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Lunedì 03 Febbraio 2025 ore 15:00
AULA, Seduta 420 - Decreto Cultura, discussione generale
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Nella seduta odierna hanno avuto luogo le discussioni generali dei seguenti provvedimenti: disegno di legge di conversione del decreto 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura. (C. 2183); proposta di legge: Modifica all'articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 630-B).
XIX LEGISLATURA
420^ SEDUTA PUBBLICA
Lunedì 3 febbraio 2025 - Ore 15
1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura. (C. 2183-A)
Relatore: MOLLICONE.
2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
RIZZETTO ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 630-B)
Relatore: ROSCANI.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2
- Sull'ordine dei lavori
- Vice Presidente COSTA Sergio
- Deputato CONTE Giuseppe (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato FRATOIANNI Nicola (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputata BRAGA Chiara (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato GIACHETTI Roberto (ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE)
- Deputato DELLA VEDOVA Benedetto (MISTO)
- Deputata GRIPPO Valentina (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura (A.C. 2183-A) (Discussione)
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura.(C. 2183-A)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2183-A
- Vice Presidente COSTA Sergio
- Deputato MOLLICONE Federico (FRATELLI D'ITALIA)
- Sottosegretario di Stato per la Cultura MAZZI Gianmarco
- Deputata MANZI Irene (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato CANGIANO Gerolamo (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato AMATO Gaetano (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata LATINI Giorgia (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata PICCOLOTTI Elisabetta (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputata GRIPPO Valentina (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputata ORRICO Anna Laura (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato CASO Antonio (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata APPENDINO Chiara (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato CAFIERO DE RAHO Federico (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato SANTILLO Agostino (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata L'ABBATE Patty (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato QUARTINI Andrea (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata PAVANELLI Emma (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato PELLEGRINI Marco (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato TUCCI Riccardo (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2183-A
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura.(C. 2183-A)
- Richiamo al Regolamento
- Si riprende la discussione:
- La seduta, sospesa alle 18,53, è ripresa alle 19,03.
- Si riprende la discussione:
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura.(C. 2183-A)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2183-A
- Vice Presidente COSTA Sergio
- Deputato FENU Emiliano (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato CAPPELLETTI Enrico (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata BARZOTTI Valentina (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata ALIFANO Enrica (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata CARMINA Ida (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata GIULIANO Carla (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata D'ORSO Valentina (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata AURIEMMA Carmela (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato GUBITOSA Michele (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato SILVESTRI Francesco (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2183-A
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura.(C. 2183-A)
- La seduta, sospesa alle 20,13, è ripresa alle 20,30.
- Si riprende la discussione:
- Richiamo al Regolamento
- Si riprende la discussione:
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura.(C. 2183-A)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2183-A
- Deputato FEDE Giorgio (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato TRAVERSI Roberto (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata BALDINO Vittoria (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato LOMUTI Arnaldo (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata ALIFANO Enrica (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato FERRARA Antonio (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato IARIA Antonino (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato AIELLO Davide (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Repliche - A.C. 2183-A
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2183-A
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura.(C. 2183-A)
- Proposta di legge: Rizzetto ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (A.C. 630-B) (Discussione)
- RIZZETTO ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato).(C. 630-B)
- Sui lavori dell'Assemblea
- Interventi di fine seduta
- Ordine del giorno della seduta di domani
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ROBERTO GIACHETTI, legge il processo verbale della seduta del 20 gennaio 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 74, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Comunico che, in data 30 gennaio 2025, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 il deputato Gian Antonio Girelli, in sostituzione della deputata Chiara Braga, dimissionaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuseppe Conte. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere, a nome di tutto il gruppo, un'informativa urgente. Il Presidente Giorgia Meloni deve venire in Parlamento. Deve venire in Parlamento a spiegare agli italiani la versione vera, reale ed effettiva - ne abbiamo sentite tantissime - sul caso Almasri. Da ultima, è stata evocata anche la sicurezza nazionale. E allora deve venire il Presidente, non può essere certo il Ministro che cura i rapporti tra il Governo e il Parlamento a chiarire questo punto. È un punto nevralgico fondamentale.
Giorgia Meloni deve chiarire al Paese e a tutti i cittadini perché lei, donna, madre, cristiana, ha imbarcato e ha consentito tutti gli onori di un volo di Stato per sottrarre alla giustizia internazionale un boia , addirittura accusato di stupro su bambini di 5 anni! Solo lei può chiarire quali sono le motivazioni che, in questo momento, espongono il nostro Paese alla vergogna nazionale e internazionale. Eh sì, perché lei aveva garantito di contrastare le mafie del mare in tutti i modi. Adesso scopriamo, invece, che queste mafie l'Italia le accoglie e le rimpatria con tutti gli onori.
Presidente, la prestigiatrice Meloni, questa volta, riesce a tirare fuori dal cilindro non un coniglio, ma addirittura il complotto. E allora ci venga a spiegare qual è questo complotto, perché noi siamo esterrefatti, addirittura, di un Presidente del Consiglio che, dopo avere ricevuto una semplice comunicazione - io anche ne ho ricevute e non mi avete mai sentito piagnucolare sui su un atto dovuto, che il procuratore della Repubblica di Roma ha trasmesso al Tribunale dei ministri a tutela del Presidente del Consiglio… Io mai ho piagnucolato per fatti del genere.
Qui si scopre, invece, che c'è un complotto e addirittura vengono coinvolte nel complotto le famose toghe rosse. Però qui sono cascati male, perché c'è il procuratore Lo Voi, che ci risulta dai giornali essere addirittura appartenente alla corrente più a destra della magistratura. È stato designato da Berlusconi anni fa a Eurojust. E allora abbiamo bisogno che venga. Ci chiarisca perché, da Gedda, aveva detto che era colpa dei giudici; ricordate? Dopo ci è stato detto che era colpa della Corte penale internazionale dell'Aja. Poi qualcuno ha evocato la colpa degli 007 e il complotto si è esteso ad altri Paesi europei.
Da ultimo, ci è stato spiegato che la ragione sta nel fatto che il testo era composto di tante pagine in inglese. Allora ci chiediamo: ma se avete aumentato gli stipendi a Ministri e Sottosegretari, non potete comprare a Nordio un dizionario di inglese ? La verità è che siamo di fronte alla strategia della distrazione. Giorgia Meloni, in particolare, eccelle in questa strategia, insieme a tutto il Governo.
La sorella, Arianna Meloni, l'altro giorno ha detto che Giorgia Meloni è come Frodo: qui si sta realizzando una frode a danno degli italiani e noi non lo permetteremo. Noi adotteremo tutte le misure sino a quando non avremo Giorgia Meloni, con un'informativa urgente, a chiarire qui, davanti al popolo e ai cittadini, quale complotto! Il complotto è ai danni degli italiani.
Qui arrivano tagli nelle buste paga: addirittura a chi prende 700 euro hanno tagliato 100 euro al mese. Caro bollette, caro energia per le imprese, liste d'attesa con decreti non ancora attuati. E ancora: la vergogna di una Ministra Santanche' che tengono lì, incollata su una poltrona che addirittura sta portando disdoro alla massima istituzione, al Governo, anche a livello internazionale. Noi non permetteremo che tutta questa vicenda indecorosa vada avanti, che questa insipienza giuridica, riprovevolezza morale e anche grave irresponsabilità politica si consolidino nel tempo. Venga a chiarirlo! Noi non permetteremo che questo Parlamento rimanga assente, semplicemente ascoltando una voce via della Presidente del Consiglio che ogni volta cambia versione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, Presidente. Mi associo, a nome del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, alla richiesta appena avanzata dal Presidente Conte, perché Giorgia Meloni, la Presidente del Consiglio, venga nell'Aula del Parlamento a rispondere a domande dalle quali non può continuare a fuggire.
Sono, signor Presidente, colleghi e colleghe, domande molto semplici ma alle quali occorre dare finalmente una risposta. Primo: noi vogliamo sapere perché il Governo della Repubblica italiana ha scarcerato Almasri, su cui pendeva il mandato d'arresto della Corte penale internazionale, che lo accusa di crimini di guerra, di crimini contro l'umanità, di assassinio, di stupro, di tortura.
Noi vogliamo sapere perché l'ambasciata italiana in Olanda, prontamente avvertita dalla Corte penale internazionale dell'emissione del mandato di cattura e del prossimo arrivo di Almasri in Italia, non ha avvertito le autorità italiane, se questo è successo. Siccome il Ministro Nordio ha dichiarato che non era stato avvertito, il Ministro Piantedosi ha dichiarato che la comunicazione al Dipartimento competente del Ministero è arrivata ad arresto ormai avvenuto, allora vuol dire che l'ambasciata non ha fatto il suo dovere. E se questo è vero, vogliamo sapere quali provvedimenti sono stati presi, verso chi, funzionario dello Stato, non ha fatto il suo dovere. Se, invece, l'ambasciata - come probabilmente è successo - ha avvertito il Governo, allora su questa, che è una vera e propria omissione, una menzogna , noi vogliamo una risposta.
Terzo: signor Presidente, vogliamo sapere perché il Governo italiano ha riaccompagnato Almasri con tutti gli onori su un volo di Stato, con la bandiera della Repubblica italiana stampata in bella vista, a Tripoli, a Mitiga, nell'aeroporto costruito con lo sfruttamento della schiavitù dei migranti rinchiusi in quei , torturati di giorno e ridotti in schiavitù di notte, per costruire quella pista, tra tutti gli onori. Vogliamo sapere perché - se la motivazione che hanno utilizzato per giustificare l'utilizzo del volo di Stato è quella che Almasri costituiva un grave pericolo per la sicurezza nazionale, se era così pericoloso per la sicurezza nazionale da doverlo portare di corsa, con un volo di Stato, a casa sua, affinché potesse continuare a torturare, a stuprare, ad assassinare , invece di lasciarlo in una prigione italiana -, vogliamo sapere perché il nostro Governo continua non solo a intrattenere relazioni ma a fare accordi e rinnovarli anno dopo anno con un regime nel quale Almasri svolge ruoli così importanti .
Sono domande semplici, a cui Giorgia Meloni, la Presidente del Consiglio, deve una risposta al Parlamento.
Questa vicenda, questo gigantesco pasticcio, quest'onta infame per le istituzioni della Repubblica è stata descritta attraverso una serie infinita di chiacchiere, come il frutto di un cavillo. Hanno detto: è un cavillo che ha determinato la liberazione di Almasri; sono stati i giudici a liberarlo per colpa di un cavillo. No, signor Presidente, nessun cavillo. Si tratta di qualcosa di diverso. Si tratta di complicità, di una scelta politica E se quella scelta è fondata su quella che viene comunemente definita ragion di Stato, allora noi chiediamo che il Governo, che Giorgia Meloni venga in quest'Aula per dire a noi e al Paese, agli italiani e alle italiane, se la ragione di Stato della Repubblica italiana, sotto il suo Governo, si chiama tortura, si chiama stupro, assassinio, si chiama liberazione di un criminale Perché per noi ciò non ha nulla a che fare con la ragion di Stato, neanche con uno Stato che voglia definirsi civile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, la deputata Chiara Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per unirmi alla richiesta del Presidente Conte e dell'onorevole Fratoianni e ribadire in quest'Aula, nuovamente, a nome del Partito Democratico, la richiesta di avere il prima possibile, al più presto, una convocazione immediata con l'informativa sul caso Almasri, che abbiamo già chiesto da diversi giorni, la scorsa settimana in Aula, che ha prodotto appunto un fatto inusuale, la sospensione dei lavori di quest'Aula, a fronte della reticenza, della diserzione di due Ministri della Repubblica che avevano detto che sarebbero venuti a riferire all'Aula su quel caso e che hanno comunicato, per vie del tutto inadeguate, nemmeno in sede ufficiale, che si sarebbero sottratti.
Noi ribadiamo ora questa richiesta, sapendo che domani è convocata una Conferenza dei capigruppo alle 13, così come è stato deciso lo scorso giovedì, in sede di capigruppo, e anticipando che non siamo disponibili a riprendere i lavori di quest'Aula, nella giornata di domani, se non ci sarà una risposta adeguata alla richiesta che, anche oggi, ribadiamo. Noi stiamo continuando a chiedere il dovuto, cioè che di questo tema si parli qui, di fronte al Parlamento, non ovunque, in qualunque altro posto che non sia il confronto in Parlamento. Lo ha fatto la Presidente del Consiglio, lo hanno fatto rappresentanti del Governo, lo hanno fatto rappresentanti autorevoli di questa maggioranza.
Noi pretendiamo che di questa vicenda si parli qui, perché glielo dico, forte anche delle immagini che noi abbiamo visto, insieme ai deputati e alle deputate del mio gruppo che hanno svolto ininterrottamente nei giorni scorsi una staffetta per essere presenti nei centri di detenzione in Albania. Noi abbiamo visto i volti, abbiamo ascoltato le voci, le parole di quei migranti che sono stati torturati nei campi in Libia, che ci hanno raccontato come la loro esperienza - che si è conclusa, lo sappiamo, ancora una volta con il fallimento del modello Albania, che non esiste - ha visto protagonista proprio quel generale libico che lo Stato italiano ha ritenuto di liberare e di riportare in Libia per continuare a fare quello per cui era stato oggetto di un mandato di arresto della Corte penale internazionale.
Guardate, lo dico ai colleghi della maggioranza: noi siamo di fronte a un mondo al contrario, quello vero, quello in cui i torturati vengono portati in Albania, vengono sottoposti ad un allungamento della loro sofferenza, vengono rinchiusi nei centri di detenzione e invece il torturatore, il generale Almasri, viene rimesso in libertà e riaccompagnato con tutti gli onori in Libia per continuare le cose per cui è stato accusato e condannato
Non siamo disponibili ad accettare questo mondo al contrario che la destra sta costruendo, perché questa vicenda - e questo è il motivo per cui noi continuiamo a chiedere che ci sia qui la Presidente Meloni, che ci sia lei a rendere conto di quello che è avvenuto - sta svelando le reali volontà di questo Governo, non solo su quella vicenda, sul modo inaccettabile con cui è stata trattata e gestita la vicenda del generale Almasri, ma perché ci sta dicendo che questa maggioranza sta pensando a reintrodurre, a fronte di quella vicenda, l'immunità per membri del Governo, per parlamentari; sta teorizzando la necessità di sottoporre la magistratura al volere, al controllo del potere politico; sta pensando di potersi scegliere i giudici che vuole per avere le sentenze e i pronunciamenti che vuole, in barba al rispetto del diritto internazionale e nazionale.
Noi non possiamo accettare un minuto di più il silenzio in quest'Aula e non possiamo accettare la mortificazione del Parlamento, quella che mai altri Ministri - lo ha ricordato prima il Presidente Conte - hanno manifestato, hanno prodotto nei confronti di un'Aula; anche a fronte di iscrizione nel registro degli indagati, non c'è alcuna ragione per cui la Presidente del Consiglio o i Ministri competenti non possano venire qui a rendere conto di quello che è avvenuto.
Ci aspettiamo che questa mortificazione e questa reticenza nei confronti del Paese, non solo del Parlamento, non durino un minuto di più. Vogliamo avere la certezza di un'informativa domani da parte della Presidente del Consiglio su questa vicenda, questa, sì, che getta discredito e disonore sulle istituzioni e sul nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Noi ci uniamo alla richiesta avanzata di una informativa della Presidente del Consiglio in Aula. Tra l'altro, riteniamo assolutamente assurdo e ingiustificabile che sia passata praticamente una settimana dal momento in cui i due Ministri sarebbero dovuti venire in Aula a riferire. Francamente, riteniamo risibile la motivazione che è stata data riguardo un presunto attenersi a motivi di riservatezza rispetto al segreto istruttorio; al momento, quello che appare è una semplice comunicazione formale, che è stata inviata al Presidente del Consiglio e ai due Ministri, ma a noi la parte giudiziaria non interessa. Non sarebbe la prima volta che Ministri o membri del Governo, che sono stati sottoposti a iniziative giudiziarie, sono venuti in Aula a rispondere per la parte politica che li riguarda, per l'esercizio delle responsabilità politiche che li riguarda. Riteniamo del tutto inaccettabile che su questa vicenda, da ormai dieci giorni, non ci sia alcun tipo di riservatezza da parte della Presidente del Consiglio, dei Ministri interessati e anche di altri rappresentanti della maggioranza, dacché ne dichiarano ovunque, in qualsiasi sede - che siano i che siano le TV, che siano i giornali -, salvo che nel nostro Parlamento.
L'aggiramento dell'esercizio della responsabilità politica del Governo, nella fattispecie della Presidente del Consiglio nei confronti del Parlamento, riteniamo non sia più aggirabile, non solo per le continue contraddizioni rispetto a una vicenda che deve essere spiegata politicamente; qualcuno ha lasciato intendere che ci siano ragioni di Stato. Benissimo, se ci sono ragioni di Stato, la Presidente del Consiglio deve venire in quest'Aula, eventualmente anche nell'Aula del Senato, per spiegare quali sono le ragioni di Stato nell'ambito delle Assemblee democraticamente elette, che sono le prime alle quali politicamente deve rispondere. Io penso che sia del tutto inaccettabile che si continui questa barzelletta del non voler venire in Aula a rispondere delle responsabilità che si sono assunte. Poi ciascuno le valuterà, ci saranno spiegate, forse, qualcuno le valuterà. Sono informazioni che sono dovute al Parlamento a prescindere da quella che sarà la vicenda giudiziaria. A meno che la Presidente del Consiglio non intenda mandare in Aula a rispondere il suo portavoce, Bruno Vespa, affinché, con lo stesso piglio e con la stessa determinatezza, ci venga a spiegare le ragioni per le quali ci si è comportati in un determinato modo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Anche +Europa si unisce alla richiesta di una informativa urgente, di una presenza urgente del Primo Ministro Meloni in Aula sul caso Almasri. Meloni ha scelto il diversivo, ha creato un caso mediatico e giudiziario attorno a un'informativa che - come è accaduto tante volte in passato - poteva essere lasciata cadere verso il tribunale dei Ministri, che presumibilmente archivierà l'accusa. Ha scelto lo scontro mediatico e giudiziario sul caso Albania, andando proprio alla ricerca dello scontro col lanternino, perché a febbraio ci sarà un pronunciamento della Corte di giustizia. Come minimo bisognava aspettare quello, invece no, pervicacemente, sapendo esattamente quello cui andava incontro, il Governo ha cercato lo scontro. Perché? Ma chiaramente per evitare di discutere - come hanno già detto i colleghi - e spiegare nel merito quello che è accaduto sul caso Almasri. Si invoca la ragion di Stato, allora invocatela, ma con una sottile distinzione. Nessuno chiedeva o, comunque, in discussione non c'era da andare in Libia a prendere il torturatore - che sembra ci faccia i favori, chiudendo i rubinetti dell'immigrazione -, non è di quello che stiamo discutendo, ma del fatto che, arrivato in Italia, hanno montato una cosa totalmente infondata - il complotto, la Germania -, perché basta andare a vedere i dati, le comunicazioni della Corte penale internazionale: tutto si è svolto nella più piena e trasparente regolarità.
Preso in Italia, sono venuti a spiegarci che Nordio non c'era, se c'era dormiva per 48 ore e, quindi, il cavillo. Ovviamente, non è così, non è credibile.
Vogliamo che Meloni venga e spieghi perché abbia rifiutato la leale collaborazione a cui l'Italia è impegnata con la Corte penale internazionale. Perché si è fatto questo? Perché Almasri è stato preso. Ci ha detto il Ministro Piantedosi “è un pericolo”; ma non è un pericolo per l'Italia, era allo stadio, probabilmente ci sarebbe tornato. L'avete rimandato dove è un pericolo per la vita di decine di migliaia di persone, che vengono torturate per farsi mandare i soldi, per usare come lavoratori schiavizzati e poi, quando è il caso, per mandarli sui barconi. Su tutto questo, chiediamo - e ci uniamo come +Europa alla richiesta delle altre opposizioni - un intervento immediato per la dignità di questo Parlamento, che non può aspettare o credere alle favole, che non può tollerare che un'informativa già calendarizzata sia stata ritirata con un pretesto del tutto infondato, come già è stato detto. Quindi, anche noi chiediamo che il Primo Ministro Meloni venga in Aula il più presto possibile, perché non si può fare finta di niente, siamo ancora una Repubblica parlamentare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ci uniamo con il gruppo di Azione, come abbiamo già avuto modo di fare in quest'Aula, alla richiesta di avere una data e un percorso certo domani nella Conferenza dei capigruppo e anche nel ricordare che quello che stiamo vivendo non è affatto normale, anche se lo si vuole banalizzare, normalizzare o, come è stato detto, spostare su un piano che non è quello di quanto sta accadendo.
Noi abbiamo chiesto un chiarimento, prima ai Ministri Nordio e Piantedosi, poi alla Presidente del Consiglio, su un episodio estremamente grave, che riguarda la politica estera, che riguarda la sicurezza nazionale; poi, per come il Governo ha voluto gestire la situazione, ancora di più anche il rapporto fra poteri costituzionali, con schermaglie e attacchi del tutto inopportuni alla magistratura su un tema così importante; e, in ultimo, come è stato detto, sul ruolo del Parlamento.
Il Parlamento rimane la massima espressione della sovranità popolare. Non è possibile che una tematica così grave e così urgente venga rimbalzata sui canali televisivi, sui e non si ritenga di doverne venire a riferire, a maggior ragione se, come la Presidente del Consiglio dichiara a più riprese, le cose sono andate in modo così lineare, così semplice, il comportamento del Governo. Il Governo ritiene di aver avuto un comportamento non deprecabile, non discutibile. Allora venga a riferire, ce lo venga a raccontare. Saremo ben contenti di essere rassicurati se qualcuno ci dà le spiegazioni di questo disastro. Oggi quello che vediamo non è affatto rassicurante, non per Giorgia Meloni, non per noi parlamentari, ma per i cittadini che dovremmo rappresentare. Quindi, anche noi rinnoviamo la richiesta di ascoltare la Presidente del Consiglio in Aula. Anche noi non faremo sconti nella Conferenza dei capigruppo domani, chiederemo date certe, un percorso certo. Solo allora daremo il nostro contributo, che, come sapete, è sempre molto attento, tant'è che siamo anche oggi qui per la discussione generale, ma assolutamente non consentiremo che domani, alla Conferenza dei capigruppo, non ci siano date risposte certe.
PRESIDENTE. Colleghi, in ordine alle plurime richieste pervenute, è nota ed è stata anche oggetto della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, tenutasi lo scorso mercoledì 29 gennaio, la questione di cui si è discusso finora.
La Presidenza, quindi, prende atto della reiterazione di tale richiesta, avanzata con gli interventi svolti nella seduta odierna, e assicura - ripeto - assicura che la questione sarà affrontata nuovamente nell'ambito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, già convocata per la giornata di domani, martedì 4 febbraio, alle ore 13.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2183-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
I presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle ne hanno chiesto l'ampliamento.
La VII Commissione (Cultura) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, presidente della Commissione cultura, onorevole Federico Mollicone.
FEDERICO MOLLICONEGrazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretario Mazzi, l'Assemblea avvia oggi l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura (A.C. 2183-A).
Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei ministri il 23 dicembre 2024, si compone di 13 articoli ed è stato esaminato in sede referente dalla VII Commissione (Cultura), che, dopo aver svolto un ciclo di audizioni, ha apportato diverse modificazioni, conferendo infine il mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea nella seduta del 31 gennaio 2025.
L'articolo 1, comma 1, affida al Ministro della Cultura il compito di adottare un nuovo piano, denominato Piano Olivetti per la cultura, ispirato alla figura di Adriano Olivetti e dedicato a: favorire lo sviluppo della cultura come bene comune, accessibile e integrato nella vita delle comunità, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale; promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate; valorizzare le biblioteche, con il loro patrimonio materiale e digitale; a promuovere la filiera dell'editoria libraria; a tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi, nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della Nazione.
Nel corso dell'esame in sede referente sono stati poi inseriti fra le finalità del Piano ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario, dell'alfabetizzazione digitale e della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche, delle librerie per bambini, oltre che alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie.
Inoltre, sempre nel corso dell'esame in sede referente, è stata inserita una disposizione volta a istituire una posizione dirigenziale di livello generale all'interno dell'ufficio di gabinetto del Ministero della Cultura, con funzioni di supporto all'attuazione del Piano. La cultura è un elemento essenziale dell'identità italiana nel mondo e rappresenta un patrimonio materiale e immateriale cui attingere per affrontare le sfide della contemporaneità. La promozione culturale, quindi, in questo senso, occupa un ruolo fondamentale nella politica estera del nostro Paese e costituisce uno dei principali strumenti di proiezione esterna.
Come presidente della Commissione cultura della Camera ho più volte sostenuto l'importanza di operazioni di diplomazia culturale, proprio per far conoscere la nostra cultura all'estero e arricchirla con il dialogo con quelle degli altri Paesi, seguendo poi tutta la scia dei grandi e numerosi protocolli e accordi internazionali fatti dal nostro Governo. L'articolo 2 reca, quindi, disposizioni in materia di progetti di cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato.
In particolare, il comma 1 stabilisce che, al fine di promuovere ulteriori iniziative culturali nelle materie di propria competenza, il Ministero della Cultura istituisce un'unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato, e, ai sensi del comma 2, l'unità di missione esercita funzioni di indirizzo e di coordinamento di progetti e interventi di cooperazione culturale con Stati e organizzazioni internazionali africane, sostiene la realizzazione di progetti di rigenerazione culturale nelle aree del Mezzogiorno e coordina i programmi di ricerca e alta formazione promossi dal Ministero della Cultura a beneficio di enti e istituzioni dell'Africa.
L'articolo 3, quindi, modificato nel corso dell'esame in sede referente, reca 3 distinte disposizioni in materia di editoria e di librerie. Il comma 1, in particolare, dispone che, al fine di favorire l'apertura di nuove librerie sul territorio nazionale da parte di giovani fino a 35 anni di età, nello stato di previsione del Ministero della Cultura è istituito un Fondo con una dotazione di 4 milioni di euro per l'anno 2024. I fondi saranno stanziati dando priorità alle aperture in aree interne e svantaggiate o in aree prive di librerie o di biblioteche, ed è prevista una specifica destinazione, quanto a un milione dei 4 stanziati, per le librerie collocate in talune tipologie di piccoli comuni, ove siano l'unico punto vendita di libri nel comune.
Il comma 2, quindi, stabilisce che, al fine di sostenere la filiera dell'editoria libraria, anche digitale, nonché le librerie caratterizzate da lunga tradizione e interesse storico-artistico, le librerie di prossimità e le librerie di qualità esistenti sul territorio nazionale, nello stato di previsione del Ministero della Cultura è istituito un Fondo con una dotazione di 24,8 milioni di euro per l'anno 2025 e di 5,2 milioni di euro per l'anno 2026. La terza misura recata dall'articolo 3 è in favore del settore dei quotidiani in formato cartaceo.
L'articolo 4, quindi, statuisce che, al fine di celebrare il 25° anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000, è autorizzata la spesa di 800.000 euro per l'anno 2025. L'articolo 5, comma 1, concede pertanto un contributo annuo a decorrere dal 2025 ad alcuni degli istituti che sono sottoposti all'attività di coordinamento della Giunta storica nazionale. In particolare, oltre che alla Giunta stessa, i fondi stanziati dall'articolo in commento sono destinati all'Istituto italiano per la storia antica, all'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, all'Istituto italiano di numismatica e alla Domus Mazziniana.
L'articolo 6, pertanto, è composto da un solo comma e dispone che i soggetti presso i quali è possibile utilizzare la Carta della cultura giovani e la Carta del merito sono tenuti, ai fini del pagamento del credito maturato, a pena di decadenza dal diritto al rimborso, alla trasmissione della fattura entro 90 giorni dalla conclusione dell'iniziativa. I medesimi soggetti, ai fini del pagamento del credito maturato nell'ambito delle edizioni già concluse riferite all'iniziativa “Bonus cultura 18app”, sono tenuti, a pena di decadenza dal diritto di rimborso, alla trasmissione della fattura entro il 31 marzo 2025. L'articolo 7, quindi, reca misure urgenti per la semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore dell'audiovisivo.
In particolare, il comma 1 dispone l'iscrizione di diritto delle soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio con competenza sul territorio del capoluogo di regione nell'elenco delle stazioni appaltanti qualificate, previsto nel nuovo codice dei contratti pubblici. Il comma 2 rende permanente, a decorrere dal 1° gennaio 2025, la disciplina sperimentale, con termine finale di applicazione fissato al 31 dicembre 2024, ai sensi della quale ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, richiesto per l'organizzazione di spettacoli dal vivo che comprendono attività culturali, quali il teatro, la musica, la danza, il , nonché le proiezioni cinematografiche, che si svolgono in un orario compreso tra le ore 8.00 e le ore 1.00 del giorno seguente, destinati a un massimo di 2.000 partecipanti, è sostituito dalla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), con esclusione dei casi in cui sussistono vincoli ambientali, paesaggistici o culturali nel luogo in cui si svolge lo spettacolo. Un emendamento approvato in sede referente ha incluso, fra le manifestazioni destinatarie delle agevolazioni, le rassegne e i festival che si svolgono per più giorni con le medesime modalità artistiche e organizzative.
L'articolo 8, quindi, prevede che la Scuola dei beni e delle attività culturali assuma la nuova denominazione di Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali. L'articolo 9 reca disposizioni urgenti in materia di impignorabilità dei fondi destinati alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale. In particolare, il comma 1 prevede che, al fine di tutelare il patrimonio culturale, non sono soggetti ad esecuzione forzata i fondi del Ministero della Cultura destinati, in forza di una norma di legge o di un provvedimento amministrativo, a un pubblico servizio per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale.
Il comma 2, quindi, stabilisce che i titolari dei centri di responsabilità amministrativa individuano periodicamente e con provvedimenti motivati le somme destinate alle finalità di cui al comma 1, specificando per ciascuna il vincolo normativo o provvedimentale di destinazione, la necessità della spesa e il nesso diretto con le funzioni essenziali di tutela o di valorizzazione. Il comma 3 dispone, quindi, che le procedure esecutive eventualmente intraprese su fondi del Ministero della Cultura non soggetti a esecuzione forzata in quanto destinati a un pubblico servizio per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale non determinano vincoli sulle somme, né limitazioni all'attività del tesoriere.
Il comma 4 stabilisce che i provvedimenti mediante i quali i titolari dei centri di responsabilità amministrativa individuano le somme destinate a un pubblico servizio per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale sono trasmessi, a mezzo di posta elettronica certificata, all'istituto cui è affidato il servizio di tesoreria o di cassa contestualmente alla loro adozione.
L'articolo 10 reca, quindi, diverse disposizioni in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale; in particolare, il comma 1 interviene su una norma che consente al Ministero di destinare una quota dei proventi conseguiti in occasione di eventi culturali dai suoi uffici dotati di autonomia o dagli enti controllati o vigilati. Il comma 2 sostituisce alcuni riferimenti normativi, che sino ad ora erano indirizzati a norme del vecchio codice dei contratti pubblici, con riferimenti a norme del nuovo codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo n. 36 del 2023. Tali riferimenti sono rispettivamente inseriti nella vigente disposizione che consente al Ministero della Cultura di derogare alla previsione che impone l'adozione, per ciascun affidamento, di un provvedimento motivato in cui si dia conto dei vantaggi per la collettività. Il comma 3 autorizza la spesa di 500.000 euro per l'anno 2025 al fine di contribuire al funzionamento della Fondazione museo di fotografia contemporanea.
L'articolo 11, recante misure urgenti concernenti il Ministero della Cultura, al comma 1, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, stabilisce che i proventi derivanti dalla vendita di biglietti di ingresso agli istituti e luoghi della cultura di appartenenza statale, limitatamente alla quota utilizzata a copertura degli oneri relativi all'autorizzazione di spesa destinata al personale non dirigenziale del Ministero della Cultura per indennità aventi carattere di certezza, continuità e stabilità, non sono più automaticamente ridotti in termini di competenza e di cassa.
L'articolo 12 reca disposizioni finanziarie e l'articolo 13 dispone, infine, in relazione all'entrata in vigore del provvedimento in esame.
Con questo provvedimento - colleghi, in chiusura - continua la realizzazione del programma di governo e di quella rivoluzione dolce per cui siamo stati scelti dagli elettori. Il Presidente Meloni e il Ministro Giuli, ancora una volta, dimostrano un'attenzione speciale alla cultura, al patrimonio culturale e a tutto il comparto.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.
GIANMARCO MAZZI,. Grazie, Presidente. Desidero, innanzitutto, rappresentare all'Aula che sono qui oggi delegato dal Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, molto dispiaciuto perché è nell'impossibilità di essere presente per ragioni di salute. Ovviamente, sta seguendo i lavori e siamo in costante raccordo. Per quanto riguarda il merito del provvedimento, il Governo si riserva di intervenire.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Saluto il Sottosegretario Mazzi. Finalmente, arriva in quest'Aula un decreto - mi verrebbe da dire - a lungo annunciato, sin dall'audizione del Ministro in Commissione, nell'ottobre del 2024. Un'audizione nel corso della quale proprio il Ministro aveva annunciato che, come la Presidente del Consiglio aveva un Piano Mattei per l'Africa, lui voleva un Piano Olivetti per la cultura; e a parole, ovviamente, chi potrebbe essere contrario a un Piano che è intitolato ad Adriano Olivetti, una figura che ha rappresentato un politico, un industriale, un umanista a tutto tondo - mi verrebbe da dire -, che è stato capace di coniugare innovazione tecnologica, cultura e responsabilità sociale. E che, proprio rispetto alla cultura, ha saputo scrivere e pronunciare parole molto importanti e praticarle, non solo - devo dire - pronunciarle. “Abbiamo portato” - diceva Olivetti - “in tutti i Paesi della comunità le nostre armi segrete: i libri, i corsi culturali, l'assistenza tecnica nel campo dell'agricoltura. In fabbrica si tengono continuamente concerti, mostre, dibattiti. La biblioteca ha decine di migliaia di volumi e riviste di tutto il mondo. Alla Olivetti lavorano intellettuali, artisti, scrittori. La cultura qui ha molto valore”.
Devo dire, appunto, che confidavamo davvero molto in un decreto che era intitolato ad Adriano Olivetti, che sembrava, dopo quasi tre anni - devo dire - di semi-inattività del Ministero della Cultura, troppo impegnato, con il Ministro Sangiuliano, a dedicarsi all'affermazione di presunte egemonie culturali, a verificare quello che era l'orientamento politico di Dante Alighieri e a occupare, sostanzialmente, istituzioni culturali. Confidavamo davvero finalmente in un decreto che, tra l'altro, nel primo comma, individua una serie di obiettivi importanti e ben precisi (ed è il primo comma dell'articolo 1, ovviamente): preoccuparsi, appunto, della rigenerazione urbana delle periferie, delle aree interne, delle aree svantaggiate; intervenire e valorizzare le biblioteche; dare, appunto, una spinta e una visione anche generale. Peccato poi che, andando a leggere il secondo comma di quell'articolo 1, troviamo una frase, una frase che ci ha quasi raggelato, perché il Piano di cui al comma 1 - recita, appunto, l'articolo - è adottato nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente. Devo dire che l'abbiamo riletto anche più volte, perché quasi non ci credevamo che un decreto, intitolato a un personaggio così importante e con un titolo così roboante, fosse, in realtà, attuato, sostanzialmente, a invarianza finanziaria.
Verrebbe quasi da dire: molto rumore per nulla, quasi - e ci tengo a precisarlo - perché siamo soddisfatti - lo ribadiamo anche in quest'Aula e lo abbiamo ribadito anche in Commissione - dello stanziamento dei 30 milioni di euro per le biblioteche; una misura che era stata lungamente, in ben due leggi di bilancio precedenti, richiesta e di cui noi stessi, come forze di opposizione, avevamo evidenziato la necessità. Siamo soddisfatti, ovviamente, di questa misura, proprio perché va a intervenire a sostegno di un settore che, in questi mesi, ha pagato pesantemente l'inattività del Ministro Sangiuliano e che richiede, appunto, iniziative che lo sostengano, non limitate, ovviamente, a questo decreto.
Come altrettanto positivi sono gli stanziamenti (quei 4 milioni di euro) per l'apertura di librerie a favore degli 35 sul territorio nazionale. Peccato, però, che queste misure abbiano una durata temporale ben limitata, perché il Fondo di 4 milioni è limitato solo al 2025, mentre gli stanziamenti per le biblioteche si spalmano, anche in maniera - devo dire - poco chiara, tra il 2025 e il 2026. Per il resto, purtroppo, non ho altrettante aspettative e non condivido pienamente quella rivoluzione dolce a cui faceva riferimento il relatore, il presidente Mollicone, proprio perché, purtroppo, il decreto somma una serie di misure non organiche; e, tra l'altro, dove sono previsti oneri, quegli oneri sono finanziati attingendo a un Fondo di riserva, quindi con misure, anche qui, di breve durata.
Sembra quasi che, approfittando del veicolo del decreto, si siano andati a riaprire cassetti del Ministero della Cultura in cui erano pendenti, magari, questioni più tecniche che politiche che avevano bisogno di interventi.
Eppure, come ricordavo poco fa, arriviamo dopo tre anni, dopo tre leggi di bilancio pesantemente insoddisfacenti - se non dannose, in alcuni casi - proprio per un settore così importante, come quello della cultura. Nel 2022 si era riusciti - e qui devo dare atto a un lavoro congiunto di maggioranza e opposizione, e cito, appunto, i colleghi Orfini e il presidente Mollicone - rispetto alla misura e alla salvaguardia della misura relativa all'indennità di discontinuità. Peccato poi che, prima, ci avevate quasi illuso; in quella legge di bilancio, allo stesso tempo, avevate demolito, con furia ideologica immotivata, una misura importante, come quella di 18app, quello che era il cultura riservato ai diciottenni, salvo poi, appunto, nel 2023 e nel 2024 assistere a un silenzio quasi totale, a un'assenza del Ministero della Cultura dalla legge di bilancio, e, addirittura, nell'ultima legge di bilancio, a un taglio di mezzo miliardo su un triennio operato dal Ministro Giorgetti.
Eppure, ci sarebbe tanto da intervenire, le materie sarebbero numerose. Andiamo a guardare, per esempio, i dati che, pochi giorni fa, il portale riportava: in Italia, in questo momento, grazie a quella sconsiderata revisione del che voi avete attuato, sono presenti, attive, solo 17 produzioni (nessuna delle quali internazionale, per esempio), con ricadute, tra l'altro, molto pesanti su quelle che sono professionalità di grande qualità che operano all'interno del nostro Paese; un Paese che, al di là dei proclami identitari, rischia davvero, in un settore chiave come quello cinematografico, di finire ai margini delle grandi produzioni e dell'industria internazionale.
Ma potremmo anche citare quei dati che sono stati diffusi nel corso delle audizioni dai tanti soggetti che sono stati auditi e che il presidente Mollicone ricordava. Penso a quello che ci ha ricordato l'Associazione italiana editori che ha parlato addirittura di un vero e proprio effetto Sangiuliano - depressivo, per la verità - rispetto al mercato dell'editoria, al mercato del libro proprio a causa di quelle scelte ideologiche prive di senso, come la trasformazione di 18app nella Carta cultura, lo sdoppiamento nella Carta cultura e del merito, con una flessione addirittura di circa 23 milioni - di più di 23 milioni - per l'intero settore, con un mancato accesso, soprattutto una mancata richiesta dei più giovani di questa misura.
Ecco perché riservavamo grandi aspettative rispetto al passaggio parlamentare di questo decreto in Aula, e proprio su questo abbiamo voluto lavorare, un po' prendendo alla lettera quello che il Ministro Giuli, nel suo intervento l'8 ottobre, appunto, in audizione alle Camere, aveva motivato: la via del confronto c'è sempre, per chi vuole percorrerla.
Noi ci abbiamo davvero provato a percorrerla, quella via, andando a individuare quelle sollecitazioni che, nel corso delle audizioni, erano emerse e quegli interventi che tanti operatori e tante associazioni, che operano costantemente nel settore dei beni e delle attività culturali, avevano posto alla nostra attenzione. Non le sto a citare qui, bastano i nostri emendamenti.
Però due misure voglio ricordarle: da un lato, la misura che interveniva a sostegno dei lavoratori a partita IVA del Ministero della Cultura, che, in questo momento, sono in una situazione di totale limbo per l'assenza di una interlocuzione e per la mancanza di risposte da parte del Ministero; dall'altro, una misura su cui la stessa maggioranza di Governo - per la verità - si era espressa favorevolmente a più riprese, cioè quella del sugli spettacoli di musica popolare. Anche qui una misura che, prima nella legge di bilancio, poi adesso nel decreto Cultura, purtroppo, è desolatamente caduta nel vuoto.
Quasi tutte le nostre proposte - al di là di quelle (in gran parte non onerose) che, per la verità, ha ricordato il presidente Mollicone - sono cadute nel vuoto. Peraltro, in queste due settimane, la Commissione è stata impegnata nel braccio di ferro - noto alle cronache, poiché è avvenuto proprio sotto i riflettori - tra il Ministero della Cultura, rappresentato dal Ministro Giuli, e i deputati della Lega, su un emendamento che andava a rivedere i poteri delle Soprintendenze, rendendo obbligatori, ma non vincolanti, i pareri delle Soprintendenze stesse.
È stato un balletto che, per qualche giorno, ha tenuto fermi o rallentato i lavori della Commissione cultura, tra inviti al ritiro, pareri contrari, revisioni dell'emendamento ed emendamenti dei relatori che dovevano arrivare (ma poi chissà) fino, appunto, a una brusca marcia indietro dei colleghi leghisti, con il ritiro dell'emendamento.
Devo dire che fa piacere che il Ministro Giuli abbia fatto valere la sua autorità rispetto a una misura che andava a penalizzare, incidendovi pesantemente, la tutela del paesaggio. Sarà altrettanto interessante vedere quale sarà il parere del Ministro sulle proposte di legge che i colleghi leghisti - lo hanno annunciato - presenteranno e faranno discutere a breve. Su questo, aspettiamo che ci sia altrettanto impegno e fermezza da parte del Ministro.
Però, ci sono altri due elementi che in quest'Aula mi piace ricordare di questo passaggio parlamentare (per la verità, piuttosto deludente). Innanzitutto, il fatto che il Piano Olivetti - come ricordavo poco fa - ha tante buone intenzioni, ma non ha risorse. Però, forse, alcune risorse sono state trovate nel passaggio parlamentare per la creazione di un'ennesima struttura dirigenziale, facente capo al Gabinetto del Ministro, che sarà incaricata di attuare un piano a invarianza finanziaria. Sarà interessante capire come questo piano verrà adottato e quali saranno i compiti di questo dirigente che verrà incaricato.
E poi, la ciliegina sulla torta: il rifinanziamento, per opera di un emendamento presentato dalla maggioranza di Governo, della legge “mancia”, con ben 6 milioni di euro.
Ebbene, un Piano Olivetti che non ha risorse e che non trova risposte per il settore dell'editoria e per il settore della musica popolare e d'autore, ma che trova ben 6 milioni di euro per finanziare e rifinanziare quella legge “mancia” che avevamo già visto alla prova durante la legge di bilancio. Quella misura che, con uno stanziamento di 102 milioni nel triennio, durante la legge di bilancio ha visto distribuire interventi e risorse a pioggia tra la parrocchia di Santa Maria della Grotticella a Viterbo, il rifacimento del manto stradale di via Frostella a Caiazzo, la manutenzione delle strade rurali del comune di Orune, fino ad altre risorse distribuite tra associazioni locali, ponti e campi sportivi. Voglio precisare che non ho nulla contro le realtà, le associazioni ed i comuni che sono stati individuati da quel provvedimento, però, nel momento in cui si arriva in quest'Aula e si parla di Adriano Olivetti, vorrei proprio capire come la figura di Adriano Olivetti possa conciliarsi con questa misura, cioè, con la legge “mancia”. Mi piacerebbe davvero sapere come questo interviene, proprio perché è quello che chiediamo in quest'Aula. Colleghi, ognuno di noi è rappresentante di un territorio e raccoglie richieste di intervento e segnalazioni di criticità rispetto al proprio territorio. Quello che però in quest'Aula ci viene chiesto e che dovremmo richiedere anche noi, dovrebbe essere la trasparenza e la richiesta di interventi strutturali a favore di un settore che, a parole, risulta sempre centrale nell'azione di Governo, ma che poi, al momento dei fatti, quando le risorse vanno stanziate, finisce sempre in coda alle priorità.
E, guardate, ce lo dicono i dati che finisce in coda alle priorità, perché se noi andiamo a fare un confronto tra la legge di bilancio del 2015 e la legge di bilancio per il 2025, possiamo vedere che nel 2015 eravamo a 5 miliardi e mezzo investiti, con misure come il progetto sui grandi beni culturali, l'avvio - l'anno precedente - dell' e la 18app. Ebbene, nel 2025 la legge di bilancio investiva nella cultura poco più di 3 miliardi di euro. È un paragone - devo dire - abbastanza impietoso in questo caso.
E oggi mi viene da dire che il Ministero della Cultura sembra ancora in “cerca d'autore”, oltre che, chiaramente, di fondi. Ovviamente, siamo soddisfatti del fatto che si sia sanato, in sede parlamentare, il mancato finanziamento originario alla Domus Mazziniana o che si siano stanziate risorse - abbiamo sottoscritto anche noi quell'emendamento - a favore del Memoriale della , cioè, del museo della a Milano, al Binario 21. Però siamo anche consapevoli di altro e cioè che questo non basta. Non basta perché in questo Paese assistiamo quotidianamente ad un'emergenza culturale che riguarda soprattutto i più giovani. È un andamento che è suffragato dalle indagini Istat: l'ultima, nell'ordine di tempo, ci dice che il 70 per cento dei più giovani non è mai andato in biblioteca nel 2023; il 17 per cento non è andato al cinema, a teatro, a un concerto o non ha visitato un museo.
È un problema che ha a che fare con la nostra democrazia. È un problema che ha a che fare con il benessere delle nuove generazioni e con la possibilità che esse devono avere di costruire un percorso di vita in linea con le loro aspettative: devono poter sviluppare le loro aspettative e sviluppare le capacità critiche. Le risorse spese in questo senso, cioè, in azioni culturali e formative, sono quegli investimenti in grado di produrre ricchezza per le generazioni più giovani e per la qualità della nostra democrazia. Ecco perché continuiamo a criticare la scelta ideologica di aver eliminato una misura come 18app. Quella misura (copiata in altri Paesi europei, come la Spagna, la Francia e la Germania) - ce lo dicono i dati - ha prodotto effetti importanti e significativi. Quella misura era pensata, dopo la strage del Bataclan, per garantire un investimento nella cultura, ma ancor di più nella democrazia del nostro Paese.
Con il pretesto di una nuova presunta egemonia culturale da applicare, avete portato avanti il progressivo smantellamento di una filiera che fa grande l'Italia e che produce ricchezza e lavoro. La cultura, colleghi, non è petrolio, non è un giacimento da sfruttare, non è un lusso e non è un godimento elitario, è un campo da coltivare, è lo strumento che rende i cittadini consapevoli della propria identità, per metterla continuamente in discussione, anziché per consolidarla. La cultura, come ci ricordava Enrico Berlinguer nel 1983, “è risorsa indispensabile per lo sviluppo ed è anche e soprattutto una finalità del vivere sociale degli uomini; leva determinante ed essenziale, non per il dominio, ma per la liberazione di ogni singolo individuo e della società nel suo complesso”. Proprio Adriano Olivetti ci ricordava che cultura è pensare sempre da capo, riaffermare continuamente la dignità e la centralità dell'uomo, ricordare la lezione di umanesimo integrale che la civiltà del Rinascimento ha reso universale. Ma per poter fare realmente questo e non fermarci solo alle grandi dichiarazioni servono visioni potenti, ma anche investimenti; serve un culturale europeo che pianifichi il moltiplicarsi dei luoghi della cultura, come teatri, biblioteche, musei e spazi per la musica dal vivo, e, soprattutto, assegni ad essi finanziamenti stabili.
Ecco perché, signor Sottosegretario - e mi rivolgo idealmente anche al signor Ministro, che so che ci segue - non possiamo essere soddisfatti di questo decreto: perché a questo decreto manca un'anima e manca una visione, quell'anima e quella visione che ci auguriamo possano essere prima o poi recuperate. E terreni su cui sperimentare questo ci sono: c'è la revisione delle misure relative al , c'è la delega relativa al codice dello spettacolo, c'è l'indennità di discontinuità da tirare fuori dalle secche in cui è finita, ci sono le misure che anche il settore stesso ha richiesto come quella relativa alla filiera del libro.
Ecco, forse in quel caso potremmo parlare davvero di una rivoluzione “dolce”, come quella evocata dal presidente Mollicone. Se questo avverrà - e mi rivolgo al Ministro Giuli - e se su questo si avrà il coraggio di intervenire e di osare, noi saremo pronti a darle manforte, proprio perché pensiamo che è quello scatto di orgoglio che serve a questo settore in questo momento e che, purtroppo, in questo decreto dedicato ad Adriano Olivetti, davvero proprio non c'è .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cangiano. Ne ha facoltà.
GEROLAMO CANGIANO(FDI). Grazie, Presidente. Saluto il Sottosegretario Mazzi. Questo decreto oggi propone misure urgenti in materia di cultura, toccando una varietà di aspetti che spaziano dal patrimonio culturale alla promozione di iniziative culturali in Africa e nel Mediterraneo. Questo incarna pienamente l'impegno di questo Governo per valorizzare la cultura italiana, un settore strategico per la nostra identità e per la nostra economia.
Il decreto che esaminiamo offre risposte concrete e visione di lungo periodo, con misure che mirano a sostenere il nostro patrimonio culturale, le industrie creative e l'accessibilità alla cultura per tutti i cittadini italiani. Il decreto si articola in 13 articoli, il cuore del provvedimento è rappresentato da misure che mirano a sostenere la cultura come un bene comune, favorendo lo sviluppo delle periferie e delle aree interne.
Prevede, infatti, come ha ricordato il presidente Mollicone, che ringrazio per il lavoro fatto, un piano per la cultura, il cosiddetto Piano Olivetti, ispirato alla figura di Adriano Olivetti, con l'intento di promuovere la rigenerazione culturale nelle aree svantaggiate, per valorizzare le biblioteche e la promozione delle librerie storiche in Italia. Il Piano include anche la promozione dello spettacolo, del cinema, oltre all'importante azione per digitalizzare il patrimonio librario. Il Ministero della Cultura avrà il compito di adottare il Piano entro 90 giorni, in sinergia con il Ministero dell'Economia.
Il Piano, come detto prima, è diviso in 13 articoli. L'articolo 1 è ispirato alla figura di Adriano Olivetti ed è finalizzato a favorire la cultura come bene comune, sostenendo le periferie, le biblioteche e la promozione della filiera editoriale. Il Piano prevede misure per rafforzare, in particolare, le librerie tradizionali e di prossimità e per sostenere gli archivi storici italiani. Un elemento aggiuntivo, emerso durante l'esame del provvedimento in Commissione, è il rafforzamento della cultura digitale, il sostegno alla produzione artistica giovanile e il coinvolgimento del Terzo settore.
L'articolo 2 istituisce una unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e con il Mediterraneo. Questa unità avrà il compito di coordinare i progetti di cooperazione e di promuovere il dialogo tra enti italiani e africani. L'articolo 3 è un aspetto particolarmente significativo, che celebra tutto il settore librario, mentre l'articolo 4 celebra il 25° anniversario della Convenzione europea sul paesaggio. Come detto, il Piano Olivetti è associato a misure di sostegno alle librerie, tra cui la creazione di un Fondo per aprire librerie giovanili.
L'azione si concentra, in modo particolare, nelle aree interne e svantaggiate. Inoltre, il Fondo è separato e destinato a potenziare la cultura della stampa cartacea. Altra questione fondamentale riguarda la gestione delle risorse culturali, attraverso strumenti finanziari a disposizione. L'articolo 7 semplifica gli interventi sul patrimonio culturale, riducendo la burocrazia, per aiutare anche gli spettacoli dal vivo. Al tempo stesso, invece, l'articolo 9 tutela i fondi destinati per valorizzare un patrimonio da esecuzioni forzate, creando vincoli su specifici fondi.
Il decreto introduce anche misure per la riorganizzazione della formazione in ambito culturale, che prevede la riorganizzazione della Scuola dei beni e delle attività culturali, che diventa Scuola nazionale del patrimonio. Infine, possiamo dire che il settore culturale italiano può finalmente beneficiare di un'azione di sistema, che mette in campo strumenti adeguati a sostenere non solo il patrimonio materiale, ma anche il patrimonio immateriale e, soprattutto, le persone che ci lavorano e vivono di cultura.
In sintesi, il decreto affronta molteplici sfide in ambito culturale, cercando di stimolare l'accesso alla cultura, supportare le librerie, gli istituti culturali e promuovere una più ampia cooperazione, in particolare con l'Africa e con il Mediterraneo. A questo intervento si affianca una visione chiara e determinata da parte del Governo Meloni, che fin dal suo insediamento ha dimostrato di voler restituire centralità alla cultura, come leva di crescita e di coesione nazionale, dall'attenzione alla tutela del patrimonio alla promozione delle eccellenze italiane nel mondo, fino al rafforzamento delle istituzioni culturali.
L'azione del Governo e del Ministro Giuli è stata coerente e incisiva. Non è un caso che oggi il settore mostri segnali di ripresa e che l'Italia sia tornata a essere protagonista nel panorama culturale internazionale. Per chiudere, questo decreto rappresenta un altro passo avanti nella strategia del Governo per rendere la cultura accessibile, competitiva e orgogliosamente italiana. Sostenere questo provvedimento significa rafforzare la nostra identità, creare opportunità di lavoro e investire nel futuro delle nostre generazioni .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gaetano Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, ci fa piacere che lei sia in Aula; ci rammarichiamo che non ci sia il Ministro Giuli, perché, a quanto lei ci dice, è indisposto. È un peccato, perché il Ministero Giuli sono mesi che ci parla di questo provvedimento, che per lui era urgente, e ci arriva adesso in Aula. Ben 13 articoli che, a dire del Ministro, dovrebbero segnare un percorso di promozione e rilancio culturale del territorio nazionale, rilancio delle zone interne, sviluppo delle biblioteche e dell'editoria, oltre che di collaborazione con l'Africa.
È una prospettiva impegnativa, signor Sottosegretario, immaginiamo enormi investimenti per questo. Ah, no. Qua dice che il Piano dovrà essere adottato nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente. Quali risorse? Quelle del Fondo di coesione che Fitto aveva azzerato prima di andarsene presso la Commissione europea ? Quindi, questo è l'ennesimo provvedimento urgente che di urgente ha solo una cosa: le nomine da fare a qualche amico. Poi, per il resto, è fuffa. Per il Ministro non c'è urgenza nel definire una volta per tutte il .
Il mondo del cinema è completamente fermo, fatto salvo quello delle dell'ANICA e dell'APA, legate a Confindustria. Per il resto, non è stato ascoltato nessuno, nessuno di quelli che davvero lavorano con il cinema. Niente, completamente ignorati. Avete addirittura bocciato emendamenti della vostra stessa maggioranza che avevano un senso e che, in alcuni casi, avevamo addirittura sottoscritto. Come al solito, avete pensato alle poltrone. Infatti, nominate un dirigente generale per l'unità di missione per la cooperazione con l'Africa, più due dirigenti di livello non generale, quindi di livello colonnello.
Poi dite che si possono prendere dai ranghi della pubblica amministrazione, ma anche no, quindi, li nominiamo forse fuori dalla pubblica amministrazione: 866.000 euro per i prossimi 4 anni. In più si prevede un'ulteriore figura dirigenziale, sempre di livello generale, presso il MEF. Anche stavolta abbiamo fatto un po' a te e un po' a me con il Ministro Giorgetti. Costo di quest'altro generale: 245.000 euro l'anno, a decorrere da quest'anno. Avete nominato 4 capi dipartimento e i direttori dei nuovi musei autonomi che non hanno né CdA, né uffici, nulla.
E le sovrintendenze? E le 12 nuove direzioni generali? Solo liti per le spartizioni che mettono in stallo l'intero Ministero, però, intanto, tra colonnelli e generali, in questo provvedimento avete investito più di un milione di euro l'anno per i prossimi 4 anni. Tutti colonnelli e generali, peccato che manchino i soldati .
I soldati sono quelli che praticamente fanno il lavoro, quelli a tempo determinato, a cui non avete rinnovato i contratti. Noi avevamo presentato un emendamento, con la proroga fino al 31 dicembre 2025 dei contratti di collaborazione del personale del MiC, quelli scaduti alla fine dell'anno 2024, e avevamo chiesto l'istituzione di un tavolo tecnico che potesse delineare un piano di stabilizzazione, con un riconoscimento dell'esperienza maturata presso gli uffici del Dicastero da questi professionisti che, ad oggi, sopperiscono alla mancanza di risorse umane in tutti gli uffici, sia centrali che periferici, spesso ricoprendo mansioni che sono tipiche di chi è nell'amministrazione da tempo e con ruoli dirigenziali. Quattrocento professionisti, 400 soldati che, dopo oltre tre anni di collaborazione, si ritrovano senza lavoro. Figure altamente specializzate, impiegate dal Ministero a partire dal 2021 mediante contratti di collaborazione, che hanno contribuito significativamente alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano, che, nonostante l'investimento nella loro formazione e l'esperienza maturata, si trovano ora private di una continuità lavorativa indispensabile sia per loro stesse che per il settore culturale nazionale. Ci avete bocciato la proposta, perché voi ai soldati preferite i generali di cui sopra .
Inoltre, come se non bastasse, modificate la norma che prevedeva che una quota proveniente dai proventi derivati dalla vendita dei biglietti ai luoghi e agli istituti di cultura venisse versata al bilancio dello Stato entro il 31 luglio dell'anno successivo, per essere destinata a remunerare le prestazioni del lavoro straordinario del personale del Ministero della Cultura. Dopo la vostra modifica questa norma non è più obbligatoria: è facoltativa.
Poi prevedete, in via sperimentale, 10 milioni di euro per ampliare la terza pagina dei quotidiani, tanto la maggior parte è in mano agli amici degli amici, e l'onorevole Angelucci ringrazia . Per non voler pensar male, vi avevamo proposto l'estensione della norma alle riviste che promuovono il patrimonio culturale materiale e immateriale delle minoranze linguistiche ubicate nelle aree interne e più marginali del Paese, proprio come prevedeva il decreto. Evidentemente, non c'erano amici da gratificare, per cui avete detto “no” . Per il resto, avete prorogato o reso stabili delle misure precedentemente adottate da altri Governi, come quella prevista dall'articolo 7, che rende permanente una sperimentazione semplificativa avviata, in via sperimentale, durante la pandemia, dal Presidente Conte.
In Commissione abbiamo provato, con una serie di emendamenti, a rendere più incisivo il provvedimento, provando ad ampliare il perimetro delle finalità del Piano Olivetti: l'attivazione di percorsi di formazione e scambi di esperienze tra le comunità per acquisire competenze utili alla coprogettazione, promozione di culturale quale sistema integrato di benessere degli individui e della comunità, valorizzazione delle biblioteche in stretta collaborazione con le associazioni già presenti all'interno delle stesse, promozione della digitalizzazione del patrimonio librario, alfabetizzazione digitale.
Abbiamo proposto un incremento del fondo per le biblioteche al fine di renderlo strutturale, l'istituzione di un fondo per la digitalizzazione delle biblioteche civiche, un fondo per la tutela del patrimonio culturale dagli impatti del cambiamento climatico. Infatti, tale fenomeno può comportare un'alterazione dei beni naturali e, in alcuni casi, rischia di compromettere non solo la conservazione, ma l'esistenza stessa dei siti culturali presenti sul territorio nazionale. Non a caso, molti enti internazionali hanno predisposto delle strategie comuni per preservare il patrimonio culturale e sensibilizzare l'opinione pubblica sugli impatti che i cambiamenti climatici possono avere sul patrimonio culturale, ma per voi non è così.
Ma la cosa spettacolare è l'articolo 4. L'articolo, dedicato alla valorizzazione paesaggistica, autorizza una spesa di 800.000 euro per celebrare la Convenzione europea sul paesaggio e promuove la protezione, la gestione e la pianificazione del paesaggio, nonché la cooperazione internazionale sulle politiche di paesaggio. Tutto sul paesaggio, per salvaguardarlo e garantirlo: solo che, evidentemente, non lo avete detto ai vostri compagni di viaggio della Lega, che proprio in questo provvedimento hanno tentato di infilare un emendamento per rimuovere l'obbligatorietà del parere della sovrintendenza sui vincoli paesaggistici. Avete sospeso i lavori di Commissione per aspettare un parere positivo che, per fortuna, non è arrivato.
“Non sono ricattabile” urla continuamente la Presidente del Consiglio; lo è, lo siete. Siete stati sotto ricatto dell'Iran, lo siete stati della Libia, per cui avete riaccompagnato a casa, con un aereo di Stato, un assassino tra i peggiori in circolazione , ma siete sotto ricatto anche dei vostri stessi compagni di viaggio e lo dimostra questa possibile fiducia che porrete su questo provvedimento. Sono ricatti sulla pelle degli italiani, che, purtroppo, continuano a credervi. Per concludere, però, su una cosa devo darvi ragione, cioè sul fatto che ci sia qualche magistrato che davvero prova a mettervi in ridicolo. Io, al posto vostro, un poco di attenzione a quello che fa Carlo Nordio la porrei: hai visto mai ?
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Latini. Ne ha facoltà.
GIORGIA LATINI(LEGA). Grazie, Presidente. Saluto il Sottosegretario Mazzi, qui presente, e mi congratulo per questo provvedimento, che giunge oggi in Aula, di grande importanza per definire delle priorità strategiche che il nostro Paese si pone in ambito culturale. Il Ministero della Cultura con questo decreto adotta un nuovo piano - l'abbiamo sentito - con un nome importante, con un italiano simbolo un po' della nostra Nazione, che è Adriano Olivetti, quindi un imprenditore visionario, che ha avuto una visione importantissima per quanto riguarda l'ambito culturale. Questo Piano ha delle finalità sicuramente molto importanti, che sono quelle di favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale. Gli obiettivi di questo Piano sono tanti e li abbiamo ascoltati. Uno dei più importanti, secondo me, è proprio quello di promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne, delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, dal degrado urbano, dalla denatalità e dallo spopolamento, come anche le aree, appunto, della mia regione, le aree interne.
Un'altra misura molto importante è quella di valorizzare le biblioteche, che sono dei presidi culturali e dei luoghi di aggregazione, che con il loro patrimonio, materiale e digitale, sono dei veri e propri strumenti di educazione intellettuale, civica, di socialità e di connessione con il tessuto sociale.
Un altro obiettivo importante che pone questo Piano è proprio quello di promuovere anche la filiera dell'editoria libraria, anche attraverso il sostegno delle librerie caratterizzate da lunga tradizione, che hanno un interesse storico, artistico e di prossimità, come anche quello di tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi, nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della Nazione.
Questi, Presidente, sono tutti obiettivi ambiziosi e, penso, largamente condivisibili. Per raggiungere tali obiettivi, questo Piano si articola in varie disposizioni precise. È molto importante l'articolo 2, dove si prescrive che il Ministero si doterà di un'unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato.
Prima è stata citata anche un'altra figura importantissima del nostro Paese, Mattei; sono marchigiana anch'io come lui: ecco, questa unità di missione ha il fine di promuovere iniziative culturali di gran rilievo, che potranno dar lustro alla cultura italiana e aiutare, anche in maniera concreta, i Paesi confinanti dall'altro lato del mare.
Come vicepresidente della Commissione cultura sono contenta che questo provvedimento contenga misure concrete proprio per raggiungere questi obiettivi, come per esempio il Fondo di 4 milioni di euro per finanziare l'apertura di nuove librerie da parte dei giovani 35, quindi si dà attenzione proprio ai giovani per incentivarli alla promozione della cultura attraverso librerie. È un Fondo importante, che è stato citato anche dall'opposizione, di 24,8 milioni di euro per il 2025 e 5,2 milioni di euro per il 2026 per l'acquisto di libri da parte delle biblioteche aperte al pubblico, da parte degli enti territoriali e degli enti culturali che avranno questa possibilità anche per ridare sostegno al settore editoriale.
C'è anche un altro Fondo di 10 milioni di euro per ampliare l'offerta culturale dei quotidiani e per potenziare le pagine dedicate alla cultura, allo spettacolo e al settore audiovisivo.
Ci sono anche altri interventi importanti di semplificazione, come l'iscrizione di diritto nell'elenco delle stazioni appaltanti qualificate delle soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio con competenza sul territorio del capoluogo di regione e la possibilità di sostituire ogni atto autorizzativo necessario all'organizzazione di spettacoli dal vivo che presentino determinate caratteristiche con la segnalazione certificata di inizio attività. Anche questa è una misura sicuramente di semplificazione che permetterà al settore della cultura di incrementare il proprio valore economico e anche quello di potenziare l'indotto generato dagli eventi.
È stato citato l'emendamento, che era stato presentato dal mio gruppo, in cui si chiedeva una semplificazione burocratica e dove il parere della sovrintendenza rimaneva obbligatorio, ma non più vincolante, proprio per alleggerire il carico di questi organismi sempre però tenendo come priorità la tutela dei beni storici. Quindi qui noi abbiamo depositato due proposte di legge proprio per approfondire tali tematiche - ne abbiamo già discusso con il Ministro - e penso sia interesse di tutta la maggioranza quello di semplificare la vita degli italiani e sbloccare pratiche che sono bloccate da anni.
Un altro intervento che sicuramente è stato molto positivo è quello di sostenere il museo fotografico contemporaneo di Cinisello, che è il primo museo pubblico in Italia dedicato alla fotografia contemporanea ed è una struttura attiva nel campo della conservazione, catalogazione, studio e divulgazione della fotografia e che dispone di un patrimonio di circa 2 milioni di fotografie organizzate in ben 35 fondi fotografici.
È necessario che anche in Italia la fotografia ottenga il proprio spazio nel sistema istituzionale e confidiamo che l'importo che viene riservato al MuFoCo, a questo museo, venga raddoppiato, d'intesa anche con il Ministero. Anche per questo abbiamo una proposta di legge depositata in Commissione cultura che speriamo venga al più presto approvata, anche con procedimento semplificato in sede legislativa, proprio per sostenere sempre di più questo settore importante per il mondo della cultura. Quindi, le iniziative nell'ambito di questo decreto sono veramente tantissime. Sicuramente è un primo passo che pone il nostro Paese in un'ottica culturale innovativa che si ispira a un italiano come Adriano Olivetti, che ha avuto una visione fondamentale per rilanciare la cultura nel nostro Paese.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Gentili colleghi e colleghe. Mi pare dovuto, nello svolgere questo intervento sul decreto Cultura del nuovo Ministro Giuli, in questo momento particolare della vita politica del Paese, partire esattamente dall'Africa, quel continente per troppi anni dimenticato cui la Presidente del Consiglio ha dedicato molta della sua retorica in questi 2 anni, illustrando l'ideazione del Piano Mattei e a cui, con questo decreto, si intende rivolgere anche un'azione di diplomazia culturale. L'articolo 2, infatti, dispone che il Ministero della Cultura istituisca una unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato al fine di promuovere iniziative culturali e istituisce anche una posizione dirigenziale di livello generale, tutto questo nonostante le risorse economiche siano scarse e ci siano stati tagli molto pesanti al Ministero della Cultura.
Allora, Presidente, troviamo paradossale che proprio oggi che i lavori riprendono - dopo giorni di sospensione e senza che questo Parlamento abbia ancora acquisito la disponibilità del Ministro Nordio e della Presidente del Consiglio Meloni a informare l'Aula su quanto realmente accaduto in relazione al caso della liberazione del generale libico Almasri - si debba discutere del ruolo che il nostro Paese, l'Italia, può svolgere nel dialogo culturale con l'Africa. È un paradosso e, forse, anche un segno, perché quanto accaduto - cioè la liberazione di un criminale su cui pendeva e pende ancora un mandato di arresto della Corte penale internazionale, che lo accusa di crimini contro l'umanità, di omicidi, di torture, di stupri anche su bambini e minori e di riduzione in schiavitù di esseri umani - disegna una gigantesca ombra sulla possibilità che questo Paese, con la guida di questo Governo, possa parlare al mondo e all'Africa della cultura come strumento di crescita civile delle Nazioni e, quindi, anche come strumento di promozione del rispetto dei diritti umani fondamentali.
Presidente, abbiamo tutti più volte ascoltato Giorgia Meloni parlare della cooperazione con i Paesi africani come di una collaborazione orientata allo sviluppo reciproco. Oggi, dopo la liberazione di Almasri, le mancate spiegazioni, le tre diverse versioni - dal cavillo al complotto - delle ragioni che hanno portato il Ministro Nordio a scegliere il silenzio, dopo che la Corte d'appello lo ha più volte interpellato per conoscere le sue determinazioni sull'arresto, dopo anche il video in cui, per l'ennesima volta e senza far riferimento a fatti specifici, la Presidente ha ribadito di non essere ricattabile, dopo la figuraccia internazionale che ci ha portato su tutti i quotidiani del mondo, noi ci chiediamo che senso abbia proporsi di fare diplomazia culturale, se non sappiamo nemmeno offrire un esempio di umanità e giustizia a chi di quelle che vengono sempre, con un eufemismo, definite le contraddizioni dell'Africa soffre e troppo spesso persino muore.
Che messaggio stiamo mandando? A che serve l'unità di missione per i rapporti con i Paesi africani che stiamo per votare in questo decreto? Capirete, colleghi e colleghe, che è legittimo pensare che, dopo quanto è accaduto, tutto questo possa servire anche ad agevolare o normalizzare quelle cose sporche, sporchissime , cui il giornalista Bruno Vespa ha fatto riferimento in una intemerata a difesa del Governo sulla TV pubblica, di tutti e di tutte.
No, Presidente, noi non parleremo, come se niente fosse, oggi, di cultura, di patrimonio culturale, di librerie e biblioteche, finché non avremo verità e responsabilità da parte di questo Governo. E non è questo nemmeno l'unico rovesciamento cui abbiamo assistito nel surreale dibattito che incidentalmente o, in questo caso, volontariamente, ha accompagnato questo decreto. Perché, oltre ad Almasri, nelle stesse ore abbiamo dovuto affrontare il caso dell'attacco della Lega e del Ministro Salvini alle sovrintendenze.
Dal diritto internazionale al diritto della tutela paesaggistica, ogni forma di protezione degli esseri umani e dell'ambiente in cui vivono sembra, per questo Governo, un ostacolo da rimuovere. Che dire, infatti, di un decreto che stanzia 800.000 euro per celebrare il 25° anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata proprio a Firenze, qui, in Italia, il 20 ottobre 2000, in cui uno dei partiti di Governo, cioè la Lega, vuole inserire norme incostituzionali che cancellano il parere vincolante delle sovrintendenze a tutela dei beni paesaggistici , per mettere tutto in mano ai comuni e alla volubilità dei loro uffici.
Celebriamo la Convenzione europea sul paesaggio con il tentativo di demolire quanto di buono è stato fatto in tutto il Novecento per proteggerlo? Verrebbe da ridere, Presidente, se non si trattasse di fatti molto gravi. Vogliamo, quindi, ringraziare il Ministro Giuli, salvo poi verificare che cosa dirà più avanti, che, però, in queste ore, su sollecitazione della società civile e anche delle opposizioni, ha fatto la scelta giusta, difendendo la bellezza dell'Italia dall'assalto del suo collega Salvini, il quale, però, non pago, continua a strepitare, annunciando disegni di legge urgenti e facendo trapelare che emanerà linee guida interpretative che vanno in questa direzione, dopo l'approvazione del “salva Milano”, che, a questo punto, mi auguro non venga approvato dal Senato, perché è uno scandalo e una vergogna
Mi auguro anche, Presidente, che tutta quest'Aula, compresi alcuni partiti della maggioranza, vogliano agire, nei prossimi mesi, per impedire che chi vuol far prevalere il cemento sulla bellezza in tutto il territorio nazionale possa essere fermato, perché questo nostro Paese ha già pagato troppo ai profitti di un'edilizia selvaggia; ha pagato troppo in termini di consumo di suolo, con quartieri che sono veri e propri mostri, senza bellezza, né servizi; ha pagato con la moneta di tanta meraviglia, per citare la Santanche', cancellata dagli occhi delle future generazioni.
Infine, un ultimo e, secondo me, sempre doloroso paradosso è quello di un decreto che usa il nome grande di Olivetti per operazioni di ordinaria amministrazione, in cui non ci sono risorse, né visione, e quindi sostanzialmente per ragioni di propaganda. Allora leggo, Presidente, dalla nota della Treccani su Olivetti, per ricordare che uno dei suoi più tenaci interessi riguardava la condizione dei lavoratori e l'ambizione di far diventare il lavoro non soltanto la puntuale ed efficiente applicazione di competenze, ma anche un fattore di crescita umana, civile e culturale.
Diceva così, Olivetti, dopo avere fatto l'apprendistato come operaio nella fabbrica del padre: occorre capire il nero di un lunedì nella vita di un operaio, altrimenti non si può fare il mestiere di , non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri. E sulla scorta di questa condizione e della grande innovazione culturale che accompagnava lo sviluppo di una nuova idea di impresa, con una responsabilità sociale forte, dopo la guerra, attirandosi ire in famiglia e incontrando il gelo in larga parte del tessuto imprenditoriale italiano, nel 1956 Olivetti fece qualcosa di rivoluzionario: ridusse l'orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali, a parità di salario.
Quello che noi vi chiediamo di fare oggi, con un nuovo passo avanti, in anticipo lo fece sui contratti nazionali di lavoro. Istituì i sabati liberi e 3 settimane di ferie estive; inoltre, i salari dei lavoratori erano nella sua fabbrica tra i più alti in assoluto e ad essi si aggiungevano i benefici indiretti creati dall'assistenza e dai servizi di tutela medico-sanitaria dei lavoratori. Altra iniziativa di rilievo di Olivetti fu la concessione di un premio ferie basato su un'alta percentuale, circa il 60 per cento degli utili annuali. Poi ci furono i prestiti per l'acquisto della casa, i contributi ai lavoratori per le spese per i mezzi di trasporto pubblici, le mense e gli asili nido, persino un servizio gratuito di riparazione di moto e biciclette e l'organizzazione dei campeggi estivi per i giovani.
Perché ricordo queste cose? Perché, come gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, troviamo quantomeno singolare che, in un decreto-legge che istituisce un Piano Olivetti per la cultura, vengano, sì, ricordate le periferie, le aree interne e svantaggiate, le biblioteche e le case editrici, gli istituti storici e culturali e gli archivi, ma venga completamente dimenticata la dimensione del lavoro a 360 gradi e la condizione dei lavoratori della cultura, che, invece, in Olivetti erano così importanti .
Non ci sono, infatti, nel decreto, i lavoratori della cultura, tranne che per il pagamento degli straordinari di coloro che lavorano al Ministero, e non ci sono nemmeno gli altri lavoratori del Paese, soprattutto quelli poveri, con bassi salari e ridotti strumenti culturali, a cui un Piano Olivetti dovrebbe rivolgersi in prima istanza, cercando modalità innovative per permettere la diffusione del sapere e della cultura, laddove oggi, purtroppo, questa non riesce ad arrivare, e recuperando anche, in un'ottica nuova, strumenti importanti del passato, come, ad esempio, la legge che istituì le 150 ore per l'istruzione dei lavoratori. Ci sarebbe molto da approfondire.
Mi capitò, in un intervento precedente, di suggerire al Ministro Sangiuliano, che ora non c'è più, in quanto Ministro, di studiare l'esperienza di Jack Lang, un grande Ministro francese della Cultura, un Ministro che ha avuto una visione simile a quella di Olivetti e che mobilitò tantissime risorse, anche finanziarie. Voglio ricordarlo anche al Ministro Giuli, perché penso che sia un modello a cui dovremmo guardare, mentre invece, qui, al massimo, abbiamo la revisione al ribasso della 18app, il taglio di mezzo miliardo al Ministero e la revisione del , che ha messo per strada migliaia e migliaia di lavoratori del cinema italiano, senza che in questo Ministero qualcuno abbia battuto ciglio.
E mentre noi facciamo queste cose, altri Paesi, nella loro storia, hanno sviluppato piani che puntavano non solo a rompere il guscio di una tradizione culturale come quella francese, che rischiava di soffocare nella sua stessa grandezza, aprendo al mondo la cultura di quel Paese, ma avevano anche altri due obiettivi: in primo luogo, quello di allargare il pubblico della cultura, dell'arte e dello spettacolo, utilizzando una visione che potesse permeare tutti gli strati della popolazione; e poi, secondo obiettivo, non meno importante - per questo facevo riferimento al lavoro -, quello di offrire formazione e certezze anche economiche ad una nuova generazione di artisti e operatori culturali.
Ecco, voi, di questa dimensione - Sottosegretario, lo dico a lei per interposta persona affinché lo si dica anche al Ministro - vi siete completamente dimenticati. Il lavoro precario che abbiamo in Italia nel mondo della cultura è diventato qualcosa di invisibile e sconosciuto, e non è accettabile, colleghi e colleghe, che non ci sia modo, in questa legislatura, di affrontare i tanti problemi, a partire dalle retribuzioni da fame che affliggono il mondo del lavoro culturale.
Uomini e donne altamente specializzati, in un settore cruciale per l'Italia, che troppo spesso vengono pagati con contratti che dovrebbero servire alle cooperative di pulizia e invece servono ai musei, oppure pagati in nero o che patiscono per una condizione di precarietà strutturale come lavoratori dello spettacolo, senza che vi sia un adeguato per limitare i danni di questa condizione. Lavorano nei tanti musei del Paese, nelle biblioteche, nei circuiti dello spettacolo dal vivo, nel mondo del cinema, negli istituti di ricerca, nelle case editrici, nelle redazioni dei giornali e delle trasmissioni televisive. Senza di loro, Sottosegretario, la cultura italiana non esiste, nel senso che non sarebbe fruibile da nessuno .
Ed è ingiusto che questo Parlamento non si occupi da due anni della loro condizione materiale. Possibile che non ci sia modo di ottenere qualche atto concreto da questa maggioranza, oltre all'istituzione di nuovi dirigenti al Ministero per la grande spartizione che, purtroppo, in quel Ministero in particolar modo, prende sempre più piede? Avete bocciato persino i nostri semplici emendamenti per i precari del Ministero. Allora, per tutte queste ragioni, Presidente, non possiamo condividere questo decreto che ci appare come pura retorica, un guscio vuoto, la dimostrazione che questo Governo sulla cultura non ha idee, non ha progetti e non ha nemmeno una linea. Galleggia tra una figuraccia e l'altra - facciamo anche a meno di ricordarle per la dignità di quest'Aula -, ma galleggiare sulla cultura in Italia, colleghi e colleghe, è come abitare nel più grande museo del mondo e passare tutta la giornata seduti su un divanetto, guardando i video di . Ecco, non siete voi che farete tornare grande l'Italia, checché ne dicano al di là dell'oceano; ogni giorno che passa questo diventa sempre più chiaro .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Valentina Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Dalla lettura del decreto Cultura, quando è arrivato nelle nostre mani la prima volta e come lo vediamo adesso, in parte migliorato dal lavoro che è stato fatto in Commissione, abbiamo un'impressione e l'impressione è che ci sia un titolo voluto dal Ministro - che, dopo essere arrivato a settembre, ha subito dichiarato, ci ha subito confessato la sua frustrazione, la difficoltà di doversi confrontare con un bilancio che non stanziava neanche un euro sulla cultura e non risolveva molti dei problemi che erano strutturali - e un contenuto definito frettolosamente dagli uffici per sistemare incombenze di natura amministrativa di fine anno, senza riuscire a metterci la sostanza e la robustezza, che pure sono convinta era nella testa e nelle dichiarazioni del Ministro, sennò non avrebbe dato un titolo e un indirizzo così altisonante.
In effetti, se si vanno a vedere i vari provvedimenti, si constata che sono quasi tutti provvedimenti ordinatori, che non apportano cambiamenti strutturali significativi all'impianto della cultura nel suo insieme e ai singoli comparti della cultura. Anzi, sostanzialmente, l'articolo 12, quando si parla di totale invarianza finanziaria e assenza totale di risorse umane aggiuntive, non prevede stabilizzazioni del personale, non prevede assunzioni, evidentemente, tradisce da solo l'impossibilità di fare quello che, nell'articolo 1, dichiara. Quasi tutte le cose che vediamo, se le scorriamo una ad una, sono cose che un decreto ministeriale avrebbe potuto decidere, risolvere, allocare, così come la scelta di istituzioni culturali da valorizzare, di celebrazioni da ricordare. Sicuramente in molti casi ci vede anche d'accordo, perché sono istituzioni di primario livello della nostra Nazione, che ci fa piacere valorizzare, ma sono interventi che si potevano fare in modo ordinato, con le procedure previste dalle tabelle triennali, dalle tabelle annuali di valorizzazione degli istituti. Esistono i comitati per le celebrazioni. Che sarebbero arrivati i 25 anni della Convenzione europea del paesaggio si sapeva quantomeno da 25 anni. Quindi, la necessità urgente in un decreto di definire queste cose evidentemente tradisce le intenzioni più radicali delle premesse, che pure ci vedevano d'accordo.
Avevamo segnalato, siamo contenti che sia stato recepito in parte, la mancanza di alcuni ambiti strategici, quando, nell'articolo 1, in un Piano Olivetti si dimenticava del comparto dell'audiovisivo, un comparto che genera milioni di euro nel nostro Paese e impiega centinaia di migliaia di addetti, evidentemente non poteva funzionare e siamo contenti che la nostra indicazione sia stata recepita. Così come siamo contenti che sia stata recepita l'idea di un coinvolgimento delle giovani generazioni, sia come destinatari e fruitori del prodotto culturale sia come creatori e creativi.
L'errore che, in modo costruttivo, ogni volta ci siamo trovati ad esaminare un atto che riguardava la cultura, abbiamo provato a sottolineare ogni volta, riguarda la sensazione che ci sia una sottovalutazione di quello che il comparto culturale rappresenta in Italia, da un punto di vista economico-finanziario: parliamo di un di un comparto che rappresenta fra il 6 e il 10 per cento del PIL nazionale, a seconda se lo si voglia intendere in senso stretto o valutando tutto l'indotto, un comparto che riguarda 1,5 milioni di persone che ci lavorano e naturalmente tutti gli italiani come potenziali destinatari e fruitori dell'offerta. Parliamo di più di 100 miliardi di euro e parliamo di un comparto che è cresciuto con le complesse battute d'arresto nella fase pandemica fino al 2023 e che, da metà del 2023, ha subìto una battuta d'arresto. Alcuni aspetti di questa battuta d'arresto sono strutturali e legati a dinamiche anche globali, che non sono da imputare tutte a questo Governo. Vero è che, a differenza di altri Paesi - pensiamo agli Stati Uniti, alla Spagna, alla Turchia, che hanno inserito meccanismi di correzione di quello che stava accadendo, accreditandosi come internazionali molto competitivi - non siamo stati in grado di fare questo tipo di interventi.
Che cosa sarebbe servito? È nostra abitudine non fare critiche solo distruttive e l'abbiamo fatto in sede emendativa, lo continuiamo a fare qui. Cosa serve per la ripresa? Cosa servirà per dare corpo e anima alla dichiarazione d'intenti vaga che è oggi questo piano Olivetti? Servono, prima di tutto, investimenti, investimenti pubblici, fare un Piano cultura. Quando abbiamo presentato una serie di emendamenti finanziari - le opposizioni, ma anche la maggioranza -, al Ministro Giuli, la risposta che ci è stata data - lo ricorderanno i colleghi che fanno parte della Commissione cultura - è che non c'era tempo di inserirli nella legge di bilancio, li avremmo visti in questo decreto. Ebbene, in questo decretino, all'articolo 12, c'è l'invarianza finanziaria, zero euro: questo, da solo, svuota di senso questo intervento.
Gli interventi pubblici certo servono, ma serve anche incentivare interventi privati, serve anche essere attrattivi per gli investimenti internazionali. A più riprese - ce l'hanno detto in audizione quasi tutti i soggetti -, è molto vero per il settore dell'audiovisivo, è vero per il comparto dello spettacolo dal vivo, è vero per il comparto della musica, ma è vero per tutti i settori culturali - ci viene chiesta certezza. So che il Ministro concorda con questa critica, però purtroppo, in questo provvedimento, non è stato in grado di intervenire, per fornire ai possibili potenziali investitori in ambito culturale un quadro di certezze, che consenta, per esempio, di sapere, se si vuole investire per fare un film in Italia, nel 2026, nel 2027, che tipo di fiscale si troverà, che tipo di contributi per il si troverà, quando si apriranno le finestre, su quale tipo di risorse si potrà contare. L'incertezza è forse il peggior nemico dell'Italia, non nasce col Ministro Giuli, ma sicuramente negli ultimi tre anni è peggiorato.
L'altro elemento è la semplificazione, l'idea che sia semplice. Citavo la Spagna, citavo la Turchia, ma posso anche citare Paesi emergenti nel comparto culturale, come gli Emirati o come altri Stati, l'India, che hanno fatto passi da gigante nel mercato mondiale. Cosa hanno messo sul piatto, oltre alle risorse? Hanno messo la semplicità, hanno messo punti d'incontro unico, punti di atterraggio unico, con i quali chi vuole investire può interagire, può dialogare, può scegliere che investimenti fare e avere la certezza che quegli investimenti non sono soggetti ad arbitrio e umoralità politica. Purtroppo, questo piano non riesce a dare queste risposte. Bene che ci sia un dato di certezza sulle risorse che riguardano le biblioteche.
Ricordo - e su questo spero che ci sia un impegno da parte del Ministero - che bisogna fare in modo che i 4 milioni di euro che vengono stanziati nel 2025 per le biblioteche siano davvero risorse aggiuntive e che non diventi - proprio perché, poi, parliamo di invarianza finanziaria - un meccanismo con il quale le risorse che vengono prese direttamente dallo Stato si sostituiscano a quelle che le biblioteche prendevano dagli enti locali, con una sostanziale partita di giro che non fa aumentare davvero le disponibilità, né per l'acquisto di libri, né per le aperture straordinarie.
Moltissime biblioteche - ricordiamoci che il sistema bibliotecario nazionale, con la sua presenza in ogni comune d'Italia è ormai tra i pochi presidi culturali che in ogni comune d'Italia può essere vicino ai cittadini, far conoscere a uno studente, a un giovane, a un anziano quale è la proposta culturale del Paese - molto spesso sono costrette a ridurre gli orari. Negli ultimi anni, sempre di più si sono contratti gli orari, perché non possono avere il personale per le aperture straordinarie, per gli eventi culturali; debbono avvalersi del servizio civile, che molto spesso non funziona in modo integrato, e non hanno a disposizione le risorse. Sono state chiuse moltissime esperienze bibliotecarie destinate ai bambini e alla prima infanzia. Noi abbiamo reinserito, all'articolo 1, la necessità di incrementare gli investimenti per la lettura e la promozione del libro e della lettura per l'infanzia, ma, naturalmente, senza risorse umane ed economiche questo diventa complesso.
Pensiamo anche ai consumi culturali. So che molti colleghi dell'opposizione condividono la proposta di un'IVA unica per i consumi culturali al 5 per cento, che, in qualche modo, renda tutti gli acquisti culturali possibili, competitivi, anche concorrenziali con gli acquisti . Purtroppo, anche gli emendamenti che abbiamo presentato su questo non sono stati recepiti, così come si è voluto fare un po' una resistenza di ufficio del cambiamento della 18app. Questa è, forse, una delle cose che ci lascia più perplessi. Tutti gli auditi in Commissione hanno segnalato al Ministero delle complessità ad utilizzare la 18app così come è stata ripensata tra Carta della cultura giovani e Carta del merito. Non è una competizione fra buoni e cattivi, a volte alcuni strumenti non funzionano. Quando, però, alcuni strumenti non funzionano, bisogna avere la lucidità di correggerli, non difenderli in modo acritico.
Perché non funziona la 18app così come è stata pensata? Fra parentesi, approfitto per richiedere al Sottosegretario Mazzi, so che ce lo farete avere, ma a più riprese tutti i membri di Commissione hanno chiesto di avere la trasparenza e la filigrana di come vanno questi strumenti, per avere, poi, la facoltà di fare delle riflessioni. Quelli che hanno utilizzato la 18app chi sono? Come l'hanno utilizzata? Cosa hanno acquistato? In quali regioni è stata utilizzata? Viene utilizzata nel centro città o nelle periferie? Questi dati in passato li avevamo, la Francia li ha, gli altri Paesi li hanno: se non abbiamo questi dati, anche noi rischiamo di fare una critica non tarata sui dati concreti. Ma sicuramente sappiamo - ci è stato detto dall'Associazione italiana editori, tra gli altri - che questi strumenti vengono meno utilizzati e daremo delle risorse indietro.
Io sono madre di tre figli che hanno avuto da poco l'età per la quale si può utilizzare la 18app. Parlando con i loro coetanei mi sono resa conto di una cosa banale: questi tipi di strumenti funzionano nella misura in cui sono semplici, universali e di facile accesso. Quando mettiamo una barriera, che non è la barriera del merito, ma che è la barriera dell'ISEE, del caricamento, della complessità burocratica, automaticamente la percentuale di persone che utilizzeranno quello strumento si restringerà e si restringerà tragicamente non a favore di chi ne avrebbe bisogno, ma tipicamente a favore di chi è in grado ed è abituato ad utilizzare quelle risorse, con l'effetto che - come si dice - pioverà sempre sul bagnato. Probabilmente, chi non avrebbe bisogno particolare di risorse economiche o di sollecitazioni culturali per incrementare i suoi consumi culturali sarà in grado di utilizzare quelle risorse, mentre, viceversa, chi ne avrebbe bisogno nelle zone di fragilità e di povertà educativa, nelle zone periferiche, nelle zone più di crisi, saranno proprio i ragazzi che non li hanno utilizzati. Ma, ripeto, sono pronta a cambiare idea se ci verranno forniti i dati sui consumi culturali che sono conseguiti a queste app in modo da poter insieme ragionare.
L'audiovisivo. L'audiovisivo non era previsto nel Piano Olivetti per la cultura, oggi è previsto dopo il lavoro in Commissione, e di questo ringrazio anche il presidente Mollicone e i colleghi per aver fatto questo lavoro con noi. Evidentemente, se l'audiovisivo rientra nell'articolo 1 ovvero nelle dichiarazioni di intenti del Piano Olivetti, ma non viene recepito, poi, negli articoli che prevedono degli interventi, evidentemente, rischia di rimanere lettera morta. Noi apprezziamo che sia stato recepito nell'articolo 1, auspichiamo però che, nei prossimi provvedimenti utili - presenteremo un ordine del giorno in questo senso, presenteremo ulteriori emendamenti in questo senso -, si dia corpo a questa previsione, che, altrimenti, rimane solo una vuota lettera di intenti.
Stessa cosa dicasi - anche questa so che è una battaglia non solo nostra, che abbiamo condiviso con forze di maggioranza e di opposizione - per la grande lotta alla pirateria, alla tutela del diritto d'autore, alla tutela della creatività e della produzione intellettuale e creativa nel nostro Paese. Specie in un periodo in cui tutti i livelli normativi, fino a quello europeo, sono preoccupati dall'aggressione dell'intelligenza artificiale, della pirateria umana e, quindi, dalle tante aggressioni che il valore e la tutela della creatività umana subiscono, ci dispiace che in questo provvedimento non siano stati recepiti gli emendamenti sulla tutela della creatività. Auspichiamo che avvenga presto perché è un tema veramente importante.
Ci preoccupa che, invece, non sia stato recepito l'emendamento che riguarda la musica. La creatività musicale italiana è un settore di grande valore, è ancora un ambito nel quale l'Italia è competitiva sia dal punto di vista della musica contemporanea, che dal punto di vista dell'esecuzione di brani e musica di ogni epoca. Riteniamo che non possa esserci un piano per la cultura globale che non preveda questo settore. Immaginiamo che sia una svista, ma riteniamo assolutamente che si debba intervenire per la valorizzazione e l'attenzione ai giovani autori, alle nuove produzioni indipendenti, allo sviluppo di una cultura musicale italiana, che ha anticipato qualsiasi altro Paese del mondo nel produrre musica di livello, che a tutt'oggi è campione del mondo in ambito operistico, in ambito classico. È davvero un peccato che i nostri produttori e creatori contemporanei non abbiano una analoga valorizzazione.
In conclusione, richiamandomi anch'io ad Olivetti, ad Adriano Olivetti, che è stato più volte citato e che anch'io vedo come un buon faro da prendere come modello per un piano nazionale sulla cultura, voglio citare le parole con le quali Olivetti diceva che un'industria culturale forte è alla base di una società vibrante. Diceva Olivetti che dobbiamo creare spazi per la creatività e l'innovazione supportando artisti e intellettuali. Ecco oggi noi, in questo documento, non vediamo le azioni che riescono a fare questo intervento. Siamo contenti, ci teniamo stretti questo articolo 1, che non possiamo non condividere come dichiarazione d'intenti, ci aspettiamo, però, che arrivi presto un piano di investimenti serio, che ci racconti come quest'articolo 1 si intenda realizzarlo.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signor Sottosegretario, oggi inizia la discussione sul tanto atteso decreto Cultura che, dal titolo, potrebbe far intuire che ci siano grandi riforme in atto, che grandi investimenti - previsti per un settore in grande sofferenza -, a parte gli 8 miliardi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, grazie al lavoro del Governo “Conte 2”, quindi dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, in Italia, esistono per la cultura.
In realtà, il decreto Cultura, che discutiamo oggi, non contiene né grandi riforme, se non qualche contentino “in vista di” e neppure grandi investimenti, perché oramai la dicitura è quella classica: facciamo di tutto e di più purché non si tocchi il bilancio dello Stato, quindi ad invarianza di finanza pubblica. Ma andiamo con ordine e partiamo con il Piano Olivetti. Imprenditore, intellettuale, politico, Olivetti ci ha insegnato che la comunità deve essere al centro della riforma sociale dello Stato e ci ha insegnato che una società tecnologicamente avanzata deve essere anche solidale, partecipe e giusta e che il progresso materiale e l'efficienza tecnica si devono coniugare all'etica della responsabilità e lascio qui queste parole - etica della responsabilità - e ci ritornerò dopo. Un Piano Olivetti che dovrebbe prevedere la rigenerazione attraverso la cultura, attraverso il sostegno alle biblioteche, quelle statali, quelle civiche, che sono distribuite su tutto il territorio nazionale, dovrebbe appunto stimolare la rigenerazione culturale nelle nostre aree periferiche, nelle aree interne, nelle aree marginali che si spopolano sempre di più perdendo capitale umano, perdendo capitale sociale, perdendo non solo il presente, ma soprattutto il futuro. Un Piano Olivetti che si annunciava con la propria grandezza ma che di fatto non prevede investimenti.
Quindi, la domanda sorge spontanea: come la vogliamo fare questa rigenerazione culturale nelle periferie e nelle aree marginali? Come vogliamo contrastare lo spopolamento, l'assenza di servizi, laddove anche la cultura diventa sociale? Perché, come ci dimostrano i tanti studi sul famoso indice del benessere sociale, la cultura, insieme ad altri servizi, come l'istruzione, diventa fondamentale per garantire la qualità della vita e lo svolgimento di una vita dignitosa.
Questo decreto, però, prevede anche uno slancio importante verso la cooperazione culturale. Il rafforzamento della cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo. Anche qui, a parte l'unità di missione, che viene prevista e di cui non ci sarebbe bisogno, perché al Ministero della Cultura esiste un consigliere diplomatico e al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale esiste una direzione generale che si occupa di diplomazia culturale, quindi c'è già - se vogliamo - un'unità di missione che, attraverso gli istituti culturali italiani in tutto il mondo, garantisce la diffusione del nostro patrimonio culturale, della lingua italiana e di tutto ciò ovviamente che la riguarda.
Allora, questo rafforzamento della cooperazione con gli Stati dell'Africa e del Mediterraneo è un nuovo colonialismo? È una nuova forma di propaganda? Altrimenti, sinceramente, non ce la spieghiamo.
Vi è un altro passaggio importante in questo decreto, che guarda al sistema delle relazioni internazionali e, quindi, a come l'Italia si pone nella gestione della diplomazia internazionale delle relazioni con gli altri Paesi attraverso la cultura, che è uno strumento straordinario di diplomazia. Io ricordo, quando ho avuto l'onore di ricoprire il ruolo di Sottosegretario alla cultura, come all'estero la potenza culturale dell'Italia venisse prima di qualunque cosa e con quella potenza culturale potevi tessere e costruire anche importanti relazioni economiche che andavano oltre, appunto, la cultura .
Allora, in questo decreto, voi mettete dei soldi - questo sì - per celebrare il 25° anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, che venne firmata a Firenze il 20 ottobre 2000, con l'obiettivo di promuovere e salvaguardare il paesaggio che svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all'attività economica. Sottolineo, “favorevole”, non “in contrasto”, come alcuni partiti, ovvero la Lega, ideologicamente indicano, avanzando l'assalto alle sovrintendenze che abbiamo bloccato in Commissione cultura . Un assalto per spazzare, con un colpo di penna, il parere vincolante delle nostre sovrintendenze su tutti quegli interventi che possono andare a devastare il nostro paesaggio e significare l'inizio di speculazioni edilizie, di cementificazione incontrastata e di infiltrazioni della criminalità organizzata , della , come sta accadendo in Calabria, attraverso le speculazioni sul fotovoltaico e sugli impianti eolici, che vengono realizzati espropriando terreni con la complicità di alcuni sindaci che, sì, hanno paura della e non si appellano alla forza delle istituzioni, ma cedono alla malavita organizzata.
Noi abbiamo pensato che, essendoci questa celebrazione importante, poteva essere significativo istituire un fondo al Ministero della Cultura per il contrasto agli effetti che il cambiamento climatico ha sul nostro patrimonio culturale, ma anche qui avete detto di no. Allora, il vostro interesse a tutela del patrimonio culturale è solo di facciata, è solo propaganda, perché è chiaro l'intento che avete, che è quello di svendere, magari a qualche magnate straniero multimiliardario che pensa di resuscitare qualche simbolo inneggiante alla dottrina fascista .
Allora, celebrazioni di importanti trattati internazionali e della cooperazione culturale, il richiamo a figure celebri e significative della nostra storia, come Olivetti e Mattei; e poi che cosa succede? Succede che l'Italia viene meno agli obblighi internazionali sanciti dal Trattato che istituisce la Corte penale internazionale, il cui compito è quello di vagliare le violazioni dei diritti umani, di perseguire i criminali di guerra, chi si macchia di gravi violazioni contro i diritti umani; ed è proprio quello che è accaduto con il rimpatrio, con un volo di Stato italiano e la bandiera italiana dietro, del carceriere, stupratore di bambini libico, Almasri . Una pagina vergognosa che pone l'Italia in antitesi con il diritto internazionale che impone agli Stati, che prendono degli impegni internazionali, che firmano dei trattati internazionali, di dare seguito a quegli obblighi internazionali, come si sarebbe dovuto dare seguito alla sentenza di condanna e al mandato di arresto della Corte penale internazionale nei confronti del carceriere libico.
Così, come afferma il costituzionalista Zagrebelsky, con questo atto l'Italia rinnega l'appartenenza agli organismi internazionali di cui ha firmato i trattati istitutivi e si pone in antitesi con ciò che la nostra Costituzione prevede all'articolo 11. Quindi, ancora una volta, l'Italia segue - diciamo - le politiche di altri Paesi, come gli Stati Uniti, nel picconare il diritto internazionale, le organizzazioni internazionali poste a tutela della pace e a salvaguardia dei diritti umani.
Presidente Meloni, non c'è nessun complotto contro di lei, ma solo la vostra propaganda vittimistica per nascondere la verità .
Il mondo della cultura soffre a causa dei tagli, dell'assenza di attenzione sulle questioni importanti, ad esempio quella riforma sull'organizzazione del Ministero della Cultura che tanto ha voluto l'ex Ministro Sangiuliano e che è ferma al palo, perché non sapete chi sistemare prima. Questa è la verità ! Ma quale etica della responsabilità! Un Ministro della Cultura che piagnucola in TV, Sottosegretari alla Cultura accusati di aver rubato un quadro, una Premier che rimpatria un criminale di guerra e torturatore con tanto di volo di Stato e bandiera italiana alle spalle! Questa è la vostra etica della responsabilità !
Questi sono i nuovi patrioti; anzi no, i Fratelli di , sì, ma sempre ad invarianza di finanza pubblica .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo decreto, ci occupiamo, e direi anche finalmente, di cultura. Dico finalmente perché, in un Paese come il nostro, che è la culla della cultura, l'elemento culturale dovrebbe essere proprio uno dei nostri pilastri, uno degli elementi portanti. Invece, in questi due anni di Governo Meloni, ci siamo ritrovati a parlare di cultura solo quando siamo finiti sulla stampa internazionale, perché avevamo un Sottosegretario alla Cultura indagato per furto di beni culturali: la ricordiamo tutti, no, la vicenda Sgarbi? Così come si è parlato di cultura solo con l'imbarazzante caso Sangiuliano-Boccia, una dimostrazione plastica della vostra pochezza, sia politica che umana. Se poi ci aggiungiamo anche che al Turismo abbiamo la Ministra Santanché, il quadro è fatto.
Parliamo di un decreto, questo in discussione, che il Ministro Giuli definisce un primo passo per rispondere alle esigenze della catena del valore della cultura, nonché per dare una prospettiva, in una visione internazionale, al Ministero della Cultura. In effetti, il decreto avrebbe potuto essere un buon punto di partenza, ma, purtroppo, non è così. Dopo due anni di tagli portati avanti da questo Governo nel mondo della cultura, anche in questo decreto, purtroppo, quel che troviamo è principalmente propaganda.
Ma entriamo giusto in qualche dettaglio.
Nei primi articoli di questo decreto, il Ministro Giuli mette a terra i provvedimenti del suo - non noto - Piano Olivetti per la cultura, ispirato alla figura di Adriano Olivetti. Su questo mi permetterete, ma voglio fare una veloce parentesi personale, proprio perché devo letteralmente la mia esistenza ad Adriano Olivetti, perché, con la sua decisione di aprire nella mia terra (Pozzuoli), negli anni Cinquanta, una fabbrica, ha permesso ai miei genitori di incontrarsi, in quanto entrambi figli di operai di quella fabbrica. Quindi, ho piena cognizione - dai racconti diretti dei miei nonni e dei miei genitori - della sua politica industriale fondata, innanzitutto, sui diritti e sulla dignità umana dei lavoratori e delle loro famiglie.
Capirete, quindi, un mio certo nervosismo, quando il nome di Adriano Olivetti, invece, viene usato da un Governo che, tra le prime misure che ha fatto, vi è stata proprio quella di dare uno schiaffo ai più deboli, eliminando il reddito di cittadinanza . Un Governo che racconta che tutto va bene, quando, invece, abbiamo il assoluto di bambini in povertà, quando anche chi lavora è povero. Il tutto mentre, invece, si aumenta lo stipendio dei Ministri. E vi permettete anche di dire che vi ispirate ad Adriano Olivetti? Voi, Olivetti, lo state offendendo, lo state mortificando , non lo state omaggiando! Infatti, andando a vedere, in questo Piano Olivetti del Ministro Giuli, in teoria, ci sarebbero anche cose apparentemente buone, però senza metterci un euro, così come state facendo sempre di più! Restano solo belle parole, perché, senza soldi, non si va da nessuna parte. Invece, però, sempre all'interno di questo provvedimento, escono i soldi per istituire l'Unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo, un milione di euro annui per nuove poltrone, per nuovo personale, per nuovi dirigenti. Un milione di euro per sfamare l'amichettismo meloniano che, ormai, conosciamo tutti !
Poi, tra l'altro, nel provvedimento si parla di incarichi per persone di comprovata qualificazione professionale. Sì, un po' come avete fatto per la Presidenza di Ales - che ricordiamo essere la più grande società del Ministero della Cultura per la valorizzazione - dove avete nominato Tagliaferri. Che cosa faceva Tagliaferri? Il noleggiatore di auto. Quindi, la comprovata qualificazione professionale è solo l'amicizia con la famiglia Meloni e la fedeltà del partito ! Questo state facendo.
Ma poi questa Unità di cooperazione con l'Africa su che principi - ci chiediamo - dovrebbe basarsi? Fino a qualche giorno fa, ci sfuggiva, ma dopo il caso Almasri è un po' tutto più chiaro. Forse i principi che volete promuovere sono proprio quelli dei ricercati internazionali che violentano bambini, che uccidono e compiono ogni atto di brutalità , proprio come da di Almasri.
Presidente, come ha detto un noto giornalista - anzi, artista, ultimamente, che, in questi giorni, ha utilizzato il servizio pubblico per una becera propaganda di Governo -, mi rivolgo direttamente ai signori dietro la lucina rossa della telecamera, direttamente agli italiani: cari italiani, il Governo Meloni ha avuto in mano uno dei peggiori criminali, capo della Polizia giudiziaria libica, con addosso una richiesta di arresto internazionale per crimini contro l'umanità. E che cosa ha fatto questo Governo, cari italiani? Lo ha invitato gentilmente su un volo di Stato e lo ha riaccompagnato a casa. E la Presidente Meloni, anziché venire qui, in questo Parlamento, come stiamo chiedendo, a spiegare a noi e a voi italiani cosa cavolo hanno combinato, che fa? Lancia un video a mezzo per dire le solite cose: io non sono ricattabile, per attaccare la magistratura con la solita teoria del complotto. Ma quale complotto? Ma quale complotto ? Il Governo ha preso un criminale, l'ha messo su un volo di Stato e l'ha portato a casa, questo ha fatto.
E cari italiani, lo so benissimo che la Presidente Meloni comunicativamente è brava, che sembra una di voi, che sembra convincente, che sembra mettervi a vostro agio. Ma vi mente costantemente, vi mente quando vi dice che l'Italia sta volando, che tutto va bene, che gli stipendi stanno aumentando, che è vicina ai più deboli. Vi mente quando continua a fare costantemente la vittima, quando ci dice che è sotto attacco. Quando parla di complotti vi mente, e continua a mentire, e vi mente soprattutto quando vuole far passare per normale il fatto che abbia scarcerato un criminale internazionale e l'abbia mandato tranquillamente a casa. Anche su questo continua a mentirvi.
Chiudo, Presidente, tornando velocemente a questo provvedimento, al decreto Cultura, dove, in sintesi estrema, sorge una domanda spontanea: dove sono i soldi? Dove sono le vere risorse per rimediare ai tagli che questo Governo, in due anni, ha compiuto sulla cultura? Noi abbiamo provato ad affrontare questi problemi, abbiamo provato, con i nostri emendamenti, a migliorare l'atto, ma abbiamo trovato quasi solo muro, come sempre. E mentre noi facevamo questo, mentre si cercava di migliorare un vostro provvedimento, i colleghi della Lega hanno provato - fortunatamente, al momento, senza riuscirci -, con la solita scusa salviniana di sburocratizzare le cose, a far approvare un emendamento che tagliava totalmente le gambe alla Sovrintendenza, quella che difende il nostro patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Ora dicono che continueranno su questa strada, hanno ritirato l'emendamento, ma vogliono portare una proposta di legge.
Ebbene, cari colleghi leghisti, se questa vostra malsana idea andrà avanti, sicuramente, troverà il MoVimento 5 Stelle sul vostro cammino .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Vede, quando ho letto “Piano Olivetti” ho pensato: finalmente una cosa buona, anche perché - voglio dire - per scomodare un imprenditore così illuminato come Olivetti, che è riuscito, nei fatti - non solo a parole -, a coniugare il tema dell'economia con lo sviluppo sociale, ci sarà pur qualcosa di buono, anche perché, non è un caso, ad esempio, che il MoVimento 5 Stelle si sia ispirato allo stesso Olivetti.
Io credo che la maggioranza non lo sappia, o faccia finta di non saperlo, però, purtroppo, viviamo in un Paese in cui i dirigenti di massimo livello guadagnano fino a 649 volte lo stipendio di un operaio.
Bene, a noi questo non sembra normale. E allora, proprio a proposito di Olivetti, che invece ha fatto delle cose interessanti, anzi, ha fatto delle cose molto belle e molto buone, abbiamo una proposta di legge che va in questo senso e, cioè, premiare quelle aziende in cui la media è 1 a 25. Bene, cosa farà questa maggioranza? La voterà o come sempre volterà le spalle e farà finta di niente? Perché, vede, io di una cosa sono certa: io sono certa che in questo momento Olivetti si sta rivoltando nella tomba a sentire il suo nome associato a questo DL che stanzia, non poche, pochissime risorse, dopo i tagli che peraltro avete fatto in manovra senza vergogna alcuna. Perché a me è chiaro: voi potete scrivere tutte le belle parole che volete sul favorire lo sviluppo della cultura, la rigenerazione culturale delle periferie e la valorizzazione delle biblioteche ma, se le risorse sono poche o nulla, di che cosa stiamo parlando? Di cosa state parlando? Purtroppo, è solo l'ennesima presa in giro nei confronti di un mondo della cultura che meriterebbe molto ma molto più rispetto da parte di questo Governo .
Però, vede, io non mi stupisco e noi non ci stupiamo, perché questo è il vostro modo di operare sempre. Ma vi ricordate, a qualche giorno dal voto delle elezioni europee, il decreto sulla sanità, ad esempio? Il decreto contro le liste d'attesa che avete approvato in fretta e furia perché avrebbe risolto subito, ma proprio subito, i problemi di chi non si riesce a curare in questo Paese. Bene, anche quello non stanziava un euro. E a che punto siamo dopo praticamente un anno? Al punto che le persone continuano ad aspettare per mesi di essere curate. Quindi, l'ennesima presa in giro, le ennesime parole al vento, l'ennesima propaganda. Ma io mi chiedo: ma non vi vergognate dopo due anni di Governo a fare sempre la stessa cosa? Guardate il tema della sanità che tocca la pelle vera, davvero la pelle della gente: parliamo della loro salute. Raccontate bugie e fate propaganda su chi vive il dramma di non riuscire a curarsi. Continuate a definanziare la sanità e ci sono 4 milioni di persone che rinunciano alle cure perché non si possono permettere di andare a curarsi in una sede privata.
Vede - che rimanga a verbale - questo Governo è complice, è consapevolmente e completamente complice dello smantellamento costante e quotidiano della nostra sanità pubblica. E io non so se lo capirete mai. Io non so se capirete mai che, se non ci mettete i soldi nei decreti, se non ci mettete i soldi nei provvedimenti, sono semplicemente parole al vento. E ormai di parole al vento ne abbiamo sentite. Penso, ad esempio, alle parole al vento - queste, sì, non solo al vento, ma molto gravi - che avete buttato sullo scandalo di Almasri.
Guardi, da quando c'è stato l'arresto - e non è che sono passati tantissimi giorni - non è passato un giorno senza contraddizioni. Prima, non avete deciso voi di liberarlo: no, no, è stata colpa dei giudici; poi, Nordio non sarebbe stato informato; poi, Piantedosi ci dice che non l'ha fatto, perché voleva tutelare la sicurezza pubblica e quindi Nordio sapeva; poi la colpa delle 40 pagine in inglese: è difficilissimo, povero Ministro Nordio, come fa a leggere 40 pagine in inglese in sole 48 ore? E poi è entrata in gioco la verità: la sicurezza nazionale, perché di questo si tratta. Ma quale complotto? Ci avete riempito di bugie per settimane . Vede, solo dopo le nostre pressioni, solo dopo le nostre richieste, avete ammesso quello che non potevate dire perché non potevate più negare l'evidenza e, cioè, che si tratta di sicurezza nazionale e di segreto di Stato.
Questo, Presidente, non è un Governo, questi sono degli scappati di casa! Sono degli scappati di casa a gestire con questa superficialità una questione così complessa . E Meloni invece di fare video pieni di bugie e di scappare dall'Aula come un coniglio - prima o poi le vedremo crescere le orecchie e la coda - avrebbe fatto bene a venire qui e dirci subito come stavano le cose e, cioè, che ha liberato e riportato a casa, con un volo di Stato, a spese dei cittadini italiani, un torturatore e stupratore di bambini perché è sotto ricatto .
Quindi, sì, ci è chiaro. Ci è chiaro, Presidente, è una questione di sicurezza nazionale e non ci stupisce, perché alla fine, questo Governo e questa maggioranza si sono rivelati per quel che sono: gente che scende a patti, anzi, che si fa ricattare - peggio ancora - da un boia.
Vede, l'immagine di uno stupratore di bambini che scende sorridente - sorridente! - da un volo di Stato con la bandiera italiana è un oltraggio al Tricolore. È questo che danneggia l'Italia! È con questa immagine con cui rovina la Patria questo Governo !
E allora, Presidente, è inutile che proviate anche con questo decreto a mettere una missione, soldi in qualche modo o una persona che si occupi dei rapporti con l'Africa. Avete fallito! Questo Governo ha fallito sulle politiche migratorie ed è evidente a tutti. Voti su voti, per arrivare, dove? Sono passati due anni. E allora vediamole queste soluzioni a che punto sono.
Il blocco navale non esiste, l'abbiamo capito. Era una balla, una balla per prendere un sacco di voti, ma non c'è. Due, il centro in Albania: un fardello inutile e costoso sulle spalle degli italiani. Utile a una sola cosa: a fare propaganda. Ma, guardate, giudici o non giudici, non è che siamo scemi, perché, anche se funzionassero quei centri - anche se funzionassero -, ma veramente pensate di gestire l'immigrazione con poche migliaia di posti quando in due anni di Governo ne sono arrivati più di 200.000 di migranti in Italia? Ma di cosa state parlando? È come svuotare con un cucchiaino l'oceano. Ma chi ci può credere? E allora basta: usate i soldi per altro. Usate i soldi per la sanità, usate i soldi per il caro bollette, usate i soldi per le imprese. Usate i soldi per chi ne ha bisogno. E portate chi sta lì a fare il poliziotto nelle nostre periferie e nelle nostre stazioni perché ne avrebbero tanto bisogno le nostre città.
E poi, Presidente, c'è il terzo punto, la terza soluzione magnifica di questo Governo sul tema dei migranti: il famoso Piano Mattei. In TV, sui giornali: quante volte abbiamo sentito Meloni parlare di questo Piano Mattei. Doveva essere la soluzione di tutti i mali. Una Presidente del Consiglio che collabora, che decide e che riesce a imporre una sua linea in Africa. Bene, cosa scopriamo? Che quel Piano Mattei era semplicemente un documento, un accordo che non sta in piedi perché appeso al ricatto con un boia. Che potenza questo Piano! Che forza questo Piano! Mi sento molto più serena e siamo tranquillissimi tutti .
E allora, Presidente, il fatto che si tratti di sicurezza nazionale - lo voglio dire e ringrazio i colleghi e le colleghe che lo hanno detto più volte prima di me - non autorizza la Presidente Meloni a non riferire in Aula, non autorizza la Presidente Meloni a mettere il segreto di Stato, non l'autorizza a sentirsi sopra la legge, non l'autorizza a pensare di riportare l'immunità. L'immunità? Ma io francamente sono allibita. Ma cosa si vogliono ancora inventare? Perché, vede, mentre le persone fuori da qui hanno visto questo Governo trovare i soldi per i partiti, trovare i soldi per i Ministri, perché, poverini, loro le bollette non riescono a pagarle, e adesso tentare con l'immunità, abbiamo un Paese che sta male, che non riesce a pagare le bollette, che non riesce a pagare il mutuo, che non riesce a curarsi. E cosa fa questo Governo? Pensa ai suoi privilegi. Allora, Presidente - e chiudo - io su una cosa sono certa. Lo vede, siamo qui tutti, col nostro presidente, come forza politica, come MoVimento 5 Stelle. Una cosa la dovete sapere: voi ci troverete qui a fare muro. Voi ci troverete qui sempre a fare muro perché noi, a differenza vostra, siamo col popolo nei fatti e non a parole .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. Il DL Cultura dovrebbe rappresentare un momento di grande importanza per il nostro Paese che ha sancito nella Costituzione il valore della cultura come cardine della Repubblica democratica.
Il tema della cultura fa parte dei valori identitari e di crescita del nostro Paese.
Sulle diverse disposizioni della legge hanno parlato i miei colleghi e altri continueranno ad esporre considerazioni e riflessioni. Io limiterò il mio intervento all'adozione dei progetti di cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato, con l'istituzione di un'unità di missione cui sono attribuite funzioni di indirizzo e coordinamento di progetti e interventi di cooperazione culturale.
Bene, proprio su questo tema il MoVimento 5 Stelle ha stigmatizzato fortemente due punti. Primo, la previsione di un contingente di dirigenti preposti all'unità di missione che possono anche non appartenere alle amministrazioni statali: questo è già gravissimo. Come vengono scelti? Da dove vengono presi? Chi saranno? E poi, l'istituzione di una nuova posizione dirigenziale di livello generale presso il Dipartimento del Tesoro, del MEF, per una spesa totale di circa un milione di euro. Tale previsione si accompagna, peraltro, al mancato stanziamento di risorse sufficienti per i lavoratori della cultura.
Mentre si sono trovati i soldi per istituire una nuova posizione di livello dirigenziale presso l'Ufficio di gabinetto del Ministero della Cultura, non sono stati trovati, invece, soldi per coloro che lavorano in questo settore. Chi beneficerà di tutto questo? I soliti amici, gli amici della maggioranza. Ci domandiamo oggi: questo Governo ha l'autorevolezza internazionale per attivarsi in Africa con progetti culturali? È importante la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo, ma occorre avere una posizione credibile per portare avanti con successo la missione.
Ma il Governo ha tolto all'Italia questa credibilità. L'istruzione è fondamentale in tutti i Paesi, ancor più in Africa, per l'arretratezza che la contraddistingue. Non avere istruzione significa essere condannati alla povertà. Nel mondo ci sono 800 milioni di persone a cui mancano le più elementari conoscenze, anche solo per leggere e scrivere. Una percentuale significativa vive in Africa. Non essere istruiti significa non avere possibilità di trovare lavoro e non avere la capacità di rivendicare i propri diritti, non avere un livello minimo di legalità.
Ma perché fuggono i migranti dall'Africa? Perché in diversi Paesi non vi sono diritti, non vi è legalità, vi è la violazione dei più elementari diritti umani. I progetti di cultura dovrebbero sostenere la formazione dell'individuo sul piano intellettuale e morale. Con la cultura si battono le illegalità e le ingiustizie, è la cultura che può sostenere la civiltà nel mondo. In Africa sono le organizzazioni criminali ad accompagnare i migranti, in collegamento tra loro, fino alle coste libiche. Sono le organizzazioni criminali che gestiscono il grande dell'immigrazione irregolare.
Ciascun gruppo criminale ha il compito di coprire il proprio territorio, ricavando il profitto di una quota del grande affare dell'immigrazione. È contro le organizzazioni criminali che dobbiamo formare i popoli dell'Africa, e ciò dobbiamo fare dando effettivo sviluppo economico, politico e sociale. Il Centro europeo per i diritti umani e costituzionali aveva inviato all'Aja un dell'orrore, con una lunga serie di testimonianze sul coinvolgimento di Almasri nella gestione dei flussi migratori. Almasri è protagonista, come è stato già detto ripetutamente, di un sistema di torture, stupri, ricatti e riscatti chiesti alle famiglie; un sistema che ha provocato tantissimi morti e indicibili sofferenze a centinaia di migliaia di esseri umani.
È proprio il tema su cui la Presidente Meloni aveva affermato di voler impegnare il Governo, poi venendo fragorosamente meno alla prima occasione.
La Corte penale internazionale aveva emesso nei confronti di Njeem Osama Almasri un mandato di arresto internazionale per crimini contro l'umanità e crimini di guerra, commessi nella prigione di Mitiga, proprio in Libia. Si tratta di crimini puniti con la pena dell'ergastolo. Dietro questa sporca e vergognosa vicenda, c'è la volontà del Governo di dare protezione e impunità a un criminale pericolosissimo. Almasri non è stato liberato per volontà della magistratura, ma per l'inerzia del Ministro della Giustizia. Il Ministro dell'Interno ha firmato il provvedimento di espulsione e poi la Meloni, nel suo video, ha tentato di impressionare e confondere i cittadini, parlando di sicurezza nazionale.
Siamo convinti che la sicurezza nazionale, quella europea e quella globale non può essere assicurata liberando un pericoloso criminale ricercato dalla Corte penale internazionale, ma piuttosto incarcerando quel pericoloso criminale e consentendo il processo, in ossequio a quelle norme internazionali che l'Italia ha concorso ad approvare. Ma non solo la sicurezza nazionale è stata evocata dagli esponenti del Governo, oggi viene evocata la ragion di Stato.
Torniamo alle teorie filosofiche e politiche per cui la ragion di Stato consente qualunque illegalità, ma queste teorie filosofiche hanno affiancato la crescita del fascismo e del nazismo e lo sterminio degli ebrei.
Il nostro è uno Stato di diritto. Lo Stato di diritto assicura la salvaguardia e il rispetto dei diritti e delle libertà e garantisce lo Stato sociale, concorre alla definizione dei diritti degli Stati membri delle Nazioni Unite, con cui l'Italia si è impegnata. Il concetto dello Stato di diritto impone che l'agire dello Stato sia sempre vincolato e conforme alle leggi vigenti.
Tutte le articolazioni dello Stato devono sottoporre il proprio operato al rispetto delle norme di diritto, prima tra tutte della Costituzione, che impone al nostro Paese di osservare gli obblighi internazionali. Lo Stato di diritto non consente illegalità a chi governa, come non lo consente a qualunque altro organismo, cittadino o anche straniero, che sia sul nostro territorio. Nessun progetto del nostro Paese può essere costruito sulla violazione di norme internazionali, né può articolarsi nella liberazione di un criminale .
Allora chiediamo a voi colleghi di ogni parte politica e del Governo: che senso ha una cooperazione con gli Stati africani fondata sulla cultura, quando il nostro Paese rinnega la cultura della legalità , che è quella che più di tutte forma il cittadino nella visione di uno sviluppo politico, economico e sociale, fondato sul rispetto delle leggi, delle libertà e della dignità umana e sociale. Quante falsità sono state diffuse in questi giorni per voce o volontà degli esponenti di questo Governo o delle forze di maggioranza.
Noi speriamo solo che i cittadini riescano a comprendere in tempo dove questo Governo ci sta portando, ma certamente non asseconderemo mai nessuna iniziativa illegale e ci batteremo perché Giorgia Meloni, con il Ministro della Giustizia e quello dell'Interno, vengano a spiegare al Parlamento, certi che la criminalità si batte non liberando i criminali, ma assicurandoli alla giustizia.
I progetti di cooperazione per la cultura dei Paesi africani non possono che partire dalla diffusione delle conoscenze e dei valori della legalità, ma in questo il Governo italiano ha dato un pessimo esempio, perdendo autorevolezza proprio in Africa, dove è tornato, con gli onori del nostro volo di Stato, per volontà del Governo, il pericolosissimo criminale Almasri
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Per me è importante parlare di cultura, perché cultura nel nostro Paese dovrebbe essere un po' tutto. Parlare di istruzione significa parlare di cultura, la formazione è cultura, in cucina l'Italia è cultura, i beni artistico-monumentali sono cultura, la scuola è cultura, l'informazione è cultura, la verità è cultura. Già, la verità, partiamo da questo aspetto importantissimo. Cosa ha combinato la Presidente Meloni negli ultimi giorni? Non ha detto la verità, perché la Presidente Meloni ha omesso di dire che l'informativa che le è giunta è un'informativa del tutto riservata e personale. È stata lei a rendere pubblica quella informativa privata, è stata lei, quindi, a mettere in brutta luce il nostro Paese verso tutto il resto del mondo.
Allora, lo dico sin da subito: Meloni, ma quale complotto, Meloni? Il complotto è quello che state facendo voi , ai danni del Paese e ai danni della democrazia, perché altrimenti cosa si può dire, se non è un complotto il fatto di pensare al rimpatrio di uno stupratore di bambini di 5 anni. Come si può dire che non è un complotto se la Meloni continua a parlare di magistrati, che nel nostro Paese fanno soltanto il loro dovere.
Come si può dire che non è un complotto se fa continuare a sedere all'interno del Governo una persona che è rinviata a giudizio per falso in bilancio, una persona che è indagata per bancarotta fraudolenta per una sua società, una persona che è indagata per truffa aggravata nei confronti dell'INPS. Mentre i suoi collaboratori lavorano, lei usufruisce dei contributi da parte dello Stato. Come si può non parlare di complotto se in questo Governo siede un Ministro che dice che è colpa dei chiodi, è colpa delle catene, è colpa della manutenzione. Dà la colpa ai manutentori del caos del disastro ferroviario nel nostro Paese .
Ancora, come non si può dire che è complotto quello che state orchestrando ai danni nel nostro Paese, quando, all'inizio del vostro Governo, avete fatto sedere come Sottosegretario una persona che, anziché tutelare i beni culturali, è indagato perché lui ruba i quadri, i quadri. Questo è complotto! Ma andiamo un po' nel merito di questo DL Cultura, che poi voi tutto fate, tranne che proteggerla. Avete fatto riferimento al modello di Adriano Olivetti, un modello che, però, si fonda sulla responsabilità sociale e sui diritti.
Qui parliamo di responsabilità sociale e di diritti; e intanto voi cosa fate? Accettate di spedire nel proprio Paese una persona che è un torturatore, un assassino, l'esatto opposto dei diritti che state citando e della responsabilità sociale che state citando. Questa è una totale mancanza di rispetto nei confronti della cultura e l'apice l'avete raggiunto quando? Quando avete presentato un emendamento per limitare fortemente i poteri della sovrintendenza. Già, la sovrintendenza che in Italia serve per tutelare beni e paesaggi che dovrebbero essere tutelati dalla legge e invece voi, con un emendamento , cercate di sopprimere tutti i poteri della sovrintendenza. Sì, , un po' come l'aereo che avete procurato ad Almasri per farlo tornare in Patria. Il problema è che quell'aereo ha nella livrea il tricolore e, quindi, ci avete esposto a una figuraccia internazionale; e poi avete fatto un blitz, quasi di nascosto; pensavate di farcela e invece no, mostrando un disinteresse totale nei confronti del paesaggio e, quindi, della sovrintendenza e, quindi, della cultura nel nostro Paese, come mostrate disinteresse quando rimpatriate - lo torno a dire - uno stupratore di bambini. Lì dov'è l'interesse? Non lo sapete. Soltanto voi avete l'interesse; perché? Perché state esponendo il Paese, l'Italia, al ricatto del Paese libico, perché altrimenti fa entrare decine di migliaia di migranti. Vergognatevi!
Ma poi, dico, dopo il decreto-legge Salva casa, con cui potete costruire, quasi senza permesso, le case degli italiani, dopo il Salva Milano, dove addirittura potete sommare cubature varie e potete ergere palazzi in luogo di autorimesse, volevate togliere anche l'ultimo presidio di controllo, quello della sovrintendenza. Ma vi rendete conto? Questo perché lo avete fatto? Perché forse i soldi, che vi aspettavate di incassare dal Salva casa, non sono quelli che poi sono arrivati veramente? Un po' come è accaduto con il concordato preventivo. Quindi, quei soldi che dovevano servire per il famoso taglio del cuneo fiscale sono finiti, invece, per diventare una “presa per il cuneo” degli italiani. Questa è la verità! Voi avete preso per i fondelli gli italiani e li avete presi per i fondelli anche nella vicenda di Almasri. Perché non avete detto la verità?
Ma noi vi stiamo aspettando e attenzione perché, entrando nel dettaglio, proprio con quel famoso emendamento, che per il momento - per il momento - è stato ritirato, ma poi vedremo cosa succederà, voi volevate togliere i pareri vincolanti della sovrintendenza non solo su fabbricati e case, che hanno un particolare pregio e dovrebbero essere tutelati, ma addirittura il parere per le cave e per le strade. Le strade e le cave. Le strade sono dei graffi sul territorio e bisogna farle se servono. Le cave sono dei tumori all'interno dei nostri territori e la cosa spaventosa è che lo stavate facendo proprio nei giorni in cui la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia per i fatti della Terra dei Fuochi . Andateci nella Terra dei Fuochi: andate a vedere l'area vasta più violentata d'Europa proprio per colpa delle cave. E sì, per voi i diritti dell'uomo, così come i diritti dell'umanità, calpestati da quella persona - non oso nemmeno trovare più un termine giusto per poterla definire - lo stupratore di bambini, Almasri, sono cose perfettamente sconosciute.
Quindi, noi andremo avanti, alzeremo un muro e faremo del Parlamento uno contro questo Governo. Venga qui e venga a informarci presto su cosa è accaduto veramente .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, Governo, siamo in un momento storico molto critico non solo per l'Italia ma, io credo, anche per l'Europa, dove sappiamo che si parla di emergenza di qualsiasi tipo e dobbiamo fare la transizione. Perché? Perché si deve cambiare qualcosa, si deve fare una transizione energetica perché anche le nostre imprese pagheranno, da adesso in poi, bollette elevatissime. I cittadini continueranno a pagare bollette elevatissime. Quindi, lotta alla povertà energetica, lotta all'inquinamento e abbiamo sentito adesso il collega fare riferimento alla Terra dei Fuochi, ma non c'è solo quella, ci sono anche le problematiche sulla siccità e sulle alluvioni, che è chiaro che sono collegate al cambiamento climatico; e lo abbiamo capito che per voi è una cosa ideologica. Ma pensate a quei cittadini che stanno in quelle città, che hanno problemi di acqua o che hanno perso la loro casa o il loro lavoro. Non credo che per loro questa cosa sia solo ideologica: loro la toccano con mano tutti i giorni. Quindi, in un momento di transizione per la nostra Italia noi ci aspettavamo che con questo decreto Cultura la prima che si doveva fare era una transizione culturale, che sta alla base di tutto.
Ma il punto è che questo anche voi l'avete riconosciuto! Se io vado a leggere sulla pagina del Ministero dell'Istruzione e del merito, che è un Ministero vostro e che avete chiamato così, c'è scritto: la transizione culturale: andare verso un nuovo modello di società e la scuola deve fornire strumenti culturali alle nuove generazioni per comprendere nuovi paradigmi lavorativi e nuovi contesti sociali. Devono imparare a ragionare in termini di pensiero non solo critico, ma anche sistemico. Bisogna insegnare ai giovani ad abitare il mondo in modo nuovo, nella consapevolezza, però, che un mondo nuovo non c'è. Comprendere che ci sono nuovi modelli di sviluppo che possono azzerare i conflitti. Ripeto: possono azzerare i conflitti. Queste sono parole vostre, parole scritte lì e le trovate.
Allora, io non capisco perché in questo decreto Cultura io trovo tutt'altro? Qui c'è una transizione: l'unica transizione che c'è sono gli amici di questo Governo che stanno transitando all'interno delle istituzioni perché lì ci sono i soldi: nel Ministero, nei comitati, nelle unità di missione. Questa è l'unica transizione che noi qui del MoVimento 5 Stelle abbiamo notato. Quindi, denaro utilizzato sempre per gli amici del Governo ma non per i cittadini, non per i giovani per creare occupazione. Quindi, parole come “integrazione”, “benessere della comunità”, “promozione dell'alfabetizzazione digitale”: una santa cosa che serve, perché altrimenti quella IA, quella che viene detta intelligenza artificiale e tutto ciò che è digitale invece di essere utili a questa comunità potranno essere un danno, se non procediamo a dare questi incentivi per alfabetizzare tutti e per portare tutti allo stesso livello.
Il Fondo per le biblioteche? Nulla. Poi, la resilienza del patrimonio culturale per difenderlo dal cambiamento climatico. Guardate, lo avete scritto lì, lo troviamo lì, nel vostro Ministero: avete detto quello ma poi, come si è sentito fino adesso, le bugie; quando fate le cose, fate esattamente il contrario. Prevenzione e conservazione di cosa? Non state conservando nulla e non state facendo nessuna prevenzione. State facendo solo dei tagli: il taglio alle risorse alla cultura, il taglio ai fondi della povertà educativa. Però, appunto, ripetiamolo, così da casa lo sanno, perché voi queste cose non le scrivete sui giornali e non vengono dette in TV: un milione di euro per nuovi posti dirigenziali vostri, delle vostre persone lì al Governo .
Quindi, cosa fate? Si abbandonano i giovani delle aree più fragili. Quello era l'obiettivo che stava, se vi ricordate bene, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza: dovevamo diminuire le disuguaglianze e questo era un obiettivo trasversale. Però, state prendendo quei soldi che sono stati portati dal Governo Conte per i cittadini e li state utilizzando solo per i vostri affari privati . Questi sono i dati: nel Mezzogiorno 31 giovani su 100 stanno andando via e sono dati che ho letto l'altro giorno. Stiamo parlando del 30 per cento. Sono giovani che vanno via. Vanno via! Ma cosa raccontate alle famiglie italiane? Cosa raccontate? Nulla! Non possono andare a curarsi perché chiaramente sulla sanità avete tagliato tutto e, quindi, rinunciano alle cure. I loro giovani vanno fuori e non si crea lavoro utile. Fate queste cose e, non so, alle 11 di sera in Commissione vediamo approvati due inceneritori, che dovete fare col commissario unico in Sicilia, quando lì hanno una raccolta differenziata del 25 per cento. Ma non possiamo creare lavoro utile lì ai cittadini siciliani e ai ragazzi per portare avanti questa cosa, l'economia circolare, di cui a volte come slogan vi riempite la bocca? Ma anche lì non avete fatto nulla.
Però, si dice che al peggio non c'è mai fine e, purtroppo, l'Italia sta per essere ricordata come il Paese che mise su un volo di Stato un violento, un torturatore, un delinquente macchiato di crimini contro l'umanità. Non riesco a utilizzare altri termini, perché solo al pensiero rabbrividisco, però avete capito di chi sto parlando. Questa è una grande vergogna.
E voi parlate di complotto. Ma quale complotto? Dite bugie assurde, perché? Perché volete spostare l'attenzione pubblica verso cose vostre, che non hanno nulla a che vedere invece con quello che state facendo ai cittadini e con tutte le cose che dovreste fare ai cittadini e che non fate e restano lì ferme. Decreti d'urgenza: ma l'urgenza per chi, se non avete mosso un dito per migliorare le cose in Italia? Ora, l'ultima cosa che avete fatto è un altro schiaffo, perché questo è il Paese in cui i migranti sono deportati; uno schiaffo ai diritti umani e spreco delle risorse pubbliche: i 43 migranti adesso sono a Bari, nel centro di accoglienza di Palese, dove sono stati portati anche gli altri. Ma fateci capire, forse è una furbata? No, perché questo dubbio a me è venuto. Facciamo vedere che li portiamo in Albania, ma dall'Albania li portiamo al Sud, nel Mezzogiorno. Ditecelo che volevate fare questo, perché a me sembra anche una furbata. Signori, voglio concludere. Non solo, quindi, qui c'è da vergognarsi veramente, ma ogni momento ci rendiamo conto del fallimento totale di questo Governo. Quindi un grande complotto c'è, ma il complotto è contro la cultura ed è contro i nostri cittadini .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Questo decreto riguarda disposizioni urgenti in materia di cultura. Si tratta di un decreto che contempla 11 articoli, che dovrebbero rappresentare una valorizzazione della cultura da un lato e una visione internazionale del Ministero della Cultura.
I primi 2 articoli riguardano l'adozione del Piano Olivetti per la cultura, ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e l'istituzione - il secondo articolo - di un'unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato, che opererà in stretta collaborazione con la cabina di regia del fantomatico Piano Mattei.
Ma qual è il pensiero di Olivetti per la cultura? Olivetti fondava la sua visione su un umanesimo integrale in cui cultura, lavoro e giustizia sociale erano interdipendenti. Intendeva la cultura come strumento di emancipazione: arte, educazione e bellezza dovevano servire a elevare la dignità umana, non a perpetuare le disuguaglianze. Intendeva un'etica della responsabilità: imprenditori e istituzioni erano chiamati a farsi carico del benessere collettivo, superando logiche di profitto o potere fine a se stesse. Intendeva la cooperazione internazionale: infatti Olivetti credeva in un dialogo tra culture basato sulla reciprocità e su progetti condivisi. Intendeva le comunità come antidoto allo sfruttamento: la sua idea di comunità concreta prevedeva un autogoverno locale e l'inclusione in opposizione a sistemi gerarchici e autoritari.
Il caso Almasri che riguarda un generale libico con mandato di arresto della Corte penale internazionale per gravissime accuse - traffico di esseri umani, torture, stupro di minori, riduzione in schiavitù -, liberato e rimpatriato con volo di Stato, mostra contraddizioni lampanti con l'umanesimo olivettiano.
Si tratta di cooperazione o complicità? Dal 2017 l'Italia ha siglato accordi con la Libia, il famoso Memorandum, per fermare i flussi migratori, finanziando la guardia costiera libica e i centri di detenzione. Questi Accordi coinvolgono figure inquietanti come il generale Almasri, legato a milizie e crimini contro l'umanità, e perpetuano un sistema di detenzioni arbitrarie, torture e sfruttamento nei centri libici, mentre Olivetti promuoveva una cooperazione basata su etica e progresso sociale. Questi accordi trasformano la cultura delle istituzioni in mero strumento cinico di , svincolato dai principi umanitari.
Si parlava di cultura della sicurezza verso la cultura dei diritti quando si studiava Olivetti, che valorizzava la sicurezza come frutto di giustizia sociale e non di repressione. Il Governo italiano giustifica gli accordi con la Libia in nome della sicurezza nazionale, ignorando che i centri libici gestiti da figure come Almasri, sono luoghi di violazione sistematica dei diritti.
C'è un paradosso culturale: si finanziano regimi autoritari in nome della stabilità, rinnegando i valori costituzionali di accoglienza e tutela della vita umana. Olivetti parlava di etica del lavoro contro lo sfruttamento internazionale e diceva che il lavoro era dignità e creatività. Oggi, gli accordi con la Libia creano un sistema transnazionale di sfruttamento: migranti bloccati in Libia diventano manodopera a basso costo per l'economia informale libica o per l'economia italiana tramite i trafficanti; molti migranti portati in Libia finiscono ai lavori forzati, mentre l'Italia esternalizza il controllo delle frontiere, delegandolo a intermediari privi di scrupoli, compreso Almasri.
Olivetti sognava un'architettura e un al servizio dell'armonia sociale. I centri di detenzione libici, in realtà, simboleggiano l'antitesi di questa visione: sono luoghi di disumanizzazione, finanziati indirettamente e anche direttamente dall'Europa. Ebbene, il caso Almasri evidenzia in modo esemplare queste contraddizioni e non solo: evidenzia tutta l'ipocrisia indecente di questa maggioranza, proprio con il rimpallo delle responsabilità. C'è un solo responsabile: questo Governo di inetti e di incapaci. Ma invece di assumervi la responsabilità dei vostri atti, dopo oltre due anni di Governo, prevale vittimismo e attribuzione di colpe ad altri soggetti, alla magistratura, con attacchi infamanti e menzogne continue e con gogne mediatiche contro chi fa il proprio dovere. Voglio esprimere solidarietà a Li Gotti e Lo Voi, accusati di fare il loro dovere o di esercitare i propri diritti . Poi diventa una barzelletta sentirsi dire che il CPI ha escogitato un complotto. Ma quale complotto? Addirittura, si è detto che non riuscivamo a interpretare 40 pagine in inglese; ciò faceva il paio con quanto scritto in francese sul caso Albania, altro caso di inettitudine governativa ! La cultura è l'immagine del nostro Paese a livello internazionale, pertanto con l'azione irresponsabile di questo Governo si rischia di minare la credibilità del Paese sul rispetto del diritto internazionale.
Volevate perseguire i trafficanti di uomini in tutto il globo terracqueo, ve ne capita uno e che fate? Gli prenotate un volo di ritorno gratis su un aereo di Stato. Meloni su questo tema deve venire di persona a riferire in Aula . Avete messo sul banco degli imputati dei vostri complotti - ma quale complotto, lo ripeto? - la magistratura italiana, la Corte penale internazionale, la Corte dei conti, l'Agenzia delle entrate, la Guardia di finanza, l'Istat, l'Istituto superiore di sanità, i chiodi, i benzinai e ultimamente ci avete messo dentro anche GIMBE, un'autorità indipendente , che è da sempre indipendente e che è da più di 10 anni che fa il monitoraggio del Servizio sanitario nazionale!
Ci mancavano soltanto le sovrintendenze. Quale potere dello Stato, quale istituzione democratica, quale presidio sarà il vostro prossimo obiettivo? Ce lo chiediamo, ce lo chiediamo. Rivelate una cultura istituzionale schizofrenica: da un lato, si celebra l'eredità umanistica di figure come Olivetti, dall'altro, si collabora con regimi e persone che calpestano i diritti umani.
PRESIDENTE. Concluda.
ANDREA QUARTINI(M5S). Un Paese che valuta il merito solo in base a un voto numerico, perché questo c'è in questo decreto Cultura, è lo stesso che ignora il merito della giustizia internazionale, rimandando a casa un criminale. La Carta del merito valuta con superficialità il talento dei giovani, così come l'Italia mostra la stessa superficialità ignorando il mandato della Corte penale internazionale.
Presidente, concludo dicendo che il pensiero di Olivetti ci ricorda che la cultura non è solo elemento estetico o accademico, ma un fattore determinante per la coesione sociale e la costruzione di un sistema più equo. Il contrasto fra questa visione e le scelte governative odierne, evidenziato da casi come quello di Almasri, mostra l'immensa distanza fra noi e voi .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Presidente, onorevoli colleghi, possiamo definire il decreto in esame del tutto insufficiente. La cultura nel nostro Paese continua ad essere trattata come una voce di bilancio secondaria, da finanziare con il minimo indispensabile, quando invece dovrebbe essere considerata un volano di crescita sociale ed economica. Negli anni abbiamo assistito a tagli significativi nel settore della cultura, eppure questo decreto non fa abbastanza per porvi rimedio.
Per questo motivo abbiamo presentato una serie di emendamenti volti a rafforzare il provvedimento, ampliando il suo perimetro e garantendo un sostegno più concreto al settore culturale. Ma che dire, il Piano Olivetti è un piano che, ad oggi, manca di una reale struttura e, soprattutto, di una reale condivisione di intenti. Quello che sappiamo è che, mentre la Premier Meloni chiude accordi miliardari con chi nega diritti alle donne, o, come aveva definito lei stessa, con un regime fondamentalista, o fa accordi per liberare stupratori di bambini, accusando le opposizioni di complotti - ma quali complotti! -, intanto il nostro Paese si ritrova con pochissimi spiccioli destinati al patrimonio culturale.
Non possiamo limitarci a interventi generici; servono strumenti specifici, come la coprogettazione e la coprogrammazione, previsti dal codice del Terzo settore per rigenerare le aree interne, le periferie e le zone marginalizzate. In Commissione abbiamo anche chiesto di promuovere la formazione e lo scambio di competenze tra comunità, la digitalizzazione del patrimonio librario e il rafforzamento delle biblioteche in collaborazione con le associazioni. Ovviamente, le nostre richieste sono cadute nel vuoto, con la maggioranza che ha deciso di non prevedere nessuna risorsa aggiuntiva, lasciando il Piano privo di fondi adeguati.
Abbiamo sollevato forti perplessità sull'istituzione di nuovi incarichi dirigenziali presso il Ministero della Cultura e il Ministero dell'Economia e delle finanze, con una spesa di circa un milione di euro. Non è accettabile che si trovino risorse per nuovi dirigenti, mentre, per esempio, le librerie indipendenti, soprattutto quelle aperte da giovani 35, continuano a lottare per la sopravvivenza, senza un adeguato sostegno economico.
E cosa dire degli emendamenti bocciati per la tutela di 400 professionisti del Ministero della Cultura, impiegati con contratti di collaborazione, che, dopo anni di servizio e formazione, si ritrovano senza prospettive? Abbiamo chiesto la proroga dei loro contratti fino al 2025 e l'avvio di un percorso di stabilizzazioni. La nostra proposta, inizialmente dichiarata tra l'altro inammissibile, è stata riammessa grazie a un nostro ricorso, ma poi è stata bocciata in Commissione. Ancora una volta si è persa un'occasione per garantire dignità e continuità lavorativa a chi ha contribuito a valorizzare il nostro patrimonio culturale.
Tuttavia, lo ripeto, avete trovato fondi per nuovi dirigenti al Ministero, saranno già destinati ai soliti amici di partito, il solito “amichettismo” della maggioranza, alla faccia del merito, che di fatto rimane uno dei tanti slogan della vostra propaganda quotidiana . Non è ammissibile che si faccia tutto questo lasciando i lavoratori della cultura senza tutele, con il paradosso di un Ministero che finanzia nuove posizioni dirigenziali, ma non garantisce stabilità a chi opera sul campo.
Abbiamo chiesto, tra le altre cose, di destinare risorse alla protezione del patrimonio culturale dagli effetti del cambiamento climatico, una questione sempre più urgente. Il disastro, il degrado ambientale mette a rischio siti storici e beni artistici di inestimabile valore, eppure questa maggioranza ha ritenuto superfluo un investimento in tal senso. I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono tra le maggiori sfide del nostro tempo, che minacciano l'Europa e soprattutto i nostri beni culturali, tant'è che l'Unione europea ha creato il programma Horizon 2020, che finanzia progetti per la tutela dei beni culturali europei con l'ottica di una maggiore resilienza per far fronte ai cambiamenti climatici.
Continuate a governare il Paese ignorando le reali necessità per il nostro patrimonio culturale, che va tutelato con risorse importanti, ma la vostra ideologia negazionista danneggia, di fatto, il Paese. E che dire della Carta del merito? Ci siamo opposti e ci opponiamo fermamente alla Carta del merito, che lega l'accesso ai benefici culturali esclusivamente al voto di 100 alla maturità. Il merito non può essere ridotto a un numero e ancor meno può diventare un criterio discriminatorio. Per questo motivo, abbiamo chiesto di potenziare il fondo per la Carta della cultura giovani, uno strumento più inclusivo pensato per contrastare la povertà educativa e incentivare la lettura.
Presidente, ci sono alunni con difficoltà di apprendimento; forse non hanno i voti più alti, eppure vanno all'università e hanno carriere brillanti, ma vanno spronati, e la Carta della cultura giovani è uno strumento che incentiva e incoraggia i giovani, dando loro strumenti che stimolano la loro curiosità. Ma sappiamo che questo Governo preferisce giovani silenti, obbedienti e forse anche ignoranti, visto che la scuola pubblica continua ad essere depotenziata !
Infine, non possiamo tacere sul pericoloso tentativo di depotenziamento del ruolo delle soprintendenze nella tutela del territorio.
Ricordo un emendamento della maggioranza che voleva eliminare il parere vincolante per lavori su immobili vincolati, aprendo una strada a una dannosa per il nostro patrimonio culturale e paesaggistico. Solo grazie alle proteste dell'opposizione questo emendamento è stato ritirato, ma il tentativo dimostra la tendenza preoccupante: si vuole indebolire la tutela dei beni culturali in nome di una presunta semplificazione, che, in realtà, rischia di sfociare in uno scempio del territorio. In definitiva, colleghi, il provvedimento in esame contiene solo poche misure condivisibili.
Ciò che è evidente, invece, è che questo Governo continua a considerare la cultura come una questione marginale. Ma abbiamo trovato davanti a noi una maggioranza chiusa al confronto, incapace di ascoltare le esigenze reali del settore. Questo non cambierà finché la cultura verrà considerata un lusso, invece di un diritto e un'opportunità di crescere per il Paese. Il MoVimento 5 Stelle continuerà a battersi affinché abbia finalmente il riconoscimento e le risorse che si merita
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente. Oggi ci occupiamo del decreto Cultura, quindi dovrebbe essere un momento importante per il Parlamento e per il Paese, perché ci occupiamo di un aspetto cruciale per la crescita sociale, economica e culturale del Paese, dei cittadini e delle cittadine italiane. E invece, come spesso, se non sempre, accade con questo Governo, è un'operazione di pura e semplice propaganda, e magari si utilizzano - come succede in questo caso, come specchietto per le allodole, per dare un'aura di provvedimento importante - il nome e la figura di giganti del nostro passato, in questo caso di Adriano Olivetti, che è stato uno degli imprenditori, se non l'imprenditore più illuminato della nostra storia, cioè era colui che non pensava solo al profitto, ma immaginava il profitto, l'industria e la produzione come occasione di crescita sociale ed economica dei propri operai e operaie.
Anche in questo caso, ripeto, è pura propaganda. Tra l'altro, questo provvedimento non è accompagnato dai fondi necessari a tradurre le azioni che si enunciano, che si vogliono enunciare, in cose e ricadute concrete. Peraltro, non è la prima volta che succede. Per esempio, per il Piano Africa è stato scomodato un altro gigante: Enrico Mattei. Pomposamente, quel Piano è stato chiamato Piano Mattei: doveva, secondo gli estensori e gli affabulatori di questo Governo, risollevare le sorti dell'Africa, invece è soltanto uno scambio di con la cooperazione, per cui noi diamo cooperazione in cambio di petrolio e gas. Poi, curiosamente o tragicamente a seconda dei punti di vista, un'inchiesta di ci fa capire che, in Kenya, se non ricordo male, grazie al Piano Mattei, c'è una coltivazione di una pianta da cui si ricava l'olio di ricino, che, peraltro, per un Governo che ha la forza di maggioranza più importante e più grande dal punto di vista numerico e che è custode dell'eredità fascista e post-fascista, è una roba che sembra quasi una barzelletta, presenta un lato comico Siamo in Africa per aiutarli a produrre olio di ricino: che cosa ne faranno, al momento, non si capisce bene, e tra l'altro sono coltivazioni che vanno pure male. Io davvero mi sento di suggerire a questo Governo di aggiungere un Dicastero, un Ministero alla propaganda e al vittimismo , perché sono due anni e mezzo che questi incapaci ci frantumano le orecchie - e dico le orecchie! - con le loro continue lamentele. È sempre colpa di qualcun altro! Quando le cose non vanno - e purtroppo non vanno mai -, ogni volta che devono affrontare un problema, lo affrontano nella maniera sbagliata, fanno disastri e si giustificano dicendo che è colpa di qualcun altro. Quindi è stata utilizzata questa modalità ripugnante, della quale, dal punto di vista mio e dal punto di vista politico, davvero abbiamo piene le tasche e abbiamo piene le orecchie. Per esempio, sulla questione migranti, ricordo che è servita per costruire carriere lunghissime e prestigiose di importanti esponenti di questa destra, a partire proprio dalla Presidente Meloni e dall'attuale Vicepresidente del Consiglio Salvini. Per anni ci hanno riempito la testa con le loro supposte soluzioni semplici: il blocco navale, che, a loro dire, era semplicissimo, e quindi i Governi e i Ministri dell'Interno che non lo applicavano erano dei collusi con i trafficanti, erano Ministri dell'invasione ! Ve lo ricordate quando dicevano, per esempio, alla Lamorgese, che era la Ministra dell'invasione, perché c'era un disegno della sinistra internazionale della sostituzione etnica? Ve lo ricordate? La sostituzione etnica è un concetto che viene utilizzato dai suprematisti, cioè dai razzisti, per esempio negli Stati Uniti, ma non solo: lo utilizzano anche i nostri attuali governanti. La Presidente Meloni, che è un po' più furba, si guarda bene dal riutilizzarlo ora che è Presidente del Consiglio, ma qualche suo sottoposto, per esempio la figura mitologica metà Ministro-metà ex cognato, invece, non lo avevano avvisato e ha continuato a parlare di sostituzione etnica . Quando gliel'hanno fatto notare e gli hanno detto: guarda, Ministro, mica sei più il fascistello di Colle Oppio, non puoi più utilizzare queste parole, sei un Ministro della Repubblica. Allora lui si è scusato e ha detto: scusate, non sono razzista, sono ignorante . Noi siamo felici che a un Ministero importantissimo per la nostra economia, abbiamo un ignorante, per ammissione del Ministro .
PRESIDENTE. Onorevole, la prego, manteniamo uno stile sempre istituzionale.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Lo ha ammesso lui, Presidente. Lo ha ammesso lui. Si è autodefinito lui, ignorante, mica lo definisco io. Io lo avrei definito in altro modo, le assicuro !
Presidente, arriviamo alla questione dei migranti, che si collega a quel disastro istituzionale e comunicativo che è successo negli ultimi giorni e che riguarda la questione del cosiddetto Almasri o, come il suo soprannome, l'egiziano. Noi stiamo parlando di un presunto torturatore di migranti, di un presunto trafficante di migranti, di un presunto stupratore di migranti. Una delle accuse che gli viene mossa è di aver stuprato un bambino di 5 anni! Noi abbiamo di fronte un soggetto del genere. Ebbene, la Meloni, lo ricordiamo tutti, dopo l'altro disastro, quello di Cutro, si precipitò e partecipò a quella famosa conferenza stampa, che fu un disastro dal punto di vista comunicativo perché non sapeva i fatti, non li ricordava, fece confusione e volle uscirne fuori dicendo: noi vogliamo inseguire i veri responsabili, cioè i trafficanti. Ebbene, per un colpo di fortuna - perché tale sarebbe, un colpo di fortuna, la propaganda di Governo -, la Corte penale internazionale spicca un mandato di cattura che viene eseguito in Italia. Sembrava il coronamento di un sogno della Meloni, cioè quello di arrestare e perseguire, non nel globo terracqueo, ma in Italia, sotto casa sua, un noto trafficante, torturatore e stupratore. Ebbene, che cosa fanno? Dopo un po' lo liberano, tra l'altro adducendo una serie di giustificazioni che fanno davvero ridere, se non accapponare la pelle. Io di queste giustificazioni ne ho contate 14, non so se avrò il tempo di dirle tutte.
Ovviamente, c'è un pregresso: per quanto riguarda il flusso dei migranti, questo Governo ha dato la colpa, per esempio, agli italiani, che sono troppo accoglienti, oppure alle ONG, a Rackete, oppure ai genitori dei minori non accompagnati perché permettono che questi bambini sfortunati, questi minori sfortunati, arrivino in una terra che può assicurare loro un futuro migliore. Se la sono presa anche con loro. Però, nel caso specifico, la Presidente Meloni, dopo aver ricevuto quelle informazioni, che è un atto dovuto dal procuratore Lo Voi, fa quel video - che è un video, tra l'altro, eversivo - e si comincia a dare la colpa a una serie di personaggi. Prima è colpa dell'avvocato Li Gotti, che è l'avvocato che ha presentato l'esposto circa la liberazione assurda di questo criminale. E quindi la Presidente Meloni ci dice che questo Li Gotti, che è di sinistra, ha posto in essere questa attività appunto perché di sinistra. Però, chi di noi segue la politica da un po' di tempo, ricorda Li Gotti come un militante del Movimento Sociale Italiano, di Alleanza Nazionale, e quindi era un camerata della Meloni, che però se l'era dimenticato. Poi hanno dato la colpa al procuratore Lo Voi, dicendo che aveva informato la Meloni e invece non doveva farlo, poteva non farlo, cosa che invece è un atto dovuto.
Mi avvio a concludere, poi la colpa è dei giudici romani, perché hanno deciso loro di scarcerare Almasri. Poi cambiano idea: la colpa è dei giudici romani, perché hanno inviato i documenti in ritardo.
Poi cambiano ancora versione: la colpa è dei giudici romani perché hanno inviato i documenti, però sono scritti in inglese, 40 o 42 pagine in inglese. Ovviamente, mica conoscono , quindi, non avendo potuto tradurre, hanno scarcerato questo personaggio. Poi interviene Tajani, Vicepresidente e Ministro degli Affari esteri, che dice: lo ha deciso il Governo, perché la Corte penale internazionale mica è oro colato, sono degli scappati di casa. Secondo loro questo è un presunto colpevole, ripeto, accusato di reati gravissimi, ma secondo noi no. Poi, ancora, continua e dice: è colpa proprio dalla Corte penale internazionale, che fa questo per colpire la Meloni, perché vogliono, sostanzialmente, fermare l'ascesa internazionale di questo genio, che loro ritengono, della politica.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Concludo, dicendo, appunto, che non ho il tempo di elencare le 14 versioni diverse. Dico soltanto una cosa: questi 2 anni e oltre di Governo davvero hanno lasciato delusi tantissimi italiani, hanno portato a un peggioramento della vita di milioni di italiani. L'economia è ferma, sono 22 mesi di stallo della produzione industriale, che ha un segno negativo, però continua questa propaganda. Però questa volta davvero si è superato il limite: si è liberato un torturatore, facendo una scelta precisa. Di questa scelta questo Governo deve solo vergognarsi !
PRESIDENTE. Prima di passare la parola al collega Tucci, vi pregherei tutti di rimanere sul tema del decreto-legge Cultura.
È iscritto a parlare l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, oggi ci ritroviamo di fronte a un Governo che non solo ha fallito nel suo compito di guidare il nostro Paese con serietà, ma ha anche dimostrato una totale incapacità di affrontare le sfide globali. Non stiamo parlando di piccole disattenzioni, ma di veri e propri disastri che minano la nostra posizione internazionale. Oggi si discute, però, del decreto Cultura, un'altra mossa di facciata, pensata per apparire efficace, ma priva di sostanza. In un Paese che vanta una delle culture più grandi e più importanti al mondo, questo decreto non è altro che una risposta debole e insufficiente a un bisogno di azioni in realtà concrete.
Siamo davanti a un Governo che vorrebbe, neanche ci riesce, usare la cultura come strumento di propaganda, ma che non è in grado né di usarla come strumento di propaganda, né di fare gli investimenti necessari per preservarla e promuoverla. La cultura dovrebbe essere un pilastro del nostro sviluppo, e invece, diventa l'ennesima promessa non mantenuta. A proposto di promesse non mantenute, Presidente, la lista delle promesse non mantenute da Giorgia Meloni comincia a farsi bella lunga.
Comincia a farsi bella lunga e il suo sogno sovranista, pezzo per pezzo, si sbriciola davanti alla realtà; una realtà che dovrebbe essere frutto di azioni concrete, di rapporti internazionali e, più banalmente, di voglia di lavorare, tutte cose evidentemente a lei sconosciute. Dicevo, per l'appunto, di rapporti internazionali, dove il fallimento di Giorgia Meloni è lampante, la miopia diplomatica è eclatante, per ultima la gestione del caso Almasri. Il rimpatrio di un uomo con un passato così è stato l'ennesimo orrore, che ha minato ulteriormente la nostra credibilità internazionale, ma questo non è un caso isolato.
La lista, come dicevo prima, dei fallimenti e di mancate promesse è lunga. Ma vediamo insieme questi fallimenti, anche sul piano internazionale. Partiamo dalla gestione della crisi ucraina: lì abbiamo avuto la nostra Presidente che ha deciso di prendere una posizione unica, una posizione intransigente, schierata spudoratamente a favore dell'Ucraina. Si dirà: è una posizione, è una scelta legittima. Però a cosa ha portato questa posizione? Ha portato che oggi, con l'arrivo di Trump, sono iniziate le trattative di pace. Sapete che ci siamo sentiti dire da Putin in persona? Che non vuole saperne di avere l'Italia al tavolo delle trattative. Questo è un fallimento eclatante.
Poi, Presidente, per l'appunto parlavamo di Trump. Bene, Trump è tornato un'altra volta Presidente degli Stati Uniti, ma questo che cosa c'entra con noi? Questo che cosa ha a che vedere con la nostra politica? Abbiamo visto nostri colleghi esultare per la vittoria di Trump come se avessero vinto loro le elezioni. Eppure non c'entra niente, vi posso garantire che nessun americano ha votato per Trump perché lo sosteneva la Meloni qui in Italia .
PRESIDENTE. Onorevole, però parli del DL Cultura, per favore.
RICCARDO TUCCI(M5S). Ci arrivo, ci arrivo, Presidente.
PRESIDENTE. Ci arrivi presto, però.
RICCARDO TUCCI(M5S). Ci arrivo presto, va bene. Eppure, dicevamo, parliamo di quale Giorgia Meloni? La stessa Giorgia Meloni che 15 giorni prima si era fatta baciare sulla fronte da Biden, come se fosse sua nipote, o parliamo della stessa Giorgia Meloni che poi è andata a farsi il di rito con l'arrivo di Trump? Siete riusciti, questo Governo è riuscito a portare l'Italia in un paradosso, un paradosso che in nessun modo ci tornerà utile, anzi, sarà dannoso. Infatti, adesso noi ci troviamo con la nostra Presidente schierata pro-Ucraina a più non posso e, dall'altra parte, Trump, che lei sostiene, che tutto si può dire, tranne che sia filo-ucraino, Trump, anzi, tutt'altro. Eppure, lei ha deciso comunque di inchinarsi.
Poi, altro fallimento, la questione migratoria: sul tema dell'immigrazione la sua politica è stata a dir poco incoerente e inefficace. La sua politica è stata dannosa, di tutti i suoi famosi annunci, di tutte le sue famose ricerche nel globo terracqueo non c'è traccia. Anzi no, una traccia c'è, si trova in Albania: un centro migranti che ci è costato 700 milioni di euro, che non ha accolto un migrante. Gli unici 12 che siamo riusciti a mandare ce li hanno rispediti indietro, e sapete perché? Ce li hanno rispediti indietro perché le normative europee dicono che è illegale.
Vi svelo un segreto, sapete quale Paese fa parte dell'Unione europea, e, quindi, ne deve rispettare le normative? È l'Italia. Quindi, ci hanno detto che è una cosa illegale, per cui abbiamo speso 700 milioni di euro, questa è la politica del Governo Meloni. Potrei andare avanti, potrei parlare dei mancati rapporti con la Cina, con l'India, con la Francia, con la Germania. Potrei parlare di tutti i suoi fallimenti…
PRESIDENTE. Parli del DL Cultura, grazie.
RICCARDO TUCCI(M5S). …di tutti i suoi fallimenti…
PRESIDENTE. Altrimenti sono costretto a toglierle la parola.
RICCARDO TUCCI(M5S). Arrivo. Ma siccome la Meloni è concentrata sulla retorica locale, ci tiene ogni 2 minuti a raccontarci dei problemi che le creano i magistrati brutti, sporchi, cattivi e comunisti. Ogni giorno ci tiene a ricordarci che lei non è ricattabile, ma faccio una domanda, Presidente, anzi, proprio attraverso lei, voglio chiedere: ma ci può dire un giorno o l'altro chi è che ricatta la nostra Presidente del Consiglio, Presidente? Lei lo sa? I suoi Ministri ne sono al corrente? Infatti, attenzione, poiché lei è da 2 anni e mezzo che ci dice “non sono ricattabile, non sono ricattabile”, qualcuno, presto o tardi, ci dovrà dire chi la ricatta.
Infatti, se c'è qualcuno che ricatta il Presidente del Consiglio, ne va della sicurezza della Nazione. Quindi, che venisse a riferire in Aula chi è che ricatta il nostro Presidente del Consiglio e tutti quanti gliene saremo grati e, nel caso, saremo anche in qualche modo d'aiuto .
PRESIDENTE. Ovviamente non ha parlato del DL Cultura. Però chiedo…
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Presidente, Presidente...
PRESIDENTE. Un attimo solo, le do subito la parola. Colleghi, però noi abbiamo un Regolamento da rispettare. Mi appello alla vostra sensibilità parlamentare, altrimenti mettete in difficoltà la Presidenza.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini, sull'ordine dei lavori, immagino.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Sì, grazie, Presidente. Articolo 8, primo e secondo comma.
PRESIDENTE. Quindi, richiamo al Regolamento.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Richiamo al Regolamento, sì. Sono costretto a fare questo richiamo al Regolamento dopo avere sentito due interventi di dieci minuti ciascuno in cui ho sentito parlare di Trump, di Albania, insulti al Ministro Lollobrigida, insulti al Presidente del Consiglio, il passaggio sui magistrati. Ora, lo dico - lei probabilmente lo ricorderà -, ho fatto parte dell'opposizione, ho preso molte volte la parola in quest'Aula, ho fatto interventi anche di 30 minuti in discussione generale, però mi sono studiato il decreto e sono intervenuto sul decreto. Non si può fare che si viene qui e l'Aula parlamentare diventa uno “sfogatoio” di tutto quello che abbiamo da dire rispetto all'umano mondo.
Lei lo ha fatto, però, io le chiedo di fare più attenzione e se, del caso, Presidente, di togliere la parola, perché è insopportabile ascoltare interventi come quelli che abbiamo ascoltato, che non hanno nulla a che fare con il provvedimento in discussione.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo solo con la promessa che noi, io sicuramente rispetterò quest'Aula ed entrerò nel merito del provvedimento, ma la Premier Meloni sicuramente non rispetta quest'Aula né questo Parlamento .
Quindi, entrando nel merito del Decreto Cultura, sicuramente riflette lo stesso confuso, inefficace che caratterizza sempre questo Governo e questa maggioranza in tema di cultura, così come, possiamo dire, nei temi economici, nelle politiche ambientali, nella politica estera: ci troviamo sempre davanti a misure parziali, contraddittorie, prive di una strategia organica e a lungo termine.
Abbiamo visto negli ultimi giorni come l'Esecutivo abbia compiuto scelte assurde sul piano internazionale, compromettendo proprio l'immagine del nostro Paese, la nostra credibilità, perché sono state fatte scelte - e il Parlamento stesso è stato usato in maniera sconsiderata - ignorando completamente la giustizia internazionale, tentando di deviare il dibattito con polemiche sterili contro la magistratura, urlando al complotto; l'hanno detto tantissimi colleghi, che poi non si capisce in realtà quale sia il vero complotto.
Allo stesso modo, però, questo decreto-legge parla di come valorizzare la cultura, parla della valorizzazione. Però, non destina assolutamente risorse sufficienti a questo settore, ai territori - quindi, a caduta - ai lavoratori della cultura.
Così si preferisce creare nuove posizioni dirigenziali - e in questo, purtroppo, la maggioranza, in questi due anni e mezzo, ci ha più volte insegnato che è bravissima a farlo -, mentre le biblioteche chiudono e i progetti di rigenerazione culturale purtroppo restano al palo.
Abbiamo letto tutti che ha fatto una fotografia del nostro Paese e ha raccontato come, nel 2024, la crescita economica sia stata ferma, quindi pari allo zero.
Ecco, di fronte a una situazione così critica, quali sono le priorità di questa maggioranza e di questo Governo? Attacchi ai magistrati, lotte interne e scelte per pura propaganda. È sempre la solita storia, solo che cambia il decreto, cambia il nome del decreto, ma il metodo utilizzato purtroppo è lo stesso: stesse promesse, stessi slogan, ma nessuna azione concreta per i cittadini.
Abbiamo cercato di migliorare questo testo, abbiamo presentato tantissimi emendamenti e con questo faccio anche i complimenti ai colleghi della Commissione cultura che hanno cercato, con delle proposte puntuali, con delle proposte precise, di migliorare in qualche modo questo testo, di renderlo più concreto e più vicino possibile alle persone e agli operatori del settore.
Abbiamo fatto tantissimi emendamenti che riproporremo proprio in Aula, per parlarne e perché, magari, la maggioranza e il Governo possano in qualche modo svegliarsi e accettare qualcosa, anche se sicuramente non sarà così.
Ecco, a questo si aggiunge il tentativo, sventato in Commissione, di mettere mano alle soprintendenze, che noi sappiamo essere un baluardo anche per la tutela ambientale, paesaggistica e culturale, perché le si vuole indebolire. Non solo si indeboliscono le soprintendenze, ma in realtà si ferisce uno degli articoli della nostra Costituzione, l'articolo 9, proprio sul paesaggio, quindi sulla tutela paesaggistica, culturale e ambientale del nostro Paese.
Ecco, è servito un lavoro delle opposizioni che hanno bloccato questo scempio - anche noi lo abbiamo fatto fermamente, come MoVimento 5 Stelle -, perché non è con un emendamento che si può andare a toccare un tema così delicato. Volete parlare della soprintendenza? Benissimo, ma non in questo modo, perché ci sono tanti interessi speculativi dietro, lo dicevano prima i colleghi nei loro interventi. Quindi, si tratta, anche qui, di un attacco alla Costituzione senza ritegno. Purtroppo, in due anni e mezzo, ci avete abituato ad assistere anche a questo, ma noi continueremo sempre a lottare.
Volete un dibattito serio? Noi ci siamo, ma sicuramente voi non siete pronti, perché probabilmente, Presidente, su questo decreto, fra poche ore, verrà posta la fiducia. Sapete qual è il problema? Non le opposizioni o il MoVimento 5 Stelle con gli emendamenti, ma il fatto che la stessa maggioranza non si mette d'accordo, e quindi che cosa fa? Usa la fiducia come strumento . Di questo stiamo parlando: la fiducia non viene posta perché ci sono tantissimi emendamenti ostruzionistici delle opposizioni e, quindi, sicuramente il decreto scadrà. No, viene posta perché, dato che c'è un tema su cui la maggioranza è divisa, che cosa si fa? Si blocca la bocca alla maggioranza, si mette la fiducia e amen. Adesso arriverà un disegno di legge su questo tema e intanto passa il tempo, intanto ci si mette d'accordo su altre questioni, e probabilmente verranno messi altre poltrone e altri posti dirigenziali .
Il metodo purtroppo è chiaro. E quindi passa tutto, passa tutto in cavalleria, perché questa purtroppo poi è la realtà.
Si può parlare di tanti temi. Qui stiamo parlando del decreto Cultura, ma la stessa metodologia la possiamo usare in tutti i decreti che sono nelle Commissioni. Noi adesso affronteremo un decreto Emergenza e PNRR, e sarà sempre la stessa cosa: questo è il tema. È che voi non prendete in giro il MoVimento 5 Stelle, le opposizioni, ma il Parlamento. Prendere in giro il Parlamento vuol dire prendere in giro i cittadini e le cittadine. Ogni gesto che si fa contro quest'Aula si fa contro gli italiani e le italiane che stanno fuori, questo è il punto importante.
Quindi, noi sicuramente andremo avanti, noi continueremo a lottare, punto per punto. Siamo pronti anche ad affrontare in maniera propositiva gli emendamenti, come abbiamo sempre fatto. Ci troverete sempre dalla parte dei cittadini e delle cittadine e sempre dalla parte giusta .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Siamo di fronte, per l'ennesima volta, a un decreto fatto da questo Governo in cui sembra quasi che abbiano messo delle parole a caso all'interno di un paniere, tirandole e poi componendo un decreto per fornire una cornice a una giustificazione.
Uno pensa “decreto Cultura”, sicuramente staranno provando a fare qualcosa per il Paese o almeno ce lo si augura. E invece no, tutte quelle parole messe lì, imbellettate, per incorniciare il fatto che viene investito un milione di euro per assumere nuovi dirigenti e girare completamente la faccia rispetto a tutti i problemi che hanno i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo; i problemi che i lavoratori e le lavoratrici del mondo della cultura vi portano attraverso le loro istanze . Voi girate la faccia e fate questo decreto; questo decreto con cui dite di voler mettere in campo delle misure per le biblioteche, per la progettazione paesaggistica, per tutelare il paesaggio, per la rigenerazione culturale di periferie, aree interne.
Allora, uno si aspetta che sia un piano imponente. Poi, però, basta aprirlo, questo decreto, scorgere i primi articoli, le prime righe e vedere che c'è la parolina magica con cui si capisce che di fatto non c'è niente. Questa parolina si chiama “invarianza finanziaria”, questa parolina significa che nessuna risorsa verrà aggiunta da questo Stato, nessuna risorsa verrà investita da questo Governo per rigenerare culturalmente le periferie, per le aree interne, per il paesaggio.
Anzi, avete respinto molte delle proposte che noi vi abbiamo fatto e che avrebbero dato davvero senso al nome di questo decreto, che davvero avrebbero spostato l'attenzione sulla cultura.
Vi abbiamo chiesto di sostenere, per esempio, l'apertura delle nuove librerie, visto che nelle nostre città i luoghi della cultura spesso sono chiusi a favore di altri tipi di attività che niente hanno a che fare con la cultura. Penso alla mia città, penso al cinema Metropolitan che fa parte della storia della nostra città, un luogo della cultura che ha scandito la vita della nostra città e che adesso chiude. Il Ministero aveva promesso una grande attenzione per questo luogo della cultura napoletana, al momento però non abbiamo visto risultati e siamo molto preoccupati per il futuro di quel luogo.
Vi abbiamo proposto di digitalizzare il patrimonio librario, negata anche questa possibilità.
Vi abbiamo proposto di investire quelle risorse, che voi avete destinato all'assunzione di nuovi dirigenti, per l'alfabetizzazione digitale; vi abbiamo chiesto di istituire un Fondo per la tutela del patrimonio culturale per preservarlo dagli impatti del cambiamento climatico. Niente, neanche questo.
Mi fa ridere - credetemi - ma mi fa ridere amaramente pensare che voi siete quelli che si definiscono patrioti, quelli che vorrebbero difendere il Paese davanti a una norma, che davvero non è di buon senso, ma è urgente e di grande emergenza. Ci avete detto no e questo è veramente imperdonabile .
Soprattutto, vi abbiamo chiesto che quel milione di euro, che avete riservato all'assunzione dei dirigenti, per la costituzione di una nuova unità presso il Ministero che dovrebbe occuparsi della cooperazione culturale con l'Africa e con i Paesi del Mediterraneo, venisse destinato alla proroga dei contratti di quelle lavoratrici e di quei lavoratori del Ministero della Cultura che, dopo 3 anni di lavoro, nonostante la loro alta formazione, nonostante l'impegno e la dedizione con cui in questi anni hanno prestato servizio presso il Ministero, hanno visto il loro contratto scadere a dicembre del 2024. Vi chiedevamo una proroga: una proroga in attesa dell'apertura del tavolo per la loro stabilizzazione. Neanche su questo ci avete ascoltato.
Guardate che il grido di allarme era nostro, ma perché nostro era il grido di allarme di quei lavoratori e quelle lavoratrici a cui voi avete voltato le spalle, preferendo invece l'assunzione e le nomine di nuovi dirigenti, secondo quelle che sono le vostre logiche, che già conosciamo bene , non il merito di cui tanto vi riempite la bocca.
Adesso ci arrivo al merito, perché davvero io credo che dietro questa parola stiate nascondendo non solo la vostra visione estremamente classista del Paese, ma anche l'imbarazzo con cui formate la classe dirigente di questo Paese, con cui voi state nominando amici e persone vicine; perché, vedete, di fronte a una Ministra che va a processo, la Ministra Santanche', di fronte a una Ministra indagata, di fronte a un Paese intero che meriterebbe ben altro dal proprio Governo, che meriterebbe che una Ministra del genere si dimettesse, chiedendo scusa a un intero Paese, si sente invece rispondere che lei se ne frega, che lei tanto è amica del Vicepresidente del Senato. Questi sono valori per voi: le relazioni, l'essere vicino al potente di turno, non il merito. Il merito lo reclamate per gli altri, per quelli che non sono a voi vicini.
Allora, proprio parlando di merito, in questo decreto ritorna anche la Carta del merito, che - per chi non lo sapesse - è una carta che viene riconosciuta a quegli studenti e a quelle studentesse che hanno concluso i propri studi con il massimo dei voti. Bene, però, vede, in ambito scientifico, per chi si occupa di educazione, formazione e sociologia, da tempo è in atto un grande dibattito su questo criterio, perché spesso non si riconoscono le diseguaglianze di base che ci sono, perché, anzi, sarebbe proprio dovere della cultura, sarebbe proprio dovere delle istituzioni formative concentrarsi proprio su quelle ragazze e su quei ragazzi maggiormente in difficoltà e offrire loro gli strumenti per poter colmare quei che li tengono lontani dagli altri compagni e compagne. Se non facciamo questo, perdono di senso l'istituzione, la formazione, l'educazione. Se non riusciremo a riconoscere quelle profonde differenze, quelle disuguaglianze, quei divari che esistono già in partenza per chi accede, è chiaro che non potremo mai parlare davvero di un'istituzione meritocratica, perché non faremo altro che sviluppare tutto quello che verrà dopo proprio su quelle disuguaglianze con cui le persone entrano in partenza nella scuola.
Io lo so che parlare a voi di disuguaglianze e di divari è proprio come gettare parole al vento, potrei parlare da sola in questa stanza o con i miei compagni. Invece no, devo farlo a voi, perché voi siete il Governo di questo Paese; devo farlo a voi, perché siete voi che state governando e che dovreste assumervi la responsabilità di farlo in maniera etica e dignitosa.
Dovreste farlo e, invece, non lo state facendo, invece il Fondo per la povertà educativa viene decurtato, invece decidete di tagliare gli asili nido, su cui noi avevamo investito con i fondi del PNRR portati in questo Paese dal presidente Conte. Avete tagliato, appena siete arrivati al Governo, più di 100.000 posti in asilo nido. A dicembre avete confermato che per voi non è importante che ogni regione raggiunga quantomeno il 33 per cento, nonostante l'Europa vada verso il 45, di copertura in asili nido e qui - qui, in quest'Aula - ci siete venuti a dire che a voi basta che la media nazionale sia quella del 33 per cento. Perdonatemi, ma avete presente che la media nazionale non tiene conto degli squilibri e dei divari territoriali? Ma avete capito che avete certificato che per voi va bene se ci sono regioni che hanno di più e regioni che rimangono al palo e hanno sempre meno? Voi avete certificato che per voi va bene se neanche 2 bambini su 10 accedono all'asilo nido e guardate che questo significa tagliare le pari opportunità educative in partenza.
Allora, parlate di merito e non sapete neanche che cosa sia. Parlate di merito e non lo premiate quando si tratta di fare delle scelte. Parlate di merito e neanche ve ne accorgete o neanche ci tenete a mascherare l'imbarazzo con cui fate le vostre nomine, in nome dell'amicizia o della vicinanza politica.
Parlate di cooperazione culturale con l'Africa e i Paesi del Mediterraneo quando l'unica cooperazione che siete riusciti a fare, buttando la vergogna su questo Paese, è stata quella di scarcerare su un volo di Stato un criminale ricercato dalla Corte penale internazionale e, invece di assicurarlo alla giustizia, lo avete portato nel suo Paese e liberato .
Allora, sapete che c'è? Che non c'è alcun italiano o italiana, alcun cittadino o cittadina che vorrebbe che un criminale, come quello che tortura, violenta, che nelle sue mani ha tenuto un bambino di 5 anni…
PRESIDENTE. Concluda.
GILDA SPORTIELLO(M5S). …Nessuno vorrebbe un uomo del genere libero anziché in galera. Questo voi l'avete fatto: di questo vi dovete vergognare, di questo dovete rendere al Paese scusa, di questo deve assumersi la responsabilità la vostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che oggi scappa con la coda tra le gambe .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Scerra. Ne ha facoltà.
FILIPPO SCERRA(M5S). Grazie, Presidente. Allora, nell'esame di questo provvedimento voglio sottolineare come questo Governo perda importanti occasioni di valorizzare quelle bellezze del patrimonio materiale e immateriale del nostro Paese che ci vengono riconosciute in tutto il mondo e che nel Meridione possono essere un traino significativo per il rilancio dell'economia.
Mi riferisco, Presidente, ai siti UNESCO. In Italia ne abbiamo 59 riconosciuti come patrimonio dell'umanità, di cui 22 sono collocati a Sud. Solo la Sicilia, Presidente, ne ospita 7. Mi piace ricordarne alcuni, che sono quelli siciliani, a cui sono personalmente più legato: le 8 città tardo-barocche della Val di Noto, Caltagirone, Militello Val di Catania, la stessa Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli. Questi siti rappresentano il culmine del Barocco in Europa, comprendono i 3 centri storici di Caltagirone, di Noto e di Ragusa e alcune specifiche aree degli altri comuni che ho citato prima. Ci sono sontuosi ed eleganti palazzi, c'è una bellezza enorme, Presidente, come una bellezza enorme è nell'altro sito e sto parlando della città di Siracusa, che è stata di definita da Cicerone come la città più bella e più grande dell'antica Grecia e sto parlando delle necropoli di Pantalica, che sono delle necropoli di una bellezza devastante.
Allora, di fronte a questa bellezza, il sottoscritto aveva fatto un emendamento che andava nella direzione di valorizzare questi siti ma anche di supportare quei comuni del Sud che avevano la fortuna di avere questo tipo di siti. Aveva un duplice obiettivo quel tipo di emendamento: quello di promuovere lo sviluppo del Mezzogiorno e quello di valorizzare e di rafforzare l'identità culturale italiana, rimpinguando un Fondo, per soli 10 milioni di euro, il Fondo che prevedeva la valorizzazione di questi siti. Ebbene, questo Governo è stato in grado di dire di no addirittura a questo tipo di proposta. Questo è un Governo che è contro la cultura, che è contro la valorizzazione delle bellezze architettoniche e culturali del nostro Paese.
Questo è un Governo contro qualsiasi caratteristica positiva del nostro Paese. È un Governo contro il Sud, perché questi siti sono principalmente nel Sud. È un Governo che ha dimostrato, in più occasioni, di essere contro il Sud. Mi riferisco allo scellerato - per fortuna smontato quasi integralmente - progetto nefasto dell'autonomia differenziata; mi riferisco al fatto che, con riferimento al PNRR, siamo molto indietro sugli investimenti per il Sud; mi riferisco al fatto che è stato abolito il credito d'imposta per il Mezzogiorno. C'è tutta una serie di iniziative, da parte di questo Governo, che va contro il Sud e contro l'identità culturale del nostro Paese, come dicevo prima.
Qual è il punto, Presidente? Il punto è che il nostro Paese dovrebbe essere riconosciuto come il Paese della bellezza e della cultura. Quello che è successo la scorsa settimana, Presidente, è qualcosa di gravissimo, perché fa apparire il nostro Paese, agli occhi del mondo, come il Paese che ha trasferito, con un volo di Stato, un criminale violentatore nel suo Paese. Una persona, che meritava di essere trattenuta nelle carceri italiane, l'abbiamo trasferita con un volo di Stato in Libia. È una cosa gravissima! Quella foto con la bandiera italiana di quel criminale verrà ricordata nei prossimi anni, e ci fa ricordare che questo Governo, Presidente, è e sarà corresponsabile, se questa persona continuerà a fare quelle azioni, se quella persona continuerà a delinquere…
PRESIDENTE. Onorevole, si attenga al tema.
FILIPPO SCERRA(M5S). Abbiamo una corresponsabilità di cui…
PRESIDENTE. Si attenga al tema.
FILIPPO SCERRA(M5S). C'era il legame con quello che dicevo prima, Presidente, perché sto parlando della cultura italiana, che dovremmo promuovere nel mondo e, invece, stiamo promuovendo la cultura della vergogna perché tutti noi italiani ci vergogniamo dell'azione gravissima che ha fatto questo Governo.
Quindi, purtroppo, l'accostamento c'è, Presidente. Vogliamo che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni venga a riferire qui che abbia il coraggio di venire in Aula a raccontare per quale motivo abbiano deciso di fare questo tipo di azione. È un'azione nella quale il Ministro della Giustizia Nordio ha una responsabilità evidente! È inutile parlare di complotti! È inutile parlare di magistratura! È inutile parlare di Corte penale internazionale! La responsabilità è del Ministro Nordio e del Governo Meloni, Presidente, che sta facendo fare una figura barbina…
PRESIDENTE. Onorevole, per cortesia.
FILIPPO SCERRA(M5S). …ad un Paese, e che è corresponsabile delle prossime azioni - che speriamo che non vengano fatte e che venga catturato - di un criminale. Chiudo, Presidente, e la ringrazio .
PRESIDENTE. Grazie. Signori, per motivi tecnici, sospendo la seduta per 5 minuti, che riprenderà alle ore 19.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
È iscritto a parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. Anche questa volta ci troviamo a parlare di un decreto a cui è stato dato un nome, il decreto Cultura, e, come spesso è accaduto in questa legislatura, gli è stato dato giusto il nome, perché poi si va a vedere il contenuto ed è davvero scarno. Soprattutto, non c'è ciò che servirebbe più di tutto alla cultura, e cioè le risorse. Queste mancano, però le risorse in qualche modo sono state trovate per moltiplicare poltrone, clientele e posizioni di potere all'interno del Ministero .
Quindi, è l'ennesimo provvedimento propagandistico, che si riempie la bocca di parole altisonanti, mentre il settore della cultura soffre per i tagli, la mancanza di investimenti e la mancanza di risorse. I colleghi della Commissione hanno proposto degli emendamenti di buon senso per migliorare il provvedimento, che prevedono più risorse per biblioteche e librerie, tutele per i lavoratori della cultura e incentivi alla digitalizzazione del patrimonio librario. Però i soldi per questo non sono stati trovati, mentre è stato trovato un bel fondo per poltrone dirigenziali, quei soldi sono stati trovati eccome.
L'idea di cultura è un'idea che riguarda tanti settori, ma la cultura per questo Governo, per questa maggioranza, per questa fazione politica, è evidentemente una macchina di consenso elettorale e di spartizione di incarichi. Ma proprio mentre parliamo di cultura e di proiezione internazionale del nostro Paese, il Governo rischia di gettare nel fango la nostra reputazione agli occhi della comunità internazionale.
Quindi, mi chiedo come si possa parlare di cultura, di tutela del patrimonio e di relazioni diplomatiche, come ci si possa riempire la bocca con il nome di Adriano Olivetti, quando, appena una settimana fa, si è deciso di far scarcerare e rispedire in Libia un ricercato dalla Corte penale internazionale. Ma è giusto un breve cenno, Presidente, poi ritorno sull'argomento. Sto parlando di Almasri, che è un soggetto accusato di torture, stupri ed esecuzioni sommarie anche su bambini. Un criminale dei peggiori, un trafficante di uomini e di morte. E cosa ha fatto questo Governo?
Ha scelto di ignorare il mandato della Corte penale internazionale, ha finto di non capire, ha preso tempo e, infine, ha messo in atto un'operazione vergognosa: lo ha scortato con un volo di Stato e lo ha riportato comodamente in Libia, libero di riprendere le sue attività criminali. Ritorno a parlare del provvedimento, perché quello che è stato uno degli aspetti più sconcertanti, che per fortuna che non è passato, e che ha creato divisioni nella stessa maggioranza è stato un emendamento della Lega che ha tentato di eliminare il parere vincolante, da parte delle soprintendenze, per i lavori su immobili posti in aree vincolate.
Un parere vincolante che è spesso un presidio a protezione di quelli che possono essere i beni culturali, di quelli che sono i nostri beni culturali. A me, Presidente, è venuto in mente un esempio. In questi giorni mi è venuto in mente questo esempio: si tratta di un bene che non so se è proprio un bene culturale o su cui la soprintendenza può esprimere dei pareri, anche vincolanti, quando, ad esempio, viene realizzato un manufatto nelle sue vicinanze.
Parlo di un mausoleo che si trova a poca distanza da Roma, ad Affile: è il mausoleo intitolato a Rodolfo Graziani, un generale italiano fascista, definito “criminale di guerra” dalla Commissione delle Nazioni Unite, responsabile di massacri in Libia ed in Etiopia. Non fu mai processato seriamente, nonostante le sue atrocità; l'Italia, all'epoca, preferì lasciarlo impunito, giustificandolo per convenienze politiche. A questo soggetto recentemente è stato poi dedicato un mausoleo. Quindi, mi viene anche da pensare se, viste le vicende più recenti e visto che gli si è dato anche un volo di Stato, il cui costo dovrebbe corrispondere all'incirca a quello della realizzazione di un mausoleo, non si possa dedicare un mausoleo al criminale Almasri, che non viene consegnato alla giustizia internazionale, ma rimandato a casa con la complicità del Governo italiano.
Quindi, cambiano i contesti, ma la logica, all'incirca, resta la stessa. Restano così sullo sfondo tante domande senza risposte e il Governo continua a nascondersi dietro il segreto istruttorio. Il Ministro Nordio - per ritornare al tema - pur essendo a conoscenza dell'ordine di cattura del 20 gennaio, non ha dato disposizione per convalidare il fermo. Perché il Governo ha mandato un Falcon di Stato a Torino la mattina dello stesso 21 gennaio, quando ufficialmente si stava ancora valutando cosa fare? Perché si è deciso di proteggere un torturatore e stupratore, invece di consegnarlo alla giustizia internazionale?
Si dice di essere vittima di un complotto, ma è evidente che questo Governo ha tradito i valori fondamentali della giustizia, e la Corte penale internazionale ha denunciato pubblicamente la mancanza di collaborazione dell'Italia e oggi il nostro Paese è sotto osservazione per una possibile violazione del diritto internazionale. Tralascio le altre considerazioni che sono state ampiamente approfondite dai colleghi. Questa vicenda non deve essere insabbiata, si chiedono risposte.
Chiediamo che la Presidente Meloni venga a riferire immediatamente in Parlamento. L'Italia merita un Governo che difende la legalità, non un Esecutivo che protegge i criminali di guerra per calcoli politici, come successe, forse, qualche anno fa allo stesso personaggio a cui poi è stato dedicato un mausoleo, Rodolfo Graziani .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, il decreto in esame, a detta al Ministro Giuli, rappresenta un primo passo per rispondere alle esigenze della catena del valore della cultura. Bene, sul fatto che ci sia bisogno di accrescere la catena del valore della cultura nel nostro Paese penso che siamo tutti d'accordo, ma che ci sia in Italia una grande sete di cultura ce lo ricorda anche la recente proprio del Ministro Giuli, che è inciampato in uno scivolone cosiddetto geografico durante l'ultimo proprio qui, in quest'Aula.
Rispondendo a un'interrogazione sull'iscrizione nella lista patrimonio UNESCO di alcuni teatri, il Ministro ha citato il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, collocandolo in provincia di Spoleto. Insomma, si è inventato una nuova provincia, come inventarsi, che so, la provincia di Pompei o di Bassano del Grappa. Se il Ministro fosse stato del MoVimento 5 Stelle, i colleghi di maggioranza non sarebbero certo stati zitti, come lo sono stati ora. L'avrebbero probabilmente apostrofato, come hanno fatto e come hanno dato ampia prova di saper fare. Lo avrebbero probabilmente appellato, prendendo spunto dall'ampia gamma di insulti facilmente reperibili in rete, quale Ministro scappato di casa, incapace, insignificante, ignorante, irrilevante, autentico esempio di cretinocrazia, miracolato o, ancora, ridicolo, dilettante, coatto, incompetente e pure un poco pagliaccio .
Noi, signor Presidente, ci limitiamo sommessamente a suggerire al Ministro di studiare un pochino di più la geografia perché che sia proprio il Ministro della cultura a fare queste le rende un pochino più imbarazzanti. Va, tuttavia, riconosciuto che, se lo scopo del Ministro era quello di esibire una certa forma di ignoranza per avvalorare la necessità di un decreto a sostegno della filiera della cultura, in questo caso dovremmo dire che c'è riuscito egregiamente.
Quindi, ben venga questo decreto per gli obiettivi che si propone; peccato che per perseguire questi obiettivi segua percorsi che sono sbagliati. Il più eclatante è forse la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato attraverso l'istituzione di un'unità di missione. Ebbene, questa unità di missione appare più finalizzata a sistemare qualche fratello o sorella d'Italia, piuttosto che a sostenere il processo di promozione della cultura all'estero. I nuovi ruoli dirigenziali che vengano creati, peraltro, appaiono ottimamente remunerati. Infatti, le coperture previste sono addirittura pari a un milione di euro. È una sorta di super-reddito di cittadinanza, mi verrebbe da dire. È un reddito di cittadinanza voluto dal Governo per pochissimi privilegiati che verranno scelti, come è avvenuto in passato, tra coloro che portano un cognome di peso, tra coloro che hanno avuto una precedente candidatura sfortunata oppure tra coloro che hanno una simpatia personale politica con questo o quell'altro membro del Governo. L'unità sarà, infatti, composta da dirigenti che, per esplicita previsione normativa, potranno non essere appartenenti alle amministrazioni dello Stato, cioè potrà essere composta pressoché da chiunque.
D'altra parte, ricordo a me stesso e all'Aula che lo stesso Ministro della cultura è figlio di una nomina politica, cioè la nomina alla presidenza della fondazione MAXXI; presidenza del quale, per sua stessa ammissione, peraltro, pare che non sapesse nulla. D'altra parte, sono migliaia le nomine fatte da Governo e maggioranza che prescindono da valutazioni di merito.
Solo per fare qualche esempio, nel CdA di Sogin avete collocato una vostra ex senatrice assieme al Segretario provinciale della Lega di Pavia; nel consiglio di amministrazione di Leonardo ci è finito un ex deputato della Lega con un passato in Forza Italia. Anche Fratelli d'Italia è in Leonardo, per coincidenza, un suo ex capogruppo addirittura è nel consiglio comunale di Arezzo. Fratelli d'Italia vanta anche, come presidente dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, l'ex sindaco di Lecce e nel CdA una propria dirigente, altra coincidenza. La Lega ha messo il suo senatore come consigliere nella Zecca dello Stato. Un altro ex è stato messo al vertice di GSE, dove siede anche una sua collega, una senatrice non rieletta di Forza Italia. Ancora, ricordo l'ex Sottosegretario azzurro all'editoria, nominato amministratore delegato e acquirente unico; pure nel collegio sindacale c'è finito un ex deputato leghista. Come Presidente del CdA dell'Istituto per il credito sportivo è arrivato, sempre per caso, il cognato del senatore Lotito e ai vertici dell'Istituto superiore di sanità è subentrato, sempre per caso, il cugino del Sottosegretario Fazzolari. Si potrebbe continuare così per ore e ore.
Insomma, la lista degli ex politici, parenti e amici che sono stati nominati ai vertici delle amministrazioni non si conta, ma, ironia del destino, c'è ancora oggi, proprio tra i banchi della maggioranza un ex Ministro che dichiarava orgogliosamente: con la cultura non si mangia. Beh, consentitemi, forse almeno per qualcuno, qualche membro di maggioranza, questa frase andrebbe rivista .
Ad ogni modo, la struttura di missione avrà tra i suoi compiti quello di indirizzo e di coordinamento di progetti culturali con Stati e organizzazioni, anche nordafricane. Mi chiedo con quale coraggio si andrà in Africa a spiegare, nei Paesi di provenienza delle vittime di Almasri, come il Governo italiano abbia gestito la questione. Il Governo dirà forse loro le stesse cose che ha detto in Italia, cioè prima che è stato un complotto, poi che è stata colpa della CPI, che non ha ritenuto di volerlo arrestare in Germania. Oppure, dirà loro, come già detto in Italia, che è stata tutta colpa dei giudici che l'hanno scarcerato, ma anche che è tutta colpa del fatto che non sono state inviate le carte a Nordio; anzi no, che le carte a Nordio sono state inviate, ma in ritardo, oppure, ancora, che le carte sono state ricevute per tempo, ma, come suggerisce Tajani, erano 40 pagine di un inglese troppo difficile.
Infine, si dirà di aver rispedito in Libia Almasri perché troppo pericoloso per l'Italia…
PRESIDENTE. Rimanga sul tema, per favore!
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). …benché la Libia fosse proprio l'unico Paese al mondo in cui fosse veramente pericoloso e pace se i delinquenti si dovrebbero arrestare proprio per evitare che tornino a delinquere. Qualcuno a questo punto, signor Presidente, forse ricorderà dall'Africa, ricorderà al nostro Governo, che anche il voto in Parlamento, che sancì che Ruby Rubacuori era la nipote di Mubarak, era stato fatto, ovviamente mentendo, per garantire la sicurezza nazionale. A quel punto, forse la struttura di missione valuterà meglio se non sia più conveniente rinunciare a questo progetto. Non vi può essere giustificazione alcuna, infatti, per aver sfregiato la legalità internazionale, imbarcando su un volo di Stato, a spese dei contribuenti, un efferato criminale …
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Grazie, onorevole. Chiuso… articolo 39 del Regolamento. È iscritta a parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. Siamo qui oggi a discutere di un testo di 12 articoli, rispetto ai quali, ovviamente, per ragioni di tempo, mi potrò soffermare soltanto su alcuni di questi, facendo comunque considerazioni di ordine generale, da cui certamente non posso esimermi. Sicuramente, gli articoli 1 e 2 ci parlano di questo Piano Olivetti per la cultura, un Piano ispirato alla figura di Adriano Olivetti, notissimo e illuminato industriale di Ivrea, noto per aver combinato sviluppo economico, sociale e progresso culturale. L'articolo 2 parla di questa costituzione di un'unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato.
Ebbene, Presidente, francamente rabbrividisco a sentir parlare di cooperazione internazionale da questo Governo, dopo che l'Italia, primo Paese firmatario dello Statuto di Roma, ha ignorato deliberatamente il mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale. Ditemi che credibilità possiamo darvi oggi, in questo Parlamento, rispetto a questo testo che propone la cooperazione internazionale, dopo che un organismo internazionale, di cui siamo praticamente fondatori, ossia la Corte, è minacciato. La Corte è l'anima dell'Unione europea. Non ha forza di polizia e serve collaborazione da parte di tutti gli Stati per poter dare esecuzione ai mandati penali d'arresto.
Ebbene, questa cooperazione nel nostro Paese, in questa occasione, in questo momento storico è stata tradita da questo Governo . Quindi, di che cosa stiamo parlando, Presidente? Me lo spieghi lei. Di che cosa stiamo parlando? La Corte penale internazionale è stata già vittima, in questi ultimi mesi, di attacchi in virtù del mandato d'arresto emesso nei confronti del criminale di guerra Netanyahu e adesso il disegno è limpido. Altro che cooperazione, qui si sta minando il simbolo del nostro sistema internazionale. Si stanno mettendo in pericolo le persone che lavorano, perché minacciando la Corte penale internazionale, si mettono in pericolo le persone che lavorano lì…
PRESIDENTE. Rimanga sul tema!
VALENTINA BARZOTTI(M5S). …e sono sul tema, perché sono questo Governo e questo Parlamento che, in questo momento, stanno mettendo, in questo disegno di legge, queste parole, tradendole deliberatamente. Si stanno tradendo le vittime dei reati. La Corte è un argine contro la tracotanza del potere governativo e il Governo, come sempre, attacca deliberatamente qualunque presidio di legalità senza scrupoli: la magistratura, ogni giorno; il Parlamento, totalmente delegittimato, non venendo qui a discutere con noi, a parlare di quello che è successo. Anche questo Parlamento è stato tradito. Aspettiamo da una settimana le parole della Premier e le parole dei Ministri competenti su questo scandalo che stiamo vivendo.
Vado avanti su questo disegno di legge che ci state propinando oggi.
L'articolo 4 è relativo alle celebrazioni del 25° anniversario della Convenzione europea sul paesaggio. Benissimo, però magari si riservasse la stessa attenzione alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo ! Principi traditi in modo insopportabile e vergognoso da questo Governo, dopo aver tremato e rinunciato a trattenere il generale in questo Paese. Una decisione politica di fronte alle violenze di Almasri, dopo essersi piegati davanti all'orrore delle violenze, degli stupri, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra.
Ancora sul testo, Presidente, vado avanti ed esprimo due parole sul personale. Nulla sulla carenza di personale nel comparto cultura. Il nostro emendamento sul personale prima è stato reso inammissibile e poi bocciato, ovviamente continuando a precarizzare i lavoratori come cifra fondamentale di questo Governo. Noi siamo in Commissione lavoro e possiamo testimoniare che ogni giorno ci occupiamo della precarizzazione del lavoro povero, del lavoro povero di futuro, del lavoro povero di salario, del lavoro povero di qualità che caratterizza il Governo Meloni.
Due parole sul merito, perché, anche in questo caso, all'interno del nostro bellissimo disegno di legge si parla di merito. Parliamo di quel basato sul criterio del merito: 100 alla maturità. Ancora una volta, dimostrate una superficialità incredibile nel trattare, in modo uguale, situazioni completamente diverse, tradendo i principi della nostra Costituzione in tema di pari opportunità, perché non potete pensare che un ragazzo o una ragazza, che vivono in condizioni di povertà educativa, che vivono in condizioni di fragilità sociale, emarginati e senza strumenti, possano avere le stesse opportunità di un ragazzo che vive in modo agiato, nel lusso, a cui non manca niente, a cui è sempre tutto pronto a tavola, che non ha alcun tipo di preoccupazione né alcun tipo di problema e nel cui ambito familiare non c'è frustrazione. Ma di che cosa stiamo parlando, Presidente? Ma questa è una vergogna di Stato! Noi ogni giorno, in questo Parlamento, denunciamo questo tipo di condotte del Governo, ma evidentemente è una scelta deliberata di accanirsi nei confronti delle persone più fragili, perché questo è ciò che dice questo articolo. Si chiama uguaglianza sostanziale e non lo dico io, ma lo dice la nostra Carta costituzionale, all'articolo 3.
Con questo Governo, andiamo - andate, perché noi la responsabilità non ce la prendiamo - a consolidare ancora di più le disuguaglianze del nostro Paese, ma si può capire, perché per il Governo il merito è quello del generale Almasri, riportato a casa con tutti gli onori al posto di essere contenuto e detenuto come gli obblighi internazionali avrebbero preteso e anche come avrebbe preteso la decenza. Ma quale complotto? Di che complotto state parlando ? Prendetevi le vostre responsabilità e smettetela di minare i fondamenti della nostra democrazia !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Presidente, è stata, ahimè, tolta la parola a un deputato che stava svolgendo la discussione generale in merito al provvedimento che è all'esame di quest'Aula. Il collega stava svolgendo in tutta tranquillità la sua discussione e stava analizzando il merito del provvedimento. Che vengano fatti, poi, dei collegamenti con quanto avviene nella realtà penso che questo possa accadere quando parliamo di politica, quando parliamo di libertà di espressione del pensiero, o ci volete togliere anche questo? Presidente, io mi rammarico di dover fare questo appunto, anche perché, se si legge il Regolamento, non vi è una sola parola che dica che questo è inibito ai deputati, assolutamente. Ripeto: il collega stava, per l'appunto, svolgendo la sua discussione, che, ovviamente, non può essere avulsa da quello che accade nel mondo esterno, perché non si può parlare solo di quello che avviene in quest'Aula, ma c'è, di necessità - viviamo in una democrazia -, un contatto continuo con la realtà sociale, politica ed economica che si vive anche al di fuori di quest'Aula . Per questo motivo non è possibile, nel modo più assoluto, inibire ai parlamentari il diritto di parola !
PRESIDENTE. Onorevole Alifano, per correttezza istituzionale, rammento che, a norma dell'articolo 39, comma 3, del Regolamento, “il Presidente può”, come recita il Regolamento, “a suo insindacabile giudizio, interdire la parola ad un oratore che, richiamato due volte alla questione, seguiti a discostarsene” . È iscritta a parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo qui ad analizzare il decreto Cultura che, secondo quanto dice il Ministro Giuli, rappresenta un primo passo per rispondere alle esigenze della catena del valore della cultura, nonché per dare una prospettiva e una visione internazionale al Ministero della Cultura.
L'Italia è una culla di civiltà, un immenso patrimonio UNESCO, Paese di enorme bellezza e cultura. L'UNESCO definisce la cultura come una serie di caratteristiche specifiche di una società o di un gruppo sociale in termini spirituali, materiali, intellettuali o emozionali.
Sostanzialmente, l'identità di una comunità o di una Nazione è cultura e la cultura concorre alla formazione dell'individuo sul piano intellettuale e morale.
Questo provvedimento, in realtà, ha anche spunti positivi, ma per noi è assolutamente insufficiente. Per quanto riguarda il profilo internazionale, i primi due articoli riguardano l'adozione del Piano Olivetti per la cultura, ispirato alla figura di Adriano Olivetti, industriale di Ivrea noto per aver combinato sviluppo economico, progresso sociale e cultura, e l'istituzione di un'unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato, che opererà in stretta combinazione con la cabina di regia del Piano Mattei. Però, dobbiamo capire bene - e vorremmo che fosse anche spiegato - che cosa si intenda per cooperazione internazionale, atteso che le vicende di questi giorni ci pongono molte perplessità sul tipo di collaborazione che vogliamo instaurare con i Paesi africani, perché si comprende, per esempio, l'intento del Governo di limitare il fenomeno migratorio, ma ci si deve chiedere se, per limitare il fenomeno migratorio, l'Italia debba scendere a patti o subire ricatti da organizzazioni criminali e mafiose che inibiscono la partenza dei migranti o addirittura loro stesse determinano la partenza dei migranti - veri e propri trafficanti di uomini -, decidendo, così ricattandoci, di far arrivare gente sulle nostre coste o, invece, di tenerle lì, torturandole, abusando di loro, uccidendole, persino stuprando bambini, come nel caso Almasri e questo credo sia un punto fondamentale da appurare.
Per questo motivo, insistiamo sempre perché si venga a interloquire con il Parlamento, che è la sede della sovranità popolare. Non è il Governo ad essere sovrano ed espressione del popolo italiano. Il Governo è espressione di una maggioranza parlamentare. La sede della sovranità popolare è il Parlamento e, quindi, è qui che ci devono venire a spiegare che cosa intendano e non certo sui , magari con affermazioni e slogan.
Quindi il Piano Olivetti in effetti apre delle prospettive stupende: favorire lo sviluppo e la cultura come bene accessibile e integrato nella comunità, nel rispetto del principio della sussidiarietà orizzontale; promuovere la rigenerazione culturale delle periferie - ci vorrebbe -, delle aree interne e delle aree svantaggiate; valorizzare le biblioteche; promuovere la filiera dell'editoria libraria. Però c'è un punto dolente in tanta bellezza prospettica: con quali risorse si intendono fare tutte queste cose? Perché poi c'è un inciso: il Piano dovrebbe essere adottato nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, ossia senza risorse aggiuntive.
È evidente, quindi, che è una pia illusione, un'utopia, proporre un Piano di questo genere senza metterci alcuna risorsa. È l'ennesima fuffa propagandistica, a cui purtroppo questo Governo ci ha abituato, che per l'ennesima volta deluderà gli italiani. Poi c'è l'articolo 2, che in realtà stabilisce e instaura una unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e Mediterraneo allargato - però dobbiamo sempre premettere che tipo di cooperazione intendiamo - istituita presso il Ministero della Cultura alle dirette dipendenze del gabinetto del Ministro della Cultura.
Quindi sostanzialmente, ancora una volta, non si mettono risorse sulla sostanza delle questioni e delle problematiche, ma si creano posizioni ben retribuite: si parla di quasi un milione di euro l'anno e un dirigente generale scelto a piacimento con piena discrezionalità, diciamolo pure, che avrà circa 245.526 euro annui. In 6 persone avranno un milione di euro di risorse a loro disposizione, quando invece i dipendenti, il personale, la gente del settore della cultura in Italia sta soffrendo pesantemente, e per loro non si trovano le risorse, che si trovano per creare una cabina di regia, che in realtà è attribuire posizioni di potere agli amici.
Noi stiamo in Italia attuando la politica dell'amichettismo, una volta si sarebbe chiamata nepotismo. Attribuire incarichi pubblici a parenti, amici, eccetera, eccetera, non è una cosa positiva, perché tutti hanno diritto di partecipare, in base al merito, alla gestione della cosa pubblica. Quindi questa è l'essenza di questo provvedimento, che in realtà si limita a questo. Ci sono poi 800.000 euro per celebrare il 25° anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata a Firenze nel 2000, pensate un po', per promuovere la protezione, la gestione e la pianificazione del paesaggio, nonché, sempre, la cooperazione internazionale sulla politica di paesaggio.
Ma quale incoerenza ha questo Governo quando spende risorse pubbliche, quasi un milione di euro, per celebrare una Convenzione che alla prima occasione sconfesserà e già sconfessa negli atti , perché in realtà tutte le politiche sinora di questo Governo sono andate contro la protezione del paesaggio, diminuendo e snellendo le procedure, rendendole più celeri per tutte quelle cose che sono in realtà devastazione e speculazione sul nostro patrimonio.
Vengo da Agrigento e sapete tutti che è un'immensa miniera - fino avantieri si è trovato un teatro greco, ancora ieri delle statuette dell'antica colonia greca, della Magna Grecia - ricchissima: cosa ci dobbiamo fare, sventrarla per far passare i tubi del gas con procedure accelerate? Il paesaggio non è nostro, il patrimonio artistico d'Italia non è nostro, noi lo abbiamo solo in possesso perché lo dobbiamo lasciare ai nostri posteri. Che dire poi? La cultura non può essere utilizzata come un bancomat, questa è purtroppo la visione.
Ne è testimonianza il caso proprio di Agrigento capitale della cultura, con lo scandalo di questi giorni, le televisioni ne parlano tutte, della Fondazione Agrigento capitale della cultura 2025, il cui presidente, il professore universitario Giacomo Minio, l'unico titolato, perché professore universitario di economia dei beni culturali, è stato costretto alle dimissioni, mentre nel consiglio d'amministrazione della Fondazione abbiamo un dermatologo .
La cultura è una cosa seria, è una cosa serissima, è l'anima di un popolo con le sue categorie fondamentali che si rifanno al bello. Alle sovrintendenze volevano attribuire il parere non vincolante, così dicono quello che vogliono, tanto il patrimonio lo devastano. Il bene, il vero e il giusto. La verità non è merce o valore in cui si impegna questo Governo: vengano a dirci la verità sul caso Almasri, gli italiani hanno diritto di sapere.
Il bene è la legalità, il rispetto delle Convenzioni internazionali, perché e noi non possiamo disfarle a piacimento, perché trasciniamo il Paese, l'Europa e il mondo nella barbarie. Faccio quindi appello, come si diceva, agli uomini veri, uomini liberi e forti, perché le categorie morali della cultura non vengano azzerate, perché la cultura è l'antidoto contro la mafia. Chi si rifà a Falcone e a Borsellino dovrebbe ben conoscere le parole su questi argomenti: quando la gioventù le negherà il consenso, anche la misteriosa e onnipotente mafia svanirà come un incubo. Noi vogliamo che svanisca anche la mafia dei libici che hanno i .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Questo decreto riguarda disposizioni urgenti in materia di cultura, un provvedimento che si compone di ben 13 articoli e che, a detta del Ministro Giuli, rappresenta - cito testualmente - un primo passo per rispondere alle esigenze della catena del valore della cultura, nonché per dare una prospettiva e una visione internazionale al Ministero della Cultura. Allora - e poi torno immediatamente sul provvedimento - la prima domanda che mi viene in mente, visto il carattere roboante di questo intendimento, è: che messaggio culturale l'Italia vuole dare a livello internazionale, quando abbiamo un Governo in carica che si è appena reso responsabile della mancata esecuzione di un mandato di arresto proveniente dalla Corte penale internazionale ?
Tra l'altro non riguardava un soggetto qualsiasi, un ladro di mele, qualcuno che ruba per fame, visto che questo Governo è assolutamente ignaro rispetto a tutti i problemi che riguardano la popolazione più fragile e più povera, ma riguarda e riguardava nientepopodimeno che il capo della polizia libica, che, secondo un articolatissimo della Corte penale internazionale, si è macchiato di reati gravissimi, come stupri e torture nei confronti di migliaia di libici e anche di bambini addirittura di 5 anni.
Ma non è tutto, perché questa maggioranza fa appello a un generico Piano Olivetti per la cultura che, nelle intenzioni del decreto, dovrebbe avere delle finalità assolutamente condivisibili. Il punto, come ricordavano alcuni colleghi prima di me, è che il Piano dovrà essere adottato nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, e questo potrebbe essere anche condivisibile, perché siamo davanti a un Governo che effettivamente pensa a risparmiare e non vuole spendere soldi inutilmente. Allora mi domando se per il Falcon 900 che è decollato da Torino e ha portato Almasri in Libia il Governo non aveva contabili a disposizione per fare i conti , quindi non si è preoccupato di quello sperpero dei soldi pubblici e di quella situazione che ha determinato per noi una vergogna a livello internazionale.
Ma andiamo oltre. Come dicevo, questo Piano va portato avanti con le risorse a legislazione vigente. Le uniche risorse che questo Governo ha trovato, le ha trovate, invece, per una struttura particolare. Noi ormai siamo abituati all'arroganza di questo Governo che grida ai quattro venti che è capace di risolvere tutti i problemi grazie a strutture commissariali, di cui non abbiamo notizia, o unità di missione, in modo da sperperare in maniera adeguata tutti i soldi dei cittadini.
È stata creata questa unità di missione, che costerà circa un milione di euro, a cui potranno accedere anche figure che sono al di fuori dell'amministrazione. Ebbene, do una notizia al Ministro della Cultura e al Governo in generale. Forse, non sanno che, all'interno del comparto cultura, ci sono migliaia di lavoratori che sono ancora in attesa di essere stabilizzati, in attesa di un contratto di lavoro degno di questo nome e che c'è una serie di figure, all'interno dell'amministrazione, che certamente potrebbe ricoprire ruoli di direzione di strutture, senza dover pescare al di fuori dell'amministrazione, probabilmente per accontentare gli amici della maggioranza e del Governo.
Ancora. L'articolo 5 di questo decreto prevede un sostegno ad alcune istituzioni culturali. Ebbene, ci chiediamo secondo quali criteri si sostengano alcune istituzioni culturali e non altre. Anche qui, c'è assolutamente una mancanza di trasparenza, ma ormai questa è la linea cardine che muove le azioni di questo Governo.
Ancora. Parliamo della filiera del libro e del fondo destinato alla produzione cartacea dei quotidiani. Questo settore - lo sappiamo tutti - ha bisogno di uno stanziamento ingente di risorse, stanziamento che purtroppo non vediamo. Abbiamo bisogno di ripensare e di tutelare maggiormente il diritto d'autore, soprattutto nelle riproduzioni digitali delle opere intellettuali. Sappiamo che, in questa situazione, tanti autori e tanti lavoratori impegnati professionalmente nella filiera del libro vivono una condizione di disagio e di precarietà e, anche in questo caso, dal Governo non avranno nessuna risposta. Tale condizione di precarietà, in particolare, colpisce i traduttori letterari e visto che i traduttori letterari si trovano in una condizione davvero di disagio e di difficoltà, voglio dare un consiglio al Governo. Siccome una delle scuse trovate per giustificare un comportamento indegno del Governo era quella che, all'interno dei vari Ministeri competenti, non ci fossero persone adatte a tradurre un mandato di arresto e un fascicolo scritto in inglese, do una notizia alla Presidente Meloni: ci sono migliaia di traduttori in Italia che stanno attendendo di essere valorizzati e che, quindi, sono a disposizione della Premier, qualora i suoi Ministri non riescano a tradurre le sentenze.
Ancora. Gli editori stanno continuando a dismettere le testate locali e il Governo nulla fa, anzi, più si riduce l'informazione, meglio riuscite a canalizzare la vostra propaganda politica. Il settore è assolutamente in crisi, in una situazione di gravissimo collasso. Ebbene, nessuna delle emergenze del settore cultura viene toccata in questo decreto. La piaga più importante che purtroppo colpisce questo settore è quella della precarietà del lavoro che si riscontra in tutti i campi che ruotano attorno al mondo della cultura. Sappiamo che nel mondo dello spettacolo i rapporti di lavoro sono frammentati, sono eterogenei, il lavoro irregolare è una pratica assolutamente diffusa e si manifesta in forme molto diversificate.
Nel sistema dei musei, molte attività sono gestite da aziende cooperative private, che agiscono in un regime di appalto e di concessione e, quindi, per i lavoratori e le lavoratrici che svolgono il loro mestiere all'interno di queste cooperative al servizio dei musei la stabilità occupazionale è una mera chimera, perché ad ogni bando di subentro in concessione c'è sempre il rischio che non vengano inserite adeguate clausole sociali. Quindi, questi lavoratori e queste lavoratrici, che sono altamente formati, davvero vivono in una perenne situazione di angoscia. Le gare al massimo ribasso producono insicurezza e bassi salari. Il lavoro dei volontari spesso viene utilizzato nelle nostre amministrazioni, nei nostri luoghi di cultura per sopperire alle carenze di organico e questo ha un effetto devastante anche sulla motivazione dei nostri giovani, le cui competenze spesso non vengono adeguatamente valorizzate. Si sostituisce, in questo modo, il lavoro formato e retribuito, con forme di lavoro non retribuito. Potrei continuare così quasi all'infinito.
Ancora oggi ai lavoratori del settore della cultura e dello spettacolo viene letteralmente chiusa la porta in faccia. Lo stesso Ministero della Cultura si trova in una situazione assolutamente indegna e imbarazzante: ci sono circa 400 lavoratori e lavoratrici a partita IVA che da anni prestano il loro servizio presso il Ministero. Anche questi lavoratori sono assolutamente dimenticati.
E, allora, vorrei chiudere, vorrei capire che immagine e che idea della cultura questo Governo voglia portare a livello internazionale, nel mondo, se questo Governo non è neanche capace di prendersi la responsabilità politica, dinanzi a tutti i cittadini, delle proprie scelte scellerate e se questo Governo, con le proprie scelte scellerate, che riguardano appunto il torturatore Almasri, dimostra di calpestare i più elementari diritti e i più elementari principi di giustizia e di dignità .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Oggi, siamo qui ad esaminare il decreto-legge Cultura, così il Governo lo ha battezzato: un nome ambizioso che promette interventi incisivi, di ampio respiro, di sistema, si direbbe. Invece, già all'articolo 1, scopriamo subito che di ambizioso questo provvedimento ha solo il nome, perché, in realtà, manca di coraggio, di visione, ma soprattutto manca di risorse. Le uniche risorse stanziate sono quelle destinate a istituire una posizione apicale presso il Ministero della Cultura - come se ci fosse bisogno di un'ulteriore posizione apicale - e quelle per costituire l'unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa. Quindi, le uniche risorse stanziate sono lauti stipendi per una ristretta cerchia di nominati e questo è tipico del Governo Meloni.
Siamo davanti all'ennesima scatola vuota del Governo Meloni, davanti alla solita operazione di facciata che assume la sua massima espressione con l'articolo 2, articolo che istituisce il cosiddetto Piano Olivetti. Abbiamo visto in precedenza il Piano Mattei, ancora oggi ci chiediamo esattamente in cosa consista, ed ora ci imbattiamo nel Piano Olivetti e ci imbattiamo soprattutto in quella che sta diventando una consuetudine di questo Governo, una consuetudine a dir poco discutibile, quella di utilizzare i nomi di illustri imprenditori che hanno fatto grande l'Italia sul piano internazionale, che con il loro spessore umano hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia del nostro Paese, per nobilitare iniziative vuote e propagandistiche.
Adriano Olivetti credeva che il progresso economico dovesse essere sempre necessariamente accompagnato dalla coesione sociale e dallo sviluppo culturale; un modello etico di progresso economico, questo professava Olivetti. Utilizzate il suo nome, ma, nei fatti, ne tradite il pensiero e l'insegnamento, perché non c'è un Governo che abbia fatto peggio del Governo Meloni nell'esacerbare le diseguaglianze sociali, nell'assestare un duro colpo alla questione sociale, con il progetto scellerato dell'autonomia differenziata, e nel colpevolizzare la povertà.
Nessun Governo ha guardato nostalgicamente al passato come fa il Governo Meloni, per il quale si può parlare, senza timore di essere smentiti, di restaurazione e per il quale si può parlare di involuzione culturale. Ecco il contesto in cui matura questo decreto-legge Cultura. Ancora una volta, poi, questo provvedimento svela tutta l'ipocrisia del Governo Meloni.
Mi vorrei soffermare proprio sull'articolo 4, perché lo ritengo il trionfo dell'ipocrisia, per non dire una vera e propria barzelletta, perché ditemi voi come può celebrare il 25° anniversario della Convenzione europea sul paesaggio chi si è fatto promotore del condono edilizio più spregiudicato della storia del nostro Paese, il cosiddetto salva Milano, chi si iscrive al partito del cemento e della speculazione edilizia, o chi poi propone - è la barzelletta è proprio questa - in seno a questo provvedimento, magari agganciandolo proprio a questo articolo 4, un emendamento per eliminare il parere vincolante delle sovrintendenze per lavori su immobili posti in aree vincolate e per la realizzazione di cartelloni pubblicitari in prossimità di beni paesaggistici ? Un Governo ipocrita e refrattario a qualsiasi vincolo e controllo che ne limiti il potere: questo siete e lo dimostrate in ogni occasione, anche in un provvedimento del genere.
Di condivisibile, a mio avviso, questo provvedimento ha solo l'articolo 3, che destina risorse per favorire l'apertura di nuove librerie da parte di giovani, con particolare attenzione alle aree interne o svantaggiate che siano prive di biblioteche statali aperte al pubblico, e che prevede contributi per sostenere le librerie di lunga tradizione o di interesse storico-artistico, le librerie di prossimità e di qualità. Io credo che il nostro Paese possa sperare di salvarsi da un altrimenti inesorabile declino culturale e morale, solo se i nostri giovani abbracceranno con maggiore entusiasmo e dedizione la lettura, solo se si rifugeranno in libri di qualità, che li pongano nelle condizioni di maturare un pensiero critico, libero, consapevole, che consenta loro di conoscere gli eventi storici senza subire subdole manipolazioni.
Il nostro Paese si salverà da un inesorabile declino culturale e morale, solo se i nostri giovani avranno fame di verità e di giustizia; se riusciranno ad affrancarsi dai , dove si possono imbattere non già nella verità, ma nella propaganda più becera di questo Governo; si possono imbattere persino nelle mistificazioni montate ad arte da una Presidente del Consiglio che fugge dal Parlamento e che vede complotti ovunque. Noi ci chiediamo: ma quali complotti ?
Il nostro Paese si salverà solo se tutti i giornalisti torneranno a fare i giornalisti, smettendo i panni degli opinionisti da bar che vanno dove tira il vento I giornalisti con la schiena dritta, che cercano la verità e la giustizia: quelli vanno tutelati e sostenuti, anche economicamente. Ma in questo provvedimento, per loro, non c'è nulla. Per l'editoria libera non c'è nulla. Eppure c'era un articolo e c'è un Fondo che poteva essere dedicato a questo, e sarebbe stato più utile l'utilizzo per questo: il Fondo previsto dall'articolo 3. Invece viene destinato ai quotidiani che incrementino le pagine genericamente dedicate alla cultura e allo spettacolo. D'altronde, cosa pretendiamo, in effetti, da un Governo che emana la legge bavaglio e si scaglia, ogni giorno, contro il giornalismo d'inchiesta con una violenza verbale inaudita ?
E concludo come ho iniziato. Il termine cultura è un termine ambizioso, ci sta dentro l'essenza di un popolo. L'antropologo Tylor ne diede una definizione precisa: “La cultura, o civiltà” - perché lui le intendeva come sinonimi - “(…) è quell'insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l'arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall'uomo come membro di una società”.
Il termine cultura deriva dal verbo latino , coltivare, che però vuol dire anche avere cura, far crescere, elevare. C'era un tempo in cui l'Italia, indubbiamente, era il primo Paese nell'esportare cultura, nel senso più alto del termine.
Oggi, col Governo Meloni, quale cultura esportiamo, mi chiedo e vi chiedo? Quella di chi sottrae alla giustizia un trafficante di uomini e donne, un torturatore, stupratore di bambini, un criminale che calpesta i diritti umani? Eravamo un modello di civiltà cui aspirare. Molti Paesi ci guardavano con ammirazione. Eravamo la culla del diritto. Oggi, a causa delle scelte scellerate della Presidente Meloni, siamo un Paese sotto ricatto, che tradisce il diritto nazionale e internazionale, un Paese che è costretto a provare vergogna per le azioni dei suoi governanti
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Siamo qui, in Aula, da molte ore, discutendo di quello che è definito decreto Cultura, quel provvedimento che, secondo questo Governo e questa maggioranza, dovrebbe essere il volano della nostra cultura. Un obiettivo ambizioso, come dicevamo. Purtroppo, però, c'è da dire poco su questo decreto, perché, come è stato detto più volte dai miei colleghi, su una riforma che non mette un euro, ad invarianza di bilancio, c'è poco da dire, se non che è una propaganda, l'ennesima propaganda. Però la cultura è tanta roba. Cultura è la tradizione di un popolo, è la morale di un popolo, è l'etica di un popolo, è la storia di un popolo. E quindi questo provvedimento ci permette, senza dubbio, di discutere della cultura di questo Governo, di quale cultura sta portando avanti questo Governo.
Dopo due anni e mezzo possiamo dire, senza essere contraddetti, che l'impunibilità è cultura di questo Governo. L'illegalità è cultura di questo Governo. La violazione del diritto internazionale è cultura di questo Governo. La violazione sistematica dell'articolo 11 della nostra Costituzione è cultura di questo Governo La violazione dei valori costituzionali, patrimonio dei nostri Padri costituenti, è cultura di questo Governo.
La cultura di questo Governo è quella che fa complice il nostro Paese di un fatto ignobile, come quello che è successo negli ultimi giorni: un torturatore libico, un boia, un violentatore di bambini, un seviziatore su cui pende un mandato di arresto per crimini di guerra, viene nel nostro Paese e cammina libero nel nostro Paese, nella nostra Patria. Cammina liberamente, anzi, diciamolo, beatamente e allegramente era qui per assistere a una partita di calcio. Almasri è il capo di un sistema giudiziario che ha fatto della sevizia il tratto distintivo. Un sistema orribile, diciamolo senza troppe ipocrisie, un sistema creato e tollerato senza tante preoccupazioni dall'Europa e dal nostro Occidente. Un criminale di guerra su cui pende un mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte penale internazionale dell'Aia. Mi creda, stentiamo ancora a crederci. Come è possibile che, lo scorso 19 gennaio, l'Italia abbia arrestato uno tra i criminali di guerra più pericolosi in circolazione e poi che cosa fa? Lo libera, riaccompagnandolo a casa a spese nostre, con l'aereo di Stato. Eppure, dovevate fare la guerra ai trafficanti per tutto il globo terracqueo e poi che cosa fate? L'unico criminale di guerra che riuscite a prendere: organizzate la sua fuga per sottrarlo alla giustizia. Ormai è una certezza: l'impunità è il di questa maggioranza. Perché lo avete liberato? Sono questi i dubbi che noi poniamo. Qual è la verità che c'è in fondo a questa storia? Cosa avrebbe potuto raccontare Almasri? Forse poteva raccontarci dei rapporti tra lui, i capi dei libici e alcuni Governi, tra cui anche quello italiano? Oppure poteva spiegarci come i Governi, anche italiani, finanziano la Guardia costiera libica e i libici per catturare e trattenere i migranti? Liberarlo è stata una scelta politica e su questo vogliamo chiarimenti, spiegazioni. Su questo Meloni deve venire in quest'Aula a riferire…
PRESIDENTE. Rimanga sul tema, per cortesia, onorevole.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Ritorno sul decreto… ed invece scappa, perché ogni italiano si è vergognato nel vedere quella bandiera dell'Italia dietro la faccia di quel carceriere.
Presidente, che cosa c'è più di cultura della bandiera italiana? Sì, Presidente, ci siamo vergognati tutti. Quella faccia di boia che sorride mentre torna a casa libero. Sorride perché è libero. Sì, libero di torturare e uccidere ancora, grazie al Governo Meloni, grazie alla Presidente Meloni, cristiana e madre. Perché ci possiamo scommettere che gli italiani, con la loro cultura, se avessero potuto scegliere, avrebbero sbattuto dietro le sbarre quel criminale. Così come siamo certi che gli italiani, se potessero scegliere, non avrebbero alcun tentennamento a far arrestare immediatamente Benjamin Netanyahu, reo di aver commesso un genocidio in danno del popolo palestinese e che, a differenza di quello che dice il Ministro Tajani, è un criminale di guerra. Abbiate coraggio, abbiate un sussulto di dignità, metteteci la faccia fino in fondo. Venite in Aula e spiegate agli italiani quanto siete complici con i criminali di guerra .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gubitosa. Ne ha facoltà.
MICHELE GUBITOSA(M5S). Grazie, Presidente. Oggi, purtroppo, parliamo dell'ennesima occasione mancata per colpa del Governo Meloni.
Infatti, il decreto Cultura poteva essere oggi l'avvio di un dialogo, una collaborazione tra la maggioranza e le opposizioni per poter finalmente far fare a questo Governo qualcosa di buono; e invece no, questo Governo ha perso un'altra occasione. Però non ha perso l'occasione, con questo decreto Cultura, di creare nuove poltrone da assegnare. Ebbene, Presidente, credo che l'unica cosa di buono che contiene questo decreto sia il nome di Adriano Olivetti, un imprenditore che, quando ero ragazzino, ha ispirato la mia attività imprenditoriale. Credo che però di buono ci sia solo il nome, perché poi, per il resto, è un'offesa citarlo in questo decreto.
Infatti, con Adriano Olivetti non ha nulla a che vedere. Comunque abbiamo provato anche su questo decreto a dare il nostro contributo, ci abbiamo provato, abbiamo provato a far capire che ci volevano dei soldi su questo decreto, ma niente, ci è stato tutto bocciato, perché quello che dimostra questo decreto, così come tutto quello che ha fatto il Governo fino ad oggi, è che il Governo è ancora in campagna elettorale. Questo Governo pensa a fare solo propaganda , fa i titoli e fa propaganda. Scrive il nome di Adriano Olivetti in questo decreto e fa propaganda, poi che il decreto è vuoto poco importa.
D'altronde è iniziato così questo Governo. Ricordiamo tutti che dal primo giorno c'era il blocco navale: propaganda, e poi, nei fatti, i migranti sono sempre lì, il problema non si è risolto. Ma la cosa, Presidente, che voglio sottolineare questa sera è il fatto che, come ogni volta che poi le cose non funzionano, e questo decreto sicuramente non porterà risultati, ebbene, sono sicuro, e lo dico questa sera, che il Governo troverà il modo di dare la colpa agli altri quando arriveranno gli insuccessi di questo decreto. E lo ha fatto sempre, dal primo giorno di questo Governo, lo ha fatto con il carburante.
Ricordate tutti che, quando la Meloni aveva promesso di togliere le accise, arrivata al Governo, ha tolto lo sconto sulle accise che noi avevamo messo e poi, il giorno dopo, quando il carburante è aumentato e i cittadini italiani si sono giustamente spaventati per l'aumento, se l'è presa - colpa degli altri - con i benzinai e ha mandato la Guardia di finanza a capire per quale motivo era aumentato il carburante, quando lei aveva tolto lo sconto sulle accise. Ed è stato così anche con Almasri, la stessa identica cosa. Partiamo dal decreto Cultura, ovviamente, ma possiamo fare un collegamento anche con questo rimpatrio.
Perché che cosa è successo? Ebbene, il Governo sicuramente voleva nascondere qualcosa, magari c'era qualche problema che non volevano venisse fuori, ma come lo hanno gestito? Lo hanno gestito che, da un lato, non hanno risposto alla procura, il Ministro Nordio si è nascosto e non ha risposto alla procura su cosa doveva fare con un boia, stupratore di bambini. Non ha risposto per 48 ore, perché diceva che il testo arrivato era in inglese e non ha avuto il tempo di tradurlo. Nel 2025 è mai possibile una cosa del genere? Chi ci ha creduto? Nessuno. Quindi non hanno risposto alla procura, è stato scarcerato e il giorno dopo lo hanno rimpatriato con un aereo di Stato. Ebbene, di chi era la colpa di questa cosa orribile che è stata fatta? Bene, la Meloni ha cambiato tre volte le carte in tavola, come una cartomante.
PRESIDENTE. Rimanga sul tema, per favore.
MICHELE GUBITOSA(M5S). Sì, mi collego subito al tema, ma in effetti è collegato, perché si tratta del diversivo: quando il decreto Cultura non porterà risultati, daranno la colpa agli altri, e lo sto anticipando, come hanno dato la colpa agli altri anche per il rimpatrio su un aereo di Stato in pompa magna, con tutti gli onori. Lo hanno rimpatriato a spese dei cittadini, dando la colpa a chi? In un primo momento ai giudici. La prima cosa che ha detto la Meloni, la prima carta che la cartomante ha tirato fuori è stata che era colpa dei giudici.
Poi siamo andati a vedere che i giudici, invece, avevano chiesto al Ministro, che non ha risposto. In un secondo momento lo hanno rimpatriato perché era una persona pericolosa. Dunque, una persona pericolosa, anziché tenerla in carcere, si rimpatria con l'aereo di Stato, come fosse un Capo di Stato. Allora rimpatriamo tutti i criminali che abbiamo in carcere, da domani mattina si rimpatriano con l'aereo di Stato tutti i criminali.
PRESIDENTE. Onorevole, rimanga sul tema, per cortesia. Non me lo faccia dire una terza volta, la prego.
MICHELE GUBITOSA(M5S). Certo, rimango sul tema e concludo. Va bene, allora, assolutamente quello che dovevo dire l'ho detto, però è sicuramente inaccettabile che, ogni volta che questo Governo crea dei danni, dà la colpa agli altri e grida al complotto. Allora, la domanda che faccio stasera è: ma quale complotto, quale complotto, quale complotto ? Soprattutto voglio sapere - e poi, veramente, Presidente, mi taccio e torno sul tema - e vorrei capire l'ultima cosa: ogni volta che la Meloni dice sulle TV che è ricattata e che non cede al ricatto, vorrei sapere chi ricatta la Presidente del Consiglio.
Soprattutto, qui, nel Parlamento italiano, mi domando di come sia possibile che dal Ministero dell'Interno a tutte le forze di sicurezza del Paese, ogni volta che un Presidente del Consiglio dice che è sotto ricatto - quindi, una cosa gravissima, un reato, un Presidente del Consiglio sotto ricatto - nessuno la pensa, nessuno apre un'indagine, nessuno che parta dal Ministero dell'Interno, dai servizi segreti, dai Carabinieri, dalla Guardia di finanza, per chiedere alla Meloni: chi ti sta ricattando? Allora, delle due l'una…
PRESIDENTE. Onorevole, chiuda, per favore.
MICHELE GUBITOSA(M5S). …o trascurano la Meloni, quindi nessuno la pensa per il fatto che è sotto ricatto, oppure tutti sanno che recita e fa la vittima
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Ricordo - non era ancora Ministro - un'intervista interessante dell'attuale Ministro Giuli, dove esprimeva dei concetti importanti e diceva: la cultura risveglia le coscienze. Ecco spiegato perché su questo decreto non avete messo una lira, perché, se effettivamente le coscienze di questo Paese potessero in qualche modo risvegliarsi e vedere il vostro disegno politico completo, dalla legalità all'ambiente, ai trasporti, alle infrastrutture, alla svendita delle infrastrutture, quelle linee che oggi rivendica la Meloni del 30 per cento, “siamo i migliori perché siamo al 30”, cose varie, cadrebbero drasticamente.
Quindi, le coscienze sono proprio l'obiettivo, quelle che questo Governo vuole tenere assopite. Continua, poi, in questo frangente, in questa intervista, dove fa un carpiato degno del miglior Yuri Chechi, dove lega la sostenibilità ambientale alla cultura, parlando di un cambio di paradigma concettuale: si avanza, si progredisce, nella consapevolezza di dover creare senso e valore nella realtà che abitiamo, senza consumarla, e non secondo il capriccio del presente.
Ora, volevo capire qual è questo cambio di paradigma quando questo Governo ha firmato il “salva Milano”, che è il peggior esempio di speculazione di questo Paese. Poi il saggio Ministro continua: il nostro privilegio termina dove cominciano i diritti della maggioranza svantaggiata e delle generazioni future, che potrebbero ereditare le macerie della nostra eventuale insipienza. Così disse il Ministro facente parte del Governo che ha mandato a casa una persona che le future generazioni le stupra fisicamente e che ha abolito il reddito di cittadinanza, su cui contavano tante famiglie che volevano, in un qualche modo, dare ai propri figli quella cultura alla quale, senza tale reddito, non potevano in alcun modo attingere. Poi ho sentito anche l'altro giorno degli esponenti della maggioranza dire che la cultura è il petrolio d'Italia. Questa frase l'abbiamo sentita tante volte.
Effettivamente, avete già cominciato a fare alcune trivellazioni in ambito culturale e, soprattutto, in internazionale, dove oggi il nostro Paese viene descritto - è andato sui principali quotidiani, come , - non tanto per le nostre bellezze, non tanto per i nostri risultati culturali, ma per vicende di inchiesta, ad esempio di un Sottosegretario che avete nominato e che poi siete stati costretti a far dimettere grazie alla mozione del MoVimento 5 Stelle , senza il quale non volevate arrivare qui in Parlamento e lo avete fatto dimettere prima; grazie anche a queste inchieste sul Ministro del Turismo, anche qui attendiamo la mozione che arriverà; grazie alle vicende anche personali del Governo Meloni, che ci fa sempre sapere pubblicamente delle sue vicende sentimentali, di cui a noi non frega assolutamente nulla. Tuttavia, abbiamo avuto ambienti di destra che hanno fatto pervenire alcuni video di Giambruno, quindi il Primo Ministro lo lascia su , la sorella del Primo Ministro che lascia il Ministro dell'Agricoltura su …
PRESIDENTE. Onorevole, rimanga sul tema, per favore.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Ma questo è il livello culturale che noi stiamo esprimendo ! Questo, purtroppo, è il livello culturale che noi stiamo esprimendo.
Poi abbiamo il Ministro della Cultura che, ad un certo punto, va in TV, sulla Rai, sfruttando il TG, a chiedere scusa alla moglie, ha usato i mezzi nostri, della RAI, per chiedere scusa alla moglie per il suo tradimento! Ma chi se ne frega delle vostre vicende sentimentali ! Andate a lavorare e non ci rompete le scatole con queste cose, non ne possiamo più!
Allora, per quanto riguarda, invece, questo decreto, abbiamo provato a dare contributi importanti, abbiamo provato a presentare emendamenti importanti, come quello ad esempio sui giovani e le librerie, ma anche lì è stato bocciato, perché, evidentemente, in questo Paese, leggere e informarsi è un problema per voi Quindi, tutta quella serie di nostre proposte che abbiamo messo in questo decreto è andata completamente bocciata.
Quindi, chiudo questo intervento - capisco che possa essere fastidioso per la maggioranza, che non solo le fa, ma non vuol nemmeno sentir discutere in Parlamento -, dicendo che c'è stato un passaggio dell'intervista del Ministro che mi ha interessato. Nell'intervista, si riferisce alla responsabilità del corretto pensare, volere, agire in conformità del nostro essere di passaggio. Ora, contiamo moltissimo su questo concetto dell'essere di passaggio. Speriamo che questo essere di passaggio duri il meno possibile, perché i danni che state facendo a questo Paese, purtroppo, ce li ricorderemo per molto tempo .
PRESIDENTE. Prima di andare oltre, mi è stata richiesta una sospensione di 15 minuti per motivi fisici da parte del relatore, necessità alimentari di tipo medico nel caso di specie. Quindi sospendo la seduta, che riprenderà alle 20,30. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
È iscritto a parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Il decreto in esame è l'ennesimo provvedimento denso di propaganda e favoritismi. Parliamo di 11 articoli che si scontrano con una cruda realtà: l'assenza di risorse concrete, se non per i soliti amici di questo Esecutivo. Pensiamo al Piano Olivetti, una misura che evidentemente trae ispirazione dalle storiche battaglie del MoVimento 5 Stelle, che da sempre si ispira alle nobili idee dell'illuminato imprenditore di Ivrea. Basti pensare che al Senato, la scorsa legislatura, abbiamo affisso una targa in onore di una delle figure più influenti del Novecento. Ebbene, Presidente, spiace constatare che l'adozione di questo Piano avvenga nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente. Insomma, solo buone intenzioni e tanta sterile propaganda, ma i fondi dove sono? Presidente, vogliamo parlare della mancetta per incentivare l'apertura di nuove librerie? Dove sono le misure per sostenere le librerie già esistenti, che stanno chiudendo una dopo l'altra? Come possiamo pensare di rilanciare il settore senza un piano che affronti le vere sfide di un mercato che è in crisi?
Personalmente, Presidente, ritengo sia arrivato il momento di rendere strutturale il fondo per le biblioteche e di istituire una dotazione importante per la digitalizzazione, affinché le nostre biblioteche possano affrontare le sfide del futuro, adoperando anche le più innovative tecniche in materia di intelligenza artificiale. Invece, Presidente, spiace constatare come questo provvedimento intenda promuovere la rigenerazione culturale delle periferie e la valorizzazione delle biblioteche, ma in assenza di un piano di investimenti adeguato, continuando a trattare la cultura come un , come un accessorio da aggiungere all'unico vero obiettivo di questo provvedimento, ovvero garantire poltrone e posti per amici. Così avete fatto per la creazione di un'unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo, ennesima misura nata per distribuire poltrone e scranni remunerati a peso d'oro. E proseguendo, a proposito di Africa e delle dichiarazioni della Presidente Meloni in merito al fatto che afferma di non essere ricattabile, frase che spesso utilizza come un mantra, una volta con Berlusconi, ora con l'episodio vergognoso che sta infangando la Repubblica italiana. Mi riferisco, Presidente, alla vicenda del generale libico Almasri, rappresentativa di un Governo che, anziché proteggere i più deboli, privilegia criminali di guerra, interessi di parte e manovre opache . Come ha giustamente evidenziato…
PRESIDENTE. Onorevole, rimanga sul tema, per favore.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Sì, grazie Presidente. Come ha giustamente evidenziato il nostro capo politico, stiamo assistendo a un Governo che non solo è incapace, ma che sta anche creando le basi per una torsione autoritaria del nostro sistema, e lo collego alla cultura. Meloni e la sua maggioranza si stanno dimostrando non solo inadeguati, ma anche indecenti politicamente. La domanda che tutti noi ci poniamo è come è possibile che un ricercato internazionale, accusato di crimini così gravi da meritare un mandato della Corte penale internazionale, sia stato rimpatriato con un volo di Stato del Governo italiano. È doveroso che la Presidente Meloni venga quanto prima a riferire in Aula su questa vicenda. Non scappi, Presidente Meloni, la stiamo aspettando, non faccia sempre la vittima…
PRESIDENTE. Onorevole…
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Sì, grazie Presidente. Non ci costringa a cercarla in tutto il globo terracqueo. Onorevoli colleghi, chiusa questa parentesi dovuta, continuiamo ad analizzare questo provvedimento vuoto e denso di propaganda.
Quindi, per suo tramite, lo dico al presidente della Commissione e al Governo: relativamente all'articolo 3, il Governo ha perso l'opportunità di sostenere riviste che promuovono il patrimonio culturale delle minoranze linguistiche ubicate nelle aree interne e più marginali del Paese. È inaccettabile che si ignorino le specificità culturali che arricchiscono il nostro Paese.
Vi ricordo, onorevoli colleghi, e ricordo al presidente Mollicone, per suo tramite, Presidente, che abbiamo approvato all'unanimità, proprio in quest'Aula, una mozione per valorizzare le aree interne, la cultura, la tradizione e la storia di borghi, piccoli comuni che si stanno spopolando sempre di più. Non fate solo propaganda, date continuità a quello che votate, ma, dopo più di 2 anni di questo Governo, è chiaro che mettete in campo soltanto operazioni di facciata.
Onorevoli colleghi, onestamente, più si va avanti nella lettura di questo provvedimento e più si annidano marchette e sprechi di risorse pubbliche. La cattiveria di questo Governo non termina qui, ignorando l'urlo di dolore di 400 professionisti altamente specializzati del Ministero della Cultura, che rischiano di perdere il proprio lavoro. Non possiamo permettere che anni di esperienza e formazione vengano sprecati. Pertanto, il MoVimento 5 Stelle ha chiesto a gran voce di garantire loro una continuità, attraverso la proroga, fino al 31 dicembre del 2025, dei contratti di collaborazione e di istituire un tavolo tecnico che delinei un piano di stabilizzazione per questi professionisti, che ad oggi sopperiscono alla mancanza di risorse umane in tutti gli uffici, dovendo spesso ricoprire mansioni differenti dalle proprie.
Presidente, si tratta di 400 unità di personale che, dopo oltre 3 anni di collaborazione si ritrovano senza lavoro. Invece, Presidente, spiace apprendere come la nostra proposta sia stata rispedita al mittente dall'Esecutivo, che invece ha ben pensato di utilizzare le risorse statali per istituire una nuova posizione di livello dirigenziale presso l'ufficio di gabinetto del Ministero della Cultura, pari ad ulteriori 250.000 euro.
Inoltre, Presidente, esprimo una ferma contrarietà anche alla Carta del merito, che prevede l'erogazione di un soltanto in base al voto finale della maturità, nella misura di 100 centesimi. Tale criterio, Presidente, non permette una corretta valutazione del merito, che - sappiamo benissimo - è di più ampio respiro.
Presidente, onorevoli colleghi, la formulazione dell'attuale decreto, senza le opportune correzioni ed integrazioni, risulta essere l'ennesima scatola vuota. Non possiamo accettare che la cultura venga trattata come un mero strumento di propaganda, mentre le vere esigenze del nostro patrimonio e dei nostri lavoratori rimangono inascoltate. La cultura, Presidente, merita di essere trattata con serietà e lungimiranza e non come l'ennesimo strumento per rafforzare la vostra cultura, quella basata sulle marchette e sull'amichettismo .
Presidente, a conclusione, sempre per suo tramite, rileviamo da parte della maggioranza un certo nervosismo e sempre un'insofferenza nell'approvare gli emendamenti che presentiamo, che andrebbero non solo a migliorare il testo, ma anche a tutelare al meglio il nostro patrimonio culturale e che hanno l'obiettivo di occuparsi del bene comune e della collettività e non solo dell'interesse di pochi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Per un richiamo al Regolamento? Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE, . Sì, all'articolo 39, comma 3, a cui ha fatto riferimento anche lei, Presidente. Allora, lo dico come relatore, ma anche come presidente: ovviamente, ritengo assolutamente legittimo e anche auspicabile, in un'ottica di confronto dialettico tra maggioranza e opposizione, il ricorso dell'opposizione a interventi di tipo ostruzionistico nel merito di un provvedimento.
Però, qui abbiamo una fattispecie molto diversa, come lei stesso ha evidenziato più volte. Ormai questo è diventato uno schema e un modello, ovvero i colleghi dell'opposizione non intervengono nel merito, fanno solo un richiamo iniziale e poi vanno tutti a parlare del caso della Libia e della questione nota, che peraltro - sottolineo - verrà affrontata domani in Capigruppo alle 13, quindi anche questa richiesta è stata accolta, ma non entro nel merito.
Quindi, la pregherei, Presidente, nel rispetto delle facoltà dei colleghi di intervenire, anche fino a mezzanotte, nel merito del provvedimento - e, anzi, come relatore e come presidente, come ho fatto anche in Commissione, ascolterò con grande attenzione le proposte e le critiche che fanno ai singoli articoli, all'articolato, al provvedimento, al DL Cultura -, di applicare in maniera stringente il Regolamento, come lei stesso correttamente ha fatto , senza che nessuno di noi la sollecitasse. Io lo dico anche nel rispetto di chi ci ascolta - e sappiamo che siamo in diretta audio e - perché chi ci ascolta altrimenti non capisce di quale provvedimento stiamo parlando, perché accende Radio Radicale o Radio Aula e sembra che stiamo parlando di qualche provvedimento sulla Libia o del noto caso citato. Pertanto, semplicemente un richiamo al Regolamento: rispetto dell'opposizione, rispetto anche del diritto all'ostruzionismo, ma nel merito del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano, immagino per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Proprio l'articolo 39, terzo comma, che, per l'appunto, recita, leggiamolo…
PRESIDENTE. Si avvicini al microfono, per cortesia.
ENRICA ALIFANO(M5S). “Il Presidente può, a suo insindacabile giudizio, interdire la parola a un oratore che, richiamato due volte alla questione, seguiti a discostarsene”. Ora, il punto è questo: noi, tutti quanti i colleghi, adesso stiamo per l'appunto trattando, in modo penso anche abbastanza esaustivo, di questo provvedimento, il DL Cultura. Se viene fatto un riferimento - lo diciamo, lo possiamo dire - anche al caso Almasri, viene sempre comunque collegato al testo del provvedimento.
Faccio un esempio, Presidente: nel preambolo si parla di necessità di intervenire, nel campo della cultura, per promuovere l'integrazione. Ok? Si parla di integrazione. Ora, se io parlo di integrazione, posso anche riferirmi a quello che nella realtà dei fatti ha compiuto il Governo in questi giorni, che tutto ha fatto tranne che, per l'appunto, promuovere l'integrazione, rimandando a casa una persona che è sospettata, tra le altre cose, di riduzione in schiavitù, di tratta di esseri umani, di omicidio, di stupro. Quindi, voglio dire, c'è una piena contraddizione tra quello che viene scritto in questo provvedimento e l'azione del Governo e credo che l'opposizione abbia il sacrosanto diritto di farlo rilevare in quest'Aula. Se poi la maggioranza ci vuole tacitare, ci vuole silenziare definitivamente, dopo che ci inonda di decreti-legge sui quali viene sempre posta la fiducia, o quasi sempre posta la fiducia, e anche su questo con grande probabilità verrà posta la fiducia in modo da silenziare le opposizioni o, quantomeno, cercare di comporre un conflitto che comunque sussiste all'interno della maggioranza - sono cavoli loro per il vero, non ci interessa più di tanto - però, benedetto Iddio, Presidente, che almeno ci dia la facoltà di parlare e di dibattere in Parlamento .
PRESIDENTE. Comunque, a beneficio sia dell'intervento dell'onorevole Mollicone che dell'onorevole Alifano, ovviamente io non faccio altro che applicare l'articolo 39, comma terzo, per cui i colleghi, dopo il secondo avviso, non saranno più richiamati per il terzo, ma toglierò io la parola, come ahimè ho dovuto già fare.
È iscritto a parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. La ringrazio che ancora si può parlare in questo Parlamento, è un dato molto importante e intendo prendermi il tempo e gli argomenti che riterrò opportuno esporre, perché - fino a prova contraria - gli iscritti non ce li passa la maggioranza . Sta facendo di tutto, ma noi siamo liberi di parlare.
Ora, detto questo, che probabilmente è una doverosa precisazione e per questo è bene ribadirla, torno sul provvedimento, perché qui parliamo del provvedimento Cultura. Ora, se uno prende la , questa che è allegata, legge: misure urgenti in materia di cultura. Se uno applicasse il metro della cultura del Governo Meloni e del Governo Sangiuliano avrebbe detto: va bene, vedo il titolo, è un bel titolo e va bene. Però noi lo abbiamo letto questo provvedimento, quindi, se permettete, c'è qualcuno che la cultura la intende in maniera diversa da voi . Dà fastidio, lo so, me ne rendo conto, me ne dispiaccio ma fatevene una ragione. Mi dispiace anche dei richiami dei colleghi di maggioranza, probabilmente sono pesantemente affaticati dal fatto di essere in 2 su 200 a lavorare e a sentirsi questo discorso Se ci fossero stati gli altri 200, si sarebbero dati il cambio e, magari, avrebbero sopportato meglio.
Ma va bene, entriamo nel merito, Presidente, perché dobbiamo parlare di cultura. Innanzitutto, della cultura di democrazia, che sembra sia sconosciuta a questo Governo. Allora, leggendo i nomi delle persone che propongono questo provvedimento, uno legge: Meloni, Giuli - che è un altro che di cultura geografica non ha dato grande prova, però ha il suo predecessore che, insomma, lo ha motivato, evidentemente -, Tajani e Giorgetti. Ok. Il modello culturale di Meloni - citazione di Arianna, non di Giorgio Fede - è Frodo, quindi questi qui saranno come loro, sono Frodi , probabilmente, non lo so, però va bene, andiamo sul serio e parliamo di questo provvedimento.
Allora, andiamo a leggere. Uno pensa all'articolo 1: Piano Olivetti per la cultura. Accidenti, Olivetti, un grande della Patria. Chi non ha, di noi, sognato le gesta di questo grande italiano? E questa operazione, evidentemente, sembra un'operazione di , come quando si cita impropriamente Mattei. Probabilmente, un domani, su un provvedimento sulla tutela dei diritti umani si citerà Almasri. Dispiace questa parola , però ognuno si sceglie i suoi riferimenti. Noi prendiamo atto che i vostri sono questi… Scusate, sto parlando sul tema, se permettete.
Allora, tornando a noi, cercando di non farci distogliere… allora, riguardo al primo articolo, se si passa al secondo comma, si pensa che si cominci ad andare nella sostanza, no? E, invece, il vero tesoro di questa Nazione… Sono due le materie prime che noi abbiamo, non il petrolio, si cerca di continuare a bucare dappertutto sostanze che non abbiamo: sono il turismo, e ahimè lì abbiamo la Santanche' , che ancora non si dimette e non capiamo il perché, e la cultura, ok? Un patrimonio immenso, di cui il 90 per cento è in Italia, quindi questo dovrebbe contenere il petrolio dell'Italia, ok? Allora, il comma 2 dell'articolo 1 adotta questa misura “nei limiti delle risorse disponibili a legislatura vigente”, quindi zero, perché avete fatto tagliare i nostri soldi, i soldi dell'Italia. Neanche siete capaci di spendere quello che ha portato Conte con il PNRR e, invece, qui non ci mettete nulla. Quindi uno dice: ma di che cosa stiamo a parlare? Di cosa stiamo parlando?
Poi andiamo dentro e pensiamo: adesso si valorizzerà chissà quale opera italiana, si daranno soldi a pioggia a qualcosa di importante, questa Nazione potrà risorgere. No. All'articolo 2 c'è un provvedimento importante? Un milione di euro per un livello dirigenziale dell'Ufficio di Gabinetto. Si parla di poltrone, la cultura della poltrona , la cultura della tappezzeria, non lo so. Non è la cultura a cui l'italiano medio pensa, però stiamo qui e vediamo questo ragionamento.
Andiamo avanti. C'è anche un altro livello dirigenziale. Giammai. Tengo famiglia, quindi la congrega dell'anello è molto ampia, è un anello un po' nuziale , un po' familiare, si dà spazio a tutti quanti e, quindi, diamo 247.000 euro - parliamo di questo provvedimento, Presidente, lo ricordiamo - al dirigente dell'Ufficio di Gabinetto.
Poi dopo, andando avanti, addirittura, c'è la beffa. L'articolo 6: il merito. Scriveteci “appartenenza”, è più coerente Quale sarebbe il merito? I ragazzi bravi, quelli competenti, qualificati, e voi nominate nella Commissione VIA-VAS persone che hanno esperienza di ogni ordine e grado, meno che quella sul pezzo? Vi ha fatto un pezzo per ricordare la differenza tra il provvedimento fatto dai Ministri precedenti - quelli bravi - rispetto ai Ministri attuali, che nominano persone esperte di sport, e non si capisce come con lo sport possano valutare l'ambiente, le trivelle, gli stoccaggi gas, quelli che stanno cadendo sul territorio della mia città; valutati da persone che non hanno nulla a che vedere, e quindi uno dice: ma di che cosa si parla? Si parla di tutela del territorio, si parla di rigenerazione urbana.
Ma questo è il Governo che ha fatto il Salva Milano, quello per cui dove c'era una baracca di due piani ne fanno 80. E allora di che cosa parliamo ? Ma veramente, è una presa in giro agli italiani, questo è un provvedimento che è una presa in giro agli italiani! E quando si parla di diritto e di cultura, io voglio ricordare a questo Governo che c'è la cultura della legalità, c'è la cultura del rispetto, c'è la cultura costituzionale, che è quella che dice che vanno applicate le norme, quindi non si devono attaccare i magistrati, men che meno si devono dissentire le proposte della Corte penale internazionale e quando capita una persona che è colpita da un reato, va messa in galera, non portata via con i voli di Stato.
Ma si sa che fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, e in questo caso - chiedo scusa, voglio usare anche questo paragone - il mare libico. Diciamolo, questo è il problema di questa legislatura e di questo Governo. Quindi, andando proprio a vedere dentro, nel merito: personale, si parla di personale da potenziare. Ci sono centinaia di persone - lo abbiamo scritto con i nostri emendamenti - che vanno perfezionate, che vanno stabilizzate, che vanno valorizzate, e, invece, queste persone vengono dimenticate.
Noi abbiamo provato in tutti i modi a migliorarlo, e quando si parla di Olivetti, che è una persona che ha promosso lo sviluppo etico e sociale della nostra Nazione attraverso la sua impresa, contribuendo al miglioramento dei propri residenti, questo Governo non contribuisce al miglioramento dei propri residenti, perché taglia su tutto: taglia sui soldi, aumentano i costi dell'affitto, aumentano i costi dei mutui, aumenta tutto quanto.
Questo Governo sta dimenticando questa Nazione, e quindi non c'è questa cultura, la cultura dei diritti umani, la cultura del confronto, lo abbiamo visto qui. E lo ricordo, perché non ricordo la Presidenza, le Presidenze, che abbiano mai richiamato qualcuno quando citava Berlusconi, quando si parlava di qualsiasi cosa, e questo nome ricorrente è sempre stato detto dai nostri relatori, nessuno lo ha richiamato. Oggi, evidentemente, parlare di Almasri, parlare del problema libico, parlare del fatto che qui non c'è il confronto che è stato richiesto e che va ad essere negato con Ministri che scappano, è una cosa che non si comprende.
Tornando sul pezzo a bomba, parliamo anche di potenziare le biblioteche, di provare a usare gli ausili digitali. Allora, l'importanza di un vocabolario, quello di inglese o quello di francese, nel Ministero, per metterlo a disposizione di Nordio, sarebbe stato fondamentale. Allora veramente dobbiamo potenziarle queste cose, diamoli questi soldi, usiamoli, ce n'è bisogno, ma non bisogna dare i soldi per gli amici. Il merito sono le persone che hanno competenza, perché in un qualsiasi Ministero, in un qualsiasi Governo, una lettera in inglese viene letta come quella in italiano. Solamente in Italia si adduce questa scusa banale e vergognosa, che è una vergogna per i ragazzi che hanno studiato, si sono formati in lingue e pensano: ma da chi siamo gestiti?
Ma veramente da queste persone? Veramente queste sono le difficoltà che vengono segnalate da questo Governo? Quindi, Presidente, questo è un decreto vuoto di tutto. Si parla di aree fragili, si parla di tutto. Le aree fragili quali sono? La Libia? Cioè pensare a tutelare la migrazione, la cultura dell'accoglienza, di cui l'Italia è stata padrona, che ha dominato, l'ha insegnata al mondo, noi la vediamo con il favorire qualcuno che favorisce i traffici, e, anziché bloccarlo, non nel globo terracqueo, ma a casa nostra, in uno stadio, no, viene rimandato via con il volo di Stato. Allora, questa cosa è veramente indegna, quindi noi non possiamo che ribadire la nostra problematica, perché la povertà educativa è negli atti di questo Governo, non è nelle persone che stanno fuori, che hanno più dignità e più coraggio .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Traversi. Ne ha facoltà.
ROBERTO TRAVERSI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo con molto piacere su questo decreto, però bisogna anche legittimare l'atteggiamento che abbiamo avuto oggi, e dobbiamo ricordarlo, perché la scorsa settimana i lavori sono stati abbandonati in fretta e furia. Il Governo, tutto sommato, è scappato, e oggi si riproponeva di tornare in Aula parlando di un decreto che è importante - la cultura è importante, in realtà, questo decreto un po' meno, ma lo spiegherò - e pretendendo anche di non avere la pazienza di ascoltare gli interventi della minoranza.
Oggettivamente lei, Presidente, ha fatto il Ministro, io ho fatto il Sottosegretario. Di lunedì lunghi ne abbiamo vissuti tantissimi, e oggi stare a cavillare sulla parola che sconfina dal tema a seconda, appunto, poi di chi la percepisce, perché parto proprio, invece, da quello che ha detto il nostro Questore Scerra: se non è cultura questa, cosa è cultura? Cioè, la fotografia di un Paese si vede in base a quello che poi i governanti o il Paese stesso sono in grado di offrire .
Quindi, noi la stiamo aiutando la Presidentessa, perché doveva correre a chiarire questa cosa, doveva correre. Abbiamo dato l'occasione di tornare in Aula a parlare di questo, perché doveva far dimenticare quello che è successo, magari dicendo qualcosa di intelligente, e questo ci aspettiamo ancora. Quindi, cosa volevo dire in questo senso? Il nostro Paese viene etichettato con la parola “spaghetti” molto simpaticamente, delle volte; a volte viene etichettato con la parola “mafia”. Potremmo rischiare di ricordare il Governo Meloni come chi ha aiutato a far scappare un delinquente pericolosissimo.
Quindi, questa è la mia premessa e quella è una cultura di un Paese, che viene ricordato per quello che i suoi governanti svolgono. Ciò premesso, sicuramente il nostro Paese non verrà ricordato, ad esempio, per l'articolo 7: con il Governo Conte, come dicevo prima, mirabilmente abbiamo tentato di fare il possibile in un momento difficile, introducendo la SCIA per gli spettacoli artistici. Bisognava compilare tantissimi fogli. L'articolo 7 si rende conto che questa è stata una cosa valoriale e la fa sua, facendo sì che adesso questa venga svolta nella sua pienezza. Non verrà ricordato però il nostro Paese per questo. Quindi stiamo ben attenti a condurre questo Paese.
Cos'è la cultura per questo Governo? Ce lo hanno dimostrato 2 anni di “casini”. Si può dire questa parola in Aula? Abbiamo avuto un Ministro che poi ha dovuto abbandonare il suo ruolo. Un Sottosegretario che ha dovuto a malincuore, anche lui, abbandonare questo ruolo: addirittura, non è stato neanche sostituito, tra l'altro, questo Sottosegretario. Questo fa anche capire come questo tema vi appassioni. Aggiungiamo anche il Sottosegretario all'Università: anch'essa ha abbandonato il suo posto e non è stata sostituita. Sono temi che vanno insieme, l'università e la cultura vanno insieme.
Abbiamo visto come, in un momento in cui viene occupata qualunque poltrona di “corsissima” e addirittura vengono create poltrone per occuparle, due figure così importanti, che dettano le linee del nostro Governo, non sono neanche state sostituite. Questo è successo.
Dopodiché è arrivato il Ministro Giuli. La presentazione è stata un po' difficoltosa, con il capo di gabinetto c'è stato qualche problemino, ma si supera tutto, si dimentica tutto in questo Paese. Ha fatto una presentazione per cui non è bastato essere iscritti a due ordini professionali per comprenderla, però faccio ammenda e continuerò a studiare ancora di più. Poi, invece, una cosa molto intelligente l'ha detta. Ha detto: “facciamo un decreto di urgenza perché dobbiamo dare le linee al nostro Paese riguardo alla cultura”.
Quindi, cosa vuol dire in italiano? Finora abbiamo fatto poco o niente, adesso ci scateniamo. E così arrivano questi 13 articoli. Tutto sommato, credo che la parte fondamentale sia quella dell'articolo che introduce un nuovo “poltronificio”. Possiamo definirlo così? Mi azzardo e lo definisco così. In un Ministero che ha subito tagli per anni, sostanzialmente per tantissimi anni, è come se un cittadino che ha una casa dirupata e che sta cadendo a pezzi si rifà il bagno con inserti in oro. Non credo che sia molto utile per la sua casa che lui faccia così.
Questo glielo sto dicendo da architetto, è un consiglio che do ai nostri cittadini: non rifate il bagno se avete una casa che vi sta crollando in testa. Quindi noi cosa facciamo brillantemente? In un Ministero che ha mille difficoltà, con 400 persone da stabilizzare, una difficoltà incredibile, noi cosa facciamo? Creiamo una cassetta che - non ho capito bene, poi lo vedremo cosa andrà a fare - valorizzerà l'Italia in Africa, non ho capito. Insomma, in un momento così difficile, le nostre città andrebbero invece valorizzate in maniera importante. Ieri è stata una giornata favolosa per Roma, abbiamo aperto i musei e anche io ho fatto queste visite.
Abbiamo un patrimonio pazzesco che ci tiene in piedi. Si mangia grazie alla cultura, correggo anche quel Ministro, perché abbiamo turisti che vengono da tutto il mondo per visitare le nostre meraviglie. Praticamente, giornate così veramente andrebbero incentivate. Questo andrebbe fatto, probabilmente, e non quello che tutto sommato questo decreto, molto vuoto, racconta. Faccio un passaggio che per me comunque è fondamentale, essendo stato anche un presidente di una commissione paesaggio: quello che non è riuscito a fare la Lega, che ha tentato addirittura di eliminare la soprintendenza, è un altro attacco all'articolo che prevede che anche il paesaggio venga tutelato dalla nostra Costituzione. È una cosa vergognosa.
Presidente, facevo parte di questa commissione. Noi analizzavamo i progetti e, essendo tre comuni molto piccoli, poi, per norma, questi nostri giudizi andavano anche analizzati dalla soprintendenza. Ho preso sempre questo non come un affronto, ma come occasione di un confronto, perché la tutela che ha dato la soprintendenza in questi anni e le leggi che piano piano, per fortuna, sono migliorate hanno salvato questo Paese, che è stato distrutto dalla cementificazione. Lo dico da ligure: noi abbiamo palazzi che non arrivano sulla spiaggia, però ogni centimetro di collina è stato occupato.
E ora ne paghiamo dazi con dissesti e problematiche varie. Quindi, quello che chiedo in realtà alle soprintendenze è di non subire la politica. È questo che chiedo alle soprintendenze , perché, purtroppo, la mia paura è stata anche questa.
Tutto sommato, non solo devono conservare la loro indipendenza, ma, visto che ci sono persone che hanno studiato, hanno valorizzato il paesaggio e hanno salvato il nostro Paese, è bene anche che possano lavorare in piena autonomia. Vi faccio un altro esempio di Genova, citando i piloni per una funivia, che devono essere costruiti in un quartiere intensamente popolato. La Soprintendenza bene fa a dire che quei piloni fanno schifo. Invece, poi è stata attaccata. Succedono anche queste cose. Quindi, non azzardatevi neanche a toccare le Soprintendenze. Io vorrei un Paese dove il Governo fa il Governo, la magistratura fa la magistratura e la Soprintendenza fa il suo.
Questo forse è l'unico modo per tutelare il paesaggio, perché quando si costruisce una schifezza dal punto ambientale, questa rimane purtroppo per 100 anni (anche se poi magari si fa qualcosa di meglio). Però, quando si va a toccare il paesaggio in maniera veramente, quando si fanno schifezze ambientali, non si può tornare indietro. Quindi, come posso chiudere? Del carrozzone abbiamo parlato, delle Soprintendenze anche.
Per quanto riguarda la parola “complotto”, ha fatto molto dispiacere questa cosa. Però adesso il Governo sempre su questo complotto si va a difendere. In realtà, abbiamo visto che questo complotto non è nulla: 20 dichiarazioni, una diversa rispetto all'altra e sempre meno attinenti alla realtà (ce lo spiegheranno qual è quella vera).
Questo è un Paese dove il Ministro del Turismo vediamo le difficoltà che ha; anzi, è l'unica che ha alzato la voce alla Presidentessa Meloni, proprio in quel momento, ha detto: “Me ne vado se ne ho voglia”. Quindi praticamente ha detto questo. Quindi è ancora lì e nessuno la tocca. I treni che vengono fermati dai chiodi. Stamattina è bruciato un convoglio (è il treno che generalmente prendo io per venire a Roma): ha proprio preso fuoco.
Insomma, in un momento come questo nessuno si prende le sue responsabilità, anzi, permettiamo ad uno stupratore - come l'abbiamo definito giustamente oggi più volte - di prendere un aereo privato e tornarsene a casa. Quindi, ho fatto finta di parlare di turismo, ma voi avete fatto finta di parlare di cultura .
Distinguete fra cittadini di serie A e cittadini - magari di Lega Pro - di terza categoria: questo è proprio il tracciato del Paese che state disegnando voi, dove la prima classe costa mille lire (tendenzialmente non si paga neanche) e, invece, la terza è solo dolore e spavento. Quindi, chiudo questo intervento, dicendo che anche la musica è cultura .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). La ringrazio, signor Presidente. Certo che è uno strano Paese questo qui. Ed è uno strano Paese governato da una strana compagine, cioè, da una compagine che, da mesi, ci costringe a parlare di scontro politico tra Governo e magistratura invece di parlare dei problemi reali di cui non si sta occupando questo Governo, come gli stipendi degli italiani, le bollette, che stanno aumentando, le rate del mutuo che tuttora sono insostenibili, come le centinaia di migliaia di giovani che ancora oggi vanno fuori a trovare fortuna perché il nostro Paese non gli offre opportunità oppure le famiglie che purtroppo sono costrette ad andare sempre di più ai per dare da mangiare ai propri figli. E invece noi qui non possiamo parlare di quello che il Governo sta facendo, che è un manifesto politico e culturale di questo Governo e quindi, ahimè, di questo Paese che da questo Governo - sempre nostro malgrado - è governato.
E allora oggi parliamo di cultura ed effettivamente anche questo decreto, di cui oggi discutiamo, è un manifesto politico sull'idea di cultura di questo Governo.
Eh sì, perché è un decreto totalmente vuoto. Non si parla di cultura in questo decreto. Ci sono tanti proclami, tante belle idee e tante finalità che volete attuare attraverso questo fantomatico Piano Olivetti per la cultura: bellissime parole e bellissimi proclami che noi abbiamo anche integrato con i nostri emendamenti (ad esempio, è stato approvato un mio emendamento che richiede di promuovere la produzione culturale e artistica giovanile). Però poi, quando andiamo a leggere a fondo questo decreto, ci rendiamo conto che non c'è nulla: è tutta pura propaganda.
Perché la verità - e ci potremmo fermare anche qui, presidente Mollicone - è che ciò che avete scritto in questo decreto sono tantissime belle parole e tanti bei programmi per giustificare qualche poltrona in più e accontentare amici e amichetti che stanno alla porta già dai tempi del povero Sangiuliano, per cui avete paralizzato un intero Ministero della cultura e tanti musei che sono governati in questo punto e gestiti , perché ci sono tante persone che aspettano alla porta di essere piazzate. Questo è il senso di questo decreto .
Potremmo anche fermarci qui, signor Presidente, perché poi, del resto, c'è poco. Non mi meraviglia il fatto che nessuno della maggioranza sia intervenuto per dibattere, come ha detto il presidente Mollicone poc'anzi. È bello dibattere o alimentare un dibattito su questo decreto. Bene, dibattiamo. Allora, diteci perché l'avete fatto, questo decreto, quali sono le reali finalità di questo decreto, visto che, dopo tanti bei proclami, sostanzialmente, non c'è un euro, ci sono soltanto pochi spiccioli per attuare tutte queste bellissime finalità previste nell'articolo 1 sul Piano Olivetti, oppure per dare una vocazione, una visione internazionale al Ministero della Cultura. No, perché i pochi soldi, le poche risorse che avete impiegato, le avete impiegate per assumere dirigenti, profili dirigenziali assunti anche al di fuori dell'amministrazione. Ci sono alcuni commi che sembrano avere un nome e cognome scritto accanto alla previsione di assunzione di alti dirigenti all'interno del Ministero della Cultura e del Ministero di Economia e finanza per attuare questo fantomatico Piano Olivetti.
Qual è la verità? La verità è che, secondo me, questo Governo effettivamente si è convinto che con la cultura non si mangia. La cultura alla fine è inutile, perché, se fate finta di parlare di cultura soltanto per poter assumere amici e amichetti , vuol dire che non assumete un euro per potenziare effettivamente le biblioteche, gli archivi, evitare la chiusura delle piccole edicole in tutto il nostro Paese, oppure stabilizzare i nostri lavoratori e lavoratrici della cultura, che sono per lo più giovani e molto qualificati e che aspettano ancora una risposta da questo Governo. Voi non lo fate, perché evidentemente considerate la cultura, l'arte e la letteratura tutto inutile.
Qui mi viene in aiuto un grande intellettuale del nostro Paese, purtroppo scomparso troppo presto, Nuccio Ordine, che ha scritto proprio un libro, che si chiama “L'utilità dell'inutile”, proprio per esaltare l'utilità di quei beni che non generano profitto, come l'arte, la cultura, la letteratura, i beni archeologici, paesaggistici, che voi state minando con questo decreto, che avete provato a minare con questo decreto, attraverso il depotenziamento di fatto del potere delle sovrintendenze, per mercificare sui nostri beni e fare dei nostri beni archeologici e paesaggistici della merce, appunto, da mercificare. Nuccio Ordine scriveva nel suo libro che il “sapere si pone di per sé come un ostacolo al delirio d'onnipotenza del denaro e dell'utilitarismo. Tutto si può comprare, è vero. Dai parlamentari ai giudici, dal potere al successo: ogni cosa ha il suo prezzo. Ma non la conoscenza: il prezzo da pagare per conoscere è di ben altra natura”. Allora, qual è il prezzo della non conoscenza di quello che sta facendo questo Governo, del disegno di questo Governo per il nostro Paese, per il nostro futuro e per il futuro dei nostri figli? È un prezzo altissimo ed è qui - ha ragione il collega Silvestri, come diceva prima - che ci volete portare: volete arrivare a non risvegliare le nostre coscienze, perché altrimenti tutti capiremmo qual è il disegno e dove ci volete portare, a quel delirio d'onnipotenza, di cui parlava Nuccio Ordine, quel delirio di onnipotenza che vi guida in ogni vostra azione da quando siete al Governo, quel delirio d'onnipotenza che vi ha portato - sì, lo so che vi dà fastidio e state scappando dal Parlamento per non affrontare questo che è un tema cruciale della sicurezza e del quadro anche giuridico dello Stato di diritto del nostro Paese - a liberare un criminale , una persona condannata, che ha un mandato di arresto per reati gravissimi - reati gravissimi! - che ha compiuto in Libia. Dove? In Africa, dove voi - sempre in questo decreto - volete importare la nostra cultura. Noi praticamente, secondo le vostre intenzioni e le belle parole che avete scritto in questo vuoto decreto/poltronificio, con questa unità di missione, che serve soltanto ad assumere un altro dirigente, vogliamo importare cultura in Africa. Però, nello stesso tempo, espatriano un torturatore, restituendolo a chi, di quella tortura, muore e viene segnato a vita.
Questo non è un tema che non è attinente con quello di cui stiamo parlando, perché attiene proprio alla cultura di questo Governo, come hanno detto benissimo i colleghi che mi hanno preceduto. Allora qual è la cultura di questo Governo? La cultura come strumento di propaganda e di controllo. È un Governo che utilizza la cultura non come strumento di crescita e di confronto, ma come leva per consolidare un'idea di Nazione, un'idea di società, e, allo stesso tempo, per cercare di oscurare chi ha un'idea diversa, come fa con i sedicenti intellettuali, come dice il Governo, di sinistra, che, comunque, propagano un'idea diversa da quella di questo Governo.
È un'idea di cultura come disinvestimento e privatizzazione strisciante. La cultura non è considerata, come dice anche l'articolo 1, come un bene comune da sostenere, ma come un settore da sfruttare economicamente, lasciandolo sempre di più in mano ai privati. L'esempio è lampante: questo decreto non stanzia nuove risorse per i lavoratori del settore, come ho detto prima e come hanno detto benissimo i miei colleghi. Invece, si favoriscono quei grandi eventi e i finanziamenti a spettacoli legati a privati.
Una cultura che è strumento di mercificazione, la cultura selettiva che premia i migliori ed esclude i più deboli, così come state facendo con l'articolo 7 di questo decreto, con questa retorica vuota del merito che mira a premiare chi, per condizioni sociali ed economiche favorevoli, è più avvantaggiato a ottenere determinati meriti. Un 100 alla maturità, un 100 non è soltanto un numero, ma è anche figlio delle condizioni sociali in cui versa una persona. Allora, il nostro compito, il compito dello Stato dovrebbe essere quello di prendere per mano le persone che rimangono indietro e dargli la possibilità di ottenere quegli strumenti che, altrimenti, non potrebbe ottenere con questo ascensore sociale, che è fermo e che voi state fermando ancora di più con le politiche di questo Governo che state attuando da quando vi siete insediati.
Quindi, qual è la cultura di questo Governo? La cultura del revisionismo storico e della narrazione conservatrice; questa cultura che vuole riscrivere la narrazione storica con una lettura nazionalista e conservatrice, minimizzando le responsabilità anche, ad esempio, del fascismo ed enfatizzando una visione eroica dell'Italia. Ci sono tantissimi esempi che potrei citare. Qual è il modello culturale di questo Governo? Una strumentalizzazione delle culture internazionali a scopi politici.
E ancora qui veniamo alla recente vicenda del torturatore libico Almasri. Perché c'è anche un'altra cultura che questo Governo non persegue: la cultura della verità. Perché questo Governo ha così paura della verità? Perché avete paura di affrontare un dibattito su quanto accaduto la scorsa settimana? Perché avete paura di non assumervi le vostre responsabilità…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
VITTORIA BALDINO(M5S). Sì, grazie, Presidente, sto concludendo. Concludo dicendo che tante volte ho sentito dire che la Presidente Meloni ha una grande abilità comunicativa. Glielo riconosco, perché ci vuole abilità a raccontare frottole, se non altro perché bisogna poi avere una buona memoria. Però questa abilità, quella della spregiudicatezza che ha questo Governo, non la considero una virtù. La virtù è assumersi le proprie responsabilità, la virtù è dire al Paese dove lo si vuole condurre, la virtù è dire anche delle verità scomode che fanno perdere voti, se veramente ci si assume la responsabilità del proprio ruolo.
Quindi, la verità che voi non dite è che non siete interessati né alla cultura, né alla giustizia…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
VITTORIA BALDINO(M5S). Sto concludendo. Siete interessati solo al potere e alla propaganda, ma sappiate che ogni vostro errore non passerà inosservato, perché ci sarà quel risveglio di coscienza e la storia vi giudicherà per il disastro che state lasciando dietro di voi .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. Finalmente arriva in Aula un decreto a lungo annunciato dal Governo, in particolare dal Ministro Giuli, che afferma di essersi volutamente ispirato al modello di Adriano Olivetti. Sulla scorta, però, di quanto accaduto con il Piano Mattei, con il quale Enrico Mattei non aveva nulla in comune, verrebbe da dire: un attimo, vediamo prima qual è il pensiero di Olivetti, soprattutto quando diceva che cos'è la fabbrica secondo lui.
La fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti; deve distribuire ricchezza, cultura, servizi e democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo e non l'uomo per la fabbrica. E anche qui, Presidente, su questo richiamo a Olivetti vorrei andarci un po' più cauto, ma andiamo avanti. Ciò che permise alla fabbrica olivettiana di divenire un modello organizzativo ideale, dal quale prendere esempio nella gestione del capitale umano, fu la creazione della forma di lavoro fondata sui principi di solidarietà sociale. Allora, Presidente, mi rivolgo al Governo, per il suo tramite: voi con tutto questo non c'entrate nulla .
Questo testo, grazie alla previsione di una nuova unità di missione e nuove posizioni ministeriali, promuove clientelismo e nient'altro. Abbiamo provato a migliorare il testo con emendamenti di buonsenso, ma nulla; abbiamo detto che la cultura ha bisogno di finanziamenti per sopperire ai tagli che sono stati fatti in questi anni, ma nulla. In questo testo di investimenti, di risorse e di soldi per la cultura non ne parlate, perché bollate il testo con la formula “ad invarianza di bilancio”, fuggendo così dai veri problemi di cui la cultura soffre, come il tema del precariato o quello dei salari bassissimi.
Adriano Olivetti, tra le tante cose, affermava in maniera decisa che non può esserci progresso economico senza investimenti nella cultura e nel sociale; voi, invece, gli investimenti li bloccate. Ciò che fa rabbia, però, è che, quando bisogna aumentare lo stipendio dei vostri Ministri o affossare il Paese per obbedire ai stranieri sulla folle corsa alle armi, allora lì i soldi li trovate. Quando dovete trovare un milione di euro per i nuovi dirigenti e per un'unità di missione aperta anche a esterni all'amministrazione statale, le risorse le trovate: è la cultura delle poltrone e degli sprechi.
Gli unici finanziamenti che vedrà la cultura sono gli 8 miliardi di euro del PNRR grazie al presidente Giuseppe Conte , sul quale Fratelli d'Italia ha pure espresso voto di astensione. Questo è ciò che fa ripetutamente il Governo. Pertanto, la sua mediocrità non è un atto in sé, ma piuttosto abitudine, e tale mediocrità trova un'espressione plastica quando prende un perfetto sconosciuto, noleggiatore di auto, e lo mette ai vertici dalla principale partecipata del Ministero della Cultura per il solo merito di essere amico personale di Arianna e Giorgia Meloni .
Poi vi inventate l'inutile Carta del merito. Vi abbiamo chiesto di aumentare il fondo della Carta della cultura, nata con il Governo “Conte 2” per contrastare la povertà educativa e garantire libri a tutti, ma niente: proprio non vi piace aiutare chi è in difficoltà. Avete bocciato la proposta che promuove la formazione e il culturale, voltando le spalle a un modello di sviluppo partecipativo e inclusivo. Queste erano iniziative politiche che si ispirano ai principi di Adriano Olivetti , e mentre vi ispirate a lui, arriva un altro lui, Matteo Salvini, che non può mica mancare.
L'uomo che a destra fa crescere tutti i partiti tranne il suo, colui che con la cultura proprio non si prende, Presidente, non si lega. Oggi vuole abolire le soprintendenze, che sono un presidio di legalità contro aggressioni e speculazioni a danno del nostro patrimonio storico-culturale. Azzoppare le soprintendenze vuol dire azzoppare la Polizia, vuol dire minare le fondamenta della protezione dei beni culturali e aprire le porte a una pericolosa , a meno che - e qui è lecito pensarlo - Salvini, visto che siamo in tema di complotti, non voglia uscire anch'egli con un video sui per dire che siamo sotto attacco delle delle soprintendenze con i loro pareri vincolanti.
Attenzione, perché dopo i complotti della magistratura, della Corte penale internazionale, della Corte dei conti, dell'Agenzia delle entrate, della Guardia di finanza, ci facciamo mancare il complotto delle soprintendenze rosse, Presidente ? Salvini a parte, dobbiamo dire che, dopo aver protestato, fortunatamente il Ministero della Cultura ha dato parere negativo e l'emendamento è stato ritirato. A detta del Ministro Giuli, questo decreto rappresenta un passo per rispondere alle esigenze della catena del valore della cultura, nonché per dare una prospettiva e una visione internazionale al Ministero della Cultura.
Caro Ministro Giuli, se il decreto Cultura mira a rafforzare la prospettiva internazionale del Ministero della Cultura, come lei dice, la mancata cattura di Almasri dimostra, invece, tutta la nostra debolezza nella gestione delle relazioni internazionali , debole e sotto scacco di individui privi di qualsiasi rispetto dei diritti umani. Giorgia Meloni dovrebbe essere qui a riferire al Parlamento per spiegarci perché l'Italia ha protetto un presunto criminale del genere, sul quale pendeva un mandato di cattura internazionale.
Per chi non lo sapesse, parliamo del capo della polizia giudiziaria libica, accusato dalla Corte penale internazionale di gestire il traffico di esseri umani, di essere corresponsabile di una serie di massacri e sparizioni a Tarhuna, un centro vicino Tripoli, dove sono state trovate decine di fosse comuni. Diversi sopravvissuti lo hanno accusato di torture fisiche e psicologiche.
È accusato di aver torturato, ucciso e schiavizzato migliaia di migranti subsahariani…
PRESIDENTE. Onorevole, rimanga sul tema, per favore.
ARNALDO LOMUTI(M5S). …incarcerati e costretti ai lavori forzati. È accusato di aver stuprato un bambino di cinque anni. Ora, la Presidente del Consiglio, madre, patriota e cristiana, non può pensare di cavarsela con un video pieno di bugie in stile suo, quello di Salvini. Ci voleva un giornalista libero e indipendente come Bruno Vespa per farci dire le cose come stanno e, cioè, che la Premier è sotto ricatto. È successa la stessa cosa con Giuseppe Conte, con la differenza che in questo caso la denuncia veniva da Fratelli d'Italia e la reazione di Giuseppe Conte fu chiara e semplice: “si tratta di un atto dovuto; resto a completa disposizione dei giudici”. Basta, fine. Non ha piagnucolato come Giorgia Meloni e non ha avuto lo stuolo di lacchè, che, pur di difenderla, rilasciano dichiarazioni imbarazzanti, oltre che contrastanti. Infatti, mentre Meloni grida al complotto, i suoi gridano ad altri complotti incompatibili con il suo: si è iniziato con la colpa dei giudici romani, perché sono stati loro ad aver scarcerato Almasri, noi non c'entriamo nulla; poi la colpa è dei giudici romani che non hanno inviato i documenti a Nordio; la colpa è dei giudici romani, che hanno inviato i documenti a Nordio, ma troppo tardi; dopodiché - fermi tutti, dietrofront -, è stata una decisione del Governo, perché, come dice il Ministro degli Affari esteri Tajani, che qui proprio fa lo la decisione della Corte dell'Aia non è oro colato. Abbiamo un Ministro degli Affari esteri che non conosce …
PRESIDENTE. Onorevole, però per cortesia…
ARNALDO LOMUTI(M5S). Sto chiudendo, perché mi sto avviando alla conclusione…
PRESIDENTE. Adesso siamo al secondo richiamo; quindi, al prossimo, le tolgo la parola .
ARNALDO LOMUTI(M5S). Qualcuno ha chiamato Tajani… Presidente, ho concluso, sto veramente chiudendo. Comunque, il Sottosegretario non può stare qui a protestare. Se il Sottosegretario vuole protestare, scendesse in piazza con chi sta perdendo il lavoro, con gli operai Stellantis …
PRESIDENTE. No, fermi. Il Sottosegretario non può gesticolare e guarda me se ha una necessità. Però, adesso per favore! Se sta chiudendo, rimanga sul tema. Prego.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Sì, certo. Presidente, stavo dicendo che il Sottosegretario, però, non può stare qui a protestare.
PRESIDENTE. Ho già richiamato io.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Io capisco e comprendo il relatore che chiede la parola e si appella al Regolamento, ma, se il Sottosegretario ha voglia, ha questo spasmo di protestare, scendesse in piazza con gli operai Stellantis, scendesse in piazza con quelli che protestano perché non arrivano a fine mese e, allora, lì può protestare. Qui, Sottosegretario, lei deve ascoltare . Per il suo tramite, Presidente, ha dato un buon suggerimento, il Sottosegretario, gliene do merito.
Presidente, chiudo. Per fare proprio una questione culturale, perché tanto abbiamo visto che questo decreto Cultura di tutto parla, tranne che di cultura, per come la intendiamo noi, la Meloni vuole nascondere i propri scivoloni, cercando di farci credere che tutto il mondo complotti contro di lei. La verità è una - e arrivo al punto, Presidente -, cioè che questo Governo o, meglio, la Meloni e tutto il suo stuolo di lacchè di Governo, ma anche di maggioranza, ha scelto da che parte stare e non è la parte che abbiamo scelto noi. Trattasi di cultura: la nostra cultura ci impone che gli assassini, i torturatori e gli stupratori di bambini debbano essere accompagnati in galera e non a casa su un volo di Stato. Questa è la nostra cultura .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Discutiamo oggi dell'ennesimo decreto-legge oggetto di conversione. Ovviamente, mi atterrò al testo normativo, però devo premettere che esiste una necessaria osmosi tra quello di cui discutiamo in Aula e quello che avviene fuori. Il dibattito parlamentare, Presidente, non può essere castrato, perché verrebbe meno la nostra stessa funzione. Mi preme sottolineare che nel preambolo - io ho letto con grande attenzione il preambolo anche di questo provvedimento - viene sottolineata la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni che tengano a promuovere la cultura come strumento - lo dicevo già prima - di dialogo e di integrazione.
Io non posso, a questo punto, sottolineare che il destino - è uno scherzo del destino - ha voluto che proprio in questi giorni il Governo si infrangesse, con la propria azione, contro quello che è scritto in questo provvedimento, perché sicuramente il caso del noto criminale, di cui non facciamo il nome, che non nominiamo, che è stato rimpatriato con un volo di Stato, contraddice proprio quello che viene detto in merito all'integrazione in questo provvedimento. Quindi che ipocrisia, quale ipocrisia: si parla di misure urgenti in materia di cultura e, poi, l'azione di coloro che ci rappresentano va in un senso diametralmente opposto. Possiamo dirlo? Penso che alle opposizioni possa essere data questa facoltà, sennò non saremmo qui, non saremmo opposizioni.
Ma veniamo all'analisi del testo, mi ero ripromessa per l'appunto di analizzarlo. All'articolo 1 si prevede l'adozione di un Piano Olivetti per la cultura, che dovrebbe favorire la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, che dovrebbe valorizzare le biblioteche e, ancora, che dovrebbe promuovere la filiera dell'editoria libraria, valorizzare il patrimonio di archivi e istituti storici. Il libro dei sogni. Perché? Perché tutto questo senza soldi, a invarianza finanziaria, come è stato sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto. Perché i soldi, cari colleghi, vengono - e mi rivolgo a lei, Presidente - destinati prevalentemente in armamenti o, alla bisogna, per riaccompagnare a casa un pericoloso criminale, di cui continuiamo a non fare il nome.
L'articolo 2 istituisce, poi, una unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato, prevedendo un dirigente di livello generale, 2 di livello non generale, 5 unità di personale non dirigenziale da individuare tra il personale in servizio. Insomma, 8 persone, di cui 5 sicuramente dislocate da altri incarichi, che dovrebbero promuovere - udite, udite - il dialogo culturale tra l'Italia e tutti gli Stati del continente africano e del Mediterraneo allargato. Ma come sarà mai possibile? Questo a tacere dei criteri che, poi, governeranno queste designazioni, fatto che i colleghi che mi hanno preceduto hanno ben evidenziato. Quindi, dopo il Piano Olivetti, il Piano Mattei. Ora mi sembra che questa parola, “piano”, piaccia tanto al Governo, piace “piano”, piace “ponte”: è la geometria che proprio interessa particolarmente. Una geometria irrealizzabile però, Presidente, che è nel libro dei sogni, però piace. Ma, diciamocela sinceramente: quale geometria? Qui si parla solo di una cosa: di fuffa, si parla di propaganda . È solo propaganda quello di cui si parla ed è una cosa nella quale questo Governo è assolutamente specializzato, , la Presidentessa del Consiglio, quando si assume vittima di persecuzioni inesistenti da parte della magistratura, come nel caso del noto criminale di cui parlavamo prima, ma di cui non facciamo il nome.
Gli articoli seguenti stanziano un po' di soldi rimediati qua e là per sostenere l'editoria, l'apertura di nuove librerie, per dare un po' di ossigeno, così, , a istituti storici o anche per la celebrazione del venticinquesimo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio; tra l'altro, una previsione molto strana, viste anche le ultime politiche fatte da questo Governo che, di certo, tutto hanno di mira, tranne la tutela del paesaggio. Anche qui, c'è una sorta - la chiamano così gli psicologi e io ci ho pensato un po' - di dissonanza cognitiva, che è una cosa che capita a quei soggetti ai quali succede di dire una cosa ma di pensarne un'altra, cioè di dire una cosa, però fare una cosa assolutamente opposta.
Ebbene, gli articoli successivi, poi, prevedono ugualmente tutta una serie di misure, che avrebbero potuto trovare tranquillamente la loro disciplina in un testo di legge ordinaria, ma comunque utilizziamo, come sempre, lo strumento della legislazione d'urgenza.
Voglio segnalare - Presidente, come vede io mi sto dilungando nell'analisi di questo provvedimento con un'analisi proprio puntuale - il fatto che si rende permanente la disciplina sperimentale, già introdotta con il Governo “Conte 2”, con la quale si sostituisce ogni atto di autorizzazione per l'organizzazione di spettacoli dal vivo che presentino determinate caratteristiche con la segnalazione certificata di inizio attività, con l'esclusione, ovviamente, dei casi in cui sussistono vincoli ambientali, paesaggistici e culturali nel luogo in cui si svolge lo spettacolo.
Una volta tanto una cosa buona, però attenzione, giusto per rammentarlo, era una cosa che era stata ideata e voluta dal Governo precedente , quindi l'unica cosa buona di questo testo era stata voluta dal Governo Conte. Si ha poi la delicatezza sempre, all'articolo 7, comma 3, di prevedere l'introduzione di un nuovo criterio di classificazione delle opere cinematografiche, un'altra annotazione importante, molto delicata, con la denominazione di opere non adatte ai minori di anni 10; però non ci dimentichiamo che, sempre nello stesso tempo, il Governo ha rimpatriato un presunto violentatore di minori, di cui non facciamo il nome sempre, ma che comunque la Corte penale internazionale aveva chiesto per l'appunto di arrestare.
Allora, che vi sia la necessità di intervenire per valorizzare il patrimonio artistico e culturale della nostra Nazione nel nostro Paese è sotto gli occhi di tutti. È altrettanto sotto gli occhi di tutti che le risorse stanziate - utilizzo un termine - sono insufficienti; no, sono ridicole. È altrettanto sotto gli occhi di tutti che chi ricopre incarichi pubblici dovrebbe esprimere piena adesione ai principi che governano la nostra cultura e che la fondano.
Ancora una volta il Governo interviene con un decreto-legge, abusando di uno strumento normativo - sottolineo abusando -, che poi si chiede al Parlamento di convertire, magari ponendo, come di consueto, la fiducia. Noi siamo tristemente abituati a questo modo di procedere, però, Presidente, molto meno siamo abituati al continuo attacco alle istituzioni repubblicane , contro il quale noi avremo sempre la forza di opporci e anche alla pericolosa deriva rispetto ai valori fondanti della nostra cultura, che è stato consumata in questi giorni dal Governo con il caso Almasri , deriva alla quale mai aderiremo e che mai, Presidente, ci vedrà complici .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA(M5S). Presidente, colleghi, Governo. Oggi siamo qui a discutere del DL cultura, un provvedimento che dovrebbe valorizzare il patrimonio culturale italiano e promuovere la cooperazione - e mi vorrei soffermare - con l'Africa e il Mediterraneo. Ma di quale cultura stiamo parlando? Quello della trasparenza e della giustizia o dell'ambiguità e dell'ipocrisia? Mentre in quest'Aula si parla di costruire ponti e cultura con l'Africa, il Governo ha appena rimpatriato con un Falcon di Stato un criminale di guerra libico ricercato dalla Corte penale internazionale per traffico di esseri umani, torture e stupri sui minori. E voi ci parlate di cultura, di valori e di cooperazione internazionale? Ma come? Il Governo che urla “prima gli italiani” e che dice di non avere paura di nessuno poi si inginocchia davanti alla Libia e si precipita a liberare un criminale di guerra? Avete trasformato l'Italia nel Paese in cui chi scappa da una dittatura viene respinto, ma chi guida la dittatura riceve protezione e un passaggio in prima classe: un capolavoro di strategia politica. Allora chiediamoci: quale cultura sta promuovendo questo Governo? Non è la cultura della giustizia, perché difendere un criminale della guerra non è giusto; non è la cultura della sicurezza, perché avete protetto un uomo che ha fatto della tortura e dello sfruttamento il suo mestiere; non è la cultura della trasparenza, perché continuate a cambiare versione come bandieruole al vento; e non è neanche la cultura del lavoro, perché, mentre voi parlate della crescita e di sviluppo, le imprese chiudono, i salari restano bassi, i giovani scappano all'estero.
La verità è che la vostra cultura è quella della paura. E allora come possiamo credere alle vostre parole sulla cooperazione culturale con l'Africa? Quale cultura vorreste esportare in Africa? Quella del doppiogiochismo, dell'ambiguità, del voltarsi dall'altra parte? E qui si parla di cooperazione, mentre si stringono accordi con regimi criminali. Questa è la cultura che state promuovendo? Non è cooperazione, questa è complicità, complicità che noi non dimenticheremo.
Concludo con una metafora per questo Governo: la cultura che state costruendo è come un castello di sabbia instabile e destinato a crollare al primo soffio di vento, perché governare con le bugie, con la paura, con la sottomissione ai più forti non è cultura, è solo il modo più rapido per finire sepolti sotto il peso delle proprie contraddizioni. E quando il castello crollerà, ricordatevi, non sarà colpa dei giudici, né della stampa, né dei fantomatici complotti internazionali. Sarà colpa vostra, solo vostra !
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Io direi di cominciare a parlare di questo decreto proprio facendo precisazioni importantissime. Citare Olivetti: come vi permettete di citare Olivetti? Secondo me non conoscete la sua storia, perché Olivetti, oltre l'impresa, aveva creato una sorta di urbanistica socialista. Socialista! Lo dico a voi, di destra. Un'area dove le persone che lavoravano avevano la casa, la scuola, il salario minimo, anzi, un salario dignitoso. Il rapporto tra la cultura dei bambini che abitavano in questi luoghi e delle persone che lavoravano era pervasa di strumenti atti ad aiutarli a cambiare la loro situazione. È questo che serve a un Paese quando si parla di cultura: cercare di aiutare le persone che hanno difficoltà a cambiare la loro situazione attraverso i finanziamenti e il contrasto alla povertà educativa.
E devo dire che voi avete questo concetto di cultura che è veramente strano. Avete questo concetto di cultura pseudo-celtica. Io ricordo il Ministro Giuli in un video dove suona lo zufolo in un prato ad adorare divinità celtiche. E poi questo paragone fatto dalla sorella della Premier tra Giorgia e Frodo. Io mi ricordo che Frodo era un pacifista, un ambientalista. Quindi mi sembra la cosa più lontana rispetto alla nostra Premier. E questo continuo paragone con mi fa anche pensare che forse non avete chiaro come portarlo nella nostra cultura, nella cultura italiana. Perché, effettivamente, come avrebbe gestito Giorgia-Frodo i flussi migratori degli orchi e dei nani nella terra di mezzo? Come lo sta gestendo adesso? Magari liberando un orco con una nave di Stato, per stare nel romanzo, e riportandolo nel suo Paese con tutti gli onori. Ed è questo che voi avete fatto.
E poi abbiamo tutto un tema legato alle sovrintendenze, che veramente ha del paradosso. Il classico Ministro Salvini, che è il Ministro del fare male, ha fatto questa proposta, che per fortuna è tornata indietro, senza sapere il ruolo che hanno le sovrintendenze nel nostro Paese. Il nostro Paese vive e prospera anche perché ha un patrimonio culturale molto più grande e importante rispetto alle altre Nazioni. E senza la tutela delle sovrintendenze, questo patrimonio culturale, probabilmente, sarebbe sparito per la maggior parte. Con le sovrintendenze ci si dialoga, non si impone un modello giusto per favorire alcuni, per il classico partito del fare male, come vuole fare il Ministro Salvini.
L'altro aspetto interessante è nell'articolo 4: questa sovvenzione di 800.000 euro per festeggiare i 25 anni della Convenzione europea del paesaggio. Sono contento di festeggiarla, ma vi dico cosa c'era scritto in questa Convenzione europea del paesaggio. I principi erano: tutela del paesaggio, cioè il riconoscimento del valore di tutti i paesaggi, non solo di quelli eccezionali, ma anche di quelli ordinari e degradati. Voi cosa state facendo per tutti i nostri paesaggi che subiscono un degrado o un dissesto? Non state facendo niente. Avete fatto il decreto Caivano e adesso avete fatto questi altri piccoli decreti, che sono operazioni . Non avete una politica infrastrutturale, una politica economica, che può chiaramente modificare, effettivamente in meglio, le nostre aree periferiche e degradate.
Questa Convenzione incoraggiava la gestione sostenibile, incoraggiava politiche di sviluppo che rispettino e valorizzino il paesaggio e l'ambiente. Voi che siete i fautori del negazionismo climatico mettete 800.000 euro per festeggiare una Convenzione che dice, giustamente, il contrario di quello che state dicendo voi. Questa Convenzione promuoveva la partecipazione dei cittadini.
Voi come la promuovete la partecipazione dei cittadini? Se protestano, li mettete in galera . Se non sono d'accordo con quello che dite e, magari, protestano contro un'opera sbagliata - faccio l'esempio del TAV, ma potrei fare anche quello del ponte -, siete capaci di fare una legge per cui queste proteste sono fuori legge, sono passibili di denuncia e di condanna. Con questo volete festeggiare questa Convenzione, almeno leggete le convenzioni. Lo ha detto bene il mio collega Giorgio Fede, non usate il metodo Sangiuliano su tutto, dove leggete solo il titolo delle cose che poi promuovete, leggetele tutte.
Quindi, noi siamo qui a fare questa discussione generale su un modello di cultura che non ci piace, perché è il modello della cultura del più forte, è il modello della cultura che va chiaramente a creare due grandi gruppi in contrapposizione tra di loro: quelli che si possono permettere di cambiare la loro situazione e quelli che hanno già una situazione ottima e che verranno ancora di più privilegiati. La cultura serve a diminuire queste distanze, voi le state aumentando. Quindi, quando parlate di cultura, per favore, lavorate veramente sulla cultura vera del nostro Paese.
Investite sul fatto che moltissime delle persone, dei nostri giovani, non avranno la possibilità di studiare nel futuro perché non c'è una possibilità di avere la capacità economica di andare a scuola, di andare all'università. Non creiamo una cultura come quella americana, dove soltanto chi ha i soldi può studiare e, chiaramente, anche decidere le sorti del Paese. Rimaniamo su una cultura umanistica italiana, che ha permesso di essere il Paese che siamo e che voi, però, state distruggendo
PRESIDENTE. Passiamo all'ultimo intervento.
È iscritto a parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Oggi discutiamo il decreto recante misure urgenti in materia di cultura, un decreto che dovrebbe rilanciare la cultura nel nostro Paese. Parliamo di un settore di valore e di importanza strategica per l'intero tessuto economico e sociale, ma, evidentemente, per rilanciare il settore della cultura occorrevano investimenti. Invece, con questo provvedimento, un provvedimento urgente, il Governo sta intervenendo ad invarianza di risorse per la finanza pubblica, ovvero senza metterci i soldi, senza risorse economiche.
Non avete messo un euro in più da investire per rilanciare la cultura. Un decreto urgente dove per voi l'urgenza è, ancora una volta, la creazione di nuovi incarichi. Così avete raggiunto un altro obiettivo, cioè nuove poltrone da spartire per amici e parenti. Così facendo dimostrate per l'ennesima volta ciò che siete veramente, ovvero il Governo della clientela e dell'“amichettismo”. Questo decreto, Presidente, poteva essere l'occasione, ad esempio, per rilanciare veramente il settore della cultura, ma al Governo evidentemente questo non interessa.
Potevate, ad esempio, stabilizzare il personale precario del Ministero della Cultura, ma per voi questo evidentemente non è una priorità. Il lavoro precario che abbiamo nel mondo della cultura è diventato qualcosa di invisibile e sconosciuto, ed è inaccettabile, Presidente, che non ci sia modo in questa legislatura di affrontare i veri problemi, le vere questioni, le vere emergenze, a partire da quella salariale. Parliamo di retribuzioni da fame che affliggono il mondo del lavoro culturale .
Parliamo di uomini e donne specializzati, altamente specializzati, in un settore cruciale per l'Italia, che spesso vengono pagati con contratti da fame o addirittura in nero, in assenza di contratto, in assenza di tutele, in assenza di diritti. I lavoratori della cultura patiscono una condizione di precarietà strutturale. Penso ai lavoratori dello spettacolo, i quali non hanno un adeguato che li aiuti e li sostenga nel loro percorso e nella loro carriera lavorativa, spesso precaria e discontinua.
Per non parlare anche del personale che lavora nei tanti musei sparsi per il Paese, nelle biblioteche, nei circuiti dello spettacolo dal vivo, nel mondo del cinema, negli istituti di ricerca, nelle case editrici, nelle redazioni dei giornali e anche nelle trasmissioni televisive: ecco, senza di loro, senza l'impegno quotidiano di tutti questi lavoratori, la cultura non sarebbe adeguatamente fruibile da parte di tutti i cittadini, ma a voi tutto questo sembra non interessare.
D'altronde siete il Governo che preferisce e favorisce il precariato, e che, di fronte al fenomeno dei , i lavoratori poveri, decide di fregarsene e di girarsi dall'altra parte. Tornando al merito del provvedimento, i colleghi della Commissione cultura hanno provato in tutti i modi, con diversi emendamenti, a migliorare il provvedimento in esame, ma da voi hanno ricevuto pareri contrari, a dimostrazione del fatto che voi non valutate il merito degli emendamenti, ma solo la loro provenienza, e se questi emendamenti provengono dal MoVimento 5 Stelle, questi vanno bocciati, senza nemmeno entrare nel merito delle nostre proposte di modifica.
Su questo provvedimento la maggioranza si è anche spaccata evidentemente sulla questione delle soprintendenze, in quanto la Lega aveva presentato un emendamento, a mio avviso pericolosissimo, volto ad eliminare il parere vincolante delle soprintendenze per i lavori su immobili ricadenti in aree vincolate. Una norma profondamente sbagliata e, come dicevo prima, pericolosissima, che mina le fondamenta della protezione dei beni culturali e apre a un forte rischio di speculazioni edilizie, ma anche di infiltrazioni criminali.
Non è una novità, del resto, che questo Governo sia intollerante agli organi di controllo. Dopo avere messo sul banco degli imputati dei vostri complotti la magistratura italiana, la Corte penale internazionale, la Corte dei conti, l'Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza, vi mancavano le soprintendenze . Allora chiedo al Governo, tramite lei, Presidente, quale potere dello Stato, quale istituzione democratica, quale presidio di legalità sarà il vostro prossimo obiettivo da abbattere.
Tornando poi all'altro fine di questo decreto, Presidente, ovvero quello di adottare una cooperazione internazionale in Africa grazie al vostro Piano Olivetti, mi chiedo e vi chiedo, tramite lei, Presidente, chiedo al Governo: a cosa serve l'unità di missione per i rapporti con gli altri Paesi, in questo caso i Paesi africani, in ambito culturale, se poi il Governo italiano non rispetta le convenzioni internazionali e preferisce accompagnare a casa sua un criminale internazionale, su cui pende un mandato di arresto per crimini contro l'umanità, torture, omicidi, violenza sessuale anche su un bambino di 5 anni ?
La Presidente Meloni, con un video sui , attacca i magistrati e grida al complotto; ma quale complotto, la verità è che siete il Governo della propaganda e del vittimismo misto a dilettantismo. Con il vostro Governo state facendo fare all'Italia enormi passi indietro dal punto di vista della credibilità internazionale e dimostrate di offendere la cultura del nostro Stato di diritto, che meriterebbe, invece, altro tipo di atteggiamento da parte dei suoi rappresentanti. Fareste un buon servizio al Paese se solo ve ne andaste a casa il prima possibile .
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, presidente della Commissione cultura, onorevole Mollicone, che vi rinunzia.
Ha facoltà di replicare il Sottosegretario di Stato per la Cultura, onorevole Mazzi.
GIANMARCO MAZZI,. Rinuncio
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, n. 630-B: Modifica all'articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea .
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
La VII Commissione (Cultura) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire, in sostituzione del relatore Fabio Roscani, l'onorevole Mollicone, presidente della VII Commissione.
FEDERICO MOLLICONE, . Grazie, Presidente. Visto l'andamento del dibattito, sarei tentato di illustrarla, ma chiedo l'autorizzazione a consegnare la relazione.
PRESIDENTE. Sicuramente è autorizzato.
Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, Sottosegretario Mazzi, che si riserva.
È iscritta a parlare la deputata Valentina Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. Oggi discutiamo di questa proposta di legge, che è tornata, dopo un anno, qui in Aula.
La proposta di legge ha avuto un iter particolarmente travagliato - diciamo - e, a tratti, anche un po' disonesto da parte di questo Governo e di questa maggioranza. Infatti, si tratta dell'insegnamento della cultura della sicurezza all'interno delle scuole di ogni ordine e grado: è una proposta di legge che, come MoVimento 5 Stelle, avevamo depositato il primo giorno di legislatura, nel 2022, e che poi nel corso del tempo ha visto abbinato un testo analogo del presidente Rizzetto, che da lì, ovviamente, con la forza dei numeri, è diventato il testo base; e, quindi, da lì abbiamo iniziato a lavorare su questo testo.
Noi non possiamo fare altro che dire che siamo contenti - ovviamente - di aver dettato la linea di questa maggioranza su questo testo. Chiaramente pensiamo che l'introduzione dell'insegnamento della cultura della sicurezza sul lavoro all'interno delle scuole sia una materia fondamentale, però non possiamo non notare come, nel corso dell'iter, questa legge di fatto sia diventata tutto fumo negli occhi. Infatti, da che era previsto un insegnamento autonomo, 33 ore di insegnamento di questa materia all'interno di un percorso autonomo, con una linea di finanziamento autonoma, che era appunto la iniziale per avere dei cittadini più consapevoli proprio lavorando sul concetto di cultura e formazione, purtroppo non è più così, perché questa materia è stata inserita all'interno dell'educazione civica, senza neanche un euro disposto.
Tra l'altro, non è più neanche l'insegnamento della cultura della sicurezza, ma un più generico insegnamento delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Di fatto, è totalmente un'altra materia, un'altra cosa e - devo dire la verità - francamente non so a cosa possa servire, perché senza una struttura, senza un percorso predefinito, senza un'idea precisa di insegnamento proprio culturale è difficile che questa materia possa effettivamente sortire il suo effetto.
Peraltro, trovo anche il discorso molto limitato, non soltanto perché questa materia viene inserita all'interno dell'educazione civica e, quindi, ovviamente sarà molto generica, ma poi anche perché la normativa non fa riferimento alla salute, ma soltanto - appunto - alla sicurezza sul lavoro. Quindi, riduce proprio il perimetro di intervento ai minimi termini e, di fatto, è proprio ed esclusivamente una bandierina che questo Governo mette su un tema molto, molto delicato, senza avere alcun tipo di piano su quello che è l'insegnamento della cultura, della sicurezza sul lavoro e, più in generale, di tutta la materia della salute e sicurezza sul lavoro, che noi, come MoVimento 5 Stelle, portiamo avanti chiedendo di introdurre nel nostro ordinamento un piano straordinario per la salute e la sicurezza sul lavoro, dati i drammatici numeri di morti sul lavoro che tutti gli anni ci portiamo.
Non soltanto: abbiamo anche tutto il tema degli infortuni e il tema delle malattie professionali, che purtroppo sono continuamente in aumento. I dati INAIL dello scorso anno ci dicono addirittura che le malattie professionali sono aumentate del 20 per cento.
Quindi, questo Governo non ha alcun tipo di strategia su questo tema e ci tengo a dirlo perché, per quanto possa tenere alla proposta di legge per come l'avevamo pensata, depositata e ragionata, a fronte di quello che sta succedendo, non posso fare altro che dire che, ancora una volta, ci sarà purtroppo un buco nell'acqua rispetto a quella che è la prevenzione degli infortuni e, in generale, il benessere lavorativo delle persone sui luoghi di lavoro, come invece prevederebbe la nostra Costituzione.
Ricordiamoci che il lavoro è il fondamento della nostra Repubblica e, purtroppo, siamo, in questo momento, in una condizione in cui il lavoro è malato. È un lavoro insostenibile, un lavoro insicuro, un lavoro dove perdono la vita i giovani, quando vanno a fare la formazione e l'alternanza scuola-lavoro. E io non posso fare altro che dire che questa proposta di legge, di sicuro, non renderà questa situazione meno drammatica.
Diciamo che si è persa un'occasione - l'ho detto più volte -, anche nel ritorno qui, in quest'Aula, dopo le prime modifiche al Senato, perché non ha portato alcuna novità di rilievo: tutt'altro. Quindi, posso dire semplicemente che colgo l'occasione, ancora una volta, per dire quanto debba essere centrale questa materia in ogni momento, quindi che debba rientrare al centro del dibattito pubblico, perché non è possibile che tre persone al giorno, in media, vanno a lavorare e non tornano più a casa. Non è possibile che, tra gli ultimi giorni del 2024 e la prima settimana del 2025, abbiano perso la vita dei giovani ragazzi, nelle più varie situazioni.
Io qui mi limito a manifestare, ancora una volta, la solidarietà e il cordoglio della nostra forza politica alle famiglie delle vittime. Rivolgo, quindi, un pensiero a Sayed, che è un giovane morto sul lavoro in provincia di Lodi, precipitato dal palazzo dove stava lavorando, il giovane Michael, il giovane Patrizio e, con loro, tutte le vittime di questo sistema malato, insicuro, insostenibile, fatto di precarietà, fatto di lavoro povero, di lavoro povero di salario, povero di qualità e povero di futuro .
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare, in sostituzione del relatore, l'onorevole Federico Mollicone. Prego, onorevole.
FEDERICO MOLLICONE,. Rinuncio, grazie.
PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo, Sottosegretario Mazzi, rinuncia alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. Avverto che, come già comunicato ai gruppi, lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo, previsto per la seduta di domani, non avrà luogo.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Sì, grazie, Presidente. Io prendo la parola per portare all'attenzione di quest'Aula una situazione di estrema gravità che sta colpendo il mio territorio, il comune di Siniscola e l'intera area della Baronia, in Sardegna. Un' senza precedenti di attentati incendiari e dinamitardi sta mettendo a dura prova non solo la sicurezza e la serenità dei cittadini, ma anche il tessuto sociale e la fiducia nelle istituzioni. Solo nelle prime settimane del 2025 si sono già verificati 6 attentati incendiari ai danni di automobili, un dato allarmante che si aggiunge ai più di 30 casi registrati nel 2024.
L'ultimo episodio, che è avvenuto appena due notti fa, segna un inquietante salto di qualità: un ordigno esplosivo è stato collocato sotto l'auto di un carabiniere, provocando danni a più veicoli nelle vicinanze e seminando il panico tra la popolazione. Appena due giorni fa, un militare della Guardia di Finanza era stato vittima di un altro attentato incendiario, con la distruzione della propria auto.
Le istituzioni locali hanno lanciato ripetuti e accorati allarmi, chiedendo un intervento urgente per fermare questa spirale di violenza. I cittadini sono esasperati e stanchi di vivere nell'angoscia e nella paura che il prossimo bersaglio possa essere uno di loro. La paura cresce di giorno in giorno, alimentata dall'impunità degli autori di questi atti criminali, e noi, come istituzioni, abbiamo il dovere morale e civile di non restare a guardare.
Per questo motivo, ho presentato un'interrogazione a risposta scritta al Ministro dell'Interno, in cui sollecito azioni concrete e immediate. È fondamentale sapere se il Ministro sia consapevole della gravità della situazione che affligge Siniscola e i comuni limitrofi e quali iniziative abbia già intrapreso, o intenda adottare, per fronteggiare questa emergenza che mina la sicurezza pubblica.
In particolare, ho chiesto se il Governo intende rafforzare senza indugio la presenza delle Forze dell'ordine sul territorio, potenziando le unità operative locali e inviando reparti specializzati nella prevenzione di atti intimidatori e dinamitardi.
Ho sollecitato l'adozione di un Piano straordinario di sicurezza urbana con investimenti mirati sull'incremento delle dotazioni di videosorveglianza pubblica e misure di tutela e protezione per le categorie più esposte, affinché possano svolgere il loro lavoro senza timori per la propria incolumità.
Il rischio è che l'inerzia dello Stato venga percepita come un segnale di debolezza o, peggio ancora, di indifferenza. Non possiamo permettere che la criminalità prenda il sopravvento sfidando apertamente le istituzioni e mettendo in discussione la libertà e la sicurezza di una intera comunità. Non possiamo limitarci a esprimere solidarietà o a formulare buoni propositi: servono azioni concrete e tempestive che restituiscano fiducia alla popolazione e ripristinino l'ordine e la legalità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Grazie, Presidente. Sono due i lavoratori morti nella stessa azienda a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro, nel casertano, in un'azienda ad alto rischio perché tratta materiale chimico pericoloso. Pensate: è morto un ragazzo di 19 anni. Era al suo primo lavoro e stava facendo pratica. Eppure, non è tornato a casa. Non è tornato a casa, lasciando un dolore che io vorrei riportare a quest'Aula, perché in parte l'ho vissuto semplicemente partecipando al dolore della famiglia. Ed è semplicemente straziante. Veramente, è difficile trovare le parole. In questo momento ancora lo sento sulla mia pelle. Le grida strazianti di quella madre ci dicono quanto questo tema debba essere al centro del nostro lavoro, perché non è possibile che in questo Paese ogni giorno tre persone vengano a mancare e non ritornino a casa.
E allora vuol dire che lì, forse, dobbiamo capire se c'è un complotto: il complotto forse del profitto sul diritto; il complotto di chi ha un potere negoziale sulla politica e, quindi, anche su di noi, impedendoci di fare cose di buonsenso, come ad esempio una nuova legge che preveda il delitto sul lavoro o l'istituzione di una procura sugli incidenti sul lavoro. Sono due delle proposte che noi abbiamo fatto ma che, al momento, non trovano riscontro.
Credo che dobbiamo fare veramente ogni sforzo per trovare una linea che ci porti a superare questa situazione, perché veramente ogni giorno che passa io risento quel dolore di quella madre sulla mia pelle e veramente penso che, se non facciamo questo, abbiamo fallito nel nostro lavoro .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, recante misure urgenti in materia di cultura. (C. 2183-A)
: MOLLICONE.
2.
RIZZETTO ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 630-B)
: ROSCANI.
3.
4.
5.
FRATOIANNI ed altri: Disposizioni per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell'orario di lavoro. (C. 2067)
e delle abbinate proposte di legge: FRATOIANNI e MARI; CONTE ed altri; SCOTTO ed altri. (C. 142-1000-1505)
6.
S. 403 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: ROMEO ed altri: Disposizioni per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e istituzione dei Nuovi giochi della gioventù (Approvata dal Senato). (C. 1424)
e delle abbinate proposte di legge: BERRUTO ed altri; AMATO ed altri.
(C. 947-990)
: SASSO.
7.
Modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma. (C. 2034-A)
: URZÌ.