PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ROBERTO GIACHETTI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Faraone, Magi ed altri n. 1-00396, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio .
Ricordo che nella seduta del 25 febbraio 2025 si è conclusa la discussione generale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in sede di replica il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
CARLO NORDIO,. Grazie, Presidente. Grazie ai colleghi. La questione di sfiducia che ho letto riguarda essenzialmente l'inerzia del Ministro della Giustizia nell'approcciare la Corte di appello di Roma per chiedere la convalida dell'arresto di Almasri.
Nondimeno, nella seduta precedente, sono stati svolti così tanti e tali argomenti per i quali almeno un minimo di cenno deve essere fatto. Ho preso nota l'altra volta: si è parlato del numero… il Ministro è stato accusato di essere responsabile del numero dei suicidi in carcere, delle nomine del Garante e del Capo del DAP, del sovraffollamento carcerario, dei magistrati fuori ruolo, dell'obbligatorietà dell'azione penale, di un panpenalismo, del problema delle madri detenute, della salute nelle carceri, della confisca persino dei beni al signor Cavallotti che è stato assolto, dell'abbattimento dell'arretrato civile, della crociata contro le intercettazioni, del dossieraggio dei parlamentari e via dicendo. Poi le censure si sono estese all'intero Governo e alla Presidenza del Consiglio, accusati di malafede, falsità, incoerenza, slealtà verso la Camera, violazione del diritto internazionale e violazione del diritto di riservatezza. Un , come si vede, estremamente complesso: ricorda un poco i livelli dell'Inquisizione dei secoli scorsi; mancano soltanto le accuse finali di simonia e bestemmia e siamo a posto.
Naturalmente, io non posso rispondere - perché non avremmo né il tempo e, forse, sarebbe anche improprio - a tutte queste osservazioni. Una, però, mi è rimasta impressa ed è quella del collega Giachetti, il quale è rimasto, in un certo senso, deluso dalla circostanza che, avendo presentato una denuncia alla procura della Repubblica di Roma contro il Ministro della Giustizia come concorrente nel reato di omicidio per i suicidi in carcere, la denuncia non abbia avuto seguito. Qui un chiarimento va fatto. Evidentemente, il collega Giachetti ha invocato l'articolo 40, secondo comma, del codice penale, che dice che non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di evitare, equivale a cagionarlo. Ebbene, se il Ministro della Giustizia fosse responsabile penalmente, in quanto riveste una posizione di garanzia dei suicidi che avvengono in carcere, allora la situazione sarebbe molto più complessa di quanto è stato squadernato dal collega Giachetti, perché, vedete, non esiste un tetto, non esiste un limite al di là del quale scatta la responsabilità del Ministro per l'omissione - secondo l'articolo 40, secondo comma, del codice penale -, per non aver impedito i suicidi. Certo, noi, quest'anno, abbiamo riconosciuto questo fardello di dolore di un numero notevole di suicidi, ma non è che negli altri anni fosse eccessivamente inferiore. Allora, quando scatta la responsabilità del Ministro in base a questo articolo 40, secondo comma? Quando arriviamo a 80 suicidi, come l'anno scorso, o a 85, o quando eravamo a 60, come qualche anno fa? Vedete che la soluzione è impossibile da trovare. Esiste una famosa frase che chi salva una vita, salva il mondo.
Simmetricamente, si può dire che chi uccide una vita uccide il mondo. E quindi, se anche uno solo dei suicidi che sono avvenuti negli anni precedenti fosse stato imputabile al Ministro della Giustizia, allora avremmo dovuto avere tutta una serie di processi nei loro confronti.
Il fatto è, collega Giachetti, che il reato cui lei ha fatto cenno non è un reato perseguibile a querela di parte o a denuncia; è un reato che è perseguibile d'ufficio. Quindi, per tutti i suicidi che sono accaduti negli anni passati, tutti i pubblici ministeri che sono stati avvisati avrebbero dovuto instaurare l'azione penale; e se non lo hanno fatto - e non lo hanno fatto, per le ragioni che ho detto io prima, ma non lo hanno fatto - e avessero dovuto farlo, secondo l'assunto dell'onorevole Giachetti, non avendolo fatto sarebbero incorsi in quel reato di omissione di atti d'ufficio per il quale, tra l'altro, questo stesso Ministro si trova oggi o domani a essere indagato davanti al Tribunale dei ministri.
Quindi, come vedete, sono delle situazioni che toccano la giurisdizione penale. Come insegnava Carnelutti, l'arma, la spada della giustizia è una spada senza elsa e senza impugnatura che ferisce anche chi la brandeggia in modo improprio e se viene brandeggiata in modo improprio, come è accaduto in questo caso, ferisce anche chi la usa in questo modo improprio, soprattutto se, come ormai si sta purtroppo affermando, si cerca sempre di giurisdizionalizzare qualsiasi confronto politico che si tende a portare davanti alle procure della Repubblica magari proprio da parte di quelle stesse forze che fino a ieri avevano censurato l'invasività della magistratura nei confronti della politica stessa. È una contraddizione, secondo me, che dovrebbe e potrebbe essere superata.
Arrivo adesso invece al dunque. La censura fondamentale è quella…citerò soltanto due interventi perché gli altri più o meno erano tutti sullo stesso piano e possono, come si dice in “giuridichese”, essere esaminati congiuntamente; erano l'intervento dell'onorevole Gianassi e quello dell'onorevole Zanella, secondo i quali il Ministro della Giustizia sarebbe stato obbligato, sarebbe stato cioè proprio un atto dovuto quello di interloquire con la Corte d'appello di Roma per chiedere la conferma, anzi per chiedere l'arresto di quel signore libico.
Ora io ho sempre una certa perplessità quando sento discutere con tanta sicurezza di questioni giuridiche, perché in diritto un po' di esperienza mi ha insegnato che ci sono molte opinioni divergenti che sono sostenute da autorevolissimi autori. La stessa Cassazione cambia, la stessa sezione della Cassazione cambia molte volte orientamento; diciamo che nel diritto non c'è mai una certezza assoluta e, soprattutto, questa mia perplessità si trasforma quasi in tenerezza quando sento proprio un convincimento assoluto. Come è stato detto l'altra volta, sono certissimi che l'atto del Ministro di intervenire e interloquire con la Corte d'appello fosse un atto assolutamente dovuto.
Ora, prima di rifarmi alla lettura della legge, che secondo noi è l'unico criterio ermeneutico per comprendere e per dipanare questa matassa, vorrei far presente che l'argomento è così complesso, tra l'altro è stato portato per la prima volta all'attenzione, che, nell'occasione di questi dibattiti, sono state espresse da parti autorevolissime le posizioni più strane; ne ho raccolte alcune, ma ce n'è una valanga. Per esempio, Cuno Tarfusser, che è stato vicepresidente della Corte penale internazionale, ha detto che chi ha sbagliato veramente è stata la Corte d'appello: credo sia errata, non so se per ignoranza o non in buona fede: dovevano convalidare l'arresto e tenere in carcere l'arrestato. Il dottor Dubolino, presidente di sezione emerito della Corte di cassazione, ha detto che più che atto dovuto era un atto incompleto e, anche qui, ha bacchettato un po' tutti; certo ha bacchettato anche il Governo, ma ha bacchettato anche la Corte.
La più critica osservazione è arrivata però dall'avvocato De Vita, che è stato avvocato generale presso la Corte penale internazionale, ossia proprio la stessa Corte di cui oggi parliamo, e ha detto che, anche qui, “hanno sbagliato tutti”, questo è il titolo. Ha sbagliato Nordio e ha sbagliato la Corte d'appello, cioè secondo lui la Corte d'appello avrebbe potuto e dovuto intervenire anche senza l'intervento del Ministro, che non era necessario.
Ora, io non voglio affatto accusare la Corte - sia ben chiaro - anche perché la nostra posizione è molto chiara e, poi, la spiego. Però, è anche vero che se abbiamo questa valanga di… ah, poi, c'è quella di Di Pietro. Di Pietro è stato un po' un'icona della nostra magistratura. Anche lui ha detto che, tutto sommato, l'errore maggiore l'ha fatto la Corte. Bene, - ripeto - non voglio certamente accusare la Corte, perché la nostra posizione è chiara, ora la spiegherò. Però, è soltanto per dire che dal professor Nappi al professor Dubolino, al giudice Tarfusser all'avvocato, tanti, autorevolissimi e inseriti in questo settore a pieno titolo hanno dato di questo dovere del Ministro interpretazioni completamente diverse.
Quindi, tutta quella sicurezza assoluta, quella certezza quasi religiosa, metafisica, che abbiamo sentito non ha ragion d'essere, ma l'avallo finale arriva da quello che, secondo me, è il nostro costituzionalista, oso dire, più autorevole o comunque più prestigioso, anche per ragioni di anzianità, che è il professor Sabino Cassese che, in una ricca intervista, ha detto chiaro e tondo quello che sosteniamo noi, cioè che il Governo, il Ministro della Giustizia soprattutto, aveva un'ampia discrezionalità nel decidere se approcciare o non approcciare la Corte.
E perché? Perché, in base all'articolo 2, che è stato citato tra l'altro anche nella mozione di sfiducia, si dice che i rapporti di cooperazione tra lo Stato italiano e la Corte penale internazionale sono curati in via esclusiva dal Ministro della Giustizia, al quale compete di ricevere le richieste della Corte, e che il Ministro della Giustizia, ove ritenga che ne ricorra la necessità, concorda la propria azione con altri Ministri interessati, con altre istituzioni o con altri organi dello Stato; al Ministero della giustizia compete altresì di presentare alla Corte, ove occorra, atti e richieste. Questo significa, se la legge è interpretata in corretto italiano, come dovrebbe esserlo, che l'attività del Ministro della Giustizia - l'ho già detto e lo ripeto - non è quella di un passacarte; è di un organismo che deve attivare un'attività istruttoria o pre-istruttoria, soprattutto rapportandosi agli altri organi di Governo e anche ad altri organi che non sono di Governo. E quando può farlo questo? Quando i documenti e gli atti che gli arrivano dalla Corte penale internazionale sono poco convincenti, rivelano dei dubbi, rivelano delle inesattezze.
In questo caso le hanno rivelate; eccome se le hanno rivelate. Le hanno rivelate nientemeno che nella parte fondamentale, che è quella del , come si dice, perché, mentre nella parte motiva si riferisce una data, nella parte dispositiva se ne riferisce una completamente diversa. Sono quattro anni di differenza e, tra l'altro, sono quei quattro anni che hanno determinato la della terza giudice - che non era stata, peraltro, allegata nel primo provvedimento inviato a noi -, che si fondava proprio sul fatto che, essendoci questa differenza di data, si dubitava addirittura della legittimazione della giurisdizione della Corte. La volta scorsa, un collega dell'opposizione mi ha, in un certo senso, rimproverato, perché, quando ha parlato di questo, ho fatto un sorriso. Beh, con le ginocchia veramente inchine, chiedo scusa se sono stato maleducato. Non credo di esserlo stato, ma - vede - quel sorriso dipendeva dal fatto che, se mi si dice che il problema della giurisdizione è, tutto sommato, un problema secondario, che altro posso fare? O mi alzo e abbandono l'Aula oppure mi metto a ridere , perché il problema della giurisdizione è il primo di tutti i problemi che riguardano l'attività di qualsiasi corte, penale, internazionale, locale, federale, eccetera.
Bene, allora il fatto che quel provvedimento fosse completamente sbagliato e che è stato, in quanto tale, sospettato subito dal sottoscritto e dallo , è stato dimostrato dalla stessa Corte che, dopo sei giorni, ha cambiato completamente il testo, ma non perché ha corretto un errore materiale - cosa che può accadere con lo -, ha cambiato niente meno che l'elemento strutturale del reato, che, ripeto ancora una volta, è il , cioè il tempo del reato commesso.
È l'elemento fondamentale, senza il quale o essendo erroneo lo stesso, l'atto di imputazione è radicalmente nullo nel nostro ordinamento. Ma, ripeto, credo sia principio comune che non si può sbagliare la data di quando il reato è stato fatto o di quando non è stato fatto, soprattutto se, a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, l'individuazione esatta di quella data è presupposto proprio per l'individuazione della giurisdizione, che è quella critica che ha riportato il giudice della , che ha dubitato della giurisdizione proprio perché era sbagliata la data.
Quindi, il tempo che - diciamo così - il Ministro si è preso, peraltro un tempo di 48 ore, per cercare di capire come fossero queste cose non è stato un tempo dedicato a favorire la fuga, l'uscita o la liberazione. È stato un fisiologico, anzi un atto dovuto da parte del Ministro, in base all'articolo 2, di rapportarsi con chi di competenza per capire se questo atto dovesse o non dovesse avere un seguito, confermato - ripeto - dal fatto che quell'atto era proprio così sbagliato che la stessa Corte dopo lo ha mutato. Questo è tutto e questa è la realtà delle cose.
Poi, il giudizio politico, il giudizio di altri settori potrà e dovrà essere dato - massimo rispetto nei vostri confronti - e lo ascolterò. Tuttavia, una cosa mi lascia un po' perplesso. Anche queste osservazioni che, secondo me, avrebbero potuto e dovuto essere mantenute in una dialettica urbana, civile e pacata, sia pure nella doverosa polemica politica, sono state, invece, molto spesso esasperate: sono state esasperate nel linguaggio, nei toni, sono state esasperate anche nelle stesse conclusioni. Si parla sempre e si va sempre a finire con “si vuole favorire la mafia o la delinquenza organizzata”, tutte cose che, tutto sommato - posso dire? -, suonano come offensive o quantomeno come antipatiche .
Oltre a ciò - posso dire a titolo personale - ho il sospetto (spero che non sia vero) che tutti questi attacchi, che ormai proseguono, perché arrivano da tutte le parti e arrivano dalla stampa, nei modi anche più sciatti e nei modi più fasulli - tanto per intenderci, tempo fa, un giornale ha scritto che io avrei fatto approvare l'abolizione dell'abuso di ufficio per favorire il mio dentista, che poi non era affatto il mio dentista e che non avevo mai visto -, tutte queste cose cominciano a dare la sensazione che si tratti di un attacco programmato e duraturo per evitare quella che, secondo noi, è la madre di tutte le riforme, quella sulla separazione delle carriere e sull'inserimento del sorteggio nel Consiglio superiore della magistratura.
Allora, spero di sbagliarmi - probabilmente mi sbaglierò di sicuro -, però su questo vorrei essere chiaro. Quali che siano gli attacchi, giudiziari, di stampa, politici, parlamentari, noi non vacilleremo e non esiteremo . La riforma andrà avanti e più saranno violenti, impropri e sciatti gli attacchi contro di noi in questo senso, più noi saremo forti e determinati. Quindi, se voi farete del vostro peggio, noi faremo del nostro meglio .
PRESIDENTE. Per dare ordine ai nostri lavori, estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.
La chiama avrà inizio dalla deputata Bisa.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. La replica, questa mattina, del Ministro Nordio ci ha confermato l'opportunità, e aggiungerei la necessità, di questa mozione di sfiducia politica. Noi crediamo che il Ministro Nordio nel suo operato, fino a questo punto della legislatura, abbia arrecato un danno alla giustizia. Il motivo principale di questa mozione di sfiducia, l'occasione specifica, è quella della mancata esecuzione di un mandato d'arresto spiccato dalla Corte penale internazionale nei confronti di un cittadino libico, membro degli apparati di sicurezza di quel Paese, o, meglio, di una parte di quel Paese, accusato di gravissimi crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
Nelle parole del Ministro Nordio di questa mattina davanti al Parlamento noi troviamo, di nuovo, non so se l'inconsapevolezza o la colpevole, da un punto di vista politico, piena consapevolezza di quello che è accaduto. Il Ministro Nordio conosce lo statuto della Corte penale internazionale e sa benissimo che il nostro Paese, il nostro Governo e, quindi, il Ministro della Giustizia, sono tenuti a rispettare il contenuto di quello statuto. Spetta solamente alla Corte penale internazionale valutare la necessità di un arresto, la necessità di un fermo nei confronti di una persona gravemente indiziata di crimini che ricadono sotto la giurisdizione della Corte penale internazionale.
Noi, Ministro, siamo tra coloro che ritengono che vi sia stata una corresponsabilità tra lei e la Corte d'appello di Roma. Non crediamo che la responsabilità sia esclusivamente sua, ma crediamo che lei abbia avuto un'enorme responsabilità e che l'abbia assunta per motivi pienamente politici. Nelle prime ore di quei fatti, Palazzo Chigi, il suo Governo, ha mentito agli italiani e ha mentito al Parlamento. Ha mentito sostenendo che non era informato del fatto che ci fosse quel cittadino libico al cui indirizzo era stato spiccato il mandato di arresto, mentre le autorità diplomatiche e consolari italiane presso L'Aia erano state tempestivamente informate. Palazzo Chigi non poteva non sapere, lei non poteva non sapere.
Lei ha preferito dormire sonni non so quanto tranquilli, ma ha preferito non prendere in mano il fascicolo e mettere in pratica una inerzia che, di fatto, ha annullato un mandato di cattura internazionale, che lei avrebbe dovuto eseguire con una consegna, non con una procedura di estradizione, ma con una procedura di consegna, che è cosa ben diversa e lei lo sa benissimo.
Ed è anche questa l'occasione per dire definitivamente, rispetto al dibattito che si è svolto su quel mancato arresto a cui poi è seguita inevitabilmente l'apertura di una procedura nei confronti dell'Italia come Stato parte che è venuto meno ai suoi obblighi di cooperazione, ma è seguita un'attività di delegittimazione e di discredito della Corte penale internazionale da parte del suo Governo e da parte degli esponenti della maggioranza che lo sostengono. Dicevo che è l'occasione per chiarire, una volta per tutte, che non poteva esserci l'apposizione - abbiamo sentito - di motivi di ragione di Stato, di segreto di Stato. No, non poteva esserci legittimamente in base alla nostra Costituzione e in base alla norma italiana sul segreto di Stato e anche - è la volta di dirlo chiaramente in quest'Aula - il Italia-Libia, che dispone delle cooperazioni rispetto al contrasto all'immigrazione irregolare tra i due Paesi, prevede tassativamente il rispetto degli obblighi internazionali e del diritto internazionale e tra questi, ovviamente, il rispetto delle decisioni della Corte penale internazionale.
Quindi, a tutti quelli, commentatori e politici, che hanno detto che si sarebbe dovuto mettere subito il segreto, non si sarebbe potuto mettere un bel niente. Si sarebbe solo dovuto eseguire quel mandato di arresto e quel mandato di cattura, e il fatto che non sia avvenuto ci ha declassati tra gli staterelli un po' canagliette che non…sì, Ministro, è esattamente così.
Guardi, chi le parla negli anni scorsi ha avuto ammirazione nei suoi confronti. Noi abbiamo stimato sistematicamente quello che lei diceva e quello che lei scriveva, la concezione di Stato di diritto e di garantismo che spesso abbiamo trovato nei suoi interventi da editorialista, ma dobbiamo constatare che quel Nordio non c'è più, è sfumato nei corridoi di via Arenula, probabilmente perché commissariato politicamente.
La cosa era già iniziata in campagna elettorale e l'ho seguita con attenzione proprio perché seguivo quello che lei diceva e scriveva. Ad ogni sua dichiarazione, in campagna elettorale, sul garantismo e sulla necessità della certezza del diritto, seguiva la dichiarazione del candidato in quel momento alle politiche, Delmastro Delle Vedove, sul fatto che ben più importante della certezza del diritto era la certezza delle pene. Ovviamente, solo un analfabeta, in termini di diritto istituzionale, può pensare che queste due cose siano in contrasto, ma nel partito che l'ha candidata, che l'ha eletta e che poi la sostiene questa è la concezione predominante, non la sua.
Lei sta difendendo il panpenalismo più sfrenato. Noi la leggevamo con consenso e anche dicendo: beh, c'è un magistrato che dice queste cose, quando si parlava del diritto penale minimo, quando parlava del ricorso al diritto penale solo residualmente di fronte ai fenomeni sociali, e tra le sanzioni penali il carcere solo come Ma, vivaddio, 25 nuovi reati - alcuni veramente ridicoli -, aumenti di pena, fattispecie fantasiose, reati che sono diversi se eseguiti e portati a termine vicino a una stazione, nel sottopasso della metropolitana oppure nel giardino davanti alla stazione. Beh, è imbarazzante, Ministro Nordio, questa sua situazione rispetto a quello che lei ha rappresentato per un pezzo di opinione pubblica di questo Paese.
Un passaggio rapido sulla condizione tragica delle carceri italiane. Lei sistematicamente la nega, cioè lei pensa che l'obiettivo sia realizzare nuovi posti, cioè la soluzione dell'edilizia. Intanto non considerate che aumentare il numero dei detenuti e dei posti in carcere significa dover aumentare tutta una serie di servizi e di infrastrutture legate a questo, a partire dalla Polizia penitenziaria, ai servizi sanitari, ai medici, agli educatori e agli psicologi.
Ma l'obiettivo, da uno che scriveva le cose che scriveva lei, ci saremmo aspettati che fosse l'opposto: diminuire le persone in carcere. Arrivare, cioè, ad un carcere che non ne contenga 62.000 - e in prospettiva non so quante vorrete che ne contenga: 80.000? -, ma che ne contenga 30.000, ed aumentare magari da 90.000 a 120.000 le persone che sono alle misure alternative, inclusa la messa alla prova. Questo dovrebbe essere l'obiettivo, questo doveva essere l'obiettivo del Ministro Nordio. È tutto capovolto (, lei è capovolto, Ministro. Noi ora la vediamo capovolto, a testa in giù. Questo è il giudizio politico che ci sentiamo di esprimere.
Non so se lei riuscirà a mettersi dritto, perché, purtroppo, non ha il sostegno politico nel rimettersi a testa in su. Concludo con la questione della separazione delle carriere. Chi parla è sempre stato favorevole alla separazione delle carriere, ma, nel momento in cui voi travolgete la separazione dei poteri, non ha più alcun senso la separazione delle carriere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Elena Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, devo ammettere che scrivere e preparare questo intervento mi è costato fatica, molta fatica, per la stima che nutro da anni nei confronti di Carlo Nordio come magistrato, come commentatore, uomo liberale e garantista. A questa stima si unisce anche un'amicizia personale, che non è così frequente tra avversari politici. Eppure, Ministro, le devo dire, guardandola negli occhi: . La verità, Ministro, la verità sopra ogni cosa, perché è la verità che conta in quest'Aula, e lei a quest'Aula ha mentito, ed è per questo che, secondo noi, deve dimettersi.
Veniamo ai fatti: la DIGOS a Torino - e ringraziamo la DIGOS di Torino per la serietà e la professionalità - ha arrestato il generale libico Almasri, accusato di reati gravissimi dalla Corte penale internazionale e con un mandato di arresto internazionale. Il Governo italiano ha liberato il generale Almasri, regalandogli non soltanto un'immeritata libertà, ma anche un'indecorosa passerella, mettendo a disposizione, ben prima della decisione ufficiale, un volo della CAI, della compagnia dell'. I poliziotti hanno fatto bene il loro dovere e noi siamo orgogliosi, grazie a loro, di essere italiani. I Ministri non hanno fatto il loro dovere e ci ha fatto sinceramente male vedere il Tricolore, impresso nell'aereo di Stato, in tutte le fotografie del rimpatrio del generale Almasri.
Vede, Ministro, in una democrazia liberale il Governo ha il diritto di fare le sue scelte. A noi dell'opposizione spetta il diritto, anzi il dovere, di interrogare, di fare domande, di incalzare, e il Governo, che nel rispetto della legge - ovviamente, nei limiti della legge - può compiere le proprie scelte, ha, però, due doveri nei confronti dell'opposizione, delle istituzioni e, quindi, dei cittadini: il primo dovere è quello di rispondere; il secondo è di dire la verità, quando risponde. La verità, in questo caso, non è stata detta, e qui c'è il fallimento di questo Esecutivo. Il gruppo di Italia Viva al Senato ha chiesto alla Presidente Giorgia Meloni perché il Governo avesse liberato il generale Almasri, se per un interesse di Stato o per un cavillo giuridico.
La Presidente del Consiglio si è rifiutata di rispondere, dicendo che lei non voleva fare pubblicità al libro di Renzi. Io la trovo una mostruosità, da un punto di vista democratico. La Presidente del Consiglio non risponde in Aula, all'opposizione, su una questione così importante, con una scusa risibile, ridicola. Lei invece, Ministro, ha risposto in quest'Aula - mi verrebbe da dire: purtroppo per lei, ha risposto - ed è venuto a spiegarci che il generale è stato liberato per un cavillo giuridico, per una questione procedurale, di norme, e anche stamattina lo ha ribadito. Addirittura ha attaccato in modo puntuale l'atto della Corte penale internazionale, tanto che ci ha fatto venire il dubbio che lei facesse parte del collegio difensivo di Almasri.
Lei, Ministro, è l'unico in tutta Italia che pensa che Almasri sia stato liberato per un cavillo giuridico, perché non c'è un italiano che lo pensi, perché, mentre lei è qui in Aula a dirci che si tratta di norme, di cavilli, di procedure, tutti gli altri membri del Governo e della sua maggioranza sono stati in tutte le trasmissioni televisive, sui giornali, nelle radio, nei salotti romani, negli incontri informali a Bruxelles, nei conciliaboli fuori dall'Aula, a spiegare che Almasri è stato scarcerato per non avere problemi con la Libia, perché c'era dietro un interesse nazionale, e non si è capito bene se legato all'immigrazione o alle questioni energetiche. La maggioranza e il Governo lo hanno detto ovunque, tranne che in Parlamento, tranne che in quest'Aula
Lei ha continuato anche stamattina con la mossa del cavillo. Ha continuato ancora, continuamente, a parlare di procedure, e questo, Ministro, non è da lei. Non è da Ministro Nordio, dall'uomo libero che difende le proprie idee, che non viene a fare il burocrate in Parlamento perché rispetta le istituzioni, l'uomo libero che non mette la faccia sui pasticci fatti da altri, signori o signore a Palazzo Chigi o dal suo Sottosegretario Delmastro.
Un uomo libero che non fa il burocrate e viene a mettere la faccia per errori altrui. Allora, Ministro, lei ricorderà sicuramente la frase del cardinale Talleyrand, che diceva: ciò che ha fatto non è un reato, è peggio, è un errore.
Ecco, noi, Ministro, non crediamo che si debba dimettere perché c'è un'inchiesta aperta dalla procura nei suoi confronti, perché restiamo garantisti, ma crediamo che debba dimettersi perché ha mentito a quest'Aula e al Senato della Repubblica; non ha detto la verità sul caso Almasri. Non ha detto la verità ed oggi c'è un torturatore di donne, un violentatore di bambini, un trafficante di esseri umani, libero in Libia per colpa del Governo italiano. Il Governo italiano che non ha avuto il coraggio di assumersi le sue responsabilità e venire in quest'Aula a difendere la sua scelta, ma ha continuato a insistere sul cavillo giuridico.
Vede, Ministro, se lei ci avesse detto la verità, noi non avremmo comunque appoggiato questa decisione; non avrebbe comunque avuto il nostro consenso, ma almeno l'avremmo capita. Invece ha continuato anche stamattina a svicolare, a raccontarci la storia del cavillo giuridico. Tra l'altro, facendo così, siete venuti meno anche agli impegni che avevate assunto: avevate promesso di perseguire i trafficanti di esseri umani su tutto il globo terracqueo. Le segnalo che ne fa parte anche lo Juventus Stadium a Torino.
Lei è un uomo colto, Ministro, quindi sicuramente ricorderà questa frase che mi ha sempre molto colpito: “Sire, non dimenticate mai gli ideali della vostra giovinezza!”. Ecco, ho la sensazione che lei abbia dimenticato quegli ideali, Ministro, quegli ideali non solo, e non tanto, che l'hanno portata a fare il Ministro, ma hanno portato una generazione di amanti del diritto, di persone che si riconoscono negli ideali democratici, nel garantismo - i liberali - ad avere in lei un punto di riferimento. Ed è per questo che noi voteremo la mozione di sfiducia, perché è venuta meno la fiducia nei suoi confronti, non soltanto nostra, ma di tutti coloro che avevano trovato in lei uno dei pochissimi riferimenti in un Governo mediocre.
Noi capiamo, Ministro, che lei abbia dovuto abbassare la testa di fronte alle folli ricostruzioni suggerite, inventate, a Palazzo Chigi. Del resto, se c'è una Presidente del Consiglio che non ha il coraggio di venire in Aula a difendere le proprie scelte, non deve essere semplice fare il Guardasigilli. Però, Ministro, da lei ci aspettavamo qualcosa di più, un sussulto di dignità, un “no, grazie”. Anche stamattina non lo ha fatto, ha perso questa occasione. E lei stamattina ha chiuso parlando di separazione delle carriere. Guardi, Ministro, con noi casca male. Lo deve dire al suo Sottosegretario Delmastro, che vuole andare avanti con la separazione delle carriere E le do un consiglio: separi la sua di carriera, separi la sua carriera da questo Governo, separi la sua carriera dai giustizialisti come Delmastro e Meloni.
Allora, Ministro, è con un'amarezza personale, che è pari solo alla convinzione che le istituzioni vanno difese sempre, che annuncio il voto favorevole alla mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti del gruppo di Italia Viva .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei ha detto, rivolgendosi ad alcuni interventi dell'opposizione, che le abbiamo fatto tenerezza. Bene, le posso dire con molta franchezza che lei a noi fa molta rabbia e proviamo anche molta vergogna per quello che ancora oggi abbiamo sentito nel Parlamento della Repubblica italiana Vede, dietro i suoi cavilli del tutto falsi - e le spiegherò perché lei ha mentito nuovamente, più di una bugia - lei però ha dimenticato una cosa sostanziale: non ha avuto il coraggio, nel Parlamento della Repubblica italiana, di nominare le vittime del boia Almasri
Non ha avuto il coraggio - da uomo, e io la guardo negli occhi, da uomo a uomo -, lei non ha avuto il coraggio di ricordare le vittime, coloro i quali sono stati torturati, coloro i quali sono stati assassinati, coloro i quali hanno subito stupri, anche minori. E non sono invenzioni, sono tutti elementi documentati che sono anche nei delle Nazioni Unite. E allora, se noi siamo uomini, lei non si può nascondere dietro i cavilli giuridici ; se noi siamo depositari di una civiltà, lei non si può nascondere dietro i cavilli giuridici, per lo più falsi Quelle persone chiedono giustizia perché quel boia oggi sta in Libia, e si legga quello che ha detto nell'intervista don Mattia Ferrari, quel prete che voi avete spiato o in merito al quale non ci dite chi lo ha spiato .
Se saranno stati i servizi segreti libici che hanno chiesto un favore ai servizi segreti italiani, non si può sapere questo. Certo è che un bel caos dentro il Governo ce lo avete. Signor Ministro, lei non è di al di sopra della legge, lei deve sottostare alla legge .
Lei ha giurato sulla Costituzione della Repubblica italiana e oggi ha dato dimostrazione di avere mentito quando ha detto che lei non è un passacarte, perché l'articolo 4 della legge n. 237 del 2012 dice chiaramente che il Ministro della Giustizia, riguardo ai mandati di arresto della Corte penale internazionale, ne dà esecuzione. Punto. Poi, lei fa molta confusione - fa molta confusione! - volutamente per difendersi, perché fa l'avvocato di sé stesso. Lei fa l'avvocato di sé stesso, ha fatto l'avvocato di Almasri, ha fatto anche l'avvocato di Delmastro - dopo ci tornerò - e fa il giudice sovraordinato rispetto alla Corte penale internazionale.
Ma chi glielo ha dato questo diritto? Non siamo nel feudalesimo, lei lo ha capito? Lei non è il feudatario che dispone modifiche alle leggi della Repubblica italiana. L'articolo 4 la obbligava a dare esecuzione al mandato di arresto internazionale, e, invece, non lo ha fatto, è venuto qui e ci ha fatto l'elenco degli avvocati che sono più o meno d'accordo con lei. Ma lei è il Ministro della Repubblica italiana: a noi non interessa di avere gli elenchi delle persone che esprimono giudizi fuori .
Lei è il Ministro della Repubblica italiana e deve dare attuazione alle leggi dello Stato, in attuazione della Costituzione della Repubblica italiana. Ecco perché noi le chiediamo le dimissioni : non per un cavillo giuridico, ma perché lei ha coperto un torturatore, lei ha coperto un boia, lei ha coperto un criminale, lei ha coperto uno stupratore anche di minori. È da uomo a uomo che in questo momento io la guardo negli occhi. Sì, la guardo negli occhi e non mi riesco a immedesimare nel suo ruolo, perché lei come fa a stare tranquillo e sereno? Io non riuscirei ad andare tranquillo a dormire e pensare che ho liberato un torturatore, uno stupratore, e che in questo momento sta facendo le stesse cose che ha fatto prima, che tutte le organizzazioni non governative, ma anche le Nazioni Unite, hanno denunciato.
Lei continua e il suo Governo anche continua in un'operazione di delegittimazione degli organismi sovranazionali e internazionali che sono depositari del diritto e della legalità internazionale, e questo è un elemento drammatico per il nostro Paese, che è sempre stato all'avanguardia nella difesa del diritto internazionale. Ricordo tempi che furono, non vorrei ricordare i tempi della prima Repubblica, quando noi non condividevamo tantissime di quelle cose, però devo dire che c'è una bella differenza tra o Ministri di allora.
Guardi che, quando fuggì il nazista Kappler dal carcere in Italia, aiutato dalla moglie, l'allora Presidente del Consiglio Andreotti dimissionò il Ministro per la sua incapacità, per la sua corresponsabilità e lo sostituì con Attilio Ruffini. Solo che Almasri - non so che cosa ha da ridere - non è stato liberato dalla moglie, è stato liberato da lei. È stato liberato da lei !
Lei sta tentando ancora una volta con tante bugie …ed è incredibile quello che oggi ha detto perché, ormai, vi sentite - ripeto - sopra ogni cosa, in diritto e in dovere di poter dire qualunque cosa, anche la più grande castroneria, come il fatto che la Corte penale internazionale avesse fatto un mandato di arresto con degli errori e che la prova sta nel fatto che poi è stato modificato. Ma guardi che questo non inficia assolutamente il mandato d'arresto, lei lo dovrebbe sapere, come non inficia assolutamente tutto ciò che lei ha detto, a meno che lei ormai si reputi così sopra ogni parte che sovraintende alle decisioni della Corte penale internazionale, tra poco sovrintenderà alle decisioni dell'ONU e tra poco sovrintenderà tutto.
Penso che lei o sta giocando con il Parlamento o c'è un problema suo personale, che ha una grandissima considerazione di sé stesso, di sentirsi sopra ogni cosa .
Guardi che lei, Ministro della Giustizia, glielo ricordo, deve rispettare le leggi della Repubblica italiana. Lei l'ultima volta che è venuto qui in Parlamento, rivolgendosi tra l'altro ai banchi di Alleanza Verdi e Sinistra e nei confronti del sottoscritto, brandiva i documenti di queste tavole sinottiche, dicendo “voi non leggete le carte”. Devo dire, a onor del vero, che io e il collega Grimaldi le abbiamo chieste tante volte e il Presidente della Camera ci ha detto che non ce le dava e quant'altro. Ci ha fatto passare come quelli che non conoscevamo le cose, poi, in realtà, abbiamo visto che lei ha detto una enorme quantità e sequela di bugie dentro al Parlamento italiano .
Ecco, quindi, la questione, signor Ministro della Giustizia, ed è il motivo per cui richiediamo che le sue dimissioni siano anche un atto di igiene politica per il Paese, perché non è possibile che un Ministro venga a raccontare che lui non è un passacarte, quando l'articolo 4 della legge n. 237 del 2012, in attuazione dello Statuto della Corte penale internazionale, obbliga lei a dare esecuzione al mandato di arresto della Corte penale internazionale. Lei non può venire qui a mentire, e solo per questo dovrebbe dimettersi.
Ma, del resto, noi siamo abituati a questa sua prassi, quando, di fronte alla violazione del segreto d'ufficio del Sottosegretario Delmastro, lei lo ha difeso, tra l'altro confondendo il segreto di Stato con il segreto d'ufficio. Sì, guardi, me lo ha scritto anche nella lettera - - quando le ho chiesto gli atti, e glielo ricordo. Se vuole glielo rileggo, se vuole glielo consegno. Lei ha fatto una difesa d'ufficio, lei si è comportato come un segretario di sezione di partito che difende il suo capocorrente, perché, altrimenti, non le fanno fare il Ministro.
Allora, recuperi la sua dignità e faccia il Ministro della Giustizia; e, in questo caso, per farlo, l'unica via sincera dovuta sarebbe quella delle sue dimissioni, signor Ministro. Ecco perché il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra chiede le sue dimissioni e voterà convintamente. E lo facciamo in nome delle persone che sono state vittime di quel boia, lo facciamo in nome di quei bambini che sono stati stuprati, lo facciamo in nome di chi oggi pensa che nel mondo debba essere difeso il diritto internazionale e la legalità internazionale rispetto a voi che la volete demolire .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Noi, innanzitutto, vogliamo esprimere la piena condivisione delle valutazioni politiche effettuate dai firmatari della mozione di sfiducia. Tuttavia oggi vogliamo anche manifestare la nostra forte e totale perplessità rispetto all'efficacia di questo strumento, cioè quello della mozione di sfiducia. Allora, nel merito noi abbiamo criticato duramente l'operato del Ministro Nordio. Perché? Lo abbiamo fatto senza mezzi termini perché il caso Almasri è una vicenda sulla quale è calata una assoluta nebulosità, una palese contraddittorietà che ha caratterizzato le molteplici esternazioni degli esponenti del Governo in occasioni ufficiali e in occasioni anche non ufficiali di comunicazione esterna alle istituzioni. In definitiva, Ministro, una mancanza di trasparenza francamente intollerabile.
Eppure, poiché erano e sono ancora troppo rilevanti gli interessi del nostro Paese su questa vicenda terribile per trasformare quei fatti in un'occasione di speculazione politica, noi eravamo pronti, proprio per la estrema rilevanza dei fatti, la delicatezza internazionale e il momento delicatissimo internazionale, ad un atteggiamento di comprensione; ed eravamo pronti anche a giustificare la valutazione di un segreto di Stato, se fosse stato così, una decisione forzata o forzosa da parte del Ministro e del Governo, una decisione che andasse in una qualche direzione, ma che fosse una direzione chiara, questo è il punto. Perché la responsabilità di chi governa è manifestare chiarezza verso il Paese e anche verso quest'Aula.
Non credo che le si stia rimproverando un'inerzia o qualcosa di questo tipo: è la mancanza di chiarezza che ha fatto un po' indignare l'Aula, per la verità.
Non si può spostare l'attenzione sulla separazione delle carriere, sulla ritorsione. Sa bene qual è la nostra posizione sulla separazione delle carriere, quindi non le stiamo rimproverando nessun atteggiamento e su molti provvedimenti da lei portati all'attenzione dell'Aula noi abbiamo votato a favore, ma il problema è la mancanza di chiarezza che nella vicenda ha caratterizzato tutto il percorso. Sia quando c'è stato il suo intervento in Aula, sia con riferimento a quello di oggi, onestamente, la sua versione dei fatti è sembrata a tutti assolutamente priva di chiarezza.
Tuttavia, in rigorosa coerenza con quanto abbiamo già detto e sostenuto, noi non condividiamo l'idea di proporre una mozione di sfiducia, che diventa puntualmente un boomerang, nel senso che sposta sistematicamente l'attenzione su un altro fronte, cioè il Governo contro l'opposizione, di fatto diradando la focalizzazione sul problema. Anche negli interventi di oggi ascolto attacchi al Governo che spostano, che “annacquano” l'attenzione, che, invece, dovremmo portare e dovremmo focalizzare - non solo noi, ma anche i colleghi della maggioranza - sui fatti.
Per cui la nostra decisione sarà quella di non partecipare oggi al voto. Del resto, a riprova della lucidità - almeno questa è la nostra opinione - della nostra scelta, c'è la vicenda della Ministra Santanche', che conferma tutto ciò. Cioè, proprio nel momento in cui dei pezzi della maggioranza avvertivano un disagio crescente per una situazione come quella della Ministra Santanche', che definire imbarazzante è davvero poco, che cosa è successo? Che al momento della mozione di sfiducia, la maggioranza ha fatto quadrato, magari turandosi il naso.
E anche gli elettori, gli elettori della maggioranza, tra i quali serpeggiava la consapevolezza di non poter più sopportare un Ministro nella condizione della Santanche', hanno ovviamente giustificato il muro eretto dalla maggioranza in occasione del voto di sfiducia. Dunque, in definitiva, che cosa è successo? Che la posizione della Ministra, di quella Ministra, si è consolidata paradossalmente. Quello era un momento in cui stavano maturando le condizioni per la sostituzione di quel Ministro e avremmo fatto qualcosa che avrebbe garantito uno scenario più favorevole al Paese.
Tralascio le valutazioni di merito sulla idoneità della figura della Santanche' a svolgere quel ruolo, non entro in quello, ma oggi la Santanchè deve concentrarsi sulle vicende giudiziarie, sulle interviste alle quali viene sottoposta in cui le si chiede di borsette o di altro, e non di che cosa sta facendo nell'esercizio, nella funzione di quel ruolo come Ministro. Quindi, anche quella mozione di sfiducia si è trasformata in una sorta di autogol. Oggi la Santanche' ha una posizione ben più salda di ieri, perché ha superato l'ostacolo.
Dunque, a nostro avviso, sulle mozioni di sfiducia occorre fare valutazioni attente, perché il rischio è quello di cementare la maggioranza, che non valuterà più la vicenda per quello che è, per quello che è stato e per quello per cui oggi siamo qui, ma semplicemente creerà uno scudo della maggioranza intorno al Ministro di turno, perché si ricreerà lo scenario: Governo e maggioranza contro opposizione. Allora, in definitiva, pur stigmatizzando fortemente - ma lo abbiamo già fatto in ogni sede - l'atteggiamento e l'operato del Ministro Nordio, noi oggi abbiamo deciso di non partecipare al voto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, oggi siamo chiamati ad esprimere il nostro voto su una mozione di sfiducia che, pur nella sua apparente articolazione tecnica, si rivela essere l'ennesimo tentativo pretestuoso e strumentale di attacco politico da parte delle opposizioni ; una mozione che punta non tanto a chiarire i fatti o a promuovere un dibattito costruttivo, ma piuttosto a screditare il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e di riflesso l'intera azione del Governo.
Come gruppo Noi Moderati, riteniamo necessario fare chiarezza su questo punto e ribadire con forza e convinzione il nostro voto contrario . Innanzitutto, voglio sottolineare che il caso del generale libico Almasri si inserisce in un contesto internazionale estremamente complesso, dove il rispetto delle procedure, delle norme e degli equilibri politici è fondamentale.
Il Ministro Nordio, accusato in questa mozione di inerzia o addirittura di volontaria violazione delle norme internazionali, ha invece agito nel rispetto del suo ruolo, garantendo una gestione responsabile della vicenda e dimostrando, ancora una volta, una grande attenzione alle prerogative istituzionali. Accusare il Ministro di avere ignorato o deliberatamente violato gli obblighi derivanti dallo Statuto di Roma significa non comprendere o voler deliberatamente ignorare le dinamiche che hanno caratterizzato questa vicenda. La documentazione ricevuta dal Ministero, come il Ministro stesso ha chiarito in Parlamento, era complessa, incompleta e tortuosa nella narrazione linguistica.
Questo ha reso necessaria un'attenta valutazione per garantire che ogni azione fosse conforme non solo agli obblighi internazionali, ma anche alle norme interne. È nostro dovere come legislatori non perdere mai di vista questa complessità. Un altro aspetto su cui desidero soffermarmi è la rappresentazione del tutto erronea del ruolo del Ministro della Giustizia che emerge dalla mozione. Si dipinge il Ministro Nordio come una sorta di passacarte, vincolato ad una meccanica applicazione delle richieste internazionali, senza possibilità di valutazione o di intervento.
Questa è non solo una semplificazione ingiusta, ma anche una rappresentazione fuorviante delle prerogative che la legge attribuisce al titolare del Dicastero della Giustizia. Il Ministro non è un burocrate che si limita a timbrare documenti, è un rappresentante politico che, nell'ambito delle sue funzioni, ha il dovere di valutare la compatibilità delle richieste con l'ordinamento giuridico italiano e di garantire che le procedure siano svolte nel rispetto delle norme.
La legge n. 237 del 2012, più volte citata nella mozione, assegna al Ministro compiti di coordinamento e di verifica, prevedendo che possa concordare la propria azione con gli altri organi dello Stato. Questo non è solo un diritto del Ministro, ma anche un suo dovere. Colleghi, non sfugge a nessuno che questa mozione non nasce da un'autentica volontà di fare luce sui fatti o di migliorare l'azione istituzionale del nostro Paese. È piuttosto una manovra politica orchestrata per indebolire un Ministro che, per competenza e autorevolezza, rappresenta un punto di forza di questo Governo.
Il tentativo di politicizzare una vicenda, che, per sua natura, richiede equilibrio e serietà non solo è irresponsabile, ma anche pericoloso. L'Italia, come Stato membro della Corte penale internazionale, ha sempre dimostrato il proprio impegno nel rispetto del diritto internazionale. Nulla in questa vicenda mette in discussione la nostra adesione a tali principi. Il Ministro Nordio ha agito nel rispetto del quadro normativo e nessun comportamento da lui tenuto giustifica le gravi accuse che gli vengono rivolte.
La mozione solleva anche critiche alla Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Interno, insinuando un presunto coordinamento politico volto a sottrarre Almasri alla giustizia. Anche qui, siamo di fronte ad un'interpretazione distorta ed offensiva, tipica di un atteggiamento da bulli Questo Governo ha sempre operato nel rispetto della Costituzione e delle leggi, e lo stesso ha fatto il Ministro Nordio. Invece, le opposizioni preferiscono alimentare polemiche sterili, dimenticando che il nostro obiettivo dovrebbe essere il rafforzamento delle istituzioni, non la loro delegittimazione.
Consentitemi, infine, una riflessione sull'uomo, sull'amico, sul collega Carlo Nordio. Parliamo di una figura con una lunga carriera al servizio dello Stato, una figura che ha sempre dimostrato competenza, serietà e un profondo rispetto per il ruolo delle istituzioni. Attaccare Nordio significa attaccare non solo un Ministro, ma anche un'idea di politica che non si piega alle logiche dello scontro ideologico, ma che mira a costruire, a governare e a risolvere i problemi. Fatevene una ragione !
Il Ministro Nordio ha dimostrato, anche in questa vicenda complessa, di agire con senso di responsabilità, equilibrio istituzionale e profondo rispetto per le prerogative al suo incarico. Invece, le opposizioni si sono limitate a costruire una narrazione accusatoria basata su interpretazioni parziali e su un una lettura distorta dei fatti. In conclusione, colleghi e colleghe, siamo chiamati oggi a scegliere tra la serietà e la strumentalità, tra il senso di responsabilità e la politica del clamore, la politica degli urlatori privi di contenuti.
Noi, come gruppo Noi Moderati, scegliamo di stare dalla parte delle istituzioni, dalla parte della competenza e della serietà, confermando la piena fiducia nel Ministro Nordio e nel suo operato. Pertanto, esprimeremo un voto convintamente contrario a questa mozione di sfiducia, ribadendo il nostro sostegno alla maggioranza e al lavoro di questo Esecutivo .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore “Vincenzo Moretti” di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, che sono qui insieme agli studenti e ai docenti della Scuola internazionale “Gruppo EduCom” di Bari e assistono ai nostri lavori di questa mattinata. Li ringraziamo e auguriamo loro ogni fortuna .
Ha chiesto di parlare il deputato Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ritenevamo che, nella replica, oggi potesse dirci qualcosa di adeguato a ciò che è successo nel precedente incontro, invece si è limitato a parlarci dell'articolo 40, comma 2, del codice penale, ma non è questo il tema. Il tema è tutt'altro. Il tema è che, quando ha assunto questo fondamentale incarico nel nostro Paese, lei ha fatto un giuramento, e quel giuramento l'ha vincolata alla stretta osservanza delle leggi e della Costituzione, mentre, in una vicenda così grave e importante quale è stata quella dell'arresto di Almasri, lei ha violato sia la legge che la Costituzione .
Non solo ha violato la legge e la Costituzione, ma poi è venuto in quest'Aula ad affermare cose che sono risultate totalmente destituite di fondamento. Quando abbiamo preso gli atti che lei ci ha fatto pervenire, ci siamo accorti che, di tutto ciò di cui ci aveva parlato, già era stata sviluppata un'ampia motivazione, e, quindi, era già respinto ciò di cui lei parlava. Allora, quando lei ci parla di incoerenze e contraddizioni, quando ci parla di opinioni dissenzienti di uno dei magistrati e ce li porge come uno dei motivi per cui lei non ha dato corso a quella richiesta, in realtà ciò è smentito da ciò che dice l'ordine di arresto, il mandato di arresto, in cui la motivazione è espressamente su questo punto.
Ma non è tanto su questo, però, che voglio trattenerla, signor Ministro, ma su tutt'altro, cioè sul fatto che, nel momento in cui le veniva mandato quel mandato di arresto, vi era una nota del 18 gennaio 2025 della cancelleria della Corte penale internazionale che informava lei e il Governo non solo del mandato di arresto, ma precisava che, qualora si fossero individuati problemi che avrebbero potuto impedire l'esecuzione, si sarebbe dovuta consultare la Corte senza indugio.
Nella nota venivano anche indicati i recapiti del funzionario da contattare, proprio per il successivo contatto con la Corte. Ma lei ha chiamato la Corte? Ha parlato con la Corte? Non ce ne ha mai parlato. Qualcuno ha condiviso con la Corte i problemi di cui lei ci ha parlato? Questo è il primo suo dovere, e non lo dice solo la nota, perché lo dice l'articolo 97 dello Statuto di Roma, che imponeva al Ministro, qualora avesse ravvisato difficoltà nell'esecuzione del mandato di arresto, di consultare senza indugio la Corte per risolvere il problema . È evidente che tutto questo lei non lo ha fatto. Ma poi ha parlato con la procura generale? Ha detto che aveva dei dubbi? Ha parlato di quelli che erano i contenuti? Si è confrontato con qualcuno?
Non è sufficiente che oggi ci parli di chi ha un'opinione dissenziente, perché ci sono gli articoli che la smentiscono, e sono quegli stessi articoli che lei ha citato, ma quando li ha citati si è limitato a fare riferimento all'articolo 2, comma 1, laddove si parla del coordinamento con Ministri, istituzioni e altri enti. Non ci ha citato il successivo comma 3, che impone che sia rispettato il carattere riservato delle richieste e che l'esecuzione avvenga in tempi rapidi e con le modalità dovute, cosa che non è avvenuta, Ministro .
Ma non solo, perché l'articolo 4 della stessa legge stabilisce: “Il Ministro della giustizia dà corso alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale, trasmettendole al procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma perché vi dia esecuzione”. Non è prevista alcuna sua valutazione, alcuna discrezionalità, alcuna possibilità di bloccare la richiesta. Tutto quello che è disciplinato nella legge, nello Statuto, le imponeva di inviare gli atti alla Corte d'appello La procura generale fa quella richiesta di scarcerazione - e su questo non ci nascondiamo dietro un dito - perché lei non ha trasmesso gli atti, e il motivo per cui viene scarcerato Almasri è che lei non ha trasmesso gli atti.
Questo è il motivo della scarcerazione, questo è il motivo per cui la Corte d'appello non è potuta andare avanti in quella che era stata la richiesta della Corte penale internazionale. Vede, Ministro, lei non è stato leale con questa Assemblea: ha parlato di cose diverse da quella che era la verità, perché a lei non spettava alcuna facoltà di scelta, alcuna valutazione politica. Laddove si fa riferimento al coordinamento, lo si fa con riferimento esclusivo alla condivisione di determinate situazioni e questioni, ma non a un mandato di arresto nei confronti di un criminale ricercato per crimini di guerra e crimini contro l'umanità
L'Italia si vergogna di ciò che è avvenuto, perché non è pensabile che l'Italia arretri di fronte alla legalità: il nostro è uno Stato di diritto Le leggi vincolano i cittadini come il Governo, i Ministri, tutti. Non è pensabile che una norma di legge non venga osservata. Qui non è in discussione il Ministro Nordio come magistrato di un tempo; è in discussione il Ministro Nordio nella sua funzione di Ministro della Repubblica. È un fatto gravissimo quello che è avvenuto, Ministro, e su ciò certamente non potremo mai arretrare.
Noi vogliamo che tutti osservino le leggi, ma se poi andiamo a valutare anche il suo operato per il resto di ciò che pure viene indicato in quella richiesta di dimissioni, vediamo che per le stesse carceri il sindacato di Polizia penitenziaria si lamenta di ciò che sta avvenendo: 24 suicidi solo quest'anno e oltre 580 negli anni passati, e tutto questo avviene senza che vi sia alcun intervento. Il sindacato di Polizia penitenziaria ricorda che vi è un'assoluta inerzia del Ministro della Giustizia, del Governo, dell'amministrazione penitenziaria. Ma cosa si sta facendo su tutto questo? Lo abbiamo chiesto ripetutamente e non abbiamo mai avuto risposta.
Ma, poi, c'è una iniziativa contro le mafie? Non c'è una legge e le mafie sono scomparse dal vostro osservatorio , e quando si fanno riferimenti di questo tipo lei ci tiene a precisare: avete una visione pan-mafiosa. Ma come? La visione pan-mafiosa con le mafie che stanno mangiando l'Italia, l'economia legale, che stanno impedendo di svolgere correttamente il loro lavoro agli imprenditori, che hanno paura oramai, perché o fanno accordi con loro oppure sono esclusi da qualunque circuito, Ministro.
Poi, la stessa innovazione telematica che ha fatto, per la quale le era stato detto che non funzionava, che lei ha imposto necessariamente: doveva entrare per forza in funzione e le corti d'appello e i giudici hanno dovuto fare dei provvedimenti di sospensione. Ma come si va avanti in innovazioni che non vengono prima sperimentate attentamente soltanto in alcuni luoghi? Già gli organici della magistratura sono ridotti al lumicino. Non solo, perché le mansioni che lei attribuisce ai giudici e ai pubblici ministeri sono sempre maggiori e a questo si aggiungono i disservizi che si creano con queste innovazioni.
Tutto ciò, ma anche oltre. Lei oggi ha chiuso il suo discorso, ancora una volta, parlando della separazione delle carriere e dicendo: se pensate che questo ostacoli il nostro progetto di separare le carriere, vi sbagliate. Ma cosa crede? Che l'Italia abbia bisogno realmente di questo? Lei, probabilmente, ne è convinto: crede che tutto ciò avviene per ostacolare la separazione delle carriere o lo dice soltanto per infuocare quell'ala del nostro Parlamento , per strappare un applauso dopo quello che ha detto, che non ha convinto nessuno?
La separazione delle carriere sarà uno dei temi che verrà combattuto ovunque, ma non per difendere i magistrati quanto per difendere la democrazia, il nostro Paese e i diritti dei cittadini . I cittadini capiranno che cos'è la separazione delle carriere, se passerà, e se riusciranno a capirlo prima, probabilmente, intervenendo con il loro voto, lo impediranno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). Grazie, Presidente. La mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni nei confronti del Ministro Nordio ci consegna la fotografia di un'opposizione in evidente stato di difficoltà, ed è comprensibile. La lontananza dal potere sta evidentemente logorando l'opposizione giorno dopo giorno e sembra che la storia non abbia loro insegnato nulla. Un'opposizione in perenne assetto di guerra, un'opposizione che preferisce la al dialogo e al confronto democratico, un'opposizione che, proprio in occasione delle dichiarazioni rilasciate dai Ministri Nordio e Piantedosi sul generale libico Almasri, non ha avuto di meglio da fare che sventolare volantini per offendere il Presidente del Consiglio dei ministri, definendolo “Presidente del coniglio”. Chiedo all'onorevole Schlein, tramite lei, Presidente, se questo è il rispetto per le istituzioni se questo è il rispetto che portate per le donne, delle quali tanto amate esaltare il valore, per poi accostarle addirittura ad un coniglio.
Abbiamo capito - e soprattutto lo hanno finalmente capito gli italiani - di che pasta siete fatti: quanta retorica e quanta ipocrisia si cela nelle vostre azioni . Basta vedere quale sia stata la reazione dell'opposizione al vergognoso e inqualificabile comportamento tenuto da Romano Prodi, nei cui confronti non ho sentito una parola di condanna da parte delle opposizioni solo perché si chiama Romano Prodi, che si arroga il diritto di offendere una donna, tirandole i capelli, solo perché fa il suo lavoro di giornalista . A Lavinia Orefici va tutta la solidarietà da parte del gruppo di Forza Italia.
Continuate imperterriti, anche in questa circostanza, a riproporre quello schema logoro che rappresenta l'unico collante in politica che vi unisce: infangare l'avversario, screditarlo, sbatterlo possibilmente nel tritacarne giudiziario - anche se, con il Ministro Nordio, sarà per voi un'impresa impossibile -, e poi gettarlo in pasto ai , che finiscono il lavoro. Una tecnica che noi conosciamo benissimo, perché a farne le spese è stato, nel recente passato, Silvio Berlusconi, e che ora riproponete con i rappresentanti del Governo e con la stessa Presidente Giorgia Meloni.
Sembra che, con voi, quell'arte nobile della politica e del confronto, anche acceso, abbia lasciato il posto al dileggio, alla calunnia e alla violenza verbale. L'opposizione è libera di fare quello che vuole, ma c'è un limite a tutto. E ritengo che, anche su una vicenda come quella che ha interessato il generale libico Almasri, un'opposizione seria e non rancorosa avrebbe potuto e dovuto dire la sua sulla questione Libia, sulla sicurezza del nostro Paese e sulla incolumità fisica di ogni cittadino italiano presente in territorio libico. E bene ha fatto l'ex Ministro Marco Minniti, esponente di spicco del Partito Democratico, a criticare questo vostro atteggiamento irresponsabile ed ondivago, che non fa bene all'immagine del nostro Paese sullo scenario europeo ed internazionale.
Avete chiesto chiarimenti sul mancato arresto del generale Almasri e ricordo agli smemorati che è stata la Corte d'appello di Roma, su conforme parere della procura generale, ad avere negato l'arresto perché irrituale. E il Ministro Nordio e il Ministro Piantedosi i chiarimenti li hanno dati. Hanno spiegato in modo chiaro e puntuale i termini salienti della vicenda, ciò che è successo nella realtà.
Ma la verità, signor Ministro della Giustizia, è che, quando lei parlava, probabilmente, nessuno dai banchi dell'opposizione ha ascoltato una sola parola delle cose da lei dette. Ed è evidente, perché a loro dei chiarimenti non importava un bel nulla Era solo una scusa per mettere in atto il loro piano, e cioè gettarla, come sempre, in caciara, come poi è successo. Li abbiamo visti i dell'opposizione: ognuno con l'intervento scritto, probabilmente la sera prima, a dimostrazione che, qualunque cosa lei dicesse, signor Ministro, non importava loro un bel nulla.
Erano pronti a sparare invettive sulla sua persona e sul suo ruolo come un plotone di esecuzione. Questi signori, che oggi vestono i panni dell'opposizione, guarda caso, sono gli stessi che hanno avuto responsabilità di Governo proprio negli anni in cui in Libia imperversava lo Stato Islamico, con i boia incappucciati di nero che brandivano i loro pugnali e mostravano al mondo intero l'orrore di prigionieri messi in fila sul bagnasciuga, proprio davanti alle nostre coste, e li sgozzavano senza pietà solo perché cristiani .
Era il 2017 e alla guida del Governo, in Italia, c'era il Partito Democratico, che volle firmare a tutti i costi il primo d'intesa con la Libia. Ma non era l'unico. Anche dopo, con al Governo Giuseppe Conte, i 5 Stelle accettavano di mettersi una benda sugli occhi per non vedere gli orrori nei centri di detenzione trasformati in , le violenze, gli abusi e gli stupri consumati in quel Paese. Lo stesso onorevole Conte aveva messo la firma sulla proroga di quei , mentre l'ONU, le associazioni non governative e chi riusciva a sopravvivere a quelle sevizie, di cui già il generale era protagonista, raccontavano ciò che accadeva in Libia.
Un vero e proprio capolavoro, onorevole Conte, di inettitudine, dilettantismo, improvvisazione e totale mancanza di strategia . Interrogate, signori delle opposizioni, le vostre coscienze, anziché puntare il dito inquisitorio su questo Governo e sul Ministro Nordio. Nessuno - e dico nessuno - dai banchi dell'opposizione si è posto la domanda che ogni persona di buon senso poteva e doveva porsi: come mai questo mandato d'arresto è stato emesso solo dopo che Almasri è arrivato in Italia? Come mai, quando trascorreva tranquillamente le sue giornate tra l'Inghilterra, la Francia e la Germania, nessuno ha pensato a spiccare il mandato di arresto internazionale Ma cosa c'entra?? È solo un caso? La scelta del Governo di espellere il generale, di fronte al quale ognuno di noi prova ribrezzo per le sue azioni che marcano la differenza tra la civiltà e la barbarie, è stata una scelta giusta. Giusto rispedirlo nel suo Paese d'origine, soprattutto dopo che un giudice dello Stato italiano aveva emesso un ordine di scarcerazione, e quindi era un libero cittadino. Nessuno - e ripeto nessuno - tra i banchi dell'opposizione si è posto la domanda su cosa sarebbe successo o cosa sarebbe potuto accadere e a quali rischi si sarebbero esposti i cittadini italiani se il generale Almasri non fosse stato espulso.
Allora, signor Ministro, penso che l'attacco alla sua persona e al suo ruolo da parte delle opposizioni nulla c'entri con la vicenda del generale libico. Io e i miei colleghi, signor Ministro, un'idea ce la siamo fatta. Lei, signor Ministro, e con lei noi di Forza Italia e tutto il centrodestra rappresentiamo la rottura di quel perverso sistema che per lunghi anni ha ingessato la giustizia in Italia e e ha reso impraticabile, se non impossibile, ogni tentativo di riforma.
Un sistema governato e sostenuto da ben determinati partiti del cosiddetto “campo largo”, che oggi devono evidentemente riaffermare il loro impegno e la loro fedeltà verso chi ha rappresentato e continua a rappresentare il loro braccio armato. Con lei e grazie a lei, signor Ministro, grazie al Vice Ministro Sisto e ai Sottosegretari, siamo finalmente riusciti a voltare pagina e a inaugurare il cantiere vero delle riforme sul versante giustizia; una stagione all'insegna del riformismo autenticamente liberale e garantista, a difesa - questo sì, onorevole De Raho - dei valori della nostra civiltà giuridica e dello Stato di diritto . La riforma sulle intercettazioni, la cancellazione dell'abuso d'ufficio…
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). … la rivisitazione del traffico di influenze illecite, il ripristino della prescrizione sostanziale e tante altre riforme, come quella sulla separazione delle carriere, sono alcuni risultati che oggi, con orgoglio, lei e questa maggioranza, a buon diritto, possono intestarsi.
Quindi concludo, signor Ministro: Forza Italia continuerà a sostenerla con la consueta lealtà e la nostra ferma determinazione, convinti che il lavoro suo, di questo Governo e della maggioranza sia la giusta risposta per contrastare ogni disegno oscurantista e illiberale. Voteremo convintamente contro la mozione di sfiducia e .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simonetta Matone. Ne ha facoltà.
SIMONETTA MATONE(LEGA). Buongiorno a tutti, buongiorno, signor Ministro. Raramente si è vista, in questo Parlamento, tanta scomposta aggressività nei confronti di un Ministro come in questa vicenda, aggressività accompagnata da pigrizia intellettuale, sciatteria e malafede . Poiché occorre ragionare sugli atti e non sul sentito dire, leggo dalla mozione di sfiducia di cui discutiamo oggi testualmente: “la Corte d'appello di Roma, a seguito della mancata risposta del Ministro Nordio alle sollecitazioni del procuratore generale in merito alle attività da porre in essere, non ha convalidato l'arresto”. Quindi, secondo la mozione, la scarcerazione è avvenuta per la mancata risposta del Ministro: questo è falso.
Il provvedimento della Corte d'appello di Roma non dice affatto questo; fa un ragionamento articolato e complesso - mi rendo conto che per chi non è abituato ad una lettura attenta può sembrare difficile da capire - nel quale si dice che la comunicazione della Polizia giudiziaria operante è stata trasmessa ai sensi degli articoli 11 della legge n. 237 del 2012 e 59 della legge n. 232 del 1999, applicazione della misura cautelare ai fini della consegna e procedura di arresto nello Stato di detenzione preventiva.
Purtroppo, la procedura attuata dagli operanti è stata quella prevista per la procedura estradizionale, articolo 716 del codice di procedura penale, che può essere applicata, se la Corte penale internazionale ha fatto richiesta di mandato provvisorio.
La procedura applicativa della misura cautelare prescrive una irrinunciabile interlocuzione tra il Ministro della Giustizia e la Procura generale presso la Corte di appello di Roma, competenza espressamente individuata dalla norma in ossequio al principio, secondo il quale “i rapporti tra lo Stato italiano e la Corte penale internazionale sono curati in via esclusiva dal Ministro della Giustizia, al quale compete di ricevere le richieste provenienti dalla Corte e di darvi seguito” (articolo 2).
“Nella fattispecie - continua la Corte nel suo provvedimento - è stata invece eseguita la procedura ‘d'iniziativa' della Polizia giudiziaria, prevista dall'articolo 716 del codice di procedura penale, ma non dalla normativa prevista nella fattispecie”, di cui noi ci occupiamo.
La legge italiana prevede analiticamente il procedimento da seguire e non prevede un intervento di iniziativa della Polizia giudiziaria, come nel nostro caso, ma prevede, viceversa: la ricezione degli atti da parte del Ministro della Giustizia a cui compete ricevere le richieste provenienti dalla Corte; la trasmissione degli atti dal Ministro della Giustizia alla procura generale presso la Corte di appello di Roma; la richiesta del procuratore generale alla Corte d'appello per l'applicazione della misura cautelare. Poiché la procedura di applicazione della misura cautelare è stata specificamente scandita in tutti i suoi passaggi, è assolutamente pacifico che l'arresto su iniziativa della Polizia giudiziaria, come nel nostro caso, nella procedura di consegna su un mandato della Corte penale internazionale deve ritenersi categoricamente escluso. È il procuratore generale, nel caso Almasri, presso la Corte d'appello di Roma, che chiede che la Corte dichiari l'irritualità dell'arresto, in quanto non preceduto dalle interlocuzioni con il Ministro della Giustizia, che è l'esclusivo titolare dei rapporti con la Corte d'appello di Roma. È il procuratore generale - questo lo voglio ripetere all'infinito, perché voi non lo dite mai! -, è il procuratore generale che chiede l'immediata scarcerazione di Almasri. La Corte d'appello dichiara il non luogo a provvedere sull'arresto ed ordina, il 21 gennaio, la scarcerazione.
Una breve digressione su chi è, da un punto di vista giuridico, il procuratore generale nel nostro ordinamento, che è quello che ha chiesto la scarcerazione. Il procuratore generale è colui che autorizza le intercettazioni preventive in materia di terrorismo e di sicurezza dello Stato; è l'unico garante della giurisdizionalità del procedimento; è l'organo superiore a cui l' sottopone le richieste e, ripeto, è colui che ha chiesto la scarcerazione di Almasri.
Veniamo ora al Ministro. Cercherò di essere telegrafica. So che è un discorso molto tecnico, ma ogni tanto forse dovremmo occuparci di fatti e non dei voli pindarici
La legge n. 237 del 2012 cristallizza, nella prerogativa esclusiva del Ministro, i rapporti con la Corte penale internazionale, la competenza a riceverne le richieste e a darvi seguito. L'articolo 4 prescrive i modi in cui il Ministro dà corso alle richieste della Corte penale internazionale. Da tutto il sistema normativo si evince che il Ministro non è un passacarte e non vi è alcuna possibilità, in questa materia, per la Polizia giudiziaria di procedere di sua iniziativa all'arresto della persona ricercata per il mandato della Corte penale internazionale. La possibilità c'è, ma solo per il mandato di arresto europeo, solo per casi tassativamente previsti, non in questo caso. Non esiste un obbligo, secondo l'ordinamento interno, di dare corso alla richiesta della Corte penale internazionale ed è impossibile non riconoscere al Ministro la prerogativa di scelta tra il dare corso oppure no alla richiesta della Corte penale internazionale. Tanto più la richiesta è articolata e complessa, tanto maggiore deve essere la riflessione sul processo logico, sulla carenza degli argomenti e sulle conclusioni a cui si perviene.
L'atto inviato dalla Corte penale internazionale mancava di questi elementi fondamentali, anche chi giurista non è arriva a comprendere che la data del commesso delitto è fondamentale, ma, viceversa, la data del commesso delitto oscillava dal 2011 al 2015. Vorrei far osservare che, nel febbraio 2011, Gheddafi era ancora al potere ed era difficile pensare che un torturatore “antigheddafiano” potesse torturare qualcuno ed agire indisturbato.
Ora, definire quando erano iniziate le condotte è fondamentale, se parliamo di un reato continuato. La della terza giudice della Corte penale internazionale - credo messicana - non era allegata agli atti. Nella parte motiva, venivano descritte le orribili condotte datandole tra il 2015 e il marzo 2024 - con un salto logico incomprensibile - e, secondo la procedura italiana, questo vizierebbe totalmente l'atto.
Cito testualmente (paragrafo 101): “Crimini di guerra, crimini contro l'umanità (…), crimini di persecuzione, commessi nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2011 in poi”; sta scritto nell'atto. Quattro anni di differenza in un reato continuato tra il 2011 e il 2015, con la commissione di reati orribili, non è un errore di battitura, non è un errore materiale, ma è un vizio assoluto nella struttura del reato riportata nel capo di imputazione )!
La Corte si accorge dell'errore madornale, non avverte il nostro Governo e fissa una nuova udienza di cui però non comunica l'esito. La Corte si riunisce il 24 gennaio, ma singolarmente non trasmette l'atto al Governo italiano, che lo scopre - pensate un po' - guardando il sito della Corte. Ogni commento è superfluo.
Quindi, la Corte si riunisce per dire che il primo mandato di arresto era completamente sbagliato. Cambia la data dal 2011 al 2015. Cinque anni di crimini con 45 paragrafi contenuti nel primo mandato di arresto. La giudice Liera si accorge, fa mettere a verbale il suo dissenso, e fa mettere a verbale questo: “Sembra che ci sia uno sforzo per forzare un collegamento con gli eventi che hanno fatto scattare la giurisdizione della Corte internazionale (…)”. È stata la Corte che si è corretta e cerca di rimediare. Va a questo punto osservato - e qui viene la parte più interessante della vicenda - come Almasri, pur localizzato dalle varie polizie europee a Londra, dopo avere fatto tappa a Fiumicino, attraverso la frontiera francese con transito nel tunnel della Manica, poi a Bonn con macchina presa a noleggio, è stato fermato dalla polizia tedesca tra Bonn e Monaco e, durante il controllo, ha esibito un biglietto ferroviario per Bruxelles a suo nome datato 13 gennaio. Nonostante questa serie di localizzazioni, identificazioni e controlli, non è mai stato arrestato. Fin dal 10 luglio scorso, il suo nome era stato inserito dall'Interpol, con richiesta alle autorità tedesche di informare immediatamente l'ufficio del procuratore della Corte penale internazionale, ma la nota - sentite bene - prescriveva di non arrestarlo, perché aveva la qualità di testimone. Tale nota veniva diffusa anche in Belgio, Regno Unito, Austria, Svizzera e Francia, ma non in Italia.
SIMONETTA MATONE(LEGA). Solo alle 22,55 del 18 gennaio, la Corte penale internazionale chiedeva di sostituire la nota con una rossa, contenente indicazioni per l'arresto e rivolta solo all'Italia. Da tutto ciò si evince come Almasri dovesse essere arrestato, ma solo quando giunto in Italia. È di solare evidenza come nulla accada per caso e come tutto nella vicenda Almasri sia finalizzato a mettere in difficoltà il Governo italiano, che, come dimostrano le vicende dei Governi dei Paesi vicini, resta il più solido d'Europa. Chiedo all'opposizione, attraverso il Presidente: perché Almasri è stato lasciato libero di gironzolare per tutta l'Europa?
PRESIDENTE. Deve concludere. Chiedo scusa, ma sta fuori di un minuto.
SIMONETTA MATONE(LEGA). Va bene. Quindi, fatta questa considerazione, è ovvio che tutto ciò premesso, voteremo contro la mozione di sfiducia, esprimendo la nostra solidarietà al Ministro ).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elly Schlein. Ne ha facoltà.
ELLY SCHLEIN(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro, la sua difesa d'ufficio di un torturatore libico rappresenta una delle pagine più vergognose a cui questo Parlamento è stato sottoposto e devo dire che, quanto a pagine vergognose, il Governo, di cui fa parte, non si è mai risparmiato, purtroppo.
I fatti qui sono incontrovertibili. E per quante omissioni, falsità o tentativi di sviare, lei e il suo Governo, abbiate provato a mettere in campo in questi mesi, i fatti restano quelli e sono molto chiari. Contravvenendo a un'esplicita richiesta di arresto da parte della Corte penale internazionale e a causa della sua mancata risposta alle sollecitazioni del procuratore generale, l'arresto non è stato convalidato e Almasri è stato, non solo scarcerato, ma addirittura riportato a Tripoli con un italiano e tutti gli onori, libero di continuare - e fossi in lei, Ministro, questo mi toglierebbe il sonno - a uccidere, torturare e stuprare: le cose di cui è accusato. Come fa a restare ancora al suo posto?
A causa delle vostre omissioni, la procura presso la Corte penale internazionale ha chiesto di deferire l'Italia all'Assemblea degli Stati e al Consiglio di sicurezza dell'ONU per non aver rispettato l'obbligo di collaborare ed è venuto qui, oggi, a incolpare la Corte d'appello.
Ho ascoltato con attenzione i contraddittori argomenti dei colleghi di maggioranza, ma vede è molto semplice. Noi riteniamo che lei avesse l'obbligo di intervenire e vi si sia sottratto I colleghi invece sostengono che lei non doveva, ma poteva. La sostanza non cambia: lei poteva ma non ha scelto di far rimanere in carcere un torturatore libico. È stata una scelta politica, ne prendiamo atto e ringraziamo i colleghi di maggioranza per avercelo confermato anche oggi.
Perché lei non ha trasmesso gli atti e ha permesso questa scarcerazione? Perché, se il problema fosse stato davvero un cavillo procedurale, non ha provveduto a farlo riarrestare il minuto dopo? Si è aggrappato a degli errori materiali già corretti dalla Corte che non ha mai però interpellato in quei giorni per fugare i suoi dubbi Se aveva un dubbio sulle date, li poteva chiamare, Ministro.
Perché ha mentito al Paese con una nota delle 16,00, il giorno della scarcerazione, in cui affermava che stava valutando gli atti ricevuti dalla Corte, quando già dalle 11,13 l'aereo , autorizzato da Palazzo Chigi, attendeva all'aeroporto di Torino il torturatore libico per riportarlo comodamente a casa?
Prima ci ha spiegato di non aver fatto in tempo a leggere le carte - perché erano in inglese - poi che le aveva lette così bene da aver rinvenuto dei vizi insanabili. E se le accuse erano tanto sbagliate, perché lo avete rimpatriato in tutta fretta per ragioni di sicurezza? Per sicurezza i criminali è meglio scarcerarli e riportarli in Libia dove possono torturare? Mi sembra che non faccia una piega il vostro ragionamento
Lei ha citato prima l'articolo 2 della legge 237 del 2012 ma si è ben guardato dal citare l'articolo 4, che parla chiaro. Leggo: “Il Ministro della Giustizia dà corso alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale, trasmettendole al procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma perché vi dia esecuzione (…)”.
Doveva trasmettere gli atti, non valutarli, Ministro Poteva, in qualsiasi momento, trasmetterli e non l'ha fatto e le chiedo: chi le ha chiesto di stare fermo? Chi ha deciso di riportarlo in Libia con un volo di Stato? È stata Giorgia Meloni ? Perché non ce lo dice? Il Paese ha diritto di sapere la verità e la verità è che voi temevate che avrebbero smesso di fare il vostro lavoro sporco in Libia e che, facendo ripartire un po' di barconi, sarebbe emerso tutto il fallimento dei vostri inumani centri in Albania.
È evidente che lei, Ministro, ha gravi responsabilità in questa vicenda. Responsabilità oggettive di cui parlano gli atti e responsabilità politiche, perché non solo non ha fatto nulla, pur avendone il modo e il tempo, ma ha mentito al Paese.
E col solito vittimismo vi siete limitati ad attaccare la magistratura, vi siete spinti ad attaccare la Corte penale internazionale, nata proprio qui, a Roma, il progetto di una giustizia penale internazionale su una convinzione, che speravamo condivisa, e cioè che esistono dei crimini percepiti come lesivi di valori universali. Ma evidentemente il vostro concetto di repressione, il vostro modello Caivano, securitario e punitivo, vale soltanto per i poveri cristi : Almasri è a casa, mentre le vittime delle sue torture avete provato a deportarle in Albania contro il diritto internazionale, europeo e italiano. E ora che il modello Albania è fallito ci venite a raccontare che volete trasformarlo nel CPR più caro della storia. Ci venite a raccontare questo, in barba alla balla dell'effetto deterrente con cui ci avete stufato in tutti questi mesi
Da quando è stato nominato Ministro della Giustizia ha rinnegato se stesso ogni giorno: le sue teorie contro l'eccessivo numero delle norme penali, sull'inutilità del costante innalzamento delle pene o a favore della riduzione della carcerazione preventiva. Le idee che predicava da garantista, prima di entrare al Governo, sono state completamente tradite dalle sue stesse scelte. Sì, Ministro, perché c'è la sua firma sotto il decreto ; c'è la sua firma sotto il decreto Cutro, che rende più difficile salvare i naufraghi dal mare; c'è - ancora - la sua firma sotto il decreto Caivano che aumenta le pene e prevede il carcere anche per i minori; così come c'è la sua firma sul cosiddetto decreto Carceri, un guscio vuoto che non affronta minimamente il dramma dei nostri istituti di pena ormai al collasso, con numeri di suicidi e atti di autolesionismo mai visti prima tra i detenuti e tra gli agenti di polizia penitenziaria.
Davanti a questa emergenza, lei e i suoi Sottosegretari non avete nemmeno presenziato alla seduta straordinaria tenuta qui, in quest'Aula, sul carcere . Perché lei è così, lei è così, fa riforme senza preoccuparsi delle conseguenze. La sua separazione delle carriere, fatta in questo modo, non fa altro che svelare il vostro desiderio di assoggettare la magistratura al potere politico. La tagliola di 45 giorni sulle intercettazioni ostacola le indagini per reati gravi come l'omicidio, ma non, ad esempio, per il peculato.
Lei, signor Ministro, è diventato l'alfiere del populismo panpenalista - mettiamola così - che, invece che affrontare i problemi, punta demagogicamente soltanto a degli interventi sui fatti di cronaca, moltiplica i reati, aumenta le pene, prevede per tutto sempre una sola risposta, che è il carcere.
Non ha fatto nulla invece sui veri problemi della giustizia: sulla carenza di personale, sulla lentezza dei processi che mette in discussione la certezza del diritto ma pure gli investimenti in questo Paese. Perché, sì, questa incertezza, questa lunghezza dei processi rallenta quegli investimenti che servono all'Italia. Non ha fatto nulla sul sovraffollamento delle carceri, sulle misure alternative al carcere, sui minori che sono in galera. Del resto, sono le due impostazioni di questa destra: ci avete abituati, da un lato, alla torsione securitaria, per cui i problemi economici e sociali di questo Paese si risolvono soltanto con la repressione e mai con la prevenzione, mai con la politica, e, dall'altro, a una forte insofferenza verso ogni forma di controllo. La magistratura da punire, il Parlamento e l'opposizione sono visti come un intralcio, il sindacato è un ostacolo, il servizio pubblico è ridotto alla propaganda e i pesi e contrappesi della Costituzione sono per voi delle fastidiose perdite di tempo.
Ma cos'altro deve succedere perché lei presenti le sue dimissioni, Ministro? Forse che il suo Sottosegretario Delmastro critichi apertamente le sue riforme? Ah no, questo è già successo E neanche in quel caso lei si è dimesso.
Nessuno dei due - a dire il vero - ha ritenuto opportuno di farlo, visto che l'altro è stato condannato per rivelazione di segreti d'ufficio, rivelati peraltro per manganellare l'opposizione con delle accuse diffamatorie . E sono costretta a chiedere, per l'ennesima volta: dov'è la Presidente del Consiglio? Perché non è qui? Perché fugge mentre i suoi Ministri sono chiamati ad assumersi la responsabilità delle scelte che lei ha imposto o ha avallato stando coperta nell'ombra?
Ora, colleghi di maggioranza, voi voterete questa fiducia. Lo sappiamo, è l'unico modo in cui potete fingervi compatti, nonostante i colpi bassi tra voi ormai siano all'ordine del giorno. In questi giorni, la Lega ha prima commissariato Giorgia Meloni, dicendo che andava a Bruxelles senza mandato, e poi Tajani, dicendo che deve farsi aiutare, e scavalcandolo con una chiamata tra Salvini e Vance, che immagino sia stata per contestargli le accuse infamanti verso gli europei definiti “parassiti”; ah no, soltanto per chinare meglio la testa, questo sapete fare .
Noi questa mozione di sfiducia la dovevamo perché la verità da voi taciuta verrà a galla e allora sarà importante, con questo voto, mettere agli atti cosa avete difeso. Lo dovevamo alle vittime di Almasri perché vogliamo essere un Paese che sta dalla parte dei torturati e non dei torturatori. Lo dovevamo a tutti gli italiani e le italiane indignati per la gravità di quello che avete fatto. L'Italia merita un Governo che non abbia un Ministro della Giustizia che libera i torturatori mentre mette in carcere i minori, che attacca i giudici e non ottempera agli obblighi di legge, un Governo - aggiungo - che non abbia una Ministra del Turismo rinviata a giudizio per falso in bilancio e indagata per truffa aggravata ai danni dello Stato e magari che non abbia…
ELLY SCHLEIN(PD-IDP). … un'altra Ministra del Lavoro che mente sulla sua laurea, che sarebbe stata ottenuta senza pagare la retta e facendo gli esami di domenica .
Concludo. Lei non può continuare a ricoprire il ruolo di Ministro della Giustizia, non perché la riteniamo l'unico responsabile dei disastri del Governo, compreso Almasri, ma perché poteva e doveva evitarli. Ha scelto di non farlo, ha scelto la ragione di partito su quella del diritto. Quindi, con convinzione, voteremo la sfiducia al Ministro Nordio, per lealtà verso un'Italia migliore di chi la governa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galeazzo Bignami. Ne ha facoltà.
GALEAZZO BIGNAMI(FDI). Grazie, Presidente. Ministro Nordio, direi che anche ascoltando il dibattito odierno - così come lei già aveva rilevato durante il dibattito generale - l'unica certezza che possiamo avere è che, nella vicenda Almasri, la mozione di sfiducia sul caso Almasri non c'entra nulla perché se la vicenda Almasri c'entrasse sulla mozione di sfiducia su Almasri i primi a dimettersi dovrebbero essere i colleghi dell'opposizione. Infatti, onorevole Schlein, ci viene una domanda da farle: quando voi vi schieravate dalla parte dei torturati e non dei torturatori, accadeva anche il 5 marzo 2016 quando invocavate l'aiuto della Rada e di Almasri per liberare i quattro tecnici della Bonatti, di cui due periti tragicamente ? Eravate dalla parte dei torturati quando chiedevate aiuto alla Rada il 5 novembre 2016 per salvare Danilo Calonego e Bruno Cacace? Eravate dalla parte dei torturati e non della Rada anche quando - Presidente del Consiglio del PD, così come nel 2016, Presidente del Consiglio alla firma del del 2 febbraio 2017 - voi sottoscrivevate l'accordo sul invocando sempre l'aiuto delle milizie paramilitari della Rada che, il 2 novembre 2020, venne - dobbiamo dare onestà e atto - rinnovato anche dal Presidente del Consiglio Conte, nel frattempo raggiuntovi al Governo. Capita spesso che il MoVimento 5 Stelle vi raggiunga e vi superi, ma questo è un problema vostro e a noi non interessa (.
Probabilmente eravate sempre dalla parte dei torturati e non dei torturatori quando accoglievate Abd al-Rahman al-Milad, noto come il Bija, al CARA di Mineo, al Viminale, facendogli fare un giro sulle guardie costiere per poi firmare gli accordi ovviamente per tutelare i torturati. Quegli stessi scafisti e trafficanti di esseri umani di cui oggi voi invocate la presa di distanza .
Ci vuole coerenza, ci vuole coerenza. Voi eravate dalla parte della Rada ieri e oggi cercate di argomentare chiedendo le dimissioni al Ministro Nordio ma, appunto, per prima cosa dovreste dimettervi voi prima di chiedere le dimissioni di qualcuno. Quindi, è chiaro che nella vicenda Almasri, nella mozione di sfiducia su Almasri, il Ministro Nordio non c'entra nulla.
Potremmo pensare a un classico caso di doppiopesismo, quello che magari la sinistra usa per dire: avrei lanciato un corpo contundente. Detta da Bertinotti - io devo dire la verità -, quando l'ho sentito ho pensato: mah, forse pensava a un Rolex (noto comunista coi soldi, Bertinotti) E invece no: ha rivendicato con orgoglio che lui voleva colpire la Presidente del Consiglio. Oppure di Prodi, che ci viene a dire che bisogna essere … come diceva Edmondo Berselli: “Romano Prodi che gronda bontà da ogni artiglio”, no? È quello che poi, infastidito dalla domanda, in nome della libertà dell'informazione, tira i capelli e poi lo nega pure. Eh va beh, però il doppiopesismo ( è un esercizio di cui la sinistra è evidentemente…
PRESIDENTE. Si prega di non commentare, per cortesia.
GALEAZZO BIGNAMI(FDI). Sono abituato a questo rumore di fondo. Sì, sì, dopo arrivo anche su quello, non vi preoccupate che non ve ne facciamo passare una, perché siamo stanchi di farvele passare Quindi, chiarito che la vicenda Rada-Almasri non c'entra nulla con la mozione Rada-Almasri, abbiamo sentito l'opposizione invocare tutto, perché poi anche loro hanno un senso - fino a un certo punto - del ridicolo e, quindi, parlano un po' di tutto. Allora, cercando un po' nei fatti, andiamo a vedere i motivi veri e, come diceva Agatha Christie - credo -, un fatto è un fatto, due una coincidenza, tre una prova.
Noi vediamo che quel giorno stesso in cui viene arrestato Almasri, pochi giudici - va detto -, con la Costituzione in mano - brutta abitudine quella di tenere manifesti e costituzioni in mano e di non leggerli, ma questo è un tema che non ci appassiona -, andavano fuori dalle aule di giustizia a protestare contro la riforma e, in effetti, la riforma era stata approvata da tutti noi, dal Parlamento sovrano qualche giorno prima. Dunque, già due fatti: la riforma della giustizia, la manifestazione di alcuni giudici e poi l'avviso di garanzia, perché se noi oggi siamo qua è evidentemente anche perché qualche giudice ha ritenuto di iscrivere sul registro degli indagati il Presidente del Consiglio.
Ora che ci penso, mi sovviene che io, tre giorni fa, ho mandato un esposto alla procura di Roma sui soldi di tutti noi spesi da Gualtieri per una manifestazione di partito e mi stavo chiedendo - mi ero distratto, Ministro, mi perdoni - se è stato iscritto sul registro degli indagati oppure se l'iscrizione, come atto dovuto , vale solo per il Presidente del Consiglio, per il Ministro della Giustizia, per il Ministro dell'Interno, per il Sottosegretario alla Presidenza oppure, come atto dovuto, essendo trascorsi tre giorni…l'ho fatto lungo uguale quell'esposto, perché non volevo affaticare il procuratore interessato, perché metta mai, però non ho notizie di iscrizione sul registro indagati; mi sarà sfuggita, mi sarà sfuggita (Avete tolto l'abuso d'ufficio! Lo avete tolto.
Quindi, come dicevo, rimane da pensare che sia davvero la riforma della giustizia, come lei ha biecamente insinuato, il tema vero. Ma cosa della riforma della giustizia? Perché, cercando di guardare dentro questo pozzo di Toledo, che è la mentalità della sinistra, uno cerca di cogliere. Abbiamo messo a repentaglio l'autonomia della magistratura? A parte il fatto che l'articolo 104, così come riscritto, garantisce che la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente, francamente questo dibattito, come le audizioni, dimostra che alla sinistra non interessa niente, perché con un'inchiesta della Corte penale in corso e con un'inchiesta della magistratura ordinaria in corso chiedere a lei, Ministro, di venire a riferire in Aula e, addirittura, presentare la mozione di sfiducia dimostra che la politica, se viene da sinistra, si sente legittimata a invadere il campo della giustizia ordinaria . Al riguardo, Presidente, mi permetto di prendere nota del fatto che d'ora in poi, quando l'ufficio ammissibilità ci dirà che c'è un'inchiesta in corso e non possiamo presentare interrogazioni, gli faremo rilevare che, invece, la sinistra ha infranto questo precedente (. Quindi, non sicuramente la ripartizione dei poteri.
La separazione delle carriere? Ci abbiamo pensato. Poi, scartabellando e cercando abbiano trovato un documento del novembre che leggo, perché io non conosco bene le mozioni programmatiche del Partito Democratico Neanche quelle di Fratelli d'Italia!e mi scuseranno gli onorevoli Alfieri, Delrio, De Maria, Guerini, Malpezzi e Serracchiani che sono tra coloro che affermarono che “il tema della separazione delle carriere appare ineludibile per garantire un giudice terzo e imparziale”. Ma se allora vi sembrava ineludibile per garantire un giudice terzo e imparziale, evidentemente voi avevate a cuore un problema di terzietà e imparzialità del giudice ! Che cosa vi ha fatto cambiare opinione? Spiegatecelo!
Ci dite che la separazione delle carriere è già nei fatti, quindi, non c'è motivo. Allora, proprio perché è già nei fatti, non comprendiamo il motivo per il quale questa maggioranza, che la eleva a un rango di protezione costituzionale, sottraendola quindi a ripensamenti della legislazione ordinaria di un futuro, non meriti un plauso e l'accoglimento da parte di tutti. Evidentemente, perché neanche quello è il tema, vista anche l'ampia condivisione che i colleghi del PD in passato gli dava (.
Allora, rimane l'ultimo tema e l'ultimo tema è che in realtà, nel momento in cui si vara la riforma della giustizia e la sottrazione al sistema degenerato e patologico delle correnti della scelta del CSM, evidentemente qualcuno si sente toccato nel vivo . A chi ci dice che in realtà la politica vuole inquinare la magistratura, sommessamente gli facciamo notare come, in realtà, la politica fa un passo indietro, perché anche i componenti laici non verranno più eletti dal Parlamento ma verranno scelti in base a un sorteggio realizzato nel paniere di giudici che verranno messi a disposizione proprio per la scelta del CSM.
Il problema evidentemente, Ministro, non è Almasri, non sono i rapporti con la Rada, non è neanche la separazione delle carriere, non è neanche l'ordinamento della giustizia in sé; è il fatto che noi andiamo a scardinare uno dei pilastri su cui si è retto il malsano rapporto tra politica e magistratura, sottraendo alla degenerazione patologica correntizia la scelta di giudici che devono servire il popolo italiano e non una parte politica !
E noi, onorevole Boschi, non ci vergogniamo ad assumerci la responsabilità di quel che diciamo e lo diciamo a chiare lettere. Voi neanche avete avuto il coraggio di dirlo; e non accettiamo lezioni da chi, come l'onorevole Cafiero De Raho, si sottrae a essere audito in Commissione antimafia, facendosi nominare! Onorevole De Raho, si faccia sentire e svuoti il sacco sui suoi rapporti con Striano e con quegli ambienti che lei vuole continuare a proteggere - : “Sciacquati la bocca, porta rispetto!”.
Ministro, lei ha detto bene, però, da persona di destra, mi permetto di dirle una cosa: lei ha il diritto di proseguire sulla riforma. Ma le dico di più: lei ha il dovere di proseguire sulla riforma perché ha un mandato che le hanno dato gli italiani e, per chi è di destra, a volte i doveri vengono prima dei diritti .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sulla mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Faraone, Magi ed altri n. 1-00396 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Prima di procedere, saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo statale “Don Milani”, presso Mariano Comense, plesso ospitante scuola secondaria “Carlo Caldera” di Cabiate (in provincia di Como), che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Saluto, inoltre, gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Rovigo 1”, scuola secondaria “Giovanni Bonifacio”, presso Rovigo, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Li ringraziamo per questo e gli auguriamo ogni fortuna.
Ricordo che l'oggetto della deliberazione della Camera è la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro della Giustizia. Pertanto, chi intende esprimere un voto di sfiducia nei confronti del Ministro deve votare “sì”, mentre chi intende esprimere un voto di fiducia nei confronti del Ministro deve votare “no”.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “San Benedetto” di Valfabbrica, in provincia di Perugia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Li ringraziamo per questo.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della Difesa e la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bonelli ed altri n. 3-01834 . Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei sa che la Commissione VIA ha dato un parere negativo della VIncA per quanto attiene il progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Quindi, le chiedo: come potrà portare al CIPESS un progetto, con un parere negativo, che insiste su aree ambientalmente di pregio, tra l'altro vincolate dall'Unione europea? Visto che lei, alcuni giorni fa, ha avuto modo di parlare con il Vicepresidente degli Stati Uniti d'America, Vance - lei ha detto che ha parlato anche di infrastrutture -, e considerato che Trump ha definito gli europei “parassiti”, vorrei ricordare che le vere politiche parassitarie sono quelle di chi toglie soldi alle strade, agli ospedali e alle scuole del nostro Paese per realizzare un'opera inutile
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Grazie, signor Presidente. Colleghi, il quesito posto ci chiede se siamo nelle condizioni di portare presto al CIPESS, quindi all'approvazione del progetto definitivo, le deliberazioni di competenza sul ponte sullo Stretto. La risposta è semplice: sì.
Il progetto approderà presto al CIPESS e ci arriverà nel rispetto di tutti gli standard richiesti dalle direttive ambientali di settore. Ricordo che la procedura di compatibilità ambientale del progetto si è completata lo scorso 13 novembre con il parere positivo della Commissione tecnica VIA-VAS, che, lo sottolineo, è una Commissione tecnica e non politica.
Rispetto alla valutazione di incidenza ambientale, ricordo che sono state richieste integrazioni procedurali rispetto a tre siti di interesse comunitario, in coerenza con quanto previsto dalla direttiva Habitat. A tale richiesta, la società concessionaria ha già dato seguito con la trasmissione della documentazione di approfondimento relativa alle misure di compensazione previste, che sono ora all'attenzione della Commissione tecnica VIA-VAS.
È inoltre imminente l'invio delle ulteriori integrazioni riguardo all'attestazione dei cosiddetti IROPI, ovvero i motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, che rendono prioritaria per lo Stato membro la realizzazione dell'opera. Anche su tali documenti dovrà esprimersi la Commissione tecnica VIA-VAS, prima dell'invio alla Commissione europea, come previsto dalla direttiva Habitat. All'esito di tali verifiche, potrà essere presentata al CIPESS tutta la documentazione tecnica e contrattuale, così come previsto dalla legge.
Ci tengo a ringraziare la Società Stretto di Messina per l'importante lavoro di queste settimane e di questi mesi. Il rigore delle verifiche tecniche che stiamo svolgendo ci consente di essere ottimisti sull'esito e sui tempi delle ultime fasi dell'iter approvativo. Sono verifiche che stanno coinvolgendo i migliori esperti del settore, esperti che, al di fuori di qualsiasi pregiudizio ideologico, si stanno confrontando in maniera oggettiva e non soggettiva su un'opera destinata a cambiare il volto del nostro Paese. Inoltre, ogni minima fase procedurale di questo percorso è connotata dai più alti standard di trasparenza. Non mi stancherò mai di dirlo: penso che poche opere al mondo siano state esaminate, studiate e discusse più del ponte sullo Stretto.
Alla luce di tutto questo, c'è un auspicio che oggi voglio, in conclusione, condividere: l'auspicio è che, di fronte all'evidenza tecnica e scientifica, di fronte ai dati positivi di impatto economico e sociale dell'opera, di fronte agli innegabili benefici che il ponte sullo Stretto potrà fornire a tante politiche pubbliche prioritarie, dalla difesa alla salute, anche la politica dei “no a prescindere” possa finalmente terminare
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, Presidente. Prendo atto della risposta del Ministro, che in realtà conferma una cosa che è contraddittoria rispetto a quello che poc'anzi ha affermato, ovvero che non sarà presto, perché il progetto ha avuto un parere negativo della VIncA - signor Ministro Salvini, capisco che lei fa fatica a ricordare questo aspetto -, un parere negativo perché l'opera, che voi non avete voluto cambiare, perché non avete voluto modificare un progetto vecchio di 30 anni, insiste su aree di grande pregio ambientale tutelate dall'Unione europea.
Guardi, signor Ministro, le voglio dire con molta franchezza, visto che ci stanno vedendo gli italiani: lei dice che è stato valutato da tantissimi tecnici, ma quali tecnici? Coloro i quali hanno fatto il progetto. Qual è l'organismo tecnico pubblico dello Stato che ha validato questo progetto? Non c'è nessun organismo tecnico. Lei porterà questo progetto al CIPESS, e sa da chi verrà valutato al CIPESS questo progetto? Da una struttura di 7 persone che non ha alcuna competenza in materia di progetti e di ponti. Allora, noi ci affidiamo a che cosa?
A ciò che ci dice la Società Stretto di Messina o il presidente del comitato scientifico, visto uscire dalla casa di Lunardi ? Insomma, ci sono molte cose poco chiare in questo progetto. Allora, sono 15 i miliardi di euro che state sottraendo all'Italia tutta. Guardi che anche la sua Lega Nord, ma nel Nord quello vero, il progetto non lo vuole. Lei ha perso anche un po' quell'identità a cui faceva riferimento. Il punto è che sta danneggiando il Sud da questo punto di vista, perché mancano scuole, ferrovie e insiste su un progetto che nemmeno al Consiglio superiore dei lavori pubblici volete far vedere.
Perché, signor Ministro, non volete far vedere il progetto al Consiglio superiore dei lavori pubblici? Di che cosa avete paura? Questo nostro Paese, l'Italia, non può essere governato da società che legittimamente fanno il lavoro. Noi dobbiamo lavorare in nome dell'interesse pubblico.
ANGELO BONELLI(AVS). Concludo. Ecco perché quello del CIPESS è un problema molto serio. Chi darà il via libera? Giorgia Meloni? Ha competenza in materia di ponti? Ha competenza in materia di questo tipo?
PRESIDENTE. Deve chiudere.
ANGELO BONELLI(AVS). No, non ce l'avete. State facendo un'enorme forzatura .
PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01835 .
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro, la “Corda Molle” è un noto raccordo autostradale molto importante per la provincia di Brescia, costruito per liberare dal traffico tanti comuni della provincia. Il 26 giugno lei ha già risposto a un'interrogazione in quest'Aula su questo tema, dando alcune rassicurazioni sul non pedaggio dell'autostrada, ma soprattutto sul lavoro del Ministero per trovare soluzioni alternative, insieme a un'altra serie di impegni. È passato non dico un anno, ma quasi, e le chiediamo qualche aggiornamento rispetto al lavoro fatto durante quest'anno, visto che, nelle conferenze stampa sul territorio, le sue rassicurazioni sono sempre arrivate.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Ringrazio gli interroganti che mi permettono di rifare chiarezza, ricordando date e nomi. In data 31 maggio 2017, all'esito di una procedura di gara europea, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti sottoscrisse un contratto di concessione con la società Autovia Padana per la costruzione, gestione e manutenzione dell'autostrada A21 Piacenza-Cremona-Brescia, inclusa la diramazione per Fiorenzuola d'Arda, e del raccordo autostradale Ospitaletto-Montichiari.
Il contratto di concessione prevedeva, come remunerazione degli investimenti effettuati, il pedaggiamento del tratto in esame. Ricordo, a beneficio di tutti, che il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, che firmò l'accordo che prevedeva il pedaggio, era Graziano Delrio, Partito Democratico. Nel 2020 sono iniziati i lavori per il completamento del raccordo Ospitaletto-Montichiari, lavori che oggi stanno per concludersi e che sono in questa fase soggetti a collaudo tecnico-amministrativo.
Da ottobre 2023 ad oggi, si sono susseguite decine di articoli di giornale, che paventavano l'imminente introduzione del pedaggio sul raccordo, firmato dall'ex Ministro del Partito Democratico. Come ho più volte spiegato, finanche in una lettera ufficiale al presidente della provincia di Brescia del maggio 2024, ciò non sarebbe potuto avvenire prima che il concessionario avesse terminato i lavori e senza l'approvazione dell'aggiornamento del piano economico-finanziario della concessione. Nel mese di luglio 2024, il concessionario ha presentato l'aggiornamento del PEF, il quale aggiornamento, coerentemente con il contratto di concessione stipulato nel 2017, prevede, sì, l'introduzione del pedaggio per la tratta in questione.
Per scongiurare questa ipotesi, ho incaricato da tempo - e ci stanno lavorando da tempo, senza che si sia mai visto un euro di pedaggio - i competenti uffici del Ministero di verificare con il concessionario - perché evidentemente bisogna accordarsi con coloro con i quali il Partito Democratico firmò il contratto - ipotesi alternative al pedaggiamento, così da poter andare incontro alle richieste assolutamente legittime delle comunità locali. Sarà quindi mia cura, come faccio da 2 anni a questa parte, mantenere un costante confronto con il territorio sulle soluzioni che saranno tecnicamente individuate in sede di aggiornamento del PEF, che dovrebbe essere finalizzato prima della prossima pausa estiva .
PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di replicare.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Oramai questa è una questione a tre, tra me, il Ministro dei Trasporti e il segretario della Lega, perché non è Delrio che è venuto, in tutta la campagna elettorale, a spiegare che quella tratta sarebbe stata gratuita. È il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che da Ministro, invece, ci spiega che questo non accadrà . Ma è tutto molto complicato perché lei il 26 di giugno dell'anno scorso ci ha risposto in questo modo (prendo lo stenografico): sono qui “per confermare questo impegno, rinnovando la mia disponibilità a incontrare le autorità locali e i sindaci del territorio interessati per discutere della questione”.
Le vorrei ricordare che siamo alla quarta PEC di 25 sindaci, alcuni anche del suo partito, che non ottengono risposte, a cui si aggiunge la PEC della Confindustria Brescia, della Camera di commercio, della Federazione autotrasportatori italiani, di Ascab, a cui non risponde mai. Non ha incontrato i territori, non ha dato risposte. In quel 26 giugno ci dice anche - testuali parole - che i portali, quelli che sono stati installati nell'autostrada in oggetto dell'interrogazione, servivano per il monitoraggio del traffico. Peccato che ci hanno piazzato in parte bellissimi cartelli che indicano: autostrada a pagamento, portali per il pedaggio.
Vedo che lei discute con il suo collega, ma, mentre lei ci spiega che sta facendo di tutto, hanno già installato i cartelli, perché, quando saranno finiti i lavori, parte il pedaggio. E i giornali, forse, sbaglieranno, ma dal 1° giugno si intende che partiranno. Nel mentre, lei ci deve aggiornare e mi aspettavo questo: quante riunioni ha fatto con il concessionario? Quali sono le soluzioni che ha portato il Ministero per trovare una soluzione?
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). È arrivata una petizione - 26.000 firme - a cui lei non ha risposto. Chiudo dicendo una cosa: oggi c'è stata una mozione di sfiducia per le bugie di un Ministro in quest'Aula. Non abbiamo partecipato al voto per tante ragioni.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Se dovessimo fare una mozione di sfiducia sulle sue bugie, la faremmo tutti i giorni .
PRESIDENTE. Il deputato Dara ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01836.
ANDREA DARA(LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come sappiamo gli autovelox sono strumenti utili per limitare gli incidenti nelle zone più sensibili e a rischio nelle nostre strade. Tuttavia, occorre evitare che si trasformino in un'ingiusta vessazione nei confronti degli automobilisti, che, purtroppo, da anni incorrono in pesanti sanzioni a causa di sistemi di controllo disseminati in tanti tratti inopportuni, spesso con la sola finalità di fare cassa.
Recenti pronunce della Corte di cassazione hanno stabilito una netta distinzione tra dispositivi omologati e dispositivi semplicemente approvati, affermando che soltanto i primi sono idonei per le eventuali sanzioni. Lei, Ministro, si è prontamente attivato per chiarire finalmente la disciplina, istituendo un tavolo tecnico per definire, dopo anni di inerzia, procedure e criteri uniformi per l'omologazione dei dispositivi.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ANDREA DARA(LEGA). Ora è stato predisposto uno schema di decreto, sul quale, da quanto apprendiamo da organi di stampa, sono in corso approfondimenti tecnici. Dunque, ringraziandola per avere preso in mano la questione, chiediamo di sapere lo stato dell'iter di questo decreto, necessario per definire regole certe, e, allo stesso tempo, per tutelare i cittadini dalle vessazioni ingiuste.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Grazie. Innanzitutto, ringrazio l'Aula perché i dati rilevati da Polizia stradale e Carabinieri dei primi 3 mesi di entrata in vigore del codice della strada ci dicono che abbiamo lavorato, avete lavorato bene, perché, rispetto agli stessi 3 mesi dell'anno scorso, si sono registrati 61 morti in meno e 800 feriti in meno . Quindi diciamo che sul tema sicurezza stradale, anche fosse stata una sola vita salvata in più…non è stata solo una, sono state 61, spero che il buon senso di chi guida in Italia porti a risultati ancora maggiori.
Lo ricordava lei: l'autovelox in vie strette, ad alto tasso di incidentalità, in prossimità di ospedali, di asili, di case di riposo, di scuole, è sacrosanto. L'autovelox furbetto, mal segnalato, utilizzato per ripianare i debiti di bilancio del comune è un altro paio di maniche. È una tassa occulta sulla pelle di lavoratrici e lavoratori. Noi abbiamo approvato 2 decreti che mettevano chiarezza sul tema e abbiamo trasmesso alla Commissione europea lo schema di decreto. Cosa è successo nel frattempo? Il 14 marzo la Corte di cassazione ha adottato una nuova pronuncia che accerta un quadro preoccupante, cioè la presenza di dispositivi privi non solo dei requisiti di omologazione, ad oggi ancora mancanti, ma anche dei requisiti minimi di approvazione richiesti a normativa vigente.
Di fronte a questa situazione di totale incertezza, cosa ho fatto? Ho ritenuto necessario sospendere l'adozione del decreto, ritirare la notifica alla Commissione europea, per accertamenti tecnici finalizzati a un preventivo censimento dei dispositivi in uso. Non si sa quanti e quali autovelox ci siano sulle strade italiane. Con la collaborazione del Ministero dell'Interno e dell'ANCI, intendo quindi eseguire una “operazione trasparenza”, una ricognizione di tutti i dispositivi di controllo della velocità attualmente in uso. Serve, infatti, accertare che il numero dei dispositivi effettivamente utilizzati rispetti i regimi di approvazione.
Tale ricognizione ci consentirà finalmente di approfondire le verifiche amministrative sulla presenza di eventuali dispositivi totalmente non conformi alle regole di approvazione. Solo alla luce di tali dati, inoltre, potremo capire l'impatto effettivo delle nuove regole di omologazione sulle esigenze di utilizzo di tali dispositivi per finalità di sicurezza stradale. Insomma, è una grande operazione di trasparenza che in Italia si attendeva da tempo. Autovelox per salvare vite assolutamente sì. Autovelox furbi o non omologati, che sono un'ulteriore tassa su lavoratrici e lavoratori, assolutamente no .
PRESIDENTE. Il deputato Dara ha facoltà di replicare.
ANDREA DARA(LEGA). Grazie, Ministro, sono soddisfatto della risposta, anche perché questo, come sappiamo benissimo, è un tema annoso che è esploso soprattutto dal 2000 in poi, dal 2004, in realtà, e dal 2005, quando c'è stata un'installazione importante sul territorio nazionale di questi autovelox. È giusto considerare la sicurezza dei cittadini, perché quella è importante. Dall'altro lato, però, dobbiamo dare certezza anche ai cittadini e agli automobilisti che sono vessati in continuazione da autovelox installati in zone non consone, come diceva lei.
Secondo i dati che ci riporta la stampa, si parla di circa 11.500 autovelox installati. È giusto fare una revisione, quindi ben venga questa ricognizione sul territorio perché dobbiamo dare risposte certe ai nostri cittadini, e solo lei ci sta mettendo la faccia, quindi la ringrazio per questo .
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Boschi e Gadda n. 3-01837, di cui è cofirmataria.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministro Salvini, il 2024 è stato un anno orribile per il trasporto pubblico locale, in particolare per l'alta velocità. Un'indagine di Altroconsumo, pubblicata il 18 marzo, evidenzia che, in media, il 36 per cento dei treni Frecciarossa non è puntuale, il 65 per cento dei casi nella tratta Salerno-Torino. Lo stesso dicasi per il Frecciargento: 7 su 10 in ritardo nella tratta Reggio Calabria-Salerno.
Noi le chiediamo, considerata la situazione che probabilmente perdurerà anche nel 2025 - perché lo annuncia già Ferrovie dello Stato, attraverso tanti comunicati, che aumenteranno giustamente i cantieri, i cantieri sono importanti -, se questi disagi devono essere solo sulle spalle dei pendolari e dei cittadini oppure se il Governo intende rivedere la modalità con cui vengono attribuiti i ristori e anche le percentuali.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Grazie per la questione che mi permette, innanzitutto, di ringraziare tutte le lavoratrici e i lavoratori delle Ferrovie dello Stato, e poi di ringraziare il mezzo miliardo di viaggiatori che, solo nel 2024, ha scelto i treni del nostro Paese. È una cifra record, mai avuta prima, in crescita assoluta rispetto al passato; un traguardo e una vittoria dell'intero Paese.
Come ho avuto modo di rappresentare e anche lei ricordava, le Ferrovie si trovano in un momento storico peculiare. Da un lato, sulla rete ferroviaria sono aperti più di 1.200 cantieri; mai avuti così tanti cantieri per manutenzione e nuove opere in precedenza. Dall'altro lato, si sta registrando il massimo dei treni circolanti, che arrivano a superare i 10.000 al giorno. Quindi, il massimo dei cantieri e il massimo di treni su linea.
Ovviamente, i cantieri sono dovuti a fattori di sicurezza che penso stiano a cuore all'intero Parlamento. Tengo a sottolineare che i dati degli ultimi mesi testimoniano significativi miglioramenti rispetto ai risultati conseguiti dal gruppo FS, sia sulla qualità che sulla puntualità del servizio. Secondo i dati forniti dal gruppo FS, nei primi 2 mesi del 2025 la puntualità si attesta all'80,9 per cento per l'alta velocità, all'89,3 per cento per i treni Intercity e al 91,3 per cento per i treni regionali.
Entrando nel merito della questione da lei sottoposta, rappresento che le soglie temporali di ritardo associate all'obbligo di rimborso e indennizzo e le relative modalità di richiesta sono state stabilite dal gruppo FS, in coerenza con un regolamento europeo, il n. 782 del 2021. Per evitare di corrispondere somme o in maniera impropria a eventuali soggetti intermediari non è possibile purtroppo prevedere meccanismi di rimborso o indennizzo automatici, che prescindano da un'istanza presentata direttamente dal passeggero.
In ogni caso, per superare questa limitazione imposta dal regolamento europeo, ho chiesto a Trenitalia uno sforzo aggiuntivo per rendere più rapide ed efficienti le procedure di rimborso. È stato, quindi, implementato un sistema basato sull'intelligenza artificiale, denominato Smart Refund, in grado di rendere disponibili gli indennizzi e i rimborsi per ritardo dei treni in pochi semplici passaggi. Il sistema è attivo dal 25 settembre scorso e, ad oggi, le richieste gestite sono state quasi 200.000. Il sistema è in fase di ampliamento per la gestione di tutti i casi di rimborso derivanti non solo da ritardi, ma anche da cancellazioni o rinunce.
Dal 1° gennaio di quest'anno, inoltre, per i possessori di biglietto digitale regionale è attivo il servizio di corresponsione automatica, che, nei casi previsti di ritardo del treno, consente di ottenere in automatico l'indennizzo con riaccredito diretto sulla carta di credito dell'utente. Confermo pertanto, e la ringrazio ancora, il massimo impegno del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti nel monitorare l'efficacia delle soluzioni adottate per efficientare il sistema dei rimborsi.
PRESIDENTE. La deputata Gadda, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Ministro Salvini, c'è un punto: lei continua a ripetere che i treni sono puntuali e che le statistiche sono perfette, nonostante i cantieri. Intanto, le do una notizia: noi, come Italia Viva, ci siamo battuti, durante il Governo Draghi, per stanziare molte delle risorse che lei sta utilizzando per questi cantieri. Però, le chiedo anche di soffermarsi un po' di più sui dati e di chiedere altri approfondimenti alle Ferrovie, perché c'è un elemento: le statistiche che lei cita, in una situazione straordinaria, ed è per questo che noi le facciamo una proposta straordinaria, partono da dei numeri sbagliati. Intanto perché RFI calcola l'orario o il ritardo prendendosi 10 minuti di . Quindi, un treno che arriva in ritardo di 10 minuti non è calcolato.
E poi lei non sta dicendo una cosa che è fondamentale: in questi mesi, e ci sono appunto le comunicazioni di RFI, i tempi di percorrenza sono aumentati in modo drastico e, dalle recenti comunicazioni, avremo un'estate dove, per esempio, la Milano-Venezia avrà più 90 minuti per 3 settimane. Quindi, questi tempi di percorrenza saranno adeguati anche in termini di prezzi? Immagino di no, perché, rispetto ai cantieri che ci saranno quest'estate, gli utenti, i viaggiatori che viaggeranno anche d'estate per motivi di salute, per turismo o per motivi di lavoro, perché l'Italia non si ferma d'estate, oggi non possono acquistare i biglietti e, quindi, si troveranno più avanti ad acquistarli a un prezzo maggiore. Pertanto, le annuncio, Ministro Salvini, che noi presenteremo una proposta di legge, perché nel perdurare di questi cantieri, da qui al 2027, credo che il Governo Meloni e lei possiate stanziare un fondo per consentire di ristorare i lavoratori, i tanti pendolari...
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). ...perché i ritardi dei cantieri, che sono giusti, che sono fondamentali, che sono importanti - i cantieri - non possono essere, però, pagati dai cittadini. E quindi, avere dei rimborsi per i ritardi che sono inferiori ai 30 minuti o dei rimborsi totali, anche per ritardi superiori alle 2 ore, credo che sia importante...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). ... perché oggi i cittadini pagano per un servizio, l'alta velocità, che non è per nulla di alta velocità.
PRESIDENTE. Il deputato Rubano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01838 .
FRANCESCO MARIA RUBANO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, le popolazioni delle province di Benevento e Caserta, che rappresento in quest'Aula con umiltà e spirito di servizio, attendono da oltre un quarantennio il raddoppio della strada statale 372 Telese-Caianello. Un'infrastruttura ritenuta di interesse strategico nazionale. Quest'opera genererà un circuito economico virtuoso e ogni attore economico nazionale beneficerà dei risultati.
FRANCESCO MARIA RUBANO(FI-PPE). Tale infrastruttura, lo devo ricordare con obiettività, è stata fortemente attenzionata grazie ai precedenti Governi. Oggi, con questa mia iniziativa, sono a chiederle i tempi circa l'avvio della realizzazione del primo lotto e il finanziamento del secondo lotto dell'arteria.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Ringrazio, Presidente, il collega, che ricorda che i cittadini aspettano da 40 anni. Noi siamo bravini, però fare in 2 anni quello che non hanno fatto in 40 anni è abbastanza ambiziosa come cosa . Però, vado a rispondere sui due quesiti da lei, assolutamente in maniera precisa, sollevati. Il progetto riguardante la statale 372 “Telesina” si inserisce nell'ambito degli interventi infrastrutturali che stiamo portando avanti nel Sannio, rispetto ai quali ricordo, tra gli altri, i lavori per la realizzazione della linea alta velocità Napoli-Bari, che consentirà di rendere maggiormente accessibile una provincia per troppo tempo ai margini dei flussi turistici e commerciali.
Il progetto di adeguamento della citata arteria stradale dello sviluppo di circa 60 chilometri è articolato, come lei ricordava, in 2 lotti e prevede il raddoppio delle attuali corsie mediante l'adozione di una sezione stradale di tipo B “extraurbana principale”, con due corsie per senso di marcia, per una larghezza complessiva pari a 22 metri. Ricordo che siamo di fronte a un'opera dall'elevato grado di complessità progettuale, tecnicamente parlando, e per questo si è resa necessaria la nomina di un commissario straordinario .
Voglio condividere con lei, con l'Aula e con i cittadini che ci stanno seguendo un primo risultato importante: per il primo lotto, tra San Salvatore Telesino e Benevento, è stato contrattualizzato l'appalto integrato per la progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori. Attualmente sono in corso le attività propedeutiche all'avvio dei lavori, che ci consentiranno di rendere operativo il cantiere entro l'estate di quest'anno. Con riguardo invece al secondo lotto, tra San Salvatore Telesino e Caianello, oggetto specifico della seconda parte del quesito da lei riportato, confermo che è stato predisposto il progetto definitivo dell'opera da parte di ANAS.
È in corso di avvio la conferenza di servizi decisoria semplificata sul progetto definitivo. Una volta conclusa la conferenza di servizi, che coinvolgerà tutti gli enti territoriali, sarà definito il cronoprogramma delle fasi successive, per procedere, poi, all'appalto dell'intervento. A questo riguardo, ed è il secondo risultato positivo che condivido oggi, sottolineo che l'impegno a proseguire nella realizzazione dell'opera è confermato dalla scelta di inserire questo intervento nel contratto di programma fra Ministero e ANAS 2021-2025.
Confermo, pertanto, l'attenzione del Ministero e mia, in particolare, per il completamento di un'opera tanto attesa quanto fondamentale, non solo per il Sannio, ma per l'intero Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Il deputato Rubano ha facoltà di replicare.
FRANCESCO MARIA RUBANO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringrazio per la sua risposta, i cui contenuti ritengo essere esaustivi. Dal 2022 c'è l'impegno del centrodestra per conseguire questo importante risultato. Importante perché è un'arteria che rafforza il collegamento tra il Nord ed il Sud e potenzia la viabilità tra la Campania e le aree interne con ogni regione confinante. Dal 2022 c'è anche, per quanto di competenza, il mio impegno nel sensibilizzare il suo Ministero, che autorevolmente rappresenta in quest'Aula e nel Governo, per il tramite del Vicepresidente del Consiglio dei ministri Antonio Tajani e per il tramite del Sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti Tullio Ferrante, per determinare questo risultato atteso e ambizioso, che determinerà un risveglio economico importante per il Sannio, il casertano e l'intera regione Campania.
Da sannita continuerò a porre in essere ogni attività affinché, con un'azione sinergica, si determini questo importante e significativo risultato storico. Grazie a lei, Ministro, e grazie all'intero centrodestra.
PRESIDENTE. L'onorevole Della Vedova ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01839 .
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Il quesito è semplice, signor Ministro. Qual è la posizione del Governo, se ce n'è una - se n'è appena andato il Ministro Salvini, lui la sua personale ce l'ha, non bisogna fare nulla - sulla necessità di un sistema comune europeo di difesa in grado di svolgere una funzione di difesa e deterrenza per difendere la libertà e la prosperità dei cittadini europei, anche qualora fosse necessario agire in modo autonomo dagli Stati Uniti.
Perché, signor Ministro, noi siamo europeisti, entrambi siamo atlantisti, abbiamo sempre creduto al legame forte tra le due sponde democratiche dell'Atlantico, ma dobbiamo prendere atto che l'amministrazione Trump considera gli europei dei parassiti e a torto. Sul piano militare, pensiamo ai nostri soldati impegnati al fianco di quelli americani in questi decenni; pensiamo all'economia e ai dazi, dove Trump ha torto.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Dobbiamo prenderne atto. Dobbiamo prendere atto che sull'Ucraina gli Stati Uniti non ci considerano e parliamo della difesa europea. Serve un sistema comune di difesa europeo, con politica estera comune europea, naturalmente. Scegliamo quale modello sponsorizzare. Diciamo “no” al semplice riarmo nazionale, non è nell'interesse europeo. Chiediamo al Governo cosa pensa, se pensa qualcosa.
PRESIDENTE. Mi raccomando i tempi, per cortesia. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.
GUIDO CROSETTO,. Grazie per la domanda, onorevole Della Vedova. Io spero che rispondere per l'ennesima volta confermi che la posizione del Governo è una e una sola. Io non devo rispondere sui nel senso che io capisco che il progetto politico, che lei da una vita porta avanti, è quello di una federazione di Stati europei com'è quella americana, quindi con una difesa europea, ma non siamo una federazione di Stati e io sono il Ministro della Difesa adesso, in quest'anno e devo pensare a costruire la difesa italiana e la sua partecipazione alle alleanze internazionali oggi e in questo momento .
Ed è il motivo per cui, se l'obiettivo è quello di difesa, noi dobbiamo agire nel quadro legislativo, nel quadro di regole e nel quadro istituzionale che abbiamo oggi. Qual è questo? E' quello che ci obbliga a costruire una difesa con obblighi di investimenti minimi che ci dà la nostra grande Alleanza atlantica, che, ad oggi, è l'unico ombrello difensivo utilizzabile domani mattina - in qualunque caso negativo - grazie alla deterrenza americana, grazie all'articolo 5 della NATO.
Stiamo lavorando per far sì che questa integrazione, che siamo riusciti a fare tra Nazioni diverse, tra Forze armate diverse nella NATO, sia lo scheletro su cui costruire l'integrazione europea. Questo è l'obiettivo; l'obiettivo è la difesa. Gli strumenti con cui avviene sono quelli che ci sono dati in questo momento e questo è quello che noi stiamo facendo.
Lo stiamo facendo cercando di rispettare gli impegni presi con la NATO. Lo stiamo facendo iniziando a parlare in Europa - siamo stati i primi come Italia - di possibilità di creare meccanismi di interoperabilità come quelli che abbiamo nella NATO, di creare un centro di comando e controllo che sia compatibile - se non sovrapponibile - con quello della NATO. Cioè di mettere a sistema tutte le nostre risorse.
Quando hai la consapevolezza che da solo non ce la fai a svolgere una funzione necessaria come quella di difesa e deterrenza oggi, lo fai mettendoti insieme ad altri. Avevamo già un esempio, che va avanti da decenni, che è quello della NATO. È assurdo non perseguire questa linea, per cui non esistono posizioni diverse.
Lei cita anche, non l'ha detto nel suo intervento, il Anche lì, sul la posizione mia è la stessa dei miei colleghi, Ministri italiani, e dei miei colleghi, Ministri della Difesa europei. Il riguarda, per 150 miliardi di euro di fondi europei, il rafforzamento delle industrie della difesa, che è quello che interessa l'Europa; il resto riguarda indebitamenti nazionali che sono soggetti ad autorizzazioni parlamentari nazionali e ad autorizzazione politiche nazionali e che noi abbiamo chiesto di strutturare in modo tale da non pesare su altre spese rilevanti, come quelle del sociale, della sanità e della scuola. Siamo ancora in discussione, da questo punto di vista; il tutto nell'ottica di contribuire come Nazione a una difesa più grande di quella che saremmo in grado di fare noi, che ci assicuri di dare a questo Paese quello che la difesa deve dare per Costituzione: preservare il Paese e le libere istituzioni
PRESIDENTE. Il deputato Riccardo Magi ha facoltà di replicare.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Come il Ministro Crosetto ci invita a fare, è necessario restare ancorati alla realtà, ancorati ai sistemi giuridici, ancorati agli strumenti giuridici e al contesto giuridico.
Ma noi abbiamo fatto la domanda al Ministro Crosetto, cioè un responsabile politico di un Dicastero importante, fondamentale in questo momento, non a un generale.
Questo per dire cosa? Che c'è il contesto giuridico, poi c'è la volontà politica di intraprendere una direzione che è anche di mutamento, di cambiamento del quadro giuridico. Lei, recentemente, in un intervento sul ha detto: “Non esiste ad oggi la possibilità, né concreta né giuridica, di un meccanismo automatico di mutuo soccorso, UE, in caso di aggressione di una Nazione (…)”.
Ebbene, il Trattato sull'Unione europea - Trattato di Lisbona - all'articolo 42, paragrafo 7, afferma: “Qualora uno Stato membro subisca un'aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”, ovviamente ONU.
Ovviamente, noi sappiamo benissimo le difficoltà legate alla necessaria unanimità in seno al Consiglio, sappiamo anche che esiste la possibilità di cooperazione strutturata permanente che può essere utilizzata di più e meglio di quanto non sia stato fatto finora.
In altre parole quello che vogliamo dire, Ministro, è che oggi c'è la possibilità di una difesa europea. Non è un problema di strumenti giuridici, è un problema di volontà politica. Ed è su questo che noi la chiamiamo a rispondere. Perché è la volontà politica del suo Governo, della sua maggioranza, che oggi non è chiara, anzi direi che è evanescente, perché ce ne sono almeno due o tre, lo diceva il collega Della Vedova …
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). … è appena uscito il Vice Presidente del Consiglio; esprime su questo tema una volontà politica opposta a quella dell'altro Vice Presidente del Consiglio, che la esprime con sfumature diverse dalle sue e da quelle della Presidente del Consiglio …
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Magi.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). … questo è il punto. Non è più sostenibile, su un tema così delicato, questa ambiguità .
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare interrogazione Lupi ed altri n. 3-01840 di cui è cofirmatario.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, in un contesto globale caratterizzato da minacce sempre più sofisticate, in continua evoluzione, la sicurezza cibernetica è una delle sfide più importanti per la difesa nazionale e per quella europea.
Ne sono un esempio gli scenari internazionali attuali che comprendono, ovviamente, le situazioni di conflitto fra Russia e Ucraina e fra Hamas e Israele, caratterizzate da guerre ibride in cui le azioni belliche classiche sono affiancate da offensive cibernetiche.
Il comparto della Difesa ha certamente un ruolo cruciale nella protezione del Paese e delle sue infrastrutture, quindi deve essere preparato ad affrontare i rischi in materia di Lei, Ministro, è determinante per garantire un costante aggiornamento delle competenze dei militari nel campo della sicurezza informatica. Quindi il gruppo di Noi Moderati le chiede quali sono le intenzioni del Governo per rafforzare la formazione specialistica del personale della Difesa nel settore della sicurezza cibernetica, anche promuovendo le attività di simulazione di crisi cibernetica che coinvolgano, oltre alla Difesa, altri soggetti istituzionali interessati, le principali infrastrutture critiche nazionali e la cittadinanza.
PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.
GUIDO CROSETTO,. Grazie, Presidente. Ringrazio per l'interrogazione che mi fornisce la possibilità di una risposta.
A carattere generale, durante la recente audizione sulla , ho condiviso in modo esaustivo le riflessioni circa l'urgenza di intraprendere un percorso dedicato, per rivedere il vigente quadro normativo con l'intento di: abilitare le azioni e le capacità della Difesa all'identificazione, mitigazione e contrasto delle minacce cibernetiche; legittimare le Forze armate all'utilizzo degli strumenti cibernetici; allineare il ruolo del Ministero della Difesa a quello del comparto ; svolgere attività di preparatorie nell'imminenza di attacchi ; estendere le garanzie funzionali al personale delle Forze armate che opera nel dominio cibernetico; compartecipare alla predisposizione della Strategia nazionale per l'intelligenza artificiale “per gli aspetti in chiave duale”.
Tutto questo con il chiaro obiettivo di identificare: lo spazio di interesse nazionale per la difesa e la sicurezza dello Stato; un'arma , civile e militare, numericamente adeguata e capace di intervenire su tutto lo spettro delle minacce, come è avvenuto in Germania; un'arma che abbia adeguate tutele funzionali per il personale incaricato; un centro per il contrasto alla guerra ibrida, cercando sinergie tra istituzioni e mondo accademico per contrastare la propaganda disinformativa.
Ciò premesso, anche in quella sede, ho posto l'accento sull'importanza della formazione, evidenziando come le norme correnti non siano competitive nell'attuale mercato del lavoro per attrarre le necessarie competenze strategiche.
Ho dunque conferito il mandato agli uffici della Difesa affinché esplorassero tutti i possibili percorsi per attrarre professionalità specializzate in quest'ambito, individuando soluzioni, anche in termini di remunerazione e incentivazione, a prescindere dai profili di carriera e del grado rivestito, così da evitare sperequazioni incomprensibili.
Per quanto riguarda la formazione basica, intermedia e di eccellenza, la crescente sfida ha spinto la Difesa a rivedere in modo organico e integrato i processi di reclutamento, selezione, formazione e impiego del personale, con l'obiettivo di predisporre le condizioni per la creazione di una forza specialistica solida, preparata e capace di rispondere alle esigenze di un dominio in continua evoluzione. Con tale visione è stato istituito il Polo Formativo Cyber della Difesa, presso il Centro Alti Studi della Difesa, che rappresenta il punto di riferimento per la formazione specialistica interforze, e riconosciuto quale struttura a supporto dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
La Difesa si è quindi mossa lungo tre direttrici: a favore di tutto il personale sono stati sviluppati programmi formativi e addestrativi sulla con tecniche multimediali, con l'obiettivo di migliorare la sicurezza informatica di base; dal 2023 abbiamo avviato percorsi di formazione specialistica per operatore che, grazie all'impiego di uno specifico della Difesa e alla collaborazione con il mondo privato, prevedono l'erogazione di moduli altamente specialistici e l'acquisizione di certificazioni internazionali di altissimo pregio; non abbiamo inoltre trascurato la formazione della progettando momenti formativi dedicati sul quali aree vitali per pianificare e condurre operazioni e integrare gli effetti nei contesti multi-dominio. Inoltre, il processo di formazione del personale specialistico si completa attraverso la partecipazione a esercitazioni nazionali, NATO, UE e di partenariato, dove rileva la collaborazione con i cosiddetti pilastri , l'ACN e il comparto di , oltre che con il mondo industriale, e a corsi internazionali erogati dal Centro di eccellenza NATO e dall'Unione europea. La strada da percorrere è lunga, ma la Difesa ha le capacità, la volontà e la determinazione per svolgere con efficacia il suo ruolo istituzionale, anche in questo nuovo insidioso dominio .
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, siamo particolarmente soddisfatti della sua illustrazione. È dovuto andare particolarmente rapido, ma perché abbiamo capito che tante sono le iniziative, densa è l'attenzione del Governo su questo tema e non può che farci piacere.
Certamente, il quadro normativo va ulteriormente sviluppato, l'ha detto con chiarezza, così come l'importanza della formazione su cui il Governo - lei in prima persona - ha iniziato a fare un percorso molto importante, sul quale ovviamente vi incoraggiamo ad andare avanti. E il tema della sicurezza informatica - l'ha sottolineato - è importante dal punto di vista della difesa, ma anche in ambito civile, perché noi oggi abbiamo un Paese in cui sono sottoposti ad attacchi le infrastrutture critiche, il mondo economico-produttivo - soprattutto le piccole e medie imprese, che sono il canale di accesso più fragile ai sistemi più complessi - e i cittadini; decine, centinaia attacchi quotidiani.
Allora, la formazione è certamente importante in tutti gli ambiti, perché è necessario creare competenza nel mondo delle imprese, ma anche consapevolezza nella cittadinanza per apprezzare gli aspetti positivi della tecnologia, ma anche difendersi dai grandi pericoli che essa può rappresentare.
Questo è un lavoro a difesa della democrazia, in senso più ampio, e qualsiasi strumentalizzazione a cui assistiamo in questo periodo è totalmente inutile e la esortiamo a proseguire con determinazione - come è sua caratteristica - sul percorso di far crescere il nostro Paese. Infatti, noi del gruppo Noi Moderati siamo convinti che uno non vale uno e che la conoscenza e la competenza sono elementi strategici di un Paese. Quindi siamo a sua disposizione per sostenerla, per dare contributi normativi, ma anche idee innovative di cui il Paese ha bisogno. Oggi sappiamo che l'Europa ha bisogno e un'Italia più forte rende l'Europa più forte
PRESIDENTE. Il deputato Coppo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-01841 di cui è cofirmatario.
MARCELLO COPPO(FDI). Grazie, Presidente. Grazie signor Ministro. L'interrogazione parla di intelligenza artificiale, della transizione digitale e energetica che c'è in atto. Chiede, ovviamente, come il Ministero stia attuando la sua azione per capire come migliorare la formazione sia di che di dei lavoratori e anche come stia utilizzando l'intelligenza artificiale per fare quell'incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Questo penso sia un argomento molto serio e concreto, molto più concreto degli attacchi che sta ricevendo in questi giorni per uno sport nuovo della sinistra, che è quello di tirare cose alle donne che lavorano Poi, che sia la giacca a lei o i capelli a qualcun altro, ovviamente poco importa.
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, come anticipato dagli interroganti, all'interno della legge di bilancio per il 2025 si è promossa la formazione professionale in modalità duale, incrementando le risorse destinate al finanziamento dei percorsi formativi oltre il perimetro temporale dell'investimento PNRR.
Una scelta effettuata nella consapevolezza che il 70 per cento delle professioni di difficile reperibilità sono riconducibili a profili formati dalla filiera dell'istruzione e formazione professionale. Presso le istituzioni formative regionali, tra l'altro, la percentuale di successo formativo è dell'85 per cento e i tassi di occupazione degli allievi, a tre anni dal conseguimento del titolo, raggiungono il 71,5 per cento dei diplomati, con alta coerenza tra lavoro svolto e iter formativo.
La quota di inattivi su questa platea è sotto l'1 per cento. È la dimostrazione che il sistema duale, attraverso progetti personalizzati creati congiuntamente da istituzioni formative e imprese sul territorio, rappresenti uno strumento efficace per rispondere a un mondo del lavoro in continua trasformazione, contribuisca a ridurre la distanza tra domanda e offerta di lavoro e a contrastare il fenomeno dei NEET.
Il successo delle sperimentazioni sulla formazione professionale in modalità duale trova una sua evidenza nel raggiungimento, con un anno di anticipo rispetto al fissato al 31 dicembre 2025, dell'obiettivo primario di investimento PNRR.
Al 30 novembre dello scorso anno, con l'anno formativo 2023-2024 ancora in corso, è stata superata la soglia dei 129.000 percorsi individuali certificati. Un risultato raggiunto anche grazie alla costante collaborazione tra il Ministero e le regioni, che ha come ricadute strutturali e diffuse sul territorio la programmazione pluriennale dei percorsi, una maggiore stabilizzazione dell'offerta formativa - anche nelle regioni del Mezzogiorno - e un sostanziale incremento delle certificazioni.
La percentuale di iscritti ai percorsi in modalità duale, sul totale dell'offerta IeFP, fa registrare i picchi dell'89 per cento in Veneto - ma egualmente alta nella regione Sicilia: 86 punti percentuali - nonché il tasso di incremento degli iscritti nelle istituzioni formative, che, nell'ultimo anno, ha toccato +366 per cento in Campania. Proprio in esito ai risultati positivi del sistema duale e del corrispondente investimento PNRR e al fine di garantirne continuità e sostenibilità, il Ministero del Lavoro ha definito un quadro pluriennale di incremento delle risorse disponibili finalizzate a stabilizzare e incrementare ulteriormente l'offerta formativa duale attuata anche attraverso l'istituto dell'apprendistato. La convivenza di un unico sistema tra la formazione e l'apprendistato formativo consente peraltro di contrastare i cosiddetti casi di dispersione di eccellenza, ovvero quei casi in cui i giovani, per il loro alto livello di preparazione, sono sollecitati dalle imprese ad abbandonare anticipatamente il proprio percorso formativo.
Sono allo studio una serie di ulteriori iniziative finalizzate a promuovere una più efficace e ampia diffusione del modello duale, considerati gli ampi margini di crescita potenziali del sistema, la necessità di valorizzare al meglio il delle imprese nella formazione delle competenze, anche per rispondere alle profonde transizioni dal mondo del lavoro, e, non ultima, la transizione digitale con l'impatto dell'intelligenza artificiale
PRESIDENTE. Il deputato Volpi ha facoltà di replicare.
ANDREA VOLPI(FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro Calderone. Le esprimo con convinzione, a nome di Fratelli d'Italia, la soddisfazione e il gradimento per questa risposta, perché, così come è avvenuto con i numeri dell'occupazione, così come è avvenuto per le misure intraprese sulla sicurezza del lavoro, così come è avvenuto per la lotta al caporalato, così come è avvenuto per la partecipazione dei lavoratori all'impresa, anche sulla formazione il Governo ha dimostrato di stare sul pezzo, di comprendere che era necessario riattivare i percorsi formativi e di farlo nel modo in cui il mercato lo richiedesse.
Dico che a monte c'è stata una scelta fondamentale: quella di dire stop alla politica di rassegnazione messa in campo con il reddito di cittadinanza, di tornare ad investire sugli italiani, di tornare ad investire su lavoratori e di fare in modo che questi potessero rapportarsi con un mercato che cambia in un mondo che cambia. Dico che abbiamo sempre risposto con un Governo con la lingua e con il linguaggio dei fatti, e, anche quest'oggi, attraverso questa risposta, noi prendiamo atto che ci sono delle idee, che ci sono degli investimenti, e al Ministro diciamo di continuare ad andare avanti su questa strada perché è l'unica che conta.
Alla sinistra, invece, che predilige delle piazze rivoltose e degli insulti personali, diciamo semplicemente che noi, anche oggi, siamo pronti a dare un ulteriore sostegno e un ulteriore dato positivo all'Italia: quello di dire che nel 2024, a differenza degli ultimi 16 anni, in Italia, grazie al Governo Meloni, crescono anche i salari.
Che altro aggiungere: siamo abituati a parlare con la concretezza e penso che il lavoro messo in campo dal Ministro Calderone e dal Governo Meloni vada proprio in questo senso. Quindi, andiamo avanti, Ministro, e buon lavoro ! È questo che serve all'Italia: non le polemiche, ma i fatti, i numeri e tornare ad essere competitivi in un'Europa che ci riconosce anche il fatto che, rispetto ad altri Paesi, noi andiamo meglio .
PRESIDENTE. Il deputato Sarracino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scotto ed altri n. 3-01842 di cui è cofirmatario.
MARCO SARRACINO(PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Ministra, a quanto pare c'è chi per laurearsi deve studiare giorno e notte e chi, invece, riesce a farlo anche con l'università chiusa. A Napoli questi si chiamano miracoli, pensi un po'. Ministra, ieri avrà visto che i salari italiani crescono meno che in Europa, e i bassi salari, di cui lei dovrebbe occuparsi, sono uno dei motivi per cui i giovani, soprattutto i giovani laureati, lasciano il nostro Paese. Ragazzi che hanno studiato e lavorato contemporaneamente, facendo tantissimi sacrifici con le loro famiglie; ma, a quanto pare, in Italia non tutti hanno dovuto faticare per questo titolo, come emerge dall'inchiesta de : Calderone, una strana “laurea della domenica”.
Ministra, allora lei deve chiarire se trova opportuno essere iscritta a un'università dove suo marito sedeva contemporaneamente nel consiglio di amministrazione, come ha svolto gli esami di domenica con l'università chiusa, come era possibile essere alunna e docente allo stesso tempo e, soprattutto, se le tasse le pagava oppure no. Risponda a queste domande, anziché minacciare azioni legali, perché, Ministra, nel mondo reale gli studenti questi privilegi non li hanno .
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, in riferimento all'interrogazione presentata, ritengo necessario fornire alcuni chiarimenti, al fine di confutare le sommarie affermazioni in essa contenute. Poste inopportunamente in relazione con l'azione del Governo, le tesi avanzate, oltre a presentare un'impostazione chiaramente pregiudiziale, si fondano su informazioni parziali e, in alcuni casi, manifestamente distorte .
Vale anzitutto ribadire la piena legittimità e validità dei titoli di studio oggetto delle insinuazioni, conseguiti secondo i percorsi previsti dall'ordinamento e in conformità con la normativa. Dal conseguimento di questi titoli, peraltro, non è scaturito per me alcun vantaggio professionale o politico. Va inoltre sottolineato che l'interrogazione prende le mosse da una cosiddetta inchiesta giornalistica, che in realtà si configura come una vera e propria operazione di dossieraggio ; un'azione basata sull'estrazione e la diffusione illecita di dati personali, con evidenti finalità diffamatorie e strumentali
È preoccupante, è veramente preoccupante che alcune forze politiche dell'opposizione scelgano di fondare la propria iniziativa parlamentare su un simile impianto, anziché confrontarsi nel merito delle politiche pubbliche e delle riforme . L'azione di Governo, come più volte ribadito anche in sede parlamentare, è orientata alla diffusione di una nuova buona e stabile occupazione e alla modernizzazione dei processi di incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Le decisioni assunte - e lo confermano tutti i dati - stanno dando i risultati auspicati.
Alla luce di ciò, appare evidente che ci troviamo di fronte non a una legittima richiesta di chiarimenti, ma a un attacco deliberato alla nostra azione riformatrice Ma rispondi!.
PRESIDENTE. No, colleghi, scusate. Scusi, Ministro. È inutile fare rumore, poi con la parola replicherete quando sarà il vostro turno. I rumori sono inutili. Prego, Ministro.
MARINA ELVIRA CALDERONE,. Evidentemente, non sopportate i risultati ottenuti da questo Governo: con noi cresce l'occupazione e cala la disoccupazione, con il Governo Meloni cresce il lavoro stabile e crollano i contratti a termine. Questi dati inconfutabili non ci vengono perdonati e, quindi, non resta che l'attacco personale; un attacco che, al di là delle apparenze, mira esclusivamente a ostacolare il cambiamento e a difendere vecchie logiche assistenziali e incrostazioni di potere.
Non mi farò intimidire da questi attacchi , continuerò a lavorare con determinazione, nel rispetto della volontà dei cittadini, per costruire un mondo del lavoro più efficiente, trasparente e moderno .
PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Se Ruby è davvero la nipote di Mubarak, allora ha ragione lei, signora Ministra: il suo percorso universitario è ordinario. Soltanto che lei sa che non è così, altrimenti avrebbe risposto nel merito alle questioni che abbiamo posto. Invece, si è limitata a fare la cosa che sapete fare meglio: le vittime. Guardi, signora Ministra, paragonarsi a un normale studente lavoratore è quantomeno ardito nella sua condizione. Lei non portava le pizze su una bicicletta per pagarsi gli studi, lei era il presidente dell'Ordine dei consulenti del lavoro ed era nel di Finmeccanica.
Tra l'altro, aveva anche il marito che sedeva dentro il consiglio d'amministrazione di quella università e quella stessa università beneficiava di 15 milioni del fondo pensione dei consulenti sul lavoro per ristrutturare gli immobili di quell'università.
Noi non diciamo che lei ha avuto un'agevolazione nel suo percorso universitario, ma forse, magari, è più semplice per un alunno sostenere gli esami la domenica nel momento in cui ha tanti santi in paradiso. Infine, lei non ha risposto se le rette sono state pagate, non ha risposto se davvero, come sostiene l'Anagrafe nazionale degli studenti, il suo titolo di studio triennale è valido. Non ha risposto. Ma una cosa le voglio dire, e concludo: per noi lei non passerà alla storia come la Ministra laureata la domenica, lei passerà alla storia come la Ministra della precarietà .
In pochi mesi è riuscita a liberalizzare i contratti a termine, ad allargare i , a mettere in piedi uno straordinario strumento che elimina il tetto al lavoro somministrato e, soprattutto, a negare il salario minimo legale. Questo lo ha fatto nel giorno in cui l'Istat sostiene che in Italia crescono i lavoratori poveri …
PRESIDENTE. Grazie, andiamo avanti. Onorevole Scotto, ha abbondantemente esaurito il tempo.
PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01843 .
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Ministra, ombre pesanti si abbattono su di lei, sul ruolo che ricopre, che continua a intrecciarsi con quello da lei ricoperto in precedenza, in un conflitto di interessi che ha pochi precedenti nella storia della politica italiana e di cui i lavoratori pagano le conseguenze. Lei Ministra del Lavoro, suo marito presidente dell'Ordine dei consulenti del lavoro; lei è stata presidente dell'Ordine dei consulenti del lavoro e suo marito era al suo fianco come segretario del Consiglio nazionale dei consulenti e presidente della Fondazione Studi del medesimo Ordine. Una dinastia, la vostra, praticamente. Ora scoppia lo scandalo della sua laurea. Lei studentessa alla Link Campus University, contemporaneamente iscritta a un corso biennale e a uno triennale, mentre - incredibile, ma vero - è pure titolare di una cattedra. E suo marito? Siede nel CdA della Link, ovviamente.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Ministra, all'Anagrafe degli studenti la sua laurea triennale non risulta, alla Link tutto è chiuso la domenica, uffici, segreteria. Perfino un eurodeputato della Lega, che insegna lì, conferma che l'università è chiusa, ma lei sostiene di avere fatto gli esami in quei giorni. Oggi attendiamo un chiarimento, che finora non abbiamo sentito, su tutta la linea .
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE,. Grazie, Presidente. In merito all'interrogazione presentata, desidero offrire alcuni chiarimenti per ristabilire una narrazione fondata sui fatti. L'iniziativa di parte dell'opposizione si fonda su una ricostruzione distorta della realtà alimentata, come dicevo prima, da un'inchiesta giornalistica che appare sempre più veramente un'azione di dossieraggio sistematico, basato sull'acquisizione e diffusione illecita di dati personali e sensibili, in violazione di norme di legge.
È singolare e, al tempo stesso, molto grave che rappresentanti istituzionali scelgano di legittimare queste pratiche, piegandole a finalità politiche e propagandistiche. Per quanto riguarda le questioni sollevate, ribadisco che tutti i titoli di studio oggetto delle insinuazioni sono pienamente legittimi e conformi alla normativa vigente, come ha certificato anche l'Istituto universitario. Da questi titoli di studio, ripeto, non è stato tratto alcun vantaggio professionale o politico, non serve la laurea per fare il Ministro. Ero presidente dell'Ordine dei consulenti del lavoro, cosa di cui mi onoro, dal 2005 ed ero presidente del Comitato unitario delle professioni, l'organizzazione degli ordini e collegi professionali, dal 2009. Non me lo hanno regalato, mi hanno eletto .
Lavoro da quando avevo 19 anni e ho sempre creduto nello studio e nella formazione continua. Per questo motivo ho deciso di intraprendere un ulteriore percorso di studio, certamente senza l'obiettivo di ricavarne alcuna utilità materiale . Inoltre, le procedure adottate dagli enti che sono stati menzionati nell'interrogazione si sono svolte nel pieno rispetto delle regole, dei criteri di trasparenza e senza alcuna forzatura o irregolarità. Su questo non accetto illazioni e diffamazioni.
Risulta evidente, quindi, che l'obiettivo reale degli interroganti non è quello di ottenere chiarimenti, ma di screditare l'azione del Governo attraverso un attacco personale e mirato che nulla ha a che fare con il merito delle politiche pubbliche e con la tutela dell'interesse generale. Sono il Ministro che ha messo la firma sulla legge che ha superato il reddito di cittadinanza, questo è vero . Vi aspettavate rivolte sociali, qualcuno ha soffiato sul fuoco; invece, l'Italia ha raggiunto il record storico di occupazione, abbattendo il muro dei 24 milioni di lavoratori.
La vostra sconfitta è certificata dai numeri, che, invece, danno ragione al Governo Meloni. Quindi, non resta che l'attacco personale. L'azione riformatrice portata avanti dal Governo incontra - era prevedibile - la resistenza di chi è legato a logiche del passato e vede minacciate posizioni acquisite e anche consenso elettorale. Il Governo non si lascerà distrarre, non si lascerà intimidire. Vi informo che proseguiremo con determinazione nel percorso avviato, nel pieno rispetto delle istituzioni e dei cittadini, affinché l'Italia possa contare su un mondo del lavoro al passo con i tempi e libero da quella logica assistenziale che tanti danni ha causato al sistema produttivo nazionale .
PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di replicare.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Presidente, ovviamente non possiamo essere soddisfatti della risposta della Ministra, anzi, le dico di più: tra gli elementi del conflitto d'interesse che prima ho citato, proprio non avevo nominato il Comitato unitario delle professioni, che indovini adesso da chi è presieduto? Dal marito della Ministra ! Proprio perché noi non siamo qui a raccontare fregnacce, come invece sta facendo lei. Ministra, lei ha parlato - abbiamo letto sui giornali - della normalità di sostenere gli esami la domenica, passando alla storia per la Ministra della laurea della domenica. Ma, Ministra, mi chiedo: a chi si riferiva quando parlava di normalità? A chi, come lei, ha il marito che siede nel CdA dell'università in cui sostiene di avere preso la laurea?
Il suo ennesimo conflitto di interessi? A chi, come lei, per quasi 20 anni ha guidato l'Ordine professionale e lo ha usato a sua immagine e somiglianza, appunto, per 20 anni? Noi adesso abbiamo lì suo marito, che, guarda caso, dalle colonne di giornali amici elogia il lavoro perfetto di questo Governo. Suvvia, Ministra, abbandoni questa insopportabile retorica. Non venga qui a raccontarci che era la studentessa lavoratrice, non insulti quelle ragazze e quei ragazzi che, con sacrificio e fatica , fanno fatica a conseguire un titolo di studio, costretti magari a passare intere giornate a studiare e a lavorare, rinunciando allo stipendio.
Perché le do una notizia - glielo abbiamo già detto, forse lo ha dimenticato -, e cioè che le università, di domenica, sono chiuse. Tutto un altro mondo rispetto a quello a cui è abituata lei, a cui basta alzare il telefono e fare una telefonata per risolvere tutti i suoi problemi. Al pari di altri suoi colleghi di Governo…
VALENTINA BARZOTTI(M5S). … lei non è credibile, non solo per questa questione, ma anche per tutte le politiche di questo Governo che lei sta portando avanti . Lei sta affamando le persone, continua a fare una politica becera sul reddito di cittadinanza. Siamo al ventesimo posto in Europa per i salari e lei, ancora qui, ci viene a dire che è contraria al salario minimo.
Ministra, lei si deve vergognare. Per noi viene bocciata su tutta la linea, lei e le sue politiche !
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta odierna, la IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) ha proceduto all'elezione del deputato Giorgio Fede a Segretario, in sostituzione del deputato Luciano Cantone che, avendo cessato di far parte della Commissione, è decaduto da tale incarico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Presidente, credo che sia venuto il momento, dopo tanti mesi, che Giorgia Meloni, così come il Sottosegretario Mantovano, riferiscano a quest'Aula quello che è davvero successo sul caso Paragon. Ciò che abbiamo appreso dai giornali è di una gravità inaudita.
Tra l'altro, come temevamo e come per primi qui in Aula abbiamo denunciato, dopo mesi di smentite, misteri, ritrattazioni, dopo che abbiamo depositato le prime interrogazioni, il Governo, Palazzo Chigi ha subito definito molto inquietante la vicenda, per poi dire che i servizi segreti - l'AISE, l'AISI - non erano coinvolti. Per poi vedere la società israeliana dire che erano stati interrotti tutti i rapporti con l'Italia. Per poi arrivare a scoprire che, in realtà, sia l'AISE sia l'AISI avevano non solo dei rapporti, ma avevano quel , quello . Per poi negare, di volta in volta, il coinvolgimento del Governo.
Ecco, ieri è successa una cosa per noi gravissima. All'audizione al Copasir, Mantovano ha finalmente ammesso: Mediterranea e i suoi attivisti sono stati spiati dai servizi segreti italiani tramite quel . Perché, Presidente? Lo chiediamo a lei, lo chiediamo a Giorgia Meloni. Perché sono un pericolo per la sicurezza nazionale? Meno male che al Copasir il direttore dell'AISE, Caravelli, aveva escluso l'uso dello per controllare giornalisti e attivisti. Meno male che Palazzo Chigi aveva escluso il coinvolgimento del Governo. Sono stati spiati per ordine del Sottosegretario Mantovano e con l'autorizzazione del procuratore generale della Corte d'appello di Roma, il dottor Amato.
Doveva essere un segreto a quanto pare, ma noi lo abbiamo scoperto. La democrazia lo ha scoperto, ed è ora che si sappia tutta la verità, Presidente. Ora tutto il mondo conosce questa operazione, che è degna dei peggiori regimi. Mantovano si fa scudo con la legge, non risponde alle interrogazioni, ma ci devono essere fondati motivi per farlo, così per spiare degli attivisti. E quali sarebbero i motivi? Salvare vite umane non è ancora un reato, anche se questo Governo fa di tutto per renderlo più difficile .
Per noi è evidente, Presidente, l'abuso di potere. E, d'altra parte, è lo stesso Governo che spia le organizzazioni umanitarie, ma che poi porta il generale Almasri con un volo di Stato. Era socialmente pericoloso, sì, come abbiamo detto oggi, ma meglio liberarlo e consegnarlo. E sappiamo bene che proprio l'AISE cura i rapporti con la Libia e con questi criminali. Quindi, ricapitoliamo, se non fosse chiaro a chi ci ascolta: chi salva donne, uomini e bambini è un pericolo per la sicurezza nazionale; chi tortura, uccide, stupra quelle stesse persone innocenti è sotto la nostra protezione.
Vogliamo sapere la verità! Vogliamo capire perché sono stati intercettati quegli attivisti. Vogliamo capire se anche noi parlamentari, che ammettiamo alla luce del sole di conoscere quelle persone, di intrattenere rapporti con quelle persone, siamo stati intercettati.
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARCO GRIMALDI(AVS). Ho concluso. È di una gravità inaudita questa vicenda, soprattutto perché in Aula non si vuole dire nulla. Si pensa di secretare e, di giorno in giorno, si scopre una nuova verità. Per questo continueremo a chiedere giustizia e soprattutto verità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Lei sa che le interrogazioni parlamentari servono per offrire risposte all'opposizione. Non entrerò nel merito del che è terminato qualche minuto fa. Non è questo il motivo della polemica, anche se le risposte che uno immagina possa ricevere da un Ministro sono risposte che si pretendono puntuali, però ciascuno ha il suo stile. Tuttavia, ho bisogno e avverto il dovere di informare quest'Aula che, nei minuti in cui noi eravamo qui a interloquire con la Ministra Calderone, è arrivata una risposta ufficiale da parte del Ministero dell'Università.
Le leggo le parole scritte in questo documento ufficiale: “Al momento del conseguimento della laurea triennale della Ministra Calderone, l'Università Link si configurava come istituzione straniera. I titoli emessi, quindi, non risultano nell'Anagrafe nazionale dei laureati”. Cosa significa? Significa che quello che ha sostenuto pochi minuti fa la Ministra, cioè che il percorso universitario era regolare e riconosciuto, dal punto di vista del Ministero dell'Università, e quindi del Governo in cui lei siede, non è vero. E allora noi le chiediamo, con urgenza, di avere un'informativa della Ministra dell'Università. Vogliamo capire chi ha ragione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. Quanto appena sostenuto dal collega Scotto è verità. Al la Ministra del Lavoro, Calderone, non ha detto una parola rispetto a quello che le abbiamo chiesto sui suoi titoli e sulle gravi ombre che attengono lei, il suo ruolo e la sua formazione, e questo è gravissimo . Quindi, chiediamo anche noi che venga assolutamente qui la Ministra dell'Università a spiegare quello che è successo e, quindi, anche farci sapere perché qui, colleghi, il problema è abbastanza serio, mi pare.
Perché, se manca la laurea triennale, evidentemente, manca anche la laurea magistrale della Ministra, e quindi i requisiti per poter essere iscritta all'Ordine dei consulenti del lavoro e, conseguentemente, anche il suo come Ministra risulta veramente, veramente, direi, ridicolo, colleghi. Colleghi, è ridicolo, perché la Ministra ha mentito ! Non serve, come ha detto la Ministra, avere la laurea per fare il Ministro o la Ministra, ma non millantare di avere titoli che non hai! Questo è il tema! Questo è il tema! Per cui insistiamo per la convocazione immediata dell'informativa e, Presidente, attualmente, gli unici record e gli unici titoli che ci risultano della Ministra Calderone sono il record di povertà assoluta di questo Paese , 5,6 milioni di poveri, il record di salari bassi in Europa e il record di palle incredibili che ci viene a raccontare in questo Parlamento .
PRESIDENTE. Prendiamo atto delle richieste che, ovviamente, inoltreremo al Governo.
Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente, anche da parte del gruppo AVS per unirci alla richiesta del collega Scotto, che poi è la richiesta di un'informativa di una Ministra per sapere se un'altra Ministra ha detto la verità. Può sembrare una battuta, ma non lo è. Siamo costretti a fare questo perché, come si diceva, qualche minuto dopo avere ascoltato la Ministra in quest'Aula, le informazioni che arrivano dal Ministero dell'Università contraddicono non tanto quello che ha detto, quanto quello che non ha detto. Se non c'era niente da nascondere e se c'era una verità difendibile da sostenere, andava fatto in quest'Aula. È sempre un errore e induce a pensare - diciamo così - sempre peggio quando non si mette in campo tutta la verità. E poi succede quello che sta accadendo in questi minuti.
Noi chiediamo di sapere, sulla base della comunicazione del Ministero dell'Università, se la laurea triennale conseguita dalla Ministra Calderone abbia avuto il riconoscimento in Italia, come tante persone che si laureano all'estero per vari motivi e che, devo dire, fanno tanta fatica. Perché è una cosa molto difficile, molto complessa e molto tortuosa vedersi riconoscere un titolo di laurea in questo Paese, ma avviene anche al contrario, ad essere onesti. Quindi, a questo punto, è davvero urgente che la Ministra dell'Università venga a dirci come stanno effettivamente le cose .
PRESIDENTE. Colleghi, ovviamente inoltriamo le richieste. Per evitare di farmi cogliere in fallo, chiedo se ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori: non ce ne sono.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1305: Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria.
Ricordo che nella seduta del 9 dicembre si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli della proposta di legge.
MASSIMILIANO PANIZZUTIl parere sulle proposte emendative è di invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Ringrazio i colleghi per il puntuale lavoro, certo che le tematiche sollevate, nel caso, potranno essere sviluppate negli eventi correlati alla Giornata stessa.
PRESIDENTE. Questa è una postilla che accogliamo. Il rappresentante del Governo?
MARCELLO GEMMATO,. Grazie, Presidente. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.1 Zanella. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Zanella. Dichiaro aperta la votazione…La votazione è revocata.
Onorevole Grimaldi, un po' prima. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Come sapete, in generale, siamo molto contrari a continuare a far proliferare queste giornate di celebrazione. Lo abbiamo detto in tutti i provvedimenti che sono arrivati. Certo, ognuno ha le sue sensibilità e questo, per noi, è molto importante, in realtà, perché da sempre siamo impegnati sul benessere animale, sulla tutela della biodiversità e su quanto la nostra agricoltura, la zootecnica e gli allevamenti possano migliorare le condizioni di vita di quegli esseri viventi che noi, spesso, non consideriamo all'altezza di avere dei diritti.
Per questo ve lo dico: qua abbiamo davanti un emendamento per nulla ideologico. Chiede semplicemente: “favorire e promuovere la transizione verso un'agricoltura e una zootecnica più sostenibili attraverso un'organizzazione degli allevamenti compatibile con le finalità di protezione della salute e del benessere animale (…)”. Lo dico perché siamo dentro la discussione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria. Il mondo ci dice che dobbiamo riflettere, soprattutto dopo la pandemia che abbiamo vissuto.
Guardate che il tipo di alimentazione, ma anche il tipo di benessere che quegli animali, in qualche modo, vivono, rinchiusi magari in mega palazzoni di 20-30 piani, come abbiamo visto dalle immagini della Cina, ci proiettano verso una distopia che è già reale. Quel benessere c'entra con quegli esseri viventi, ma c'entra anche con la nostra salute, con la salute del pianeta. Veramente sono esterrefatto, perché è un emendamento non solo di buonsenso, ma ci dice che addirittura le multinazionali hanno capito alcuni errori e alcuni limiti dello sviluppo della zootecnica e dell'agricoltura. Gli allevamenti intensivi dovranno pian piano ridursi per ritornare a un equilibrio. E allora vi chiedo, lo chiedo al Sottosegretario, se non sia il caso di rivedere questo parere, soprattutto dentro questo tipo di provvedimento.
Dato che sono meno esseri viventi degli altri, allora vogliamo utilizzare i veterinari, per cui ha senso avere una Giornata nazionale? Lo diciamo noi, che non siamo convinti che sia questa la soluzione. Ma per cosa scrivete le leggi? Per dire che lo avete fatto e che anche voi vi siete occupati degli animali, quando, invece, non vi interessa nulla degli animali e nemmeno degli esseri umani ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento. Capisco che siamo ormai in un monocameralismo imperfetto, come si suol dire. Questo è un provvedimento che viene dal Senato, addirittura dal 12 luglio 2023, e quindi oggi lo andiamo a ratificare. Ma credo che questo emendamento sia assolutamente di buonsenso. Vedere un po' più in là rispetto al concetto stesso di benessere credo sia assolutamente indispensabile, fondamentale. Tra l'altro, è ben inserito anche nel nostro contesto costituzionale, articolo 9 della Costituzione. E quindi mi chiedo come sia possibile rigettare questo emendamento, non prenderlo in considerazione.
Al netto che non se ne può più di tutte queste Giornate, oggettivamente, e al netto del fatto che, ovviamente, non voteremo contro l'istituzione di una Giornata per la prevenzione veterinaria, però almeno diamole un significato, diamole un valore, diamole un valore aggiunto. Cosa volete che sia se fa un altro passaggio all'altra Camera?
Se fate un'operazione di questo genere anche su proposte di legge tutto sommato abbastanza banali, perché si tratta di istituire una giornata, ma almeno facciamolo nel miglior modo possibile. Quindi, in questo senso, propongo intanto di accantonare l'emendamento, se è possibile, e allo stesso tempo di riflettere ulteriormente prima di bocciarlo in maniera definitiva .
PRESIDENTE. C'è la richiesta di accantonamento. Chiedo al relatore qual è il suo parere in merito a questa richiesta di accantonare l'emendamento 2.1 Zanella.
MASSIMILIANO PANIZZUT, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Contrario. Chiedo se ci sono colleghi che intendono parlare a favore della richiesta di accantonamento. Nessuno. Chiedo se c'è qualcuno che vuole parlare contro. Nessuno.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 2.1 Zanella.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 41 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1 Zanella.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, intervengo solo per far presente una cosa. La nostra posizione come Alleanza Verdi e Sinistra su questa norma è molto critica per un motivo molto semplice, perché difendere gli animali e il benessere animale solo dal punto di vista estetico, a nostro avviso, risulta un errore, è addirittura controproducente. Non possiamo immaginare solo di parlare di un tema senza poi attuare i fatti. L'articolo 3, come emendato dalla collega Zanella, pone il tema del superamento degli allevamenti intensivi.
Nessun animalista al mondo pensa che l'allevamento intensivo sia il futuro degli allevamenti, ma neanche gli scienziati, i quali sanno benissimo che gli allevamenti intensivi, oltre ad essere qualcosa di mostruoso, sono spesso controproducenti per la salute umana. Stiamo parlando di una Giornata in cui dovremmo discutere di questi temi e abbiamo semplicemente messo in evidenza gli aspetti che sarebbero collegati a una Giornata dedicata anche al benessere animale. Se non è così, che senso ha mettere in piedi una norma di questo tipo?
La prevenzione veterinaria, se non è anche benessere animale, cos'è? Se nella prevenzione del benessere animale, nella prevenzione veterinaria, non c'è l'idea del superamento degli allevamenti intensivi, questa Giornata cos'è? E questo è il motivo per cui ci stiamo astenendo. Chiaramente, in termini assoluti, siamo tutti quanti d'accordo, ma è come dire: sei contro la guerra? Siamo tutti d'accordo, però c'è chi poi finanzia le guerre e chi è contro il finanziamento delle guerre. Non possiamo essere d'accordo sul benessere animale, sulla prevenzione veterinaria e, allo stesso tempo, sostenere gli allevamenti intensivi. È questo il motivo per cui stiamo insistendo su questi emendamenti e ci stiamo astenendo, pur ovviamente essendo favorevoli.
Poi un giorno dovremo discutere di quanto allungare il calendario per metterci tutte le giornate che stiamo dedicando. Penso che stiamo per diventare il Paese al mondo con più giornate dedicate a tutto, però ci può anche stare; il tema, però, è che queste giornate abbiano un significato, altrimenti rimane solo estetica. Poiché noi veramente ci teniamo agli animali e partecipiamo attivamente alle battaglie all'interno del Parlamento in difesa degli animali, non ci sentiamo di sostenere una Giornata in cui il problema degli allevamenti intensivi non sia almeno al centro della discussione in quella Giornata
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Se posso, anche io vorrei sottoscrivere questo emendamento e riportarmi anche alle considerazioni che sono state svolte dal collega che mi ha preceduto. Noi adesso stiamo istituendo una nuova Giornata: i giorni dell'anno sono 365, tra poco penso che li esauriremo. Può avere senso l'istituzione di una Giornata dedicata, come dice questa proposta di legge, alla prevenzione veterinaria, qualora ci sia una ricaduta pratica, un riflesso.
Molte inchieste giornalistiche hanno messo in evidenza le sofferenze degli animali negli allevamenti intensivi e credo che tutti noi oramai siamo sensibili a questo tema, almeno io lo spero, sicuramente la mia parte politica. C'è anche una diversa considerazione del mondo animale: gli animali adesso vengono visti e vissuti come esseri senzienti, non più semplicemente come delle com'era per il passato. Questo ha portato anche a una riformulazione della disciplina penalistica, il codice penale ha una nuova disciplina in relazione al maltrattamento degli animali.
Quindi, c'è tutto un che può portare, a mio parere, all'approvazione di questo emendamento, che darebbe senso e un significato all'istituzione di questa Giornata, che altrimenti resterà semplicemente lettera morta. Quindi, confido che questo emendamento sia accantonato o quantomeno esaminato favorevolmente dall'Aula
PRESIDENTE. Sottoscrivono l'emendamento in esame l'onorevole Prestipino, l'onorevole Evi e l'onorevole Quartini. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.1 Zanella. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MARCELLO GEMMATO,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1305/1 Zanella il parere è favorevole, previa riformulazione del capoverso 3 della premessa, sostituito come segue: “l'articolo 3 del disegno di legge in esame prevede che le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione possano promuovere, nel rispetto dell'autonomia scolastica, la necessità di una alimentazione appropriata e il contrasto e prevenzione delle malattie infettive a rilevanza endemica e pandemica a carattere zoonotico”, mentre l'impegno viene riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di promuovere, per quanto di competenza e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, attività di sensibilizzazione relative alla riconversione dei sistemi di allevamento intensivo verso un modello di agricoltura e zootecnia compatibile con la tutela della salute, dell'ambiente e del benessere animale, nel corso degli eventi, nelle istituzioni scolastiche e negli spazi dedicati alla Giornata della prevenzione veterinaria da parte del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1305/2 Benzoni il parere è favorevole con riformulazione, introducendo, dopo le parole: “nell'ambito della promozione capillare della sensibilizzazione dei cittadini attraverso l'istituzione di una giornata dedicata ad approfondire e divulgare il tema della prevenzione veterinaria”, le seguenti parole: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori iniziative”, eccetera, eccetera. Quindi, soltanto la locuzione “a valutare l'opportunità nell'ambito dei vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. n. 9/1305/3 Dori il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1305/4 Longi il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di”.
PRESIDENTE. Onorevole Zanella, accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1305/1? Sì.
Onorevole Benzoni, accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1305/2? Sì.
Onorevole Dori, accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1305/3? Sì.
Onorevole Longi, accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1305/4? Sì.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Il gruppo di Italia Viva voterà a favore di questa proposta di legge. È importante istituire una Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria, anche perché siamo in una fase molto delicata. Da un lato, è necessario riconoscere il ruolo e la professionalità di tanti professionisti del mondo sanitario-veterinario, e, dall'altro lato, è fondamentale mettere in campo una strategia, una pianificazione sul fronte della prevenzione e di un modello…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Gadda. Non è possibile, non è possibile, davvero. Colleghi, stiamo svolgendo dichiarazioni di voto finale. Chi non è interessato esca e lo faccia soprattutto in silenzio; chi sta in Aula deve stare in silenzio. Viceversa, l'onorevole Gadda non ricomincerà il suo intervento fino a quando non ci sarà il silenzio che quest'Aula pretende. Abbia pazienza un attimo, onorevole Gadda, perché i colleghi, nel rispetto che portano a lei e, soprattutto, al ruolo che svolgono, staranno in silenzio. Però aspetti, perché non c'è silenzio. Aspetti, aspetti. Ora sì, prego, onorevole Gadda.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Magari per le prossime volte facciamo un'altra cosa: interrompiamo per 5 minuti l'Aula, perché credo sia anche un elemento di scorrettezza per chi interviene sempre per primo.
PRESIDENTE. No, no, se escono poi, per farli rientrare, onorevole Gadda, ci pensa lei? Una bacchetta, basterebbe una bacchetta per la Presidenza, però di quelle estensibili.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Però, sa, anche essere interrotti non è mai cosa piacevole e non dà neanche a quello che si sta dicendo.
PRESIDENTE. Ha ragione. Le chiedo io, ancora una volta, scusa a nome di tutti. Prego.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). In ogni caso, Presidente, stavo dicendo che noi voteremo a favore di questa proposta di legge, perché è importante riconoscere la professionalità di tanti professionisti della sanità veterinaria, da un lato, e, dall'altro, metterci in cammino verso un processo di gestione e di programmazione che vada nella direzione di quello che oggi tutti noi chiamiamo cioè un sistema che metta insieme la salute dell'ambiente, degli animali e delle persone.
Detto questo, però, noi per l'ennesima volta ci ritroviamo in quest'Aula a istituire un'ennesima giornata. Quindi probabilmente, ad un certo punto, finiranno i giorni dell'anno e avremo anche degli accavallamenti, avremo delle giornate sulla prevenzione veterinaria da condividere, magari, con qualcos'altro. E, dall'altro lato, il classico articolo che accompagna queste proposte di legge, la clausola di invarianza finanziaria. Quindi, ci si trova a chiedersi come i diversi operatori, pubblici e privati, le scuole, dovranno poi effettivamente attuare e mettere in campo proposte di legge e iniziative di questo tipo.
In ogni caso, colgo questa occasione per rimarcare altri punti che sarebbe fondamentale percorrere con maggiore convinzione in questo Parlamento, ma anche a livello governativo. Questo perché, se dobbiamo riconoscere il ruolo dei veterinari, anche dei veterinari di sanità pubblica, dovremmo partire da un dato di fatto: che nei mesi trascorsi sono più di 108 i casi denunciati di aggressioni di medici veterinari di sanità pubblica, che ispezionano allevamenti, che si occupano di animali maltrattati, magari animali che si trovano in gestione anche della criminalità organizzata.
Molti di questi professionisti sono donne e credo - lo dico parlando appunto al Sottosegretario Gemmato - che sarebbe importante integrare, approfondire ulteriormente e rilanciare il Tavolo interministeriale sulla sicurezza degli operatori sanitari, perché questa specifica categoria di lavoratori sanitari, i veterinari, appunto, si trova in una fattispecie ancora più particolare dei professionisti del pronto soccorso, perché il pronto soccorso è una struttura ben identificata, dove ci sono i colleghi; invece, molte volte, quando questi professionisti della sanità pubblica vengono aggrediti e insultati, anche in modo molto aggressivo, si trovano da soli in luoghi esterni, che sono fuori da ogni tipo di controllo.
Quindi, forse un , un approfondimento su questo dovrebbe essere fatto rispetto ai veterinari, ai tecnici di prevenzione e agli operatori che, in generale, la pubblica amministrazione manda a fare i controlli anche nelle strutture private e nei nostri comuni. Un altro elemento che mi permetto di suggerire al Governo: se noi dobbiamo fare una Giornata legata alla prevenzione veterinaria - chiaramente parliamo di zoonosi che si stanno diffondendo sempre di più nel nostro Paese per una serie di motivi -, la prevenzione veterinaria si fa anche dotando gli operatori dei corretti strumenti di biosicurezza, strumenti che sono di educazione e di formazione, ma anche delle risorse per mettere in atto queste misure.
Perché gran parte del nostro sistema produttivo, in questi mesi, e lo sarà purtroppo anche in prospettiva, è colpito da diverse zoonosi: la peste suina africana, la brucellosi, la “lingua blu”. E l'elenco è ancora molto lungo. Quindi, credo che sia venuto il tempo di avere un piano nazionale di prevenzione veterinaria, che metta in campo una strategia che includa, laddove sono esistenti e laddove è possibile, anche dei piani di approvvigionamento dei vaccini, ma, in generale, una strategia che consenta ai nostri operatori e al nostro sistema produttivo di essere più resiliente, e agli operatori della sanità e ai veterinari di sanità pubblica di operare con strumenti migliori.
Un altro elemento che sottopongo all'attenzione del Governo e che sta diventando abbastanza urgente è quello della sperequazione che è in atto rispetto a queste professionalità, perché, è vero, ci sono le borse di studio anche per le professioni veterinarie, ma queste borse di studio, se parametrate all'effettivo fabbisogno, cubano circa 400 euro al mese. Quindi, credo che, per riconoscere davvero, non soltanto attraverso giornate e pezzi di carta, la professione dei veterinari, la loro specializzazione e il loro ruolo pubblico, non si possa pensare intanto a creare delle differenze con altri professionisti della sanità e non si può pensare sicuramente a queste cifre.
Infine, l'ultimo elemento: per andare in una direzione sempre più resiliente di quel concetto di che è inserito in questo testo, noi abbiamo bisogno di professionisti altamente specializzati rispetto alle sfide del nostro tempo. Quindi, è necessario ed è importante - questo lo chiedono le rappresentanze di questo importante settore, di queste importanti professionalità - che ci sia un riordino delle scuole di specializzazione rispetto ai nuovi fabbisogni, rispetto alle nuove sfide e rispetto alle nuove opportunità, in termini di aggiornamento delle competenze e standardizzazione della formazione, perché esistono ancora, purtroppo, delle disomogeneità che vanno colmate, e una maggiore integrazione con i centri di ricerca, perché le zoonosi stanno colpendo in modo molto consistente il nostro Paese.
Il 75 per cento delle malattie che hanno colpito l'uomo negli ultimi 10 anni è stato trasmesso da animali o da prodotti di origine animale non controllati. Quindi, da qui capiamo anche l'importanza di avere delle professionalità in grado di intervenire per tempo quando serve, e non soltanto rincorrendo i problemi, perché sappiamo anche cosa significhi poi rincorrere i problemi. La peste suina africana è l'emblema, da questo punto di vista.
Noi abbiamo settori produttivi che sono in ginocchio e il Governo Meloni, purtroppo, nonostante le competenze del commissario straordinario Filippini, non riesce ad arrestare una malattia che sta espandendosi nel territorio nazionale, non soltanto nelle primissime zone rosse che erano state identificate.
E poi è importante che questi corsi di specializzazione siano aggiornati anche per dare delle risposte alle nuove esigenze del mercato. Per esempio, sarebbe importante che ci fosse una medicina più approfondita, più legata anche al tema degli animali esotici, piuttosto che una sanità pubblica veterinaria che interviene in tanti luoghi dove il nostro straordinario sia in termini di materie prime, di allevamento, che in termini di prodotti trasformati, interviene proprio per verificare la bontà dei processi, delle procedure, del benessere animale.
E, quindi, un ultimo elemento, anche l'internazionalizzazione. Favorire la mobilità internazionale dei veterinari, favorire la mobilità delle competenze credo vada nella direzione di un sistema sanitario che prevede anche la sanità veterinaria, che sia aggiornato sulle evoluzioni che non esistono sul fronte della ricerca e delle buone pratiche solo nel nostro Paese, ma anche nel panorama internazionale. Quindi, ribadisco il voto tiepidamente favorevole da parte del gruppo di Italia Viva, auspicando però che questo possa essere un passo verso qualcosa di più sostanzioso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Saverio…no, Francesco Emilio Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente…
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). No, si figuri, era anche lui di origine napoletana. Allora, noi preannunciamo il nostro voto di astensione perché riteniamo questa Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria, che si istituisce, una giornata estetica e non sostanziale. Gli emendamenti che abbiamo presentato al Governo per intervenire, in particolare, sul sistema degli allevamenti intensivi, che è la nuova frontiera di chi vuole affrontare i problemi anche del rapporto e della trasmissione di alcune malattie, sono stati bocciati.
Tra l'altro, proprio oggi avviene una cosa che ci lascia molto perplessi: mentre, da una parte, il Governo e la maggioranza promuovono questa Giornata, dall'altra parte è stata approvata, sempre dalla stessa maggioranza, una norma sul declassamento del lupo da specie particolarmente protetta a specie protetta. E leggiamo che questo è stato ritenuto, da alcuni esponenti politici di questa maggioranza, un grande risultato. Cioè, noi riteniamo che sia grande il risultato di non proteggere più, o meglio, di ridurre la protezione nei confronti di un animale da sempre superprotetto come il lupo, che era in via di estinzione.
Allora, fatemi capire un po' che cos'è l'idea della difesa del benessere animale.
Credo che forse il più grande risultato politico raggiunto da questa maggioranza sia stato di permettere al Senato - perché qui alla Camera non è avvenuto - di fare entrare il cagnolino di qualche senatore dentro il palazzo del Senato. Sicuramente noi siamo favorevoli, però tutta l'attività a favore del benessere animale e del rapporto di convivenza, che noi proponiamo da sempre, tra l'uomo, gli animali e la natura non può certamente ridursi al fatto di farsi qualche foto con il proprio cagnolino mentre si passeggia all'interno dei corridoi del Senato
Onestamente, per noi è estremamente riduttivo. Non è un caso che una delle figure da sempre più rappresentative del centrodestra alla Camera sia sostanzialmente una persona che non abbiamo mai sentito intervenire in Aula: penso che non sia quasi mai venuta, e non è un caso. Perché, anche in quel caso, è estetica della battaglia a favore degli animali. Non a caso, si è dovuto creare un nuovo Intergruppo a favore degli animali perché quello precedente non si riuniva e non faceva attività a favore degli animali. Era estetico anche lui .
Noi diciamo di voler sostenere gli animali, ma nella sostanza l'unica cosa che sappiamo fare è utilizzarli per gli esperimenti scientifici, in alcuni casi anche di cosmesi, che onestamente troviamo veramente inaccettabili; per mangiarli, casomai facendoli soffrire tantissimo con allevamenti super-intensivi e super-violenti nei confronti di questi animali; per ucciderli, sparargli, perché ovviamente ci deve essere il cacciatore che deve avere sempre più possibilità, deve sparare sempre di più.
Questo, peraltro, è un grande tema che noi ci poniamo da tempo: ma se a una persona piace tanto sparare, perché non va a fare il tiro al piattello? Questa è una delle grandi domande che noi ci continuiamo a porre; questa idea che dobbiamo ammazzare per forza un altro essere vivente l'avremmo potuta capire, la capiamo e la potremmo capire solo esclusivamente per la propria sopravvivenza. È chiaro che la caccia non è nata come divertimento, ma per la sopravvivenza dell'uomo. Ma oggi che senso ha continuare ad allargare ulteriormente le maglie? Certo, c'è un blocco di persone che vota, che fa pressione, ma che sostanzialmente è oramai anacronistico.
Noi andiamo verso il futuro senza immaginare che questo futuro non è soltanto dell'uomo, ma è di tutto il creato. Perché, poi, noi siamo super-religiosi soltanto esteticamente, anche in questo caso. E quindi non comprendiamo davvero cosa significhi istituire questa Giornata nel momento in cui non si fa niente e non si è fatto niente neanche a favore dei veterinari. Voglio ricordare che la denuncia dell'aggressione avvenuta alla Federico II nacque da alcuni studenti che mandarono a me il video di quello che era successo. E, anche in quel caso, non ci sono stati interventi legislativi e sostanziali, perché noi rimaniamo in una sorta di estetica dell'impegno. È tutto a parole.
Come a parole è rimasto l'impegno votato dalla scorsa legislatura e che doveva essere attuato dal Ministro competente, ossia quello di arrivare alla graduale dismissione dei circhi con animali. Neanche questo si vuole fare. Qual è il divertimento nel vedere degli animali, che dovrebbero vivere nella savana, nella giungla o in altri , utilizzati per il nostro divertimento? E sono quotidiani i video che fanno vedere che li frustano, gli lanciano le sedie addosso. Questo è il nostro divertimento. E sia chiaro: noi non abbiamo nulla contro l'attività circense, siamo favorevoli anche a finanziarla con i fondi della cultura. Ma che sia attività circense quella dei trapezisti, dei degli acrobati, assolutamente. L'idea che ancora oggi, nel 2025, non si sia trovato il tempo di applicare quella norma, perché bisogna fare i decreti attuativi, ci fa capire che questa legge, questa Giornata è una giornata
Noi dovremmo cercare di fare una norma che prevede la possibilità, normativamente, di avere le giornate del , quindi tutte le giornate della mattina, le giornate del pomeriggio e le giornate serali, perché non ce la faremo più con tutte le giornate che stiamo istituendo. Il tema è: oltre a fare l'estetica, cioè dirle, le vogliamo riempire di contenuti?
E sulla Giornata nazionale della prevenzione veterinaria, se non interveniamo su questo, innanzitutto sul benessere animale, di che parliamo? E della sicurezza di chi opera rispetto agli animali? Mi riferisco non solo alle facoltà, ma ovviamente alle ASL veterinarie. È tutto un modo per far vedere, per riempirci un po' la bocca, insomma un po' come abbiamo fatto al Senato: facciamo entrare qualche cagnolino e così abbiamo detto che anche noi amiamo gli animali. Guardate che gli animali però non sono - e lo dice uno che ama i gatti in particolare - soltanto i gatti e i cani: sono tutti gli animali. Eppure, sembra che noi parliamo soltanto di quelli che convivono con l'uomo da più tempo. E, soprattutto, perché non siamo in grado di andare verso la modernità nel rapporto con gli animali?
Voglio ricordare addirittura che non solo non c'è una posizione chiara nei confronti degli allevamenti intensivi, ma, quando si è parlato di carne coltivata - che non è carne sintetica, e chi dice che è carne sintetica dice una falsità -, avete risposto: no, dobbiamo tutelare. La carne coltivata significherebbe risparmiare la vita a centinaia di migliaia di animali, permettendo liberamente all'uomo di scegliere, e anche questo non è possibile fare. Allora di che prevenzione parliamo?
E ancora, legate al problema del rapporto tra uomo e animale ci sono state le questioni legate alla mucca pazza, all'influenza aviaria. Non ci hanno insegnato nulla, anzi, stiamo implementando le sperimentazioni e gli allevamenti brutali e violenti, con - aggiungiamo sempre noi - l'intervento dell'uomo per cercare di ingrassarli il più possibile, di mettere antibiotici nel corpo di questi animali, di cambiare la loro forma, di massacrarli in modo assurdo.
Ecco, è evidente che noi non voteremo contro per un motivo molto semplice: non ci mettiamo a votare contro una legge che prevede l'istituzione di una Giornata dedicata alla prevenzione veterinaria, però, onestamente, siamo stanchi di continuare a votare cose marginali, che non portano alcun vantaggio al sistema sociale, in questo caso al rapporto tra uomo e animale, e non vengono affrontati i grandi temi…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). …che noi, da anni, portiamo avanti in questo Parlamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ci uniamo un po' alle considerazioni della collega Gadda, del collega Borrelli, condivisibili, perché è difficile per noi votare contro una Giornata sulla prevenzione veterinaria. Lo facciamo per l'attenzione che diamo agli animali, per quello che rappresentano. Però facciamo qualche considerazione: le giornate dell'anno sono 365, le abbiamo già finite. Lo ha proposto anche il collega di AVS, dobbiamo iniziare a fare le giornate della mattina e le giornate del pomeriggio. E ne abbiamo tante altre che, in giro per le Commissioni, sono in attesa di essere approvate: dagli abiti storici ai tessuti, a chissà cos'altro.
E se queste giornate non rappresentano, però, un impegno concreto e attivo per fare qualcosa, sono chiacchierate che facciamo amichevolmente in quest'Aula, ma che non portano ad alcun risultato. Ne abbiamo istituite talmente tante che sarebbe bello che ogni seduta iniziasse ricordando che giornata nazionale è, affinché quest'Aula possa ricordarla e intervenire in quel senso. Sono tutte giornate che si impegnano a fare una serie di attività di divulgazione, di attenzione, di promozione. Io sfido che, nelle scuole, ogni giorno venga ricordato che è la giornata della prevenzione di qualcosa o di qualcos'altro. Non succede così. Sono provvedimenti profondamente vuoti e penso sia difficile votare contro.
Detto ciò, servono davvero a poco, se non associati a provvedimenti reali rispetto a quello che qui dentro c'è. E c'è il tema - e lo ha detto prima di me il collega - di capire che la prevenzione veterinaria va oltre a un tema a cui sono molto affezionato, ossia quello degli animali da affezione (i cani, i gatti, i pesci e i canarini). Ma la prevenzione veterinaria riguarda qualcosa di ben più complesso nel nostro Paese. Riguarda anche la sicurezza nazionale, la sicurezza sanitaria della nostra popolazione. E, allora, ha ragione lui: non è che, facendo entrare i cani al Senato, abbiamo fatto l'unico atto di vicinanza agli animali.
Gli atti che servono sono molti di più e partono dalla cultura della prevenzione veterinaria vera, quella che deve essere associata, ma deve avere anche fondi per essere attuata nelle scuole, nelle istituzioni e nelle università. Ci ricordiamo dei veterinari, perché sono quelli da cui andiamo con gli animali d'affezione. Sono invece, in realtà, una risorsa strategica per il Paese, una risorsa fondamentale per la sicurezza sanitaria. Lo fanno negli allevamenti, lo fanno in giro per il Paese, nelle grandi emergenze. Penso alla salute pubblica, alla peste suina, alla lingua blu, all'incapacità - al contrario di istituire questa Giornata - del Governo di agire con risposte concrete rispetto a queste due emergenze, che non solo mettono in difficoltà il sistema di salute pubblica, ma anche e soprattutto il sistema produttivo.
Vorrei ricordare cosa sta succedendo in Emilia-Romagna a causa della peste suina e delle mancate risposte di questo Governo. Ed è bellissimo che nei territori raccontiamo quanto sia bello amare gli animali domestici, quanto sia bello il valore simbolico di avere un animale, quanto possa dare. Sono il primo sostenitore di tutto ciò, però, in questi 2 anni, non vorrei ricordarmi dell'attività di questo Governo sugli animali per l'istituzione di questa Giornata. Avrei voluto vedere qualcosa di diverso . Avrei voluto vedere, per esempio, l'istituzione della sanità veterinaria pubblica nelle regioni, cosa che riguarda oggi pochissimi esempi virtuosi, ma che andrebbe estesa a tutte le regioni italiane, cosa che non c'è, cosa che manca, cosa che su un ordine del giorno, come al solito, avete accolto con la classica premessa “compatibilmente con la spesa pubblica”, e quant'altro. Avrei voluto vedere una maggiore attenzione nei confronti dei maltrattamenti sugli animali, perché, se istituiamo una Giornata per la prevenzione veterinaria, non possiamo dire che siamo un po' insonni rispetto a combattere i maltrattamenti animali.
C'è un tema grande in tutta Italia, che è quello delle botticelle, quello dei cavalli che vediamo in giro per la città, su cui avete accolto un sacco di ordini del giorno e di impegni, ma che non rispettate. C'è il tema, che non vorrei dimenticare, di una legge delega al Governo per togliere gli animali da circo, per togliere i circhi con gli animali. Scadeva il 18 di agosto quella legge delega. Non avete rispettato quella scadenza ed è scomparsa dai . Allora, noi possiamo istituire tutto quello che vogliamo, ma, se poi non c'è una praticità nelle azioni che svolgete, la vedo davvero difficile.
C'è un altro tema, che è quello di finanziare la ricerca alternativa alla ricerca animale. Se vogliamo davvero il benessere animale, se vogliamo andare in quella direzione, noi siamo sempre a favore della ricerca e, dove non c'è alternativa, ci mancherebbe che ci mettiamo in contrasto. Ma è evidente che, se non finanziamo le ricerche alternative e le università che fanno ricerca alternativa, su questo ci si scontra. E allora, detto ciò, il nostro è un voto favorevole nella consapevolezza che è il vuoto dell'ennesima Giornata, in un calendario di Giornate che non servirà a nulla, se non ad averne parlato un po' e avervi sollecitato, per l'ennesima volta, a intervenire invece veramente su quei temi che riguardano il benessere animale e la prevenzione sugli animali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole di Noi Moderati all'istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria e, Presidente, le chiedo di poter depositare l'intervento.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Semenzato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Il 25 gennaio è la data proposta per istituire la Giornata nazionale della prevenzione veterinaria, che si pone l'obiettivo di sensibilizzare i cittadini sull'importanza di tale Giornata e su quella della medicina preventiva veterinaria, secondo l'ottica . Questo approccio si basa sul principio che la nostra salute, quella animale e quella dell'ecosistema siano legate indissolubilmente. La data scelta vuole ricordare il 25 gennaio 1924, quando venne firmato l'accordo internazionale che istituiva l'Organizzazione mondiale della sanità animale.
In questa Giornata, sempre in quell'ottica, sono previste iniziative, sia del settore pubblico che di quello privato, con incontri e dibattiti promossi dallo Stato, dalle regioni, dalle province, dalle province autonome di Trento e Bolzano, dalle città metropolitane, dai comuni e dagli altri enti pubblici e privati. Il tutto, naturalmente, per valorizzare le attività professionali veterinarie e le iniziative di prevenzione e di promozione della salute umana e degli animali rivolte alle giovani generazioni, per contrastare le malattie infettive, endemiche, pandemiche e zoonotiche.
Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della loro autonomia e in base ai diversi gradi di istruzione, possono promuovere iniziative in materia di educazione alla salute, di prevenzione e di contrasto delle malattie a carattere zoonotico, coinvolgendo l'Ordine dei medici veterinari. L'informazione potrà essere radiofonica, televisiva, multimediale, coinvolgendo medici veterinari di provata esperienza e competenza per sensibilizzare i cittadini al rispetto dell'ambiente e degli animali, sempre tenendo in considerazione l'approccio , per promuovere la salute e il benessere degli animali e delle persone.
Come ben sappiamo, la salute e l'economia globale sono indissolubilmente legate: fondamentale è investire nella prevenzione. L'approccio va nella giusta direzione, ma non basta: molto lavoro deve essere ancora fatto per informare e sensibilizzare i cittadini. Prendersi cura degli animali, che si tratti di animali di compagnia, d'allevamento o quelli selvatici, contribuisce anche alla salute dell'ambiente in cui viviamo. Alcune malattie possono trasmettersi dagli animali all'uomo causando danni economici e sanitari.
L'investimento in prevenzione è dunque fondamentale: penso alla vaccinazione che, insieme ad altri metodi di prevenzione contro le malattie come la rabbia nei cani, l'influenza aviaria nel pollame o anche i virus diffusi in particolare negli ovini e nei bovini, potrebbe interrompere il ciclo di trasmissione tra gli animali e da questi agli uomini. Quindi, la vaccinazione e il controllo sono strumenti fondamentali nella tutela della salute umana. La vaccinazione non solo favorisce il benessere animale, ma contribuisce anche a ridurre la necessità di ricorrere agli antibiotici…Infatti, è lo strumento principe per la prevenzione e l'eradicazione di molte malattie infettive. Non dimentichiamoci gli antibiotici.
Negli animali l'efficacia del vaccino è stata ampiamente studiata e anche verificata. Se un animale vaccinato entra in contatto con una malattia, il suo sistema immunitario la riconoscerà e produrrà immediatamente anticorpi di cui ha bisogno per combatterla. Può essere utilizzata anche durante i focolai di malattia come valida alternativa alla soppressione, evitando così la macellazione di massa.
Anche nell'acquacoltura i progressi della tecnologia nella diagnostica e nella nutrizione stanno contribuendo a sostenere la salute e il benessere dei pesci, riducendo la necessità di trattamenti antibiotici. Le vaccinazioni rappresentano un saggio investimento con enormi vantaggi e hanno importanti implicazioni finanziarie anche per le aziende agricole. Anche l'adozione di trattamenti, come antiparassitari, efficaci su indicazione dei medici veterinari, è importantissima. È responsabilità dei proprietari di animali di compagnia informarsi ed eseguire le indicazioni del medico: solo così si contribuisce a tutelare la salute sia di queste creature meravigliose che la nostra.
E che dire delle malattie legate agli allevamenti intensivi? È risaputo che emettono circa i due terzi delle emissioni nazionali di ammoniaca, a causa delle grandi quantità di reflui zootecnici prodotti e rappresentano la seconda causa di formazione del particolato fine in Italia. I dati forniti dal curato dall'ISPRA nel 2020, denominato “Focus sulle emissioni da agricoltura e allevamento”, mostrano come gli allevamenti causino il 79 per cento delle emissioni di gas serra nel settore dell'agricoltura.
Secondo il “Mal'Aria di città 2023: cambio di passo cercasi” promosso da Legambiente, la Pianura Padana è, non a caso, una delle aree più inquinate d'Europa. Infatti, le città maggiormente impattate dall'inquinamento atmosferico sono Milano, Torino, Asti, Modena, Padova e Venezia con livelli di particolato atmosferico e polveri sottili molto alto e di ossido d'azoto oltre i limiti previsti dalla normativa vigente.
Da anni numerose inchieste televisive o indagini, portate avanti dalle associazioni di categoria, mostrano come spesso gli animali vengano maltrattati, sottoposti a metodi di tortura violenti e all'utilizzo generalizzato di antibiotici, detenuti in condizioni igienico-ambientali raccapriccianti con la possibilità di sviluppare malattie che possono comportare gravi problemi di salute anche nell'uomo che li consuma. Per quanto riguarda gli allevamenti intensivi, mi duole ricordare una cosa: durante il consiglio regionale del Veneto il 25 marzo del 2025 la collega Baldin del MoVimento 5 Stelle ha presentato la mozione n. 548 sulla riconversione degli allevamenti intensivi in Veneto. Il Veneto è una delle regioni dove c'è più il problema di questi allevamenti intensivi. La mozione diceva: è un'esigenza di salute pubblica.
Il Veneto è la regione che ha il maggior numero di polli, galline e tacchini, con circa 10.600 allevamenti avicoli.
È stato presentato, anche in Veneto, il film documentario di Giulia Innocenzi in cui si evince, senza tema di errore, che la situazione di alcuni allevamenti di polli e maiali sul territorio nazionale, europeo, spagnolo e polacco sia drammatica. Il Veneto è una delle regioni in cui le condizioni di vita di questi animali sono tra le peggiori.
E in questa mozione si chiede che cosa? Si chiede di isolare le imprese zootecniche che utilizzano gli allevamenti intensivi e che vengano aiutate quelle che rispettano i diritti degli animali e la salute umana senza l'utilizzo di antibiotici. E vediamo la lungimiranza e la conoscenza scientifica dei nostri colleghi veneti. Come hanno votato? La maggioranza naturalmente ha votato contro la mozione del MoVimento 5 Stelle, l'opposizione del MoVimento 5 Stelle naturalmente ha votato a favore, e - udite, udite - il PD si è astenuto. Allora, io mi chiedo una cosa. Si è astenuto…Mi ricorda l'intervista di un signore che sversava nel fiume prodotti inquinanti. Gli hanno chiesto: scusi, lei sversa questi prodotti inquinanti, ma non si rende conto che anche suo figlio potrebbe avere dei problemi? Lui ha risposto: mio figlio? Ma noi compriamo l'acqua da bere nei supermercati.
Ecco, questa è l'idea di molte persone che pensano che, comprando l'acqua del supermercato, la falda acquifera non inquini il terreno.
Comunque noi del MoVimento 5 Stelle chiediamo e ribadiamo in questa sede che le problematiche vanno risolte con la programmazione di risorse ed investimenti perché è inutile parlare di Giornata veterinaria se poi non si investe niente. Quindi, occorre l'aumento del personale medico-sanitario, misure importanti come, per esempio, prevedere, durante questa giornata, uno di prevenzione gratuita per le diverse patologie di animali; ovviamente, limitatamente a questa giornata.
Per ottemperare però questi obiettivi, occorrono disponibilità economiche. La posizione del MoVimento 5 Stelle è favorevole perché comunque il provvedimento va nella giusta direzione, però dobbiamo avere più coraggio e dobbiamo fare più investimenti. Non possiamo limitarci a istituire una giornata commemorativa: ci vuole una convinta volontà politica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.
RITA DALLA CHIESA(FI-PPE). Grazie, Presidente. Parliamo dell'istituzione della Giornata nazionale della prevenzione veterinaria. Ci saranno altri modi e altri tempi per parlare di animali in modo più approfondito come sentiamo di dover fare e Forza Italia su quello ce la sta mettendo tutta. Però dedicare una giornata a un tema specifico, come quello oggetto della proposta di legge in esame, persegue l'intento di voler sottolineare l'attenzione diversa che si riconosce solo ad alcuni temi fondamentali - ripeto, solo - per la convivenza con i nostri amici a quattro zampe.
L'istituzione della Giornata nazionale della prevenzione veterinaria è un'iniziativa che Forza Italia sostiene con convinzione, consapevoli dell'urgenza di sensibilizzare le persone sui temi legati alla salute animale, ma soprattutto alla prevenzione delle malattie che, in qualche modo, potrebbero essere trasmesse.
La proposta di istituire una giornata dedicata alla prevenzione è un passo fondamentale in questa direzione. Questa giornata, anche grazie alla collaborazione di veterinari, enti locali, associazioni animaliste e cittadini, costituirà un'ulteriore occasione per promuovere l'informazione e la formazione in materia di prevenzione delle malattie, vaccinazioni, trattamenti antiparassitari e cura degli animali in genere. Noi di Forza Italia riteniamo che la prevenzione debba essere un pilastro fondamentale del sistema sanitario in generale, ma anche per quanto riguarda il contesto veterinario.
Un'iniziativa come questa potrebbe inoltre avere un impatto positivo anche sul benessere psicologico di molte persone, rafforzando il legame che unisce l'uomo e l'animale.
Quante volte sentiamo delle persone che, magari, con degli animali che passano per strada, dicono ai bambini: non ti avvicinare che ti può portare malattie; “no”, non è vero. Però noi dobbiamo fare in modo che queste persone sappiano che gli animali possono non portarle queste malattie. Sappiamo che gli inutili allarmismi potrebbero creare ansie, che spesso non hanno motivo di essere ed è per questo che vogliamo la cultura della prevenzione. Nel nostro Paese, il legame fra esseri umani e animali è da sempre molto forte: gli animali sono ormai parte integrante della nostra vita familiare; li teniamo vicini quando noi stessi abbiamo più bisogno di aiuto psicologico. Stiamo pensando anche di poterli portare all'interno di ospedali o case di cura, proprio per avere la famosa con persone che hanno bisogno della tenerezza dei loro cani o dei loro gatti.
Alla luce di questo e del fatto che le malattie zoonotiche, ovvero quelle trasmissibili dagli animali all'uomo, rappresentano una minaccia concreta - anche se, devo dire, piuttosto rara - appare evidente che sensibilizzare alla prevenzione assume un significato più ampio, che ci permette anche di sperare nella riduzione dei rischi legati alle varie tipologie di malattie, garantendo, quindi, un ambiente più sano e più sicuro per tutti. La prevenzione veterinaria è un pilastro fondamentale del modello sanitario integrato , un approccio che riconosce l'interconnessione fra la salute umana, animale e ambientale. Crediamo sia fondamentale sensibilizzare soprattutto le fasce dei più giovani, coinvolgendo anche la scuola, anche i , al fine di raggiungere una platea di persone sempre più ampia. Insegniamo ai giovani ad assumere comportamenti prudenti, accorti anche nell'amore più grande che possono avere nei confronti degli animali: dall'igiene nell'entrare in contatto per esempio con gli escrementi animali; a indossare sempre i guanti quando puliamo i terrazzi e i giardini o raccogliamo qualcosa per terra nei campi, che è un territorio libero di molte specie animali. Colgo l'occasione per sottolineare il ruolo che i veterinari e gli operatori del settore rivestono nel loro Paese: la loro competenza e il loro impegno quotidiano sono essenziali per il mantenimento della salute degli animali e, quindi, per la prevenzione delle malattie. Ripeto: oggi si parla di prevenzione.
Questa giornata sarà anche un riconoscimento del loro lavoro, che spesso è troppo poco valorizzato. Un accenno merita poi l'attenzione che va dedicata al tema della sanità veterinaria in relazione - anche qui: attenzione - al controllo sulla qualità dei prodotti di origine animale, destinati al consumo degli uomini. Assume grande rilevanza incrementare i controlli su questi prodotti, perché dobbiamo arrivare a una zootecnia sana e tracciabile, che salvaguardi anche i nostri amici domestici.
In conclusione, Forza Italia esprime un convinto sostegno a questo provvedimento. Ci auguriamo che la Giornata nazionale della prevenzione veterinaria diventi un appuntamento annuale di sensibilizzazione, informazione e prevenzione nell'interesse del nostro Paese e del nostro benessere collettivo. Dovrebbe essere il 25 gennaio di ogni anno, questo con l'accordo internazionale istitutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità animale avvenuta quasi 100 anni fa, nel 1924 .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Panizzut. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO PANIZZUT(LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, comprendo - come hanno già fatto rilevare alcuni colleghi - che probabilmente ci sono più giornate nazionali che giorni sul calendario. Però credo che, vista l'importanza delle tematiche, starà poi alle varie sensibilità decidere al limite cosa promuovere nel proprio contesto. Ringrazio i colleghi del Senato da cui proviene la proposta di legge. La tematica trattata è la prevenzione veterinaria secondo il principio che è alla base della sanità del futuro. Di una sanità che tende ad aumentare la speranza di vita in buona salute della popolazione, che deve essere sostenuta da una capillare azione di intervento anticipato delle persone, delle famiglie e della comunità, con un patto di reciprocità che dobbiamo saper promuovere e sviluppare tra salute umana, animale ed ambientale.
Diversamente, preso atto che il 70 per cento delle malattie infettive emergenti ha una connessione eziologica diretta o comunque trae origine in un serbatoio animale, non saremo in grado di impedire quell'accelerazione correttiva al governo dei rischi endemici e pandemici di origine animale. Le questioni di oggi sono la prevenzione, la tracciabilità e il controllo degli impieghi e degli esiti.
Come Lega non perdiamo l'occasione per sottolineare quanto prevenzione e controlli debbano essere una precondizione per evitare il ripetersi di problematiche che potrebbero essere evitate. È indispensabile che tutti gli attori aderiscano convintamente alla prevenzione, siano essi medici, veterinari, professionisti della salute, della sicurezza e dell'ambiente; è fondamentale che abbiano una solida consapevolezza del loro ruolo e che possano lavorare congiuntamente all'interno di un sistema di coordinamento forte ed autorevole, agendo peraltro non solo sul versante didattico educazionale, ma anche in chiave orientamentale.
Le pratiche tradizionali di vita di gran parte della popolazione mondiale ci indicano quanto sia ineludibile sostenere normativamente una giornata di forte sensibilizzazione sulla centralità della veterinaria. La speranza è di essere imitati da numerosi altri Paesi in modo tale che molte delle criticità vengano debellate in origine, educando sui comportamenti e sulla prevenzione che sta a monte degli eventi, parallelamente al percorso di rafforzamento organizzativo e strutturale. Da qui la proposta legislativa in approvazione al fine di promuovere la sensibilizzazione dei cittadini attraverso l'istituzione di una Giornata dedicata ad approfondire e divulgare il tema.
Le attività dei veterinari, difatti, non sono sufficientemente conosciute e tenute in considerazione nel nostro Paese. Questa iniziativa ci auguriamo contribuisca ad una positiva reattività e al coinvolgimento anche degli operatori della filiera agroalimentare nel processo di rafforzamento della prevenzione, puntando ai meccanismi di prevenzione della cultura del governo dei rischi. Dobbiamo immaginare una sana zootecnia, ispirata anche ai principi di benessere animale, condizionata positivamente sulla qualità dei prodotti destinati al consumo umano. Ed è proprio per questo che, intendendo promuovere l'evoluzione della scienza e lo sviluppo delle nuove tecnologie, applichiamo il principio della precauzione in chiave preventiva: dobbiamo evitare di intervenire a problemi conclamati, investendo adeguatamente in risorse umane e strumentali.
Il 25 gennaio del 1924 venne sottoscritto l'accordo internazionale costitutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità animale e l'Italia fu uno dei 28 Stati fondatori. Istituendo la giornata ci prepariamo a ricordare degnamente l'evento. Signor Presidente, ce n'è abbastanza per cogliere l'importanza e condividere la decisione prospettata nell'articolato, finalizzando il 25 gennaio di ogni anno alla celebrazione della prevenzione veterinaria, quale segmento da sostenere e rafforzare, agendo con una forte spinta culturale e informativa di educazione e promozione della sua rilevanza, a scuola e nelle famiglie. Per quanto appena detto, il voto della Lega sarà favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come è già stato detto, è l'ennesima Giornata che andiamo ad istituire, indubbiamente sono tante e la riflessione che forse dovremmo fare è: che significato diamo poi a queste giornate? Perché voglio, per esempio, ricordare che oggi, il 26 marzo, è la Giornata della consapevolezza sull'autismo ed è anche la Giornata del “M'illumino di meno”.
Se volete, due temi particolarmente importanti, che richiederebbero una certa sensibilità, ma soprattutto quando sono state istituite - credo - volevano essere propedeutiche ad una serie di azioni legislative e comportamenti per affrontare questioni di questo genere. Così come, scorrendo le intitolazioni delle giornate, il 25 gennaio è la Giornata in cui si ricorda la lebbra. Voi pensate: che tema è? Non ce lo ricordiamo più. Ma è anche la Giornata dei contrari, che è un fatto un po' strano, perché significa il poter fare l'esatto opposto di quello che si dice.
Io credo che questo, l'istituzione di questa giornata, possa essere l'oggetto di una riflessione: cosa può significare per questo Parlamento? Certo, un richiamo generale, culturale alla comunità in cui viviamo di essere più attenti e sensibili a tante cose. Io voglio, invece, farla diventare qualcosa di diverso, oserei dire la Giornata della consapevolezza dell'importanza della prevenzione veterinaria.
Partendo da un'analisi di contesto, noi abbiamo più di 33.000 veterinari presenti nel nostro Paese, di questi 4.400 circa fanno parte del Servizio sanitario nazionale.
Abbiamo a che fare con 65 milioni di animali d'affezione, una buona parte sono pesci - non lo consideriamo mai, ma ci sono anche quelli -, un fatturato di attività che si aggira sempre più verso i 3 miliardi, una movimentazione di cibo per animali d'affezione che è di 3 miliardi circa l'anno. Ma abbiamo anche solo 1.200 veterinari che si occupano delle 350.000 aziende zootecniche presenti nel nostro Paese. E badate bene, noi siamo anche fra quelli che hanno un numero di veterinari superiore al resto d'Europa; nel personale sanitario è, forse, l'unico settore in cui questo avviene. L'Ucraina ne ha più di noi percentualmente, tutti gli altri Paesi ne hanno di meno.
Ma, allora, parlare di prevenzione veterinaria cosa significa? Significa - ma è già stato detto - entrare proprio nel concetto del , per cui la salute dell'uomo non è qualcosa di svincolato dal contesto in cui l'uomo vive; ha a che fare con l'ambiente e ha a che fare con il regno animale con il quale ci interfacciamo in vari modi. E, allora, fare prevenzione significa toccare anche dei punti particolarmente delicati che hanno una ricaduta non solo sul nostro comportamento sociale, ma anche sul nostro stato di salute, come anche sulla nostra economia. Perché parlare di prevenzione, significa intervenire anche in maniera molto puntuale su quel discorso che facevo delle 350.000 aziende zootecniche, ma anche sulle importazioni di cibo o quant'altro, che devono sempre di più vedere una prevenzione circa la tracciabilità e anche la verifica della salubrità, della certezza di queste filiere. Mi verrebbe da dire che significa anche poter dare un marchio di qualità superiore a quella che è una produzione italiana, forte dei numeri che dicevo prima e anche della salvaguardia di un'esperienza che, ahimè, però, rischia di andare un po' in crisi, perché dimenticavo di sottolineare che, se il numero dei veterinari, tendenzialmente, è aumentato nel corso degli anni, quello di coloro che sono incardinati nel Servizio sanitario nazionale è, ahimè, piuttosto sceso.
Ma significa anche lavorare su quel diverso rapporto che dobbiamo avere con il mondo animale - è stato ben detto -, laddove non bisogna cadere nella semplificazione dello sfruttamento dell'animale, che può avvenire in vari modi, in termini economici, chiaramente, quando si parla di allevamento, e si è toccato, anche negli emendamenti e negli ordini del giorno - oserei dire, a volte, non proprio in maniera propria in questo contesto - il tema degli allevamenti intensivi, la necessità di un cambiamento, di un miglioramento di ciò che riguarda il benessere animale - ma, oserei dire, anche l'impatto dell'allevamento sull'ambiente - , che ha a che fare con il rapporto con gli animali d'affezione, dei quali, troppo spesso, in maniera più o meno consapevole, tendiamo a fare una descrizione umanizzandoli, quasi che i bisogni delle persone siano i bisogni degli animali d'affezione con cui ci rapportiamo.
Queste sono delle forzature anche culturali a cui dobbiamo stare attenti, perché rischiano anche di snaturare un corretto rapporto, laddove il valore, il contributo che il rapporto con l'animale può essere dato - pensiamo alla solitudine di tanti anziani, la difficoltà di tante persone, pensiamo al valore terapeutico anche di animali non così conosciuti, pensiamo all'Alzheimer, pensiamo all'asino come spesso e volentieri può essere utilizzato in questo rapporto - deve presupporre, però, un reale e corretto rapporto. E anche da questo punto di vista, la prevenzione veterinaria è qualcosa che incide sulla cultura, sul nostro modo di rapportarci con il mondo animale, che non deve diventare il luogo dell'esasperazione, ma deve essere il luogo in cui ci si abitua ad un rapporto corretto, con quello che Papa Francesco ci ha invitato a chiamare sempre di più il creato, laddove non siamo i padroni assoluti, ma siamo semplicemente alcuni degli attori di contesto che devono rapportarsi con gli altri.
E, allora, io mi auguro che questa Giornata possa trasformarsi, nel tempo a venire - magari già dal prossimo anno -, nell'occasione per fare il punto su alcuni provvedimenti che siamo riusciti ad introdurre, magari regolamentando l'organizzazione del Servizio sanitario nazionale per quanto riguarda la veterinaria, superando un'interpretazione spesso e volentieri molto individualistica dei 21 sistemi sanitari con cui è organizzato il nostro Paese, intervenendo magari dal punto di vista, molte volte, anche normativo, favorendo quella che è l'attività veterinaria, andando anche incontro ad alcune difficoltà sociali nell'affrontare determinati costi non sempre sufficientemente supportati dal servizio pubblico. Perché non dobbiamo pensare che si parli solo di animali: certo, lo so anch'io, c'è una priorità dei bisogni della persona, però, molte volte, le due cose per le ragioni che ci siamo detti sono correlate. Ma se dobbiamo parlare di zootecnia, dobbiamo riuscire a garantire in tutto il territorio nazionale - non dimentichiamo che siamo un Paese con tante aree montane, con tante aree interne e con micro, piccole realtà zootecniche - quel supporto, quella prossimità di servizio, che spesso e volentieri incidono sul decidere di continuare un'attività di famiglia oppure sospenderla, ricordando che, in questo caso, non è solo la difesa di una microeconomia, ma è anche la difesa di un presidio territoriale non di poco conto, perché, se venisse meno questa presenza, poi, lo pagheremmo in termini di dissesto del territorio e di qualità del territorio stesso che spesso noi pretendiamo di vedere bello, accogliente e piacevole quando facciamo le gite domenicali, ma dimentichiamo che c'è chi deve viverci, costruire il suo progetto di vita e coltivare le proprie speranze.
Ecco che, allora, il senso delle Giornate può diventare quello dell'impegno. Se diventa una semplice celebrazione da fissare sul calendario, qualche medaglia da metterci al petto perché abbiamo fatto una norma apparentemente significativa, rischia di essere davvero di scarsissimo significato, ma voglio pensare che sia la Giornata, appunto, della consapevolezza dell'importanza di investire in questo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maccari. Ne ha facoltà.
CARLO MACCARI(FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi, la proposta di legge che istituisce la Giornata per la prevenzione veterinaria, già approvata al Senato, giunge in approvazione definitiva alla Camera con un largo, io credo, e importante consenso. Non è un mero esercizio intellettuale o un capriccio normativo - come mi è parso di comprendere da qualche intervento da alcuni colleghi -, e cercherò brevemente di riassumere, invece, quali sono i valori di importanza che, secondo noi e secondo me, questo provvedimento riveste.
Io credo che sia un'importante presa di coscienza operativa che merita, al di fuori di ogni dubbio, di essere sottolineata ogni anno. Certo, ce lo siamo detti, le Giornate che abbiamo, in questa legislatura, fino ad ora fissato sono tante, ma questo non significa che ogni Giornata non abbia un suo significato profondo e che non ci sia un dovere collettivo di doverla ricordare. E il 25 gennaio - io credo non solo sarà quello il giorno, noi diciamo il 25 gennaio - dovrà diventare monito, studio e divulgazione per tutta la popolazione. Io credo che - e mi pare che ci sia ampio consenso su questo concetto - ogni volta che noi parliamo di prevenzione, in particolare la prevenzione dove la salute è protagonista, tanti distinguo non debbano essere sottolineati. La prevenzione - bisognerebbe dire - deve essere promossa sempre e comunque, e questo è uno dei pilastri sui quali si regge questa iniziativa. Più di 100 anni fa - lo diceva prima qualche collega -, nasceva l'Organizzazione mondiale della sanità animale e non nasceva a caso, nasceva proprio perché una peste bovina, un'epidemia importante in Belgio aveva scosso le coscienze di tanti Stati e nacque un'Organizzazione mondiale apposta per dare supporto agli Stati nazionali, per dare tutela e salute agli animali, per fornire un'azione di prevenzione alla salute pubblica, anche attraverso la valorizzazione della prevenzione sulla salute animale. Allora, il medico veterinario era un perno, era il conservatore di quel sistema che, in larghissima parte, interfacciava il mondo agricolo riguardante, allora quasi esclusivamente, l'ambito dei cosiddetti animali da reddito; garantiva lo stato di salute di mandrie votate all'alimentazione umana e, quindi, direttamente anche la salute della popolazione.
La nostra Nazione, peraltro - qualcuno l'ha già detto, ma lo voglio sottolineare -, si è sempre contraddistinta in questo campo, facendone un proprio tratto distintivo e caratteristico: salute e qualità degli allevamenti in tempi durante i quali le altre Nazioni affrontavano superficialmente e distrattamente questo tema.
Io vengo dalla provincia di Mantova che credo, insieme a Brescia, possa essere considerata la provincia più agricola d'Italia, dove il numero dei veterinari tra le due guerre era equivalente al numero dei medici di condotta e dove oggi il numero dei veterinari pubblici e privati ha ampiamente superato il numero dei medici di medicina di famiglia. Nel dopoguerra, i racconti che si desumevano dai prigionieri che prestavano e hanno prestato il servizio presso i campi di lavoro nelle altre Nazioni, in Inghilterra in particolare, ci raccontavano di esperienze e modelli di allevamento considerati allora primitivi rispetto a quelli che già l'Italia praticava. Per cui credo che dobbiamo essere consapevoli che la cultura del benessere, della prevenzione, anche rispetto al mondo animale, è una cultura che appartiene profondamente alla nostra Nazione, appartiene profondamente alla nostra cultura ed è una cultura radicata, forte, che ha, nel ruolo del medico veterinario, un centro per garantire qualità alimentare, benessere animale e quindi benessere per l'uomo.
Non vi è dubbio che il rapporto tra il benessere animale e il benessere dell'uomo all'interno dell'ecosistema era considerato, fino a qualche tempo fa, a compartimenti separati e tra loro non comunicanti. Oggi, invece, è partita la consapevolezza che questi mondi si siano via via intersecati fino a giungere alla consapevolezza di questi tempi. Vi è cioè un diretto collegamento tra il benessere dell'uomo e quello dell'animale, non soltanto nella filiera alimentare, ma, con il progressivo consolidarsi del ruolo degli animali da compagnia, anche nel mondo affettivo familiare, per la maggiore sensibilità complessiva sulla qualità dell'ambiente. Nasce, quindi, la lettura dell'ecosistema secondo il modello - l'hanno ripetuto anche altri colleghi e ce lo siamo detto più volte durante questa legislatura - che, senza bisogno di troppo sofisticate interpretazioni alla lettera, ci rende consapevoli che la salute è una. Uomini e animali vivono nello stesso ambiente, lo qualificano, lo caratterizzano vicendevolmente e, da questa consapevolezza - dato oggettivo di fatto -, discende la qualità della vita e quindi la salute nel suo complesso.
Ecco perché la Giornata della prevenzione veterinaria e la valorizzazione del ruolo, dello spessore culturale e del percorso di studi del medico - non solo del medico, ma anche di tutti gli operatori di salute che lo affiancano - sono l'asse portante di un nuovo, moderno e certamente più efficace agire.
La diffusione di questa consapevolezza attraverso iniziative che sensibilizzino e responsabilizzino le scuole - attraverso incontri di promozione, attraverso il contatto con i medici veterinari, attraverso la valorizzazione anche dei percorsi alimentari nelle mense - e le giovani generazioni, in sostanza di tutti, diventa una missione istituzionale completa, la cui realizzazione comporta ovviamente sforzi, ma il cui esito è un notevole valore aggiunto positivo e credo che nessuno oggi sia più nelle condizioni di metterlo in discussione.
La prevenzione trova centralità d'azione, il raggiungimento e l'espressione di un'attività multidisciplinare, fortemente interconnessi in un ecosistema complesso e per molti aspetti ancora dai risvolti sconosciuti.
Bene hanno fatto, quindi, il Ministero e il Ministro Schillaci ad istituire un Dipartimento proprio con la finalità di interconnessione tra i diversi mondi, perché è quella la direzione giusta. Inoltre, non appare nemmeno secondario il fatto che, per rendere più solido il percorso di prevenzione veterinaria, si rafforzi anche intrinsecamente il ruolo di dell'Italia, che, con il alimentare, è sempre più apprezzato sulle tavole di tutto il mondo. La severità dei nostri controlli, la severità dell'attenzione e della prevenzione che si esercita nella nostra Nazione sono il passaporto principale per poter far vendere e mettere sulle tavole di tutto il mondo prodotti che dalla prevenzione veterinaria e territoriale hanno guadagnato in maniera significativa qualità ed efficacia.
Quindi, la qualità ormai non solo è considerata rispetto alla valutazione del prodotto finale in sé, ma è la risultante delle attenzioni e della professionalità in tutto il percorso di filiera, rispetto al quale, anche grazie alla prevenzione attuata da migliaia di veterinari, è eccellenza in tutto il mondo per la nostra Nazione.
Inoltre, la sempre maggiore attenzione al ruolo degli animali da compagnia - e mi avvio alla conclusione - come esseri senzienti e componenti, a tutti gli effetti, del nucleo familiare, certificato anche recentemente dal COVID - ci sono ormai studi che hanno certificato che la presenza, nei nuclei monofamiliari e di persone anziane, di animali domestici ha permesso a queste persone di superare l'isolamento in maniera molto più efficace rispetto a nuclei che erano isolati - ha permesso di avere anche un importante rapporto con gli animali non da reddito. E questo è il motivo per il quale, sommato a quello che ho detto prima, annuncio il voto favorevole e convinto mio personale e del gruppo di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1305: S. 226 - "Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria" .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Zanella ed altri n. 1-00293 Ilaria Fontana ed altri n. 1-00297, Braga ed altri n. 1-00411 e Cortelazzo, Mattia, Montemagni, Semenzato ed altri n. 1-00419 concernenti iniziative a tutela dell'ambiente e della salute in relazione alle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) .
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 10 marzo 2025, sono state presentate la mozione Cortelazzo, Mattia, Montemagni, Semenzato ed altri n. 1-00419 e un'ulteriore nuova formulazione della mozione Zanella ed altri n. 1-00293, che sono state già iscritte all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire esprimendo altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
CLAUDIO BARBARO,. Grazie, Presidente. Allora, per quanto riguarda la mozione Zanella ed altri n. 1-00293 le vado subito a elencare tutte le parti delle premesse che sono accoglibili: mi riferisco, quindi, ai punti nn. 1), 3), 4), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13)…
PRESIDENTE. Sottosegretario Barbaro, lei - come dire - ha fiducia nelle nostre capacità ricettive, ma se ce lo dice un po' più lentamente…
CLAUDIO BARBARO,. Vado più piano, vado più piano. Allora, ricomincio daccapo. I punti nn. 1), 3), 4), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13), 15), 17), 18), 19), 20), 22), 23), 25) e 26) delle premesse sono tutti accoglibili. Non sono…
PRESIDENTE. Benissimo, andiamo agli impegni.
CLAUDIO BARBARO,. Volevo finire…
PRESIDENTE. Ah, prego, prego.
CLAUDIO BARBARO,. Non sono accoglibili, invece, i punti 5), 14), 16), 21) e 24) e ci sono delle riformulazioni, se lei me lo consente…
PRESIDENTE. Sulle premesse?
CLAUDIO BARBARO,. Sulle premesse, sì.
CLAUDIO BARBARO,. Il punto 2) è accoglibile con la seguente riformulazione: “I PFAS, secondo la più recente definizione OCSE, sono composti fluorurati che contengono almeno un atomo di carbonio metilico o metilenico, completamente fluorurato, i più conosciuti dei quali sono costituiti da una catena alchilica idrofobica completamente fluorurata di varia lunghezza (in genere da 4 a 14 atomi di carbonio) e da un gruppo funzionale idrofilico, generalmente un acido carbossilico o solfonico. Gli acidi perfluorurati sono i composti fluorurati maggiormente ricercati nei campioni ambientali”.
PRESIDENTE. Finiremo su guardi. Comunque, andiamo avanti. Sono tutti termini un po' da scioglilingua…
CLAUDIO BARBARO, . Eh lo so, purtroppo…
PRESIDENTE. Lo dice a me. Andiamo avanti.
CLAUDIO BARBARO,. Il punto 27) è accoglibile con la seguente riformulazione: “Occorre valutare la possibilità che il Governo adotti iniziative immediate per ridurre il potenziale rischio per l'intera comunità nazionale derivante dal consumo di tutti quei prodotti provenienti dalle aree contaminate da PFAS in Veneto come nel resto del Paese”.
PRESIDENTE. Sostanzialmente identico con quell'aggiunta iniziale.
CLAUDIO BARBARO,. Soltanto “occorre valutare la possibilità” è di fatto la modifica.
Il punto 28) è accoglibile con la seguente riformulazione: “è necessario altresì effettuare nuovi e monitoraggi per tutti i tipi di PFAS, sia a catena lunga che a catena corta, includendo ulteriori matrici di produzione agroalimentare al fine dell'adozione di iniziative per ridurre il potenziale rischio per l'intera comunità nazionale, derivante dal consumo di tutti quei prodotti provenienti dalle aree contaminate da PFAS”, e qui arriva la riformulazione cancellando le parole: “in Veneto e nel resto del Paese”.
PRESIDENTE. Sa che, se mi diceva che cancellava “in Veneto e nel resto del Paese”, facevamo prima? Lo dico per la sua tenuta bronchiale.
CLAUDIO BARBARO,. Se vuole posso fare anche così. Vado direttamente alla riformulazione.
PRESIDENTE. Bravo. Ottimo, ottimo . Sarebbe meglio. Andiamo avanti.
CLAUDIO BARBARO,. Al punto 29), allora, la riformulazione va a cambiare soltanto la parte che si riferisce alla “minimizzazione dell'utilizzo dei PFAS e all'impatto sulla salute/ambiente degli stessi, anche attraverso la distinzione tra le categorie degli stessi particolarmente impattanti e quelle che presentano rischi minori, nella consapevolezza che la totale eliminazione del loro utilizzo è, almeno su un orizzonte di medio periodo, impensabile, a meno di voler pregiudicare irrimediabilmente quasi ogni tipo di attività industriale”. E abbiamo finito le premesse.
PRESIDENTE. Bene, andiamo agli impegni.
CLAUDIO BARBARO,. Allora, qui vado punto per punto.
Il punto 1), è accoglibile con la seguente riformulazione: “a partecipare, in sede europea, al processo di restrizione sui PFAS - secondo le norme procedurali dettate dal regolamento REACH - che ha preso avvio a seguito della presentazione da parte di 5 SM di una proposta di restrizione, ai fini di garantire la diminuzione dell'immissione nell'ambiente delle sostanze polifluoroalchiline (PFAS), attraverso la loro graduale sostituzione nei processi produttivi e nei prodotti industriali e la minimizzazione dell'impatto su ambiente e salute”.
Il punto 2) è accoglibile.
Il punto 3)…
PRESIDENTE. Facciamo così, colleghi. Adesso noi per il verbale le accogliamo. Dopo le stampiamo, ce le leggiamo, le valutiamo. Quindi, intanto le dobbiamo registrare per il verbale. Prego.
CLAUDIO BARBARO,. Il punto 2), è accoglibile.
Il punto 3), non è accoglibile.
Il punto 4), non è accoglibile.
Il punto 5) è accoglibile con la seguente riformulazione: “A partecipare, come già previsto, alle fasi di discussione e votazione sulla restrizione sui PFAS - secondo le norme procedurali stabilite dal regolamento REACH - che avvengono in seno al Comitato REACH ex articolo 133, a cui partecipa in qualità di rappresentante per l'Italia, il MASE, portatore nello stesso della posizione italiana concertata tra le diverse amministrazioni (nel gruppo di lavoro a cui prende parte anche il MIMIT), con l'obiettivo di avviare un percorso che porti alla massima riduzione possibile dell'utilizzo dei PFAS e alla minimizzazione dei loro impatti sulla salute/ambiente, attraverso la sostituzione, ove possibile, degli stessi con altre sostanze, compatibilmente con le esigenze di sopravvivenza e sviluppo dell'industria nazionale”.
Il punto 6) è accoglibile con la riformulazione che vede soltanto l'inserimento di “a valutare l'opportunità di”, e il resto rimane invariato.
Il punto 7) non è accoglibile.
Il punto 8) non è accoglibile.
Il punto 9) è accoglibile. E abbiamo finito.
PRESIDENTE. Andiamo alla mozione successiva, mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00297.
CLAUDIO BARBARO,. Allora, nelle premesse sono accoglibili i punti: 1), 3), 4), 5), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13), 15), 17), 18) e 19).
Non è accoglibile soltanto il punto 23).
Da riformulare, invece, il punto 2), con la seguente riformulazione: “tra il 2020 e il 2023 sia l'EFSA che l'International Agency of Research on Cancer (IARC) hanno rivalutato le prove sulla tossicità, stabilendo” - vado a leggerlo perché è meno complicato di premetterlo - “l'innalzamento del livello di pericolosità di alcuni PFAS e affermando la sicura cancerogenicità del PFOA e la probabile cancerogenicità del PFOS, in linea di continuità con i limiti sempre più restrittivi adottati da altre agenzie internazionali ed europee”.
Il punto 14) è accoglibile con la seguente riformulazione: “tra il 2020 e il 2023 sia l'EFSA che l'International Agency of Research on Cancer (IARC) hanno rivalutato le prove sulla tossicità, stabilendo l'innalzamento del livello di pericolosità di alcuni PFAS e affermando la sicura cancerogenicità del PFOA e la probabile cancerogenicità del PFOS, in linea di continuità con i limiti sempre più restrittivi adottabili da altre agenzie internazionali ed europee”.
Il punto 16) è accoglibile con una riformulazione; rimane in sostanza uguale tranne la parte finale che dice: “e l'acido perfluoroeptanoico (Pfhpa)”.
PRESIDENTE. Come ha detto ?
CLAUDIO BARBARO,. “E l'acido perfluoroeptanoico”.
PRESIDENTE. Bene, grazie.
CLAUDIO BARBARO,. Grazie . Non era facile .
PRESIDENTE. No, per niente, guardi, per niente facile.
CLAUDIO BARBARO,. Il punto 20) è accoglibile con la riformulazione della parte iniziale, che grosso modo è la stessa, ed è inserita a metà, dopo la parola “tuttavia”: “alcune di esse, che ancora non sono state classificate,” e procede col testo originario.
Il punto 21) è accoglibile con la riformulazione che vede soltanto la cancellazione delle parole “tutte” e “di ogni catena molecolare”.
Il punto 22) è accoglibile con una riformulazione, ossia soltanto con la cancellazione del termine “totale”.
PRESIDENTE. Il punto 23)?
CLAUDIO BARBARO,. Il punto 23) non è accoglibile. L'avevo detto prima.
PRESIDENTE. Io volevo vedere se stava attento.
CLAUDIO BARBARO,. Lei è legittimato a richiederlo, ci mancherebbe.
Passiamo agli impegni.
Il punto 1) è accoglibile con la seguente riformulazione: cancellare, dopo la parola “concernenti”, la parola “tutte” e, al termine, aggiungere le parole: “delle sostanze PFAS”, espungendo le parole: “queste sostanze”, mentre rimangono: “ritenute pericolose”.
Il punto 2) non è accoglibile.
Il punto 3) non è accoglibile.
PRESIDENTE. Non è accoglibile. Stiamo dicendo i non accoglibili. Punto 2): contrario. Punto 3): contrario.
CLAUDIO BARBARO,. Il punto 4) è accoglibile per la lettera ; è accoglibile per la lettera ; è accoglibile per la lettera ; è accoglibile per la lettera ; la lettera invece, è accoglibile con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di programmi di ricerca e la dotazione di risorse adeguate agli enti di controllo, compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”; la lettera non è accoglibile.
Il punto 5) non è accoglibile.
Il punto 6) è accoglibile con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di procedere con decisione nel percorso che porti alla minimizzazione dell'utilizzo dei PFAS e all'impatto sulla salute/ambiente degli stessi, anche attraverso la distinzione tra le categorie degli stessi particolarmente impattanti e quelle che presentano rischi minori”.
Il punto 7) è accoglibile.
Il punto 8) è accoglibile con la seguente riformulazione: l'inserimento di “a valutare la possibilità”, espungendo, dopo “disporre”, le parole “serio e completo” e, dopo “al contempo”, la parola “adeguato”.
Il punto 9) è accoglibile con la seguente riformulazione: “a definire in modo rigoroso i parametri e le valutazioni - generali e sito specifiche - cui le pubbliche amministrazioni si devono attenere in caso di rilascio, riesame e rinnovo delle autorizzazioni ambientali”; il resto rimane tutto uguale.
Il punto 10) è accoglibile con la seguente riformulazione: tutto rimane uguale sino alla parola “impiegate”, con l'inserimento di questa riformulazione: “a partire da quanto prevede la normativa già in vigore”.
Il punto 11) è accoglibile.
PRESIDENTE. Passiamo ora alla mozione Braga ed altri n. 1-00411.
CLAUDIO BARBARO,. Allora, i punti accoglibili in premessa sono i punti 6), 8) e 14). No, mi perdoni un attimo… Allora, tutti accoglibili, salvo il punto 6) non accoglibile, il punto 8) non accoglibile - parliamo ovviamente delle premesse - e il punto 14) non accoglibile. Tutto il resto è accoglibile. Questo per le premesse.
CLAUDIO BARBARO,. Per gli impegni, il punto 1) è accoglibile con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare” e resta uguale sino alla fine, aggiungendo in fine “applicando le sanzioni previste in caso di violazione del divieto”.
Il punto 2) è accoglibile con la seguente riformulazione: “a garantire con ogni iniziativa competente, anche di carattere normativo, la piena protezione della salute dei cittadini attraverso l'ulteriore restrizione, in tempi stretti, nell'ordinamento nazionale dei valori limite per le diverse matrici alle quali l'uomo è esposto, concernenti tutte le sostanze perfluoroalchiliche, con l'obiettivo di pervenire - in linea con le indicazioni dell'agenzia USA per l'ambiente, che ha indicato lo “zero tecnico” come il valore di sicurezza per PFOA e PFOS - alla definitiva messa al bando di queste sostanze pericolose”.
I punti 3) e 4) sono accoglibili.
Il punto 5) è accoglibile con la seguente riformulazione: “a partecipare al processo europeo volto a vietare l'impiego delle sostanze chimiche più dannose nei prodotti di consumo, ad eliminare gradualmente l'uso dei PFAS nell'UE”. I punti 6) e 7) sono accoglibili.
Il punto 8) è accoglibile con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)” e il resto rimane immutato.
I punti 9), 10) e 11) sono accoglibili.
Infine, la mozione Cortelazzo, Mattia, Montemagni, Semenzato ed altri n. 1-00419 è tutta accoglibile, premesse ed impegni.
PRESIDENTE. Colleghi, adesso abbiamo due strade. La prima è iniziare le dichiarazioni di voto e, nel frattempo, fare le copie, distribuirle ai gruppi e prenderne atto. La seconda, invece, è quella di sospendere per dieci minuti, un quarto d'ora. Se mi fate un cenno, preferite andare avanti o sospendere?
Andiamo avanti onorevole Vinci, sì, onorevole Battilocchio, sì, onorevole Ziello, sì.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Per la verità, Presidente, non mi era mai capitato di osservare mozioni così largamente sovrapponibili, come in questo caso, sia da parte della minoranza, che della maggioranza. E credo che questa lettura che viene data dal Governo sia politicamente controproducente, perché con questa minuziosa separazione dei dettagli, si va a creare una frattura tra le posizioni del Parlamento, laddove questa frattura poteva assolutamente non essere letta in precedenza. Me ne rammarico, ma credo che a questo punto non resti che prenderne atto.
Tuttavia, proviamo ad analizzare le mozioni per come sono state presentate e a spiegare, non solo a quest'Aula, ma anche ai cittadini che sono fortemente interessati da questo tema, di che cosa stiamo parlando. Intanto, parliamo delle sostanze perfluoroalchiliche. Che cosa sono le sostanze perfluoroalchiliche? Sono sostanze utilizzate in vari settori industriali per le loro proprietà idrorepellenti e antiaderenti. Questo già fa capire che sono sostanze pervasive, che si trovano in una miriade di prodotti della vita quotidiana, dalle pentole agli abiti, ma sono entrate anche nell'elettronica e in tutti i prodotti di consumo. Perché, allora, ce ne occupiamo? Ce ne occupiamo perché queste sostanze sono fortemente dannose per la salute umana. Sono dette , cioè sono sostanze inquinanti “eterne”, per la loro persistenza nell'ambiente e, di conseguenza, per la loro capacità di bioaccumulo.
Ebbene, è proprio questo tema che fa dispiacere per la mancata possibilità di trovare un'unanimità su queste mozioni, perché parliamo di qualche cosa di molto grave, che afferisce alla salute dei cittadini. Infatti, tali sostanze producono effetti dannosi negli organismi e negli acquatici e terrestri, soprattutto a carico del fegato, della tiroide e della fertilità. La pericolosità dei PFAS sulla salute umana è dimostrata da numerose ricerche di enti e istituzioni nazionali e internazionali seri - non solo dalle proteste dei movimenti ambientalisti - che collegano l'esposizione a malattie come tumori, diabete gestazionale, malattie cardiovascolari e disfunzioni del sistema endocrino proprio all'assunzione delle PFAS. Queste ricerche sono, purtroppo, proliferate negli ultimi anni, come già ricordavo, sia a livello nazionale, sia a livello internazionale. Siamo di fronte a dati drammaticamente confermati, che hanno messo in luce l'incremento delle patologie neonatali e delle donne in gravidanza nelle aree più contaminate: diabete gestazionale, neonati più piccoli e di basso peso rispetto alla media, altre malformazioni, tra cui anomalie del sistema nervoso, del sistema circolatorio e cromosomico, oltre a una ridotta capacità di risposta ai vaccini.
Il problema è che queste aree contaminate si trovano largamente nel territorio nazionale, in particolar modo in Piemonte, in Lombardia, in Veneto e in Toscana. La pericolosità di tali sostanze è stata già riconosciuta e segnalata anche dal Ministero dell'Ambiente e dall'Istituto superiore di sanità fin dal 2012, con una revisione nel 2014. Sono poi stati fatti dei piani di campionamento a seguito dell'individuazione di queste aree contaminate, di queste aree rosse, e, nella regione Veneto, nel 2016-2017, la più contaminata nelle province di Vicenza, Padova e Verona, è emerso come queste sostanze siano state rinvenute sia a catena lunga, che a catena corta, e come la loro pericolosità, dimostrata anche dall'Università di Padova, sia connessa con una causa-effetto ai casi di decessi dovuti a malattie cardiovascolari e cancerogene. Dobbiamo, purtroppo, continuare con la conferma di questi dati. Nel 2024, Greenpeace Italia ha analizzato alcuni fiumi della Toscana e i risultati dell'indagine confermano quanto già noto dai dati dell'indagine del 2013. Sempre Greenpeace Italia ha analizzato 260 campioni in 235 comuni italiani e anche qui i risultati mostrano una diffusa presenza di questi composti inquinanti nelle reti acquedottistiche. Il che significa che questi composti, che abbiamo detto si trovano nei beni di consumo, hanno già penetrato largamente le nostre falde acquifere, compromettendole.
Ma possiamo anche uscire dall'Italia: l'inchiesta giornalistica ha mostrato come nel continente europeo più di 1.600 siti in Italia e oltre 17.000 in Europa siano contaminati, cioè con quantità di concentrazione superiore a 10 nanogrammi per litro. Potremmo continuare, ma credo che non sia necessario. Andiamo però alle analisi e alle osservazioni scientifiche più preoccupanti e definitive.
Il National Cancer Institute ha condotto ricerche che indicano associazioni tra l'esposizione ai PFAS e un aumento del rischio di alcuni tipi di cancro, come il cancro alla tiroide. E nel 2023 l'International Agency for Research on Cancer (IARC) ha riclassificato il PFOA come sicuramente cancerogeno per l'uomo, di classe 1, e il PFOS - che prima non era considerato - come possibilmente cancerogeno. Ecco, questi sono i dati drammatici che riguardano la salute. Dal punto di vista geografico, abbiamo già detto che Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana presentano una contaminazione superiore alla norma. E allora che cosa si tratta di fare? Che cosa era riportato in tutte le mozioni? Subito bonifiche, monitoraggi e informazioni ai cittadini, attraverso molteplici strumenti e poi i controlli. Per fare questi monitoraggi occorre però avere il coraggio di fissare anche delle grandezze. Non ce le stiamo inventando nelle mozioni. Anche qui, una volta tanto, in tutte le mozioni, tutte, di minoranza e di maggioranza, c'era un atteggiamento scientifico, non antiscientifico e non negazionista. E anche in questo caso sarebbe opportuno che il nostro Stato recepisse quanto l'Autorità europea per la sicurezza alimentare ha già stabilito nel 2020, con un'assunzione settimanale tollerabile di 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo dovuta alla somma cumulativa di tutte le tipologie di PFAS. Non vediamo e non capiamo perché il nostro Stato non dovrebbe intervenire recependo questi che sono dati oramai consolidati. Rimane il problema del cosa fare. Abbiamo detto che queste sostanze si diffondono nell'ambiente attraverso i beni di consumo, ma anche e soprattutto attraverso i siti di produzione e gli stabilimenti. Ebbene, che cosa fare è il tema più rilevante.
Per quanto riguarda i beni di consumo, subito si deve procedere all'informazione dei cittadini: non capiamo questa timidezza nel volere modificare quanto previsto nelle mozioni. Per quanto riguarda i siti produttivi - e chiudo, Presidente -, abbiamo sul tavolo la proposta di restrizione REACH dell'Agenzia europea per le sostanze chimiche: ci pare che anche l'Italia abbia partecipato, Confindustria ha mandato un suo .
Le imprese sono le prime a voler produrre in modo sano per i cittadini. È compito del Governo, allora, non negare quello che la scienza ha già messo sul tavolo. Questi dati limite vanno messi sul tavolo, le imprese hanno espresso la loro posizione. Chiediamo che anche il Governo italiano, con forza, partecipi al processo europeo di definizione di questi limiti, perché siamo di fronte a un problema di livello mondiale, con riferimento al quale Stati Uniti e Australia sono già intervenuti, alcuni Stati dell'Europa lo stanno facendo: non vogliamo e non vorremmo che il nostro Paese, ancora una volta, fosse il fanalino di coda
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, vorrei che ci rendessimo conto che oggi ci assumiamo una responsabilità enorme nel definire gli impegni che chiediamo al Governo sui composti PFAS, poli e perfluoroalchilici, sostanze chimiche pericolose, note anche come inquinanti eterni. Per questo non posso che esprimere una certa delusione, se non costernazione, perché - riunendoci oggi, alle 12, noi delle opposizioni che avevamo e che abbiamo firmato le mozioni che adesso stiamo discutendo e che abbiamo già discusso lunedì 10 marzo - mi aspettavo sinceramente che la mediazione proposta dal Governo fosse un po' più coraggiosa, un po' più avanzata, un po' più adeguata alla gravità del problema, che è paragonabile a quello che è stato affrontato dall'umanità con il DDT - ve lo ricordate? - e con l'amianto. Parliamo di questo tipo di problema, capite ?
Io credo che non soltanto qui, purtroppo anche in Europa, le della chimica stiano facendo un lavoro molto preciso e quindi assistiamo, purtroppo anche in Europa, al rinvio, rinvio, rinvio - e anche oggi, qui, purtroppo, assistiamo al rinvio, rinvio e rinvio - di misure che si dovrebbero prendere qui ed ora , perché dobbiamo agire con urgenza, efficienza e lealtà. Lo dobbiamo al popolo inquinato dai PFAS, alle Mamme no-PFAS, alle associazioni ambientaliste, a chi si è battuto in tutti questi anni per il diritto alla salute, per la decontaminazione delle acque e dell'ambiente in cui viviamo. Lo dobbiamo alle scienziate e agli scienziati - come il collega ripeteva nel suo intervento - che hanno studiato, svelato la pericolosità di queste sostanze, fornito conoscenze, studi e indagini che il Governo ha già a disposizione, basta studiare.
Lo dobbiamo ai giornalisti e alle giornaliste come Laura Fazzini, vincitrice del premio Angelo Pangrazio 2025 per la sua coraggiosa inchiesta sui PFAS, pubblicata su , o anche a tanti altri, nomino qui Riccardo Iacona per la trasmissione . Lo dobbiamo alle Forze dell'ordine, ai pubblici funzionari onesti e coraggiosi e a quei tanti consigli comunali che, a prescindere dall'appartenenza politica, hanno votato mozioni all'unanimità che invitano a quanto previsto dalle nostre mozioni.
Accogliamo quindi, Governo, l'appello di Greenpeace che, attraverso il suo responsabile per la campagna inquinamento, Giuseppe Ungherese, ci chiede - guardi, qua c'è la sintesi di tutto quello che dovrei dire e vorrei dire - di schierarci per il divieto all'uso, alla produzione di queste sostanze e di introdurre limiti più bassi per la loro presenza nelle acque potabili. Anche la Commissione ecomafie, che è presieduta dalla maggioranza, si è recentemente espressa per la necessità di regolamentare i PFAS. La società scientifica Medici per l'Ambiente, meglio nota come ISDE, ha pubblicato un volume molto importante: , a cura di Vincenzo Cordiano - molti lo conoscono qui - e Vitalia Murgia, che ringrazio, una raccolta di saggi scritti da esperti, scienziati italiani e internazionali.
Le penetrazioni dei PFAS nella produzione, nel consumo, nei rifiuti, nei fanghi in cui vengono rilasciati questi residui, spesso molecole che si modificano nei processi trasformativi, sono un danno, rappresentano un danno incalcolabile per la salute umana e l'ambiente. Sono interferenti endocrini, come si sa, e alcuni sono cancerogeni, e non è che ci sia un sospetto, è dimostrato. Gli studi hanno indagato e dimostrato le connessioni tra PFAS, inquinamento dell'acqua e, addirittura - sentite -, malattie croniche e rappresentano rischi per la biodiversità.
A Venezia si è svolto, l'anno scorso, il congresso ISDE dedicato all'inquinamento da PFAS, patrocinato anche dall'ANCI. Cito questo, ma ne posso citare tanti altri. Eppure è possibile prendere oggi una decisione più coraggiosa. La Danimarca è stato il primo Paese a vietare l'uso di PFAS nei contenitori alimentari, nella produzione di carta e cartone, nell'abbigliamento e nelle calzature. Secondo i limiti vigenti negli Stati Uniti, in Danimarca e in altri Stati europei molto più coraggiosi del nostro - se venissero utilizzati questi limiti per misurare la potabilità dell'acqua -, la nostra acqua risulterebbe in gran parte, in molte regioni - non parlo del Veneto, parlo della Lombardia, per esempio -, non potabile. Capite a che livello siamo arrivati? In Francia, proprio pochissime settimane fa, è stata approvata una legge in cui si avvia quello che vorrei convincervi, rappresentante del Governo, a fare: avviarsi ad eliminare, passo dopo passo, questi PFAS dalla produzione e dal consumo.
In Francia, grazie a una legge presentata dal deputato Nicolas Thierry, tra l'altro dei Verdi, hanno cominciato eliminando l'utilizzo, la produzione, l'importazione, la commercializzazione dei PFAS in tre settori merceologici. Bene, noi cosa facciamo, invece? Noi, come dire, aspettiamo. Cosa?
Chiudo, Presidente, citando questa immagine che mi ha veramente tanto colpita. L'inchiesta giornalistica del 2023 ha coinvolto 17 testate giornalistiche molto importanti, alla guida c'era , il famoso quotidiano francese. Questa inchiesta riporta una fotografia dell'inquinamento da PFAS in Europa, è spaventoso: 21.000 siti contaminati, 1.600 sono in Italia, altri 23.000 probabilmente contaminati!
Bene, Presidente, qui non si gioca soltanto l'interesse, il destino della nostra Nazione, qui si gioca il destino delle future generazioni e dell'economia dell'Europa
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghi, Governo, inizio dicendo che i PFAS sono prodotti da circa 50 anni e che occorrono circa 10 o 15 anni - forse anche di più - per azzerare l'assorbimento completo.
La Francia ha intrapreso una decisione sicuramente coraggiosa, una misura vieta queste sostanze, tant'è che, il 20 febbraio 2025, è stata approvata una legge che, da gennaio 2026, prevede il divieto di produzione, importazione ed esportazione di cosmetici, tessuti e scioline contenenti PFAS.
Per quanto riguarda la sostituzione, si fa riferimento ai prodotti per i quali esistono già alcune alternative disponibili. Se penso al mio Piemonte, vi devo dire che c'è un'azienda che le produce, che, peraltro, non è italiana, ma è belga.
Occorre sicuramente avviare una battaglia per bonificare quanto è stato assorbito dall'ambiente: aria, acqua, pesci e verdure. Certamente, leggendo con attenzione le mozioni, compresa quella di maggioranza, riscontriamo che mancano segnali concreti di come, quando e con quali strategie si interverrà per bloccare la produzione e, ovviamente, per avviare le bonifiche.
L'accumulo di PFAS nell'organismo umano ha effetti tossici; può essere correlato a patologie neonatali - questo aspetto è particolarmente grave -, al diabete gestazionale e, in caso di esposizione cronica, anche alla formazione di tumori. Alcuni PFAS sono stati classificati anche come potenti interferenti endocrini.
Oggi sentivo il gestore di un acquedotto e devo dire che le tecnologie più efficaci per la rimozione dall'acqua dei PFAS sono l'osmosi inversa e l'assorbimento con carboni attivi. Ed è proprio grazie all'installazione di filtri a carbone attivo granulare, che i gestori degli acquedotti hanno riscontrato un notevole successo nella riduzione delle concentrazioni. Ma tutto questo deve farci riflettere. Deve farci riflettere il fatto che comunque questi elementi si trovano nell'acqua, negli acquedotti, in quello che noi beviamo.
Un altro aspetto importante riguarda i composti chimici sintetici: sono oltre 4.700 le sostanze utilizzate in numerose applicazioni industriali e prodotti di consumo. Questi composti sono apprezzati per le loro proprietà idrorepellenti, oleorepellente e ignifughe, che li rendono ideali per conferire resistenza all'acqua, ai grassi e alle macchie. E tutto questo, una volta di più, ci fa pensare a quanto questa materia sia resistente. E come vengono utilizzati? Vengono utilizzati come rivestimenti antimacchia e impermeabili per tessuti e tappeti, per rivestimenti resistenti all'olio per materiali a contatto con alimenti, per schiume antincendio, per detergenti e prodotti per la pulizia, per pellicole fotografiche e per componenti elettronici.
Hanno ovviamente un impatto sulla salute umana. Cito ancora alcuni di questi impatti: danno al fegato, obesità, problemi di fertilità, aumento del rischio di alcuni tipi di cancro. E a causa della loro diffusione e persistenza, i PFAS rappresentano anche una preoccupazione significativa per l'ambiente e, ovviamente, per la salute pubblica.
L'Italia ha affrontato con ritardo l'adozione di misure efficaci a tutela della salute pubblica, in particolare riguardo alla regolamentazione delle sostanze. E questo ritardo può ovviamente essere ascritto a diversi fattori: le complessità burocratiche e legislative, l'iter normativo italiano, che potrebbe essere lungo e articolato. Però questo iter è iniziato? È una domanda che ovviamente pongo, attraverso lei, signor Presidente, al Governo. E poi c'è un interesse, l'interesse economico, ovvero la presenza di industrie, che utilizzano o producono i PFAS, può esercitare pressioni per posticipare le restrizioni che potrebbero incidere sulla produzione o sull'economia.
Mancano poi i dati aggiornati e le informazioni complete sulla diffusione e sugli effetti dei PFAS. Tutto questo forse potrebbe aver rallentato la percezione dell'urgenza nell'affrontare il problema. Ma quello che stiamo dicendo oggi - le due dichiarazioni di voto che ho sentito e quello che si legge - dovrebbe essere assolutamente sufficiente.
Intanto un'altra domanda: che cosa ha fatto l'Italia per ridurre l'utilizzo dei PFAS? Ad esempio nelle acque potabili, lo ribadisco, nel maggio 2024, il Ministero della Salute ha stabilito limiti per la presenza dei PFAS nelle acque potabili, sebbene questi siano stati introdotti con 7 anni di ritardo e risultino anche meno restrittivi rispetto alle indicazioni dell'Istituto superiore di sanità.
Con la direttiva 2020/2184/UE, l'Italia ha iniziato il processo di recepimento. L'attuazione pratica di queste misure, però, è ancora in fase di sviluppo.
Manca una raccolta sistematica dei dati di contaminazione da PFAS, che comunque emerge con tutta la sua gravità. Manca, signor Presidente e Governo, anche un quadro coerente di ciò che il Governo intende fare. E poi c'è l'analisi costi e benefici relativi alla gestione delle sostanze, che, in Italia, evidenza una complessa interazione tra oneri economici, impatti ambientali e considerazione industriale.
Poi le bonifiche ambientali. La decontaminazione dei siti inquinati è estremamente onerosa. Non ci sono cifre certe, però il costo per bonificare l'inquinamento chimico, tossico e permanente potrebbe superare i 95 miliardi di euro in 20 anni. Questo, ovviamente, è da verificare. E, quindi, i tempi, le risorse e le modalità. Non trovo particolari benefici da parte dei PFAS, però sicuramente penso all'Unione europea che ha introdotto misure per limitare l'uso specifico dei PFAS, con periodi di transizione tra 18 mesi e 5 anni per la sostituzione con alternative più sicure. Rimane da capire quanto tempo impegneranno il nostro Governo e l'Italia per andare a ricercare queste alternative più sicure.
Sappiamo che le industriali, certamente, continuano a opporsi a regolamentazioni più severe, sostenendo spesso la mancanza di alternative valide all'uso dei PFAS. È un'affermazione che, ovviamente, viene contrastata da tantissime organizzazioni, sicuramente in testa quelle ambientaliste. Abbiamo letto, come dicevo, le mozioni - grazie, signor Presidente, concludo - e il nostro gruppo voterà a favore di tutte le mozioni, con un leggero rincrescimento per la mozione di maggioranza che presenta linee non così chiare e non così definite come avremmo voluto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, la mozione che ci accingiamo a votare affronta con serietà e responsabilità il problema della contaminazione da composti perfluoroalchilici, i cosiddetti PFAS. È una questione che tocca da vicino la salute dei cittadini e la tutela del nostro prezioso patrimonio ambientale. I PFAS, con le loro peculiari caratteristiche chimico-fisiche, hanno trovato ampio utilizzo in settori industriali e domestici: dai materiali antiaderenti alle schiume antincendio, dai tessuti impermeabili ai contenitori per alimenti. Tuttavia, è proprio la loro estrema persistenza a rappresentare una minaccia concreta. Queste sostanze non si degradano facilmente nell'ambiente ma si accumulano nelle acque, nei terreni e, purtroppo, anche negli organismi viventi, incluso il nostro corpo, con comprovati effetti dannosi sulla salute, aumentando, ad esempio, il rischio di cancro.
L'Italia, purtroppo, è tra i Paesi europei maggiormente colpiti, con oltre 1.600 siti contaminati. Regioni come il Veneto, il Piemonte, la Lombardia e la Toscana stanno affrontando una crisi sanitaria e ambientale senza precedenti. Nel mio caro Veneto la contaminazione da PFAS è nota sin dal 2013 e ha raggiunto livelli preoccupanti in province come Vicenza, Verona e Padova. A partire dal 2018 è stato addirittura dichiarato lo stato di emergenza, a dimostrazione della gravità del fenomeno. Colgo l'occasione, Presidente, per rivolgere un pensiero ai cittadini di Alonte, Asigliano Veneto, Brendola, Lonigo, Noventa Vicentina, Orgiano, Pojana Maggiore, Sarego, Cologna Veneta, Pressana, Roveredo di Guà, Zimella e Montagnana. Sono comunità che stanno pagando un prezzo altissimo a causa della contaminazione da PFAS, ma che continuano a dimostrare forza e resilienza. A loro voglio dire che questa mozione rappresenta un impegno concreto: bonificare i territori, proteggere la loro salute e garantire un futuro sostenibile senza penalizzare lo sviluppo economico.
La mozione impegna il Governo a mettere in campo una serie di azioni mirate, tra cui il rafforzamento della prevenzione e del monitoraggio, la definizione di limiti più restrittivi per l'uso di queste sostanze, con un coordinamento a livello europeo, e interventi di bonifica nelle aree più colpite. L'adozione di misure normative per anticipare le scadenze del monitoraggio e l'istituzione di un'anagrafe dinamica delle acque potabili sono azioni concrete per accorciare i tempi di risposta a questa crisi.
Ma consentitemi di soffermarmi, in particolar modo, su due punti di estrema importanza che personalmente ho fatto inserire nella mozione: il punto 4), che incentiva la ricerca, lo sviluppo e l'utilizzo di materiali alternativi ai PFAS e il punto 6), che promuove una ricerca avanzata per lo smaltimento e la riduzione del carico inquinante di queste sostanze. Il punto 4) della mozione rappresenta non solo un impegno per la salute pubblica ma anche un'opportunità per il nostro Paese. Investire nella ricerca per individuare materiali alternativi ai PFAS significa favorire l'innovazione tecnologica e garantire, al contempo, soluzioni che siano rispettose dell'ambiente e della salute; significa sostenere le imprese in un percorso di crescita e modernizzazione.
Il Veneto, che ha dimostrato in passato una straordinaria capacità di innovazione industriale, può essere protagonista di questa transizione. Con il supporto delle istituzioni, possiamo promuovere politiche di incentivo che aiutino le aziende a sviluppare e adottare prodotti sicuri e sostenibili, garantendo al contempo la competitività dei nostri settori produttivi. È essenziale che il Governo rafforzi gli strumenti di supporto a livello nazionale ed europeo per incentivare le imprese virtuose e garantire una transizione tecnologica che tuteli il lavoro e la salute dei cittadini. Il punto 6), poi, sottolinea un aspetto fondamentale: la necessità di sostenere e promuovere la ricerca per lo smaltimento dei PFAS già presenti nell'ambiente. Il Veneto, con le sue aree fortemente colpite, deve essere al centro di questa azione. Le bonifiche ambientali sono un dovere imprescindibile verso i cittadini, che hanno già subìto i danni di questa contaminazione. Gli studi scientifici e i nuovi metodi tecnologici devono essere messi al servizio delle comunità per ridurre il carico inquinante, recuperare le aree contaminate e garantire un ambiente sano per le generazioni future.
Qui non si tratta di colpevolizzare, ma di responsabilizzare. È un lavoro che richiede risorse, competenze e coordinamento a tutti i livelli istituzionali, ma è una sfida che possiamo e dobbiamo affrontare con determinazione. Credo fortemente che il primo dovere delle istituzioni sia quello di garantire la sicurezza e la salute dei cittadini. Con questa mozione predisponiamo un piano concreto che combina pragmatismo, scienza e buonsenso, bilanciando le esigenze produttive con il diritto alla salute e alla tutela ambientale e valorizzando le capacità del nostro sistema industriale e scientifico. Dimostriamo che è possibile proteggere la salute senza compromettere lo sviluppo, che è possibile innovare senza distruggere e, soprattutto, che è possibile fare politica per il bene comune.
Per queste ragioni, a nome del gruppo di Noi Moderati, dichiaro voto favorevole sulla mozione di maggioranza e sulle altre, secondo indicazioni del Governo. Dobbiamo affrontare con determinazione questa emergenza, ponendo al centro la tutela del bene comune e della vita. È una questione di responsabilità verso i cittadini, verso l'ambiente e verso il futuro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, la collega Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, Presidente. Oggi quest'Aula affronta un tema delicatissimo, quanto importantissimo. Si sta parlando dei PFAS, delle sostanze perfluoroalchiliche, gli inquinanti eterni, che già come vengono detti e considerati fanno venire la pelle d'oca. Sono composti organici che si trovano ovunque: si trovano nelle padelle, nelle schiume antincendio, ma tutti questi prodotti, che contengono queste sostanze, diventano, in realtà, un potenziale ambasciatore di una contaminazione ambientale. Quando si parla di contaminazione ambientale noi parliamo dei suoli, dell'aria, delle acque e quando si parla delle acque, purtroppo, si parla anche di acque potabili. Dall'altra parte, con la contaminazione ambientale noi abbiamo effetti nocivi che ricadono sulla salute delle persone e l'esposizione prolungata a queste sostanze PFAS è stata associata all'insorgenza di tumori e alle malattie metaboliche.
Oggi siamo in quest'Aula a fare cosa? A discutere delle mozioni. Le mozioni sono degli atti con cui noi, Parlamento, impegniamo il Governo a delle azioni. Nel frattempo, la Danimarca è il primo Paese dell'Unione europea a vietare l'utilizzo proprio dei PFAS nella produzione di carta e cartone per uso alimentare. Inoltre, c'è la Francia, che è il primo Paese europeo ad avere una legge specifica. E noi, come Italia, ci dobbiamo chiedere: cosa stiamo facendo? Come MoVimento 5 Stelle, dalla XVII legislatura, cioè dal momento in cui siamo entrati in Parlamento, abbiamo fatto degli atti nella Commissione ecomafie, abbiamo depositato delle proposte di legge, perché esiste un vuoto normativo, esiste un evidente e chiaro e sicuramente non è la mozione l'atto più giusto ma è una proposta di legge che va a colmare quel vuoto normativo. Noi, come MoVimento 5 Stelle, siamo pronti a discutere in un chiaro dibattito, sacrosanto, parlamentare, perché è quello lo strumento giusto. E oggi cosa sta avvenendo? Purtroppo, il teatro dell'ipocrisia.
Noi, come MoVimento 5 Stelle, oggi non abbiamo partecipato al tavolo che ha convocato il Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Non abbiamo partecipato proprio per il rispetto che abbiamo di quei cittadini e quelle cittadine, di quelle mamme, di quei bambini che si sono ammalati e proprio per lo stesso rispetto noi oggi in quest'Aula non possiamo votare a favore della mozione della maggioranza . Perché - vedete - prendiamo la mozione della maggioranza e, tra i tanti punti, ce n'è uno - che penso faccia proprio da perimetro a quello di cui stiamo parlando - in cui si dice: “a promuovere compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica incentivi specifici per le attività che eliminano l'uso dei PFAS”. C'è scritto nero su bianco: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”, quando si va a parlare di monitoraggio dei PFAS. Vuol dire che il problema o non si è capito oppure che si fa pura retorica e, dato che il tempo è scaduto , la retorica non serve ai cittadini, non serve a quelle mamme, non serve a tutte quelle associazioni che ne hanno fatto veramente una battaglia, perché è una battaglia di tutti noi.
E poi, nel frattempo, una settimana fa, il 19 marzo, il Governo ha risposto a una mia interrogazione in Commissione ambiente, proprio su questo tema. Premetto che, grazie al MoVimento 5 Stelle, in legge di bilancio è stato approvato un Fondo proprio per il monitoraggio dei PFAS (quindi 2,5 milioni di euro che abbiamo messo noi come MoVimento 5 Stelle) e quindi potevate anche utilizzarli. Stiamo aspettando questo decreto attuativo. Quindi, ho chiesto al Governo: che fine sta facendo questo decreto attuativo? Perché era entro 60 giorni, siamo a marzo: che cosa state facendo? E quando mi si risponde che il MASE, il Ministero ha provveduto a organizzare una prima riunione di coordinamento in cui sono stati coinvolti gli enti, tra cui ISPRA, ENEA eccetera, e mi si dice anche, tra le altre cose, che sono state poste le basi per la definizione di proposte tecniche di un cronoprogramma di lavoro e del decreto non si vede traccia, queste sono le azioni.
La vostra mozione è pura retorica vuota Ecco perché noi voteremo contro la vostra mozione. In questi anni dobbiamo ringraziare i comitati locali, le tantissime associazioni, le “mamme No PFAS” che sono veramente un presidio permanente di civiltà. Noi ci siamo sempre stati a livello comunale, a livello regionale, a livello nazionale, a livello europeo. Siamo stati al loro fianco quando la voce si è fatta inchiesta, quando la voce si è fatta analisi, quando la voce si è fatta verità: c'eravamo sempre.
Greenpeace, grazie a un'analisi che ha fatto e la spedizione “Acque senza veleni”, ha percorso tutte le regioni d'Italia; hanno prelevato 260 campioni in più di 235 comuni, hanno realizzato una mappa nazionale indipendente proprio della contaminazione PFAS; hanno analizzato anche le sostanze ultracorte, tra cui l'acido trifluoroacetico che è sempre della famiglia dei PFAS.
Allora, io mi chiedo e vi chiedo, colleghi, perché poi è anche questo il nostro ruolo: qual è il nostro ruolo da deputati anche nei confronti del Governo? Perché in maniera ipocrita potevamo accettare la mozione di maggioranza e votarla comunque favorevolmente, però, poi, quando penso a tutte quelle mamme che hanno paura a far lavare i denti ai loro bambini usando l'acqua del rubinetto, che vanno a comprare l'acqua al supermercato per fare la pasta e per far mangiare tutti i giorni i loro bambini, che hanno paura di far lavare i loro figli con l'acqua che viene sempre dal rubinetto e che vivono tutti i giorni nell'angoscia quotidiana che il proprio figlio si possa ammalare semplicemente perché ha bevuto l'acqua del rubinetto, che teoricamente è potabile, mi chiedo: qual è il nostro ruolo? Perché nessuno pretende e chiede la bacchetta magica, non è quello il punto. Ma oggi diceva che 463.000 persone non comprano farmaci: vuol dire che non si curano.
Questo dato penso che debba farci fermare tutti e ridefinire tutte le priorità…perché poi abbiamo amministratori che si devono prendere cura dei concittadini, cura dei propri cittadini e cittadine. Noi abbiamo un bellissimo esempio di buona amministrazione, il nostro assessore in Umbria, Thomas De Luca, che sta facendo un lavoro straordinario sui PFAS, ha avviato un tavolo di monitoraggio a pochi mesi dalla sua elezione ad assessore. Quindi, quando si mettono al centro le persone, quando si mette al centro la cura delle persone il resto viene da sé. Questa è la differenza.
Noi come MoVimento abbiamo scritto impegni veramente concreti e non mi si può dire che sono ideologici. Ma è stata espressa contrarietà, tra le altre cose, alla parte in cui abbiamo chiesto la specifica etichetta, cioè le persone, quando vanno a comprare una padella, devono sapere che quella padella deve essere No PFAS. E voi mi mettete la contrarietà . Quindi, la trasparenza? I cittadini non devono sapere questo? Questa è l'ipocrisia. Noi abbiamo imparato, sappiamo che i PFAS sono un'emergenza sanitaria, sono un'emergenza sociale, sono un'emergenza ambientale e, quindi, in quanto tali vanno chieste risposte forti, risposte immediate, definitive che sicuramente non si stanno dando in quest'Aula.
Allora, chiudo con una notizia di oggi che, secondo me, chiude proprio il cerchio: la Commissione per l'ambiente in Europa, diciamo, oggi votava il regolamento per le sostanze chimiche e la stretta sui PFAS si farà non prima del 2026. Hanno vinto le . Ma vi leggo anche quanto ha dichiarato la commissaria della Commissione ambiente che, tra l'altro, una settimana fa era venuta in Commissione e alla domanda sui PFAS non ha risposto e adesso ho capito perché. Lei dice: “cercheremo di stabilire il divieto dei PFAS nei prodotti di consumo, ma dobbiamo anche essere consapevoli che ci sono materiali, prodotti e cose di cui abbiamo davvero bisogno”. Allora, uno dice: okay, quali sono queste cose? E continua: “come gli inalatori o i beni essenziali per l'industria della difesa”.
Questa è l'Europa che voi volete Perché questa non è la nostra Europa! La nostra è un'Europa di pace, è un'Europa che mette al centro la persona, la cura di un ambiente salubre. Ed anche per questo che noi il 5 aprile andremo nelle piazze ad urlare proprio questo. Perché l'Europa che voi volete non è la nostra e, soprattutto, questo è fondamentale: la salute non si contratta, la salute si difende senza se e senza ma .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA(FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi, Governo, la mozione della maggioranza sui PFAS, che riguarda i composti perfluoroalchilici, per i quali si chiede di limitarne l'uso per la loro persistenza nell'ambiente e la loro pericolosità sotto il profilo sanitario e ambientale, rappresenta un punto di equilibrio possibile tra interessi diversi: quello alla salute - prioritario -, quello all'ambiente e quello economico. Per gli aspetti non ancora sufficientemente indagati, la mozione chiede di applicare il principio di precauzione, sancito dall'articolo 174, comma 2, del Trattato di Amsterdam.
Com'è noto, l'OCSE si sta muovendo da tempo in materia di cooperazione internazionale per quel che riguarda la gestione dei PFAS e chiede agli Stati aderenti di condividere informazioni sia in termini di dati sull'inquinamento sia per quel che riguarda l'individuazione di alternative più sicure. Alcuni PFAS sono già inclusi negli elenchi della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, grazie agli aggiornamenti della Convenzione introdotti nel 2023. Anche l'Unione europea si sta muovendo nel senso di accrescere le limitazioni e i divieti all'utilizzo di alcune tipologie di PFAS.
Dopo la proposta del 2023 di cinque Stati (Danimarca, Germania, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia), all'Agenzia dell'Unione europea per le sostanze chimiche, di bandire definitivamente tali composti chimici, la Commissione europea ha compiuto un passo decisivo lo scorso anno con l'introduzione di severe restrizioni per l'utilizzo dell'acido perfluoroesanoico e dei suoi derivati.
Secondo le stime allegate alla decisione dell'Unione europea, circa 4,4 milioni di tonnellate di PFAS finirebbero nell'ambiente nei prossimi trent'anni, se non si interviene.
Il regolamento REACH è stato ed è in questo contesto uno strumento chiave per regolare questa materia, in quanto prevede una procedura partecipata degli attori coinvolti. Dunque, la Commissione europea si è mossa in direzione di un divieto di produzione e commercializzazione progressivo, con deroghe per usi specifici limitate nel tempo: per esempio, i materiali da contatto con alimenti alternativi ai PFAS sono allo studio, ma non ancora disponibili; per lo stesso motivo lo stop arriverà in 12 anni per alcuni dispositivi medici; per la maggior parte degli usi - garantisce il rapporto della Commissione - le alternative esistono o saranno a breve disponibili.
La mozione di maggioranza prende atto che l'emergenza PFAS significa oggi crisi ambientale e sanitaria, crisi che non va sottovalutata. La caratteristica principale dei PFAS, la persistenza, è anche la loro più grande minaccia. Questa contaminazione diffusa espone milioni di persone a rischi per la salute, con conseguenze non ancora definitivamente accertate, ma potenzialmente rilevanti.
Tuttavia, va chiarito che non tutti i PFAS hanno le stesse proprietà e lo stesso impatto ambientale e sulla salute: ad esempio, i fluoropolimeri presentano proprietà fisiche, chimiche, tossicologiche diverse da altre sostanze identificate come PFAS. Infatti, soddisfano i criteri OCSE per i polimeri a bassa preoccupazione, non si scompongono, non rilasciano sostanze chimiche potenzialmente dannose una volta rilasciate nell'ambiente e non sono biodisponibili. Proprio per evitare fughe in avanti, si rende necessario che l'Unione europea adotti misure di restrizione dell'uso dei PFAS comuni a tutti gli Stati membri, nonché di riduzione dei limiti di tolleranza coerenti con i più aggiornati studi scientifici.
Bisogna ricordare che la Corte europea dei diritti dell'uomo, con la sentenza del gennaio 2019, ha individuato negli Stati nazionali i soggetti preposti ad individuare il corretto bilanciamento tra il diritto all'impresa e il diritto alla salute e all'ambiente salubre, lasciando, quindi, agli Stati un certo margine di apprezzamento.
Venendo al nostro Paese, va sottolineata l'opera preziosa delle Agenzie regionali per la protezione ambientale nel monitoraggio della presenza dei PFAS nelle acque, nel suolo e nell'aria. Nel 2017, ISPRA è stato sollecitato dal Ministero dell'Ambiente a formulare le proprie valutazioni e proposte per il monitoraggio dei composti PFAS nei corpi idrici superficiali e sotterranei. Il tavolo tecnico istituito allo scopo da ISPRA, partecipato dai rappresentanti delle Agenzie regionali, ha portato alla redazione di un rapporto che ha gettato le basi per la creazione delle reti di monitoraggio, grazie alle quali è stato possibile valutare le situazioni in cui sono stati superati i limiti per la presenza di PFAS nell'acqua potabile stabiliti dalla direttiva (UE) 2020/2184. Queste reti hanno portato all'individuazione delle aree di maggior pericolo in quattro regioni: Piemonte, Veneto, Lombardia e Toscana. Per quanto riguarda la regolamentazione, l'Italia ha recepito la direttiva (UE) 2020/2184, che ha stabilito limiti di tolleranza per ciascuna sostanza, garantendo di sicurezza uniformi in tutta l'Unione europea.
Secondo i dati ISPRA, la contaminazione da PFAS è presente nel 17 per cento dei controlli effettuati dagli enti preposti tra il 2019 e il 2022, per un inquinamento che coinvolge 16 regioni su 20. Quanto ai rischi per gli alimenti, è l'Autorità europea per la sicurezza alimentare a fornire valutazioni scientifiche sui rischi dei PFAS per la salute umana, supportando le decisioni politiche e lavorando a stretto contatto con le autorità nazionali.
Per quanto riguarda, invece, l'impatto dei PFAS sull'agricoltura, in forza dell'incremento dell'uso di questi composti nei pesticidi, la presenza dei loro residui è più che triplicata, tra il 2011 e il 2021, in frutta e verdura. Secondo Greenpeace, se è vero che l'Unione europea ha pubblicato un primo elenco di restrizioni comprendente 47 principi attivi, ad oggi 37 di queste 47 sostanze, che rappresentano il 12 per cento delle sostanze attive sintetiche approvate dall'Unione europea, sono ancora autorizzate per l'uso come pesticidi nella produzione alimentare. L'Italia, in questo caso, ha un livello di contaminazione più basso della media europea, ma occorrerà vigilare e appurare con maggiore precisione i possibili impatti sulla salute.
Gli impegni della mozione di maggioranza sono, quindi, conseguenti a quanto sopra esposto: la corretta applicazione del principio di precauzione, con la richiesta di anticipare la valutazione del rischio, che dovrà essere effettuata nel 2027 in attuazione del decreto legislativo n. 18 del 2023 e l'Anagrafe territoriale dinamica delle acque potabili, prevista per il 2029; la previsione di muoversi nel quadro delle decisioni comunitarie con l'impegno a sostenere, in ambito europeo, l'adozione di misure di restrizione dell'uso dei PFAS e di riduzione dei limiti di tolleranza coerenti con i più aggiornati studi scientifici, attraverso la partecipazione alle attività di valutazione dei comitati dell'Agenzia europea per le sostanze chimiche, promuovendo le iniziative di ricerca scientifica per la riduzione del carico inquinante.
Per quanto riguarda i possibili interventi nazionali, la mozione di maggioranza impegna il Governo a introdurre specifiche misure per la bonifica delle falde acquifere e delle aree del territorio nazionale dove l'inquinamento da PFAS supera stabilmente i livelli attualmente consentiti; a promuovere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, incentivi specifici per le attività che eliminano l'uso dei PFAS, adottando, invece, prodotti alternativi qualora sia possibile.
Il compito della politica non è di creare panico o di creare allarmismi, ma di assumersi responsabilità e trovare soluzioni concrete, efficienti e praticabili. Per questa ragione, dichiariamo il nostro parere favorevole alla mozione di maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montemagni. Ne ha facoltà.
ELISA MONTEMAGNI(LEGA). Grazie, Presidente. Grazie al Sottosegretario Barbaro, ma voglio ringraziare anche il Vice Ministro Gava, che oggi ha partecipato al tavolo che abbiamo fatto, a mezzogiorno, per cercare di trovare una soluzione che fosse unitaria a un tema che è oggettivamente unitario, perché, a differenza di quello che si sente in questi minuti, in quest'Aula, la realtà è che quello che è scritto nelle mozioni vede un obiettivo comune, che è quello di proteggere la salute umana e di proteggere l'ambiente. Quindi, quando parliamo delle sostanze perfluoroalchiliche, quindi i cosiddetti PFAS, noi sappiamo benissimo che sono sostanze dannose - lo abbiamo detto più volte -, sappiamo anche che la famiglia dei PFAS è fatta da tante componenti differenti, alcune già individuate come cancerogene, altre che sembrano non esserlo e, di conseguenza, è giusto avere degli studi completi per capire cosa danneggia l'ambiente e la salute dei nostri cittadini e cosa no; ma, soprattutto, è giusto chiedere ed avere una visione omogenea, regionale di come si fanno le analisi.
Perché noi, cari colleghi, abbiamo delle analisi fatte a livello regionale che non sono uguali per tutte le regioni, questo è un dato di fatto. Abbiamo, ad esempio, il Veneto che, dal 2013, ha avviato una vasta azione sanitaria per verificare la presenza dei PFAS e ha iniziato anche il suo contenimento, ha cercato di contenere e di mettere in salvaguardia le acque potabili, e sta facendo un lavoro incredibile su un territorio che è stato fortemente colpito, come abbiamo sentito già in quest'Aula. Poi abbiamo la Toscana, che è la mia terra, che io conosco bene, dove le analisi sono state fatte da Greenpeace, sono state pubblicate, però non sappiamo bene quali siano le analisi che riporta la regione Toscana e, come non lo sappiamo noi, non lo sanno nemmeno le aziende. Quindi, abbiamo sotto inchiesta il distretto conciario, il distretto cartario, il tessile, senza avere idea di come siano state condotte nemmeno queste analisi. Io ho tutto rispetto del mondo per Greenpeace, che è un'associazione che cerca di fare del bene, ma queste analisi le devono fare le istituzioni, non le devono fare le associazioni. E, quindi, quando noi ci troviamo a parlare - nel mio caso, io arrivo dalla provincia di Lucca - con il distretto cartario, giustamente mi viene posto un quesito: come facciamo, noi che produciamo carta assorbente, ad avere a che fare con materiali che hanno proprietà idrorepellenti e antiaderenti? Si dice: noi cerchiamo di fare il possibile per cercare di capire, anche mettendoci in contatto con Greenpeace, perché, se c'è un problema lo vogliamo risolvere.
Cioè, ci dobbiamo mettere in testa in quest'Aula che chi fa impresa, le nostre aziende vogliono andare incontro alle esigenze della salute e dell'ambiente; non sono i nemici in questa battaglia, sono nostri alleati e li dobbiamo mettere in condizione di poter fare e fare bene. E, per mettere in condizioni di fare e fare bene, dobbiamo intanto avere un quadro completo: dobbiamo andare a fare il monitoraggio, le analisi, cercare di capire tramite gli enti che sono preposti e che questo fanno (noi facciamo politica, c'è chi deve fare la parte tecnica e chi la parte scientifica); li abbiamo a disposizione, c'è un tavolo attivo che sta lavorando come confermato anche oggi dal Vice Ministro Gava.
Poi io rimango anche un po' stupita perché prima il MoVimento 5 Stelle ci ricordava come in legge di bilancio sia stato approvato un emendamento dell'opposizione - che noi abbiamo condiviso evidentemente, altrimenti non sarebbe stato approvato - che stanzia 2,5 milioni, in tre anni, per il monitoraggio, lo studio e la ricerca in materia di inquinamento da PFAS e, poi, in quest'Aula, mi si viene a dire che abbiamo già gli elementi per produrre una proposta di legge. Allora, delle due l'una: o noi abbiamo gli elementi per produrre una proposta di legge o abbiamo bisogno di stanziare dei fondi per capire come farla una proposta di legge, come andare a legiferare su questa materia. Inoltre, abbiamo un tema che è centrale.
Io sono mamma. Chi più di una mamma tiene al benessere dei propri figli? Nessuno qui, ma nemmeno chi ha l'impresa e ha figli pensa di voler danneggiare i propri figli. Certo, però, dobbiamo anche mettere in condizione la popolazione di avere informazioni corrette. Perché quando parliamo di PFAS, e ne parliamo in maniera generica, non facciamo un grande servizio all'informazione.
Dobbiamo parlare di come individuare i componenti che sono cancerogeni, di come combatterli. Il come lo ritrovate anche nella nostra mozione. Dobbiamo tenere ben presenti i tempi che servono alle nostre aziende per trovare le alternative, perché le vogliono trovare, non è vero che non le vogliono trovare, ma, come spesso accade, i procedimenti non si scoprono dall'oggi al domani. Tra l'altro, come sapete bene, sono stati citati gli Stati che hanno legiferato, ma non quelli che non hanno legiferato. Ciò significa che altri, in Europa, produrranno con una normativa diversa e noi ci troveremo prodotti che arrivano da altri Paesi europei se non addirittura esteri.
E, quindi, voglio capire come pensa l'opposizione di far conciliare le esigenze economiche, industriali e aziendali con la salvaguardia della salute. Io capisco che dall'opposizione tutto si può dire ed è sempre tutto più facile, però noi dobbiamo essere seri quando siamo in quest'Aula. Ed essere seri significa portare a casa provvedimenti che servano veramente al territorio, ai cittadini e alle nostre persone. E se è vero che dobbiamo rafforzare i controlli, dobbiamo anche capire come fare quei controlli. Perché i controlli si possono fare sui depuratori, ma, se si fanno sui depuratori e i controlli risultano positivi, riscontrando una grande quantità di PFAS, non sappiamo quali aziende li hanno prodotti. Quindi, dobbiamo agire alla fonte e cercare di capire, anche con l'aiuto delle aziende, quali sono i prodotti che arrivano nelle aziende e quali vengono utilizzati.
Dobbiamo chiedere - il tavolo che citavo prima - tempi più veloci possibili per avere un riscontro, perché è chiaro che noi per primi vogliamo creare una situazione in cui si possa dare certezza ai nostri cittadini, contenere il danno, cercando di risolverlo con le bonifiche; ma dobbiamo dare certezza alle nostre aziende su come andare avanti. Quindi è tutto nel nostro interesse cercare di arrivare a una soluzione, ma deve essere una soluzione compatibile, non il solito libro delle favole che, qui dentro, l'opposizione ci propina ogni volta che apre bocca
E non vorrei - e spero che non sia così - che questa diventi una battaglia ideologica, perché questa non è una battaglia ideologica. Questa è una battaglia per la salute, per il bene dei cittadini, per le nostre aziende e per andare incontro ad un futuro migliore per tutti noi. Chiunque qui dentro pensi che possa essere una battaglia ideologica probabilmente ha sbagliato campo, perché le battaglie ideologiche non producono soluzioni. Noi, invece, vogliamo produrre soluzioni. Se l'opposizione non è d'accordo e voterà contro la nostra mozione, ce ne faremo una ragione, ma la nostra mozione è quella più di buonsenso, perché fa il quadro esatto della realtà e traccia esattamente la linea di dove dobbiamo andare per risolvere un problema che sappiamo esistere, che noi stessi riconosciamo, ma che non si affronta in maniera approssimativa o semplicemente pigiando il piede sull'acceleratore per produrre qualcosa che potrebbe essere inadatto e che, magari, l'Europa domani disconosce o, anche peggio, produrre qualcosa che penalizza le nostre aziende e non dà risposte certe ai nostri cittadini.
Noi voteremo a favore della mozione della maggioranza e invitiamo questo Governo ad andare avanti con la coscienza, con la conoscenza, col monitoraggio e con la consapevolezza tecnica e scientifica, perché i problemi si risolvono in questa maniera, non facendo tante discussioni e tanti proclami, perché il libro delle favole leggiamolo ai nostri bambini, quando vanno a letto la sera, non lo raccontiamo ai nostri cittadini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marino. Ne ha facoltà.
MARIA STEFANIA MARINO(PD-IDP). Onorevoli colleghe e colleghi, illustre Presidente, grazie. Il problema dei PFAS rappresenta una grave emergenza ambientale e sanitaria che non possiamo più permetterci di sottovalutare. Le nostre comunità sono sotto una minaccia incombente, che mette a repentaglio la salute pubblica e l'integrità dell'ambiente.
È imperativo agire con urgenza. I PFAS sono composti chimici sintetici, ampiamente impiegati in svariati prodotti industriali e di consumo. La loro caratteristica di persistenza, che li rende praticamente indistruttibili nell'ambiente, costituisce la principale fonte di preoccupazione. Queste sostanze si accumulano nel suolo, nelle acque e negli organismi viventi, contaminando l'intera catena alimentare.
La diffusione dei PFAS è onnipresente. Li troviamo nell'acqua che beviamo, nel cibo che consumiamo, nell'aria che respiriamo, e persino nel nostro sangue. Questa contaminazione diffusa espone milioni di persone a gravi rischi per la salute, con potenziali conseguenze devastanti. Gli studi scientifici evidenziano una correlazione allarmante tra l'esposizione ai PFAS e una serie di gravi problemi di salute come: compromissione del sistema immunitario, con conseguente maggiore vulnerabilità, infezioni e malattie autoimmuni; disturbo dello sviluppo nei bambini, con impatti negativi sulla crescita, sullo sviluppo neurologico e sul sistema endocrino; aumento del rischio di malattie cardiovascolari, come ipertensione e colesterolo alto; correlazione con l'insorgenza di tumore ai reni, ai testicoli, alla tiroide e al fegato; danni al fegato e alla tiroide, con conseguenti disfunzioni di questi organi vitali.
Queste sostanze, utilizzate in rivestimenti antiaderenti, tessuti impermeabili, imballaggio elementare e in molte altre applicazioni, sono resistenti alla degradazione e si accumulano negli organismi viventi, compresi gli esseri umani. Purtroppo, il rischio reale e le conseguenze della loro presenza toccano anche temi di stretta attualità.
Da tempo, alcuni studi confermano come nei dispositivi di protezione individuale dei Vigili del fuoco siano presenti materiali composti dai PFAS. I PFAS, inoltre, sono ancora presenti nelle schiume antincendio, come è accaduto in Belgio, dove le schiume dai Vigili del fuoco, nelle scuole di addestramento, hanno causato un inquinamento importante. Non ultimo, ad Arezzo, poche settimane fa, abbiamo appreso dalla stampa che, purtroppo, sono deceduti tre Vigili del fuoco, tutti a causa di un glioblastoma, nell'arco di 14 mesi.
Le associazioni sindacali di categoria, che da anni sostengono una stretta correlazione tra malattia professionale e presenza di PFAS, hanno subito rimarcato la necessità di eseguire accertamenti medici sui decessi avvenuti ad Arezzo, al fine di individuare possibili nessi di causa-effetto legati alla presenza nei corpi di sostanze PFAS. Va segnalato come la Direzione centrale per le emergenze del Ministero dell'Interno ha diramato, nel 2019, una circolare con le prime linee direttive, finalizzate al miglioramento dell'attività di spegnimento degli incendi, mettendo al bando gli schiumogeni di tipo proteinico e fluoroproteinico, rispetto ai nuovi schiumogeni di tipologia sintetica.
Appare evidente come sia necessario ed urgente chiarire la reale presenza dei PFAS in tutti i dispositivi utilizzati dai Vigili del fuoco nello svolgimento delle loro mansioni. Non è accettabile, Presidente, che chi mette a repentaglio la vita per garantire la collettività sia poi sottoposto a questi rischi.
Non è altrettanto accettabile che l'incuria o l'inerzia rispetto alla presenza di queste sostanze possa compromettere la salute dei cittadini. Sono state ritrovate sostanze PFAS nel sangue di un bambino di 12 anni affetto da tumore. Presidente, non possiamo più perdere tempo, perché non si tratta di rischi ipotetici, ma di pericoli che possono riguardare tutti noi, dove ci sono non solo testimonianze, ma certificazioni da parte di organi competenti sul danno che procurano.
Gli impatti ambientali, come abbiamo ripetuto, sono potenzialmente devastanti, con la persistenza di queste sostanze per secoli, contaminando tutte le future generazioni. I dati ISPRA evidenziano al riguardo una presenza diffusa dei PFAS nei terreni, con 18.000 siti compromessi in Italia, con una disomogeneità peraltro diffusa tra i controlli regionali, che aggravano complessivamente un quadro già allarmante. C'è, infatti, ancora una marcata differenziazione nei controlli: quasi il 70 per cento delle analisi nazionali è stato, infatti, eseguito in sole quattro regioni del Nord Italia, mentre il restante 30 per cento è distribuito nelle altre 12 regioni interessate dalle verifiche, creando una sproporzione in termini numerici e di accuratezza. In quattro regioni del Sud Italia, come Puglia, Sardegna, Molise e Calabria, dal 2017 al 2022, non risulta, invece, alcun controllo sulla presenza dei PFAS nei corpi idrici.
Nelle scorse settimane, ho potuto recarmi personalmente in uno di questi siti, in particolare in quello di Crotone, per verificare la situazione attuale e valutare lo stato di avanzamento delle bonifiche avviate. Si tratta, comunque, di interventi a macchia di leopardo, che non garantiscono la sicurezza. Occorre, quindi, per avere risultati concreti e rapidi, un piano nazionale. Serve una legge in materia che riduca drasticamente la presenza di PFAS sui materiali, capace quindi di prevenire e contrastare l'inquinamento e di attivare, conseguentemente, il monitoraggio e la bonifica di tutti i siti compromessi. Il Governo italiano, infatti, non ha ancora adottato misure sufficientemente restrittive per limitare l'uso e la produzione dei PFAS, né ha fissato limiti più severi rispetto a quelli fissati dalla legislazione europea con la direttiva (UE) 2020/2184. Nonostante i rischi accertati, le azioni intraprese negli ultimi anni risultano, infatti, purtroppo, non abbastanza incisive. Nel nostro Paese, come dicevo, anche quando viene accertata la presenza di tali sostanze, mancano spesso le azioni decisive di prevenzione e di bonifica.
È fondamentale, innanzitutto, portare i limiti di scarico a zero tecnico, applicando il principio di precauzione sancito dall'articolo 174 del Trattato UE e ribadito dalla Corte costituzionale. In caso di incertezza sul rischio di danni all'ambiente, il principio di precauzione consente o richiede l'adozione di misure di protezione, senza dover attendere che il danno si materializzi. Dunque, questa fissazione dei limiti per le sostanze PFAS è urgente per un duplice motivo: sia perché costituisce il presupposto del reato di inquinamento, sia per poter imporre i provvedimenti di bonifica ai soggetti responsabili della contaminazione delle matrici ambientali.
La mancanza di questi limiti ostacola di fatto l'azione della magistratura contro i reati di inquinamento e l'automatica bonifica dei siti interessati. È bene ribadirlo: la mancanza dei limiti non consente alla magistratura di contestare i reati connessi con la contaminazione delle matrici ambientali. Ecco perché è urgente che queste lacune vadano colmate da interventi immediati ed è quello che chiediamo nella nostra mozione. Presidente, è necessario vietare l'uso, la vendita e la produzione dei PFAS, con eccezioni limitate e controllate per usi essenziali, e definire limiti di inquinamento estremamente bassi, quasi zero, con deroghe temporanee e controllate.
Per quanto riguarda i controlli, si deve richiedere l'obbligo, per le aziende che utilizzano i PFAS, di fornire dati per il monitoraggio della salute dei lavoratori e dell'ambiente e rafforzare i controlli sulla produzione, importazione e utilizzo di prodotti contenenti PFAS su tutto il territorio nazionale. Per la tutela della salute è fondamentale garantire l'accesso all'acqua potabile priva di PFAS, con sistemi di filtrazione avanzati, ed avviare un programma nazionale di biomonitoraggio per valutare l'esposizione ai PFAS e gli effetti sulla salute, oltre a promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione. Per la transizione industriale e ricerca è indifferibile promuovere la riconversione industriale verso alternative senza PFAS, incentivare la ricerca e l'innovazione per sostanze chimiche sicure e verificare la sicurezza dei prodotti sostitutivi prima dell'immissione sul mercato.
Sono poi necessarie azioni a livello europeo e globale per promuovere il divieto delle sostanze chimiche dannose e per bloccare l'importazione di sostanze chimiche vietate nell'Unione europea. Occorrono, poi, le bonifiche, i finanziamenti, stanziare, quindi, fondi per la decontaminazione dei siti compromessi e individuare i responsabili dell'inquinamento, applicando il principio che chi inquina paga. Se non agiamo subito le conseguenze a medio e a lungo termine potrebbero riguardare soprattutto le nuove generazioni ed essere irreparabili.
Presidente, prendiamo esempio da cinque Nazioni - che sono la Francia, la Danimarca, la Germania, i Paesi Bassi e la Norvegia - che stanno agendo in autonomia e che insieme lavorano per bandire del tutto l'uso dei PFAS nel loro insieme. Noi voteremo “no” sulla mozione di maggioranza, perché parla solo di uso, non stabilisce limiti all'immediatezza dell'azione da portare avanti, perché, per quanto ho detto, c'è la massima urgenza per quello che riguarda i provvedimenti per i PFAS. Quindi, chi si oppone oggi a questo si deve assumere le responsabilità nei confronti dei cittadini di oggi e di quelli di domani
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Milani. Ne ha facoltà.
MASSIMO MILANI(FDI). I PFAS - ormai l'abbiamo capito dai diversi interventi - sono composti chimici artificiali, ampiamente utilizzati per la loro resistenza all'acqua, ai grassi e alle alte temperature. Tuttavia, la loro persistenza ambientale e i loro effetti sulla salute li rendono altamente problematici. I PFAS trovano largo uso nella vita quotidiana, perché rendono resistenti ai grassi e all'acqua i tessuti, la carta, i materiali antiaderenti e i contenitori di alimenti. Trovano larghissimo utilizzo anche in chirurgia, però, nella produzione di schiuma antincendio e di detergenti per la casa. Diversi studi scientifici, da anni, hanno certificato che l'esposizione ai PFAS, soprattutto attraverso l'acqua potabile e gli alimenti contaminati, può causare disturbi al sistema endocrino, effetti sul fegato, alterazione del sistema immunitario e, purtroppo, anche tumori, oltre ai danni per l'ambiente con il bioaccumulo negli organismi viventi e la contaminazione dell'acqua che, purtroppo, poi diventa, ovviamente, persistente.
Da tempo, quindi, la comunità scientifica, le agenzie di regolazione e i decisori politici si interrogano su come ridurre l'esposizione ai PFAS e sulla necessità di limitarne l'utilizzo industriale. Per ora, però, si è giunti a tre grandi raccomandazioni che sono: evitare contenitori alimentari con rivestimenti antiaderenti contenenti i PFAS; usare filtri ad osmosi inversa o a carbone attivo per l'acqua potabile; evitare abbigliamento tecnico e cosmetici che contengano queste sostanze. A parte queste raccomandazioni, si è giunti alla consapevolezza che la presenza di questo tipo di molecole va monitorata in ambiente - soprattutto nelle acque - e se ne deve prevedere la limitazione di utilizzo industriale con sostanze alternative, ma il dibattito scientifico e pubblico sui tempi e sulle modalità di attuare queste restrizioni è ancora aperto.
Questi rischi hanno spinto l'Unione europea, con la direttiva UE n. 2184 del 2020, a fissare limiti stringenti alla loro presenza nell'ambiente e nei prodotti di consumo. Il decreto legislativo del 23 febbraio 2023, n. 18, voluto dal nostro Governo, recepisce questa direttiva europea e disciplina la qualità delle acque destinate al consumo umano, con l'obiettivo di proteggere la salute pubblica dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque. Una delle principali novità introdotte dal decreto è adozione di un approccio basato sulla valutazione e gestione del rischio lungo l'intera filiera idropotabile. Questo implica l'elaborazione di piani di sicurezza dell'acqua - i cosiddetti PSA - che comprendono: la valutazione del rischio delle aree di approvvigionamento; l'analisi dei sistemi di distribuzione anche interni agli edifici; l'implementazione di misure preventive e correttive per garantire la qualità dell'acqua. Il decreto introduce limiti più stringenti per alcuni contaminanti e aggiunge nuove sostanze all'elenco dei parametri chimici da monitorare al fine di migliorare la protezione della salute umana e fra questi prioritariamente, ovviamente, i PFAS. Inoltre, il decreto promuove una maggiore trasparenza verso i cittadini, prevedendo che vengano fornite informazioni aggiornate sulla qualità dell'acqua potabile erogata, sia tramite bollette sia attraverso modalità telematiche. Infine, vengono stabiliti i requisiti minimi di igiene per i materiali che entrano in contatto con l'acqua potabile, nonché i reagenti chimici e i materiali filtranti utilizzati nel trattamento delle acque che non compromettono la qualità dell'acqua destinata al consumo umano.
Nell'ambito di tale decreto è stato istituito il Centro di sicurezza dell'acqua presso l'Istituto superiore di sanità, che ha recepito le linee guida tecniche sui metodi analitici del monitoraggio emanate dalla Commissione europea nel 2024 - quindi, recentissime norme tecniche provenienti dalla Commissione europea -, nonché la Commissione nazionale di sorveglianza sui piani di sicurezza dell'acqua. Questi due strumenti operativi dovranno restituire una corretta valutazione del rischio entro luglio 2027, con riesami periodici previsti entro massimo sei anni così come da normativa europea.
Quindi, l'attenzione del Governo Meloni è alta su questa tematica e segue le indicazioni provenienti dalle istituzioni europee, la Commissione in , tra queste istituzioni, ma anche provenienti dall'Agenzia europea per le sostanze chimiche, la quale ha in corso una consultazione pubblica sulla proposta di vietare i PFAS, in coerenza con la strategia europea in materia di sostanze chimiche sostenibili elaborata nel 2020 dalla Commissione europea, consultazione che, però, è ancora in corso.
Con questa mozione di maggioranza, nonostante l'attenzione già manifestata al tema, comunque, Fratelli d'Italia e tutta la coalizione di maggioranza recepiscono le istanze e le preoccupazioni per la salute pubblica correlate all'utilizzo dei PFAS, chiedendo al Governo di anticipare questo rapporto sulla valutazione del rischio anche prima della data, fissata già per legge, del 2027. Si chiede, inoltre: di introdurre misure specifiche per la bonifica delle falde acquifere con forte inquinamento da PFAS; di adoperarsi, in ambito europeo, per la riduzione dei limiti di tolleranza dei PFAS e, tra essi, l'identificazione di quelli a maggior rischio per l'ambiente e per la salute umana; l'introduzione di incentivi all'industria finalizzati all'eliminazione dei PFAS e la loro sostituzione con prodotti alternativi, più sicuri e sostenibili; di rafforzare le misure di controllo sulle industrie che utilizzano i PFAS per le proprie lavorazioni, al fine di ridurre al minimo il loro utilizzo e soprattutto i rischi di dispersione in ambiente; infine, di promuovere e sostenere la ricerca per lo smaltimento e soprattutto la riduzione dell'utilizzo di queste sostanze.
Fratelli d'Italia e il Governo Meloni si dimostrano, quindi, attenti alla salute degli italiani e su questo tema, ancora una volta, più solerti della stessa normativa europea, con un occhio comunque attento anche all'industria e alla ricerca, perché la sostenibilità ambientale per noi non confligge con le istanze produttive e dei consumatori.
Ma crediamo che, se ben accompagnati, i percorsi di sostenibilità possano rappresentare grandi opportunità di trasformazione industriale. Solo così la sostenibilità ambientale si traduce anche in sostenibilità economica e sociale.
Per questi motivi, signor Presidente, annuncio il voto convinto di Fratelli d'Italia alla mozione di maggioranza
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la Presidenza non aspetterà i colleghi che sono all'esterno.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Colleghi, silenzio, per favore.
Passiamo alla votazione della mozione Zanella ed altri n. 1-00293 .
Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, ad eccezione di quelle relative al 29° capoverso della premessa, e ai capoversi 5° e 6° del dispositivo.
Avverto, altresì, che i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la mozione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 5°, 14°, 16°, 24° e 29° della premessa e dei capoversi 3°, 4°, 5°, 6°, 7° e 8° del dispositivo; a seguire, congiuntamente, i capoversi 5°, 14°, 16° e 24° della premessa e i capoversi 3°, 4°, 7° e 8° del dispositivo; infine, congiuntamente, il capoverso 29° della premessa e i capoversi 5° e 6° del dispositivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zanella ed altri n. 1-00293 nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 5°, 14°, 16°, 24° e 29° della premessa e dei capoversi 3°, 4°, 5°, 6°, 7° e 8° del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, dei capoversi 5°, 14°, 16°, 24° della premessa e i capoversi 3°, 4°, 7° e 8° del dispositivo della mozione Zanella ed altri n. 1-00293 , con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 29° della premessa e sui capoversi 5° e 6° del dispositivo della mozione Zanella ed altri n. 1-00293 , con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00297.
Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il parere del Governo è favorevole distintamente da quelle su cui il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, 11°, 12°, 13°, 15°, 17°, 18° e 19° della premessa e sui capoversi 4°, lettere , , e , 7° e 11° del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00297, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui restanti capoversi della premessa e sui restanti capoversi del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00297, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della mozione Braga ed altri n. 1-00411.
Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il parere del Governo è favorevole distintamente da quelle su cui il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 2 °, 3°, 4°, 5°, 7°, 9°, 10°, 11°, 12°, 13° e 15° della premessa e sui capoversi 3°, 4°, 6°, 7°, 9°, 10° e 11° del dispositivo della mozione Braga ed altri n. 1-00411, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui restanti capoversi della premessa e sui restanti capoversi del dispositivo della mozione Braga ed altri n. 1-00411, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cortelazzo, Mattia, Montemagni, Semenzato ed altri n. 1-00419, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Avverto che, a seguito delle intese intercorse tra i gruppi, all'ordine del giorno della seduta di domani, giovedì 27 marzo, sarà iscritto esclusivamente il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative volte a reintrodurre il cosiddetto «Bonus Renzi» al fine di sostenere il potere d'acquisto delle fasce più deboli della popolazione, nonché il seguito della discussione della proposta di legge in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo.
Il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti previsti dal vigente calendario dei lavori per la corrente settimana è rinviato ad altra data.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà, per due minuti.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Lo scorso fine settimana sono stata in Abruzzo, a Sulmona, davanti all'impianto della Marelli che produce componentistica per il Ducato di Stellantis. In quel luogo ho incontrato dei lavoratori molto preoccupati e che vivono condizioni molto difficili. Questi lavoratori e lavoratrici in queste ore stanno scioperando, hanno indetto per i lavoratori delle pulizie tre giorni di sciopero e nella giornata di oggi tutto lo stabilimento ha partecipato allo sciopero e alla mobilitazione. Lo fanno perché, ormai, da molto tempo lavorano con contratto di solidarietà, con una riduzione del 45 per cento delle ore lavorate e, per quanto riguarda gli addetti alla pulizia, molti di loro non ricevono lo stipendio perché la ditta, che è subentrata nell'appalto, si rifiuta di anticipare la cassa integrazione che, nel frattempo, l'INPS non sta versando alla ditta.
Quindi, è una situazione in cui ci sono lavoratori che, per l'appunto, non riescono ad arrivare alla fine del mese e c'è anche un declino occupazionale particolarmente grave se si pensa che, se è vero che il settore dell' è in crisi, non sono però calate così tanto le vendite dei veicoli commerciali e in particolare del Ducato, per il quale a Sulmona si producono i pezzi.
Ecco, allora la verità su questa storia è che Stellantis, il cui CEO è venuto da poco a prendere in giro il Parlamento, ha spostato la produzione in un impianto polacco e, quindi, ha lasciato l'impianto abruzzese privo di commesse significative, in uno stato che vede la riduzione degli investimenti e, quindi, anche dentro una prospettiva difficilissima.
Io, Presidente, intervengo qui perché vorrei denunciare l'assenza di un tavolo specifico presso il Ministero dello Sviluppo economico che si occupi di questi stabilimenti abruzzesi. Noi lo chiederemo con un'interrogazione nei prossimi giorni, ma penso che sia bene che l'Aula venga informata quando ci sono condizioni di sfruttamento di questo tipo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Grazie, signor Presidente. Sono passati quasi tre mesi dalla morte di Serafino Congi, il giovane padre di San Giovanni in Fiore, che è deceduto a causa di un infarto mentre per tre ore aspettava un'ambulanza con un medico a bordo.
Ebbene, ad oggi, dopo tre mesi non è stata fatta piena luce sulla vicenda, l'ASP ha avviato un'indagine interna, della quale però i cittadini di San Giovanni in Fiore e i familiari di Serafino non hanno ancora notizie e temono che si stia insabbiando tutto.
È inaccettabile che, dopo tre mesi, questa indagine sia rimasta ancora in silenzio e che le istituzioni - non tutte per fortuna - siano rimaste in silenzio. Ma il punto è che Serafino, Serafino Congi, non è un caso isolato. Purtroppo lui è soltanto un simbolo; il simbolo di un sistema che ha fallito la sua missione: quella di garantire delle cure tempestive, adeguate e universali.
Noi vorremmo dare altri dati, ma purtroppo la realtà ci consegna questi, che non sono dei dati di una sanità in salute, sono dei dati di una sanità al collasso, come dimostrano gli oltre 300 milioni di euro annui che la regione spende per mandare i pazienti a curarsi fuori; come il 90 per cento delle case e degli ospedali di comunità che sono fermi; come i tempi di soccorso che non sono da Paese civile e i recenti dati dell'Agenas che ci dicono che quattro tra le cinque peggiori aziende sanitarie per oncologici sono proprio in Calabria.
Nel frattempo, si cerca di annunciare una sanità che in Calabria sia ripartita, cosa che i cittadini calabresi sanno benissimo che, purtroppo, è falsa.
In Calabria, non si muore solo di malattia, Presidente, si muore anche di abbandono, di solitudine istituzionale, di promesse mancate . E finché chi governa continuerà a nascondere i propri fallimenti dietro comunicati stampa e inaugurazioni fantasma, noi non staremo zitti, perché non possiamo accettare che la sanità continui ad essere gestita con arroganza politica, mentre i cittadini pagano a caro prezzo, con la propria vita, questa incompetenza e questa arroganza politica.
Quindi, pretendiamo di avere verità sul caso di Serafino Congi, pretendiamo di avere giustizia e un sistema politico che effettivamente garantisca a tutti il diritto alla salute, indipendentemente da dove si nasce, perché ce lo dice la Costituzione, altrimenti, uno Stato che non garantisce le cure libere, universali e accessibili a tutti, è uno Stato che non solo ha fallito, ma ha anche tradito lo spirito della sua Costituzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iacono. Ne ha facoltà.
GIOVANNA IACONO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo su Agrigento Capitale della cultura e lo faccio oggi, perché penso che oggi siamo a un punto di non ritorno. Si è dimesso stamattina Alberto Albergoni, direttore generale della Fondazione, uno dei padri di quel progetto. L'ennesimo colpo che segna il fallimento di una gestione che ha trasformato una grande occasione in un terreno di conquista da parte del centrodestra. Sulle sorti di Capitale della cultura, ho lanciato diversi allarmi nei mesi scorsi, avendo previsto il rischio di un fallimento che sta procurando un danno enorme alla città di Agrigento, a quella provincia, alla Sicilia e a tutto il Paese.
A settembre 2024, ho presentato un'interrogazione parlamentare sulla gestione di quell'evento che non ha avuto ancora alcuna risposta. Nel frattempo, signor Presidente, si sono susseguite una serie di brutte figure e le dimissioni del Presidente della Fondazione, prima, e quelle del direttore, oggi.
Per tutti questi motivi, ritengo non più differibile l'intervento del Ministro Giuli, che non può più ignorare quanto sta accadendo ad Agrigento, perché il rischio vero, signor Presidente, è che, per le evidenti incapacità di questa classe politica, rimangano solo le macerie di un progetto ambizioso, fatto a pezzi per liti e beghe di potere, in una città, quella di Agrigento, che meriterebbe più rispetto e più amore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere solidarietà, a nome del gruppo Lega, alla giornalista Lavinia Orefici, vittima di un gesto molto brutto da parte dell'ex Presidente del Consiglio, Romano Prodi; vittima anche delle menzogne e delle bugie di certa stampa e certa politica di sinistra che, per giorni, hanno provato a farci credere che la dottoressa Lavinia Orefici si fosse inventata tutto. Abbiamo letto e sentito che la Orefici è una bugiarda, perché la mano era sulla spalla. Le immagini inedite, pubblicate ieri, che hanno destato scalpore a livello nazionale e anche molta indignazione, invece parlano chiaro: Romano Prodi, infastidito da una domanda - e i giornalisti cosa dovrebbero fare, se non le domande? -, prima inveisce verbalmente, poi la deride e, infine, passa alle vie di fatto e le tira i capelli! Quindi, il signore delle sedute spiritiche, il signore dell'IRI, il signore che diceva che con l'euro avremmo lavorato un giorno di meno e guadagnato per un giorno di più, sempre lui, Romano Prodi, oggi arriva al punto di mettere le mani addosso ad una donna, ad una professionista, ad una giornalista colpevole di avergli fatto una domanda. Una violenza imperdonabile e intollerabile. Deplorevole il silenzio e il tentativo di derubricare il gesto a goliardia. Presidente, io denuncio, da quest'Aula, il silenzio ipocrita della sinistra e delle organizzazioni di categoria che non hanno speso una parola per la Orefici!
Colleghe e colleghi di sinistra, dove siete? Perché non avete espresso una parola per Lavinia Orefici? Vi commuoverete, adesso, in Aula? Riempirete le piazze? Interverrete sull'ordine dei lavori? Proporrete l'educazione sessuale in prima elementare per battere la violenza di genere? Presenterete proposte per decostruire gli stereotipi di genere? Scarpette rosse, panchine rosse, , non una di meno, bruceremo tutto, faremo rumore, la grammatica di genere, la Presidenta! Dove siete? Perché state mute e rassegnate? Soltanto perché è l'Presidente del Consiglio Romano Prodi? È per questo che tacete? Perché Prodi è il simbolo della sinistra? Il simbolo di quella ipocrita sinistra che con omertà si è nascosta di fronte ad immagini così violente.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ROSSANO SASSO(LEGA). Una sinistra che ha gettato la maschera e tutta Italia l'ha capito quanto valgono certe battaglie di facciata e quanto siano credibili. Forse come quella del senatore Franceschini, che pensa di risolvere le diseguaglianze con una legge per imporre ai figli solo il cognome della madre. Quindi, per il Partito Democratico - Presidente, ho concluso - un politico può anche maltrattare una donna, ma questa potrà consolarsi, perché non avrà il cognome del padre (. Ho letto proprio adesso l'agenzia con cui Romano Prodi ammette di aver sbagliato - vivaddio -, però si dimentica di scrivere la cosa più importante: dottoressa Orefici, le chiedo scusa. Lo facciamo noi, anche se non abbiamo fatto nulla di male: a nome di tutti gli uomini, solidarietà alla dottoressa Orefici .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non posso non intervenire dopo, come posso dire, quest'intervento sguaiato dell'onorevole Sasso; d'altra parte, l'onorevole Sasso ci ha abituato a questi interventi. Ecco, non è neanche informato, non parla neanche con il suo collega di partito, Candiani, perché, se avesse parlato con l'onorevole Candiani, avrebbe detto in quest'Aula… Forse non avrebbe neanche parlato, perché questa mattina, in uno studio televisivo, la sottoscritta, di fronte all'evidenza di questo accadimento, cioè che c'è stato questo tirare i capelli da parte del Presidente Prodi, non ha avuto problemi a dire che era un gesto sbagliato. Quindi, è tutto strumentale, non legge le agenzie non si informa dai suoi colleghi di partito, perché Candiani era con me e può dire - Candiani - che cosa ho detto! Ho detto che c'è stato un errore, che ha sbagliato. Ecco, allora, perché non glielo dice, Candiani, a Sasso, al suo collega di partito, che ha fatto questo intervento sguaiato e falso? Perché vuol dire che lui ha trovato questa occasione solo per attaccare il Partito Democratico. Quindi, il presidente Prodi si è, peraltro, scusato … Si è scusato, Presidente, ha detto di aver sbagliato, cosa che, da destra, non mi sembra che accada, quando ci sono situazioni analoghe .
PRESIDENTE. Lo dico anche all'onorevole Sasso, perché ieri in quest'Aula c'è stato un intervento che è andato a difesa di un giornalista che aveva subito un'offesa da parte di un deputato. In quell'occasione, ho richiamato il rispetto che bisogna avere per evitare che, soprattutto in quel caso tra giornalisti e politici, non ci sia, per la particolarità e la peculiarità del luogo, il rispetto che bisogna avere. La stessa cosa devo ripeterla oggi, perché, davanti a una giornalista, a una donna, ma una giornalista, bisogna avere lo stesso identico rispetto, che non c'è stato, anche nel caso di ciò che è accaduto. Quindi, reitero, come ho già fatto ieri, il fatto che episodi del genere non dovrebbero accadere, perché va sottolineato e recuperato quel senso di rispetto anche nelle forme che sono precondizione per un confronto civile, al netto delle vostre considerazioni politiche che, ovviamente, riguardano ognuno di voi.
Quello che è certo è che il rispetto per il lavoro, per le donne, per le giornaliste e per i giornalisti in generale va mantenuto in tutte le sue forme verbali e anche e soprattutto non verbali, tutto qui .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
2.
GAETANA RUSSO ed altri: Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo. (C. 805-A)
e dell'abbinata proposta di legge: CASU ed altri. (C. 347)
: CASU.