PRESIDENTE. La seduta è aperta.
DAVIDE CAPARINI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Amoddio, Baretta, Beni, Bergamini, Bernardo, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Brescia, Capelli, Carbone, Catania, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Epifani, Fico, Fontanelli, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Lupi, Manciulli, Mannino, Marcon, Mazziotti Di Celso, Merlo, Pes, Rampelli, Realacci, Tabacci, Valeria Valente, Venittelli e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Franco Cassano. Ne ha facoltà.
FRANCO CASSANO. Stefano Rodotà si è affacciato in quest'Aula in più legislature, spinto dalla sua passione civile che, come è stato ricordato, lo ha portato a ricoprire incarichi politici di grande responsabilità. Ma egli è divenuto un protagonista del dibattito politico e culturale anche e, soprattutto, sulla scia di un lungo ed originale lavoro di riflessione teorica; il cuore di tale riflessione è stata la difesa e lo sviluppo di una democrazia innervata dai diritti, capace, cioè, non solo di difendersi dagli abusi di ogni potere, ma di espandere progressivamente la sfera delle libertà. Un lavoro tanto più delicato ed importante in una stagione in cui i processi di globalizzazione spingono costantemente gli Stati, per attirare i capitali, a comprimere i diritti e i sistemi di protezione sociale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fico. Ne ha facoltà.
ROBERTO FICO. Grazie, Presidente. È sempre difficile riassumere in poche parole il ricordo di una persona che ha contribuito in misura così significativa alla vita pubblica di un Paese; ancora più arduo, se il ricordo e l'omaggio sono rivolte ad una personalità come quella di Stefano Rodotà, che mancherà molto a tutti noi, non soltanto per lo spessore del suo percorso professionale, istituzionale ed accademico, ma anche per certe sue qualità umane, oggi, purtroppo, sempre meno presenti nella dialettica e nel dibattito politico, anche in quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Solo alcune cose che non sono state dette. Stefano Rodotà aveva iniziato la sua attività politica, la sua grande passione giovanile, nel Partito Radicale di Mario Pannunzio. Ma ci sono alcune date significative nella vita politica di Stefano Rodotà, sino a giungere alle cose recenti. Scelse, pur essendo stato radicale da giovane e dalle origini del Partito Radicale, però, di essere candidato e di accettare la candidatura, nel 1979, come indipendente nelle liste del Partito Comunista. Ciò provocò un acceso dibattito epistolare fra lui e Marco Pannella: Stefano Rodotà rispose che preferiva essere candidato da un organo collegiale - l'allora direzione del Partito Comunista Italiano - piuttosto che ricevere una investitura carismatica da Marco Pannella; contraddizione, forse, con la candidatura terminale della sua vita a Presidente della Repubblica. Si iscrisse al Partito Democratico della Sinistra, però, solo dopo la svolta di Occhetto; a Matteo Renzi, direi che vi erano altre pratiche, allora, nel Partito Comunista, che eleggeva nelle sue liste deputati della sinistra indipendente, che costituivano, poi, gruppo parlamentare. Allora, non vi era la polemica sui costi dei gruppi parlamentari; Stefano Rodotà, lei non l'ha ricordato, è stato uno dei presidenti del gruppo della Sinistra indipendente che, però, si presentava nelle liste del Partito Democratico. Altri tempi, altra politica? No, perché lei ha ricordato, e vado a concludere, che fu Vice Presidente della Camera quando io entrai in Parlamento nel 1992 e sembrava dover essere il candidato naturale della sinistra, allora, colleghi grillini, alla Presidenza della Camera, in sostituzione di Oscar Luigi Scalfaro che da Presidente della Camera fu eletto Presidente della Repubblica e fu lui, Stefano Rodotà, in quella famosa e storica seduta, a proclamare l'elezione, come Vice Presidente della Camera, di Scalfaro. Ma, all'ultimo momento, il Partito Democratico della Sinistra, al quale lui, appunto, per la prima volta si era iscritto, non credo sia stato mai iscritto prima, quindi è stato l'unico partito al quale è stato iscritto dopo il Partito Radicale, scelse di candidare Presidente della Camera e, quindi, successivamente, Presidente della Repubblica, il Presidente Giorgio Napolitano. Corsi e ricorsi che sono poi ritornati nel 2013. Quindi, una vicenda politica e umana tutta legata alle passioni interne alla politica, alla storia istituzionale della Camera e della sinistra italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfredo D'Attorre. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Con Stefano Rodotà, l'Italia perde una figura di assoluto rilievo, sia della scienza giuridica, sia del dibattito pubblico italiano degli ultimi decenni. Stefano Rodotà è stato, forse, il giurista della sua generazione che più di ogni altro ha saputo coltivare l'unità del diritto. Basti pensare che lui, civilista di formazione, allievo forse di uno dei più grandi civilisti del XIX secolo, Emilio Betti, è stato conosciuto dal grande pubblico come un costituzionalista. Ha saputo attraversare i diversi campi del diritto con la curiosità di cogliere e di anticipare i fenomeni nuovi; negli anni Novanta scriveva di nuove tecnologie, quando gran parte dei giuristi della sua generazione neppure sapevano che cos'era Internet e ha tenuto ancorata questa sua ricerca, questo suo scavo, nel dialogo con altre discipline, lungo un filo rosso che non ha mai smarrito; la libertà e la dignità della persona come cifra profonda del diritto e del costituzionalismo moderno. In questo ancoraggio alla dignità della persona c'è anche l'ancoraggio al dettato costituzionale che rappresenta l'altro grande punto di riferimento della ricerca e dell'impegno, poi, pubblico di Stefano Rodotà. La pari dignità sociale, questo concetto cruciale, contenuto nell'articolo 3 della nostra Costituzione, è stato il faro della sua riflessione, quello a cui ha ancorato, anche, il concetto di rivoluzione della dignità, la dignità in cui i concetti appunto di libertà e di eguaglianza si fondevano in una ispirazione che, credo, potremmo definire come schiettamente liberalsocialista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferdinando Adornato. Ne ha facoltà.
FERDINANDO ADORNATO. Stefano Rodotà è stato un maestro, per molto tempo per me anche un amico, ma - ciò che più conta - è stato, così vorrei definirlo, oggi, in quest'Aula, un fuoriclasse dell'intelligenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, cercheremo di aggiungere qualche altro tassello. Certamente ci sentiamo di sottolineare anche l'aspetto rivoluzionario e innovativo del professore Stefano Rodotà. Tutti i trattati di politologia dicono che la rivoluzione è il processo - sottolineo, “processo” - mirante a sovvertire l'ordine naturale. In tutto questo, con grande rispetto e facendo semplicemente l'analisi di quello che abbiamo osservato in questi anni, certamente, il professor Rodotà è stato un maestro del processo rivoluzionario in campo giuridico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giulio Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signora Presidente, Stefano Rodotà è stato per tutti noi una guida, un riferimento fondamentale in tutti questi anni, per il pensiero, la sua riflessione, lo studio e per le lotte, l'impegno per la promozione dei diritti, della democrazia e della difesa della nostra Costituzione. È stato vicino a tanti movimenti, associazioni, campagne; ci ha guidato con la sua passione civile in tante iniziative e mobilizzazioni, per difendere e allargare i principi costituzionali a fondamento del nostro patto sociale: l'eguaglianza, la giustizia, i diritti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mara Mucci. Ne ha facoltà.
MARA MUCCI. Signora Presidente, anche il nostro gruppo, Civici e Innovatori, si unisce al ricordo sentito e doveroso di quest'Aula ed esprime vicinanza al dolore dei familiari. Però qui siamo oggi a ricordare l'uomo pubblico, una figura di elevato spessore giuridico e morale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gaetano Piepoli. Ne ha facoltà.
GAETANO PIEPOLI. Presidente, ho personalmente un debito di gratitudine immenso verso Stefano Rodotà e so che questo debito non può essere misurato da queste poche parole. La democrazia ha un bisogno disperato di maestri e Stefano Rodotà è stato un maestro, un maestro non riducibile agli schemi soliti, irriducibile agli schemi, come lo sono state sempre le minoranze creative, come lo sono stati sempre i figli del Sud migliore, in particolare di quella Calabria migliore a cui egli è stato sempre legato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gaetano Nastri. Ne ha facoltà.
GAETANO NASTRI. Presidente, è stata una figura complessa, quella di Stefano Rodotà: un intellettuale, un politico di sinistra ma senza essere organico all'allora PCI, che alla fine della sua vita politica si è trovato probabilmente più a sinistra di quelli che un tempo lo consideravano solo un compagno di strada ma non parte integrante del grande partito. Quando il PCI si staccò dall'URSS, quando nacque il PDS, Rodotà ne divenne presidente, ma non durò a lungo: per lui, che comunista non era, quel partito stava avviandosi troppo a destra. In questo paradosso, Rodotà ha finito per recuperare, lui, che marxista e leninista non è stato, alcune tematiche abbandonate dai postcomunisti. Insomma, un intellettuale con le sue belle contraddizioni. Si è distinto, nell'ultima parte della sua vita politica, per una difesa senza se e senza ma della Costituzione, introducendo il concetto del bene comune, che la Carta costituzionale deve garantire a tutti i suoi cittadini. Raramente abbiamo condiviso le sue opinioni, ma riconosciamo all'intellettuale il suo ruolo importante nella difesa delle istituzioni, quelle che Renzi e i suoi volevano stravolgere con il referendum di dicembre. Rodotà resta, in ogni caso, un personaggio importante nella storia politica di questo Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Samuele Segoni. Ne ha facoltà.
SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Lo abbiamo conosciuto in occasione della nostra elezione in Parlamento, quando lo candidammo alla Presidenza della Repubblica. Ci colpì per la sua profonda umanità e per l'amore sconfinato che nutriva nei confronti del popolo italiano, di cui ha magistralmente cercato di alimentare l'etica ed il senso civico. Un uomo straordinariamente ordinario, per la compostezza e per la tenacia con cui ha combattuto battaglie fondamentali per la maturazione della società italiana, ma di cui conosceva il prezzo che avrebbe anche dovuto pagare. Il radicamento che oggi ha nella società, il concetto di beni comuni non sarebbe lo stesso se non ci fosse stato il professor Rodotà. Non è un caso se un uomo del genere sia stato apprezzato da tutti, ma non sufficientemente valorizzato da nessuno. Era un combattente, con un altissimo senso dello Stato, al servizio della collettività. Per questo lo abbiamo continuato a desiderare e a votare come Presidente della Repubblica anche dopo le dimissioni di Napolitano. Purtroppo, non siamo riusciti a vederlo al Quirinale, ma siamo stati comunque fortunati ad averlo conosciuto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Franceschini, che voleva unirsi nel ricordo del professor Rodotà. Prego, ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI,. Sì, signor Presidente, mi associo, a nome del Governo, alle sue parole e alle molte cose giuste che sono state dette, ricordando Stefano Rodotà. Da qualche anno, c'è un po' un abuso dell'utilizzo della parola intellettuale, che dovrebbe essere usata con molta parsimonia e con molta prudenza, ma io penso che Stefano Rodotà sia una delle persone a cui si addice di più la parola “intellettuale”: giurista, è stato ricordato, educatore, studioso, ma con una curiosità su tutto quello che ha fatto e ha affrontato nel corso della vita, e la curiosità è una delle caratteristiche più importanti per poter essere un vero intellettuale; poi, la sua passione civile, la sua passione politica, e soprattutto perché Stefano Rodotà, che ha avuto una parte della sua vita dedicata direttamente all'impegno politico, ha dimostrato quello che a volte si dimentica, e cioè che in politica una persona porta ciò che è stato nel resto della vita. Lui ha portato competenza, ha portato passione e ha portato anche cortesia: anche nei giorni - è stato ricordato - dello scontro fisiologico in democrazia sull'elezione del Presidente della Repubblica, lui ha affrontato quelle giornate con grande rispetto e cortesia, eleganza e intelligenza. Ecco, credo che anche questa lezione di Stefano Rodotà non dovrà essere dimenticata da nessuno di noi .
PRESIDENTE. Si conclude, così, la commemorazione di Stefano Rodotà.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 3012-C: Legge annuale per il mercato e la concorrenza.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge e delle proposte emendative ad esso presentate .
GIANLUCA BENAMATI. Intervengo, Presidente, perché qui stiamo parlando di una cosa importante, un emendamento che ha anche un significato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Iniziamo a trattare i temi che riguardano l'abolizione del servizio di maggior tutela. Con l'emendamento in esame cerchiamo di inserire all'interno del comma 61 dell'articolo 1 la disciplina volta a garantire il servizio universale. Quest'ultimo - tra l'altro codificato anche da norme europee e quindi non esiste un'ambiguità della definizione del servizio universale - è il servizio che oggi permette di regolamentare le fasce di clienti deboli che per ragioni economiche si ritrovano all'interno di questo tipo di servizio per cui non riescono a pagare le bollette oppure per coloro che fanno parte della platea di clienti cosiddetti disagiati rispetto al punto di approvvigionamento. Mi spiego meglio: quando l'utenza è lontana rispetto alle dorsali di distribuzione dell'energia, per fornire quel cliente c'è un impegno collettivo atto a garantire la fornitura essenziale di energia anche al cliente che non sarebbe rifornibile nelle condizioni di logiche di mercato. Infatti se noi ci aspettiamo che il mercato riesca a disciplinare in modo da dare corrente alle casette sparsa in mezzo ai monti o in mezzo alle campagne e immaginiamo che il costo di infrastruttura, di distribuzione dell'energia a quel cliente non debba essere codificato come servizio universale, credo che stiamo ancora contemplando una modalità di mercato completamente sbagliata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, l'emendamento 1.44 Mazziotti di Celso mira a modificare il testo del comma 61 dell'articolo 1 eliminando la modifica apportata dalle Commissioni attraverso l'approvazione di un emendamento a prima firma Brunetta condiviso anche da altri gruppi e ripristinando il testo così come approvato dal Senato. La questione riguarda l'eliminazione del regime di maggior tutela nel settore dell'energia elettrica ovvero un regime che oggi garantisce a 20 milioni di consumatori domestici e a 4 milioni di piccole e medie industrie la fornitura di energia a prezzi inferiori a quelli del mercato libero, come rilevato dalla stessa Autorità di settore. Si tratta con tutta evidenza di una problematica sociale di grandissimo rilievo come la fornitura di energia elettrica, destinata ad avere un impatto assai significativo sulla vita delle famiglie e delle piccole imprese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. L'onorevole Brunetta ci ha spiegato le ragioni della modifica adottata in Commissione. Io sono ammirato delle doti divinatorie, quando afferma che l'entrata in vigore nel 2019 - tra due anni - del passaggio al mercato libero “determinerà” un aumento delle bollette, almeno un'ipotetica ci poteva stare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Becattini. Ne ha facoltà.
LORENZO BECATTINI. Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda le modalità, una delle modalità, per il passaggio dal mercato di maggior tutela al mercato libero nel settore dell'energia e ha a che fare con la piena liberalizzazione delle attività energetiche. Ricordo che per il gas questa liberalizzazione è iniziata il 1° gennaio del 2003, per l'energia elettrica il 1° luglio del 2007. Si opera quindi, ancora oggi, in un sistema transitorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Voteremo contro questo emendamento perché, tecnicamente, quello che è stato almeno proposto in questo caso è leggermente migliorativo del pasticcio che era stato fatto in Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Per una comunicazione, una richiesta di approfondimento o una curiosità, come lei meglio la intenderà. La segnalazione è che la delegazione Conservatori e Riformisti- Direzione Italia è assolutamente concorde con il senso di questo emendamento e anche con le motivazioni che sono state addotte nella sua esplicazione da parte del collega Mazziotti Di Celso, che è il primo depositario e firmatario di questo emendamento, al quale evidentemente chiediamo di aggiungere le nostre firme.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Giusto per inciso, dobbiamo essere onesti e dovrebbero essere onesti tutti: appoggiamo l'azione emendativa anche di forze di Governo che sostengono questo Governo, che cercano di portare a compimento un loro disegno o di chi li sta portando e sostenendo. È evidente che c'è l'interesse da parte dei presentatori di ristabilire quello che ha già fatto il PD al Senato, anche se dobbiamo essere onesti: abbiamo apprezzato l'appoggio e il sostegno dell'emendamento della Lega Nord nelle Commissioni, in ordine al quale abbiamo cercato, con la nostra azione emendativa su questo punto, di evitare che i cittadini vengano - non so se si può dire - fregati due volte, perché sono stati fregati con il mercato di maggior tutela già al tempo e, oggi, ancor di più con il mercato libero.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Questo emendamento cerca di andare a sanare la tematica di cui vi dicevo poc'anzi; ovvero: è mai possibile che dobbiamo aspettare l'intervento dell'Antitrust, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, per comprendere se le modalità con cui si passa dal servizio di maggior tutela al mercato libero, da parte degli operatori che oggi riforniscono il servizio di maggior tutela, sia una concorrenza sleale?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente. Questo emendamento - ne abbiamo già discusso in Commissione - mi dà anche l'opportunità di fare alcune riflessioni su questo passaggio dal regime di prezzi regolati al libero mercato. Discuterò un attimo dell'emendamento, in conclusione, vorrei, però, richiamare quanto è stato anche detto nella discussione precedente sulle aste. Allora, questa Camera, rispetto a quella che era l'impostazione iniziale del provvedimento, aveva articolato un sistema di passaggio dalle modalità di prezzi regolati al libero mercato - che è un comune, e comunque un che avanza sia nel nostro Paese quanto in ambito europeo - che si basava sostanzialmente sulla creazione della consapevolezza del consumatore in un mercato trasparente e chiaro. Per questo noi avevamo articolato una realtà nella quale si doveva verificare per questo passaggio una serie di condizioni, ai sensi dell'ex articolo 30, e oggi sono riportate, dopo il cambio delle numerazioni, al comma 67, e che riguardano sostanzialmente - traduco in termini molto semplici - la possibilità di un cambio veloce di fornitore, con tempi molto rapidi, nell'ambito delle medie e delle direttive europee; la possibilità di avere - se ne parlava prima, ne parlava il collega Becattini riferendosi anche al collega Baldelli - delle fatturazioni celeri e certe; la possibilità di avere un portale all'interno del quale le offerte della stessa natura, poste sotto l'egida di un comitato tecnico che le definisce, raccogliessero le offerte dei fornitori italiani in modo da permettere al consumatore di comparare mele con mele, pere con pere e fare la propria scelta. C'era il tema della completa attivazione del servizio informatico integrato, quindi l'anagrafica completa del sistema. E quando queste condizioni si fossero realizzate, ovviamente il Governo avrebbe dato, con l'Autorità, via libera al passaggio, tranne una clausola di salvaguardia che poteva stabilire un rinvio di qualche mese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SIMONE BALDELLI. Presidente, nel novembre del 2015 questo ramo del Parlamento ha approvato una mozione, sostanzialmente all'unanimità e col parere favorevole del Governo, che impegnava il Governo stesso a intervenire su un tema molto rilevante, vale a dire sul fatto che ci sono decine di migliaia di utenti, consumatori, cittadini, che ricevono conguagli pluriennali, spesso molto importanti dal punto di vista economico, basati su un comportamento di consumi presunti, stimati dalle compagnie elettriche, ma questo vale anche per il gas e la luce. Stiamo parlando di utenti non morosi. Quindi, ricevono conguagli pluriennali con l'intimazione a pagare queste somme a fronte del possibile distacco dell'utenza. Il Governo si era impegnato a varare una moratoria, visto che l'Autorità antitrust aveva aperto un'indagine proprio su questi comportamenti aggressivi e contrari al Codice del consumo; si era impegnato a varare una moratoria per questi utenti, per il pagamento di questi utenti, ma dopo oltre due anni il Governo non ha realizzato l'impegno che si è preso in questa Assemblea. È cambiato il Ministro, è cambiato il sottosegretario, ma non è cambiata la maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Librandi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO LIBRANDI. Grazie, signora Presidente. Volevo sottoscrivere questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Sì, grazie, Presidente. Per sottoscrivere questa proposta del collega Baldelli e ricordare, Presidente e sottosegretario, che questa potrebbe essere un'occasione per dimostrare, di fatto, che anche atti di indirizzo, quali le mozioni parlamentari qui votate in Aula, non restano, di fatto, lettera morta. Ricordava giustamente il Vicepresidente Baldelli, poco fa, che è stata votata una mozione ad ampia maggioranza rispetto a questo tema, su un tema - lo rinnovo - assolutamente di buonsenso. È vero quanto afferma e sulla scorta di quanto appena ascoltato che, ad esempio, e anche lei sottosegretario sicuramente lo sa, anche tutto il parco in termini di rinnovo dei cosiddetti contatori elettronici è stato rinnovato da parte di grandi aziende italiane, dalla più grande azienda italiana, forse, qualche tempo fa, se non ricordo male, circa ventiquattro mesi fa, e quindi c'è la possibilità di fornire al cliente finale una lettura, che sia acqua, gas, o qualcosa di simile, assolutamente certa, non mese dopo mese, ma, addirittura, con le ultime notizie che possiamo anche citare, Enel ha fatto uscire nelle ultime ventiquattro ore ogni cinque minuti! Ogni cinque minuti si può avere una lettura precisa. Quindi, io immagino che questa, oltre che ad essere una proposta di assoluto buonsenso, vada in modo specifico a tutelare i cittadini, che, come c'è scritto nel testo di questa proposta, devono necessariamente andare a pagare conguagli anche vecchi di circa ventiquattro mesi, quindi di due anni, pena chiaramente la minaccia del distacco dell'utenza, che secondo noi è evidentemente una pratica troppo aggressiva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Innanzitutto, intervengo per sottoscrivere l'emendamento 1.49 a prima firma Baldelli, perché riteniamo che vi sia concretezza reale nell'emendamento, ma anche nella discussione che ha portato avanti, anzi, ancor meglio, che è stata portata avanti con le mozioni dei periodi scorsi, dell'anno scorso; cosa che poi, purtroppo, anche se ha visto il parere favorevole dell'Aula, è rimasta lettera morta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente. Intervengo in questo dibattito anche perché è stata una questione che - come giustamente il Vicepresidente Baldelli ricordava - è stata trattata in Commissione durante i lavori della scorsa settimana, ma ci accompagna ormai da qualche tempo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento 1.49 Baldelli, così come abbiamo già fatto anche in Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, signor Presidente. Prendo la parola un po' anche per motivare i voti che il gruppo di ALA-Scelta Civica sta facendo su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Noi invece sosterremo l'emendamento anche per un fatto di coerenza con impegni che abbiamo già preso in quest'Aula e che quest'Aula stessa ha preso come giustamente ricordava prima l'onorevole Baldelli. Continuo a non condividere - lo vorrei dire con chiarezza - l'impostazione per cui la Camera non dovrebbe modificare alcune parti del testo, mentre peraltro ne modifica altre senza alcun problema come abbiamo visto ieri, perché ciò presupporrebbe un qualche ritardo nell'approvazione di un provvedimento che ha già una storia molto lunga alle spalle. Personalmente non ho alcuna difficoltà a dirlo e l'ho già detto anche in passato: se il provvedimento saltasse, credo che sarebbe un bene per i consumatori italiani che dovrebbero essere l'unico orizzonte tutelato da un provvedimento sulla concorrenza. Il provvedimento in esame non ha assolutamente nulla a che fare con la concorrenza e con l'apertura del mercato in termini positivi. Questo è un provvedimento scritto di fatto per tutelare o promuovere oligopoli quando non monopoli e questo è un giudizio generale. Però, proprio per questo, ci sono alcuni piccoli emendamenti, alcuni piccoli interventi che potrebbero migliorarlo e renderlo in qualche modo più digeribile. Si potrebbe inserire qualche piccola oasi di positività all'interno di un provvedimento che rimane negativo. Questo è uno di quegli emendamenti e sono contento di sostenerlo anche se proviene da una forza politica con cui normalmente non ci sentiamo molto d'accordo. Questo dovrebbe anche indurre la maggioranza a riflettere sul fatto che, se c'è un emendamento richiamato e sostenuto anche da parti politiche molto lontane tra loro, forse significa semplicemente che è migliorativo rispetto all'impostazione che il Senato ha voluto dare. Ma ritengo che lo stesso Senato lo riconoscerà come tale francamente. Non vedo il Senato impegnato a ritardare l'approvazione del provvedimento perché in disaccordo con la nuova formulazione che eventualmente noi volessimo dare al comma 79 dell'articolo 1. Quindi veramente l'invito è a ripensarci e comunque noi voteremo a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore … la deputata Ricciatti sta prendendo la parola.
LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente. Solo per interloquire con i colleghi che mi hanno preceduto e senza aprire alcun tipo di polemica. Però davvero, per il rispetto dei lavori di quest'Aula, per cortesia, signora Presidente, evitiamo di dire che bisogna fare in fretta e c'è tanta fretta e non abbiamo più tempo, perché noi oggi stiamo lavorando su un collegato alla manovra finanziaria dell'anno 2015. Quindi, non prendiamo in giro il lavoro, le intelligenze, lo studio che è stato fatto da svariati colleghi anche, diciamo, politicamente lontani dal mio gruppo parlamentare. Rispettiamolo e non diciamo che c'è fretta e che si auspica che questo provvedimento verrà approvato il prima possibile, perché è un provvedimento che rimbalza da Camera a Senato da circa due anni e riflessioni e condivisioni ne sono state fatte e ne sono state fatte tante. La novità che abbiamo affrontato alla Camera è stata questa modifica, quindi questa apertura - lo ricordo - da parte del Partito Democratico, perché i quattro emendamenti che sono stati approvati portano tutti la prima firma dei vari capigruppo in Commissione attività produttive e in Commissione finanze del Partito Democratico. Una scelta politica rispettabile, condivisibile o meno, di modificare questo testo. Quindi, è stato il Partito Democratico a scegliere di riaprire la discussione su questo testo e ora la domanda che, in maniera plurale, sta emergendo in questo momento è perché si è scelto di modificare alcune parti e su altre, invece, c'è questa preclusione alla discussione, al dibattito e al confronto vero e leale, al netto dei cinque minuti di intervento che i vari gruppi parlamentari fanno all'interno di quest'Aula.
ANDREA MARTELLA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Stavo per dare la parola al sottosegretario. Prego, deputato Martella. Ne ha facoltà.
ANDREA MARTELLA, . Grazie, signora Presidente. Svolgerò un breve intervento come relatore, così che il sottosegretario Gentile potrà fare una sintesi di questo scorcio del nostro dibattito sul provvedimento.
ANDREA MARTELLA, . Ebbene, vorrei dire che, se una lezione potremmo trarre da questa lunga vicenda, è che forse il disegno di legge annuale sulla concorrenza non è lo strumento più idoneo per produrre, in tempi certi, l'approvazione di tante norme e forse potremmo anche aggiungere che il disegno di legge annuale sulla concorrenza, in un Paese in cui le incrostazioni, i corporativismi e le sono ancora tanto forti, suscita tante aspettative, tante richieste e tante aspirazioni da vedere aumentare la complessità e l'ampiezza degli argomenti che nel disegno di legge vengono trattati. È inutile nasconderlo: è successo così nel corso di questi ultimi anni. È successo così nel dibattito alla Camera, con un ciclo enorme di audizioni, ed è successo così nel dibattito al Senato, peraltro in un frangente politico in cui la vicenda politica ed istituzionale si complicava per tante altre ragioni.
ANTONIO GENTILE,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO GENTILE,. Grazie. Signora Presidente, colleghi, questo argomento è stato trattato ampiamente nelle Commissioni X e VI della Camera e da parte mia vi sono state delle aperture ad una discussione molto seria e feconda che era già avvenuta nell'Aula della Camera e che si è conclusa il 12 luglio 2015. Anche allora si presero delle decisioni e si impegnò il Governo soprattutto ad aprire un tavolo su alcuni argomenti che interessavano le maxibollette. Peraltro, sono anche presidente del comitato dei consumatori e, quindi, dico che in effetti in quella data sono stati assunti alcuni impegni fra i quali quello di invitare l'Autorità per l'energia ad adottare strumenti per responsabilizzare i venditori e i distributori. Inoltre, vi era stato un altro impegno assunto dalla Camera che era quello di preparare un tavolo tecnico fra MISE e AEEGSI con l'obiettivo di adeguare il quadro normativo e regolatorio e di ridurre da cinque a due anni il massimo ritardo per i conguagli delle partite energetiche.
PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario. Le devo chiedere se lei ha inteso cambiare il parere, perché c'è stato un momento in cui ha detto le parole “si rimette all'Aula”.
ANTONIO GENTILE,. Le chiedo scusa. Rimango con il parere dei relatori. Se i relatori hanno dato parere contrario, però hanno richiesto…
PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario. Colleghi, ecco, avete capito da soli che durante i lavori, magari…
ANTONIO GENTILE,. Ribadisco il parere dei relatori. Se i relatori hanno dato un'indicazione contraria, anche se motivata, confermo il parere contrario del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente Sereni. Quando ho visto anche il sottosegretario Gentile prendere la parola, temevo che volesse anche lui sottoscrivere l'emendamento, ma, per fortuna, non è stato così; però voglio ringraziare comunque tutti i colleghi che hanno voluto sottoscriverlo e anche l'intervento generoso del collega Benamati e del relatore Martella. Ovviamente, come loro sanno bene, essendo non nuovi di quest'Aula, non avrei nessuna difficoltà a ritirare l'emendamento, ma c'è un fatto politico e di convergenza che non lascia più questo emendamento nella mia disponibilità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Solo due precisazioni, perché quanto è stato detto in Aula credo non possa corrispondere al vero, per il fatto che, innanzitutto, al relatore Martella faccio presente che il comma 79 è stato aggiunto al Senato, per cui la parte che oggi viene riscritta con questo emendamento del collega Baldelli è strettamente collegata a quel punto introdotto al Senato. Quindi, non stiamo andando a disciplinare un'altra materia, un altro argomento che non è oggetto del provvedimento sulla concorrenza, che deve essere approvato con estrema fretta ma dopo due anni e mezzo. No, stiamo parlando della stessa tematica regolamentata dal comma 79, per il quale noi oggi vi chiediamo di fare delle questioni precise e puntuali per evitare maxi bollette; quindi, non prendete quella come scusa, perché l'argomento è già inserito all'interno del provvedimento concorrenza, altrimenti sarebbe stato dichiarato irricevibile da quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie, signora Presidente. Noi Civici e Innovatori pensiamo che sia indispensabile approvare questo provvedimento il più rapidamente possibile nell'interesse dell'occupazione e della ripresa del Paese . Per questo voteremo “no” a questo emendamento, per non riaprire un altro fronte, quando il provvedimento sarà al Senato, pur condividendone il merito e invitando il Governo e la Commissione di merito a procedere il più velocemente possibile perché si dia conseguenza alle mozioni che tutti i capigruppo hanno approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Noi non forniamo un'adesione simbolica, forniamo un'adesione di fatto a questa proposta emendativa, ricordando che sarebbe interessante, Presidente - lo sappiamo che non si può fare, purtroppo -, proporre un altro voto segreto su questo emendamento, ne vedremmo sicuramente delle belle.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Su questo emendamento, se è possibile, vorrei l'attenzione dell'Aula perché è un fatto che riguarda, a mio avviso, un pasticcio che è stato combinato al Senato sul tema delle bonifiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Grazie, Presidente. Al di là dei toni accesi del collega Crippa, l'emendamento è condivisibile e, come ho avuto modo di dire sia al sottosegretario che ai relatori, la richiesta di tornare al testo che era uscito dalla Camera è assolutamente giustificata. Voglio essere molto chiaro: quando si parla di bonifiche bisogna evitare la retorica. È giusto non sottoporre a bonifica con dei criteri assurdi dei siti che non possono più avere l'utilizzo che potevano avere all'inizio. Il testo uscito dalla Camera era equilibrato da questo punto di vista. Cosa prevedeva il testo?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vignaroli. Ne ha facoltà.
STEFANO VIGNAROLI. Mi fa piacere che l'onorevole Realacci prenda atto di questo. Io capisco che il PD quando si tratta di petrolio perda un po' la ragione, ma qui abbiamo superato il limite. Chiaramente, il comma 118 è un po' un goffo tentativo che introduce una licenza di inquinare e va proprio anche contro la legge n. 68 sugli ecoreati.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola agli altri che me l'hanno chiesta, vorrei capire: la sua è una proposta formale, ovviamente, onorevole Crippa. Quindi, vorrei capire se c'è un'opinione da parte dei relatori sulla ipotesi di accantonamento; dopodiché, eventualmente, non fosse, dobbiamo fare un voto formale sull'accantonamento. Vedo che l'onorevole Martella sta discutendo, però non ha capito che cosa ho chiesto.
ANDREA MARTELLA, . Accantoniamo.
PRESIDENTE. Va bene, allora i colleghi, ovviamente, interverranno quando torneremo sull'argomento.
PIER LUIGI BERSANI. Signora Presidente, una cosa sui farmaci vorrei dirla, e la prendo un po' alla larga, ma non sarà un divagazione. C'è un piccolo gioiello di Achille Campanile, un racconto breve - si chiama -, nel quale l'autore immagina che in questa giornata assolata, con le città deserte, le statue scendano dal piedistallo e si mettano a camminare e a ragionare fra loro (Cavour, Garibaldi, Vittorio Emanuele e così via), con degli esiti surreali e anche esilaranti. Una di queste statue si muove da Piazza Donegani, a Milano, e, con in mano la sua epigrafe, dice: ma chi ero io? Chi ero io?
PIER LUIGI BERSANI. Nella nostra diatriba - e chiudo, un minuto - non c'è mai entrata la questione sanitaria, qui c'è una pura questione commerciale, cioè un'esclusiva commerciale, che è stata pagata a caro prezzo, come per i tassisti. Quindi, quel caro prezzo deve scaricarsi sui prezzi. Però, qui non stiamo parlando di tassì, stiamo parlando di medicinali. Quei contadini poveri di Agostino Bertani sono i pensionati di oggi. Noi dobbiamo lavorare perché i medicinali costino il 20-30 per cento in meno . Questo è l'obiettivo, se siamo della gente che non si inchina sempre alla corporazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Il tema del farmaco e dei canali della sua distribuzione non è nuovo in quest'Aula e nella discussione, nel confronto politico. Molto ci sarebbe da dire, in parte in condivisione, in parte a confutazione degli argomenti che sono stati addotti dal collega Bersani un attimo fa. Non voglio rivangare valutazioni diverse sul sistema, la metodologia, i criteri che impongono alle farmacie di svolgere ed espletare dei servizi che dovrebbero essere corrisposti dallo Stato e che vengano dallo Stato diramati all'esercizio gratuito da parte di attività private capillarmente diffuse sul territorio. E non voglio nemmeno rivangare la diversità e la disparità di controlli, di verifiche, di potestà di autonomia di esercizio da parte delle farmacie, rispetto alla potenziale distribuzione del farmaco tra un cavolfiore e un pannolino in una corsia di un supermercato. Né voglio ricordare al collega Bersani come, proprio nella contrattazione con le farmacie, si è ottenuta nel corso degli anni una sensibile diminuzione del prezzo del farmaco a tutto danno della redditività delle attività private.
PRESIDENTE. Deve concludere.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Concludo, Presidente. Non è giocando sullo zero virgola più o lo zero virgola meno di quota di sottoscrizione di capitale che si limita la potestà di governo del capitale sull'esercizio di un'attività imprenditoriale. Perché, di fronte a investimenti di diversi milioni di euro, basta che si consenta a un socio non professionista di entrare nella compagine, quello può anche entrare con l'1 per cento, ma se poi tutti i quattrini che servono li mette lui e vengono classificati come debito della farmacia nei confronti del socio di capitale, quello diventa in sostanza, comunque, il padrone delle ferriere e determina lo svolgimento e lo stravolgimento delle modalità del servizio, non necessariamente a beneficio dell'utente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Grazie, Presidente. Intanto, informo l'Aula che discuteremo nel mese di luglio altre due volte del tema delle farmacie, perché, non si sa perché, oltre all'articolo contenuto nel ddl concorrenza, su cui abbiamo già parlato, il Senato interviene sul tema delle farmacie sia nel cosiddetto pdl Lorenzin, che nella legge comunitaria. Quindi, avremo diverse occasioni per tornare sull'argomento. Mi permetto di notare che, forse, una norma omogenea in un unico provvedimento sarebbe meglio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Vorrei rispondere all'onorevole Lenzi attraverso la sua persona, signora Presidente, per quanto riguarda i risparmi, perché in realtà, con la liberalizzazione della fascia C, che più volte abbiamo chiesto in quest'Aula, i risparmi che sono stati calcolati per le famiglie italiane corrispondono a 500 milioni di euro, circa il 20 per cento, in considerazione del fatto che il totale degli acquisti per i farmaci di fascia C delle famiglie è di tre miliardi di euro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.
GIULIA GRILLO. Io ho ascoltato con attenzione purtroppo solo gli ultimi due interventi, perché ero impegnata a seguire altre discussioni che stiamo affrontando in questo momento in Commissione sanità, però non posso non intervenire perché, secondo me, sono state dette delle inesattezze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Il comma 159, se ho capito bene, sostanzialmente dice questo: lasciando l'oligopolio in materia di farmacie cerchiamo che non siano troppo ingordi. Qualcuno vuole entrare nelle farmacie con dei capitali, però non deve eccedere. Siamo sempre però nella logica in cui un numero ristretto di persone ha il monopolio delle farmacie in Italia. Ora ritengo che questo sia un privilegio ingiusto e che, ancora oggi, stiamo subendo le pressioni di una fortissima. Voglio ricordare che fu dichiarata incostituzionale una legge della regione Puglia che si limitava semplicemente a modificare il parametro tra abitanti e farmacie cioè la legge stabilisce un certo parametro. I comuni sotto 4.000 abitanti il mese estivo sono privi di farmacie perché devono andare nel Paese vicino in quanto il farmacista è in ferie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sannicandro.
ARCANGELO SANNICANDRO. Voglio dirlo perché non è che le ieri c'erano e oggi non ci sono. Però bisogna fare passi avanti. Qui siamo ancora nella logica della loro presenza massiccia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà. Anche lei ha un minuto.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Cercherò di essere rapidissimo allora. Credo che qui c'è un convitato di pietra che nessuno osa citare, scaricando il costo dei farmaci sulle farmacie e non sulla grande industria che è quella che muove tutto, che è quella che muove la legge dei vaccini, che è quella che muove anche il disegno di legge in esame, che è quella che ha mosso in passato la nascita delle sciagurate parafarmacie. Sembra quasi che il povero farmacista di montagna, che è il presidio in quei comuni dove ci sono quattrocento, seicento, mille abitanti e che riesce ad arrabattare a malapena il pranzo con la cena, sembra che sia lui a determinare i prezzi dei farmaci e non qualcosa che sta molto ma molto più in alto di lui tanto più in alto che neppure in questa sede qualcuno ha il coraggio di citare. Queste sono le scelte che Farmaindustria detta e che tutti accettano
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente. Mi corre l'obbligo di provare a ricordare come nasce questa porcheria governativa, in base alla quale, con il vecchio articolo 32 del primo testo del disegno di legge concorrenza, si sceglie di mettere mano, cancellando tutta la cultura del mondo farmaceutico e della figura del farmacista che avevamo visto, costruito e immaginato negli anni passati. Con il testo in esame si sceglie di spalancare le porte del mondo della distribuzione farmaceutica affinché si chiamino le società di capitali a intervenire nella titolarità dell'esercizio della farmacia privata. Un tempo c'era il famoso limite delle quattro licenze che ogni persona poteva avere per aprire le farmacie. Si è scelto di rimuovere anche quel limite. Guardate, care colleghe e cari colleghi, ve lo abbiamo detto due anni fa e continuiamo a dirvelo oggi: non è questa la concorrenza che serve al nostro Paese. Voi di fatto scegliete di mettere nelle mani di pochi, che non si sa bene a chi rispondono, tutto il sistema della distribuzione dei farmaci in questo Paese e vi assumete all'interno di quest'Aula, così come lo avete fatto due anni fa, la responsabilità di mille famiglie in questo Paese che hanno scelto, anche sulla scorta di scelte politiche passate, di avere una laurea in farmacia e di aprire una parafarmacia. Riconoscendogli comunque il diritto ai sacrifici di anni di studi, voi oggi qui con questi emendamenti decretate la chiusura di tutte le parafarmacie presenti all'interno di tutto il nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà, per un minuto.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Anche qui in un minuto cercherò di sintetizzare la posizione che è quella che ho ribadito poc'anzi. Qui non si fa un provvedimento per tutelare la sanità sul territorio, non si fa un provvedimento che ha una matrice sociale che è quella di calmierare i prezzi dei farmaci, ma si fa un provvedimento, volto a premiare le grandi industrie farmaceutiche che, una volta che avranno il monopolio della distribuzione, detteranno anche i numeri, i costi e i prezzi dei farmaci. E, allora, detteranno anche quelle regole che dovrebbe essere questo Parlamento a fare ma che si stanno demandando, invece, ad un monopolio oligarchico di grandi capitali, a discapito, invece, di chi quotidianamente nei piccoli centri fa un vero servizio encomiabile a tutela della sanità pubblica .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello sviluppo economico, la Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro per lo sport, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la Ministra per i rapporti con il Parlamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Segoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03117 per un minuto.
SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Le famiglie italiane si sono accorte sulla loro pelle che, nel corso del 2016, il prezzo dell'energia elettrica è schizzato alle stelle, principalmente a causa della gestione di alcune centrali elettriche pugliesi di proprietà di ENEL e Sorgenia. Tale gestione è costata agli italiani, complessivamente, circa un miliardo di euro, di cui il 94 per cento è imputabile proprio a queste due società produttrici, mentre il restante 6 per cento è a causa delle attività dei . Peccato che l'Autorità per l'energia abbia sanzionato solo i e non anche i produttori. Vogliamo, quindi, sapere cosa il Governo intenda fare per restituire agli italiani quanto ingiustamente incassato da ENEL e Sorgenia.
PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
CARLO CALENDA,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, per analizzare l'andamento dei costi del servizio di dispacciamento nel maggio 2016 il MISE ha chiesto all'Autorità e a Terna elementi informativi che hanno permesso di inquadrare i fenomeni sia sul fronte dei comportamenti opportunistici sia sul fronte delle trasformazioni in atto nell'ambito dei mercati dell'energia.
PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro Calenda, anche per il rispetto dei tempi.
SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, è stato lei stesso ad usare i termini comportamenti opportunistici e abusi di mercato: sono termini suoi. A noi non sembra che siano stati presi provvedimenti sufficienti, come abbiamo scritto nell'interrogazione e non ci sembra di vedere un risarcimento nei confronti delle famiglie italiane. Accogliamo con favore le sue parole e aspettiamo i prossimi sviluppi: sembra di intravedere delle aperture, però vogliamo valutare i fatti. Come forza politica, Alternativa Libera ha la massima priorità programmatica della difesa delle famiglie e dei cittadini da balzelli come questi, perché l'erogazione dei servizi è diventata, ahimè, un metodo per drenare soldi dai risparmi delle famiglie e farli finire in tasca a grossi gruppi di potere.
PRESIDENTE. L'onorevole Mucci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03118 per un minuto.
MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Nel lontano 23 dicembre 2013, con il provvedimento “Destinazione Italia” vengono stanziati 100 milioni di euro a fondo perduto per le nostre piccole e medie imprese, in particolare, per l'acquisto di e servizi per il miglioramento dell'efficienza aziendale, modernizzazione dell'organizzazione del lavoro, connettività a banda larga ed ultralarga, formazione e qualificazione del personale. Ministro Calenda, lei, anche solo dalla descrizione, potrà comprendere quanto è importante questa misura; una misura che vede ancora delle parti mancanti per una piena attuazione.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere.
CARLO CALENDA,. Grazie. Le difficoltà che finora hanno precluso l'entrata in operatività del per favorire la digitalizzazione delle PMI risiedono nelle tre diverse fonti di copertura finanziaria identificate dalla norma di legge. La stessa norma demandava ad un decreto interministeriale, da adottare successivamente all'approvazione da parte della Commissione europea del PON Imprese e competitività, la determinazione dell'ammontare dell'intervento nella misura massima di 100 milioni di euro.
PRESIDENTE. L'onorevole Mucci ha facoltà di replicare.
MARA MUCCI. Grazie, Ministro. Convengo anch'io sul fatto che questo tipo di misure a bando crea una lungaggine insopportabile per le imprese, ma ci tengo a segnalare che mi state dando la stessa risposta che mi avete dato lo scorso dicembre, perché io, anche a dicembre 2016, ho interrogato il Governo sullo stesso tema. Quindi, rifaccio brevemente l'iter, perché voi, nel dicembre 2016, mi avete detto giustamente che mancava la delibera CIPE, che oggi lei segnala ugualmente mancante, per la ripartizione dei fondi nelle regioni del centro-nord.
PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03119 per un minuto.
MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, il polo aeronautico, ma anche quello aerospaziale, in Campania è un'eccellenza, un'eccellenza che da decenni garantisce qualità e quantità di occupazione, anche e soprattutto, attraverso la presenza pubblica di Finmeccanica, Alenia, CIRA. Ciò nonostante, negli ultimi tempi, siamo in presenza di un processo preoccupante di dismissioni da parte di Finmeccanica di alcune aziende, con crisi aziendali che hanno determinato, negli ultimi tempi, centinaia e centinaia di operai costretti alla cassa integrazione a zero ore e, soprattutto, senza una valida e presumibilmente positiva possibilità per il futuro di ricreare condizioni ottimali, specificamente, per questo tipo di attività.
PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere.
CARLO CALENDA,. In merito al quesito dell'onorevole Taglialatela ed altri circa la società Atitech, tengo a precisare che, presso il Ministero dello sviluppo economico, è stato attivato il tavolo di confronto tra le parti che si è riunito il 7 e il 21 giugno scorsi. In queste occasioni è stata segnalata la situazione di estrema criticità industriale e finanziaria in cui versa l'azienda che, a fronte del periodo estivo, rischia di vedere ulteriormente aggravata la sua condizione, a causa del fisiologico calo stagionale delle attività. Ad oggi, le maggiori difficoltà dell'impresa sono legate alla scadenza oramai prossima degli ammortizzatori sociali e di alcuni importanti crediti che la società vanta verso Leonardo e Alitalia. In particolare Alitalia, sottoposta a procedura di amministrazione straordinaria, rappresenta ancora il principale, anche se non più l'esclusivo, committente di Atitech che risente, nella programmazione dell'attività e nell'attuazione del piano industriale, dell'incertezza della citata compagnia aerea.
PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, a me fa piacere, ovviamente, che il Governo abbia un tavolo, che il tavolo si stia riunendo, che sia chiara la situazione di difficoltà e di grave crisi economica, però, lei non mi ha risposto rispetto alla politica che il Governo vuole porre in essere attraverso Finmeccanica.
PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03115 per un minuto.
GIAN LUIGI GIGLI. Signora Ministro, l'accreditamento delle Scuole di specializzazione è una cosa molto importante ed attesa dal mondo accademico che le dà certamente il benvenuto e, tuttavia, in queste ore, il mondo accademico stesso è in fibrillazione, in fibrillazione perché l'iter di questa materia è stato così affrettato che, in pratica, l'immissione dei dati nella banca dati è limitata a dieci giorni, tra luglio e giugno, con in mezzo due fine settimana. Inoltre, alcuni dei dati non sono disponibili, semplicemente perché non vengono inseriti nelle banche dati, credo che nessuna azienda sanitaria sappia quante sono le esplorazioni rettali, piuttosto che le agocannule che vengono usate in quell'azienda, e perché ci sono alcune aziende sanitarie che, a seguito di processi di riorganizzazione, di fusione, non hanno una piena ancora integrazione dei loro database. Tutto questo rende impossibile che la procedura possa essere conclusa nei termini previsti. Chiedo che cosa intenda fare il Ministero.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, senatrice Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Presidente, onorevole Gigli, come è noto, in data 13 giugno, ho firmato, insieme alla Ministra Lorenzin, il decreto che ha definito gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formative ed assistenziali delle Scuole di specializzazione di area sanitaria. Ha preso così il via una riforma strutturale di queste Scuole; le nuove regole di accreditamento delle strutture utilizzabili per la formazione delle specializzande e degli specializzandi prevedono oggi parametri più rigorosi ed efficaci, come chiesto da tempo dal mondo universitario e dagli interlocutori coinvolti. L'Osservatorio nazionale per la formazione medica specialistica esprimerà il proprio parere sull'accreditamento delle Scuole se le reputerà adeguate agli standard, ai requisiti minimi di idoneità e agli indicatori di performance, insieme all'ANVUR si procederà ad una verifica della qualità scientifica dei docenti, mentre l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, l'AGENAS, valuterà le performances delle strutture.
PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare, per due minuti. Prego di rimanere nei tempi.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, signora Ministro, il lasso di tempo congruo, come lei ha dovuto ammettere, è di sei giorni: dieci giorni tolti due -, tant'è che adesso i rettori stessi le hanno chiesto una proroga. La proroga concessa mi sembra comunque del tutto insufficiente. La procedura di accreditamento non ha niente a che fare con il bando dell'anno prossimo. Per l'anno prossimo il bando poteva esser fatto sulla base dei vecchi criteri, e l'accreditamento procedere e slittare di un anno, dando tempo a tutto il sistema di adeguarsi. Abbiamo, per il problema dei requisiti dei docenti, un anticipo addirittura all'anno 2016-2017, che rende di fatto molte scuole già fuori legge in termini rapidissimi. Abbiamo la possibilità di immettere dei dati che, tuttavia, non possono essere documentati, perché mancano i dati stessi.
PRESIDENTE. L'onorevole Airaudo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03116 per un minuto.
GIORGIO AIRAUDO. Presidente, la dottoressa Barbara Dal Bello ha lavorato per quindici anni presso l'ateneo torinese, nel dipartimento di agraria; recentemente è stata lasciata a casa, per il suo stato di gravidanza. Ovviamente a lei è stato detto che veniva interrotto il suo rapporto di collaborazione, però quel dipartimento aveva a le sue competenze, e come lei ha fatto notare in una denuncia allo sportello precari della CGIL all'Università di Torino, le è stato detto: le cose cambiano. Noi pensiamo che la condizione in cui vivono molti precari nelle università italiane, per molti anni, con generosità e con competenza, richiederebbe un piano straordinario per la loro stabilizzazione. In ogni caso, pensiamo che la dottoressa Dal Bello avrebbe potuto trovare altre mansioni all'interno del dipartimento, e ci chiediamo che cosa lei - conoscendo la sua nota sensibilità su questi temi - intenda fare per risolvere questo caso e per preparare un piano di stabilizzazione per questi nostri precari.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere.
VALERIA FEDELI,. Grazie, Presidente. Onorevole Airaudo, posto che il caso da lei segnalato pone all'attenzione dell'istituzione il tema della tutela della maternità per le giovani ricercatrici, riguardo alla vicenda specifica posso assicurarle che sono in corso i dovuti e doverosi approfondimenti. Dalle prime informazioni ricevute dall'Università degli Studi di Torino, è emerso che, dopo l'acquisizione del titolo di dottore di ricerca nel febbraio del 2011, la dottoressa ha usufruito di due assegni di ricerca, fino al 2015, e in seguito di due borse di studio.
PRESIDENTE. Grazie, Ministra Fedeli. Lei ha esperienza d'Assemblea e sa che va bene allargare lo sguardo, ma i tempi vanno tenuti compressi. L'onorevole Airaudo ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIORGIO AIRAUDO. Presidente, Ministro, la risposta che lei ci ha dato lascia aperto il problema, penso però che, sia a livello di ateneo sia a livello delle competenze del suo Ministero, andrebbe trovata una risposta, perché il caso della dottoressa Dal Bello è un caso che ha del clamoroso. Lei poteva essere impiegata nell'ambito del dipartimento in altre attività che non contrastavano con lo sviluppo e l'evoluzione della sua gravidanza, visto che peraltro era una ricercatrice che era impegnata da oltre quindici anni, con continuità e varie tipologie di contratto. Credo che si debbano trovare tutte le soluzioni per dare una risposta, perché non credo che sia accettabile che in un'università italiana, una ricercatrice, perché donna e perché mette al mondo un figlio, debba in qualche modo essere penalizzata.
PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Guidesi n. 3-03114 di cui è cofirmatario.
STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, è notizia di questi giorni l'apertura da parte della Corte dei conti di un procedimento per presunto danno erariale contro il Comitato a sostegno della candidatura di Roma ai Giochi olimpici 2024. Vista la gravità di quanto sta accadendo, volevamo appunto chiedere al Ministro se non ritenga doveroso verificare quanto è stato pubblicato a mezzo stampa e, nelle fattispecie, su dove e per cosa siano stati spesi i soldi pubblici, nonché se non sia opportuno assumere degli elementi, per quanto di competenza del Ministro, in ordine alla regolarità delle procedure di affidamento di gara dirette e indirette.
PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport, Lotti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
LUCA LOTTI,. Grazie, Presidente. L'onorevole Guidesi e altri colleghi sottopongono alla mia attenzione la presunta apertura di un'indagine per danno erariale da parte della procura della Corte dei conti nei confronti dei membri del Comitato promotore di Roma 2024, presunta perché anche io ho letto i giornali come gli onorevoli interroganti.
PRESIDENTE. Deve concludere.
LUCA LOTTI,. Finisco, Presidente....ma risulta compatibile col fabbisogno mediamente necessario per intraprendere un'iniziativa di questo genere. Prima di concludere, mi preme però soffermarmi su un ultimo punto, e sarò velocissimo. L'interrogante ha fatto riferimento alla presunta apertura di un'indagine da parte della Corte dei conti nei confronti del Comitato promotore. Io non ne sono a conoscenza e non ho mai avuto notizia in merito, ma, se fosse vero, sarebbe comunque necessario attendere il naturale corso delle indagini, confidando nel lavoro dei magistrati.
LUCA LOTTI,. Finisco, mi scusi, Presidente, un ultimo minuto. In ogni caso, a prescindere dalla fondatezza dell'indiscrezione riportata dai colleghi, nella mia veste di Ministro dello Sport e soggetto istituzionalmente preposto ad esercitare la vigilanza sul Comitato olimpico nazionale, mi impegno ad approfondire la questione posta dal collega e a svolgere tutte le verifiche necessarie riguardo all'operato del Comitato promotore di Roma 2024.
PRESIDENTE. Ricordo che avete tre minuti per rispondere il Governo, e tre minuti complessivamente i deputati, sforando i quali, essendoci la diretta, rischiamo di penalizzare dei colleghi che sono in fondo alla lista di coloro che svolgono le interrogazioni. L'onorevole Borghesi ha facoltà di replicare.
STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Ministro, la sua è una risposta di circostanza, debole e insufficiente, che di sicuro non ci può vedere soddisfatti. A noi non interessa sapere l'iter che ha portato, poi, a queste scelte e le polemiche politiche che ne sono succedute. Ci sarebbe piaciuto sentire qui, oggi, e per quanto di sua competenza, un'affermazione circa la bontà delle procedure delle spese sotto esame. Il fatto che lei non abbia appreso dai giornali questa notizia o che l'abbia appresa solo ora riteniamo che, insomma, sia una circostanza assolutamente poco credibile. Ci sarebbe piaciuto sentire da lei un elenco di azioni da porre in essere nell'immediato per verificare la trasparenza effettiva di queste spese.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghesi, anche per il rispetto dei tempi previsti.
PRESIDENTE. L'onorevole Franco Bordo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03109 .
FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. I vertici del gruppo Ferrovie dello Stato, società pubblica chiamata a garantire il diritto alla mobilità ferroviaria, da qualche tempo stanno spostando il campo delle attività dalle reti ferroviarie ai mezzi di trasporto su gomma. Si tratta di operazioni che richiedono l'attivazione di strumenti finanziari a debito, nonostante i contributi pubblici che FS riceve dallo Stato. Sono scelte che, in un quadro in cui il diritto alla mobilità ferroviaria è già particolarmente precario, portano a subire un progressivo deterioramento di tale diritto. Per questo siamo a chiederle, signor Ministro, se i recenti orientamenti assunti dei vertici di Ferrovie dello Stato vengano ritenuti coerenti con gli obiettivi del Governo, in particolare con quelli da lei indicati con la cosiddetta “cura del ferro”, in materia di potenziamento del trasporto ferroviario per le persone e per le merci.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Bordo, per il problema che lei pone, che mi consente di chiarire alcuni aspetti. In primo luogo, certamente, gli indirizzi del Governo sono di potenziare tutto il trasporto pubblico locale, che si svolge anche su gomma e anche con le metropolitane, e quindi certamente l'indirizzo strategico che abbiamo dato a Ferrovie dello Stato è quello di contribuire allo sviluppo del trasporto pubblico, che è un diritto.
PRESIDENTE. L'onorevole Franco Bordo ha facoltà di replicare per due minuti.
FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. Grazie Ministro per la risposta. Sono insoddisfatto ed è anche una preoccupazione per quanto riguarda il tema della volontà da parte del Governo di andare verso un colosso della mobilità nel nostro Paese che, tuttavia, sarebbe anche un colosso con i piedi d'argilla. Perché lo dico? Perché dare oggi alle Ferrovie dello Stato la di occuparsi, non occasionalmente ma quasi in modo progressivo, del trasporto pubblico locale in tutte le città è una cosa, a mio avviso, piuttosto preoccupante, nel momento in cui abbiamo un'azienda statale che ancora soffre molto in termini di resa di servizio ai cittadini. Siamo, come lei ha ricordato, uno dei Paesi non certamente di punta a livello europeo per quanto riguarda i chilometri di rete, per quanto riguarda il numero di viaggiatori trasportati, per quanto riguarda le merci trasportate e questo è un altro settore su cui avremo una sfida importantissima: o la sappiamo cogliere in questi anni oppure perderemo - è il caso di dirlo - il treno dello sviluppo nel nostro Paese. Ritengo che sia necessario dare a Ferrovie dello Stato un politico di concentrarsi maggiormente su queste partite non perché il trasporto pubblico locale non sia importante ma o noi recuperiamo questi che ci tengono in posizione arretrate nello scenario europeo o non lo faremo mai, considerata anche la condizione ad esempio delle stazioni in Italia. Abbiamo tre quarti delle stazioni italiane che non sono accessibili non soltanto ai disabili ma alla persona che ha una difficoltà deambulatoria, anche non permanente, e su questo dobbiamo intervenire pesantemente
PRESIDENTE. L'onorevole Rabino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03110 .
MARIANO RABINO. Grazie Presidente. Signor Ministro, credo davvero di non dover ripercorre tutti i passaggi: è un tema notissimo quello dell'Asti-Cuneo, l'autostrada A33, dei lotti albesi dell'Asti-Cuneo rimasti incompiuti. Stiamo parlando di un'opera infrastrutturale che ha assunto i contorni e i caratteri quasi di un poema epico al punto da far diventare l'Odissea e l'Iliade filastrocche irrilevanti. Insomma, signor Ministro, le chiedo se siamo arrivati a un punto; se davvero corrisponda al vero che il Ministero ha raggiunto un accordo con le istituzioni europee e il concessionario; quale è dunque la soluzione progettuale individuata e soprattutto quando e come apriranno i cantieri.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie, onorevole Rabino. Siamo a conoscenza di questo dossier che peraltro non è l'unico dossier che attende risposta da più di trent'anni, come ho già detto. Riguardo a quanto vi avevo già espresso in quest'Aula, certamente abbiamo fatto passi avanti. Avevo detto che cercavamo di risolvere la questione entro la fine di giugno e siamo davvero a ridosso dell'impegno che ci eravamo presi con gli enti territoriali, con i sindaci, con la regione e abbiamo proseguito interlocuzioni molto serrate con gli uffici tecnici della Commissione europea. Si è pervenuti finalmente a un'intesa sull'iter da adottare: questa è la vera notizia. Tale intesa però deve essere ancora formalizzata dopo un mio incontro con il commissario Vestager. La soluzione, come avevo già annunciato, prevede la realizzazione del lotto 2.6 in soluzione esterna alla galleria prevista nel progetto originario e il finanziamento tramite l'operazione di con la società Satap A4 e quindi con possibilità di controllare il pedaggio in maniera adeguata senza grandi oneri per i cittadini. Ripeto che la soluzione va ancora ratificata ma questa è un'anticipazione che sicuramente possiamo dire di aver raggiunto un accordo tecnico. Confermo i 37 mesi previsti per la realizzazione dell'opera con l'avvio dei lavori e dello stralcio rimasto invariato rispetto al progetto originario, mentre i lavori del secondo stralcio all'aperto potrebbero essere auspicabilmente iniziati nel primo semestre del prossimo anno.
PRESIDENTE. L'onorevole Rabino ha facoltà di replicare.
MARIANO RABINO. Signor Ministro, la ringrazio. Come lei sa, seguiranno gli interventi anche dei colleghi Gribaudo e Taricco, perché, sul tema, davvero c'è sempre stata una mobilitazione larga di tutto il territorio e di tutte le istituzioni: la regione Piemonte con il Presidente Chiamparino, al Senato si è interessato spesso di questa vicenda il senatore Esposito e poi il presidente della provincia nonché sindaco di Cuneo Federico Borgna e il sindaco di Alba. Insomma tutti: operatori, imprese, sindacati imprenditoriali, forze economiche e sociali. Signor Ministro, naturalmente lei oggi ci dà una bella notizia. Mi verrebbe da dire: agli interroganti che seguiranno dica quando formalizzerà questa intesa tecnica con la commissaria europea Vestager e soprattutto, signor Ministro, ci consenta di rimanere, se mi consente la metafora, ancora un po' come San Tommaso. Noi abbiamo veramente bisogno di far partire quest'opera: le raccomandiamo la massima sollecitudine, la massima mobilitazione, la massima concretezza sul tema. È una notizia molto positiva che il territorio accoglie favorevolmente ma, come le dico, troppe volte in passato abbiamo avuto notizie di accordi che poi non si sono trasformati in concreta apertura di cantieri. Grazie comunque per il suo lavoro e il suo sforzo: nella visita a Cuneo dello scorso 6 marzo lei aveva promesso che, entro giugno, avrebbe portato notizie importanti e positive; grazie per il suo lavoro e avanti così.
PRESIDENTE. L'onorevole Gribaudo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03111 .
CHIARA GRIBAUDO. Presidente, Ministro, certamente non dobbiamo ricordare qui l'importanza di un'opera, l'autostrada A33, la cosiddetta Asti-Cuneo, opera fondamentale per la nostra provincia, la provincia di Cuneo, e naturalmente per tutto il nord-ovest del Paese. Il Partito Democratico in questa legislatura, in un lavoro corale e trasversale, come ricordava anche l'onorevole Rabino, insieme agli amministratori locali, alla regione Piemonte, alle categorie produttive tutte ha seriamente lavorato in questa direzione e la ringrazio per la disponibilità e la serietà con cui ha preso degli impegni il 6 marzo a Cuneo davanti alla nostra comunità. Oggi naturalmente noi siamo qui, alla fine del mese di giugno, proprio come lei ci aveva indicato, per chiederle riguardo a notizie che sono trapelate dai giornali locali e nazionali circa le novità: se effettivamente è stata raggiunta l'intesa e soprattutto le chiedo naturalmente un impegno preciso rispetto alla tempistica che è fondamentale per i cittadini del nostro territorio per far sì che si torni a riavere fiducia nelle istituzioni, naturalmente consapevoli che questa è un'eredità che viene dal passato, che lei stesso aveva definito una delle opere incompiute che abbiamo ereditato e che, con serietà, senza prendere in giro gli italiani, sicuramente lei, come noi, stiamo cercando di risolvere nel migliore dei modi possibili.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE. L'onorevole Taricco, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MINO TARICCO. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per le notizie che ci ha portato. Capisco il fatto che il Ministro volesse aspettare a dare, avendo un quadro più definito. Noi avevamo l'esigenza, entro la fine del mese, di poter rispondere alle questioni che il territorio ci poneva e che, giustamente, chiedevano di essere, in qualche misura, esaurite, ma mi permetto di fare solo due considerazioni. Lo ha già detto il Ministro: noi siamo davanti ad un'opera che è partita nel 1998, quindi, come dire, sono vent'anni che stiamo assistendo a movimenti, rinegoziazioni, riaccordi e via discorrendo, e vorremmo veramente che questa fosse la volta conclusiva in cui si mette la parola “fine” e si dà a un territorio un'opera che è il minimo collegamento indispensabile per permettere un'ordinaria possibilità di traffico e di vivibilità sul territorio. Mi permetto, in questo senso, qui, nel ringraziare della rassicurazione che ci è stata fornita, di dire che, dopo la chiusura dell'accordo con Bruxelles, sarà fondamentale l'accordo con la concessionaria, e qui c'è tutta la questione di quelle opere complementari, di cui tante volte abbiamo parlato, che sono fondamentali per garantire al territorio un minimo di agibilità.
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Prestigiacomo n. 3-03112 . Avverto che il quesito della presente interrogazione deve intendersi: “se intenda chiarire le ragioni per le quali non sia stato ancora pubblicato il decreto ministeriale 25 gennaio 2017, se non ritenga a questo punto opportuno ritirarlo definitivamente e, più in generale, quali iniziative intenda intraprendere per assicurare il regolare svolgimento dell'attività dell'Autorità portuale del Mar di Sicilia Orientale, garantendo l'insediamento del comitato di gestione.”, e non come stampato per un mero errore materiale.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Lei ha praticamente già illustrato il quesito, ma io, di mio, ripropongo al Ministro una domanda che già gli ho posto in quest'Aula qualche mese fa. Che fine ha fatto il decreto ministeriale del 25 gennaio 2017, con il quale lei, nell'ambito della riforma delle autorità portuali, nell'accorpamento tra i porti di Catania ed Augusta, stabiliva, contro ogni logica, la sede nel porto di Catania? Questo decreto, che lei ha annunciato e poi in quest'Aula confermato, dopo sei mesi, non risulta ancora pubblicato. Allora, ci dica chiaramente quali sono le sue intenzioni, se intende rivedere quella decisione, se ha deciso di ritirarlo, perché non può dirci, ancora una volta, che il decreto è in attesa di essere pubblicato. Capisce bene che sei mesi per la pubblicazione di un decreto ministeriale sono qualche cosa di incredibile. La seconda domanda è: cosa pensa di fare per sollecitare la formazione dei comitati di gestione, se c'è un termine entro il quale i comuni e le regioni nelle quali insistono i porti devono indicare i loro delegati e quali devono essere le caratteristiche di questi delegati, se possono autonominarsi i sindaci stessi o i presidenti di regione stessi.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie Presidente, grazie onorevole. In merito al decreto, non ho intenzione di ritirarlo, abbiamo intenzione di procedere; purtroppo, la pubblicazione non dipende da me. Abbiamo provveduto a richiedere la pubblicazione al Ministero della Giustizia-Servizio pubblicazione leggi e provvedimenti già il 16 febbraio, appunto; poi, di nuovo, con tre solleciti, di cui l'ultimo il 16 di aprile. Al momento questi solleciti non hanno avuto esito; abbiamo avviato una procedura parallela attraverso l'ufficio legislativo del MIT, che ha di nuovo attivato la procedura di pubblicazione e la ha confermato che verrà pubblicato il 7 di luglio.
PRESIDENTE. L'onorevole Prestigiacomo ha facoltà di replicare per due minuti.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Bene, ci dà una notizia, che il 7 di luglio leggeremo il decreto ministeriale di gennaio, finalmente pubblicato in così l'8 di luglio Assoporto potrà procedere al ricorso al TAR, e poi vedremo chi ha torto e chi ha ragione. Per quanto riguarda i comitati di gestione, Ministro, ci vorrebbe un termine entro il quale comuni e regioni debbono nominare i nuovi delegati, perché, se lei ritiene che questa riforma debba essere una spinta per rendere più efficienti le gestioni dei porti, non sono pensabili sei mesi per la pubblicazione di un decreto che fissa la sede, sei mesi per la designazione dei componenti. E, poi, mi permetta di dire che mi risulta che la presidente Serracchiani si sia autonominata.
PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03113 .
VINCENZO GAROFALO. Grazie. Signor Ministro, nel mese di giugno l'Istat ci ha comunicato, rivedendolo, un netto rialzo per la crescita del PIL del primo trimestre 2017, attestandosi a un più 1,2 per cento su base annua ed è il rialzo più alto da ben sette anni. Le stime anche della Banca d'Italia concordano su questo. E, allora, ci chiediamo: se questo rialzo, così interessante e soprattutto in crescita rispetto ai dati precedenti, ci fosse stato in corrispondenza a una maggiore spinta sugli investimenti in infrastrutture, noi avremmo potuto registrare un valore ancora maggiore della crescita del PIL, e su questo ovviamente immagino che lei abbia modo di anticiparci qualche azione che intende fare per poter rilanciare gli investimenti.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole, per questa interrogazione che consente di fare il punto. Intanto, diciamo che nel 2016 gli investimenti sono cresciuti in Italia - non sono calati - del 2,9 per cento, in modo superiore a quanto previsto nel DEF. Gli investimenti sono fatti di investimenti pubblici e di investimenti privati, così come classificati dall'Istat. Vorrei far notare che, tra gli investimenti pubblici, non sono inclusi gli investimenti di Ferrovie dello Stato, gli investimenti negli aeroporti, gli investimenti nei porti, cioè tutti i settori in cui gli investimenti stanno crescendo in maniera significativa, tant'è vero che, tra le opere che abbiamo aperto recentemente, vorrei ricordare opere aeroportuali imponenti come il C dell'aeroporto di Fiumicino. Quel tipo di investimenti, come lei sa, non è incluso negli investimenti pubblici, dove invece sono considerati solo gli investimenti dei comuni, degli enti locali e di ANAS, per esempio. E così vale nei porti: gli investimenti delle autorità portuali sono considerati investimenti pubblici, ma la gran parte degli investimenti avvengono, come lei sa, spesso dai terminalisti privati. Dunque, ci sono queste differenze. Tuttavia, a noi interessa che aumentino gli investimenti complessivamente per l'effetto positivo che hanno sul PIL.
PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà, per due minuti, di replicare.
VINCENZO GAROFALO. Grazie, signor Ministro. Ovviamente, non contesto le cifre che lei ha comunicato, perché non abbiamo assolutamente disconosciuto i numeri che riguardano la programmazione. In realtà, lei ha anche fatto riferimento, durante la sua risposta, al fatto che spesso queste programmazioni non si tramutano immediatamente in lavori. In parte questo avviene per delle gare. Non credo che le imprese preferiscano fare lavorare gli avvocati; preferiscono credo, invece, fare lavorare i lavoratori, gli impiegati e le loro maestranze.
PRESIDENTE. L'onorevole Dieni ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03120 . Chiedo, per cortesia, ai colleghi di rimanere in silenzio. Prego.
FEDERICA DIENI. Grazie, Presidente. Ministro, Villa San Giovanni sta diventando, in questi giorni, l'emblema stesso dell'abuso di una classe politica che piega le norme a suo vantaggio. Dopo le elezioni amministrative è stato eletto come sindaco Giovanni Siclari, storico esponente del centrodestra. Peccato che quest'individuo, secondo quanto previsto dalla “legge Severino”, fosse già stato sospeso dalla carica di assessore nel 2016, dopo la condanna in primo grado per abuso d'ufficio. Siclari, sfruttando le ambiguità della legge, si è candidato come sindaco, ha vinto le elezioni e, prima che il prefetto di Reggio gli notificasse nuovamente la sospensione, ha nominato come vicesindaco una sua sodale, in modo che potesse amministrare in sua vece.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, senatrice Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
ANNA FINOCCHIARO,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, io rispondo al quesito posto dagli onorevoli interroganti sulla base degli elementi che mi sono stati forniti dal Ministro dell'interno, che è impossibilitato a intervenire.
PRESIDENTE. L'onorevole Dieni ha facoltà di replicare, per due minuti.
FEDERICA DIENI. Sono insoddisfatta della risposta. Non vi è dubbio che la legge cosiddetta Severino abbia alcuni limiti, cioè che non preveda casi come quelli registrati a Villa San Giovanni. Immagino che si richiedesse la decenza, che la decenza dovesse impedire che qualcuno che fosse già sospeso o in condizioni tali da venire immediatamente sospeso come un condannato in primo grado per abuso d'ufficio, si candidasse a fare il sindaco.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Capelli, Causin, Dambruoso, Epifani, Ferranti, Ferrara, Fraccaro, Lorenzo Guerini, Guerra, Laforgia, Manciulli, Mannino, Marcon, Mazziotti Di Celso, Pes, Piccoli Nardelli, Realacci, Sanga, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le dimissioni del deputato Raffaele Calabrò.
RAFFAELE CALABRO'. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credetemi, non è facile trasmettervi in pochi minuti le emozioni, i sentimenti che provo nel lasciare quest'Aula. Sento, innanzitutto, il desiderio di ringraziare le persone che mi hanno voluto qui, cioè tutti quei miei elettori che mi hanno dato fiducia in questi anni, consentendomi di vivere un lungo percorso politico, prima come consigliere e assessore della regione Campania, fino a ricoprire l'incarico di senatore e, infine, di deputato. E a loro vorrei dire che, se è vero che lascio le istituzioni della politica, è anche vero che non intendo abbandonare Napoli, che è la mia città e che amo, e la Campania. Me ne occuperò in una veste nuova, me ne occuperò da semplice cittadino, ma con lo stesso impegno politico che mi ha accompagnato in questi 22 anni.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole, professor Calabrò.
PAOLA BINETTI. Sono felice di intervenire subito dopo l'onorevole Calabrò, ormai o magnifico rettore o comunque sempre professore; cessa la terminazione strettamente politica per recuperare sempre più la dimensione professionale. Intervengo subito dopo di lui semplicemente perché sono parte di uno dei gruppi più piccoli che ci sono in Parlamento, ma lo faccio in realtà con la gioia profonda di chi arriva a fare attività politica dopo tanti, tanti anni di lavoro professionale maturato nei campi più diversi. Questa è un po' la ricchezza di questo Parlamento di cui il professor Calabrò è uno degli esponenti forse più vivi, cioè arrivare in Parlamento con il sogno di poter risolvere attraverso l'impegno politico tutta quella serie di problemi con cui ci siamo misurati per tanti anni e nei confronti dei quali abbiamo trovato ostacoli, difficoltà incomprensioni, comunque anche mancanza di strumenti legislativi adatti per poterli affrontare. Essere in Parlamento con una competenza professionale e con una passione politica significa anche regalare all'opinione pubblica la dimensione di una politica che non può essere ridotta a mera logica di casta, ma che invece è vera e propria passione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzettto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente. Solo pochi secondi per dichiarare il voto contrario del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, devo confessare che sono rimasto sorpreso e turbato, alcuni giorni fa, dalla notizia comunicatami dal professor Calabrò stesso della sua intenzione di dimettersi dal mandato parlamentare. Calabrò è una persona di rara sensibilità, caratterizzata da squisiti tratti di umanità, estremamente corretta nelle sue relazioni. È un illustre cardiologo, capo di una scuola affermata, leader della cardiologia napoletana. È un cristiano impegnato in politica al servizio del bene comune, disinteressato in questa sua attività, lontano dalla politica come carriera e ancor più dalla politica intesa come arricchimento personale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI. Grazie signor Presidente, io credo che un momento come questo, anche se con grande dispiacere - è evidente che il mio gruppo parlamentare perde un valente deputato, acquisisce un valente rettore, un grande rettore ovviamente il Campus biomedico - ma un momento come questo serva a tutti noi e serva a tutti noi proprio nell'epoca storica in cui viviamo, dove si assiste alla massima distanza tra le istituzioni, la politica e i cittadini, al livello più basso di comprensione e di gradimento di quella che è l'istituzione Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Presidente, colleghi e collega onorevole Raffaele Calabrò, in questa legislatura quest'Aula ha avuto altre occasioni di votare dimissioni di colleghi, a volte per conseguenza di scelte difficili o di esperienze che esprimevano profonda delusione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà, per un minuto. Invito, intanto, i colleghi a prendere posto, per cortesia.
ALESSANDRO PAGANO. È più che sufficiente, Presidente, è solo per portare la mia testimonianza personale di un'amicizia che dura da ventuno anni. Eravamo tutti e due assessori regionali alla sanità e ci incontravamo in Conferenza Stato-regioni e conducevamo assieme battaglie, che poi sono rimaste le stesse in questi ventuno anni: la sacralità della vita, che va difesa sempre e comunque; la libertà di educazione senz'altro; una medicina e una visione della salute antropologica. Sono tutti aspetti che, ovviamente, ci hanno caratterizzato e hanno caratterizzato in maniera magistrale anche l'operato del professor Raffaele Calabrò.
PRESIDENTE. Hanno fatto richiesta altri due gruppi di intervenire. Voi sapete che di solito le discussioni e le dichiarazioni le facciamo in ordine crescente. Facciamo eccezione, però contenendo gli interventi a due-tre minuti al massimo, così come ho fatto per l'onorevole Pagano. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Grazie, Presidente. A nome del MoVimento 5 Stelle vorrei spiegare le ragioni del nostro voto e vorrei anche in quest'Aula – che appunto rappresenta il popolo italiano e permette di parlare al popolo italiano - raccontare quel che avverrà molto probabilmente nelle prossime ore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Raffaele Calabrò è un medico eccellente, un luminare della scienza medica. Per me e per noi di Forza Italia è un amico, un amico sincero, un amico capace, un amico che ha interpretato ruoli importanti con la nostra squadra, una persona perbene, una di quelle migliori esperienze, come si dice, della società civile, capace di interpretare al meglio le istituzioni e le sensibilità istituzionali in varie occasioni e in vari luoghi. Non mi tocca qui apprezzare l'uomo, né testimoniare ulteriore amicizia alla persona, al professionista, al politico. Per me è anche tutto più difficile, perché Raffaele per me è collega tre volte: è collega medico, è collega medico del Monaldi, è collega parlamentare più volte. E, devo dire, non stiamo qui a ragionare e a disquisire di chi subentra: qui ragioniamo di Raffaele, che si incammina per una nuova, importante e prestigiosa, e io dico sicuramente utile, esperienza, utile per quei tanti ragazzi, per quelle tante ragazze, che si potranno illuminare, si potranno formare con la scienza, con l'esperienza, con la competenza e, soprattutto, davvero consentitemi, con la sensibilità dell'amico Raffaele Calabrò. Per questo motivo, il gruppo di Forza Italia voterà a favore .
MAURIZIO LUPI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI. Signor Presidente, un richiamo al Regolamento molto importante, perché il Regolamento della Camera chiarisce in maniera inequivocabile che ogni singolo parlamentare deve avere chiaro l'oggetto per cui si sta votando. Dall'intervento del collega del MoVimento 5 Stelle risulta che non è assolutamente chiaro l'oggetto e il motivo per cui si sta votando, e, allora, credo lo si debba ribadire: non si votano le dimissioni dell'onorevole Calabrò perché si è stancato di fare il parlamentare, anzi, lo ha fatto molto bene ; non si votano le dimissioni dell'onorevole Calabrò perché non ha niente da fare, ma perché l'onorevole Calabrò è stato chiamato ad assumere un incarico prestigioso, cioè, quella di rettore di una delle eccellenze più importanti del nostro Paese, carica che è incompatibile con la carica di parlamentare, proprio nel rispetto delle leggi. È evidente che a qualche altro deputato mai sarà chiesto di fare il rettore .
PRESIDENTE. La ringrazio. Onorevole Lupi, mi perdoni, al di là delle ragioni, la Presidenza ha facoltà di chiarire il significato del voto e lo fa adesso che indice la votazione segreta mediante procedimento elettronico sull'accettazione delle dimissioni del deputato Raffaele Calabrò, e questa è la motivazione. Poi, tutto il resto resta agli atti, sia nelle motivazioni che l'onorevole Di Battista legittimamente ha facoltà di esprimere sia nell'esplicitazione di quello che sarà l'impegno prossimo venturo del collega Calabrò.
ROBERTO FICO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO FICO. Grazie, Presidente. Siccome l'onorevole Lupi ha detto che noi non conoscevamo l'oggetto del dibattito che si sta svolgendo in questo momento in Aula, invece lo conosciamo benissimo, ma il dibattito è soggetto sempre ad interpretazione. La nostra interpretazione è che, se un deputato della Repubblica italiana vuole andare ad un altro incarico, può andare, ma per noi si è stancato, magari, di fare il deputato della Camera dei deputati della Repubblica, perché anche questo è un incarico prestigioso, che il popolo italiano gli ha attribuito e non un consiglio, magari, di facoltà, che è molto diverso. Allora, nella vita ognuno prende le proprie scelte, vanno rispettate, perché in quel momento…
PRESIDENTE. Presidente Fico, la ringrazio.
ROBERTO FICO. …può essere anche un tradimento del mandato elettorale, giusto? Quindi, per me e per noi si è stancato, si è stancato e va ad altro incarico …
PRESIDENTE. Presidente Fico, la ringrazio. C'è poco di richiamo al Regolamento, almeno quanto poco c'era nell'intervento del presidente Lupi, però, insomma, è chiara la motivazione per cui ciascuno vota come vota.
PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito dell'accettazione delle dimissioni dal mandato parlamentare del deputato Raffaele Calabrò, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato - ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati - che il candidato che, nell'ordine progressivo della lista n. 7 - Il Popolo della Libertà nella XIX Circoscrizione Campania 1, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Amedeo Laboccetta.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 3012-C: Legge annuale per il mercato e la concorrenza.
PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice come intenda procedere in ordine all'esame del provvedimento, cioè da dove partiamo.
SILVIA FREGOLENT, . Continuiamo con gli emendamenti e poi l'accantonato lo facciamo per ultimo.
PRESIDENTE. Quindi, ripartiamo dall'emendamento 1.82 Lorefice, su cui c'è il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
MARISA NICCHI. Presidente, volevo riportare all'Aula le motivazioni per cui voteremo, abbiamo già cominciato a votare, e continueremo a votare a favore degli emendamenti che vogliono cancellare, sopprimere i due commi 176 e 177: due ciliegine introdotte nell'esame del Senato che aggiungono alcuni punti critici a quelli già evidenziati durante la discussione di questi giorni, e che consiglierebbero un confronto con la maggioranza per modificare il testo, visto che la maggioranza stessa ha introdotto delle novità in questo provvedimento che riapriranno l'esame al Senato.
MARISA NICCHI. …ma per valorizzarne l'universalità, come bene universale. Ecco, per questo motivo noi siamo per la soppressione di questi due commi, e auguriamo che negli esami successivi e al Senato questi due commi vengano cancellati .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MICHELE DELL'ORCO. Grazie. Questo emendamento va a intervenire sulla materia taxi-NCC. A febbraio, la maggioranza nel “mille proroghe” aveva fatto quel casino totale con l' “emendamento Lanzillotta”, dove praticamente creava un totale disordine che ha poi provocato lo sciopero dei tassisti che ha bloccato le città. Il Governo aveva promesso, a partire da Delrio e dal Viceministro Nencini, che entro un mese avrebbero risolto la situazione dei taxi e dei NCC con un decreto apposito che avrebbe riordinato la materia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente. Intervengo questa volta, anche sul precedente, per specificare la motivazione per cui abbiamo votato contro l'emendamento: non tanto per antipatia o simpatia del collega Dell'Orco del MoVimento 5 Stelle, ma perché riteniamo che la norma, soprattutto il comma 180, non debba veder la luce futura. Eravamo contrari e siamo contrari al comma 180, al poter aver maggior tempo, in modo tale che il prossimo Governo (che non sarà sicuramente formato dal centrosinistra) abbia la possibilità eventualmente di correggere questa stortura, questo obbrobrio del comma 180. La questione non è tanto sul cercare di risolvere l'annoso problema, decennale penso, fra NCC e taxi, ma soprattutto è la questione Uber. Il Governo con un colpo di mano, al Senato, ha voluto introdurre forzatamente l'emendamento Lanzillotta (con il voto di fiducia, perché si ritiene che non sarebbe passato con un voto d'Aula normale, tradizionale) che dà la possibilità a un sistema illegale di inserirsi in un sistema concorrenziale.
PRESIDENTE. Intanto, doverosamente, informo l'Assemblea che il relatore di minoranza ci ha comunicato che il parere non è più contrario, ma si rimette all'Aula.
IVAN CATALANO. Grazie Presidente. La lettera che il collega vuole rimuovere con l'emendamento è forse l'unica cosa che di innovativo c'è in questa in questa delega al Governo per la riforma del servizio, perché va ad adeguare una norma vecchia del 1992, quando ancora non c'era nemmeno il telefono cellulare, a quelle che sono le nuove tecnologie a disposizione per espletare il servizio sia di noleggio con conducente, ma anche di taxi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie Presidente, in realtà il Governo e questa maggioranza non soltanto non hanno colto l'occasione di riordinare la materia per quanto riguarda la lotta all'abusivismo e quindi in generale anche il riordino della materia in senso più lato, che riguarda i taxi e gli NCC.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scuvera. Ne ha facoltà.
CHIARA SCUVERA. Presidente, noi siamo contrari a questo emendamento perché riteniamo che sia necessaria una normativa più attuale per il settore, questo è il senso della delega. All'onorevole Allasia diciamo che i processi vanno governati, non possono essere ignorati, c'è bisogno di regolazione sulla innovazione: è quello che noi facciamo con nella legge sulla che stiamo già esaminando in Commissione, quello che stiamo facendo sull'e cioè sull'economia della condivisione, che riguarda diversi settori e che riguarda anche questo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MICHELE DELL'ORCO. Grazie, con questo emendamento andiamo a intervenire sul tema appunto nuove tecnologie, di cui stavamo parlando, in particolare sul . E di cosa parliamo? In Commissione trasporti è incardinata una proposta di legge a mia prima, firma del MoVimento 5 Stelle, che parla appunto del . Sono già stati votati i primi due articoli (sono quattro in tutto) e nei primi due articoli c'è appunto la definizione di che trovate in questo emendamento, votata all'unanimità da tutti i partiti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà.
IVAN CATALANO. Grazie Presidente. L'emendamento Dell'Orco sul però, ha un problema, perché prevede che si inserisca nella delega di modifica della legge n. 21 del 1992. Come ben sappiamo, il non è un servizio pubblico non di linea e inserirlo all'interno di una legge che tratta un argomento del tutto diverso appare quantomeno fuori luogo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie Presidente. Intervengo perché il tema è molto sensibile e devo ribadire alcuni concetti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente. Non sono intervenuto precedentemente per fatto personale, ma è giusto per inciso. Intanto, come abbiamo visto, ci sono altre questioni in merito al comma 180, in cui dichiaro il parere favorevole, anzi non tanto il parere favorevole, ma il voto favorevole da parte del mio gruppo sull'emendamento 1.95 Dell'Orco, per cui appoggiamo la richiesta del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.
MARA MUCCI. Grazie Presidente. Evidentemente non siamo stati chiari, perché voteremo contro quest'emendamento, in quanto si vuole andare a definire che cos'è il - poi bisogna vedere anche come viene definito, ma questo è un discorso a parte - e lo si vuole definire all'interno della legge delega, che modifica la legge n. 21 del 1992, che parla di trasporto pubblico non di linea. Evidentemente, invece, ilnon è un trasporto pubblico non di linea. Andando a modificare una legge che parla di quello, è del tutto evidente che si sta legiferando in modo sbagliato e come non si dovrebbe.
PRESIDENTE. Comunico che il MoVimento 5 Stelle ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame e che la Presidenza concede, essendone stata fatta richiesta, un terzo aggiuntivo dei tempi.
DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Quest'emendamento si riferisce alle tariffe di noleggio auto. Sarà, credo, capitato un po' a diversi colleghi di dovere andare a noleggiare l'auto e scontrarsi contro prezzi bassi di noleggio e costi altissimi legati a dispositivi di sicurezza aggiuntivi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANDREA MARTELLA, Grazie, Presidente. Vorrei proporre una riformulazione dell'emendamento 1.57 Crippa: al comma 118, secondo periodo, sostituire le parole “e alla bonifica del sito in caso di accertata contaminazione” con le seguenti: “e, in ogni caso, alla bonifica del sito in caso di accertata contaminazione”.
ANTONIO GENTILE,. Signor Presidente, questo argomento è stato un po' malamente interpretato, però, poiché la questione riguarda una parte essenziale della parte ambientale del DDL concorrenza, l'intenzione del Governo - lo voglio solo precisare - è quella di garantire che la bonifica venga effettuata nel momento in cui viene constatata l'esistenza di una contaminazione, e quindi riteniamo che l'emendamento non introduca un cambiamento sostanziale, ma possa essere utile a chiarire ulteriormente il testo. Per queste ragioni, accettiamo con favore la proposizione del relatore insieme a quella proposta dall'onorevole Crippa.
PRESIDENTE. Onorevole Crippa?
DAVIDE CRIPPA, . Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, anche se, secondo noi, sarebbe stato meglio ricondursi al testo, però comprendo che sia difficile poi andare a spiegare al Senato che quello che avevano scritto loro era completamente sbagliato e da intendersi in un altro modo; però, evidentemente, il tema che noi avevamo sollevato e su cui ringrazio anche i colleghi che poi sono intervenuti, anche di altri gruppi politici, è cercare di evitare quello che, in realtà, ancora noi siamo convinti si rischiava di andare a fare, cioè di legare le bonifiche solo al caso di riutilizzo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI. Grazie, Presidente. Allora, premesso che nessuno vuole mettere in discussione il principio per cui, se c'è un terreno inquinato, è necessaria la sua bonifica, premesso questo, questo è uno di quei casi in cui il meglio è nemico del bene, perché quello che si va a modificare, stabilito con il voto di fiducia al Senato, frutto di un lavoro di approfondimento e di confronto tra gli operatori del settore petrolifero con il Mise, con il Ministero dell'ambiente, era la possibilità di avviare un processo di chiusura di almeno 5 mila impianti; cosa che, invece, rimodificando il testo, sarà vanificata. Cosa succede, allora? Che, se non si cambiasse il testo, si andrebbero a chiudere almeno 5 mila impianti, ammodernando la rete, per il beneficio degli operatori e dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BENAMATI. Allora, Presidente, noi abbiamo ascoltato il parere dei relatori, la proposta dei relatori, il parere del Governo su questo emendamento. Desidero dare atto, innanzitutto, al Governo, dando parere favorevole alla riformulazione dei relatori, di avere fatto chiarezza su un possibile equivoco: noi riteniamo che la norma, così come formulata, portava già, ai sensi anche del decreto ministeriale del 12 febbraio 2015, n. 31, delle attenzioni alle situazioni di inquinamento, dando, ovviamente, delle possibilità di successiva rimozione, nel caso delle pompe di benzina dismesse, delle parti interrate, ove queste non costituissero problemi, però questa riformulazione rafforza quella che era, dalle parole del signor sottosegretario, già l'intenzione del Governo, cioè di chiarire che, in presenza di una accertata e conclamata contaminazione, si dovesse, poi, provvedere naturalmente alla bonifica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, poche cose perché l'ultimo intervento del collega Benamati credo che abbia ben chiarito la posizione del Partito Democratico. Noi abbiamo fatto - lo voglio ricordare - una battaglia non facile per approvare la legge sugli eco-reati. Nella legge sugli eco-reati c'è un articolo sulla omessa bonifica che riteniamo un articolo assolutamente importante. A nostro avviso, il testo che era uscito - non il primo, ma il testo uscito dalla Camera - era un testo ben fatto e le modifiche che hanno fatto al Senato introducevano delle ambiguità e poiché su questo fronte siamo stati molto chiari, approvando una legge che era 21 anni che aspettava di essere approvata, riteniamo che qualsiasi tipo o dubbio interpretativo a questo proposito debba essere assolutamente sgomberato. Quindi, accettiamo questa formulazione, come è stato detto ovviamente dal collega Benamati, e pensiamo che con questa aggiunta si sia sgombrato il campo che il principio di “chi inquina paga” deve essere applicato, perché questo significa bonificare quando il sito è inquinato. Ricordo anche che, nelle realtà dove queste situazioni di bonifica delle aree, che hanno i distributori, sono state iniziate ad essere attivate queste stanno funzionando benissimo con l'attuale normativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà. Se ci fossero altri intenzionati ad intervenire, prego di comunicarcelo magari un po' prima. Lo dico per quelli che dovessero venire; lo dico per i posteri, diciamo. Prego.
ADRIANA GALGANO. Presidente, come abbiamo già dichiarato più volte per noi Civici e Innovatori era assolutamente indispensabile che il provvedimento venisse approvato alla Camera e siamo contrari ad aprire ulteriori fronti al Senato che potrebbero portare a ulteriori modifiche e a un ritorno del provvedimento alla Camera, come potrebbe succedere in questo caso. Segnalo che ci sono in discussione alla Camera altri provvedimenti dove possiamo risolvere questa questione, anche tenendo conto di quello che ci ha segnalato l'onorevole Squeri e, quindi, per questa questione che sicuramente merita di approfondimenti. Per questo motivo noi, fedeli alla linea che abbiamo tenuto sin dall'inizio, votiamo “no” su questo emendamento .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Presidente, apprendiamo delle agenzie di stampa non solo degli sbarchi intensificati in queste ore e in questi giorni, ma di 24 navi, in gran parte gestite da ONG, che hanno attraccato o stanno per attraccare in porti italiani, con un carico di disperati, di immigrati, salvati in acque territoriali o fuori delle acque territoriali libiche nei giorni scorsi. Apprendiamo altresì dalle agenzie di stampa che il Ministro Minniti ha sospeso un suo viaggio negli Stati Uniti, probabilmente per accompagnare il Presidente della Repubblica, ed è tornato in Italia. Bene! Pare proprio per gestire questa emergenza. Noi abbiamo chiesto il blocco dei porti, e cioè che i nostri porti non siano più aperti a queste navi delle ONG che non battono bandiera italiana, e che quindi non siano della nostra Guardia costiera.
RENATO BRUNETTA. Siamo in uno stato di emergenza: pertanto, se un Ministro non sente l'esigenza di venire in Parlamento, glielo chiediamo noi. Ma penso che il Ministro Minniti sentirà immediatamente questa esigenza, e verrà immediatamente in Parlamento a riferire su questo stato di cose .
PRESIDENTE. Presidente Brunetta, la Presidenza prende atto della richiesta di informativa urgente, e ne sarà tramite presso il Governo.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, volevo associarmi alla richiesta del presidente di gruppo di Forza Italia, ritenendo che l'informativa sia indispensabile, ma ancora più indispensabili siano gli interventi. Noi ci auguriamo che l'informativa sia foriera di notizie su interventi che tardano ad arrivare, e che Fratelli d'Italia auspica immediati.
MARCO RONDINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa? Per associarsi anche il collega Rondini? Ne ha facoltà. La prego di farlo con estrema sintesi.
MARCO RONDINI. Sì, molto sinteticamente. Ci associamo alla richiesta avanzata dall'onorevole Brunetta, e facciamo presente però che noi abbiamo chiesto il blocco navale già tre anni fa. Oggi ci fa piacere che anche Forza Italia venga dietro questa nostra richiesta; e naturalmente sottolineiamo che riteniamo che il Ministro Minniti sia totalmente inadeguato ad affrontare questa situazione.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole.
MARCO RONDINI. Al di là delle roboanti frasi che sono rimbalzate agli onori della cronaca quando è stato investito della carica, naturalmente a quello poco o nulla ha fatto seguito .
PRESIDENTE. La Presidenza ha già comunicato che si farà parte diligente nella comunicazione con il Governo.
MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Raccomando anche a lei, se è sullo stesso argomento, la stessa brevità.
MANLIO DI STEFANO. Presidente, qui la questione è molto semplice: tutto quello che sta avvenendo in queste ore è fuori da ogni logica e da ogni schema possibile. Tendenzialmente sappiamo già che c'è poco da farci venire a raccontare dal Ministro Minniti, perché le soluzioni al fenomeno migratorio andrebbero cercate in altri modi e in altre forme, al Consiglio europeo specialmente. Detto ciò, avere un aggiornamento del Ministro è sicuramente utile e importante: primo, perché bisogna preservare la vita delle persone che sono su queste imbarcazioni, che devono comunque accedere ad un soccorso in un porto sicuro; secondo, perché è giusto che l'Unione europea si renda conto, anche grazie a questo blocco che sta avvenendo, del dramma che si è creato e dell'ingestibilità del fenomeno. Quindi, se Minniti magari ha voglia di venirci a raccontare qual è la sua soluzione, ci fa un favore .
PRESIDENTE. Quindi anche il MoVimento 5 Stelle si associa, perfetto.
ANDREA MAESTRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su che cosa?
ANDREA MAESTRI. Sul medesimo argomento, Presidente: credo che sia utile sentire una voce dissonante.
PRESIDENTE. Sì, però, attenzione, collega Maestri…
ANDREA MAESTRI. Sì, non è un dibattito, però credo di poter dire la mia.
PRESIDENTE. Mi permetta, semplicemente: questa è una richiesta di informativa urgente. Se lei ha una richiesta di informativa urgente, bene; però non è che c'è un dibattito sulla richiesta di informativa urgente. Ci si può associare, se lei crede, oppure partecipare al dibattito durante l'informativa urgente.
ANDREA MAESTRI. Semplicemente per dissociarci dalla richiesta di informativa urgente,…
PRESIDENTE. Sì, ma questo non è un istituto previsto, la dissociazione.
ANDREA MAESTRI. …e per sottolineare che il diritto del mare e la Convenzione di Montego Bay vietano i blocchi navali, quindi bisognerebbe sapere almeno di cosa si parla .
PRESIDENTE. L'onorevole Gallinella ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.
FILIPPO GALLINELLA. Presidente, velocemente illustrerò l'ordine del giorno n. 9/3012-C/21, perché si parla del ovvero di un regolamento che purtroppo non è mai… La modifica di tale regolamento, a tutela dell'origine delle produzioni, non è mai entrato in vigore a Bruxelles, perché ci sono 15 Stati membri, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Belgio, Ungheria, Austria, Svezia, Slovacchia, Irlanda, Finlandia, Lituania, Danimarca, Estonia e Lussemburgo, che hanno detto di no; mentre gli altri Stati membri, 13, tra cui Italia, Francia, Spagna, Polonia, Romania, Grecia, Portogallo, Bulgaria, Croazia, Cipro, Lettonia, Slovenia e Malta, dicono sì. Ora, è chiaro che in queste condizioni, per come funzionano le votazioni, questa modifica del regolamento sul non avverrà mai. Per questo noi abbiamo pensato ad un altro istituto, che è la cooperazione rafforzata; anche perché, come si legge dalla Dichiarazione di Roma, c'è l'impegno dei Governi a fare di più per chi vuole fare di più.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
ANTONIO GENTILE,. Ordine del giorno Vignali n. 9/3012-C/1, parere favorevole. Ordine del giorno Tripiedi n. 9/3012-C/2, parere contrario: la previsione in esso contenuta appare eccessivamente…
PRESIDENTE. No, no, per cortesia, sottosegretario: se cominciamo a dare anche le motivazioni… Capisco tutto, però poi facciamo veramente notte.
ANTONIO GENTILE,. Ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/3012-C/3, parere contrario. Ordine del giorno Rizzetto n. 9/3012-C/4, parere favorevole. Ordine del giorno L'Abbate n. 9/3012-C/5, parere contrario. Ordine del giorno Abrignani n. 9/3012-C/6, parere favorevole con una riformulazione: “a valutare l'opportunità”.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3012-C/40 Quaranta corrisponde anche con il firmatario, questa è una circostanza che saluterei con un applauso in altri momenti .
ANTONIO GENTILE,. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3012-C/40 Quaranta, mentre è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3012-C/41 Ricciatti con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3012-C/1 Vignali.
DAVIDE TRIPIEDI. Grazie, Presidente. Mi scusi se non ho fatto in tempo ad alzare la mano immediatamente, ma volevo avere l'opportunità di illustrare questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Può fare la dichiarazione di voto, perché la fase d'illustrazione è tecnicamente superata.
DAVIDE TRIPIEDI. Allora, io volevo spiegare cosa vuole fare questo ordine del giorno. Vuole evitare che certe aziende che usufruiscono di finanziamento pubblico delocalizzino all'estero come è successo per il caso della K-Flex. Noi abbiamo visto che il Ministro Calenda ha fatto promesse, lo stesso Rampi del Partito Democratico si fa vedere insieme ai lavoratori, poi non abbiamo un risultato concreto, perché l'azienda ha voluto delocalizzare lo stesso nonostante l'impegno di quasi tutto il Parlamento nel cercare il modo migliore per evitare questa delocalizzazione. Oggi non dico che con un ordine del giorno si risolve la questione, ma quanto meno abbiamo un atto di indirizzo. L'atto di indirizzo del Partito democratico qual è? È quello che se un'azienda riceve un finanziamento pubblico può benissimo delocalizzare. Ecco qual è la faccia del Partito Democratico. Innanzi alle promesse che avete fatto ai lavoratori della K-Flex oggi non volete neanche accettare un ordine del giorno che vuole salvaguardare i futuri lavoratori che si troveranno in una situazione del genere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia a questo ordine del giorno, perché ne condividiamo pienamente lo spirito, tant'è che in diversi provvedimenti ci siamo impegnati nel voler richiedere quantomeno che le aziende, le multinazionali, che hanno ricevuto danaro pubblico in Italia, se decidono di delocalizzare, di mandare a casa spesso e volentieri i nostri italiani o comunque residenti in Italia, dipendenti, restituiscano quello che hanno ricevuto dal popolo e dal Governo italiano. Per cui, siccome lo spirito è identico, votiamo volentieri a favore di questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampi. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAMPI. Per tranquillizzare il collega Tripiedi, con cui tra l'altro spesso condividiamo anche delle battaglie: io sono andato molto spesso dai lavoratori, alcune situazioni le abbiamo risolte altre no. Io promesse non ne faccio mai, ci sono sempre andato prima che ci andassero le televisioni, a differenza di altri, senza le telecamere, a differenza di altri. Ci sono andato per stare vicino ai lavoratori, per capire i loro problemi, per provare a risolverli. Il Ministro Calenda ha fatto un atto interno al Ministero molto serio che dà delle istruzioni precise esattamente sul tema delle delocalizzazioni e che francamente è un atto pubblico di cui mi sono fatto carico e che ho fatto avere ai lavoratori e che è molto più significativo e molto più impegnativo di un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.
GIORGIO AIRAUDO. Grazie Presidente, per dire che noi voteremo questo ordine del giorno e lo votiamo perché quelli che andrebbero tranquillizzati sono i lavoratori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tinagli. Ne ha facoltà.
IRENE TINAGLI. Grazie Presidente, solo per ricordare al collega Tripiedi - su questo tema ci siamo occupati in Commissione - che in realtà esiste già una norma che prevede la restituzione di finanziamenti in casi analoghi e tant'è vero che proprio nel caso della che K-Flex alcuni finanziamenti sono già stati sospesi o revocati; di uno, particolarmente ingente, è in corso adesso la restituzione in varie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, anch'io sottoscrivo questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, vorrei far presente ai colleghi del Partito Democratico che c'è una piccola differenza tra alcuni dei finanziamenti cui si faceva riferimento e quindi i 12 milioni di euro di incentivi e i 23 milioni di compartecipazione della SIMEST all'interno del gruppo K-Flex: stiamo parlando anche di quelli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, intervengo per sottoscrivere e sostenere questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3012-C/2 Tripiedi, col parere contrario del Governo.
GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie Presidente, ma chiedo al Governo di rivedere il parere su questo ordine del giorno, perché se parliamo di concorrenza non possiamo votare contro questo ordine del giorno, che chiede molto semplicemente la liberalizzazione del fascicolo aziendale per l'azienda agricola.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3012-C/5 L'Abbate, col parere contrario del Governo.
PAOLA BINETTI. Mi stupisce molto il parere contrario su un ordine del giorno, che mette l'accento dal punto di vista della concorrenza su quello che in questo momento sta diventando una delle richieste più grosse, che dalla Comunità europea vengono poste, ai grandi colossi come Facebook, Amazon, Google, eccetera. E nello stesso tempo siamo esposti a uno dei più grossi attacchi informatici che ci sono. Soltanto un clima che renda possibile avere dei sistemi concorrenziali tra di loro e, quindi, anche dotati degli opportuni metodi di sicurezza potrebbe rappresentare, non solo per il nostro Paese, ma anche a livello internazionale, quel sistema contestualmente di servizio per reperire informazioni, ma anche di sicurezza per non essere, come dire, espropriati dei dati sensibili della propria realtà. Mi stupisco molto di questo parere negativo, però, con tutto ciò lo ritiro. Mi sembra inaudito che questo, che rappresenta oggi su tutti i giornali uno dei problemi in fondo più vistosi, di fatto non sia stato accolto e non sia stato capito nella sua complessità.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno n. 9/3012-C/23 Vallascas e n. 9/3012-C/24 Crippa.
PIER LUIGI BERSANI. Presidente, approfitto di quest'ordine del giorno, in due minuti, per rispondere anche a qualcosa, che ho sentito stamattina, che ho sentito con tristezza stamattina. Qui, bocciando quest'ordine del giorno, si emette una sentenza a carico di un migliaio di giovani farmacisti. Si emette una vera e propria sentenza. Ora, a differenza di quel che ho sentito stamane, vorrei chiarire che, quando nel 2006 si aprì il canale delle parafarmacie, c'era una logica: rompere il primo anello della catena e uscire, gradualmente e senza traumi nel tempo, dal monopolio verso il libero esercizio.
PIER LUIGI BERSANI. Perché gradualmente? Nello stesso periodo ricordo che io feci saltare tutte le licenze del commercio. Anche lì le avevano pagate, ma non valevano più niente. In questo caso, la titolarità aveva ancora un valore molto alto e, quindi, bisognava lasciare il tempo per ammortizzare e, a poco a poco, uscire da una logica che, come avete visto, è ormai centenaria. Quell'anno scomparve la disoccupazione dei giovani farmacisti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente. Semplicemente per registrare che non si tratta di una riformulazione, ma di una totale riscrittura di questo ordine del giorno. La collega Nicchi prima era intervenuta proprio su questa materia, e allora non accettiamo questa riformulazione oppure questa riscrittura, che va a snaturare completamente questo ordine del giorno, e chiediamo di metterlo ai voti.
PRESIDENTE. Solo che mi deve dire di quale ordine del giorno parliamo.
LARA RICCIATTI. Ordine del giorno n. 9/3012-C/42 Nicchi.
PRESIDENTE. Va bene, non dell'ordine del giorno n. 9/3012-C/41 Ricciatti.
SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. Approfitto della dichiarazione di voto anche per spiegare di che cosa stiamo parlando. Questo ordine del giorno si riferisce a un fatto che può accadere a ciascuno di noi. Affittando una macchina in una qualunque località italiana, il signor Rossi firma un contratto e dà la sua carta di credito a garanzia di eventuali danni al veicolo e spese che possano essere sostenute, oltre che del pagamento effettivo del noleggio. Quando il signor Rossi prende una multa di 50 euro per divieto di sosta, ne prende atto, tiene la multa, se la mette in tasca e, probabilmente, può decidere di pagarla subito o di aspettare che la multa gli arrivi a casa, oppure di fare ricorso. Dopo qualche settimana, forse un mese, forse due, dal conto corrente del signor Rossi viene scalata, attraverso la sua carta di credito, una cifra che varia da 40 a 80 euro, che non è la multa che il signor Rossi ha preso, sulla quale è libero di fare ricorso, e quindi di opporsi, e magari anche di vincere il ricorso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 28 giugno 2017, il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle Andrea Cecconi ha reso noto che, a far data dal 4 luglio 2017, il deputato Simone Valente, in sostituzione del deputato Roberto Fico, assumerà l'incarico di vicepresidente vicario del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle nonché la funzione di portavoce del gruppo, secondo quanto previsto dal relativo statuto, ferma restando la titolarità in capo al deputato Andrea Cecconi della carica di presidente del gruppo stesso.
PRESIDENTE. Invito a questo punto il deputato segretario a dare lettura dell'esito della riunione odierna della Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Passiamo ora agli interventi di fine seduta.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Vorrei parlare dell'episodio drammatico che è successo ieri a Torino, di una signora quarantenne licenziata a gennaio di quest'anno che si è bruciata, che dinanzi alle lungaggini burocratiche dell'INPS ha risposto con un gesto disperato, un gesto disperato che ci dice come nel nostro Paese ci sono tante persone che si trovano in una situazione di grandissima sofferenza umana e sociale.
ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAMPI. Presidente non saranno questi pochi minuti che ci permetteranno di ricordare i 150 anni dalla nascita di un grandissimo italiano, Luigi Pirandello, ma io credo che sia giusto che la Camera dei deputati nella giornata di oggi lo ricordi. E per tante ragioni, perché con Pirandello nasce la modernità nella cultura italiana, nel teatro italiano in particolare, nella letteratura. Entra con Pirandello qualche cosa di molto importante: è un tema di grande attualità la sua riflessione sulla differenza che c'è tra la comicità e l'umorismo, e quanto l'umorismo sia importante nella vita e quanto la comicità invece sia qualche cosa di diverso. Straordinario è stato il ruolo di Pirandello come uomo figlio della Sicilia, profondamente figlio di tutta quella cultura straordinaria della Magna Grecia, ma intellettuale italiano e intellettuale europeo.
SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE VALENTE. Presidente, il 20 giugno 2016 veniva arrestato l'allora sindaco di Lavagna, comune ligure, per gravissimi fatti. Il comune è stato poi conseguentemente sciolto per mafia, quindi stiamo parlando di una connivenza tra politica e ; e questo ha portato nei mesi successivi all'arresto ovviamente ad uno scioglimento del consiglio comunale, a un commissariamento: è stato nominato commissario il 6 luglio 2016 il dottor Paolo D'Attilio, con il compito di provvedere alla temporanea gestione dell'ente fino all'insediamento degli organi ordinari. Successivamente, in data 10 agosto, il commissario D'Attilio viene anche nominato prefetto con una delega al Dipartimento agli affari interni e territoriali del Ministero dell'interno. Ecco, quindi un doppio incarico che, a mio modo di vedere, e a modo di vedere anche di tantissimi cittadini di Lavagna, ha gravato sulla gestione dell'ente, che sicuramente già era appesantito fortemente da una situazione davvero emergenziale.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, brevemente, solo per segnalare alla Presidenza quanto credo sia già stato segnalato anche dal presidente di Commissione, Epifani, rispetto al fatto che il Ministero dello sviluppo economico si sta sottraendo agli obblighi sanciti dal Regolamento rispetto alle interrogazioni parlamentari e al in Commissione. Era prevista per martedì scorso, e la seduta del è saltata: seduta stante, senza alcun tipo di preavviso; rimandato alla giornata di domani, e oggi ci ritroviamo un altro messaggio in cui ci viene detto che domani non ci sarà alcuna seduta rispetto alle questioni del in Commissione.
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, io prendo atto del suo rilievo, e trasmetterò quanto lei ha detto alla Presidente Boldrini.
ANDREA DE MARIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA. Presidente, è di oggi la notizia della scomparsa del professor Luigi Pedrazzi, protagonista della vita culturale e politica di Bologna. Docente di filosofia, fra i fondatori de editorialista di diversi quotidiani, autore di numerosi volumi, Luigi Pedrazzi è stato fortemente impegnato nella vita politica e istituzionale, mettendo a disposizione della sua comunità le sue qualità di studioso e di uomo di grandissimo spessore culturale. Cattolico democratico, progressista e riformista, ha legato il suo impegno a personalità come quelle di Dossetti e di Andreatta, e poi al progetto dell'Ulivo: Romano Prodi lo ricorda oggi come “l'ulivicoltore bolognese”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, ma non lo vedo, l'onorevole Russo, quindi s'intende che abbia rinunciato.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.