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Venerdì 10 Ottobre 2025 ore 09:30
AULA, Seduta 546 - Interpellanza urgente
Resoconto stenografico
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In Aula alle ore 9.30 lo svolgimento di una interpellanza urgente (vedi allegato).
XIX LEGISLATURA
546^ SEDUTA PUBBLICA
Venerdì 10 ottobre 2025 - Ore 9,30
Svolgimento di una interpellanza urgente (vedi allegato).
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Interpellanza urgente (Svolgimento)
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ROBERTO GIACHETTI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 86, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta in corso .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza urgente.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Marianna Ricciardi ed altri n. 2-00688 .
Chiedo alla deputata Marianna Ricciardi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, Sottosegretaria, ogni volta che i suoi colleghi vanno in televisione, ci provano a rassicurare del fatto che il vostro Governo non voglia trasformare il Servizio sanitario nazionale pubblico in un sistema sostanzialmente privato, un sistema misto, basato sulle assicurazioni sanitarie private, però, ogni volta che c'è da fare qualcosa di concreto, voi togliete al pubblico per darlo al privato.
Questa volta andiamo in regione Lazio, una regione, ricordo, a guida centrodestra, dove si è deciso di dare in concessione un edificio del Policlinico Umberto I, uno dei più grandi ospedali pubblici d'Italia e d'Europa, a un gruppo di imprese sanitarie private per circa 12 anni. La gestione della struttura sarà interamente privata, verranno svolte prestazioni in regime esclusivamente libero professionale , quindi private, e saranno erogate da medici pubblici dipendenti, ma a pagamento per i cittadini, e il privato - non l'ospedale pubblico, il privato - incasserà la maggior parte dei ricavi.
Siamo ben oltre il partenariato pubblico-privato, perché qui il pubblico mette i medici e la struttura, ma, per entrarci, i cittadini devono pagare. Però, dal mio punto di vista, c'è qualcosa anche di peggiore, perché qui non siamo di fronte a un episodio isolato, siamo di fronte a un episodio emblematico del fatto che siamo di fronte a una trasformazione sistemica. Le strutture pubbliche diventano contenitori per l'attività privata e questo Governo, invece di investire nel Servizio sanitario nazionale, legittima e alimenta un sistema in cui la sanità diventa un mercato e il diritto alla tutela della salute diventa un'opzione a pagamento.
A riprova del fatto che la vostra concezione di sanità è dove pubblico e privato, tutto sommato, sono la stessa cosa, io ho almeno due argomentazioni. La prima: circa tre mesi fa, il Ministro della Salute è andato in diretta televisiva ad annunciare che finalmente i cittadini potevano consultare la Piattaforma nazionale delle liste di attesa per conoscere lo stato delle liste di attesa. Peccato però che, incredibilmente, su questo Portale, il totale delle prestazioni è dato dalla somma delle prestazioni pubbliche e delle prestazioni svolte in regime libero professionale , quindi private: cioè, sostanzialmente vengono sommate prestazioni pubbliche e prestazioni private e il totale, chiaramente, crea una confusione notevole.
La seconda argomentazione è legata al fatto che ci sono autorevoli esponenti di questo Governo che hanno più volte dichiarato di voler proporre polizze di sanità integrativa ai dipendenti dei propri Ministeri, evidentemente per dare il buon esempio agli altri datori di lavoro. Quindi, in Italia, secondo la vostra visione, adesso chi andrà a fare un colloquio di lavoro non dovrà più chiedere soltanto come è il lavoro, qual è il compenso e quante ore di lavoro bisogna fare, ma anche come è l'assicurazione sanitaria che viene offerta, se copre anche, ad esempio, le tecniche chirurgiche più avanzate o bisogna accontentarsi di quelle più invasive.
Voi non avete nemmeno il coraggio di dire quello che state facendo pubblicamente, cioè noi siamo di fronte al fatto che non c'è una trasformazione immediata, ma un lento scivolare dalla sanità pubblica alla sanità americana. Parlate ancora di polizze sanitarie integrative, che quindi dovrebbero, appunto, integrare determinate prestazioni che il Servizio sanitario nazionale non deve offrire, ma sta diventando completamente sostitutiva: cioè, anche quelle prestazioni che dovrebbe offrire il Servizio sanitario nazionale - che non riesce più a farlo proprio per colpa delle liste d'attesa - verranno effettuate tramite queste polizze sanitarie integrative.
Quindi io dico, invece di investire nel Servizio sanitario nazionale pubblico state investendo verso queste polizze che dovrebbero servire, appunto, per integrare, ma così il sistema si traduce brevemente in questi tre concetti: chi ha un buon lavoro ha una buona polizza, e quindi riesce a fare una visita cardiologica dopo una settimana; chi ha un lavoro mediocre avrà una polizza mediocre, e quindi avrà una visita cardiologica dopo un mese; per chi il lavoro non ce l'ha, l'unica possibilità che gli resterà è il Servizio sanitario nazionale e, se tutto gli va bene, la visita cardiologica riuscirà a farla dopo almeno otto mesi, se non di più. Quindi, non solo si crea un sistema a tripla velocità, ma si crea un sistema che va tutto a vantaggio delle compagnie di assicurazione private e delle cliniche private.
E io dico, se questa cosa non vi sconvolge, se questa cosa non vi toglie il sonno, il problema ce l'avete voi, perché non è normale considerare la salute un bene di mercato alla stregua di tutti gli altri beni di mercato. Non è accettabile che in Italia chi ha i soldi si cura e chi non ce li ha si deve arrangiare, perché non è questo che prevede la nostra Costituzione; altrimenti è meglio che prendiamo la nostra Costituzione, la mettiamo in una bella cornice e la contempliamo.
Io voglio leggere un passaggio del giuramento di Ippocrate: “Giuro di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario”. Io, in quanto medico, ho prestato questo giuramento e ci credo fermamente. Ma secondo me tutti i politici dovrebbero prestare questo giuramento, specialmente quelli che si occupano di sanità pubblica, perché non è accettabile aver normalizzato il fatto che se hai i soldi ti curi e se non ce li hai ti arrangi.
Nell'ultimo anno, 6 milioni di persone hanno dichiarato di aver avuto difficoltà tali a fare visite o esami al punto da non poterli più fare: si parla di rinuncia alle cure. L'anno prima erano 4 milioni. Questo significa che, durante il vostro Governo, 2 milioni di persone in più non hanno potuto fare esami o visite di cui avrebbero avuto bisogno.
Noi abbiamo avuto un grande Servizio sanitario nazionale. Purtroppo, adesso ci siete voi e a voi io mi devo rivolgere per presentare questa interpellanza. Quindi, le chiedo: uno, se ritenga compatibile con i principi costituzionali di universalità del Servizio sanitario nazionale, che strutture pubbliche siano utilizzate in regime esclusivo per attività a pagamento; due, se intenda finalmente attivare un monitoraggio nazionale sulle concessioni di beni pubblici ospedalieri ai privati; tre, soprattutto, se abbiate intenzione di investire realmente nel Servizio sanitario nazionale pubblico, invece di lasciarlo andare lentamente verso un'agonia a tutto vantaggio del privato.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato, Matilde Siracusano, ha facoltà di rispondere.
MATILDE SIRACUSANO,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interpellanti, in particolare l'onorevole Ricciardi per il quesito posto, e rappresento, innanzitutto, che la struttura dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Umberto I, oggetto della concessione, come riferito anche nell'interpellanza, sarà dedicata alla libera professione e, al riguardo, devo ricordare che le modalità di gestione dell'attività libero professionale intramuraria (ALPI) ricadono nella competenza esclusiva delle regioni.
Ciò premesso, in merito all'ALPI, desidero ricordare che la vigente normativa prevede che la dirigenza del ruolo sanitario medica e non medica può esercitare la propria professione fuori dall'orario di lavoro, in favore e su libera scelta dell'assistito pagante, ad integrazione e supporto dell'attività istituzionalmente dovuta in strutture ambulatoriali interne o esterne all'Azienda sanitaria, pubbliche o private non accreditate, con le quali l'Azienda stipula apposita convenzione.
Si considera ALPI a tutti gli effetti, anche se oggetto di specifico accordo, l'attività del professionista svolta su richiesta dell'Azienda in situazioni eccezionali ovvero quando sia necessario ridurre le liste di attesa per il rispetto degli standard prefissati dalla regione.
Tanto premesso, venendo allo specifico caso oggetto dell'interpellanza, faccio preliminarmente presente che la concessione dell'edificio 28 del Policlinico risulta affidata in coerenza e nel rispetto di quanto disposto dalla normativa vigente. Infatti, è previsto che, per garantire l'esercizio dell'attività libero-professionale intramuraria, le regioni e le province autonome assumono le più idonee iniziative volte ad assicurare gli interventi di ristrutturazione edilizia presso le aziende sanitarie locali, le aziende ospedaliere, le aziende ospedaliere universitarie, i policlinici universitari a gestione diretta, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) di diritto pubblico, necessari per rendere disponibili i locali destinati a tale attività.
Inoltre, le regioni possono autorizzare l'azienda sanitaria, ove ne sia adeguatamente dimostrata la necessità e nel limite delle risorse disponibili, ad acquisire spazi ambulatoriali esterni - tramite l'acquisto o la locazione presso strutture sanitarie autorizzate non accreditate, nonché tramite la stipula di convenzioni con altri soggetti pubblici - per l'esercizio di attività sia istituzionali, sia in regime di libera professione intramuraria.
Devo, inoltre, precisare che l'ALPI è autorizzata a condizione che non comporti un incremento delle liste di attesa per l'attività istituzionale; non contrasti o pregiudichi i fini istituzionali del Servizio sanitario nazionale e regionale; non contrasti o pregiudichi gli obiettivi aziendali; non comporti, per ciascun dirigente sanitario, un volume di prestazioni o un volume orario superiore a quello assicurato per i compiti istituzionali.
In questo contesto, le regioni e province autonome assicurano il rispetto delle disposizioni vigenti e le Aziende assicurano adeguate modalità di rilevazione dell'impegno orario che ciascun professionista dedica all'attività istituzionale, nonché all'attività libero-professionale.
Ritengo opportuno, inoltre, riferire che presso il Comitato tecnico sanitario del Ministero della Salute opera la sezione “Osservatorio nazionale sullo stato di attuazione del programma degli ospedali e sul funzionamento dei meccanismi di controllo a livello regionale e aziendale”, che, tra l'altro, promuove le attività strategicamente finalizzate all'analisi del fenomeno della libera professione intramuraria, nonché la rilevazione sistematica dello stato di attuazione delle disposizioni normative emanate in materia.
Dall'ultimo monitoraggio effettuato, relativo all'anno 2023, in particolare, emerge che il 90,5 per cento delle prestazioni viene erogato esclusivamente all'interno degli spazi aziendali, il 9,2 esternamente all'azienda, ma secondo le tipologie previste (studi privati collegati in rete o presso altre strutture pubbliche, previa convenzione). Solo un residuale, pari a 0,3 per cento di attività, viene svolta ancora presso studi non ancora collegati in rete.
Per quanto riguarda l'iniziativa oggetto dell'interpellanza, riporto quanto comunicato dalla regione Lazio, quale amministrazione competente a riferire in merito. La regione ha fatto presente che negli ultimi anni l'Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Umberto I si è impegnata per sopperire all'indisponibilità di spazi sufficienti a coprire l'intera attività svolta in libera professione , cercando di implementare soluzioni coerenti con le indicazioni normative in materia.
A tal proposito, la regione ha riferito che l'Azienda, anche al fine di utilizzare le strutture interne prioritariamente per lo svolgimento dell'attività istituzionale, ha indetto una procedura per manifestazione di interesse all'acquisizione di spazi e servizi per l'erogazione dell'ALPI in regime ambulatoriale presso strutture sanitarie private non accreditate con il Servizio sanitario nazionale, ubicate nel territorio di Roma.
Ferma restando questa iniziativa, nell'ottica di reperire spazi propri per la libera professione, l'Azienda ha aderito a una procedura di partenariato pubblico-privato che consentirà di valorizzare il patrimonio immobiliare, in quanto la struttura in questione risulta attualmente allo stato di “rustico”, ossia collabente, e pertanto attualmente inutilizzabile.
Tale procedura consentirà, peraltro, l'internalizzazione di gran parte dell'ALPI ad oggi effettuata presso le strutture esterne.
La regione ha altresì chiarito che non risponde al vero l'affermazione che, al termine della concessione, le apparecchiature ormai prive di valore e obsolete entreranno nel patrimonio pubblico, poiché il contratto di concessione prevederà che le attrezzature siano mantenute in perfetta efficienza per tutta la durata dello stesso.
Per ciò che concerne i corrispettivi da riconoscere per le prestazioni erogate in regime all'interno della nuova struttura, la regione ha evidenziato che gli stessi risultano coerenti con i costi delle risorse impegnate, come peraltro confermato dall'Agenas.
La regione, infine, ha sottolineato che l'iniziativa intrapresa rappresenta una valida soluzione di cooperazione tra un soggetto pubblico e i privati che consentirà di finanziare, costruire e gestire un'infrastruttura in un edificio attualmente in condizioni tali da risultare inutilizzabile e fornire un servizio di interesse pubblico, nonché, al tempo stesso, di adeguare l'organizzazione dell'ALPI alla normativa vigente.
Tale iniziativa, ribadisce la regione, al contrario di quanto affermato dagli interpellanti, è assolutamente compatibile con una visione pubblicistica delle attività sanitarie, in quanto consentirà di ripristinare spazi aziendali oggi inagibili da destinare alle attività libero-professionali finora gestite tramite convenzioni in strutture private.
PRESIDENTE. La deputata Marianna Ricciardi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. No, purtroppo non mi posso ritenere soddisfatta. Innanzitutto, come sempre, si va a scaricare la colpa sulle regioni dicendo che la competenza è regionale. Io mi chiedo: il Ministero della Salute allora non serve a nulla, a questo punto, se non può intervenire in qualsiasi aspetto e bisogna lasciar tutto in mano alle regioni. Chiaramente, negli spazi di competenza, il Ministero ha l'obbligo e il dovere di intervenire.
Nessuno, poi, considera illegittima l'azione che è stata intrapresa all'interno del Policlinico Umberto I. Io faccio un discorso di opportunità: qui noi stiamo parlando del fatto che la struttura è pubblica, i medici sono pubblici, ma lavoreranno all'interno di questa struttura per eseguire prestazioni esclusivamente in regime libero-professionale Cioè, per entrare in uno spazio pubblico, i cittadini dovranno pagare. Per me questa è una situazione inaccettabile.
Altra motivazione è che così i medici potranno esercitare, quindi, la libera professione all'interno del Policlinico, mentre prima dovevano andare fuori. Però, questa motivazione non mi sembra sufficiente a giustificare quanto sta accadendo, perché penso che questo sia uno dei primissimi casi in cui uno spazio pubblico viene interamente destinato al privato e la maggior parte dei ricavi vanno al privato, non vanno all'azienda ospedaliera; una parte va all'azienda ospedaliera, ma la maggior parte andrà al gruppo di imprese private. E ci mancherebbe che le strumentazioni, i macchinari che vengono utilizzati saranno mantenuti in buone condizioni, mi sembra proprio il minimo. È chiaro che, tra 12 anni, saranno certamente più vecchi, però, poi, verranno lasciati al pubblico dei macchinari, che, comunque, tra 12 anni saranno certamente meno aggiornati, ma meglio di niente.
Tutto questo ragionamento rientra nel concetto che dicevo, appunto, prima: la normalizzazione del fatto che siamo di fronte a un sistema che sta scivolando sempre di più verso una gestione privata, perché il pubblico non ce la fa. Però non è accettabile che il pubblico non ce la faccia, non è accettabile restare indifferenti di fronte al dramma che si sta consumando sulle liste d'attesa. Io voglio ricordare - è proprio di oggi la notizia - che è venuta a mancare la paziente che denunciò un ritardo di otto mesi per un referto istologico, una condizione che le ha determinato un cambiamento totale. È morta questa signora. Io mi ricordo questa vicenda, la seguii e la trovai particolarmente grave perché lì il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Trapani era un politico che non è stato eletto alle elezioni con Fratelli d'Italia - quindi, comunque bisognava pur premiarlo - e, quindi, è diventato direttore generale dell'ASP di Trapani, senza avere alcuna competenza, senza essere un medico. Non serve necessariamente essere un medico, ma, quantomeno, aver diretto qualcosa di complesso: parliamo della direzione di un'Azienda sanitaria provinciale. Ebbene, questo ritardo di otto mesi ha significato la morte per questa paziente.
Quindi, di fronte a tragedie simili, io credo che dovremmo fare degli sforzi straordinari per non lasciare andare tutto alla malora, come sta accadendo adesso. Io non do la colpa a voi - io penso che i tagli fatti sul Servizio sanitario nazionale siano responsabilità di tutti i Governi, di tutti i colori - però voi governate da tre anni e avete la responsabilità di cambiare rotta, perché, con la pandemia, il Governo Conte si è trovato ad affrontare una situazione devastante proprio per i tagli che c'erano precedentemente. Dopo la pandemia, tutti, tutti gli schieramenti hanno detto: cambieremo rotta, non sarà mai più così; poi, subito dopo, voi avete continuato a perseguire la rotta che ha portato alla tragedia che abbiamo avuto in pandemia.
Allora vorrei capire: cosa ci serve di più per capire che non c'è più tempo da perdere e che questo sistema così non funziona? Quante altre tragedie dobbiamo accettare così passivamente e dire “purtroppo è successo, non è riuscito ad avere l'esame in tempo, non è stato operato in tempo”? Queste cose non sono accettabili, a me tolgono il sonno: sarà perché ho un percorso da medico che mi porta ad avere questa sensibilità, ma chi gestisce la cosa pubblica deve avere la stessa sensibilità. Per questo io sono convinta che il giuramento di Ippocrate dovrebbero farlo anche i politici che si occupano di salute pubblica. Il giuramento non basta evidentemente, ma serve mantenere questa sensibilità, perché parliamo della vita delle persone, e questo non ci può lasciare indifferenti.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Marianna Ricciardi. Nella sua replica, lei ha menzionato il caso della professoressa della cui morte si è avuta notizia stamattina. Si tratta della professoressa Maria Cristina Gallo, di 56 anni, che denunciò il ritardo nella consegna di quel referto e che, peraltro, diede vita e ha dato vita allo scoperchiamento di uno scandalo che ha portato, poi, peraltro, a oltre 3.000 casi. Noi piangiamo la morte della professoressa Gallo, che ha dimostrato una straordinaria capacità civica e una straordinaria compostezza nella gestione di questa vicenda.
Quindi, la ringrazio per avere fatto riferimento a questa notizia, che mi consente di estendere le condoglianze al marito e ai figli della professoressa Gallo e, nello stesso tempo, di esaltare ciò che ha significato a livello di esempio civico per questa Nazione. Quindi, grazie per averlo ricordato.
È così esaurito lo svolgimento della interpellanza urgente all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all'estero. (C. 2369-A)
: ORSINI, per la maggioranza; TONI RICCIARDI, di minoranza.
2.
MOLLICONE ed altri: Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e altre disposizioni concernenti la valorizzazione sussidiaria dei beni culturali e l'istituzione del circuito "Italia in scena". (C. 1521-A)
: MOLLICONE.
3.
4.
5.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo relativo alla Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) n. 29 sul lavoro forzato e obbligatorio, adottato a Ginevra il giorno 11 giugno 2014 nel corso della centotreesima sessione della Conferenza generale dell'OIL. (C. 1539)
Relatrice: GARDINI.
S. 998 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo di emendamento all'Accordo istitutivo dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino relativo alla localizzazione della sede, adottato a Parigi il 21 maggio 2022 (Approvato dal Senato). (C. 1804)
: FORMENTINI.
S. 982 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo, fatto a Madrid il 21 gennaio 2008 (Approvato dal Senato). (C. 1803)
: MURA.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo su acqua e salute della Convenzione del 1992 sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali, fatto a Londra il 17 giugno 1999 (C. 1540)
: LOPERFIDO.
S. 782 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Protocollo alla Convenzione del 1979 sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza, per la riduzione dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico, con allegati, firmato a Göteborg il 30 novembre 1999; b) Modifiche al testo e agli allegati da II a IX del Protocollo del 1999 per la riduzione dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico nonché aggiunta dei nuovi allegati X e XI, adottate a Ginevra il 4 maggio 2012 (Approvato dal Senato) (C. 1585)
Relatrice: MARROCCO.
6.
7.
Disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all'estero. (C. 2369-A)
: ORSINI, per la maggioranza; TONI RICCIARDI, di minoranza.
8.
MOLLICONE ed altri: Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e altre disposizioni concernenti la valorizzazione sussidiaria dei beni culturali e l'istituzione del circuito "Italia in scena". (C. 1521-A)
: MOLLICONE.
9.
10.
11.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo relativo alla Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) n. 29 sul lavoro forzato e obbligatorio, adottato a Ginevra il giorno 11 giugno 2014 nel corso della centotreesima sessione della Conferenza generale dell'OIL. (C. 1539)
Relatrice: GARDINI.
S. 998 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo di emendamento all'Accordo istitutivo dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino relativo alla localizzazione della sede, adottato a Parigi il 21 maggio 2022 (Approvato dal Senato). (C. 1804)
: FORMENTINI.
S. 982 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo, fatto a Madrid il 21 gennaio 2008 (Approvato dal Senato). (C. 1803)
: MURA.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo su acqua e salute della Convenzione del 1992 sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali, fatto a Londra il 17 giugno 1999 (C. 1540)
: LOPERFIDO.
S. 782 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Protocollo alla Convenzione del 1979 sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza, per la riduzione dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico, con allegati, firmato a Göteborg il 30 novembre 1999; b) Modifiche al testo e agli allegati da II a IX del Protocollo del 1999 per la riduzione dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico nonché aggiunta dei nuovi allegati X e XI, adottate a Ginevra il 4 maggio 2012 (Approvato dal Senato) (C. 1585)
Relatrice: MARROCCO.










