PRESIDENTE. La seduta è aperta.
VALERIA VALENTE, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati D'Ambrosio, De Menech, Marotta, Merlo e Turco sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4565-A: Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2017, n. 99, recante disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente e onorevoli colleghi. La situazione delle banche venete mette in luce soprattutto la debolezza della classe dirigente che per decenni le ha condotte, una classe dirigente superficiale, spesso sfacciata, che ha guidato gli istituti di credito sotto esame in maniera scellerata e senza alcuna prudenza. Questi soggetti devono pagare il conto dei danni che hanno causato ai cittadini e all'intero territorio del Veneto. Adesso, però, è il momento dell'emergenza ed è necessario che i conti delle famiglie vengano messi in sicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Artini. Ne ha facoltà.
MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. I problemi della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca sono conclamati da più di un anno; pertanto, le evidenti iniquità che sono contenute in questo provvedimento non possono essere semplicemente giustificate con il poco tempo disponibile per la scrittura della norma. Infatti, il progetto di legge che ci accingiamo ad esaminare stanzia fino a circa 17 miliardi di euro per il salvataggio di questi due istituti di credito, senza neppure tutelare integralmente i risparmiatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Signori del Governo, non solo non avrete la nostra fiducia e avrete, invece, un pieno e convinto voto contrario, ma, se è consentito, fiducia è proprio l'unica parola, è l'unico concetto che, in materia bancaria, prima il Governo Renzi e poi il Governo Gentiloni non possono né articolare, né pronunciare, né chiedere ad altri di avere. Ve lo diciamo da questi banchi, dove non urliamo, non alziamo la voce e nel nostro piccolo, con umiltà, dall'opposizione cerchiamo di fornire argomenti liberali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Molea. Ne ha facoltà.
BRUNO MOLEA. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi. Il provvedimento in esame introduce disposizioni urgenti per facilitare la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A., che rappresentano un punto di riferimento per le comunità del Veneto, e per garantire la continuità del sostegno del credito alle famiglie e alle imprese del territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Presidente, colleghi deputati, sottosegretario Amici, non vorrei essere nei suoi panni, sinceramente, poi lei è una persona particolarmente cordiale, disponibile, non merita, non avrebbe meritato di essere lasciata sola dal suo Governo, oggi; poi comparirà magicamente qualcun altro nell'atto decisivo in cui bisognerà fare, magari, un po' di propaganda, però, intanto, si beccherà, come già è capitato in qualche intervento che mi ha preceduto, i primi strali da parte di un'opposizione che non capisce, non può capire la ragione per la quale ci sia questo iperattivismo, da parte del Governo, e non da oggi, sulle banche, tanto da suggerire, al Governo stesso, di farsi sostituire non già dal sottosegretario Sesa Amici, ma dal consiglio d'amministrazione delle banche di turno che, di volta in volta, ogni due mesi circa, si trovano ad essere beneficiate dall'attività, sempre del Presidente di turno, insomma; da Letta, che è stato il primo, targato Partito Democratico, se qualcuno, casomai, si fosse distratto, anche se accoltellato alla schiena da Matteo Renzi, attuale segretario del Partito Democratico, già Capo del Governo e, poi, sostituito, in corso d'opera, da Gentiloni, anche egli ex Ministro del Governo Renzi e, comunque, noto personaggio del Partito Democratico. È questo il punto; si sono create nel corso del tempo e si sono sedimentate una convivenza e una complicità assolute, tra il sistema del credito italiano e la sinistra italiana, il Partito Democratico italiano. Eravamo abituati, per chi viene un po' dalla mia storia o, comunque, per chi la conosce, a ben altre frequentazioni.
FABIO RAMPELLI. ...come sapete e come si è parlato, tutto l'acquistabile, ovviamente ciò che conviene a Banca Intesa, e non vi ricordare di mettere sull'altro piatto della bilancia lo sconto sul debito? C'è una rinegoziazione? A che gioco giocate?
PRESIDENTE. Grazie, deputato Rampelli.
FABIO RAMPELLI. Noi voteremo contro la fiducia, perché siete indegni di rappresentare il popolo italiano !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signora Presidente, signora sottosegretaria del Governo, onorevole Sesa Amici, noi parlamentari del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico ribadiamo la fiducia a questo Governo, al Governo Gentiloni, si intende, quello della prossima legislatura si vedrà. Intanto non vorremmo che questo Governo si facesse trascinare in pericolose polemiche preelettorali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Galati. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE GALATI. Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia introduce disposizioni urgenti per facilitare la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Signora Presidente, signora sottosegretaria, colleghi e colleghe, noi non voteremo la fiducia al Governo su questo provvedimento. Non voteremo, perché riteniamo che per l'ennesima volta si sia fatto uno strappo al Parlamento: uno strappo su un provvedimento molto importante, molto delicato, un provvedimento che ha un'attesa nel Paese, sul quale non è stato possibile per il Parlamento intervenire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Presidente, il Governo oggi viene in Aula, in un'Aula deserta, a chiedere l'ennesima fiducia su un provvedimento delicato; fiducia che tipicamente dovrebbe essere utilizzata, per lo meno a livello costituzionale, quando l'Esecutivo chiede l'approvazione di un provvedimento di largo respiro, di inizio di legislatura, quando vi è la volontà di avere un forte mandato parlamentare su determinate mete politiche e istituzionali di largo respiro, come dicevo. Invece, questa maggioranza utilizza la fiducia squisitamente per zittire il Parlamento, quindi l'esatto contrario: al posto di ricevere un ampio mandato, utilizza la fiducia per ridurre il mandato parlamentare degli eletti democraticamente, mentre questo Governo ha avuto persone non elette a rappresentarlo. Quindi, un utilizzo fraudolento dell'istituzione della fiducia, fatto per zittire l'Aula parlamentare, per zittire le Commissioni, e soprattutto portando in Aula un testo che non è quello del dibattito delle Commissioni, in quanto è il testo del Governo. A questo punto, fate una modifica costituzionale, in cui si dice che il decreto-legge, così come esce dall'Esecutivo, non ha più necessità dell'avallo parlamentare, non ha più necessità della ratifica entro sessanta giorni e diventa legge automaticamente. Se questo è lo spirito con il quale il Partito Democratico vuole utilizzare l'attività parlamentare, quindi andare a calpestare i diritti costituzionali, lo faccia, non abbia più velleità di mandati fiduciari, cambi la Costituzione e dica che tutto quello che fa uno solo, l'uomo al comando di stampo renziano, diventa automaticamente legge.
PRESIDENTE. Concluda deputato.
ROBERTO SIMONETTI. …tutte le depenalizzazioni, la legittima difesa fatta solo di notte. Sostanzialmente è un Governo allo sfascio, un Governo che poggia le sue basi sulla lite interna ed esterna all'interno del Partito Democratico e del suo Renzi, il quale vuole sostanzialmente governare senza essere Presidente. C'è una lotta intestina all'interno di questa maggioranza, che porta il Paese allo sfascio –
PRESIDENTE. La ringrazio.
GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Presidente, sottosegretari, colleghi, il gruppo parlamentare di Alternativa Popolare voterà a favore della fiducia posta sul decreto-legge concernente disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, un provvedimento fondamentale e determinante, perché riguarda la crisi di istituti sistemici, una crisi che, se non risolta bene e presto, avrebbe comportato drammatiche conseguenze sul sistema bancario globale per investitori, risparmiatori, azionisti e dipendenti. Il provvedimento è, infatti, volto ad assicurare la continuità dell'accesso al credito da parte delle famiglie e delle imprese, nonché a favorire la gestione dei processi di ristrutturazione delle banche in liquidazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Luisa Bossa. Ne ha facoltà.
LUISA BOSSA. Signora Presidente, signori del Governo, colleghi, decretare d'urgenza, quindi, legiferare, e poi mettere la fiducia sul disegno di legge di conversione del decreto significa, di fatto, espropriare il Parlamento della funzione legislativa. Noi, qui, oggi, siamo sostanzialmente messi di fronte a un muro; dovremmo esercitare la funzione di legislatori, ma non possiamo neppure fiatare, neppure proporre una modifica, neppure immaginare un intervento; possiamo giusto parlare, ma solo per dire “sì” o per dire “no”, prendere o lasciare, ci dice il Governo con questa ennesima questione di fiducia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, siamo qui, ancora una volta, a esaminare l'ennesimo decreto sul sistema bancario, giudicato, quest'ultimo, da tutti tardivo, perché era evidente fin dall'inizio che il Governo è intervenuto tardi e male, dato lo stato di salute degli istituti bancari coinvolti. Si sarebbe dovuti arrivare prima e non a questo punto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.
SIMONE VALENTE. Come possiamo darvi fiducia? Avete usato una domenica di fine giugno, durante i ballottaggi delle elezioni amministrative, per giocarvi 17 miliardi dei soldi degli italiani. Così come, in una domenica di novembre del 2015, avete azzerato decine di migliaia di risparmiatori delle banche del centro Italia. E così come, con una ghigliottina notturna, avete regalato 7,5 miliardi del Tesoro di Bankitalia agli azionisti privati, cioè sempre le banche. Sì, certo, si dice sempre che queste operazioni vanno fatte a mercati chiusi, ma la verità è che voi stessi vi vergognate dei vostri provvedimenti in favore dei banchieri e per questo cercate di farli passare il più possibile inosservati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT. Grazie, signora Presidente. Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, in queste settimane che ci hanno separato dall'approvazione del “decreto banche venete” abbiamo udito tante parole abbastanza scontate. È da quando siamo qui che le sentiamo e quasi viene da dire che alle solite urla abbiamo fatto il callo. Ma, visto che quelle urla vengono da chi ci accusava di aver fatto un decreto sulle banche popolari sbagliato, che quelle realtà erano sane, erano legate al territorio, non come le banche commerciali, ecco che si è svelato l'inganno e la collusione sistematica in chi lo diceva. Come la storia recente ha dimostrato, quelle banche non erano sane e lo stanno dimostrando nei fatti. Quindi, lasciamo le urla ai buffoni e cerchiamo di rimettere in ordine la verità dei fatti.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Ferrara, Fraccaro, Lorenzo Guerini, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana dalla seduta.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
CARLO SIBILIA. Presidente, mi fa piacere constatare che, ancora una volta, quando si tratta di fare l'ennesimo regalo alle banche, il Governo è tutto compatto e, ancora una volta, la fiducia non manca mai. Vorrei parlare anche in presenza del Governo, Presidente.
PRESIDENTE. Ha perfettamente ragione, ma il Governo è presente, c'è il sottosegretario Baretta.
CARLO SIBILIA. Sono felice. Non so quanto cambi, però ci proviamo lo stesso, era per una questione regolamentare. Dicevo che questo regalo, ancora una volta fatto alle banche, viene fatto attraverso i soldi dei cittadini, soldi che, purtroppo per loro, saranno solo esborsati, e non tornerà nulla indietro. In quest'ordine del giorno, chiediamo una cosa molto semplice: siamo stanchi di vedere il Sud che brucia, il Nord…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sibilia. Per favore, cominciamo a capirci: i banchi del Governo devono essere lasciati liberi. Grazie. Prego, onorevole.
CARLO SIBILIA. È un'Italia che brucia da Nord a Sud. Al Sud brucia tecnicamente, nel senso che ci sono proprio degli incendi continui, al Nord si bruciano le risorse degli italiani. È un Governo che non ha saputo affrontare nessuna delle tematiche, che è riuscito attraverso questo decreto a far gestire i risparmi dei cittadini italiani da gente condannata, o meglio rinviata a giudizio per manipolazione del mercato e falso in bilancio.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sibilia.
CARLO SIBILIA. …quante cose avreste dovuto mettere apposto con questi 17 miliardi se fossero andati nell'economia reale e per la prevenzione e per la sicurezza di questo Paese? È una cosa vergognosa e indegna e dobbiamo combattere in tutte le sedi questo asservimento della politica al potere finanziario
PRESIDENTE. L'onorevole Daga ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/80.
FEDERICA DAGA. Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno credo esprima un concetto molto semplice e comprensibile e spero sinceramente che venga approvato in sede di dichiarazione dei pareri del Governo che avremo l'occasione di ascoltare più tardi alla fine di questa esposizione. Focalizzo l'attenzione sull'articolo 2 del decreto-legge, che stiamo trattando in Aula, che consente al Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta della Banca d'Italia, di attivare una serie di punti che elenco: sottoporre Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca ad una procedura di liquidazione coatta amministrativa; disporre la continuazione d'esercizio d'impresa; prevedere la cessione dell'azienda bancaria o di rami di essa ad un acquirente; attuare misure di intervento pubblico a sostegno della cessione. Inoltre successivamente nell'articolo 3 è previsto: autorizza i commissari liquidatori nominati da Banca d'Italia a cedere l'azienda delle banche venete poste in liquidazione ad un soggetto selezionato su una base di una procedura aperta di tipo concorrenziale, non discriminatoria di selezione dell'offerta di acquisto più conveniente.
PRESIDENTE. L'onorevole Villarosa ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/37.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Con l'ordine del giorno in esame chiediamo semplicemente una cosa molto, molto semplice ovvero cercare di ristorare tutti gli obbligazionisti allo stesso identico modo e non ci siamo fermati esclusivamente agli obbligazionisti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza ma parliamo anche degli obbligazionisti delle quattro banche. Noi, caro Presidente, conosciamo abbastanza bene il gioco che si sta mettendo in atto e volevo informare i colleghi di concentrare le loro attenzioni più che altro sulla vigilanza. Cercherò di non prendermela con voi anche se credo che non abbiate proprio capito dove sta andando il sistema bancario perché con il decreto-legge state semplicemente facilitando ciò che il sistema bancario, insieme alla vigilanza, pongono in atto. Io accuso anche Banca d'Italia, accuso Consob, accuso anche l'Antitrust, Agcom e l'AGCM. Perché accuso anche l'AGCM, Presidente?
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Quello che sta avvenendo in Italia è quindi molto, molto chiaro. UniCredit è la prima banca nazionale, Intesa è la seconda banca nazionale; MPS l'avete fatta fallire con i vostri interventi stupidi, perché sono stati interventi stupidi i Tremonti-, i Monti-; è stato un intervento stupido la ricapitalizzazione precauzionale, perché quella banca va totalmente rivoltata, come vi hanno insegnato altri Paesi più avanti di noi sotto questo aspetto: l'America, l'Inghilterra oggi hanno delle banche super solide ma dopo il 2008, invece, si trovavano in crisi come le nostre attuali, Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Ebbene, quello che lo Stato deve fare per evitare che all'interno del mercato bancario ci sia un monopolio unico di queste due banche, è evitare che nuove banche, anche se nella percentuale provinciale non arrivano al 30 per cento, possano andare a questi due colossi, perché è ovvio che si limita la libertà concorrenziale del mercato bancario! Credo sia abbastanza ovvio .
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Villarosa.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. …se potevano interessare Intesa Sanpaolo. Sì, Presidente?
PRESIDENTE. Deve concludere. Ha finito il tempo.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Va bene. Tanto ne ho, di tempo, per continuare .
PRESIDENTE. Il deputato Alberti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/39.
FERDINANDO ALBERTI. Presidente, con questo ordine del giorno, che in realtà è ripresentato in altre versioni (quindi mi riferisco al mio, ma anche a quello a prima firma Pisano e a prima firma Fico), chiediamo una cosa molto, molto particolare, e pregherei veramente che il sottosegretario mi ascoltasse. So che in Commissione abbiamo avuto un po' di difficoltà di comunicazione tra noi, però forse sono io che non riesco a spiegarmi bene. Noi sappiamo che nel momento in cui un'azienda va in fallimento si applica la legge fallimentare; e nel caso in cui ci sia un soggetto che sia al tempo stesso creditore e debitore verso il fallito, si applica l'articolo 56 della legge fallimentare, che prevede la compensazione di debiti e crediti.
PRESIDENTE. Il deputato Fico ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/40.
ROBERTO FICO. Presidente, l'articolo 6 del decreto-legge del 25 giugno 2017, n. 99, in corso di conversione; come sappiamo, introduce misure di ristoro per i detentori di strumenti finanziari di debito subordinato emessi da Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, consentendo loro l'accesso alle prestazioni del Fondo di solidarietà, di cui all'articolo 1 comma 855 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ed in particolar modo l'erogazione dell'indennizzo forfettario, di cui al comma 6 dell'articolo 9 del decreto-legge 3 maggio 2016 n. 59, convertito con modificazioni dalla legge 30 giugno n. 119. L'indennizzo forfettario, di cui al citato articolo, è limitato agli strumenti finanziari di debito subordinato acquistati entro il 12 giugno 2014, data di pubblicazione sulla della direttiva per il risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie (Direttiva 2014/59/UE) e all'80 per cento del relativo valore di acquisto.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ROBERTO FICO. Allora, iniziamo dai risparmiatori italiani, li tuteliamo, anche votando quest'ordine del giorno, fino ad arrivare poi alla ristrutturazione totale del sistema bancario. E cerchiamo di investire in un altro modello bancario, in un'altra idea culturale di banca e di riuscire così a risolvere la situazione per il meglio, partendo sempre dai più deboli
PRESIDENTE. La deputata Ruocco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/41.
CARLA RUOCCO. Grazie. Ci troviamo di fretta e di furia ad approvare qualcosa, si pensa per il nostro Paese; guardando l'Italia si vede un Paese che brucia, arso dalle fiamme, incendi che divampano dovunque, gente in pericolo, giovani che devono scappar via senza speranza, senza un reddito di cittadinanza cui potere appigliarsi per poi inserirsi nel mondo del lavoro, quindi si immagina che, con questo livello di emergenza, il Governo, in alcune ore, e subito dopo il Parlamento, a colpi di fiducia, possa adoperarsi per fare in modo che, non dico tutte, ma almeno una delle emergenze del Paese possa, non dico essere risolta, ma quantomeno che ci sia il tentativo di affrontarla.E, invece, da quando sono qui in Parlamento, devo riscontrare che, giorno e notte, quando siamo stati qui anche di notte, lo abbiamo fatto, purtroppo, per dover bloccare dei provvedimenti scellerati, folli, che finiscono di distruggere definitivamente l'Italia e lo Stato italiano. Ci si domanda perché: la gente perbene, che soffre, si domanda come mai la pressione fiscale alla fine sia un pozzo senza fondo, dove vadano a finire quelle centinaia di miliardi di euro, che di volta in volta vengono a decurtare i nostri redditi e i patrimoni degli italiani, strozzando le attività di impresa, con le famose clausole di salvaguardia che pendono sul capo degli italiani, che prevedono addirittura l'aumento dell'aliquota dell'IVA ordinaria fino al 25 per cento. E poi le risposte si trovano qui, qui dentro, in un Parlamento che, come dicevo, piuttosto che aiutare tutto questo, decide di dare un colpo definitivo, ovviamente facendo semplicemente da passacarte ad un'attività di Governo già distruttiva di per sé. Quindi semplicemente da passacarte, di fretta e di furia, si trova ad approvare zitto e muto, come dicevamo, senza neanche potere lavorare su questi decreti in Commissione, senza neanche sentire e ascoltare i soggetti che, peraltro, sono responsabili di questi dissesti finanziari delle banche, di fretta e di furia, si approvano ad occhi chiusi questi decreti.
PRESIDENTE. Il deputato Brugnerotto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/43.
MARCO BRUGNEROTTO. Grazie, Presidente. Prima di tutto un doveroso abbraccio ai 200 mila risparmiatori truffati dalle banche venete, truffati dalle banche, truffati dal sistema di controllo che doveva controllare, un sistema connivente, con destra e sinistra, banche e politica legate assieme. Chi doveva tenere aperti gli occhi li ha tenuti chiusi. Questo lo si vede con le banche, lo si è visto con l'ambiente - con i Pfas che stanno inquinando il Veneto -, lo si è visto col sistema MOSE e lo si vede un po' dappertutto. Il Veneto sta cadendo a pezzi, pezzo dopo pezzo. Quindi, un abbraccio alle famiglie e siamo qui per dire loro che noi siamo con loro e non molliamo di un centimetro la nostra lotta .
PRESIDENTE. La deputata Castelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/44.
LAURA CASTELLI. Presidente, grazie. Sottosegretario Baretta, in questi giorni in Commissione l'abbiamo sentita dire che non si può fare diversamente e che questo era l'unico modo che per voi era considerabile, come da buon padre di famiglia, da buona mamma responsabile.
PRESIDENTE. Il deputato Caso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/45.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Banche; parliamo ancora di banche. L'Italia sta bruciando e noi parliamo di banche. Non abbiamo abbastanza mezzi per spegnere gli incendi ma abbiamo altri 17 miliardi da dare alle banche. Abbiamo perso il conto dei provvedimenti sulle banche approvati in questa legislatura ed abbiamo, di conseguenza, imparato che a quest'Aula stanno più a cuore le banche che la gran parte dei problemi reali e concreti dei cittadini. Eppure, abbiamo constatato che ogni volta che si interviene su queste questioni lo si fa troppo tardi e con strumenti inadeguati.
PRESIDENTE. Il deputato Cariello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/46.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Inquadriamo questo provvedimento in quella che è la situazione attuale e come si è giunti a questa situazione. Il Governo ha sempre detto che con questo decreto evitiamo che intervenga il cioè una direttiva europea dove per “Europa” si intende anche lo Stato italiano; quindi, c'è da chiedersi, e i cittadini ci chiedono, scusate, ma chi ha voluto il ? Lo ha voluto l'Europa, lo ha voluto la comunità di Stati europei, quindi anche l'Italia.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cariello. Colleghi, scusate, ma in cinque fate un bel rumore. Prego, onorevole Cariello.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie. Cosa chiede l'ordine del giorno a mia prima firma? Intanto c'è un accesso al fondo di solidarietà per tutti quegli investitori che hanno comprato degli strumenti finanziari subordinati, che poi sono un'invenzione del sistema finanziario, perché poi, alla fine, che cosa sono questi strumenti finanziari subordinati? Hanno praticamente la stessa valenza e lo stesso valore di rischio di un'azione, ma, in questo caso, c'è una direttiva che pone un limite: se hai sottoscritto quel tipo di strumento prima dell'emissione del famoso hai la possibilità di accedere ad un indennizzo, e c'è un articolo, l'articolo 9 del decreto-legge n. 59 del 2016, che definisce nei dettagli le modalità con cui un investitore può chiedere un indennizzo a fronte di uno strumento subordinato di cui è in possesso.
PRESIDENTE. Il deputato D'Incà ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/47.
FEDERICO D'INCA'. Grazie, Presidente. Prima, a mezzogiorno e trenta, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo fatto un incontro importante: abbiamo incontrato l'associazione dei consumatori che oggi manifestano o che manifesteranno tra qualche minuto al di fuori di Montecitorio.
PRESIDENTE. Onorevole D'Incà, lo sa che non si può esporre, adesso lo chiuda. Abbiamo capito.
FEDERICO D'INCA'. Lo so, mi sospenderete come al solito .
PRESIDENTE. Non la sospendiamo, però deve togliere il cartello. Chiedo agli assistenti parlamentari di togliere il cartello dalle mani dell'onorevole D'Incà
FEDERICO D'INCA'. Non si preoccupi gentile commesso…
PRESIDENTE. Adesso lo consegni all'assistente parlamentare.
FEDERICO D'INCA'. Non glielo do, non si preoccupi, lei rimane là e rimanga gentile.
PRESIDENTE. L'onorevole Cecconi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/48.
ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Io credo che si incominci a capire la portata di quello che voi maggioranza state cercando di portare a votazione in quest'Aula prima qui e poi al Senato. Che questo decreto è invotabile, è irricevibile, credo che ormai sia stato molto ben esplicitato dai miei colleghi. Così come è molto chiaro che in questa legislatura si sono fatti decine di decreti per tutelare, per salvare, per mascherare, i danni creati dal sistema bancario nel nostro Paese e tutte le magagne del sistema politico che in questo sistema bancario ha sempre mangiato, ha sempre attinto soldi, ha sempre in qualche modo tutelato e mascherato. È impossibile credere che in Veneto, regione governata dalla Lega ormai da tanti anni, nessuno si sia accorto di quello che stava succedendo in Veneto Banca e in Banco Popolare di Vicenza.
PRESIDENTE. Il deputato Danilo Toninelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/49.
DANILO TONINELLI. Allora, Presidente, proviamo a fare un ragionamento analitico che parte dai soldi pubblici, o meglio da come il Partito Democratico dei Renzi, dei Gentiloni e di questa maggioranza utilizza i soldi pubblici, e proviamo a farlo per capire, alla fine di questo ragionamento, se siamo di fronte ad un Renzi, ad un Gentiloni, ad un Partito Democratico che è totalmente improvvisato ed incapace a gestire situazioni complesse e di sistema oppure se è semplicemente in malafede, oppure tutte e due: se è in malafede e se è totalmente incapace.
PRESIDENTE. Il deputato Cozzolino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/50.
EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Come veneto, diciamo, acquisito - non sono sempre vissuto in Veneto - mai avrei pensato, fino a qualche anno fa, di intervenire in quest'Aula per parlare nell'ambito della crisi di due istituti molto importanti, come Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
PRESIDENTE. La deputata Dadone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/52.
FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Quando usciamo fuori da questo palazzo e parliamo con le persone normali, quasi sempre veniamo interrogati e ci vengono proposte varie idee da portare all'interno di quest'Aula; la gente chiede lavoro, chiede detassazioni, chiede agevolazioni per assumere i giovani; i giovani chiedono la modifica del sistema universitario per riuscire a entrare più agilmente nel mondo del lavoro, si chiedono soldi per la sicurezza, si chiedono soldi per qualsiasi cosa e che cosa tocca rispondere a noi che siamo all'opposizione? Non oso immaginare cosa rispondiate voi che siete la maggioranza. Purtroppo, i soldi sono pochi e qua dentro la maggioranza li gestisce come meglio crede ed ecco che cosa capita con questo decreto.
PRESIDENTE. La deputata Colonnese ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/105.
VEGA COLONNESE. La mia collega Dadone diceva che eravamo, probabilmente, alla novantaquattresima fiducia e, soprattutto, siamo a un ennesimo decreto-legge che dovrebbe comportare urgenza. Beh, ci sono delle urgenze in questo momento in Italia e la cosa strana è che, voi, per novantaquattro volte non ne avete presa, neanche una volta, una, di reale urgenza.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Battista ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/62.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, esponenti del Governo, falsi compagni che parlate nel 2017 di fascismo e antifascismo e regalate miliardi di quattrini nostri alle banche private, falsi liberisti sovvenzionati dai Fondi e dallo Stato italiano, il MoVimento 5 Stelle è qui a fare ostruzionismo all'ennesimo regalo appunto statale alle banche private e a denunciare, di fronte al Paese intero, la trasformazione di quella che un tempo era una Repubblica passata dalla partitocrazia alla “bancocrazia”. Voi stessi siete ormai diventati vittime di un determinato sistema perché non avete più la minima libertà di opporvi appunto al capitalismo finanziario. Perché? Perché la “bancocrazia” di fatto ha piazzato i suoi uomini all'interno delle istituzioni, ed è per questo che soltanto negli ultimi quattro anni sono stati approvati decine di decreti a favore delle banche private e nessun decreto a favore dei cittadini che soffrono.
PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, la prego di moderare i termini! La richiamo ad un linguaggio consono, onorevole Di Battista.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Lei mi richiama all'ordine perché ho utilizzato “culo”, Presidente…
PRESIDENTE. Parli in italiano senza dire le parolacce, va bene uguale.
ALESSANDRO DI BATTISTA. …ma voi utilizzate i nostri soldi per salvare le banche private! Vergognatevi di tutto questo - C!
ALESSANDRO DI BATTISTA. C'è chi si oppone a queste indecenze perché non ha nulla a che vedere con le banche d'affari, e quando il MoVimento 5 Stelle - lo decideranno i cittadini - sarà al Governo, riuscirà a dividere le banche d'affari dalle banche commerciali …
RENZO CARELLA. Sei un fascista!
PRESIDENTE. Onorevole Carella!
ALESSANDRO DI BATTISTA. …riuscirà a punire i colpevoli dei disastri che intaccano i risparmi dei cittadini e riuscirà finalmente a fare chiarezza su Banca d'Italia, che ormai non controlla nessuno perché, di fatto, è controllata dalle stesse banche private che dovrebbe controllare. È l'undicesimo o dodicesimo provvedimento a favore delle banche. Voi non vi vergognate più di nulla, ma perché neanche potete vergognarvi, in quanto non avete più quella libertà per andare contro il vostro padrone, da destra a sinistra, che si chiama capitalismo finanziario .
PRESIDENTE. L'onorevole Bonafede ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/54 . Onorevole Carella, lei non ha la parola. Onorevole Bonafede, prego…
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente …
PRESIDENTE. Onorevole Carella, la richiamo all'ordine! La Prego. Onorevole Bonafede, faccia il suo intervento.
ALFONSO BONAFEDE. Presidente, ricordo, sempre ai membri del Partito Democratico, che, quando hanno qualcosa da dire, funziona così: si alza la mano, poi si pigia il tasto giallo e si parla, e almeno i cittadini italiani capiscono perché vi pagano 15-20 mila euro al mese …
PRESIDENTE. Vada avanti, onorevole.
ALFONSO BONAFEDE. Al posto di stare lì, al vostro posto, ogni volta che interveniamo noi, a urlare… nascosti però, perché i cittadini italiani, se urlate e difendete le banche con la vostra faccia, poi sanno chi devono incolpare di quello che sta succedendo. Però voi nascosti, dietro il vostro scranno, che vi permette di guadagnare 15 mila euro al mese, ogni tanto dite: ci viene a fare le prediche…
PRESIDENTE. Torni all'ordine del giorno. Onorevole Bonafede, mi scusi, torni all'illustrazione dell'ordine del giorno. Torni all'illustrazione dell'ordine del giorno.
ALFONSO BONAFEDE. Presidente, lei continua a richiamare me…
PRESIDENTE. No, ho richiamato i colleghi che disturbavano, adesso richiamo lei perché deve illustrare l'ordine del giorno. Avanti.
DAVIDE CRIPPA. Ce la fa a mantenere l'Aula o sospendiamo ?
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, ce la faccio benissimo a mantenere l'Aula, non si preoccupi. Prego, onorevole Bonafede, il tempo sta scorrendo.
ALFONSO BONAFEDE. Sì, lo so, Presidente, purtroppo, perché è da quattro anni che il tempo qui dentro scorre e l'unica costante che caratterizza lo scorrimento del tempo è che una volta ogni due, tre mesi parte un regalo alle banche. Questo è il tempo che passa in quest'Aula, il tempo che passa nel Parlamento italiano, ormai derubricato a una specie di teatrino di marionette delle banche. Mi chiedo come sia possibile, Presidente, che ci sia un partito così asservito - tutti i partiti lo sono, sostanzialmente, lo dico ad alta voce, tranne il Movimento 5 Stelle - alle banche.
ALFONSO BONAFEDE. …e la politica lascia solo il cittadino e poi fa cadere sul cittadino tutte le responsabilità di cui, invece, dovrebbe farsi carico proprio la politica insieme alle banche che hanno distrutto il sistema dei risparmi italiani
PRESIDENTE. La deputata Businarolo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/55.
FRANCESCA BUSINAROLO. Grazie, Presidente. Siamo a illustrare i nostri ordini del giorno e mi spiace per i presenti in aula, ma ci teniamo molto a far sapere fuori quello che sta accadendo nel Parlamento.
PRESIDENTE. Deve concludere.
FRANCESCA BUSINAROLO. …ho tre righe… mi auguro che l'ordine del giorno venga preso seriamente in considerazione, perché sia ridata fiducia ai cittadini, non solo veneti, che sono gli unici che stanno pagando questo .
PRESIDENTE. La deputata Lombardi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/97.
ROBERTA LOMBARDI. Grazie, Presidente. Con l'ordine del giorno che mi accingo ad illustrare, il MoVimento 5 Stelle cerca di tutelare i lavoratori delle due banche venete che vengono poste in liquidazione coatta amministrativa.
ROBERTA LOMBARDI. Secondo quanto emerso in occasione dell'esame del provvedimento in Commissione lavoro, Banca Intesa si sarebbe genericamente impegnata, nel corso degli incontri svoltisi con il Governo, a non licenziare alcun dipendente ceduto, prevedendo procedure di esodo incentivato e di prepensionamento per circa 3.900 dipendenti interessati dal trasferimento aziendale: 3.900 dipendenti!
PRESIDENTE. L'onorevole Agostinelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/57.
DONATELLA AGOSTINELLI. Presidente, prima che nel merito, vorrei spendere due parole di biasimo per la fiducia posta ancora una volta e a favore delle banche.
PRESIDENTE. L'onorevole Sarti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/58.
GIULIA SARTI. Presidente, quello che sta succedendo con questo decreto-legge è inammissibile: inammissibile perché noi ci ritroviamo qui oggi a dover illustrare degli ordini del giorno senza avere la possibilità di incidere minimamente. Quindi, la funzione del Parlamento viene svilita per l'ennesima volta: tanto questo è l'epilogo di questa legislatura, in cui ci siamo ritrovati dodici provvedimenti a favore delle banche, mentre l'Italia va a rotoli ed è un Paese allo sfascio, perché tutti i settori sono stati progressivamente smantellati e le conseguenze le possiamo toccare con mano ogni giorno, ancora di più in questo momento drammatico, in cui tanti territori stanno bruciando a causa di questi incendi pesantissimi.
PRESIDENTE. L'onorevole Ferraresi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/59.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Ci ritroviamo davanti all'ennesimo provvedimento che va in una direzione che ormai è diventata nota in questi quattro anni di legislatura, la direzione di una maggioranza di Governo, che pensa solo è unicamente agli interessi propri e degli amici degli amici.
VITTORIO FERRARESI. Infatti, ormai, il rapporto tra cittadino e banche è diventato un rapporto con un numero verde, è diventato un rapporto con una grossa multinazionale, i cui interessi e la cui direzione sono portati avanti in un ufficio del decimo piano di un grattacielo, a centinaia di migliaia di chilometri da dove l'agricoltore e da dove il piccolo imprenditore svolge la sua attività.
VITTORIO FERRARESI. …chi sbaglia, chi mette sul lastrico delle famiglie, non paga mai. Non paga mai! Negli altri Stati, chi fa fallire le banche molto spesso finisce in galera.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferraresi...
VITTORIO FERRARESI. Nel nostro Paese, i reati non sono sufficienti a garantire interessi e tutela delle vittime della finanza.
PRESIDENTE. La deputata Spadoni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/61.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. È l'ennesimo decreto sulle banche, l'ennesima questione di fiducia del Governo, questa volta sul decreto di salvataggio delle due banche venete, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
MARIA EDERA SPADONI. …e le abbiamo anche oggi, ma sembra che proprio voi non le vogliate ascoltare.
PRESIDENTE. La deputata Dieni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/53.
FEDERICA DIENI. Grazie, Presidente. Ogni volta che si giunge in quest'Aula a parlare di banche subito dietro l'angolo vi è la sensazione di stare a parlare, in realtà, dell'impotenza dello Stato. Ma la ragione non è tanto un'idea di impotenza derivata dal fatto che lo Stato non è in grado di assumere iniziative di fronte a situazioni critiche perché in questo caso, anzi, è riuscito a far derogare, in qualche modo, anche alla normativa in materia di segno che anche l'Unione europea non è proprio così inflessibile quando si toccano i giusti tasti o si sbattono i pugni sul tavolo.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Dieni.
FEDERICA DIENI. Quindi, taglio tutto. Quindi, come dicevo, con questo ordine del giorno si chiede, appunto, che si vieti al cessionario la possibilità di modificare le condizioni giuridiche dei rapporti di credito in essere al 26 giugno 2017. Quindi, questa è una piccola goccia di acqua, però chiedo di votare a favore su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. La deputata Marta Grande ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/63.
MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. L'instabilità bancaria del nostro Paese sta diventando di fatto un tratto distintivo della nostra politica interna. C'è da dire che è evidente la grande preoccupazione al di fuori del nostro Paese su questo tema. È molta la perplessità non solamente per come vengono gestite queste crisi - e noi per primi, come MoVimento 5 Stelle, stiamo criticando le scelte di questo Governo proponendo delle alternative - ma anche e soprattutto la genesi di queste crisi bancarie. Nel merito, Intesa Sanpaolo nel nostro Paese rileva, al prezzo simbolico di un euro, le attività buone di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che praticamente vengono inglobate dal primo gruppo italiano del credito. Cosa si prende Intesa?
PRESIDENTE. La deputata Grillo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/107.
GIULIA GRILLO. Ogni volta che si giunge in quest'Aula a parlare di banche è subito dietro l'angolo la sensazione di stare a parlare, in realtà, dell'impotenza dello Stato, e la ragione non è tanto un'idea di impotenza derivata dal fatto che lo Stato non è in grado di assumere iniziative di fronte a situazioni critiche; in questo caso, anzi, è riuscito a fare derogare, in qualche modo, anche alla normativa in materia di segno che anche l'Unione europea non è poi così inflessibile, quando si toccano i giusti tasti o si sbattono i pugni sul tavolo nel modo adeguato. L'impotenza di cui parlavo è piuttosto relativa alla mancanza di strategie di ampio respiro. Il mondo che è stato proprio dei decenni passati, quelli precedenti alla crisi, cade a pezzi, e il Governo non trova nulla di meglio che cercare di schivarne uno per volta.
PRESIDENTE. La deputata Cancelleri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/98.
AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Grazie, Presidente. In considerazione del rilevante impatto sulla finanza pubblica degli interventi dello Stato ed in considerazione del grave danno sociale relativo alle limitazioni delle prestazioni del Fondo di solidarietà, riteniamo sarebbe opportuno rendere noti i principali debitori insolventi delle banche poste in liquidazione; d'altronde, questa non è solo la nostra opinione. Riferendosi implicitamente al caso Monte Paschi di Siena, il Presidente dell'ABI, Antonio Patuelli, in un'intervista rilasciata a dichiarò: io chiedo a titolo personale che vengano resi noti i primi cento debitori insolventi delle banche che sono state salvate.
PRESIDENTE. La deputata Chimienti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/94.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente. Il 25 giugno scorso il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente, Paolo Gentiloni, e del Ministro dell'economia e finanze, Pier Carlo Padoan, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e per garantire la continuità del sostegno del credito alle famiglie e alle imprese del territorio. Il 23 giugno scorso la Banca centrale europea ha dichiarato le due suddette banche in condizione di dissesto. Successivamente, il Comitato di risoluzione unico ha valutato se vi fossero tutti e tre i requisiti per una risoluzione secondo la direttiva europea per i salvataggi bancari, giungendo alla conclusione che non sia possibile dichiarare la risoluzione, in quanto non sussiste il requisito dell'interesse pubblico. Di conseguenza, si è ritenuto di fare ricorso alla normativa nazionale, in particolare al testo unico bancario, che prevede l'avvio della procedura di liquidazione coatta amministrativa già definito da tutti i Paesi europei come un salvataggio all'italiana.
PRESIDENTE. L'onorevole Scagliusi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/64.
EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie, Presidente. Questo decreto incostituzionale e inopportuno dal nostro punto di vista è nato di domenica, mentre gli italiani votavano ai ballottaggi, in un Consiglio dei ministri durato appena diciotto minuti. I partiti si sono giocati 17 miliardi dei soldi dei cittadini; 5 sono già stati regalati sull'unghia a Intesa San Paolo e altri 12 sono a rischio sui crediti deteriorati e i contenziosi degli istituti veneti. In pratica hanno messo nel piatto un miliardo al minuto per chinare la testa di fronte al ricatto della prima banca italiana che si è presa solo le parti buone di Popolare di Vicenza e Veneto Banca e ha lasciato a noi, ai cittadini, il resto.
PRESIDENTE. Il deputato Sorial ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/42.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente. Oggi, è un giorno speciale ed è un giorno speciale per tanti motivi. Ognuno di noi può trovare il suo motivo personale, però è un giorno speciale per l'intera popolazione italiana, perché oggi si certifica come, sistematicamente, la frase “non ci sono i soldi” o “non ci sono le coperture” è una cazzata gigantesca, e lo diciamo qua dentro…
PRESIDENTE. Onorevole Sorial…
GIRGIS GIORGIO SORIAL. È così, io non trovo altri termini, Presidente, se non dire che è una grandissima cazzata.
PRESIDENTE. Guardi, lo ridico a lei, l'italiano consente di esprimere molti concetti senza dire parolacce.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. È una grandissima cazzata!
PRESIDENTE. Onorevole Sorial, la richiamo ad usare un linguaggio consono. Prego.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. L'ho sentito dire anche da tanta gente fuori, quindi non vuol dire assolutamente niente… perché qua si mettono ancora una volta le mani in tasca ai cittadini e si certifica che quando c'è bisogno di fare l'ennesimo regalo alle banche i soldi si trovano in diciotto minuti, quando, invece, c'è da fare qualche investimento strutturale per i cittadini, noi ci sentiamo dire, in Aula, nelle Commissioni, nei televisivi: eh, mancano i soldi. Mancano i soldi una cippa di niente! I soldi ci sono, li trovate sistematicamente, avete trovato, in diciotto minuti, cinque miliardi di euro da dare così, a chi? A Banca Intesa, perché avete trasformato questo Governo, da un Governo delle larghe intese, al Governo di Banca Intesa, che viene in Commissione finanze, scrive il decreto per regalare questi 5 miliardi e decide di aggiudicarsi due banche fallite, perché le avete fatte fallire voi - ma, in realtà, su questo, potremmo parlare per delle ore, se fossero fallite o meno -, a un prezzo simbolico di 50 centesimi a banca, senza nessuna trasparenza nel bando, perché nessun altro istituto bancario avrebbe potuto avere le opportunità e la capacità di valutare quel bando in così pochi giorni, come Banca Intesa ha fatto, perché, probabilmente, aveva qualcuno che, prima, l'ha informata in merito e si è acquisita, per un euro, nemmeno i due istituti bancari, ma le parti positive, gli positivi di quei due istituti bancari, lasciando allo Stato tutto quello che era negativo di questi due enti, di questi due istituti di credito.
PRESIDENTE. La deputata Corda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/66.
EMANUELA CORDA. Grazie, Presidente. Sorvoliamo sul fatto che, così come è già accaduto tante volte, dall'inizio di questa legislatura, si sia imposto un provvedimento assolutamente discutibile e incostituzionale, aggiungo, con l'utilizzo della fiducia.
PRESIDENTE. Il deputato Tofalo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/67.
ANGELO TOFALO. Presidente, oggi ci troviamo in Aula a parlare - mi consenta il termine, Presidente - dell'ennesimo atto osceno di questo Governo cieco, che decide in pochi secondi - non è la prima volta - di distribuire miliardi di euro, di regalare miliardi di euro, alle solite banche private e ai soliti banchieri. Il mio ordine del giorno, il n. 9/4565-A/67, riguarda le agevolazioni fiscali e il credito di imposta, però mi consenta di dire che da poco abbiamo chiesto al Governo di venire a riferire in Aula e di proclamare lo stato d'emergenza perché, proprio in questi minuti che stiamo parlando, c'è un'Italia che sta bruciando.
PRESIDENTE. La deputata Basilio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/68.
TATIANA BASILIO. Presidente, ci ritroviamo all'ennesima fiducia, all'ennesimo decreto-legge che ci dimostra, a livello generale, la totale mancanza di una strategia economica e finanziaria a medio e lungo termine di questo Governo, come di tutti i Governi che sono arrivati prima del Governo Gentiloni. L'unica strategia perseguita da parte di questo Governo e di quelli precedenti è di favorire i grandi gruppi bancari - che possono essere letti come grandi potentati economici - con una serie di elargizioni a pioggia, il tutto a spese ovviamente sempre e solo delle casse pubbliche, quindi dei cittadini del nostro Paese.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Basilio.
TATIANA BASILIO. Concludo. Un altro esempio di un'oscura violazione di ogni principio di buona amministrazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Frusone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/69.
LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Noi oggi siamo qui a discutere gli ordini del giorno innanzitutto perché non c'è stata una vera e propria discussione su un decreto-legge molto importante, tranciato dalla fiducia che è stata messa ieri dal Ministro Finocchiaro e quindi siamo costretti ad utilizzare lo spazio e forzare un pochino il Regolamento per poter parlare finalmente di questi 17 miliardi di euro di soldi pubblici che vanno a banche private.
PRESIDENTE. L'onorevole Dell'Orco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/85.
MICHELE DELL'ORCO. Grazie, Presidente. Stiamo parlando dell'ennesimo provvedimento salva-banche e stiamo parlando di 17 miliardi di euro cioè stiamo parlando di una cifra spropositata e, se dovessi chiedere per strada, quanto sono 17 miliardi forse molti cittadini non si accorgerebbero neanche della differenza tra 17 milioni e 17 miliardi: è una cifra talmente lontana per il cittadino comune che uno non riuscirebbe neanche ad immaginarsi quanti soldi sono.
PRESIDENTE. Onorevole Dell'Orco, che facciamo? Questa sera l'elenco delle parolacce?
MICHELE DELL'ORCO. Non ho capito, cosa…
MICHELE DELL'ORCO. Ah, per la questione perché ho detto “pippone”? “Pippone” inteso come lungo monologo.
PRESIDENTE. Va bene. Vada avanti. Mi raccomando!
MICHELE DELL'ORCO. Monologo di tre-quattro minuti di Renzi per parlare dei fatti suoi, con finte domande, e non si è parlato nulla delle banche. Mi offro anch'io alla RAI per fare questo monologo domani sera alla RAI di tre-quattro minuti, se mi prendono: parlerò un po' di questo decreto-legge sul “salva banche” .
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole, ha esaurito il suo tempo.
MICHELE DELL'ORCO. Capisco che sia molto lungo elencare tutti i vostri provvedimenti “salva banche”, non bastano i cinque minuti …
PRESIDENTE. Infatti ha superato di trenta secondi il suo tempo. Grazie.
GIUSEPPE BRESCIA. Presidente, il decreto-legge n. 99 del 25 giugno 2017 reca disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Banca Veneto e per l'adozione di misure pubbliche preposte all'ordinaria fuoriuscita dal mercato delle medesime banche, nel contesto di una speciale procedura di insolvenza. Nell'ambito della procedura di insolvenza prevista il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato a concedere garanzia dello Stato sull'adempimento da parte delle banche in liquidazione degli obblighi derivanti dal finanziamento erogato dal concessionario a copertura del bilancio di cessione degli obblighi di riacquisto dei crediti ad alto rischio non classificati come attività deteriorate, per un importo massimo di 4 mila milioni di euro; ad erogare un supporto finanziario al concessionario a fronte del fabbisogno di capitale per un importo massimo di 3.500 milioni di euro; a concedere garanzia dello Stato sull'adempimento degli obblighi a carico delle banche in liquidazione derivanti da impegni e garanzie concesse alle medesime nel contratto di cessione, per un importo massimo pari alla somma dell'importo di 1.500 milioni di euro e del risultato della differenza tra il valore dei contenziosi pregressi, per il quale è previsto un accantonamento a fondo rischi per un importo massimo di 491 milioni di euro; e infine ad erogare al concessionario risorse a sostegno di misure di ristrutturazione aziendale per un importo massimo di 1.285 milioni di euro. Le misure di condivisione dei rischi a carico dei risparmiatori implicano tra l'altro, a nostro avviso, la violazione dell'articolo 47 della Costituzione, preposto alla tutela del risparmio in tutte le sue forme e alla disciplina, al coordinamento e al controllo dell'esercizio del credito; e per questo motivo il Parlamento avrebbe dovuto votare la pregiudiziale di costituzionalità che avevamo presentato.
PRESIDENTE. Il deputato Simone Valente ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/73.
SIMONE VALENTE. Grazie Presidente. In apertura vorrei ringraziare tutti i miei colleghi, che stanno portando avanti questa battaglia, questa protesta, che è in difesa dei cittadini e dei risparmiatori e non del sistema bancario e del sistema finanziario, che, ahimè, ha scritto anche questo decreto. Infatti, se c'è un Governo che sta portando avanti questo decreto, è perché ci sono dei banchieri che hanno potuto scriverlo, avendo carta bianca e facendo ovviamente dei favori, ancora una volta, a delle banche.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
SIMONE VALENTE. …allora vuol dire che questo Stato non ha fatto bene il suo dovere.
SIMONE VALENTE. Quei banchieri devono andare in galera e noi lo diciamo ancora una volta in quest'Aula
PRESIDENTE. La deputata Nesci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/109.
DALILA NESCI. Signora Presidente, colleghi deputati, con questo ordine del giorno n. 9/4565-A/109, siamo intervenuti su un importante punto del decreto-legge n. 99 del 2017, che dispone la liquidazione coatta amministrativa per Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
PRESIDENTE. Il deputato Nesci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/76 scusi! Sì, sì, stavo…il deputato Vacca. Prego, onorevole.
GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente. Sì, sono Vacca, non Nesci.
PRESIDENTE. Lo so, mi scusi, stavo…: ho scambiato la riga.
GIANLUCA VACCA. Sì, sì. Allora, vede, io non mi occupo di finanza e di banche. Sono un docente di lettere e mi piace avere un approccio un po' filologico alle problematiche. Quindi, nell'illustrare quest'ordine del giorno, che è, appunto, a mia prima firma, sono andato un attimo a vedere anche l'etimologia di alcune parole. Infatti, dall'etimologia di alcune parole, probabilmente riusciamo a capire alcune cose e alcune dinamiche.
PRESIDENTE. La deputata Di Benedetto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/77.
CHIARA DI BENEDETTO. Grazie, Presidente. Il seguente ordine del giorno, a mia prima firma appunto, è stato presentato al disegno di legge di conversione cosiddetto “banche venete”. Infatti, il decreto consente di porre in liquidazione le banche e prevede il passaggio delle parti buone dei due istituti veneti a Intesa Sanpaolo. Intesa Sanpaolo rileva al prezzo simbolico di 1 euro le attività buone appunto di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che praticamente vengono inglobate dal primo gruppo italiano del credito. Intesa riceve subito dallo Stato 5,2 miliardi di euro: 4,8 per tenere invariati i propri livelli di patrimonio e 400 milioni come garanzia immediata per alcuni crediti acquistati che rischiano di andare in difficoltà. Ripeto: la somma finale è 5,2 miliardi di euro.
PRESIDENTE. Il deputato Luigi Gallo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/78.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Io mi chiedo se sia normale che questo Parlamento debba passare il suo tempo per delle priorità di chi? Di quante persone? Forse riusciamo a contare sulle dita di una mano quelli che avranno vantaggi dall'operazione che state portando avanti regalando 17 miliardi di euro, gli ennesimi 17 miliardi. Abbiamo fatto un conto: tutti i provvedimenti che voi avete varato in funzione delle banche sommandoli insieme hanno un costo di 80 miliardi di euro.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Gallo.
LUIGI GALLO. …anche i cittadini alla morte. Credo che voi dobbiate fermare subito questo provvedimento e iniziare ad occuparvi delle priorità del Paese, che sono tutt'altre. Guardate il fuoco che brucia .
PRESIDENTE. Il deputato Micillo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/79.
SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente. L'articolo 2 del decreto-legge 25 giugno del 2017 consente, su proposta della Banca d'Italia, di sottoporre la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca a una procedura di liquidazione coatta amministrativa; di disporre la continuazione dell'esercizio dell'impresa; di prevedere la cessione dell'azienda bancaria o di rami di essa ad un acquirente; di attuare misure di intervento pubblico a sostegno della cessione. Le disposizioni di cui all'articolo 3 autorizzano i commissari liquidatori nominati dalla Banca d'Italia a cedere l'azienda e le banche venete poste in liquidazione a un soggetto selezionato sulla base di una procedura aperta, concorrenziale, non discriminatoria dell'offerta di acquisto più conveniente. Vista la complessità dell'operazione e delicatezza si reputa necessario un elevato livello di onorabilità e professionalità, e per tal motivo sarebbe opportuno che i commissari liquidatori non avessero procedimenti penali pendenti relativi a rinvio a giudizio, imputazione coatta o sentenza di condanna inerenti a violazioni delle norme che disciplinano l'attività bancaria, finanziaria, mobiliare, assicurativa e delle norme in materia di mercati e valori mobiliari, di strumenti di pagamento.
PRESIDENTE. Il deputato Fantinati ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/103.
MATTIA FANTINATI. Grazie Presidente, grazie colleghi. Ce lo dobbiamo proprio dire, ormai credo che siate tutti esperti di decreti-legge per le banche; siamo arrivati a quota sei, sette, addirittura forse anche qualcuno in più.
PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Fantinati, non mi sono accorta che è fuori di quaranta minuti. Quindi, chiuda…
MATTIA FANTINATI. Quaranta minuti? Quaranta secondi.
PRESIDENTE. Scusi, ho un po' esagerato.
MATTIA FANTINATI. Chiudo. Questo è quello che il Governo sta dicendo ai nostri giovani, a chi investe in questo Paese: se devi rubare, e non vuoi essere punito, ruba tanto, perché per salvarti un domani devi pagare la campagna elettorale di qualcuno, ma non preoccuparti che il politico che si lascia corrompere, qui lo trovi sempre
PRESIDENTE. Il deputato Busto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4565-A/81.
MIRKO BUSTO. Grazie Presidente. L'ordine del giorno a mia prima firma riguarda le disposizioni di cui all'articolo 3, che autorizzano i commissari liquidatori, nominati dalla Banca d'Italia, a cedere l'azienda delle banche venete poste in liquidazione a un soggetto selezionato sulla base di una procedura aperta, concorrenziale, non discriminatoria, dell'offerta di acquisto più conveniente. Vista la complessità dell'operazione, e anche al fine di evitare ogni genere di conflitto di interesse e di distorsione alla concorrenza, sarebbe opportuno che i commissari liquidatori non avessero incarichi di Governo. Per questo, in questo ordine del giorno, chiediamo l'impegno al Governo ad assumere ogni genere di iniziativa anche di carattere normativo volta a nominare commissari liquidatori che non ricoprano incarichi del Governo. Questo ordine del giorno era sacrosanto e legittimo, cercava di migliorare in qualche modo, attraverso lo strumento unico che è stato consentito all'opposizione da questa fiducia, l'ordine del giorno, un decreto che, come è stato ricordato da tutti i colleghi, è obiettivamente intollerabile e squallido.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare per l'illustrazione degli ordini del giorno. Avverto che l'ordine del giorno Taranto n. 9/4565-A/127 è stato ritirato dal presentatore. Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà domani, a partire dalle ore 9, con l'espressione dei pareri da parte del rappresentante del Governo.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 11 luglio 2017, il deputato Giovanni Monchiero ha reso noto che l'assemblea della componente parlamentare del gruppo Misto-Civici e Innovatori ha proceduto in pari data alla sua elezione a presidente e all'elezione del deputato Gianfranco Librandi a tesoriere della stessa componente.
PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Presidente, oggi, stamattina, anzi ieri sera tardi, è successa una cosa molto grave - noi abbiamo atteso, nel rispetto delle richiesta della Presidenza, di denunciarlo adesso -: un collega parlamentare, che io pensavo essere una persona che con noi non condivide il contenuto, ma che ho scoperto avere altre caratteristiche, cioè essere un fascista, essere un razzista, essere un antisemita, ed essere anche un gran maleducato, ha fatto un offensivo, in maniera inaccettabile, nei confronti di un nostro collega, il deputato Emanuele Fiano.
LARA RICCIATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Signora Presidente, intervengo innanzitutto per portare la solidarietà di tutto il gruppo di Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista al collega Emanuele Fiano, e a tutta la comunità e al gruppo parlamentare del Partito Democratico. Quello che è successo, seppure in una piattaforma sul è un fatto gravissimo. L'antisemitismo in questo Paese è ancora vivo, è come se fosse coperto da una cenere che è pronta a riprendere fuoco, allora ringrazio il collega Rosato, per aver scelto, seppur con pacatezza, di denunciare all'interno di quest'Aula un fatto che è gravissimo.
ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Signora Presidente, anch'io mi unisco alle attestazioni di stima e di solidarietà nei confronti del collega Fiano. Lo faccio a nome mio, ma ritengo anche a nome del gruppo di Forza Italia. Il collega Fiano è un deputato appassionato, presente sui problemi, ne abbiamo riconosciuto sempre l'impegno e lo stimiamo per questo. Gli esprimiamo la solidarietà per l'insulto incivile, stupido, che ha ricevuto, che è peraltro irrispettoso per le sofferenze che l'onorevole Fiano e la sua famiglia hanno dovuto patire e, come quella dell'onorevole Fiano, anche per quelle di tante famiglie che hanno nella loro storia episodi di sofferenza simili.
DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Colleghe e colleghi, a nome del mio capogruppo, il collega Latronico, e a nome dei miei colleghi di Direzione Italia non mi sottraggo al dovere di dire una parola in una circostanza non facile. Spero che apprezzerete la franchezza e la serietà con cui mi esprimerò.
PRESIDENTE. Non se ne approfitti, onorevole Capezzone, concluda. Noi diciamo che tutti hanno questa esigenza.
DANIELE CAPEZZONE. Spero che lei colga la grande serietà e la delicatezza dell'intervento che sto pronunciando.
PRESIDENTE. Assolutamente.
DANIELE CAPEZZONE. Ciò detto e ribadito e sottolineato tre volte, tuttavia sia consentito, collega Rosato, tutti i colleghi, numero uno, se c'è stato un errore…
PRESIDENTE. No, deve concludere onorevole Capezzone. Mi scusi, forse non ci siamo intesi, concluda.
DANIELE CAPEZZONE. Concludo rapidamente, signora Presidente; numero uno, se c'è stato un errore - del quale ci scusiamo - non mi pare una buona idea procedere con lapidazioni e mortificazioni; numero due, approcciamo il dibattito anche sulla legge, rispettando tutte le posizioni, anche la posizione di chi da sponda liberale quella legge non condivide…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Capezzone.
DANIELE CAPEZZONE. …terzo e ultimo, su questa materia e da questi banchi, l'antisemitismo è la cosa da noi più lontana: senza “se” e senza “ma” siamo stati, siamo e saremo amici di Israele e del popolo ebraico anche nelle giornate più dure e più difficili, anche quando altri applaudono il regime iraniano che vuole distruggere Israele…
PRESIDENTE. Onorevole Capezzone, abbia pazienza, concluda.
DANIELE CAPEZZONE. …in una certa solitudine abbiamo fatto battaglie su questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. In provincia di Mantova l'11 giugno ha partecipato alle elezioni comunali per il comune di Sermide e Felonica una lista chiamata Fasci italiani del lavoro e i voti riportati hanno consentito di fare entrare una persona di questa lista in consiglio comunale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signora Presidente, intervengo per sollecitare la risposta del Governo ad un'interrogazione che ho presentato e che fa riferimento alla situazione grave che si è determinata in Sicilia a seguito dei numerosi incendi. Sono andati in fumo migliaia di ettari di bosco, di macchia mediterranea, anche di piante all'interno di aree di pregio ambientale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.
SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Questa mattina il direttore dell'agenzia Frontex ha chiarito in Parlamento europeo che l'accordo Triton fortemente voluto dall'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi prevede che tutti i migranti siano portati in Italia. Appare evidente come Renzi e il Partito Democratico in qualche modo abbiano voluto svendere il nostro Paese facendolo diventare il più grande porto d'Europa per l'arrivo dei migranti in cambio evidentemente di un alleggerimento e di una flessibilità sui conti pubblici. Ciò dimostra in realtà un fatto gravissimo che è stato omesso fortemente dall'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dell'allora Ministro degli esteri Gentiloni: un fatto che in qualche modo deve essere chiarito, deve essere spiegato al Parlamento e poi anche al popolo italiano e su questo noi vogliamo chiarimenti perché chi ha mentito allora deve subire le conseguenze di una decisione che è in tutela dell'interesse nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Le parlo a nome del gruppo di Forza Italia per chiederle che il Governo, il Ministro Galletti, venga tempestivamente a riferire in quest'Aula circa i roghi che stanno devastando il sud Italia con particolare riferimento alla drammatica vicenda che riguarda il fronte di fuoco del Vesuvio. Due milioni di abitanti invasi dalla cenere in una sorta di spettrale nuova eruzione vulcanica che distrugge l' naturalistico, di rara bellezza peraltro, avvelena l'ambiente, mette a rischio la salute stessa di milioni di cittadini intossicati da mefitici e nauseabondi fumi.
PRESIDENTE. Deve concludere…
PAOLO RUSSO. Sotto quel vulcano, in quell'area, Presidente, ci sono…
PRESIDENTE. Cerchi di concludere, onorevole.
PAOLO RUSSO. Sto concludendo. Ci sono milioni di cittadini, che hanno eguali diritti, ci sono bambini ed anziani con gravi difficoltà respiratorie, ci sono imprese, aziende e famiglie che in queste ore stanno subendo danni incommensurabili nelle produzioni e nella vita normale. Attendiamo da parte del Governo verità, notizie e soprattutto misure adeguate.
ANNA MARIA CARLONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANNA MARIA CARLONI. Signora Presidente, in queste ore le fotografie del Vesuvio avvolto in una nuvola bianca e di Pompei come nel 79 dopo Cristo stanno facendo il giro del mondo. C'è molta angoscia, i cittadini della popolosissima area vesuviana vivono ore drammatiche. Sappiamo che oggi il Ministro Galletti si è recato sul posto, ha incontrato i sindaci dell'area vesuviana e si è impegnato con loro. Sappiamo che gran parte di questi incendi nel Vesuvio sono di origine dolosa, e ci sono foto aeree che lo dimostrano ampiamente. Sappiamo che ci sono centinaia di migliaia di volontari impegnati. Sappiamo dell'abnegazione dei vigili del fuoco, che lavorano notte e giorno. Sappiamo tutto questo, ma abbiamo la necessità che il Governo venga in Aula con urgenza per riferire sulla situazione gravissima della Campania, perché sappiamo che gli incendi si stanno estendendo oltre l'area del Vesuvio, così come della Sicilia e di altre regioni del Sud. Quindi, chiediamo che il Governo riferisca in Aula con urgenza.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.