PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
RICCARDO ZUCCONI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2281-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 febbraio 2025, n. 19, recante misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza.
Ricordo che nella seduta del 14 aprile il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione.
Ricordo altresì che, come comunicato dalla Presidenza nella seduta di ieri, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 15 e che, dopo tale votazione, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di domani, mercoledì 16 aprile, a partire dalle ore 9,30, avranno luogo le successive fasi di esame del provvedimento sino alla sua conclusione.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Angelo Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signora Presidente. Il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra voterà “no” alla fiducia che il Governo ha chiesto su questo decreto, non solo perché non diamo la fiducia al Governo, ma ovviamente anche nel merito del decreto stesso. Sono previsti 3 miliardi di euro per famiglie e imprese. Bisognerebbe partire proprio da questo numero, 3 miliardi di euro, e ragionare sul motivo per il quale, in questo Paese, il costo dell'energia è andato progressivamente ad aumentare. Se non si parte da qui, non facciamo un servizio di verità agli italiani e alle italiane, ma non facciamo nemmeno un buon servizio alle casse e alla finanza pubblica dello Stato e della Repubblica italiana.
Bisogna partire da questo punto che, come Alleanza Verdi e Sinistra, riteniamo strategico: perché il gas, da cui si produce buona parte dell'energia elettrica del nostro Paese e che si utilizza per l'energia, per riscaldare le nostre case e anche per cucinare, ha assunto prezzi sempre più elevati? Perché - è chiaro - il gas è diventato uno strumento politico, di ricatto geopolitico, di costruzione anche di un ordine geopolitico, quindi il gas come strumento di ricatto nel pianeta.
E non è un caso - per qualcuno sembrerà fuori tema - dire che oggi quello che sta facendo Trump nel mondo è speculare a quello che ha fatto e vuole fare Putin nel mondo. Putin possiede 45.000 miliardi di metri cubi - lo dico anche per chi deve fare il resoconto stenografico, per evitare che i numeri ballino, 45.000 miliardi di metri cubi - di giacimenti di gas. Per capire che cosa significa questa cifra, rapportiamola al fabbisogno di gas dell'Italia, pari a 69/70 miliardi, anche qualcosa in meno, di metri cubi di gas all'anno. Ciò significa che quanto ha Putin servirebbe per soddisfare il fabbisogno per i prossimi 700 anni dell'Italia. Dall'altra parte, Trump è il più grande produttore di GNL, di gas liquido, del mondo. Quindi questa dipendenza e anche lo spirito con cui la Premier Meloni sta partendo per andare a incontrare Trump - per dire ‘sì, acquistiamo armi, sì acquistiamo gas, troviamo un'intesa sui dazi' - significano non solo sottomettersi a un'estorsione economica vera e propria, ma costruire un'ulteriore dipendenza economica e politica che porterà le famiglie italiane a pagare il gas sempre di più nei prossimi anni .
E allora partiamo dal tema, dalla questione fondamentale: perché sia Putin che Trump dicono “no” alle politiche sul clima? E ogni volta gli esponenti della destra… Ieri il Ministro della Difesa, Crosetto, che è diventato un tuttologo, insieme alla Premier, che lo dice sempre, ha detto: bisogna dire basta alle follie ecologiste. Ma di quali follie parliamo? La follia è far pagare le bollette agli anziani il doppio o il triplo di quanto le pagavano quattro anni fa ! Questa è la follia per cui voi state condannando, per i prossimi anni, famiglie e imprese a pagare ulteriormente di più l'energia perché dobbiamo subire i di due autocrati - di fatto è questo, lasciamo perdere i sistemi elettorali democratici - che non vogliono, ovviamente, la transizione ecologica energetica che farebbe pagare meno il costo dell'energia.
Ma veniamo a un punto e mi rivolgo, suo tramite, signora Presidente, al rappresentante del Governo: voi avete previsto 3 miliardi di euro e non avete avuto il coraggio di chiedere un centesimo - un centesimo! - alle grandi società energetiche che negli ultimi tre anni hanno accumulato extraprofitti per oltre 70 miliardi di euro. Anzi, avete fatto una battaglia contro la norma Draghi, dicendo che era illegittima, che non era scritta bene. Ma, insomma, se una cosa non è scritta bene, se siete così bravi, scrivetela voi bene, perché, da un certo punto di vista, non si può sfuggire a un principio: c'è stata, tra ENI, ENEL e altre società che acquistano e distribuiscono gas e producono energia elettrica, un'accumulazione di ricchezza incredibile che non si è mai avuta nella storia.
Tra l'altro, l'amministratore delegato Descalzi, nell'assemblea dei soci, ha detto proprio questo: cari azionisti, cari soci, abbiamo ottenuto utili che mai abbiamo ottenuto nella storia della nostra azienda. Ma non vorrei citare Bertolt Brecht, quando ebbe a dire chi è che ha costruito le piramidi. Chi ha costruito le piramidi? I faraoni o gli schiavi che portavano i massi per realizzare le piramidi ? Chi ha realizzato quei profitti? La bravura dei di queste società o i soldi dei pensionati italiani che sono costretti a pagare ?
Oggi, in questo Paese, c'è una povertà energetica, di cui non vi fate alcun tipo di problema e non ve ne assumete la responsabilità, che ha portato molte famiglie e tanti anziani a non accendere i riscaldamenti per la paura di avere una bolletta elettrica o energetica che non sono nelle condizioni di pagare. Ecco, di fronte a questo dato macroscopico - 70 miliardi di euro ed oltre di extraprofitti -, il Governo stanzia soldi pubblici per dare una risposta palliativa a un problema strutturale. Lo avete capito o no che le vostre politiche energetiche stanno condannando e hanno condannato l'Italia, le famiglie e le piccole e medie imprese a pagare sempre di più l'energia? È questo il dato: le vostre politiche, strutturalmente, portano verso questo aumento del gas e aumento della dipendenza attraverso, ovviamente, le politiche di infrastrutturazione, riempiendo l'Italia di rigassificatori, pensando ai gasdotti, volendo trasformare l'Italia in un del gas europeo.
Allora, io invito chi interverrà successivamente - che sono, ormai, diventati un mantra nel dire: le follie di Alleanza Verdi e Sinistra - a risponderci nel merito su questo punto. È vero o non è vero che oggi le bollette sono care perché il gas è il responsabile principale ed esclusivo di questa politica, perché con la speculazione e la volatilità si fa questa operazione? Se è vero, allora perché continuate nella dipendenza dal gas, costringendo le famiglie a pagare sempre di più?
E concludo su un aspetto che riteniamo importante, perché è anche necessaria un'operazione verità in questo Paese, perché tante bugie si dicono. Ieri Salvini è intervenuto nel suo convegno dicendo che con l'energia nucleare si pagherà meno l'energia. Io devo dire - mi sia consentita una battuta - che se le bugie/balle di Salvini si potessero trasformare in energia, avremmo risolto il problema energetico nel nostro Paese ; avremmo risolto il problema energetico nel nostro Paese, tant'è la quantità di balle e di bugie che vengono raccontate. Allora, stampiamoci tutti - non uso il “voi” perché voglio essere corretto - i numeri: l'Agenzia internazionale dell'energia dice chiaramente che il costo per megawattora del nucleare è di 173 euro.
Oggi il PUN (il prezzo unico medio dell'energia elettrica) sta a 108-110 euro. Cioè voi, anche con il gas, volete, in prospettiva, far pagare di più l'energia agli italiani. Ma la volete smettere con questa rapina sociale per far arricchire i soliti noti ? Perché questo è il problema.
Avete interrotto le politiche sulle rinnovabili e dite che il è un problema. Noi sappiamo perché per voi è un problema il : perché il sole e il vento sono fonti energetiche gratuite, non si pagano, chiunque le può utilizzare, e i grandi profitti che si realizzerebbero verrebbero distribuiti tra famiglie e imprese. Questo modello energetico, che è anche un modello energetico democratico e capillare, non lo volete, perché volete continuare in un modello di concentrazione della ricchezza e dei profitti sui soliti noti.
Ecco perché noi voteremo “no” alla fiducia, ma votiamo “no” alla fiducia perché questa politica di questo Governo è contro le famiglie italiane, è contro le imprese e anche contro il futuro delle generazioni che verranno, perché state rubando il futuro, opponendovi e sabotando le politiche sul clima .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Azione voterà “no” alla fiducia su questo provvedimento, perché come al solito il Governo, al di là del metodo, per cui ci stufiamo di ripetere che non servono tutte queste fiducie, che fanno male, fanno male non solo all'attività del Parlamento, fanno male alla democrazia, fanno male anche ai dettagli dei provvedimenti che vengono fuori, è proprio sui dettagli del provvedimento che noi sentiamo di avere molte, molte, molte riserve. Perché? Perché è un decreto vuoto, o meglio, in ottimo stile italiano e di questo Governo, è un decreto di proroga di misure già esistenti, che, però, non affronta il tema dal punto di vista strutturale, semplicemente lo posticipa, dando certamente un piccolo sollievo alle famiglie - su questo potremmo anche essere d'accordo, ci tornerò in seguito -, ma non affronta le criticità che vediamo anche oggi sui titoli di giornale. Ad esempio, vediamo la nostra Presidente del Consiglio andare da Trump e parlare anche di energia, in un'ottica e in un tentativo di distendere le relazioni, ma mostrando, ancora una volta, che un punto debolissimo della nostra Unione europea e, in particolare, dell'Italia è proprio il costo dell'energia. Cercare di andare a negoziare con Trump l'acquisto di gas liquefatto non so se risolverà il problema; sicuramente non lo risolverà per le famiglie e per le imprese italiane che, in questo momento, si trovano ad affrontare costi assolutamente proibitivi.
Quindi, questo decreto che cosa proroga? Proroga dei benefici, amplia, anzi, la platea dei beneficiari, tra nuclei familiari e sistema produttivo, ma, ampliando la platea, presumibilmente, riduce poi l'efficacia della misura e, quindi, se continua a tirare, tirare questa coperta, questa coperta diventerà sempre più sottile. È chiaro che è difficile dirsi contrari a degli aiuti alle famiglie che fanno fatica, ma diciamo che non ci sono veramente misure strutturali. Pensiamo, per esempio, all'ennesimo approccio , al elettrodomestici. Non è con i che si risolvono i problemi delle famiglie. C'è da dire di buono che, almeno, si è deciso di erogare questo non con quei famigerati , che hanno creato così tanti problemi e che sono misure assolutamente inique, ma con già uno sconto in fattura, che è un parziale miglioramento. Si vedrà anche che effetto questo avrà sul cosiddetto , quindi sul comprare elettrodomestici europei: abbiamo qualche perplessità, ma vedremo.
C'è anche da riconoscere - perché noi quando le cose sono fatte lo riconosciamo - che c'è un primo, timido tentativo di disaccoppiamento del costo delle rinnovabili e del gas attraverso un gestore che possa comprare l'energia a un prezzo stabilito più basso di quello del mercato, però non è assolutamente il vero disaccoppiamento che noi proponiamo da mesi e che riproponiamo regolarmente e che non avete ancora avuto il coraggio di fare. Quindi è proprio un peccato.
C'è anche un tema di metodo - al di là del fatto del porre la fiducia, di cui ho già parlato -, proprio tecnico- procedurale. La discussione che abbiamo visto in Commissione bilancio, che ha seguito la mia collega Bonetti, mostra un Governo che, alla fine, si è detto aver seguito l'iter e il Regolamento della Camera, ma che ha lasciato molti dubbi sull'effettiva facilità, anzi, opportunità di reperire queste risorse; se queste risorse saranno disponibili, dipenderà naturalmente dal gettito dell'IVA. Quindi è un tema di metodo: se queste risorse possano essere effettivamente utilizzate per questo tema e se ci saranno. Quindi il tema tecnico-procedurale, anche qui, ci ha lasciato molto, molto perplessi, così come ci ha lasciato perplessi anche il fatto che quasi nessuno dei nostri emendamenti sia stato accettato, perché, invece che intervenire in una maniera, con una visione, si interviene con e con incentivazione, invece di sburocratizzare.
Non si è assolutamente parlato, ovviamente, del tema dell'energia nucleare, oggetto, chiaramente, di altri provvedimenti, però poteva anche essere questo un buon momento per ricordare il fatto che quello è assolutamente uno necessario per andare verso un migliore, un che produce energia non solo più verde, ma anche meno cara, che è l'obiettivo di questo decreto.
Non sono state neanche accettate altre piccole migliorie, in particolare una che si lega a un provvedimento oggetto della Commissione in cui siedo, la Commissione trasporti, e cioè l'utilizzo intelligente di energia già disponibile: penso, in particolare, a quella prodotta dai .
Questi , naturalmente, producono calore, producono energia, che può essere riutilizzata attraverso il teleriscaldamento per dare energia meno cara e già disponibile a tanti nuclei abitativi, a tante città, eppure non si capisce perché questa maniera di creare energia - anzi, di utilizzare energia - già a disposizione, che costerebbe anche poco, non è stata accettata ed è stata addirittura rigettata, e questo davvero non si capisce come mai.
Finiamo allora, magari, su alcune proposte.
Visto quello che abbiamo tutti toccato con mano, i dati allarmanti del costo dell'energia in Italia, il prezzo medio più alto dell'Unione europea addirittura, con le nostre aziende e le nostre famiglie che faticano, noi ripetiamo quello che abbiamo detto già in passato. Abbiamo fatto una mozione in questo senso, che conteneva dei principi molto semplici: il meccanismo del prezzo equo; i contratti pluriennali a prezzo fisso per le imprese; incrementare la quota dei proventi delle aste ETS destinate alle imprese energivore; vincolare il rinnovo concessioni e liberalizzare l'installazione di impianti fotovoltaici per l'autoconsumo.
Tutto questo, come anche il disaccoppiamento, non è stato purtroppo preso in considerazione. Quindi, sempre in un'ottica costruttiva, noi continueremo a proporre quello che proponiamo da mesi - purtroppo inascoltati - finché forse riusciremo ad arrivare a dei provvedimenti che non siano l'ennesima proroga, l'ennesimo , ma qualcosa di più strutturale, che risolva davvero i problemi energetici italiani che sono assolutamente terribili, sono veramente al cuore della mancanza di produttività, della fatica delle famiglie ad arrivare a fine mese e che, quindi, non possono essere derubricati semplicemente come un problema di qualche proroga, di qualche .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, il settore energetico è da tempo oggetto di grandi stravolgimenti. Le tensioni internazionali che rendono critici gli approvvigionamenti, la transizione ecologica che da opportunità rischia di divenire un vero fardello, se interpretata in maniera ideologica; la liberalizzazione del mercato elettrico, i meccanismi di formazione del prezzo, che mostrano tutti la loro inadeguatezza alle nuove condizioni del mercato.
Al centro di questa tempesta perfetta ci sono gli utenti, i consumatori, ovvero le famiglie e le imprese. Fra questi è opportuno differenziare, individuare categorie che più delle altre sono esposte alle fluttuazioni del mercato e agli aumenti dei prezzi: penso ai clienti vulnerabili da un lato e ai grandi energivori dall'altro. Il grande capitolo dei costi energetici e del peso su famiglie e imprese rappresenta un che è stato sin dall'inizio al centro dell'attenzione di questo Governo e di questo diamo atto all'Esecutivo, di aver sempre affrontato la questione senza remore o riserve di sorta.
Il provvedimento su cui oggi siamo chiamati a votare la fiducia non è il primo e, probabilmente, non sarà l'ultimo voto a sostenere gli utenti del mercato elettrico. In sintesi, il testo si pone tre diverse finalità: introdurre misure di sostegno in favore delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale; introdurre misure finalizzate a favorire la trasparenza delle offerte al dettaglio di energia elettrica e gas naturale; infine, rafforzare i poteri sanzionatori delle Autorità di vigilanza.
In particolare, si dispone per quest'anno il riconoscimento di un contributo straordinario di 200 euro sulle forniture di energia elettrica per i clienti domestici con un ISEE fino a 25.000 euro e si interviene sulla disciplina della fornitura di energia elettrica ai clienti vulnerabili. Un sostegno importante per coloro che già sono in maggiori difficoltà economiche. Altrettanto lo è il sostegno alle imprese, con misure di riduzione del costo dell'energia con un finanziamento, per l'anno 2025, di 600 milioni di euro del Fondo per la transizione energetica nel settore industriale.
Sappiamo bene che sostenere le imprese vuol dire non solo sostenere la produzione, ma evitare che il costo energetico si vada ad aggiungere al prezzo finale dei prodotti in commercio. Quindi, ha un doppio beneficio volto proprio alla riduzione dell'inflazione. Poi, si interviene anche nel settore dei carburanti, introducendo disposizioni in favore delle famiglie e microimprese vulnerabili per fare fronte alla emergenza dell'aumento dei prezzi del gas naturale e dell'energia elettrica, derivanti dall'aumento del prezzo internazionale del gas naturale. Inoltre, si danno maggiori poteri di controllo e sanzionatori all'ARERA, al fine del più utile e tempestivo perseguimento degli interessi tutelati. E questo, signor Presidente, secondo noi va nella giusta direzione di un mercato più trasparente, dove gli utenti siano tutelati e accompagnati nella scelta della tariffa più vantaggiosa, in base ai loro consumi e alle loro esigenze. Poi, non possiamo tollerare che la liberalizzazione del mercato si trasformi in un di offerte incomprensibili, alcune volte ai limiti della truffa.
Siamo di fronte ad un insieme di interventi a cui si aggiungono misure introdotte durante l'esame parlamentare, seguendo sempre il doppio binario dell'intervento di sostegno immediato e di previsioni di medio-lungo periodo. Si favorisce, infatti, la produzione di rinnovabili, si promuovono l'autoapprovvigionamento e tutte quelle azioni volte al disaccoppiamento dei prezzi dell'energia elettrica dal gas, superando o aggirando in parte, il meccanismo del prezzo marginale che è stato utile a supportare lo sviluppo della produzione da fonti rinnovabili, ma che è diventato oggi insostenibile a seguito delle fluttuazioni del prezzo del gas.
Il tema dell'energia è strettamente legato al contesto internazionale, alle tensioni e alla sicurezza degli approvvigionamenti. Ecco perché secondo noi è fondamentale, signora Presidente, lavorare sul lungo periodo per diversificare le fonti, per evitare la dipendenza e rafforzando, al contempo, l'autonomia produttiva. Tuttavia, è altrettanto importante intervenire sulle direttrici del disaccoppiamento dei prezzi del gas da quello delle altre fonti di produzione dell'energia elettrica, al fine proprio di favorire il contenimento dei prezzi, lo sviluppo di mercati energetici più efficienti e legati alle singole strutture di costo di produzione, che sulla mitigazione dell'impatto economico del sistema di scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra.
Su questi punti, però, è facile, anzi è facilissimo fare confusione e scadere in banalità. Più complesso è invece avviare un corretto processo in Europa per giungere a un vero risultato. Signora Presidente, oggi noi voteremo, come gruppo di Noi Moderati, la fiducia al Governo su questo provvedimento in oggetto, ritenendo essenziali le misure che sono in esso contenute. Con questo voto intendiamo, altresì, confermare il supporto alla linea complessiva di intervento sulle tematiche energetiche che l'Esecutivo sta portando avanti. Il costo dell'energia è un fardello per le famiglie, per la competitività delle imprese italiane. Servono soluzioni strutturali che prevedano la definizione di un energetico, in grado di garantire non solo il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, ma anche la sicurezza degli approvvigionamenti.
Come Noi Moderati siamo convinti che all'interno di questo sia necessario prevedere il riavvio della produzione di energia nucleare, puntando sulla ricerca e sullo sviluppo delle nuove tecnologie di terza e quarta generazione e anche sulla ricerca per la fusione nucleare. Abbiamo tecnologia, abbiamo -, le nostre imprese sono pronte a produrre reattori nucleari di nuova generazione di piccole dimensioni e capaci di alimentare ognuno un intero distretto industriale, in linea con i sistemi di autoproduzione già avviati per le altre fonti rinnovabili.
L'energia nucleare è un'energia pulita, un'energia sicura, lo dimostrano i dati sia in termini di emissioni che di decessi legati ad incidenti e ad inquinamento. Inoltre, nel considerare il costo elevato di produzione da nucleare non si tiene conto dei costi per stabilizzare l'intermittenza delle rinnovabili da altre fonti, come il solare, come l'eolico, che oltretutto comportano anche un maggior consumo di suolo a parità di energia prodotta. In sintesi, il nucleare è sicuramente una fonte con un costo capitale importante, ma che consente un abbassamento dei prezzi finali perché stabilizza i meccanismi di domanda e di offerta.
Le rinnovabili hanno dei costi capitali bassi e sono convenienti dal punto di vista del produttore, ma hanno il grosso difetto di causare meccanismi di e costi aggiuntivi che alla fine rendono l'elettricità più cara e il Paese meno competitivo.
Signor Presidente, vorrei concludere con un monito lanciato a tutti noi: dobbiamo lavorare insieme, se è possibile, per fare in modo che l'energia sia un mercato sicuro, trasparente ed economicamente sostenibile per gli utenti e che non rappresenti più un fianco esposto alle minacce non convenzionali nell'ambito delle tensioni internazionali. Tutto questo affinché il settore energetico torni a essere volano dello sviluppo economico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Potrei stare qui a dire una cosa che ormai è evidente a tutti, e cioè che questo decreto è a dir poco tardivo. L'inverno è passato e fuori ormai praticamente fa caldo e non mi sembra che imprese e famiglie abbiano avuto grandi aiuti da questo Governo.
Potrei dire che è un decreto misero: mette 3 miliardi di euro, quando le associazioni ci hanno detto che solo per le aziende ci sono extracosti di 10 miliardi solo per il 2025 e non parliamo degli anni precedenti, dove c'è già stato un aumento delle bollette. Potrei dire - perché lo penso - che è codardo, perché, quando si fa profitto - tanti profitti -, come hanno fatto le aziende energetiche - extraprofitti miliardari - e quegli extraprofitti non li tassi per prendere i soldi e darli invece a chi subisce l'effetto di quei profitti - si è visto le bollette scoppiare - è codardo. Però oggi non voglio fare questo, oggi. Io voglio stare sul punto, perché noi stiamo votando la fiducia e la fiducia è una cosa seria. La fiducia è una cosa sacra in politica, perché la fiducia è alla base del rapporto tra il cittadino e la politica. Se ci pensiamo, è l'elemento centrale dei valori della democrazia. La fiducia non si compra: la fiducia si guadagna. Se tradisci quella fiducia, lasci una ferita molto profonda.
Allora, Giorgia Meloni, la nostra Presidente del Consiglio, quella fiducia, l'ha ricevuta con grandi promesse, con grandi promesse di cambiamento e di patriottismo. Allora, vediamo che cosa ha fatto di quella fiducia.
Meloni urlava: difenderemo gli italiani dall'oppressione burocratica. Vi abbiamo visto su Transizione 5.0 come avete liberato le imprese da questa oppressione burocratica! Avevate tra le mani un modello che funzionava: Transizione 4.0. Ve l'abbiamo lasciato perfetto e funzionante. Cosa avete fatto? Lo avete riempito di burocrazia, avete messo mille ostacoli e il risultato qual è? Dei 6 miliardi che avete stanziato, 500 i milioni utilizzati. Questo è quello che voi intendete quando parlate di liberare dalla burocrazia? Allora, complimenti, perché era difficile fare di peggio. Noi abbiamo un Ministro, il Ministro Urso, che ormai non so più come definire, ma ho una certezza: è peggio di Attila . È peggio di Attila! Infatti, sta facendo razzia nel Nord Italia, distruggendo tutto il settore produttivo.
Poi, Presidente, tramite lei lo dico al Governo: una volta ascoltateci. Riprendete Transizione 4.0 e vedrete che, con meno burocrazia, gli aiuti alle imprese, cito il Presidente Meloni, fun-zio-ne-ranno! Gli aiuti funzioneranno ! Ma andiamo avanti su questa fiducia. La vostra campagna elettorale si è basata - indimenticabile - sulla difesa dei confini e sulla sicurezza. La realtà è che i reati sono aumentati e gli italiani hanno paura: hanno paura di andare in stazione, hanno paura di prendere il treno, hanno paura ogni tanto anche di prelevare al bancomat, perché temono di essere rapinati.
Allora, vi do un consiglio, anche qui, perché vogliamo essere costruttivi: anziché mandare gli agenti in Albania per la vostra propaganda, perché di questo si tratta, lasciateli qui. Lasciateli nelle stazioni, nelle nostre strade, nelle nostre periferie, pagateli anche un po' di più, perché ne avrebbero bisogno, e fate anche qualche assunzione straordinaria, già che ci siete.
Sulla questione Albania, vi do 3 numeri: 47, 255.000 e 1 miliardo. Sapete cosa sono? Quarantasette sono i migranti che avreste mandato in Albania, se non ci fossero state le cosiddette toghe rosse, brutte e cattive. Ben 47! Risolvete tutti i problemi; 255.000 sono i migranti arrivati da quando c'è Giorgia Meloni al Governo; 1 miliardo è quanto è costata questa pagliacciata dei centri in Albania a contribuenti, sulle spalle degli italiani !
Ecco, in questi soli 3 numeri, c'è la cifra del vostro fallimento. La verità, la sapete anche voi, ma non la volete ammettere: quei centri non servono, perché non fermeranno gli sbarchi, perché faranno fare solo su e giù - come stiamo vedendo - ai migranti su una nave costosa e dopo un mese massimo dovranno tornare in Italia. Cosa succede quando tornano in Italia? Allora, se c'è un accordo per il rimpatrio, forse vengono rimpatriati. Se l'accordo non c'è, allora si va di foglio di via e tornano nelle nostre periferie. Altro che difesa dei confini! Questa è una vera e propria truffa elettorale sulla pelle dei cittadini italiani!
Non finiscono qui le promesse, a proposito di fiducia. C'è l'altro , ossia Meloni che diceva: a schiena dritta in Europa. Quante volte ha detto: basta chinare la testa!
Eppure, quando si è trattato di siglare quel Patto di stabilità e crescita, scritto da Francia e Germania, francamente non l'ho proprio vista tenere la schiena dritta. Quando, su dettatura di von der Leyen, ha approvato il folle Piano di riarmo e ha festeggiato per lo scorporo delle armi, a me sembra che abbia obbedito in fretta e furia. Altro che schiena dritta! Come, peraltro, avviene sulla politica estera. È un anno e mezzo che assistiamo a un criminale di guerra, che si chiama Netanyahu, che sta massacrando il popolo palestinese ! Una parola di condanna la potremo prima o poi sentire dalla Presidente Meloni? Altro che testa alta! Questa è una vergogna di Stato!
Noi siamo felici di sapere che Giorgia Meloni incontrerà Trump, è giusto che si vedano. Il punto non è l'incontro. Il punto è con che postura la Presidente Meloni andrà a questo incontro. È qui che nasce il problema, perché noi già lo sappiamo che giovedì andrà a prendere nuovamente ordini dal Presidente Trump, anche perché, mentre lui annunciava i dazi, che sarebbero stati un massacro per le nostre imprese, qui avevamo il Ministro Tajani, che si preoccupava non di come proteggere le nostre imprese, ma di come proteggere gli interessi americani. Quindi, scriveva, nero su bianco, che dovevamo comprare più gas - che è più caro e, quindi, costerà di più e andrà a finire sulle bollette degli italiani - dagli americani e anche più armi . Che cosa significa più armi? Meno soldi per la sanità, per la scuola, per i cittadini e per i servizi.
Allora, Meloni ci ha svenduto ancora prima di iniziare a negoziare e a pagare il prezzo è il popolo italiano. Ho capito cosa intendeva Giorgia Meloni quando dice che è una patriota. Sì, è una perfetta patriota, americana però, non italiana .
C'è una cosa però su cui voi state facendo benissimo: difendere i vostri interessi. In soli due anni, avete rimesso i vitalizi al Senato, avete usato i voli di Stato come mai nessuno prima e avete addirittura aumentato gli stipendi di Ministri e Sottosegretari in un fantastico notturno a cui purtroppo ho assistito.
Allora, dopo tutto questo, venite qui a chiederci la fiducia? Ma come possiamo avere fiducia in chi tradisce ogni promessa e si sente al di sopra del popolo. E guardate che non c'è nulla di peggio di un popolo che perde la fiducia, perché, quando non c'è più la fiducia, quel sentimento lì si trasforma in rabbia. Allora, è la rabbia che sta emergendo, la rabbia, come quella di Maria. Lo dico a lei, Ministro Pichetto Fratin, tramite la Presidente, perché conosce la nostra terra, il nostro Piemonte. Venerdì, Maria - nome di fantasia, ma storia vera - era in azienda a lavorare. È un'operaia. Io sono andata al cambio turno per parlare con queste persone e per capire che cosa vivano. Maria ha 27 anni, ha 2 bambini, ha un contratto interinale di 1.300 euro al mese. Sa cosa deve fare? Ogni venerdì sera aspetta la telefonata per sapere se lunedì avrà ancora un lavoro. Questa è la vita reale. Questo è quello che stanno vivendo migliaia di persone nel nostro Paese. Ma ve la immaginate l'angoscia che ti prende allo stomaco, con figli e una famiglia a carico, a sapere se due giorni dopo avrai ancora un lavoro e uno stipendio? Vi immaginate la paura che non ti lascia dormire la notte, perché non sai se riuscirai a sfamare la tua famiglia?
Maria non ha chiesto pietà. Maria ha chiesto dignità e lo ha fatto con quella stanchezza di chi si sente invisibile, perché questo Governo e questa Presidente del Consiglio, Maria, non la vedono. Non la vogliono vedere. E come Maria tante altre persone. Sa perché? Perché questo Governo e questa maggioranza stanno chiusi nei Palazzi a raccontare che tutto va bene. Ma non solo, fa di peggio! È orgogliosa di questo esercito di schiavi che sta producendo, persone che non ce la fanno più, persone che vivono il dramma della precarietà, della cassa integrazione e dei contratti usa e getta.
Allora, chiudo, Presidente. Il potere non è un premio, è una responsabilità. Il potere è una responsabilità e chi inganna i cittadini per raggiungerlo, e poi lo usa per sé e per i suoi interessi, non è uno statista, è solo un burattinaio travestito da patriota ! Questo è Giorgia Meloni!
Per tutti questi motivi, non potete chiedere a noi MoVimento 5 Stelle di votare la fiducia a questo Governo che sta tradendo ogni giorno le promesse fatte e la fiducia dei cittadini italiani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Devo dire che, mentre ascoltavo la collega che mi ha preceduto, ho dovuto chiedere a chi mi sta di fianco qual è il tema che stiamo affrontando. Mi ha ricordato che il tema è il decreto Bollette e il voto di fiducia sul decreto Bollette. Un voto di fiducia che noi daremo convintamente, perché è un'ulteriore prova della maggioranza e del Governo da essa sostenuto rispetto alle montagne russe - utilizzare il termine “russe” non è così lontano dall'argomento - che il Governo si è trovato ad affrontare. Anche i Governi precedenti, devo dire la verità, si sono trovati ad affrontarle precedentemente.
Intanto comincio nel manifestare l'apprezzamento per il lavoro che ha svolto la Commissione X con l'impegno dei relatori, i colleghi Caramanna e Barabotti, che hanno fatto sì di arricchire questo decreto con ulteriori 13 articoli aggiuntivi, addirittura, proprio per far sì che fossero rappresentate le tante istanze che ci sono arrivate dal mondo di rappresentanza sia dell'industria che dei consumatori. Per cui un grande lavoro d'ascolto e, come a me piace dire, siccome tra il dire e il fare c'è di mezzo il fare, la Commissione ha fatto, producendo appunto questi articoli aggiuntivi.
Entrerò nel merito e nel dettaglio sul provvedimento quando domani ci sarà la dichiarazione di voto sul provvedimento, per l'appunto. Oggi terrò un discorso un po' più generale, facendo qualche riferimento importante, secondo me, al provvedimento. È vero: non è che sia un decreto che affronti complessivamente e in maniera risolutiva i problemi strutturali che abbiamo, e l'Italia ne ha tanti, non certo per colpa di questo Governo. Il provvedimento in esame ha dovuto, per l'appunto, affrontare l'emergenza del rincaro delle bollette: dovuto a cosa? Dovuto al fatto che, a dicembre, l'Ucraina ha chiuso ulteriormente il rubinetto del gas proveniente dalla Russia per cui c'è stata - come accade nell'economia - una minore offerta ed ecco che il prezzo è aumentato a livelli insostenibili. E questo decreto ha raggiunto lo scopo di mettere a disposizione 3 miliardi - e sottolineo che l'ha fatto senza maggiori oneri per il debito pubblico, per cui già questo è motivo di apprezzamento -, metà per il mondo delle industrie e metà per il mondo delle famiglie. E già questo dà l'idea di quanto il decreto in esame sia stato importante e quanto debba essere apprezzato per questa motivazione.
Oltre a questo, c'è stata anche tutta una serie di interventi strutturali certo non risolutivi, ma che danno un contributo affinché questo percorso difficile di efficientamento e di modernizzazione del nostro sistema energetico possa andare avanti. Mi riferisco, per esempio, all' elettrico, cioè la possibilità che il GSE ha di stipulare contratti a lungo termine, anticipando i benefici per l'industria, piuttosto che a un altro intervento - che Forza Italia ha voluto fermamente - e, cioè, facilitare l'iter autorizzativo di una tecnologia italiana sugli accumuli. Sappiamo che i fondamentali degli accumuli elettrici sono della Cina, perché usano accumuli termoelettrici. Noi con questo decreto abbiamo dato una possibilità a un'azienda, una costituita da giovani, che sono riusciti ad aprire già un impianto di accumuli termomeccanici in Sardegna - dove la Cina non c'entra niente, è tutto italiano - e, con questa ulteriore facilitazione per la sua realizzazione, si darà sicuramente un impulso al fatto che la dipendenza, non solo di ma soprattutto di materie prime, possa essere inferiore rispetto a quella che, invece, senza questa tecnologia dovremmo subire.
E poi abbiamo fatto anche un intervento, addirittura, sul testo unico sulle rinnovabili che, sentendo le istanze dei tanti operatori, andava approfondito sotto alcuni aspetti, e questo decreto contiene una parte che facilita l'installazione degli impianti rinnovabili, sia sull'eolico , sia sugli agrivoltaici, sui mini idroelettrici e sul rifacimento degli impianti eolici.
E poi, da ultimo, come esempi di interventi concreti, vi è il fatto di aver sottoscritto un emendamento che prevede l'introduzione di una nuova figura professionale, cioè il consulente alla vendita dei servizi energetici, che certamente è un elemento per facilitare i consumatori nell'affrontare il tema di una competizione, ahimè, troppo spesso inquinata da azioni aggressive da parte degli operatori. Ecco, dare la possibilità di mettere a fianco dei consumatori qualcuno che possa, appunto, accompagnarli nelle scelte migliori.
Ma la nostra fiducia al Governo va oltre questi aspetti di dettaglio che, ripeto, domani affronterò in maniera più compiuta. Vedete, noi dobbiamo affrontare il grande tema del trilemma energetico. Il trilemma energetico ha tre domande a cui rispondere e sono tre domande vincolate tra di loro, nel senso che non basta rispondere a una o a due, lasciando fuori la terza. No, a tutte e tre bisogna dare risposte che possano soddisfare: la sicurezza energetica, cioè l'approvvigionamento, ossia poter sempre dare energia a disposizione dei consumi del sistema italiano; la sostenibilità economica, cioè far sì che l'energia utilizzata da industrie piuttosto che da famiglie sia a un prezzo sostenibile, per l'appunto. Ecco dove va a mirare il decreto in oggetto, per esempio. E, poi, la terza domanda è quella che accompagna ormai da un decennio, per lo meno, anche di più, il percorso di decarbonizzazione.
Tre domande a cui non è facile rispondere, perché magari si potrebbe dire: puntiamo su quella economica. Allora teniamo aperte le centrali a carbone, che abbiamo risolto il problema; ma andremmo contro la domanda di decarbonizzazione. Abbiamo visto come con la crisi russo-ucraina abbiamo dovuto far fronte alla domanda della sicurezza energetica: cioè, se non prendiamo più gas dalla Russia - maggiore fornitore di gas per l'Italia - come facciamo a garantire la fornitura?
Questo va fatto, sì avendo una visione, avendo le idee chiare, sapendo che è un percorso che deve essere fatto nei tempi giusti. Tra l'altro, la nuova situazione geopolitica, su questo, deve ancor più farci concentrare. Con l'America che dice di togliersi dagli impegni del non è che possiamo far finta di niente. Non è che possiamo far finta di uccidere l'economia europea risolvendo, in maniera impossibile, il 7 per cento del nostro contributo all'emissione climalterante, quando il 93 per cento dell'emisfero poi non ci pensa.
Per cui i tempi, in questo caso, sono determinanti e i tempi sono di una transizione che, come a noi piace dire, abbia il ritmo di una marcia olimpica. Cioè una marcia sì sostenuta, ma sempre con un piede ben piantato per terra, dove ci deve essere l'incremento di tutte le fonti rinnovabili, cosa che questo Governo sta facendo. Ci deve essere la consapevolezza che il gas, come ho sentito dire, non può essere abbandonato oggi e neanche domani. Il gas è prioritario per poter dare al sistema Italia, al sistema europeo, linfa per poter andare avanti. E poi è chiaro che l'ultima consapevolezza concerne la necessità dell'introduzione del nucleare nel mix energetico.
Ecco, noi la risposta strutturale la diamo tramite il mix energetico, che non lo si risolve con un decreto, non lo si risolve oggi e neanche domani. Lo si risolve avendo una visione lucida, che questo Governo ha, ed è per questo che noi, convintamente, gli diamo fiducia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barabotti. Ne ha facoltà.
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto Bollette in discussione è un provvedimento con cui il Governo ha inteso rispondere al caro energia, sostenendo le famiglie più fragili, migliorando la trasparenza e la conoscibilità del mercato dell'energia, approntando misure di sostegno per le aziende in difficoltà, ma anche semplificando alcuni procedimenti che riguardano la transizione verso fonti rinnovabili. Stiamo parlando, sul fronte degli aiuti, di oltre 3 miliardi di euro impiegati per questi scopi e, forse, basterebbe questo dato a smentire chi parla di un decreto vuoto e propagandistico. Ricordo a chi è intervenuto prima di me, alla collega Appendino, che ha definito queste risorse delle briciole, che - sommessamente - per i primi mesi di quest'anno abbiamo stanziato 3 miliardi quando l'intero reddito di cittadinanza ne quotava 9 in tutto l'anno.
È questo un decreto che risolve dall'oggi al domani i problemi strutturali del nostro Paese? Come ricordava il collega Squeri, prima di me, evidentemente no. Ma tramite lei, Presidente, voglio ricordare sommessamente ai colleghi cattedratici dell'opposizione che non potrebbe essere altrimenti: con i decreti si danno risposte immediate in contesti emergenziali.
Presidente, a chi parla di un decreto senza visione e che non dà risposte di lungo termine, suggerirei, prima di varcare la soglia di quest'Aula, un brevissimo ripasso del programma di terza media dei loro figli: un giorno si lamentano per l'eccessiva decretazione d'urgenza, l'altro vorrebbero addirittura che le risposte strutturali ai problemi del Paese si dessero con un decreto, magari attraverso DPCM, che tanto piacciono al collega Giuseppe Conte e ai colleghi del MoVimento 5 Stelle. Ma su questi temi torneremo dopo.
Presidente, questo decreto si articola in misure di sostegno ai cittadini fragili, di supporto alle imprese, trasparenza e tutela dei consumatori e, infine, alla transizione energetica: ambiti in cui il decreto rafforza la sua efficacia grazie al lavoro svolto nella Commissione attività produttive. A tal proposito, mi consenta di ringraziare il presidente Gusmeroli, il collega Caramanna, che ha fatto e sta facendo il relatore con me, e gli altri componenti della Commissione per il lavoro svolto. Infine, un ringraziamento al Governo, ai Rapporti con il Parlamento, alla struttura del MASE, al Ministro e al Vice Ministro, che ci sono stati vicini in questo lavoro importante, come ricordava il collega Squeri.
Per i cittadini fragili, il decreto stanzia un contributo di 200 euro sulle bollette elettriche per 8 milioni di famiglie che hanno ISEE sotto i 25.000 euro. Si tratta di 1,6 miliardi di euro per alleggerire i costi energetici. In sede referente, la Commissione ha poi semplificato anche le procedure di accesso al cosiddetto elettrodomestici, dando a questo una gestione digitale che ci permette un accesso veloce e verifiche rapide, permettendo alle famiglie di risparmiare sui consumi a lungo termine. Il decreto, quindi, protegge i più vulnerabili, consentendo agli utenti del sistema a tutele graduali fino a marzo del 2027 di accedere a tariffe energetiche tutelate anche dopo quella data, grazie a un emendamento apportato in sede referente per volontà della Lega.
Abbiamo poi inteso salvaguardare la proprietà sancendo - e questo è un passaggio molto importante - l'impignorabilità degli immobili per i debiti legati alle bollette: un atto di giustizia sociale di cui andiamo fieri, soprattutto in questa fase di incertezza, che rasserena milioni di piccoli proprietari in difficoltà. Sempre in sede referente è stata riconosciuta poi la figura del consulente per la gestione delle utenze, che supporterà i cittadini nello scegliere le offerte più vantaggiose. Difatti - e lo vediamo nelle dinamiche macroscopiche che guidano il mercato dell'energia - non sempre gli utenti scelgono le offerte più vantaggiose; un esempio riguarda certamente i soggetti vulnerabili che, forse inconsapevolmente, sono usciti dal mercato a tutele graduali per aderire ad offerte del mercato libero, senza che questo comportasse per loro un miglioramento delle condizioni economiche del contratto.
Per le imprese, il decreto prevede 600 milioni di euro per la transizione energetica industriale, usando i proventi delle aste CO2, e taglia una componente tariffaria che, per le PMI, ha un discreto valore - la cosiddetta componente ASOS - per sei mesi; stiamo parlando di soggetti non domestici, quindi piccole e medie imprese, collegati in bassa tensione con una potenza oltre i 16 chilowatt e mezzo, garantendo a questi soggetti un risparmio - visto che si tratta di briciole - di ulteriori 800 milioni.
Ma in sede referente la Commissione ha fatto molto anche per aumentare l'energia prodotta da fonti rinnovabili, con norme di semplificazione per il degli impianti eolici e per stabilizzare i prezzi dell'energia attraverso contratti di lungo termine degli impianti FER intermediati dal GSE e ha esteso l'elenco dei soggetti che possono andare a comporre le comunità energetiche rinnovabili. Per fare che cosa? Per renderle più inclusive e anche più efficaci nel contribuire a quello che è il disaccoppiamento del prezzo dell'energia nel nostro Paese.
Sempre sul fronte della transizione energetica, abbiamo fatto un passo avanti anche sul tema dei sistemi di accumulo, con fondi stanziati in sede referente per velocizzare le autorizzazioni, ma anche per riconoscere i benefici di queste semplificazioni a una tecnologia nuova, interamente che ci consentirà di superare, almeno per quanto riguarda i grandi sistemi di accumulo elettrochimici, la dipendenza dalla Cina. Questo è un emendamento introdotto in sede referente, sottoscritto dalla Lega oltre che da Forza Italia, ed è stato approvato dalle forze di maggioranza. In sede referente abbiamo, quindi, riconosciuto la validità dei sistemi di accumulo termomeccanici che non hanno bisogno del litio per funzionare.
Per quanto riguarda la trasparenza, il decreto promuove offerte energetiche più chiare, bollette più leggibili e controlli rafforzati per quanto riguarda, ad esempio, le modifiche unilaterali dei contratti a beneficio di famiglie e imprese. Il mercato dell'energia, grazie a questo decreto, fa dei passi importanti verso una maggiore trasparenza e la figura del consulente per l'energia, che abbiamo istituito, aiuterà a mettere ordine su spese che sono sempre più incisive sui bilanci delle famiglie.
Adesso, Presidente, mi permetta - tramite lei - di rivolgermi ai colleghi che seguono sul lato sinistro dell'emiciclo per ribadire alcuni concetti basilari. Non si può accusare questo decreto di essere vuoto, poiché è finanziato con oltre 3 miliardi di euro e perché contiene, come abbiamo detto, norme di grande rilievo che incidono sulla vita di famiglie e imprese, ma anche sulla transizione energetica e sulla trasparenza del mercato dell'energia. Non si può accusare questo decreto di non avere visione poiché, nonostante sia un decreto per affrontare un'emergenza - e per sua natura non può essere altrimenti - e nonostante uno stringente vaglio di ammissibilità a cui i lavori della Commissione e gli emendamenti sono stati sottoposti, siamo riusciti comunque a incidere su più fronti, ampliando il respiro strategico delle norme originarie; ma, soprattutto, non si può accusare questa maggioranza di non avere visione.
Certo è, Presidente, che se gli amici dell'opposizione cercano in un decreto la visione strategica fanno come quello che guarda il dito che indica la luna. Se volete, quindi, guardare la strategia - tramite lei - offro un consiglio, un suggerimento ai colleghi dell'opposizione: si guardino, ad esempio, il Piano nazionale per l'energia e il clima.
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Vi consiglio di leggervi il documento sulla strategia nazionale che riguarda l'idrogeno, approvato l'anno scorso. Vi consiglio di leggervi la mozione di maggioranza sul caro energia, che abbiamo approvato qualche settimana fa in questo Parlamento. Vi consiglio, infine, di andarvi a riprendere gli atti del Consiglio dei ministri del 28 febbraio, perché quello stesso Consiglio dei ministri che approvava questo decreto Bollette ha approvato il disegno di legge in materia di energia nucleare sostenibile. Ecco qual è la visione strategica che cercate. Il fatto che non vi piaccia non significa che non ci sia e il fatto che gli italiani abbiano scelto e individuato il centrodestra per dare visione a questa strategia può non piacervi ma si chiama democrazia.
Noi continueremo su questa strada, che Matteo Salvini e la Lega hanno tracciato per primi, nella consapevolezza che l'unico modo per abbassare strutturalmente i costi dell'energia a famiglie e imprese si chiama nucleare pulito e di ultima generazione: una fonte rinnovabile che garantisce produzione costante a prezzi competitivi, che renderà il nostro Paese più forte e autonomo.
Concludo, Presidente. Per questo noi voteremo convintamente la fiducia al Governo, perché non vogliamo lasciare il Paese nelle mani del MoVimento 5 Stelle, che pensa che tappezzare l'Italia di pannelli fotovoltaici cinesi sia la risposta a tutto, salvo fare esattamente il contrario nell'unica regione che guidano.
Men che meno vogliamo lasciare il Paese nelle mani del Partito Democratico, che di nucleare concepisce la guerra, ma non l'energia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Micheli. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ovviamente starò al tema ed eviterò di raccogliere alcune sollecitazioni inopportune. Signor Presidente, signor Ministro, la valutazione politica del Partito Democratico di questo decreto è di assoluta insufficienza nei contenuti, non solo rispetto alle ambizioni dichiarate dal Governo ma, soprattutto, rispetto alle necessità delle famiglie e delle imprese italiane. Inoltre, il ritardo con il quale avete provveduto a legiferare si sovrappone ad una inadeguata individuazione della platea dei beneficiari, famiglie e imprese, che hanno vissuto e vivono enormi difficoltà per l'aumento del costo dell'energia.
L'altra ambizione, in origine assolutamente condivisibile, era quella di intervenire con provvedimenti strutturali per limitare definitivamente le conseguenze dei ciclici o straordinari aumenti del mercato energetico, ma gli interventi strutturali che vi abbiamo proposto non li avete accolti. Inoltre, gli effetti delle misure previste in questo decreto, temporaneamente ed economicamente molto limitate, dimostrano l'ennesimo problema della vostra strategia economica. Cioè che il Governo non ha una strategia o, forse, ce l'ha qualcuno nel Governo, ma non è condivisa, tantomeno sull'energia.
La spesa media annuale per il gas nel 2024 è stata di 1.339 euro, con una crescita del 3 per cento. Le associazioni di categoria hanno segnalato con enorme preoccupazione il rischio di sovraindebitamento delle imprese per potersi approvvigionare di energia, indicando, soprattutto nelle piccole e medie imprese, la dimensione più a rischio. Il 40 per cento delle PMI ha dovuto ridurre i servizi erogati ai clienti e il 70 per cento ha aumentato i prezzi, alimentando così, senza alcuna colpa, la spirale inflattiva. Tutto questo per far tornare i bilanci. I prezzi, a marzo 2025, del servizio a maggior tutela sono finalmente diminuiti del 9,9 per cento per il gas, come ci ha ricordato l'Autorità. E l'altra novità di questi giorni è di un progressivo abbassamento dei prezzi sugli acquisti di gas e petrolio, ahimè dovuto a un nuovo rischio mondiale di recessione che preoccupa tutti gli operatori, alla luce delle scellerate politiche commerciali messe in campo dagli Stati Uniti.
Queste premesse, però, per provare a fare due cose, oggi, in quest'Aula. La prima: dimostrare che anche questi benefici di riduzione dei prezzi, se non ci sono le riforme strutturali, non arrivano a chi devono arrivare, cioè alle famiglie e alle imprese. La seconda: convincere la maggioranza e il Governo che quello che c'è non basta.
Apprezziamo che la maggioranza abbia accolto alcune delle richieste del Partito Democratico. Esse sono positive: i per i fragili, la proroga per i vulnerabili e lo sconto in fattura per il elettrodomestici. Non possiamo non segnalare gli enormi limiti di questo provvedimento. A proposito, ci avevate detto che era finita la politica dei e, invece, ce li ritroviamo ovunque. Pur essendo previsto un contributo straordinario di 200 euro per chi ha un ISEE inferiore a 25.000 euro, una platea di circa 8 milioni di persone, ci sono appostati 1,6 miliardi di euro, ma, per esempio, per l'ISEE tra i 9.530 euro e i 25.000 euro non ci saranno automatismi, quindi le famiglie dovranno farsi carico di richiedere il contributo, e questo rappresenta una barriera burocratica all'accesso di questo . Inoltre, sono stati completamente esclusi gli iscritti all'AIRE che sono proprietari di casa in Italia, a parità di parametri ISEE.
Viene, poi, azzerata per un semestre la parte della componente ASOS applicata all'energia prelevata per i clienti non domestici, nel limite delle risorse disponibili, che saranno circa 800 milioni di euro. Viene finanziato con 600 milioni di euro, per il 2025, il Fondo per la transizione energetica. Queste misure cubano 3 miliardi di euro, lo abbiamo già detto, lo abbiamo già sentito. Ma, negli ultimi due anni, l'aumento delle bollette ha impoverito drammaticamente gli italiani: un reddito medio ha visto ridurre il suo potere d'acquisto, solo per la componente energetica, dell'1,6 per cento.
Ma noi non siamo appassionati di benaltrismo, uno sport che l'attuale maggioranza, quando stava all'opposizione, ha praticato a lungo e pesantemente. Noi ci concentriamo su cosa era ed è ancora possibile e necessario fare, ma che, per inspiegabili ragioni - forse, la mancanza di coraggio -, avete deciso di non fare: accogliere le nostre proposte di un serio investimento sulle rinnovabili, attraverso l'applicazione di costo zero per l'allaccio di rete di distribuzione, in particolare per gli interventi di autoconsumo. Non solo non avete approvato gli emendamenti, ma, la scorsa settimana, il decreto direttoriale del MASE ha ridotto il contingente per le aste FER X ovvero per i nuovi impianti da realizzare a prezzi stabiliti. Così si limita la possibilità di espansione delle rinnovabili, rendendo impossibile raggiungere gli obiettivi preziosi che proprio il Governo aveva individuato. La manifesta ansia, più volte dichiarata da vari Ministri, di intercettare gli investimenti sui , che hanno un consumo di energia importante, che aumenterà con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, non si è concretizzata nelle agevolazioni che vi avevamo proposto per collegarli alle fonti di energia rinnovabile. Non avete accettato le proposte di semplificazione per lo sviluppo delle comunità energetiche, per incentivare il collegamento delle reti di consorzi, delle cooperative; “no” per i benefici al settore della moda, al settore del tessile; niente per il piccolo commercio e nessun allargamento dei benefici per il settore turistico e termale.
Inoltre - e non è questo solo un adagio teorico della sinistra -, la convinzione che il primo modo per ridurre i costi sia risparmiare l'energia è dimostrato non solo dalla letteratura scientifica, dai fatti, dai costi, ma anche dall'indagine conoscitiva sviluppata dall'VIII Commissione. E la nostra proposta degli incentivi per le case , con platee definite, criteri e stanziamenti chiari, non è stata nemmeno presa in considerazione.
Non avete accolto la proposta degli incentivi per l'edilizia residenziale pubblica, che ha un disperato bisogno di ulteriori interventi di efficientamento, e non avete voluto ragionare sul ruolo dell'Acquirente unico, che potrebbe svolgere la funzione di approvvigionamento centralizzato dell'acquisto del gas per tutelare il mercato dei vulnerabili, per accedere ai contratti di lungo termine e ottenere economie di scala, nonostante le intenzioni del Governo, almeno nelle dichiarazioni, fossero positive. Il rafforzamento dell'Acquirente unico per l'approvvigionamento centralizzato, la contrattualizzazione, la gestione dei clienti vulnerabili, vi ha visto contrari. Nemmeno il divieto di e di vendite abbinate - il - è stato approvato. Tra l'altro, poi, ci saranno gli ordini del giorno della maggioranza che lo chiedono.
La nostra proposta di rendere l'Acquirente unico un di un intervento reale di disaccoppiamento dei prezzi energetici non l'avete considerata. Potevamo disaccoppiare in attesa delle misure dell'Unione europea, potevamo cominciare ad avviare una riforma strutturale . Qualcuno ritiene che la misura del disaccoppiamento abbia un basso impatto sulle bollette finali. Comunque la si pensi, un impatto ce l'ha, e anche poco, per i detrattori, o molto, come per noi che crediamo in questa misura, comunque renderebbe almeno trasparente la formazione del prezzo.
Vi siete impegnati, a parole, a intervenire per ridurre l'impatto dell'aumento delle bollette degli enti locali - vediamo se accadrà, anche qui ci sono gli ordini del giorno -, ma è del tutto evidente che i comuni e le province non possono sobbarcarsi questi aumenti, perché c'è un costo diretto in bilancio e ci sono costi indiretti, per le famiglie di zone grigie, fuori dall'ISEE di 25.000 euro e, soprattutto, per le associazioni sportive, musicali e culturali, che animano le comunità e che, oggi, non possono reggere il costo dell'energia e chiedono contributi ai comuni. Insomma, questo sostegno efficace non lo avete voluto garantire.
Alla fine, questo decreto corre, addirittura, il rischio di aumentare il costo delle bollette. Perché? Perché avete deciso di non accettare un emendamento dell'opposizione che elimina una previsione della legge di bilancio del 2025, ovvero la possibilità di scaricare gli oneri concessori, per la rimodulazione della durata delle concessioni, sulle bollette. Questa previsione è unica nel suo genere, perché in nessun sistema concessorio è prevista un'operazione di questo tipo. Tutte le altre concessioni pubbliche non hanno questa previsione. Ci sarebbero stati molti altri modi.
Concludo, Presidente. Questo decreto poteva rappresentare un primo momento di dialogo costruttivo, di riforma del mercato dell'energia, per la nostra disponibilità e per l'urgenza di intervenire nel mercato energetico. Invece è l'ennesima occasione persa in un momento delicatissimo, non solo per la necessaria transizione, ma per la condizione geopolitica mondiale.
La sensazione, in queste settimane, è che il Governo sottovaluti i rischi di instabilità del sistema energetico; per noi questo è l'aspetto più angosciante. Nemmeno le riforme strutturali a costo zero vengono prese in considerazione e nemmeno le prospettive economiche vi spingono a ragionare con più profondità e serietà su questo tema. Allora, Presidente, voteremo contro, non perché quel poco che c'è sia completamente sbagliato, ma perché questo decreto per noi è la dimostrazione che il Governo non ha a cuore le vere priorità dell'economia italiana.
A noi non interessa sentire sventolare i fasti del se poi i Ministri che lo fanno si dimenticano che quei prodotti hanno bisogno di un conto economico puntuale e sano per essere realizzati e venduti. Votiamo contro perché avete un problema enorme e, se è vero che migliora il del bilancio pubblico, è anche vero che dentro a quel bilancio non esiste una strategia economica per aiutare le famiglie e le imprese. E poi, Presidente, che non salti fuori che la Presidente del Consiglio torna dagli Stati Uniti obbligando gli italiani a pagare ancora di più il gas solo per un rapporto di sudditanza amicale da un Presidente che qualche danno all'economia globale lo ha già fatto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovine. Ne ha facoltà.
SILVIO GIOVINE(FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento d'urgenza all'esame dell'Assemblea in prima lettura, per il quale il Governo ha giustamente posto la questione di fiducia considerando i tempi ristretti per la sua conversione che deve avvenire - lo ricordiamo - entro il 29 aprile, rappresenta la continuazione delle misure di politica di aiuti e sostegno verso i più deboli già messe in campo dal Governo Meloni sin dal giorno del suo insediamento. Grazie alle disposizioni contenute, oltre evidentemente alle tematiche energetiche, il DL Bollette affronta, infatti, questioni essenziali per il tessuto sociale, economico e produttivo della nostra Nazione, misure finalizzate a dare un aiuto concreto evidentemente alle famiglie, quelle più bisognose, ma al comparto produttivo nel suo complesso e, in generale, a tutto il territorio nazionale.
È evidente che, in pochi minuti, non si può che fare una carrellata superficiale sulle tante misure che sono state messe nero su bianco. Tre i miliardi stanziati, in particolare un miliardo e 600 milioni per i nuclei familiari e un miliardo e 400 milioni per il tessuto produttivo. Un intervento grazie al quale le famiglie con un ISEE - lo ricordavamo prima - fino a 25.000 euro potranno contare e hanno potuto contare su un contributo che ha raggiunto i 200 euro e che poi è riuscito anche a sforare i 500 euro per coloro i quali risultavano beneficiari del sociale. Non solo: è stato prorogato per due anni l'obbligo per i vulnerabili di passare al mercato libero. Un'attenzione particolare è stata riposta per le nostre aziende, in particolare con il taglio degli oneri di sistema per le piccole e medie imprese, che ha significato orientativamente una riduzione del costo delle bollette per questa realtà di circa il 20 per cento.
Abbiamo poi finalmente, dopo l'approvazione di questo decreto, delle bollette facilmente leggibili per gli utenti, altra cosa non banale e questo grazie all'obbligo di trasparenza che è stato imposto ai gestori. Si è provveduto poi, che oltre a un certo limite, oltre a una certa soglia del prezzo dell'energia, lo Stato rinunci all'IVA, destinando il suo eccesso proprio alla calmierazione delle bollette. Si è costruito, inoltre, un meccanismo del tutto innovativo che consentirà di utilizzare, in base all'andamento futuro dei prezzi, anche ulteriori 3,5 miliardi destinandoli al Fondo sociale per il clima.
Merita anche una menzione particolare, evidentemente, il taglio e il risparmio energetico in favore delle strutture sanitarie, di quelle sociosanitarie no profit, una misura che poi si è deciso di estendere addirittura anche alle IPAB. A queste numerose e articolate disposizioni previste nel testo iniziale, introdotte direttamente dall'Esecutivo, si sono poi unite importanti novità economiche e sociali approvate in Commissione in sede referente, durante l'esame portato avanti dalla Commissione attività produttive. Delle misure importanti perché, come di consueto, ci sono state diverse proposte emendative e migliorative da parte di tutta la maggioranza.
In particolare, mi sia concesso di soffermarmi evidentemente su quelle proposte dal nostro gruppo parlamentare. Sono emendamenti, quelli di Fratelli d'Italia, tutti orientati al sostegno dell'economia reale, della domanda interna e dei consumi. È proprio con questo approccio che siamo riusciti a sbloccare l'incentivo per l'acquisto di elettrodomestici, garantendo un accesso immediato dei consumatori a un contributo che potrà raggiungere i 200 euro per le famiglie più bisognose. Un contributo immediato proprio perché abbiamo deciso di superare, così come richiesto da diverso tempo dalle categorie, il modello del e abbiamo tutelato, di fatto, la produzione interna andando a risolvere quel problema inerente alla classe energetica minima che presentava il testo. Una decisione con cui, di fatto, abbiamo poi favorito un ciclo virtuoso di consumo responsabile.
Un'altra novità importante, sempre targata Fratelli d'Italia e introdotta in Commissione, è certamente quella relativa ai sulle auto aziendali. Con il nostro intervento abbiamo evitato che il trattamento fiscale di queste auto riguardasse, appunto, i veicoli ordinati entro la fine del 2024, garantendo di fatto una normativa tributaria chiara, equa e che non vada a creare in futuro delle disfunzionalità. E, ancora, i 10 milioni previsti per i gestori - 10 milioni a fondo perduto, è bene sottolinearlo - di impianti natatori e delle piscine, piuttosto che il blocco alle esecuzioni immobiliari di prime case per i soggetti vulnerabili con debiti condominiali inferiori ai 5.000 euro. Qui devo dire che non possiamo che definirla una misura di giustizia sociale perché abbiamo posto fine a un'anomalia per cui dei soggetti svantaggiati per le proprie condizioni - parlo di 75, piuttosto che in difficoltà magari per motivi di natura sanitaria - si vedevano sottrarre dallo Stato la propria prima casa non per debiti esorbitanti, ma per poche bollette non pagate. Ancora, l'introduzione della figura professionale dell', che garantirà delle consulenze performanti agli utenti che ne avessero bisogno.
Ci vorrebbero evidentemente più di 10 minuti per elencare tutte le misure virtuose introdotte da un Governo che, proprio mentre varava meritoriamente il DL Bollette, ha approvato un altro provvedimento fondamentale per garantire energia pulita e a basso costo e assicurare sicurezza energetica e indipendenza strategica all'Italia. Mi riferisco a quello sull'energia nucleare di nuova generazione che, unitamente agli investimenti sulle rinnovabili, a cui il Governo ha già iniziato a dare seguito, ci renderà finalmente sovrani da un punto di vista di capacità produttiva e protagonisti in Europa.
Quello che sconcerta, francamente, è che a fronte di misure concrete e responsabili adottate - è bene ricordarlo - in tempi record per l'ennesima volta - e non dimentichiamoci che già in occasione della prima legge di bilancio il Governo Meloni fu chiamato ad allocare, nel giro di poche settimane dal suo insediamento, ben due terzi delle risorse proprio per la calmierazione del caro bollette, così come fece con la seconda manovra di bilancio -, francamente sconcerta, come dicevo, dover assistere a censure, ai “no”, alle provocazioni di un'opposizione che ha ritenuto opportuno censurare e criticare anche questo provvedimento, che è evidentemente, innegabilmente basato su principi di equità sociale.
È un provvedimento attraverso il quale si è intervenuti non solo per dare risposte alle necessità del momento, ma guardando alle prossime generazioni, con scelte coraggiose e strutturali. Allora, Presidente - per amor di Dio, per suo tramite, evidentemente -, forse sarebbe il caso di suggerire all'onorevole Conte, in particolare, che quel triste e patetico slogan “l'Italia è in bolletta” forse dovrebbe ripeterselo ogni sera guardandosi allo specchio , considerando il salasso e il fallimento del superbonus che ha sulla coscienza. È bene ricordarlo: 170 miliardi di euro per toccare il 4 per cento del patrimonio edilizio; è la più grande manovra di ridistribuzione regressiva del reddito della storia italiana. Altro che efficientamento energetico; questo ha significato per gli italiani il 110. Pensate a quante risorse avremmo potuto destinare per le famiglie e pensate a quante imprese avremmo potuto sostentare solo con un centesimo di quelle risorse.
Allora, loro continueranno a fare demagogia strumentale e noi continueremo a occuparci del bene degli italiani. È per questo che annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 15, sospendo la seduta fino a tale ora.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta del 14 aprile.
La chiama avrà quindi inizio dal deputato Fabrizio Comba.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: …………………. 299
Votanti: ………………….. 295
Astenuti: …………………… 4
Maggioranza: ……………. 148
Hanno risposto : ……….. 182
Hanno risposto : ……..... 113
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Albano Lucia
Almici Cristina
Ambrosi Alessia
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Arruzzolo Giovanni
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Bellucci Maria Teresa
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Bisa Ingrid
Bof Gianangelo
Bordonali Simona
Bruzzone Francesco
Buonguerrieri Alice
Calovini Giangiacomo
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Cannizzaro Francesco
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Caramanna Gianluca
Caretta Maria Cristina
Carfagna Maria Rosaria
Carloni Mirco
Caroppo Andrea
Casasco Maurizio
Castiglione Giuseppe
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colosimo Chiara
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Crippa Andrea
Dalla Chiesa Rita
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Monte Isabella
De Palma Vito
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Maggio Grazia
Di Mattina Salvatore Marcello
Dondi Daniela
Ferrante Tullio
Filini Francesco
Frassinetti Paola
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gabellone Antonio Maria
Gatta Giandiego
Gemmato Marcello
Gentile Andrea
Giaccone Andrea
Giagoni Dario
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Gusmeroli Alberto Luigi
Iezzi Igor
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Leo Maurizio
Loizzo Simona
Longi Eliana
Lovecchio Giorgio
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Michelotti Francesco
Miele Giovanna
Milani Massimo
Minardo Antonino
Molinari Riccardo
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Morgante Maddalena
Mule' Giorgio
Mura Francesco
Nisini Tiziana
Osnato Marco
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pierro Attilio
Pietrella Fabio
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polidori Catia
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Pulciani Paolo
Raimondo Carmine Fabio
Rampelli Fabio
Ravetto Laura
Rizzetto Walter
Romano Francesco Saverio
Roscani Fabio
Rossi Angelo
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sala Fabrizio
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Silvestri Rachele
Siracusano Matilde
Squeri Luca
Stefani Alberto
Sudano Valeria
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Toccalini Luca
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Urzi' Alessandro
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
no:
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Appendino Chiara
Ascani Anna
Auriemma Carmela
Bakkali Ouidad
Baldino Vittoria
Barbagallo Anthony Emanuele
Barzotti Valentina
Benzoni Fabrizio
Berruto Mauro
Boldrini Laura
Bonafe' Simona
Bonelli Angelo
Bonetti Elena
Braga Chiara
Bruno Raffaele
Cafiero De Raho Federico
Cappelletti Enrico
Caramiello Alessandro
Care' Nicola
Carmina Ida
Carotenuto Dario
Caso Antonio
Casu Andrea
Cherchi Susanna
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Cuperlo Gianni
Curti Augusto
D'Alessio Antonio
D'Alfonso Luciano
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Micheli Paola
Del Barba Mauro
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
Evi Eleonora
Faraone Davide
Fede Giorgio
Ferrara Antonio
Ferrari Sara
Filippin Rosanna
Forattini Antonella
Fratoianni Nicola
Gadda Maria Chiara
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Giachetti Roberto
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Giuliano Carla
Graziano Stefano
Grimaldi Marco
Guerini Lorenzo
Guerra Maria Cecilia
L'Abbate Patty
Lacarra Marco
Lai Silvio
Laus Mauro Antonio Donato
Lomuti Arnaldo
Magi Riccardo
Malavasi Ilenia
Mancini Claudio
Manzi Irene
Marattin Luigi
Mari Francesco
Marino Maria Stefania
Mauri Matteo
Merola Virginio
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Orfini Matteo
Pagano Ubaldo
Pandolfo Alberto
Pastorella Giulia
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Pellegrini Marco
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Penza Pasqualino
Piccolotti Elisabetta
Porta Fabio
Provenzano Giuseppe
Quartapelle Procopio Lia
Quartini Andrea
Raffa Angela
Ricciardi Toni
Richetti Matteo
Roggiani Silvia
Romeo Nadia
Ruffino Daniela
Santillo Agostino
Schlein Elly
Scotto Arturo
Serracchiani Debora
Silvestri Francesco
Sottanelli Giulio Cesare
Speranza Roberto
Sportiello Gilda
Stefanazzi Claudio Michele
Tabacci Bruno
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tucci Riccardo
Vaccari Stefano
Zanella Luana
Gebhard Renate
Manes Franco
Schullian Manfred
Steger Dieter
Bagnai Alberto
Bignami Galeazzo
Bitonci Massimo
Boschi Maria Elena
Brambilla Michela Vittoria
Caiata Salvatore
Calderone Tommaso Antonino
Cecchetti Fabrizio
Centemero Giulio
Cirielli Edmondo
Deidda Salvatore
Della Vedova Benedetto
Donzelli Giovanni
Ferro Wanda
Fornaro Federico
Foti Tommaso
Freni Federico
Gardini Elisabetta
Gava Vannia
Giorgetti Giancarlo
Gribaudo Chiara
Iaia Dario
Lollobrigida Francesco
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Mazzi Gianmarco
Meloni Giorgia
Mollicone Federico
Morrone Jacopo
Nordio Carlo
Patriarca Annarita
Pella Roberto
Pichetto Fratin Gilberto
Prisco Emanuele
Ricciardi Marianna
Ricciardi Riccardo
Rixi Edoardo
Roccella Eugenia
Rosato Ettore
Scerra Filippo
Semenzato Martina
Simiani Marco
Tajani Antonio
Tremonti Giulio
Varchi Maria Carolina
Zaratti Filiberto
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'esame degli ordini del giorno.
Tuttavia, non essendo presente il rappresentante del Governo, sospendo brevemente la seduta che riprenderà alle ore 16. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/2281-A/2 Nisini e n. 9/2281-A/32 Squeri sono stati ritirati dai presentatori.
Invito la Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento, Giuseppina Castiello, ad esprimere il relativo parere.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/1 Zinzi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere contributi per far fronte all'aumento dei prezzi dell'energia a favore delle imprese che gestiscono il servizio idrico integrato, come definite dall'articolo 74, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”.
L' ordine del giorno n. 9/2281-A/2 Nisini è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/3 Gusmeroli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/4 Barbagallo, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare ulteriori iniziative di competenza volte a dare una risposta concreta ai costi dell'energia per le imprese, con un specifico sullo stabilimento ENI-Versalis con l'obiettivo di favorire la continuità produttiva degli impianti in oggetto”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/5 Manes il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/6 Guerra il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/7 Berruto il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure di sostegno in favore del movimento sportivo italiano”. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/8 Zucconi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a promuovere ogni opportuna interlocuzione con la Commissione europea finalizzata ad una revisione delle risorse del PNRR, affinché possano essere destinate in parte con procedure accelerate per ridurre i costi energetici delle imprese, in particolare di quelle più energivore”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/9 Baldelli il parere è favorevole con la seguente riformulazione, aggiungendo nell'impegno, dopo le parole: “di introdurre”, le seguenti: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente”. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/10 Grimaldi, espunta la prima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure di sostegno in favore delle famiglie e delle imprese penalizzate dall'incremento dei prezzi di luce e gas”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/11 Zaratti, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure di sostegno in favore degli enti locali a sostegno dei maggiori oneri per i costi energetici”. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/12 Borrelli, espunte la prima e l'ultima premessa, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a proseguire con l'azione volta al perseguimento degli obiettivi al 2030 fissati dall'Unione europea sulla quota di energia prodotta da fonti rinnovabili”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/13 Bonelli il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/14 Ghirra, espunte le premesse, vi è un parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure atte a calmierare gli oneri generali del sistema”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2281-A/15 Fratoianni e n. 9/2281-A/16 Zanella il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/17 Fossi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure di sostegno in favore delle utenze ubicate nei territori della regione Toscana colpiti dalle alluvioni di febbraio e marzo 2025 e riconosciuti dallo stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 9 aprile 2025”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/18 Bonafe', espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di adottare ulteriori interventi di efficientamento o riduzione dei costi di approvvigionamento energetico rivolti alle imprese del settore della moda, compatibilmente con la disciplina degli aiuti di Stato del predetto settore”. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/19 Soumahoro il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/20 Rotelli il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/21 Peluffo il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad accompagnare le misure recate dall'articolo 3 del provvedimento in esame con ulteriori interventi specificamente destinati alle imprese che si avvalgono nelle loro attività di infrastrutture, di , affinché sia introdotta una normativa chiara e uniforme di tali infrastrutture, valutando altresì di prevedere, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, forme di incentivo soprattutto per la sostenibilità, con l'obiettivo di conciliare il progresso economico e la tutela dell'ambiente”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/22 Pandolfo il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/2281-A/23 Casu, espunta la penultima premessa, è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Quindi, se non ho capito male, l'ordine del giorno n. 9/2281-A/23 Casu è accolto come raccomandazione se riformulato.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Esatto.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/24 De Micheli, espunta la seconda premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure di sostegno in favore degli enti locali, a sostegno dei maggiori oneri per i costi energetici”.
L'ordine del giorno n. 9/2281-A/25 Del Barba è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/2281-A/26 Ascani e n. 9/2281-A/27 Curti il parere è contrario.
Sugli ordini del giorno n. 9/2281-A/28 Bicchielli e n. 9/2281-A/29 Pastorella il parere è favorevole.
Sugli ordini del giorno n. 9/2281-A/30 Braga ed altri e n. 9/2281-A/31 Simiani il parere è contrario.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2281-A/32 Squeri, lo ricordo, è stato ritirato.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/33 Boscaini il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/34 Battilocchio il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno, premettendo: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/35 D'Alfonso, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure volte ad evitare che il rinnovo della concessione alle aziende di distribuzione di energia elettrica possano determinare aumenti in bolletta”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2281-A/36 Raffa e n. 9/2281-A/37 Appendino il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/38 Morfino il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure di sostegno in favore delle persone con disabilità al fine di ridurre per queste ultime i costi dell'energia elettrica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/39 Francesco Silvestri il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/40 Iaria, espunta la prima premessa, il parere è favorevole sul primo impegno con riformulazione, ossia premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Sul secondo impegno il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/41 Lomuti, espunte le premesse, il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli finanza pubblica, ulteriori misure atte a calmierare gli oneri generali di sistema”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/42 Alifano il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare ogni ulteriore iniziativa per sostenere le piccole e medie imprese soprattutto quelle con sede nelle aree interne montane e periferiche a rischio di desertificazione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/43 Pavanelli, espunte le premesse, il parere è favorevole sul primo e sul terzo impegno e contrario sul secondo impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/44 Pellegrini, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure in favore dei clienti domestici e non domestici”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2281-A/45 L'Abbate, n. 9/2281-A/46 Caso, n. 9/2281-A/47 Cappelletti, n. 9/2281-A/48 Ferrara e n. 9/2281-A/49 Dell'Olio il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/50 D'Alessio, espunta la terzultima e l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure di sostegno in favore degli enti locali, a sostegno dei maggiori oneri per i costi energetici”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/51 Santillo, espunte le prime tre premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure di sostegno in favore delle famiglie che si trovano in situazioni di povertà”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/52 Barzotti, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure atte a calmierare gli oneri generali di sistema”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/53 Grippo il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/54 Benzoni il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/55 Ruffino il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure di sostegno in favore delle persone con disabilità, al fine di ridurre per queste ultime i costi dell'energia elettrica”.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. n. 9/2281-A/1 Zinzi. Onorevole Zinzi accetta la riformulazione? Accetta la riformulazione.
L'ordine del giorno n. 9/2281-A/2 Nisini è stato ritirato.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/3 Gusmeroli il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/4 Barbagallo; accetta la riformulazione, onorevole Barbagallo? Accetta la riformulazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/5 Manes il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/6 Guerra sul quale il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno è in realtà molto importante e quindi mi stupisce il parere contrario da parte del Governo. È un problema che riguarda il buon funzionamento in realtà delle politiche di bilancio nel nostro Paese perché è un problema di copertura. Noi non abbiamo niente da dire sul merito dell'articolo 4 del provvedimento…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, un po' di silenzio.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). .... che prevede la possibilità in certe circostanze di avere provvedimenti a favore delle famiglie e delle imprese, quindi, per forza siamo d'accordo. Però, il meccanismo per finanziare questo emendamento è in palese contrasto con la legge di contabilità nazionale e anche con la normativa europea relativa alla copertura che impedisce di usare, come si fa in questo caso, sopravvenienze, in termini di maggiori entrate, nel corso dell'esercizio a fini di copertura.
Il Governo ha riconosciuto questo problema che noi stiamo ponendo, tant'è che ha detto a parole, ed è stato anche scritto nel parere della Commissione bilancio, che questa norma potrà trovare applicazione soltanto - cito testualmente - in misura coerente con i presidi che il nuovo quadro normativo interno adotterà al fine di tenere conto delle nuove regole della economica europea. Però si è rifiutato di mettere questa specificazione come condizione della Commissione bilancio per il rispetto dell'articolo 81. E questo è molto grave.
Che cosa sta succedendo? Lo dico per spiegarmi a chi non ha potuto seguire e non segue tecnicamente il problema. Succede che si fa ricorso a una modalità di copertura che sarà resa legittima soltanto in una normativa futura. La normativa futura è ancora, come dire, nelle mani di Dio perché può essere approvata o non approvata, in un modo o in un altro; eppure, quello che c'è scritto nel parere, e che ci ha detto il Governo, è che questa cosa che noi abbiamo votato - che voi avete votato - sarà attivabile solo se il nuovo quadro normativo lo renderà in futuro possibile.
Allora noi chiedevamo con quest'ordine del giorno - e lo chiediamo, per questo chiederò che venga messo ai voti - due cose. Per prima cosa che questa palese forzatura, che è contro la legge di contabilità, venga corretta al Senato, ma comunque, come indicazione di carattere generale, che si ribadisca che non si può usare, e quindi si eviti di farlo in futuro, il ricorso, come dicevo, a modalità di copertura a futura memoria, cioè sulla base di una normativa che non è ancora stata approvata. Sottolineo: una copertura sulla base di una normativa che non è ancora stata approvata e neanche ipotizzata. Per cui veramente è una cosa che implica che, se andiamo avanti per questa via, la possibilità da parte della Commissione bilancio, che ha una funzione di garanzia e di controllo, ma dell'intero Parlamento, che in quella Commissione è rappresentato, di poter appunto controllare e verificare un tema così importante come il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, venga meno. Quindi, grande meraviglia sul fatto che non ci sia stata alcuna sensibilità da parte del Governo su quest'ordine del giorno. Pertanto, chiedo che venga messo ai voti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/6 Guerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/7 Berruto. Accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Berruto accetta la riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/8 Zucconi. Accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Zucconi accetta la riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/9 Baldelli. Accetta la riformulazione? Prendo atto che l'onorevole Baldelli accetta la riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/10 Grimaldi. Onorevole Grimaldi, accetta la riformulazione? Non accetta la riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/10 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/11 Zaratti. Chiedo ai presentatori se accettano la riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Noi abbiamo trasformato in ordine del giorno un nostro emendamento, che era stato fortemente richiesto da ANCI, che chiedeva l'istituzione di un fondo di 340 milioni di euro per sostenere gli enti locali davanti all'aumento dei costi delle bollette. Di fatto, la Vice Ministra Gava ci aveva assicurato che, attraverso nuovi provvedimenti, sarebbe stata trovata una copertura finanziaria per garantire le risorse ai comuni, alle province e alle regioni, per evitare che si debba sempre scegliere dove tirare la coperta, perché, di fatto, anche gli enti locali hanno gli stessi problemi che riscontrano le cittadine, i cittadini e le imprese.
L'aumento dei costi energetici crea dei problemi nei bilanci degli enti locali, che spesso si trovano costretti a scegliere se finanziare il trasporto pubblico, gli asili, le scuole oppure mantenere la luce accesa nelle strade per garantire la sicurezza che vi è tanto cara e che è cara anche a noi, ovviamente, ma non ci sembra che il Governo vada incontro agli enti locali per garantire che i servizi, anche di base, come l'illuminazione pubblica o il riscaldamento negli edifici pubblici, possano essere adeguatamente garantiti.
La riformulazione che viene proposta non è accettabile, perché, di fatto, non è possibile che si chieda di valutare e anche coerentemente con gli obiettivi della finanza pubblica, visto che al momento non ci sono adeguate risorse stanziate. Io confido che il Governo sia conseguente rispetto a quello che ci ha detto in Commissione, perché diversamente la situazione è davvero molto, molto grave
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Io chiedo alla collega se posso sottoscrivere il suo ordine del giorno, perché, come ha già detto, è stato proprio ANCI che ha lanciato un allarme, scrivendo - penso - a tutti i colleghi, almeno a quelli di Commissione.
Gli enti locali, che non sono solo i comuni, ma pensiamo alle regioni e alle province, che devono anche far fronte - tutti questi enti - alle scuole, alle bollette dell'energia delle nostre scuole, dei nostri ospedali e di tutti gli uffici pubblici, stanno avendo enormi difficoltà a pagare bollette ingenti.
Stiamo parlando anche di illuminazione stradale, stiamo parlando di tutto quello che serve per la quotidianità dei lavoratori del settore pubblico e anche per la sicurezza dei cittadini, perché poi riempite la bocca di propaganda sulla sicurezza ma sappiamo bene che i sindaci non possono, ovviamente, spegnere le luci stradali e ricevono delle bollette veramente molto alte. Non solo: non sono mai stati fatti, da questo Governo, programmi o fondi per la riconversione energetica, per il risparmio energetico delle luci stradali piuttosto che fondi per le rinnovabili per gli edifici pubblici. Allora, è veramente incredibile perché, nonostante questo allarme lanciato da tutti i sindaci - e penso che ce ne siano in Italia di tutte le parti politiche che sono anche rappresentate in quest'Aula -, credo che fosse quanto più necessario dare una risposta concreta.
Avevamo degli emendamenti nel decreto Bollette e anche la maggioranza aveva gli stessi emendamenti che hanno poi ritirato, Presidente. Noi abbiamo cercato di difenderli, eppure il Governo ha deciso di dire “no” e di non aiutare gli enti pubblici ed è veramente un problema. Io chiedo che il Governo ci ripensi, perché qui stiamo parlando di un ordine del giorno importante per mandare avanti proprio i nostri comuni, le nostre regioni, le nostre scuole e i nostri ospedali.
Credo che sia urgente prendere atto che è una necessità e devo dire che, purtroppo, non è la prima volta che questo Governo rifiuta questo tipo di emendamenti o di ordini del giorno ed è, secondo me, gravissimo, perché fate dei tagli agli enti locali e quando sono in emergenza nemmeno vi degnate di aiutarli
PRESIDENTE. Se non ho capito male, la deputata Carmina e la deputata Morfino sottoscrivono l'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei rafforzare, o tentare anch'io di convincere, rispetto alla bontà di quest'ordine del giorno. Io so che in quest'Aula ci sono tanti colleghi e colleghe che sono stati sindaci, che sono stati assessori, che hanno vissuto quotidianamente la difficoltà di chi è in prima linea, di chi è in trincea e si trova i cittadini sotto il portone del comune - se non sotto casa - a chiedere aiuto, soprattutto nei comuni più piccoli.
Allora, essere vicino ai sindaci non è solo andare a inaugurare, magari di fianco a un sindaco con la fascia, un impianto sportivo quando ci va qualcuno del Governo, non è solo andare magari in un cantiere - uno dei pochi del PNRR che si potrà vedere finito - a fare la passerella. No! Un Governo serio, che vuole essere affianco ai sindaci quando ci sono situazioni come queste, che significano un caro bollette che vuol dire le piscine, vuol dire le scuole, vuol dire gli asili, vuol dire le strade illuminate, vuol dire il bisogno quotidiano di ogni singolo cittadino, ebbene dire di no - perché scrivere: “valutare l'opportunità di…” significa dire di no - vuol dire dare uno schiaffo in faccia a migliaia di amministratori locali, che non hanno colore politico e - ripeto - faticano ogni giorno.
Allora, io l'ho capito, l'abbiamo capito, che il vostro gioco è questo: riempirvi la bocca di quanto “stiamo vicino ai sindaci”, andare a fianco al sindaco con la fascia quando c'è da inaugurare e poi, però, quando c'è da scaricare la responsabilità lo fate sui sindaci. Lo fate in modo palese col PNRR, che non riuscite, voi, a spendere ed è colpa dei sindaci e lo fate in modo codardo qua, perché se voi non date i soldi ai comuni non state risolvendo il problema delle bollette; state semplicemente trovando un capro espiatorio che sono i poveri sindaci di ogni colore politico, che si troveranno i cittadini sotto il comune a lamentarsi.
Allora, non venite a dire che è colpa del sindaco se deve aumentare il prezzo del pullman e del biglietto. Non venite a dire che è colpa del sindaco se aumenta la retta del nido. Non venite a dire, in quest'Aula, che è colpa del sindaco se, magari, dovranno ridurre di mezz'ora l'illuminazione pubblica, voi che vi riempite la bocca di sicurezza perché non funziona così in questo Paese.
Allora vi chiedo: ripensateci, non c'è nessuna opportunità da valutare. C'è semplicemente da decidere da che parte stare: dalla parte delle comunità locali, dei sindaci e degli amministratori che faticano ogni giorno, o dalla parte di chi, semplicemente, fa finta di non vedere, e anzi, fa di peggio, gli scarica la responsabilità addosso e sarà lì pronto a puntare il dito, senza difendere l'interesse dei cittadini
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/11 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/12 Borrelli. Accetta la riformulazione, onorevole Borrelli? Sottosegretaria, possiamo far risentire la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2281-A/12 Borrelli, per cortesia?
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Sì, grazie, Presidente. Espunte la prima e l'ultima premessa, il parere è favorevole con riformulazione del primo impegno: “a proseguire con l'azione volta al perseguimento degli obiettivi al 2030 fissati dall'Unione europea sulla quota di energia prodotta da fonti rinnovabili”.
PRESIDENTE. Accetta? Accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/13 Bonelli.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/13 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/14 Ghirra. Accetta la riformulazione? No. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/14 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/15 Fratoianni, su cui c'è il parere contrario del Governo.
L'onorevole Quartini chiede di sottoscrivere a nome di tutto il gruppo. Se nessun altro vuole intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/15 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/16 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/17 Fossi. Accetta la riformulazione? Accetta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/18 Bonafe'. Accetta la riformulazione? Vuole riascoltare. Sottosegretaria, possiamo far risentire la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2281-A/18 Bonafe', per cortesia?
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di adottare ulteriori interventi di efficientamento o riduzione dei costi di approvvigionamento energetico rivolti alle imprese del settore della moda, compatibilmente con la disciplina degli aiuti di Stato nel predetto settore”.
PRESIDENTE. Accetta, onorevole Bonafe'? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/18 Bonafe', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/19 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/20 Rotelli il parere del Governo è favorevole. Andiamo oltre.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/21 Peluffo. Accetta la riformulazione? Accetta. Perfetto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/22 Pandolfo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/22 Pandolfo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/23 Casu. Accetta la riformulazione con raccomandazione?
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente, non posso accettare la proposta di riformulazione come raccomandazione. Avrei accettato una proposta di riformulazione se fosse stato un impegno che assumiamo in quest'Aula, e motivo il perché, nella speranza che ci possa essere un ravvedimento da parte della maggioranza. In quest'ordine del giorno non tocchiamo solo il tema importante, su cui sarebbe importante sentire anche in Aula un impegno rinnovato del Governo, dell'attuazione del PNRR per quanto riguarda i bandi per le colonnine di ricarica elettrica nelle nostre città, sapendo che l'ultima relazione sullo stato di avanzamento ci dice che nel 2024 ne saranno realizzate solamente 3.800 rispetto alle 18.000 previste e che saranno impegnati solo 96 milioni di euro rispetto ai 640 milioni disponibili.
Chiediamo a gran voce di non perdere queste risorse e queste opportunità. L'ordine del giorno che abbiamo presentato introduce e chiede a questo Parlamento e al Governo di aprire gli occhi su un fenomeno allarmante: solo nella città di Roma, oltre 200 colonnine di ricarica elettrica sono state vandalizzate nel solo mese di marzo e sono state oggetto di furti di rame, che non sono più furti di singoli soggetti o di singoli delinquenti.
C'è un'azione di criminalità organizzata che si sta muovendo nelle nostre città. Roma è la punta dell' ma sta succedendo ovunque. Non solo siamo in ritardo nel mettere le colonnine che ci siamo impegnati a collocare, ma non abbiamo più la possibilità di utilizzare quelle colonnine che già ci sono, e ce lo denunciano le persone che hanno un mezzo, i lavoratori, le imprese e i cittadini, che vedono costantemente divelte queste strutture.
Dire che è una raccomandazione, e non un impegno, quello di intervenire per garantire la sicurezza di queste colonnine non significa fare un danno a queste colonnine, significa non assumere un impegno per il contrasto della criminalità organizzata che sta colpendo queste colonnine e il patrimonio pubblico su cui, in qualche modo, stiamo investendo per garantire questo processo di transizione ecologica; significa colpire quei cittadini che hanno acquisito un mezzo elettrico o quei lavoratori che lavorano con un mezzo elettrico, che non sanno più dove ricaricarlo; significa veramente tenere gli occhi chiusi circa un problema che sta dilagando nelle nostre città, soprattutto nelle periferie, nei territori dove magari le colonnine sono di meno, e, se viene distrutta l'unica colonnina presente - pensiamo alle aree interne, pensiamo alle aree più periferiche -, poi non è proprio più possibile muoversi.
Veramente vi rileggo l'impegno: “ad accompagnare le misure recate dal provvedimento in esame con ogni iniziativa di competenza volta a contrastare il crescente numero di furti di rame che sta colpendo (…) le centraline già esistenti, al fine di evitare (…) un incremento dei costi a carico degli utenti, intervenendo altresì, per quanto di competenza, a garantire la copertura dei punti di ricarica, evitando così che l'Italia possa essere chiamata a restituire i fondi ricevuti dall'Europa”.
Veramente non può essere solo una raccomandazione; deve essere un impegno e deve essere un impegno di quest'Aula. Dato che questo fenomeno è crescente, chiunque, in quest'Aula, ha un rapporto col territorio che l'ha eletto, può farsi un giro al termine dei nostri lavori e rendersi conto di qual è la situazione nelle nostre città.
La mia richiesta al Governo è di accogliere quest'ordine del giorno e, se non lo accoglie, noi non ci possiamo limitare ad una raccomandazione. Chiederemo di votare e voteremo convintamente a favore di una presa di posizione che però dovrebbe essere, veramente, non solo patrimonio dell'opposizione ma di tutte le forze presenti in quest'Aula. Dividersi nel contrasto alla criminalità organizzata è sempre sbagliato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Volevo semplicemente sottoscrivere quest'ordine del giorno, perché è vero quello che dice il collega: è una situazione che viviamo anche nella capitale d'Italia e il comune è anche sollecitato dalle interrogazioni che arrivano da più parti (è arrivata dal nostro gruppo, anche dalla collega Pavanelli) proprio verso il comune di Roma. Non è più una questione casuale legata alla ricerca del rame ma è un'organizzazione. In quanto tale, ci vuole ovviamente un'attenzione particolare. Quindi, la testimonianza che porta il collega Casu la sottoscrivo, come sottoscrivo il suo ordine del giorno .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Silvestri, lei sottoscrive a nome proprio ovviamente, non a nome del gruppo. Perfetto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/23 Casu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/24 De Micheli, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole De Micheli, accetta la riformulazione?
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI(PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accetto. Volevo fare una dichiarazione di voto brevissima.
PAOLA DE MICHELI(PD-IDP). Poco fa, durante le dichiarazioni di voto prima della fiducia, abbiamo sottolineato come il Governo abbia dimostrato di non essere interessato al tema delle bollette. Era abbastanza promettente la presenza del Ministro. Adesso, durante la discussione degli ordini del giorno, che sono anche figli del lavoro fatto in Commissione, non c'è nessun esponente del MASE.
Se ci fosse la Vice Ministra Gava, magari, si ricorderebbe che, nella discussione in Commissione sul tema del contributo agli enti locali - che è l'oggetto del mio ordine del giorno oltre che di un ordine del giorno discusso prima -, il Governo si era preso l'impegno di occuparsi della questione degli extracosti per gli enti locali nel primo provvedimento utile.
Ora, io non posso accettare la riformulazione “a valutare la possibilità di”, perché c'era stato un impegno formale - e i colleghi della maggioranza hanno perfettamente sentito questo impegno - e poi ci ritroviamo un parere sull'ordine del giorno che viene annacquato rispetto a una discussione sulla quale, invece, il Governo si era impegnato. Credo che questo sia sbagliato e, per questa ragione, lo mettiamo ai voti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Io intervengo per chiedere di poter sottoscrivere quest'ordine del giorno e anche per chiedere se sia possibile valutare un accantonamento, visto che non è presente alcun componente del MASE. Lo ricordiamo ancora, come ha già fatto la collega De Micheli e come abbiamo fatto precedentemente: noi abbiamo trasformato i nostri emendamenti in ordini del giorno su suggerimento della Vice Ministra Gava, la quale ci ha detto che in questa fase non era possibile prevedere uno stanziamento di 340 milioni di euro per contribuire alle spese degli enti locali ma che c'era un impegno formale, da parte del Governo affinché queste risorse (o comunque una somma congrua) fossero stanziate in un successivo provvedimento. Il fatto che, in questa sede, si chieda di “valutare l'opportunità di” significa che il Governo si sta in qualche modo disimpegnando rispetto agli accordi che erano stati già presi in sede di Commissione.
Quindi io, Presidente, chiederei davvero di accantonare quest'ordine del giorno e di valutare, magari, anche una riformulazione: nel caso della collega, quantomeno, le premesse non sono state completamente cassate. Però, penso che, così come è stato detto in Commissione, in questa sede si certifichi un impegno concreto del Governo rispetto a un tema che è fondamentale per gli enti locali, perché siano garantiti i servizi fondamentali ai cittadini, perché si possano riscaldare o raffreddare le nostre scuole, i nostri ospedali, tutti gli edifici pubblici, e garantire l'illuminazione delle strade. Cosa che, davvero, con l'aumento dei costi a cui stiamo assistendo, diventa molto complicata da fare anche per le istituzioni pubbliche. Non vorremmo, appunto, che la responsabilità di scelte che i sindaci saranno costretti a fare ricada poi sulla loro responsabilità quando responsabilità non ne hanno .
PRESIDENTE. Chiediamo al Governo se intende accantonare. Parliamo dell'ordine del giorno n. 9/2281-A/24 De Micheli.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Sì, Presidente, ho seguito, ma per la verità non ho indicazioni di questo tipo.
PRESIDENTE. La prego di alzarsi.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Mi scusi. Non ho indicazioni di questo tipo ma un accantonamento credo possa essere utile. Quindi, sarei favorevole all'accantonamento in attesa di una definizione direttamente dal Ministero che mi impegno a contattare adesso.
PRESIDENTE. Perfetto, allora lo consideriamo accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/25 Del Barba. L'onorevole Del Barba non accoglie la raccomandazione, così mi è stato comunicato e, pertanto, chiedo di nuovo al Governo di esprimere il parere, favorevole o meno, sull'ordine del giorno sul quale in questo momento vi è un accoglimento come raccomandazione. Quindi, il Governo è favorevole o contrario, oppure si rimette all'Assemblea?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Contrario.
PRESIDENTE. Il Governo si dichiara contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo l'attenzione che sicuramente mi avrebbe riservato ma, come dire, con un di attenzione, proprio perché vorrei spiegare perché, a mio avviso, la posizione di contrarietà, ma anche solo di raccomandazione, non convenga né al Governo stesso né alla maggioranza.
Mi rendo conto che c'è stato un cambio ai banchi del Governo e, quindi, onde non dovermi rammaricare, come giustamente stava facendo la collega De Micheli, mi addentrerei in una spiegazione. Infatti, avevamo un parere favorevole con raccomandazione su un testo che io credo sia un'ovvietà e una conseguenza del lavoro fatto in Commissione; e l'unico rammarico era questa raccomandazione.
Spiego: nella legge di bilancio una norma, che la maggioranza ha voluto, inserisce degli oneri concessori in virtù dei rinnovi delle concessioni di distribuzione elettrica. Ebbene, questi oneri concessori non si capisce bene per quale ragione ci debbano essere. Ma, soprattutto, la cosa strana è che gli oneri concessori, che verrebbero inseriti prossimamente da un decreto che il Governo si deve accingere a realizzare, graverebbero sulle bollette. E allora noi, in Commissione, abbiamo esaminato tre emendamenti che cercavano di dire, attraverso una norma, che tali oneri non dovranno gravare sulle bollette.
Ora, che non ci sia stato spazio in Commissione per approvare questi emendamenti, diciamo che possiamo metterlo all'interno di quei fatti che, dentro una dinamica stretta come quella dell'approvazione di un decreto, non lasciano il tempo di valutare una norma fino in fondo. Ma rispetto a un ordine del giorno che chiede semplicemente al Governo, su una sua norma, di far sì che ciò non comporti aumenti nelle tariffe delle bollette di energia elettrica e gas naturale per le famiglie e le imprese - peraltro all'interno di un decreto-legge Bollette che nasce partendo da questa emergenza - vi era una raccomandazione e si chiede di avere quel minimo di fermezza per dare un parere favorevole. In questo caso, se fossimo addirittura di fronte a un parere contrario, naturalmente noi non saremmo d'accordo, e siamo per il voto favorevole.
Comunque, faccio un ultimo appello al Governo affinché lo accantoni o possa subito cambiare il proprio parere, se ho avuto modo di dare una spiegazione convincente.
PRESIDENTE. Abbiamo quindi una richiesta di accantonamento. Sottosegretario?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Va bene, accantoniamo.
PRESIDENTE. Va bene, allora anche questo lo consideriamo accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/26 Ascani, su cui vi è il parere contrario del Governo. Nel frattempo, l'onorevole Piccolotti sottoscrive.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Chiedo al gruppo della collega se posso sottoscrivere l'ordine del giorno, in quanto riguarda l'Umbria e la più grande azienda della nostra regione, un'acciaieria che oggi dovrebbe essere considerata da questo Governo (se magari ci fa sapere se l'acciaio sia di importanza nazionale). L'ordine del giorno chiede al Governo di adottare con la massima sollecitudine ogni iniziativa di competenza finalizzata a scongiurare la perdita del polo siderurgico ternano.
Mi rivolgo a lei, Presidente, ma lancio un appello non solo ai colleghi umbri, perché li riguarda, ma anche ai colleghi di tutta Italia, in quanto stiamo parlando di un polo veramente importante a livello non solo regionale, ma anche e soprattutto nazionale e internazionale. E noi, qui, stiamo chiedendo di garantire e sostenere la competitività delle imprese con soluzioni concrete, soprattutto per quanto riguarda l'energia. Questo perché dobbiamo garantire i posti di lavoro e tutto l'indotto. In questo momento di incertezza geopolitica, in cui, oltre alle difficoltà energetiche, vi è la questione dei dazi, in questo momento di incertezza geopolitica commerciale a livello globale, credo che dobbiamo dare un segnale forte e un sostegno alle nostre imprese. Parliamo tanto di , parliamo tanto delle nostre imprese italiane: allora, questa è un'impresa italiana, è un'impresa che ha bisogno di un aiuto concreto. Credo che il Governo debba rivedere questo parere contrario, secco. Tra l'altro, non stiamo parlando nemmeno di una riformulazione, ma, siccome ci dovrebbero essere a breve alcuni tavoli, sarebbe un grande segnale per la mia regione se ci fosse, invece, un parere favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Guardi, Presidente, innanzitutto, anche io, come ha fatto l'onorevole Ascani, vorrei sollecitare l'attenzione del Sottosegretario e del Governo sul Polo siderurgico di Terni, che è fondamentale. Però, vorrei anche stigmatizzare un fatto. Me lo consentirà il Sottosegretario, molto generoso nel sedersi nei banchi del Governo quando si parla di decreto Bollette e non di temi della giustizia, su cui sappiamo essere preparatissimo . Quindi, mi scuserà se, nonostante la sua generosità, stigmatizzo il fatto che, su un decreto-legge così importante, come il decreto-legge Bollette, che affligge famiglie, imprese e cittadini e su cui avremmo voluto una parola chiara e trasparente e, possibilmente, un confronto con il Governo, ancora una volta, il Governo è sostanzialmente assente. Non me ne voglia il Sottosegretario, ma dubito che il Sottosegretario sia in grado di conferire con nessuno dei deputati sul tema delle bollette. E chissà che, invece, non sarebbe stato necessario e opportuno che, su quei banchi, ci fosse qualcuno del MASE in grado di rispondere alle domande dei deputati.
Ancora una volta, si sta denigrando l'attività del Parlamento e dei parlamentari. Ve ne fregate altamente di quello che sta succedendo fuori da questo Palazzo. Vi disinteressate del prezzo dell'energia, vi disinteressate dei problemi che stanno affrontando le imprese e mandate un Sottosegretario per la Giustizia a parlare di decreto Bollette. Francamente, lo trovo una vergogna !
PRESIDENTE. Grippo sottoscrive per tutto il gruppo. Perfetto, grazie.
Ha chiesto di parlare la Vicepresidente Ascani. Ne ha facoltà.
ANNA ASCANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Molto rapidamente. Forse il Sottosegretario non lo sa - giustamente si occupa di altro; la collega Serracchiani sottolineava l'anomalia della cosa, ma, purtroppo, non è nuova per questo Governo -, ma in Umbria, in questo momento, il suo Governo ha convocato un tavolo con le parti coinvolte proprio per discutere e garantire le cose che si chiedono in quest'ordine del giorno; il suo Governo, Sottosegretario, ha garantito all'impresa, ai lavoratori, ai sindacati, al territorio che le cose scritte qui le farà. E lei viene qui a dare, davanti al Parlamento, un parere contrario rispetto a quello che avete garantito voi, non noi, ma il suo Governo !
Allora, Sottosegretario, le chiedo almeno di accantonare quest'ordine del giorno, perché temo che, uscito da qui, qualcuno di quelli che sono iscritti al suo partito le chiederà perché abbia fatto votare ai suoi colleghi di partito il contrario di quello che loro, invece, vengono a garantire nella regione in cui sono eletti. Quindi, lo prenda come un consiglio non richiesto, perché - ripeto - quello che c'è scritto qui è parte integrante degli impegni che il suo Governo si sta prendendo con un territorio, con i lavoratori e con le parti sociali, e lei si sta assumendo la responsabilità di dire il contrario.
Il 2 maggio c'è un tavolo convocato e, a questo punto, i lavoratori sono autorizzati a essere molto preoccupati; non solo quei lavoratori, ma un sistema intero, perché l'AST di Terni è strategica non solo per Terni e per l'Umbria, ma anche per l'Italia e per l'Europa, per il valore aggiunto che porta .
PRESIDENTE. Quindi, rivolgo al Sottosegretario la richiesta dell'accantonamento richiesto dalla Presidente.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Rimane il parere contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Presidente, abbiamo rivolto una richiesta: chiediamo di votare sulla richiesta di accantonamento, anche perché…
PRESIDENTE. Non è possibile. Da Regolamento, non è possibile. Chiarisco: il è il Governo e, quindi, se il Governo ci dice di no, è no. Quindi, posso solo metterlo ai voti con parere contrario. Vuole fare un intervento, quindi?
ANDREA CASU(PD-IDP). Avevamo cercato di utilizzare tutti gli strumenti possibili. A questo punto, lo farò con un intervento per dire semplicemente che è assolutamente un controsenso che, mentre fuori si stanno assumendo un impegno totalmente identico a quello che è scritto nell'ordine del giorno, in quest'Aula si voti nella direzione opposta.
Quindi, per cercare di collegare quello che avviene fuori di qui con quello che avviene all'interno, avremmo voluto evitare che la maggioranza prestasse il fianco a questo errore e a questo orrore. Per questo votiamo e chiediamo, veramente, un'assunzione di responsabilità collettiva, che va nella direzione di un impegno richiesto non solo da tutte le forze di opposizione, ma anche dagli esponenti di Governo che, probabilmente, con più competenza diretta in materia del Sottosegretario Delmastro, in questo momento, stanno assumendo gli stessi adempimenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/26 Ascani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/27 Curti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sugli ordini del giorno n. 9/2281-A/28 Bicchielli e n. 9/2281-A/29 Pastorella, il parere è favorevole, Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/30 Braga.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/30 Braga, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/31 Simiani, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno riguarda i fenomeni di contrasto del selvaggio. Credo, Presidente, che non sia necessario spiegare di che cosa si tratta, perché sono convinto che un po' tutti in quest'Aula abbiano ricevuto, a più riprese, telefonate moleste, spesso telefonate in cui dall'altra parte non c'è nessuno, oppure telefonate attraverso le quali vengono fatte proposte commerciali e, in alcuni casi, addirittura truffe. Magari sta capitando anche in questo momento che i colleghi ricevano delle telefonate.
Sul loro vedono dei prefissi con dei numeri che sembrano di cellulari, e quindi, magari, gli viene in mente che è qualcuno che non hanno registrato in rubrica oppure è qualcuno con cui hanno rapporti e relazioni di carattere territoriale. Quindi pensano che sia utile rispondere. Ebbene, la maggior parte di questi prefissi vengono generati da un algoritmo. Sono chiamate che arrivano dall'estero, la maggior parte delle volte, e vengono così camuffate. Visto che bisogna sempre trovare una parola inglese, questo fenomeno si chiama .
L'ordine del giorno, Presidente, interviene esattamente rispetto a questo, cioè come cercare di contrastare questo fenomeno. L'ordine del giorno recupera quelli che sono degli emendamenti che, con i colleghi Simiani, De Luca e Ascani, abbiamo presentato a più riprese in diversi provvedimenti. Questa volta sono stati ammessi, e quindi in Commissione si è potuto fare la discussione rispetto a questi emendamenti, che poi sono stati bocciati. Non chiedo al Sottosegretario Delmastro di dare la motivazione per cui è contrario a questo. Ricordo io che in Commissione il rappresentante del Governo ha dato la sua contrarietà motivandola con il fatto che ci sono progetti di legge in discussione in questo momento alla Camera e, in particolare, nelle Commissioni attività produttive e trasporti.
Ma il testo base che è stato adottato due settimane fa - noi avevamo chiesto di integrare anche le altre proposte di legge - non si occupa di questo fenomeno. Quindi, dire “no” agli emendamenti e oggi “no” a un ordine del giorno, perché se ne occupa un progetto di legge, è come dire che non ce ne occuperemo mai. E dire anche che bisogna aspettare quello che è il percorso delle autorità, dell'Agcom, che ha fatto una consultazione, che ha aperto un tavolo che si concluderà a maggio e che poi darà 6 mesi per intervenire, vuol dire andare al giorno del mai.
Ora, avete perso l'occasione di approvare gli emendamenti o anche di riformularli, per cercare di intervenire e fermare da subito questo fenomeno. Adesso avete la possibilità almeno con questo ordine del giorno che questo Parlamento dia un segnale che, rispetto al selvaggio, è necessario intervenire ed è necessario farlo subito, ora .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Presidente, intanto per sottoscrivere a nome del gruppo, e poi per chiedere al Governo conto di questo parere negativo, perché stiamo lavorando a Commissioni riunite su una proposta che impedisca questa pratica scorretta. Ovviamente, qui tocca marginalmente questo provvedimento, cioè solo dal punto di vista di quelle chiamate che riceviamo tutti ogni giorno in maniera evidentemente non corretta sul tema dell'energia. C'è un impegno ad adottare in tempi brevi dei provvedimenti che impediscano questa pratica commerciale e che definiscano quello che è il mittente delle chiamate che hanno un fine commerciale rispetto a una chiamata privata che tutti possiamo ricevere.
Il parere negativo è davvero incomprensibile, perché è una cosa su cui tutti insieme, con più proposte di legge abbastanza similari, stiamo lavorando in Commissione. Quindi, chiedo la possibilità che il Governo riveda questo parere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Longi. Ne ha facoltà.
ELIANA LONGI(FDI). Grazie, Presidente. Apprezzo ancora una volta questi interventi che riguardano il illegale, che è diventato un tema evidentemente caldo e interessante. Esorto i colleghi, così come è stato già detto, a lavorare congiuntamente in sede di Commissioni riunite, dove ricordo che è stato approvato come testo base quello a firma e presentato da Fratelli d'Italia. Chiarisco che la ragione, ad oggi, del parere negativo sta nel fatto che oggi non è possibile rendere obbligatorio sul il fatto che compaia un filtro, perché tecnologicamente oggi non c'è una soluzione.
Per questa soluzione, come sa anche il collega che interverrà dopo di me, si sta studiando tutti assieme. Quindi esorto, piuttosto che ad alimentare polemiche in Aula, a lavorare tutti assieme in Commissione per raggiungere un risultato che noi tutti cittadini vogliamo e ci aspettiamo .
PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Morfino, Mari e Amato chiedono di sottoscrivere l'ordine del giorno in esame. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per aggiungere alcune considerazioni a quelle già riferite dal collega Peluffo, che sottoscrivo in pieno. Il abusivo, aggressivo e selvaggio è diventato una pratica ormai intollerabile nel nostro Paese. Lede la libertà e la serenità di vita delle nostre famiglie e dei lavoratori. C'è chi rischia di ricevere una telefonata che attende e, invece, si trova solo un numero registrato o un numero inesistente dall'altra parte del telefono.
Abbiamo presentato un'apposita proposta di legge, che in Commissione però non è stata - vorremmo essere chiari - nemmeno considerata dalla maggioranza, volta a sostituire l'attuale registro delle opposizioni con un registro delle autorizzazioni, volta a cambiare completamente l'attuale sistema di gestione di questa problematica, per porre fine una volta per tutte a questa pratica insopportabile, che sta ledendo la , la libertà e la serenità di vita delle nostre famiglie.
La maggioranza, purtroppo, ha deciso di assumere una strada differente da quella che noi abbiamo chiesto e oggi continua a prendere in giro il Paese, perché, a maggior ragione se ci fosse l'interesse di risolvere davvero e affrontare davvero il problema, dovrebbe dire “sì” a questo ordine del giorno, che impegna il Governo semplicemente a farsene carico e ad affrontarlo nella sede competente. La verità è che non si vuole risolvere il problema. Si vuole semplicemente portare avanti, in modo sbagliato e non efficace, una proposta legislativa senza tenere conto di tutte le altre, che sono state presentate anche dalle opposizioni e che mirano davvero a porre fine a questa pratica intollerabile ormai nel nostro Paese.
Noi chiediamo che si ponga termine a questa pratica e l'ordine del giorno andava in questa direzione. Era un primo passo, un primo segnale, ma il Governo conferma la mancata disponibilità dell'intera maggioranza a risolvere quella che sta diventando ormai una pratica insopportabile per ogni famiglia nel nostro Paese. Noi vogliamo risolvere questo problema e continueremo a dare battaglia in Commissione perché questa pratica venga cancellata dal nostro Paese .
PRESIDENTE. La deputata Gadda sottoscrive a nome di tutto il gruppo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo dopo avere ascoltato l'intervento della collega di maggioranza, perché volevo esprimere questa considerazione. Può non essere condivisibile un ordine del giorno, ma può anche essere rivisto, può essere modificato, può essere fatta una proposta alternativa. Evidenzio la mancanza di questo tipo di iniziative assieme al fatto che in Commissione attività produttive non solo è stato bocciato questo emendamento, ma ne sono stati bocciati moltissimi diversi tra di loro e mai è stata proposta una riformulazione. Cioè, il Governo e la maggioranza non hanno proposto nulla, non hanno proposto nessuna soluzione a questo problema !
Questo perché, evidentemente, va bene così, vanno bene gli abusi e va bene il selvaggio. Ed è una cosa veramente vergognosa, Presidente, che il registro delle opposizioni, che è fatto proprio per non ricevere telefonate, venga utilizzato come registro pubblico per fare telefonate di abusivo e selvaggio ! E il Governo e la maggioranza fanno finta di nulla e non propongono nulla, se non un parere contrario. Allora cosa ne devo dedurre? Ne devo dedurre che non siete affatto contrari a questo tipo di pratica e che non avete un'idea per proporre una soluzione, perché vi va bene così com'è. Almeno che i cittadini lo sappiano !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pandolfo. Ne ha facoltà.
ALBERTO PANDOLFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Di fatto, mentre le bollette crescono e il Governo non fa niente per diminuirle, c'è la beffa. Perché nella maggior parte dei casi le telefonate che riceviamo sui nostri telefoni, appunto, dai di sono di chi propone soluzioni per diminuirle. Quindi, oltre al danno, c'è anche la beffa.
Questo ordine del giorno chiedeva una cosa molto semplice, al netto delle proposte che ci sono: l'individuazione. E tecnicamente, collega, c'è la possibilità di trovare il modo per far sì che i di proposta commerciale siano individuabili, invece, molto spesso…perché questo lo capiamo quando, invece, riceviamo le telefonate di truffa: quando i numeri sono falsificati e riceviamo le telefonate sui nostri cellulari. Pertanto, credo che qui si sia persa una grande occasione da parte del Governo di proporre una soluzione concreta e pratica per evitare che gli italiani e le italiane siano tutti i giorni - ci sono anche delle statistiche - travolti dal commerciale che si traduce non solo, come dicevo prima, in truffe, ma in un vero e proprio assedio, come stavano dicendo anche i colleghi poc'anzi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Sì, grazie, Presidente. Penso che l'assurdità di questa discussione è che, in teoria, siamo tutti d'accordo sul fatto che gli appelli indesiderati di fasulli siano assolutamente da evitare. Sono anche d'accordo che nascondersi dietro le soluzioni tecnologiche non esiste e non sia la migliore risposta che noi possiamo dare, al di là del fatto che le soluzioni tecnologiche esistono ed esistono per entrambi i problemi di cui stiamo discutendo oggi. Da una parte, c'è lo quindi, le chiamate tendenzialmente illegali che si nascondono dietro numeri fasulli, e Agcom ci sta già lavorando, quindi, forse, sarebbe stato meglio parlare di un rimando al tavolo tecnico di Agcom; dall'altro, c'è il tema di che cosa si mostra sul e basta guardare Oltralpe, per esempio, in Francia, dove ci sono filtri che le compagnie telefoniche applicano a monte o addirittura altri tra cui Google e altri operatori e produttori di telefono, che permettono di avere un messaggio che dice “potenziale spam” o “potenziale chiamata indesiderata”.
Quindi, non nascondiamoci dietro al fatto che le soluzioni tecniche non ci sono; magari non sono perfette, magari non coprono tutti i casi, magari non riusciranno a bloccare tutte queste chiamate indesiderate, ma che non esistano non è neanche una giustificazione. In Commissione faremo in modo che ci si riferisca a queste soluzioni, che tutti insieme si possa trovare quelle più adatte per proteggere i consumatori dalle chiamate indesiderate e per permettere a chi, invece, fa il proprio mestiere legalmente di continuare a proporre le soluzioni commerciali legali in maniera corretta.
PRESIDENTE. Prendo atto, se non ho capito male, che il deputato Dell'Olio sottoscrive. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Non si capisce effettivamente la natura di questo diniego visto che è una questione che, è vero, è trattata in Commissione; poi vengono fatti richiami all'opposizione sul fare presto… “Fare presto”: io ricordo semplicemente che la disponibilità del tempo con cui questo provvedimento arriverà in Aula è nelle mani della maggioranza. Quindi, una maggioranza che chiede a noi di fare presto vuol dire che non ha cognizione dei propri mezzi. La mancanza di cognizione dei propri mezzi mi sembra proprio che sia alla base di questo mancato pollice verde per questo ordine del giorno, visto che non c'è solo il disturbo. Molti tra di noi dicono: “riceviamo effettivamente molte chiamate, ci sono regioni che vengono tartassate”. Ma qui il problema è rappresentato dalle truffe: c'è una quantità spaventosa di truffe a persone anziane che vengono fatte tramite questo mezzo. Allora, un tasto verde anche se magari non si condivide esattamente la soluzione, anche se non è proprio il provvedimento… Stiamo parlando di un ordine del giorno. Ma se nemmeno nell'ordine del giorno c'è la disponibilità a venirci incontro, allora, mi chiedo, come facciamo a venirci incontro in Commissione, quando nemmeno in Aulasu un ordine del giorno, il Governo viene a dare quantomeno la disponibilità a parlarne ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Vorrei provare a dire in modo, magari, meno concitato, ma riprendere quello che diceva il collega Silvestri e, attraverso di lei, signor Presidente, rivolgermi anche alla collega Longi e al Governo. Perché io ho capito cosa dice la collega Longi, ma vorrei dire che il testo di questo ordine del giorno, collega, non è in contraddizione con quello che lei ha detto, né qui c'è nulla che mette in mora il Governo. Le leggo il testo, perché cercavo di capire, in base a quello che ha detto, se ci fosse una strumentalità in questo testo rispetto a chissà quale tipo di accelerazione. Qui si dice che si impegna il Governo: “ad adottare in tempi brevi e certi” - quindi, non è che diamo una data e via dicendo - “in relazione a quanto espresso in premessa, iniziative normative volte a rendere obbligatorio, nei del telefono dei cittadini, l'immediato riconoscimento di una chiamata di natura commerciale non richiesta proveniente da ”.
Non è che sia indicata, Presidente, tramite lei, all'onorevole Longi - e lo vorrei dire anche all'onorevole Delmastro - la tecnica che bisogna utilizzare o meno. È, onorevole Delmastro, semplicemente un invito al Governo, in un ordine del giorno, a procedere, diciamo, un po' più solleciti nel dibattito in Commissione per arrivare a una soluzione, sulla quale - mi pare di capire - siamo tutti d'accordo. Perché, anche nel rapporto interno all'Aula tra maggioranza e opposizione, ci sono indurimenti così incomprensibili? Il fine è identico.
Questo ordine del giorno non è minimamente in contraddizione rispetto a quello che ha detto la collega Longi. Non mi pare che ci sia l'esigenza di una primogenitura, perché non è che c'è una soluzione; c'è una richiesta di arrivare ad una soluzione. Perché il Governo anche su un ordine del giorno di questo tipo dà un parere contrario e non ha la forza - se mi consente, signor Sottosegretario - di ripensare una scelta, sulla base del dibattito che c'è stato, e dare anche un po'di dignità alle interlocuzioni che facciamo tra di noi, atteso che non stiamo approvando un emendamento, non stiamo approvando chissà cosa?
Stiamo approvando un ordine del giorno - a mio avviso, di assoluto buon senso - che va incontro anche a quello che la collega, che è intervenuta, ci ha spiegato non voler essere. Non se ne capisce veramente la ragione - ripeto - anche rispetto a un'interlocuzione che dovrebbe essere positiva all'interno di quest'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Presidente, intervengo per sottoscrivere a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Presidente, in realtà è sull'ordine dei lavori. Noi vorremmo sapere perché su un decreto che si intitola, sintetizzo: “Misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza”, denominato decreto Bollette, il Governo ha un tale rispetto del dibattito parlamentare da mandare il Sottosegretario per la Giustizia Io vorrei che si alzasse qualcuno e mi spiegasse che ci azzecca, con tutto il rispetto, il Sottosegretario Delmastro con un provvedimento di questo tipo. Se ce lo spiegano saremmo molto contenti : “Dov'è l'ordine dei lavori, Presidente?”.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/31 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/2281-A/32 Squeri è stato ritirato.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/33 Boscaini il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/34 Battilocchio c'è una riformulazione. Accetta la riformulazione? Accetta, grazie onorevole Battilocchio.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/35 D'Alfonso, su cui c'è una riformulazione. Accetta la riformulazione? La accetta. Grazie, onorevole D'Alfonso.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/36 Raffa, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/36 Raffa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/37 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/38 Morfino. Accetta la riformulazione, onorevole Morfino? Vuole riascoltarla? Per favore, Sottosegretario, la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2281-A/38 Morfino.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Certo, Presidente. La riformulazione dell'impegno è in questi termini: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori misure di sostegno in favore delle persone con disabilità, al fine di ridurre, per queste ultime, i costi dell'energia elettrica”.
PRESIDENTE. Accetta, deputata Morfino? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/38 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/39 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà. Le rimane un minuto e 45 secondi.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Quanto?
PRESIDENTE. Un minuto e 45 secondi.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Sì, molto velocemente. Allora, questo ordine del giorno chiede una cosa semplice: perché non prendete i due miliardi che le società energetiche possono darvi con gli extraprofitti per raddoppiare gli aiuti che voi potreste dare in questo provvedimento ? Era semplice la domanda, soprattutto perché in questo provvedimento si è avuto il coraggio di parlare di mercato libero, quando sapete benissimo che non è assolutamente un mercato libero. Mercato libero non lo è perché i prezzi non vengono determinati dalla domanda, bensì vengono determinati da una speculazione totale che sta sulle spalle dei cittadini, delle famiglie e delle imprese. È un mercato dove le rinnovabili, che hanno costi di produzione bassissimi, vengono pagate come se pagassimo 100 euro di gas al chilowattora, quindi una cosa senza senso. Questa è una speculazione.
Il punto è anche, e chiudo…
PRESIDENTE. Onorevole, la interrompo per dirle che, per un errore tecnico, lei aveva sei minuti e non un minuto e 45 secondi. Le chiedo scusa; c'è stato un problema tecnico e, quindi, ha altri quattro minuti. Prego .
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Vado un pochino più lento e a questo punto rimembro anche il fatto che non so perché sto parlando di extraprofitti energetici con il Sottosegretario per la giustizia, con tutto il rispetto del Sottosegretario
E concludo dicendo - vado avanti dicendo - che sulle bollette c'è una questione particolare: è una speculazione su cui stanno guadagnando tutti, proprio tutti: guadagnano gli americani, dove il Ministro Tajani li sta rassicurando e sta per arrivare, in pieno volo diretto, il Premier Meloni a rassicurare Trump che guadagnerà e continuerà a guadagnare con il gas; ci guadagnano le società energetiche, alle quali voi non state togliendo un euro e che brindano, perché ovviamente a fine anno ci saranno dei dividendi e sarò molto curioso di capire se chi spingerà il tasto rosso a questi ordini del giorno e a queste proposte prenderà parte a quei dividendi, se è azionista di ENI e di altre società (sarebbe curioso capire se c'è anche questo conflitto di interessi in atto); ci guadagna lo Stato, ci guadagna il Governo perché, ovviamente, all'aumentare delle bollette aumenta l'IVA che il Governo guadagna su queste povere famiglie e sulle imprese. Dunque, extragettito che in questo provvedimento avete detto che restituirete solamente al verificarsi di condizioni che non si verificheranno mai. Però, è stato affermato un principio, ovvero che esiste un extragettito e che questo extragettito, al verificarsi delle condizioni, può essere redistribuito.
Allora, non mi è chiaro il principio per il quale esiste un extragettito che può essere redistribuito e non si possono tassare gli extraprofitti delle società energetiche e redistribuirli . Allora, quando lo Stato prende dalla fiscalità generale un extragettito - quindi esiste - allora quello lo si può redistribuire, ma se c'è da difendere gli interessi di ENI, tutti in prima linea affinché ENI non sborsi un euro e lo restituisca, ovviamente, a famiglie e imprese Allora, questa continua ad essere una sconfitta da parte del Governo Meloni, che mi ricordo quando si era fatto bello sulla tassazione degli extraprofitti con Salvini, Meloni … ve lo ricordate? Continua a stare sempre dalla parte sbagliata, continua a stare sempre dalla parte di chi può permettersi questa crisi, da chi specula su questa crisi, da chi guadagna da questa crisi. Da quest'altra parte, invece, c'è chi cerca di applicare quelle semplici regole di redistribuzione sociale ed economica, perché siamo in un periodo dove la crisi energetica è uno dei motivi principali della nostra àncora industriale e dei 25 mesi di calo della produttività che questo Governo, ovviamente, ha qui sul petto come medaglia al valore .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Silvestri. Le rinnovo le scuse per averla interrotta per l'errore tecnico. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/39 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/40 Iaria. Accetta la riformulazione, onorevole Iaria o chi per lui? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/40 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/41 Lomuti. Accetta la riformulazione? No.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. Non posso accettare la riformulazione perché io non ho capito che tecnica sta usando il Governo, perché boccia un ordine del giorno che era già un emendamento che con la fiducia è stato trasformato in ordine del giorno. Quindi, bocciare un emendamento approvandolo. È una tecnica veramente sopraffina e ci ha sorpreso oggi.
Ma perché dico questo, Presidente? Di che cosa parla questo ordine del giorno? Parla degli oneri di sistema, cioè quella voce importante che ritroviamo nelle nostre bollette e che proprio per ciò, in un decreto Bollette, vogliamo chiedere al Governo di intervenire per riformare. Cosa abbiamo suggerito noi, perché questo non è altro che un suggerimento di cui il Governo dovrebbe fare tesoro e magari trasformarlo anche in un decreto apposito? Praticamente, interviene sugli oneri di sistema chiedendo al Governo di far pagare ai cittadini gli oneri di sistema in base al proprio reddito, cioè in base al proprio ISEE, e laddove questa procedura può creare degli ammanchi finanziari nelle casse dello Stato allora lo Stato interviene aumentando i canoni verso le compagnie petrolifere, verso le energetiche quando queste ricevono il permesso di ricerca o la concessione a coltivare.
Questa soluzione, che mi sembra pacifica e ragionevole, ha una visione politica, Presidente, per andare incontro ai cittadini e sollevarli da qualche spesa sulla quale anche i sassi dicono che è una spesa spropositata. Aumentare il canone per le compagnie petrolifere non genera alcun aumento di costi nelle finanze pubbliche dello Stato. Ora, ci chiediamo: perché il Governo debba dire di no a questo suggerimento? Semplicemente per un fatto e lo sappiamo. Ha già dimostrato un'enorme codardia e vigliaccheria, questo Governo, di fronte alle compagnie petrolifere e di fronte alle banche quando chiediamo di tassare gli extraprofitti di compagnie petrolifere e banche , laddove hanno avuto un guadagno di oltre il 135 per cento nei due anni e oltre dalla pandemia.
Presidente, c'è una proposta di legge del MoVimento 5 Stelle: io consiglio al Governo di andare lì, prenderla e votarla, perché così ricavano 40 miliardi di euro dagli extraprofitti. È un ulteriore suggerimento.
Questa è una presa in giro per gli italiani, Presidente, perché al Governo, quando lo si mette alle strette, piace tanto ripercorrere un po' il passato, dicendo: “eh, ma quando c'eravate voi”; ciò ovviamente, stravolgendo la realtà dei fatti. Quindi, tornare indietro e dire che è colpa di quelli che c'erano prima. Oggi non lo fa. E sa perché non lo fa, Presidente? Perché quando c'eravamo noi, prima, contro l'aumento dell'energia abbiamo messo 55 miliardi, Presidente ! Non 3 miliardi, che sono briciole per chi vuole intervenire. Ma tanto loro vanno in televisione, ce la menano giorno e notte su quanto sono bravi e intanto investono 600 milioni per azzerare per sei mesi soltanto gli oneri di sistema.
Qui c'è tutta la visione politica di questo Governo, che è pari a zero, perché il problema degli oneri di sistema è un problema decennale, a meno che il Governo, il Vice Ministro della Giustizia, che parla di energia, non venga qui, oggi, a dirci che tanto il problema degli oneri di sistema lo risolviamo fra sei mesi. Ma siccome sappiamo benissimo che così non sarà, noi diciamo che voi ci state prendendo in giro, e non soltanto gli italiani. Ma almeno venite qui, e non ce la date a bere - a noi! - con queste tecniche fasulle, Presidente.
Voglio dire un'altra cosa. Certo che ci vuole coraggio per aumentare i canoni annui alle compagnie petrolifere, ma nemmeno più di tanto, perché penso che per loro un aumento dei canoni sia una spesa più che sopportabile, laddove hanno degli “straguadagni” andando nei territori a prendere il petrolio e il gas, inquinandoli anche, e nessuno dice loro niente, nessuno ha il coraggio di dire niente. Però, dov'è che questi hanno coraggio, Presidente? Hanno il coraggio e la spavalderia di chiudere sempre la porta in faccia ai più deboli, alle persone anziane e ai disabili, che si vedono recapitare bollette di 855 euro. Questo è il loro coraggio: sbattere la porta in faccia ai cittadini che non ce la fanno ! E intanto aumentano i poveri in Italia, perché le loro politiche energetiche, ma anche sulla produzione, sono fallimentari. Siamo ormai a oltre non si sa quanti mesi di calo della produzione industriale, però oggi se ne vengono con 3 miliardi qui, 600 milioni lì, e non risolvono il problema.
Allora, Presidente, io già so la risposta, ma vorrei chiedere un di riflessione, magari accantonando quest'ordine del giorno che, in quanto tale, non è nulla: non è un emendamento, approvano un impegno. Allora, io chiedo almeno di impegnarsi a riflettere e di accantonare, altrimenti voglio vedere proprio con che faccia, oggi, si vota contro un semplice ordine del giorno che vuole andare incontro ai cittadini che non ce la fanno e che devono decidere, quando inizia il mese, se devono pagare la bolletta o fare la spesa. Voglio proprio vedere come votano i colleghi della maggioranza .
PRESIDENTE. Sottosegretario, in ordine alla richiesta di accantonamento, il suo parere, per favore.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. No, si proceda con il parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/41 Lomuti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/42 Alifano c'è una riformulazione: la accetta, onorevole Alifano? Sì.
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/43 Pavanelli c'è una riformulazione: la accetta? No.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/43 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/44 Pellegrini c'è una riformulazione: onorevole Pellegrini, la accetta?
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione e quindi faccio un breve intervento. Questo provvedimento - dobbiamo dircelo in maniera molto chiara e molto netta - non contiene delle azioni strutturali che siano capaci di incidere davvero sulla riduzione dei prezzi dell'energia nel lungo periodo. È un pannicello caldo, ma davvero molto piccolo, che quindi non risolve assolutamente il problema. Del resto, stiamo parlando di uno stanziamento di 3 miliardi di euro, di cui 1,6 per le famiglie e 1,4 per le imprese, che - lo capirebbe anche un bambino all'asilo nido - è largamente insufficiente.
Noi dobbiamo sottolineare - l'abbiamo fatto lungo tutti questi tre anni di impazzimento dei prezzi dell'energia e del gas - come questi prezzi siano aumentati non tanto in seguito a dinamiche dei prezzi delle materie prime, ma conseguentemente a dinamiche essenzialmente speculative.
Io posso fare l'esempio del gas che sostanzialmente trascina il prezzo che viene stabilito su una borsa che, con tutto il rispetto degli amici olandesi, almeno inizialmente era pensata come una borsa regionale, ossia quella del TTF del gas: ebbene, il prezzo dell'energia che si applica sostanzialmente in gran parte dell'Europa, se non in tutta l'Europa, è legato a quel prezzo che viene spuntato ogni giorno su quella borsa. Sarebbe - mi consenta, Presidente, di fare un esempio che sembra un'iperbole, ma tanto non lo è - come se, nella mia città, che è un noto centro in cui la produzione cerealicola è di grande importanza per il Paese e c'è un'importante borsa, il prezzo del grano che viene spuntato a Foggia valesse per tutta l'Europa. Sarebbe una barzelletta !
Noi siamo legati da tre anni a questa barzelletta. Il prezzo del gas viene trascinato da quanto si contratta sulla borsa del TTF, come ho detto, non tenendo conto, a volte, del prezzo reale del gas, che tramite i tubi, negli scorsi mesi e negli anni precedenti, arrivava con contratti, tra l'altro lunghissimi, nei Paesi europei e anche in Italia.
Quindi, noi denunciamo e continueremo a denunciare fino alla fine che l'Italia e l'Europa non sono stati capaci di mettersi attorno a un tavolo e dire: cambiamo questo sistema assurdo che, in una situazione di crisi continentale, se non mondiale, porta con sé dei prezzi insostenibili per le famiglie e le imprese. Non aver fatto nulla al riguardo ha fatto sì che ricchezze colossali si siano trasferite dalle famiglie ai grandi gruppi industriali energetici. Questo è quello a cui abbiamo assistito e la responsabilità è in capo e sulle spalle di chi sta governando in questo momento e negli ultimi due anni e mezzo in Italia e di chi lo sta facendo in Europa.
Parallelamente, sappiamo benissimo che la crisi sui prezzi dell'energia è figlia anche di quello che, purtroppo, sta succedendo in Ucraina. È uno sconquasso, da questo punto di vista. Dopo la folle invasione dell'Ucraina da parte di Putin e della Russia, abbiamo assistito a questi sconvolgimenti, sia sociali, legati al conflitto, sia sui prezzi energetici di cui vi parlavo poc'anzi.
E noi, come Italia e come Europa, come abbiamo affrontato questa crisi, che si capiva sin dal primo momento fosse passibile di travolgere le vite di centinaia di milioni di europei? Ci siamo limitati a fornire armi su armi; armi su armi, non abbiamo fatto altro. Sia l'Italia che l'Europa hanno rinunciato, sin dal primo momento, a qualsiasi ipotesi di condurre un tentativo negoziale. L'unico che è stato fatto nell'imminenza dell'invasione è stato espletato da Israele e Turchia: sembrava potesse portare a un'ipotesi di accordo, ma poi è stato boicottato sia dal Regno Unito, che dagli Stati Uniti.
E noi continuiamo, in questo momento, come Europa e come Italia, a non fare niente. Continuiamo a soffiare sul fuoco del conflitto, invece di cercare di spegnerlo. Il solo Trump, pur nella sua rozzezza affaristica e nella sua aggressività, che ovviamente ripugna a tanti di noi, me per primo (non mi piacciono per nulla i suoi metodi), è l'unico che, però, ha in qualche modo sbloccato o ha tentato di sbloccare l'. Ma dal punto di vista italiano ed europeo non si muove una foglia; anzi, si vuole continuare a sostenere solo militarmente l'Ucraina, condannandola a un destino che, Dio non voglia, è davvero terribile.
La proposta che facciamo al Governo per risolvere il problema energetico delle bollette di milioni di famiglie e di milioni di imprenditori, specie quelli più piccoli, che sono stati più toccati dalla crisi, è quella di prendere i soldi e i fondi che occorrono proprio dalle armi, e, quindi, l'ordine del giorno che abbiamo presentato impegna proprio il Governo a diminuire gradualmente gli investimenti, che sono diventati enormi in questi ultimi anni, perché questo Governo li ha aumentati di una quantità spaventosa, che è insostenibile per il Paese!
Noi abbiamo presentato questo ordine del giorno e confidiamo, ovviamente, nella sua approvazione, ma, in realtà, sappiamo benissimo che questo Governo bellicista non lo approverà mai .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Allora, l'ennesima denominazione truffa dei decreti di questo Governo o delle azioni di questo Governo. Il famigerato Piano Mattei non si capisce ancora che benefici stia portando, però ha un nome di un italiano straordinario. Ve lo ricordate il famoso decreto Liste d'attesa, che doveva abbattere le liste d'attesa in sanità? Ahimè, purtroppo i tempi delle liste d'attesa continuano a essere drammaticamente lunghi.
Adesso questo decreto, che viene denominato Bollette. Il problema è che il vero decreto Bollette lo firmerà la Premier Meloni quando andrà da Trump e gli prometterà gli acquisti del gas liquido che ricadranno completamente nelle tasche degli italiani, delle famiglie e delle imprese italiane, perché, con quel viaggio con cui la Meloni vuol far vedere di essere l'emissaria della von der Leyen, in realtà, Meloni è l'emissaria di Trump, che ci porterà in Europa quello che Trump vuole.
Quel gas liquido lo pagheremo, e lo pagheremo salato, così come pagheremo le commesse che dovremo alle industrie d'armi americane, perché è straordinario quello che si racconta in questo Paese nei e nella politica. Tre settimane fa dovevamo stare attenti perché non c'era più l'ombrello della NATO, quindi l'Europa doveva rendersi indipendente. Quindi: piano di riarmo, 800 miliardi, l'Europa deve essere indipendente. Oggi sentiamo Crosetto che dice: no, no, noi dobbiamo aumentare al 3 per cento del PIL, addirittura minimo, le spese che facciamo in armi per la NATO. Quindi, delle due l'una: o rendiamo l'Europa indipendente, perché il cappello della NATO non ci sarà più, o contribuiamo alla NATO.
Ma il problema è che, dove vai vai, si contribuirà sempre all'economia americana, perché se la sarà appaltata a Musk e se le armi le andremo a prendere in America, ma di quale emancipazione state parlando ? Si drenano risparmi e si svendono patrimoni di Stato, che comprano i grandi fondi di speculazione privati americani, trasformando euro in dollari e riportando soldi negli Stati Uniti, come questo Governo sta facendo, perché ce lo dobbiamo ricordare che la Meloni, dopo avere ballato al G7 in Puglia, ha incontrato il CEO di BlackRock, okay?
Ce le dobbiamo ricordare tutte queste cose, e allora adesso la Meloni andrà a svendere ancora di più l'Europa agli Stati Uniti. Il problema è che quando queste aziende, le nostre aziende, non riusciranno a stare più sul mercato per i costi dell'energia, questo Governo, la coppia Meloni-von der Leyen ha già dato la soluzione: riconvertitevi in un'economia di guerra. Presto detto. Quindi diremo, non lo so, alle nostre aziende della moda di fare delle divise per i militari , diremo alle nostre aziende agricole di preparare il rancio, diremo ai nostri giovani di fare la leva militare obbligatoria, perché quelle armi qualcuno dovrà essere attrezzato ad usarle e voi vi state nascondendo dietro a questo, ma voi arriverete anche con la leva obbligatoria, noi ne siamo certi.
Allora, su tutto questo vediamo che il piano della ex Ministra della Difesa von der Leyen e del nostro lobbista Ministro della Difesa Crosetto sta magicamente prendendo forma. Però, nel frattempo, chiamate un decreto “bollette”, e attenzione, perché se c'è questa situazione drammatica in Europa, hanno individuato il problema questi geni della maggioranza e dei giornali che gli stanno dietro. Qual è il problema? Il , è tutta colpa della burocratizzazione del .
Allora, Transizione 4.0 fatta da noi ha messo 20 miliardi per la transizione e ha incentivato investimenti per 29 miliardi. La vostra Transizione 5.0, burocratizzata da voi, ha messo 500 milioni , questa è la differenza. Il voi non sapete neanche da che parte affrontarlo, ma la colpa è del , la colpa è del .
Allora, smettetela di prendere in giro con i decreti Bollette, perché gli italiani poi se ne accorgeranno, quando la Meloni tornerà da Washington e quando quei provvedimenti verranno messi in campo, quanto pagheranno per le bollette, e non avranno paura di un nemico che sventolate alle porte di Trieste e che arriverà a sventrare i nostri asili, come qualcuno della maggioranza ha avuto la faccia oggi in televisione di dire . Gli italiani avranno paura di aprire le bollette, questa è la realtà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario a questo ordine del giorno. Bastava leggerlo per comprendere come, di fronte a una crisi energetica, su cui ci sono tante soluzioni che abbiamo anche portato a questo Governo, dire che l'unica soluzione sia quella di abbassare le spese militari è evidentemente una piena provocazione. Ma le parole dell'onorevole Pellegrini sono ancora più scandalose a 48 ore da un attentato vile a Sumy, durante la Domenica delle Palme, dove è stato colpito il popolo ucraino: spiegare agli italiani che le bollette sono alte perché noi spendiamo soldi per difendere l'Ucraina e ! Credo che non ci possano essere ambiguità in questo Parlamento di fronte al voto contrario di questo ordine del giorno, soprattutto nelle parole rivolte all'aiuto all'Ucraina e all'aiuto militare .
PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/44 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/45 L'Abbate, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrarvi questo ordine del giorno che, chiaramente, avete bocciato, ma all'interno c'era un'azione propositiva, una risoluzione che poteva essere portata avanti, ma chiaramente, forse, posso dire, non l'avete capita.
Vorrei partire, quindi, da qualche dato. Nel 2024, 285.000 imprese hanno cessato la loro attività e nel 2025 si prevede il 15 per cento di aumento del costo dell'energia. C'è da dire che il costo dell'energia in Italia, rispetto agli altri Paesi europei, è del 30 per cento in più. Quindi è ovvio che voi, in modo molto diligente, avete deciso di fare questo decreto per supportare le famiglie e le imprese.
Il punto è che questo Governo è molto bravo nei titoli, il problema è nei contenuti. Ma in che modo state dando supporto alle imprese? A me sembra un contenuto di Accademia della fuffa, praticamente. Che cosa c'è all'interno? Non c'è nulla. Vi dico un'altra cosa. Uno dei giornali pugliesi oggi è venuto fuori con questo titolo: “Rebus industria”. Perché? Perché è collegato a quello che stiamo facendo oggi? Perché il Ministro Urso è venuto giù, ha parlato e ha detto che Brindisi deve diventare salubre e aperta ai turisti, e, allo stesso tempo, fedele alla sua vocazione industriale. Perché? Perché non si vuole più chiudere la Federico II, la centrale a carbone, non si vogliono più chiudere, le dobbiamo lasciare aperte. Perché?
Perché abbiamo paura: ne abbiamo bisogno ancora per i costi dell'energia. Non diciamo fesserie! Voi avete paura semplicemente perché non avete effettuato una pianificazione seria nel lungo periodo. Vi rendete conto che non ne siete stati capaci perché i soldi stanno andando o alle armi o al nucleare. E lo sapete benissimo, anche il Premio Nobel, Parisi, vi ha detto quando è venuto: manco fra trent'anni l'avrete, ma se siete bravi.
Adesso iniziate a dire: oddio, l'energia da dove la prendiamo? La prendiamo forse dal rinnovabile? La prendiamo forse da un qualcosa di più serio? Dall'idrogeno? Dove, ricordo, che avete tolto i soldi dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, da quelli che erano gli a idrogeno per darli all' del gas. Quindi, che cosa state facendo? Qui all'interno che cosa vi metto? Vi metto un'altra cosa che, guardate, le imprese stanno tirando fuori, si chiamano praticamente i crediti di carbonio circolare. Loro stanno ragionando, e viene dalle imprese che da sole hanno capito che stanno messe proprio male perché i costi aumentano. Andiamo a creare un discorso, come per l'ETS, andiamo a premiare quelle imprese che risparmiano energia nei loro processi e, quindi, creiamo una specie di equilibrio fra certificati, un mercato di certificati che possono essere condivisi.
È un meccanismo che l'Europa ha fatto con l'ETS, l'abbiamo fatto con i certificati bianchi, lo facciamo anche adesso. Ma guardate, perché? Perché gli imprenditori hanno capito che il Governo non li aiuta! Non avete idea, quando ho sentito quello che mi hanno detto su Transizione 5.0: ma onorevole, questi soldi non li prende nessuno! Non si capisce nemmeno come li dobbiamo prendere, eppure a noi servono, a noi servono perché dobbiamo fare trasformazione. Perché loro vogliono fare la trasformazione , perché loro hanno capito che se non la fanno non sono competitive in un mercato internazionale. Voi no, voi gli tagliate le gambe: quello non si fa, si fa quello che diciamo noi, cioè il nulla assoluto! I soldi li mettiamo su quelle che sono le , su quelle cose che noi abbiamo deciso di aiutare. Ma il sistema delle piccole e medie imprese italiane, il sistema famiglia, e, guardate, che 1.200 euro in tre mesi di luce e gas sono un aumento del 18 per cento del costo delle bollette, ma, a quanto pare, questi non sono problemi della maggioranza. Ripeto una frase che a me piace dire, ma è chiarissima per chi mi segue a casa: ve ne lavate le mani .
PRESIDENTE. Se nessuno vuole intervenire, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 9/2281-A/45 L'Abbate, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/45, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/46 Caso, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, visto che stiamo parlando in questo disegno di legge di agevolazioni in merito a fornitura di energia elettrica, gas naturale, insomma di aiuti a famiglie e imprese, ci sembrava naturale provare a chiedere che tutte le misure previste all'articolo 4 di questo provvedimento in esame - quelle che sarebbero in favore proprio delle famiglie e delle microimprese vulnerabili - fossero estese anche ai Campi Flegrei, vista la situazione che stanno vivendo. Si chiedeva, nero su bianco, di superare alcune discriminazioni che, purtroppo, troviamo sempre più spesso nel nostro Paese. Perché, nero su bianco, vi si chiedeva di introdurre delle esenzioni simili a quelle che già sono previste, ad esempio, per le popolazioni colpite dal sisma del Centro Italia. Quindi, per l'ennesima volta, così come abbiamo già visto e abbiamo vissuto sulla questione del super sisma si stanno creando delle discrepanze, delle situazioni diverse e anomale all'interno del nostro Paese.
C'è un trattamento per chi risiede nel Centro Italia e c'è un trattamento diverso per chi risiede nei Campi Flegrei. Insomma ci sembrava buon senso. Chiedo un attimo a tutti i colleghi di immedesimarsi in questo scenario. Sono un cittadino flegreo e malauguratamente nella scossa del mese scorso, di marzo, quella di magnitudo 4.6 o, peggio ancora, quella di maggio scorso, quindi quasi un anno fa, ho avuto la sfortuna di avere dei danni alla mia abitazione. Sono stato sgomberato e, quindi, tutto ad un tratto la mia vita è cambiata perché sono stato allontanato dalla mia abitazione. Però, nonostante questo, puntualmente, ogni mese, mi arriva la rata del mutuo che devo pagare perché non abbiamo voluto, non avete voluto sospenderli. Puntualmente mi arrivano delle bollette, perché non ho interrotto a volte la fornitura, ad esempio, di elettricità perché magari ho un sistema di videosorveglianza a casa, proprio per monitorare quel che accade. Quindi, anche se non consumo nulla ogni mese mi arrivano le bollette che sappiamo essere cariche degli oneri di sistema, che qui vi chiedevamo di annullare, di sospendere. Allora è assurdo che per l'ennesima volta ci venga detto “no”. In realtà, voglio dirvi che non mi meraviglia. Anzi, mi meraviglia un po' il parere contrario, anche perché potrebbe sembrare coerente con un'azione di Governo.
Però io vi chiederei - a questo punto faccio un invito - ad essere coerenti più spesso, perché poi quando la Ministra Santanche' incontra gli operatori turistici dei Campi Flegrei fa grandi promesse. Stessa cosa il Ministro Musumeci quando incontra i comitati cittadini e i sindaci e dice: faremo, stiamo facendo il possibile, continueremo a farlo. Oppure quando ad incontrare i cittadini sono proprio il Ministro Piantedosi, Salvini e Valditara durante il congresso della Lega, proprio lì nei Campi Flegrei. Allora vi dico: visto che per l'ennesima volta ci date un parere contrario, visto che per l'ennesima volta bocciate una proposta del MoVimento 5 Stelle, cari Ministri della maggioranza siate coerenti sempre! Siate coerenti quando i cittadini, i sindaci e il tessuto economico-sociale dei Campi Flegrei vi chiede aiuto nei vostri incontri e dite che provvederete. Siate coerenti! Ditegli chiaramente che da oltre un anno c'è una forza politica - che è quella del Movimento 5 Stelle - che le istanze del territorio le sta portando sistematicamente in ogni provvedimento utile e sistematicamente voi le state bocciando . Siate coerenti, almeno non prendete in giro i miei concittadini, perché questa è l'ennesima proposta sacrosanta per il territorio dei Campi Flegrei che bocciate. Abbiate almeno la dignità di dire la verità ai cittadini, agli imprenditori e ai sindaci flegrei .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno e aggiungere con la dichiarazione di voto due cose. La prima: purtroppo, questo Governo ha un atteggiamento, nei confronti della popolazione del Sud e delle isole, in particolare dei Campi Flegrei, lontano. Ecco, utilizziamo questa parola. Utilizzo questa parola perché se fosse stato soltanto questo ordine del giorno del collega, avremmo potuto dire: è un caso. In realtà, è un pezzo alla volta che ogni proposta che parte dalla minoranza o dai territori…perché poi abbiamo assistito a una cosa più unica che rara. Cioè, il primo caso in cui, al di là degli amministratori che sono dovuti, tutti quanti, venire qua a Roma a fare le messe scalze, addirittura anche i comitati. Io non l'avevo mai vista questa cosa, in genere funzionava così quando c'era una tragedia, ovunque.
Quando ho fatto l'assessore alla Protezione civile alla provincia di Napoli, nessuno di noi ha pensato di far venire a Roma i cittadini dell'Aquila o di altre parti. Andavamo noi a portare il supporto logistico o a incontrare i cittadini. Qua è cambiata la natura della solidarietà. Sono loro che devono venire a Roma. Anche i comitati dei cittadini sono dovuti venire a Roma. E gli sono state fatte diverse promesse. Di queste promesse, ad ora, praticamente resta quasi nulla, al punto tale che il sindaco di Pozzuoli ha dovuto fare una nota, ovviamente amichevole (comprendo che i sindaci, indipendentemente dalla loro appartenenza, devono cercare di ottenere il massimo risultato per i loro territori), in cui dice: adesso però servirebbe un po' più di concretezza relativamente alla questione dei fondi. Perché? Di fatto, i cittadini dei Campi Flegrei sono mortificati in tutto e per tutto. Non sono ancora arrivati materialmente i fondi, neanche i soldi per fare i primi interventi del precedente sciame sismico, dello scorso anno. È successa pure un'altra cosa (ne approfitto per sottolinearla, entrando nell'intervento del collega Caso): abbiamo una situazione surreale in cui sembra quasi che lo Stato sia in ritirata.
Voi dovete sapere che a Pozzuoli ci sta l'Accademia aeronautica. Ebbene, prima si vociferava, ma adesso invece si sa che, per la prima volta, il giuramento dei cadetti dell'Accademia di Pozzuoli si farà a Caserta. Le motivazioni ufficiali sono i ben noti problemi legati allo sciame sismico. Però mi domando: se abbiamo rassicurato i cittadini che devono arrivare gli incentivi, che la situazione è monitorata, che non è certamente solo l'area dei Campi Flegrei uno dei luoghi a rischio del nostro Paese, come è possibile che la prima struttura e i primi che se ne vanno o che danno quest'idea siano i militari, l'Accademia aeronautica? Qualcuno dirà: ma è stato un caso. Non è un caso. Ma la cosa ancora più grave è che diamo l'idea anche all'economia, che è già molto fragile su quel territorio, dopo tutto quello che è successo, di una sorta di abbandono graduale. Lasciamo tutte le strutture pubbliche, che abbiamo costruito noi. L'Accademia aeronautica l'ha realizzata il nostro Paese, non se la sono fatta i cittadini puteolani da soli. Tutto questo in una situazione in cui una parte degli sfollati di Bagnoli, in questo momento, il 30 di questo mese, dovrebbe uscire dagli alberghi.
Allora, si poteva dare un segnale alla minoranza su un ordine del giorno del collega che oggettivamente non mi sembrava così rivoluzionario o barricadiero. Mi sembrava un atto di interesse - oserei dire - per come è stato realizzato, ma neanche l'interesse è consentito ai cittadini dei Campi Flegrei. Quindi, l'Accademia aeronautica se ne va, i cittadini che stanno negli alberghi vengono buttati fuori e neanche un segnale di attenzione viene dato. Io inviterei il Governo a riflettere molto bene sul parere negativo su questo ordine del giorno .
PRESIDENTE. Il Governo ha chiesto la parola. Prego.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Vorrei ovviamente ribadire l'attenzione del Governo rispetto al fenomeno del bradisismo nei Campi Flegrei e tutte le iniziative che il Governo sta mettendo in campo. Tuttavia, tenuto conto dell'ordine del giorno, il Governo vorrebbe riformulare il parere, esprimendo un parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure in favore dei cittadini residenti nell'area interessata dal fenomeno bradisismico dei Campi Flegrei”.
PRESIDENTE. Onorevole Caso, accetta la riformulazione? Perfetto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/47 Cappelletti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Io prendo atto del parere contrario su questo ordine del giorno. Sono però, almeno parzialmente, sorpreso, perché non chiedeva nulla di straordinario, se non di intraprendere iniziative di competenza - perché è coinvolta anche un'- volte a garantire che la riforma del Testo integrato del dispacciamento sia tenuta nel rispetto delle regole di trasparenza e concorrenza previste dalla legge.
A questo punto, Presidente, per suo tramite volevo chiedere al Governo e al Sottosegretario: ma quale, di queste due parole, vi dà più fastidio: trasparenza o concorrenza ? Perché che vi dia fastidio la trasparenza lo sappiamo tutti; siete allergici alla trasparenza. Ma che un Governo di destra e il centrodestra siano anche allergici alla concorrenza, questa è una novità. Quindi, questo parere ha anche del clamoroso.
Ora devo fare un passo indietro, perché mi rendo conto che non tutti sanno che cosa sia il mercato del dispacciamento, però è un mercato importante, importantissimo, perché incide in maniera significativa sulle bollette. Pensate che abbiamo calcolato, sugli ultimi ARERA, che si tratta di un 12-13 per cento sulle bollette e sulla componente energia. Il dispacciamento è un mercato importante, perché ci possono partecipare potenzialmente addirittura 2 milioni di fornitori di energia oggi presenti sul nostro Paese. Il dispacciamento a cosa serve? È un mercato necessario: fornisce quel servizio necessario per rendere costante la fornitura di energia, intervenendo nei momenti in cui ci sono i picchi di domanda, stimolando l'offerta o chiudendo determinati grandi utilizzatori. Ora, il problema dove sta? Il problema è che, finché stiamo qua a discutere su un decreto che dovrebbe servire a far pagare di meno le bollette ai cittadini, andiamo a proporre una modifica di questo regolamento del mercato del dispacciamento che avrebbe, come conseguenza quella di limitare, restringere il mercato, rendendo impossibile a migliaia di aziende di partecipare al mercato del dispacciamento e di creare i presupposti per una fornitura del servizio in oligopolio ! Questo state facendo! Lo sapete che cosa consegue al fatto che questo mercato venga gestito in maniera oligopolistica? Ne consegue che, quando c'è meno trasparenza, i prezzi salgono e verranno pagati dalle imprese, che sono già arrivate al venticinquesimo mese consecutivo di crollo della produzione industriale in Italia a causa anche di prezzi elevati dell'energia, e dalle famiglie.
È veramente un paradosso. Infatti, da una parte, la maggioranza e il Governo dicono che dobbiamo porre fine al mercato tutelato, perché dobbiamo fare spazio alla concorrenza, perché dobbiamo tutelare gli operatori, perché la concorrenza porterà a una riduzione dei prezzi. Poi, quando si tratta di proporre una modifica al regolamento del mercato di dispacciamento, allora la concorrenza non interessa più e non c'è più la concorrenza ! Vi interessa tutelare solo i grandi produttori e i grandi fornitori! Ma chi ci guadagna?
Dalla fine del mercato tutelato, sappiamo che ci guadagnano gli operatori e ci rimettono i cittadini. Guardate il di ARERA e avete numericamente la quantificazione dei maggiori oneri, che sono in bolletta, pagati dai cittadini e dovuti all'uscita dal mercato tutelato. Dalla riduzione e dal cambiamento del regolamento del mercato di dispacciamento chi ci guadagna? Sicuramente, ci rimettono i piccoli operatori, ma ci guadagnano le grandi aziende.
Ma in entrambi i casi, cioè fine del mercato tutelato e riforma - che spero chiaramente non addivenga, così com'è stata proposta, ad una realtà -, quali sarebbero le conseguenze? Sia nell'uno che nell'altro caso, aumenterà il costo dell'energia in bolletta per i cittadini e le imprese. Quindi, sia nell'una che nell'altro caso ci andranno a rimettere i cittadini.
Per questo motivo, chiedo che ci sia un ripensamento da parte del Governo, della maggioranza e dei relatori su questo ordine del giorno che per la sua complessità - parliamo del mercato di dispacciamento e non chiedo che sia compreso a tutti - può necessitare di un approfondimento. Per tale motivo, chiedo che possa essere accantonato .
PRESIDENTE. Sottosegretaria, rispetto alla richiesta di accantonamento? Parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/47 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/48 Ferrara, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA(M5S). Signor Presidente, colleghi, stiamo qua discutendo un provvedimento che dovrebbe aiutare le famiglie italiane schiacciate dal caro energia. Ma diciamoci la verità, questo decreto è un manifesto all'ipocrisia politica, un esempio da manuale di come fingere di dare senza dare un bel niente. Parliamo del famigerato contributo straordinario da 200 euro una cifra che nel 2025 fa letteralmente ridere. Meno di una bolletta mensile, un'elemosina camuffata da misura sociale.
Ma la vera perla è il meccanismo di accesso. Se sei povero, ma non abbastanza povero da rientrare nel automatico, devi fare domanda, cioè devi presentare la DSU, aggiornare l'ISEE, passare dall'INPS e solo dopo, forse, ti becchi 200 euro. , non esageriamo. E attenzione, questo è il capolavoro della maggioranza: pensano che le famiglie più fragili, quelle che hanno problemi a fare la spesa a fine mese, abbiano lo SPID, il PIN, la PEC, il , e pure un commercialista per . Ma lo sapete che in Italia, secondo l'Istat, oltre il 40 per cento della popolazione tra i 55 e 74 anni non ha mai usato Internet?
E voi pretendete che questi cittadini si colleghino all'INPS, scarichino la DSU, come se fosse ? Quindi con questo decreto, se sei anziano, povero, per avere 200 euro devi superare un labirinto burocratico digitale degno di Hogwarts Ed è qui che si chiede che il Governo adotti una specifica campagna di comunicazione ed informazione al fine di raggiungere l'intera platea, questi beneficiari che sono stati individuati. Ma ci rendiamo conto? Dobbiamo chiedere un favore al Governo per avvisare i cittadini che esiste un
Avete creato un meccanismo talmente contorto che, se non lo spieghiamo con il megafono e i volantini alle poste, nessuno ci capisce niente. Quindi facciamola finita con la farsa: o questi 200 euro li volete dare davvero, automaticamente, subito, a chi ne ha diritto, oppure diteci chiaramente che è solo fumo negli occhi, per mettere la X sulla lista delle promesse. Perché sapete com'è? Quando si governa con i comunicati stampa e le grafiche su , ci si dimentica che il Paese reale non è su ma in fila al CAF, al freddo, con la bolletta in mano . Fate almeno un po' di pubblicità seria, magari alle poste, nei centri per anziani, nei bar di paese, che tanto non costa nulla, e smettetela di prendere in giro chi sta già male, perché un di 200 euro non è offensivo per la cifra, è offensivo per come lo fate.
E concludo: se davvero volete pensare ad una campagna di comunicazione istituzionale per risolvere il problema della povertà energetica, allora mandatela in onda in prima serata, tra una pubblicità e l'altra, una di calzini, una di mutande. Almeno sarà coerente, una misura ridicola annunciata con uno stile altrettanto ridicolo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Se i colleghi me lo consentono, vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno, che riprende una serie di emendamenti che abbiamo provato a fare in Commissione, proprio per garantire la trasparenza e l'informazione rispetto al contenuto di questo decreto. Ed è incredibile come, anche in questa sede, il Governo si rifiuti di accogliere delle misure che sono prive di costi e che sarebbero utili a raggiungere la platea di utenti che avete individuato, quantificati in circa 8 milioni di nuclei familiari, di cui, tra l'altro, almeno 2 milioni dovranno rifare l'ISEE.
Quindi è del tutto evidente che, se non saranno informati di queste misure, difficilmente potranno accedervi. Allora le questioni sono due: o non volete informare le famiglie di questa possibilità, perché di fatto questo decreto è ridicolo, come sottolineava il collega, non solo per la quantificazione economica che avete fatto, ma anche perché, probabilmente, le coperture che avete individuato non ci sono in molti casi; oppure non volete che vengano utilizzate queste risorse per agevolare le famiglie in difficoltà.
Davvero non riesco a comprendere le motivazioni del diniego al parere favorevole a questo ordine del giorno, perché di fatto chiede una cosa molto semplice, ovvero di fare una campagna di comunicazione, che dovrebbe essere anche nell'interesse del Governo fare, per promuovere un provvedimento che evidentemente anche voi considerate talmente ridicolo da non voler informare le italiane e gli italiani della possibilità di accedere a questa mancetta che avete previsto
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/48 Ferrara, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/49 Dell'Olio con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno interveniva sull'articolo 4, che cita nell'intestazione “Disposizioni in favore delle famiglie e delle microimprese vulnerabili”. In realtà questo articolo non sta mettendo un centesimo, sta facendo un'ipotesi di soldi che possono essere messi per le famiglie e le microimprese vulnerabili. Sono stati messi persino 10 milioni di euro per gli impianti sportivi, ma per le microimprese vulnerabili e per le famiglie non sono stati messi soldi aggiuntivi.
Ora, l'ordine del giorno prevedeva due parti. Mi potevo aspettare che magari su una parte il Governo potesse dire qualcosa, cioè che non andava bene andare a prendere i soldi dagli extraprofitti, ma sono già intervenuti i miei colleghi su questo punto, quindi non andrò oltre. Quindi il Governo avrebbe potuto tranquillamente dire: va bene come impegno sulla prima parte, però modifichiamo, non andiamo a prendere i soldi dagli extraprofitti.
Il problema della prima parte è proprio questo, che il Governo non è voluto intervenire sulla prima parte dell'impegno, che andava a dire: signori, vedete di cambiare il sistema con cui volete andare a mettere i soldi per le microimprese vulnerabili e per le famiglie. Un po' troppo rumore, Presidente, chiedo scusa.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, colleghi.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Abbiamo provato a dirlo in Commissione e, se devo dirla tutta, Presidente, con i miei colleghi abbiamo detto che è assurdo che qua non ci sia qualcuno del MASE. Fino a poco tempo fa c'era il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove del Ministero della Giustizia, ora c'è la Sottosegretaria Castiello per i Rapporti con il Parlamento, si sono dati la staffetta. A me, sinceramente, dispiace a un certo punto che se ne sia andato via il Sottosegretario Delmastro, perché è un qualcosa a cui lui, forse, mi poteva rispondere, visto che qua andiamo a parlare di normativa e lui è un avvocato, anche se penalista.
Qui abbiamo un problema: il Parlamento fa le leggi, ma dovrebbe anche rispettarle, perché il punto è che in Commissione abbiamo provato a dire, come opposizione, che noi non abbiamo problemi se il Governo trova dei soldi per le bollette, per andare a supportare le famiglie e le microimprese vulnerabili. Il problema è che non lo può fare andando a violare la legge di contabilità, perché abbiamo chiesto di chiarire. Il Governo va a violare, in questo caso, l'articolo 17, comma 1-, cioè sta andando a dire: questi soldi noi li prendiamo e li andiamo a utilizzare per le famiglie e per le imprese. Non può farlo, perché quei soldi devono andare per il debito pubblico.
Per cui il Governo ha provato, in un primo momento, a fronte di questo rilievo, a dire: va bene, vediamo, lo vedremo dopo, quando verrà certificato, ci saranno le modifiche della legge di contabilità, e allora, a quel punto, con quelle modifiche - pensando di modificare l'articolo 17 - andremo a renderlo possibile. Ora, a parte il fatto che si è preoccupato e ha cambiato, si è reso conto che non poteva fare una cosa del genere, questo significava che, come minimo, si andavano a dare i soldi a giugno-luglio. Quando mai si potevano trovare i soldi, perché questo meccanismo dice che i soldi si trovano solo se c'è una differenza di prezzo superiore al 20 per cento, e adesso siamo a un importo inferiore, per cui magari questi soldi non arrivano. E questo è l'appunto nel merito. Ma l'appunto è sul metodo, perché in questa maniera hanno modificato sostanzialmente andando a rendere anche la cosa ancora peggiore, se si può.
Cioè, sostanzialmente, il Governo non si è preso neanche la responsabilità di dire: va bene, violiamo la legge di contabilità. È andato ad aggiungere il comma dicendo che lo schema del decreto che dovrà essere fatto, corredato di relazione tecnica, verrà trasmesso alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari, ossia è andato a dire: io non mi prendo la responsabilità di violare la legge di contabilità ma ce la dobbiamo prendere tutti insieme, il che è pazzesco.
Questo è il punto, signor Presidente, che non va bene, cioè che questo Governo fa le leggi e poi non le rispetta. Non è la prima volta, l'ho già denunciato e ripeto quel caso: quando c'è stata l'approvazione della ZES unica, il Governo ha messo nel decreto-legge che c'erano 1,8 miliardi per la ZES unica. Peccato, però, che quei soldi non li ha messi nel decreto, andando in palese violazione dell'articolo 17, comma 1, della legge di contabilità. Quei soldi, che aveva detto che si dovevano mettere con un decreto successivo, li ha messi in legge di bilancio e il Governo continua a violare ogni volta la Commissione bilancio e ogni qual volta decide di bocciare un emendamento non dice che non ci sono i soldi ma dice che questi soldi li vuole utilizzare per altro.
Io qui lo devo dire, signor Presidente, perché deve rimanere agli atti, perché quando arriva un emendamento bocciato in Commissione bilancio e nelle Commissioni di merito - in questo caso, per esempio, nella Commissione attività produttive - arriva semplicemente che è bocciato per l'articolo 81. Invece, qual è il problema? È che il Governo utilizza la Commissione bilancio come un'ulteriore Commissione: non si vuole prendere la responsabilità di bocciare un emendamento nella Commissione di merito ma lo fa nella Commissione bilancio e questo è assurdo, perché ha tutti i numeri per potersi prendere la responsabilità e bocciare l'emendamento nella Commissione di merito, solo che non lo fa. È molto più semplice bocciarlo in Commissione bilancio dicendo: questi soldi vogliamo utilizzarli per altro. E non può farlo perché lo può dire solo se c'è un altro decreto-legge, un altro atto effettivo che possa dire che quei soldi sono impegnati, ma se non ci sono non può intervenire in quella Commissione e dire: questi soldi li utilizziamo diversamente.
Allora, tutto questo per dire, signor Presidente, che questo ordine del giorno doveva essere approcciato e gestito dal Governo approvando almeno la prima parte dell'impegno, in maniera tale che si poteva andare a porre rimedio all'utilizzo in maniera distorta della legge di contabilità, perché - ripeto - è nostro primo dovere non solo fare le leggi ma anche rispettarle ed è assurdo che ci sia un Governo che continua a non rispettare le leggi dello Stato
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà per un minuto e 30 secondi.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per appoggiare, ovviamente, questo ordine del giorno del collega Dell'Olio e per dire che, come ho detto, tra l'altro, durante la discussione generale, questo Governo sta andando avanti facendo fantaeconomia. Questo perché - come è stato già detto e vorrei ribadirlo - all'articolo 4 è palese che stiamo andando contro una legge dello Stato ed è stato rilevato non dalla sottoscritta o dal MoVimento 5 Stelle, ma dagli stessi uffici sia parlamentari sia della Ragioneria. Questo significa che questo decreto è vuoto, non ci sono i soldi, anche perché - vorrei ribadire - che all'articolo 4 il Governo si dovrebbe impegnare per dare aiuto ai vulnerabili e alle microimprese ed è proprio quell'articolo che non ha nessuna copertura.
Pertanto, con questo ordine del giorno si chiedeva di andare a trovare la copertura con gli extraprofitti, cosa che ancora una volta non volete fare
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/49 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/50 D'Alessio: accetta la riformulazione? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/51 Santillo. Accetta la riformulazione? Vuole riascoltarla. Sottosegretaria, possiamo far risentire la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2281-A/51 Santillo, per cortesia.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Espunte le prime tre premesse, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure di sostegno in favore delle famiglie che si trovano in una situazione di povertà energetica”.
PRESIDENTE. Accetta, onorevole Santillo? No.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Presidente, io non posso accettare perché ritengo che non sia stato ben letto l'ordine del giorno e l'impegno al Governo. Allora, chiedo un po' l'attenzione da parte di questo Governo e dei colleghi che si trovano principalmente nella Commissione ambiente.
Innanzitutto, voglio ricordare che l'impegno va a tutelare i meno abbienti e coloro che vivono in povertà energetica. Chi è che vive in povertà energetica? In povertà energetica non vivono solo quelli che non riescono a pagare una bolletta elettrica; in povertà energetica vivono quelli che utilizzano utensili che consumano troppa corrente ma, soprattutto, in povertà energetica ci sono quelle persone che vivono in case e in ambienti che sono colabrodo. Un paio di dati: l'80 per cento dell'energia che arriva nelle nostre case per riscaldarci d'inverno e rinfrescarci d'estate viene dispersa. Come se non bastasse, in Europa il settore dell'edilizia, ossia quello delle case, è un settore che assorbe il 40 per cento dell'energia che viene prodotta, ma soprattutto disperde - quindi, è il principale contributore di CO2 in atmosfera - il 36 per cento: proprio le case. Allora, in Commissione ambiente ci siamo fatti una bella indagine conoscitiva - i colleghi che stanno in Commissione ambiente lo sapranno - che terminava in un certo modo ed era un'indagine conoscitiva che riguarda gli effetti dell'incentivazione fiscale sull'edilizia. Abbiamo avuto diversi soggetti auditi, si è parlato del superbonus, dei normali, dell'ecobonus, del sisma di tutti i .
Questo per dire che cosa, Presidente (quindi qui io vorrei che il Governo mi stesse un po' a seguire)? Per dire che questa indagine conoscitiva in Commissione ambiente è finita con una relazione che è stata votata favorevolmente da tutti i componenti della Commissione, ossia da tutte le forze politiche in Commissione ambiente. Perché dico questo? Perché due delle osservazioni che erano riportate in quel parere sono gli impegni che ho riportato all'interno di questo ordine del giorno. Allora, l'assurdità è: perché il parere è favorevole in Commissione da parte delle forze politiche e al Governo non va bene? Come faranno i colleghi che sono in Commissione ambiente, che hanno votato favorevolmente sui due impegni all'interno della Commissione, e qui, invece, si trovano un parere completamente diverso? Questa è la domanda.
Poi, tornando anche al merito del provvedimento, questo provvedimento stanzia 3 miliardi di euro per le bollette, praticamente lo zero assoluto, Presidente. Quando siamo stati noi nei precedenti Governi - voglio ricordare a molti di questo Parlamento che dimenticano che prima di Meloni c'è stato Draghi, quasi che Draghi non si possa nominare in questo Parlamento, come se il Governo Draghi non fosse mai esistito - siamo arrivati a dare quasi 100 miliardi per fronteggiare l'emergenza dell'energia e, se non bastasse questo, ci dovete dire come fate a non trovare i soldi per le bollette però poi trovate un miliardo per un canile praticamente in Albania e trovate 14 miliardi per un ponte che serve soltanto a Salvini; Salvini che ieri ci viene a dire che pensa di fronteggiare il caro bollette perché, secondo lui, si fa una centrale nucleare a Milano entro il 2032 . Una centrale nucleare a Milano: ma di che stiamo parlando! Ma roba che sono veramente delle barzellette, Presidente. Qui bisogna fare come è stato fatto in Spagna, dove sono stati messi oltre 10 miliardi di euro, tagliando i costi degli allacciamenti o, piuttosto, tassando gli extraprofitti dei fornitori di energia.
Tornando all'ordine del giorno, spiegatemi - per piacere, se volete il Governo lo può anche accantonare questo ordine del giorno, per verificare quanto ho detto - i due impegni, cioè l'impegno generico sono due impegni votati favorevolmente in Commissione ambiente. Per questo motivo, vorrei capire perché il Governo non lo accoglie e perché tutti gli altri partiti, che in Commissione l'hanno votato favorevolmente, a questo punto non lo votano qui in Aula
PRESIDENTE. Sottosegretaria, rispetto all'istanza di accantonamento? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/51 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/52 Barzotti. Onorevole Barzotti, accetta la riformulazione? No.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/52 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/53 Grippo, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare questo ordine del giorno e anche per chiedere al Governo le ragioni di questo parere contrario che va contro quello che è stato detto in Commissione cultura tante volte e che era stato anche oggetto di una riflessione comune.
L'ordine del giorno si inserisce nel contesto dell'articolo 6 del provvedimento che già tocca il tema dell'accesso agli eventi di spettacolo e della lotta alle condotte illecite nel settore. L'obiettivo di questo ordine del giorno è, evidentemente, quello di intervenire in modo più mirato e coerente sul fenomeno del cosiddetto , ossia sulla rivendita speculativa e non autorizzata dei biglietti per concerti, spettacoli e grandi eventi.
Questo tema, a sentire il Governo, preoccupa molto anche voi. Negli ultimi anni abbiamo visto proliferare i siti e piattaforme che, al di fuori dei circuiti ufficiali, mettono in vendita biglietti a prezzi gonfiati. Ricordiamoci i casi dei concerti di Vasco Rossi, dei Coldplay, di Taylor Swift. I ragazzi italiani, gli utenti italiani non hanno potuto comprare i biglietti, che sono stati accaparrati dalle piattaforme, e sono poi comparsi dopo qualche giorno a prezzi quadruplicati o quintuplicati. Si è sottratta alle persone la possibilità di usufruire del bene culturale ma, soprattutto, si è fatto un grandissimo danno alle aziende di intrattenimento.
Abbiamo però sottolineato più volte - e ci sembrava di capire che il Governo convenisse - che la risposta normativa che si è tentato di dare finora, che è quella basata sull'obbligo di nominatività generalizzata dei biglietti, ha mostrato gravi limiti di efficacia e forti criticità applicative. Molti operatori, artisti e organizzatori hanno segnalato che questi obblighi si traducono in burocrazia, costi, disagi all'ingresso degli spettacoli senza essere un vero deterrente al mercato secondario. E noi, con questo ordine del giorno, chiedevamo di superare l'idea che la tracciabilità elettronica e la nominatività potessero essere l'unico strumento.
Vede, sulla cultura, da tre anni ci troviamo in questa situazione. Quando ragioniamo sul merito, perché poi è il nostro modo di fare opposizione (Azione lo ha fatto sempre in Commissione cultura), voi ci dite che siete perfettamente d'accordo con noi sia sulla diagnosi dei problemi, sia sulle soluzioni che indichiamo. Poi, regolarmente, per motivi che non sapete indicare bene neanche voi (perché prima mi è stato detto: no, perché il Ministro della Cultura ha detto al Ministro…che ha detto a quell'altro, non si capisce chi abbia assunto questa decisione), si esprime parere contrario su questo ordine del giorno. Quindi, invito i colleghi, specialmente quelli che in Commissione cultura si sono espressi durante le audizioni a favore di questi correttivi, di dare un segno di presenza in vita e di rappresentare anche ai tanti operatori culturali, che in questo momento sono così in difficoltà e subiscono una concorrenza sleale, in questa fase di dialettica fra produzioni culturali europee e Stati Uniti, di dimostrare che siamo accanto ai produttori europei e alla cultura europea; e li aiutiamo, li sosteniamo con strumenti di deburocratizzazione che consentono alla cultura italiana di essere remunerativa .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/53 Grippo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/54 Benzoni: onorevole Benzoni, accetta la riformulazione? Perfetto, passiamo oltre.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/55 Ruffino. Onorevole Ruffino, accetta la riformulazione? No, non accetta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. È praticamente impossibile accettare questa riformulazione. Cerco di spiegare il perché, sperando anche che il Governo presente possa ascoltare le ragioni di questo dissenso. Semplicemente, perché questo ordine del giorno verte sui sociali con agevolazioni specifiche. A chi dovrebbero andare queste agevolazioni specifiche? Alle persone con disabilità e, più ancora, ai soggetti che utilizzano apparecchiature elettromedicali salvavita.
Quindi, sarebbero sufficienti le patologie croniche per avere un'agevolazione in questo senso, pensando anche a tutte le spese che le famiglie devono sostenere.
Invece stiamo parlando di soggetti che trascorrono il loro tempo in casa, sicuramente non in condizioni di agio ma di profondo disagio, spesso allettati e quindi luce e riscaldamento hanno consumi importanti. Spesso questi malati hanno redditi bassi. Certamente il consumo di energia elettrica diventa un problema in più da gestire ogni giorno.
Quindi ribadisco: se sono strumentazioni necessarie alla vita e alla sopravvivenza, come possiamo accettare dal Governo una riformulazione che dica “compatibilmente con la finanza pubblica”? Allora, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, ci chiediamo: quali priorità ha questo Governo? Gentilmente, davvero chiedo ascolto con la consapevolezza - lo dico sempre - che un ordine del giorno vale davvero poco in questa Aula. Certamente sono appelli che vengono fatti al Governo, ma almeno su queste situazioni si chiede un minimo di attenzione. Altrimenti possiamo dire che chi vive attaccato - per essere proprio chiari - ad apparecchiature elettromedicali non abbia diritto ad alcun pensando anche a quanto siano energivore queste apparecchiature.
Allora, se questi soggetti non hanno diritto a queste agevolazioni, chi davvero ne ha diritto, signor Presidente? Stiamo parlando di chi è molto meno fortunato di noi, di chi vive una vita lottando ogni giorno. Non posso pensare che si debba anche lottare per ottenere ciò che di solito è un diritto per tantissimi italiani.
Devo dire che il pensiero mio e del nostro gruppo rispetto alla persona è molto alto; per noi la persona è al centro, per noi la salute e la persona sono una priorità. Mi sono stupita, davvero, di questo parere del Governo. Mi riesce difficilissimo accettarlo e spero, spero, spero vivamente sia stata una svista .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/55 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo adesso agli ordini del giorno accantonati. Sono due, e quindi chiedo alla Sottosegretaria Castiello di esprimere il parere rispettivamente sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/24 De Micheli e l'ordine del giorno n. 9/2281-A/25 Del Barba.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/24 De Micheli, espunta la seconda premessa, vi è una riformulazione, eliminando “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Quindi, verrebbe: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori misure di sostegno in favore degli enti locali, a sostegno dei maggiori oneri per i costi energetici”.
Mentre l'ordine del giorno n. 9/2281-A/25 Del Barba rimane accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Però con il parere contrario, eventualmente non fosse accettata la raccomandazione. Perché la raccomandazione non era stata accettata. Va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/24 De Micheli: parere favorevole previa riformulazione. Accetta? Perfetto, grazie, onorevole De Micheli.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2281-A/25 Del Barba, accolto come raccomandazione. Accetta? Non lo accoglie, quindi è parere contrario. Il deputato Peluffo sottoscrive. A nome suo o di tutti? A nome suo, perfetto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2281-A/25 Del Barba, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare alle dichiarazioni di voto finale.
Tuttavia, poiché risultano iscritti a parlare nove deputati per un totale di circa un'ora e mezza di interventi, il loro svolgimento determinerebbe il superamento delle ore 19,30, orario convenuto tra i gruppi per la conclusione della seduta odierna.
Dobbiamo pertanto interrompere a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Coppo. Ne ha facoltà.
MARCELLO COPPO(FDI). Grazie, Presidente. Il mio intervento di fine Aula è per ricordare una persona molto importante che è venuta a mancare…
PRESIDENTE. Aspetti, onorevole Coppo, facciamo un attimo defluire, perché sento un po' di... non si apprezza il suo intervento, abbia pazienza un attimo.
Chiedo ai colleghi, cortesemente, se hanno interesse a uscire, di uscire in silenzio, per favore. Abbia pazienza, onorevole Coppo.
MARCELLO COPPO(FDI). Grazie, Presidente. Il mio intervento è per ricordare una persona che è mancata qualche giorno fa, una persona molto importante per il mio territorio, l'avvocato Giovanni Filippi, detto dagli amici “Billo”. È una persona che ha avuto dei successi nello sport, ha portato la squadra di pallavolo di Asti in Serie A e, poi, da dirigente della società, ha portato nuovamente la società in Serie A.
È stato un grande avvocato, un avvocato del lavoro, esperto nella materia del lavoro; un avvocato che ha seguito sia gli imprenditori sia il sindacato, principalmente la CISL; una persona che del mondo del lavoro ha fatto il timbro della sua vita. Ha insegnato a molti avvocati, suoi praticanti, e ha insegnato in maniera a volte anche un po' burbera, ma di grande, grande umanità; una persona che, da giovane, ha militato nella destra; una persona che da grande era rispettata da tutti, sia a destra che a sinistra.
Un grande saluto all'avvocato Giovanni Filippi, perché è una persona che ha insegnato anche a me il mestiere: è stato il mio , io sono stato il suo praticante. A 68 anni, purtroppo, è mancata una grande figura nel mondo del lavoro e una grande figura per tutto il territorio. Un saluto a lui. Ciao, Billo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io questa sera vorrei prendere la parola per portare l'attenzione su un tema che sta a cuore alla grande maggioranza degli italiani in questo momento e per il quale ci sarebbe una legge. Eppure, tutto è fermo. Sto parlando del superamento dell'uso degli animali nei circhi. Ecco, con questo intervento, questa sera, io chiedo, rivolgendomi proprio alla Presidenza della Camera, che si faccia interprete di una richiesta al Governo per porre fine a questa attesa interminabile. Perché, se, come pare, eravamo tutti d'accordo con questo assunto, con questo obiettivo, e addirittura già nel 2017 era stata approvata una legge che proponeva un graduale superamento dell'utilizzo degli animali nei circhi, bene, fino ad oggi, di fatto, nulla è stato fatto. Abbiamo ora una finestra temporale che rischia di chiudersi, perché il Governo ha tempo fino al 18 agosto per i decreti attuativi, per non far scadere per l'ennesima volta questa legge delega.
Quindi è ora di agire, anche perché stiamo parlando di una riforma attesa da anni e che riguarda ancora oggi - pensate - 2.000 animali, i quali ancora oggi sono utilizzati nei circhi italiani. Quella non è cultura, quello non è spettacolo, quella è crudeltà e barbarie, è tutto fuorché educazione; anzi, è diseducativo e penso soprattutto ai più piccoli, ai minori. È quindi tempo di lavorare ad una riconversione, ad una transizione di questa attività, anche in linea e in coerenza con quello che ci chiede oggi la Costituzione all'articolo 9, recentemente novellato.
Più di 50 sono i Paesi nel mondo, anche in Europa, che hanno già preso degli impegni in questo senso e quindi l'Italia, senza ulteriore ambiguità o rinvii, con un provvedimento chiaro, ponga le basi per una riconversione del settore circense che già oggi è, tra l'altro, in gran parte composto da artisti, da acrobati, trapezisti, musicisti.
È un cambiamento già adottato con successo da alcune famiglie circensi italiane - penso al Medrano - e il 79 per cento della popolazione italiana è anche favorevole a destinare fondi pubblici per fare questa riconversione e questo cambiamento.
Ecco, quindi, io invito la Presidenza della Camera a ricordare al Ministro Giuli di portare quanto prima in Consiglio dei ministri il decreto legislativo per non sprecare l'opportunità offerta da questa legge delega e non farla per l'ennesima volta scadere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Presidente, è successo di nuovo e succederà di nuovo: una donna è stata ammazzata per mano di chi diceva di amarla. È successo nella mia città, lei si chiamava Immacolata, ma per tutti era Fortuna, un nome ma non un destino. Fortuna è stata infatti picchiata, cosparsa di benzina e poi bruciata viva dal suo ex compagno, lasciato cinque anni fa.
Fortuna, però, è stata forte perché ha avuto la forza di denunciare agli operatori del 118 chi era stato a gettare sul suo pigiama di una latta di benzina, con la volontà crudele di renderla una fiamma umana. Fortuna lascia quattro figli ed una domanda, un quesito per tutti noi: Presidente, come è possibile che non ci chiudiamo in quest'Aula fino a quando non troviamo una soluzione per fermare questa strage?
Noi abbiamo voluto e istituito il Codice rosso, ma non basta: allora chiediamo di più. C'è una cultura patriarcale strisciante che considera la donna un oggetto da possedere e quando la donna si ribella deve essere distrutta.
Allora, Presidente, chiediamo con forza che vi sia la calendarizzazione della PDL della collega Stefania Ascari per aprire un grande dibattito sull'istituzione nelle scuole dell'educazione affettiva e sessuale, perché è solo questo un modo per contrastare questa cultura patriarcale che continua a fare vittime ogni minuto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comba. Ne ha facoltà.
FABRIZIO COMBA(FDI). Presidente, colleghe, colleghi, nei giorni scorsi ha avuto luogo un passaggio di consegne importante per la Chiesa, per l'Ordinariato militare: l'ingresso ufficiale di sua eccellenza l'arcivescovo Gian Franco Saba come nuovo ordinario militare. A sua eccellenza Saba giunga il nostro saluto più caloroso e l'augurio sincero di buon cammino in questo nuovo e delicato incarico.
Con animo aperto e spirito fraterno ha espresso il desiderio profondo di conoscere, incontrare e camminare insieme a una comunità composita, fatta di donne e uomini in divisa, famiglie, religiosi e religiose, laici e giovani che costituiscono il volto vivo di questa Chiesa.
Nelle sue parole abbiamo colto fin da subito una forte consapevolezza del tempo storico che stiamo vivendo, segnato - come ha ricordato Papa Francesco - da una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. In questo contesto più che mai la presenza di una guida spirituale all'interno delle Forze armate non è solo una tradizione, ma una grande necessità.
È fondamentale che chi è chiamato a servire il Paese in condizioni spesso complesse, anche lontano da casa, in scenari critici, possa contare sulla vicinanza, sull'ascolto e sull'accompagnamento di figure solide, spiritualmente formate, umanamente disponibili. L'Ordinariato militare rappresenta proprio questo. Una presenza costante e qualificata che sa offrire conforto, orientamento e senso e che contribuisce in modo silenzioso ma essenziale al benessere morale e alla coesione delle nostre Forze armate. In questo momento di rinnovamento non possiamo non esprimere la nostra profonda gratitudine anche a chi ha guidato fino ad oggi questa comunità ecclesiale, Sua Eccellenza l'arcivescovo Santo Marcianò. Il suo ministero episcopale, svolto con generosità, equilibrio e dedizione, ha lasciato un'eredità spirituale e pastorale preziosa, che costituisce una base solida su cui proseguire il cammino.
Accanto al nuovo ordinario militare, mi sia consentito ringraziare con affetto e stima, da carabiniere in congedo oltre che da parlamentare, don Diego Maritano, cappellano militare dei Carabinieri del Comando legione Piemonte-Valle d'Aosta, che per la seconda volta è stato incaricato dall'Ordinariato militare coordinatore degli otto cappellani che prestano servizio nei vari Corpi e Armi in Piemonte. Un cappellano militare vicino al linguaggio e alla sensibilità delle nuove generazioni, capace di interpretare con freschezza e spirito evangelico i bisogni di una società in evoluzione. A Sua Eccellenza, l'arcivescovo Marcianò, va il nostro sincero ringraziamento per gli anni trascorsi al fianco dei militari italiani e delle loro famiglie. A Sua Eccellenza Gian Franco Saba, il nostro augurio di buon lavoro, nella certezza che saprà portare una nuova linfa, nuova speranza e una Chiesa che, come lui stesso ha detto, sia davvero ospedale da campo, aperta a tutti e attenta a ciascuno. Siamo certi che le istituzioni civili e militari sapranno accompagnare questo percorso con rispetto, collaborazione e spirito di servizio, nel nome della pace, della solidarietà e della dignità della persona .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Comba. Mi sia consentito di associarmi ai ringraziamenti, considerato che sono un militare. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Presidente, il 13 aprile di sei anni fa, nell'espletamento di un servizio di controllo sul territorio a Cagnano Varano, veniva brutalmente ucciso il luogotenente dell'Arma dei Carabinieri Vincenzo Carlo Di Gennaro. Ho ancora nei miei occhi i momenti del funerale. È una persona che ho avuto modo di conoscere attraverso le parole di chi l'ha conosciuto, dei familiari, di chi lavorava con lui. Una persona perbene, davvero perbene, mossa da un grande senso del dovere. In quel tragico episodio rimase ferito anche un altro carabiniere, Pasquale Casertano. Ricordo questo tragico momento della storia della nostra provincia, perché è una provincia fatta di tante persone perbene che combattono ogni giorno, ognuno con i propri strumenti, contro una criminalità, sia comune che organizzata, sempre più violenta e sempre più radicata, purtroppo. E allora, in questa lotta quotidiana che interessa in prima linea tutte le Forze dell'ordine e la magistratura, che ringrazio sempre, lo Stato non può e non deve lasciarci da soli. Quindi, l'occasione della commemorazione di questo tragico evento sia occasione per porre all'attenzione del Governo la necessità per la provincia di Foggia di avere un faro acceso ulteriore, con degli investimenti anche socio-economici che possano aiutare il tessuto produttivo e sociale, con maggiori presidi di legalità e con un incremento importante delle Forze dell'ordine presenti sul territorio .
PRESIDENTE. Grazie, deputata Giuliano. Col suo permesso, anche in questo caso, mi associo alla commemorazione del collega luogotenente Di Gennaro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, non so quanti fine seduta ho fatto da quando è iniziata questa legislatura per ricordare giovani ragazzi, nella sola Campania, ma non c'è soltanto la Campania, morti ammazzati, innocenti, sul nostro territorio. L'ultimo caso è quello di Davide Carbisiero, un ragazzo che è stato ucciso domenica scorsa a Cesa. Un minorenne di 17 anni pare abbia avuto una discussione con lui, era armato, ha preso la pistola e ha sparato, lasciando nel baratro un'intera famiglia di ragazzi e adulti che sono lavoratori e che si sono trovati all'improvviso in questa situazione. Li ho incontrati l'altra sera, mi ha colpito molto quello che ha detto il fratello maggiore: ci siamo impressionati nel vedere per la prima volta quello che immaginavamo non potesse mai succedere, ossia noi stessi nella cronaca della televisione.
Questo ragazzo è stato ammazzato per niente: futili motivi. È un paradosso, oggi che ne parlo è il giorno del compleanno di un'altra vittima: Santo Romano - su cui sono già intervenuto in quest'Aula - vittima innocente, un ragazzo che per un pestone è stato sparato a San Sebastiano al Vesuvio.
Presidente, tramite la sua persona, vorrei sollevare una questione che arrivi al Governo: non credo che siamo nella direzione giusta. Non ho questa impressione. Io vedo aumentare i morti, vedo aumentare la diffusione delle armi. Tra l'altro, sembra che sui nostri territori siano più armati che in Ucraina, perché ogni ragazzo è in grado, ogni persona è in grado di procurarsi in modo assolutamente facile: pistole, armi, coltelli, mitra, kalashnikov, ogni tipo di arma, ogni tipo di arma e la usano perché non danno valore alla vita.
Presidente, io credo che questo Parlamento si debba interrogare seriamente sulle norme che attualmente esistono e sul percorso anche dal punto di vista giudiziario e di riabilitazione, visto che alcuni degli assassini di cui abbiamo parlato negli ultimi due anni erano già stati in ambienti per riformarli, tenuto conto che erano minorenni, mi riferisco, ad esempio, all'assassino proprio di Santo Romano. Non so se siamo nella direzione giusta. So soltanto che oggi parliamo ancora una volta in quest'Aula di un giovane di 19 anni che, invece, di avere una vita davanti a sé, verrà ricordato come l'ennesima vittima di una criminalità assurda, di una criminalità violenta, di una criminalità di minorenni che sparano e ammazzano come se non ci fosse un domani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Esattamente due anni fa iniziava la guerra civile in Sudan, che vede contrapposte le forze di reazione rapida all'esercito regolare. Sono passati due anni, non c'è stato nessun tentativo reale di mediazione, ma quella guerra ha prodotto la più grande crisi umanitaria del tempo che noi viviamo: 13 milioni di sfollati, 4 milioni di cittadini sudanesi rifugiati in altri Paesi, metà della popolazione di quel Paese - che è un grande Paese africano, un Paese di 50 milioni di persone - quasi 25 milioni di persone soffre la fame. Fino a qualche anno fa del Sudan si occupavano in tanti: si occupavano le Nazioni Unite, si occupavano persino gli attori di Hollywood, si occupavano tanti grandi Paesi, gli Stati Uniti e tanti grandi Paesi dell'Unione europea. Oggi c'è solo silenzio, oblio e inazione, anche da parte dell'Italia.
Il nostro Governo ha pensato bene di chiudere l'ufficio di cooperazione a Khartum e di spostarlo in un altro Paese africano abbastanza lontano, che è l'Etiopia, e di stanziare 7 milioni e mezzo di aiuti umanitari. Presidente, il fabbisogno stimato dall'ONU degli aiuti umanitari per il Sudan è di 2 miliardi 700 milioni di euro e il nostro Paese ha stanziato solo 7 milioni e mezzo di aiuti. Il nostro Paese non ha pensato che si potesse parlare di Sudan durante la Presidenza del G7 italiano. A noi non resta che, appunto, utilizzare anche lo spazio concesso in quest'Aula per chiedere alla Presidenza di chiedere al Governo un maggiore interessamento e anche per dare voce a tanti cittadini e cittadine sudanesi. Ho scelto la voce di una donna perché è in queste guerre che le donne, le bambine e le ragazze soffrono più di tutti gli altri. La donna a cui darò la voce si chiama Hamida, ha trent'anni, è una vedova e ha raccontato di come quattro soldati siano andati a casa sua, uno l'abbia afferrata e l'ha minacciata di stuprarla.
Lei ha cercato di sottrarsi, lui l'ha colpita col calcio della pistola e le ha detto che se non si fosse concessa avrebbe stuprato la sua bambina di pochi anni. Hamida è stata stuprata da altri due soldati mentre sua figlia guardava questa scena. Questo è quello che sta succedendo in Sudan: una persona, milioni di persone che soffrono la fame, la violenza, l'incertezza, la paura ogni giorno da due anni. Il nostro Paese non c'è, l'Unione europea non c'è, il mondo non c'è. Io penso che, almeno per qualche secondo, quest'Aula parlamentare debba fermarsi e chiedersi se abbiamo fatto anche solo un'azione per queste persone.
PRESIDENTE. Sono così finiti gli interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 febbraio 2025, n. 19, recante misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza. (C. 2281-A)
: BARABOTTI e CARAMANNA.
2.
: MAULLU, per la III Commissione; BICCHIELLI, per la IV Commissione.
3.
PELLA: Disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità. (C. 741-A)
e dell'abbinata proposta di legge: QUARTINI ed altri. (C. 1509)
: PELLA.
4.
5.
FRATOIANNI ed altri: Disposizioni per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell'orario di lavoro. (C. 2067)
e delle abbinate proposte di legge: FRATOIANNI e MARI; CONTE ed altri; SCOTTO ed altri. (C. 142-1000-1505)
6.
7.
S. 1054 - Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (Approvato dal Senato). (C. 2126-A)
e delle abbinate proposte di legge: GIRELLI ed altri; TASSINARI ed altri. (C. 699-1059)
Relatrice: CATTOI.
8.
FARAONE ed altri: Istituzione della Giornata nazionale "Enzo Tortora" in memoria delle vittime di errori giudiziari. (C. 441)
e delle abbinate proposte di legge: BISA ed altri; PITTALIS ed altri. (C. 1657-1694)