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Lunedì 03 Marzo 2025 ore 14:30
AULA, Seduta 438 - Riforma sistema sanzionatorio e ddl economia dello spazio, discussione generale
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Descrizione Indice degli interventi Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna si sono svolte le discussioni generali dei seguenti provvedimenti: disegno di legge: modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria (Approvato dal Senato) (C. 2240); disegno di legge: disposizioni in materia di economia dello spazio. (C. 2026-A)
XIX LEGISLATURA
438^ SEDUTA PUBBLICA
Lunedì 3 marzo 2025 - Ore 14,30
1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
S. 1351. - Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria (Approvato dal Senato)
(C. 2240)
Relatore: CONGEDO.
2. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
Disposizioni in materia di economia dello spazio. (C. 2026-A)
Relatori: GUSMEROLI e MASCARETTI.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
- Disegno di legge: S. 1351. - Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria (Approvato dal Senato) (A.C. 2240) (Discussione)
- S. 1351. - Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria (Approvato dal Senato) (A.C. 2240)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2240
- Repliche - A.C. 2240
- S. 1351. - Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria (Approvato dal Senato) (A.C. 2240)
- Disegno di legge: Disposizioni in materia di economia dello spazio (A.C. 2026-A) (Discussione)
- Disposizioni in materia di economia dello spazio.(A.C. 2026-A)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2026-A
- Vice Presidente COSTA Sergio
- Deputato MASCARETTI Andrea (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato CASU Andrea (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato BICCHIELLI Pino (NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC E ITALIA AL CENTRO)-MAIE-CENTRO POPOLARE)
- Deputata PAVANELLI Emma (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato AMICH Enzo (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato BARABOTTI Andrea (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Repliche - A.C. 2026-A
- Annunzio di una questione pregiudiziale di merito - A.C. 2026-A)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2026-A
- Disposizioni in materia di economia dello spazio.(A.C. 2026-A)
- Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge
- Interventi di fine seduta
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, legge il processo verbale della seduta del 19 febbraio 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 28 febbraio 2025, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla X Commissione (Attività produttive):
«Conversione in legge del decreto-legge 28 febbraio 2025, n. 19, recante misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza» (2281) – exbis
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2240: Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea .
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
La VI Commissione (Finanze) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Saverio Congedo.
SAVERIO CONGEDOSignor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, la Camera dei deputati è chiamata oggi ad esaminare il testo del disegno di legge A.C. 2240, recante “Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria”.
Più precisamente, il provvedimento, già approvato in prima lettura al Senato e licenziato senza modifiche dalla VI Commissione (Finanze) della Camera, integra i princìpi e i criteri direttivi della legge delega in materia di revisione del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, il cosiddetto TUF, contenuti nell'articolo 19 della legge n. 21 del 2024. Princìpi e criteri che prevedono, tra l'altro, l'implementazione delle misure atte ad assicurare l'effettiva trasparenza del mercato, le disposizioni finalizzate a rivalutare le regole in tema di attività di investimento privato, modifiche alla disciplina di prescrizione dell'azione del risarcimento del danno in tema di tutela del risparmio e disciplina dei mercati finanziari, modifiche ed integrazioni alla disciplina relativa alla crisi degli intermediari disciplinati dal richiamato testo unico n. 58 del 1998 e dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 385 del 1993.
La complessità della materia e l'opportunità di meglio centrare gli obiettivi della legge rendono opportuna, se non proprio necessaria, una proroga per l'esercizio della delega e per l'emanazione dei decreti attuativi. Nel dettaglio, infatti, il provvedimento in esame si compone di cinque articoli.
L'articolo 1 del disegno di legge novella talune disposizioni di cui alla richiamata legge n. 21 del 2024. In particolare il comma 1, lettera , proroga da 12 a 24 mesi il termine, attualmente fissato al 21 marzo 2025, per l'adozione di uno o più decreti legislativi per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali. Conseguentemente, anche il termine per l'adozione degli eventuali decreti correttivi e integrativi è prorogato da 18 a 24 mesi. Al Senato è stata aggiunta una delega per la modifica delle disposizioni del codice di procedura civile in materia di arbitrato societario.
L'articolo 1, comma 1, lettera , come modificato nel corso dell'esame al Senato, delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie di cui al testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF). Stabilisce a tal fine una serie di princìpi e criteri direttivi. La lettera , aggiunta in sede referente, modifica il titolo della legge n. 21 del 2024.
L'articolo 2 del provvedimento, introdotto al Senato, prevede disposizioni finalizzate ad adeguare la normativa nazionale al regolamento (UE) 2024/886, relativamente ai bonifici istantanei in euro, prevedendo in particolare procedure e gestione dei rischi relativamente al servizio di moneta elettronica. Si aggiorna, altresì, la nozione di “ente” al fine di adeguarla alla normativa europea. In tale ambito, sono definite le condizioni affinché gli istituti di moneta elettronica richiedano la partecipazione a sistemi di pagamento designati.
Il successivo articolo 3, anch'esso introdotto al Senato, modifica la disciplina dell'organismo di vigilanza e della tenuta dell'albo unico dei consulenti finanziari, di cui all'articolo 31 del decreto legislativo 24 febbraio 1998 n. 58. In particolare, si prevede: l'esclusivo assoggettamento delle attività dell'organismo al diritto privato, escludendo l'applicazione di norme vigenti in materia di contratti pubblici e pubblico impiego; l'ampliamento dei soggetti ai quali l'organismo può richiedere la comunicazione di dati e notizie, nonché la trasmissione di atti e documenti; l'introduzione di norme per disciplinare la trasmissione di informazioni all'organismo da parte delle altre autorità di vigilanza sui mercati finanziari.
L'articolo 4, anche questo introdotto al Senato, esclude l'applicazione degli articoli 21, 23 e 24- del TUF alla prestazione dei servizi e delle attività di investimento aventi ad oggetto le azioni emesse dai soggetti di cui all'articolo 29, comma 1, del TUB, cioè le banche popolari; e, al comma 2, all'offerta e alla consulenza aventi ad oggetto azioni emesse dai soggetti di cui all'articolo 33, comma 1, del TUB - in questo caso si tratta di banche di credito cooperativo - purché la sottoscrizione o l'acquisto sia di valore nominale non superiore a determinati importi, prendendo in considerazione i 12 mesi precedenti.
L'articolo 5, infine, disciplina l'entrata in vigore del provvedimento.
Ciò detto in merito all'articolazione del provvedimento - signor Presidente, rappresentanti del Governo e colleghi - concludo con alcune brevi considerazioni. In questi giorni, come riportato dai , la nostra Borsa sta dimostrando un notevole dinamismo, con chiusure delle contrattazioni superiori a 39.000 punti, attestandosi a livelli che non venivano realizzati dal lontano 2007. È una che pone Piazza Affari in cima a quelle delle altre Borse europee, che complessivamente registrano dati migliori di altri mercati finanziari, a cominciare da quello statunitense.
A questo si aggiungono altri segnali confortanti che arrivano dal mondo della finanza. Penso allo : il differenziale tra i titoli di Stato italiani rispetto ai tedeschi è vicino a quota 100 e, rispetto a quelli francesi, è ad appena 33 punti base. Livelli così positivi dei titoli italiani non si vedevano, rispettivamente, dal 2021 e dal 2008. Ritengo sia un segnale chiaro che l'approccio serio sui conti pubblici, con particolare attenzione al debito del Governo di Giorgia Meloni, e la stabilità politica della maggioranza - condizioni che non si registrano, ad esempio, in Francia e Germania - rendono affidabile il sistema Italia al cospetto di investitori e analisti internazionali.
A fronte di questa situazione, la nostra Borsa sconta dei limiti dimensionali rispetto al numero delle società quotate, alla loro capitalizzazione, al rapporto tra la capitalizzazione di borsa e il prodotto interno lordo, ora intorno al 40 per cento. È una situazione che meriterebbe un'analisi approfondita e forse anche ulteriori interventi normativi.
Il provvedimento oggi all'attenzione della Camera dei deputati, in particolare la legge delega in materia di revisione del testo unico delle disposizioni di intermediazione finanziaria (il cosiddetto TUF), è certamente un positivo passo in avanti, ponendosi, in un quadro di tutele per investitori e mercati, l'obiettivo di migliorare la competitività del mercato dei capitali italiani nel panorama europeo e introdurre misure di semplificazione e razionalizzazione per agevolare l'accesso e la permanenza delle imprese sul mercato dei capitali.
Concludo, ringraziando la Presidenza, i rappresentanti del Governo e i colleghi per l'attenzione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva.
È iscritto a parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, Sottosegretario Freni, ormai abbiamo un appuntamento fisso in Commissione e in Aula. Debbo dire la verità, Sottosegretario: abbiamo sempre più appuntamenti fissi nei quali ci chiede di derogare, di ritardare, di ripristinare, di ritornare sopra. Insomma, noi che riponiamo una discreta fiducia nelle sue capacità, rischiamo di doverci ricredere, però, rispetto a questo. Ma torniamo seri.
La discussione di oggi si pone in una continuità ideale con quella che abbiamo svolto qualche mese fa in quest'Aula, quando è stata approvata la cosiddetta legge Capitali e delega per la revisione complessiva del testo unico sulle questioni finanziarie, di cui il Governo oggi ci chiede la proroga.
In quella discussione, se ricordate, pur muovendo più di qualche critica stringente e dettagliata - mi faccia ricordare, Sottosegretario Freni, in particolar modo tutta la discussione attorno all'articolo 12 - allora la scelta del gruppo del Partito Democratico fu quella di vigile attesa. Scegliemmo la strada di un'astensione, in attesa di capire quali fossero le linee strategiche e le linee del Governo e della maggioranza rispetto alla revisione complessiva del testo. Tuttavia, restammo particolarmente stupiti dalla bocciatura che venne riservata al nostro emendamento, sia al Senato che alla Camera, con il quale si chiedeva che il Governo si facesse accompagnare, nella revisione di un testo unico di siffatta complessità, da un di esperti riconosciuti a livelli internazionali. Peraltro, i ben informati ci dicono che, poi, questa cosa, in realtà, è accaduta e, nonostante il sostegno di questa , di questo di esperti internazionali, noi ci ritroviamo qui a vederci chiedere il sostegno a un'ulteriore deroga dei termini di questa delega, perché non siete stati in grado di risolvere, seppur nella complessità, e di trovare una soluzione di fatto.
Tuttavia, è bene ricordarlo, colleghe e colleghi, che in questo caso si tratta di una delega sostanzialmente in bianco, perché nella sostanza, a parte i titoli enunciati e gli interventi possibili, essa non contiene un'indicazione di principio su quale sia la direzione che il Governo intende intraprendere, che tipo di poteri intende rafforzare o spostare da un'entità di controllo all'altra.
Quindi, colleghe e colleghi, credo che sia difficile chiedere l'approvazione da parte delle opposizioni - poi, ascolteremo anche le altre -, in aggiunta alla delega esistente, su un'ulteriore delega che ha le stesse caratteristiche. Ciò soprattutto nella fase storica che stiamo vivendo, nella quale assistiamo a un sistema bancario e finanziario in grande movimento. La dico male, ma lei mi capirà bene, Sottosegretario Freni. Stiamo assistendo a un processo internazionale, o meglio, mi correggo, su scala quantomeno europea - poi io non ho le sue competenze e la sua di organizzazione di grandi gruppi finanziari e bancari, che la stampa di settore definisce un vero e proprio Risiko, rispetto al quale, in tutta onestà - se vuole aspetto anche il fine seduta -, l'orientamento e la visione di questo Governo rispetto a questo tema tuttora ci rimangono ignoti.
Dalle indiscrezioni e da alcune dichiarazioni sappiamo che, di volta in volta, accordate simpatia ad alcune operazioni di mercato rispetto ad altre. Sono simpatie e antipatie, però - lo dico con tutta la cautela del caso, ovviamente -, che sembrano più mosse da empatia personale che da empirismo sostanziale. La dico così, nel senso che non riusciamo ancora a capire bene qual è la visione di questo Governo rispetto a delle scelte strategiche.
Il relatore prima ha utilizzato quella frase che in molti casi, soprattutto in queste materie, aiuta sempre un po' tutti: è materia complessa; e, allora, cerchiamo di semplificare. Il collega, ovviamente, ha le competenze per capire e declinare la complessità e allora, a questo punto, di complessità in complessità, abbiamo la sensazione che a volte si renda arzigogolata e complessa una materia non perché non si abbiano gli strumenti per renderla comprensibile su larga scala, ma perché probabilmente - dico probabilmente, io non ci credo, sia chiaro - questa finta o presunta complessità può nascondere un orientamento o delle linee strategiche, visto che stiamo parlando di capitali e non pochi capitali.
È per questa ragione che a questo Parlamento manca di conoscere, di sapere quale sia la visione strategica del Governo Meloni rispetto a questi temi, soprattutto quali sono, quale sarà l'impatto che queste modifiche determineranno in questo gioco di Risiko al quale stiamo assistendo. E questa per noi, Sottosegretario Freni, è anche l'occasione per chiederle - a lei direttamente; lei ha le competenze, non ha bisogno di farsi né rappresentare né delegare da chicchessia; ha le competenze per venircelo a spiegare, lo voglia fare in Aula, lo voglia fare in Commissione, lo voglia fare dove vuole - che ci venga a spiegare concretamente come si legano le operazioni di riforma del TUF rispetto a questa ennesima deroga che state chiedendo, in una fase, come dire, di movimento tellurico del sistema finanziario e bancario in questo Paese.
Ora, noi avevamo in un certo qual modo, già qualche mese fa, chiesto di ridurre questi tempi, però di fronte a questo tipo di valutazione e, quindi, anche rispetto all'incertezza strategica della posizione di questo Governo e alle non risposte, se volete, purtroppo, Sottosegretario Freni, il voto del Partito Democratico non può essere favorevole, non può essere di astensione, ma sarà un voto contrario, ovviamente lasciando a lei, alle sue capacità narrative, e non solo, la possibilità di aprire un confronto propositivo anche con noi, con le opposizioni. Non abbiamo pregiudizi al riguardo e dico questo, Sottosegretario, perché prima venivano ricordate la strategicità, l'attrattività del sistema economico, finanziario, industriale di questo Paese. Lo confermano i dati; io ho rispetto per tutti, ma i dati ci dicono che il sistema industriale segna 24 mesi continui di regressione, di non crescita, di mancata crescita, una difficoltà strutturale dell'economia italiana, un rallentamento strutturale che non è stato nemmeno agevolato da scelte strategiche nell'ultima legge di bilancio, tant'è che i dati sulla crescita, le stime dicevano una cosa, ma poi la realtà, purtroppo, ci ha riportato da Marte - dove qualcuno immagina di andare - di nuovo sul pianeta terra, sottolineando la difficoltà strutturale e anche, forse, alcune fragilità storiche del sistema economico, industriale e bancario di questo Paese.
Allora da questo punto di vista, e chiudo Presidente, noi esprimiamo il nostro voto contrario perché, rispetto alle dinamiche dei fatti, è l'unica posizione realistica empiricamente dimostrata che possiamo assumere. Poi se ella, Sottosegretario Freni, ci concederà la bontà di una spiegazione dettagliata rispetto alle operazioni che state compiendo, probabilmente potremmo anche adire a un supplemento di pazienza verificativa nei confronti di questa scelta. Ma credo che, purtroppo, vedendo i dati industriali degli ultimi 24 mesi, vedendo la condizione strutturale del Paese, vedendo tutta una serie di operazioni, di posizioni assunte da questo Governo rispetto a questo Risiko bancario, a fronte - ahimè, anzi, ahinoi tutti - di una fase storica veramente delicata, da brividi per chiunque, maggioranza e opposizione, si trovi in questa fase precisa della storia a dover decidere o scegliere cose da compiere, credo sia utile, probabilmente, riannodare i fili di un dialogo e di un ragionamento, soprattutto quando parliamo di finanza, di risorse e di visione strategica per il futuro del Paese .
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare l'onorevole Antonio Giordano. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIORDANO(FDI). Grazie signor Presidente, grazie ai rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi. Questo disegno di legge, che l'Assemblea si accinge ad esaminare, che è già stato approvato in prima lettura al Senato, integra i principi e i criteri direttivi della legge delega in materia di revisione del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, il cosiddetto TUF, contenuta nell'articolo 19 della legge n. 21 del 2024.
Tale legge reca importanti disposizioni per l'ammodernamento dell'ordinamento giuridico del mercato dei capitali con l'obiettivo di semplificazione e sostegno alle imprese più dinamiche e innovazioni normative in materia di governo societario, al fine di tutelare maggiormente il risparmio. La delega in materia di TUF rappresenta un passaggio fondamentale nel quadro più ampio della riforma economica del Paese. A oltre trent'anni dalla sua adozione, il testo unico necessita di un riordino profondo, reso indispensabile dalle enormi trasformazioni del mercato di riferimento, dagli anni Novanta del secolo scorso ad oggi, per quanto riguarda i soggetti operanti, gli strumenti e i prodotti finanziari, i luoghi e i sistemi di scambio, il ruolo e il perimetro delle autorità di vigilanza. Proprio per la complessità di questa revisione, il termine per l'esercizio della delega è stato prorogato di un anno, così come quello per l'emanazione dei decreti attuativi. Mi riallaccio all'intervento del collega Ricciardi, il quale ha sottolineato la sua aspirazione, l'aspirazione del PD, espressa precedentemente, di avere un sistema di consulenza internazionale avanzata, a riconoscimento del fatto che il Governo si sia dotato di tali consulenti, per ricordare che trattiamo una materia dove il termine “complessità” non è un termine, come dire, di stile; è un termine di realtà, perché è un sistema dove interviene tutta una serie di fattori, che vanno dalla tutela della , alla trasparenza, alla competitività, nell'interesse del sistema industriale, come pure quello dei consumatori.
Ricordo come in passato, purtroppo, alcune volte si è intervenuti sul settore con modalità, come dire, abbastanza ruvide, motivo per cui si sono creati disallineamenti rapidissimi. Ricordo, un po'di anni fa, una semplice circolare, in questo caso emanata dalla Banca d'Italia, che però aveva determinato una problematica importantissima sul sistema dei capitali degli intermediari finanziari, che tutt'oggi è ancora non completamente risolta.
Vorrei entrare, quindi, nel merito del provvedimento, in maniera tale che possa essere chiaro il tipo di attività che si sta facendo.
L'articolo 1 interviene su diverse disposizioni della legge n. 21 del 2024: proroga da 12 a 24 mesi il termine - attualmente fissato al 21 marzo 2025 - per l'adozione di uno o più decreti legislativi per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali; conseguentemente, anche il termine per l'adozione degli eventuali decreti correttivi e integrativi è prorogato da 18 a 24 mesi. Al Senato è stata, inoltre, aggiunta una delega per la modifica delle disposizioni del codice di procedura civile in materia di arbitrato societario.
L'articolo 1, comma 1, lettera , come modificato nel corso dell'esame presso il Senato, delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie di cui al testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, il già citato TUF. Il medesimo articolo, a tal fine, stabilisce una serie di principi e criteri direttivi.
La lettera , aggiunta in sede referente, modifica il titolo della legge n. 21 del 2024. I principi e i criteri direttivi di cui alla richiamata delega prevedono, tra l'altro: l'implementazione delle misure atte ad assicurare l'effettiva trasparenza del mercato; disposizioni finalizzate a rivalutare le regole in tema di attività di investimento privato; modifiche alla disciplina di prescrizione dell'azione da risarcimento del danno in tema di tutela del risparmio e disciplina dei mercati finanziari; modifiche ed integrazioni alla disciplina relativa alla crisi degli intermediari disciplinati dal testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 e dal testo unico di cui al decreto legislativo 1° settembre del 1993, n. 385.
All'articolo 2 del provvedimento, introdotto al Senato, si prevedono disposizioni finalizzate ad adeguare la normativa nazionale al regolamento (UE) 2024/886 relativamente ai bonifici istantanei in euro prevedendo, in particolare procedure e gestione dei rischi relativamente ai sistemi di moneta elettronica.
Inoltre, si aggiorna la definizione di “ente” per allinearla alla normativa comunitaria. In tale ambito sono definite le condizioni affinché gli istituti di moneta elettronica richiedano la partecipazione a sistemi di pagamento designati. All'articolo 3, anch'esso introdotto al Senato, si modifica la disciplina dell'Organismo di vigilanza e tenuta dell'albo unico dei consulenti finanziari, di cui all'articolo 31 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. In particolare, si prevede: l'esclusivo assoggettamento delle attività dell'Organismo al diritto privato, escludendo l'applicazione delle norme vigenti in materia di contratti pubblici e pubblico impiego; l'ampliamento dei soggetti ai quali l'Organismo può richiedere la comunicazione di dati e notizie, nonché la trasmissione di atti e documenti; l'introduzione di norme per disciplinare la trasmissione di informazioni all'Organismo da parte delle altre autorità di vigilanza sui mercati finanziari.
L'articolo 4, introdotto presso l'altro ramo del Parlamento, esclude l'applicazione di alcune disposizioni del TUF, in particolare gli articoli 21, 23 e 24-, al comma 1, alla prestazione dei servizi e delle attività di investimento aventi ad oggetto le azioni emesse dalle banche popolari (articolo 29, comma 1, del TUB) e all'offerta e alla consulenza aventi ad oggetto azioni emesse da enti di credito cooperativo (articolo 33, comma 1, del TUB), a condizione che la sottoscrizione o l'acquisto sia di valore nominale non superiore a determinati importi, prendendo in considerazione i 12 mesi precedenti.
Ancora, all'articolo 5, introdotto sempre nell'esame al Senato, si disciplina l'entrata in vigore del provvedimento. Le disposizioni su esposte modificano, pertanto, alcune parti della legge 5 marzo 2024, n. 21, recante interventi a sostegno della competitività dei capitali e delega al Governo per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali. Le richiamate norme si inseriscono nel tessuto ordinamentale e sono volte a migliorare la competitività del mercato dei capitali italiani nel panorama europeo.
La legge mira, quindi, a introdurre misure di semplificazione e di razionalizzazione che sono finalizzate a consentire l'accesso e la permanenza delle imprese sul mercato dei capitali, senza compromettere la tutela degli investitori e l'integrità dei mercati, realizzando, nello stesso tempo, l'equilibrio tra competitività e tutela. Si tratta di un testo che in via definitiva rappresenta, a nostro avviso, un ulteriore passo avanti per il Paese, in quanto persegue la finalità prioritaria di modernizzare e rendere più efficienti i mercati dei capitali italiani.
Le norme contenute, molte delle quali incidono sulla disciplina delle società di capitali, aggiornano, pertanto, un quadro normativo per accrescere la competitività dell'industria finanziaria italiana alla luce delle dinamiche evolutive dei mercati e della crescente concorrenza delle piazze finanziarie internazionali, anche al fine di rimuovere ostacoli diversi alla domanda di capitale da parte delle imprese. Evidenzio ancora che l'impianto normativo del provvedimento affronta il tema dello sviluppo dei mercati dei capitali con misure che favoriscono la raccolta di nuove risorse finanziarie, rafforzando, quindi, il ruolo degli investitori istituzionali nel finanziamento del capitale.
Si abrogano le norme di regolazione che addirittura eccedevano la previsione della disciplina europea e si prevede di rafforzare il ruolo degli investitori istituzionali nel finanziamento del capitale delle società quotate, che in Italia è di gran lunga inferiore a quello del resto dell'Europa. Siamo, quindi, in presenza di una serie di riforme iniziate con la legge n. 21 del 2024, che sono state migliorate e che avvicinano il modello italiano del mercato dei capitali a quello degli altri Paesi europei più attrattivi del nostro. L'approvazione di questo testo rappresenta, quindi, una scelta necessaria e opportuna dopo decenni che il testo unico sulla finanza non riceveva modifiche di sostanza.
Il testo, che integra le modifiche proposte dal Governo in considerazione delle osservazioni che ho esposto, sembra, pertanto, ancora più completo rispetto al testo iniziale e siamo certi che contribuirà a sostenere l'economia del territorio e soprattutto quella delle piccole e medie imprese .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Presidente, signor Sottosegretario, il provvedimento che stiamo discutendo era nato teoricamente per rendere più dinamico e competitivo il mercato dei capitali nel nostro Paese, ma il percorso che ha portato a questa discussione si è rivelato un po' confuso e caratterizzato da ritardi, modifiche in corsa e scelte che destano più di una perplessità. Quindi, non si può ignorare quello che è stato il percorso seguito anche e soprattutto dal Senato, segnato da un'agenda caotica, con emendamenti presentati privando il Parlamento della possibilità di un'analisi approfondita e di un confronto serio e costruttivo.
Questa gestione poco trasparente non è solo una mancanza di rispetto per le istituzioni, ma mina anche la credibilità, come in tante altre occasioni, del legislatore e del Parlamento. Il Governo ha accumulato ritardi su ritardi, ha lasciato scadere i tempi previsti senza adottare i decreti attuativi necessari, e ora, di fronte a questa inerzia, si propone un nuovo rinvio, procrastinando di altri 2 anni l'attuazione di misure che avrebbero dovuto essere già operative. Questa tendenza al rinvio continuo non solo è un sintomo di inefficienza, ma contribuisce a una generale incertezza, che pesa sugli investitori e sull'economia.
Poi, come ha detto il collega prima di me, il sospetto, in realtà, è che la necessità di tempi più lunghi sia dovuta anche all'esigenza di vedere come vanno a finire alcune dinamiche nei nostri mercati societari e finanziari. Entrando nel merito del provvedimento, emergono alcune scelte preoccupanti, che sono la modifica delle norme sull'incompatibilità nelle cariche amministrative, che apre la strada a possibili conflitti di interesse e minaccia la trasparenza della societaria.
Abolire o attenuare questi vincoli significa creare spazi di manovra che potrebbero essere sfruttati per pratiche poco limpide, danneggiando la concorrenza e il corretto funzionamento del mercato. Altrettanto allarmante è la delega per la revisione del sistema sanzionatorio nel settore finanziario. Si introducono strumenti di conciliazione e di riduzione delle sanzioni che, se non calibrati con attenzione, rischiano di trasformarsi in veri e propri condoni mascherati. La possibilità di concordare le sanzioni e sostituirle con misure alternative potrebbe ridurre l'efficacia della vigilanza e alimentare un senso di impunità per comportamenti scorretti.
Non si possono, poi, ignorare le implicazioni più ampie di questa strategia dilatoria, perché i numeri parlano chiaro ed è stato anche ricordato prima: negli ultimi mesi si è assistito a un'uscita massiccia di aziende dal listino di Borsa, con una perdita di capitalizzazione significativa. La debolezza del nostro mercato finanziario non è solo una questione tecnica, ma ha ripercussioni dirette sull'economia reale, sul credito alle imprese, sulla capacità del Paese di attrarre investimenti, che è quello che tutti dovremmo volere. Eppure, anziché affrontare questi problemi con misure incisive, si procede un po' a tentoni, con provvedimenti che non delineano una strategia chiara e organica.
Nel frattempo, l'economia attraversa una fase difficile: la produzione industriale è in calo da quasi 2 anni consecutivi, il fatturato del comparto manifatturiero ha subìto una contrazione significativa, la cassa integrazione è in crescita, il potere di acquisto delle famiglie si erode; e, di fronte a questi segnali preoccupanti, il Governo non propone una politica economica strutturata, ma si limita a interventi parziali, condoni e misure di corto respiro. È necessario, quindi, un cambio di passo e occorre una visione più chiara per il futuro del mercato dei capitali, una strategia che restituisca fiducia agli investitori e agli operatori economici.
Occorre garantire un sistema regolatorio trasparente ed efficace, che non lasci margini a zone grigie o a operazioni opache, che sono quelle che abbiamo letto un po' nei quotidiani nelle settimane scorse. È fondamentale una politica industriale che sostenga la crescita, l'innovazione, la competitività del nostro sistema produttivo. È fondamentale, Presidente, fare tutto l'esatto contrario di ciò che si è fatto finora .
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Saverio Congedo.
SAVERIO CONGEDOGrazie, Presidente. Rispetto alla relazione tenuta in apertura dei lavori non ho nulla da aggiungere.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
FEDERICO FRENI,. Grazie, Presidente. La relazione del relatore aveva già detto molto, ma la sola aspettativa di poter beneficiare del voto favorevole dell'onorevole Ricciardi o, in genere, del Partito Democratico mi spinge alla possibilità di offrire una qualche replica alle obiezioni, che pure sono state avanzate, rispetto alla struttura dell'ampliamento della delega.
Come ricorderete, questa delega era stata costruita su base annuale, era un obiettivo ambizioso e devo dire che i lavori della Commissione che sto presiedendo hanno portato quasi al 95 per cento a chiudere questo lavoro. Dico “95 per cento” dato che non siamo ancora al 100 per cento perché, come avrete visto, sono intervenute, nel frattempo, quattro direttive comunitarie che richiedono un'implementazione, ragion per cui abbiamo scelto di chiedere al Parlamento la possibilità di disporre di qualche settimana in più. Ma contiamo di poter portare all'esame della Commissione finanze della Camera e del Senato - prima al Consiglio dei Ministri e poi all'esame delle Commissioni finanze di Camera e Senato - il testo dei primi decreti legislativi certamente entro l'estate. Questo per consentire proprio al Parlamento di avere un vaglio pieno nel merito sui termini dell'attuazione di questa riforma, che è una riforma - come correttamente è stato detto sia dalla maggioranza che dall'opposizione - di vitale importanza per il sistema Paese e che, mi dispiace, non ha alcuna connessione né diretta né indiretta con le vicende bancarie che interessano il sistema Paese.
Connessione diretta, invece, la ha con il sistema sanzionatorio, perché una delle cose che ci siamo peritati di fare in questo anno è stata battere a tappeto il mercato e capire con il mercato quali fossero le differenze tra il nostro mercato e gli altri mercati da un punto di vista sanzionatorio. Ebbene, è risultato chiarissimo che uno dei punti principali di scarto tra il mercato italiano e quello, per esempio, olandese, francese o inglese, che sono i mercati che hanno una maggior capitalizzazione per restare in Europa, è non tanto la possibilità o meno di irrogare sanzioni - quella ci deve essere, ci mancherebbe altro -, ma la lunghezza del procedimento per arrivare a quelle sanzioni, la necessità che si sovrappongano binari paralleli (amministrativo e penale), cosa che altri ordinamenti non conoscono. Allora, voi capirete che, se dobbiamo portare qualcuno a quotare la sua società in Italia o dobbiamo invitare qualcuno a non uscire dal mercato italiano, dobbiamo allinearci a quelle che sono le migliori
Un'ultima rassicurazione sull'. Ho sentito che si è parlato di una possibilità; sì, è un criterio di delega l'abolizione dell', però è vero, è un'ipotesi al vaglio, ma è altrettanto vero che, nel frattempo, tutti i presidi che erano tipici dell' sono stati sostituiti dai requisiti del che, nel frattempo, sono diventati molto, molto, molto più penetranti dell', che residua essere uno strumento ormai abbastanza, come dire, usurato.
Detto questo, io spero, almeno in parte, di aver convinto l'onorevole Ricciardi, e domani in dichiarazione di voto spero che, quantomeno, un piccolo contributo volto ad ottenere, se non il voto favorevole, almeno l'astensione delle opposizioni ci sia stato.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2026-A: Disposizioni in materia di economia dello spazio.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea .
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
La X Commissione (Attività produttive) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Andrea Mascaretti.
ANDREA MASCARETTIGrazie, Presidente. Si avvia oggi la discussione in Aula del disegno di legge che reca disposizioni per la regolamentazione e lo sviluppo dell'economia dello spazio. Il provvedimento in esame ha come obiettivo quello di colmare il vuoto normativo nazionale in materia di attività spaziali, promuovendo la crescita dell'industria spaziale italiana e l'innovazione tecnologica, oltre a rafforzare la cooperazione internazionale.
Prima di passare all'illustrazione dei contenuti del provvedimento, mi sia consentito di complimentarmi per il successo italiano conseguito ieri, proprio ieri, con il Blue Ghost, che era stato lanciato a gennaio su un razzo Falcon 9 di SpaceX, e ha compiuto un allunaggio morbido. Perché i complimenti all'Italia? Perché il ha a bordo uno strumento molto sofisticato, un ricevitore per acquisire segnali dai sistemi GPS e Galileo progettato per funzionare sia in orbita intorno alla luna che sulla superficie lunare. Lo ha sviluppato un'azienda italiana, la Qascom, per conto dell'Agenzia spaziale italiana, con la collaborazione della NASA e il supporto scientifico del Politecnico di Torino: quindi, un grande successo per l'Italia.
Complimentandomi con l'Italia, devo anche evidenziare che la Firefly Aerospace del Texas è la seconda azienda privata a centrare un atterraggio morbido sulla Luna. Il Odysseus, di un'altra società privata con sede a Houston, era allunato lo scorso anno. Sottolineo questa cosa perché, prima di loro, solo cinque potenze internazionali avevano effettuato, con successo, atterraggi sulla Luna: in passato l'Unione Sovietica, gli Stati Uniti d'America, la Cina e l'India, e l'anno scorso il Giappone. Quindi, dobbiamo capire come è cambiato il contesto.
Ora è proprio il nuovo successo scientifico che ci dà un'immagine precisa di questo contesto in cui ci accingiamo ad approvare la nostra legge per la , e qui dobbiamo ricordare dove tutto ha inizio. Infatti, 68 anni fa, il 4 ottobre 1957, iniziava la corsa allo spazio con il primo lancio, da parte dell'Unione Sovietica, dello Sputnik 1, il primo satellite artificiale a essere messo in orbita intorno alla terra. Allora le missioni spaziali erano una prerogativa delle Agenzie spaziali governative, poi, dal 2011, con la conclusione del programma Shuttle, la NASA ha avviato una vera e propria rivoluzione della , appaltando ad aziende private missioni spaziali per il trasporto di rifornimenti e astronauti sulla stazione spaziale e per la messa in orbita di satelliti. Un cambio di paradigma: laddove prima operavano solamente agenzie governative come la NASA, Roscosmos, ESA e ASI, ora ci sono le aziende private del calibro di Virgin Galactic, Blue Origin, SpaceX o Axiom, solo per citarne alcune, con la loro efficienza e la loro capacità di abbattere drasticamente i costi di lanciatori e satelliti e di sviluppare innovazione tecnologica con sempre maggiore velocità e intensità.
È cambiato il mondo. Basti pensare che se ESA, da quando è stata istituita nel lontano 1975, ha effettuato oltre 300 lanci con vettori europei, prevalentemente francesi e italiani, gli operatori privati hanno effettuato oltre 340 lanci, solamente negli ultimi due anni.
L'importanza della nell'economia globale è ormai un fatto assodato per tutti, che va oltre il valore di mercato, che è grandissimo: 630 miliardi di dollari nel 2023, di cui 90 solo per l'Europa nello stesso anno, e che si stima sia destinato ad aumentare fino a 1,8 trilioni di dollari a livello globale nel 2035.
Si presenta, dunque, un'opportunità straordinaria, unica per il nostro Paese, che ha una storia straordinaria nella corsa allo spazio, e per coglierla si parte proprio da qui, oggi, con questo provvedimento per colmare il vuoto normativo in materia di attività spaziali.
Dicevamo, una storia davvero straordinaria, quella italiana, che inizia negli anni Sessanta, in piena Guerra Fredda. La conquista dello spazio era una straordinaria dimostrazione di potere, una corsa che sembrava appannaggio delle due grandi superpotenze di allora: Stati Uniti d'America e Unione Sovietica. In quel contesto, decisamente riservato a pochi, si inserisce, con determinazione e genialità, l'Italia, grazie all'opera di individui straordinari come Luigi Broglio, che voglio ricordare, considerato da tutti il padre dell'astronautica italiana. Il momento storico è quello dell'Italia del Secondo dopoguerra, che si rimbocca le maniche per ricostruirsi dalle macerie. Ingegnere e ufficiale dell'Aeronautica militare visionario e geniale, l'ingegnere Broglio, determinato, riesce a convincere la NASA e il Governo degli Stati Uniti d'America a sostenere l'Italia nell'avviare la propria attività autonoma di esplorazione dello spazio. Grazie a questa collaborazione, Luigi Broglio darà l'avvio al Programma San Marco, che porterà il 15 dicembre 1964 al lancio del primo satellite italiano, il San Marco 1. Un'operazione che farà dell'Italia il terzo Paese al mondo, dopo Unione Sovietica e Stati Uniti d'America, a raggiungere autonomamente l'orbita, un grande orgoglio per l'Italia.
A Broglio si deve anche l'intuizione di realizzare a Malindi, in Kenya, la base spaziale equatoriale italiana basata su piattaforme oceaniche. Un'idea innovativa e senza precedenti, che si realizza grazie alla collaborazione sinergica tra Luigi Broglio ed Enrico Mattei, un altro italiano geniale e visionario. Il numero uno di ENI mette a disposizione del Programma San Marco la piattaforma petrolifera Scarabeo, che viene riconvertita in centro di controllo, posizionata nel tratto di mare di fronte a Malindi e ribattezzata Santa Rita, come la patrona delle missioni impossibili. Ma la missione impossibile diventa realtà, e il successo dell'impresa dimostrerà che l'Italia poteva, attraverso la capacità di visione, il coraggio e la competenza dei suoi uomini migliori, ambire a pieno titolo a un ruolo da protagonista nella conquista dello spazio.
Inizia così una lunga storia di successi italiani nella corsa allo spazio, non solo nella dimensione scientifica e tecnologica ma anche economica, che prosegue fino ai giorni nostri. Basti pensare che lo scorso anno, il 2024, è iniziato con la missione Axiom 3, che ha visto un astronauta italiano, il colonnello Walter Villadei dell'Aeronautica militare italiana, essere pilota della missione che ha portato quattro astronauti sulla Stazione internazionale. Il 2024, inoltre, si è concluso con un altro successo italiano, cioè, il lancio di Vega: un lancio di un vettore europeo realizzato, però, da una società italiana, che a dicembre - cioè alla fine dell'anno - ha portato in orbita, a 700 chilometri dalla Terra, il terzo satellite Copernicus, il satellite Sentinel-1 dell'Agenzia spaziale europea.
Sottolineo, Presidente, l'importanza di queste attività che verranno regolamentate da questa legge, perché il satellite Sentinel-1, di grande importanza soprattutto per la difesa dell'ambiente e del territorio, contribuisce a numerosi servizi e applicazioni di Copernicus, tra cui, voglio ricordare, il monitoraggio del ghiaccio marino artico, il monitoraggio degli iceberg e le misurazioni della velocità dei ghiacciai, e svolge inoltre un ruolo fondamentale di sorveglianza marina, come il rilevamento delle fuoriuscite di petrolio e il monitoraggio delle navi per la sicurezza marina e delle attività di pesca illegali. Quindi, l'economia dello spazio impatta sul nostro sistema Paese e sul sistema mondiale.
Infine, quest'anno, come ho già ricordato, è iniziato con un nuovo successo italiano: possiamo affermare che il 2 marzo 2025 - ieri - la nostra tecnologia è atterrata sulla Luna. Insomma, un grande passato e un presente che ci vede protagonisti, ma ora siamo entrati nell'era della , in grado di generare valore per le nostre imprese, servono però regole certe - cioè, quelle che stiamo per approvare - per l'accesso sicuro allo spazio e per consentire anche agli operatori privati italiani lo sfruttamento commerciale delle orbite basse. Obiettivo dichiarato dal provvedimento in esame è, dunque, come ho già ricordato, quello di colmare un vuoto normativo nazionale in materia di attività spaziali, promuovendo la crescita dell'industria spaziale italiana e l'innovazione tecnologica, oltre a rafforzare la cooperazione internazionale.
Il disegno di legge, in particolare, stabilisce un quadro normativo per le attività spaziali private, col fine di stimolare gli investimenti nel settore spaziale, favorendo la partecipazione delle piccole e medie imprese e delle innovative, attraverso deroghe al codice dei contratti pubblici; introduce il Piano nazionale per l'economia dello spazio al fine di promuovere l'economia dello spazio italiana; istituisce un Fondo per l'economia dello spazio per sostenere progetti innovativi e migliorare le capacità produttive del settore spaziale italiano. Il disegno di legge allinea l'ordinamento nazionale agli obblighi internazionali, come quelli derivanti dal Trattato sullo spazio, e introduce un sistema di responsabilità civile per i danni causati da oggetti spaziali con obblighi assicurativi per gli operatori privati. Credo, Presidente, di avere venti minuti a disposizione.
PRESIDENTE. Dieci minuti.
ANDREA MASCARETTIDieci? Allora devo essere velocissimo. Ricordo che la X Commissione ha avviato l'esame del provvedimento in sede referente in data 30 ottobre 2024; ha poi svolto un ampio ciclo di audizioni, ascoltando 39 soggetti nelle sedute del 18, 20 e 25 febbraio; ha esaminato le proposte emendative, per poi conferire il mandato ai relatori a riferire favorevolmente in Assemblea il 27 febbraio scorso.
Segnalo, inoltre, che le Commissioni I, II, III, VI, VII, VIII e IX, competenti in sede consultiva, hanno espresso parere favorevole. Il disegno di legge, come risultante dalle proposte emendative approvate nel corso dell'esame in sede referente da parte della Commissione, si compone di 31 articoli divisi in cinque titoli. Non entro nel dettaglio a questo punto perché non c'è tempo, però, mi consenta, Presidente, di fare i ringraziamenti assolutamente dovuti. Devo innanzitutto un grande ringraziamento al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e a tutto il Governo per l'importante impulso dato all'attività spaziale italiana, con oltre 7 miliardi di investimenti fino al 2026. Questo disegno di legge, fortemente voluto dal Ministro Adolfo Urso, è destinato a colmare un vuoto normativo e dare all'Italia la sua prima legge sull'economia dello spazio.
Devo ringraziare il presidente Gusmeroli, relatore con me del provvedimento, e tutti i parlamentari della X Commissione per l'impegno e il lavoro fatto insieme lungamente in Commissione. Non posso esimermi dal rivolgere un ringraziamento anche all'ASI e a tutti quegli uffici e comitati che continuano a lavorare intensamente per sostenere la competitività della nostra economia dello spazio. Presidente, infine, mi lasci ringraziare i parlamentari di tutti i gruppi politici che dal 2023 hanno dato vita all'Intergruppo parlamentare per la , determinati a sostenere l'ecosistema spaziale italiano nelle grandi sfide che ci attendono, nell'interesse dell'Italia e per il bene del pianeta. Grazie. Signor Presidente, chiedo di poter depositare agli atti della seduta la relazione.
PRESIDENTE. È autorizzato a depositare la sua relazione. Ha facoltà di intervenire il Vice Ministro delle Imprese e del onorevole Valentini, che si riserva di intervenire. È iscritto a parlare l'onorevole Andrea Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie al rappresentante del Governo, al relatore che è appena intervenuto e a tutti i parlamentari e le parlamentari che stanno partecipando a questa nostra discussione generale. È un momento molto importante. Io penso sia fondamentale sottolineare gli obiettivi di questa norma perché sono stati oggetto di un intenso confronto parlamentare, che mira ad affrontare una questione importante per il futuro del Paese. Tanti di questi obiettivi - almeno di quelli dichiarati - li abbiamo condivisi e hanno visto il pieno sostegno del gruppo del Partito Democratico, anche dei gruppi di opposizione che, in maniera molto costruttiva, hanno cercato di partecipare a un percorso che noi speriamo possa vedere il culmine nel confronto parlamentare che si avvia con questa discussione generale.
Noi ci riconosciamo nell'importanza di colmare il vuoto normativo nazionale in materia di attività spaziali, anche tenendo conto che, su scala europea, sono state già varate 11 legislazioni nazionali in materia, per promuovere la crescita dell'industria spaziale italiana e l'innovazione tecnologica, oltre che per rafforzare la cooperazione internazionale.
Questo disegno di legge stabilisce un quadro normativo per le attività spaziali private, introducendo un regime autorizzativo che richiede agli operatori di ottenere permessi specifici per condurre operazioni nello spazio, col fine di stimolare gli investimenti nel settore spaziale, favorendo la partecipazione delle piccole e medie imprese e delle - innovative attraverso deroghe al codice dei contratti pubblici. Viene altresì introdotto un sistema di responsabilità civile per i danni causati da oggetti spaziali, con obblighi assicurativi per gli operatori privati, garantendo così una copertura finanziaria adeguata. Il disegno di legge, inoltre, allinea l'ordinamento nazionale agli obblighi internazionali, come quelli derivanti dal Trattato sullo Spazio (OST). Viene inoltre istituito un Fondo per l'economia dello spazio per sostenere progetti innovativi e migliorare le capacità produttive del settore spaziale italiano. Qui siamo su punti che sono assolutamente importanti.
Nell'azione emendativa da noi svolta, tre emendamenti, frutto delle proposte del Partito Democratico, sono stati approvati attraverso alcune riformulazioni (poi entrerò nel dettaglio), però, tanti dei nostri emendamenti non sono stati accolti, tanto che abbiamo dovuto ripresentare in queste ore 40 emendamenti a questo testo. Noi chiedevamo un maggiore coinvolgimento dell'Istituto nazionale di astrofisica; di impedire che fosse incoraggiato l'ottenimento di certificazioni per le attività spaziali in altri Stati, a danno della italiana; di istituire una commissione di esperti per rispondere alla inevitabile complessità tecnica che la materia oggetto del provvedimento in esame impone, cercando di risolvere la problematica relativa alle questioni tecniche che si porranno in fase di attuazione del disegno di legge a seguito della sua approvazione; prevedere il coinvolgimento delle regioni in tale contesto normativo; assicurare il coinvolgimento dell'ENAC, in coordinamento con l'Aeronautica militare, nella definizione della disciplina autorizzatoria; prevedere che i compiti, che il disegno di legge attribuisce all'Agenzia spaziale italiana, vengano assegnati anche all'ENAC, al fine di prevenire qualsiasi sovrapposizione tra controllanti e controllati; destinare una quota del Fondo alle e alle PMI per sostenere gli investimenti effettuati e raggiungere i requisiti soggettivi per operare; stimolare il Governo a intraprendere la giusta direzione di marcia nel rafforzare l'economia dello spazio italiana in una cornice europea; diminuire il massimale assicurativo, troppo elevato, relativamente all'attività di ricerca, che rischia di comprimere lo sviluppo del settore, in considerazione degli elevati costi cui saranno gravati gli operatori; specificare che le procedure di partenariato pubblico-privato, previste all'articolo 23, abbiano come interlocutori principali soggetti nazionali o appartenenti all'Unione europea; incalzare il Governo per scrivere norme chiare, ancor più nello scenario geopolitico che stiamo vivendo, che è ben diverso dallo scenario geopolitico in cui queste norme erano state scritte quando si è avviato l'iter di questo procedimento legislativo; mettere in sicurezza l'autonomia e la sovranità digitale del nostro Paese, prevedendo la priorità alle imprese e alle strategie nazionali ed europee e, solo in caso di comprovata impossibilità, attraverso il coinvolgimento di Paesi appartenenti alla NATO e sempre con la partecipazione di soggetti pubblici e istituzionali.
A questi emendamenti si aggiunge anche la richiesta di inserire, nel procedimento di rilascio delle autorizzazioni, il principio del contraddittorio con l'operatore. Inoltre, vi sono le altre segnalazioni che sono arrivate dai 39 soggetti che abbiamo audito.
Tali soggetti ci hanno segnalato come questa norma possa essere migliorata per raggiungere gli obiettivi politici dichiarati della Presidente del Consiglio Meloni, che sono gli obiettivi politici dichiarati del Ministro Urso, che sono gli obiettivi politici dichiarati del Parlamento, che non ha fatto una discussione ideologica; ha fatto una discussione ideale sulla direzione che vogliamo dare al nostro agire.
Ecco, purtroppo, di tutte queste nostre proposte abbiamo ottenuto una modifica all'articolo 1, con un emendamento, a prima firma Peluffo, che ha rafforzato il monitoraggio dei detriti e dei rifiuti spaziali, un tema molto importante (bisogna utilizzare tutte le tecnologie possibili in questa direzione) e la riformulazione di nostri due emendamenti all'articolo 25.
Questi due emendamenti all'articolo 25 li voglio descrivere per ciò che sono, perché abbiamo letto tante ricostruzioni, però pensiamo siano due principi inderogabili e indispensabili e che sia stata una scelta sacrosanta del Parlamento metterli in chiaro nel momento in cui si scrive l'articolo 25. Perché l'articolo 25 che cosa introduce? Introduce un concetto molto delicato, molto importante: quello di una riserva di capacità di connessione satellitare per il nostro Paese.
Tutti sappiamo che, in caso di calamità naturale, di attacco (in queste ore, stiamo vedendo su la serie “” con Robert De Niro; ci fa capire cosa può succedere a un Paese che riceve un attacco : ha le stesse conseguenze di un attacco bellico in questo momento) o di conflitto bellico tradizionale (vediamo la vicenda tragica che si sta portando avanti dell'aggressione di Putin da oltre tre anni in Ucraina, una situazione in cui la normale capacità di connessione potrebbe andare in crisi o non essere più possibile), l'opzione satellitare è effettivamente un'opzione alternativa che consente, diciamo, di supplire a quella mancanza. E avviare un percorso di studi da parte del Governo su come potersi attrezzare al meglio anche in questa direzione è un principio, è un criterio che noi abbiamo riconosciuto nel confronto politico, perché è un elemento di un complesso di iniziative che possono avere un senso, che un Governo, come il nostro, di un grande Paese, come il nostro, deve porsi. Però con quale obiettivo? Quello che noi abbiamo chiesto è di mettere dei paletti, dei paletti chiari.
I concetti inseriti all'articolo 25 sono un richiamo al fatto che tutto questo deve avvenire tenendo conto della sicurezza nazionale, della sicurezza di questi dati. Stiamo parlando di situazioni di crisi, di emergenza, in cui dati sensibilissimi potrebbero passare per quelle connessioni satellitari e sono dati che devono essere protetti e garantiti con tutti i massimi crismi della sicurezza nazionale e, poi, con una questione fondamentale, quella del ritorno industriale per il sistema Paese.
Noi siamo un grande Paese: quando investiamo miliardi di euro di fondi pubblici, lo facciamo con l'obiettivo di far crescere la nostra economia, ma non solo farla crescere a parole, nei convegni e nelle dichiarazioni, ma farla crescere concretamente, con le commesse, con la possibilità di costruire ciò su cui investiamo, di contribuire a costruire. Purtroppo, però, altri nostri emendamenti non sono stati approvati e noi li abbiamo ripresentati. Perché quando si mettono sullo stesso piano le tecnologie italiane, europee e di soggetti appartenenti ai Paesi NATO, non si può non tenere conto del ritardo oggi esistente, del ritardo che ha la strategia satellitare europea rispetto a quella che è, per esempio, l'azione che è stata portata avanti da altri soggetti privati.
Da questo punto di vista, mettere tutto sullo stesso piano significa generare un piano inclinato che rischia di dirottare, inevitabilmente, quelle risorse in una direzione che non è quella, invece, di investire per rafforzare di più quello che è il nostro impegno.
Ecco, vorrei avere l'orgoglio nazionale di un Ministro del , di un Governo nazionale che si pone il tema del anche all'interno dei componenti e delle componentistiche che servono all'Europa per rafforzare la strategia satellitare comunitaria. È lì che dovremmo indirizzare la nostra azione. Cosa non stiamo facendo per perdere questo treno? E invece rischiamo di metterci di lato, di mettere tutto sullo stesso piano per rivolgerci, di fatto, poi a servizi che vengono conferiti chiavi in mano, senza garantire quel ritorno industriale che è fondamentale e che è un concetto che esiste già, chiaramente, in tutte le scelte che si fanno nel campo della difesa.
E non è meno importante la scelta della postura internazionale che vogliamo avere sul tema satellitare e rispetto alle altre questioni che riguardano la difesa, perché la sicurezza del nostro futuro passa dalla sicurezza delle nostre connessioni, dei nostri dati e della nostra capacità di comunicazione che è sempre più indispensabile.
E, quindi, questo paletto non vuol dire: dire “no. Significa dire: Italia, Europa, in caso di comprovata impossibilità a soggetti appartenenti alla NATO…significa, semplicemente, inserire una giusta direzione che metta come primo punto l'interesse nazionale. Ecco, non solo questo, abbiamo chiesto il coinvolgimento dei soggetti istituzionali, abbiamo chiesto che sull'articolo 25, che configura questo spazio, venissero chiariti quei dubbi che sono legittimi, che sono stati posti, anche con grande intensità, da inchieste giornalistiche, da confronti politici su quello che è l'obiettivo vero di questo decreto. E a queste domande si può rispondere molto chiaramente, indicando nelle norme le stesse cose che la Presidente Meloni, le stesse cose che il Ministro Urso dicono nelle interviste o nelle dichiarazioni.
Noi questo chiediamo: di avvicinare alla realtà delle dichiarazioni il testo normativo per evitare che, invece, possa andare in una direzione che è, assolutamente, opposta all'obiettivo dichiarato. La cosa, a nostro avviso, gravissima è che qualcuno possa definire questa battaglia parlamentare - che stiamo conducendo alla luce del sole, occhi negli occhi, confrontandoci in Commissione, confrontandoci in Aula, presentando emendamenti, facendo quel lavoro che deve fare il Parlamento - come una crociata contro qualcuno, come una crociata anti Musk; non c'è niente contro Musk nei nostri emendamenti, c'è la richiesta a questo Governo di difendere l'interesse nazionale. Questo è il punto politico di questa discussione. E nella nostra richiesta di difendere l'interesse nazionale c'è la stessa valutazione che abbiamo portato in Commissione alcuni mesi fa, quando abbiamo posto il tema che era impossibile - e, infatti, non si è fatto e non si farà - andare a modificare il Piano Italia a 1 Giga, i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per affidarci a connessioni satellitari che non rispettano gli standard minimi previsti dal bando originario. Ecco, non si poteva cambiare in corsa un bando così importante solo per dare un miliardo e mezzo di euro a una singola società straniera.
E, con la stessa determinazione, abbiamo presentato questi emendamenti nell'interesse nazionale, non chiudendo la porta alla possibilità di strategici con soggetti che, eventualmente, sono più avanti di noi e con i quali si può interloquire. Ma quello che chiediamo è che tutte le interlocuzioni avvengano con la schiena dritta, con la partecipazione dei soggetti pubblici che sono chiamati a farlo e con l'attenzione e l'ambizione di far sì che il nostro obiettivo sia far crescere la nostra capacità, che ha radici antiche - lo ricordava il relatore -, ma che noi dobbiamo rinnovare con le scelte, che compiamo oggi, che compiamo ogni giorno, di essere competitivi anche in questa nuova dimensione spaziale.
Ora, quello che a noi un po' preoccupa e un po' spaventa - e lo vogliamo dire con grande franchezza - è che qualcuno si sia sentito risentito del fatto che nel Parlamento italiano avvenga questo confronto.
Ecco, da questo punto di vista, siamo molto convinti che non ci possa essere niente di male, se non di bene, per il Paese, da questo tipo di confronto e che non ci possiamo fermare qui.
Ecco, non possiamo darla vinta a chi pensa con una singola comunicazione di fermare l'interlocuzione parlamentare delle forze di opposizione e di maggioranza su un tema così importante, perché quello che noi chiediamo alla Presidente del Consiglio non è solo di dimostrare nei fatti quello che ha sempre rivendicato a parole, di non essere ricattabile, ma anche di dimostrare di non essere comandabile e comandabile con un sui . E l'occasione per riuscire a dare una risposta a questa domanda è offerta dagli emendamenti che abbiamo ripresentato.
Se sarà necessario andare verso riformulazioni dei relatori o riformulazione della maggioranza o dell'opposizione, annunciamo, fin da adesso, la nostra disponibilità. Il nostro obiettivo non è la notizia che sono passati emendamenti del PD; il nostro obiettivo è che passino quegli emendamenti che servono a chiarire l'obiettivo di questo provvedimento e a chiarirlo a livello nazionale e a livello internazionale. Il punto è molto semplice: noi non stiamo facendo niente contro nessuno. Qui mica stiamo proponendo emendamenti per chiedere di introdurre dazi a chi, liberamente, nel mercato sceglie - anche oggi, in Italia, lo può fare - di ottenere connessioni satellitari attraverso Starlink? La questione è un'altra: noi chiediamo di mettere vincoli e garanzie sull'utilizzo dei soldi pubblici italiani che devono andare nella direzione di rafforzare l'Italia e l'Europa.
E se questo ragionamento aveva un valore all'inizio, quando abbiamo presentato, la prima volta, questi emendamenti alla fine dell'anno scorso, ha ancora più valore indispensabile oggi, con le immagini che abbiamo ancora negli occhi, con la direzione che sta prendendo il mondo, e dentro questa direzione noi chiediamo al Governo di dare un segnale. Lo stiamo chiedendo in altre sedi con un confronto parlamentare che chiediamo su quella che deve essere una posizione politica dell'Italia in Europa, ma lo chiediamo anche in queste scelte, perché sono scelte molto importanti.
Per concludere questo intervento e questo appello a prendere in considerazione anche gli altri nostri emendamenti, a dare dal Parlamento un segnale forte, nazionale ed internazionale, oggi, quello che voglio recuperare è un passaggio di un discorso molto importante, che è stato aspramente criticato, ma spero che un giorno venga insegnato nelle scuole, perché è arrivato alcune settimane fa, prima degli ultimi fatti, ma è un discorso che ci dà una fotografia della situazione che stiamo vivendo, il discorso del Presidente Mattarella a Marsiglia.
Il Presidente Mattarella, a Marsiglia, a un certo punto nel suo discorso, accanto alla nuova articolazione multipolare dell'equilibrio mondiale, introduce un altro tema:
“Tema a cui si affianca quello di figure di neo feudatari del terzo millennio, novelli corsari a cui attribuire patenti che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio, nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche. Ricordiamoci cosa detta l'Outer Space Treaty all'Articolo II: «Lo spazio extra-atmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti, non è soggetto ad approvazione da parte degli Stati, né sotto pretesa di sovranità, né per utilizzazione od occupazione, né per qualsiasi altro mezzo possibile». L'età moderna è stata caratterizzata dalla conquista di terre, ricchezze, risorse. Nei secoli, dall'abbandono progressivo di territori non più fertili, con le migrazioni verso nuovi lidi. In tempi relativamente recenti, con il mito, in America, della ‘Nuova frontiera'. Regole e strumenti ci sarebbero per affrontare questa fase e allora perché il sistema multilaterale sembra non riuscirci, con il rischio del ripetersi di quanto accaduto negli anni Trenta del secolo scorso: sfiducia nella democrazia, riemergere di unilateralismo e nazionalismi? Oggi come allora si allarga il campo di quanti, ritenendo superflue se non dannose per i propri interessi, le organizzazioni internazionali, pensano di abbandonarle.
Interessi di chi? Dei cittadini? Dei popoli del mondo? Non risulta che sia così. Le conseguenze di queste scelte - la storia ci insegna - sono purtroppo già scritte. È il momento di agire”.
Ecco, in questo impegno all'azione c'è anche il lavoro parlamentare che ci attende nelle prossime ore; c'è un testo che coglie un punto su cui è indispensabile dotarci di una legislazione. Rinnovo tutto il sostegno al Governo, da parte del gruppo del Partito Democratico, nell'avere deciso di affrontare questo percorso e di avere messo in fila alcune questioni che devono essere affrontate.
Però ci sono dei punti interrogativi ancora aperti su cui i nostri emendamenti fanno chiarezza e renderebbero inequivocabile il nostro intervento normativo. Sarebbero la migliore risposta a chi oggi porta avanti delle critiche; sarebbero la migliore risposta a chi oggi pensa di poter condizionare il dibattito pubblico italiano con strumenti che non sono propri di una democrazia, che non sono propri di un Parlamento, che non sono propri della nostra Costituzione, che non sono propri della nostra storia.
E noi abbiamo la grande occasione di poter dare questo segnale, di poterlo fare insieme, andando a definire, all'articolo 25 e negli altri articoli che vi abbiamo segnalato, quei passaggi che ancora mancano per completare i tasselli di un disegno che, lo ribadiamo ancora una volta, avrà il nostro sostegno solo ed esclusivamente se andrà nella direzione della tutela dell'interesse nazionale ed europeo. Non siamo disposti a fare altro .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)M-CP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Vice Ministro, con un gioco di parole potremmo dire che questo provvedimento si inserisce fra un vuoto normativo e uno spazio cosmico da esplorare. In realtà, ciò che stiamo discutendo riguarda un quadro normativo e un contesto economico che incide su qualcosa di molto concreto e attuale, e, proprio per questo, ha a che fare con la possibilità per il nostro Paese di prendervi parte partendo dalle effettive potenzialità e competenze che siamo in grado di esprimere.
Al di là delle definizioni e degli obiettivi, il provvedimento oggi in discussione è, senza troppi giri di parole, l'apertura del settore spaziale all'iniziativa privata e ai capitali privati. L'alternativa sarebbe rimanere ai margini, se non essere del tutto esclusi dalla nuova corsa allo spazio, e questa volta non è in gioco solo la competizione globale: nello spazio, oggi, gravitano infrastrutture, dati, servizi. Vi sono, insomma, le nuove frontiere della sicurezza nazionale e l'applicazione di molte delle nuove tecnologie. È ciò che noi chiamiamo economia spaziale e che l'OCSE definisce come l'intera gamma di attività e l'uso di risorse che creano e forniscono valori e benefici per gli esseri umani nel corso dell'esplorazione, comprensione, gestione e utilizzo dello spazio.
L'economia spaziale, quindi, include tutti gli attori, pubblici e privati, coinvolti nello sviluppo, nella fornitura e nell'utilizzo di prodotti e servizi legati allo spazio: dalla ricerca e sviluppo alla produzione e utilizzo delle infrastrutture spaziali, dalle stazioni terrestri ai veicoli di lancio e ai satelliti, fino alle applicazioni derivate da investimenti spaziali, come gli apparecchi di navigazione, i telefoni satellitari, i servizi meteorologici, solo per fare alcuni esempi, e le conoscenze scientifiche generate da tali attività. Dunque, l'economia spaziale va ben oltre il settore dello spazio in sé, poiché comprende anche gli impatti, sempre più diffusi e in continua e veloce evoluzione, sia quantitativi che qualitativi di quei prodotti, quei servizi e quelle conoscenze derivate da un settore come lo spazio, che ha un impatto importante sull'economia e sulla società.
Più di un settore economico, di fatto quando si utilizza la definizione ci si riferisce all'intero ecosistema gravitante intorno alla ricerca, allo sviluppo e all'innovazione spaziale, che comprende, appunto, svariati settori economici legati all'esplorazione e a tutto ciò che attiene a tecnologie, applicazioni, prodotti e servizi che nascono dall'ambito spaziale e che possono avere diversi impieghi nella vita di tutti i giorni, tutti i dati che passano attraverso i satelliti.
Quindi, generalmente, l'economia spaziale viene divisa in tre segmenti: , e . Per s'intende il verso lo spazio: satelliti, manifatture, costruzioni di componenti per satelliti, lanciatori e altri velivoli spaziali. Il , invece, è l'insieme di tutte le infrastrutture funzionali a raggiungerlo: piattaforme di lancio, centri di controllo e così via.
Infine, il settore include tutte le applicazioni che vengono sviluppate a terra, partendo dai dati raccolti dai dispositivi in orbita. Quindi elaborazione dei dati stessi, servizi , servizi di telecomunicazione, di navigazione, di monitoraggio ambientale, di previsioni meteo, a supporto dell'agricoltura, della prevenzione e gestione dell'emergenza e del controllo del traffico aereo ed automobilistico, sino alla potenziale gestione, come abbiamo visto, di una pandemia.
Signor Presidente, negli anni Sessanta, lo spazio è stato un luogo di esplorazione e di competizione fra le grandi potenze mondiali e in quella prima ondata di missioni e scoperte l'Italia si ritagliò da subito un ruolo da protagonista.
Infatti, dopo Stati Uniti e Unione Sovietica, nel 1964 fece il suo ingresso nel mondo dello spazio l'Italia con il lancio del satellite San Marco 1, che consentì al nostro Paese di essere considerato il terzo Paese al mondo a entrare nell'era spaziale. Un primato che, purtroppo, negli anni, poi, abbiamo perduto. Competizione e cooperazione internazionale fra risorse e tecnologie sono stati due elementi portanti che hanno condizionato lo sviluppo delle relazioni e delle attività spaziali, che si sono più volte intrecciate alla fitta rete di dinamiche geopolitiche e alla competizione tecnologica e scientifica per il progresso dell'umanità.
Nel corso del tempo, la corsa allo spazio ha cambiato obiettivi e finalità, di fatto sempre più collegate alla sicurezza nazionale. Il settore spaziale ha goduto, per lungo tempo, del prevalente sostegno economico e istituzionale, e le attività spaziali sono cresciute e si sono sviluppate, principalmente, per l'iniziativa delle agenzie governative.
Sono stati proprio gli investimenti pubblici ad aver spianato la strada all'economia dello spazio, anche a causa dell'altissimo costo dei programmi spaziali, ma c'è da dire che lo spazio è l'oggetto d'interesse prevalente da parte del settore pubblico, sia sul piano scientifico che, ovviamente, su quello militare. Oggi, tuttavia, assistiamo a un sempre più consistente ingresso di privati nel mondo dello spazio e alla nascita di un comparto tra i più dinamici e i più promettenti: è una grande novità sicuramente che porta un valore aggiunto. Infatti, accanto alle tradizionali agenzie spaziali, che sono state protagoniste per decenni dell'esplorazione spaziale (pensiamo alla NASA, all'ESA), stanno emergendo nuove istituzioni pubbliche come l'ISRO, l'Organizzazione indiana per la ricerca spaziale; l'ISA, l'Agenzia spaziale israeliana, e anche, se non soprattutto, attori privati, come SpaceX.
L'intensificazione della competizione internazionale nel settore con ingresso, appunto, di nuovi attori, anche privati, ha stimolato l'innovazione e la riduzione dei costi. È un cambiamento epocale, che richiede di essere governato, perché lo spazio è un comparto irrinunciabile. È dallo spazio che arrivano i dati per ottenere un posizionamento, certo e accurato, per tracciare le spedizioni, per seguire un treno. Sono costellazioni di satelliti, come Copernicus, che ci raccontano il livello di inquinamento in ogni zona del mondo, i flussi di merci, i movimenti dei ghiacciai, le variabili climatiche, e svolgono un ruolo sempre più importante nella salvaguardia del nostro pianeta. Sono dati che afferiscono alle attività socio- economiche quotidiane e, in quanto tali, sono dati sensibili da proteggere.
Anche in questo senso, lo sviluppo delle nuove tecnologie è rilevante e delicato allo stesso tempo. L'intelligenza, i sistemi autonomi, il , ovvero le tecnologie per la rimozione sicura dei satelliti fuori uso, sono aree che stanno rapidamente guadagnando rilevanza, offrendo nuove opportunità per rivoluzionare i vari aspetti delle operazioni spaziali.
Parallelamente, però, l'integrazione dell'intelligenza artificiale nelle operazioni spaziali ha migliorato l'autonomia dei satelliti e l'efficienza delle missioni, beneficiando di sviluppi che supportano meglio tali tecnologie avanzate e, quindi, i prossimi anni si preannunciano ricchi di opportunità e sfide per tutto il settore aerospaziale. L'utilizzo dell'intelligenza artificiale consentirà di ottimizzare sempre più la qualità dei dati, l'acquisizione e il successo a terra, risolvendo la sfida di gestire flussi enormi di informazioni generati da missioni spaziali.
Signor Presidente, spazio vuol dire sempre più innovazione e sviluppo tecnologico. Se vogliamo davvero cogliere l'evoluzione in atto dobbiamo considerare l'economia spaziale una delle grandi rivoluzioni in atto, al pari di quelle e quella . L'elemento di fondo comune è, appunto, l'innovazione, che rappresenta il terreno su cui si misureranno le potenze globali nel prossimo futuro, sia in termini economici, che in termini di sicurezza: i sabotaggi a strutture ed infrastrutture di interesse nazionale, il furto di proprietà intellettuali inerenti a tecnologie spaziali e la violazione dei segreti industriali e militari sono purtroppo di estrema attualità.
Il DDL in esame adotta un corretto approccio comparativo e mira ad armonizzarsi con le legislazioni già vigenti in altri Paesi, nei Paesi dell'Unione europea. Il provvedimento è strutturato in modo da armonizzare la normativa nazionale con gli obblighi internazionali, in particolare quelli derivanti dal e dalla Convenzione del 1972 sulla responsabilità internazionale per i danni causati da oggetti spaziali. Questo provvedimento ha il merito di introdurre il meccanismo dell'autorizzazione e della responsabilità civile nell'ambito delle attività spaziali private, definendo meccanismi autorizzativi e di vigilanza sulle operazioni spaziali. Si propone di colmare l'assenza di meccanismi sanzionatori e regolare la gestione dei rischi delle operazioni spaziali. Secondo me, è un passo importante per l'adeguamento del nostro ordinamento giuridico alle nuove sfide dell'economia spaziale e persegue il fine di garantire una del settore più efficace, responsabile e in linea con gli standard internazionali.
Gli obiettivi da tenere presente sono: l'accrescimento della competitività nazionale; l'impulso alla ricerca scientifica; lo sviluppo di competenze nel settore spaziale e la valorizzazione delle nuove tecnologie correlabili all'osservazione della terra nell'ambito delle attività di previsione e prevenzione dei rischi connessi con i fenomeni naturali e di origine antropica. Ma dobbiamo, signor Presidente, essere consapevoli che per costruire una vera non basta aumentare gli investimenti pubblici, occorre creare un ecosistema dove i capitali pubblici e quelli privati possano operare insieme, senza tra l'altro - lo faccia dire - dimenticare che l'Italia è uno dei pochi Paesi che presenta realtà industriali capaci di operare lungo tutta la catena del valore del settore spaziale: dal concepimento di una missione, alla realizzazione delle infrastrutture, all'erogazione dei servizi e, naturalmente, all'accesso allo spazio.
Oggi, l'Italia è in grado di esprimere soluzioni tecnologiche architetturali e sistemiche in tutti i domini dell'applicazione spaziale con grandi aziende come Leonardo, come Avio, ma anche con piccole e medie imprese, da non considerarsi solo ed esclusivamente come parti di una filiera, ma come possibili capofila di progetti e programmi aerospaziali per la capacità tecnologica che sono in grado di esprimere.
Questo patrimonio va tutelato, questo patrimonio va sostenuto e il provvedimento in esame oggi va esattamente in questa direzione. Come gruppo Noi Moderati porremo sempre una particolare attenzione alle strategie sull'economia dello spazio, convinti, come siamo, che rappresenti uno dei filoni principali di sviluppo delle nuove tecnologie e, di conseguenza, della definizione dei futuri equilibri geopolitici .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Oggi discutiamo un provvedimento che rappresenta l'ennesima dimostrazione, purtroppo, di come questo Governo e questa maggioranza non siano capaci di tenere fede agli impegni presi. Un provvedimento che nasce sbagliato, sia nel metodo che nel merito. Questo perché, sul metodo, abbiamo assistito all'ennesima mortificazione del Parlamento, ridotto a passacarte del Governo.
Fin dall'inizio dei lavori in Commissione, la maggioranza ci ha raccontato, purtroppo, la bella favola della massima apertura al confronto con le opposizioni. Ci è stato detto, Presidente, che il tema dello spazio e delle infrastrutture satellitari era strategico per il Paese - noi concordiamo su questo - e che, appunto, avremmo lavorato insieme per arrivare ad un testo condiviso. Purtroppo, la realtà è stata ben altra. Dopo settimane di lavoro, dopo decine di emendamenti presentati, ci siamo ritrovati davanti a una realtà, appunto, diversa. Un Parlamento completamente esautorato, un Governo che decide tutto da solo e una maggioranza ridotta al ruolo di burattino che pigia un pulsante, spesso senza nemmeno sapere cosa si sta votando. Anche perché, questo disegno di legge non tutela gli interessi italiani, non protegge le nostre imprese, non investe realmente nel Al contrario, spalanca le porte alle multinazionali straniere, permettendo a soggetti privati di mettere le mani su un settore strategico, con il Governo che fa da servile esecutore.
Veniamo al merito, Presidente. Durante le audizioni, tutti, tutti gli esperti, gli imprenditori del settore hanno detto chiaramente che le risorse stanziate sono ridicole, sono troppo poche, soldi insufficienti, briciole che non permetteranno all'Italia di competere con altri Paesi che sull'aerospazio investono seriamente. La dimostrazione di questo la vediamo con l'articolo 21, dove si fissa una copertura troppo alta per l'assicurazione alle imprese. Abbiamo provato ad abbassare tale cifra, esattamente come lo ha fatto la maggioranza, a dimostrazione che il tema era importante per tutti, perché abbiamo capito la necessità di aiutare le nostre piccole e medie imprese e le .
Tuttavia, il Governo ha deciso di ignorare le esigenze delle imprese e, soprattutto, delle italiane. Ma la questione più scandalosa riguarda la norma prevista all'articolo 25 che, di fatto, spalanca le porte a soggetti stranieri e sappiamo bene di chi stiamo parlando, Presidente, di Starlink di Elon Musk e non è un segreto. Il miliardario non è solo, appunto, l'uomo più ricco del mondo ma è, anche in questo momento, uno degli uomini più potenti del pianeta, con influenza diretta sul Governo americano.
Il MoVimento 5 Stelle ha posto con forza un problema enorme: la tutela dei dati dei cittadini, della pubblica amministrazione e delle nostre imprese, soprattutto oggi, con l'enorme numero di attacchi che stiamo subendo da mesi. Credo che questo tema fosse veramente centrale, eppure i nostri emendamenti, per impedire che i nostri dati finissero nelle mani di un privato straniero, sono stati tutti bocciati.
Ma il punto più vergognoso è stato anche la bocciatura del nostro emendamento, a mia prima firma, all'articolo 28, dove chiedevamo una cosa semplicissima: escludere la possibilità di usare i soldi del PNRR per finanziare reti satellitari gestite da operatori stranieri. Ci sembrava giusto, anche per tutelare le nostre imprese, ma anche perché i bandi sono stati già vinti e sono già in esecuzione.
Sa cosa significa tutto questo, Presidente? Significa che una parte dei fondi del PNRR potrebbe finire direttamente nelle tasche di miliardari stranieri. Altro che difendere le imprese italiane: qui si stanno regalando soldi pubblici a un privato straniero. Questo crea un enorme danno a circa 2.500 PMI del settore delle reti. Praticamente sono affossate le nostre imprese italiane, per non parlare dei danni alle imprese della telefonia mobile visto e considerato che, tramite i satelliti, i cittadini potranno usare anche i loro telefoni. Alla faccia dei patrioti, possiamo dire: in due anni le vostre politiche continuano ad affossare le nostre imprese.
Mentre questo scempio va avanti, il Governo riesce anche a contraddirsi da solo. Da una parte il Ministro Urso è venuto in quest'Aula, durante di Fratelli d'Italia, il partito della Presidente Meloni, dicendo che questo disegno di legge serve alle imprese italiane per il settore aerospaziale nazionale e che Musk non c'entra nulla: lo ha detto proprio qui il Ministro. D'altro canto, il Ministro Crosetto, in audizione in Senato, ammette esattamente il contrario, dicendo che i satelliti italiani non bastano e che siamo obbligati a integrarli con Starlink, perché la costellazione europea Iris2 sarà pronta solo dopo il 2030 e le soluzioni italiane sono troppo costose. Allora, Ministro che non c'è, delle due l'una: o Urso ha detto la verità, e va bene, ma allora va dimostrato con questo testo; oppure è il Ministro Crosetto che ha dichiarato il vero e questo Governo allora ha deciso di consegnare le nostre infrastrutture satellitari a Musk. In entrambi i casi ci troviamo davanti a un Governo un po' confuso, incompetente e pericoloso per il futuro del Paese.
Se ancora qualcuno avesse dubbi, basta vedere cosa sta succedendo a livello internazionale. Gli Stati Uniti hanno minacciato di bloccare Starlink in Ucraina se l'Ucraina non avesse concesso le proprie materie prime e questo provvedimento è stato scritto, appunto, in un momento completamente diverso da quello che stiamo vivendo oggi, dove la geopolitica internazionale è completamente sconvolta rispetto ad alcuni mesi fa.
Ma sapete, poi, cosa è successo in Ucraina, alcuni giorni fa? La Russia ha bombardato impianti Starlink. Allora, il tema della sicurezza nazionale dei nostri dati è veramente importante e dobbiamo essere sicuri di quello che vogliamo fare o, piuttosto, di quello che voi volete fare. Voi state accettando tutto questo in silenzio e piegate la testa magari firmando assegni in bianco a multimiliardari, perché quello che abbiamo letto sulle varie piattaforme ci fa veramente preoccupare.
Ma la cosa più patetica di questa vicenda è l'atteggiamento dei colleghi della maggioranza. Noi del MoVimento 5 Stelle fin dall'inizio abbiamo lavorato in Commissione con serietà e responsabilità e non abbiamo mai fatto un ostruzionismo tale da dimostrare che eravamo contro questo provvedimento, anzi abbiamo proposto emendamenti concreti e costruttivi, abbiamo chiesto miglioramenti per tutelare le imprese italiane, proteggere i dati dei cittadini ed evitare che il PNRR diventasse il bancomat di un magnate straniero. Abbiamo, inoltre, proposto emendamenti per il recupero, per esempio, dei rifiuti spaziali e per recuperare quelle terre critiche, quelle di cui oggi si parla tanto e sappiamo quanto siano importanti, ma siamo stati ignorati su tutta la linea.
Ma quello che colpisce di più, Presidente, è l'inerzia della maggioranza: deputati ridotti a pigia bottoni, incapaci di incidere su nulla, che accettano di essere comparse di un Parlamento svuotato di senso. In particolare, in questa legge delega il Governo doveva ricevere spunti dal Parlamento per indirizzare poi quelli che saranno i decreti attuativi. Invece, è accaduto l'esatto opposto: è stato approvato circa il 10 per cento degli emendamenti di tutto il Parlamento. È veramente poco!
Siamo ormai a metà legislatura e non c'è un solo provvedimento su cui questa maggioranza abbia dimostrato di avere un minimo di autonomia rispetto alle decisioni imposte dal Governo. Perciò mi auguro che in Aula la maggioranza possa rivedere la propria posizione nell'interesse nazionale, perché quello che sta accadendo con questo disegno di legge è gravissimo: si sta scegliendo di svendere la nostra sovranità tecnologica, si stanno regalando soldi pubblici a un miliardario straniero, si sta accettando che i dati dei cittadini, delle imprese e della pubblica amministrazione italiana finiscano nelle mani di un soggetto privato che risponde agli interessi di un altro Governo. Questa non è politica industriale, Presidente, non è sviluppo e non è futuro: è una svendita.
Il MoVimento 5 Stelle continuerà a battersi in quest'Aula con gli emendamenti, perché l'Italia deve continuare ad investire nelle proprie infrastrutture, nelle proprie aziende e nelle proprie competenze. Colleghi, il nostro futuro non può essere svenduto al miglior offerente. Per questo mi auguro sinceramente che ci sia un ravvedimento su molti dei nostri emendamenti, non solo su quelli del MoVimento 5 Stelle ma anche su quelli delle altre opposizioni, e magari anche qualche collega della maggioranza ne ha depositato qualcuno. Sarebbe veramente un peccato lasciare un testo in queste condizioni oggi, dove vediamo che, purtroppo, di ora in ora i temi della geopolitica internazionale stanno cambiando e stanno sconvolgendo il mondo. Allora, forse è necessario fare una maggiore riflessione. Lo abbiamo detto in Commissione nei giorni scorsi, ma non ci avete ascoltati. Forse è il caso di iniziare a rifletterci
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Amich. Ne ha facoltà.
ENZO AMICH(FDI). Grazie, signor Presidente, nonché generale, signor Vice Ministro, onorevoli colleghi. Allora, tramite lei, voglio rasserenare la collega, che ha parlato prima di noi, perché viene un po' da sorridere. Insomma, non siamo pigia bottoni che votiamo così a caso. Sappiamo perfettamente cosa facciamo e siamo perfettamente consapevoli che oggi discutiamo su un disegno di legge in materia di economia dello spazio di grande importanza per il nostro Paese e per il nostro futuro.
Questa proposta normativa rappresenta un passo fondamentale per regolamentare e promuovere lo sviluppo delle attività spaziali in Italia, colmando un vuoto legislativo che, finora, ha caratterizzato il nostro ordinamento, pur essendo il nostro Paese parte di trattati internazionali che regolano l'accesso degli Stati allo spazio e alle risorse spaziali. L'assenza di una normativa chiara ha limitato le potenzialità di un settore che, come dimostrano le recenti tendenze globali, è destinato a diventare sempre più centrale nell'economia mondiale. Questo errore è stato fatto per tantissime tematiche come la cybersicurezza e i . Non possiamo mancare questa grandissima occasione per il nostro futuro.
Il testo, frutto di mesi di lavoro e di concertazione in Commissione con i principali esponenti pubblici e privati del comparto, arricchito anche da significativi apporti delle opposizioni in sede emendativa, nonostante quello che abbiamo sentito prima, è stato proposto dal Ministro delle Imprese e del con delega alle politiche spaziali e aerospaziali, Adolfo Urso. Questo processo di consultazione ha garantito che il disegno di legge risponda in modo efficace alle reali esigenze del settore, favorendo un approccio inclusivo e collaborativo.
Nel rendere conto di tutto il lavoro svolto intorno a questo testo, ritengo d'obbligo menzionare l'opera insostituibile di approfondimento e ricerca compiuta dall'Intergruppo parlamentare per la , fortemente voluto dal nostro presidente, nonché oggi relatore, Andrea Mascaretti, che ha messo a disposizione di tutti noi le sue competenze professionali. Quindi, ci tenevo a cogliere l'occasione per ringraziarlo per il contributo interessantissimo che sta dando a tutti i componenti dell'Intergruppo, maggioranza e opposizione.
Come sottolineato dal consigliere militare di Palazzo Chigi, generale Franco Federici, l'Italia sarà uno dei pochi Stati ad avere una normativa mirata sulle operazioni spaziali e tale normativa sarà completamente in linea con gli impegni internazionali. Il quadro giuridico internazionale sullo spazio è principalmente definito dal Trattato sullo spazio del 1967, ratificato dall'Italia nel 1970, che stabilisce principi come la libertà di accesso, il divieto di appropriazione nazionale, l'utilizzo pacifico e la responsabilità degli Stati per le attività spaziali.
L'Unione europea ha una propria politica spaziale, delineata dall'articolo 189 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, con l'Agenzia spaziale europea (ESA) che gestisce programmi chiave come Galileo e Copernicus. La nostra adesione a questi trattati internazionali non è solo un obbligo giuridico, ma anche un'opportunità per posizionarci come leader nel settore spaziale europeo.
Il disegno di legge stabilisce un quadro normativo per le attività spaziali private, introducendo un regime autorizzativo che richiede permessi specifici per gli operatori, stimolando così gli investimenti nel settore e favorendo la partecipazione di piccole e medie imprese e innovative, attraverso deroghe al codice dei contratti pubblici. È previsto un sistema di responsabilità civile per i danni causati da oggetti spaziali, con obblighi assicurativi per gli operatori privati, garantendo una copertura finanziaria adeguata. Inoltre, il disegno di legge allinea l'ordinamento nazionale agli obblighi internazionali, come quelli derivanti dal Trattato sullo spazio. Viene istituito un fondo per l'economia dello spazio per sostenere progetti innovativi e migliorare le capacità produttive del settore spaziale italiano.
Il disegno di legge contempla l'elaborazione di un piano nazionale per l'economia dello spazio che include l'analisi e la quantificazione dei fabbisogni del settore, con particolare attenzione agli investimenti attraverso risorse pubbliche e contributi privati. La legge supporta l'accesso delle PMI e delle ai contratti pubblici, prevedendo norme speciali per gli appalti e misure per promuovere le attività e le tecnologie aerospaziali.
Inoltre, sono previste iniziative per l'uso efficiente dello spettro per comunicazioni via satellite, una riserva trasmissiva nazionale, stabilendo così principi sul diritto di sfruttamento da parte dei privati che utilizzano infrastrutture spaziali finanziate con fondi statali europei, regolamentando l'eventualità di incidenti nello spazio.
Questo provvedimento rappresenta un passo significativo verso un'evoluzione normativa fondamentale per il settore spaziale.
Consentitemi ora, onorevoli colleghi, di svolgere alcune considerazioni che evidenziano e dimostrano l'opportunità di questo testo e sollecitano la sua convinta approvazione.
Il contesto geopolitico attuale riveste un'importanza fondamentale nello sviluppo dell'economia spaziale e nella necessità di una normativa nazionale come quella proposta dal disegno di legge. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un significativo cambiamento nel panorama internazionale, in particolare tra Stati Uniti e Cina. Questo fenomeno ha portato una nuova configurazione geopolitica, presentando sfide e opportunità per gli Stati europei. La nostra posizione strategica in Europa ci consente di giocare un ruolo cruciale nell'orientare le politiche spaziali verso un futuro sostenibile e cooperativo.
Il divario crescente tra USA e Cina si estende a settori strategici, quali tecnologia, sicurezza ed esplorazione spaziale. Le tensioni tra questi due blocchi hanno generato una competizione intensa per il predominio tecnologico e l'accesso alle risorse spaziali, rendendo essenziale per l'Europa sviluppare una propria autonomia strategica.
In questo contesto, una legge nazionale che regola le attività spaziali è cruciale per garantire che l'Europa possa mantenere un ruolo di leadership e competere efficacemente a livello globale. È chiaro a tutti noi che la nostra capacità di innovare e di attirare investimenti stranieri dipende dalla solidità del nostro quadro normativo. L'interesse crescente per l'economia spaziale, che include l'industria nelle missioni spaziali, le estrazioni di risorse dalla luna e l'implementazione di satelliti per servizi commerciali, ha reso la regolamentazione spaziale un tema centrale per la sicurezza e la stabilità internazionale.
Gli Stati devono affrontare la questione della sicurezza economica, poiché le risorse spaziali possono diventare oggetto di conflitto. Quindi, è per questo che un quadro normativo chiaro e ben definito è fondamentale per prevenire tensioni e dispute, stabilendo regole condivise e meccanismi di cooperazione, soprattutto in un clima geopolitico, per nulla semplice, come quello che stiamo vivendo. La creazione di un ambiente normativo favorevole incoraggerà le cooperazioni tra Stati e attori privati, facilitando lo sviluppo di progetti ambiziosi e sostenibili.
In questo panorama l'Unione europea sta cercando di rafforzare la propria posizione attraverso politiche spaziali comuni e lo sviluppo di capacità autonome. Ciò include investimenti in infrastrutture spaziali e tecnologiche innovative, oltre alla promozione e alla cooperazione tra Stati membri per creare un ecosistema spaziale competitivo e integrato.
La proposta di legge si allinea con questi sforzi, offrendo un quadro normativo che facilita la cooperazione internazionale e regionale, attirando investimenti pubblici e privati. Un'azione coordinata a livello europeo è essenziale per affrontare le sfide globali ed è nostro dovere contribuire attivamente a questo obiettivo.
Con il proliferare di attori privati e nuove Nazioni emergenti nel settore spaziale, è fondamentale stabilire norme internazionali per garantire un uso pacifico e sostenibile dello spazio. La crescente partecipazione del settore privato rappresenta una grande opportunità, ma richiede anche un'attenta regolamentazione per garantire la sicurezza delle operazioni spaziali.
Il testo in esame rappresenta un'opportunità cruciale per l'Italia di affermarsi nel settore dell'economia spaziale, che ha dimostrato una crescita esponenziale. Stiamo parlando di cifre importantissime: 737 miliardi di euro entro il 2031. L'Unione europea ha già intrapreso azioni significative anche con il regolamento 2021/696, investendo quasi 15 miliardi (14,8 miliardi di euro) per promuovere lo sviluppo robusto dell'economia spaziale tra gli Stati membri. Questo investimento è un segnale chiaro della volontà politica di sostenere questo settore strategico e l'Italia deve essere pronta a cogliere queste opportunità.
Come membro fondatore dell'Agenzia spaziale europea e terzo contributore, l'Italia è ben posizionata per giocare un ruolo di primo piano. Con un budget di quasi 2 miliardi di euro destinati all'Agenzia spaziale italiana per il periodo 2021-2026, il Paese ha l'opportunità di catalizzare innovazione e sviluppo nell'industria spaziale. Per massimizzare questo potenziale è essenziale adottare un quadro normativo chiaro e aggiornato che supporti le piccole e medie imprese e le , fulcro dell'innovazione. Le PMI rappresentano il motore dell'economia italiana e la loro integrazione nel settore spaziale potrà generare un circolo virtuoso di crescita economica e occupazione.
Un aspetto cruciale di questa proposta di legge è la sua capacità di armonizzare la normativa nazionale con gli obblighi internazionali, in particolare quelli stabiliti dall'. Ciò non solo garantisce sicurezza e responsabilità, ma rafforza anche la reputazione dell'Italia come attore affidabile nel settore. La gestione dei detriti orbitali e la sicurezza operativa saranno una priorità, consentendo di affrontare le sfide legate all'affollamento delle orbite basse, dove gli operatori privati italiani faticano a competere. Un approccio proattivo della gestione dei rifiuti spaziali è fondamentale per garantire un ambiente spaziale sicuro e sostenibile per le generazioni future.
Il testo in esame punta, appunto, a promuovere investimenti nella nuova economia dello spazio, creando un ecosistema in cui i capitali pubblici e privati operano sinergicamente. L'industria spaziale italiana deve adattarsi alle sfide globali, richiedendo un quadro normativo flessibile che possa evolvere con il panorama internazionale. È cruciale che i decreti attuativi della legge tengano conto della mutevolezza del contesto in cui operano gli operatori spaziali.
In sintesi, sostenere questa proposta di legge significa investire nel futuro dell'Italia nello spazio, promuovendo un ambiente favorevole all'innovazione, alla collaborazione e alla crescita. L'ambizione, come ha dimostrato il Governo di Giorgia Meloni, deve essere di tutti noi, al di là degli schieramenti partitici, e deve essere quella di fondare il ruolo di , come abbiamo sentito anche dalle parole che mi hanno preceduto, dell'Italia nella , contribuendo attivamente a un settore che offre straordinarie opportunità per il progresso tecnologico e occupazionale.
Non possiamo permetterci di rimanere indietro in un'epoca in cui il futuro è chiaramente scritto tra le stelle. Vi invito, dunque, a sostenere con convinzione questo disegno di legge per garantire all'Italia un posto di rilievo nel panorama spaziale internazionale .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Barabotti. Ne ha facoltà.
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, per dare un contributo a questa discussione sul disegno di legge in materia di economia dello spazio dobbiamo ricordare preliminarmente che l'Italia, su questo fronte, non è un Paese qualunque. Non serve scomodare le osservazioni astronomiche e le scoperte di Galileo Galilei. Basti ricordare, come hanno fatto prima di me il collega Amich e il relatore Mascaretti, che, nel secolo scorso, l'Italia è stata la terza nazione al mondo a lanciare un satellite in orbita: un primato che ci ha collocato tra i pionieri della corsa allo spazio quando gli altri Paesi ancora si limitavano ad osservare.
Da allora abbiamo costruito una tradizione solida. Oggi il nostro settore spaziale conta centinaia di imprese, genera un fatturato annuo di oltre 2 miliardi e si proietta verso investimenti da 7,3 miliardi grazie alla forza con cui il Governo ha deciso di investire fino al 2026. Siamo tra i principali contributori dell'ESA, l'Agenzia spaziale europea, e le nostre imprese, dalle grandi alle piccole e medie, sono protagoniste nei programmi internazionali, con tecnologie che il mondo ci riconosce e ci invidia. Pensiamo al lanciatore Vega, un'eccellenza italiana che garantisce all'Europa un accesso autonomo allo spazio, o alla costellazione Iride, che ci pone all'avanguardia nell'osservazione della Terra.
Dalla sicurezza ambientale alla gestione delle emergenze parliamo di tecnologie che ci cambieranno la vita. Con i dati satellitari di Iride potremo monitorare in tempo reale, ad esempio, l'erosione delle coste e sviluppare sistemi innovativi e dinamici di difesa e ripascimento delle stesse; potremo sviluppare tecnologie e modelli che ci consentano di predire più accuratamente fenomeni meteorologici avversi, dando alle autorità competenti il tempo necessario per salvare delle vite.
Non è tutto: l'osservazione della Terra permette di tracciare l'inquinamento atmosferico, permette di ottimizzare la gestione delle coltivazioni o delle risorse idriche per contrastare anche i cambiamenti climatici o la siccità. Poi c'è la collaborazione con la NASA per il programma Artemis, che vedrà presto il ritorno dell'uomo sulla Luna. Risultati che non sono frutto del caso, ma di una filiera industriale che ha saputo orientarsi con lungimiranza, sviluppando alcune delle migliori tecnologie a livello mondiale.
Ma tutto questo, cari colleghi, oggi non basta più. Lo slancio tradizionale del nostro Paese e la capacità delle nostre aziende di stare al passo con i tempi sono condizioni sicuramente necessarie, ma non più sufficienti. Il valore globale della nel 2022 è stato di 469 miliardi di dollari, con previsioni che parlano di un'economia che si potrà espandere fino a 1.000 miliardi di dollari entro il 2040. È un mercato per lo più dominato dagli Stati Uniti, che ne controllano più o meno il 50 per cento, e dalla Cina, che ogni anno investe 10 miliardi di dollari in infrastrutture spaziali e che è il secondo investitore mondiale in sviluppo di nuove tecnologie spaziali.
L'Europa, con appena il 17 per cento di questo mercato, arriva in ritardo, tanto per cambiare. Nel 2023, nel vecchio continente gli investimenti privati nelle spaziali sono stati di appena 255 milioni; considerate che negli Stati Uniti lo stesso investimento ammonta a 3,8 miliardi. L'Italia ha le carte in regola, certo, per essere protagonista, ma serve una strategia chiara, perché i nostri concorrenti non aspettano. Tutti, e dico tutti, i soggetti che abbiamo ascoltato nel corso delle audizioni - per chi racconta che questo sia un provvedimento che non ha un sostegno da parte del Parlamento, che non ha avuto una condivisione e su cui non c'è stato un lavoro - ci hanno detto una cosa semplice e chiara: una legge per lo spazio in questo Paese non era più rinviabile.
In un contesto, poi, di concorrenza feroce su quel mercato e di fragilità geopolitica così accentuata, dobbiamo dare certezze alle nostre aziende e tutelare gli interessi nazionali. Questa non è una norma come tutte le altre; questa, più delle altre, è una scommessa per il futuro del nostro Paese. Per questo il disegno di legge in discussione sull'economia spaziale è una svolta che la Lega sostiene con forza. Le norme riconoscono, infatti, il settore come crocevia strategico, geopolitico, economico, scientifico e militare, e promuovono gli investimenti per rendere le nostre imprese competitive nella . Grazie agli emendamenti del nostro gruppo, approvati in Commissione, abbiamo dato una spinta decisiva alle piccole e medie imprese e al italiano.
Grazie a una modifica voluta dalla collega Andreuzza sull'articolo 6, sui requisiti per operare nello spazio, abbiamo, ad esempio, previsto che la solidità finanziaria delle imprese si misuri anche in correlazione alla loro dimensione aziendale, e, quindi, , microimprese, piccole e medie imprese avranno maggiori garanzie di poter competere e collaborare con le aziende più grandi e strutturate del settore, potendo ulteriormente consolidare la propria posizione grazie all'aiuto di investitori istituzionali, a programmi di finanziamento pubblici o privati e agli incubatori d'impresa riconosciuti.
È una boccata d'ossigeno per le nostre piccole realtà, che non devono più soccombere sotto criteri pensati e pesati solo per le grandi imprese. E ancora, grazie a una modifica voluta dalla Lega all'articolo 21, che disciplina - ricordiamo - garanzie assicurative e finanziarie per operare nello spazio, le fasce di rischio che saranno determinate dal Governo, attraverso provvedimenti successivi, dovranno tenere conto non solo del dimensionamento della missione spaziale, non solo del livello orbitale o di altri criteri tecnici, ma terranno conto anche delle esperienze maturate nelle attività spaziali delle imprese.
Anche in questo caso si tratta di una norma voluta dal nostro gruppo per dare un valore concreto al sapere delle imprese, che deve essere assolutamente valorizzato. Sul tema delle assicurazioni, sul tema dello scoglio per alcune piccole e medie imprese, stiamo lavorando, anche in queste ore, insieme ai relatori per capire se sarà possibile ridurre questo scoglio per le piccole e medie imprese. Il disegno di legge prevede, infine, anche quote negli appalti e incentivi fiscali per le piccole e medie imprese, oltre al potere del Governo di bloccare operazioni che minacciano la sicurezza nazionale.
Sono misure pragmatiche, che rispondono a quello che abbiamo sempre chiesto: una cornice di regole semplici per dare una proiezione futura a questo mercato e suscitare la fiducia negli investitori. I numeri parlano chiaro: nel 2020 l'industria spaziale italiana ha generato oltre 2 miliardi di fatturato e dato oltre 7.000 posti di lavoro, e l'80 per cento delle nostre aziende, all'interno di questo settore, sono piccole e medie. Quindi questo disegno di legge non è soltanto questione di satelliti, di tecnologia, di innovazione e di futuro: è un volano per l'occupazione, per le nostre famiglie e per la nostra crescita economica.
Altro che visioni astratte e futuribili, qui si costruisce il futuro, ma con i piedi ben piantati per terra. Eppure, mentre noi lavoriamo per questo, c'è chi si perde in polemiche sterili. Dai banchi dell'opposizione si alza spesso l'accusa che questa maggioranza manchi di visione, che viviamo con i decreti d'urgenza. Lo sentiamo ripetere di settimana in settimana dall'inizio di questa legislatura. Ma quando presentiamo un disegno di legge come questo, che ha una proiezione strategica nei prossimi decenni, dove vanno a finire le proposte delle opposizioni?
Qual è la visione che le opposizioni sono in grado di affermare da questa Camera? Ecco, mentre noi indichiamo la luna, c'è chi continua - in questo caso, è proprio il caso di dirlo - a guardare il dito. Lo fate oggi sulla, lo farete domani su altre sfide cruciali perché la sinistra in questo Paese è affetta dal virus politico più dannoso per il buon funzionamento di una democrazia: l'antagonismo viscerale che avete nel DNA.
Apro una parentesi, Presidente, perché il copione si ripete. Prendiamo, ad esempio, il disegno di legge sul nucleare. Il Governo lo ha appena proposto, insieme ad un decreto urgente per sostenere le famiglie e le imprese, con 3 miliardi di euro sul caro bollette. Eppure, la sinistra che cosa fa? Trova il modo di polemizzare sugli impatti di questo disegno di legge che produrrà i suoi effetti nel corso dei prossimi decenni parlando di bollette, parlando di caro energia e parlando di ipotetiche ripercussioni dello sviluppo della tecnologia nucleare nel nostro Paese sulle bollette degli italiani. E quando a questi signori si chiede di affermare una visione alternativa e di raccontarci che cosa pensano, che cosa vogliono e che cosa sperano per questo Paese, iniziano a raccontare la favola delle rinnovabili che, a loro dire, sarebbero sufficienti per fare in modo che il nostro Paese possa tornare, o meglio, possa finalmente diventare autonomo sul piano energetico. E lo dicono nonostante la scienza affermi esattamente il contrario e nonostante anche i paladini del “no” al referendum sull'energia nucleare, oggi, si siano convinti dell'esatto opposto. E comunque, anche volendo mettere le loro affermazioni alla prova dei fatti, ecco che l'esempio della regione Sardegna - dove PD e MoVimento 5 Stelle governano a braccetto - ci viene in soccorso, perché in quella regione, l'unica che il MoVimento 5 Stelle governa da protagonista, la favola delle rinnovabili non regge. E allora l'intero territorio di quella regione è dichiarato inidoneo per accogliere impianti che sviluppano energie da fonti rinnovabili. E quindi, come spesso accade, tante chiacchiere, ma coerenza zero.
Ma torniamo allo spazio. Molti Paesi hanno già leggi specifiche. Gli Stati Uniti regolano la loro attività dal 1984, con aggiornamenti che hanno fatto decollare veri e propri colossi. In Europa, solo 10 Stati membri su 27 hanno normative nazionali. La Francia, ad esempio, almeno sul piano autorizzatorio, ne ha una chiara dal 2008. E noi, nonostante aderiamo a trattati come quello sullo spazio del 1967 o quello sulla responsabilità internazionale del 1972, siamo ancora senza una disciplina organica. Una disciplina che solo questo Governo, solo questa maggioranza sta varando. Un vuoto che solo questa maggioranza sta sanando.
Questo ritardo, visto in termini europei, ci costa 1 miliardo e 500 milioni di euro l'anno in opportunità mancate. E l'Italia, ammesso che l'Europa desideri continuare a lasciare questo vuoto incolmabile, non può aspettare. Il DDL sullo spazio, sull'economia spaziale, che è in discussione quest'oggi, è la risposta. La Lega ha lavorato per renderlo uno strumento concreto, che dia ossigeno alle piccole e medie imprese, alle e a tutte quelle realtà troppo spesso schiacciate da una burocrazia che finisce per favorire i colossi stranieri. Perché, parliamoci chiaro, la è un'opportunità, ma è anche un rischio. Se non avessimo agito, i 1.000 miliardi potenziali di quel mercato globale sarebbero finiti senza dubbio altrove, magari in Cina, che non aspetta certo i nostri comodi. Noi vogliamo, invece, un'Italia che attragga investimenti, crei lavoro, valorizzi il , e non una Italia che si limiti, come ha fatto in tutti questi anni, ad essere spettatrice, in assenza di una cornice di regole chiara e ben definita.
Concludo, Presidente. L'Italia ha tutto per essere nella . Abbiamo storia, abbiamo competenze.
Oggi, grazie a questo provvedimento, frutto di un lavoro svolto dai nostri gruppi, insieme a qualche ben intenzionato delle opposizioni e insieme a tanti attori protagonisti di questo settore, l'Italia ha anche una visione. Il DDL Spazio è un primo passo, a cui seguiranno diversi decreti attuativi. La Lega continuerà a spingere perché il settore diventi un motore di crescita, portando lavoro, benessere e sicurezza ai nostri cittadini. Non vogliamo solo partecipare, vogliamo che l'Italia sia protagonista di questa nuova corsa allo spazio e, grazie a norme come queste, consentiremo al nostro sistema Paese di raggiungere questo obiettivo.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Mascaretti.
ANDREA MASCARETTI, . Grazie, Presidente. Nessuna replica, quindi, confermo quanto già presentato nella relazione iniziale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Vice Ministro delle Imprese e del Valentini. Si riserva.
PRESIDENTE. Avverto che, a norma dell'articolo 40, comma 1, del Regolamento, prima dell'inizio della discussione è stata presentata la questione pregiudiziale di merito Pavanelli ed altri n. 1 che sarà esaminata e posta in votazione prima di passare all'esame degli articoli del provvedimento.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di martedì 4 marzo 2025 l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento: alla IX Commissione (Trasporti): Pella e Tassinari “Modifiche all'articolo 9 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di semplificazione delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni per le competizioni sportive su strada” (1976)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Sono desolata nel dover affrontare un tema che per me è tristissimo e riguarda la mia meravigliosa isola. Mi riferisco al Carnevale di Sedilo che contempla nel programma l'uccisione di decine di polli e di galline, posizionati a testa in giù, legati su un filo alto, teso lungo un tracciato stradale percorso da cavalieri al galoppo. L'obiettivo è quello di staccare con le mani la testa a un maggior quantitativo possibile di polli e di galline.
Questa tradizione la ritengo fuori dal tempo e anche diseducativa. Una pratica del genere può impressionare e terrorizzare i bambini e un pubblico sensibile. Signori, i bambini ci giudicano. Purtroppo, il via libera alla giostra è arrivato dalla Prefettura, a patto che, tra virgolette, “si utilizzino animali già morti”. I polli e le galline sono stati ammazzati per l'occasione e, poi, le carcasse sono state smaltite. Abbiamo chiesto di fermare tale crudeltà e che gli animali fossero sostituiti da fantocci o anelli colorati, in modo che comunque i cavalieri potessero dimostrare la loro abilità senza dover staccare con le mani la testa a questi poveri animali, ma purtroppo questa ignominia è già andata in scena il 2 marzo.
Ho il terrore che si replicherà l'8 marzo con i bambini come protagonisti. Spero che questo non avvenga e spero, soprattutto, che questa sia l'ultima volta che un simile episodio venga posto in essere durante una festa di Carnevale, soprattutto dopo una levata di scudi così imponente da parte di tutta Italia. Mi rendo conto che sradicare una tradizione centenaria non sia facile, ma credo che parlarne possa far riflettere gli amici di Sedilo e farli convenire con me che il Carnevale può essere altrettanto bello, altrettanto divertente, senza una mattanza di polli e di galline. Spero che tutto questo serva ad aprire almeno una discussione all'interno della comunità sedilese.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
2.
3.
S. 1351. - Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria (Approvato dal Senato)
(C. 2240)
: CONGEDO.
4.
SERRACCHIANI ed altri; COMAROLI ed altri; GATTA; BARZOTTI; RIZZETTO e LUCASELLI; TENERINI: Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche. (C. 153-202-844-1104-1128-1395-A/R)
: GIACCONE.
5.
Disposizioni in materia di economia dello spazio. (C. 2026-A)
: GUSMEROLI e MASCARETTI.
6.
7.
S. 915-916-942-980-1002 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BUCALO ed altri; D'INIZIATIVA DELL'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA; D'INIZIATIVA DEI SENATORI: MARTI ed altri; FAZZONE ed altri; ZAMBITO ed altri: Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 2149)
e delle abbinate proposte di legge: TOCCALINI ed altri; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA; VIETRI ed altri; D'INIZIATIVA DELL'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA; MARIANNA RICCIARDI ed altri; DE LUCA ed altri; MALAVASI ed altri. (C. 160-683-1403-1497-1511-1575-1646-1802)