PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Amoddio, Baldelli, Baretta, Bobba, Matteo Bragantini, Bratti, Brunetta, Caparini, Capelli, Catania, Cicchitto, Dambruoso, Di Gioia, Epifani, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Guerra, La Russa, Laforgia, Locatelli, Manciulli, Marcon, Marotta, Mazziotti Di Celso, Paglia, Palladino, Palmieri, Pes, Piepoli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Tabacci, Turco e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo straordinario del 29 aprile 2017.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Paolo Gentiloni Silveri.
PAOLO GENTILONI SILVERI,. Signora Presidente, onorevoli colleghi, l'informativa riguarda il Consiglio europeo straordinario di sabato, che ha un unico punto all'ordine del giorno, che è Brexit. Dopo dieci mesi dal voto referendario nel Regno Unito, si avvia formalmente, con la riunione di sabato, che deve dare le linee guida e un mandato a una delegazione negoziale dell'Unione europea, il processo, previsto dall'articolo 50 dei Trattati di Lisbona, di separazione del Regno Unito dall'Unione europea.
PRESIDENTE. La ringrazio, Presidente del Consiglio, per la sua relazione.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.
LAURA GARAVINI. Presidente, Presidente del Consiglio, onorevoli membri del Governo, onorevoli colleghi, la Gran Bretagna vuole abbandonare l'Unione europea e fa male: fa male il fatto che un grande e importante Paese come il Regno Unito non voglia più essere parte della nostra comunità, ma non possiamo non tenere conto che questa decisione è frutto di una scelta espressa democraticamente, che non possiamo che accettare.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORGETTI. Grazie, Presidente; Presidente del Consiglio, lei ha elencato una serie di principi a cui si atterrà nella trattativa, nel negoziato di questo Consiglio straordinario che, in effetti, ci sembra molto straordinario, per i motivi che le dirò. Ma partirei dal principio dei principi, che si chiama democrazia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Maurizio Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI. Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, le dico subito che avrà sulle linee e sui contenuti dell'intervento che ha fatto al Parlamento il sostegno convinto del nostro gruppo parlamentare, quello di Alternativa Popolare, ma a me interessa in questa discussione, in questi pochi minuti, sottolineare due grandi questioni, che, tra l'altro, sono state, in modo forte, l'inizio del suo intervento e la conclusione del suo intervento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Allora, analizziamo innanzitutto i passi che ci portano qua. Giugno 2016, la Gran Bretagna esprime il suo dissenso a questa Europa e successivamente esprime la volontà di uscire, utilizzando il famoso articolo 50 del Trattato. Ministro, dissenso assolutamente comprensibile, che va soprattutto rispettato: questo è il primo messaggio che mi sento di darle. I cittadini hanno scelto e la loro decisione va rispettata; quindi, chiediamo anzitutto rispetto per questa scelta. So che per voi sarà complicato, ma almeno provateci. Questa è la prima rassicurazione che vi chiedo: siate comprensivi, ma non stupidi, con voi è meglio precisarlo, anche perché ci avevate quasi convinto. Ministro, se mi ascolta magari…
PRESIDENTE. È il Presidente del Consiglio, onorevole Villarosa.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente del Consiglio, mi ascolti, le chiedo almeno questo, dieci minuti. Anche perché, ripeto, prima della Brexit ci avevate quasi convinto, anche io, personalmente, ho titubato; bombardato da false informazioni, anche io ho avuto i miei momenti di panico. Distruzione economica della UE, distruzione della Gran Bretagna.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Lorenzo Dellai. Ne ha facoltà.
LORENZO DELLAI. Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, il nostro gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico apprezza le comunicazioni del Governo, in vista del prossimo Consiglio europeo, e le condivide. Esse indicano un approccio realistico, prudente, lungimirante, vorrei dire solido, com'è giusto che sia, ed è necessario che sia, in un tempo così difficile. La risoluzione di maggioranza che abbiamo sottoscritto conferma questo approccio e indica i punti principali del percorso, che non riteniamo dunque necessario richiamare qui.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Renato Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Grazie, signora Presidente, signor Presidente del Consiglio. Siamo di fronte a un momento storico, ma è nostra consapevolezza, come anche la sua, che dobbiamo percorrere un sentiero molto stretto e difficile. È in gioco non solo la Brexit - l'uscita ordinata della Gran Bretagna dall'Unione europea -, ma, ne siamo tutti consapevoli, è in gioco anche il futuro stesso dell'Europa, dell'Unione europea.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Luisa Bossa. Ne ha facoltà.
LUISA BOSSA. Signora Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, sabato entra nel vivo la procedura di uscita del Regno Unito dall'Unione europea. È un mese, come tutti sappiamo, che Theresa May ha annunciato il ricorso all'articolo 50, mentre ormai è passato quasi un anno da quando, nel giugno del 2016, i cittadini britannici hanno detto “no” all'Europa e hanno aperto una fase politica complessa. Una fase che, in realtà, si intreccia al destino di tutto l'Occidente, perché attraversa per alcuni versi anche gli Stati Uniti e parla di temi drammaticamente moderni, come la globalizzazione, la crisi economica, la crisi del lavoro, la rivoluzione tecnologica, la sofferenza dei ceti medi, l'incapacità di dare risposte. Si apre ufficialmente, ma non politicamente e neppure socialmente, perché qui la fase era stata già aperta da tempo, un momento cruciale.
LUISA BOSSA. L'Europa come spazio aperto, come unico territorio, come luogo di una cultura condivisa, rischia di essere sacrificata sotto spinte protezionistiche, autarchiche, che per loro natura, poi, si traducono in chiusura, in muri e, quindi, in autoritarismi e in quelli che definirei piccoli crolli della democrazia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, Presidente Gentiloni, rappresentante del Governo, ci troviamo tradizionalmente a discutere alla vigilia del Consiglio d'Europa: lo facciamo stavolta per una materia, se possibile, almeno egualmente importante rispetto a quelle
FABIO RAMPELLI. Le stesse dichiarazioni congiunte fatte in occasione delle celebrazioni del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma sono aria fritta.
PRESIDENTE. Sì, ha concluso.
FABIO RAMPELLI. Non mi risultava. Concludo, allora.
PRESIDENTE. Deve concludere, Rampelli.
FABIO RAMPELLI. …e di aprire un negoziato tale da ritrattare tutto ciò che è stato stabilito fin qui, vale la pena di investire ancora sull'Europa
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghi, è evidente che quello che ha descritto il Presidente del Consiglio è un momento importante della trattativa e anche, come diceva prima il collega Giorgetti, un momento preliminare: ovviamente, ci troviamo in una fase elettorale, è chiaro che tutto l'andamento del negoziato sarà condizionato dalle elezioni, da quelle inglesi che Theresa May ha chiamato specificamente per rafforzare la sua posizione. Quindi, è probabile che ci sarà una fase interinale di trattativa: in questa fase, noi raccomandiamo al Governo, naturalmente, di attivarsi perché non ci siano provvedimenti, iniziative sui nostri cittadini, sulle nostre imprese, che possano danneggiarli in questo momento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, signor Presidente. La cosa che più ci preoccupa nel dibattito odierno sulla Brexit, a mio avviso, è la sottovalutazione di quello che la Brexit ha determinato dal punto di vista politico e determinerà nel futuro. La sensazione, cioè, che si stiano sottovalutando gli effetti e anche le cause che hanno portato all'esito di quel referendum e alla scelta che oggi il Governo inglese sta coerentemente portando avanti.
ERASMO PALAZZOTTO. Concludo subito, Presidente. Noi vorremmo che si salvasse dell'Europa almeno quell'idea, che si tutelassero i diritti dei cittadini europei a partire dal fatto che rimane in vigore “Schengen” e che si ricostruisce un'Europa fondata su nuove basi, sulla libertà di circolazione delle persone prima ancora che dei capitali .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Daniele Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, ho sentito molte voci preoccupate per l'Inghilterra e per il Regno Unito, suggerirei sommessamente di preoccuparci di più per le sorti dell'Italia e dell'Unione europea.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Mariano Rabino. Ne ha facoltà.
MARIANO RABINO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, sono passati esattamente dieci mesi dal referendum sulla Brexit, dieci mesi di incertezze, di rivendicazioni, di strumentalizzazioni, di prese di posizioni ribadite e poi negate, dieci mesi per cercare di capire come rendere il meno doloroso possibile questo divorzio e attutire l'impatto del più brutto colpo subìto dalle istituzioni continentali, come l'ha definito lo stesso Primo Ministro Gentiloni: uno dei momenti di difficoltà e crisi più significativi nella storia dell'Unione europea.
PRESIDENTE. Deve concludere, collega.
MARIANO RABINO. …la minaccia di implosione dell'Unione europea, ma un segnale che non possiamo trascurare. Lo dobbiamo all'Italia, lo dobbiamo all'Europa .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, noi appoggeremo l'azione del Governo anche in questa occasione. Vorremmo vedere in questa azione del Governo, però, un po' più di decisione, un po' più di entusiasmo europeista. L'Europa nasce da un grande entusiasmo. Ricordate l'inno dell'Europa. Cosa ci dice? Entriamo carichi di entusiasmo nel tempio della gioia, è l' di Schiller. Dov'è questo entusiasmo? Senza un entusiasmo europeista non si costruisce l'Europa. Questo entusiasmo oggi non c'è; non c'è per diverse ragioni. Questa Europa ha perso la sua anima alla fine del secolo scorso, quando non abbiamo voluto i valori cristiani nella Costituzione, quando non abbiamo voluto nessun valore nella Costituzione, quando non abbiamo voluto la Costituzione. Un'Europa senza un'anima, preda di burocrazie. Dobbiamo ridare un'anima politica all'Europa.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la collega Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, Presidente. Il giorno in cui il Consiglio europeo ha ricevuto dalla Prima Ministra britannica la notifica dell'intenzione di uscita del Regno Unito dall'Unione europea noi europeisti lo abbiamo sentito come un lutto. Qualcuno ha parlato di 8 settembre britannico, altri di ponte levatoio sulla Manica; noi lo abbiamo sentito come mutilazione sia dell'Unione come entità sia del progetto europeo. Era evidente che la Brexit avrebbe comportato conseguenze sugli altri Stati membri e, per quanto possa apparire paradossale, aveva ragione Emma Bonino quando diceva che non dovevano essere solo i cittadini britannici a decidere della loro uscita dalla UE, perché è chiaro che l'esito del referendum pesa e peserà su tutti noi.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Rosato, Lupi, Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Buttiglione, Bueno e Locatelli n. 6-00312, Fedriga ed altri n. 6-00313, Brunetta ed altri n. 6-00314, Capezzone ed altri n. 6-00315, Palazzotto ed altri n. 6-00316, Rampelli ed altri n. 6-00317, Petraroli ed altri n. 6-00318, Rabino ed altri n. 6-00319. I relativi testi sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo per la replica e per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Grazie, Presidente. Qualche considerazione, non tanto in replica; ritengo che l'intervento del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sia stato molto preciso ed esaustivo.
PRESIDENTE. Poi c'è la risoluzione Fedriga ed altri n. 6-00313.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Risoluzione Brunetta ed altri n. 6-00314.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Su questa proponiamo le seguenti riformulazioni negli impegni.
PRESIDENTE. C'è prima la risoluzione Rampelli ed altri n. 6-00317.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Ah, sì, l'avevo messa sotto, scusi Presidente.
PRESIDENTE. Non si preoccupi.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Sulla risoluzione Rampelli ed altri n. 6-00317 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Noi non abbiamo voluto la Brexit, non l'ha voluta la stragrande maggioranza dei cittadini europei, ma siamo tutti oggi costretti a subirla. Per la verità, riteniamo che anche gli stessi cittadini britannici, che con una risicata maggioranza si sono espressi per il “”, abbiano maturato e stiano maturando una maggiore consapevolezza dei rischi e dei costi che questa scelta comporta per loro e per il resto dell'Unione, ma ormai siamo obbligati ad amministrare quella che si rivelerà come una sconfitta collettiva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Come ho già detto, noi appoggeremo la risoluzione di maggioranza. Vogliamo ricordare al Governo che il progetto europeo è qualcosa di fortemente unitario. Unitario vuol dire che non è possibile fare uno cioè una scelta all'interno del progetto, decidendo per esempio di partecipare al mercato comune delle merci e non accettando la libertà di movimento delle persone. Il mercato unico è una ricchezza che è connessa con le quattro fondamentali libertà di cui vive l'Unione. Chi è dentro, è dentro, chi è fuori, è fuori.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Per un chiarimento? Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Grazie, Presidente. Solo sulla risoluzione Rabino ed altri n. 6-00319, per dire che, in realtà, la riformulazione riguarda solo il punto 2) del dispositivo, che diventa: “ad adoperarsi affinché le istituzioni europee, nel caso in cui il Regno Unito si opponga ad un accordo che garantisca la libertà di movimento delle persone, neghino l'accesso automatico” - l'unico elemento di riformulazione è, dunque, la parola automatico - “al mercato unico”; il resto non era una riformulazione, ma si trattava di correzioni già contenute nella mozione depositata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD. Grazie, Presidente. Non è certamente il tempo di decisioni ordinarie per l'Europa, a maggior ragione non è ordinario il Consiglio europeo del 29 aprile che darà avvio ai negoziati al processo della cosiddetta Brexit. Condividiamo l'equilibrio con il quale il Presidente del Consiglio Gentiloni ha richiamato i principi ai quali ispirare la posizione dell'Italia e ha affrontato le implicazioni e le conseguenze, complesse senza precedenti nella storia europea, della Brexit. Ne accogliamo la valutazione politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Penso che non sfugga a nessuno la gravità dal punto di vista politico della Brexit e dell'uscita del Regno Unito. Da questo punto di vista è stato un duro colpo rispetto al sogno dell'Europa, un'Europa che sicuramente va rivista e rivisitata in tutte le sue parti. Io sono molto sorpreso, signor Presidente, perché noi abbiamo presentato una risoluzione, a prima firma Capezzone, e il collega Capezzone, signor Presidente, ha anche messo in rilievo la circostanza che pochi mesi fa a questa è stato dato parere favorevole senza alcuna riformulazione da parte del Governo, mentre oggi, al contrario, viene espresso in maniera immotivata parere contrario.
ROCCO PALESE. …nell'interesse del Paese questi punti essenziali, in riferimento anche alle trattative…
PRESIDENTE. Colleghi, però dobbiamo stare nei tempi.
ROCCO PALESE. …che ci rappresentano rispetto alla situazione del Regno Unito e della Brexit.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Presidente Gentiloni, sottosegretario, il gruppo che in questo caso rappresento voterà contro le proposte della maggioranza e voterà a favore delle proposte delle cosiddette opposizioni, poiché uno, sottosegretario, era il tema rispetto a quanto abbiamo dibattuto stamattina ed era quello di Brexit fondamentalmente, ovvero l'uscita dall'Unione europea del Regno Unito. Il Presidente Gentiloni, poco fa, ha ampliato il raggio interpretativo rispetto a questo specifico tema parlando anche di diritti, parlando di immigrazione, parlando di tutto quello che è di fatto la vostra idea di Europa.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
WALTER RIZZETTO. Concludo, Presidente. Presidente Gentiloni, i Trattati europei vanno indubbiamente rivisti. Non possiamo sempre essere nei confronti di un'Europa che non ci vuole protagonisti. Vada a trattare con i pugni sul tavolo nei confronti dei suoi europei ma non vada a trattare su queste basi a nostro nome.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Grazie, signor Presidente. In effetti il nostro gruppo non ha molto altro da aggiungere come dichiarazione di voto finale a quanto già detto propriamente dal nostro presidente Lorenzo Dellai durante la discussione, peraltro apprezzato anche in sede di replica dal Governo, ed è quello che sottolineiamo, ancora una volta, con forza: ripensare, valorizzare, rilanciare quello che già oggi c'è dell'Europa, è l'Europa e sarà l'Europa. Credo che sia una priorità per noi renderci conto che, effettivamente, i ragazzi che c'erano prima qui e la maggior parte di noi vive da settantadue anni in pace per la prima volta nella storia dell'Europa. Possiamo dire di aver fatto un periodo di lunghissima pace. Certo, la sofferenza per l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea è palpabile, l'abbiamo presente tutti ma c'è anche da dire che, alla fine, il treno perde un vagone che prende un'altra strada, un altro cammino, un altro percorso, un'altra destinazione con l'intenzione probabilmente di andare più veloci. Non so nemmeno, perché è la storia che ce lo dirà, ma non so nemmeno se andrà più veloce. So anche che un treno, che va veloce, certamente arriva prima ma prende solo i ricchi. I poveri li prende un treno che va un po' più piano e che fa tutte le stazioni. Credo che il compito dell'Europa sia di raccogliere tutti. Abbiamo appena visto ieri il Presidente Trump degli Stati Uniti America che taglia di oltre la metà le tasse ai ricchi. Non so cosa ne sarà di quel già enorme debito pubblico americano ma so cosa ne sarà della classe più povera di quel Paese. Certamente quelli che vanno più veloce pagheranno meno tasse ma quelli che vanno più lenti soffriranno di più. Non credo che questa sarà la storia dell'Europa. Sono convinto che un'Europa a 27 continuerà, in questo periodo di pace, di prosperità e anche di sofferenza, ad andare a raccogliere gli ultimi e farli crescere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Parisi. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Grazie, signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, vorrei aprire questo intervento con una citazione: “Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece lavoriamo duro, finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa che è la tragedia di non voler lottare per superarla”. Queste parole furono scritte da Albert Einstein nel 1931 ad un paio d'anni di distanza dal tracollo della Borsa di New York e dal contestuale avvio della terribile crisi economica mondiale che ben conosciamo. Proprio il concetto di crisi era al centro di quelle riflessioni di Albert Einstein e crisi è quella che stanno vivendo oggi le istituzioni europee. Non vuole essere un parallelismo fra il 1929 e oggi ma la lezione di una delle menti più illuminate del secolo scorso merita di essere riproposta e interiorizzata perché è indiscutibile che le ragioni per cui si terrà la riunione straordinaria del Consiglio europeo risiedono negli esiti del referendum tenutosi nel Regno Unito nel giugno 2016 che ha visto prevalere il e con ogni probabilità tale esito è stato determinato, anche se non soprattutto, dalla sfiducia nelle istituzioni europee colpevoli agli occhi dei cittadini di non aver saputo affrontare adeguatamente le sfide economiche e sociali e di non aver saputo difenderli dalla crisi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Giovanni Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, avendo sottoscritto la mozione di maggioranza, direi che in essa ci riconosciamo, per cui approfitto di questo intervento per partire da un passo della risoluzione e rafforzare qualche posizione politica nel solco già trattato prima in discussione dal collega Mazziotti Di Celso. Che cosa dice nelle premesse la risoluzione di maggioranza? Cita la bozza di linee guida che dovrebbero appunto fornire gli elementi base per condurre la trattativa con il Regno Unito: un non membro dell'Unione, che non sostiene quindi gli stessi obblighi di un Paese membro, non può avere gli stessi diritti e godere gli stessi benefici riservati ai Paesi che ne fanno parte. Credo che nella civiltà contadina, dalla quale provengo, una frase del genere non sarebbe mai stata scritta, perché nessuno che non si assumesse gli obblighi di una convivenza pensava di poterne trarre i vantaggi; invece oggi è opportuno scriverla, perché anche su queste basi fondamentali dei rapporti interpersonali, quindi anche di rapporti fra Stati, oggi non ci si capisce più, e bisogna anche dire che chi è fuori non è come se fosse dentro. Ecco, cominciamo ad affermare questo, che chi è fuori è diverso da chi è dentro. Poi vediamo se ci sono più motivi per restare fuori o per stare dentro, ma che sia la stessa cosa, no! Che sia la stessa cosa, no! Non sarà così, non può più essere così: è successa una rottura, e a questa rottura non possono non seguire delle conseguenze, sia per chi l'ha provocata e sia per chi l'ha subita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, Presidente, signora sottosegretaria, colleghe e colleghi, vorrei partire ancora dalle valutazione e dalle osservazioni che ha fatto stamattina il Presidente del Consiglio sul prossimo Consiglio europeo, per l'appunto, e sulla vicenda della Brexit. Valutazioni che ci servono, mi servono anche per esprimere un giudizio, una valutazione sulle risoluzioni che sono state presentate oggi e che voteremo. Penso che, nelle parole del Presidente del Consiglio, ci sia una sottovalutazione. Apprezziamo, ovviamente, lo stile diverso rispetto al precedente Presidente del Consiglio, con una maggiore serietà e anche con una maggiore capacità di approfondimento dei temi, però credo ci sia una sottovalutazione.
PRESIDENTE. Approfitto per salutare studenti e docenti del liceo polivalente statale “Don Quirico Punzi” di Cisternino, in provincia di Brindisi, che seguono i nostri lavori .
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Colleghi, Presidente del Consiglio che non c'è in Aula e sottosegretario, la Brexit è stata una scelta di autodeterminazione di un popolo, un esempio di democrazia, ed è paradossale sentire in quest'Aula chi, giocando sulla percentuale che ha ottenuto il referendum tra e ha voluto sottolineare che una maggioranza risicata del popolo inglese si è espressa a favore dell'uscita dall'Unione europea (e non dall'Europa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, la crisi del 2008 ha determinato uno profondo negli equilibri dell'Occidente, investendo tutte le aree più sviluppate, il Giappone, gli Stati Uniti e l'Unione europea, e il suo impatto è stato così forte e violento, da determinare un vero e proprio salto di paradigma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cimbro. Ne ha facoltà.
ELEONORA CIMBRO. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo. Ci siamo confrontati qui oggi e abbiamo cercato di ragionare insieme, in realtà, su una brutta pagina della storia dell'Unione europea, che ha portato all'uscita della Gran Bretagna non semplicemente da un contenitore formale di regole e austerità, ma da un progetto più ampio, che ha garantito decenni di pace, prosperità e libera circolazione di idee, persone e merci.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto adesso di parlare per dichiarazione di voto la collega Elvira Savino. Ne ha facoltà.
ELVIRA SAVINO. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, come è stato più volte richiamato nel corso della discussione, siamo oggi di fronte a un momento storico, ma anche davanti a un sentiero molto stretto e difficile, ossia come coniugare Brexit, che è stata una scelta di democrazia e di libertà, con la sicurezza e con il futuro dei cittadini europei e dell'Unione stessa. Il Consiglio europeo straordinario del prossimo 29 aprile adotterà, quindi, gli orientamenti per i negoziati sull'uscita del Regno Unito dall'UE e per mettere a punto le regole del processo mediante il quale tale Paese cesserà di essere uno Stato membro dell'Unione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Grazie, Presidente. Colleghi, dopodomani ci sarà il Consiglio Europeo per discutere, in base all'articolo 50 del Trattato dall'Unione europea, l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione. I Capi di Governo dei Paesi membri si incontreranno per decidere la gestione di questa importante transizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Berlinghieri. Ne ha facoltà.
MARINA BERLINGHIERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'esito del referendum britannico favorevole alla Brexit ha aperto scenari inediti e pieni di incognite di fronte ai quali per la prima volta l'Unione europea si prepara ad un ridimensionamento anziché ad un suo allargamento. La vittoria del al referendum dello scorso 23 giugno rappresenta per l'Europa un fatto sconfortante per le ragioni che sono state da più parti autorevolmente illustrate, un fatto che ci costringe drammaticamente ma anche positivamente ad interrogarci sulla strada da percorrere ora, partendo da un approccio costruttivo e realistico.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il tono della voce.
MARINA BERLINGHIERI. L'Europa, infatti, è vista all'esterno come un punto di riferimento in quanto luogo in cui i diritti e una concezione del vivere insieme, che mette al centro la pace, la democrazia, i diritti, la cura dell'ambiente, la protezione sociale si è affermata negli ultimi sessant'anni. Dobbiamo avere ben presente che, proprio in virtù di questo, in un'ottica globale l'Europa è l'unico strumento che come europei abbiamo per recuperare sovranità. È importante, dunque, che il negoziato sulla Brexit che andiamo ad avviare sia gestito con rigore e fermezza ma senza approcci punitivi, nella consapevolezza che anche attraverso il buon esito di questi negoziati noi avremo la possibilità di dare nuovo slancio e freschezza all'Europa e al progetto europeo in cui tutti noi crediamo.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato, in data 26 aprile 2017, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi la senatrice Anna Maria Bernini, in sostituzione del senatore Augusto Minzolini, dimissionario.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Amoddio, Biondelli, Bratti, Brunetta, Caparini, Capelli, Catania, Cicchitto, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, Guerra, Laforgia, Locatelli, Marcon, Mazziotti Di Celso, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rostan, Rughetti, Sanga, Sani, Sottanelli e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, il Ministro dell'Economia e delle finanze, il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo e la Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fedriga ed altri n. 3-02976 .
STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, grazie al Ministro, oramai non è più solo una nostra percezione, ma secondo un'inchiesta giornalistica apparsa qualche giorno fa sul quotidiano negli ultimi anni il sistema delle espulsioni e degli allontanamenti si è rivelato del tutto fallimentare riguardo all'effettivo rimpatrio degli stranieri irregolari in generale e in particolare di quelli che hanno commesso dei reati o subito condanne in Italia, a differenza di altri Paesi europei (vedasi la Germania, la Francia, la Spagna). Stando, infatti, ai numeri riportati nell'articolo, nel 2016 i cittadini stranieri rintracciati in posizione irregolare sarebbero stati ben 4.500, con un notevole e costante incremento rispetto ai precedenti anni (circa 7.000 rispetto al 2015, 10.000 rispetto al 2014).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.
MARCO MINNITI, Grazie signor Presidente e onorevoli deputati, il contrasto dell'immigrazione irregolare e i rimpatri costituiscono aspetti cruciali del programma che il Governo sta portando avanti in questo scorcio di legislatura.
PRESIDENTE. Il deputato Allasia, ha facoltà di replicare.
STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, ma indubbiamente la risposta è molto - come sempre queste risposte - molto irregolare, dato che o è la nostra calcolatrice o quella di che non funziona o è la sua, quella del Ministero, perché la somma non dà i risultati che lei cita qua sempre e costantemente. Noi continuiamo a vedere che, da un lato, lo dice l'Europa, lo chiede l'Europa e viene attuato immediatamente - vedasi la legge Fornero - o dall'altra parte direttive europee, come quella del 2008, in cui si pone che gli Stati membri si obblighino al rimpatrio coatto per i cittadini stranieri che vengono considerati irregolari e abbiano anche una posizione verso la legge non limpida, in cui, se dobbiamo fare semplicemente due casi, Amri e Igor, due non connazionali, due immigrati clandestini irregolari, con fogli di via in tasca, che hanno commesso e reiterato dei reati.
PRESIDENTE. La collega Ravetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02977 .
LAURA RAVETTO. Ministro, lungi da Forza Italia criminalizzare tutte le ONG che operano in mare: molte operano seriamente, però il procuratore Zuccaro, dinanzi al Comitato Schengen che presiedo, il 22 marzo ha affermato che c'è un proliferare di piccole ONG che, in alcuni casi, potrebbero pregiudicare la lotta agli scafisti e addirittura il procuratore si è interrogato su come affrontino i costi queste ONG e oggi, durante una trasmissione televisiva - cito Adnkronos - ha dichiarato: A mio avviso alcune ONG potrebbero essere finanziate da trafficanti e so di contatti.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno ha facoltà di rispondere.
MARCO MINNITI, Grazie signor Presidente, il tema sollevato nella interpellanza è insieme delicato e cruciale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARCO MINNITI,. Anche il Governo ha aperto un canale di scambio informativo con la Commissione europea, l'Agenzia Frontex e il servizio diplomatico dell'Unione europea, per condividere ogni elemento utile alla definizione di un quadro di valutazione aggiornato. Il Governo dunque segue lo sviluppo di tali attività in stretto rapporto con il lavoro del Parlamento. Considero di particolare importanza acquisirne gli esiti finali,…
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
MARCO MINNITI,. Ho finito. Che verranno valutati con grande attenzione, mentre mi sento di garantire convintamente su questo la massima e leale collaborazione tra l'Esecutivo, il Ministero dell'interno e il Parlamento.
PRESIDENTE. Il deputato Elio Vito ha facoltà di replicare.
ELIO VITO. Signor Presidente, ringrazio il ministro Minniti della cortese risposta. Come ha ricordato la collega Ravetto, siamo di fronte ad una questione cruciale: il traffico di immigrati clandestini è oggi, con il traffico di droga, la principale fonte di finanziamento delle organizzazioni criminali. Non opporsi, non limitare, non frenare questo traffico e questa fonte di finanziamento è pura follia. La politica che noi da mesi indichiamo prevede il contrasto sulle coste libiche di queste organizzazioni criminali, per impedire le partenze: non per non salvare in mare le persone partite, ma per impedire le partenze. Per fare questo ci sono delle missioni internazionali già deliberate dall'Unione europea, e queste missioni il Parlamento ha più volte chiesto che vengano attuate. Abbiamo un seggio nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: facciamolo valere! È un problema di una gravità tale, di sicurezza, non solo dell'Italia, ma dell'Europa, che va impedito, limitato, contrastato subito con efficacia.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ELIO VITO. Una volta, purtroppo, partite queste navi, che il traffico ha prodotto i suoi illeciti profitti, certo che le persone vanno salvate, ma non vanno riportate in Italia: i porti più vicini sono quelli delle coste libiche, delle coste tunisine, delle coste maltesi .
PRESIDENTE. La deputata Paola Binetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02978 .
PAOLA BINETTI. Ministro, Presidente, non è la prima volta che presento un'interrogazione su questo; questa volta l'interrogazione ha un carattere molto circoscritto, molto breve, molto puntuale, però richiama l'attenzione su un punto preciso. Noi abbiamo due fatti concreti: uno, che il Governo di fatto non riesce a legiferare in materia di gioco d'azzardo avendo come punto di riferimento la tutela del giocatore e non esclusivamente gli introiti di carattere fiscale che si possono ricavare dal gioco; l'altro, la recentissima ricerca svolta dall'Istituto superiore di sanità, in cui si dimostra l'aumento delle persone affette da disturbo grave da gioco d'azzardo. In tutta questa logica, continuano ad arrivare sui nostri siti, compresi i siti della Camera, sui nostri cellulari, tutta una serie di meccanismi di pubblicità che sono dei forti induttori del gioco, e quindi creano dipendenza di fatto proprio per l'accessibilità. Vogliamo sapere cosa il Governo intende fare.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Presidente, l'onorevole interrogante lamenta che la pubblicità sul gioco d'azzardo sta assumendo forme sempre più invasive e insidiose: tenuto conto che le lotterie istantanee sono al primo posto per numero di giocatori e fatturato, e che le campagne pubblicitarie sono idonee ad insinuarsi negli spazi personali dei soggetti inducendoli a giocare, l'onorevole chiede al Governo quali iniziative intende assumere per bloccare questo tipo di pubblicità.
PRESIDENTE. La collega Binetti ha facoltà di replicare.
PAOLA BINETTI. È abbastanza evidente che l'insoddisfazione alla risposta non può che essere totale. Primo, si dice che la domanda è posta male: non è posta all'interlocutore responsabile, che non è il Ministro dell'economia e delle finanze ma avrebbe dovuto essere il ministro che si occupa piuttosto delle comunicazioni. Perfetto: potevamo aver cambiato l'interlocutore, ma certamente il problema sussiste. Dopodiché si fa una lunga lista di documenti, il decreto-legge cosiddetto Balduzzi, poi la finanziaria dell'anno scorso, dove si impongono limiti al gioco, ma solo limiti sulle televisioni generaliste: nulla si dice, in quelle leggi, dei limiti al gioco che arriva sullo piuttosto che su qualunque altro computer personale.
PRESIDENTE. La deputata Ruocco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02979 .
CARLA RUOCCO. Grazie. Vogliamo fare una semplice domanda al Ministro: dal dispositivo della sentenza del tribunale di Trani emerge chiaramente che il doppio declassamento che l'Italia e i cittadini italiani hanno subito da parte dell'agenzia di Standard & Poor's non doveva essere fatto e quindi era illegittimo. Pertanto, questo apre la strada ad un miliardario risarcimento dei danni.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie. Al momento si dispone esclusivamente della sentenza con la quale il tribunale di Trani ha disposto l'assoluzione nei confronti di alcuni esponenti dell'agenzia di accusati di manipolazione del mercato. Non sono ancora disponibili le motivazioni della sentenza. Una seria e giudiziosa tutela degli interessi economici e patrimoniali della Repubblica italiana richiede innanzitutto una conoscenza piena di tutti gli elementi, a cominciare dalla sentenza nella sua integralità, completa di motivazioni, onde poter valutare eventuali richieste di risarcimento fondate su piene ragioni. In mancanza di tali presupposti, non può essere presa alcuna iniziativa al riguardo. La lettura delle motivazioni è indispensabile per valutare se emergono elementi nuovi rispetto a quelli apprezzati in passato. Qualora in sede di lettura delle motivazioni emergano elementi nuovi, questi saranno attentamente valutati per decidere in merito alla proposizione di azione civile per danni.
PRESIDENTE. La collega Ruocco ha facoltà di replicare.
CARLA RUOCCO. Ministro non siamo per niente soddisfatti da questa risposta, perché ancora una volta il Governo dice di voler attendere, attendere un risarcimento danni miliardario che spetta ai cittadini italiani.
PRESIDENTE. La collega Vezzali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02980 .
MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie Presidente. Ministro, il 13 settembre 2016 l'Asur Marche ha emesso la circolare contenente le linee guida in materia di definizione dei fondi contrattuali per l'anno 2015-2016 escludendo dal computo del personale quello con rapporto di lavoro a tempo determinato supplente e straordinario e quello inserito in processi di stabilizzazione, anche se il documento del Ministero dell'economia e delle finanze disponeva di prendere in considerazione tutti i presenti, rispettivamente al 1° gennaio e al 31 dicembre di ciascun anno.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie. L'articolo 1, comma 1, dei diversi contratti collettivi nazionali, include nell'ambito applicativo dei medesimi contratti sia il personale con contratto a tempo indeterminato, che quello a tempo determinato. Ne consegue che le indicazioni concernenti le normative limitative in materia di pubblico impiego, ivi comprese quelle relative al contenimento delle risorse destinate al trattamento accessorio, sono da intendersi riferite a tutto il personale in servizio destinatario delle indicazioni dei contratti collettivi.
PRESIDENTE. La collega Vezzali ha facoltà di replicare.
MARIA VALENTINA VEZZALI. La ringrazio Ministro per la risposta, mi ritengo ragionevolmente soddisfatta di quello che ha esposto. Vorrei precisare però che il buonsenso porterebbe a ritenere che quanto deciso dall'Asur Marche sia penalizzante per il personale che abbia un rapporto di lavoro a tempo determinato supplente e straordinario, considerato soprattutto che la trasformazione dei contratti coinvolti in processi di stabilizzazione ad oggi risulterebbe impossibile.
PRESIDENTE. Il collega Mazziotti Di Celso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02981 .
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, abbiamo presentato questa interrogazione perché nel Documento di economia e finanza, nel Programma nazionale di riforma varato insieme al Documento di economia e finanza, si indicano gli introiti ottenuti dagli stabilimenti marittimi, lacustri e fluviali in circa 100 milioni di euro, 103 milioni di euro, su oltre 21 mila impianti, e sono quindi circa 4 mila euro a stabilimento. Nello stesso Programma di riforma si segnala il fatto che le informazioni sulle concessioni assentite sono rese problematiche dal fatto che la banca dati centralizzata non viene alimentata sufficientemente dagli enti locali.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie. È all'esame del Parlamento un disegno di legge delega per la revisione e il riordino della normativa in materia, che si propone: l'apertura e la contendibilità del mercato, assicurando, nel contempo, un uso rispondente all'interesse pubblico del bene affidato in concessione; il contributo allo sviluppo turistico, con incentivi agli investimenti; la messa a regime di un sistema dei canoni concessori chiaro, equilibrato e aggiornato, che dia certezze regolatorie agli operatori. Il testo prevede anche la fissazione di limiti minimi e massimi di durata delle concessioni entro i quali le regioni potranno fissare la durata delle stesse, per assicurare un uso rispondente all'interesse pubblico.
PRESIDENTE. Il deputato Mazziotti Di Celso ha facoltà di replicare.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Naturalmente ringrazio il Ministro per le informazioni e per il deposito delle informazioni regionali. Emerge comunque dalla risposta del Ministro una situazione nella quale le informazioni disaggregate non sono tutte disponibili. Si conferma il fatto che la legge delega persegue delle finalità che noi condividiamo, tra le quali quelle di aumentare la contendibilità, la possibilità che queste concessioni abbiano un regime almeno in senso lato più concorrenziale di quello attuale, che lo è molto poco. Noi abbiamo citato un dell'Istituto Bruno Leoni dal quale emerge una situazione problematica del settore. Noi pensiamo che sarebbe fondamentale introdurre ovunque norme di trasparenza per le quali i comuni siano tenuti a rendere pubbliche le concessioni che hanno assentito e per i concessionari, per ciascun concessionario, sapere quanto si paga di canone.
PRESIDENTE. Il deputato Epifani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Laforgia ed altri n. 3-02982 di cui è cofirmatario.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI. Grazie Presidente, signor Ministro, siamo naturalmente a chiedere che cosa intenda fare il Governo di fronte al risultato del referendum che si è tenuto nei giorni scorsi. Naturalmente sappiamo bene le difficoltà che ha questa azienda, non ricordo in Europa un'azienda che abbia attraversato una crisi così lunga, ricorrente e profonda come Alitalia, non solo nel trasporto aereo, ma anche in tutti gli altri settori. E, da questo punto di vista, quindi, so bene quanto sia difficile, arrivati a questo punto, invertire la rotta, come pure c'è bisogno di fare.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Grazie, Presidente. Innanzitutto, ricordo che Alitalia è un'impresa privata e che l'esito della sua attività è ascrivibile esclusivamente alle scelte degli azionisti e del . Tuttavia, fin dal primo momento in cui si è manifestata la crisi finanziaria, dovuta a una successione di bilanci in perdita, il Governo si è reso parte attiva per scongiurare la crisi aziendale. In particolare, si è lavorato per costruire una soluzione capace di valorizzare il patrimonio materiale e immateriale della società, sulla quale far convergere gli azionisti italiani ed esteri e le rappresentanze dei lavoratori. Nel contesto di questo lavoro, il Governo ha chiesto la discontinuità del e un piano di ristrutturazione sostenibile, capace di riportare la società in attivo, pur contenendo le conseguenze della ristrutturazione sui livelli occupazionali.
PRESIDENTE. Il deputato Epifani ha facoltà di replicare.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI. Prendo atto della dichiarazione del Governo rivolta agli organi societari dell'azienda, i quali dovranno poi deliberare quindi l'apertura della procedura. Da questo punto di vista io insisto su un punto: bisogna assicurare assolutamente la continuità dell'attività di Alitalia, essendo un'azienda di trasporto aereo, avendo dentro di sé ordini per mesi e mesi e avendo clienti sul mercato. L'unica cosa che non possiamo permetterci è il tracollo di una compagnia aerea che, per quanto mi risulta, ha margini ridottissimi di autonomia finanziaria. Quindi, fermi restando gli obblighi europei, internazionali e tutto ciò che prevede la normativa, bisogna che il Governo assicuri questo sforzo, che poi è uno sforzo di tutta la collettività, l'ennesimo, per consentire la piena operatività di Alitalia. Sarà poi compito degli amministratori straordinari di poter portare a termine positivamente questa fase. Per me positivamente vuol dire “no” al fallimento, un fallimento senza prospettiva, e “no” alla vendita a spezzatino dei singoli di Alitalia, ma la ricerca puntigliosa, anche se non facile e me ne rendo conto, di una soluzione una volta per tutte definitiva degli assetti proprietari, del piano industriale e dello sviluppo di questa azienda.
PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02983 .
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'oggetto della nostra interrogazione è lo stesso che abbiamo proposto un mese e mezzo fa al Ministro Calenda. Lo riproponiamo dopo il preaccordo che vi è stato la settimana scorsa e il referendum con la netta bocciatura di quel piano. Bisognerebbe, prima di provare a cercare una via d'uscita, chiedersi perché i lavoratori hanno bocciato quell'accordo. La ragione è piuttosto semplice: perché i sacrifici richiesti, notevolissimi, sono a fronte di un'assenza di un piano industriale credibile e una presenza, invece, di un inadeguato.
PRESIDENTE. La ringrazio. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Come ho avuto modo di chiarire nella precedente risposta, ricordo che l'esito dell'attività d'impresa di Alitalia è ascrivibile esclusivamente alle scelte degli azionisti e del . Ricordo anche che il Governo si è reso parte attiva per individuare una soluzione alla crisi aziendale emersa nei mesi scorsi. Alla luce dell'esito negativo del referendum sull'ipotesi di accordo negoziato fra Alitalia e le organizzazioni sindacali, il CdA di Alitalia ha deciso di sottoporre all'assemblea dei soci la deliberazione in merito alla richiesta di apertura immediata della procedura di amministrazione straordinaria ai sensi della “legge Marzano”. Il Governo può rassicurare sul proprio impegno, ove effettivamente l'impresa delibererà di richiedere l'amministrazione straordinaria, di procedere con la massima tempestività all'apertura della procedura e alla nomina dell'organo commissariale straordinario, con il compito di provvedere alla gestione dell'impresa e di predisporre ed attuare un programma che consenta una gestione conservativa dell'insolvenza.
PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di replicare.
STEFANO FASSINA. Evidentemente, Ministro, non possiamo essere soddisfatti di questa sua risposta e ovviamente le nostre preoccupazioni vengono confermate. Lei ha ripetuto, anche nella nostra interrogazione, che Alitalia è un'azienda privata; anche l'Ilva è un'azienda privata, eppure Cassa depositi e prestiti partecipa ad una cordata finalizzata all'acquisizione di quell'azienda perché è un importante per il nostro Paese; anche le banche oggetto, potenzialmente o effettivamente, dell'intervento del Fondo che abbiamo costituito, di 20 miliardi di euro, sono aziende private e il Governo interviene.
PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02984 .
FABIO RAMPELLI. Ministro, il 67 per cento dei lavoratori di Alitalia hanno bocciato il piano di salvataggio proposto dal suo Governo che per la terza volta - voglio ricordarlo e sottolinearlo - prevedeva mille licenziamenti e il taglio delle retribuzioni. Ora, dall'atteggiamento un po' spocchioso che avete tenuto in queste ore sembra quasi che la colpa del fallimento di Alitalia sia dei lavoratori, i cui esuberi invece, lo ricordo ancora, ammontano a non più del 17 per cento. Quindi, semmai la responsabilità è dell'assoluto disinteresse dell'ex Presidente Renzi relativamente all'asse industriale Alitalia-Etihad, che non è stato curato adeguatamente e che è stato abbandonato a se stesso, e a incapaci rispetto ai quali voi avreste il titolo, come avete fatto per altre situazioni altrettanto private, a intervenire per salvaguardare almeno i livelli occupazionali.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIETRO CARLO PADOAN,. Rispondendo ai precedenti quesiti, ho già illustrato le prospettive per Alitalia e il ruolo svolto dal Governo. Ricordo, quindi, che si condivide la preoccupazione per il destino dei lavoratori ma, al tempo stesso, che non è perseguibile alcun intervento diretto dello Stato e indiretto nel capitale della società. Confermo l'impegno del Governo, ove effettivamente l'impresa delibererà di richiedere l'amministrazione straordinaria, a procedere con la massima tempestività all'apertura della procedura e alla nomina dell'organo commissariale straordinario, con il compito di provvedere alla gestione dell'impresa e di predisporre ed attuare un programma che consenta una gestione conservativa dell'insolvenza, ai sensi della “legge Marzano”.
PRESIDENTE. Il collega Rampelli ha facoltà di replicare.
FABIO RAMPELLI. Quindi, se non ho capito male, quando il Governo Renzi ha messo le mani su Alitalia, favorendo l'accordo con Etihad, ricordo quello che Renzi scrisse: Alitalia torna in pista. Vola Alitalia, viva l'Italia.
FABIO RAMPELLI. Noi pensiamo che voi dobbiate svegliarvi.
PRESIDENTE. La deputata Coscia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02985 .
MARIA COSCIA. Grazie Presidente. Signor Ministro, come lei sa, la sindaca di Roma ha preannunciato in una conferenza stampa un ricorso al TAR contro il suo decreto ministeriale, che ha istituito il Parco archeologico del Colosseo e, conseguentemente, anche il decreto direttoriale, che ha indetto la selezione pubblica internazionale per l'incarico al nuovo direttore del Parco.
PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.
DARIO FRANCESCHINI,. L'interrogazione mi dà modo di riferire, come mi pare corretto, in Aula, di quanto sta avvenendo e su una serie di cose inesatte o false, proprio fatte uscire sui giornali in questi giorni.
PRESIDENTE. La deputata Piccoli Nardelli ha facoltà di replicare.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie Presidente e grazie Ministro per la sua risposta puntuale, su un tema per noi di particolare rilevanza.
PRESIDENTE. Il deputato Calabrò ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02986 .
RAFFAELE CALABRO'. Grazie Presidente. Signora Ministra, la legge di bilancio del 2017 ha stabilito, per il Programma operativo nazionale per la scuola nel periodo 2014-2020, che per istituzioni scolastiche si debbano intendere tutte le istituzioni scolastiche che costituiscono il nostro sistema nazionale di istruzione, quindi le scuole statali, le scuole paritarie private e gli enti locali che gestiscono scuole.
PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere.
VALERIA FEDELI, Grazie Presidente. Onorevole Calabrò, in primo luogo mi preme evidenziare che le scuole paritarie non sono state completamente escluse dalla partecipazione agli avvisi pubblici del Programma operativo nazionale PON per le scuole 2014-2020, ma è stato loro consentito di partecipare, in rete o in collaborazione con le istituzioni scolastiche statali.
PRESIDENTE. Il collega Calabrò ha facoltà di replicare.
RAFFAELE CALABRO'. Signor Ministro, siamo molto parzialmente soddisfatti, perché c'è una contraddizione in questo che lei riferisce: da una parte per istituzione scolastica viene inteso tutto quello che è istituzione al servizio pubblico, fatto di scuole statali e fatto di scuole private paritarie; dall'altra parte c'è questo limite, questo limite di accesso se non in partenariato.
PRESIDENTE. Il collega Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02987 .
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. In una apprezzata risposta ad una nostra recente interrogazione riguardante il Progetto “A scuola per conoscerci” promosso da alcune associazioni LGBT, lei, signora Ministra, dichiarava che non si tratta di attività curricolari e che l'eventuale partecipazione di studenti è meramente facoltativa, e comunque necessita del consenso dei genitori per gli studenti minorenni.
PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere.
VALERIA FEDELI, Grazie Presidente. Onorevole Gigli, la ringrazio perché mi dà l'occasione per approfondire quanto già riferito in risposta ad un precedente del 12 aprile scorso.
PRESIDENTE. Il collega Gigli ha facoltà di replicare.
GIAN LUIGI GIGLI. Signora Ministra, questa volta, a differenza della precedente, mi permetta di dirle che non sono soddisfatto. Primo, perché non è chiaro che cosa sia da intendersi con “se correttamente intesa”, ed è prova provata che molti istituzioni scolastiche, molti dirigenti scolastici se lo interpretano secondo criteri molto personali. Secondo: perché non è a mio avviso dovere dei genitori informarsi, ma è diritto dei genitori di essere informati; e non all'interno di un pacchetto generale, dove nessuno sa che cosa poi in effetti ci sia dentro, ma con dettaglio di informazioni, particolarmente appunto su temi sensibili.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.