PRESIDENTE. La seduta è aperta. Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI,, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta in corso .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,50.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge costituzionale, già approvata, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato, n. 976-B: Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, recante Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia.
Ha chiesto di parlare il deputato Calogero Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Chiedo il rinvio al prossimo calendario del punto in oggetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Scusi, Presidente, ma io sono senza parole: se questo è il modo di chiedere il rinvio di un provvedimento che ha valenza costituzionale, mi chiedo dove siamo adesso, se siamo in Parlamento o siamo in un altro luogo .
Ci sarà una motivazione, no? Non riuscite neanche a spiegare il perché? Provvedimento in calendario, in seconda lettura, che impatta significativamente sulla vita pubblica e sulle istituzioni del Friuli-Venezia Giulia, che sul territorio presentate come la panacea di tutti i mali, e neanche si cita il provvedimento di cui si chiede il rinvio? Presidente, io sono veramente… È difficile trovare parole.
Nel merito e nella sostanza, noi siamo contrari. Non si vede la ragione. La ragione la capiamo tutti, non siamo nati ieri e frequentiamo queste Aule da qualche mese: non avete i 201 deputati necessari per approvare il provvedimento in seconda lettura. Ma, detto questo, io credo che, per rispetto a questa istituzione e anche alla sua persona, ma anche nei confronti delle opposizioni, un minimo di decoro costituzionale avrebbe previsto che si fossero illustrate le ragioni per le quali, ripeto, su un provvedimento in calendario, conosciuto, già in seconda lettura, oggi si rinvia.
Tra l'altro, si rinvia a quando? Alla prossima settimana? Si rinvia ? Io spero che qualcuno, da parte della maggioranza, motivi le ragioni di questa scelta. Altrimenti, questa cosa, signor Presidente, si accompagna a quello che già è avvenuto ieri. Questo non è un provvedimento in quota delle opposizioni, ma il problema dell'organizzazione dei lavori in quest'Aula, da parte della Capigruppo, sta diventando un problema serio. Ieri - lo dico ai colleghi - le opposizioni hanno scritto una lettera al Presidente su quanto è avvenuto ieri e temo che dovranno farne un'altra. Però, siccome non siamo stati eletti per fare corrispondenza con il Presidente della Camera, la invito veramente a trasmettere al Presidente il nostro profondo disagio, che si aggiunge a una modalità quantomeno sconcertante .
PRESIDENTE. La ringrazio per questa osservazione, deputato Fornaro. Siamo stati ascoltati dal deputato Pisano, che ha avanzato la richiesta di rinvio e che, se lo ritiene, può integrarla, altrimenti il Regolamento non prescrive l'obbligatorietà della motivazione. Quindi, noi ci atteniamo a quanto abbiamo ascoltato.
Nel frattempo, saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto omnicomprensivo “Della Rovere” di Urbania (Pesaro-Urbino), che sono in tribuna ad assistere ai nostri lavori. Vi ringraziamo, vi diamo il benvenuto e vi auguriamo ogni fortuna .
Sulla proposta di rinvio del seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 976-B ad altro calendario darò la parola a un deputato contro e a un deputato a favore, a norma dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento.
Chi chiede di parlare contro? Praticamente lo ha già fatto il deputato Fornaro.
Chi chiede di parlare a favore? Nessuno.
Ha chiesto di parlare il deputato Richetti. Su cosa? Interviene contro o a favore? Contro.
MATTEO RICHETTI(AZ-PER-RE). È possibile?
PRESIDENTE. Prego, è utile e opportuno che tutti lo sappiano. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI(AZ-PER-RE). Non solo è opportuno che tutti lo sappiano, Presidente, ma io chiedo anche a lei se c'è un limite alla sciatteria con cui si affrontano in quest'Aula i provvedimenti .
Io riprendo punto per punto le considerazioni del collega Fornaro. Questa settimana siamo a un punto di non ritorno di una modifica senza preavviso del calendario dei lavori, degli oggetti su cui i colleghi si preparano, su cui l'Aula approfondisce, su cui i gruppi fanno riunioni per assumere posizioni. Non si cita il provvedimento e non si citano le ragioni, le ha già ricordate il collega Fornaro.
La Conferenza dei capigruppo, a questo punto, o la facciamo direttamente da remoto o non la facciamo proprio, perché, oltre a rimandare punti, la integriamo, la modifichiamo. Il primo che denuncia la crisi del parlamentarismo, se la vede con noi, però! Perché noi stiamo cercando di fare tutto per dare a quest'Aula la dignità di affrontare punto su punto e di costruire dibattiti articolati.
Segnalo anche che siamo di fronte a un punto legato ad una modifica costituzionale. Io credo - e intervengo contro anche a fronte del silenzio della maggioranza, che, nemmeno di fronte alla possibilità di argomentare, interviene - che su questo davvero serva una riflessione di tutti i gruppi. Perché si può chiedere all'Aula, che è sovrana, di affrontare le questioni in qualunque modo, ma non nel silenzio .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 976-B al prossimo calendario.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva per 27 voti di differenza.
Il seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 976-B è pertanto rinviato al prossimo calendario.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 505-A: Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, nonché al decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 38, in materia di utilizzazione degli impianti sportivi scolastici da parte delle associazioni o società sportive.
Ricordo che nella seduta del 7 ottobre si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'unica proposta emendativa riferita all'articolo unico della proposta di legge.
MAURO BERRUTOGrazie, Presidente. Sull'emendamento 1.100 Manzi il parere è favorevole.
PAOLA FRASSINETTI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Manzi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Avverto che, consistendo la proposta di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo dunque, all'esame degli ordini del giorno presentati ().
Invito la rappresentante del Governo, la Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, ad esprimere il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati.
PAOLA FRASSINETTI,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/1 Ruffino, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo ad accompagnare le misure recate del provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte a prevedere che, fatta salva la corresponsione da parte dei concessionari delle spese di funzionamento sostenute dall'ente proprietario, l'utilizzo delle strutture sportive scolastiche possa essere concesso anche a titolo gratuito, al fine di favorire la pratica sportiva, sostenere le realtà associative e promuovere il diritto allo sport per tutti”.
Sugli ordini del giorno n. 9/505-A/2 De Palma e n. 9/505-A/3 Prestipino, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/4 Girelli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a promuovere, d'intesa con le regioni, gli enti locali e le istituzioni scolastiche, iniziative volte a sostenere l'utilizzo delle palestre scolastiche nelle ore mattutine, limitatamente al periodo estivo, per la realizzazione di progetti di attività motoria, educazione al movimento, prevenzione sanitaria, rivolte alla popolazione 65, erogati da società e associazioni sportive senza fini di lucro, dagli enti di promozione sportiva riconosciuti e dalle aziende sanitarie locali, nonché dagli enti del Terzo settore”.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/5 Berruto il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/6 Filippin, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo ad accompagnare le misure recate dal provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte a definire, in fase di approvazione del primo provvedimento utile, un intervento normativo volto a regolamentare i protocolli antincendio applicabili alle palestre scolastiche, differenziandoli da quelli previsti per gli impianti sportivi ad uso pubblico e commerciale attraverso linee guida chiare, proporzionate e calibrate su caratteristiche reali delle strutture scolastiche, da recepire obbligatoriamente da regioni ed enti locali, e, altresì, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a reperire risorse adeguate volte a sostenere gli adeguamenti necessari ai nuovi di sicurezza, prevedendo misure transitorie, deroghe temporanee, piani graduali di adeguamento, in modo da non interrompere le attività scolastiche e associative in corso e tutelare la funzione educativa e sociale svolta dalle palestre scolastiche”.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/7 Ferrari, il parere è favorevole a condizione che venga riformulato con: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/8 Andrea Rossi, il parere è favorevole a condizione che venga riformulato nel seguente modo: “impegna il Governo ad aggiornare il censimento nazionale delle palestre scolastiche, trovando forme di sinergia col censimento dell'impiantistica sportiva presso Sport e Salute S.p.A. e con il coinvolgimento degli enti locali, al fine di monitorare lo stato delle strutture, il livello di accessibilità e la possibilità di utilizzo in orario extrascolastico e nel periodo estivo, così da programmare interventi di riqualificazione e promuovere forme di gestione condivisa tra scuola e territorio”.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/9 Gribaudo, il parere è favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato nel seguente modo: “impegna il Governo a proseguire negli investimenti già avviati volti a garantire interventi di miglioramento delle palestre scolastiche”.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/10 De Micheli, il parere è favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato nel seguente modo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, nell'ambito delle linee guida per l'edilizia scolastica e dei futuri programmi di investimento in materia, l'obbligo di includere, in ogni nuova costruzione, la realizzazione di una palestra”.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/11 Manzi, il parere è favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato nel seguente modo: “impegna il Governo a proseguire nella valorizzazione dell'insegnamento dell'educazione motoria anche nelle classi prime, seconde e terze della scuola primaria, come già indicato nello schema di regolamento recante le nuove indicazioni nazionali di prossima edizione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/12 Longi il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/13 L'Abbate, il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/1 Ruffino c'è una proposta di riformulazione.
Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente…
PRESIDENTE. Aspetti, che è saltato il collegamento. Comunque. le ricordo che deve dirci se accetta la riformulazione o no, perché non avevo fatto in tempo a chiederglielo.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Non accetto la riformulazione.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Per questo motivo. chiedo di intervenire. La ringrazio, Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria Frassinetti per le motivazioni. Purtroppo, quello delle palestre è un tema che si trascina da tempo e lo riconduco alle grandi difficoltà che hanno le nostre società sportive, in particolare quelle più piccole, che aiutano i nostri ragazzi a trascorrere, in modo sano, il tempo libero, praticando lo sport.
Signor Presidente, comunico a lei, al Governo e all'Aula che le società sportive chiudono ogni anno proprio per i tanti costi da sostenere. Sono sempre di più le famiglie che non riescono a pagare la quota per i figli. La mia proposta è - era - la seguente: richiedere il pagamento delle spese vive, ossia luce, riscaldamento e acqua e le società provvedono alla pulizia dei locali.
È veramente particolare sentire che quest'Aula ha un interesse enorme per il tempo libero dei nostri ragazzi, per lo sport, signor Presidente, perché è impossibile parlare e credo che lei, in qualche modo, se ne renda conto!
PRESIDENTE. Sinceramente, non mi sembra che ci sia grande rumore. Comunque, lei prosegua e faccia fare a me il mestiere.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Proseguo con grande tranquillità. Abbiamo società che chiudono. Era davvero così Presidente, ed è ancora così, comunque, vado avanti… Le dicevo che sono tante le società sportive che non riescono più…
PRESIDENTE. Deputato Pella, guardi, oltretutto, si trova a due metri scarsi dalla deputata che sta svolgendo le sue considerazioni. Colleghi, c'è stata un'esplicita richiesta di fare silenzio che la Presidenza recepisce e rimbalza sull'Aula.
Prego, prosegua.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Forse il rimbalzo è riuscito. Allora, dicevo che queste sono le difficoltà. In quest'Aula, si parla spesso di aree interne o perlomeno noi, come gruppo di Azione, ne parliamo spesso. Sono soprattutto quelle le aree che hanno grande difficoltà a far praticare lo sport ai propri ragazzi, perché le società sono piccole, perché frequentano le poche palestre delle scuole che sono rimaste aperte in quelle aule. Allora, io ritengo che ci debba essere un grande sforzo da parte del Governo, da parte del Ministro, in questo senso. L'intenzione è buona, purtroppo non raggiungerà l'obiettivo, perché cambierà veramente poco per queste società. Avremo i grandi colossi, che riusciranno, con le loro risorse, a costruire, ad ammodernare le palestre, ma avremo sempre le piccole società amatoriali, che sono quelle preziose per i nostri ragazzi, che riescono a toglierli dalle piazze, che non riusciranno a pagare queste somme.
Ecco, non accettando il parere, intendo veramente riportare questo mio pensiero, che credo possa essere condiviso da chi vive i territori e da chi vede la moria di queste società sportive. Dall'altro lato, parliamo spesso di disagio: uno dei modi per combattere il disagio è proprio questo offrire opportunità ai ragazzi.
Ricordo a tutti che, se si tratta di avere il borsone della società sportiva, la divisa, il pagamento delle spese minime, le famiglie non ci riescono e i ragazzi stanno a casa. Non sto dicendo queste cose a caso, è semplice ed è molto facile capire la motivazione; basta fare un censimento, forse anche attraverso ANCI. Lei prima ha nominato il deputato Pella che segue lo sport da tempo e certamente sa anche lui quante difficoltà ci siano oggi. In prima istanza, avrei pensato di chiedere la gratuità e di chiedere al Ministero di rifondere questi costi ai comuni, alle province. Le province hanno palestre molto belle, sono quelle regolamentari per svolgere i tornei, per svolgere le partite, le partite di campionato. Comunque, la situazione è questa, con rammarico, ma spero ci saranno altre occasioni in cui venga presa in considerazione una proposta che permetta ai nostri ragazzi, a tutti, di praticare sport .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/505-A/1 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sugli ordini del giorno n. 9/505-A/2 De Palma e n. 9/505-A/3 Prestipino il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/505-A/4 Girelli. C'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/5 Berruto il parere è favorevole.
Sugli ordini del giorno n. 9/505-A/6 Filippin, n. 9/505-A/7 Ferrari, n. 9/505-A/8 Andrea Rossi, n. 9/505-A/9 Gribaudo, n. 9/505-A/10 De Micheli e n. 9/505-A/11 Manzi vi è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/505-A/12 Longi il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/505-A/13 L'Abbate. C'è una proposta di riformulazione: viene accolta? Accolta.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Grazie, signor Presidente. La proposta di legge in esame oggi credo che possa e debba riscuotere il favore della totalità di quest'Aula, fondamentalmente per due ragioni, cosa che peraltro si è anche manifestata nei voti che abbiamo appena fatto. La prima è una ragione di principio, perché si inserisce, si adegua e, di fatto, si concretizza quanto previsto dalle modifiche dell'articolo 33 della Costituzione, contenute nella legge costituzionale 26 settembre 2023, n. 1, per cui lo sport ha ottenuto il riconoscimento da parte della Repubblica di strumento educativo e di grande valore sociale.
La seconda è perché è naturale e, come naturale, è una prosecuzione di questo principio e va ad introdurre norme di natura pratica, intervenendo proprio nei luoghi e negli spazi in cui esercitare l'attività motoria e sportiva; e lo fa attraverso un'intelligente sinergia tra gli istituti scolastici, i comuni e le province, le società e le associazioni sportive; uno dei temi che, per esempio, quando affrontiamo la questione delle periferie, è sicuramente di grande rilevanza.
Ricordava bene il relatore, il collega Berruto ieri, in discussione generale, di come più della metà delle scuole italiane non sia dotata di una palestra, il che dà un po' la fotografia dello stato dell'arte e fa anche comprendere il ritardo con cui siamo giunti a integrare l'articolo 33. Articolo che - ricordo - è appunto dedicato all'istruzione e all'educazione, di cui quindi anche lo sport è - e a pieno titolo - strumento importante e necessario. Ecco perché quindi, come legislatori, abbiamo almeno la possibilità di far funzionare al meglio e soprattutto di più e con modalità chiare gli spazi che già esistono e che, essendo legati ai tempi della scuola, finiscono poi per restare in buona parte inutilizzati.
Per tale ragione la proposta prevede, con l'introduzione del comma 4-, dell'articolo 96 del decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994, che gli enti locali proprietari delle palestre, in accordo con le scuole e attraverso le convenzioni , le mettano a disposizione di società e di associazioni sportive nelle fasce orarie extrascolastiche e al di fuori delle attività extracurricolari, oltre a quelle relative alla sospensione delle lezioni durante l'estate. Tutto questo, ovviamente, a carico dei concessionari, per ciò che concerne pulizia e manutenzione e, chiaramente, senza oneri aggiuntivi a carico dello Stato. Si tratta, di fatto, di una soluzione a costo zero, che ha però il grande merito di incarnare nei fatti, nella pratica, il principio costituzionale.
Faccio una piccola digressione, signor Presidente e colleghi, che proprio mi viene spontanea. Diciamoci la verità: quando siamo chiamati a votare una proposta di buonsenso che ha effetti immediati sulla vita dei cittadini, quando, passando alle 19 di sera davanti a una scuola, magari, vediamo le luci della palestra accese e sappiamo perché, non è forse quello il momento in cui acquista significato, più di altre volte, il motivo per cui ci troviamo qui in questo luogo? Questo lo dico non per un improvviso afflato populista o per un moto di ingenuità - non mi considero né l'uno, né l'altro - ma lo dico un po' per la mia esperienza in queste sedi e in tanti anni di vita e militanza nella politica. Quando si riesce a convergere con tale facilità su proposte di senso, di cui tutti comprendono gli effetti positivi per la collettività, ormai quasi mi stupisco perché non è la regola. La regola è l'opposto: lo scontro pregiudiziale, le appartenenze ideologiche, i toni fuori dalle righe, i discorsi fuori dalla realtà, le continue manipolazioni dei fatti. Ecco, sarebbe bello trovarsi qui a discutere più spesso di materie che riguardano davvero la vita quotidiana dei cittadini perché troppo spesso, pensando ai massimi sistemi, finisce che ci perdiamo per strada la ragione principale per cui esiste la politica e per cui siamo chiamati a rappresentarla. Fine della digressione.
Tornando al provvedimento, si istituisce un regime di deroga per impianti, attrezzature scolastiche, senza prevedere l'assenso del consiglio di circolo o di istituto, che comunque possono eventualmente negarlo solo in casi specifici. Ad ogni modo, si tratta di un intervento che va a snellire e a semplificare le procedure e, parallelamente, in una medesima ottica di applicabilità di un giusto principio, il comma 2 del testo va a modificare l'articolo 5 del decreto legislativo n. 38 del 2021, introducendo un ulteriore comma che, di fatto, ne ricalca lo spirito e lo va a traslare sugli impianti sportivi delle scuole.
Nello specifico, quindi, si prevede la facoltà da parte di società e associazioni sportive senza fini di lucro di presentare a comuni e province progetti per riqualificare o rimodernare le strutture e, in caso di risposta positiva, viene consentito l'uso gratuito dell'impianto, anche qui senza costi aggiuntivi di alcun tipo per le pubbliche finanze.
In secondo luogo, viene poi stabilito che anche le società dilettantistiche debbano poter usufruire delle aree e degli impianti per gli allenamenti e le gare ufficiali. Da ultimo, proprio in virtù di un'organizzazione che si vuole sinergica tra istituti scolastici e società sportive, si stabilisce che, fin dall'inizio, nel corso dell'approvazione e dell'aggiornamento del piano triennale, gli organi scolastici diano conto delle attività a impedimento dell'uso delle strutture.
In conclusione, signor Presidente e colleghi, questo provvedimento ha almeno tre caratteristiche meritorie dal punto di vista sostanziale, ma anche nei suoi potenziali effetti, essendo improntato su un sano pragmatismo, su un'esigenza di maggiore pianificazione e su un coordinamento tra istituzioni ed enti che possa funzionare con semplicità. Ma questa proposta - che ovviamente noi voteremo con convinzione - ha una prospettiva potenzialmente ancora più strategica e importante perché, soprattutto in alcuni territori e aree critiche del Paese, offre una possibilità in più a tanti giovani e a tante realtà sportive - che magari da sole non ce la fanno - di essere aiutate e agevolate dallo Stato a praticare lo sport.
Sono interventi, quindi, che bypassano le differenze di classe, che permettono di aprire finestre di socialità e di inclusione in tutti i luoghi in cui ci sono strutture sportive e che corrispondono, allo stesso tempo, all'esigenza, quanto mai attuale, di rendere davvero la scuola un luogo di tutela civica, un luogo di condivisione e - permettetemi la scontatissima metafora - una vera palestra di vita .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi votiamo una proposta di legge che interviene per consentire un utilizzo più ampio, più razionale e condiviso degli impianti sportivi scolastici, che parte dalle associazioni e società sportive del territorio; una misura che unisce due dimensioni fondamentali del bene pubblico: l'educazione e l'efficienza. Lo sport non è solo movimento fisico, è una scuola di vita, è, in primo luogo, dove si impara il rispetto delle regole, il valore del sacrificio, la cultura dell'impegno. È nei cortili, nei campi da gioco, nelle palestre scolastiche, che tanti ragazzi e tante ragazze trovano la loro prima occasione di riscatto, di appartenenza e di scoperta di sé.
Quando una palestra resta chiusa il pomeriggio, quando un campo da gioco scolastico resta inutilizzato per mesi durante l'estate, non è solo uno spreco di risorse, è un'occasione educativa mancata, un vuoto sociale che altri, spesso peggiori, riempiono.
Questa legge restituisce allo sport e alla scuola un ruolo centrale nella costruzione della comunità, perché consente alle associazioni sportive di animare gli spazi scolastici, anche fuori dall'orario didattico, trasformandoli in luoghi di aggregazione, di inclusione e, soprattutto, di crescita. Ma questa proposta non si limita alla dimensione educativa, introduce anche un principio di buona amministrazione e di efficienza dell'uso dei beni pubblici. Permette infatti che le società e le associazioni sportive, quelle senza fine di lucro, possano presentare progetti di riqualificazione e ammodernamento degli impianti scolastici, ottenendo in cambio l'uso gratuito per un periodo proporzionato al valore dell'investimento. È una formula di partenariato intelligente e importante: il pubblico che dialoga con il privato; nessun nuovo onere per la finanza pubblica, ma più risorse, più manutenzione, più vita per le strutture, che spesso rischiano il degrado. È un modello virtuoso, che trasforma il problema della scarsità in una leva di collaborazione e corresponsabilità, proprio tra pubblico e privato sociale.
Questo provvedimento è un modo per dire ai giovani, anche a quelli che ci ascoltano oggi, che la scuola non è solo un luogo di studio, ma anche di crescita personale e sociale; è un modo per valorizzare le nostre società sportive, che sono spesso le antenne del territorio, quelle che intercettano le fragilità, prevengono devianza, promuovono salute e coesione e, per quanto mi riguarda, intercettano anche la violenza di genere.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati a questa proposta di legge: un provvedimento di buonsenso, rivolto a chi ogni giorno, nei quartieri, nelle palestre e nei piccoli comuni, tiene viva la passione sportiva come strumento di cittadinanza e di inclusione. Lo facciamo nel nome dei valori che lo sport incarna e della responsabilità che abbiamo di non lasciare chiusi gli spazi pubblici, ma di aprirli alla comunità. Perché una palestra aperta è un presidio di civiltà; perché uno spazio sportivo vissuto è un investimento nel futuro dei nostri ragazzi; perché ogni metro quadro di scuola restituito alla cittadinanza è un passo avanti, Presidente, verso un'Italia più giusta, più sana e più solidale .
PRESIDENTE. Salutiamo insieme studenti e insegnanti del liceo classico “Maria Ausiliatrice” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Un saluto e un in bocca al lupo a loro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, oggi votiamo una legge semplice e concreta: aprire alla comunità le palestre e gli impianti sportivi delle scuole oltre l'orario di lezione e durante l'estate e consentire alle associazioni sportive dilettantistiche senza fini di lucro di rigenerare quegli spazi, ricevendone l'uso gratuito per un periodo proporzionato all'investimento. È una scelta giusta, che permette una gestione più razionale di beni pubblici e a favore di un bene comune, come la salute e il benessere dei cittadini. A nome quindi del nostro gruppo, annuncio il voto favorevole.
Dal 20 settembre 2023, la Costituzione, all'articolo 33, riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme. Riconoscere significa impegnare la Repubblica a tutelare e promuovere lo sport come parte essenziale della formazione della persona, dell'inclusione e della salute. Se prendiamo sul serio questo principio, allora dobbiamo rimuovere gli ostacoli che impediscono a tante e tanti di praticare sport. Gli ostacoli, Presidente, sono evidenti. Secondo UISP, solo il 16 per cento dei cittadini del Mezzogiorno pratica sport in modo continuativo, contro una media nazionale del 25; e tra gli 11 e i 17 anni, al Sud, oltre il 28 per cento dei ragazzi non fa alcuna attività fisica: è circa il doppio rispetto alle percentuali del Nord. Le diseguaglianze aumentano con il reddito basso, le disabilità, oppure con un migratorio.
C'è un problema strutturale: con 131,1 impianti ogni 100.000 abitanti, l'Italia è ultima in Europa per dotazione; siamo 1,9 volte sotto la media di Francia, Spagna e Germania e 2,4 volte sotto la sola Francia. Sulla funzionalità, invece, una ricerca di Sport e Salute, Svimez e UISP mostra che, nel 2023, gli impianti pienamente funzionanti sono il 91 per cento nel Centro-Nord e l'81 per cento nel Mezzogiorno; quelli parzialmente funzionanti al Sud sono il 17,7 per cento, più del doppio del Centro-Nord. In tema di accessibilità, invece, nel Sud continentale, oltre il 27 per cento delle strutture non è accessibile alle persone con disabilità. In molte regioni meridionali, inoltre, l'offerta è concentrata nel privato: in Sicilia il 90 per cento del campione dichiara di praticare sport in strutture private.
Questi numeri disegnano una geografia di ingiustizia sociale e territoriale. Troppi quartieri hanno palestre scolastiche chiuse il pomeriggio o d'estate; famiglie, ragazze e ragazzi non trovano luoghi accessibili dove muoversi, socializzare e crescere.
La proposta che discutiamo oggi, a prima firma del collega Berruto, interviene su due testi: il testo unico della scuola e il decreto legislativo n. 38 del 2021, con alcune scelte operative.
Primo: apertura tramite convenzioni. Gli enti locali, sentite le istituzioni scolastiche, possono mettere a disposizione impianti e attrezzature fuori dall'orario scolastico e durante la sospensione estiva. Si inverte l'impostazione finora vigente, perché non occorre più il previo assenso dei consigli di istituto; resta, però, la loro facoltà di negare l'uso in casi specifici.
Seconda azione: la responsabilità e i costi. Restano a carico del concessionario gli obblighi di gestione, cura e pulizia, nonché gli interventi necessari a garantire la funzionalità.
Terzo: c'è il tema della rigenerazione senza scopo di lucro. Le associazioni sportive possono proporre progetti di rigenerazione degli impianti scolastici. Se l'ente locale riconosce l'interesse pubblico, si stipula una convenzione con uso gratuito, per un periodo proporzionato al valore dell'intervento. In questo modo si mobilitano risorse civiche, si valorizza il patrimonio scolastico e si restituisce qualità agli spazi di quartiere. Quindi, anche per questa ragione, il nostro assenso è completo.
Il quarto tema che ci convince è che c'è una priorità rispetto allo sport di base. Le palestre, le aree gioco e gli impianti sportivi vengono, infatti, messi a disposizione delle associazioni e società sportive dilettantistiche, anche per allenamenti e gare ufficiali. È qui in qualche modo, nello sport di base, che nascono le abitudini sane, la socialità, la prevenzione e anche la lotta alla dispersione scolastica.
Questa legge, Presidente, prevede anche alcuni limiti e alcune garanzie. Innanzitutto, la scuola resta al centro, perché gli spazi scolastici restano luoghi educativi, gli avvisi per la gestione nelle ore non utilizzate dalle scuole saranno pubblici e i criteri, in qualche modo, possiamo dire, sociali, perché le convenzioni andranno assegnate con procedure trasparenti, premiando anche chi garantisce tariffe sociali e accesso gratuito per nuclei fragili, parità di genere nelle fasce orarie e nei gruppi, inclusione delle persone con disabilità.
A tal proposito, vorrei ricordare che nella città di Perugia, anche grazie a Pierluigi Vossi, che è assessore allo sport per Alleanza Verdi e Sinistra, è stato varato un nuovo regolamento per l'assegnazione di tutti gli impianti sportivi, non soltanto quelli delle scuole, in cui si prevede, per l'appunto, che le famiglie che hanno un reddito ISEE sotto i 20.000 euro debbano avere accesso gratuito, per quanto riguarda i figli e i più giovani, a queste strutture. Lo dico perché, oltre ad occuparci degli impianti delle scuole, sarebbe venuto il tempo anche di affrontare il grande tema della difficoltà di molte famiglie a pagare le rette che servono a permettere ai più giovani di fare attività sportiva.
Infine, volevo dire anche, in qualche modo, che è importante anche occuparsi del lavoro nello sport, perché non sempre il lavoro negli impianti sportivi o nelle società sportive è tutelato. Noi dobbiamo fare in modo che chi gestisce questi impianti disponga di istruttori qualificati, di coperture assicurative adeguate e di rispetto dei contratti nazionali, su cui, tra l'altro, sarebbe bene anche intervenire dal punto di vista legislativo. L'apertura di questi spazi non può tradursi in un sul lavoro sportivo, e quindi sarà anche necessario vigilare in tal senso.
Quindi, colleghe e colleghi, questa legge ci permette di usare ciò che abbiamo già, le scuole, per rispondere ai bisogni reali di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, adulti e anziani; allarga i diritti senza avere dei costi aggiuntivi, promuove partecipazione e corresponsabilità, rafforza la comunità educante, e questo, in un Paese che ha investito troppo poco in impianti sportivi, soprattutto al Meridione, rappresenta in qualche modo la via più rapida e giusta per ridurre anche alcune diseguaglianze.
Naturalmente, nessuna norma risolve tutto, ma approvare questa norma è sicuramente fare un passo avanti, e per questo noi di Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo deciso di contribuire a questo miglioramento della gestione degli impianti sportivi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Quando all'inizio della legislatura inserimmo all'articolo 33 della Costituzione il diritto allo sport, le considerazioni che tutti noi abbiamo fatto andavano nella direzione di dire: non sia solo una dichiarazione di intenti, si traduca in atti concreti e normativi che rendano poi efficace e reale l'effettivo esercizio di questo diritto. Che cosa significa poter davvero accedere al diritto allo sport? Lo abbiamo detto in quella importante discussione che c'è stata. Lo sport si è evoluto, si è evoluto negli ultimi 10 anni, 20 anni, e ha avuto un ulteriore passaggio nella sensibilità collettiva dopo l'esperienza pandemica.
Le persone hanno capito quanto sia importante non solo per il proprio benessere fisico individuale, ma per la lotta a tanti problemi sociali, dal bullismo all'integrazione sociale, all'integrazione delle persone con disabilità. Quindi, questo passo che discutiamo oggi è un passo che va in questa direzione. Cosa prevede la legge che propone il collega Berruto, che abbiamo sostenuto in Commissione e che votiamo oggi? Prevede, in qualche modo, di cambiare quello che era l'assetto tradizionale di utilizzo degli spazi dei locali scolastici.
Io sono contenta che ci sia oggi la Sottosegretaria Frassinetti, perché questo tema, che tradizionalmente veniva discusso in sede sportiva, in realtà è un tema che ha molto a che fare con la scuola e come si debba coniugare l'autonomia scolastica con l'integrazione dell'istituto scolastico come chiesa del villaggio al centro dei quartieri. La risposta non è banale. Noi non ci stiamo chiedendo: devono essere aperte o no le palestre il pomeriggio? Questa è una domanda a cui tutti rispondiamo di “sì” in automatico, ma chiunque di noi ha avuto l'occasione di fare l'amministratore locale sa che la questione è un po' più complessa.
Io 20 anni fa inaugurai in questa città, a Roma, nel 2016, nel II Municipio di Roma, il primo protocollo fra un ente di prossimità, il Municipio Roma III, e gli istituti scolastici di quel territorio per poter tenere aperti nel pomeriggio gli spazi. Ma qual è la questione? Perché altrimenti sfugge quale potrebbe essere un'opinione dall'altra parte rispetto all'apertura. La questione è che chi ha la responsabilità della programmazione, il cosiddetto POF, Piano di offerta formativa della scuola, a volte ritiene, e talvolta anche con qualche fondamento, che quegli spazi debbano essere utilizzati in continuità con l'attività didattica e che qualsiasi intrusione o invasione in questo percorso abbia solo degli effetti negativi, ad esempio per il danneggiamento dell'utilizzo delle palestre.
Ho fatto lunghissime discussioni su questo tema e ci sono ragioni da tutte le parti. La bontà di questa legge e il motivo per cui l'abbiamo sostenuta è che, in qualche modo, cerca di dare un ordine a questa discussione, semplificare le procedure senza però ignorare tutti gli attori in campo e tutti i livelli di discussione. Noi, ovviamente, sappiamo cosa era nella disponibilità del collega, e quindi pensiamo che sia un passo avanti, ma che non sia che un tassello nell'ampissimo che deve andare a comporsi, e speriamo che si componga nei prossimi anni, per poter rispondere a quel diritto costituzionale.
Cosa manca? Intanto, se lo sport deve essere per tutti universale, davvero tutti devono poter fruire dell'attività sportiva. Purtroppo, solo un terzo delle palestre in questo Paese è accessibile, e poi, se guardiamo nel dettaglio davvero come stanno le cose, solo un quarto lo è, perché, se andiamo a vedere i bagni per ragazzi con disabilità, solo un quarto delle palestre ha un bagno per ragazzi con disabilità. Nella maggior parte delle nostre città gli impianti sportivi non consentono attività agonistica in sicurezza a ragazzi con disabilità ed è complesso integrare i ragazzi nelle attività di squadra.
Noi da tempo chiediamo che ci siano dei regolamenti anche nell'assegnazione alle associazioni - evidentemente è un tema che riguarda gli enti locali, ma che deve avere delle linee guida nazionali - affinché si chieda che sia un vincolo nell'assegnazione di progetti e di utilizzo degli spazi scolastici il fatto che tali progetti siano veramente universali. C'è anche il tema delle infrastrutture, è stato detto da più colleghi, dell'esistenza stessa delle palestre in molte scuole, la messa in sicurezza delle palestre, la necessità di interpretare in modo flessibile e intelligente requisiti che, a volte, per la conformazione urbanistica di certe città rendono impossibile dotare le scuole di spazi per il moto.
È necessario integrare i percorsi di sport e aumentare le ore di sport. Ci sono molti progetti per integrare, con le Federazioni, il numero di ore che i ragazzi fanno. Per superare la dialettica fra chi vorrebbe le palestre ad uso esclusivo delle scuole per poter ampliare l'offerta didattica e chi vorrebbe utilizzarle per il territorio - spesso mi son trovata, come assessore municipale, ad essere l'ente locale che voleva utilizzarle per il territorio -, quello che si può fare, quello che si deve fare, è incrementare l'offerta, aumentare il numero di palestre, aumentare anche il personale.
Un altro tema fondamentale - ed è giusto che ci sia qui il Ministero dell'Istruzione a occuparsene - è il tema del personale ATA. Sul personale ATA ci siamo trovati, in quest'Aula, a fare più interrogazioni per le croniche carenze e necessità d'integrazione, di ricambio sul personale ATA. Evidentemente l'apertura straordinaria non può gravare sulle spalle dell'amministrazione della scuola o del personale ATA, senza avere le risorse umane e aggiuntive. Da una parte, allora, il modello di assegnazione alle associazioni deve prevedere una copertura dei costi integrativi che andranno a gravare sulle scuole, ma dall'altra bisogna fare in modo che gli enti locali abbiano le risorse per poter fare questa pianificazione e poter garantire l'apertura, la chiusura e la restituzione alla comunità scolastica dello spazio nelle condizioni in cui era stato consegnato.
Va benissimo, quindi, che diventi un modello nazionale quello che molte buone pratiche territoriali hanno già sperimentato, che è l'utilizzo anche per la comunità: i corsi per gli adulti, i corsi per gli anziani, per tutta la comunità cittadina degli spazi scolastici. È però importante sapere che questa apertura ha senso e avrà senso solo se tutte le altre cose che noi ci siamo detti in questi mesi e in questi anni essere necessarie per le scuole (prima fra tutte abbattimento delle barriere architettoniche, messa in sicurezza delle palestre, apertura, assorbimento di ulteriore personale ATA, integrazione di personale qualificato a fianco degli insegnanti fin dalle materne per avere personale qualificato) viaggi di pari passo. Altrimenti rischiamo che questa grande innovazione sia percepita come un sottrarre al percorso didattico e scolastico degli spazi, senza invece poi arricchire davvero la collettività di una risorsa aggiuntiva.
Voteremo quindi convintamente la proposta. Ringraziamo il collega Berruto di aver condiviso questa proposta, che sosterremo e voteremo convintamente, ma al contempo ci aspettiamo che ci sia un lavoro trasversale fra il Ministero dello Sport e il Ministero dell'Istruzione, per far sì che l'articolo costituzionale diventi davvero una risorsa, uno strumento per tutti i cittadini, per tutti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Gaetano Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Anche il MoVimento 5 Stelle ovviamente voterà a favore di questa proposta di legge.
Normalmente, quando si pensa a una proposta di legge, si ragiona quasi sempre per massimi sistemi e invece, in questo caso, il collega Berruto, presentando una proposta fatta di un solo articolo, ci dimostra come si può essere utili e necessari alla società con delle cose molto più piccole e mirate. L'utilizzo delle palestre da parte delle società sportive dilettantistiche non è solo uno sguardo allo sport e non è solo fine a se stesso: una palestra funzionante, una società sportiva che opera con giovani, con ragazzi, contribuisce a togliere i ragazzi dalla strada, contribuisce a dare una disciplina di gruppo, contribuisce a far capire che cos'è il rispetto delle regole.
Inoltre, in questo caso, all'interno di una palestra, gli sport che si possono fare (pallavolo, pallacanestro) sono sport non ricchi e si tratta quindi di agevolare e dare queste opportunità.
Ne ho un esempio in penisola sorrentina dove la pallavolo si eleva a livello nazionale, con degli atleti che fanno parte delle squadre nazionali. Anche quindi nei piccoli centri, si può aspirare a fare dei passi da gigante verso qualcosa di più alto a livello sportivo.
Il problema resta sempre e solo lo stesso: la carenza delle palestre, particolarmente al Meridione. Era quello che sottolineavo nella discussione generale, parlando con la Sottosegretaria Frassinetti, quando chiedevo un serio impegno, specie nel Mezzogiorno, che è molto carente per quanto riguarda attrezzature sportive e per le scuole che spesso sono allocate in edifici pubblici dove abitano famiglie e, quindi, mancano proprio gli spazi in cui dedicarsi allo sport. Questa è già una prima soluzione: quella di rendere utile l'edificio scolastico, cittadino - piccole o grandi città che siano -, affinché venga utilizzato 360 giorni l'anno sia per la parte scolastica che per la parte sportiva. In questo caso, lo sport stesso diventa un rafforzamento della presenza dello Stato sul territorio. Così come vediamo la scuola quale istituzione all'interno dei territori, lo sport, praticato all'interno dell'edificio scolastico, può solo ampliare la fascia di impegno a cui i ragazzi sono sottoposti, quindi proprio facendo loro evitare la frequentazione della strada e tenendoli impegnati in qualcosa di sano.
Non credo che ci sia molto da dire su questa proposta di legge. In genere, le dichiarazioni di voto si fanno per motivare il perché si dà un voto positivo o negativo. In questo caso credo che nessuno si sogni mai di poter dare un voto contrario a una proposta di legge dettata solo dal buonsenso. È per questo che il MoVimento 5 Stelle - ripeto - voterà a favore di questa proposta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre per dichiarazione di voto, la deputata Rosaria Tassinari. Ne ha facoltà.
ROSARIA TASSINARI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi, Sottosegretario Frassinetti, annuncio, a nome del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente, il nostro voto favorevole al provvedimento che nasce da una convinzione semplice, ma fondamentale: quando una proposta va nella direzione giusta, quando migliora la vita dei cittadini e risponde all'interesse generale, essa merita di essere sostenuta.
Se tutti conosciamo e condividiamo il valore dello sport, è anche vero che, quando si parla con i dirigenti sportivi, uno dei primissimi problemi che viene posto è quello della mancanza di spazi. Se dunque vogliamo dare concretezza al principio secondo cui lo sport fa bene, dobbiamo rimuovere gli ostacoli che più spesso ne impediscono la pratica e, tra questi ostacoli, c'è proprio la carenza di luoghi idonei. Lo sport, infatti, ha bisogno di spazi e non possiamo accettare che, mentre associazioni e famiglie cercano palestre, molti impianti pubblici come quelli scolastici restino chiusi per ragioni burocratiche. È qui che questa proposta di legge si rivela tanto semplice quanto efficace, perché individua una soluzione a un problema concreto, aprendo le porte delle scuole al territorio e rendendo finalmente utilizzabili le palestre scolastiche da parte di società e associazioni sportive in tutta Italia.
Questa proposta di legge affronta con concretezza e buonsenso un tema che per noi è cruciale: la diffusione della pratica sportiva come strumento di benessere, educazione e anche inclusione. Lo sport, infatti, non è solo agonismo, competizione: è salute, socialità e crescita personale. Soprattutto per i giovani, lo sport rappresenta una palestra di vita, in cui si apprendono il rispetto delle regole, la disciplina, la capacità di cooperare e di riconoscere il valore dell'impegno. È questo il valore educativo e formativo più autentico della pratica sportiva, che Forza Italia ha sempre sostenuto e promosso come parte integrante delle politiche per i giovani e per la persona.
Il diritto di tutti a praticare sport trova oggi un riconoscimento sempre più ampio, non solo a livello nazionale, ma anche europeo. Le istituzioni dell'Unione europea, a partire dal Trattato di Lisbona, hanno riconosciuto il valore sociale dello sport come strumento di promozione della salute, di integrazione e di cittadinanza attiva.
La Commissione europea ha più volte sottolineato, nelle proprie strategie, l'importanza di incoraggiare la pratica sportiva a tutte le età e in ogni contesto, anche attraverso la cooperazione tra istituzioni, scuole e società civile. Lo sport contribuisce in modo determinante alla salute pubblica. Numerosi studi scientifici dimostrano come la regolare attività fisica riduca il rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche e croniche, migliorando la qualità della vita. Ma vi è anche un effetto più ampio: lo sport aiuta ad adottare stili di vita sani, a prevenire l'isolamento sociale, a rafforzare il benessere psicologico e a migliorare la coesione delle comunità. Promuovere la pratica sportiva significa, dunque, investire nella salute dei cittadini e nella sostenibilità del nostro sistema sanitario.
Il provvedimento, oggi all'esame dell'Aula, va esattamente in questa direzione. La proposta modifica l'articolo 96 del decreto legislativo n. 297 del 1994, stabilendo che le palestre e le strutture sportive degli istituti scolastici possano essere concesse in uso dagli enti locali, al di fuori dell'orario di lezione e delle attività extracurricolari del piano triennale dell'offerta formativa, nonché nei periodi di chiusura estiva delle scuole. Ciò mediante apposite convenzioni con società e associazioni sportive dilettantistiche, senza la necessaria previa acquisizione - prevista, invece, in via ordinaria per l'utilizzo della generalità degli altri spazi scolastici - dell'assenso dei consigli di circolo o di istituto. Questi ultimi dovranno comunicare all'ente locale proprietario degli impianti le attività sportive scolastiche, anche extracurriculari, che comportano un impedimento, anche solo parziale, all'uso degli impianti stessi.
Nel rispetto di un principio di responsabilità, la norma introduce, a carico dei concessionari, l'obbligo di manutenzione delle attrezzature e degli impianti. Si introduce, inoltre, in caso di impianto sportivo da rigenerare, riqualificare e ammodernare, la possibilità per le associazioni e le società sportive senza fini di lucro di presentare all'ente locale, sul cui territorio insiste l'impianto sportivo scolastico, un progetto per la rigenerazione, la riqualificazione o l'ammodernamento dell'impianto stesso. Si crea così un circuito virtuoso tra uso e valorizzazione delle strutture scolastiche.
Consideriamo novità importanti l'introduzione di una semplificazione delle procedure di concessione e la possibilità di stipulare convenzioni che favoriscano l'utilizzo continuativo degli impianti da parte delle realtà sportive del territorio, nel rispetto della sicurezza e della destinazione prioritaria delle strutture all'attività scolastica. Troppo spesso, purtroppo, le palestre scolastiche restano chiuse nei pomeriggi e nei fine settimana, mentre associazioni sportive, famiglie e giovani non trovano spazi adeguati per allenarsi o svolgere attività ricreative. Aprire le scuole allo sport significa restituire valore a un patrimonio pubblico e creare nuove opportunità di aggregazione, inclusione e prevenzione del disagio. Va sottolineato, inoltre, che l'esame in Commissione cultura ha mostrato un clima di ampia condivisione fra tutti i gruppi parlamentari. Nel corso del lavoro, grazie anche al confronto proficuo con il Ministero per lo Sport e i giovani e con il Ministero dell'Istruzione e del merito, sono stati approvati alcuni emendamenti migliorativi, che hanno rafforzato il testo, garantendo maggiore chiarezza sui criteri di utilizzo degli impianti e un coordinamento più efficace tra scuole ed enti territoriali. È un esempio positivo di buon legislatore, una proposta semplice, ma concreta, condivisa e migliorata grazie alla collaborazione tra Parlamento e Governo, che produce effetti reali nella vita delle persone.
Forza Italia considera questa misura coerente con la propria visione di una società che valorizza il merito, promuove la salute e sostiene le reti sociali nel territorio. Rendere lo sport accessibile a tutti, in ogni quartiere, significa costruire una comunità più sana, più coesa e più solidale.
Per queste ragioni, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente a favore della proposta di legge, nella consapevolezza che ogni investimento nello sport è un investimento nel futuro del Paese, nella crescita dei giovani e nel benessere della collettività .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, il progetto di legge in esame ha un obiettivo: quello di favorire una più ampia e funzionale utilizzazione degli impianti sportivi scolastici da parte delle associazioni e delle società sportive del territorio; associazioni sportive del territorio che eroicamente, da anni, consentono ai nostri figli e alle nostre figlie di praticare attività sportiva, soprattutto in un territorio, come quello del Sud, dove c'è penuria di impianti sportivi e, soprattutto, in un Paese come il nostro, l'Italia, che purtroppo è agli ultimi posti per quanto riguarda il tasso di analfabetismo psicomotorio.
Quando penso a queste piccole associazioni, a queste piccole società sportive del territorio mi vengono in mente, ovviamente, quelle del mio paese, quelle che ogni giorno, tra mille sforzi e mille sacrifici, devono fare i conti con la burocrazia degli enti locali. Già, perché, per avere la possibilità di utilizzare una singola e, a volte, anche sgangherata palestra, si devono spendere soldi, giornate, carte da bollo, per poter dare ai nostri figli quello che è un diritto che, grazie anche a questa maggioranza, grazie alla Lega, è diventato un diritto costituzionale, cioè il diritto allo sport.
Mi viene in mente la Scuola & Volley del mio paese, di Altamura; mi viene in mente un'altra associazione che, proprio partendo dalle palestre delle scuole, oggi è arrivata in serie A2 di pallavolo, la Leonessa Volley di Altamura. Quanti campioni hanno iniziato la propria carriera proprio nelle palestre delle scuole medie e delle scuole elementari? E quanti mancati campioni abbiamo avuto perché, magari, in un piccolo comune, il dirigente scolastico o il consiglio di istituto non hanno autorizzato l'utilizzo di una palestra scolastica per qualche associazione?
Ecco vede, Presidente, noi riconosciamo, come gruppo Lega, al collega Berruto il merito di aver intercettato un'esigenza concreta e condivisa. Questa è la dimostrazione che, quando dall'opposizione - non capita spesso, Presidente - arriva qualche proposta giusta e concreta, questa maggioranza ha l'onestà intellettuale di riconoscerla e di portarla avanti, perché, quando si promuove lo sport come strumento educativo, di coesione sociale e di crescita personale, valorizzando al contempo il patrimonio pubblico rappresentato dagli impianti scolastici, noi ci siamo.
Le modifiche che vengono introdotte, indubbiamente, agevolano l'uso degli impianti al di fuori dell'orario scolastico e durante la pausa estiva, semplificando le procedure e incentivando la collaborazione tra le scuole, gli enti locali e le realtà sportive. È un passo avanti nel segno della sussidiarietà e della partecipazione delle comunità territoriali. Apprezziamo, in particolare, l'apertura ai progetti di rigenerazione e ammodernamento degli impianti da parte delle associazioni senza fini di lucro. È senza dubbio un modello virtuoso, che consente di unire la forza dell'iniziativa civica con la responsabilità pubblica degli enti locali, ovviamente nel pieno rispetto dell'interesse collettivo.
Desidero sottolineare come, per il gruppo Lega, lo sport rappresenti un valore fondamentale: non solo pratica fisica, ma veicolo di educazione, disciplina e spirito di squadra, soprattutto rispetto delle regole. È anche grazie a questa convinzione che la Lega si è fatta promotrice della legge che ha ripristinato i Giochi della gioventù nelle scuole: un'iniziativa storica, che ha restituito ai giovani l'opportunità di riscoprire il gusto della sana competizione, del gioco di squadra e dell'appartenenza ai propri territori.
Ricordo, Presidente, anche con piacere, la battaglia della Lega nella passata legislatura per gli insegnanti di educazione motoria. Infatti, con un nostro emendamento riuscimmo in una piccola rivoluzione: in un Paese, come ho detto prima, con un elevato tasso di analfabetismo psicomotorio, l'educazione motoria alla scuola primaria era affidata a laureati in altre discipline; grazie alla Lega, oggi, nella scuola primaria ci sono laureati specializzati in scienze motorie.
Con questo provvedimento - e mi avvio alla conclusione -, cerchiamo di avvicinare i ragazzi ancora di più allo sport, rafforzando il legame tra la scuola e la comunità, utilizzando in modo intelligente e sostenibile le risorse pubbliche disponibili. Per tutte queste ragioni, il gruppo Lega esprime voto favorevole a questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Signor Presidente, signora Sottosegretario, colleghe e colleghi, vorrei cominciare da una parola che in fondo dà senso a tutto quello che facciamo qui dentro: è la parola la città-Stato dell'antica Grecia. è la radice della parola “politica” e fare politica altro non dovrebbe essere che prendersi cura della prendersi cura di quel pezzetto di mondo che ti è stato affidato per restituirlo migliore a chi verrà dopo. La può essere un luogo fisico, geografico, un territorio - il luogo dove sei nato, dove sei arrivato, dove hai deciso di abitare -, ma può essere anche un luogo ideale, magari un'astrazione, dove però ti senti a casa.
E allora non posso oggi non pensare alla pallavolo, che è stata e, credo di poter dire, resterà casa mia. La pallavolo italiana si è sviluppata negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso nelle scuole, quando gli insegnanti di educazione fisica erano anche allenatori di club e quando ragazzi e ragazze andavano in palestra la mattina da studenti e poi, nel pomeriggio, tornavano in quella stessa palestra per imparare la bellezza rivoluzionaria di un gesto unico nel panorama sportivo: l'obbligatorietà del passaggio della palla. Nella pallavolo è proibito fermare il pallone, toccarlo due volte di fila.
Tutto quello che fai in campo dipende in maniera diretta da qualcosa che qualcuno ha fatto prima di te e determinerà qualcosa che qualcun altro farà dopo di te. Nessun campione o campionessa, nella pallavolo, può risolvere una partita da solo o da sola. In questo sport quello che vale è la relazione. L'utopia della pallavolo è nata nelle scuole e oggi, sportivamente parlando, domina il mondo. Per uno di quei curiosi, imprevedibili, mi verrebbe da dire “inallenabili” casi della vita, fra poche ore, oggi pomeriggio, la pallavolo italiana sarà ricevuta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Due miei amici, due miei colleghi commissari tecnici saliranno al Quirinale da campioni del mondo, mentre io non potrei essere più orgoglioso del mio essere qui , perché oggi, in quest'Aula, votiamo, e mi sembra di capire all'unanimità, una proposta di legge, a mia prima firma, che letteralmente cambierà la vita di migliaia di società sportive, non solo di pallavolo, naturalmente, ma di tutte le discipline .
Questo è un provvedimento che parla di palestre scolastiche e del loro utilizzo in orario extracurricolare, ma in realtà parla di un Paese che vuole liberare e far vivere i suoi spazi pubblici, perché ogni palestra scolastica chiusa è una ferita della , è un'occasione mancata di educazione, di salute e di inclusione.
Lo so bene, ci sono città e regioni dove questo problema non esiste, dove la collaborazione tra scuole, comuni e società sportive funziona, ma sono migliaia i casi, in tutta Italia, dove dirigenti scolastici poco illuminati o procedure complesse rendono impossibile, spesso senza una reale motivazione, l'utilizzo delle palestre scolastiche dopo l'orario della scuola.
Per questo motivo tante società sportive hanno chiuso o rischiano di chiudere e migliaia di ragazzi e ragazze sono costretti a spostarsi in impianti lontani oppure a rinunciare allo sport. È proprio a questo che serve il Parlamento e che serviamo noi legislatori, a ridurre le ingiustizie laddove esistono e a costruire strumenti di equità . Oggi finalmente mettiamo fine a quest'anomalia, oggi finalmente mettiamo fine a questa ingiustizia.
E, guardate, parlo il linguaggio dello sport, non quello della politica, e mi rivolgo direttamente ai miei colleghi allenatori e allenatrici, ai tanti dirigenti sportivi, soprattutto di quelle piccole società che combattono da sempre con questo problema: cosa cambia concretamente con questa legge? Cambia il fatto che i proprietari degli edifici scolastici (comuni, province, città metropolitane) tornano in pieno possesso della disponibilità dei loro beni. Le palestre scolastiche, infatti, sono beni pubblici e, come tali, devono servire l'interesse generale e permettere l'esercizio del diritto allo sport, da 2 anni sancito nell'articolo 33 della Costituzione.
Cambia che non sarà più necessario il parere vincolante, spesso immotivato, del consiglio d'istituto o del dirigente scolastico, né quello del consiglio scolastico provinciale, che - lo ricordo - non esiste più, ma che continuava ad essere, per qualcuno, usato come un gigantesco alibi. Le attività scolastiche saranno doverosamente tutelate anche in orario extracurricolare, ma c'è una novità importante: ogni scuola dovrà comunicare a comuni e province, entro il primo giorno del calendario scolastico, l'eventuale occupazione della palestra per attività legate al proprio piano triennale dell'offerta formativa e tutte le ore libere restanti potranno essere concesse dai comuni alle società sportive del territorio secondo le apposite convenzioni.
I conduttori saranno naturalmente, come è giusto che sia, responsabili delle spese di gestione, senza dunque alcun onere per lo Stato, in un modello di corresponsabilità e sussidiarietà nel senso più alto del termine. Cambia il fatto che le società sportive potranno presentare progetti di riqualificazione e ammodernamento delle palestre scolastiche. Se l'ente locale ne riconoscerà l'utilità pubblica, le convenzioni con quelle società potranno, in modo simmetrico rispetto all'investimento di riqualificazione, essere gratuite e di durata non inferiore a 5 anni. Cambia che le palestre scolastiche, finalmente, potranno restare aperte anche d'estate, nei periodi di chiusura della scuola, accogliendo attività per i ragazzi che in quel periodo, essendo liberi dall'impegno scolastico, possono allenarsi di più, ma anche centri estivi o, per esempio, programmi di cultura del movimento per gli 65. Perché una palestra aperta d'estate rappresenta una scuola che non smette di insegnare e di essere centro della comunità, con i suoi valori di educazione, inclusione e benessere.
Tutto ciò è un modo intelligente di far vivere e migliorare il patrimonio pubblico, di prendersene cura. E torniamo sempre lì, alla , perché già nella di 2.500 anni fa esisteva il ginnasio: il luogo dove si allenava tanto il corpo quanto la mente, dove si gareggiava con i muscoli e con la dialettica, dove si insegnavano la filosofia, l'amore per il sapere, e la filoponia, l'amore per la fatica. Eppure, non posso non ricordarlo, il 60 per cento delle scuole italiane non ha una palestra, dato che peggiora ulteriormente nel nostro Mezzogiorno.
È un dato agghiacciante, che racconta di una dignità che lo sport non si è visto riconoscere nell'ambito scolastico. Questa legge non risolve tutto, ma dà un segnale politico fortissimo: dice che dove le palestre ci sono devono essere aperte e usate il più possibile e dove non ci sono devono essere costruite, magari allestendo quei tantissimi spazi aperti di pertinenza delle scuole, come le piastre polivalenti, i cortili, i . Bisogna lavorare per fare quello che non c'è, ma lo sport insegna, prima di tutto, a fare il massimo con quello che hai a disposizione.
C'è una differenza tra politica e politiche, e non è marginale. La politica è il principio, la visione. È stato un momento bellissimo di politica quel 20 settembre 2023, quando in quest'Aula, all'unanimità, stringemmo un patto, modificando l'articolo 33 della Costituzione con il settimo comma, che dice che la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme. Ma se la politica è visione, le politiche sono i gesti concreti che trasformano quella visione in realtà, che semplificano, migliorano la vita dei cittadini, eliminano le ingiustizie.
Questa legislatura ha già visto passi importanti per lo sport fatti insieme: la citata modifica dell'articolo 33, il ripristino dei Giochi della gioventù, il progetto Studente-atleta e la lotta al . Oggi aggiungiamo un altro tassello: le palestre scolastiche aperte e restituite alla comunità. Un provvedimento semplice, ma rivoluzionario, che ci fa tornare ad essere orgogliosi della . Per questo, a nome del gruppo del Partito Democratico, annuncio, anche con un po' di commozione, che il nostro voto sarà favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Perissa. Ne ha facoltà.
MARCO PERISSA(FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghi, bene, oggi ci accingiamo a scrivere un'altra bella pagina di una delle due Aule più importanti della nostra Nazione, quella in cui si scrivono le regole di comune convivenza tra i nostri cittadini. Una proposta che accettiamo con ampio gradimento da parte delle opposizioni, non per questioni di superficie, ma per questioni di profondità. Io ero piccolo, 15 o 16 anni circa, frequentavo i luoghi di Azione Studentesca all'epoca, e già in quegli anni alcune delle nostre riunioni vertevano sulla necessità di cambiare il paradigma percettivo della scuola italiana.
La immaginavamo come un luogo in cui i ragazzi potessero entrare senza sentirsi costretti a farlo, che potessero iniziare a percepirla come qualcosa di diverso da un luogo grigio e del dovere, ma un luogo nel quale, attraverso la crescita della propria mente, coltivare anche la crescita della propria umanità.
Per farlo, per trasformare la percezione che gli studenti avevano e hanno della scuola, immaginavamo che l'apertura pomeridiana delle scuole fosse uno strumento fondamentale. Un'apertura pomeridiana volta chiaramente all'attività di promozione culturale, ricreativa, musicale, sportiva, insomma, extracurricolare, un luogo che potesse diventare edificio, ma soprattutto custode di tutte quelle che sono le attitudini, le passioni e le iniziative delle giovani generazioni.
È un percorso che, a livello legislativo, piano piano si è portato avanti e che ha reso già oggi le scuole italiane qualcosa di leggermente diverso da quello che erano - ahimè il tempo passa - ormai quasi vent'anni fa.
Questa legge noi la interpretiamo e la accogliamo esattamente nel solco di questa idea, nel solco di questa continuità. Un provvedimento semplice, come diceva poco fa il collega Berruto, ma nella semplicità, spesso e volentieri, si ritrova il principio di efficienza e di efficacia.
Ad oggi, il sistema di relazione tra l'associazionismo sportivo, territoriale e il mondo dell'istituzione scolastica è lasciato al miglior offerente, alla sensibilità del consiglio d'istituto. Nel rispetto, ovviamente, della sua autonomia, siamo andati e andiamo oggi a normare un elemento principale. Infatti, sempre nel rispetto dell'autonomia del consiglio, c'è una linea di indirizzo che riteniamo strategica e prioritaria che è quella di offrire alla comunità territoriale i locali adibiti all'ambito sportivo che insistono nelle nostre scuole.
Lo sport - lo hanno detto tutti - è un patrimonio ampiamente condiviso: la riforma costituzionale, che ha elevato i valori intrinsechi dell'attività sportiva, di base e non, a rango costituzionale, è stata sottoscritta e votata da tutte le forze parlamentari.
Eppure, ancora oggi - alcuni colleghi lo hanno detto -, lo sport e soprattutto lo sport di base in Italia vive la necessità di superare alcune barriere di accesso. Sono barriere di accesso architettoniche, lo diceva la collega Piccolotti: sono tanti gli edifici sportivi che non sono ancora accessibili ai diversamente abili; sono barriere di accesso economiche perché, purtroppo, non tutte le famiglie si possono permettere di pagare magari a uno, duo o tre figli l'attività sportiva nei centri sportivi; sono barriere di accesso culturali perché è risaputo e statisticamente provato che è più facile che un figlio di genitori che abbiano praticato sport pratichi sport che non il contrario. C'è da fare anche un grande lavoro su queste famiglie. Inoltre - e questa legge interviene, secondo me, su questa che è una delle principali barriere d'accesso al sistema sportivo italiano - ci sono delle barriere logistiche: la distribuzione dell'offerta territoriale sportiva in Italia non riesce a raggiungere la grande domanda di sport che, invece, è diffusa su tutto il territorio nazionale.
Mettere in campo una legge volta a normare il virtuoso rapporto tra privato e pubblico, tra l'associazione sportiva dilettantistica e l'istituto scolastico, facendo leva anche sul meccanismo della programmazione perché si tratta di assegnazioni che vanno più in là negli anni - elemento, quello della programmazione, che per un'associazione sportiva dilettantistica è essenziale, soprattutto se si trova nelle condizioni di dover affrontare un investimento - e aprire le scuole il pomeriggio per l'attività sportiva e d'estate per i centri estivi - come è stato detto a più riprese e, quindi, su questo non mi ripeterò - dà la possibilità a centinaia di migliaia di persone che in Italia dedicano la loro vita all'attività motoria di base e alla pratica sportiva di liberare le proprie energie, di mettersi in discussione e dice alle nostre scuole che, per lo Stato, questo tipo di attività è una priorità.
Questo credo che sia un elemento di grande novità che - ripeto - accogliamo con grande favore.
Allora, per concludere questa dichiarazione di voto e arrivare alla fine, questa proposta di legge nella sua semplicità non è risolutiva di una serie di problemi strutturali ed endemici che il sistema sportivo vive in Italia ma, come tanti passi già fatti da questo Governo, si aggiunge a quelli come ulteriore passo in quella che noi consideriamo la direzione giusta. Vorrei ricordare che la direzione giusta è quella di tenere presente che lo sport oggi è il migliore strumento per la prevenzione e il superamento di alcuni disagi che affliggono le giovani generazioni.
Portare quanti più ragazzi e ragazze possibile a praticare una sana attività motoria significa tenerli al riparo dalle tantissime devianze che oggi li mettono a rischio . Investire sul sistema sportivo italiano, liberando le energie dei tantissimi operatori del sistema italiano, significa investire sulla protezione e sulla crescita dei nostri figli e delle nostre figlie. Su questo fronte Fratelli d'Italia ci sarà sempre, senza pregiudizi e con grande convinzione. Per questo annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di intervenire per un breve ringraziamento il relatore, deputato Berruto.
MAURO BERRUTO, . Grazie, Presidente. Davvero un breve ringraziamento prima di tutto al mio gruppo, al Partito Democratico che continua a fidarsi nell'affidarmi le politiche per lo sport, a tutti i gruppi e a tutti i colleghi e le colleghe che sono intervenuti a dimostrazione di un iter che è stato davvero condiviso. Un ringraziamento ai Ministri Abodi e Valditara, alla Sottosegretaria Frassinetti che è stata decisiva in un momento molto importante di questo percorso, agli uffici della VII Commissione che hanno accompagnato dall'inizio questo iter, agli uffici legislativi del Ministero per lo sport e i giovani, nella persona della dottoressa Orlando, e del Ministero dell'Istruzione e del merito nella persona del dottor Cerrone, che hanno contribuito a migliorare questo testo, e infine alla Fondazione Sport Italiae che è un gruppo molto eterogeneo dove non ci risparmiamo anche posizioni molto diverse, discussioni molto aspre, ma che, alla fine, riesce sempre ad accompagnare e a raggiungere obiettivi comuni. Grazie a tutti .
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 505-A: "Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, nonché al decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 38, in materia di utilizzazione degli impianti sportivi scolastici da parte delle associazioni o società sportive".
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva all'unanimità .
Si è così conclusa la fase di votazione prevista per la parte antimeridiana della seduta odierna.
Passiamo, dunque, alla discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica le cui votazioni avranno luogo nella parte pomeridiana della seduta, a partire dalle ore 16,30.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 2293, 2029, 2102, 1587 e 1588.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2293: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica della Macedonia, ora Repubblica della Macedonia del Nord, in materia di sicurezza sociale, fatto a Skopje il 25 luglio 2014.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Salvatore Caiata.
SALVATORE CAIATA, Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentanti del Governo, in via generale l'Accordo in esame ha lo scopo di coordinare le legislazioni di sicurezza sociale dei due Paesi al fine di migliorare la condizione dei lavoratori che si spostano da un Paese all'altro. Il testo è composto da 48 articoli, suddivisi in 5 Titoli, e sostituisce una precedente convenzione tra Italia e Jugoslavia che risaliva al 1957.
Il Titolo I individua i campi di applicazione materiale e personale e pone il principio generale di parità di trattamento per le persone a cui l'intesa si applica. Per l'Italia, in particolare, l'Accordo trova applicazione con riguardo all'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla gestione separata dell'assicurazione generale obbligatoria, all'assicurazione per l'indennità di malattia, alle prestazioni familiari, all'assicurazione contro la disoccupazione e ai regimi speciali di assicurazioni per determinate categorie di lavoratori. Dal punto di vista del campo di applicazione personale, l'intesa si applica alle persone che siano, o siano state, soggette alla legislazione di uno o di entrambi gli Stati contraenti, nonché ai loro familiari e superstiti, oltre che ai rifugiati e agli apolidi, assoggettati alle legislazioni di uno o di entrambi gli Stati contraenti, e ai rispettivi familiari e superstiti.
Il Titolo II reca disposizioni sulla legislazione applicabile, stabilendo il principio generale in forza del quale i lavoratori ai quali si applichi la disciplina sono soggetti alla legislazione dello Stato contraente in cui svolgono la loro attività lavorativa, ad eccezione dei casi particolari espressamente contemplati dagli articoli 6 e 7. Ulteriori disposizioni garantiscono l'esportabilità delle prestazioni in denaro a coloro che rientrano nell'ambito di applicazione soggettivo dell'Accordo, la possibilità di ammissione all'assicurazione volontaria e il principio della totalizzazione, ai sensi del quale, ai fini dell'acquisizione, del mantenimento o del recupero del diritto alle prestazioni in denaro o in natura, previste dall'intesa, i periodi di assicurazione o equivalenti, compiuti in virtù della legislazione di uno Stato contraente, sono totalizzati, se necessario, con i periodi di assicurazioni o equivalenti, compiuti ai sensi della legislazione dell'altro Stato contraente, purché non si sovrappongano.
Il Titolo III reca disposizioni particolari relative, tra le altre, alle prestazioni per malattia e maternità, alle pensioni, agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali, alla disoccupazione e alle prestazioni familiari.
Il Titolo IV, relativo a disposizioni diverse, stabilisce, tra l'altro, che le norme di attuazione siano concordate dalle autorità competenti degli Stati contraenti e formalizzate in un'intesa amministrativa. Da ultimo, il Titolo V reca disposizioni transitorie e finali, disciplinando i termini per la decorrenza e l'entrata in vigore dell'Accordo.
Quanto al disegno di legge di ratifica già approvato dal Senato il 5 marzo scorso, esso si compone di quattro articoli. In particolare, l'articolo 3 valuta gli oneri finanziari e dispone la relativa copertura. In conclusione, auspico una rapida approvazione dell'Accordo in esame che si inquadra nell'azione di sostegno del nostro Paese al processo di adesione all'Unione europea dei Paesi dei Balcani e rappresenta un segnale importante nei confronti dei lavoratori macedoni che rappresentano una comunità ben integrata nel nostro Paese e contribuiscono ad arricchirne il tessuto produttivo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, la Sottosegretaria Frassinetti, che si riserva.
Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
Il seguito del dibattito è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2029: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Repubblica del Kosovo per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l'evasione e l'elusione fiscale, con Protocollo, fatta a Pristina il 22 giugno 2021.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
La III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Francesco Mura.
FRANCESCO MURA, Grazie, signor Presidente. Colleghi deputati, rappresentante del Governo, la Convenzione oggetto del disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, risponde all'esigenza di disciplinare in maniera più efficiente ed equilibrata gli aspetti fiscali delle relazioni economiche fra i due Paesi al fine di eliminare il fenomeno della doppia imposizione, di prevenire le evasioni fiscali e di porre gli investitori italiani in una posizione concorrenziale rispetto agli operatori economici di altre nazionalità.
Più nel dettaglio, l'intesa si compone di 30 articoli e di un protocollo. Segue il modello di convenzione fiscale dell'OCSE e trova applicazione nei riguardi delle persone fisiche e giuridiche residenti negli Stati contraenti, limitatamente all'imposizione sui redditi e - per la parte italiana - all'imposta sul reddito delle persone fisiche, all'imposta sul reddito delle società e all'imposta regionale sulle attività produttive. L'Accordo definisce il concetto di residenza, di stabile organizzazione e di utili di impresa, accogliendo il principio generale in base al quale gli utili di impresa sono imponibili nello Stato di residenza dell'impresa stessa, ad eccezione dei redditi prodotti per il tramite di un'organizzazione stabile.
Il testo disciplina quindi le modalità di tassazione dei redditi immobiliari e degli utili derivanti da navigazione marittima e aerea, con riferimento alle imposizioni sui dividendi, sugli interessi, sui canoni e sugli utili di capitale.
Ulteriori disposizioni disciplinano il trattamento fiscale sui redditi dei professionisti, da lavoro subordinato, sui compensi degli amministratori e da attività di artisti e sportivi.
In materia di pensioni la Convenzione prevede in linea di principio la tassazione soltanto nello Stato di residenza del percettore, mentre per le remunerazioni derivanti dallo svolgimento di funzioni pubbliche stabilisce di regola la tassazione nello Stato della fonte.
I successivi articoli dispongono, quindi, un principio di non discriminazione, una procedura amichevole per la risoluzione di eventuali casi di imposizione non conforme alla Convenzione, lo scambio di informazioni fra le autorità per l'applicazione dell'intesa bilaterale, la reciproca assistenza nella riscossione dei crediti di natura tributaria, l'intangibilità dei privilegi fiscali previsti per agenti diplomatici e funzionari consolari e una disposizione obbligatoria antiabuso nei confronti di soggetti che abbiano posto in essere transazioni finalizzate ad ottenere benefici convenzionali. In particolare, l'articolo 3 contiene una clausola di invarianza finanziaria per la quale dall'attuazione della legge di autorizzazione alla ratifica non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
In conclusione, auspico una rapida approvazione del provvedimento in esame che si inquadra nell'impegno dell'Italia a promuovere e sostenere la piena integrazione dei Balcani occidentali nell'Unione europea, su cui c'è l'unanime convergenza delle forze politiche di maggioranza e di opposizione. La Convenzione, infatti, contribuisce al processo di rafforzamento dello Stato di diritto e della pubblica amministrazione in atto in Kosovo, fortemente voluto dalle istituzioni europee.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, la Sottosegretaria Frassinetti, che rinuncia.
Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
Il seguito del dibattito è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2102: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato economico interinale tra il Ghana, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra, fatto a Bruxelles il 28 luglio 2016.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
La III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Giangiacomo Calovini.
GIANGIACOMO CALOVINI, Grazie, Presidente. Sottosegretario, l'Accordo in esame è finalizzato al rafforzamento della cooperazione economica tra Unione europea e Ghana attraverso la progressiva rimozione delle barriere commerciali, anche in vista di un consolidamento della relazione economica e commerciale complessiva dell'Europa con l'intera regione dell'Africa occidentale.
Il Titolo I precisa l'obiettivo di consentire al Ghana un migliore accesso al mercato dell'Unione europea, anche nell'ottica di un più ampio accordo di partenariato economico, promuovendo una graduale integrazione del Paese africano nell'economia mondiale e di rafforzare le relazioni tra le parti.
Il Titolo II definisce, quindi, il termine del partenariato per lo sviluppo, da attuarsi non solo da parte dell'Unione europea, ma tramite il sostegno delle politiche di cooperazione dei singoli Stati membri, nel rispetto dei principi di complementarietà degli aiuti e di efficacia.
Il Titolo III disciplina gli aspetti tecnici relativi al regime commerciale per le merci con riferimento ai dazi doganali e alle misure non tariffarie, agli strumenti di difesa commerciale, al regime doganale e all'agevolazione degli scambi commerciali, agli ostacoli tecnici al commercio e alle misure sanitarie.
Il Titolo IV richiama gli aspetti relativi ai servizi, agli investimenti e alle regole connesse al commercio, impegnando le parti a concludere al più presto un completo Accordo di partenariato economico, mentre il Titolo V disciplina le modalità di prevenzione e risoluzione di eventuali controversie.
Al Titolo VI vengono fissate le clausole di eccezioni generali, fra cui quelle relative alla tutela della pubblica sicurezza, della vita e del patrimonio nazionale, e specifiche in tema di sicurezza e fiscalità. Infine, il Titolo VII reca disposizioni istituzionali, generali e finali, impegnando le parti, tra l'altro, all'esecuzione dell'Accordo anche tramite la creazione di un comitato responsabile dell'amministrazione dei settori coperti dall'intesa.
In conclusione, Presidente, auspico una rapida approvazione del provvedimento in esame, che, oltre ad essere finalizzato a porre le basi di uno sviluppo sostenibile del Paese africano, punta al consolidamento delle relazioni economiche e commerciali complessive dell'Europa con l'intera regione dell'Africa occidentale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire, se lo ritiene, la Sottosegretaria Siracusano, che rinuncia.
Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
Il seguito del dibattito è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1587: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e lo Stato del Qatar, dall'altra, con allegati, fatto a Lussemburgo il 18 ottobre 2021.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Salvatore Caiata.
SALVATORE CAIATAGrazie, Presidente. Il disegno di legge in esame reca l'autorizzazione alla ratifica e all'esecuzione dell'Accordo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e lo Stato del Qatar, dall'altra, con allegati, fatto a Lussemburgo il 18 ottobre 2021.
Il provvedimento, approvato dal Senato il 29 settembre 2023, mira a disciplinare le relazioni aeronautiche tra gli Stati membri dell'Unione europea e il Qatar, prevalendo sugli accordi bilaterali sottoscritti tra i singoli Paesi. A tal fine, introduce condizioni di parità che garantiscano una concorrenza leale e una base per la futura cooperazione su una vasta gamma di questioni legate all'aviazione, tra cui la sicurezza, la protezione e la gestione del traffico aereo.
L'obiettivo è creare un unico mercato del trasporto aereo, caratterizzato da eque opportunità commerciali per i vettori degli Stati parte e da una progressiva convergenza regolamentare, in particolare nei campi della sicurezza, della tutela dei passeggeri, dei lavoratori e dell'ambiente. Occorre sottolineare che si tratta del primo Accordo dell'Unione europea in materia di aviazione con un della regione del Golfo e fa parte del processo definito nella comunicazione della Commissione europea relativa allo sviluppo di un'agenda per la politica estera comunitaria in materia di aviazione.
Venendo al merito, l'intesa, che si compone di 30 articoli, copre tre principali aree di cooperazione: economica, normativa e istituzionale. In primo luogo, sul piano economico stabilisce le norme che regolano il mercato del trasporto aereo tra l'Unione e il Qatar, tra cui: diritti di traffico, che prevedono il diritto illimitato di far volare passeggeri e merci tra l'Unione e il Qatar, dopo un periodo transitorio per i servizi verso Belgio, Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi; norme per garantire una concorrenza equa, vietando discriminazioni, pratiche sleali e sussidi; norme per garantire gli standard di trasparenza finanziaria più elevati; norme per facilitare le attività commerciali, compreso il diritto dei vettori aerei di stabilire liberamente uffici nel territorio dell'altra parte; norme sugli oneri per l'utilizzo di aeroporti, infrastrutture e servizi per la navigazione aerea.
Sul piano della cooperazione normativa, entrambe le parti si impegnano ad accettare reciprocamente i certificati di aeronavigabilità, nonché le licenze; a raggiungere i livelli più elevati in materia di norme di sicurezza aerea; a rispettare e promuovere i principi e i diritti fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro, cooperando sulle questioni lavorative nell'ambito dell'Accordo; a ridurre al minimo gli effetti dell'aviazione sull'ambiente.
In terzo luogo, per quanto concerne la cooperazione istituzionale, ciascuna parte è responsabile di applicare le norme dell'Accordo sul proprio territorio. Un comitato misto, composto da rappresentanti di entrambe le parti, che si riunisce almeno annualmente, è responsabile della gestione dell'intesa e di garantirne la corretta attuazione, se del caso ricorrendo a un meccanismo di risoluzione delle controversie.
Passando al disegno di legge di ratifica, che consta di quattro articoli, mi limito a rilevare che l'articolo 3 prevede una clausola di invarianza finanziaria, per la quale, dall'attuazione della legge di autorizzazione alla ratifica non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria Siracusano non intende intervenire.
Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
Il seguito del dibattito è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1588: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di sede tra la Repubblica italiana e l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo relativo allo stabilimento di un ufficio operativo in Roma, fatto a Roma il 22 novembre 2017, con Dichiarazione interpretativa congiunta fatta a Roma il 1° luglio 2021 e a La Valletta il 13 luglio 2021.
Approfitto per salutare studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo “Alda Merini” di Rieti, che sono in tribuna ad assistere ai nostri lavori . Li ringraziamo e gli auguriamo ogni fortuna.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire, in sostituzione della relatrice, il deputato Paolo Formentini, vicepresidente della Commissione.
PAOLO FORMENTINI, Grazie, Presidente. Il disegno di legge in esame reca l'autorizzazione alla ratifica e all'esecuzione dell'Accordo di sede tra la Repubblica italiana e l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo relativo allo stabilimento di un ufficio operativo in Roma, fatta a Roma il 22 novembre 2017, con Dichiarazione interpretativa congiunta fatta a Roma il 1° luglio 2021 e a La Valletta il 13 luglio 2021.
Il provvedimento, approvato dal Senato il 29 novembre 2023, riprende il contenuto di un disegno di legge analogo della scorsa legislatura, che non ha completato il proprio . In premessa, occorre ricordare che l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo è un'agenzia dell'Unione europea con sede principale a La Valletta ed ha lo scopo di stimolare la cooperazione fra gli Stati membri, di sostenere i Paesi i cui sistemi di asilo e accoglienza siano sottoposti a particolare pressione, nonché di migliorare l'attuazione del sistema europeo comune di asilo. Altri compiti sono quelli di organizzare attività relative alla raccolta, analisi e disponibilità di informazioni sui Paesi di origine delle persone richiedenti protezione internazionale, nonché di agevolare, ove necessario, la ricollocazione dei beneficiari di protezione internazionale all'interno dell'Unione europea.
L'Accordo in esame ha la finalità di garantire il buon funzionamento della struttura operativa che l'Ufficio europeo di sostegno all'asilo ha deciso di aprire a Roma nel contesto del piano operativo per l'Italia, firmato il 21 dicembre 2016 dal direttore esecutivo del medesimo EASO e dai capi dei Dipartimenti della pubblica sicurezza e per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno.
Più nel dettaglio, l'Accordo, che si compone di 16 articoli, riconosce la personalità giuridica dell'Ufficio. Prevede, inoltre, che i costi derivanti dalla disponibilità e dall'utilizzazione dei locali dell'ufficio romano siano a carico dell'EASO. L'Italia s'impegna, tuttavia, a rendere disponibili i servizi pubblici necessari per il suo funzionamento, a condizioni altrettanto favorevoli a quelle concesse alle amministrazioni statali italiane.
Il testo, in linea con quanto generalmente previsto dagli accordi di sede di organizzazioni internazionali, disciplina gli aspetti relativi alla responsabilità del personale, all'inviolabilità e all'immunità dell'ufficio.
In particolare, si dispone che nessun ufficiale, funzionario o persona che eserciti alcuna forma di pubblica autorità in Italia può avere accesso senza il consenso o la richiesta del capo dell'Ufficio, a meno di casi in cui tale consenso sarà presunto per rispondere a situazioni di emergenza. Si riconosce, inoltre, fatte salve le eccezioni espressamente previste, l'immunità da procedimenti giurisdizionali dell'Ufficio e delle sue proprietà, stabilendo che essi non possano essere oggetto di provvedimenti di coercizione senza l'autorizzazione della Corte di giustizia dell'Unione europea.
Ulteriori articoli disciplinano le agevolazioni finanziarie assicurate dall'Italia all'Ufficio; accordano al personale della struttura il regime di privilegi previsto per i dipendenti delle organizzazioni internazionali; regolano le condizioni per consentire lo svolgimento di lavoro autonomo o subordinato ai familiari del personale; dispongono in ordine agli aspetti di sicurezza sociale e di accesso al territorio italiano per il personale; stabiliscono, infine, la gamma dei doveri che gravano sul personale dell'Ufficio in relazione al rispetto delle leggi dello Stato italiano.
Per quanto concerne la dichiarazione interpretativa del luglio 2021, che è parte integrante dell'Accordo, è finalizzata a circostanziare alcuni aspetti di compatibilità dell'Intesa bilaterale con le disposizioni del regolamento (UE) n. 439/2010, istitutivo dell'EASO, in particolare relativi alla figura del capo dell'ufficio operativo in Roma, all'assenza di personalità giuridica separata dell'ufficio medesimo rispetto all'Agenzia nel suo insieme e alle responsabilità per il personale della struttura romana.
Passando al disegno di legge di ratifica, che consta di quattro articoli, mi limito a rilevare che l'articolo 3 prevede una clausola di invarianza finanziaria per la quale dall'attuazione della legge di autorizzazione alla ratifica non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Agli eventuali oneri addizionali derivanti dal meccanismo di risoluzione delle controversie si dovrà fare fronte con apposito provvedimento legislativo.
PRESIDENTE. La rappresentante del Governo, Sottosegretaria Siracusano, rinuncia a intervenire.
Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche. Il seguito del dibattito è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e, a partire dalle ore 16,30, per il seguito della discussione dei disegni di legge di ratifica, con votazioni.
PRESIDENTE. Buon pomeriggio a tutti. La seduta è ripresa.
L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica e il Ministro della Salute.
Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
Vi ricordo, colleghi: un minuto per l'illustrazione, il Ministro ha tre minuti e poi due minuti per la replica. Il microfono comincia a lampeggiare poco prima, io do anche un colpo di campanello, così evitiamo incidenti dal punto di vista lessicale.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bignami ed altri n. 3-02224.
La deputata Kelany ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-02224 , di cui è cofirmataria.
SARA KELANY(FDI). Grazie, Presidente. Ministro, in questi giorni, abbiamo visto il susseguirsi di manifestazioni in cui si sono verificati episodi di violenza; sono state messe a ferro e fuoco le città e soprattutto i centri logistici: porti, aeroporti, strade, nodi autostradali. A questi, si sono sommati episodi esecrabili di antisemitismo. Ecco, due giorni prima della manifestazione, i CARC, una formazione marxista-leninista, avevano diffuso un volantino che chiamava sostanzialmente alla “lotta armata” - tra virgolette -, ma con evidente contenuto eversivo. Ebbene, ci interroghiamo, dunque, se, data anche la sistematicità di questi episodi, esista una strategia comune volta all'eversione e se ci sia il rischio che questi gruppi di sinistra possano aderire anche a formazioni islamiste .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI,. Grazie, Presidente. Sarà l'autorità giudiziaria ad accertare se esista una regia dietro ai disordini verificatisi nei giorni scorsi in occasione di manifestazioni a sostegno della causa palestinese, ma, in ogni caso, le strutture specialistiche del Ministero dell'Interno sono costantemente impegnate nelle attività di analisi e di prevenzione con riguardo a quelle iniziative che rischiano di degenerare in comportamenti violenti e di alimentare ignobili episodi di antisemitismo, ai quali stiamo assistendo. Ed è effettivamente l'alimentazione dell'antisemitismo uno dei problemi principali che si registrano di recente. Dal 7 ottobre 2023 ad oggi, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, che opera presso il Ministero dell'Interno, ha registrato 733 segnalazioni per atti di antisemitismo, di cui 140 a Roma e 86 a Milano, con un fortissimo incremento rispetto al periodo pre-conflitto.
Il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, sempre a partire dal 7 ottobre 2023, ha focalizzato la propria attenzione sulla valutazione dei rischi legati all'acuirsi dell'antisemitismo, grazie alla continua interazione informativa e investigativa tra le Forze di Polizia e le agenzie di . Abbiamo rafforzato pertanto tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti agli obiettivi sensibili riconducibili allo Stato di Israele e incrementato la collaborazione e lo scambio di informazioni con le realtà associative e le istituzioni ebraiche, al fine di garantire un costante monitoraggio dei fattori di rischio e dei possibili bersagli su tutto il territorio nazionale. Come dicevo, rimane massima la nostra vigilanza, in considerazione delle possibili saldature che l'attuale contingenza internazionale rischia di innescare tra tutti gli ambienti interessati a fomentare le tensioni sociali e a cercare fattori aggreganti per elevare il livello dello scontro. Di questa tendenza, sicuramente costituiscono tangibile esempio i comunicati di organizzazioni estremiste, richiamate anche dagli onorevoli interroganti, diffusi il 2 e il 6 ottobre, per invitare le masse, cito virgolettato: “A sostituire il Governo Meloni con un governo partigiano della Palestina libera e che sia di emergenza popolare”.
Io credo sia opportuno evidenziare, ancora una volta, come sia fondamentale - oltre al livello tecnico e operativo di prevenzione e di vigilanza delle Forze di Polizia - l'impegno convinto di tutte le istituzioni, delle forze politiche e delle forze sociali a non sottovalutare l'importanza di mantenere sempre - pur nella contrapposizione naturale della dialettica democratica - toni appropriati e ispirati all'etica della responsabilità.
PRESIDENTE. Il deputato Filini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
FRANCESCO FILINI(FDI). Grazie, Presidente. Grazie Ministro per la risposta, ma soprattutto grazie, anche a nome di Fratelli d'Italia, per l'eccellente lavoro che sta svolgendo sin dall'inizio del suo mandato, ma soprattutto in questa fase molto critica di tensioni sociali, direbbe qualcuno. Io ho un po' di difficoltà ad appellare queste tensioni come tensioni sociali, perché, ringraziando Dio, le cose vanno molto meglio rispetto al passato. Più che di tensioni sociali, oggi parlerei di tensioni ideologiche. Le abbiamo viste purtroppo nelle piazze, quando succedono scontri, quando vengono incendiati i cassonetti, quando vengono spaccate vetrine e quando si usa violenza intollerabile contro gli agenti della pubblica sicurezza a cui va tutta la nostra solidarietà .
Detto ciò, Ministro, siamo preoccupati quando vediamo questi scontri in piazza, siamo preoccupati sia dagli slogan che escono fuori da determinate manifestazioni, sia dalle sortite, come quella dei CARC, questa formazione marxista-leninista che vorrebbe rovesciare addirittura il Governo Meloni. Siamo preoccupati quando si scade nell'antisemitismo e anche quando si utilizzano certi termini in maniera troppo leggera, come, ad esempio, i CARC che vogliono additare gli agenti sionisti; qui, più volte abbiamo sentito , additando i cosiddetti sionisti, come se il sionismo fosse il male di questo secolo. Vorrei ricordare che il sionismo è quel movimento che ha portato alla formazione dello Stato di Israele.
Ecco, siamo molto preoccupati, quando anche esponenti delle opposizioni, con molta , rilanciano cori che dicono “Palestina libera dal fiume al mare” ovvero con la cancellazione dello Stato di Israele.
FRANCESCO FILINI(FDI). Continui il Ministro a fare il suo lavoro. Noi continueremo a denunciare, ancora una volta, i cattivi maestri, perché sono anche loro i fomentatori d'odio .
PRESIDENTE. La deputata Bordonali ha facoltà di illustrare l'interrogazione Iezzi n. 3-02225 di cui è cofirmataria.
SIMONA BORDONALI(LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Piantedosi, il diritto a manifestare è sancito dalla Costituzione e nessuno lo mette in dubbio, ma le manifestazioni pro-Pal che abbiamo visto nell'ultimo periodo sono andate ben oltre. Sono state vere e proprie guerriglie urbane nelle nostre città: migliaia di euro di danni, 150 uomini delle Forze dell'ordine feriti e disagi per la circolazione dei nostri cittadini a seguito dell'occupazione di strade, stazioni e aeroporti.
A giugno del 2025 abbiamo introdotto, nel decreto Sicurezza, il reato di blocco stradale e ferroviario. Quindi, alla luce di tutto ciò, le chiediamo quali azioni vuole porre in essere il Governo per garantire la sicurezza e la legalità in occasione di queste manifestazioni, utilizzando anche le disposizioni introdotte dal decreto Sicurezza, e se non si pensi di introdurre una fideiussione bancaria per chi organizza queste manifestazioni cosicché chi rompe paga .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI,. Grazie, Presidente. Dopo l'attacco terroristico perpetrato da Hamas contro israeliani inermi e la conseguente eccessiva reazione di Israele, le dinamiche della drammatica congiuntura internazionale si ripercuotono sulla sicurezza interna. Come ha detto lei, in questo contesto, la libertà di manifestare, legata alla mobilitazione di solidarietà con il popolo palestinese, è certamente legittima. È stata in più di un'occasione strumentalizzata da gruppi che hanno posto in essere atti di puro e discriminato vandalismo e assalti violenti contro le Forze dell'ordine.
Cito dei dati. Ricordo, a questo proposito, che, dall'inizio dell'anno al 7 ottobre, si sono tenute 8.674 manifestazioni di rilievo e in 242 casi sono state registrate criticità per l'ordine pubblico, con 330 feriti tra le Forze dell'ordine. Nello stesso periodo, rispetto a questo totale di manifestazioni, 2.304 sono state a carattere pacifista, su questi temi, e in 84 casi ci sono stati problemi di ordine pubblico, con 242 feriti tra gli operatori di Polizia, di cui 146 soltanto negli ultimi dieci giorni.
Consentitemi, a questo proposito, di esprimere il pieno apprezzamento, mio e del Governo, per il prezioso e insostituibile lavoro svolto dalle nostre Forze di Polizia , con un rilevante sforzo organizzativo, con migliaia di operatori di Polizia dedicati alle esigenze di ordine pubblico.
In questi contesti, l'obiettivo prioritario è l'azione di contenimento, finora svolta in maniera encomiabile ed essenziale per limitare gli atti di violenza su persone o cose e - consentitemi - anche quello di preservare l'incolumità del personale stesso; all'attività di contenimento però fa sempre seguito un'approfondita attività di indagine delle DIGOS per denunziare all'autorità giudiziaria gli autori dei reati, anche grazie all'ampio materiale video-fotografico utile per identificare i soggetti coinvolti negli episodi di violenza.
A riprova di ciò, le do alcuni dati: nell'anno 2024 sono state 2.069 le persone denunciate, oltre alle 16 arrestate nell'immediatezza delle manifestazioni; quest'anno, nel 2025, le persone denunciate in tutte queste manifestazioni sono 1.460, di cui 20 quelle arrestate nell'immediatezza, ma ci sono altre persone per le quali si sta indagando.
Sono dati che consentono di affermare che non deve in alcun modo passare l'idea che si possano vandalizzare impunemente le nostre città, danneggiando la proprietà pubblica e privata, e mettendo in pericolo l'incolumità dei cittadini. Del resto, è parso evidente come i disordini dei giorni scorsi avessero ben poco a che fare con le sorti del popolo palestinese.
Questo Governo, anche grazie ai più recenti strumenti normativi introdotti, continuerà a garantire l'incolumità dei cittadini e la piena libertà di riunirsi e manifestare pacificamente le proprie idee, senza rinunciare a valutare ogni altra misura in grado di migliorare ulteriormente la cornice di sicurezza in occasione delle manifestazioni di piazza, tra cui quella citata dagli onorevoli interroganti.
PRESIDENTE. La deputata Bordonali ha facoltà di replicare.
SIMONA BORDONALI(LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, come ha ben sottolineato, ci sono state numerosissime manifestazioni per la pace, ma quello a cui abbiamo assistito conferma che spesso la pace viene strumentalizzata, perché in queste manifestazioni, dove tutto viene distrutto, dove uomini delle Forze dell'ordine vengono mandati in ospedale, di pacifismo c'è ben poco. Tramite lei, vogliamo ringraziare tutti gli uomini e le donne delle Forze dell'ordine per l'ottimo lavoro che ogni giorno fanno, a loro rischio e pericolo. E i dati tremendi che lei ci ha dato sugli uomini e le donne delle Forze dell'ordine che sono rimasti feriti in queste occasioni lo confermano.
Mi permetta anche di ringraziare, in particolar modo, e di esprimere la mia totale solidarietà anche al questore di Brescia, il questore Sartori, che è stato, in modo molto vile, attaccato da questi manifestanti poco pacifici a Brescia, a seguito della sua attività, del suo operato e delle indagini che sta mettendo in essere. Quindi, Ministro, continui così e dica ai nostri uomini e alle nostre donne delle Forze dell'ordine che il gruppo della Lega è loro vicino e li ringrazia sempre .
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02226 .
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Ministro, lei sa che con il decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, è stato proibito il transito delle grandi navi da crociera nella laguna di Venezia. Sono stati realizzati approdi provvisori a Marghera, Fusina e Chioggia.
Sulla base di pubblico concorso, sono stati presentati progetti di approdo fuori dalla laguna di Venezia, valutati positivamente dalla commissione di valutazione di impatto ambientale. Voi, invece di procedere alla loro selezione ed attuazione, state valutando altri progetti mastodontici presentati, a mandato pressoché scaduto, dall'ex commissario straordinario per le crociere, presidente dell'Autorità portuale, Di Blasio, lavori che manterrebbero le crociere in laguna e sarebbero devastanti per la laguna stessa .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente. Un grazie agli interroganti. In merito al tema degli approdi crocieristici a Venezia, con riguardo alla realizzazione sia di quelli già operativi nel presente, sia di quelli ipotizzati per il futuro, la loro progettazione deve in ogni caso contemplare i potenziali effetti sull'ambiente in cui essi vengono inseriti.
Com'è noto, il rilascio dell'eventuale autorizzazione per tale infrastruttura avviene a valle dell'esito favorevole della valutazione di impatto ambientale, lo strumento che accoglie tutte le considerazioni di natura ambientale, che è altresì lo specifico ambito di competenza del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica in materia. Al riguardo, è necessario rammentare che la procedura di VIA si configura come un procedimento utile a valutare gli effetti prodotti sull'ambiente da determinati interventi progettuali. Si tratta di un'attività complessa, in quanto si pone l'obiettivo di proteggere la salute e migliorare la qualità della vita, provvedere al mantenimento delle specie, conservare la capacità di riproduzione dell'ecosistema, promuovere uno sviluppo economico sostenibile.
La finalità principale è di stabilire e, conseguentemente, di governare gli effetti sull'ambiente di determinate progettualità in termini di soluzioni più idonee al perseguimento degli evidenziati obiettivi di salvaguardia. La predetta attività valutativa è condotta da un'apposita commissione tecnica che, come previsto dalla normativa vigente, lavora in piena autonomia. Essa svolge un essenziale e complesso segmento istruttorio di un procedimento molto articolato, che vede coinvolti, nel processo decisionale, altri soggetti di natura pubblica e privata. Difatti, nel rispetto della normativa vigente in materia di VIA, la commissione tecnica competente ad esprimere il parere necessario all'adozione del provvedimento finale di VIA, esamina le osservazioni e i pareri trasmessi nel corso del procedimento dall'ente coinvolto o da altri soggetti interessati alla realizzazione del progetto, valutando la compatibilità del progetto con il territorio, l'ambiente e la biodiversità.
Con specifico riferimento ai progetti richiamati dall'interrogante, si rileva che la relativa fase di istruttoria tecnica non risulta ancora conclusa. Allo stato attuale, la commissione tecnica - che, vorrei rammentare, è autonoma e indipendente, sulla quale non posso influenzare, utilizziamo questo termine - è in attesa di ricevere la documentazione integrativa richiesta al proponente in merito, e pertanto non è possibile al momento fornire alcuna indicazione sugli esiti della procedura relativa alla localizzazione dell'infrastruttura citata.
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di replicare.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Ministro, lei sa che il porto di Venezia è destinato a subire gli effetti del cambiamento climatico, in particolare in presenza di continue chiusure del MoSE e, quindi, non si può pensare anche alla soluzione del problema delle navi da crociera, se non con una visione ampia, lunga, di prospettiva. La sua agenda dovrebbe contemplare proprio questo. Io le consiglio di pensare al porto non di imbarcarsi su progetti devastanti, come quelli che sono stati fatti pervenire ultimamente e su cui c'è un'interlocuzione da parte del Ministero. Ma con chi? Anche lei adesso ha detto: ci sono richieste di documentazione. Ma a chi, se il commissario straordinario che sarebbe stato proponente, Di Blasio, è decaduto nel luglio del 2025, con i vice commissari che sarebbero - a mio giudizio - decaduti anche loro, visto la struttura commissariale che è unitaria?
Questi progetti prevedono lo scavo di canali e la costruzione di un al Canale nord, con la movimentazione di 1.800.000 metri cubi di fanghi inquinanti. Solo questo basterebbe, per cosa? Per fare degli approdi dentro la laguna, ancora una volta, nel momento in cui esistono dei progetti già pronti, che potrebbero essere valutati e attuati per la costruzione di approdi , che sarebbero anche una sperimentazione molto interessante a livello mondiale…
LUANA ZANELLA(AVS). …diciamo all'altezza del nostro essere, Venezia e la laguna di Venezia, sito UNESCO, quindi di portata internazionale…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zanella.
LUANA ZANELLA(AVS). Quindi la prego di prendere a cuore questo problema, che non è un problema solo di Venezia, ma è universale .
PRESIDENTE. Il deputato Castiglione ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02227 .
GIUSEPPE CASTIGLIONE(FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, parliamo di ambito territoriale idrico della provincia di Catania. I comuni, nel corso, nell'iter di approvazione del piano d'ambito della provincia di Catania, del piano d'ambito idrico, hanno rilevato e hanno segnalato, anche all'ARERA, gravissime criticità. In questo piano d'ambito e, soprattutto, nell'applicazione delle tariffe al piano d'ambito, ci siamo ritrovati con un aumento sproporzionato di quelle che sono tutte le tariffe di quel settore idrico: addirittura, in alcuni casi, abbiamo un raddoppio delle tariffe che graveranno sui cittadini, si parla anche di una quadruplicazione del costo delle tariffe a carico dei cittadini.
Chiaramente tutto questo - lei si renderà conto, Ministro - va contro i principi della proporzionalità, della gradualità e della trasparenza. Quindi chiedo, Ministro, di poter intervenire, di attivare una vera attività di monitoraggio, per far sì che tutto questo soprattutto possa essere bloccato, l'approvazione di questo piano d'ambito, e non possano gravare sui cittadini costi così elevati, che, chiaramente, non risponderebbero a quel principio di equità e di trasparenza che noi tutti vorremmo attivare .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente, e un grazie all'interrogante. Con riferimento al quesito posto, si rappresenta che il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica effettua una costante attività di monitoraggio sullo stato di attuazione del servizio idrico integrato. In ogni caso, spetta però alla regione la vigilanza sulla corretta redazione del piano d'ambito, ai fini della successiva trasmissione al Ministero, nel rispetto dei principi della legge medesima, nonché delle indicazioni degli strumenti pianificatori, ricordandoci che trattasi anche di regione a statuto speciale.
La del territorio corrispondente alla provincia di Catania risulta attualmente caratterizzata da una fase di consolidamento istituzionale, a seguito del subentro dell'assemblea territoriale idrica di Catania in qualità di ente di governo, avvenuto nel 2017. Il primo intervento è consistito nel censimento delle gestioni esistenti e nella ricostruzione dell'assetto organizzativo del servizio, con la sottoscrizione di convenzioni transitorie, necessarie sia ad avviare la regolazione sia a favorire percorsi di aggregazione. È tuttora in corso il processo di subentro dei servizi idrici etnei alle gestioni preesistenti.
In merito alle tariffe applicate, è necessario rammentare che ARERA, in qualità di ente regolatore del servizio idrico integrato, ha disciplinato il metodo tariffario con un'apposita delibera, valida per il periodo regolatorio 2024-2029. In particolare, è previsto che le determinazioni tariffarie, assunte a livello locale e immediatamente applicabili nello specifico territorio, siano poi trasmesse all'autorità ai fini della verifica della coerenza tra dati ed atti prodotti e i criteri tariffari applicabili. Fino all'approvazione da parte dell'autorità, i gestori del servizio sono quindi tenuti ad applicare le tariffe predisposte dall'ente di governo dell'ambito.
La differenza tra i costi riconosciuti sulla base delle tariffe provvisorie, da un lato, e i costi riconosciuti sulla base dell'approvazione dell'autorità, dall'altro, è oggetto di conguaglio, successivo all'approvazione da parte dell'autorità stessa. Per quanto di competenza del Ministero, si conferma che l'ATI Catania, l'autorità d'ambito di Catania, ha avviato le procedure necessarie per la predisposizione del piano d'ambito e della manovra tariffaria 2024-2029, in conformità agli indirizzi regolatori di ARERA. A tal riguardo, però, si segnala che ad oggi non è ancora stata pubblicata la delibera di approvazione inerente alla determinazione tariffaria per il gestore dei servizi idrici etnei.
PRESIDENTE. Il deputato Castiglione ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE CASTIGLIONE(FI-PPE). Ministro, grazie per la risposta, però, chiaramente, aspettavamo qualcosa in più, perché noi, in provincia di Catania - e lei, da Ministro dell'Ambiente, dovrebbe poter sapere, deve conoscere quella che è la situazione reale - ci troviamo con un privato oggi che non ha i requisiti tecnici, non ha la capacità tecnica, non ha la capacità economica per poter affrontare, per poter gestire il servizio idrico in provincia di Catania. Nel 2010 io avviai la gestione totalmente pubblica del servizio idrico integrato; dopo 24 anni il Consiglio di giustizia amministrativa ha affidato al privato la gestione di questo servizio idrico.
Oggi noi riscontriamo che c'è un piano d'ambito con delle previsioni di investimento abnormi e, soprattutto, non sostenibili da parte del privato. Abbiamo delle previsioni di finanziamento non ragionevoli e, soprattutto, non dettagliate. Abbiamo una incompletezza dei dati tecnici: nel piano d'ambito noi riscontriamo un'incompletezza dei dati tecnici, ma, soprattutto, la mancanza di capacità da parte del privato. C'è anche una mancanza di cronoprogrammi vincolanti e, soprattutto, di strategie per la riduzione delle perdite idriche nella nostra provincia di Catania.
Per quanto riguarda le tariffe, avevo già detto, caro Ministro, che oggi le tariffe sono delle tariffe abnormi, sono delle tariffe che caricano dei costi e, soprattutto, non riescono a fare un'economia di scala, che è quella che si vorrà realizzare quando c'è un soggetto gestore unico. Quindi noi, Ministro, siamo parzialmente soddisfatti della sua risposta. Sappiamo il suo impegno, che interverrà, avvierà un'attività di monitoraggio e di ispezione della situazione della provincia di Catania, perché quella dell'ambito ottimale idrico di Catania è una situazione…
GIUSEPPE CASTIGLIONE(FI-PPE). …veramente particolare.
GIUSEPPE CASTIGLIONE(FI-PPE). Noi, dopo tanti anni, rischiamo di non far decollare un servizio così fondamentale per i cittadini della provincia di Catania.
PRESIDENTE. Il deputato Simiani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02228 .
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il dissesto idrogeologico è un problema annoso. Ormai gli eventi climatici sono diventati una normalità. La Toscana questo lo ha capito, più volte ha cercato di mettere in campo azioni positive, virtuose; infatti, sta gestendo molto bene il territorio e, soprattutto, la messa a terra delle opere pubbliche. Questo però non basta, abbiamo bisogno di più risorse. Ecco perché chiediamo quali iniziative intende adottare il Governo per garantire adeguate risorse finanziarie, accompagnate da misure di semplificazione normative e amministrative.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente, e un grazie agli interroganti. In relazione al tema posto dagli interroganti, si rappresenta che presso il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica è stato attivato un tavolo tecnico con le regioni, con l'obiettivo, tra l'altro, di pervenire all'ottimizzazione degli strumenti di interscambio dei dati in tema di dissesto idrogeologico, oltre che di snellire ulteriormente, ove possibile, le procedure di spesa. Inoltre, l'innovazione operata con il decreto-legge Ambiente, citato dall'interrogante, che ha definito la modalità di alimentazione del repertorio cosiddetto ReNDiS, non costituisce un reale aggravio della procedura prevista.
Difatti, per l'attività di programmazione delle risorse del Ministero messe a disposizione dei presidenti di regione in qualità di commissari straordinari, un apposito DPCM già stabiliva criteri che si basavano sull'utilizzo del ReNDiS, che ormai da 20 anni costituisce lo strumento per la formazione di un quadro unitario a livello nazionale, sistematicamente aggiornato, delle opere e delle risorse impegnate nel campo della difesa del suolo, condiviso tra tutte le amministrazioni che operano nella pianificazione e nell'attuazione degli interventi.
Attraverso ReNDiS è possibile distinguere le risorse in base alle varie fasi di attuazione degli interventi ed è possibile desumere lo scarto tra il totale delle risorse programmate e quelle erogate al soggetto attuatore dell'intervento. Poiché questo dato è l'indice della spesa effettivamente compiuta, si può affermare che al 31 dicembre scorso la regione Toscana ha speso una frazione delle risorse programmate, pari al 27,5 per cento.
Fino a che i presidenti non hanno assunto la qualità di commissari straordinari, la conservazione dei dati riguardava esclusivamente il Ministero dell'Ambiente. Ad oggi, occorre che il versamento dei dati venga tempestivamente assicurato per ogni intervento finanziario da parte dei soggetti a cui è affidata l'attuazione.
Inoltre, non si intravede dalla disposizione neppure un reale aumento della quantità dei dati tecnici, il cui invio spetta alle amministrazioni che attuano gli interventi. Alle regioni compete la mera comunicazione dell'elenco degli interventi finanziati con risorse di diretta competenza.
PRESIDENTE. Il deputato Fossi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Ministro. Non so se lei ha mai visto le immagini dell'alluvione in Toscana. Fate lo scarica barile, ma noi le abbiamo viste e abbiamo visto anche la rabbia, la disperazione di chi, dopo mesi e mesi, aspetta ancora un aiuto che non arriva.
Ministro, siamo a questo punto: l'Italia si allaga e voi tagliate i fondi. Avete tagliato 6 miliardi e mezzo di euro alla lotta contro il dissesto idrogeologico, in un Paese dove il 94,5 per cento dei comuni è a rischio e dove ci sono 636.000 frane attive. È come se un medico vedesse un paziente in pericolo e gli togliesse l'ossigeno.
Non contenti, in modo strumentale - lo dicevano anche le sue parole poco fa -, vi siete spinti oltre: vi siete inventati la favola della Toscana che non spende. La realtà è un'altra: la Toscana spesso ha impegnato quasi il 90 per cento delle risorse ricevute. Ha cantieri aperti ovunque: altro che inerzia! Qui, in Toscana, al contrario del Governo, si lavora.
Cosa resta, però, Ministro, al di là di tutto? Restano le famiglie che hanno perso tutto, restano i ristori che non arrivano, restano i cittadini lasciati soli, le regioni che da anni vi chiedono di semplificare e voi avete aggiunto complicazioni burocratiche.
Ministro, non è la pioggia che uccide, non è la natura la colpevole di questa o quella catastrofe: è la politica che non previene e, a fare disastri, sono i vostri tagli, le vostre scelte, la vostra indifferenza. Dite “prima gli italiani” e vi riempite la bocca, ma quando l'acqua entra nelle loro case, nelle loro fattorie, nelle loro aziende, vi girate dall'altra parte. Avete trovato i soldi per i CPR, ma non per chi ha perso tutto.
Ministro, allora glielo dico con chiarezza, glielo diciamo con chiarezza: ogni volta che un torrente esonderà, ogni volta che una città sarà sommersa, ogni volta che un agricoltore perderà il frutto del proprio lavoro, non permettetevi più di dire che è colpa della natura, che si è trattato di una semplice calamità: la colpa sarà solo vostra, perché chi taglia sulla prevenzione, condanna il Paese a contare i danni o, peggio ancora, i morti .
PRESIDENTE. La deputata Grippo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02229 .
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro, oggi la interroghiamo in merito alla gravissima crisi che riguarda i medici di base nel nostro Paese.
Secondo i dati più recenti, in Italia mancano oltre 5.500 medici di medicina di base e oltre 20.000 andranno in pensione nel prossimo decennio, lasciando tantissimi cittadini senza il primo livello di assistenza. L'allarme è ancora più grande se si pensa che il 77 per cento dei medici di famiglia ha più di 54 anni e che il massimale di 1.500 assistiti, che sarebbe il tetto per ogni medico, è superato da più del 50 per cento dei medici in tutte le regioni d'Italia e il rapporto in Italia è il 68,1 per cento…
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Concludo, per chiederle come intende implementare l'assunzione di nuovi medici, garantendo il diritto alla salute dei cittadini.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Grippo per questa interrogazione che mette sul tavolo un problema che non stiamo ignorando: la crisi della medicina generale in Italia.
I numeri che avete citato sono corretti e preoccupanti. È vero che abbiamo meno medici di famiglia di Francia e Spagna, questo è un dato di fatto. Lasciatemelo dire chiaramente: questo problema è il frutto di sottovalutazioni.
Dateci atto del cambiamento di metodo. Portiamo dei numeri concreti su quello che stiamo facendo. Con il PNRR abbiamo finanziato 2.709 borse di studio aggiuntive, abbiamo raddoppiato il numero di borse per il triennio da 1.400 a 2.900, tra i cicli formativi triennali completamente finanziati fino al 2026. Questi non sono palliativi, sono investimenti strutturali sul futuro. Ma nell'attesa che questi medici completino la loro formazione e prendano servizio, non potevamo restare fermi. Abbiamo introdotto misure ponte immediate: con il decreto-legge n. 202 del 2024 abbiamo reso stabile la possibilità, per i laureati in medicina e chirurgia abilitati e iscritti al corso di formazione in medicina generale, di partecipare all'assegnazione di incarichi. Significa che possiamo utilizzare i professionisti qualificati anche durante la loro formazione. Con il decreto-legge n. 25 del 2025 abbiamo consentito ai medici convenzionati di rimanere in servizio volontariamente fino a 72 anni. Non imponiamo nulla, offriamo la possibilità, a chi vuole, di continuare a farlo. Questo garantisce continuità assistenziale, mentre costruiamo una soluzione definitiva.
Arrivo qui al punto centrale: quello che ritengo il più importante. La vera questione non è solo numerica, è vocazionale. Per troppo tempo la medicina generale è stata percepita come una professione di serie B, meno prestigio delle specializzazioni ospedaliere, meno riconoscimento economico, meno attrattività per i giovani. Le borse di studio per la formazione in medicina generale sono inferiori a quelle degli specializzandi e ospedalieri. Come possiamo poi stupirci se i migliori talenti scelgano altre strade? Non possiamo continuare a ignorare questo elefante nella stanza.
La medicina generale deve tornare a essere una scelta di valore e non un mero ripiego. Per questo, ho proposto - e il Consiglio dei Ministri ha approvato - un disegno di legge delega che punta a rivoluzionare il sistema delle professioni sanitarie. Stiamo riformando la professione del medico di medicina generale per il futuro. Tra le misure previste, infatti, c'è la rimodulazione completa del percorso formativo: vogliamo renderlo più attrattivo economicamente, più integrato con i percorsi universitari, più valorizzato professionalmente. Vogliamo che i giovani medici scelgano la medicina generale per vocazione e non per necessità: questo è il nostro piano.
Vorrei poi ricordare che i bandi sono regionali, le regioni devono fare la loro parte nella programmazione. I cittadini aspettano risposte. Preferiamo costruire soluzioni solide piuttosto che annunciare miracoli che svaniscono dopo le elezioni. La medicina generale è il pilastro dell'assistenza territoriale; restituirle dignità, attrattività e prospettiva non è un solo obiettivo, è il nostro dovere verso le future generazioni di medici e di pazienti.
PRESIDENTE. La deputata Grippo ha facoltà di replicare per due minuti.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Ministro. In parte fa piacere che lei abbia condiviso e colto l'analisi e, per stare alla metafora dell'argomento che trattiamo, abbia in qualche modo identificato il male.
Sulla cura abbiamo qualche perplessità, ma semplicemente perché governate da tre anni e purtroppo questa esigenza dei cittadini non può aspettare ulteriormente. È bene aver previsto ulteriori borse di studio, ma ci sembra che le iniziative intraprese fino a questo punto siano più sbilanciate nel prolungare l'età pensionabile, mantenere i medici più grandi - i quali, per carità, finché rimangono, ben vengano -, invece che davvero attrarre i nuovi medici e rendere la medicina generale un'attività interessante e competitiva.
Il medico di base è forse il medico più importante per le persone, specialmente con una popolazione che invecchia e con le cronicità che diventano vita di ognuno di noi. Servirebbe dare degli incentivi e non rendere così poco utile e interessante per i medici poterlo fare. Sarebbe importante che i corsi non durassero tre anni, sarebbe importante anche rispetto ad altre discipline. Questo però dobbiamo farlo oggi: il diritto alla salute esiste oggi. Noi quindi prendiamo per buone le intenzioni che lei ci ha rappresentato, però ci aspettiamo che tutto questo venga implementato prestissimo, perché il diritto alla salute delle persone non può aspettare .
PRESIDENTE. La deputata Maria Chiara Gadda, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Signor Ministro, in Italia 834.000 donne convivono con un tumore al seno, che è la neoplasia più diffusa. Nel 2023 ci sono stati addirittura oltre 55.000 casi in più, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. Eppure il programma nazionale di oncologico gratuito continua a tenere le fasce d'età, appunto per il sistema gratuito, tra i 50 e i 69 anni. In un Servizio sanitario nazionale sempre più in crisi la prevenzione è davvero il fanalino di coda.
Come gruppo di Italia Viva, quindi, noi le chiediamo, Ministro, concretamente cosa intendete fare per potenziare la prevenzione oncologica e, in particolare, quella mammografica, e soprattutto una risposta chiara sul fatto se intendete o meno modificare le fasce di età per accedere al servizio gratuito di prevenzione.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante per questo tema che mi sta particolarmente a cuore: prevenzione oncologica, in particolare lo mammografico. Voglio essere chiaro sin da subito: l'estensione dello mammografico alle fasce 45-49 e 70-74 anni è un obiettivo prioritario di questo Ministero che è stato messo nella proposta della prossima legge di bilancio. Partiamo, però, anche dai dati sulla spesa in prevenzione che avete citato: è vero che nel 2023 si è registrata una contrazione; quel dato fotografa la transizione pandemia, quando molte risorse, mobilitate per l'emergenza, sono fisiologicamente rientrate.
Cito il Piano oncologico nazionale 2023-2027, che è uno strumento operativo con risorse dedicate: 10 milioni di euro per ciascun anno, dal 2023 al 2027, destinato al potenziamento delle strategie per prevenzione, diagnosi, cura e assistenza oncologica. Con il decreto dell'8 novembre 2023, abbiamo ripartito queste risorse alle regioni, che hanno individuato le loro priorità strategiche.
Veniamo, poi, al punto specifico: l'estensione dello mammografico. Le vostre proposte hanno contribuito al dibattito parlamentare: la mozione alla Camera del 17 settembre 2024, approvata all'unanimità, è stata un punto di svolta. Il confronto parlamentare funziona quando è costruttivo e questo è un esempio virtuoso. Ecco cosa abbiamo fatto concretamente con il decreto-legge n. 202 del 2024: abbiamo autorizzato risorse specifiche per il 2025 e per il 2026, per l'avvio di progetti pilota di rafforzamento ed estensione degli nelle fasce 45-50 e 70-74. Non stiamo perdendo tempo, vogliamo premiare chi fa e sosteniamo anche chi è in ritardo. Qui devo essere onesto su una reale criticità: l'analisi dei dati dell'Osservatorio nazionale , pubblicati nel 2024, mostra un'applicazione eterogenea a livello territoriale; alcune regioni virtuose hanno già esteso lo altre non hanno ancora implementato l'estensione. Non possiamo, però, imporre dall'alto ciò che poi non sarebbe garantito nel concreto.
Le stesse raccomandazioni europee del 2022 parlano chiaro: estensione alle fasce 45-49 e 70-74 anni sulla base di valutazioni di costo-efficacia e della capacità organizzativa dei singoli sistemi sanitari. Vogliamo estendere lo in maniera corretta, non farlo in fretta. Prima di estendere le fasce, dobbiamo anche migliorare, però, l'adesione di quelle esistenti. Il Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 ha posto, tra gli obiettivi centrali, il rafforzamento della prevenzione oncologica. Stiamo traducendo quegli obiettivi in azioni concrete, con un approccio pragmatico: partiamo dalle regioni con capacità organizzativa più adeguata, per implementare i progetti pilota, documentiamo le buone pratiche e sosteniamo le altre nell'adeguamento progressivo.
Il Ministero sta lavorando in stretto coordinamento con le strutture tecniche e con tutte le regioni per armonizzare l'offerta sul territorio nazionale. Diminuire le diseguaglianze e rafforzare la diagnosi precoce con risorse, decreti attuativi, meccanismi premiali e progetti concreti. L'obiettivo è lo stesso che avete indicato voi: garantire a tutte le donne, ovunque vivano, pari accesso ai programmi di diagnosi precoce che siano di qualità.
PRESIDENTE. L'onorevole Gadda ha facoltà di replicare.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Ha detto il vero: Italia Viva è sempre stata su questo tema, così come su tanti altri, un partito propositivo, perché noi vogliamo l'interesse dei cittadini e soprattutto delle cittadine.
Il punto è che questa nostra dimensione propositiva non ha incontrato nella concretezza, nella realtà, il mantenimento di alcune promesse che erano state fatte: addirittura, un piccolo emendamento sulla sperimentazione, che avevamo presentato in legge di bilancio, l'anno scorso, da 6 milioni di euro, passato, poi è stato cancellato nell'arrivo in Aula. Quindi, io prendo per vere le sue parole, le voglio credere e vorrò vedere se queste richieste, che voi avete fatto in maggioranza e nel Consiglio dei ministri, arriveranno davvero nella prossima legge di bilancio, perché, vede, la Presidente del Consiglio Meloni dice che sono stati aggiunti più di 11 miliardi in sanità, peccato che più di 13 si siano bruciati tra inflazione e costi energetici. La spesa privata, quello che i cittadini tirano fuori dalle proprie tasche per curarsi, è esplosa, sta superando i 4,5 miliardi e, quindi, a pagare sono più di 5 milioni e mezzo di persone che non hanno le risorse, che non hanno la capacità di pagare da sé le spese, tantomeno quelle di prevenzione. Quindi, io chiedo davvero un impegno vero. La politica si deve dare le priorità.
Un Paese che non sa darsi come priorità la riorganizzazione del sistema sanitario… È vero che le regioni lavorano su questi temi a macchia di leopardo, però c'è la politica, la politica nazionale. E rivedere l'impostazione del nostro sistema sanitario in un'ottica di pari accesso e di pari opportunità, non può che essere la prospettiva, altrimenti il nostro Paese sarà sempre più fragile e lo pagheranno le persone più fragili.
Quindi, Ministro, meno conferenze stampa. I numeri sono, purtroppo, un elemento molto chiaro, i numeri sono lì, da vedere, e oggi è il tempo delle scelte.
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02231 di cui è cofirmataria.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, siamo a parlare di salute, ricordando l'articolo 32 della Costituzione, e, nello specifico, oggi, della salute mentale, che si configura come una priorità ineludibile, una sfida della sanità, anche lei così l'ha definita. Si sta avvicinando il 10 ottobre, Giornata mondiale della salute mentale. In queste ore, in questi giorni, si rincorrono i dati e quelli regionali parlano di una situazione preoccupante: gli accessi nei reparti di neuropsichiatria infantile e adolescenziale, con casi di autolesionismo, tentati suicidi, abuso di farmaci.
L'ultima legge di bilancio ha stanziato finanziamenti importanti: il psicologico, il Fondo per il sostegno psicologico nelle scuole. Lei ha tracciato il nuovo Piano nazionale per la salute mentale, che era atteso da 13 anni. Le chiediamo, pertanto, quali ulteriori iniziative intenda assumere per promuovere interventi a tutela della salute mentale, in particolare in riferimento alla situazione dei giovani, per rafforzare la prevenzione e…
PRESIDENTE. È finito il tempo, ahimè! Avendo un minuto…
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Ringrazio l'onorevole Cavo e tutti i colleghi di Noi Moderati per questa interrogazione, che mi permette di illustrare un lavoro del quale siamo orgogliosi. Finalmente la salute mentale dei giovani è una priorità nazionale, non più un tema marginale.
Come dichiarato pochi giorni fa, la grande sfida della nostra epoca è la salute mentale. Non è retorica, è la constatazione di un'emergenza silenziosa che sta attraversando le giovani generazioni. I numeri sono allarmanti: 1 adolescente su 7, tra i 10 e i 19 anni, soffre di disturbi mentali, spesso non riconosciuti; il suicidio è la terza causa di morte tra i 15 e i 29 anni.
Non possiamo più voltarci dall'altra parte. Per questo abbiamo completato il Piano nazionale per la salute mentale, atteso da quasi 13 anni, che è ora all'attenzione della Conferenza Stato-regioni. Non è un atto dovuto, è un cambio di paradigma. Vogliamo potenziare diagnosi precoci, rafforzare la neuropsichiatria infantile, garantire multidisciplinari che coinvolgano famiglie, scuole e istituzioni locali, perché sta qui il punto fondamentale: la salute mentale non è una sola questione sanitaria.
Le nostre politiche devono essere multisettoriali: sanità, scuola, famiglia, territorio, tutti devono collaborare. È questo che stiamo facendo concretamente. Con il programma CCM 2024, abbiamo finanziato progetti specifici sull'intercettazione precoce di adolescenti con comportamenti autolesivi, utilizzando tecnologie digitali, intelligenza artificiale e abbiamo realizzato una mappa geolocalizzata dei servizi per i disturbi dell'alimentazione; grazie al sostegno della maggioranza, con la legge n. 207 del 2024, abbiamo rifinanziato il psicologico e istituito il Fondo per il sostegno psicologico nelle scuole. Investiamo dove serve: nelle scuole, dove vivono i ragazzi. Abbiamo stipulato protocolli con UNICEF e con l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, per monitorare il benessere psicofisico dei minori e condividere competenze. Non lavoriamo in solitudine, costruiamo reti. Tra due giorni, il 10 ottobre, celebreremo la Giornata mondiale della salute mentale. Quest'anno assume un significato particolare, perché coincide con un momento in cui stiamo passando da dichiarazione a fatti, ma la vera battaglia è culturale: normalizzare la richiesta di aiuto, abbattere lo stigma, costituire una cultura della prevenzione che parta dalle scuole e dalle famiglie. Vogliamo che un ragazzo che soffre non si senta sbagliato, ma compreso e che chiedere aiuto non sia debolezza, ma coraggio. Come recita l'articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto” La salute mentale è salute, non è una questione di serie B, non è un . Questo Governo ha fatto una scelta precisa: investire sulla salute mentale dei giovani con piani pluriennali, progetti innovativi, risorse dedicate, perché ogni adolescente che non ce la fa è una sconfitta di tutti noi e ogni ragazzo che riusciamo ad aiutare in tempo è una vittoria per tutta l'Italia.
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di replicare.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, per questa risposta che, ovviamente, ci soddisfa per l'impostazione complessiva, per aver ascoltato che questo non è un tema marginale e che non possiamo voltarci dall'altra parte.
È un tema attuale, anche in vista del 10 ottobre. Emergono dati, ancora oggi la Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza ci dice che un nostro giovane su cinque, un ragazzo su cinque è affetto da questi problemi di salute mentale, e, ovviamente, sono dati da cui non possiamo sfuggire. Il piano che lei ha impostato è un piano molto chiaro, e la ringraziamo, ovviamente, per aver posto anche fine a una lacuna che avevamo. Diagnosi precoce, rafforzamento delle neuropsichiatrie infantili ed multidisciplinari sono ovviamente tutte tematiche che si intrecciano e che sono alla base di un piano in cui crediamo, che seguiremo insieme a lei, insieme ai finanziamenti che sono stati stanziati e rinnovati per il psicologico, i 18,5 milioni che sono attesi anche per il 2026.
Condividiamo tutta l'impostazione, che è un'impostazione molto chiara e solida, per affrontare quella che non possiamo tacere essere un'emergenza. Ha fatto anche riferimento al tema dello stigma: era quello che cercavo di dire - poi era scaduto il tempo in chiusura della mia illustrazione - e anche che cosa fare per evitare la stigmatizzazione dei giovani che hanno difficoltà. E quello che lei ci ha detto, che la richiesta di aiuto non deve essere ritenuta debolezza, ma coraggio, è qualcosa che condividiamo. Seguiremo insieme a lei, Ministro, l'attuazione del piano, provando a dare suggerimenti quando necessario e condividendone l'impostazione di base .
PRESIDENTE. La deputata Marianna Ricciardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02232 .
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Ministro, ormai tre mesi fa, il 25 giugno, ha annunciato la partenza, in diretta TV, della Piattaforma nazionale delle liste di attesa. Io sono andata a vedere questa Piattaforma e ho visto dei dati impressionanti: un giorno di attesa per una visita oculistica urgente, un giorno per una visita cardiologica urgente, due giorni per una visita dermatologica urgente. Ora, questi sono dei dati impressionanti, assurdi, verrebbe da dire, ma sono dei dati molto lontani dalla realtà che vivono milioni di italiani e di italiane.
Voglio ricordare che sono 6 milioni le persone che quest'anno hanno dichiarato di avere rinunciato alle cure proprio per le liste di attesa, un milione e mezzo in più rispetto all'anno precedente. Quindi, con questa interrogazione, chiediamo di sapere, Ministro, con quali criteri e quali sono i metodi che hanno portato a elaborare questi dati sulla Piattaforma nazionale delle liste di attesa .
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Presidente, onorevole Ricciardi, colleghi interroganti, il quesito mi permette di chiarire un aspetto fondamentale: per la prima volta, nella storia del nostro Servizio sanitario nazionale, affrontiamo il problema delle liste di attesa con approccio strutturale. Per decenni abbiamo avuto monitoraggi sporadici, rilevazioni fotografie parziali. Noi abbiamo scelto un'altra strada: comprendere il fenomeno nella sua complessità reale per poterlo governare davvero. Facciamo però un passo indietro: il Titolo V della Costituzione attribuisce alle regioni ampia autonomia nella gestione della salute, compresa l'organizzazione dei CUP e delle modalità di prenotazione.
Questo significa che abbiamo 21 sistemi diversi, 21 modi diversi di raccogliere e trasmettere i dati. I dati a cui lei si riferisce sono quelli che riceviamo dalle regioni. Da molti mesi lavoriamo con Agenas per uniformare e sincronizzare questi sistemi. Abbiamo introdotto l'obbligo del CUP unificato. Alcune regioni virtuose, come Lazio e Basilicata, già trasmettono dati in tempo reale. È un processo complesso, che richiede investimenti tecnologici e cambiamenti organizzativi profondi.
La Piattaforma è operativa e il monitoraggio ci sta permettendo di intervenire, nel rispetto delle autonomie regionali, in tutte le situazioni in cui rileviamo squilibri. Durante questo lavoro di monitoraggio abbiamo scoperto situazioni che definirei indegne: più di 100 ospedali pubblici in tutta Italia che, per disorganizzazione e mancato controllo, operano di fatto come strutture private. Stiamo intensificando i controlli e le ispezioni. A molti piacerebbe che andassimo in piazza a mettere alla gogna, magari, i dirigenti medici che abusano della libera professione, oppure vorrebbero che pubblicassimo rapporti allarmistici per agitare lo sdegno popolare. Non è questa la nostra scelta.
Abbiamo deciso di evitare strumentalizzazioni che offuscherebbero le tante buone pratiche e le strutture che funzionano bene, i tantissimi medici che ogni giorno lavorano con dedizione per il bene dei cittadini. E sul tema della pubblicazione dei dati pubblicheremo tutto, ma solo quando i dati saranno sistematici, precisi e incontrovertibili. Ci sono regioni che hanno compreso come il fine del monitoraggio non sia fare classifiche, ma utilizzare le risorse economiche e umane in modo consapevole ed efficace.
Arrivo a un punto importante: non siamo noi a voler nascondere i dati, sono le regioni stesse che ci hanno chiesto prudenza. Lo scorso 10 luglio la commissione salute della Conferenza Stato-regioni ci ha formalmente chiesto che la pubblicazione dei risultati sui tempi di attesa sia resa disponibile ai cittadini solo successivamente alla definitiva condivisione dei contenuti. Le liste di attesa sono un problema serio, che richiede soluzioni serie e non polemiche. Per questo sto incontrando personalmente i presidenti di regione e gli assessori alla salute, per confronti operativi sui problemi concreti.
Il Piano nazionale di governo delle liste di attesa 2025-2027 è uno strumento di lavoro che ci permetterà finalmente di avere un quadro completo, di intervenire chirurgicamente sulle criticità, di premiare le eccellenze e correggere le inefficienze. I dati iniziano a darci ragione: l'ultimo monitoraggio ci dice che le sulla diagnostica sono aumentate mediamente del 13 per cento; ci sono oltre mille strutture su tutto il territorio nazionale che hanno aumentato le prestazioni di oltre il 20 per cento. Il nostro obiettivo è uno solo: abbattere le liste di attesa e i tempi di attesa per i nostri cittadini. E lo faremo con metodo, rigore e vera trasparenza, quella dei dati affidabili, non quella di polemiche sterili.
PRESIDENTE. La deputata Marianna Ricciardi ha facoltà di replicare.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Ministro, lei però non ha risposto all'interrogazione. Noi nell'interrogazione chiedevamo di sapere perché i dati sono la somma delle prenotazioni fatte con il pubblico con quelle fatte in privato . Questa era una domanda semplicissima . Io vorrei capire perché questi dati sono stati sommati. Non mi interessa nulla di conoscere i tempi di attesa del privato già lo so che sono tempi molto brevi. Io voglio conoscere i tempi di attesa del pubblico, e questo dato sulla Piattaforma non c'è, c'è la somma di queste prenotazioni.
Ma poi lei mi parlava, giustamente, perché la sanità è gestita anche a livello regionale, di 21 regioni diverse e 21 sistemi diversi. Ma allora perché la Piattaforma è nazionale? Nel senso, se in Calabria ci vogliono 8 mesi per fare una visita cardiologica e in Veneto ci vuole un mese, a me, al cittadino che ci sente a casa, a cosa serve sapere la media del dato nazionale , che ci vogliono 3 mesi per fare una visita, quando poi nella sua regione aspetta 8 mesi? È chiaro che questa Piattaforma, ad oggi, non serve a nulla.
Ma poi, soprattutto, perché 3 mesi fa ha annunciato che la Piattaforma partiva, quando poi mi sta dicendo adesso che questa Piattaforma non serve a nulla perché i dati che arrivano dalle regioni non arrivano? Allora, a questo punto, era meglio non farla partire proprio la Piattaforma, perché io vado a leggere dei dati che poi non corrispondono alla realtà. Qui bisogna fare, anzitutto, un'operazione di trasparenza. Ma poi voglio aggiungere un'altra cosa: nel momento in cui abbiamo presentato l'interrogazione ieri, io oggi ho notato delle modifiche alla Piattaforma. Avevo gli che dimostrano proprio com'era la Piattaforma prima e com'è adesso, dopo che è stata fatta questa modifica.
Io veramente non capisco. Vorrei avere contezza della realtà in cui versa il Servizio sanitario nazionale, proprio per capire come funzionano le liste di attesa e per rendermi davvero conto, perché non bisogna fare un'operazione soltanto sulla carta. È la realtà che bisogna vedere, e la realtà ci dice che la situazione è drammatica. E poi io non me la prenderei con i medici: non ci troviamo con i dati sull'e andiamo a dare la colpa ai medici e al nostro personale, che già fa degli sforzi enormi. Qui ci vuole un'operazione verità e ci vogliono i dati concreti. Questa Piattaforma, ad oggi, è inservibile e non ci dà il quadro concreto della realtà. La realtà ci dice che le persone rinunciano a curarsi.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). E questa realtà bisogna affrontarla, anche concretamente e urgentemente .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,30 con votazioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta in corso.
PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza nella riunione odierna ha preso in esame l'episodio accaduto nel corso della seduta dell'Assemblea del 16 settembre 2025, verificatosi nella giornata del 18 settembre.
Al riguardo, visti gli articoli 12 e 60, comma 3, del Regolamento della Camera dei deputati, l'Ufficio di Presidenza ha deliberato di irrogare all'onorevole Donno la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di 4 (quattro) giorni di seduta con decorrenza immediata … Colleghi, per favore! Invito, quindi, l'onorevole Donno : “Fuori!”… onorevole Donno se è presente in Aula, come è presente, ad allontanarsi dalla stessa… onorevole Donno, onorevole Donno, mi scusi… onorevole Donno : “Fuori!”… colleghi, per favore… colleghi! Onorevole Donno, se per favore, può allontanarsi dall'Aula.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 60, comma 3, del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione.
Onorevole Donno, lei, per cortesia, dovrebbe lasciare l'Aula, altrimenti non possiamo andare avanti Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Alifano, ho visto che lei chiede la parola. Io ho intanto una richiesta sull'ordine dei lavori. Se dovesse essere legato a quello di cui abbiamo appena discusso, le ricordo che in nessun caso - ripeto - in nessun caso ciò che è deliberato dall'Ufficio di Presidenza può essere oggetto di discussione in Aula. Quindi, se deve intervenire su altro, ovviamente le do la parola. Su questo, non può. Prego, onorevole. Mi faccia sentire se è sul Regolamento o su cos'è. Mi dica.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente, è un intervento sull'ordine dei lavori sul rispetto del Regolamento, che dovrebbe governare i lavori di questa Camera. Ecco, è collegato al tema, ma non pertiene direttamente al tema che adesso è stato affrontato e a cui io spero il mio gruppo riuscirà a dare una risposta concreta. Non voglio dilungarmi perché potrei urtare plurime suscettibilità. Però, signor Presidente, noi del MoVimento 5 Stelle siamo in attesa di una risposta in relazione a qualcosa che, a mio avviso, è ben più grave. È una denuncia che è stata sporta dal collega Colucci che io credo sia di una gravità estremamente superiore, perché pertiene anche all'utilizzo spropositato, anzi, all'utilizzo del danaro pubblico in modo assolutamente fuorviante rispetto agli obiettivi che, invece, dovrebbero essere dati. Mi riferisco, per l'appunto, al fatto che ci sono alcuni deputati che votano per altri, per altri che sono assenti.
Credo che questo tema dovrebbe essere affrontato dall'Ufficio di Presidenza in modo molto più pregnante rispetto a un evento che è accaduto - eravamo, bene o male, tutti quanti testimoni - e che ha visto penalizzato un collega che, nel caso di specie, nulla aveva fatto. Ci ritroviamo, ancora una volta, ad avere un'oppressione nei confronti dell'opposizione, un mancato riconoscimento dei propri diritti e una presa di posizione arrogante su questioni che, invece, dovrebbero riguardare tutti noi che sediamo in quest'Aula. Dico una presa di posizione arrogante da parte della maggioranza, che ha solo la forza dei numeri, ma non ha la forza del ragionamento .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Alifano. Io riporto quanto lei mi ha detto rispetto al caso segnalato dall'onorevole Colucci, ne farò ovviamente parola al Presidente della Camera.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Alleanza Verdi Sinistra chiede un'informativa urgente al Ministro Salvini. Lo vogliamo qui, in Aula, a parlare di casa, di piani casa, di emergenza abitativa, anche insieme, se lo ritiene, con la Ministra Calderone. Questa mattina, a Sesto San Giovanni, un uomo di 71 anni si è tolto la vita. Letterio Buonomo si è lanciato dal balcone di casa mentre sotto arrivavano l'ufficiale giudiziario e il suo avvocato. Era in corso un'operazione di sfratto, una delle tante che vediamo ogni giorno in Italia.
In casa gli investigatori hanno trovato un biglietto d'addio. Letterio non ne poteva più, e non entriamo nel merito di una tragedia che è chiaramente personale, che è sempre diversa e che è anche, però, una sconfitta collettiva. È il segno - fateci dire - di un sistema che non regge più da anni, e sottolineo da anni. Possiamo dire, però, una cosa con serenità: che la casa ormai è solo oggetto di libero mercato. Un mercato che lascia di sicuro soli i più fragili e trasforma la casa, che è un diritto fondamentale, in un incubo.
E questo non è un caso isolato, basterebbe vedere i dati del Ministero dell'Interno che ci dicono che, nel solo 2024, sono state emesse oltre 40.000 sentenze di sfratto - in aumento rispetto all'anno precedente, in cui erano, in qualche modo, del 20 per cento in meno -, più di 30.000 per morosità. Le richieste di esecuzione sono cresciute del 10, poi del 15, poi del 20 per cento. In Lombardia, in particolare, la situazione è fuori controllo: sono migliaia gli sfratti eseguiti con la forza pubblica. E, nel frattempo, il mercato delle locazioni è diventato una giungla. I canoni continuano a salire, l'offerta si restringe anche per la cosiddetta e chi vive in affitto, cioè il 25 per cento delle famiglie italiane, è sempre più schiacciato.
A Roma, Firenze e Bologna l'affitto ormai supera il 40 per cento del reddito. A luglio di quest'anno, il prezzo medio ha toccato 14,9 euro al metro quadro. Prendere casa in affitto è diventato un vero e proprio lusso e chi non ce la fa precipita. Ma non è solo una questione di numeri, è questione di dignità, di sicurezza, di salute mentale, di bambini che cambiano scuola ogni sei mesi, di anziani che non riescono a pagare le bollette, di famiglie che vivono nel terrore di una lettera in buca.
Ecco, noi crediamo che serva un'informativa urgente, Ministro Salvini. Ma non basta, lo diciamo subito. Serve accelerare la discussione sui tanti progetti di legge per il diritto all'abitare, che abbiamo in Commissione; serve un piano nazionale per l'emergenza sfratti, per l'edilizia pubblica, per il calmieramento dei canoni.
Siamo sotto finanziaria e, forse - lo dico sommessamente, senza voler collegare il fatto di cronaca a quello che facciamo qua -, aver azzerato il Fondo “salva sfratti”, il “salva mutui”, tutto quello che c'è sull'emergenza abitativa, sulla morosità incolpevole, credo non aiuti questa discussione. Perché serve proteggere chi resiste, chi non ha voce, non reprimerlo, come avete fatto con il decreto Sicurezza. Fatemi dire che serve farlo ora, non con le promesse, ma neanche - fatemi dire - con le mozioni. Non stiamo chiedendo l'ennesima mozione. Serve una risposta politica, organica, concreta, anche su fronti diversi. Non pretendiamo nemmeno che prendiate le nostre in considerazione. Ma fateci dire, non è solo per dirvi che non vogliamo leggere altri necrologi, ma di sicuro vogliamo leggere un piano casa vero, investimenti veri. E vogliamo che questo Parlamento si assuma la responsabilità di dire basta: basta sfratti senza alternative, basta silenzi e basta ipocrisie, perché chi ha perso casa, mi pare, si possa dire, che ha già perso troppo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per associarmi alla richiesta fatta dall'onorevole Grimaldi. Evidentemente, Letterio è un esempio di quel 20 per cento di famiglie di italiani in povertà assoluta che vivono in affitto. Evidentemente, si è ritrovato più mesi a non sapere se poter pagare la bolletta o comprarsi gli alimenti per mangiare o piuttosto le medicine. Evidentemente, non ce l'ha fatta a pagare l'affitto. Ricade certamente in quei casi anche di inquilini morosi incolpevoli, perché non ha colpa di non riuscire a pagare per mesi visto come cambia anche il costo della vita del nostro Paese. Quindi, anche si sentono spesso annunci sul “Piano casa” e sul contrasto all'emergenza abitativa, io credo che dobbiamo tutti noi passarci una mano per la coscienza.
Voglio ricordare a quest'Aula che nella Commissione ambiente stiamo affrontando il problema con proposte di legge delle tre forze di opposizione ed è il momento che forse anche la maggioranza si renda conto che questa è l'emergenza delle emergenze del nostro Paese: chi non ha i soldi per arrivare alla fine del mese evidentemente non può sostenere il peso economico di un affitto e non può onorare un impegno. Purtroppo, quindi, viene meno la dignità e persone fragili, come Letterio, arrivano finanche al suicidio. Per questo motivo ritengo che l'informativa da parte del Ministro Salvini debba essere urgente e ancora più urgenti debbono essere le risposte per queste persone .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo al collega Grimaldi perché quello che è successo a Sesto San Giovanni è veramente una tragedia immane. Credo che il Parlamento si deve interrogare, ma soprattutto il Governo. Noi abbiamo chiesto più volte al Ministro Salvini di venire in Aula o in Commissione a spiegarci l'idea di casa che ha lui e l'idea dell'emergenza abitativa che ha il Ministro - in questo caso - nella sua attività politica.
Noi più volte lo abbiamo chiesto e più volte a questa nostra richiesta ci è stato dato un segnale negativo. Ecco perché noi chiediamo che questa informativa ci sia e che si affronti in maniera onnicomprensiva, perché quando si parla di casa non si parla solamente di emergenza abitativa, ma riguarda anche e soprattutto i contributi per l'affitto e la morosità incolpevole. Più volte noi abbiamo sostenuto e abbiamo cercato di consigliare, anche nelle leggi di bilancio, e più volte invece ciò non è stato affrontato come dovrebbe. Oggi i comuni fanno molto, fanno tantissimo, ma questo non basta. Ecco perché chiediamo un'attenzione particolare nella prossima legge di bilancio e lo vorremmo dire direttamente al Ministro qua in Aula. Ma, soprattutto, noi stiamo affrontando in Commissione questa discussione attraverso le audizioni su tre proposte di legge dell'opposizione. Vorremmo che anche da parte della maggioranza ci fosse lo stesso interesse. Vi è questa attesa sul “Piano casa”, ormai più volte annunciato, che non arriva. Credo che questa sia una responsabilità che tutto l'emiciclo si deve assumere, soprattutto su un tema così delicato che oggi riguarda milioni di italiani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intanto le doverose e dovute condoglianze, ma sono condoglianze che ci devono fare riflettere. Il problema dell'accessibilità della casa - io ne so qualcosa, sono consigliera comunale a Milano - è un annoso problema. È un problema, peraltro, che il nostro Paese condivide con tutti gli altri Paesi europei, tanto che in questa Commissione si è voluto nominare un commissario con delega specifica all'emergenza abitativa e il Parlamento europeo ha istituito una commissione speciale, guidata dall'onorevole Tinagli, che si occupa proprio di questo tema e che sta andando a cercare nei Paesi europei che cosa sia andato storto.
Quello che sicuramente sappiamo, qui in quest'Aula che è andato storto è l'annuncio di un “Piano casa”, fatto prima dell'estate, che ad oggi non ha visto la luce e che è più urgente che mai. Al contempo, abbiamo approvato una legge chiamata pomposamente “Salva casa” che forse salvava qualche inesattezza e qualche piccolo abusino - quindi chi è proprietario di casa - ma non salvava certo quelle famiglie, quel ceto medio che fatica a permettersi un affitto e quei giovani che non riescono assolutamente ad accedere né al mercato dell'affitto, né a quello della proprietà. Non è questione di essere contro il libero mercato o contro le costruzioni. Abbiamo bisogno di grattacieli per ricchi così come di case popolari. È questione di cercare di trovare un equilibrio e di non rallentare o frenare lo sviluppo urbanistico e l'attrattività per le fasce più abbienti di cui le nostre città hanno bisogno, ma al contempo di non lasciare persone indietro e di valutare, caso per caso, come in questo caso del signore di Sesto San Giovanni, di non essere eccessivamente severi laddove veramente queste persone non hanno alternative. Non è questione di occupare case abusivamente. Non siamo in altre situazioni che abbiamo visto anche di recente: siamo in situazioni di indigenza, di povertà, di buona fede e queste dovremmo trattarle come tali. Ma, al di là delle situazioni singole, chiediamo un'informativa perché il problema si risolva alla radice per non avere ulteriori condoglianze in quest'Aula.
PRESIDENTE. Ho preso atto delle vostre richieste, che ovviamente abbiamo ascoltato insieme al Governo in Aula, che saranno reiterate per l'eventuale informativa del Ministro Salvini.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2293: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica della Macedonia, ora Repubblica della Macedonia del Nord, in materia di sicurezza sociale, fatto a Skopje il 25 luglio 2014.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Intervengo solo per annunciare il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Azione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Intervengo per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Questo Accordo risponde all'esigenza di coordinare le legislazioni di sicurezza sociale dei due Paesi, al fine di migliorare la condizione dei lavoratori che si spostano e delle relative famiglie. Con la sua autorizzazione consegno la dichiarazione di voto finale, però sottolineando che questo Accordo non è solo uno strumento a tutela dei lavoratori, ma è sicuramente anche un tassello della più ampia strategia italiana volta a consolidare le ottime relazioni in un'area, quella balcanica, di grande importanza economica e diplomatica. Forza Italia voterà a favore.
PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.
SIMONE BILLI(LEGA). Colleghi, con questo disegno di legge il Parlamento autorizza la ratifica dell'Accordo bilaterale fra Italia e Macedonia del Nord in materia di sicurezza sociale, che è stato firmato a Skopje nel 2014, e già approvato all'unanimità dal Senato. Con questa ratifica l'Italia rafforza la tutela dei propri cittadini all'estero, consolida i legami con un Paese amico e contribuisce a costruire un'Europa più solidale e più vicina ai popoli che la compongono. Pertanto, Presidente, annuncio il voto favorevole della Lega-Salvini Premier.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Anch'io, Presidente, annuncio, a nome del Partito Democratico, il voto favorevole a questa ratifica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gruppioni. Ne ha facoltà.
NAIKE GRUPPIONI(FDI). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, oggi quest'Aula è chiamata ad approvare la ratifica dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica della Macedonia del Nord in materia di sicurezza sociale. Un accordo che, seppur tecnico, tocca il cuore della vita delle persone: tocca il lavoro, tocca la dignità e la protezione dei diritti. Dietro a ogni articolo, dietro a ogni comma ci sono uomini e donne che lavorano, contribuiscono e costruiscono il proprio futuro tra due Paesi. Persone che non chiedono privilegi, ma certezze, equità e rispetto. Allora, oggi noi diamo una risposta chiara e concreta.
Vorrei entrare più nel merito dell'Accordo, vista l'attesa, ma preferisco puntualizzare e sottolineare il fatto che questo è, sì, un provvedimento tecnico, ma con un valore sociale e politico concreto perché mette al centro la tutela del lavoro e dei diritti. Quindi, colleghi, questo Accordo deve anche essere letto nel contesto internazionale nel quale lo abbiamo voluto.
L'Italia conferma il proprio impegno verso i Balcani occidentali e sostiene il percorso europeo della Macedonia del Nord. La stabilità, la sicurezza e la crescita di quest'area sono priorità strategiche per tutta l'Italia e per l'Europa stessa. Il modo più efficace per sostenere questo percorso è attraverso azioni concrete come questa, che proteggono le persone e rafforzano i rapporti bilaterali.
Vorrei ricordare che la comunità macedone in Italia è solida e integrata. Lavora con serietà, contribuisce al nostro tessuto produttivo dall'artigianato ai servizi, dall'agricoltura alle imprese. Garantire loro tutele previdenziali certe significa riconoscere il valore del lavoro, rispettare chi partecipa ogni giorno alla crescita del Paese e soprattutto costruire fiducia reciproca.
Per Fratelli d'Italia il lavoro è valore, libertà e diritto. Questo Accordo è coerente con la nostra visione: quella di uno Stato che tutela i propri cittadini, riconosce il merito di chi lavora, costruisce rapporti internazionali basati su reciprocità e serietà. Non crea privilegi, crea certezze: certezze per chi lavora, per chi costruisce e per chi si sposta e porta valore ad entrambi i Paesi. E le certezze, colleghi, oggi sono più importanti che mai.
In conclusione, Presidente, onorevoli colleghi, la ratifica di questo Accordo è un atto di responsabilità, è un segnale chiaro: l'Italia è affidabile, tutela i propri cittadini e costruisce rapporti internazionali basati sul rispetto reciproco. Per queste ragioni Fratelli d'Italia esprimerà un voto favorevole alla ratifica dell'Accordo tra Italia e Macedonia del Nord in materia di sicurezza sociale. Lo facciamo con convinzione, con responsabilità e con la certezza che “tutela dei lavoratori” significa tutela della dignità e della forza del nostro Paese .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2293: S. 1358 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica della Macedonia, ora Repubblica della Macedonia del Nord, in materia di sicurezza sociale, fatto a Skopje il 25 luglio 2014" .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2029: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Repubblica del Kosovo per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l'evasione e l'elusione fiscale, con Protocollo, fatta a Pristina il 22 giugno 2021.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Con vibrante, convinta decisione dichiariamo il voto a favore anche di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Annunciamo il nostro voto favorevole alla ratifica della Convenzione tra il Governo italiano e la Repubblica del Kosovo per eliminare le doppie imposizioni e per prevenire l'evasione e l'elusione fiscale. Si tratta di uno strumento importante che offre certezza giuridica a imprese e cittadini, riducendo gli oneri fiscali e prevenendo pratiche di elusione attraverso la cooperazione amministrativa tra le autorità dei due Paesi, in linea con gli standard internazionali.
Questo Accordo rafforza le relazioni economiche bilaterali e rappresenta un passo concreto di diplomazia economica, creando un contesto più stabile e prevedibile per le imprese italiane interessate a investire in Kosovo e, più in generale, nei Balcani occidentali.
Il Kosovo - ho il piacere di ricordare - ha firmato con l'Unione europea l'accordo di stabilizzazione e associazione ed ha ottenuto la liberalizzazione dei visti dallo scorso 1° gennaio 2024; ha presentato domanda di adesione nel dicembre 2022 ed è oggi considerato un potenziale candidato.
Restano sfide da affrontare? Sì, certo: dal consolidamento dello Stato di diritto, al dialogo di normalizzazione con la Serbia e alcune questioni legate al riconoscimento da parte di cinque Paesi dell'Unione europea. Tuttavia, è attraverso una cooperazione concreta come questa che possiamo sostenere il percorso europeo del Kosovo e contribuire alla stabilità e alla prosperità dell'intera regione balcanica. Per queste ragioni il voto del gruppo di Azione sarà favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Quello che ci apprestiamo a votare oggi è il disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione fra l'Italia e la Repubblica del Kosovo per evitare le doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali. L'intesa richiama il modello di convenzione fiscale dell'OCSE ed è simile a quelle che l'Italia ha già siglato con numerosi altri Stati extra-UE, con l'obiettivo da un lato di eliminare le doppie imposizioni fiscali e semplificare il rapporto fra il cittadino e il fisco e, dall'altro, di mettere in campo efficaci strumenti per ridurre l'elusione e l'evasione fiscale.
La Convenzione al nostro esame risponde all'esigenza di disciplinare in maniera più efficiente ed equilibrata gli aspetti fiscali delle relazioni economiche fra i nostri due Paesi. È un passo essenziale per creare un ambiente economico favorevole che incentivi gli investimenti italiani in Kosovo e, allo stesso tempo, offra condizioni fiscali chiare per gli operatori kosovari nel nostro Paese.
Annuncio il voto favorevole del gruppo Forza Italia e chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione del mio intervento.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Battilocchio, è autorizzato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.
SIMONE BILLI(LEGA). Grazie, Presidente. Questa ratifica è un provvedimento tecnico, però è di grande importanza pratica. Già il Senato l'ha approvata all'unanimità e conferma l'attenzione del nostro Paese verso un giovane, dinamico e sempre più legato all'Italia, sia sul piano economico, sia sul piano culturale.
Come presidente del Comitato sugli italiani nel mondo, voglio sottolineare ogni accordo di questo tipo che rappresenta una forma concreta di tutela per la nostra diaspora, per gli imprenditori, i professionisti, i pensionati italiani residenti all'estero, che contribuiscono alla crescita economica e all'immagine del nostro Paese nel mondo. Ridurre la doppia imposizione, o azzerarla, significa rendere più semplice investire, lavorare e mantenere un legame economico ed affettivo con il nostro Paese.
Lo sviluppo delle relazioni economiche tra Italia e Kosovo, del resto, è una realtà in espansione. Molte aziende italiane operano già a Pristina e in diverse città kosovare, portando tecnologia, e formazione. Questa Convenzione, Presidente, aiuterà a rafforzare questi legami, creando un contesto più stabile e favorevole agli investimenti reciproci e allo scambio di competenze.
Per queste ragioni, Presidente, la Lega-Salvini Premier conferma il proprio voto favorevole alla ratifica di questa Convenzione, nella convinzione che una politica estera efficace tra questi Paesi possa passare anche attraverso accordi concreti come questo, capace di promuovere equità fiscale, attrattività economica e tutela dei nostri connazionali nel mondo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io, a nome del Partito Democratico, confermo il voto a favore. Il Kosovo, come ricordava il collega Billi, è impegnato in un processo di avvicinamento all'Unione europea, testimoniato anche dall'incontro che abbiamo avuto, lo scorso anno con il collega Loperfido, con il Primo Ministro Albin Kurti. Credo che questo accordo, che riguarda materie complesse come quelle della fiscalità e dell'evasione, possa essere un tassello di un percorso più ampio di armonizzazione con le istituzioni europee e di rafforzamento dello sforzo del Paese verso atti che ne certificano l'impegno sul terreno dello Stato di diritto e della lotta contro la corruzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Beatriz Colombo. Ne ha facoltà.
BEATRIZ COLOMBO(FDI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia alla ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Repubblica del Kosovo per eliminare le doppie imposizioni, soprattutto in materia di imposte sul reddito, e per prevenire l'evasione e l'elusione fiscale. Si tratta di un provvedimento di natura tecnica ma dal forte valore politico e strategico, perché consolida la cooperazione economica e istituzionale tra Italia e Kosovo, un Paese amico col quale abbiamo costruito un rapporto di fiducia, di solidarietà e di vicinanza nel corso di questi anni.
L'Italia ha riconosciuto la Repubblica del Kosovo il 21 febbraio 2008, a pochi giorni dalla proclamazione dell'indipendenza avvenuta il 17 febbraio. Da allora, il nostro Paese ha continuato a sostenere il Kosovo nel suo percorso di consolidamento istituzionale, nella costruzione dello Stato di diritto e dello sviluppo di un'economia moderna e aperta al mercato. Questo impegno si è accompagnato a quello dell'Unione europea, che ha garantito nel corso degli anni un sostegno finanziario e tecnico costante per accompagnare il Paese nelle riforme democratiche, amministrative e di mercato.
La Convenzione fiscale, oggi all'esame, si propone di eliminare la doppia imposizione e di prevenire i fenomeni di evasione ed elusione fiscale, dando certezza del diritto agli operatori economici e favorendo nuovi investimenti italiani anche in Kosovo. Due obiettivi che si rafforzano reciprocamente: da un lato, si evitano penalizzazioni per le imprese italiane che operano all'estero e, dall'altro, si promuove una cooperazione amministrativa più trasparente e più efficace.
La Convenzione è composta da 30 articoli e da un Protocollo. Il principio generale è quello secondo cui gli utili di impresa sono tassati nello Stato di residenza, salvo il caso di una stabile organizzazione presente nell'altro Stato. Poi, c'è anche la tassazione concorrente per dividendi, interessi e canoni, con aliquote massime rispettivamente al 5 per cento per i dividendi e i canoni e del 10 per cento per gli interessi, la tassazione delle pensioni di norma nello Stato di residenza del percettore e quella delle retribuzioni per funzioni pubbliche nello Stato della fonte. Vi sono specifiche clausole relative ai redditi da lavoro, ai compensi degli amministratori e alle attività artistiche e sportive.
Presidente, oltre al valore tecnico e giuridico, questa ratifica ha un chiaro significato politico nel percorso di avvicinamento del Kosovo all'Unione europea e, più in generale, di rafforzamento del partenariato strategico tra l'Italia e i Balcani occidentali. L'Italia continuerà ad essere un interlocutore credibile e costruttivo per tutta l'area balcanica.
Per tutte queste ragioni, il gruppo di Fratelli d'Italia esprime un voto convintamente favorevole alla ratifica della Convenzione tra l'Italia e il Kosovo, nella convinzione che quest'accordo non solo agevoli le relazioni economiche ma contribuisca anche al consolidamento istituzionale e democratico di un Paese che guarda all'Europa con fiducia e con speranza .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2029: S. 1089 - "Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Repubblica del Kosovo per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l'evasione e l'elusione fiscale, con Protocollo, fatta a Pristina il 22 giugno 2021" .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva all'unanimità .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2102: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato economico interinale tra il Ghana, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra, fatto a Bruxelles il 28 luglio 2016.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Azione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie Presidente. Per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Consegno la dichiarazione di voto integrale, però ci tengo a sottolineare il fatto che l'Accordo che ci apprestiamo a ratificare è volto a sostenere fattivamente lo sviluppo del Ghana, è concepito per favorire una graduale rimozione degli ostacoli commerciali tra le parti, facilitare l'accesso del Ghana al mercato europeo e, parallelamente, promuovere l'integrazione progressiva del Paese africano nell'economia globale. Questo può creare delle nuove opportunità per le imprese italiane in settori in cui possiamo offrire tecnologia, e investimenti. Ci tengo anche a sottolineare che questo non è solo un accordo commerciale, perché c'è un capitolo importante sul partenariato per lo sviluppo, che costituisce una parte essenziale di questo atto. Forza Italia voterà convintamente a favore.
PRESIDENTE. È autorizzato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Coin. Ne ha facoltà.
DIMITRI COIN(LEGA). Presidente, il provvedimento che ci accingiamo a votare, di iniziativa governativa, reca la ratifica dell'Accordo di partenariato economico interinale tra l'Unione europea e il Ghana. È frutto di un iter negoziale complesso e piuttosto lungo. Questa intesa mira a sostenere lo sviluppo del Paese africano attraverso la progressiva rimozione delle barriere commerciali e il rafforzamento della cooperazione economica con l'Unione europea; punta, inoltre, a garantire al Ghana un accesso privilegiato al mercato europeo, anche in vista di un consolidamento delle relazioni economiche e commerciali complessive dell'Europa con l'intera regione dell'Africa occidentale.
È già applicato da anni a titolo provvisorio e lo scorso 16 ottobre è stato approvato dal Senato all'unanimità. Il disegno di legge consta di quattro articoli. I primi due contengono, come di consueto, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione. L'articolo 3 quantifica in una cifra di poco inferiore ai 14.000 euro gli oneri finanziari connessi all'applicazione dell'Accordo. L'articolo 4 riguarda l'entrata in vigore.
Quanto al testo dell'Accordo di partenariato euro-ghanese vero e proprio, si compone di 82 articoli, 2 appendici, 4 allegati e un protocollo. Il dispositivo garantirà al Ghana un migliore accesso al mercato dell'Unione europea. Si getteranno, inoltre, le basi per la negoziazione di un futuro accordo di partenariato economico ancora più esteso, si promuoverà una graduale integrazione del Paese africano nell'economia mondiale e si cercherà di rafforzare le esistenti relazioni bilaterali, improntandole ai concetti di solidarietà e reciproco interesse.
Sono disciplinati, inoltre, gli aspetti tecnici relativi al regime commerciale applicabile alle merci, con riferimento ai dazi doganali e alle misure di tutela non tariffarie, all'agevolazione degli scambi commerciali, agli ostacoli tecnici al commercio e alle misure sanitarie e fitosanitarie.
L'Accordo richiama quindi gli aspetti relativi ai servizi, agli investimenti e alle regole connesse al commercio; regola altresì le modalità di prevenzione e risoluzione di eventuali controversie, recando altresì clausole di eccezione generale, fra cui quelle relative alla tutela della pubblica sicurezza, della vita e del patrimonio nazionale e quelle specifiche in tema di sicurezza e fiscalità.
Infine, ulteriori articoli recano disposizioni istituzionali, generali e finali, impegnando le parti all'esecuzione dell'Accordo, anche tramite la creazione di un comitato APE - acronimo che sta per “Accordo di partenariato economico” -, responsabile dell'amministrazione dei settori coperti, nonché a facilitare la cooperazione in tutti i settori previsti dalle intese strette fra le regioni ultraperiferiche dell'Unione europea e il Ghana.
Da ultimo, le due appendici al testo riguardano, rispettivamente, i prodotti prioritari per l'esportazione dal Ghana e le autorità competenti delle parti per l'applicazione dell'Accordo. A loro volta, i quattro allegati dispongono, rispettivamente, in ordine ai dazi sui prodotti originari del Ghana e della parte europea, e recano l'elenco dei diritti e degli altri oneri della parte ghanese e quelli delle regioni ultraperiferiche dell'Unione europea. Si tratta, evidentemente, di un Accordo che non dispone il completo e immediato abbattimento di ogni barriera, ma che rappresenta comunque un passo importante nella direzione della liberalizzazione degli scambi, intesa come moderno strumento non assistenziale di sostegno allo sviluppo.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, sulla base delle considerazioni appena svolte, il gruppo Lega-Salvini Premier confermerà, quindi, anche a Montecitorio il voto favorevole già espresso al Senato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Care'. Ne ha facoltà.
NICOLA CARE'(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il Partito Democratico esprime voto favorevole alla ratifica dell'Accordo di partenariato economico interinale tra Ghana e Unione europea, già approvato al Senato. L'intesa garantisce al Ghana un accesso agevolato a dazio zero al mercato europeo, favorendo crescita e sviluppo, e rafforza i legami commerciali e di cooperazione con l'Europa.
Sottolineiamo, però, l'importanza di accompagnare la libera azione con strumenti concreti di sostegno alle economie locali, soprattutto nei settori più sensibili, e di attivare meccanismi di monitoraggio e salvaguardia efficaci per prevenire impatti negativi sociali o ambientali. Auspichiamo, inoltre, che questo Accordo sia un passo verso un partenariato regionale più ampio con l'Africa occidentale per l'integrazione equilibrata e sostenibile. Per queste ragioni, confermiamo convintamente il nostro voto favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maullu. Ne ha facoltà.
STEFANO GIOVANNI MAULLU(FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentante del Governo, l'Accordo di oggi rappresenta un passaggio significativo nella costruzione di un nuovo equilibrio economico e politico tra l'Europa e l'Africa. Si tratta della ratifica dell'esecuzione dell'Accordo di partenariato economico interinale tra il Ghana e l'Unione europea, firmato a Bruxelles il 28 luglio 2016. Un'intesa frutto di un lungo percorso negoziale, che mira a rafforzare la cooperazione economica, favorendo la progressiva rimozione delle barriere commerciali e promuovendo una crescita sostenibile e condivisa.
Negli ultimi anni, il Ghana ha registrato una crescita media del PIL intorno al 4,5 per cento, trainata da un'economia sempre più diversificata. Alle esportazioni tradizionali di oro e cacao si affiancano oggi settori emergenti, come energie rinnovabili, agricoltura sostenibile, trasformazione alimentare e innovazione digitale. Accra, peraltro, ospita la sede del segretariato della Zona di libero scambio continentale africana, un progetto storico che ambisce a creare il più grande mercato integrato del mondo, con oltre 1,3 miliardi di consumatori.
Ciò conferisce al Ghana un ruolo strategico: Paese ponte tra Africa ed Europa, punto di riferimento per la stabilità dell'Africa occidentale e modello di e di crescita equilibrata. In questo contesto, l'Italia svolge un ruolo centrale. Con il Piano Mattei per l'Africa, il nostro Paese ha scelto di affiancare all'impegno europeo una propria strategia d'iniziativa nazionale, con cooperazione strategica focalizzata su energia, formazione, infrastrutture e sicurezza alimentare. L'Italia, ponte naturale tra Europa e Africa, è protagonista di una visione che non guarda al continente africano con paternalismo, ma come un di pari dignità con cui condividere sviluppo, sicurezza e prosperità.
Il Ghana, con la sua stabilità e la sua proiezione regionale, rappresenta un interlocutore ideale per tradurre in azioni gli obiettivi del e del Piano Mattei, in un quadro di integrazione euro-africana realmente bilaterale. L'Accordo tra l'Unione europea e il Ghana non è soltanto un passo tecnico di liberalizzazione commerciale, è un tassello strategico di una visione più ampia di cooperazione e di responsabilità condivisa. Per l'Italia, che ha fatto della politica mediterranea africana un asse strategico della propria azione internazionale, questo provvedimento rafforza la nostra presenza, la nostra visione di un'Europa più autonoma, più solidale, più consapevole del proprio ruolo nel mondo. Per questo, Fratelli d'Italia voterà con convinzione a favore del provvedimento .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2102: S. 1229 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato economico interinale tra il Ghana, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra, fatto a Bruxelles il 28 luglio 2016" .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva all'unanimità .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1587: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e lo Stato del Qatar, dall'altra, con allegati, fatto a Lussemburgo il 18 ottobre 2021.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo solo per annunciare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra.
PRESIDENTE. Non trovava le parole. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare anche il voto favorevole del gruppo di Azione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Poca fantasia, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. “A l'alta fantasia qui mancò possa”, disse qualcuno. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Con il suo permesso, consegno la dichiarazione di voto, però vorrei aggiungere che, con questo Accordo, si punta a un rapporto sempre più intenso fra gli Stati europei e il Qatar, un Paese diventato strategico per gli spostamenti aerei nell'Est del mondo e per sviluppare un mercato più libero e concorrenziale. Questo Accordo, come altri analoghi, si muove lungo un percorso che ha come obiettivo quello di creare un unico mercato del trasporto aereo.
Per un Paese come il nostro, a forte vocazione turistica, questo genere di accordi risulta vantaggioso, e avere buoni rapporti con i Paesi del Golfo è senza dubbio importante, come è evidente che risultano i risvolti positivi sul piano delle opportunità commerciali, come pure nell'ambito della sicurezza della tutela dei passeggeri, dei lavoratori e dell'ambiente. Forza Italia voterà a favore.
PRESIDENTE. È autorizzato a depositare la sua dichiarazione di voto, onorevole Battilocchio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Coin. Ne ha facoltà.
DIMITRI COIN(LEGA). Grazie, Presidente. L'oggetto del provvedimento che stiamo per votare è l'autorizzazione alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra l'Unione europea e il Qatar sul trasporto aereo, che regolerà le relazioni aeronautiche tra gli Stati membri dell'Unione europea e l'emirato arabo affacciato sul Golfo Persico, creando un unico mercato del trasporto aereo, caratterizzato dalla presenza di grandi opportunità commerciali per i vettori degli Stati parte e da una progressiva convergenza regolamentare, in particolare nei campi della sicurezza, della tutela dei passeggeri, dei lavoratori e dell'ambiente.
Il disegno di legge consta di quattro articoli: il primo dispone l'autorizzazione alla ratifica, mentre il secondo reca l'ordine di esecuzione; il terzo impone la clausola di invarianza finanziaria, precisando come alle eventuali maggiori spese l'ENAC dovrà concorrere con risorse proprie; l'articolo 4 concerne l'entrata in vigore.
L'Accordo vero e proprio contiene, invece, 30 articoli e 2 allegati. L'articolo 1 contiene le definizioni rilevanti, mentre gli articoli dal 2 al 12 recano le misure di carattere economico, disciplinando la concessione di diritti, le autorizzazioni di esercizio, il rifiuto, la revoca, la sospensione e la limitazione delle predette autorizzazioni, la liberalizzazione della proprietà e del controllo, il rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari, l'equa concorrenza, le opportunità commerciali, i dazi doganali, gli oneri d'uso, le tariffe applicabili a passeggeri e merci e le statistiche.
Negli articoli dal 13 al 20 si trovano, invece, disposizioni attinenti alla cooperazione regolamentare che riguarda la e la del volo. Ricordiamo, a questo proposito, come la prima sia la sicurezza tecnica del volo, mentre la seconda ha a che fare con la protezione dalle possibili offese umane, nonché la gestione del traffico aereo, l'ambiente, la responsabilità dei vettori aerei, la protezione dei consumatori, i sistemi telematici di prenotazione e gli aspetti sociali.
Gli ultimi dieci articoli recano le disposizioni istituzionali e finali. Si rileva come l'articolo 22 preveda la costituzione di un comitato misto per la gestione dell'Accordo. Negli allegati, infine, si rinvengono le disposizioni transitorie e le norme che attribuiscono ai servizi “” il regime di applicazione geografica dei diritti di traffico cosiddetti di quinta libertà, cioè i voli diretti verso destinazioni diverse da quelle riconducibili agli Stati parte. Signor Presidente, stante i benefici attesi dall'approvazione di questo provvedimento, il gruppo Lega-Salvini Premier conferma, anche qui a Montecitorio, il voto favorevole già espresso al Senato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Care'. Ne ha facoltà.
NICOLA CARE'(PD-IDP). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del nostro gruppo, il Partito Democratico, al disegno di legge di ratifica dell'Accordo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e lo Stato del Qatar, siglato a Lussemburgo nel 2021. Si tratta di un'intesa di grande rilievo strategico: è il primo accordo globale in materia di aviazione che l'Unione europea conclude con un Paese della regione del Golfo e segna un passo importante verso la costruzione di un mercato unico del trasporto aereo, fondato su regole comuni, trasparenza e condizioni di concorrenza leale.
L'Accordo introduce un quadro normativo moderno e unitario. Sostituendo i precedenti accordi bilaterali tra il Qatar e i singoli Stati membri, garantisce ai vettori europei pari opportunità di accesso al mercato qatarino, promuove standard elevati di sicurezza e tutela dei passeggeri, incoraggia pratiche sostenibili e riconosce i diritti fondamentali dei lavoratori. Inoltre, il testo non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e offre solide basi per rafforzare la cooperazione economica e regolamentare in un settore cruciale per la mobilità e la competitività dell'Europa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA(FDI). Colleghi, il disegno di legge in esame reca l'autorizzazione alla ratifica e all'esecuzione dell'Accordo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e lo Stato del Qatar, dall'altra, fatto a Lussemburgo il 18 ottobre 2021.
Il provvedimento, approvato dal Senato il 29 novembre 2023, mira a disciplinare le relazioni aeronautiche tra gli Stati membri dell'Unione europea, da una parte, e il Qatar, dall'altra, prevalendo sugli accordi bilaterali sottoscritti tra i singoli Paesi. A tal fine, introduce condizioni di parità che garantiscano una concorrenza leale e una base per la futura cooperazione su una vasta gamma di questioni legate all'aviazione, tra cui la sicurezza, la protezione e la gestione del traffico aereo. L'obiettivo è creare un unico mercato del trasporto aereo, caratterizzato da eque opportunità commerciali per i vettori degli Stati parte e da una progressiva convergenza regolamentare, in particolare nei campi della sicurezza, della tutela dei passeggeri, dei lavoratori e dell'ambiente.
Bisogna sottolineare che questo è il primo accordo che viene fatto in materia di aviazione tra l'Unione europea, da una parte, come , e il Qatar come Paese controparte, dall'altra, e che fa parte del processo definito nella comunicazione della Commissione europea, relativa allo sviluppo di un'agenda per la politica estera comunitaria in materia di aviazione.
Presidente, è inutile sottolineare come abbia una valenza strategica e geostrategica importante, in questo momento, nei rapporti fra l'Unione europea e i Paesi del Golfo, per il ruolo che il Qatar sta svolgendo come mediatore.
Nella speranza che la ratifica di questo Accordo possa precedere la ratifica di altri accordi ben più importanti, esprimiamo il voto favorevole di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1587: S. 860 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e lo Stato del Qatar, dall'altra, con allegati, fatto a Lussemburgo il 18 ottobre 2021" .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1588: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di sede tra la Repubblica italiana e l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo relativo allo stabilimento di un ufficio operativo in Roma, fatto a Roma il 22 novembre 2017, con Dichiarazione interpretativa congiunta fatta a Roma il 1° luglio 2021 e a La Valletta il 13 luglio 2021.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva, questa volta all'unanimità .
Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo solo per annunciare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI(AZ-PER-RE). Intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Azione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà. Ascoltiamo il suo intervento. Non mi chieda ancora di depositare, non approfitti della clemenza della Presidenza, perché ha già fatto quattro depositi, quindi il è pieno.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Volevo sottolineare una cosa importante in questo atto, che, come lei ha ricordato, nasce nel 2017 e viene poi aggiornato nel 2021, ossia l'attribuzione della sede operativa a Roma. Si riconosce, quindi, l'importanza dell'Italia su un tema così sensibile, come quello dell'asilo, specie in questo momento storico.
Quello dei richiedenti è un fenomeno certamente non transitorio, che impatta sugli Stati comunitari più esposti in ragione della loro collocazione geografica. L'Italia, in questi anni, è stata porta d'accesso al Vecchio continente di chi, lasciando il proprio Paese, ha cercato in Europa un nuovo futuro. Spesso, purtroppo, l'Italia - lo abbiamo ripetuto tante volte - è stata lasciata sola a farsi carico del peso di un problema strutturale e globale, ma qualcosa sta oggettivamente cambiando. Anche grazie a questo Governo, l'Unione europea ha messo mano alle sue politiche, rivedendo le regole esistenti in un quadro di cooperazione solidale tra i Paesi membri e sostenendo quei progetti di sviluppo della sponda Sud del Mediterraneo e dei Paesi africani.
Il gruppo di Forza Italia annuncia il suo voto favorevole sulla ratifica dell'Accordo, nell'auspicio che la sede operativa a Roma dell'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo possa contribuire alla definizione di un rinnovato approccio alla materia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI(LEGA). Grazie, Presidente Mule'. Mi lasci intanto esprimere la gioia che provo nel vedere finalmente un adeguato spazio, senza la solita noncuranza, per esaminare le ratifiche internazionali. Adesso, però, vorrei anche dare a Cesare quel che è di Cesare, ovvero al Ministro Matteo Salvini il merito di aver innovato, a livello europeo, il concetto di Paese sicuro, concetto di Paese sicuro che oggi è recepito nel nostro ordinamento grazie alla Lega-Salvini Premier, un concetto che l'Europa ha fatto proprio. È proprio per questo, quindi, che noi, della Lega, votiamo a favore della ratifica dell'Accordo di sede tra l'Italia e l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo, lo (sigla EASO).
Votiamo a favore perché è cambiato totalmente l'approccio dell'Unione europea, che ha sposato le idee che la Lega, precursore, ha sostenuto per anni anche in questo Parlamento e nelle piazze, in quelle piazze in cui la Lega - lo ricordiamo - va pacificamente e non certo a distruggere tutto , come vediamo in questi giorni.
L'Agenzia dell'Unione europea ha lo scopo di stimolare la cooperazione tra Stati membri in materia di diritto d'asilo e di sostenere quei Paesi, come l'Italia, che più sono sottoposti alla pressione sulle richieste di diritto d'asilo. Ci battiamo anche contro l'uso strumentale del diritto d'asilo, che è spesso volto ad aggirare la normativa sulla migrazione legale.
Con queste convinzioni profonde, quindi, notando che il nuovo Patto sull'asilo e sull'immigrazione dell'Unione europea, che sarà in vigore dal 2026, recepisce pienamente le battaglie politiche del nostro movimento, votiamo a favore di questa ratifica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.
FABIO PORTA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevole colleghi, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questo importante Accordo, sottoscritto nel novembre del 2017 e integrato, successivamente, da una dichiarazione congiunta, fatta nel luglio 2021, tra l'Italia e l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo (EASO) relativo allo stabilimento qui, nella nostra capitale, a Roma, di un Ufficio operativo di quest'Agenzia. Credo che a tutti i colleghi non sfugga l'importanza di questo argomento, non soltanto di questo Accordo, nonché la necessità che l'Europa si doti di politiche comuni di sostegno all'asilo. L'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo è un'Agenzia dell'Unione europea: è stata istituita da un regolamento dell'Unione europea nel 2010; opera come centro specializzato in materia di asilo e ha il compito di sostenere e stimolare la cooperazione tra gli Stati membri, i cui sistemi di asilo e accoglienza siano particolarmente sottoposti a pressione - ed è il caso proprio del nostro Paese -, nonché di migliorare l'attuazione del sistema europeo comune.
Un altro importante compito è quello di incoraggiare lo scambio, la condivisione di buone pratiche tra gli Stati membri; di organizzare l'attività relativa alla raccolta delle informazioni sui Paesi di origine delle persone richiedenti protezione internazionale; di contribuire allo sviluppo del sistema europeo comune di asilo; di agevolare, ove necessario, la ricollocazione dei beneficiari di protezione internazionale all'interno dell'Unione europea; tutti compiti molto delicati e importanti. Per questi motivi, Presidente, confermo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Beatriz Colombo. Ne ha facoltà.
Ricordo che secondo la ripartizione dei tempi lei ha diritto a un tempo fino a dieci minuti.
BEATRIZ COLOMBO(FDI). Sì, grazie signor Presidente. Il gruppo di Fratelli d'Italia annuncia il proprio voto favorevole alla ratifica e all'esecuzione dell'Accordo di sede tra la Repubblica italiana e l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo, relativo all'apertura e al funzionamento di un Ufficio operativo nella città di Roma. Si tratta di un provvedimento importante che consolida la cooperazione tra l'Italia e l'Unione europea in un settore, quello della gestione dell'asilo e dei flussi migratori, che da anni rappresenta una sfida cruciale non solo per la nostra Nazione ma per l'intero continente.
Il provvedimento va a colmare un vuoto formale in un percorso di collaborazione, già avviato da tempo, tra il nostro Ministero dell'Interno e l'Agenzia europea. Occorre ricordare che l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo, noto come EASO, è un'Agenzia dell'Unione europea con sede principale a La Valletta, a Malta. La sua missione è quella di stimolare la cooperazione tra gli Stati membri, di sostenere i Paesi che si trovano in una situazione di particolare pressione migratoria e di migliorare l'attuazione del sistema europeo comune di asilo. Quest'Agenzia non è dunque un organismo burocratico, ma una vera e propria struttura operativa di supporto che negli anni ha acquisito un ruolo sempre più rilevante.
L'Agenzia svolge una funzione strategica di prevenzione, di analisi e di intervento; una funzione di allarme rapido e una funzione di preparazione; fornisce agli Stati membri strumenti concreti per essere pronti ad affrontare un aumento improvviso di richieste di asilo; ha anche la funzione di gestione dei rischi. È una forma di collaborazione dunque operativa nel rispetto delle competenze nazionali e consente di alleggerire la pressione sui nostri uffici e di garantire un maggior controllo.
L'Accordo di sede, che oggi approviamo, nasce proprio da questa collaborazione. La sua finalità è quella di garantire il buon funzionamento della struttura operativa che l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo ha deciso di aprire a Roma nell'ambito del Piano operativo per l'Italia, firmato nel dicembre 2016 dal direttore esecutivo dell'Agenzia e dai capi dei Dipartimenti della pubblica sicurezza e per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno.
L'Italia si impegna a garantire i servizi pubblici essenziali per il suo funzionamento alle stesse condizioni riservate alle amministrazioni dello Stato senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Per Fratelli d'Italia la collaborazione europea è utile soprattutto se si basa su responsabilità condivise, sul rispetto della sovranità nazionale e sulla difesa dell'interesse nazionale. Per queste ragioni il gruppo di Fratelli d'Italia voterà a favore della ratifica di questo Accordo, nella consapevolezza che una gestione seria e responsabile dell'asilo è parte integrante della difesa, della sicurezza, della dignità e della credibilità del nostro Paese nel contesto europeo .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1588: S. 861 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di sede tra la Repubblica italiana e l'Ufficio europeo per il sostegno all'asilo relativo allo stabilimento di un ufficio operativo in Roma, fatto a Roma il 22 novembre 2017, con Dichiarazione interpretativa congiunta fatta a Roma il 1° luglio 2021 e a La Valletta il 13 luglio 2021" .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Antonino Germana', membro della Camera dei deputati nella IX legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data odierna, il presidente della Commissione agricoltura ha rappresentato l'esigenza - sulla quale ha convenuto all'unanimità l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo della Commissione medesima - di posticipare al prossimo calendario dei lavori, e comunque non prima del 24 novembre, l'avvio dell'esame in Assemblea, attualmente previsto per la seduta di lunedì 20 ottobre, della proposta di legge n. 329, recante disciplina dell'ippicoltura.
A seguito delle intese intercorse tra i gruppi, l'esame del provvedimento non sarà, pertanto, iscritto all'ordine del giorno delle sedute della settimana 20-24 ottobre.
PRESIDENTE. Avverto inoltre che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame: del disegno di legge n. 2369-A, recante disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all'estero (; del disegno di legge n. 2604, recante disposizioni per la partecipazione italiana a Banche e a Fondi multilaterali di sviluppo .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
: PITTALIS, per la maggioranza; GIANASSI, di minoranza.
2.