PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ROBERTO CAPELLI, legge il processo verbale della seduta del 13 ottobre 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baretta, Carbone, Cicchitto, Coppola, Damiano, De Menech, Epifani, Fico, Mannino, Mazziotti Di Celso, Meta, Pes, Francesco Saverio Romano, Scanu, Sereni, Sottanelli e Turco sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 16 ottobre 2017, il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, Andrea Colletti, ha reso noto che, a far data dal 19 ottobre 2017, il deputato Ferdinando Alberti assumerà l'incarico di tesoriere del gruppo, in sostituzione della deputata Laura Castelli.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Quartapelle Procopio ed altri n. 3-03302 .
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signor Presidente. Il Ministero ringrazia l'onorevole Quartapelle per aver sollevato una questione di grande attualità. Come è noto l'Africa è una priorità assoluta della politica estera italiana e il Ministro ha chiesto in questi mesi alla nostra diplomazia di orientare maggiormente lo sguardo verso il continente africano. In tale spirito, il Governo è impegnato attivamente, nei vari internazionali, nel favorire una mediazione politica nella Repubblica democratica del Congo, volta a promuovere il ritorno alla stabilità del Paese nonché a migliorare la situazione dei diritti umani e delle condizioni di vita della popolazione. Il Ministero, già nello scorso 23 giugno, ha avuto un incontro con il Vice Primo Ministro e Ministro degli affari esteri, Okitundu, dedicato, fra l'altro, all'approccio delle Nazioni Unite e dell'Unione europea alla crisi in corso nel Paese.
PRESIDENTE. L'onorevole Quartapelle Procopio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie mille, Presidente. Grazie, Sottosegretario. L'interrogazione aveva l'obiettivo di alzare l'attenzione sulla situazione gravissima in Repubblica democratica del Congo e, in particolare, nella provincia del Kasai.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione Lacquaniti ed altri n. 3-03067. Avverto che, in data odierna, su richiesta del presentatore, è stata trasformata in una interrogazione a risposta scritta.
PRESIDENTE. Passiamo dunque all'interrogazione Iacono n. 3-03206 .
GIUSEPPE CASTIGLIONEGrazie, Presidente, onorevoli colleghi, il Ministero delle Politiche agricole ha sempre riservato particolare attenzione alle imprese agricole che hanno subito danni a causa di eccezionali eventi atmosferici. Proprio per questo e in considerazione dell'eccezionalità degli eventi richiamati dall'interrogante, che ringrazio, abbiamo sostenuto e approvato l'emendamento alla manovra correttiva dei conti pubblici, che prevede una disposizione a favore di quelle imprese agricole che abbiano subito danni anche a seguito della siccità del periodo estivo, estendendo ad esse la possibilità di accedere ai benefici del Fondo di solidarietà nazionale anche per le colture assicurabili.
PRESIDENTE. L'onorevole Iacono ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
MARIA IACONO. Grazie, Presidente, grazie, onorevole sottosegretario, per la risposta ampia e articolata che ha voluto dare alla mia interrogazione, attraverso la quale ho inteso dare voce al grido d'allarme lanciato dal mondo dell'agricoltura, dalle organizzazioni professionali e dai sindaci del mio territorio, in merito appunto alla gravissima crisi determinata durante la canicola estiva da condizioni climatiche straordinarie, che ha letteralmente messo in ginocchio uno dei segmenti produttivi più importanti della già asfittica economia siciliana.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Giachetti n. 2-01878 .
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signor Presidente. Con l'atto in discussione, l'onorevole Giachetti, dopo aver descritto le condizioni della casa circondariale “San Giuliano” di Trapani, con particolare riguardo al ruolo di educatori e funzionari giuridico-pedagogici, richiede quali interventi siano stati programmati o attuati per sopperire a carenze di personale addetto all'area trattamentale nell'ambito di un istituto penitenziario dalla gestione complessa sotto vari profili.
PRESIDENTE. L'onorevole Giachetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, signor Presidente. Ringrazio il sottosegretario, ovviamente, sottosegretario, nessuno mette in discussione il lavoro che è stato fatto dal Ministero in tutti i campi e in tutti i sensi per attenuare quelle che sono le condizioni obiettivamente difficili, per usare un eufemismo, che vivono tutte le carceri italiane; poi, ci sono, ovviamente, specificità che rendono alcune situazioni ancora più difficili.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione n. 3-02041 degli onorevoli Zaccagnini e Piras.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, D'Ambrosio, Ferrara, Lorenzo Guerini, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Alberti ed altri n. 1-01707, Busin ed altri n. 1-01726 e Paglia ed altri n. 1-01728, concernenti iniziative di competenza in merito alla nomina del Governatore della Banca d'Italia .
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire per esprimere il parere sulle mozioni presentate. Un attimo solo che la mozione appena presentata sia data al Governo, che dovrà esprimere il parere su quelle che ovviamente sono state già presentate nei giorni scorsi, su quelle che sono state presentate questa mattina e, da ultimo, su quella che è stata presentata pochi minuti fa.
PIER PAOLO BARETTA,. Grazie Presidente. Parere favorevole sulla mozione Fregolent ed altri 1-01731, con la seguente riformulazione sulle premesse.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Baretta, però, partiamo dalla prima, nell'ordine in cui le sono state date. Va bene?
PIER PAOLO BARETTA,. Sì, va bene.
PIER PAOLO BARETTA,. Parere contrario su tutte le altre mozioni.
PRESIDENTE. Allora, adesso passiamo alla mozione Fregolent ed altri 1-01731.
PIER PAOLO BARETTA,. Parere contrario su tutte le mozioni, salvo parere favorevole sulla mozione Fregolent ed altri n. 1-01731, con una modifica al quinto capoverso delle premesse, alla terza riga. Dopo la parola “banche”, sostituire le parole “che a prescindere dalle ragioni che le hanno originate - sulle quali”, con le seguenti: “sulle cui ragioni si pronunceranno gli organi competenti, ivi compresa la Commissione d'inchiesta all'uopo istituita.” Espungere le ultime righe dalla parola “avrebbero” in poi. Per il resto, parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'UDC, come è noto, da qualche tempo è all'opposizione di questo Governo. Devo dire, però, che questa volta mi è difficile non concordare con il parere espresso dal rappresentante del Governo in quest'Aula.
PRESIDENTE. Avverto che l'onorevole Sottanelli ha ritirato la firma dalla mozione Zanetti ed altri n. 1-01729.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Confesso che la presentazione in quest'Aula di una mozione mi ha ispirato un'istintiva diffidenza. Poi, a questa mozione, naturalmente, si sono unite quelle di altri esponenti dei partiti di opposizione, compresi quelli che con la gestione delle banche venete, qualche, per così dire, “collateralità politica” dovrebbero pure avercela, visto che il presidente di quegli infausti istituti non è certamente ignoto. È, insomma, personaggio piuttosto noto nel Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, Governo, l'Italia è un Paese strano. È un Paese dove chi sbaglia non paga mai. Ora siamo perfettamente a conoscenza del fatto - e ci mancherebbe altro - che il governatore Ignazio Visco terminerà - e noi ce lo auguriamo - il suo cammino, il suo pessimo cammino in Bankitalia il 31 ottobre 2017. È altrettanto chiaro, Presidente e Governo, che c'è l'articolo 47 della nostra Carta costituzionale che va a tutelare il risparmio in tutte le sue forme. È anche e soprattutto per questo che con la nostra mozione confidiamo - e siamo stati tra i primi a presentarla e tra i primi a chiedere la Commissione d'inchiesta rispetto a questa schifezza che le banche hanno perpetrato nei confronti della carne viva della popolazione italiana, di imprenditori, di piccoli azionisti, di risparmiatori - e chiediamo le dimissioni del governatore di Bankitalia e la nomina di un'altra persona perché, Presidente, è altrettanto chiaro che rispetto a Bankitalia e rispetto a quanto successo in Italia a molti istituti bancari c'è stato un controllo assolutamente carente da parte di Bankitalia e della Consob, i cui vertici avrebbero dovuto dimettersi il giorno dopo questi scandali e non aspettare che il Parlamento per l'ennesima volta andasse a ratificare di fatto una nomina calata dall'alto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, sottosegretario Baretta, le nuove procedure di nomina del Governatore sono scaturite dopo la crisi dell'estate 2005, quella della doppia OPA incrociata, con l'epilogo delle intercettazioni che coinvolsero il Governatore del tempo, dottor Fazio. Prima la nomina era a vita e, in Parlamento, aveva molti estimatori anche tra coloro che hanno sottoscritto alcune delle mozioni, a destra come a sinistra, per non parlare della Lega. Diciamo che, nel 2004, la mia iniziativa politica di superare la nomina a vita, definendo un mandato a termine, era abbastanza isolata. No, perché qui, diversamente, scopriamo sempre delle cose strane. Ora, la nuova procedura ha portato, subito dopo - fu adottata nel 2005, verso la fine dell'anno - alla nomina di Mario Draghi, passato poi alla guida della BCE; gli è subentrato Ignazio Visco, ora in scadenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetti. Ne ha facoltà.
ENRICO ZANETTI. Grazie, signor Presidente. La nostra mozione, analogamente a quella di altri gruppi, chiede al Governo di impegnarsi nel senso di non confermare, bensì di procedere a nuova nomina del Governatore della Banca d'Italia in occasione della scadenza naturale del suo mandato. Arriva a formulare questa richiesta su un percorso, però, molto diverso da quello che abbiamo rinvenuto nel testo di altre mozioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Da anni, oramai, la Banca d'Italia è stata privata di alcune funzioni fondamentali che un tempo, e anche oggi, definiscono una banca centrale: non ha più alcun potere, di fatto, sulla politica monetaria, se non di concerto con la BCE e con le altre banche centrali che fanno parte del sistema dell'euro e anche sulla vigilanza le è stata sottratta l'autorità sulle grandi banche, sulle cosiddette banche sistemiche. Nonostante tutto questo, la nomina del Governatore della Banca d'Italia è tuttora uno degli atti fondamentali del Governo, forse, quello che viene interpretato come il massimo potere di nomina governativa all'interno della Repubblica. Quindi, è giusto che ci sia un'attenzione anche da parte del Parlamento su questa questione; è molto meno giusto - lo dico in premessa - che questo avvenga sulla base di una mozione - quello che non condivido dell'impostazione data dai colleghi del MoVimento 5 Stelle - che faccia nome e cognome e che diventa, di fatto, una mozione nei confronti dell'attuale Governatore.
PRESIDENTE. Sono in tribuna i ragazzi e i docenti dell'Istituto comprensivo “Arnaldo Fusinato” di Schio, in provincia di Vicenza, che salutiamo. Stanno seguendo i nostri lavori . Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Presidente, il Governo, da quanto si apprende da fonti di informazione e di stampa, si appresta a confermare per altri sei anni il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Questa è un'occasione nella quale, a nostro parere, sarebbe opportuno invece un bilancio di quello che è l'operato del Governatore: non si vuole qui personalizzare, ma si vuole parlare della funzione della Banca d'Italia e di chi la presiede. Lo ricordo (l'ha accennato anche prima il mio collega), a prescindere da compiti di garanzia di stabilità monetaria, che sono stati delegati nel momento in cui si entrati nell'Eurozona alla BCE, restano comunque in capo a Banca d'Italia degli importanti compiti riguardanti la sana e prudente gestione degli intermediari finanziari, la stabilità e l'efficienza del sistema finanziario e l'osservanza delle norme che regolano appunto la materia del credito e dell'intermediazione finanziaria. Non solo a nostro parere, ma credo sia di tutta evidenza che questo compito è stato come minimo troppo spesso disatteso dalla Banca d'Italia in questo periodo: è mancata l'individuazione di condotte che avrebbero compromesso appunto la stabilità del sistema, con le conseguenze che sappiamo derivano direttamente in capo ai risparmiatori, ai soci delle varie banche, ai portatori di interessi delle banche in generale; ma ancor più grave è che una volta rilevate queste mancanze, la Banca d'Italia non ha agito, prima di tutto comunicando con il dovuto allarme alla Consob i fatti rilevati, ma soprattutto non sanzionando, non interrompendo certe pratiche che, a voler essere buoni, potremmo definire di ma che in qualche caso si sono rivelate delle condotte decisamente truffaldine o delinquenziali, in alcuni casi specifici, di banche.
PRESIDENTE. Molto bene, ne prendiamo atto.
FILIPPO BUSIN. Solo della mia mozione, per la premessa e gli impegni.
PRESIDENTE. Molto bene, grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Presidente, la ringrazio, e le confesso che affronto questa dichiarazione di voto non senza un imbarazzo. Un imbarazzo per due tipi di motivo. Il primo è che nella mia esperienza parlamentare, non lunghissima, ma decennale, non ho mai visto una discussione delle mozioni partita da mozioni : né né . La mozione del MoVimento 5 Stelle che ha fatto scaturire questo dibattito è una mozione che fa nomi e cognomi, affronta la questione della nomina del Governatore della Banca Italia. Credo che non sia un metodo ortodosso per un Parlamento, tra l'altro entrando in una decisione che spetta al Capo dello Stato e all'Esecutivo. Quindi, da questo punto di vista, il nostro gruppo si dissocia da questo tipo di mozione e voteremo contro queste mozioni.
FILIPPO BUSIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Una rettifica: chiedo la votazione per parti separate anche della mozione del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Quindi, la votazione per parti separate tra premesse e dispositivo riguarda non solo la mozione della Lega, ma anche la mozione del MoVimento 5 Stelle, ne prendiamo atto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Albini. Ne ha facoltà.
TEA ALBINI. Grazie Presidente. Il nostro gruppo si asterrà su tutte le mozioni presentate e a nostro giudizio il fatto di portare in Aula una discussione sul mandato del Governatore di Bankitalia, sulla sua riconferma o meno, non ci appassiona, soprattutto se tutto si riduce a una discussione frettolosa sulla persona e limitata nel tempo che l'Aula concede alle mozioni. È bene ricordare che dal 2005, il Governatore della Banca d'Italia non è più a vita e la sua nomina avviene con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Governo, stessa procedura per la revoca.
PRESIDENTE. No, gentilmente, lasciamo il Governo ascoltare l'oratore. Prego, onorevole.
TEA ALBINI. …nella scadenza dell'incarico di Visco. Ultimo punto, non meno importante: il nostro parere è che una materia complessa e piena di risvolti e ricadute non solo a livello nazionale non possa essere trattata con mozioni che hanno tanto il sapore di propagande elettorali, in un momento in cui con l'Europa occorre trattare su alcune questioni fondamentali, quali alcuni cambiamenti di regole bancarie, e con la BCE sulla riduzione progressiva del proprio intervento che avrebbe ed avrà pesanti conseguenze sul nostro debito. Noi non difendiamo nessuno, ma non ci piacciono giudizi sommari su persone o accadimenti che dovrebbero avere ben altra consistenza e che auspichiamo saranno riflessioni che il Presidente della Repubblica farà alla scadenza del mandato del Governatore attuale. Signor Presidente, sono solo alcune delle considerazioni che mi sentivo di fare, ma che, come dicevo all'inizio del mio intervento, porteranno il nostro gruppo ad astenersi su tutte le mozioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Forza Italia non parteciperà a questa mozione di sfiducia contro il Governatore della Banca d'Italia, una mozione di sfiducia e così come Forza Italia non ha mai partecipato, sin dalla sua storia, per tutta la sua storia, a mozioni di sfiducia individuali, farà altrettanto con queste mozioni di sfiducia, che sono . Non c'è dubbio, signor Presidente, che oggi è una brutta pagina che si sta perpetrando all'interno di quest'Aula, con uno scontro strisciante di potere che c'è all'interno del Governo con il segretario del PD, è inutile nasconderlo.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Palese. Onorevole Martella, grazie.
ROCCO PALESE. …e la disciplina dei mercati finanziari, che fu necessaria a seguito dello scandalo che scoppiò, Cirio, Parmalat e quant'altro. Ed è stata l'unica norma, l'unica riforma seria di tutela vera, così come previsto dalla Costituzione, del risparmio nel nostro Paese con cui si sono inserite anche delle regole e degli iter procedimentali per il problema della nomina del Governatore della Banca d'Italia. È fin troppo evidente che bisogna seguire esattamente quello che prevede l'articolo 19, comma 8, della legge n. 262 del 2005, che prevede che la nomina del Governatore della Banca d'Italia sia disposta con decreto del Presidente della Repubblica - lo ripeto, signor Presidente, con decreto del Presidente della Repubblica -, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia.
ROCCO PALESE. …rispetto a quelle che sono le grandi banche, perché anche lì ci sono i soldi degli italiani e il risparmio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.
DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Devo dire di essere quasi stupito delle reazioni di alcuni colleghi alla mozione che abbiamo presentato e ai testi di alcune altre mozioni. Sono stupito perché sembra che qualcuno si sia quasi offeso per il fatto che abbiamo chiesto di dare l'incarico di governatore della Banca d'Italia a una persona diversa dell'attuale governatore della Banca d'Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sanga. Ne ha facoltà.
GIOVANNI SANGA. Presidente, quanto è avvenuto in questi anni nell'ambito bancario è stato oggetto di ampie discussioni in quest'Aula. La crisi dal sistema - abbiamo avuto modo di dirlo in molte occasioni - è stata dovuta senz'altro anche alla recessione che ha profondamente segnato il nostro Paese dal 2007 in poi. Sono sotto gli occhi di tutti i numeri pesanti, difficili relativi alla recessione che abbiamo vissuto. È una crisi dovuta in parte anche alla struttura che le banche italiane mantenevano e hanno mantenuto nei decenni, struttura che non era più adeguata ai nostri tempi ed è una crisi che senz'altro è stata dovuta anche in molti casi a comportamenti che certamente abbiamo contestato e abbiamo denunciato, comportamenti che hanno visto commistioni tra interessi privati, tra gestioni opache, per non dire anche malversazioni che abbiamo osservato in diverse occasioni. Presidente, per fare chiarezza su tutto questo, abbiamo istituito una Commissione d'inchiesta che ha iniziato a lavorare con intensità e con tutti gli strumenti che una Commissione come questa può disporre. Al di là della Commissione, possiamo dire oggi che i Governi della legislatura in corso hanno avviato una fortissima azione di rafforzamento del sistema, un'azione che possiamo definire epocale. Vogliamo elencare alcuni di questi provvedimenti? La riforma delle banche popolari che ha fatto venire alla luce fatti e situazioni che ben conosciamo; la riforma del credito cooperativo che ha rafforzato significativamente la realtà, importantissima per il nostro Paese, delle banche di credito cooperativo; l'intervento sulle diverse banche in crisi. Presidente, abbiamo garantito in ventiquattro ore la riapertura di tutti gli sportelli delle due ex banche venete, cosa che non era mai stata vista in questo Paese e le nostre misure sono sempre state rivolte alla tutela dei risparmiatori, al sostegno delle aziende, al sostegno quindi delle famiglie e non certamente alla difesa dei banchieri.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Vi pregherei di prendere posto perché abbiamo delle votazioni un po' articolate.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato, n. 1994-B: Disposizioni in materia di criteri per l'esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi.
MARCO DI LELLO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO DI LELLO, . Grazie Presidente, prenderò solo qualche minuto. Questo disegno di legge, com'è noto, ha alle spalle un iter travagliato: approvato al Senato nel gennaio 2014, è arrivato qui nel maggio dell'anno scorso come modificato al testo unico n. 380, quello sull'edilizia.
PRESIDENTE. A seguito della proposta di rinvio del testo in Commissione chiedo, ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del Regolamento, quale sia il parere dell'altro relatore, l'onorevole Sarro.
CARLO SARRO,. Grazie Presidente, il mio parere è naturalmente di segno diametralmente opposto a quello che abbiamo testé ascoltato, per la semplice ragione che questo provvedimento giunge in Aula in quarta lettura, dopo una elaborazione che ha interessato e impegnato i due rami del Parlamento per circa quattro anni, cioè in pratica per l'intera legislatura.
PRESIDENTE. Do ora la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un oratore contro e ad uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.
PAOLO RUSSO. Poi vedremo se c'è qualcuno che ha il coraggio di parlare a favore.
PRESIDENTE. Sì, sì, già c'è, onorevole Russo.
PAOLO RUSSO. Lo ascolteremo, e lo ascolteranno anche i cittadini campani . E in una parte del Paese dove la democrazia è ancora incompiuta…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Russo, scusi, scusi. Vorrei avvisare il pubblico che non si può manifestare in nessun modo in quest'Aula. Quindi si può assistere, ma stando in silenzio. Prego.
PAOLO RUSSO. E in una parte del Paese dove la democrazia è ancora incompiuta, dove lo Stato troppo spesso ha avuto la stessa faccia della mafia, dove i segni e gli esempi sono sostanza, sarà un modo per affermare che la legge è uguale per tutti e che non sarà mai il più ricco e il più potente a poterla aggirare impunemente aspettando tempi migliori. È per questo che chiedo l'approvazione del provvedimento.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Russo.
PAOLO RUSSO. Concludo. …di chi crede che tutti siano come voi, falsi e bugiardi come gli dèi pagani. Questa è semplicemente l'ora in cui gettate la maschera dell'ipocrisia, è l'ora della verità .
PRESIDENTE. Colleghi, vorrei informarvi che sto per dare la parola all'onorevole Catania che parlerà a favore del rinvio in Commissione; però, a norma dell'articolo 45, siccome ho avuto altre richieste, dopo l'onorevole Catania darò la parola a chi lo chiede, uno per gruppo, sul rinvio in Commissione, ovviamente di coloro che non sono intervenuti fino adesso. Chiaro, onorevole Rampelli? Molto bene.
MARIO CATANIA. Presidente, la materia dell'abusivismo edilizio costituisce non da oggi una delle più gravi piaghe del nostro Paese: è un tema su cui più volte in passato il Parlamento ha dovuto misurarsi, senza tuttavia mai imboccare la linea decisa e netta di un contrasto efficace e duraturo a questo fenomeno.
MARCELLO TAGLIALATELA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Io non so se qualcuno in Aula sa che questo provvedimento prende forma dal cosiddetto “protocollo Siracusa”, che è un protocollo firmato dalla procura generale della Repubblica di Siracusa con il quale si stabiliva esattamente quello che il provvedimento oggi in Aula prevede e, quindi, una priorità all'interno del meccanismo delle demolizioni. Dunque, non stiamo parlando di un atto eversivo, stiamo parlando invece di un provvedimento che prende forma esattamente da un protocollo firmato dalla procura generale di Siracusa, tant'è vero che se andate su internet, e cercate attraverso queste due semplici parole “protocollo Siracusa”, troverete esattamente quello che vi sto dicendo. Quelli che vi dicono che questo è un provvedimento che riguarda sanatorie, nuovi condoni edilizi, vi dicono una bugia. Io penso che le bugie in Aula debbano essere cancellate, ovviamente insieme all'ipocrisia, ma l'ipocrisia può essere ben nascosta, sulle bugie basta informarsi, basta andare a leggere i testi per rendersi conto che quello che oggi il Parlamento è chiamato a votare, e noi voteremo in maniera favorevole al provvedimento, prevede semplicemente un meccanismo di priorità, così come la procura generale alla Repubblica di Siracusa aveva previsto qualche anno fa. Andate a leggere questi documenti, eviterete brutte figure.
ANTONIO MAROTTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie Presidente. Con molta serenità, ma con altrettanta forza, io vorrei dire che non ho capito le motivazioni del rinvio in Commissione. Ci sono delle situazioni rispetto alle quali il rinvio in Commissione può servire a qualche cosa, a chiarire degli aspetti, ad integrare, ove mai attraverso gli emendamenti ciò non possa venire in Aula, una buona legge. Altre ragioni di natura squisitamente tecnica come la mancanza di pareri. Ma rispetto a un provvedimento che è nato con l'accordo di tutti in Senato, è arrivato qui da noi, ed è stato in Commissione approvato con un'ampia maggioranza, individuando semplicemente un percorso rispetto a delle situazioni già esistenti, io sinceramente non capisco il perché del rientro in Commissione. Se si parla di condono e questo non è un condono. È chiaro che l'opinione pubblica può essere tratta in inganno, perché sappiamo qual è il valore dei condoni, come sono considerati. Ma qui non è un condono. Questo la gente l'ha capito e l'hanno capito soprattutto gli abitanti di quelle zone della nostra Campania. Ecco perché vedo un disinteresse generale, ed è soprattutto la nostra regione, la Campania, che è sottoposta a questa situazione gravissima. E allora che cosa si è detto? Si è detto solamente di individuare un sistema di graduazione degli abbattimenti. Peraltro, questa situazione era già stata recepita in buona sostanza, e lo dicevano i colleghi prima di me, da altre procure che avevano individuato un sistema rispetto al quale procedevano alla demolizione.
SERENA PELLEGRINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Convintamente indicherò al gruppo parlamentare Sinistra Italiana-Possibile il rinvio in Commissione di questo provvedimento, e non perché siamo degli ambientalisti pelosi, come ha detto qualcuno, ma semplicemente perché non vogliamo che questo sia un condono mascherato (La casa è un diritto”).
PRESIDENTE. Per favore, la persona che ha strillato deve essere allontanata, grazie.
SERENA PELLEGRINO. Questo provvedimento, Presidente…
PRESIDENTE. No, attenda un attimo, onorevole Pellegrino…la persona…Casa, casa casa. Sospendo la seduta, che riprenderà appena abbiamo sgomberato. Prego i commessi di sgombrare le tribune, grazie. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Pellegrino.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Mi dispiace per questo incidente che è intercorso, ma evidentemente qualcuno deve aver fatto delle false promesse a queste persone che in questi anni hanno, ahinoi, costruito delle case in maniera difforme rispetto ai piani regolatori edilizi, e purtroppo moltissimi altri cittadini italiani, invece, tutti i giorni pagano dei tecnici per fare la loro casa aderente ai piani regolatori. Questo credo che debba essere detto in maniera chiara e inequivocabile, perché, purtroppo, che cosa è accaduto con questa legge? Che, davanti allo slogan dell'antiabusivismo, e quindi con l'apparente e giusta motivazione di voler razionalizzare le procedure di demolizione giudiziale dei manufatti abusivi, volete invece istituire un fondo di rotazione, utilizzando, ovviamente, denaro dei cittadini.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
SERENA PELLEGRINO. Vado a concludere, Presidente, perché credo di essere stata sufficientemente chiara in quello che voglio esprimere. Concludo così, con una frase, Presidente, molto molto semplice. Alberto Magnaghi, nel 2010, scriveva che il territorio è un'opera d'arte, forse la più alta, la più corale che l'umanità abbia espresso; un'opera che prende forma attraverso il dialogo di entità viventi, l'uomo e la natura. Nel tempo lungo della storia - concludo - la bellezza che ci racconta quest'opera d'arte non può essere soggetta a condizioni sospensive. Chiunque arrechi pregiudizio…
PRESIDENTE. Deve concludere.
SERENA PELLEGRINO. …di sorta ad essa e a chi ne possa godere deve trovare l'opposizione ferma e certa di una comunità che su di essa fonda i suoi stessi caratteri identitari di lunga durata.
IGNAZIO ABRIGNANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Pregherei tutti i colleghi di abbassare un po' il tono della voce, perché stiamo andando ben oltre…
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, Presidente. La cosa che più colpisce in questa decisione che stiamo per votare, a cui noi siamo assolutamente contrari, è che per circa quattro anni in questa legislatura abbiamo affrontato questo disegno di legge; fa quasi concorrenza al “decreto concorrenza”, che ha avuto più o meno lo stesso iter. E, rispetto al disegno di legge iniziale, questo testo è stato riscritto completamente in prima lettura alla Camera, in accordo con il Governo. Per cui, oggi, che siamo arrivati alla quarta lettura, tecnicamente noi dovremmo affrontare esclusivamente un problema di una norma sulla copertura e sul bilancio che nulla ha a che vedere col merito della legge in generale.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Abrignani. Onorevole Russo, vale per tutti. Prego.
IGNAZIO ABRIGNANI. Senza volerla tirare troppo per le lunghe, noi non riusciamo a comprendere le motivazioni, senza certamente voler dare ragione a chi oggi in qualche modo si esprime in maniera non conforme a quello che la Camera dovrebbe con chi era in questo momento sui nostri spalti, in tribuna. Però, capiamo che qui nessuno ha fatto false promesse; qui si tratta di qualcuno che ha seguito questo iter parlamentare che - ripeto - ha fatto tre volte il giro di Camera e Senato arrivando sicuramente oggi qui con una piccola norma solo per la sua approvazione. È questo che scatena le ire di chi in qualche modo stava sulle tribune. Questo per dirle che il nostro gruppo voterà convintamente contro il rinvio in Commissione.
LUISA BOSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUISA BOSSA. Grazie, Presidente. Io ho grande stima per l'onorevole Russo e lui questo lo sa. Perciò, non mi è piaciuta la sua non tanto velata sfida - non uso altro - a chi dovrà rispondergli. Lo faccio io per il Movimento Democratico e Progressista.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge concernente la coltivazione e la somministrazione della a uso medico.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4620: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2016-2017.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
PAOLO TANCREDI, . Presidente, il parere è contrario e annuncio fin da adesso che il parere sarà contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. No, il parere va espresso comunque articolo per articolo. Quindi, la ringrazio dell'informazione, ma lo riprendiamo dopo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
PAOLO TANCREDI, . La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 4.2 Gianluca Pini.
SESA AMICI,. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
PAOLO TANCREDI, . Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 5.10 e 5.6 Elvira Savino.
SESA AMICI,. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
PAOLO TANCREDI, . La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 8.1 Galgano.
SESA AMICI,. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
PAOLO TANCREDI, . La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 9.1 Galgano.
SESA AMICI, . Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
SESA AMICI,. Ordine del giorno Vignali n. 9/4620/1, parere contrario. Ordine del giorno Paola Boldrini n. 9/4620/2, parere favorevole. Ordine del giorno Tancredi n. 9/4620/3, parere contrario. Ordine del giorno Allasia n. 9/4620/4, parere contrario. Ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/4620/5, parere contrario. Ordine del giorno Busin n. 9/4620/6, parere contrario. Ordine del giorno Guidesi n. 9/4620/7, parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ora al voto sugli ordini del giorno.
PAOLO TANCREDI. Presidente, lo ritiro. L'obiettivo era quello solo di distinguere le indagini scientifiche fatte da dipartimenti universitari, dalle indagini commerciali che giustamente vengono regolamentate in maniera molto stretta dalla normativa e dai criteri che abbiamo dato per la delega. Ma comunque ritiro l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, noi voteremo a favore sia della risoluzione sostenuta dalle forze di maggioranza, sia della risoluzione di Forza Italia. Sarebbe stato opportuno integrarle fra di loro, perché non dicono cose contraddittorie ma si completano bene.
PRESIDENTE. Onorevole Tancredi… Onorevole Tancredi… Grazie.
ROCCO BUTTIGLIONE. …che creano i veri posti di lavoro. A parte questo, la risoluzione di Forza Italia è perfettamente condivisibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Non lo vedo in Aula: s'intende che vi abbia rinunziato.
ADRIANA GALGANO. Presidente, sottosegretaria Amici, onorevoli colleghi, in questa legislatura con le leggi di delegazione e le deleghe da esse attribuite al Governo abbiamo recepito 139 direttive; con l'approvazione di oggi ne aggiungiamo 29. Abbiamo fatto un buon lavoro, che ci ha consentito di essere nel 2016 il Paese che ha ridotto di più le infrazioni nell'Unione europea: per la prima volta, siamo stati più bravi di altri Paesi. Noi abbiamo ancora 64 infrazioni aperte, mentre Francia e Germania ne hanno ben 89. Tra le note positive cito anche la diminuzione del 60 per cento delle frodi realizzate in Italia al bilancio europeo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Grazie, signor Presidente. Nello scorso luglio, la Camera ha approvato in prima lettura la legge europea 2017, mentre nello stesso periodo il Senato votava il provvedimento che oggi completa il suo qui alla Camera, la legge di delegazione europea. Si tratta in pratica di due tempi della stessa partita. È una partita importante che doverosamente vede il consenso del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente. Anche per la gentilezza appena accordata, cercherò di essere piuttosto breve. Il gruppo parlamentare Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si esprimerà con un voto di astensione rispetto a questa delega di fatto. perché siamo sempre e comunque convinti che delegare inevitabilmente ogni volta all'Esecutivo non sia un bene per coloro che invece dovrebbero legiferare anche in modo piuttosto autonomo rispetto al Governo; dopodiché, perché si attribuisce una delega, rispetto al recepimento di direttive europee, rispetto anche all'attuazione di altri atti dell'Unione europea, al Governo e sappiamo perfettamente quanto e come il Governo procederà in questo senso. Un'Europa, Presidente, che è evidente che attualmente, per così come è fatta e per così come giace, al netto di tutte le contraddizioni che ci sono all'interno di questa Unione europea, non ci piace. Avremmo preferito fare di più, fare meglio, e fare soprattutto sentire la voce, forse un po' più grossa, anche da parte dei Governi che si sono susseguiti in questi cinque anni in seno a quella che in molti chiamano Unione europea, ma che noi non vediamo ancora come unione, così come effettivamente i padri dell'Unione europea volevano intenderla. Andiamo a sottolineare soltanto alcuni passaggi che sono stati, sì anche oggetto di legiferazione rispetto alla cosiddetta Unione europea, al cosiddetto Governo e al Parlamento europeo. Parliamo di lavoro, parliamo di parliamo di migrazione, parliamo di tutti questi temi, laddove esattamente l'Unione europea ha dimostrato anche quanto non riesce a valere in termini proprio di unione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Parisi. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica-ALA e chiedo l'autorizzazione al deposito dell'intervento.
PRESIDENTE. Assolutamente sì.
GIULIO MARCON. Presidente, signora sottosegretaria, colleghi e colleghe, intanto dico che facciamo una dichiarazione che è comprensiva anche del punto successivo, perché, ovviamente, c'è un legame e c'è un accordo tra i gruppi per fare una sola dichiarazione di voto, che riguarda, appunto, la legge di delegazione europea e poi la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Sulla legge di delegazione europea preannuncio già il nostro voto di astensione, in parte per le motivazioni che anche il collega Rizzetto ha portato nel suo intervento precedente. C'è un problema di delega, e su questo noi dobbiamo riscontrare un deficit, un deficit anche dell'iniziativa parlamentare rispetto ai temi che sono oggetto della legge di delegazione europea. Alcuni recepimenti sono tardivi, sono recepimenti, in qualche modo, di cui il Parlamento doveva occuparsi in tempo, ma si tratta sicuramente del recepimento di alcune direttive, di alcuni regolamenti, anzi, di numerosi regolamenti e di alcune direttive che riguardano temi importanti, come quello dei marchi d'impresa, della dei segreti commerciali, dell'accessibilità ai siti ed altri temi ancora.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Oggi approviamo in via definitiva la legge di delegazione europea che, insieme al disegno di legge europea, rappresenta uno degli strumenti legislativi che assicurano il periodico adeguamento all'ordinamento dell'Unione. Durante l'esame al Senato è stata introdotta una modifica al titolo del disegno di legge annunciando al 2016 anche il riferimento all'anno 2017 e consentendo così di riallineare il disegno di legge annuale all'effettivo anno di riferimento. Analoga estensione temporale fu effettuata lo scorso anno in relazione al disegno di legge europea 2015 che, infatti, fu approvato come legge europea 2015-2016. Anche per quest'anno è stata confermata la scelta procedurale del Governo di sottoporre in via separata i due provvedimenti all'esame delle due Camere, che li hanno esaminati contestualmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli. Ne ha facoltà.
PAOLO ALLI. Grazie, Presidente. Nel motivare il voto favorevole del nostro gruppo sulla legge di delegazione europea, vorrei partire da una considerazione: noi abbiamo sempre parlato dell'Europa come se fosse qualcosa di diverso da noi. L'abbiamo sentito ancora oggi in alcuni interventi di colleghi. De Gasperi, Adenauer e Schumann erano dei visionari. Noi oggi siamo a questo punto con un un'Europa burocratica, con un'Europa lontana dai cittadini. Ma io credo che De Gasperi, Adenauer e Schumann non avessero avuto solo un'intuizione ma si fossero presi sulle proprie spalle il peso e la responsabilità di dare vita e di dare corpo a queste intuizioni non sempre riuscendoci, e basta pensare alla Comunità europea di difesa tanto sognata e predicata proprio da Alcide De Gasperi come strumento per arrivare a una vera unione politica e non realizzata per opposizione di qualche Paese, cioè la Francia che non accettò la cessione di sovranità relativa alla difesa. Tuttavia, ci si provò.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Articolo 1- Movimento Democratico e Progressista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Elvira Savino. Ne ha facoltà.
ELVIRA SAVINO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il disegno di legge di delegazione europea 2016-2017 contiene più di una delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione, provvedendo così ad adeguare il nostro ordinamento alle norme prodotte dal legislatore europeo. In questo modo l'Italia ottempera, come abbiamo spiegato più volte, agli obblighi derivanti dalla nostra appartenenza all'Unione europea. La legge di delegazione è quindi uno strumento che fisiologicamente interviene su diversi settori normativi ed è destinato ad incidere sulla vita di tutti i giorni dei cittadini e delle imprese che ne sono soggetti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Grazie Presidente, la legge di delegazione europea è uno dei due strumenti di adeguamento all'ordinamento dell'UE ed è uno degli elementi principali della partecipazione dell'Italia sempre all'Unione europea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iacono. Ne ha facoltà.
MARIA IACONO. Presidente e onorevoli colleghi, la legge di delegazione europea che ci apprestiamo a votare incide su molteplici aspetti della vita economica e sociale dei cittadini, intervenendo in numerosi ambiti, tra cui la disciplina dei pacchetti turistici, quella dei marchi d'impresa, in materia di abusi di mercato, della distribuzione assicurativa e in materia di indici usati nei contratti finanziari o per misurare le di fondi di investimento, quella relativa allo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale, volta a contrastare fenomeni evasivi ed elusivi, il rafforzamento di garanzie come la presunzione di innocenza, il diritto di presenziare nei processi penali, la protezione dei dati personali nelle attività di indagine, l'adeguamento del sistema ferroviario all'Unione europea e la sicurezza delle ferrovie, il cosiddetto “quarto pacchetto ferroviario”, la riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici, l'adeguamento alla normativa UE e al cosiddetto pacchetto di protezione dati personali in materia di la regolamentazione in materia di uso dei dati del codice di prenotazione, a fini di prevenzione e contrasto penale contro reati gravi e di terrorismo, nonché la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi dell'Unione.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del documento: Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Anno 2016) (Doc. LXXXVII, n. 5).
PRESIDENTE. Ricordo che ai sensi dell'articolo 126-comma 7, del Regolamento, deve essere votata per prima la risoluzione accettata dal Governo. Chiedo, quindi, alla rappresentante del Governo quale risoluzione intende accettare.
SESA AMICI,. Si accetta la risoluzione Bergonzi n. 6-00355. Parere contrario alla risoluzione Gianluca Pini ed altri n. 6-00356. Non si accoglie la risoluzione Battelli ed altri n. 6-00357. Per quanto riguarda la risoluzione Occhiuto ed Elvira Savino n. 6-00358, fatta esclusione per le premesse, si possono accogliere solo gli impegni.
PRESIDENTE. Avverto che tutti i gruppi hanno rinunciato allo svolgimento delle dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, delle seguenti proposte di legge, delle quali le sottoindicate Commissioni, cui erano state assegnate in sede referente, hanno chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6, dell'articolo 92 del Regolamento:
MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Ti spezza il fiato leggere la notizia, vedere le foto e correre con la mente a una tragedia vissuta nel nostro Paese venticinque anni fa. Macchine che saltano in aria, polvere, lacrime, e resti da raccogliere, insieme alla rabbia di sentirsi impotenti di fronte a tanto orrore. Ma quando le gambe si piegano per lo sfinimento, i pugni si chiudono per il bisogno di resistere al sistema, difendere la democrazia, fino alla fine, difendere la verità senza paura di nessuno.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, Presidente. Daphne Caruana Galizia era quella che si chiama una giornalista scomoda. Era una giornalista scomoda perché faceva il suo lavoro con pazienza e puntiglio, ma soprattutto lo faceva con coraggio. Era una giornalista scomoda per chi voleva che certi fatti non diventassero mai notizie, era scomoda per la sua capacità di unire tracce, persone e fatti, e scoprire il filo che legava ogni elemento. Era una giornalista scomoda perché era una giornalista seria.
IVAN CATALANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Il 16 ottobre del 2000, quindi diciassette anni fa, veniva assassinato a pochi chilometri da Tbilisi Antonio Russo, un giornalista di inviato di guerra che aveva denunciato le violazioni sistematiche da parte dei reparti speciali dell'esercito russo nei confronti della popolazione cecena, in particolare bambini e donne. A diciassette anni da quell'omicidio non è stata ancora fatta verità. Io ho interrogato ogni anno il Ministro degli affari esteri per sapere cosa fa la Repubblica italiana per chiedere giustizia su un eroe, un cittadino italiano, un suo eroe coraggioso, quanto dimenticato. Torno a chiedere al Ministero degli affari esteri di reclamare la verità sull'assassinio del giornalista di Antonio Russo.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, torno a richiedere una risposta del Ministro dell'interno e al Ministro della sanità ad una nostra interrogazione che ha come problema rilevante la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro da parte dei sanitari che operano nell'emergenza. Si sottolinea in questa interrogazione la vicenda gravissima vissuta da una dottoressa a Trecastagni in provincia di Catania; la stessa è stata violentata. Qual è la preoccupazione? La preoccupazione è che nel momento in cui si stanno spegnendo i riflettori della stampa tutto torni come prima, che non ci siano gli interventi dovuti. Noi abbiamo proposto di predisporre dei sistemi di videosorveglianza, la vigilanza privata da attivare. Possiamo aggiungere altre proposte, come quelle di utilizzare le strutture ospedaliere anche piccole. Si potrebbe fare un accordo con Federfarma e quindi utilizzare le farmacie che operano anche in notturna. Certamente c'è bisogno però di dare una risposta. Abbiamo tutti il dovere di guardare a queste problematiche. Noi pensiamo che a seguire questa vicenda debba essere il Governo attraverso le prefetture per individuare le zone a rischio e utilizzare alcuni sistemi che possano evitare episodi gravi, così come io ho riferito.
DALILA NESCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DALILA NESCI. Grazie Presidente. A Lamezia Terme ha sede la Fondazione Terina, ente della regione Calabria preposto alla ricerca per il settore agroalimentare calabrese, ricco ma bloccato dall'ambiguità del Palazzo.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.