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Martedì 22 Aprile 2025 ore 11:00
AULA, Seduta 469 - Decreto pubbliche amministrazioni, Governo pone la fiducia
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna il Governo ha posto la fiducia sul disegno di legge di conversione del decreto 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni (C. 2308).
XIX LEGISLATURA
469^ SEDUTA PUBBLICA
Martedì 22 aprile 2025 - Ore 11
(ore 11, con votazioni non prima delle ore 13)
Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni. (C. 2308-A)
Relatori: PAOLO EMILIO RUSSO, per la I Commissione; NISINI e SCHIFONE, per la XI Commissione.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Sui lavori dell'Assemblea
- Disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni (A.C. 2308-A) (Discussione)
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni.(C. 2308-A)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2308-A
- Vice Presidente MULE' Giorgio
- Deputata SCHIFONE Marta (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato ZARATTI Filiberto (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputato COPPO Marcello (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato CASU Andrea (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputata CAVANDOLI Laura (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato CAROTENUTO Dario (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Repliche - A.C. 2308-A
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2308-A
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni.(C. 2308-A)
- Sull'ordine dei lavori
- La seduta e' sospesa, riprenderà alle 13.00
- Si riprende la discussione
- Sui lavori dell'Assemblea
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FILIBERTO ZARATTI, legge il processo verbale del 16 aprile 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 85, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Colleghi, informo l'Assemblea che, come preannunciato, domani alle ore 16 avrà luogo la commemorazione di Sua Santità Papa Francesco.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2308-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice per la XI Commissione (Lavoro), deputata Marta Schifone.
MARTA SCHIFONE, . Buongiorno, Presidente. Io le chiedo l'autorizzazione a depositare la relazione, se è possibile.
PRESIDENTE. È possibile.
Prendo atto che la rappresentante del Governo non intende intervenire.
È iscritto a parlare il deputato Filiberto Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Signora rappresentante del Governo e signori e signore colleghi della Camera dei deputati, ancora una volta ci troviamo di fronte a un decreto importante che riguarda la pubblica amministrazione. Io voglio ricordare, intanto, che affrontare il problema del funzionamento della pubblica amministrazione, dei grandi problemi che ha il mondo della pubblica amministrazione, è una delle questioni fondamentali che riguardano la possibilità che il nostro Paese riesca ad affrontare meglio un momento drammatico di crisi economica, politica, della pace e internazionale che il Paese sta vivendo.
Abbiamo la necessità di una pubblica amministrazione efficace ed efficiente, che ridia fiato non soltanto alle strutture nazionali, certamente importanti, ma che soprattutto dia un'occhiata importante, dia una visione di quello che la pubblica amministrazione può essere in grado di fare nei territori del nostro Paese, in tutte le nostre regioni e nei comuni, comuni che si trovano in prima linea. È quel luogo al quale si rivolgono i cittadini e le cittadine quando hanno un problema. I sindaci sono coloro che devono rispondere delle difficoltà che un momento politico ed economico come questo pone al nostro Paese, questi stessi sindaci che sono privati della possibilità di avere un personale adeguato, questi stessi comuni che sono impossibilitati ad affrontare le complessità che si pongono in questo momento senza le necessarie risorse finanziarie, senza avere la possibilità di mettere in campo delle politiche di assunzione che possano ripristinare quanto meno le piante organiche di quegli stessi enti locali. Non è in questo modo che si affronta un problema strutturale per il nostro Paese, che è, appunto, quello del funzionamento della pubblica amministrazione in relazione ai notevoli bisogni che il Paese spesso manifesta.
Quindi, noi siamo delusi da questo provvedimento, che è stato voluto e portato avanti con forza - devo dire - dalla maggioranza. Abbiamo fortissimi dubbi rispetto alla costituzionalità di questo provvedimento e più volte gli autorevoli auditi in Commissione hanno sottolineato questo aspetto così importante. Noi abbiamo posto una questione di costituzionalità in una pregiudiziale, ma il Parlamento e la Camera non hanno voluto ascoltare. Tuttavia, permangono queste questioni come un macigno rispetto alla possibilità che questo decreto, una volta ratificato e diventato legge, possa effettivamente non incontrare ostacoli seri e molto importanti da parte della Corte costituzionale. Così come non siamo assolutamente convinti che le misure messe in campo siano quelle misure che erano necessarie in un momento come questo. Si è proceduto alla proroga di tutta una serie di assunzioni a tempo determinato che nella pubblica amministrazione erano state fatte, ma se poi noi andiamo a vedere quali sono effettivamente i numeri che riguardano le nuove assunzioni che ci saranno nella pubblica amministrazione si parla di cifre veramente irrisorie, di cifre insignificanti rispetto a quelle che sono le necessità del Paese. Del resto, care colleghe e cari colleghi, voi che venite dai territori, voi che parlate con i sindaci di tutti i partiti e non semplicemente quelli dell'opposizione, vi rendete conto come queste misure siano semplicemente un pannicello caldo rispetto a una situazione complicata e difficile.
Questo provvedimento ha l'ambizione di inserirsi nel solco delle riforme strutturali richieste dal PNRR, con l'obiettivo dichiarato di rafforzare l'efficienza della macchina amministrativa, rendere omogenei i processi di selezione del personale, garantire un impiego più trasparente delle risorse pubbliche, ma se da un lato alcune di queste misure sono immediatamente operative, altre, come la riforma, per esempio, degli scorrimenti e la gestione delle graduatorie, avranno effetto solo nei prossimi mesi, incidendo sulle scelte dell'amministrazione e, soprattutto, sulle speranze di migliaia di idonei in attesa di chiamata.
Diventa vincolante per tutte le amministrazioni, centrali e locali, comprese quelle che fino ad ora avevano gestito le selezioni in autonomia, l'utilizzo del portale dell'INPA per gestire ogni fase del concorso, dalla pubblicazione del bando all'invio delle candidature, dalla gestione delle prove fino alla pubblicazione della graduatoria e tutto questo potrebbe essere effettivamente un problema. La rivoluzione organizzativa promessa e sbandierata con l'ambizione di garantire tracciabilità, riduzione degli errori, uniformità procedurale e maggiore fiducia da parte dei cittadini è stata del tutto disattesa. Nel 2024, secondo i dati pubblicati dal Dipartimento della Funzione pubblica, oltre 14.000 procedure concorsuali sono state avviate a livello nazionale, ma solo il 38 per cento è stato interamente gestito tramite INPA. Questo dato evidenzia quanto fosse necessaria un'azione normativa forte per colmare un vuoto di sistema.
Insomma, ci sono molte questioni che in questo decreto non vanno. Il decreto non affonda su uno dei passaggi più attesi da migliaia di candidati idonei alle selezioni pubbliche: la disciplina delle graduatorie concorsuali e dei loro scorrimenti. Una materia tanto tecnica quanto delicata che negli anni ha alimentato aspettative, contenziosi e prassi disomogenee tra le amministrazioni.
Il legislatore è intervenuto con un doppio binario normativo: il primo di rigore sistemico, che non dà risposte alle urgenze contingenti; le amministrazioni possono scorrere le graduatorie nei limiti degli idonei e ciò non dà una risposta concreta a una platea di circa 180.000 idonei in attesa di chiamata, secondo i dati più recenti di Formez PA.
Quindi, ci saremmo aspettati un deciso intervento sulla cosiddetta graduatoria utilmente scorsa, cioè quella in cui l'amministrazione ha già adottato l'atto formale di individuazione dei candidati da assumere anche in assenza della firma del contratto di lavoro. Una puntualizzazione che avrebbe potuto risolvere, se puntualizzata meglio, una delle ambiguità più insidiose degli ultimi anni, oggetto di interpretazioni contrastanti e spesso sulla base di ricorsi e impugnative, rafforzando così la certezza del diritto e eliminando i margini di discrezionalità per valorizzare realmente il merito. In un momento in cui la pubblica amministrazione è chiamata a rafforzarsi nei numeri e nelle competenze le graduatorie devono diventare uno strumento efficace, non un archivio polveroso.
Il decreto PA 2025 resta così una semplice raccolta di norme tecniche. Si è persa ancora una volta l'occasione di mettere sul campo, insieme all'opposizione che era disponibile a un ragionamento concreto che affrontasse davvero i problemi del Paese, un disegno organico, determinato e strategico in un contesto segnato dalla pressione delle riforme europee e dalla necessità di modernizzare l'apparato pubblico.
Questo provvedimento rappresenta - come dicevo prima - un pannicello caldo che non dà risposta sistemica a ritardi, inerzie e disfunzioni che da troppo tempo penalizzano la macchina amministrativa italiana e che non tocca peraltro il cuore della gestione pubblica.
Resta purtroppo una pubblica amministrazione che subisce il cambiamento e non lo guida mai, che non mette a terra il PNRR e che non è all'altezza delle sfide europee.
Per far funzionare la pubblica amministrazione in Italia in modo efficace e coerente con i principi costituzionali e democratici sono necessari diversi elementi strutturali e normative organizzative. Eccone alcuni: la pubblica amministrazione dovrebbe operare entro un sistema di norme che definiscano in maniera chiara le competenze e le funzioni degli enti pubblici, i diritti dei cittadini e i principi costituzionali, fissati dagli articoli 28 e 97, di responsabilità amministrativa, imparzialità e buon andamento. Tutto nella trasparenza dei procedimenti amministrativi (per esempio, la legge n. 241 del 1990, una legge storica e per certi versi mitica perché sta dentro gran parte dei provvedimenti che tutte le pubbliche amministrazioni mettono in campo), con norme in materia di anticorruzione, con il personale in formazione continua; quindi non soltanto una giusta, importante e fondamentale battaglia contro la corruzione, ma una formazione vera, sostanziale e continua per il personale della pubblica amministrazione.
Servirebbe una struttura amministrativa snella e senza duplicazioni, capace di cooperare tra i diversi livelli, Stato, regioni e comuni, che favorisca il decentramento e la sussidiarietà e che sia supportata da una dirigenza pubblica autonoma e responsabile. Servirebbe un bilancio pubblico trasparente e sostenibile, senza gabbie salariali e senza differenza di genere nei compiti, nelle funzioni e nel salario, dove chi gestisce le risorse pubbliche lo fa con rigore e responsabilità, nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle regole europee, utilizzando strumenti di programmazione, controllo e rendicontazione.
Un'amministrazione funziona meglio se ascolta i bisogni dei cittadini, promuove la partecipazione civica, garantisce trasparenza, rende conto delle proprie azioni, agisce con etica pubblica e spirito di servizio e si presta a controlli interni e controlli esterni come la Corte dei conti e il Parlamento. Ma su Corte dei conti e Parlamento sappiamo bene come la pensate: è meglio che stiano zitti, è meglio che non facciano il loro lavoro.
In sintesi, per far funzionare bene la pubblica amministrazione italiana serve un equilibrio tra regole, persone, tecnologie e valori, con una forte attenzione al servizio al cittadino e alla qualità delle istituzioni. Se il fine era quello di rendere la pubblica amministrazione più digitale, giovane e preparata ad affrontare le sfide future, come richiesto dalla Commissione europea e dalla del , allora la bocciatura diventa davvero inevitabile.
Dispiace dire che questa legislatura e questa maggioranza si stanno caratterizzando sempre di più per le occasioni perse e per le questioni che non vengono affrontate come si dovrebbe, anche al di là degli schieramenti. Infatti, la questione della pubblica amministrazione riguarda il nostro Paese: è la prima frontiera, come dicevo prima, per tutte e tutti coloro che hanno un problema e che hanno bisogno di una pubblica amministrazione efficiente che risponda ai propri cittadini, che sia disponibile e che dia soprattutto la possibilità ai propri amministratori a tutti i livelli - a cominciare dai comuni - di disporre di risorse finanziarie per funzionare, di personale qualificato, anche giovane, da utilizzare per affrontare le grandi complessità del nostro tempo. Di questo avrebbe avuto bisogno la nostra pubblica amministrazione e ancora ne ha bisogno.
Non ce la faremo, non ce la possiamo fare a competere, non ce la possiamo fare ad affrontare una fase internazionale come questa, non ce la possiamo fare ad affrontare la crisi enorme che il nostro pianeta, il globo, sta vivendo se non avremo la capacità di mettere le mani sul serio ai problemi della pubblica amministrazione, ai diritti dei cittadini e delle cittadine, ai diritti dei lavoratori della pubblica amministrazione, ai diritti delle giovani e dei giovani che possono davvero portare un contributo importante al rilancio del Paese. Su tutto questo il vostro provvedimento è un grande fallimento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Coppo. Ne ha facoltà.
MARCELLO COPPO(FDI). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il provvedimento oggi in esame il Parlamento si confronta con una delle grandi sfide del nostro tempo: quella di rinnovare in profondità la pubblica amministrazione e renderla più vicina ai cittadini, più efficiente nei processi, più attrattiva per i giovani. È un obiettivo ambizioso, ma doveroso e già perseguito in precedenti atti normativi e per raggiungerlo siamo pronti sempre a intervenire, magari anche in futuro.
È un lungo lavoro che vogliamo portare a termine. Non possiamo permettere che la pubblica amministrazione rimanga ancorata a modelli superati che l'allontanano dalla società reale, né che i nostri giovani continuino a vederla come un orizzonte opaco, burocratico e privo di opportunità concrete.
Questo provvedimento, sostenuto con convinzione da Fratelli d'Italia, è una risposta strutturata, responsabile e soprattutto politicamente coerente con la visione di una Repubblica moderna e dinamica che valorizza le competenze, premia il merito e garantisce stabilità a chi lavora con dedizione.
Gli assi principali sono circa tre. Il primo asse è attrarre giovani competenti, e qui sono contento di segnalare l'articolo 1, che dà, appunto, il segnale. Introduciamo un meccanismo innovativo e concreto per favorire l'ingresso dei giovani nella pubblica amministrazione attraverso i contratti di apprendistato destinati ai diplomati ITS.
Non si tratta solo di rafforzare la capacità assunzionale degli enti territoriali, ma di agganciare la pubblica amministrazione alle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, dove le competenze digitali, tecniche e specialistiche diventano sempre più essenziali. Il decreto consente alle amministrazioni locali di riservare un'ulteriore quota delle loro facoltà assunzionali al reclutamento di profili tecnici qualificati provenienti dagli ITS Academy e dai percorsi di IFTS. Si tratta di percorsi formativi di eccellenza, pensati per rispondere in modo diretto alle esigenze del sistema produttivo e ora, finalmente, riconosciuti anche dal sistema pubblico.
I dati parlano chiaro: l'87 per cento dei diplomati ITS trova lavoro entro un anno dalla conclusione del percorso. È una formazione altamente professionalizzante, immediatamente spendibile e oggi, grazie a questo intervento, diventa anche una via concreta d'accesso al lavoro pubblico.
Riconoscere dignità e valore formativo ai percorsi ITS significa allineare lo Stato ai bisogni del Paese reale. È una scelta che fa bene allo Stato e che offre ai giovani una porta d'ingresso stabile e qualificante nel servizio pubblico. E per questi giovani non si tratta di un'occasione precaria: alla scadenza del contratto, in presenza di una valutazione positiva e dei requisiti richiesti, si trasforma in rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Non una promessa vaga, ma un impegno concreto, vincolante e misurabile.
Inoltre, per accompagnare questo percorso e rafforzarne il valore formativo, è previsto l'ampliamento del progetto “PA 110 e lode”, in collaborazione con il Dipartimento della funzione pubblica. Così facendo, creiamo una pubblica amministrazione non solo più giovane, ma anche più preparata, più aggiornata e più in sintonia con le sfide dell'innovazione e della transizione digitale.
Secondo asse: semplificare le regole e rendere efficiente il reclutamento. Uno dei principali ostacoli al rinnovamento della pubblica amministrazione è rappresentato dalla frammentazione e dalla farraginosità delle procedure di assunzione. Con il concorso unico nazionale previsto dall'articolo 3 poniamo fine a questa disfunzione. Il Dipartimento della funzione pubblica, tramite la Commissione RIPAM, coordinerà concorsi trasparenti, centralizzati, digitalizzati, anche per profili specifici e su scala ridotta, garantendo uniformità, celerità e contenimento dei costi.
Ma il decreto va anche oltre e introduce una razionalizzazione strutturale delle modalità di accesso alla dirigenza e ai ruoli tecnici. Vengono ridisegnati i percorsi di selezione con un maggior coordinamento a livello centrale e si prevede l'uso del Portale unico del reclutamento per tutte le fasi, incluse notifiche e avvisi. Il risultato è una macchina concorsuale più efficiente, più accessibile, che elimina le disuguaglianze territoriali e offre pari opportunità a tutti i candidati, indipendentemente dalla loro residenza. Le amministrazioni potranno così contare su un bacino più ampio e qualificato di candidati, migliorando anche la qualità complessiva delle assunzioni. È un passo avanti strategico, che modernizza il sistema di accesso al pubblico impiego e rafforza la fiducia dei cittadini nello Stato.
Terzo asse: superare il precariato con regole giuste. Il decreto affronta in modo razionale e rigoroso il tema della stabilizzazione. Non si tratta di sanatorie, ma di riconoscimento di professionalità maturate sul campo nel rispetto di criteri oggettivi: esperienza, competenza, coerenza tra attività svolta e posizione richiesta.
Diamo stabilità ai giovani tecnici dell'Agenzia industrie difesa, per i quali viene estesa la possibilità di proroga dei contratti di apprendistato ed è prevista una procedura di stabilizzazione; agli esperti ambientali del MASE, attraverso una selezione dedicata e una riserva di posti per chi ha già prestato servizio qualificato; agli assistenti sociali, prorogando i termini per la maturazione dei requisiti per l'accesso al tempo indeterminato, e al personale tecnico e amministrativo degli enti locali, che potrà essere stabilizzato tramite selezioni e colloqui selettivi, evitando dispersioni di competenze. Queste azioni servono non tanto a chi verrà assunto, ma a chi usufruisce dei servizi che stanno dando.
Una pubblica amministrazione moderna non può vivere nell'incertezza né basarsi sui rapporti precari, deve investire nel proprio capitale umano, creando percorsi strutturali e prevedibili di crescita professionale. Su questo noi abbiamo posto un punto di rottura rispetto al passato. Questo Governo sta pensando a rendere la pubblica amministrazione più solida, in grado di dare servizi migliori e più vicini ai cittadini.
Colleghi, questo decreto segna una svolta, coniuga visione e concretezza, non è un atto episodico, ma si inserisce in un percorso coerente, voluto da Fratelli d'Italia, che intende rafforzare la capacità amministrativa dello Stato, semplificare il funzionamento delle strutture pubbliche e restaurare il prestigio del servizio pubblico come missione civile. In un tempo in cui la sfiducia verso le istituzioni rischia di erodere il tessuto democratico, anche a causa di quella pericolosa malattia che è l'antipolitica, questo provvedimento riafferma che lo Stato sa riformarsi, sa premiare il merito, sa costruire il futuro.
Concludo con le parole del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, economista, giurista, servitore dello Stato e profondo conoscitore del valore delle istituzioni. Lui diceva: conoscere per deliberare. Ecco, questo decreto nasce dalla conoscenza della macchina pubblica, dei suoi limiti, ma anche delle sue potenzialità e ci consente oggi di deliberare, con consapevolezza e responsabilità, non per amministrare l'ordinario, ma per costruire l'Italia che vogliamo: efficiente, trasparente, giusta.
Per questo, invito a sostenere questo provvedimento con convinzione. È un provvedimento giusto, tempestivo, necessario ).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. In una giornata di lutto, come quella che stiamo vivendo, non posso aprire il mio intervento senza rivolgere, anch'io, un commosso ringraziamento e saluto a Papa Francesco per tutto quello che ci ha dato fino al suo ultimo respiro . Domani, in Aula, sarà commemorata la sua figura di esempio fino all'ultimo istante. Come istituzione faremo il nostro dovere nella giornata di domani, come parlamentari siamo chiamati oggi a fare il nostro dovere, onorando anche questa seduta, questa discussione generale e cercando di portare il nostro contributo in quest'Aula.
Io ho partecipato ai lavori di Commissione nella scorsa settimana. Ringrazio la Sottosegretaria Siracusano, che è stata presente, i relatori, i membri del mio gruppo, di maggioranza e opposizione, i funzionari della Camera, tutte le persone che hanno lavorato per consentirci di affrontare questa discussione e questo confronto.
Non posso, però, non sottolineare il fatto che se, probabilmente, avessimo avuto modo - come avevamo anche chiesto come opposizione - di affrontare questa discussione con i tempi dovuti in Commissione e non passare - come, purtroppo, passeremo - con la richiesta del voto di fiducia a breve, forse avremmo potuto rendere più comprensibile a chi osserva i lavori di quest'Aula il perché della nostra netta contrarietà a questo decreto e, soprattutto, la visione che è posta alla base dell'azione del Governo sul tema fondamentale del rinnovamento e del rafforzamento della pubblica amministrazione.
Questo è il terzo decreto PA in poco tempo e noi speriamo veramente che possa essere per il Paese l'ultimo così. E questo non perché non serva anche affrontare i temi di riforma indispensabili della pubblica amministrazione, ma perché quello di cui noi abbiamo bisogno è una riforma che non sia una riforma permanente, confusa, caotica, nella quale non si capisce veramente qual è l'orizzonte, ma che, poi, serve semplicemente a coprire - lo vediamo con nuovi decreti che vengono annunciati in corso d'opera: non abbiamo ancora finito di convertire un decreto sulle assunzioni, che emerge un nuovo decreto che cambia la modalità di selezione dei dirigenti - un'operazione. Chi mi ha preceduto ha definito “punto di rottura”, “svolta”: quello che è sicuro è che questa operazione sta portando a cambiare pelle a quella che è la pubblica amministrazione italiana.
Ed è grazie a un'iniziativa del Partito Democratico in Commissione, alla richiesta di avere il Ministro Zangrillo per un momento di confronto - per il primo momento di confronto con le Commissioni parlamentari su questo tema -, che questo cambiamento di pelle c'è stato spiegato, svelato dalle parole stesse del Ministro Zangrillo.
Questo confronto è avvenuto nella notte, non a favore di telecamere; non è stato un confronto pubblico, come, forse, avrebbe dovuto essere; è stato un confronto interno ai lavori di Commissione, ma pensiamo si debba aprire un grande dibattito pubblico nel Paese su quello che sta avvenendo nella pubblica amministrazione perché, nel cambiamento di pelle che state portando avanti, non vi è solo l'umiliazione nei confronti di alcune figure. Noi abbiamo ricordato - lo abbiamo ricordato in Aula -, abbiamo chiesto un'informativa su questo e continueremo a chiedere conto al Ministro Zangrillo di quello che ha detto nei confronti degli idonei nei concorsi, ossia di coloro i quali hanno superato le prove concorsuali, non sono risultati tra i vincitori ma hanno acquisito giuridicamente, oltre che moralmente ed eticamente, l'idoneità per poter svolgere quelle mansioni. Vedete, dato che nell'intervento che poi ha seguito la nostra richiesta di informativa sono state contestate quelle parole, le voglio ripetere anche in quest'Aula e le voglio ripetere proprio testualmente. Il Ministro ha affermato che nella pubblica amministrazione italiana chi non passa un concorso viene definito idoneo, mentre nel resto del mondo viene definito bocciato, e che il limite del 20 per cento sulle assunzioni e sullo scorrimento delle graduatorie è funzionale ad aumentare la qualità della pubblica amministrazione dal momento che, andando sotto tale limite, si assumerebbero persone che non hanno avuto un buon esito nel concorso, sostenendo altresì che la sua ambizione è che la pubblica amministrazione sia composta da persone all'altezza delle alte sfide da affrontare.
Ora, queste posizioni che lui ha rappresentato tradiscono sicuramente una mancata conoscenza del nostro ordinamento nonché della giurisprudenza costituzionale; è stata la stessa Corte costituzionale a chiarire che lo scorrimento delle graduatorie non costituisce una deroga al principio del pubblico concorso, in quanto presuppone lo svolgimento della selezione concorsuale, e può contribuire a realizzare il buon andamento della pubblica amministrazione; tradiscono anche un disegno che rischia di minare uno dei pilastri attraverso cui abbiamo costruito un'idea di pubblica amministrazione imparziale e indipendente: quello di andare a selezionare attraverso figure di concorso. E che cosa significa andare a minare questo pilastro nel momento in cui è lo stesso Ministro Zangrillo a ricordarci che, da qui al 2033, ci sarà un milione di dipendenti pubblici che andranno in pensione? È lo stesso Ministro Zangrillo a rivendicare il fatto che, nell'ultimo biennio, abbiamo avuto 350.000 nuove assunzioni; è, inoltre, lo stesso Ministro Zangrillo a rivendicare una nuova grande stagione di concorsi che - con questi numeri - è una sua scelta mettere in contrapposizione, in una guerra tra poveri, con lo scorrimento delle graduatorie, perché ci sarebbe tutto lo spazio, l'opportunità e la possibilità di procedere sia allo scorrimento delle graduatorie esistenti che ai nuovi concorsi, perché stiamo parlando comunque di un milione di posizioni che dovranno essere solo sostituite.
Tra l'altro, in questo momento e in questo cambiamento, si inserisce una variabile pericolosa come il taglio del e, in funzione di questo inserimento, che è sempre il Governo ad aver portato avanti, si è costretti a fare almeno un passo indietro momentaneo anche in questo decreto sul limite al 20 per cento, perché è chiaro che, nel momento in cui c'è un blocco del e c'è la necessità di procedere comunque a cambiamenti che sono indispensabili, per quanto il Ministro abbia manifestato aspramente la propria contrarietà, è stato costretto - pur votando contro tutte le nostre richieste di annullare definitivamente questo assurdo limite - a sospendere il limite che aveva introdotto con i decreti precedenti. Che cosa significa farlo adesso e farlo in questa pubblica amministrazione? Significa far passare il messaggio che saranno altre le strade maestre di selezione ed è quello che già sta avvenendo. Basta scorrere i giornali anche nella giornata di oggi; ce lo racconta il : “Il Governo moltiplica le poltrone ai fedelissimi, gli ora costano 15 milioni più di Draghi”.
Questo lo ha rivendicato il Ministro anche quando, nello stesso discorso in cui attaccava i concorsi intesi come in grado di garantire, anche attraverso gli idonei che hanno superato le prove, la possibilità di attingere a quelle graduatorie per colmare le esigenze e le carenze di organico della pubblica amministrazione, inseriva un altro elemento, sempre di attacco, dicendo: poi, per la selezione dei dirigenti e per la carriera nella PA, non è che si può pensare solo ai concorsi; ci devono essere altri criteri. Ma chi stabilisce questi criteri? Chi stabilisce come si alza il livello di qualità se andiamo a picconare i pilastri del sistema di assunzione tramite i concorsi, così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi? È chiaro che si ha in mente un altro disegno: si ha in mente l'idea di una pubblica amministrazione pienamente dipendente da una selezione politica, in cui il criterio per poter fare carriera, per poter diventare dirigente e per poter vedere soddisfatto il proprio futuro è quello di dimostrare affidabilità politica nei confronti di chi detiene il potere politico in questa fase.
Questo tipo di deriva è, a nostro avviso, estremamente pericolosa. Per questo ci stiamo battendo: per chiedere che vi sia finalmente un dibattito aperto su questi temi; per chiedere che il Ministro Zangrillo venga in Aula a rendere conto di quello che sta facendo e venga a scusarsi non solo nei confronti di quei lavoratori, di quelle ragazze e di quei ragazzi che hanno fatto enormi, immensi, sacrifici per preparare le prove, per preparare i concorsi, per le spese sostenute dalle loro famiglie e da loro stessi, per le ore sottratte alla cura dei figli; ore sottratte anche quando si entra, magari, si vince un concorso ma si continua a studiare per vincerne un altro oppure per poter diventare dirigente o crescere attraverso un altro concorso interno; ecco, non solo nei confronti di coloro i quali stanno attendendo, per esempio, uno scorrimento, sono idonei e si sentono spiegare che il ritardo in quello scorrimento o la mancata attenzione nei confronti di quella richiesta di proroga (tutti gli emendamenti che noi abbiamo presentato sono stati, purtroppo, bocciati in questo senso) sono motivati proprio da una contrarietà del Ministro Zangrillo a considerarli come figure in grado di arricchire o di migliorare la pubblica amministrazione, ma solo - ce lo ha detto testualmente - di peggiorarne la qualità. La questione riguarda anche tantissime persone che stanno già lavorando nella pubblica amministrazione; e qui, però, arriviamo a un punto veramente dolente del nostro confronto. Perché - vedete - potete avere un'idea differente da quello che dice il diritto, da quello che abbiamo visto nei lavori di Commissione, da quello che ci dice l'intelligenza artificiale, da quello che dicono i principi affermati dalla Corte costituzionale, da quello che ci dice il buon senso e da quello che ci dice la necessità di cambiamento, di rinnovamento e rafforzamento della pubblica amministrazione; dovreste però farlo in maniera dichiarata. Potreste fare una riforma, ad esempio, per abolire le figure degli idonei o potreste fare una riforma per dire che avete intenzione di cambiare delle regole e di farlo in maniera definitiva; quello che però non potete proprio assolutamente fare - e che invece state facendo e che vi siete rifiutati, bocciando i nostri emendamenti, di mettere in campo - è discriminare le persone che sono entrate nella pubblica amministrazione attraverso lo scorrimento delle graduatorie
Avevamo presentato, nello scorso ottobre, un ordine del giorno votato dalla maggioranza e dall'opposizione all'unanimità per chiedere proprio al Governo di impegnarsi per sanare questa discriminazione che sta già avvenendo, perché oggi ci sono persone che hanno fatto lo stesso concorso, che fanno lo stesso lavoro, ma che non guadagnano lo stesso salario. Questa situazione ha un solo nome per poter essere definita: è una tremenda ingiustizia nei loro confronti; è un'ingiustizia che, come abbiamo capito dalle parole di Zangrillo, ha una ragione, una motivazione che affonda nel fatto che questo Governo considera di minore qualità il contributo di chi è più in bassa posizione in una graduatoria e quindi, evidentemente, vuole andare anche a immaginare una retribuzione conseguente; però è chiaramente inaccettabile giuridicamente per i principi di uguaglianza, che sono proprio alla base del nostro diritto, fra i lavoratori chiamati poi a svolgere lo stesso lavoro. Di fronte a questo, di fronte a questo impegno unanime del Parlamento dello scorso ottobre, non c'è stata alcuna azione concreta del Governo.
Abbiamo un di disposizioni urgenti, emendamenti approvati all'ultimo istante per consentire di fare qualche assunzione in più al Ministero della Salute, piuttosto che al Ministero dell'Agricoltura o in altri Ministeri - che, evidentemente, hanno bisogno di ulteriori perché superare i record dei Governi precedenti non basta: si può fare sempre di più, si può fare sempre di peggio con riguardo alle assunzioni dirette che porta avanti questo Governo - ma non si trova una riga per affermare un principio di parità salariale fra coloro che sono già stati assunti. E questo è veramente inaccettabile, da un punto di vista etico e politico, nei confronti di queste persone e genera anche un effetto molto molto negativo rispetto a quell'elemento positivo che, invece, è dato dall'arrivo di nuove persone negli uffici. Infatti, chi arriva porta un contributo nella pubblica amministrazione, una ventata di freschezza, di cambiamento, di voglia, di contemporaneità che possono in qualche modo migliorare gli effetti di un'azione amministrativa, che poi significa servizi a tutti i cittadini, che poi significa migliorare la condizione del nostro Paese. Perché quando vediamo i dati che ci dicono che l'Italia è sotto la media dei Paesi più sviluppati quanto a dotazioni di organico nella pubblica amministrazione - con 5,7 impiegati pubblici ogni 100 abitanti contro i 6,1 della Germania, i 7,3 della Spagna, gli 8,1 del Regno Unito e gli 8,3 della Francia - dentro questo confronto fra i numeri c'è anche quella difficoltà che poi i cittadini si ritrovano a vivere nel momento in cui sono chiamati a interagire con la pubblica amministrazione che, sottorganico, non riesce a dare quelle stesse risposte che si forniscono in altri contesti, laddove si riescono a fare delle politiche che mettono al centro il fattore umano e, mettendo al centro il fattore umano, si riescono a garantire risultati migliori, con una capacità, anche in questi momenti di profonde trasformazioni tecnologiche, di non rompere quel filo che deve legare il cittadino con l'amministrazione pubblica.
Ma questo filo noi rischiamo di spezzarlo nei confronti delle persone che stanno facendo questo lavoro e si vedono umiliate non solo dalle parole del Ministro ma dal cedolino che ricevono ogni mese che è più basso di quello del loro collega, solo perché sono entrate successivamente per uno scorrimento di graduatorie.
Le difese d'ufficio che abbiamo sentito in questi mesi non rispondono, però, all'ingiustizia. Se ci sono delle regole - noi non pensiamo che sia così, non le abbiamo trovate e lo stiamo contestando - che consentono di rimediare a questa ingiustizia, allora codifichiamo queste regole. Troviamo un comma oltre le 600 pagine di questo , facciamone 601, e cerchiamo di evitare che ogni mese si consumi questa ingiustizia. E invece, su questo, c'è stata una totale indisponibilità del Governo ad affrontare questo tema.
Su altri temi devo riconoscere che, invece, c'è stata un'attenzione.
Io voglio ringraziare la Sottosegretaria per essere stata al nostro fianco durante i lavori e avere espresso alcuni pareri che hanno consentito, comunque, di inserire in questo provvedimento alcuni miglioramenti che, come Partito Democratico, abbiamo avanzato.
In particolare, l'intervento per l'edilizia scolastica è un grandissimo tema: è chiaro che servirebbero ben più di 20 milioni di euro per colmare quelle che sono le carenze e le esigenze. Però, il segnale di attenzione che è stato riconosciuto dal Governo riguarda una questione sentitissima a livello nazionale che deve, in qualche modo, essere al centro delle nostre preoccupazioni.
Così come ci sono stati altri emendamenti frutto di un confronto bipartisan.
Io ho sottoscritto un emendamento - l'hanno fatto rappresentanti delle opposizioni e della maggioranza - per il riconoscimento della figura del e del : ci sono migliaia di persone che lavorano già nelle nostre pubbliche amministrazioni, che hanno professionalità importanti e competenze che devono essere riconosciute. È chiaramente un primo passo. Si può e si deve fare di più.
C'è stato un emendamento per il riconoscimento delle unioni comunali; c'è stato un emendamento per riconoscere attenzione nei confronti dei lavoratori delle strutture liriche sinfoniche, frutto di un lavoro dell'opposizione e della maggioranza; c'è stato un confronto parlamentare. Purtroppo, però, questo confronto si è fermato di fronte a una grande questione generale che è una questione di visione del futuro della pubblica amministrazione.
Ecco, gli errori che ci possono essere stati nel passato, commessi da tutte le forze politiche - possiamo averli commessi noi, in alcune fasi, o altri - sono stati errori che non possono, però, giustificare l'orrore di andare a smontare ciò che di buono c'è nel sistema della pubblica amministrazione.
Quello che non ci possiamo consentire è non ribadire - in questa fase fondamentale, anche di grande trasformazione tecnologica e anche di grande apertura di una nuova fase di concorsi - che noi, nell'apertura di questa nuova fase di concorsi, ci teniamo molto a difendere il fatto che l'obiettivo di questi concorsi sia rinnovare e rafforzare la pubblica amministrazione. E quindi, una volta fatti, tutte le persone che li hanno superati, sia quelle che sono immediatamente risultate vincitrici, sia quelle che hanno ottenuto l'idoneità, non possono essere divise in cittadini di serie A e cittadini di serie B, in lavoratori di serie A e in lavoratori di serie B.
Noi dobbiamo mettere al centro delle nostre politiche il riconoscimento della funzione dei lavoratori, anche perché, se si creano, fin dal momento in cui si prepara il concorso - e in questo il portale inPA può aiutare - una maggiore velocità, trasparenza, comunicazione sulle modalità, una maggiore capacità di raggiungere gli obiettivi dichiarati, alla fine si crea anche una maggiore collaborazione con quella figura che, nel momento in cui poi viene chiamata a svolgere la sua funzione, lo può fare al meglio.
Purtroppo, voi avete scelto un'altra direzione, quella di tagliare il , di umiliare gli idonei, sia quelli in attesa sia quelli che lavorano, con un unico obiettivo: quello di accrescere il numero di figure di diretta dipendenza politica, di diretta nomina e scelta politica all'interno dei Ministeri e all'interno della pubblica amministrazione.
Finché continuerete a fare decreti sulla pubblica amministrazione che hanno l'obiettivo di moltiplicare le poltrone ai fedelissimi, continuando, invece, ad umiliare quella che è la figura di migliaia, centinaia di migliaia, di donne e uomini che fanno sacrifici per contribuire al rinnovamento e al rafforzamento della pubblica amministrazione, il Partito Democratico voterà contro i vostri provvedimenti .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Grazie, Presidente. Questo decreto in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni è un testo importante. Va ad esaminare e a trovare soluzioni per alcuni ambiti valutati nel più ampio spettro possibile della pubblica amministrazione e si guarda, soprattutto, al reclutamento dei giovani. Si vuole superare il precariato, ma anche rendere più efficienti e moderni gli organi della pubblica amministrazione.
C'è quindi una duplice direzione, anche, forse, una plurima direzione. Intanto, di assicurare i giovani al servizio delle istituzioni e rinnovare quella gestione, ormai deficitaria, anche, devo dire, a causa dei tagli effettuati dai Governi di sinistra e delle rigide regole europee che hanno bloccato il generazionale, lasciando scoperti alcuni ruoli che, invece, sono determinanti per il funzionamento delle pubbliche amministrazioni, a partire dagli enti locali, dagli enti territoriali che, spesso, si trovano sguarniti di figure tecniche essenziali per il loro funzionamento e, soprattutto, per gli interventi del PNRR.
Ecco, anche a questo si vuole dare risposta con questo decreto che è stato molto arricchito in sede referente. Ringrazio, quindi, il Governo e i tre relatori - per noi la collega Nisini - che hanno valutato una serie di numerosi emendamenti, di richieste che provenivano dai colleghi e che erano espressione del territorio, espressione di richieste concrete e applicate al loro territorio di riferimento; ma anche a livello generale per quello che riguarda le istituzioni centrali.
Richiamo, per esempio, la possibilità che gli enti territoriali hanno - regioni comprese, aggiunte in via referente - di reclutare fino al 15 o al 20 per cento delle facoltà assunzionali, chiamando o inserendo giovani apprendisti con profili tecnici di specializzazione per le tecnologie applicate. E, peraltro, si fa riferimento - ci tengo a sottolinearlo - a competenze acquisite grazie a questa importante riforma nella formazione, voluta anche dalla Lega, rappresentata dagli ITS Academy e, comunque, grazie a tutto il sistema di istruzione e formazione tecnica superiore, che servono a preparare i nostri giovani per il mondo del lavoro privato, ma anche per il lavoro pubblico.
È anche prevista la possibilità di stabilizzare questi giovani assunti, dopo il triennio di apprendistato e in base alla valutazione positiva del servizio da loro svolto.
Sono previste nuove risorse umane anche per l'Agenzia industrie difesa che gestisce nove stabilimenti paramilitari, fra cui lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che forse non tutti conoscono, ma che si occupa, tra l'altro, dei cosiddetti farmaci orfani, ossia quei farmaci che non sono sostenibili dal punto di vista economico della produzione industriale ma che vengono utilizzati, anche in via sperimentale, per combattere le malattie rare.
Poi, riguardo al mio territorio, lo Stabilimento militare ripristini e recuperi del munizionamento di Noceto, in provincia di Parma.
Questo Stabilimento svolge un lavoro importantissimo con riferimento allo smaltimento e al recupero delle munizioni e degli esplosivi impropriamente chiamati “scaduti”, cioè non più efficienti, con un occhio alla bonifica ambientale, ma anche al loro riutilizzo dal punto di vista economico e anche della loro funzione.
Mentre venivo a Roma ho anche dato uno sguardo a quelli che sono i giornali locali e regionali, che evidenziavano un problema rilevante che interessa la mia provincia, Parma, e la mia regione, l'Emilia-Romagna, ma anche altre zone del Paese, e riguarda le carenze negli organici dei Vigili del fuoco. Si denunciava che a Parma mancano 70 uomini e, a livello regionale, si lamenta la carenza del 30 per cento nei ruoli tecnici e del 10 per cento negli agenti dei Vigili del fuoco. Queste carenze negli organici vanno ovviamente a gravare su coloro che sono in servizio, che devono sempre rispondere, sempre con la consueta professionalità, alle richieste dei cittadini, utilizzando il ricorso agli straordinari. Noi ai Vigili del fuoco dobbiamo gratitudine, dobbiamo rispetto non solo a parole, ma con atti concreti. E il Governo non è inerme di fronte a queste difficoltà, che sono state aggravate dai tagli dei Governi di centrosinistra, che hanno bloccato il e hanno lasciato sguarniti molti comandi, soprattutto in alcune zone del Paese. Quindi, la denuncia che è arrivata dal comando provinciale di Parma conferma quanto fosse urgente intervenire: il personale è sotto , costretto a turni estenuanti. Il Governo era però già pronto, già attento a questa emergenza, tanto che le misure di questo decreto servono, nell'ambito delle più ampie attività della pubblica amministrazione, anche per rafforzare il Corpo, garantirne stabilità e tutele e favorire nuove assunzioni. Stiamo, quindi, dando risposte concrete a problemi reali.
Il Governo ha stanziato 800.000 euro per il 2025 per incentivare il personale, migliorando i compensi accessori e riconoscendo l'impegno quotidiano dei Vigili del fuoco. Ulteriori 800.000 euro. Inoltre, è stato istituito un fondo pluriennale presso il Ministero dell'Interno, con una dotazione di 28 milioni di euro per quest'anno e il prossimo anno, e di 34 dal 2027, destinato all'adozione di provvedimenti normativi volti all'ottimazione delle funzioni e dei compiti del personale permanente e volontario del Corpo, armonizzando il trattamento economico con quello delle Forze di polizia.
Attenzione è stata data anche alle donne dei Vigili del fuoco, perché c'è una norma specifica che riguarda il congedo di maternità, che permette loro di sostenere, successivamente alla gravidanza e alla maternità, il corso di formazione e il necessario periodo di formazione pratica. Stiamo lavorando anche per rendere più attrattivo questo lavoro: un nuovo contratto collettivo che prevede un aumento della retribuzione di quasi il 6 per cento rispetto allo scorso anno e, sul piano normativo, è già in corso d'esame alla Camera un provvedimento di riorganizzazione del settore, che è già passato dal Senato.
Si deve voltare pagina. La sicurezza dei cittadini passa dalla forza e dall'efficienza delle Forze dell'ordine e anche dei Vigili del fuoco. Noi, a differenza di chi ha tagliato e ignorato, stiamo investendo e continueremo a farlo. Infatti, in questo decreto troviamo risorse per la formazione e l'aiuto al reclutamento. L'associazione Formez PA è stata dotata di un milione di euro annui proprio per permettere il supporto allo svolgimento dei concorsi pubblici per i piccoli e medi comuni. Si aggiungono, inoltre, risorse per rafforzare la capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni - sempre e anche in relazione al reclutamento e alla formazione - per assicurare il completamento del fascicolo elettronico del dipendente, e poi si stanziano 20 milioni di euro, per il 2025, per far fronte alle esigenze indifferibili e urgenti in materia di edilizia scolastica.
Vengono, poi, razionalizzate strutture importanti dello Stato centrale, come la struttura di missione del Piano Mattei per lo sviluppo in Stati del continente africano. Per quanto riguarda la mia regione, accolgo con soddisfazione l'implementazione delle misure per il personale a supporto delle attività di ricostruzione dei territori delle regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, colpiti dai gravi eventi alluvionali che si sono verificati a partire dal maggio del 2023. Vengono ampliati gli organici, anche dirigenziali, in settori importanti come la disabilità, e si dà la possibilità alle regioni di stabilizzare i commissari non dirigenziali che si sono occupati di opere per contrastare il dissesto idrogeologico, a valere sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Inoltre, si cerca di dare ancora risposte ai piccoli comuni, quelli che non si sono dotati, che non riescono a dotarsi di un segretario comunale. È una carenza che blocca l'amministrazione e impedisce, addirittura, di fare i consigli comunali. Quindi, si è voluto riassegnare i contributi già stanziati e si è incentivata la presa in servizio da parte dei nuovi idonei, dei nuovi segretari comunali. Inoltre, sempre per i comuni, è stato differito al 30 giugno 2025 il termine entro cui possono essere approvati dai consigli comunali le tariffe e i piani finanziari del servizio e i regolamenti e le tariffe della Tari.
Ci sono norme per il Giubileo 2025 che permettono l'utilizzo dei plessi scolastici del Lazio per l'accoglienza dei pellegrini. Mi permetto di fare un breve e sentito ricordo della figura di Papa Francesco, scomparso proprio ieri, durante il lunedì di Pasqua, proprio nell'anno del Giubileo.
Per quanto riguarda il MEF, segnalo l'importante istituzione di una nuova Direzione generale, con funzioni di prevenzione e contrasto dell'utilizzo del sistema finanziario per fini illeciti, nonché un'altra norma, che aggiunge il Corpo della guardia di finanza fra i membri del comitato FinTech, sempre al fine di un controllo della legalità della provenienza delle risorse investite.
Questo provvedimento va, quindi, nella direzione di sanare le assunzioni precarie della pubblica amministrazione, fatte anche dai Governi di sinistra che ora si lamentano perché ci sono degli idonei che non sono stati assorbiti, ma anche le assunzioni necessitate dal PNRR. Questo Governo ha impegnato notevoli risorse per permettere non solo di ridurre il precariato, ma anche di incentivare la formazione dei pubblici dipendenti e di rinnovare le risorse umane della PA, superando il generazionale, ma anche coprendo i buchi del mancato , frutto dei tagli dei Governi di sinistra e delle regole più che discutibili provenienti da Bruxelles. Poi, si è proseguito nell'intento di rendere più attrattivo per i giovani il lavoro nella pubblica amministrazione. Ma si vuole anche selezionare i migliori tra i giovani, e concludo, Presidente...
PRESIDENTE. Grazie.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). ...specialmente quelli con profili tecnici importanti, con possibilità di restare all'interno del lavoro pubblico, migliorando le proprie competenze e diffondendo la consapevolezza del proprio importante ruolo per il funzionamento del sistema Paese a tutti i livelli.
Come sempre, non promettiamo soluzioni facili perché sappiamo che i problemi sono strutturati e causati da anni di scelte sbagliate. Con la Lega all'interno del Governo e della maggioranza parlamentare ci occupiamo di queste criticità con serietà, trovando le risorse dove prima c'erano solo tagli e blocchi del . C'è bisogno di personale, mezzi e dignità e noi ci stiamo muovendo in questa direzione .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Presidente, quando si parla di pubblica amministrazione si parla dello scheletro dello Stato, della sua ossatura, della rete nervosa che collega i cittadini con i loro diritti, in pratica. Ma questo decreto, signor Presidente, più che rafforzare quell'ossatura sembra essere scritto per fare una bella lastra e, poi, dimenticarla nel cassetto. Questo decreto, il venticinquesimo del 2025, reca disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni ed è un testo che, sulla carta, dovrebbe rivoluzionare l'accesso al pubblico impiego. E, invece, cosa fa? Fa una rivoluzione al contrario, perché, se il merito è una strada ed è quella che sostiene questo Governo a parole, questo decreto sembra andare contromano.
Cominciamo con una delle assurdità più grandi che abbiamo sentito in Commissione dal Ministro Zangrillo, che ci ha fatto la cortesia di presentarsi su nostra richiesta. Purtroppo, quello che ho sentito ha del surreale. Ha avuto il coraggio di dire che gli idonei ai concorsi pubblici, per lui, sono dei bocciati. Ora, io non so che dizionario usi il Ministro, ma, nel vocabolario italiano, un idoneo è uno che ha passato tutte le prove, ha superato la soglia ed è pronto a lavorare. E, di fatto, molti idonei, alla fine, sono stati recuperati e lavorano già. E, allora, che facciamo? Li sconfessiamo? Il fatto che, comunque, qualcuno non rientri tra i primi in graduatoria è un problema di posti disponibili, non del merito. Dire che un idoneo è un bocciato è come dire che chi arriva quarto in una maratona è un pelandrone.
Ma non finisce qui. Il Ministro, infatti, ha dichiarato di preferire l'assunzione dei bravi, dei talenti per nomina diretta, anziché affidarsi ai concorsi. Ma certo! Così almeno si risparmia la fatica di leggere i ; basta fare una telefonata, magari durante una cena, oppure, durante una cena elegante, dire: ti va di fare il dirigente? Porta il vino buono e il posto è tuo. Ma così non si gestisce la pubblica amministrazione; così si gestisce un salotto, forse una casa per appuntamenti .
Noi, del MoVimento 5 Stelle, ma, devo dire, con tutta l'opposizione, abbiamo fatto un duro lavoro e l'abbiamo fatto insieme, anche con l'ascolto del Sottosegretario qui presente, che ringrazio per la disponibilità con cui ha spiegato i motivi di alcuni “no” che ci ha dovuto consegnare. Grazie al suo parere sono stati approvati alcuni nostri emendamenti; penso alla premialità nei punteggi dei concorsi pubblici per chi è stato assunto durante l'attuazione del PNRR, perché chi ha mandato avanti la macchina pubblica nei momenti cruciali merita non un “grazie e arrivederci”, ma di avere un futuro, quindi bene così; abbiamo difeso il personale ATA, che è il cuore silenzioso delle scuole italiane; abbiamo ottenuto il riconoscimento di alcuni mesi di vacanza contrattuale che permetterà di partecipare ai bandi che prevedono i 24 mesi di precariato. È qualcosa. Certo, chiedevamo altro, chiedevamo di farli uscire dal precariato, questa situazione in cui ai lavoratori non vengono garantiti dei minimi requisiti di dignità, però, almeno è qualcosa. Abbiamo stanziato fondi per l'insegnamento della musica, perché la cultura è un diritto, non è un , e, se vogliamo cittadini completi, dobbiamo offrire anche strumenti, note e ispirazione. Con l'emendamento Iaria, abbiamo inserito alcune figure nella pubblica amministrazione - come il comunicatore digitale, il cosiddetto “” -, che erano già esistenti, ma mancava loro una corretta connotazione. Sono battaglie che certamente non fanno rumore, ma fanno almeno un poco di giustizia, quella che - lo vediamo - sta venendo a mancare in questa legislatura, con questo Governo. Perché cosa fa, nel frattempo, il Governo? Invece di distribuire le risorse in modo equo, continua a inzeppare di assunzioni i Ministeri centrali, dimenticandosi dei comuni, delle province e delle città metropolitane. È un po' come organizzare un grande pranzo, ma dimenticarsi di invitare chi deve cucinare. I sindaci, gli assessori, i funzionari comunali oggi devono fare i miracoli con organici ridotti all'osso, ma evidentemente per il Governo la pubblica amministrazione è forte solo se lavora nei palazzi romani, non se porta servizi nei borghi, nelle periferie, nei territori dimenticati. E mentre si moltiplicano i ruoli apicali nei Ministeri, ci si dimentica che a fare il lavoro quotidiano sono invece gli enti locali.
E poi c'è un capitolo a parte che voglio dedicare ai Vigili del fuoco, perché ancora una volta, in questo ennesimo decreto sulla pubblica amministrazione, continuano a essere trattati come una categoria di serie B: per loro ci sono meno risorse, meno diritti, nonostante abbiano sempre più responsabilità e, spesso, più responsabilità di altri uomini in uniforme, perché sono i primi a intervenire quando c'è un disastro, i primi a rischiare la vita, i primi a entrare in una casa che brucia o che crolla, ma continueranno a non avere una copertura assicurativa adeguata. Evidentemente, l'uniforme dei Vigili del fuoco non è abbastanza luccicante per questo Governo, forse manca qualche mostrina dorata.
E, a questo punto, la vera domanda è: qual è la visione di Stato che sta dietro a questo Governo? Uno Stato che sceglie per conoscenza e non per competenza, uno Stato che assume per chiamata diretta, ma lascia a casa gli idonei, uno Stato che coccola i Ministeri e abbandona i comuni, uno Stato che ignora chi salva vite, ma ricompensa chi firma carte. Ecco, nelle nottate in Commissione, ne abbiamo viste di stranezze. Ad esempio, c'era un emendamento sulla Terra dei fuochi presentato dal Partito Democratico - va dato atto -, ma è stato abbinato stranamente a uno di Forza Italia, che invece di trattare della Terra dei fuochi, trattava dei fondali della Calabria. Ecco, è stato abbinato e stravolto. Ma strumentalizzare un tema, come quello della Terra dei fuochi, è un atto, dal nostro punto di vista, gravissimo e verremo anche a capo di questa cosa. Non finisce qui, perché fare i decreti Caivano - che è una delle città simbolo della Terra dei fuochi - e poi trattare strumentalmente quel tema è una cosa di una gravità che, dal nostro punto di vista, non può passare dimenticata.
Sentivo la collega ricordare, giustamente, oggi - come si potrebbe non farlo -, Papa Francesco, che proprio a Napoli, la mia città, ricordò che il lavoro è una questione non di carità, ma di giustizia. E allora giustizia sia, giustizia per chi ha superato i concorsi e aspetta, giustizia per chi ha lavorato per il PNRR, giustizia per gli enti locali, giustizia per i Vigili del fuoco. E lui, che ha passato alcune delle sue ultime ore vicino ai detenuti a ripetere, stavolta da spettatore, il rito della lavanda dei piedi, ci ha dato una visione e una sensibilità che sembrano totalmente contrapposte alle vostre.
Lui, ad esempio, era vicino ai diritti degli immigrati e voi, ancora una volta, in questo decreto, li dimenticate e, con loro, i lavoratori precari, che per anni hanno prestato servizio al Ministero dell'Interno per lavorare alle loro domande di asilo. C'era addirittura un emendamento del presidente della Commissione lavoro, che chiedeva la loro stabilizzazione, analogo agli emendamenti del MoVimento 5 Stelle e dell'opposizione. Ma non c'è stato niente da fare: è stato tra i primi a venire prima accantonato e poi ritirato. Se da un lato, c'è il nostro modello di società, che mette al centro la persona, da parte vostra, invece, c'è un modello di società che mette al centro il profitto. Allora, siamo per una società che riconosce i diritti dei lavoratori, che non tratta il lavoro come merce, ma come espressione della dignità umana, una società che non lasci indietro nessuno, né chi ha perso il lavoro, né chi è cresciuto in periferia, né chi vive con una disabilità. Una società che ascolta anche chi ha avuto problemi con la giustizia, perché, senza reinserimento, per chi ha sbagliato allora si tratta solo di vendetta mascherata. Questa è la società che guarda agli ultimi, che, da lì, parte per costruire politiche pubbliche, quella che sostiene chi ogni giorno manda avanti scuole, ospedali, comune, chi investe nel sociale, nella cultura e nella formazione. Una società che crede che il valore di una Nazione si misuri proprio da come tratta i suoi più deboli.
Ecco, nel nostro modello di società investire sulla pubblica amministrazione va insieme alla tutela dei più fragili e lo abbiamo dimostrato quando siamo stati noi al Governo del Paese, come abbiamo fatto con il reddito di cittadinanza, un reddito garantito. Sono due rette parallele, poiché il reddito è uno strumento di libertà che tocca persone che hanno storie, profili ed età diverse ed è uno strumento che è stato bandito dalla destra con una manovra solo ideologica, violenta e brutale, da una destra che odia i poveri, li esclude dalla società e li vuole sempre più fragili. Eppure molti di quei percettori di reddito erano anche risorse preziose per gli enti locali, davano un contributo con lavori socialmente utili, aiutavano in maniera seria e preziosa, perché chiedevano di meritare, di avere dignità nel loro ottenimento di quel supporto economico ed erano di supporto.
Noi continueremo a credere e a lottare per una società in cui c'è spazio per tutti, in cui c'è il lavoro, certo, ma c'è anche tutela per i più deboli, che hanno comunque modo di aiutare la comunità. Voi siete totalmente dall'altro lato, per la società delle autoreferenziali, che parla il linguaggio dell'efficienza, purché misurata in profitto, e dimentica quello della giustizia; una società che punta tutto sulle apicalità, che considera bravi solo quelli che stanno già dentro il giro, che seleziona per fedeltà e non per merito. Ed è la società che usa lo Stato per garantire i privilegi, non per assicurare i diritti, che parla di “semplificazione”, ma intende “scorciatoia”, che chiude gli occhi davanti ai conflitti di interesse, ai favori, alle chiamate dirette, perché “tanto è così che funziona”. È la società che non ha tempo per i poveri, per i precari, per i detenuti, per i lavoratori stanchi, ma ha sempre spazio per i strapagati e per le consulenze dorate.
L'esempio più lampante, il simbolo di questa società delle apicalità senza responsabilità, quella che protegge chi ha potere e dimentica chi ha solo diritti sulla carta, è quello della vicenda della Ministra Santanche', una vicenda che grida vendetta alla giustizia sociale e la cito perché dà la misura della vostra sensibilità sulla pubblica amministrazione, perché è un Ministro di questo Governo. Abbiamo visto un'inchiesta che parla di false comunicazioni sociali, di bancarotte pilotate, di stipendi non pagati, di dipendenti lasciati senza TFR eppure la Ministra è ancora al suo posto. Nessuna dimissione, nessun passo indietro - lei che ne chiedeva tante per tutti -, nessun senso dello Stato. Ecco, a questo Governo, dal nostro punto di vista, manca il senso dello Stato.
Ci sono passarelle, sorrisi e una macchina della propaganda che continua a raccontarci che va tutto bene. Ma immaginate se al posto della Santanche' ci fosse stato - che so - un giudice, un sindaco dell'altra parte politica, un consigliere comunale o un impiegato comunale: sarebbero stati travolti, messi alla gogna, licenziati in tronco. Ma, invece, quando sei in alto, quando hai le spalle coperte, non conta quello che fai, conta chi sei e con chi stai e, se mandi in bancarotta la società per pagare le tue vacanze, sei bravo. Ecco, questo è l'altro modello di società, quello che protegge chi comanda e abbandona chi lavora, che ignora le regole se a violarle sono i potenti e le applica con ferocia se a sbagliare è un cittadino qualunque. Noi stiamo dall'altra parte, dalla parte di chi crede che la legalità non possa essere selettiva, che chi ha incarichi pubblici debba dare l'esempio, non scappare dalle proprie responsabilità, perché, se la credibilità delle istituzioni crolla, a pagare non saranno loro, saremo noi, tutti noi cittadini.
Alla fine di questo intervento, certamente duro, torno a ringraziare chi, del Governo, ha avuto pazienza e ascolto, e parlo, in particolare, del Sottosegretario Siracusano, che sono persuaso essere stato sensibile anche ad alcune nostre posizioni e ha mostrato rispetto. Purtroppo il rispetto non basta, non può bastare, perché questo decreto poteva essere l'occasione per rilanciare la pubblica amministrazione, renderla più moderna, inclusiva e meritocratica e, invece, è una lista della spesa scritta con calligrafia clientelare. Ma noi non ci stanchiamo, continueremo a batterci perché il lavoro pubblico torni ad essere un'opportunità, non un favore, perché la pubblica amministrazione non sia l'ufficio dei raccomandati, ma la casa dei capaci e dei giusti.
Concludo con un appello, con uno sguardo alto. Dobbiamo cambiare rotta, dobbiamo rimettere al centro le persone, i territori e i diritti, perché non c'è burocrazia che tenga se manca l'umanità e non c'è decreto che possa sostituire la passione, la competenza e la giustizia . Ringrazio anche per aver dato questo tipo di modello di società e questi valori. Il Papa - e lo dico da non credente - è stata una guida morale in questi anni .
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare - mi sembrava che avesse chiesto di farlo - il relatore per la I Commissione, deputato Paolo Emilio Russo. Mi sono sbagliato? Si dovrebbe alzare, per favore.
PAOLO EMILIO RUSSO, . Grazie, Presidente, no.
PRESIDENTE. No, chiedo scusa.
Prendo atto che rinunciano alla replica anche le relatrici per la XI Commissione, la deputata Nisini e la deputata Schifone, e - mi pare di capire - la rappresentante del Governo.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Io ho chiesto di intervenire per chiedere un'informativa urgente del Ministro Salvini, e mi spiego. Io sono nato in provincia di Napoli, a Castellammare di Stabia, città che aveva tutto: mare, cantieri, lavoro, bellezze di tutti i tipi, terme (27 fonti di acque minerali curative). Dico “aveva” perché, man mano, con la mano dell'uomo, queste cose sono sparite. C'era un mare bellissimo, ma c'è il fiume Sarno che riversa le sue acque avvelenate. Avvelenate da chi? Dalle industrie, dai comuni di zona che non hanno un sistema fognario e sversano direttamente nel Sarno. C'era il primo cantiere italiano che ha dato i natali all'. Poi c'è stato il terremoto e Fincantieri ha deciso di spostare la produzione in altre sedi, facendo crollare tutto l'indotto che c'era intorno a Fincantieri (Meridbulloni, Avis, Cantieri metallurgici). Poi c'erano le terme, chiuse grazie all'inadeguatezza della politica locale, regionale e nazionale, sia di destra che di sinistra, Presidente, non è indirizzata a un solo settore. Le terme sono là, abbandonate, ne ho parlato all'onorevole Caramanna.
Poi c'era un emblema… chiedo scusa …
PRESIDENTE. Onorevole Amato, non si preoccupi, prenda pure tempo, se ritiene.
GAETANO AMATO(M5S). …c'era la funivia, funivia affidata all'EAV. Per anni abbiamo detto al Ministro Salvini di controllare l'operato dell'EAV sulla Circumvesuviana. Per fortuna non ci sono stati morti allora, ci sono stati incendi dei vagoni, deragliamenti. Il Ministro Salvini ci ha sempre risposto: ANSFISA. Ora apprendiamo che l'ANSFISA, che dovrebbe controllare, non ha il personale: su Napoli mancano 6 ingegneri su 10. E adesso ci sono i morti, 4 morti.
Il 17 aprile è stato troncato un cavo della funivia, il cavo trainante. Disgrazia? Può essere, ma, nello stesso momento, non ha funzionato il freno della cabina, per cui 5 persone, da 1.100 metri di altezza, sono scese, con tutta la cabina, verso quota zero, andando a sbattere su un pilone. Chi doveva controllare? ANSFISA? ANSFISA ha accettato una relazione di EAV, perché non aveva il personale per controllare. La funivia è stata aperta il 10 aprile, dopo 7 giorni solamente, si tronca un cavo d'acciaio trainante e i freni non bloccano la cabina.
Io chiedo che il Ministro Salvini, che voglio ringraziare per il cordoglio espresso nelle immediate ore successive alla tragedia, venga a spiegare che cosa farà, anche se c'è un'inchiesta della magistratura, ma durerà a lungo. Intanto, in EAV c'è bisogno che qualcuno faccia qualcosa: non so chi, non so come, ma vorrei saperlo .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Amato. Ovviamente, il cordoglio dell'Aula per le vittime. Riferiremo al Governo, che ha ascoltato il suo intervento, la richiesta di informativa urgente.
A questo punto, poiché il calendario dei lavori dell'Assemblea prevede che si possa passare al seguito dell'esame non prima delle ore 13, sospendo la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 13.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge
Avverto che è in distribuzione un riferito al provvedimento in esame
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere , che è in distribuzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Ne ha facoltà.
LUCA CIRIANI,. Sì, grazie, Presidente. Onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 2308-A: Conversione in legge del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, nel testo approvato dalle Commissioni riunite, comprensivo dell'.
PRESIDENTE. Secondo quanto previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge n. 2308-A, nel testo delle Commissioni, comprensivo dell', la votazione per appello nominale avrà luogo nella seduta di domani, mercoledì 23 aprile, a partire dalle ore 13, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 11,20.
Dopo tale votazione, a partire dalle ore 16, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di giovedì 24 aprile, dopo l'esame del Documento di finanza pubblica, avranno luogo le successive fasi di esame del provvedimento sino alla sua conclusione.
A questo punto, estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.
La chiama avrà inizio dal deputato Sorte.
Vi ricordo, inoltre, come preannunciato questa mattina, che domani alle ore 16 il Presidente della Camera commemorerà Sua Santità, Papa Francesco.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni. (C. 2308-A)
: PAOLO EMILIO RUSSO, per la I Commissione; NISINI e SCHIFONE, per la XI Commissione.
2.
3.
Conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario (C. 2355)