dall'intervento della Sottosegretaria, un certo utilizzo di risorse destinate alle bonifiche e al ripristino ambientale, che, invece, vengono destinate per altri scopi, come quelli della continuità produttiva. C'è un drammatico ritardo e abbandono da questo punto di vista e anche, devo dire, c'è l'incertezza dal punto di vista del futuro dei lavoratori dell'Ilva stessa.
Da tempo avevamo suggerito di avviare un processo di conversione industriale che ponesse come obiettivo quello che è stato fatto in altri Paesi d'Europa e del mondo. Penso a Pittsburgh, penso a Bilbao, dove sono state fatte operazioni di grande conversione industriale, rilanciando l'economia e guardando a un modello che di fatto chiudeva le fonti inquinanti di fronte a un'aggressione molto forte alla salute, in questo caso della popolazione tarantina.
Mi preme, però, specificare un aspetto, signora Sottosegretaria. Il Governo si è dimenticato una risorsa. Si è dimenticato un miliardo e 100 milioni di euro nell'elenco che è stato fatto ed è il miliardo e 100 milioni che deriva dalla confisca delle risorse della famiglia Riva, operata dal tribunale di Milano, per truffa e evasione da parte della famiglia Riva stessa; risorse che sono state confiscate. Sono soldi dello Stato che poi sono stati incamerati; anche in questo caso si tratta di un fondo, tra l'altro, azzerato che doveva essere destinato al ripristino ambientale e non è stato utilizzato. Quindi, è una risorsa mancante nell'elenco che lei ha fatto e, quindi, arriviamo a una cifra veramente considerevole dal 2000 sino ad oggi, anzi dal 2012 sino ad oggi, chiedo scusa.
Nel concludere, perché voglio essere estremamente esaustivo da questo punto di vista, per essere molto, molto chiaro, vorrei dire che è vero, questo è un Governo che governa il Paese dall'ottobre 2022, ma Forza Italia, la Lega sono forze che hanno governato questo Paese e che sono state, insieme anche ad altre forze politiche, coloro le quali hanno emanato i cosiddetti decreti Salva-Ilva. Quindi, dire che questo Governo ha ereditato una situazione disastrosa, anche no. Anche no, grazie, perché ci sono responsabilità trasversali per non essere riusciti a dare una prospettiva.
Prendiamo atto, però, tristemente, che i soldi pubblici che sono stati erogati per l'Ilva non hanno risolto la questione ambientale (ancora oggi secondo l'ARPA si inquina in maniera molto grave e questo è un problema molto molto serio), dopo la scelta - su questo siamo d'accordo, Sottosegretaria - sbagliatissima di dare ad ArcelorMittal la gestione dell'Ilva perché tutti sapevano chi era ArcelorMittal e quello che faceva nel mondo dal punto di vista delle operazioni industriali.
Ci sono anche inchieste e procedimenti giudiziari a cui è stata sottoposta per inquinamento in altre parti del mondo. Quindi, noi, oggi, non possiamo, ancora una volta, non denunciare quello che la città di Taranto vive dal punto di vista dell'inquinamento, anzi dell'aver fermato, aver sottratto risorse per il ripristino ambientale e le bonifiche, e di non aver risolto nemmeno la questione occupazionale. Quindi, due questioni fondamentali - salute e lavoro - sono state totalmente dimenticate.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Sportiello ed altri n. 2-00513 .
Chiedo alla deputata Sportiello se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
GILDA SPORTIELLO(M5S). Mi riservo di intervenire in replica.
PRESIDENTE. Allora passiamo all'intervento della Sottosegretaria di Stato Fausta Bergamotto. Ne ha facoltà.
FAUSTA BERGAMOTTO,. Grazie, Presidente. Rispondo per il Ministero della Salute. Allora, il quesito posto consente di evidenziare, anche a beneficio della corretta informazione da rivolgere alla popolazione, che la normativa vigente già garantisce alla donna di partorire in anonimato, con la facoltà di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell'ospedale dove è nato, affinché siano assicurate l'assistenza e anche la sua tutela giuridica.
Ciononostante, evidenzio che è da tempo all'attenzione del Ministero della Salute, in particolare della Direzione generale della prevenzione, anche la fattispecie descritta nell'atto, e quindi le cosiddette culle della vita, e che resta fermo l'obiettivo primario di porre in essere tutte le possibili iniziative per tutelare la sicurezza dell'evento parto e quindi della madre e del bambino. A tal fine, è indispensabile l'adozione di un approccio complessivo all'intero percorso di nascita, di cui il parto costituisce l'evento culminante. Le varie fasi e i molteplici aspetti del percorso necessitano di una strategia di interventi diversi, tra i quali acquista un rilievo di fondamentale importanza la continuità di relazione della comunicazione con la donna madre.
La nascita di un bambino è un evento straordinario nella vita di una donna, che incide profondamente nella sua vita concreta, emotiva e relazionale. Tuttavia, non tutte le donne riescono ad accogliere appieno la loro maternità per una complessità di motivazioni, sociali e particolari, che occorre ascoltare, comprendere e riconoscere. Durante la gravidanza, specie in situazioni di difficoltà di varia natura della madre a poter rispondere adeguatamente ai bisogni del bambino, è indispensabile che la stessa venga seguita in maniera qualificata per la tutela sua e del nascituro, in modo da evidenziare iniziative o decisioni affrettate e spesso drammatiche al momento del parto.
Occorre costantemente sostenere, accompagnare e informare le donne, affinché le loro scelte siano completamente responsabili. Come già anticipato, la normativa attualmente in vigore consente alla madre di non riconoscere il bambino, di partorire in anonimato e di lasciarlo nell'ospedale dove è nato, affinché sia assicurata l'assistenza del neonato e la sua tutela giuridica. Tempestive e adeguate informazioni alla donna in gravidanza e interventi di sostegno concreti e adeguati in suo aiuto, di tipo sociale, economico e psicologico, permettono di garantire sia il diritto alla salute della gestante e del nascituro, sia un parto protetto nella struttura ospedaliera, nonché la possibilità di esercitare una libera, cosciente e responsabile scelta da parte della donna madre al momento di riconoscere o meno il proprio bambino.
Attualmente, mentre esiste una disciplina normativa che prevede la possibilità di partorire in anonimato, non si rinvengono, invece, previsioni normative concernenti l'istituzione delle culle per la vita e le varie modalità del loro dislocamento o funzionamento.
Con riferimento alla regione Puglia, l'assessorato competente ha tenuto a precisare che, ferma restando l'idoneità del dispositivo a garantire la sicurezza e la salvaguardia del neonato, tali culle sono assimilabili a quelle utilizzate presso le terapie intensive neonatali, dotate, altresì, di sensori che assolvono al monitoraggio dei parametri vitali del neonato posto all'interno e che immediatamente fanno sì che vengano attivate le procedure di allarme verso la struttura sanitaria collegata, rivolte al tempestivo intervento del personale sanitario.
Nella regione Puglia sono presenti quattro culle per la vita attivate spontaneamente da strutture ospedaliere e parrocchie: a Bari presso la parrocchia di San Giovanni Battista; a Monopoli presso la chiesa di Sant'Antonio; a Taranto nel presidio ospedaliero SS Annunziata e a Foggia nell'Azienda ospedaliera universitaria OORR.
Sarà cura del Ministero della Salute avviare un censimento sul territorio nazionale di tutte le culle per la vita collegate sia a strutture del Servizio sanitario nazionale sia ad enti e fondazioni di origine privata. Concludo confermando che il Ministero della Salute esprime la propria disponibilità a collaborare ad iniziative legislative che consentano di disciplinare in modo dettagliato e omogeneo le iniziative, nel rispetto delle peculiari competenze regionali.
PRESIDENTE. La deputata Sportiello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
GILDA SPORTIELLO(M5S). Sono avvilita. Non sono insoddisfatta, sono avvilita. Infatti, al di là delle informazioni assolutamente mancanti e che già erano contenute nell'interrogazione che ho presentato al Ministero - lo so anch'io che non esiste una normativa, gliel'ho scritto, lo so anch'io che sono iniziative spontanee e l'ho scritto nell'interpellanza - la domanda era un'altra e non ho ricevuto risposte. Però, vede, sono veramente avvilita perché qui non ci si è limitati a dare una risposta o a provare a mettere qualcosa nero su bianco, giusto per dire di essere venuti in Aula a rispondere a un'interpellanza.
Qui si sono dati giudizi di merito, qui si è andati oltre. Si è superato un limite per cui, addirittura, si vorrebbe quasi dare la colpa alle madri, che non riuscirebbero ad accogliere appieno la maternità, la colpa alle madri, che magari non hanno fatto una scelta responsabile, quando invece l'unica colpa qui è di aver messo una culla non funzionante, in cui un bambino è morto. Non c'è una normativa nazionale che dica che queste culle termiche, queste culle dove vengono accolti i neonati, devono stare in presìdi sanitari, dove ci sono le competenze, l'esperienza e tutti gli strumenti per prendere in carico una situazione del genere!
Questa era l'unica cosa da dire, non che ci sono madri che non riescono ad accogliere appieno la maternità, che è un evento straordinario. La maternità è un evento straordinario, se lo si desidera! Non solo! Lei lo sa quante madri, dopo aver avuto un figlio o una gravidanza, soffrono e vivono momenti difficili? Ma le vogliamo colpevolizzare? Sono veramente avvilita e sconvolta. Non si può parlare in questi termini. Mi rifiuto di sentir dire cose del genere.
Sulle culle per la vita, la verità qual è? Che queste iniziative spontanee vengono prese da parrocchie, da chiese. Ci sono quelle della vita nelle case di riposo, ci sono culle della vita nelle sedi dei movimenti antiabortisti, di centri di aiuto alla vita. Le culle per la vita devono essere in presidi sanitari, ospedalieri e basta! Infatti, le persone che lasciano i bambini all'interno di questi presidi devono sapere che lo stanno facendo in un ambiente sicuro.
Allora, il Ministero “farà”, “dirà”, è sempre la solita storia, però mi aspettavo, visto che pullulano decreti urgenti, che non lasciano spazio a questo Parlamento di respirare e l'attività legislativa davvero fa fatica ad andare avanti, che, dopo la morte di un bambino, dopo un caso del genere, come quello che è avvenuto a Bari, il Ministero pensasse a fare un decreto per dire: signori, esiste un vuoto normativo gravissimo, lo vogliamo colmare? Non ci avete pensato voi, lo faremo noi, perché veramente trovo intollerabile che, ancora oggi, nel 2025, non solo non si abbia una mappatura per sapere dove sono queste culle per la vita, non solo non ci sia nessun protocollo nazionale, ma che non si sappia chi dovrebbe fare la manutenzione, quali competenze dovrebbe avere chi va ad aprire quella culla e quale tipo di accoglienza spetti a questi bambini. Non c'è nulla! Un vuoto totale, l'incognita più assoluta.
Allora, ci vogliamo occupare di questo problema, che è gravissimo? Oppure - come al solito, poiché sono implicati, magari, anche associazioni o centri alla vita, che godono comunque delle iniziative legislative di questo Governo - non si può toccare l'argomento?
Io credo che invece dovremmo farlo, perché, davanti a un tema del genere, non ci dovrebbe essere alcun tipo di divisioni politiche e dovrebbe essere pacifico dirci che un bambino o una bambina, che viene affidato o affidata dopo il parto, in anonimato, deve ricevere tutte le cure necessarie, con la competenza dovuta. Si chiama diritto alla salute, tra l'altro, dovremmo parlare anche di quello. Guardate, dopo questa interpellanza, ne esco ancora più rammaricata, perché non credevo che, anche in un'occasione del genere, fosse colta l'occasione per usare termini così duri, come quelli che ho sentito, perché davvero credo che ci sia stata una colpevolizzazione delle madri e delle donne che assolutamente non è tollerabile.
Credo che questo Governo non possa essere silente davanti a una cosa del genere. Se oggi non avessimo fatto questa interpellanza, non si sarebbe levata alcuna voce a favore di questa problematica.
Io ringrazio chi, invece, anche fuori da queste Aule di Parlamento, come la dottoressa Federica Di Martino, che si occupa di questo tema da sempre e cerca di fare quel monitoraggio e quelle mappature che, invece, i Governi che si sono succeduti non hanno ancora fatto.
Però trovo vergognoso che, dopo un episodio così grave, come quello che è accaduto a Bari, il Governo non abbia ritenuto di intervenire in alcun modo, dicendo, chiaramente e senza alcun dubbio, che serve un protocollo nazionale e che le culle per la vita non possano essere dislocate sul territorio in alcun altro luogo che non siano delle strutture sanitarie.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Bonelli e altri n. 2-00515 .
Chiedo all'onorevole Bonelli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Ringrazio la signora Sottosegretaria. Con atto di sindacato ispettivo del 21 marzo 2024, il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra chiedeva ai Ministri interpellati quali iniziative intendessero assumere, affinché SACE, il gruppo assicurativo finanziario italiano controllato dal Ministero dell'Economia e delle finanze, rendesse pubblici i documenti sulla valutazione di impatto ambientale e sociale delle proprie garanzie all'attività estrattiva in Mozambico, alla luce della ripresa degli attacchi delle formazioni islamiste e dei gravi conseguenti rischi per la popolazione civile.
Un'inchiesta pubblicata il 26 settembre 2024 dal internazionale ha evidenziato come, tra giugno e luglio 2021, un gruppo di militari dell'esercito del Mozambico abbia commesso atrocità configurabili come crimini di guerra, mentre difendeva il sito di , progetto di estrazione e liquefazione di gas di TotalEnergies a Cabo Delgado, in Mozambico.
L'inchiesta menziona casi di sequestro di persona, torture fisiche e psicologiche, negazione di acqua e cibo, abusi sessuali, stupri e uccisioni sommarie. L'inchiesta ha già avuto forte risonanza in Mozambico, in Francia e presso il Parlamento europeo, con un'interrogazione rivolta all'Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.
Tra l'altro, un'inchiesta pubblicata il 24 novembre 2024 dal quotidiano francese e dal internazionale ha evidenziato come, ben prima dei gravissimi episodi riportati da , TotalEnergies fosse in possesso di evidenze della condotta violenta dell'esercito mozambicano nei confronti della popolazione civile. TotalEnergies ha espresso l'intenzione di riprendere i lavori di costruzione del progetto , interrotti per invocata forza maggiore ad aprile 2021, quando il conflitto armato, iniziato nel 2017 nella provincia di Cabo Delgado, aveva aumentato il rischio a livelli non accettabili.
Il punto è il seguente, signora Sottosegretario: il progetto vede il coinvolgimento di società ed enti a partecipazione e sotto il controllo pubblico, tra cui Saipem e, prima della sua interruzione, anche di SACE e Cassa depositi e prestiti, rispettivamente tramite una garanzia di 950 milioni di euro e un prestito di 650 milioni di euro. Nel caso in cui le indagini connesse all'inchiesta pubblicata da accertino i fatti riportati, le società e gli enti citati corrono il rischio di essere associati indirettamente alle violenze e alle atrocità commesse dai militari.
TotalEnergies starebbe consultando nuovamente le istituzioni finanziarie succitate - parlo, ovviamente, di Saipem, SACE e Cassa depositi e prestiti - che avevano dato disponibilità a partecipare finanziariamente al progetto, per avere conferma del loro immutato sostegno.
La costruzione di potrebbe contribuire ad aumentare l'instabilità dell'area, come evidenzia un rapporto commissionato dalla stessa TotalEnergies all'ex ambasciatore francese in Senegal, che afferma che i gruppi ribelli sfruttano il senso di frustrazione diffuso tra le comunità coinvolte dall'espansione dell'industria estrattiva e che i siti estrattivi potrebbero essere obiettivo di attacchi terroristici. Dunque, il progetto potrebbe non arrivare a compimento, mettendo in pericolo la partecipazione italiana ed esponendo a gravi rischi le casse pubbliche.
Chiedo se i Ministri interpellati - e qui la domanda - risultino a conoscenza dei fatti riportati dalle inchieste di e e se possano confermare la partecipazione finanziaria al progetto da parte di SACE e Cassa depositi e prestiti.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato, Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere.
FAUSTA BERGAMOTTO,. Grazie, Presidente. Onorevole Bonelli, rispondo per il Ministero dell'Economia e delle finanze.
Relativamente all'operazione a cui si fa riferimento nell'interpellanza in esame, sentite SACE e Cassa depositi e prestiti, si conferma che, in data 30 settembre 2019, SACE ha deliberato il rilascio di una polizza assicurativa al 100 per cento su un finanziamento in linea capitale, a copertura, tra l'altro, di un contratto aggiudicato da Saipem Spa del progetto Area 1 .
Il di banche assicurate da SACE include anche CDP. Oltre a SACE, sono parte del finanziamento del progetto altre 9 agenzie di credito all'esportazione multilaterali e banche commerciali. La chiusura finanziaria del contratto è stata raggiunta in data 24 marzo 2021. Tuttavia, in seguito al deterioramento dello stato di sicurezza del nord del Mozambico, a partire dal 26 aprile 2021 il progetto è in stato di forza maggiore e le erogazioni dei finanziamenti sono state sospese. Pertanto, non sono state effettuate erogazioni relative al finanziamento SACE e soltanto erogazioni limitate relativamente agli altri finanziamenti.
In seguito al miglioramento dello stato di sicurezza nell'area di progetto a fine 2023 ha manifestato l'intenzione di riavviare la costruzione degli impianti e, a tal fine, ha richiesto ai finanziatori, , la ripresa delle erogazioni. SACE ha approvato la richiesta del progetto a gennaio 2024, così come ha fatto la maggior parte delle istituzioni finanziarie coinvolte. Poiché la richiesta deve essere approvata all'unanimità si è in attesa della delibera delle istituzioni finanziarie mancanti.
Riguardo all'analisi ambientale e sociale, SACE ricorda che, in linea generale, effettua una dei potenziali impatti ambientali e sociali associati alle proprie transazioni secondo la Raccomandazione OCSE “Approcci comuni sui crediti all'esportazione che beneficiano di sostegno ufficiale e sulle ambientale e sociale” (cosiddetta “Approcci comuni”), oltre che secondo le proprie politiche e procedure interne.
Ciò posto, l'operazione in Mozambico è stata classificata quale progetto attività che ha il potenziale di avere impatti ambientali o sociali negativi significativi, che sono diversi, irreversibili o senza precedenti (categoria A). Il progetto è stato, pertanto, oggetto di analisi ambientale e sociale da parte di SACE ben prima della delibera del 2019: la valutazione ambientale è stata svolta sulla base dello studio di impatto ambientale (EIA), rivisto in collaborazione con il consulente ambientale e sociale indipendente e in cooperazione con le altre agenzie di credito all'esportazione coinvolte nel progetto.
In conformità alla politica di divulgazione ambientale, SACE ha reso nota al pubblico la disponibilità dello Studio di impatto ambientale, direttamente scaricabile dal sito del progetto sin dal 12 giugno 2017. In particolare, nel corso dell'analisi ambientale e sociale sono stati individuati e valutati i potenziali impatti ambientali e sociali del progetto: tra i principali, si segnalano quelli relativi alla biodiversità ed inquinamento marino, oltre al ricollocamento di circa 600 nuclei familiari.
Questi ed altri impatti potenziali sono gestiti, mitigati e monitorati tramite un Piano di azione ambientale e sociale (ESAP), preparato dal consulente ambientale e sociale indipendente e concordato tra le parti, contenente una lista di azioni che si è impegnato a compiere dopo la chiusura finanziaria e/o la ripresa dei lavori.
PRESIDENTE. L'onorevole Bonelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Più che soddisfatto, sono estremamente preoccupato del ruolo che il nostro Paese esercita in un continente dove la violenza, gli stupri e le torture vengono utilizzati per tutelare le grandi multinazionali del petrolio e dove lo sfruttamento delle popolazioni locali è portato all'ennesima potenza. Quello che ho appena sentito è di una gravità inaudita, ovvero che un organismo dello Stato - SACE - partecipa, tra l'altro, in violazione di alcuni impegni internazionali che l'Italia ha assunto nelle COP sul clima, ovvero quello di non finanziare, in nessun modo, gli interventi di estrazione Oil & Gas in territorio straniero, specialmente in quei luoghi. Secondo noi è una violazione molto rilevante non solo degli impegni internazionali, ma anche delle di SACE stessa.
Guardi, noi stiamo parlando di una situazione veramente molto, molto grave, e in relazione a quello che ho citato spiace che il Governo non abbia riportato le questioni e le violenze che sono state documentate, da parte dell'esercito mozambicano, a protezione del sito di Cabo Delgado per l'estrazione del gas in quei territori. Questo è un problema molto, molto serio, che evidenzia come, ad esempio, questo tipo di operazione, che viene anche più volte menzionata all'interno del cosiddetto Piano Mattei, fa gettare la maschera, mostrando qual è il vero strumento, oggi, del Piano Mattei, ossia quello di andare in quei luoghi e prendere il petrolio, dimenticandosi dello sfruttamento e delle violenze.
Su questo noi, a questo punto, come gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra prenderemo una forte iniziativa perché SACE (il Governo italiano) non può finanziare operazioni che, tra l'altro, si realizzano attraverso l'uso dell'esercito che reprime, in maniera molto violenta e drammatica, le istanze delle popolazioni locali; e non possiamo macchiarci e sostenere questi crimini. Chiediamo un'indagine internazionale e chiedo che questo intervento della SACE sia sottoposto a un'indagine anche da parte della Commissione parlamentare competente, perché SACE non può continuare a dare coperture assicurative per interventi di estrazione Oil & Gas, specialmente in luoghi dove ci sono conflitti e dove ci sono torture e sfruttamenti legati proprio all'estrazione del petrolio.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Marattin e Schullian n. 2-00514 .
Chiedo al deputato Marattin se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
LUIGI MARATTIN(MISTO). Illustro, grazie, Presidente. Buongiorno, Sottosegretaria. Allora, normalmente un Governo dovrebbe provare - provare - ad abbassare le bollette, non ad alzarle. Dunque, questa è una vicenda che può sembrare complicata, ma che proviamo a riassumere in modo semplice. Elettricità: la distribuzione di elettricità che arriva nelle nostre case è un monopolio naturale, cioè ci sono delle reti, ma non possiamo fare 4-5 reti in concorrenza; ce n'è una e va data in concessione a un operatore. Poi, da qualche tempo a questa parte, per fortuna, c'è un po' di concorrenza sulla fase di vendita, perché noi possiamo scegliere il fornitore che ci porta l'elettricità a casa fra offerte concorrenti - a volte, anche molto concorrenti -, ma la rete è una: la rete locale, quella in bassa e media tensione.
Poi, a complicare le cose c'è la rete nazionale ad alta, altissima tensione ma lasciamo stare, parliamo della rete che ci porta l'elettricità a casa. Per come è stata gestita la nazionalizzazione del 1962 - pensate a quanto in politica le cose fatte, poi, hanno conseguenze per decenni a venire - il concessionario delle reti locali oggi è ENEL quasi dappertutto. Poi - ripeto -, noi scegliamo il fornitore che vogliamo, ma la gestione delle reti è di ENEL; ed ENEL è un'eccellenza italiana, lo voglio dire.
Che succede? Va a scadenza questa concessione. Allora noi, Sottosegretaria, vede, facciano parte di un'offerta politica in divenire che pensa sia sempre meglio fare le gare. E ciò, in questo Parlamento e in questo Paese equivale, praticamente, a una bestemmia, perché sia a destra che a sinistra, in generale, le gare non piacciono, la concorrenza non piace (dai balneari, al trasporto pubblico); non piace. Quindi, onestamente, se le devo dire la verità avremmo anche preferito che la nuova concessione venisse fatta dicendo: chi è il migliore? Chi è che lo può fare a una qualità maggiore e a un costo minore?
Però sapete cosa vi dico? Non è questo il punto adesso, perché in realtà, a fronte delle grandi esigenze di potenziamento della rete elettrica che avremo nei prossimi anni, ci può pure stare dire: guardate, ENEL è un'eccellenza nazionale e internazionale, tieniti la concessione per altri 20 anni, come avete fatto in legge di bilancio - prima avevate detto 50, poi avete detto 20 -, tieniti la concessione a fronte di impegni forti su investimenti. Ci può anche stare, anche per estremisti del mercato e della concorrenza come noi. Però c'è una cosa che proprio non capiamo. Tutta questa roba è stata fatta di notte in legge di bilancio, mentre normalmente necessiterebbe di un po' di riflessione e di dibattito, ma lo avete fatto di notte in legge di bilancio e avete detto: ENEL, tieniti la concessione delle reti locali per altri 20 anni, così puoi programmare per bene gli investimenti che servono per potenziarla. Dammi qualcosa però, non è che te la posso regalare per 20 anni. Non ti faccio fare la gara, ma dammi qualcosa di soldi.
Ora, con questo qualcosa di soldi voi avete consentito a ENEL di dire: consideralo un investimento che fai questo qualcosa di soldi che mi dai in cambio di una concessione di altri vent'anni. Tuttavia, il fatto di considerarlo un investimento, sapete che cosa vuol dire? Vuol dire che viene scaricato in bolletta e non è che se hai fatto 100 di investimenti ENEL recupera 100 euro dalle nostre bollette; recupera 105,6 perché gli investimenti - i monopoli naturali funzionano così, la regolamentazione dei servizi pubblici funziona così - vengono remunerati a un tasso predefinito dall'autorità di regolamentazione che è il 5,6 per cento.
Quindi, non so se mi sono spiegato bene: scade la concessione, già si dice: guarda, non facciamo la gara, non ti faccio esporre alla concorrenza. Ti tieni la concessione per altri vent'anni, me la paghi, ma quei soldi, che lo Stato incassa, li pagano gli utenti dell'elettricità, noi tutti in bolletta, maggiorati anche del 5,6 per cento. Qualcuno mi vuol dire perché? Perché ENEL, che ha un margine operativo lordo e che fa utili - fa un po' di utili sufficienti -, non può almeno sostenere i costi di questa roba? Oppure, in subordine, lo Stato potrebbe rinunciare a questa tassa occulta sui cittadini. Che senso ha rinnovare una concessione per vent'anni senza gara e farla pagare agli utenti del servizio elettrico maggiorata del 5,6 per cento, come se fosse un investimento di potenziamento sulla rete? Che stavate pensando quando vi siete inventati una cosa del genere? ENEL ed ENI sono tutte eccellenze nazionali, però io non vorrei che la politica in questo Paese - e qui non c'è destra e sinistra che tenga - quando si trova di fronte a eccellenze del genere - abbiamo anche alcuni altri casi in questi giorni - dice: vabbè. Vabbè un corno! Voi dovete spiegare questa decisione che senso ha.
Ripeto: non sto dicendo che sono Milei. Qui di Milei, ahimè, ce ne sono pochi, cioè gara, liberalizzare, anche se vi assicuro che la tentazione ce l'ho, ma lasciamo perdere la gara. Quello che ENEL paga per riavere la concessione per 20 anni perché lo devo pagare io in bolletta? Io lo posso pure pagare in bolletta, ma perché lo deve pagare la casalinga, che già non ce la fa con la bolletta di questi giorni di gas, elettricità, eccetera?
Quindi, Sottosegretaria, so come funziona: adesso lei mi leggerà la storia del decreto Bersani. Per favore, mi spiegate perché fate riversare quella somma in bolletta e la fate pagare agli utenti, perché davvero non l'ho capito.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere.
FAUSTA BERGAMOTTO,. Grazie, Presidente. Onorevole Marattin, rispondo per il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Con riferimento ai quesiti posti, è opportuno, in premessa, descrivere il quadro giuridico di riferimento. L'articolo 1, comma 50 e seguenti, della legge n. 207 del 2024, ossia la legge di bilancio per il 2025, riguarda gli oneri connessi alla presentazione dei piani straordinari di investimento da parte dei concessionari della distribuzione di energia elettrica. Tali investimenti sono volti a migliorare la sicurezza, l'affidabilità e l'efficienza della rete di distribuzione quale infrastruttura critica, nonché a conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione del sistema energetico. La relativa approvazione avverrà ad opera del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, sentiti l'ARERA e il Ministero dell'Economia e delle finanze, ai fini della successiva rimodulazione delle concessioni in essere.
In particolare, in conformità alle predette disposizioni, dovranno essere definiti termini e modalità per la presentazione dei suddetti piani di investimento, unitamente a quelli per la relativa valutazione e approvazione. A tal fine, entro 180 giorni dall'entrata in vigore delle disposizioni stesse, dovrà essere adottato un decreto da parte del MASE, di concerto con il MEF e su proposta di ARERA, previa intesa, per gli aspetti di competenza, con la Conferenza unificata, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia.
Con il suddetto decreto, dovranno essere altresì definiti i criteri per la determinazione degli oneri che i concessionari della distribuzione sono tenuti a versare a fronte della rimodulazione delle concessioni in essere. È previsto altresì che ARERA computi i suddetti oneri ai fini del calcolo del capitale investito e del riconoscimento della remunerazione prevista dal quadro regolatorio.
Dunque, come su rappresentato, la norma affida ad ARERA la proposta relativa da un lato ai piani di investimento, con i termini e le condizioni riguardanti la loro presentazione e la successiva valutazione e approvazione, e dall'altro gli oneri in carico ai concessionari del servizio di distribuzione, con criteri per la loro determinazione e per il relativo computo ai fini del calcolo del capitale investito e della remunerazione da riconoscere ai distributori.
Al riguardo, si conferma che ARERA sta svolgendo i necessari approfondimenti in materia, ai fini della presentazione della proposta al Ministero entro i termini previsti. Solo in esito alla presentazione della suddetta proposta di ARERA saranno noti gli elementi utili per la stima degli oneri concessori dovuti all'atto della rimodulazione delle concessioni in essere, che dovrà, infatti, tener conto dei piani presentati e della durata degli investimenti previsti.
Analogamente, l'analisi dell'impatto dei nuovi investimenti dei concessionari attraverso le tariffe sugli utenti sarà possibile a valle della definizione della proposta di ARERA e delle successive valutazioni da parte del MASE e del MEF. Resta, tuttavia, fermo che, in base a quanto previsto dalle suddette disposizioni, le eventuali maggiori entrate derivanti dall'attuazione delle stesse saranno destinate prioritariamente alla riduzione dei costi energetici degli utenti finali del servizio elettrico.
PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
LUIGI MARATTIN(MISTO). Presidente, qui funziona soddisfatto o rimborsato oppure no? Lei ha parlato 5 minuti e per 4 minuti e 50 secondi ha ripetuto quello che ho detto io, con un linguaggio sicuramente migliore. Qui ho solo da dire: ho capito che è così la norma; non ho capito il perché l'avete fatta. Ma negli ultimi 10 secondi dice la cosa più bella e ci fa: non ti preoccupare, i soldi che ENEL versa e che lo Stato incassa, poi lo Stato li spenderà per abbassare le bollette. Ma quei soldi vengono dalle bollette; ha capito, Sottosegretaria? Non è che arrivano dal cielo o da ENEL, lo Stato li prende e abbassa la bolletta alla signora Maria, perché è la signora Maria che paga quei soldi. Quindi, al massimo può essere un'opera di redistribuzione fra gli utenti dell'elettricità.
Non ha un senso logico questa roba qui, non ha un senso logico. Gli oneri concessori lasciateli pagare a ENEL, che se lo può permettere, credetemi. Non scaricateli in bolletta e non venite a prenderci per il naso, dicendo: no, tranquillo, poi ritornano in bolletta; ma vengono dalla bolletta, perché li pagheremo noi in bolletta. Non è veramente il caso di fare questa roba qui. Ripeto: non sono venuto qui a fare l'estremista del mercato - gara, gara sempre, gara per tutti -, ma semplicemente questa roba che i soldi, a fronte del rinnovo della concessione, vengono scaricati in bolletta e poi dite: non vi preoccupate, che li usiamo per abbassare le bollette, è veramente il gioco delle tre carte alla stazione di qualche città italiana.
Quindi, proseguiremo con questa cosa, proprio perché sentiamo che non è una battaglia ideologica, non è una battaglia estremista: è una cosa di assoluto buon senso, così come non ha un senso, uno che sia uno, quello che avete fatto in legge di bilancio.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto “Zuccarelli” di Pitigliano, in provincia di Grosseto, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Ciocchetti ed altri n. 2-00496 .
Chiedo al deputato Ciocchetti se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
LUCIANO CIOCCHETTI(FDI). Grazie, Presidente. Chiedo brevemente di illustrarla, anche a nome di tutti i sottoscrittori, che sono oltre 30, di quasi tutti i gruppi politici di questa Camera, che hanno voluto chiedere - come tante altre realtà, come la Fondazione De Gasperi, come il comitato di Piazza Nicosia, come altre associazioni che hanno raccolto migliaia di firme per sostenere questa iniziativa, come il consiglio di Roma Capitale, che ha votato all'unanimità una mozione - di intitolare ad un grande uomo, Alcide De Gasperi, un grande statista che ha dato la possibilità a questo Paese, nel dopoguerra, di crescere e di svilupparsi, creando opportunità grandiose per la nostra comunità, il Palazzo dei Congressi dell'Eur.
L'Eur è denominato, nella toponomastica di Roma Capitale, come il quartiere “Europa”, anche se poi normalmente viene abbreviato come “Eur”. La denominazione esatta, quindi, è “Europa”. Credo che Alcide De Gasperi, insieme ad altri grandi statisti europei, sia stato quello che ha dato il via alla costruzione dell'Unione europea: quindi, c'è anche un'identificazione specifica, scegliendo quel luogo, per potergli dare questa opportunità.
Chiaramente, tutte queste iniziative hanno coinvolto l'ente Eur Spa, che è il proprietario del Palazzo dei Congressi: è una società per azioni di proprietà del MEF per il 90 per cento e per il 10 per cento di Roma Capitale. Quindi, chiaramente, aspettano le indicazioni e gli indirizzi da parte del Governo e del MEF, in particolare, e di Roma Capitale, che si è già pronunciata con una mozione votata all'unanimità - come già detto - dal consiglio di Roma Capitale.
Quindi, noi chiediamo, anche alla luce del profondo debito di riconoscenza nei confronti di questo grande uomo e di questo grande statista, che il MEF si pronunci favorevolmente sulla possibilità che Eur Spa intitoli il Palazzo dei Congressi dell'Eur ad Alcide De Gasperi.
PRESIDENTE. La Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha facoltà di rispondere.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Ciocchetti per l'interpellanza urgente che ha presentato e di cui certamente il Governo riconosce la rilevanza nel merito del tema che viene posto alla nostra attenzione.
In riferimento a tale interpellanza, volta a sostenere la proposta di intitolare ad Alcide De Gasperi il Palazzo dei Congressi dell'Eur, comunico che il Ministero dell'Economia e delle finanze, per quanto di competenza, esprime apprezzamento per l'iniziativa e ritiene utile che il tema sia affrontato proprio in concomitanza con i programmati interventi di ristrutturazione e di rifunzionalizzazione degli immobili attualmente in corso.
Ricordo che tali lavori, oltre che alla conservazione dell'edificio, sono anche volti a consentire di rafforzare la presenza sul mercato internazionale del Palazzo dei Congressi che, unitamente al Roma Convention Center “La Nuvola”, rappresenta il più importante polo congressuale di Roma e tra i primi in Europa. Quindi, un'eccellenza di cui siamo orgogliosi.
Il Ministero dell'Economia e delle finanze, in qualità di azionista di maggioranza di Eur Spa - come ricordava bene lei, onorevole Ciocchetti -, informerà il consiglio di amministrazione, invitandolo, nel rispetto delle prerogative di competenza, a valutare l'iniziativa e le opportune modalità di implementazione della stessa, in quanto certamente ne riconosciamo il valore e anche le alte motivazioni, che lei ha ben illustrato nella presentazione della sua interpellanza.
PRESIDENTE. L'onorevole Ciocchetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
LUCIANO CIOCCHETTI(FDI). Chiaramente sono soddisfatto. Ringrazio il Vice Ministro Bellucci e il Ministero dell'Economia e delle finanze per questa disponibilità dichiarata ufficialmente e in maniera significativa all'interno di quest'Aula.
Questo è stato il motivo per cui i presentatori, oltre al sottoscritto, hanno voluto presentare un'interpellanza urgente, che - così come prevede il Regolamento della Camera dei deputati - è anche uno stimolo alle iniziative che il Governo può assumere su una serie di argomenti.
Quindi, sono assolutamente soddisfatto e spero che il consiglio d'amministrazione di Eur Spa raccolga le molteplici istanze, inclusa quella di questa mattina che viene dal Governo nazionale, in modo da poter procedere nei tempi, nei modi e in condivisione, chiaramente in rapporto anche ai lavori di ristrutturazione e di riqualificazione che si stanno facendo al Palazzo dei Congressi, e che, alla fine di questi lavori, sia possibile davvero poter intitolare ad Alcide De Gasperi quel magnifico Palazzo dei Congressi dell'Eur.
PRESIDENTE. Salutiamo le ragazze e i ragazzi dell'Istituto Comprensivo “Marcello Mastroianni” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui, ragazze e ragazzi .
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Carotenuto ed altri n. 2-00516 .
Chiedo alla deputata Auriemma se intenda illustrare l'interpellanza che ha sottoscritto in data odierna o si riservi di intervenire in sede di replica.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente, la presento brevemente. Abbiamo interpellato la Ministra del Lavoro per sapere quali iniziative intenda adottare circa la vertenza dei 413 dipendenti dello stabilimento di Jabil che si trovano nel polo industriale di Marcianise, a Caserta.
Parliamo di lavoratori che sono in stato di agitazione perché l'azienda multinazionale americana ha comunicato formalmente l'avvio della procedura di licenziamento collettivo e, quindi, a breve, secondo la normativa, verranno notificate le lettere di licenziamento. È una questione ben nota al Governo perché si tratta di una crisi industriale.
Abbiamo più volte chiesto un intervento per far sì che i lavoratori non vengano licenziati, affinché nessun posto di lavoro venga perso. Eppure, ci troviamo oggi con questo annuncio dell'azienda. Quindi siamo estremamente preoccupati, anche perché i lavoratori fanno parte di un territorio che è estremamente compromesso da un punto di vista economico.
Sappiamo bene che quella è una delle zone del Sud Italia che negli anni si è desertificata dal punto di vista industriale. Per questo, abbiamo investito della questione il Ministero del Lavoro per capire cosa stia facendo e, soprattutto, per convocare un tavolo immediato con i lavoratori e con le sigle sindacali per scongiurare i licenziamenti.
PRESIDENTE. La Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha facoltà di rispondere.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. con il presente atto parlamentare gli onorevoli interpellanti richiamano l'attenzione del Governo alla vicenda riguardante la multinazionale americana Jabil, con sede a Marcianise, in provincia di Caserta.
Al riguardo, sono state acquisite informazioni dalle competenti strutture del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, nonché dal Ministero delle Imprese e del .
Voglio subito evidenziare che la situazione occupazionale dell'azienda è stata seguita negli anni con grande attenzione da parte del Ministero del Lavoro, come testimoniano gli strumenti di tutela già accordati. La società, infatti, ha beneficiato di trattamenti di integrazione salariale straordinaria a vario titolo, quasi ininterrottamente dal 2012 al 2024.
Il del personale in carico alla Jabil è stato, come noto agli onorevoli interpellanti, gestito negli anni mediante accordi di ricollocazione presso la società TME Engineering, operante nel medesimo territorio di Marcianise, sempre nella provincia di Caserta.
Al culmine della lunga crisi in questione, la società ha avviato nel 2024 presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali la procedura ai sensi della legge n. 234 del 2021 per la chiusura del citato sito campano, che, a quell'epoca, occupava oltre 400 lavoratori.
Durante i numerosi incontri promossi, è stato esposto da parte di Jabil il progetto imprenditoriale di cessione del compendio aziendale a una partecipata da TME Srl al 55 per cento e da Invitalia al 45 per cento.
Evidenzio che l'incontro del 31 ottobre 2024, già fissato d'intesa con il Ministero delle Imprese e del , tuttavia, non ha avuto luogo per via dell'indisponibilità a prendervi parte delle organizzazioni sindacali nazionali, motivata con la scelta della RSU di Jabil di non presenziare, avendo ricevuto espresso mandato dai lavoratori dell'azienda di non incontrare i rappresentanti della TME Srl.
Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha richiamato più volte l'attenzione delle parti sulla necessità di riprendere in termini costruttivi il necessario confronto, previsto proprio dalla legge n. 234 del 2021, al fine di poter raggiungere un accordo che potesse garantire soluzioni adeguate alla salvaguardia del tessuto occupazionale e produttivo.
Pertanto, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha convocato ulteriori incontri nel mese di novembre 2024, con proposta del coinvolgimento della società TME Srl al tavolo di confronto, allo scopo di approfondire le strategie in base alle quali la costituenda TME Assembly Engineering Srl avrebbe gestito l'operazione di subentro alla Jabil, preservandone i livelli occupazionali e produttivi.
Nel corso dell'ultima riunione, tenutasi il 19 novembre 2024, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali hanno riferito che la consultazione assembleare tenutasi nei giorni precedenti presso lo stabilimento di Marcianise non aveva avuto esito positivo, essendosi i lavoratori dichiarati contrari al coinvolgimento della società TME Srl al tavolo di confronto presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, pur nell'ambito della procedura prevista sempre dalla legge già citata n. 234 del 2021.
Pertanto, all'esito di quattro incontri convocati dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, d'intesa con il Ministero delle Imprese e del , non è stato raggiunto da azienda e sindacati un accordo sull'ipotesi di reindustrializzazione dello stabilimento con l'intervento di un nuovo investitore e il supporto di Invitalia.
Secondo quanto riferito dal Ministero delle Imprese e del , Jabil ha reso nota la decisione di avviare la procedura di licenziamento collettivo, ai sensi della legge n. 223 del 1991, per l'intero perimetro occupazionale, che si svolgerà prima in sede aziendale e poi in sede regionale.
Concludo, assicurando che l'importanza della questione segnalata è tenuta nella massima considerazione e che, per quanto di competenza e nei limiti delle soluzioni a cui è possibile far ricorso, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, insieme al Ministero delle Imprese e del , proseguirà nelle attività volte a favorire un costruttivo dialogo tra le parti, nell'auspicio di una soluzione della vicenda che consenta di preservare i livelli occupazionali dei lavoratori coinvolti e che, quindi, non metta in difficoltà quel territorio, che siamo consapevoli è così delicato e anche bisognoso di attenzioni, in modo che si possa arrivare e giungere a dare conforto ai lavoratori e alle loro famiglie.
PRESIDENTE. La deputata Auriemma ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta all'interpellanza Carotenuto ed altri n. 2-00516, di cui è cofirmataria.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Vice Ministra, come può una multinazionale, dopo aver preso, consumato, per oltre 10 anni, risorse pubbliche, risorse degli italiani, abbandonare 413 lavoratori e, poi, la colpa è anche dei lavoratori? Siamo all'assurdo. Qui stiamo parlando di un sistema economico che ha sfruttato un territorio, ha sfruttato dei lavoratori e adesso i lavoratori devono sentirsi dire, da una risposta del Governo, che, se non si è raggiunta una soluzione, è perché sono stati i lavoratori ad indicare ai sindacati di non presentarsi al tavolo. Questi lavoratori sono stati presi in giro, perché sono anni che la Jabil parla di un piano industriale che abbia una prospettiva vera e a quel tavolo non ci sono questi piani industriali.
Allora, il problema qual è? Il problema è che questa è una multinazionale americana. La postura di questo Governo com'è? È a favore dei lavoratori o è a favore dei poteri economici americani? Questo è il punto. Qui ci dev'essere un Governo che tuteli i lavoratori, che tuteli quelle aree e, soprattutto, tuteli il lavoro quando questo viene veramente messo in pericolo da logiche di profitto. Noi stiamo parlando di un'azienda che ha consumato centinaia di migliaia di risorse pubbliche. Se lei annuisce, questa sua risposta, dove si dà la colpa ai lavoratori, non può essere accettata, non può essere tollerata, soprattutto da un Governo che ha eliminato una misura di sostegno proprio per queste situazioni qui.
Questi lavoratori che futuro avranno? In una zona dove, se tu perdi il lavoro, soprattutto in una fascia di età, non lo riacquisti più. Avete tolto il reddito di cittadinanza, che invece era l'unica misura che poteva andare a favore dei cittadini.
Allora, forse, il paradigma per cui diamo sempre e solo soldi alle multinazionali, sempre e solo soldi alle aziende non funziona. Noi dobbiamo aiutare i lavoratori, aumentare gli stipendi dei lavoratori, perché le multinazionali, dopo aver cubato risorse pubbliche, se ne vanno via senza alcuna preoccupazione, né per il territorio e nemmeno per i lavoratori che hanno dato il massimo in questa situazione, perché Jabil, nel 2024, ha aumentato i propri profitti e ha cambiato la tendenza negativa che c'era.
Questa risposta è inaccettabile, bisogna immediatamente convocare un tavolo al Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero delle Imprese e del . Ma è ovvio che ci dev'essere una prospettiva vera, solida e reale, e non l'ennesima occasione da sfruttare dopo un anno o due anni, mentre i lavoratori non hanno alcuna prospettiva. Allora sì che verranno i lavoratori, allora sì che verranno i sindacati a difendere un loro diritto costituzionale: un lavoro dignitoso, ma soprattutto un lavoro che abbia una stabilità e una prospettiva futura, e non la precarietà che state prospettando.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Avverto che nell' al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 1573-A e abbinate, recante “La partecipazione al lavoro. Per una d'impresa partecipata dai lavoratori” .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma. (C. 2034-A)
: URZÌ.
2.
D'INIZIATIVA POPOLARE: La partecipazione al lavoro. Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori. (C. 1573-A)
e delle abbinate proposte di legge: CIRIELLI; MOLINARI ed altri; FARAONE; MOLLICONE ed altri; FOTI ed altri.
(C. 300-1184-1299-1310-1617)
: CAVANDOLI, per la VI Commissione; MALAGOLA, per la XI Commissione.
3.
S. 347 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PIROVANO ed altri: Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante "Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti", al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di "viaggi nella memoria" nei campi medesimi (Approvata dal Senato). (C. 792)
e delle abbinate proposte di legge: MANZI ed altri; DE PALMA ed altri. (C. 777-1495)
Relatrice: DALLA CHIESA.
4.