PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
CATERINA PES, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amendola, Amici, Baretta, Bellanova, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonafede, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Caparini, Capelli, Catania, Damiano, De Micheli, Dellai, Di Gioia, Faraone, Ferranti, Fioroni, Franceschini, Galati, Garofani, Gelli, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guerra, Lauricella, Locatelli, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Meta, Migliore, Piccoli Nardelli, Piepoli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scanu, Velo, Venittelli e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle 9,55. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2015 (Doc. VIII, n. 7); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2016 (Doc. VIII, n. 8).
Ricordo che nella seduta di ieri, dopo la replica del deputato questore Gregorio Fontana, ha avuto luogo l'espressione del parere sugli ordini del giorno da parte del deputato questore Paolo Fontanelli.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati
Il primo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/1 Caparini è accolto se riformulato, nel senso di mantenere soltanto le lettere e del paragrafo 3. Deputato Caparini, prego.
DAVIDE CAPARINI. Sì, grazie. Noto che nella proposta di riformulazione c’è un errore, in quanto per quanto riguarda...
PRESIDENTE. Non la sento, come ? Per favore, colleghi, dobbiamo interloquire. C’è un errore, dove ?
DAVIDE CAPARINI. Presumo ci sia una svista da parte dei proponenti della riformulazione perché tutte le lettere del paragrafo 3, in base ai pareri espressi sugli ordini del giorno successivi, potrebbero essere accolte. Comunque, Presidente, su questo mio primo ordine del giorno – e lo dico anche per i colleghi del MoVimento 5 Stelle che potrebbero essere interessati, in seguito, a votare favorevolmente su alcuni ordini del giorno che sono riassunti in questo – vorrei insistere per la votazione e spiegarne alcuni punti. In questo ordine del giorno noi sottolineammo alcuni aspetti fondamentali per quanto riguarda l'opera di rinnovamento che riteniamo fondamentale per il corretto ed economico funzionamento della Camera. Non si può pretendere di...
PRESIDENTE. Colleghi ! È possibile abbassare il tono della voce e consentire al deputato Caparini di illustrare l'ordine del giorno ? Per favore.
DAVIDE CAPARINI. Noi siamo convinti che bisogna partire da una riorganizzazione strutturale delle funzioni di questa Camera, partendo da cosa noi dobbiamo fare, dalla nostra missione, per arrivare poi a svolgerla nel miglior modo possibile e quindi in modo appropriato, economico ed efficiente. Per questo noi abbiamo pensato che il primo ordine del giorno dovesse riassumere i punti importanti come, per esempio, la corretta valutazione delle funzioni del personale, la cancellazione di funzione ridondanti, l'introduzione di meccanismi premiali e non automatici nel riconoscimento della qualità del lavoro svolto, l'utilizzo di meccanismi che introducano un criterio meritocratico all'interno di questa Assemblea che troviamo fondamentale. Come troviamo fondamentale anche il fatto di togliere dei vecchi retaggi che purtroppo ancora oggi ci sono – ne discuteremo poi in seguito approfondendo alcuni ordini del giorno – come le odiose e purtroppo intoccate prebende e privilegi che sono a disposizione degli ex Presidenti di questa Camera, che noi troviamo assolutamente inconcepibili, assolutamente assurde, che devono essere rimosse, che gridano vendetta. Non esiste al mondo che ancora oggi ci siano ex Presidenti di questa Camera che godono di privilegi assolutamente immotivati e purtroppo onerosi per quanto riguarda il bilancio dello Stato.
Quindi, io chiederò di votare comunque questo ordine del giorno, al di là del parere espresso. Io apprezzo il fatto che i questori abbiano cercato di accogliere le proposte della Lega Nord, ma su alcuni punti, purtroppo, la distanza è tale, e la visione talmente diversa, che noi chiederemo di votare e chiederemo anche di dibattere su questi temi che noi crediamo essere fondamentali per il corretto funzionamento di una delle più importanti istituzioni del Paese.
PRESIDENTE. Va bene, quindi non accetta la riformulazione.
RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente. Siccome non abbiamo sentito il collega per il rumore di fondo, che è normale a inizio seduta, o almeno è solito essere così, vorrei chiedere la votazione per parti separate se è possibile, e vorrei annunciare, per esempio, la nostra astensione sul primo punto, il numero 1), che riguarda l'adeguamento dello status economico dei deputati. Riteniamo che non si debba adeguare rispetto agli altri Paesi europei, ma al reddito degli italiani, e questa sarà una posizione che terremo per tutta la discussione di oggi. Voteremo contro al punto numero 4), perché riteniamo che alcuni ambiti di gestione amministrativa possono essere gestiti assieme al Senato, ma non tutti, come ad esempio bilancio e finanza, perché l'autonomia della Camera deve essere garantita e voteremo contrario al punto numero 9), perché non siamo ostili all'applicazione della cosiddetta «legge Frattini», visto che è un principio anche dall'ordinamento esterno, ma vorremmo che fosse garantita l'assenza di conflitti di interesse, quindi auspichiamo una riformulazione in tal senso dei questori, in caso contrario il nostro voto è di astensione o contrario.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Noi riteniamo che il parere espresso dai questori sia assolutamente motivato nel senso di spacchettare un po’ un ordine del giorno che raggruppa tante indicazioni. Noi non potremo, ad esempio, votare questo ordine del giorno perché al numero 6) si propone di sospendere immediatamente la realizzazione di tutti gli eventi che abbiano finalità musicale, artistica, culturale. Noi riteniamo che la Camera debba incentivare queste attività. Dall'inizio della legislatura, forse non tutti lo sanno, noi abbiamo avuto quasi un milione di cittadini italiani – quasi un milione di cittadini italiani ! – che hanno varcato i nostri ingressi; sono entrati qui alla Camera e hanno avuto modo di vedere come funziona la Camera, che cosa fa la Camera. Ora l'apertura della Camera noi la consideriamo un fatto straordinariamente positivo, quindi noi non possiamo votare, al di là dei singoli punti su cui c’è anche un'attinenza, questo ordine del giorno perché contravviene ad un principio per noi assolutamente giusto, quello dell'apertura della Camera ai cittadini italiani.
PAOLO FONTANELLI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO FONTANELLI, . Ovviamente in questo caso – come dire – conta molto, a parere nostro, la valutazione delle presentatore. Noi avevamo fatto una proposta di riarticolazione di questo ordine del giorno partendo dal fatto che molti di quei punti si trovano in singoli ordini del giorno che seguono e sui quali abbiamo espresso dei pareri puntuali. In questo senso, noi chiedevamo al presentatore il ritiro e la votazione solo su uno di questi che non era ricompreso negli altri singoli presentati. Ovviamente, se viene meno questa volontà del presentatore la nostra opinione è di un voto contrario sull'insieme dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Deputato Caparini, sulla base di questa spiegazione lei insiste per votarlo nel suo complesso ?
DAVIDE CAPARINI. Presidente, la richiesta di votarlo per parti separate mi precluderebbe poi il voto sui singoli ordini del giorno e, quindi, i colleghi del MoVimento 5 Stelle, laddove intravvedessero la possibilità di votare a favore, avranno la possibilità di farlo in futuro.
Per quanto riguarda invece questo ordine del giorno, posso anche accogliere la proposta dei questori e poi rinviamo la discussione agli altri ordini del giorno.
PRESIDENTE. Quindi, onorevole Caparini, lei accoglie la riformulazione; sta bene.
Onorevole Caparini, anche sul suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/2 c’è una riformulazione. Prendo atto che la riformulazione va bene; d'accordo.
Onorevole Caparini, accetta la riformulazione sul suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/3 ?
DAVIDE CAPARINI. Presidente, non accetto la riformulazione e vorrei intervenire.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Presidente, qui parliamo di un tema nevralgico e fondamentale, ovvero quello della indennità dei parlamentari. Prima di tutto analizziamo quelli che sono i macro centri di costo di questa Camera. Li abbiamo esplicitati in ogni ordine del giorno, anche per rendere più fruibile ai colleghi un'analisi veloce della situazione del nostro bilancio che consente di capire che per quanto riguarda l'incidenza dei costi dei deputati, cioè di tutti noi, sia di quelli in carica sia degli ex deputati, questa è intorno al 25 per cento, cioè un quarto del costo totale.
Per quanto riguarda poi le indennità, queste indennità sono circa la metà di quello che è il costo totale dei deputati. Quindi, i deputati in pensione e i deputati in corso di mandato più o meno incidono nello stesso modo sul bilancio. Noi – e io non capisco come mai ci sia un parere contrario da parte del Collegio dei questori – chiediamo semplicemente, in base anche a quelli che sono stati gli studi precedenti – e sappiamo che è stata anche svolta un'importante comparazione tra il nostro sistema e quello di altri Paesi – sempre nell'ambito della sfera di autonomia del Regolamento della Camera chiediamo, appunto, di uniformare il trattamento economico complessivo dei deputati agli standard europei. Perché usiamo questa formula ? Perché lo abbiamo esplicitato nelle nostre proposte di legge, che sono ferme in I Commissione, con relatore il collega Mazziotti Di Celso, che è anche il presidente dalla Commissione stessa, e abbiamo chiesto di parametrare lo stipendio dei parlamentari a quello base dei cittadini, ovvero di creare un moltiplicatore non rispetto ai giudici ma rispetto a quello che è lo stipendio base e normalmente percepito nel Paese, in modo tale che sia più facile da parametrare e sia anche più facile, da parte del cittadino elettore, fare un paragone rispetto a quello che evidentemente è il suo potere d'acquisto. Ora tutto questo è fermo in Commissione. Cogliamo questa occasione per chiedere anche al relatore nonché presidente, che in doppia veste è anche agevolato, di poter finalmente dare un impulso e una spinta al dibattito e all'approvazione di questo provvedimento che noi riteniamo fondamentale.
Ma tornando al nostro ordine del giorno, abbiamo proprio proposto questa formula, che è molto più blanda, per andare incontro – e noi ne eravamo convinti – a quelle che sono state, fino ad oggi, anche le relazioni dei questori all'Ufficio di Presidenza e quello che ci sembrava l’ sentire dello stesso Ufficio di Presidenza.
Quindi, quello che noi vorremmo che venisse fatto è semplicemente un'armonizzazione, cioè trovare un meccanismo per cui la nostra indennità sia commisurata ai servizi per quanto riguarda l'espletamento del mandato e, quindi, ci sia un riequilibrio. In questo senso, quindi, la formula che abbiamo usato non capisco perché non possa essere accolta dai questori. È per questo che ne chiedo la votazione.
PRESIDENTE. Quindi, non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Siccome questo ordine del giorno della Lega Nord praticamente nel dispositivo – non tanto dalla premessa – è simile al mio ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/92, è bene che motiviamo la ragione per la quale voteremo questo ordine del giorno della Lega Nord. Anche noi pensiamo che si debba andare verso un'armonizzazione degli stipendi, delle indennità e dei servizi per i parlamentari, anche se ci rendiamo conto che la situazione che esiste in Europa è molto diversificata. Ci sono Paesi, come la Germania e come la Francia, che danno servizi estremamente più qualificati ai parlamentari. In Italia forse c’è stata un'eccessiva penalizzazione dei servizi rispetto alla monetizzazione degli stessi. Però, noi partiamo da una premessa che dobbiamo fare per onore della verità: i trattamenti per indennità e servizi dei parlamentari negli ultimi anni sono diminuiti in modo significativo e questo i cittadini lo devono sapere. La spesa tendenziale per gli stipendi dei deputati quest'anno è di 47 milioni in meno. Come sono stati prodotti questi risparmi ? Si è intervenuti una prima volta nel 2006 con una decurtazione giustissima del 10 per cento delle indennità; si è intervenuti una seconda volta con un'altra riduzione, nel settembre del 2011; sono stati bloccati, dal 2006, tutti gli adeguamenti derivanti dall'aggancio alle retribuzioni dei magistrati e ciò ha comportato questa riduzione di 47 milioni della spesa.
Inoltre, sono state fatte, anche sul terreno dei servizi, delle piccole ma significative scelte di trasparenza e di risparmio quali: l'eliminazione dei rimborsi dei viaggi all'estero; il rimborso delle spese di trasporto per gli ex parlamentari; la riduzione del 60 per cento dei rimborsi delle spese telefoniche; la rendicontazione puntuale del 50 per cento delle spese di esercizio del mandato parlamentare; la riforma del Regolamento dei vitalizi, con il passaggio al sistema contributivo; la revoca dei vitalizi per i parlamentari condannati; l'eliminazione del rimborso delle spese delle apparecchiature informatiche a partire dalla prossima legislatura. Queste cose sono fatti concreti di cui i cittadini devono essere informati. Siamo ancora arrivati al dunque ? No ! È possibile ancora fare. Per questo noi chiediamo un'armonizzazione a livello europeo. Qualcuno potrà dire: ma sui servizi forse dovremmo andare in aumento, visto che ai parlamentari italiani non è stata concesso, anzi è stata revocato, anche l'ufficio, ed è un sacrificio giusto che abbiamo chiesto ai deputati ma è un sacrificio molto oneroso, perché molti deputati non sanno neanche dove ricevere le persone che vengono qui per questioni connesse al loro mandato istituzionale.
Quindi, non è vera la favola, il racconto purtroppo alimentato da una stampa qualunquistica, da giornalisti che fanno della disinformazione la loro missione professionale. Sono state fatte molte cose, non sufficienti. Andiamo avanti e per questo noi voteremo questo ordine del giorno analogo nel dispositivo, non nella premessa, al nostro, volto appunto all'armonizzazione a livello europeo delle indennità e dei servizi .
EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signora Presidente, colleghi, ovviamente il tema proposto da questo ordine del giorno come già si è visto suscita una valutazione di carattere generale. Volevo dire che il nostro gruppo voterà favorevolmente, ma ci teniamo a chiarire la nostra posizione perché è un tema su cui la demagogia risulta essere facilitata anche da poteri esterni al Parlamento che in qualche maniera in questi anni agiscono per delegittimare la rappresentanza popolare ed evidentemente per delegittimare la democrazia. Io mi trovo molto con quello che ha detto il collega di Sinistra Italiana, Melilla e tuttavia credo che qualche brevissima valutazione me la consentirà. Noi riteniamo che lo stipendio dei parlamentari sia innanzitutto da ancorare all'andamento economico del Paese, oltre che a standard europei, perché è evidente che è anche in base alle di una nazione, che derivano anche dall'impegno parlamentare, che può essere giudicato complessivamente l'operato di un Parlamento e del parlamentare. Ma è evidente che negli ultimi anni, anche per effetto di leggi spinte dall'esterno, elettorali, si è voluto sempre di più far diventare il parlamentare una sorta di persona che vota, un impiegato del voto, ed ecco poi le polemiche demagogiche sui mesi di vacanza, sui giorni di vacanza. Un vero parlamentare lavora soprattutto a rappresentare il popolo e lavora soprattutto sul territorio, ma giacché non ci sono più le preferenze, giacché non ci sono più i collegi, i parlamentari sono nominati a livello nazionale, non rappresentano più il popolo, sono deboli e sono facilmente colpibili dai mezzi di informazione che, guarda caso, non sono neutri in Italia – infatti siamo i 77esimi nel mondo come libertà di stampa – perché sono frutto di un asservimento a potentati finanziari ed economici che sono gli stessi che in qualche maniera giornalmente delegittimano la politica per appropriarsi del potere della rappresentanza.
Allora, per noi il problema del costo della politica, del costo della democrazia, del costo dei parlamentari è un problema di qualità, non di quantità. Dobbiamo dare servizi adeguati e meno soldi, ma poi quando i parlamentari, anche grazie a una nuova legge, torneranno a essere parlamentari rappresentanti del territorio, riteniamo che il problema della remunerazione debba essere coerente e intelligente. Non ci dimentichiamo che la grande battaglia per le indennità dei parlamentari è una grande battaglia del Novecento del Partito Socialista, contro le dei potenti, dei ricchi, che serviva a consentire ai figli del popolo di essere liberi, indipendenti e difendere le ragioni del popolo. E, allora, cerchiamo di essere seri, cerchiamo di riconquistare la democrazia nel nostro Parlamento con ragionamenti intelligenti e non ci facciamo mettere in bocca da qualche giornalista prezzolato, da banche e da assicurazioni quello che dobbiamo dire in Aula.
PAOLO FONTANELLI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO FONTANELLI, . Intervengo per essere abbastanza chiari rispetto a questo, nel momento in cui noi avevamo chiesto al collega Caparini di accogliere la riformulazione che avevamo fatto. La riformulazione non è un rifiuto da parte nostra del ragionamento sull'armonizzazione rispetto agli standard europei. Su questo si può lavorare e si deve lavorare, ma siccome gli ordini del giorno rappresentano per noi un impegno concreto e immediato, noi possiamo dire che alle verifiche finora fatte gli standard europei sono molto più onerosi e costosi dei nostri se mettiamo insieme le indennità con il costo dei servizi. Quindi su questo bisogna lavorare e assumere un impegno immediato sarebbe incompatibile con l'impegno e la priorità che ci siamo dati di contenere la spesa della nostra Istituzione.
Per questo noi, come anche l'anno passato, abbiamo espresso, su questo, un parere di tipo contrario, non perché rifiutiamo di ragionarne, anzi ci si può ragionare, ma perché nell'immediato questo contraddirebbe questa priorità che tutti quanti diciamo di volere perseguire, ossia quella di ridurre, appunto, il costo della nostra istituzione.
Ecco, questo è il punto, mentre noi accettavamo nella riformulazione il secondo paragrafo dell'ordine del giorno, pur affermando che, nell'azione di prosecuzione del contenimento delle spese per le consulenze, i risultati sono già abbastanza evidenti perché si è passati da 490 mila euro spesi nel 2013 a 210 mila del 2016. Quindi, questo lo accoglieremmo perché è una prosecuzione, ma anche in questo senso sottolineando che un lavoro è già in corso.
PRESIDENTE. Sì, grazie per il chiarimento, questore Fontanelli.
DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Grazie. L'intervento a chiarimento del questore lo trovo molto importante e, quindi, dato che poi ci sarà un ordine del giorno, il n. 24, su analoga questione e ci saranno anche i nn. 93 Melilla e 97 Di Salvo, accolgo la riformulazione e spostiamo la discussione più avanti.
PRESIDENTE. Va bene, allora accoglie la riformulazione. Quindi andiamo avanti e passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/4 Caparini, che è accolto come raccomandazione. Deputato Caparini ? Va bene ? Andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/5 Caparini, che è riformulato. Lei ha letto la riformulazione ? L'accetta ?
DAVIDE CAPARINI. Grazie, Presidente. No, in questo caso non l'accetto e credo che anche il futuro intervento del questore, se ci sarà, non mi convincerà a non votare questo ordine del giorno, al di là del grande lavoro che è stato fatto da questo Ufficio di Presidenza e, quindi, da questo Collegio dei questori, ma anche dal precedente, perché ricordiamo che la riforma strutturale per quanto riguarda vitalizi e indennità è stata fatta nella precedente legislatura, quella spesso citata da tanti colleghi qui in Aula, che ha spostato il sistema previdenziale dei deputati dal retributivo al contributivo.
Detto questo, noi siamo convinti che bisogna fare di più bisogna fare molto di più e anche meglio in quanto possiamo incidere sull'organizzazione della Camera, sulla sua funzionalità e qui lo chiediamo esplicitamente al fine di individuare compiti e funzioni ridondanti e anche di improntare la gestione di questa istituzione a criteri di maggiore efficienza, efficacia, economicità e soprattutto appropriatezza.
Allora, in questo caso noi siamo convinti che ci sia ancora tantissimo da fare perché ci sono purtroppo tante funzioni che sono del tutto superate e ci sono delle piante organiche che fanno riferimento a un mondo che non esiste più.
È evidente che la Camera dei deputati in questi anni è cambiata e sono cambiate anche di molto le sue funzioni. E noi crediamo che non ci sia stato, in termini di gestione, un adeguato ammodernamento.
E, allora, noi chiediamo, con questo ordine del giorno, di poter intervenire su quelli che sono i veri costi perché ad oggi non è ancora possibile sapere, per esempio, Presidente, quanto ci costa un'ora di seduta; non è possibile sapere quanto ci costa un'ora di funzionamento delle Commissioni o una giornata di lavoro. Per avere solo un'idea di quanto noi oggi costiamo al netto della spesa previdenziale, a settimana questa Camera costa 10 milioni e 107 mila euro. Capite che è una cifra spaventosa ? Costiamo ogni giorno un milione e mezzo di euro. Questo, se restiamo aperti o chiusi. Questi sono i costi.
Allora, si tratta di capire come possiamo incidere su questa mole di denaro spaventosa, proprio partendo dall'inizio, dalle basi, dalle fondamenta, cioè dove poter individuare i centri di costo e lì aggredirli per fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile, banalmente una migliore allocazione delle risorse.
Quando io ho fatto questo ragionamento in Ufficio di Presidenza mi è stato detto che non siamo un'azienda e non possiamo utilizzare questo tipo di criteri gestionali. Io non ne sono convinto perché è vero che siamo una istituzione, è vero che abbiamo una legge speciale perché di fatto ci autoregolamentiamo, in quanto istituzione e in quanto corpo costituzionale, però questo non ci esime dall'utilizzare al meglio le risorse dei cittadini, le tasse dei cittadini e quello che hanno guadagnato con tanto sangue e sudore. Quindi, non possiamo metterci nelle condizioni di non attivare la migliore gestione, improntata sulla economicità, e per farlo ci serve sapere prima di tutto quali sono i centri di costo ed aggredirli, ma per farlo bisogna spacchettare e riniziare l'organizzazione da zero.
Questo è il lavoro immane che chiediamo di fare al Collegio dei questori e all'Ufficio di Presidenza, sul quale purtroppo, al di là di tanta buona volontà, ancora oggi non abbiamo visto nulla.
PRESIDENTE. Chiede di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Presidente, pur valutando positivamente l'invito a ulteriori risparmi da parte della Camera, però dobbiamo dire che non corrisponde al vero che noi non abbiamo fatto niente. Per l'acquisto di beni e servizi siamo passati dai 163 milioni di euro che si spendevano nel 2012 agli attuali 83 milioni di euro. Per quanto riguarda le spese del personale, quest'anno c’è stata un'ulteriore diminuzione del 10 per cento, ma se consideriamo l'ultimo decennio dobbiamo tener conto che nel 2006 anzi al 1o gennaio 2008 per l'esattezza, alla Camera lavoravano 1.779 persone; siamo scesi l'anno scorso e stiamo scendendo ancora (io ho l'ultimo dato dell'anno scorso) a 1.281 persone, con un decremento di 498 unità, pari al 30 per cento in meno di personale. Quindi, i risparmi si sono fatti, naturalmente dobbiamo continuare a farne, ma non possiamo non evidenziare il sacrificio del personale della Camera, che si sottopone a carichi di lavoro enormemente superiori rispetto al passato e non dobbiamo sottovalutare che, anche per quanto riguarda i beni e i servizi, siamo in presenza di un processo virtuoso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 8/5 Caparini, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
DAVIDE CAPARINI. Grazie, Presidente. Anche qui apprezzo lo sforzo dei questori, però siamo veramente distanti da quello che dovrebbe secondo noi essere il processo virtuoso di cui prima parlava anche il collega Melilla. Collega, è vero che siamo passati da oltre 1.700 dipendenti a 1.281 però le vorrei far presente che nel contempo nel Paese sono state tante le imprese che hanno dovuto, per forza di cose, modificare il loro processo produttivo e hanno fatto tagli che sono ben superiori al 30 per cento di cui lei parlava, ovvero l'innovazione tecnologica che ha portato con sé anche un cambiamento dei processi e delle funzioni inevitabilmente ha indotto una contrazione del personale nelle aziende. Basta solo questo a spiegare il fatto che servono meno dipendenti per svolgere le medesime funzioni: una volta erano previste delle funzioni che oggi evidentemente non esistono più; basti guardare al centro dell'emiciclo dove una volta c'erano dei bravissimi stenografi, i migliori del Paese, al punto tale che alla Camera dei Deputati si tenevano dei corsi che insegnavano al resto del Paese come fare perché qui c'era un'accademia, quindi era veramente il fiore all'occhiello. Oggi rimane il fiore all'occhiello perché siamo in grado di esprimere, primi fra i Parlamenti in Europa, nei Paesi occidentali, un resoconto stenografico dettagliato in corso di seduta ed è una cosa di cui noi tutti dovremmo essere orgogliosi perché ha comportato una ricerca, un'innovazione di processo e di prodotto che altri Parlamenti non sono stati in grado di fare e un contenimento conseguente dei costi, accoppiato a un'efficienza perché oggi il cittadino che vuole informarsi, che vuole capire cosa sta accadendo qui lo può fare direttamente, non solo attraverso la TV, ma anche attraverso un resoconto in corso di seduta che certifica ciò che qui sta avvenendo, quindi a testimonianza del fatto che è possibile innovare e lo si può, anzi in questo caso lo si deve fare, proprio per migliorare le nostre funzioni e anche per migliorare la qualità dei servizi che offriamo. Noi abbiamo proposto per l'ennesima volta quello che abbiamo definito il lodo Iotti, ovvero la Presidente che prima fra tutte ha posto il problema di riformare le funzioni della Camera, identificandone la e lo ha fatto individuando un perché io sono particolarmente convinto che noi non possiamo riformare noi stessi, ma dobbiamo affidarci a qualcuno che ha un approccio terzo e che quindi può individuare quali sono i punti nevralgici e le linee guida per la futura organizzazione di questa Camera. È un approccio che normalmente le aziende fanno; noi siamo un'azienda da oltre, o quasi un miliardo di costo all'anno, dobbiamo affidarci a qualcuno che ci dica come dobbiamo intervenire e dove dobbiamo intervenire per avere una appropriatezza della gestione delle risorse. È per questo quindi che io per l'ennesima volta propongo all'Aula questo ordine del giorno, memore del fatto che non sto proponendo una cosa nuova perché prima di me un autorevole Presidente lo ha fatto, ma non solo: so anche che, nel corso degli anni, i vari Uffici di Presidenza ed i Collegi dei questori comunque si sono affidati a dei pareri terzi per avere un'idea di quale avrebbe potuto essere un nuovo schema organizzativo. Il problema poi è che dalla progettualità non si è mai passati alla realizzazione, evidentemente anche per la difficoltà, ma questo, insomma, fa parte delle cose della vita. Noi non sosteniamo che sia facile riorganizzare la Camera, sosteniamo che sia necessario.
PRESIDENTE. Bene, allora non accetta la riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/14 Caparini, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signora Presidente, qui evidentemente, essendoci un invito al ritiro, chiederò di votare questo ordine del giorno che chiede di eliminare totalmente i contributi destinati all'Associazione degli ex parlamentari, in quanto voi sapete benissimo che gli ex parlamentari ci costano 135 milioni di euro l'anno. Se vogliono sostenere un'associazione di ex parlamentari se la possono tranquillamente permettere e possono, con dazioni liberali, consentirne l'attività e la vita stessa. Su questo ordine del giorno poi trovo fondamentale anche sottolineare un altro aspetto che purtroppo non c’è stato dato modo di discutere, ovvero quello inerente l'ammontare dei vitalizi degli ex parlamentari, perché questi 135 milioni di euro, un monte considerevole di denaro che ogni anno viene drenato a questi ex colleghi, sono evidentemente una stortura del nostro sistema perché sono stati elargiti con modalità e meccanismi nel passato – sottolineo nel passato perché dopo il 2012 evidentemente è cambiato il modello pensionistico della Camera dei deputati, siamo passati dal contributivo al retributivo, quindi è cambiato tutto – ma ciò che rimane per il passato evidentemente sono quelle storture che anche ieri alcuni colleghi sottolineavano e che in qualche modo devono essere affrontate. Evidentemente non lo si vuole fare in Aula, c’è chi sostiene che non lo si possa fare in Aula. Se seguiamo questo filone logico per cui non si può affrontare questo nodo nevralgico di costi, con questo strumento noi chiediamo di farlo nel modo più appropriato, secondo quello che ci è stato detto anche dalla Presidenza, con il dibattito che è ancora fermo in I Commissione (Affari costituzionali), in cui giacciono alcune proposte di legge per cui i colleghi della Lega Nord ma anche i colleghi del MoVimento 5 Stelle chiedono di rivedere il meccanismo dell'attribuzione dei vitalizi e lo propongono anche con debite misure, parametrandolo alle nuove esigenze del contenimento dei costi.
Noi non capiamo come, a distanza di un anno – perché io ricordo un anno fa il medesimo dibattito – c’è stato chi si è alzato dai banchi di Scelta Civica dicendo: prendiamo in mano noi la situazione, affronteremo con un progetto di legge, risolveremo la questione in modo tale che non ci sarà più il tema da discutere perché contemporaneamente questa proposta di legge di contenimento dei vitalizi degli ex parlamentari verrà affrontata nella Commissione apposita. Purtroppo così non è avvenuto, purtroppo siamo ancora all'anno zero in materia e dal 2012 ad oggi evidentemente non è stato fatto quello che avremmo dovuto fare in materia di vitalizi. Questo è un ordine del giorno simbolico, vista la cifra che viene riportata, ma trovo comunque importante che perlomeno non si diano nuove risorse a degli ex parlamentari che mi sembrano abbondantemente beneficiati da parte dei cittadini italiani.
LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUDOVICO VICO. Signora Presidente, intervengo perché sento ripetutamente parlare degli ex parlamentari e vorrei qui dire a noi tutti e all'onorevole Caparini che la storia di questo Parlamento è fatta da chi è ex parlamentare. La nostra storia, quella repubblicana e prima di quella repubblicana, è stata fatta dai Parlamenti, dagli ex parlamentari. Quando lei non sarà più parlamentare, sarà un pezzo della storia della Repubblica italiana. Poi lei sta dalla XIII legislatura qui, quindi potrà anche dare un contributo ulteriormente maggiore alla storia del nostro Paese e in tal senso a tutti i parlamentari, quelli presenti, l'auspicio e l'augurio di proseguire e di dare un contributo tutti al Paese. E quelli che lo sono stati rappresentano la nostra storia, nel bene e nel male e, come si diceva un tempo, onore ai deputati e ai senatori di questa Repubblica .
LUIGI DI MAIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI DI MAIO. Signora Presidente, noi abbiamo alla voce «altri contributi» 55 mila euro che diamo anche all'Associazione degli ex parlamentari, di cui si raccontavano le lodi nell'intervento che prima è stato fatto. Io voglio far presente che, al di là del fatto che ci sia o meno un patrimonio storico tra questi ex parlamentari iscritti all'Associazione ex parlamentari, al di là del loro valore e della loro importanza nella storia del nostro Paese e di quanto abbiano fatto di bene per questo Paese soprattutto negli ultimi quindici anni questi ex parlamentari a cui finanziamo l'Associazione, faccio presente che gran parte degli iscritti prendono anche il vitalizio Quindi gli diamo il vitalizio, fino all'anno scorso gli pagavamo i viaggi che gli abbiamo fatto saltare e gli finanziamo anche l'Associazione. Ora, la domanda che voglio fare ai questori è: gli ex parlamentari ci hanno mai spiegato come spendono i soldi che la Camera dà alla loro associazione ogni anno, se è possibile ? Grazie
PRESIDENTE. Ricordo che il gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e, come da prassi, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/16 Caparini, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
DAVIDE CAPARINI. Grazie, Presidente. In questo caso, invece, vorrei che si votasse, perché sono assolutamente convinto che la Camera, contrariamente a quello che altri colleghi hanno affermato in quest'Aula, debba svolgere la sua funzione legislativa punto e basta. Non deve essere sala per convegni: ci sono tantissime sale per convegni a Roma, tantissime, molto belle, attrezzate, economiche. Non capisco perché noi si debba supplire a una carenza che, evidentemente, a Roma non c’è come centri espositivi per mostre e quant'altro.
Noi siamo alla Camera dei deputati, la nostra funzione è legislativa e, soprattutto, io invito i colleghi che, invece, sostengono ancora che oggi noi si debba svolgere funzioni assolutamente inappropriate e incongrue ad andare a vedere quelli che sono i risultati delle tante mostre che vengono fatte, quanti visitatori ci sono. Si renderanno conto che il costo di quei biglietti è pari al costo di un concerto di Beyoncé, non certo a quello di una mostra alla Camera dei deputati. Quindi, dato che se voglio andare a vedere Beyoncé liberamente vado su e mi compro il biglietto, vorrei che anche ai cittadini – ai pochi cittadini che hanno frequentato queste mostre – fosse chiaro che il costo esorbitante viene suddiviso tra di loro.
Io, invece, sono convinto che una cosa è visitare le tribune di quest'Aula o visitare il Palazzo, un'altra cosa è inventarsi – perché questo avviene – convegni, inventarsi mostre, che il più delle volte, poi, sono funzionali ad un disegno politico di questo o di quel Presidente, perché è anche evidente. E non cito i tanti casi in cui, purtroppo, siamo incorsi: non ultimo, l'invito ad un da parte della Presidente Boldrini, poi, in fretta e furia cancellato.
Questo per dire che la Camera dei deputati deve funzionare in qualità di istituzione, perché, poi – badate bene –, questi costi sono costi di apertura, come per esempio quelli del sabato o quelli – una volta – della domenica, che vanno a finire nella voce dei risparmi. Invito i Questori a relazionare l'Aula su quanto abbiamo risparmiato con le chiusure domenicali e su quanto risparmieremmo con le chiusure del sabato, perché vi ricordo che tenere aperta questa istituzione costa più di 10 milioni di euro alla settimana, 1,5 milioni di euro al giorno. Sono costi che, evidentemente, possono essere aggrediti solo nel momento in cui si tagliano le spese superflue e questa evidentemente è una spesa superflua.
Quindi, l'invito che faccio ai Questori è di continuare evidentemente su quello che hanno fatto, perché non dico che non sia stato fatto nulla, ma il fatto di avere, per esempio, Presidente, un calendario preciso dei tempi certi consentirebbe una programmazione e degli evidenti risparmi.
Altri Parlamenti già lo fanno, perché il fatto di avere delle convocazioni a determinate ore consente, prima di tutto, di programmare gli spostamenti, i trasporti e, quindi, di diminuire i costi degli spostamenti; consente di mantenere una programmazione che equivale, inevitabilmente, ad una economicità. Il fatto di non sapere che un'ora in più o meno costa rende praticamente impossibile anche avere la consapevolezza delle spese che si affrontano nel momento in cui si prende la decisione di tenere aperta l'Aula per una seduta notturna oppure durante il fine settimana. Tutto questo nell'ordine del giorno noi chiediamo che venga approvato, perché dobbiamo essere consapevoli di quali sono i reali costi, anche di funzionamento, dell'Aula.
MARINA SERENI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINA SERENI. Grazie, Presidente. Credo che meriti una risposta quest'ultima considerazione fatta dal collega Caparini che, essendo esponente di un partito che decise, dal Governo, di aprire delle sedi ministeriali a Monza tanto per risparmiare un po’ di soldi pubblici ora ci viene a spiegare che cosa dobbiamo fare e, soprattutto, non dice che lo stiamo già facendo. Personalmente, ho sostituito il collega Lupi, per poco più di qualche mese, a presidente del Comitato sicurezza e, personalmente, ho deciso, insieme ai colleghi Questori, che sarebbe stato utile chiudere alcune sedi, chiudere in alcuni momenti della notte degli ingressi, chiudere le sedi della Camera in alcuni prefestivi. E la riformulazione che hanno proposto i colleghi Questori esattamente va in quella direzione e dice: già chiudiamo in molti prefestivi, in altri prefestivi, non il sabato, possiamo decidere di volta in volta, perché possiamo risparmiare, tenendo conto che questa è la casa del popolo italiano e che, qualche volta, anche facendo una piccola spesa, è giusto che il popolo italiano venga in queste sale, capisca che cosa facciamo .
Non è giusto, collega Caparini, che da quest'Aula si dica solo quello che non funziona: ci sono tante cose che non funzionano, e va bene e ci stiamo mettendo le mani e stiamo cambiando, ma è anche giusto che, ogni tanto, vengano qui, perché i cittadini hanno diritto di vedere, hanno diritto di partecipare a degli eventi, hanno diritto di vedere che questa è anche la loro casa, che può ospitare degli eventi importanti per far crescere la democrazia e la partecipazione .
Allora, non vi nascondete dietro a sciocche e demagogiche posizioni sul contenimento dei costi. Noi stiamo già contenendo i costi, ma questo è un Palazzo che deve rimanere aperto e deve, soprattutto, essere il luogo in cui i cittadini possano capire come funziona la democrazia. Se il problema è che costa tanti soldi, può arrivare sempre un uomo o una donna che vi dirà che è meglio chiuderlo il Parlamento, perché così si risparmia un sacco !
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Io non capisco la veemenza con la quale ha risposto al collega Caparini la Vicepresidente Sereni. Io penso che il collega Caparini abbia proposto delle cose di buonsenso. Non ha detto di chiudere l'Aula, di non discutere più all'interno dell'Aula i provvedimenti, anzi, se dobbiamo entrare in questa materia politica, mi sembra che sia il Governo, con la continua posizione di questioni di fiducia, a togliere democrazia e possibilità ai parlamentari di votare: non sicuramente un'ora in più o un'ora in meno l'Aula aperta. Quindi, utilizzare questa tesi mi sembra assolutamente riduttivo e fuori dalla realtà.
Semplicemente, il collega Caparini ha detto una cosa di buonsenso che utilizzano moltissimi Paesi europei: programmare i lavori. Non credo che, per esempio, la chiusura in alcuni sabati o nei sabati voglia dire non far partecipare il popolo alla vita democratica. Magari, non fare partecipare il popolo alla vita democratica vuol dire non avere il confronto, non dire quello che si fa, raccontare menzogne in televisione rispetto ai decreti che questo Governo porta avanti: non sicuramente l'impossibilità di fare, ogni tanto, la visita il sabato. Allora, o torniamo con i piedi per terra e, anche in uno spirito collaborativo cerchiamo di fare una programmazione che sia utile, anche attraverso un contributo della Camera dei deputati, per avere dei risparmi, utilizzando meno le risorse che pagano con il sudore, con le tasse, con la fatica, i cittadini, per le attività di questo ramo del Parlamento, oppure continueremo, come ho sentito, a fare dei discorsi demagogici: bisogna spendere milioni e milioni di euro per tenere aperta un sabato in più la Camera, perché altrimenti si perde democrazia; è obbligatorio invitare un che vuole ammazzare, uccidere, eliminare, fare sparire Israele, perché altrimenti perdiamo di democrazia in questo Paese. Non credo che quella sia democrazia, penso che la democrazia si abbia con il confronto costante con il popolo, magari facendo vedere che utilizziamo anche un po’ di razionalità nei lavori di quest'Aula per far ritornare un po’ di soldi alla gente. Soldi che si utilizzano per tenere aperto questo posto che sicuramente è di democrazia, ma questo forse dovete dirlo a Renzi non ai colleghi parlamentari .
PAOLO FONTANELLI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO FONTANELLI, . Io vorrei precisare, primo, che il sabato di norma è chiuso. Quello che noi abbiamo riformulato, cercando di raccogliere in positivo la sollecitazione del collega Caparini, è il fatto che ovviamente non si possono avere decisioni rigide. Noi siamo già intervenuti sulla riprogrammazione per quanto riguarda l'uso delle sale storiche della Camera, con l'idea di evitare un'eccessiva utilizzazione, quindi di avere una selezione anche per quanto riguarda i convegni che debbono avvenire nei giorni in cui la Camera è sostanzialmente aperta. Però, questo lavoro è in essere, e il sabato è già chiuso. Quello che si dice è che dobbiamo avere comunque la possibilità di valutare di volta, in volta. Se invece l'obiettivo è quello di dire che la Camera non deve mai aprirsi ai cittadini, io credo che sia un obiettivo sbagliato, non condivisibile. Nella nostra riformulazione la preoccupazione del collega Caparini c’è, se invece si punta ad altro, a dire che la Camera deve essere chiusa ai cittadini, noi non siamo d'accordo.
MARIALUISA GNECCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIALUISA GNECCHI. Grazie Presidente. Volevo solo ringraziare tutte coloro e tutti coloro che hanno organizzato la mostra per i settant'anni del diritto di voto alle donne qui alla Camera perché in un periodo in cui ci accorgiamo che sempre meno gente va a votare, ricordare il sacrificio che tante e tanti hanno fatto per conquistare il diritto di voto universale, vale veramente la pena. Quindi penso, e pensiamo, che tutte le iniziative che servono per ricordare la storia di questo Paese, la storia della democrazia, la partecipazione al voto, la partecipazione alla democrazia e la partecipazione delle donne, siano veramente importanti, così come tanti convegni che vengono fatti alla Camera sono convegni utili e interessanti e che vengano fatti in un'istituzione come questa è sicuramente un dare valore ai contenuti che si vogliono presentare. Quindi, ci sono tanti risparmi da fare, ma ci sono anche tante, tante risorse, che sono reali investimenti, investimenti per la cultura, investimenti per la partecipazione, investimenti per la democrazia, investimenti per avere cittadini e cittadine degni e che rendano degno questo luogo del Paese che cerchiamo di governare o nel quale cerchiamo di essere cittadini e cittadine che vogliono il bene di questo Paese .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/21 Caparini, sul quale vi è un parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
DAVIDE CAPARINI. Sì, magnanime. Devo dire che lo spazio di democrazia e la possibilità di dibattere su una cosa importante come il bilancio della Camera è risibile. Questo è un dato di fatto; non abbiamo avuto modo di parlare dei vitalizi e ora non c’è dato neanche modo di illustrare gli ordini del giorno. L'anno prossimo possiamo anche andare oltre e derubricare a un semplice voto questo passaggio che, invece, dovrebbe essere un dibattito attento e approfondito su una questione che è fondamentale per i cittadini, perché stiamo parlando di un miliardo di euro dei loro soldi, non certo dei nostri.
Comunque, in questo ordine del giorno noi chiediamo di abolire definitivamente qualsiasi vantaggio, qualsiasi beneficio, qualsiasi prebenda e qualsiasi tipo di agevolazione che viene data agli ex Presidenti della Camera, che vengono equiparati agli ex parlamentari e nient'altro. Capisco che lei si indispettisce visto che sarà anche lei una ex Presidente, però io non trovo giusto che quando lei perderà la carica debba beneficiare di auto, uffici e altro – personale – perché lo trovo assolutamente ingiusto, uno spreco di soldi dei cittadini.
PRESIDENTE. Comunque le regole d'intervento dei gruppi sono stabiliti dal Regolamento. Il contingentamento non lo stabilisce la Presidenza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 8/28, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
LUIGI DI MAIO. Grazie, Presidente. Con questo e con i prossimi ordini del giorno, che chiederemo di mettere in votazione, cercheremo di sfoltire il trattamento economico e di privilegi delle cariche istituzionali di questo ramo del Parlamento. Le cariche istituzionali qui hanno un trattamento composto da 10.400 euro lordi di indennità, 3.500 di diaria, 3.690 di esercizio del mandato, un per voli e treni illimitato, Telepass gratuito, auto blu, una doppia indennità, spese di rappresentanza, assicurazione sanitaria, assicurazione infortuni anche da morsi di insetto, fondo per le spese telefoniche e, fino a qualche tempo fa, anche un appartamento.
Con questo ordine del giorno noi chiediamo di eliminare le spese di rappresentanza, 6.500 euro per la personalizzazione dei doni di rappresentanza, colazioni e pranzi di rappresentanza sostenuti presso esercizi pubblici e/o servizi di spese per il noleggio di autoveicoli, taxi e carburante e spese per l'alloggio nei limiti previsti dalla normativa. Dunque, i 6.500 euro si sommano a quello che ho letto prima e per noi è assolutamente una spesa inutile, che si può risparmiare. Iniziamo da questo. L'anno scorso abbiamo votato insieme l'abolizione delle spese di viaggio agli ex parlamentari, che venivano citati prima; iniziamo ad abolire una serie di spese inutili che si sommano a quelle che già ha un normale deputato e sono già abbastanza per quanto ci riguarda. Poi interverremo su tutti gli altri che seguono per le altre voci di spesa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Siccome noi abbiamo un ordine del giorno, il n. 9/Doc. VIII, n. 8/83, un po’ diverso da questo, che comunque chiede una significativa diminuzione delle spese di trasparenza, vorrei, però, premettere una cosa: fino alla scorsa legislatura, i titolari di cariche istituzionali avevano il doppio di quanto è previsto in questa rappresentanza e non avevano nessun obbligo di rendicontazione; l'avevano a livello forfettario. In questa legislatura si è tolta ai titolari di cariche istituzionali questa indennità di rappresentanza a livello forfettario; si è dimezzata la possibilità, nel caso ci sia la necessità di ospitare ovviamente cariche istituzionali che si recano in visita qui alla Camera, di poter utilizzare questo fondo, premesso che chi parla e chi stava prima di me in Ufficio di Presidenza non ha mai utilizzato un euro e, quindi, noi potremmo benissimo cancellarlo definitivamente. Ci rendiamo, però, conto che a volte può anche essere giustificata una dotazione minima di un fondo di rappresentanza per le cariche istituzionali interne. Pertanto, noi chiediamo ciò nel nostro ordine del giorno e per questo non voteremo il presente ordine del giorno che prevede la soppressione del fondo di rappresentanza. Noi voteremo il nostro che prevede una significativa riduzione. E mi sembra che il Collegio dei questori abbia anche avuto una valutazione concorde nello studiare e nel valutare questa possibilità. Quindi, io intervengo solo per informare i cittadini, perché qui i deputati lo sanno come stanno le cose, che in questa legislatura sono stati aboliti i fondi di rappresentanza forfettaria che c'erano stati fino alla scorsa legislatura .
ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Grazie Presidente. Mi rivolgo ai questori. Non ho presentato un ordine del giorno, ma credo che sia necessario, quando si parli di rappresentanza, dire una cosa: questo Parlamento è molto attento alla disabilità e, come sappiamo, ci sono delle voci specifiche sull'assistenza. Ma credo che sia arrivato il momento, visto che si parla sempre dei tagli alle auto blu e alle auto delle persone che appunto svolgono questo mandato, di ricordare che forse sarebbe opportuno creare un mezzo di trasporto accessibile per chi vive una situazione di disabilità ed è dentro il Parlamento. Io personalmente, lo dico con grande forza anche se mi costa molto, non posso viaggiare in aereo perché in aereo le carrozzine non possono essere portate e mi trovo sempre a dover rinunciare agli spostamenti, per esempio dopo la legge per il dopo di noi. Sarebbe necessario un trasporto accessibile. Mi sembra vergognoso che in tutto il parco macchine non ci sia una macchina prevista con una pedana .
RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. Per rispondere al collega Melilla. Noi crediamo, Presidente, che con 3.500 euro di diaria al mese non rendicontata, 3.690 euro di rimborso spese per l'esercizio del mandato, per il 50 per cento non rendicontate, con un'indennità di funzione quale membro dell'Ufficio di Presidenza, a cui il MoVimento 5 Stelle rinuncia e che voi prendete senza essere tassati, ebbene con quei soldi, forse, se avete una colazione di rappresentanza, vi potete pagare la colazione da soli .
STEFANO DAMBRUOSO, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Questore, si alzi.
STEFANO DAMBRUOSO, Grazie Presidente. Certo. Accolgo la sollecitazione che va benissimo. Invece, circa quanto ci ha ricordato fondatamente la collega Argentin, non solo l'abbiamo sollecitato già da prima di questo incontro, ma senz'altro lo faremo, non solo e soltanto per la sua sollecitazione, ma perché davvero è un progetto assolutamente da tutti condiviso. Quindi, davvero lo faremo di qui a poco.
PAOLO FONTANELLI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO FONTANELLI, Solo ai fini dell'informazione perché a volte nel dibattito emergono dei punti che sembrano di una rilevanza tale da incidere in maniera enorme nelle spese di bilancio. Per quanto riguarda le spese di rappresentanza, volevo ricordare che sono state non solo diminuite, ma drasticamente diminuite dall'inizio della legislatura, oltre al fatto che sono stati inseriti elementi di obbligo di rendicontazione, ma i dati ci dicono questo: nel 2013 il fondo ha speso 45 mila euro; nel 2014, 23 mila euro; nel 2015, 46 mila euro. Tanto per dare il senso delle cifre di cui si parla.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/31 Luigi Di Maio, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
LUIGI DI MAIO. Grazie Presidente. Questo è il quarto anno che votiamo il bilancio della Camera; è il quarto bilancio che votiamo in questa legislatura e per il quarto bilancio consecutivo gli stipendi, solo le indennità dei deputati, costano 81 milioni e 300 mila euro. Stiamo dicendo che solo per i prossimi quaranta giorni di vacanze di questo ramo del Parlamento pagheremo come cittadini 9 milioni di euro di stipendi ai deputati . Ora, quello che io...Presidente, se si può parlare ? Se si può parlare...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Colleghi ! Prego.
LUIGI DI MAIO. Grazie. Quello che noi proponiamo, oltre al dimezzamento delle indennità ai deputati, con i prossimi ordini del giorno è anche la rendicontazione dei rimborsi, limitare il fondo illimitato per i viaggi, abolire il parco auto blu, abolire la doppia indennità alle cariche istituzionali, abolire le spese di rappresentanza, come vi ho detto prima e voi ci avete bocciato. Questa proposta è una proposta che facciamo da quattro anni e voi come maggioranza ci bocciate da quattro anni. Oltre a dirvi che non potrete essere maggioranza per sempre e, quindi, arriverà il momento in cui vi taglieremo tutti questi privilegi una volta per tutte noi proponiamo anche un'altra cosa molto importante – l'abbiamo fatto all'inizio della legislatura – e, cioè, che tutto quello che tagliamo da questi privilegi e da questi sprechi debba essere trattenuto in un fondo della Camera per aiutare, ad esempio, le piccole e medie imprese italiane. Infatti, nessuno sta dicendo una cosa molto importante, di cui si è reso conto tutto l'Ufficio di Presidenza quest'anno, che, quando la Camera si vanta di aver restituito milioni di euro allo Stato, non sta dicendo dove stiano andando questi milioni di euro allo Stato, perché la Camera quello che restituisce lo dà al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che – ci testimoniano relazioni dei Questori – come spesa centrale dello Stato è aumentata del 12 per cento, cioè cari signori ogni volta che sentite la Presidenza della Camera che giustamente si vanta di aver restituito dei milioni di euro dalla Camera al Ministero dell'economia e delle finanze probabilmente stiamo finanziando con quei soldi il nuovo aereo blu di Renzi, la scorta di Alfano e tutti gli altri sprechi che fanno nei Ministeri . Quindi, noi non solo proponiamo di tagliare indennità e tante altre voci di spesa in busta paga, ma anche di trattenere quei soldi qui e farci qualcosa di utile per i cittadini, perché restituire solo i soldi a Padoan che li dà a Palazzo Chigi per il giocattolo di Renzi non è assolutamente una riduzione degli sprechi .
RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente. Notiamo ogni anno che, quando parliamo di riduzione degli stipendi dei parlamentari, dalla parte degli onorevoli che siedono qui in questo ramo del Parlamento c’è una certa insofferenza, come se non capissero come mai l'opinione pubblica è così attenta a quanti soldi percepiscono. Allora, io vorrei ricordare a tutti gli onorevoli presenti che fuori da qui, se non se ne sono accorti, c’è una crisi e c’è una crisi da anni, ormai da decenni. I cittadini italiani non ce la fanno più ad arrivare a fine mese e forse se voi aveste speso il vostro tempo per fare il bene della collettività, anziché massacrare gli italiani con tasse, burocrazia, con spese inutili, con spese di rappresentanza, con auto blu, con scorte, forse non ci sarebbe tutta questa attenzione sui vostri stipendi. Allora, Presidente, noi chiediamo il dimezzamento dell'indennità parlamentare e lo chiediamo da persone che, a differenza vostra, già lo fanno, perché i parlamentari del MoVimento 5 Stelle, se non lo sapete, si dimezzano già lo stipendio e non abbiamo aspettato un ordine del giorno per farlo . E ci dimezziamo lo stipendio per dare questi soldi . Va bene così, possono parlarmi sopra senza far sentire ai miei colleghi quello che stiamo dicendo.
PRESIDENTE. Proceda, proceda, la seguiamo, deputato Fraccaro .
RICCARDO FRACCARO. Quindi possono intervenire ?
PRESIDENTE. Proceda. State facendo chiasso, non sento il deputato Fraccaro. Proceda, deputato Fraccaro.
RICCARDO FRACCARO. Bene, Presidente. Quindi, chiediamo con questo ordine del giorno di fare semplicemente quello che noi già facciamo, quello che noi facciamo cercando di dare l'esempio, per far vedere come si può anche vivere l'attività parlamentare senza necessariamente rubare i soldi dalle tasche dei cittadini, ma fare il bene dei cittadini .
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
RICCARDO FRACCARO. Vede, Presidente, c’è una differenza sostanziale tra noi e i partiti. La differenza è questa loro fanno promesse, noi manteniamo le promesse. È questo che ci divide ed è un abisso incolmabile finché voi continuate a tenervi tutti i privilegi senza nemmeno tagliarvi un euro di fronte a questa crisi che sta imperversando qui fuori da quest'Aula.
Voglio ricordare anche all'Aula che, a differenza di quello che viene detto, gli stipendi dei parlamentari, dal 1948 ad oggi, sono aumentati di sei volte al netto dell'inflazione e non sono mai stati tagliati. Ora mi chiedo: gli stipendi degli italiani hanno subito lo stesso trattamento in questi anni ? Io credo proprio di no, io credo che grazie alle vostre politiche scellerate lo stipendio e il reddito degli italiani sia diminuito, mentre il vostro sia aumentato. È per questo motivo che c’è questa attenzione verso la vostra retribuzione. Se voi date un segnale – ed è questo che noi proponiamo – all'esterno, forse gli italiani torneranno ad avere credibilità nella politica e in chi in questo momento li sta rappresentando, cioè voi. Li state rappresentando molto male .
CLAUDIA MANNINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Ci terrei a ribadire appunto cosa richiediamo noi in questo ordine del giorno. Noi in questo ordine del giorno chiediamo anche trasparenza perché è fattibile l'idea di avere dei rappresentanti del popolo che guadagnano una cifra che sia, quanto meno, avvicinabile alla media degli altri cittadini, infatti non a caso noi parliamo di utilizzare il nostro stipendio con un calcolo basato sulla media degli stipendi degli italiani, e non con delle cifre che sono sempre invariate come ha detto il collega Fraccaro.
Chiediamo inoltre che i rimborsi che ricevono i deputati debbano essere semplicemente rendicontati, resi pubblici nelle nostre pagine che abbiamo all'interno del sito istituzionale, in modo tale che i cittadini si possano rendere conto di quello che effettivamente guadagniamo o incassiamo, come preferite, e lo dico semplicemente perché appunto i cittadini italiani noi siamo convinti che abbiano bisogno di un esempio perché lo ha detto anche il collega Melilla poco fa: tutti i tagli che noi possiamo inventarci, spesso tagli indiscriminati che mettono anche in seria difficoltà il buon funzionamento dell'istituzione, perché non tengono conto dei carichi di lavoro, non tengono conto degli orari assurdi che facciamo all'interno di quest'Aula e anche delle Commissioni ovviamente, non funzionano, non servono a convincere la cittadinanza che questo Parlamento è qui e lavora per loro e invece non siamo qui per lavorare per noi stessi.
Allora partire da quello che ci tocca personalmente può dare un ai cittadini a non pensare che abbiamo dei parlamentari che guadagnano, come talvolta si legge sui giornali, anche cifre inesistenti (25.000 o 30.000 euro di stipendio). E allora semplicemente proponiamo la riduzione significativa dello stipendio dei deputati a 5.000 euro lordi e tutto quello che viene rimborsato deve essere pubblicato sul nostro sito. Non fare questo e andare contro la trasparenza veramente è anche andare contro tutte le leggi che noi ci inventiamo in termini di trasparenza e di digitalizzazione delle procedure .
MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Anticipo, qualora avessero mai voglia di parlare, un argomento che viene spesso usato per bocciare questo tipo di emendamento che abbiamo sempre fatto, che è quello che dare uno stipendio dignitoso ai parlamentari, dignitoso secondo l'ordine di idee di questa Camera (perché fuori da qui dignitoso è già 1.500 euro) di 10.000 euro lordi a questi parlamentari li tenga distanti ad esempio dalla corruzione o permetta a quelli che vengono da realtà sociali molto disagiate di poter scegliere questa professione, che teoricamente è temporanea, lasciando quello che avevano già in corso. Poi però vai sul sito della Camera a guardare la carriera di tutti i deputati seduti qui in quest'Aula e ti rendi conto che non ce n’è uno che abbia fatto altro nella vita ...
PRESIDENTE. Colleghi ! Deputato, la prego di non offendere i colleghi in quest'Aula perché qui ci sono molte professionalità. Lei non può affermare quello che non è vero. Molti colleghi hanno lavori e professioni.
MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. L'avvocato lo possono pagare anche fuori da qui.
PRESIDENTE. No, glielo dico in quanto Presidente, perché tutti in quest'Aula hanno diritto a essere rispettati. Tutti.
MANLIO DI STEFANO. Se vuole, Presidente, le porto una lista . Zaccagnini sostiene che sono un coglione, Presidente. Se lo vuole redarguire.
PRESIDENTE. ...E molti di noi hanno lasciato incarichi e professioni.
MANLIO DI STEFANO. Va bene, Presidente. Se vuole poi le fornisco un elenco di persone che hanno fatto solo politica nella loro vita che sono qui dentro .
PRESIDENTE. La prego di essere rispettoso di tutti, di tutti. Colleghi, per favore, cerchiamo di mantenere la calma. Colleghi ! Deputato Zaccagnini ! Deputato Zaccagnini la esorto a ritornare al suo posto . Per favore, deputato. Invito i deputati a stare ai propri banchi. Adesso vi prego di riprendere posto. Il deputato Di Stefano stava facendo il suo intervento.
MANLIO DI STEFANO. Presidente, se mi avesse lasciato parlare, avevo già detto «mi correggo», cioè che, da quando sono entrati in quest'Aula, non hanno mai più fatto altro per almeno trent'anni Nel senso che, Presidente, se mi fa parlare io...
PRESIDENTE. Sì, io la faccio parlare, però lei tenga anche un modo di esprimersi rispettoso di tutti.
MANLIO DI STEFANO. Se io dovessi interrompermi ogni volta che dite cose fuori dal mondo, sarei qui a lavorare tutto il giorno. Quindi mi faccia parlare.
PRESIDENTE. Non lo so qui chi le dice fuori dal mondo. Prego.
MANLIO DI STEFANO. Allora, che cosa intendo, che la scusa dello stipendio lauto per garantire una continuità con il lavoro precedente quando si tornerà alla vita normale, si interrompe nel momento in cui ci si accorge che qui dentro si tende a entrare e rimanere per trent'anni, motivo per il quale il MoVimento 5 Stelle ha una regola che prevede il massimo di due mandati, perché ? Perché l'obiettivo principale di un politico è quello di creare un mondo migliore per chi sta fuori da questo palazzo e se tu in quel mondo ci tornerai hai anche questo obiettivo mentre sei qui dentro. Se Miccoli, oltre a parlare della Roma parla anche di politica ogni tanto, Presidente ...
PRESIDENTE. Colleghi ! Però, scusi un secondo. Così non andiamo avanti, così non andiamo avanti, colleghi ! Allora, vi prego tutti, chi parla e chi ascolta, di portare rispetto . Ho detto tutti ! Ho detto tutti, deputato Crippa. La prego, deputato Crippa.
MANLIO DI STEFANO. Presidente, lei ha la possibilità di richiamare chi interviene così.
PRESIDENTE. Io richiamo chi non consente a lei di intervenire, ma richiamo anche chi non rispetta gli altri colleghi. Quindi, non ci sono gesti da fare. No, deputato. Lei vada avanti nel suo intervento.
MANLIO DI STEFANO. Metto dietro le braccia come i calciatori, così Miccoli capisce che sto facendo. Presidente, volevo dire quindi che mi dispiace perché i cittadini italiani oggi capiscono una cosa in più, che se si fossero scaldati così quando parlavamo di mafia o di altri argomenti forse oggi non saremmo il Paese che siamo . A me va bene che si scaldino e lo dovrebbero fare in altre circostanze. Noi oggi diciamo una cosa semplice: voi col vostro voto certificherete soltanto una cosa, voi ritenete che 10 mila euro lordi che prendete, più tutti quegli altri rimborsi di cui vi hanno già parlato Fraccaro, Di Maio e Mannino prima, siano una cifra senza la quale voi non potete fare una vita normale ? Perché io non credo che qui dentro si entri per fare una vita speciale, ma è per fare una vita normale al servizio degli italiani. Se ritenete che sia una cifra normale, boccerete il nostro ordine del giorno e lo andrete a dire agli italiani qua fuori che con 11 mila euro al mese si vive mediamente bene quando loro vivono con mille euro al mese e con una disoccupazione giovanile, in Sicilia ad esempio al 63 per cento. Se ritenete invece che non sia normale e che il buon esempio sia importante, potete con un semplice voto dare mandato ai questori di ridurre lo stipendio a 5 mila euro lordi con cui, vi assicuro, io ci vivo benissimo, con 5 mila euro lordi, e non rinuncio a nulla di quello che l'attività parlamentare mi chiede di fare. È solo questo quello che votiamo oggi, è inutile che vi scaldate più di tanto, un voto e decidete quello che volete dire agli italiani .
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Signora Presidente, onestamente questo clima diciamo non fa bene a nessuno, con deputati che vengono a provocare il gruppo del MoVimento 5 Stelle perché chiaramente vi sentite in una posizione di difficoltà. Perché vi sentite in una posizione di difficoltà ? Perché il MoVimento 5 Stelle ha dimostrato con i fatti che è possibile fare politica rinunciando al finanziamento pubblico, 42 milioni di euro che vi siete intascati anche con la legge Boccadutri che avete votato in quattro ore e poi dite che volete fare la riforma costituzionale per far andare più veloce il processo legislativo. E poi 17 milioni di euro degli stipendi dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle che sono andati a finire a finanziare le piccole e medie imprese che oggi abbiamo creato, con 3 mila piccole e medie imprese nuovamente create e oltre 5 mila posti di lavoro. Chi dice che sono un bugiardo, può tranquillamente querelarci ...
PRESIDENTE. Colleghi ! Colleghi, per favore !
CARLO SIBILIA. Ci può querelare, ci può denunciare, tranquillamente. Allora voi dovete rispondere a quello che non fate ai cittadini italiani...
PRESIDENTE. Si rivolga a me, per favore, deputato.
CARLO SIBILIA. Per quale motivo – chiedo a lei Presidente e a tutti i deputati in quest'Aula – visto che abbiamo un fondo aperto presso il Ministero dello sviluppo economico, al quale il MoVimento 5 Stelle e tutti i suoi deputati hanno versato 17 milioni di euro, se l'avessero fatto tutti ad oggi avremmo oltre 300 milioni di euro finanziati e versati in quel fondo e questa è una cosa intollerabile che oggi in un periodo di crisi succeda questo, mi chiedo cosa osta, cosa impedisce a tutti questi deputati che ci stanno urlando contro le peggio cose a votare a favore e a rinunciare ai loro insulsi privilegi ? Ed è per questo che la gente non vi vota più e che ve ne andrete a casa molto presto .
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare, per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signora Presidente, io ritengo – e le spiegherò anche i motivi e il perché – sia paradossale, quando noi interveniamo e in quest'Aula si parla degli stipendi parlamentari, il suo comportamento, che non riprende chi ci urla contro e chi non permette di finire gli interventi ma riprende direttamente noi che stiamo facendo un intervento politico che avremmo tutto il diritto di completare. Le spiego perché voglio sottolineare questo comportamento: perché noi oggi stiamo continuando a ricevere una serie insulti dal deputato Miccoli, che è stato più volte, Presidente, oggetto di nostri incontri. Se lei ricorda, ricorderà benissimo, Presidente. Se vuole glielo ripeto io, Presidente.
PRESIDENTE. Prego, continui, non si preoccupi di me, vada avanti.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. No, mi preoccupo Presidente...
PRESIDENTE. Vada avanti, io nel frattempo devo fare più cose insieme. Vada avanti.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Allora aspetto che finisca quello che sta facendo per poi continuare l'intervento.
PRESIDENTE. Lei vada avanti e non si preoccupi, io la ascolto.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Cosa ho detto ? Presidente, cosa le ho chiesto ? Posso avere una risposta a quello che le ho appena chiesto ?
PRESIDENTE. Deputato, non si renda ridicolo. Vada avanti. Continui, sta facendo un richiamo al Regolamento e lo faccia.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Meritiamo lo stesso rispetto che lei dà ai deputati che ritiene della sua parte politica.
PRESIDENTE. Prego, continui con il suo richiamo al Regolamento.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Continuo, perché il deputato Miccoli, Presidente, che è stato oggetto più di una volta di nostri incontri in merito anche a quello che ha testimoniato in maniera falsa, come è emerso dalla requisitoria dei questori l'inverno scorso, continua ad atteggiarsi e ad avere dei comportamenti che sono completamente irrispettosi e completamente denigratori nei nostri confronti. Le abbiamo chiesto più di una volta di prendere dei provvedimenti, le avevamo chiesto l'inverno scorso di raccontare anche all'Aula quello che era successo tra il deputato Miccoli, che raccontava il falso e ha raccontato il falso e scusarsi direttamente anche con l'Aula e col deputato Tofalo, ma lei non l'ha fatto. Il deputato Miccoli, che non viene richiamato mai in quest'Aula, continua a tenere dei comportamenti scorretti. Per questo motivo, Presidente, io le chiedo in maniera molto diretta, chiara e gentile, di fare la stessa cosa che fa con noi: richiamare immediatamente tutti i deputati che si mettono a urlare nei nostri confronti e non ci permettono di completare i nostri interventi .
PRESIDENTE. Sì, l'episodio a cui lei fa riferimento ha avuto tutta l'attenzione nell'Ufficio di Presidenza, che è il luogo preposto. Quello è il luogo dove si sanzionano i comportamenti che non rispondono al Regolamento, non è l'Aula, mi spiace. Per quanto riguarda il resto, io cerco di riprendere tutti i colleghi che non lasciano parlare chi sta intervenendo, a prescindere dall'orientamento e a prescindere dall'appartenenza. Quindi la posso rassicurare su questo.
CATERINA BINI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CATERINA BINI. Signora Presidente, articoli 8 e seguenti. Peraltro vorrei ricordare al deputato Sorial che quando si interviene sul Regolamento si cita il numero dell'articolo su cui si deve intervenire. Detto questo ...
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare la collega. Sì, scusate, vale per tutti.
CATERINA BINI. Presidente, io parlo ugualmente anche se non mi fanno parlare, però quello che volevo sottolineare intanto è che è inaccettabile questa aggressione continua al Presidente di turno salvo quando non è della propria parte politica, che noi non siamo più disponibili a tollerare, perché è una questione di scorrettezza nei confronti della Presidenza e di queste istituzioni . Secondo, che ci vengano dati dei segnali e dei messaggi di buon comportamento da chi ha quasi sfasciato i banchi dell'Aula, urlando onestà e spaccando tutto, da chi sia imbavagliato ed assalito i banchi del Governo, sedendosi o sdraiandosi sopra, da chi ha insultato le nostre colleghe deputate con parole inaccettabili...credo che non spetti a noi difendere il nostro collega Miccoli, che è un deputato che fa bene il suo mestiere e che non ha bisogno di difese .
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Presidente, noi non abbiamo imbarazzo in questo dibattito: noi siamo consapevoli che la politica ha un costo, siamo consapevoli che gli stipendi dei parlamentari sono più alti degli stipendi della media degli italiani, siamo consapevoli che questo accade in tutti i Paesi e siamo qui a dire che c’è una ragione se ciò accade. Questo accade per i nostri deputati, per i loro deputati, per tutti coloro che sono in quest'Aula, così come avviene per molti amministratori, anzi, se devo dire, fuori dai dibattiti un po’ sterili che accadono, noi abbiamo tanti amministratori, in particolare gli amministratori locali, che prendono stipendi molto più bassi di quanto dovrebbero prendere, a cominciare dai tanti sindaci con grandi responsabilità . E noi dovremmo saper affrontare questi temi con più rigore, meno demagogia, più rispetto per le cose che stiamo facendo.
Questa Camera dei deputati, in questa legislatura, ha fatto cose che non erano mai state fatte prima: ha ridotto drasticamente i costi, dopo che nell'altra legislatura abbiamo cancellato i vitalizi e i deputati che sono qui alla prima legislatura non prenderanno mai il vitalizio. Questo è un messaggio che noi dobbiamo comunicare semplicemente per rispetto a chi è fuori: solo quest'anno 50 milioni di risparmio. È chiaro – lo dico anche al collega Caparini, che prima citava i costi della Camera – che se noi cominciassimo ad analizzare il bilancio e vedessimo il costo previdenziale dei dipendenti diremmo che nessuno calcola il costo del Ministero dell'istruzione mettendo dentro le pensioni degli insegnanti degli ultimi trent'anni, nessuno lo calcola; nessuno calcola il costo del Ministero della difesa mettendo dentro il costo delle pensioni. Solo qui calcoliamo in una percentuale molto irrilevante, ma, naturalmente, non è colpa dei pensionati, è il sistema che è stato fatto così: secondo me erroneamente, ma è stato fatto così. Il costo di questa istituzione è un costo che deriva da un sommarsi di scelte che sono state fatte nel passato, su cui, in questa legislatura, si è inciso con coraggio.
Dopodiché oggi c’è il tema delle indennità. Io vorrei che anche su questo si uscisse dalla demagogia: la demagogia, intanto, di chi vende un prodotto falso. Il MoVimento 5 Stelle dice delle sciocchezze basta andare sul loro sito a vedere le sciocchezze che dicono: dove prendono 8 mila euro al mese anche loro dove i parlamentari del PD e degli altri partiti fanno la scelta di finanziare il partito con i loro soldi, mentre loro lo finanziano con un sito il loro partito con i loro video, che finanziano la pubblicità delle lavatrici nei siti della politica, mettendoci i video di Di Battista e Di Maio e ci finanziano le lavatrici ! Oppure ci vendono le energie rinnovabili di qualche ditta dei loro interessi ! E, poi, vengono qui dicendo che si scalano gli scontrini: ma quali scontrini, che sono tutte cifre inventate ? Con appartamenti di 2 mila euro ! Ma chi vive in appartamento di 2 mila euro ! Abbiate pazienza, basta con questa demagogia !
Presidente, ma lo sa che a Livorno sono riusciti a rimettere rimborsi spese per la benzina degli assessori ? Erano trent'anni che non c'erano rimborsi spese per la benzina degli assessori ! Vedremo a Livorno, vedremo a Roma cosa farete sui costi, sui costi della politica ! Se sono solo bugie, come sosteniamo noi, o se ci sono fatti concreti. Perché noi su questi temi vogliamo misurarci veramente, ma fuori dalla demagogia. E affronteremo le cose con rispetto come abbiamo sempre fatto, tagliando i costi inutili, ma difendendo il costo della politica e della democrazia .
ANDREA CECCONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA CECCONI. Presidente, vorrei ricordare – ovviamente attraverso lei – al capogruppo del Partito Democratico che in questa legislatura, in I Commissione, si sta proprio affrontando una serie di proposte di legge sulle indennità dei parlamentari: l'unica proposta di legge del Partito Democratico è una proposta di legge a prima firma Lenzi, e oggi della sottosegretaria Amici, che dice esattamente – esattamente ! – quello che noi stiamo mettendo in votazione con questo ordine del giorno, perché la proposta di legge dice che i deputati devono prendere quanto prende un sindaco di un centro abitato con più di 250 mila abitanti – che, per chi non lo sapesse, sono 5.780 euro lordi, quindi poco di più di quello che noi indichiamo con questo ordine del giorno – e aggiunge che i deputati che non abitano a Roma – quindi esclude tutti i romani – possono chiedere un rimborso spese rendicontato, per le spese di vitto e alloggio, durante la loro permanenza a Roma, che è esattamente quello che noi chiediamo con l'ordine del giorno.
Quindi, prima di infervorarsi e dire che si sta inventando tutto, non mi aspetto che voi votiate sì a questo ordine del giorno, ma mi aspetto che la Lenzi voti sì a questo ordine del giorno, perché è esattamente quello che lei ha proposto . Ma se per lei, capogruppo, è un atto di fede quello di tutelare i soldi per la politica, allora chieda alla capogruppo in Commissione affari sociali, Lenzi, di ritirare quella proposta di legge, perché non rappresenta il suo partito .
FERDINANDO ADORNATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERDINANDO ADORNATO. Presidente, mi pare evidente che il MoVimento 5 Stelle ha scelto l'occasione della discussione del bilancio alla Camera, così come anche negli scorsi anni, per fare una specie di teologica della sua filosofia, di attacco generalizzato alla politica, alle istituzioni parlamentari e a noi che siamo seduti qui. Da questo punto di vista, non importa se il gatto è rosso o nero, basta che acchiappi il topo: se si tratta dei 55 mila euro degli ex parlamentari o della questione più complessa delle indennità o di altre cose che abbiamo già discusso oggi, l'importante è acchiappare il topo, cioè l'importante è sceneggiare questo gigantesco, forte attacco alla politica e alle istituzioni parlamentari.
Credo che prima ancora che rispondere polemicamente ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, bisogna capire che cos’è davvero questo attacco, qual è il topo che il loro gatto rosso o nero vuole acchiappare. Prima di cercare di dare la mia spiegazione, vorrei fare solo un piccolo riferimento alla questione degli stipendi: il problema non è stabilire se il mio stipendio è x o y in una standardizzazione bulgara, come se la politica parlamentare fosse una professione; il problema non è quanto prende un parlamentare, il problema è quanto prendeva prima di diventare parlamentare, perché viceversa noi chiuderemmo la porta del Parlamento a interi ceti sociali, perché c’è chi guadagna poco – è una bella maggioranza – ma c’è anche chi guadagna tanto, e un Parlamento è tale se riesce a rappresentare tutti.
Se voleste davvero fare una proposta rivoluzionaria, se l'essere parlamentare è un servizio alla nazione, proponete «zero», non 5 mila, come voi dite ! Zero lire, solo che uno mantiene lo stipendio che aveva prima con l'azienda che aveva prima, se è un servizio alla nazione. Zero ! È ancora più rivoluzionario di quello che dite voi, ma dobbiamo porci il problema di un Parlamento che rappresenta tutti o no ? Lo stipendio non è una variabile della demagogia politica, è un ragionamento sulla funzionalità di un esercizio istituzionale. Ma non volevo parlare di questo, perché a voi dei costi, compresi gli stipendi, non importa tanto, perché altrimenti ogni vostro intervento comincerebbe oggi così, con questa premessa: premesso che finalmente la politica sta risparmiando, premesso che la Presidente Boldrini ha fatto in modo che qui si risparmiasse tantissimo, poi ci sono altre cose. No, i vostri interventi non cominciano così, quindi non usate il buonsenso per dire che i segnali di questo Parlamento stanno già arrivando.
No, per voi ogni segnale viene superato perché c’è sempre un obiettivo più avanti, perché il problema non è il costo della politica. Questa è la spiegazione che volevo dare qui, non per fare polemica. Io ho già bisticciato un poco con il mio amico Giuliano Ferrara un anno e mezzo fa perché, scrivendo un pezzo sul suo giornale, dicevo che voi, il MoVimento 5 Stelle non siete un movimento di protesta. Giuliano sosteneva «finiranno, finiranno, perché è un movimento di protesta». Io sostengo che il MoVimento 5 Stelle non è un movimento di protesta, non si arriva alle percentuali che il movimento ha raggiunto se si è solo un movimento di protesta, perché poi si è destinati a calare ovviamente. Secondo me il MoVimento 5 Stelle esprime un'utopia, non prenderebbe tanti voti se non fosse anche così. E qual è questa utopia ? Non è un'utopia nuova, cari colleghi, è l'utopia che agli inizi del secolo qualcuno esprimeva dicendo che «la cuoca doveva governare lo Stato». Non sto dicendo che Beppe Grillo raggiunge la tragica grandezza di Lenin, questa è piuttosto l'epoca di e ma l'utopia è la stessa: è la cuoca che deve governare lo Stato. Allora il problema non è l'attacco alla politica, il problema è che se così stanno le cose l'attacco alla politica è un attacco a tutte le mediazioni della democrazia, a tutti i corpi intermedi, a tutti gli strumenti che rendono tale una democrazia perché implicano una mediazione, il MoVimento 5 Stelle invece vuole che la politica si faccia attraverso il attraverso la rete, attraverso la democrazia elettronica: se è possibile un rapporto diretto tra il cittadino e il potere perché avere di mezzo tutte queste mediazioni ? E le prime mediazioni sono i partiti. Allora cari colleghi, fuori dall'imbarazzo, fuori dai sensi di colpa, che non ne abbiamo, se non quelli che sono stati decisi dai cittadini o dai magistrati in alcuni casi. Fuori dall'imbarazzo, perché noi, difendendo la politica, e dobbiamo farlo con la faccia ancora più aperta e disponibile e non con la paura di chi si vergogna, non stiamo difendendo noi stessi, ma stiamo difendendo la democrazia !
MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente. Questo dibattito si è spostato sul tentativo da parte del MoVimento 5 Stelle di spiegare che un altro modo di concepire la politica, un altro modo di sentirsi soddisfatti col proprio stipendio, è possibile. Quindi noi presentiamo e proponiamo un'alternativa. Il problema, quello che succede in Aula, e che poi la indispettisce Presidente, è il fatto che abbiamo un potere di attivazione. Un potere di attivazione che riguarda la consapevolezza di essere sostanzialmente nel giusto e non nel giusto da oggi, perché noi siamo la prima forza più votata dal 2013 presso la Camera dei deputati. Forse dovreste fare ancora una riflessione su quanto siete cambiati dal momento che il vuoto che voi attraete intorno a voi ha permesso a uno tsunami di entrare in Parlamento e voi adesso siete costretti a confrontarvi con le vostre omissioni e con i vostri fantasmi. Ed è per questo che io, in questo momento, sto parlando di un potere di attivazione, Presidente, perché anche lei è perfettamente consapevole del fatto che ha un potere di attivazione sull'Aula nel momento in cui conduce l'Aula. Noi vorremmo condurre la politica italiana perché leader significa essere conduttori, questa è la traduzione corretta, e nel momento in cui lei ha un potere di attivazione può averlo in un senso positivo o può averlo in un senso negativo. Allora in alcuni casi, purtroppo, per alcune menti malate lei ha un potere di attivazione negativo. Queste menti malate in un tribunale americano sarebbero praticamente condannate a fare un servizio di riabilitazione di tipo psichico, una psicoterapia obbligatoria. Ma torniamo a questo potere di attivazione perché questo è molto importante. Vorrei citare un'intervista di Jung alla BBC, magari non tutti conoscono Jung, e preferiscono citare Lenin, ma qui abbiamo un problema di coscienza e noi in questo momento vogliamo essere la coscienza di questo Parlamento.
Quando l'intervistatore della BBC chiese «vorrei sapere da lei, Carl Gustav Jung, che è un famosissimo psicoterapeuta, lei crede in Dio ?», Jung rispose a questo intervistatore radio della BBC «io non ho bisogno di credere in Dio, io so». Quando il mio collega Fraccaro discuteva questo ordine del giorno diceva «noi diamo l'esempio a questo Parlamento», io le posso dire che sbagliava.
Presidente, lei sa bene cosa vuol dire confrontarsi con l'esempio, sia quando fallisce in questo suo tentativo e sia quando lei porta un buon esempio. Allora, le dico una cosa: il capogruppo del PD che prova a fare demagogia spicciola, lo vorrei accompagnare presso il mio studio alla Camera dei deputati, così gli faremo vedere che questi scontrini sono veri, sono reali, sono rendicontati uno per uno, e sono questi che ci hanno permesso di restituire, nel mio caso, 43 mila euro l'anno in tre anni, oltre a mettere personale sempre completamente in regola, cosa che non è una referenza dei deputati della Camera nella storia di questa istituzione. Se tutti noi avessimo fatto così, oltre ai 40 milioni di cui il PD si vanta di aver risparmiato, ne avremmo risparmiati altri 27 milioni .
Concludo, Presidente, dicendo che noi non solo cerchiamo di dare l'esempio, noi in questo momento, proprio come nel 2013 non avete capito nulla di quello che vi stava accadendo intorno, sappiamo di essere l'esempio .
PRESIDENTE. Deputato Baroni, visto che lei mi ha chiamato in causa, posso dirle che, per quanto mi riguarda, io ho fatto le mie scelte dal primo giorno che sono entrata in quest'Aula: il secondo giorno che sono stata eletta Presidente ho deciso, per mia libertà, di tagliarmi lo stipendio del 30 per cento.
Dopodiché, io trovo rispettabilissima la scelta di chi vuole dare una somma di denaro al proprio partito, perché crede nell'idea che il partito svolga un ruolo sociale, perché una democrazia c’è se ci sono anche i partiti . Quindi, io non penso che ci siano più bravi o meno bravi, ognuno fa le scelte che ritiene; ognuno fa le scelte che ritiene !
ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, abbiamo appreso che lei reputa assolutamente legittimo e giusto, e da considerare positivamente, destinare parte del proprio stipendio da parlamentare della Repubblica ai partiti politici, è la sua idea politica che lei ha espresso di fronte all'Aula.
Io vorrei però raccontarle una storia, che è una storia reale e sfido Rosato a venire con noi. Alla Basilica di San Paolo, a Roma sud, c’è una paninoteca che è di un ragazzo che si chiama Luca, che ha 24 anni ed è romano. Doveva comprarsi la licenza perché non ce la faceva ad andare avanti e non aveva i denari per comprarsi la licenza e le banche a lui non lo sostengono, le stesse banche che sostengono i vostri amici e gli amici degli amici . Luca è riuscito ad ottenere il prestito attraverso il fondo appunto per il microcredito dove noi, e soltanto noi, diamo i nostri stipendi tagliati.
Io guadagno 3.100 euro netti e ho restituito a metà legislatura 170 mila euro, non mi pago neanche l'affitto di casa – e non ho una casa di proprietà – con i soldi della diaria, perché essendo romano non mi sembra etico, ma questo fa parte della mia etica che non è la vostra . Fatto sta che questo Luca, Presidente, che è riuscito ad ottenere il finanziamento, sta mandando avanti una paninoteca, è riuscito ad assumere un altro ragazzo romano di vent'anni e oggi abbiamo due ragazzi romani di vent'anni che anziché scappare in Australia lavorano a Roma, anche grazie ai denari che restituisce tutto il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle del quale mi onoro di far parte .
Ecco, quella soddisfazione di parlare con Luca e di vedere 2 mila imprese sostenute grazie ai nostri stipendi tagliati, è più forte delle vostre menzogne, dei vostri indegni insulti di oggi, delle vostre scomposte reazioni...
PRESIDENTE. Si rivolga a me, deputato.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Di chi sa di essere un politicante morente che dà gli ultimi colpi di coda .
Presidente, i partiti politici qui dentro si sono intascati oltre 2 miliardi di euro di rimborsi elettorali utilizzando la truffa negli ultimi vent'anni e nessuno sa come li avete spesi: sedi su sedi e il MoVimento 5 Stelle non ha una sede.
Voi date quattrini ai partiti politici e non alle imprese private italiane, le piccole e medie imprese che generano posti di lavoro. Questa è l'idea diversa. Per qualcuno è populismo, è demagogia. Noi qui vi chiediamo di tagliarvi gli stipendi e voi ci accusate di demagogia, insultate e vi scaldate; quando noi, invece, diciamo questo nelle piazze d'Italia, dove voi non entrate più, difesi, molti di voi, dalle auto blu e dalle scorte, riceviamo applausi, pacche sulle spalle, abbracci e sempre le stesse frasi: «continuate così e non mollate» . Questo vale per noi – e mi sento di esprimere il sentimento del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle – un'enorme soddisfazione. La dignità, il camminare a testa alta per le piazze, non vale 12 mila o 13 mila euro di stipendi mensili, che voi vi intascate da sempre. Non li vale: vale molto di più !
Con questo ordine del giorno, che per voi è populismo e per noi, invece, è concretezza – e ripeto: c’è un fondo – noi chiediamo che i parlamentari della Repubblica debbano guadagnare 5 mila euro lordi, quindi circa 3.100 euro netti al mese, con i quali si vive una vita più che dignitosa. Contemporaneamente chiediamo: spendete tutto quello che dovete spendere di spese di esercizio del mandato, ma rendicontate senza intascarvi la restante parte; contemporaneamente chiediamo: spendete per i taxi, spendete per i cellulari, spendete quel che dovete spendere per la vostra attività parlamentare, ma quello che non spendete restituitelo ai legittimi proprietari che sono i cittadini italiani . Per voi questo è populismo, per noi è etica, è sobrietà e lo è ancora di più quando si vive con 400 euro di pensione al mese (e qui ci sono anche pensionati d'oro).
Questa è un'idea diversa che noi abbiamo di Paese rispetto a voi. Non vi lamentate, però, se non avete più consenso, non vi lamentate se Renzi deve essere ogni giorno difeso dalla scorta, lui che diceva: «mi difende la gente», ma forse intendeva: «l'agente» . Non vi lamentate più se vi tirano anche del letame – e noi condanniamo, per l'amor di Dio –, se non vi fanno entrare in una piazza senza scorta. Non vi lamentate ! Noi camminiamo a testa alta e portiamo avanti questa battaglia. Vi chiediamo di far parte di questo progetto, di destinare questi soldi alle piccole e medie imprese, perché aumenta la qualità della vita se fai il tuo dovere. Se lo volete fare bene, altrimenti vi assumete la vostra responsabilità, ma sappiate che quando ci saremo noi in quei banchi, come forza di governo, la prima cosa che faremo in un giorno solo sarà questo taglio e vedervi minoranza quel giorno sarà un piacere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Al netto del fatto, Presidente, che probabilmente il nostro gruppo si era iscritto qualche minuto prima di altri, perché le ricordo che si va per ordine di alzata di mano non per ordine di importanza di gruppo. Comunque, questa è una cosa che evidentemente vedremo...
PRESIDENTE. No, mi scusi però, deputato, questa non è una direzione...
WALTER RIZZETTO. Presidente, io non voglio fare polemica con lei, però ho visto la lista.
PRESIDENTE. Però, mi sta dicendo che io non le ho dato la parola...
WALTER RIZZETTO. Sì, è corretto.
PRESIDENTE. ...quando lei era iscritto a parlare. Non è così ?
WALTER RIZZETTO. Infatti, le sto dicendo proprio questo, tanto è vero che per trasparenza, se vuole pubblicare la lista che io ho visto pochi minuti fa, vedrà che effettivamente il mio nome era prima rispetto ai nomi che hanno parlato adesso. Comunque, non c’è nessun tipo di problema. Era soltanto una puntualizzazione.
Presidente, io sicuramente apprezzo questo ordine del giorno. Lo trovo giusto e condito a tratti – io ho ascoltato vari interventi – con pesante demagogia e ho ascoltato man mano interventi dei colleghi. Ad esempio, ho ascoltato l'intervento del capogruppo del Partito Democratico, Rosato, mio corregionale, che parla di rispetto e di stipendi per quanto riguarda gli amministratori locali. Questa, Presidente, è pura demagogia fatta all'interno dell'Aula della Camera dei deputati, poiché ricordo che la premiata ditta presidente Serracchiani, Partito Democratico e lo stesso capogruppo Rosato hanno appena votato e fatto votare in Friuli Venezia-Giulia quelle che si chiamano unioni territoriali, che vanno, di fatto, a decapitare i sindaci e non a dare loro un positivo, come citato dal collega Rosato. Quindi, questa è pura demagogia.
Tra l'altro, lo stesso collega Rosato, sempre per suo tramite Presidente, parla di pubblicità fatta sul di Beppe Grillo – forse non ha citato il di Beppe Grillo; lo cito io – rispetto a ditte – e sono andato a segnarlo – di loro interesse. Cioè, sembra che le ditte che fanno pubblicità su un in questo caso il di Beppe Grillo, siano di interesse dello stesso. Ora, Presidente, io anche grazie alla mia storia non devo difendere nessuno, però posso garantire al collega che io stesso ho fatto pubblicità sul di Beppe Grillo con la mia azienda e non c'era nessun tipo di interesse; anzi nel 2006, 2007 e 2008 io probabilmente non l'avevo neanche mai incontrato Beppe Grillo, pur facendo parte, voglio dire, dei gruppi che inizialmente in quel luogo e in quel territorio si formavano.
Tra l'altro, è interessante quanto riporta il collega Adornato quando parla di quanto prende un deputato. Ho apprezzato il suo intervento e la proposta di portare gli stipendi dei deputati a zero.
Io vorrei, in questo mio intervento, sottolineare anche il fatto – cosa che non ho sentito in quest'Aula – della produttività degli stessi, ovvero io cercherei di andare a tagliare effettivamente e progressivamente gli stipendi di deputati che da circa quattro anni qui dentro non fanno nulla, perché se vediamo la produttività di molti deputati qui alla Camera, piuttosto che nelle Commissioni, ci rendiamo conto che è una produttività quasi pari a zero, con pochissimi emendamenti, probabilmente fatti, scritti e assegnati loro dal gruppo stesso e con una frequentazione dell'Aula piuttosto scarsa. Quindi, anche in termini di produttività, noi dovremmo andare a sottolineare quanto fanno i deputati, perché i deputati sono pagati per legiferare, per mettere la testa bassa sui libri e studiare, proporre e fare proposte di legge, fare i legislatori e non tanto per andare in televisione, anche se chiaramente questa è una cosa giusta.
Ho ascoltato gli interventi interessanti del collega Di Stefano e della collega Mannino. Ebbene, io sono perfettamente d'accordo con la collega Mannino quando dice che gli stessi gli stessi mezzi stampa vanno a fare pura e mera demagogia quando affermano che i deputati prendono 20 o 30 mila euro al mese. Ebbene, deputati, questa è sicuramente una cosa vera, ma ricordo che in questo caso, ritornando sempre al principale strumento di comunicazione del MoVimento 5 Stelle, era lo stesso di Beppe Grillo che diceva che i deputati prendevano 20 mila euro al mese in quel famoso allorché ci fu l'espulsione di quattro senatori e venne scritto in questo comunicato, in questo che «i senatori ora possono godersi i loro 20 mila euro al mese».
Sono d'accordo – o in parte – anche con il deputato Di Stefano, anche se ricordo a lui che effettivamente, prima di fare questo lavoro, ci sono delle persone che avevano ed hanno una famiglia, avevano un lavoro, hanno acceso un mutuo, hanno pagato molte bollette di Enel piuttosto che di qualcos'altro e sicuramente potevano anche guadagnare più di 10 mila euro lordi al mese. Quindi, io tenderei a non sottolineare soltanto questo aspetto, perché si va evidentemente soltanto a fare demagogia, pur restando, questo ordine del giorno del collega Luigi Di Maio, sicuramente un qualcosa di interessante e un qualcosa che da qualche tempo si va a discutere.
Ricordo – e concludo, Presidente – anche il fatto che ci sono deputati che, per loro volontà e senza farne molta pubblicità, loro stessi si tagliano lo stipendio e vanno a dare questo stipendio o al partito o ad associazioni o ad ONLUS o a persone in difficoltà. Ci sono prove e riprove di tutto ciò. Questo per dirle, Presidente, che la patente di onestà non deve in democrazia restare soltanto da una parte. Ciononostante, dopo questa breve analisi, io mi sento di sottoscrivere questo ordine del giorno e di preannunziare, da parte del nostro gruppo, il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Distaso. Ne ha facoltà.
ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Parlo naturalmente sull'ordine del giorno in oggetto e parto da questo, dal merito, e poi farò alcune considerazioni ad esso legate. A ragionare con onestà intellettuale, che è cosa diversa da quella scontata del non rubare che va praticata oltreché declamata – ma su questo tornerò –, da questo ordine del giorno si potrebbe estrapolare una parte positiva dal punto di vista concettuale, che è dire che i risparmi che la Camera opera nel proprio bilancio interno abbiano una destinazione vincolata in favore di determinate attività. Questo è un concetto che si potrebbe anche ampliare e condividere e su cui io non mi scandalizzo assolutamente.
Il problema – ed è qui l'abisso profondo che ci divide, per riprendere delle parole che ho sentito – è tra chi fa politica per fare politica, con una passione per la politica come servizio – per chi si ricorda chi usava queste parole oltre trent'anni fa, ma credo che siano pochi ormai – e chi, invece, la fa per due motivi, ossia per venire a provocare qui reazioni diciamo sotto la cintura oppure proprio quelle viscerali così da mostrare sempre più al Paese un'immagine di un Parlamento negletto, fatto di ignoranti, gente che non ha mestiere – poi parleremo anche di questo e vediamo chi ha il mestiere e chi non ce l'ha – e poi anche per andare sui come Facebook per farsi vedere, per dire che gliele abbiamo cantate, che gliele abbiamo suonate, eccetera. Questo non è fare politica per la gente. Fare politica per la gente significa individuare soluzioni perché la politica è individuare soluzioni insieme, confezionarle e poi proporle. Venire qua a fare chi la spara più grossa per prendere tanti sui è un esercizio veramente a cui io mi sottraggo totalmente perché è il gioco che una piccola parte di questo Parlamento sta facendo, purtroppo, trascinando una parte maggioritaria del Parlamento che cade in una provocazione ormai così evidente su cui io non ritengo di dovermi soffermare ulteriormente.
Io dico la mia perché così scendiamo nel concreto. Dato che vengono fatte accuse generalizzate, a me hanno insegnato invece che a parlare deve essere la nostra coscienza e bisogna parlare di cose concrete. Io, con chiunque di questi egregi signori che mi hanno preceduto, non ho timore a confrontarmi dal punto di vista della professione, del reddito, dell'attività politica svolta in oltre vent'anni con vari ruoli, dall'amministratore comunale al parlamentare, senza aver ricevuto neanche una virgola di sospetto. Voglio vedere se ciascuno di loro ha lo stesso che ho io, perché io non parlo di altri, ma parlo di me stesso. E con ciascuno di loro sono disposto a fare un dibattito pubblico, citando cifre, dati, circostanze, non accuse generiche, perché loro non sono capaci di fare altro che accuse generiche e di declamare un'onestà che, fino ad ora, abbiamo sentito molto declamata, ma molto poco praticata. L'episodio del comune di Roma, del conflitto di interessi dell'assessore alle aziende, ne è l'ultima dimostrazione.
Allora, io voglio parlare di questi ordini del giorno e rivolgo anche, Presidente, un appello a lei, perché io a lei mi rivolgo. Vede, anche col suo predecessore è iniziata una china discendente. Questo Parlamento l'ha iniziata, secondo me, nel 1993 quando ha modificato il comma secondo dell'articolo 68 della Costituzione riguardo all'immunità parlamentare perché ha creato un disequilibrio tra i poteri dello Stato.
Non era la norma in sé. All'epoca abbiamo dato più forza alla magistratura, che comandava effettivamente insieme ai decideva chi era colpevole, chi era innocente a prescindere. Adesso la stiamo dando all'Esecutivo. Noi siamo qui per convertire in gran parte decreti-legge. Ci sono tante altre cose fatte sull'onda della folla, che è insaziabile, perché la pancia è insaziabile. Tanta gente, rispetto a cui qui abbiamo concesso l'autorizzazione all'arresto, mentre io no, è andata in galera e poi si è rivelato in modo ingiusto.
Il finanziamento pubblico: io sono tra i pochi ad aver votato contro perché quella è una forma lecita di finanziamento. Sì, bisogna aumentare i controlli e le pene, ma quella è una forma lecita di finanziamento. Perché dobbiamo renderci dipendenti dai privati ?
Allora, Presidente, veramente, da questo punto di vista, il suo predecessore negli ultimi anni ha subito una china discendente che non ha difeso il Parlamento, non i parlamentari, ma l'istituzione parlamentare. Infatti, qui, qual è il disegno ? È distruggere le istituzioni che fanno da filtro con la società e avere che cosa ? Il direttorio ? Non tagliare i privilegi, ma tagliare le teste come Robespierre.
Allora, se vogliamo confrontarci con una follia al potere, bene, ma dato che qua ci stanno tante menti e tante coscienze che ragionano e che credo siano persone perbene, io dico: lasciamo da parte le provocazioni, prendiamo quello che di buono c’è, rendiamolo in positivo e cerchiamo, però, da questo punto di vista sì, che questo Parlamento diventi permeabile alla società, che non risulti, grazie a chi lo vuole far risultare tale, un fortino inespugnabile, perché, altrimenti, noi faremo soltanto il gioco di chi vuole distruggere e non di chi vuole costruire .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Io vorrei fare un ragionamento, il più possibile pacato, anche perché ritengo che i 47 milioni di euro che la Camera quest'anno ha risparmiato, più i 50 milioni di euro in meno di dotazione finanziaria che ha chiesto allo Stato e che, quindi, hanno comportato nei fatti un risparmio di 97 milioni di euro e su tre anni addirittura di 270 milioni di euro, siano frutto del lavoro di molti.
E io penso che il MoVimento 5 Stelle abbia dato un contributo innegabile. Sbaglia chi magari si rifugia nella difesa dello per negare un'evidenza: il MoVimento 5 Stelle ha delle istanze che sono valide, ai fini anche di un'autoriforma del Parlamento. Però questo, cari amici del MoVimento 5 Stelle, verso i quali ho tanta simpatia umana, non può consentirvi di fare delle proposte che non hanno un valore effettivo, al di là di quello propagandistico.
Io sono un cultore della materia nel campo del finanziamento e dei costi della democrazia e, quindi, ho letto da molti mesi, con grande serietà, perché vi ritengo persone serie, i vostri rendiconti. Sono andato a vedere analiticamente e ho visto, cari colleghi, che le vostre restituzioni nell'ultimo mese sono, senza fare nomi, di 1.677 euro, 3.078 euro, 2.962 euro, 1.471 euro, 3.700 euro, 4.800 euro, 1.700 euro, ancora 1.700 euro, 1.146 euro. Insomma, io ho fatto una media, anche sulla scorta dei vostri assegni, di circa 2 mila euro al mese. Nei vostri rendiconti si dice: 3.200 euro è il mio stipendio. Benissimo. Poi andiamo alla voce rimborsi, che sono 8.186 euro e togliamo i 1.845 euro che devono essere rendicontati, secondo però i criteri della Camera, e arriviamo a circa 6 mila euro. E ho visto che, oltre ai 3.200-3.300 euro che prendete dallo stipendio – lo stipendio netto di ognuno di noi è 5 mila euro, lo ricordo –, ci sono i rimborsi. C’è chi ha speso 8 mila euro, chi 7 mila, chi 6 mila, chi 6.500. Ho visto i rendiconti... e . No, no, no, io sto facendo un discorso serio, non voglio assolutamente strumentalizzare questa vicenda. Voglio dialogare, capire. Allora, ho visto chi è di fuori Roma: 800, 1.000, 1.200, 1.500 euro per l'alloggio; le spese di telefono, 200 euro; il taxi: in alcuni casi ho visto 900 euro di taxi, 1.100 euro di taxi. Ho visto il vitto, pranzi e cene: 800, 900, 1.000 euro al mese. Alla fine, tra i circa 1.600-1.700 euro che restituite dall'indennità e quello che restituite dai rimborsi che prendiamo, arriviamo a queste cifre di, ripeto mediamente, 2 mila euro.
Allora, cari colleghi, voi non è che prendete 3.200 euro; voi prendete 3.200 euro più circa 5,6,7 mila euro e . Queste sono le cose. Questi sono i fatti.
Allora, cari colleghi, versate a questo fondo 2 mila euro. Io penso che anche sul fondo micro-credito a 5 Stelle dobbiamo essere molto chiari. Il Parlamento vi ha consentito con una legge, a cui avete votato contro, la legge n. 98 del 2013, di poter versare i vostri contributi a questo fondo. Questo fondo è generale, il vostro è un «sotto fondo», di questo fondo complessivo che riguarda l'erogazione di prestiti alle piccole e medie imprese – è un fondo di garanzia che sviluppa miliardi di euro di finanziamenti. Voi avete concorso a questo fondo, che non è il «fondo microcredito» del MoVimento 5 Stelle, ma è un fondo di garanzia statale a cui voi avete dato il contributo con i 10 milioni versati l'anno scorso, dello 0,076 per cento .
Allora, cari colleghi, non inventiamoci le cose, ma confrontiamoci: se c’è da assumere delle decisioni le assumiamo, ma non dite che i miliardi di euro che lo Stato italiano dà alle piccole e medie imprese è il fondo microcredito 5 Stelle. Non è vero, voi date un contributo, noi lo diamo per altri versi. Noi versiamo un po’ di più di voi, noi versiamo 3.500 euro al mese .
PRESIDENTE. Concluda, deputato. Ha terminato il tempo.
GIANNI MELILLA. Nella mia città, Pescara, c’è una scuola popolare – ho concluso – in cui diamo ripetizioni gratuite alla povera gente e lo facciamo ...
PRESIDENTE. Grazie, deputato.
Ha chiesto di parlare la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, è passato talmente tanto tempo da quando avevo chiesto di intervenire che vorrei soltanto sintetizzare in poche parole. Molte delle persone che sono qua dentro non è affatto vero che non hanno fatto nulla prima di entrare qua dentro. Volevo semplicemente citare quarant'anni di lavoro professionale in ospedale e in università, un lavoro sempre molto intenso, un'attività fatta di collaborazione con varie altre organizzazioni di vario tipo, di cui né mi vanto, né tanto meno do, come dire, lista pubblica e volevo dire che però questa mia posizione è condivisa da tantissima altra gente che è qua dentro e che contribuisce al proprio lavoro di parlamentare con le esperienze professionali specifiche acquisite in altri contesti.
Probabilmente anche l'età giovane dei colleghi 5 Stelle e di qualcun altro impedisce loro di avere acquisito questa esperienza a monte, ma voglio dire che un lavoro positivo di contributo è dato anche da quel patrimonio di cultura, di iniziative, di scambi oggettivi e di collaborazione in altri fronti che abbiamo fatto.
Trovo falso, ipocrita e veramente contrario al più elementare senso della verità quello che è stato detto, con l'aggravante che, di tutto questo, quello che si vuole fare è semplicemente un elemento di spettacolarizzazione che separa i puri e i casti da quella che è la casta. Tutta questa è una falsità che meritava forse di essere – come dire – resa palese forse un'ora fa, un'ora e mezza fa, ma che comunque mi premuro di fare presente in questo momento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuditta Pini. Ne ha facoltà.
GIUDITTA PINI. Grazie, Presidente. Io vorrei cercare di iniziare questo breve intervento, perché ho ascoltato con attenzione quello che hanno detto i miei colleghi del MoVimento 5 Stelle, anche per l'età che spesso ci avvicina, citando Antonio Gramsci. «La tendenza a diminuire l'avversario è di per se stessa un documento dell'inferiorità di chi ne è posseduto» ; «si tende infatti a diminuire rabbiosamente l'avversario per poter credere di esserne decisamente vittoriosi. In questa tendenza è perciò insito oscuramente un giudizio sulla propria incapacità e debolezza». E, quindi, io capisco, Presidente, che si possa pensare che, visto che uno studente fuoricorso può diventare Vicepresidente della Camera, chiunque fa il Vicepresidente della Camera debba essere un fuoricorso, ma non è così .
Ma lui ha la stessa identica dignità – perché siamo in una Repubblica parlamentare democratica – di chi svolge un'altra professione e quindi, ascoltando quello che i miei colleghi dicevano, ho fatto quello che voi mi avete consigliato di fare, o meglio quello che voi consigliavate a chi guarderà poi i video su andando a cliccare, però l'ho fatto qua. Insomma, sono andata sul sito di rendiconto, che ovviamente rimanda al sito di Grillo (ma qui avremo modo di parlarne prima o poi), ho guardato e ho controllato proprio chi su se stesso ha fatto l'esempio. Non mi piace fare questa roba, però l'hanno fatto e così ho trovato che non ci sono gli stipendi di giugno – immagino che li stiano caricando –, neanche quelli di maggio, neanche quelli di aprile e ho trovato quelli di febbraio. Benissimo; allora ho controllato lo stipendio dell'onorevole Di Battista, che lui dichiara in 5.246 euro. Ne ha dati indietro 2.058 e abbiamo un netto di 3.187 euro. Poi abbiamo la voce «rimborsi», che sono 8.379 euro – tolgo i centesimi per carità di patria –, ne ha restituiti una parte e sono rimasti 6.287 euro. Abbiamo quindi un totale di 9.475,46 – qui non li tolgo per carità di patria – euro, a cui aggiungiamo 135 euro di spese telefoniche, 341 euro per i trasporti e 1.142 euro di vitto.
Benissimo, non succede nulla perché lui è un deputato della Repubblica e con quei soldi svolge un'attività politica, va in giro per le città, per i paesi a fare propaganda elettorale, a portare avanti le istanze del suo MoVimento – si chiama politica – e allora la differenza tra fare propaganda e fare politica è il rispetto che uno ha nei suoi confronti e nei confronti dell'avversario, cosa che in questo momento pare un pochino non esserci.
Allora vi do una notizia che forse non troverete sul di Grillo, però insomma tante volte basta andare anche su e digitare qualcosa, oppure andare in una biblioteca – noi abbiamo una biblioteca bellissima qui alla Camera dei deputati, ma chiedo troppo, lo so –: l'articolo 49 della Costituzione – quella per cui voi vi siete imbavagliati, per la quale siete saliti sul tetto e che adesso difendete con le unghie e con i denti lecitamente perché non c’è problema, non è che, se voi lo fate, siete dei mostri – dice che i cittadini concorrono alla crescita democratica e politica della nazione attraverso i partiti. Io non discuto su come voi volete organizzare il vostro partito – ci mancherebbe altro – e non discuto neanche di come lo vogliono organizzare quelli di Sinistra Italiana o chiunque altro, basta che stia nei dettami della legge, ma noi, per esempio, cari onorevoli colleghi, versiamo i nostri contributi al Partito Democratico: è una cosa che facciamo con orgoglio e onore e ha la stessa dignità e onore di chiunque altro voglia versare i propri soldi a un altro progetto che lui ritiene importante.
Io ritengo importante che in questo Paese, in questo momento, con la crisi politica e democratica più grave che ci sia stata dal dopoguerra a oggi, esista un partito che possa andare avanti a prescindere dalle a prescindere dagli incontri che facciamo fuori, a prescindere dai finanziatori. Certo, ha bisogno anche dei finanziatori, però io lo ritengo importante e, quindi, verso il contributo lì.
Allora, cari colleghi, evitiamo anche la distopia del parlare di noi, di noi del PD, brutti cattivi, «pidioti», come la casta, mentre voi siete i cittadini. Voi siete cittadini come noi, ma soprattutto siete deputati come noi. Io non ho la scorta, non ho l'auto blu e trovo scorretto che ci sia chi, invece, va a dire in giro che tutti i deputati del PD hanno la scorta e l'auto blu. Chi ha la scorta non lo fa per divertimento; lo fa perché c’è un fondato pericolo sulla sua vita e non è una cosa su cui scherzare in questo Paese, perché abbiamo visto troppe volte com’è andata a finire.
Allora io vi chiedo, anche per rispetto della nostra generazione che per la prima volta è entrata in quest'Aula, per rispetto di noi stessi e per rispetto di chi ci ascolta, di avere prima di tutto rispetto di noi e poi rispetto di chi abbiamo davanti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente, veramente avevo chiesto la parola un po’ di tempo fa, quando un deputato si era lamentato perché non gli