PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amoddio, Artini, Bernardo, Bonafede, Michele Bordo, Coppola, D'Ambrosio, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Faraone, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Galati, Gelli, Guerra, La Russa, Latronico, Lauricella, Locatelli, Lorenzin, Marazziti, Marcon, Mazziotti Di Celso, Nicoletti, Picchi, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Polverini, Quartapelle Procopio, Ravetto, Rosato, Rossomando, Sereni, Simone Valente, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4302-A: Delega al Governo per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo; e delle abbinate proposte di legge nn. 2142-2388-2431-3492.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
TIZIANO ARLOTTI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TIZIANO ARLOTTI, Grazie, Presidente. Colgo l'occasione, perché negli interventi che ci sono stati anche ieri si è voluto evidenziare un elemento che è quello della fretta, sarebbe quello per cui non ci sarebbero stati i tempi necessari per discutere e per approfondire la legge delega che è stata presentata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Questo emendamento, insieme ad altri che seguiranno, pone una questione, che è stata derubricata dall'attuale maggioranza, relativamente alla proroga delle concessioni attuali demaniali marittime e, evidentemente, quelle previste dal provvedimento, alla luce di una prima valutazione che noi vorremmo ribadire in questa sede, perché siamo contrari a un intervento dirigistico che, come richiamava prima Arlotti, è figlio, più che di una logica di valorizzazione del territorio, e quindi delle prospettive anche imprenditoriali di corretta valorizzazione del territorio e di entrate nelle casse dello Stato conseguenti, di una logica dirigistica, che noi rigettiamo in modo chiaro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Per riprendere gli argomenti che ho appena lasciato, la cosa anche strana, che non ci convince, questo “no” a una proroga ulteriore delle concessioni in essere, è legata al fatto che questo provvedimento, opportunamente rivisto e corretto, poteva essere un provvedimento che era anche di interesse da parte dell'opposizione, visto nei tempi e nei modi necessari a poter fare un'azione utile ai territori, utile alle imprese e utile alle casse dello Stato, evidentemente; ma qui, nel momento in cui si vuole affrontare questo argomento senza una proroga con un numero sufficiente di anni per poter garantire ancora stabilità a chi ha fatto degli investimenti, evidentemente, su concessioni che sono in essere e che devono avere una prospettiva, diventa difficile poter pensare che non sia finalizzato, in qualche modo, a tenere un vantaggio elettorale nelle prossime elezioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Non c'è dubbio che questo è un provvedimento che riveste una grande importanza per il settore socio-economico del nostro Paese e per l'economia, cioè per un settore trainante che è quello del turismo e del turismo balneare in particolare. Io penso che questo sia uno dei tanti tentativi che sono stati fatti, tutti sbagliati uno dietro l'altro, perché si deve avere il coraggio di incidere veramente all'interno di questo settore e tirare fuori una riforma che determina il rispetto di quella che è una realtà incontestabile. Noi abbiamo una situazione nel nostro Paese, degli stabilimenti balneare e delle concessioni, che è una grande ricchezza. Diciamo che il è dato anche da quei dati positivi che sono venuti fuori, come PIL, come crescita e quant'altro, e quasi tutti lo attribuiscono esclusivamente a una stagione turistica che è solo merito degli imprenditori che hanno fatto investimenti, che hanno determinato una serie di situazioni tali da potersi rendere fruibili con una qualità altissima.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente. Qui vale lo stesso principio per cui ci siamo opposti al tentativo del Governo di smantellare l'attuale impianto delle concessioni senza alcun giovamento, bensì con una logica confusa e controproducente. L'Europa stessa ci mostra esempi di Paesi che hanno saputo valorizzare un settore in espansione, nell'attesa di individuare concretamente i punti su cui intervenire. Lo ribadiamo: Spagna e Portogallo hanno rinnovato le concessioni. Perché il Governo italiano non lo fa?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Anche noi intendiamo sostenere e votare a favore ovviamente dell'emendamento 1.71 Allasia, perché tratta un argomento a mio avviso particolarmente importante che è la vicenda legata al diporto nautico e alle concessioni, che, evidentemente, vengono coinvolte da questo provvedimento. Si tratta sostanzialmente di garantire, attraverso questo emendamento, una durata idonea delle concessioni finalizzate al diporto nautico e agli investimenti che, ovviamente, devono essere realizzati. A mio avviso, nei principi che sono stati inseriti in questa delega c'è anche quello del comma 1, lettera in cui si stabiliscono le modalità procedurali per la dichiarazione di decadenza, con le dovute garanzie che dovrebbero essere date a carico dei soggetti privati subentranti. Insomma, si va a trattare una materia, quella del diporto nautico e, in particolar modo, dei porti turistici, che è di una complessità incredibile e che ha avuto, nel tempo, una stratificazione di questioni che riguardano evidentemente i diritti acquisiti da soggetti privati, che sono possessori - fra virgolette - di un diritto vero e proprio acquistato dai concessionari relativamente ai posti barca piuttosto che all'utilizzo dei porti nautici, che evidentemente rischiano di essere toccati da una normativa che interviene a gamba tesa su tutto ciò che esiste. E, allora, delle due l'una. Avrebbe un senso intervenire per ciò che riguarda la normazione del nuovo, cioè le nuove iniziative che riguardano il diporto nautico e le attività ricreative turistiche, garantendo dei meccanismi di certezza, dal punto di vista del diritto, che consentano a soggetti privati di investire ma anche, evidentemente, a tutti coloro che vogliono fruire di queste strutture, che creano ricchezza e danno valore al territorio, di poter avere dei diritti che siano davvero conseguiti e su cui sia possibile, evidentemente, poter avere un mercato vero e proprio, cosa che oggi è solo parziale.
TIZIANO ARLOTTI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TIZIANO ARLOTTI, . Avevo chiesto di intervenire perché la parte della diportistica nautica non è oggetto del provvedimento per il semplice motivo che una recente sentenza della sesta sessione del Consiglio di Stato ha stabilito che vengono esclusi i punti di ormeggio dalle fattispecie delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo. Devo dire che tale richiesta è stata avanzata anche dalle stesse associazioni a suo tempo perché, per quanto riguarda la nautica da diporto, stiamo parlando di situazioni che sono diverse rispetto a quelle turistico-ricreative per il semplice motivo che in alcuni casi siamo più prossimi ad un vero e proprio che a una concezione come quella di carattere turistico-ricreativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Indubbiamente la precisazione fatta dal relatore Arlotti può far intendere sicuramente che l'emendamento è illegittimo e fuori tempo, però la nostra concezione, la nostra modalità di pensiero vede la questione in modo un po' più ampio e non riduttivo e restrittivo come può fare il Partito Democratico oggi. Le motivazioni che ci hanno spinto a sostenere l'emendamento sono basate sulla proporzionalità, dato che non c'è stata la possibilità di discussione sul periodo di tempo, come abbiamo visto nella giornata di ieri, con i diversi emendamenti di Forza Italia. Oggi chiediamo una proporzionalità di tempo sugli investimenti in modo tale che ci sia una coerenza filosofica, che stiamo notando che nel provvedimento non è assolutamente presente. Perciò ritengo che ci sia la possibilità di proseguire e mantenere l'emendamento per metterlo ai voti dell'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIOVANNI PAGLIA. Presidente, io vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula su questo emendamento, che credo in qualche modo abbia, almeno, per noi, una centralità all'interno di questo dibattito. Noi stiamo parlando di concessioni pubbliche, anche se da alcuni accenni della discussione sembra che qualcuno abbia interpretato queste concessioni pubbliche come proprietà privata; ma in realtà continuiamo a discutere del fatto che lo Stato mette a disposizione alcuni beni comuni, in questo caso le spiagge o comunque litorali, di privati per svolgere un'attività economica. Attività economica di cui noi non discutiamo l'importanza, anzi: credo ci sia un'universalità di giudizio all'interno di questo Parlamento sul fatto che il modello con cui vengono gestiti questo tipo di servizi in Italia è un modello positivo, è un modello che ha dato crescita, è un modello che è in grado di interpretare anche, o può interpretare una modalità virtuosa di gestire una parte importante del turismo italiano.
PRESIDENTE. Mi scusi, mi scusi, onorevole Paglia. Prego.
GIOVANNI PAGLIA. Venga ritenuto colpevole, perché parliamo di accertata violazione delle norme in tema di contratti di diritto del lavoro o di evasione fiscale. Cioè, per quale motivo una volta che venga accertata evasione fiscale da parte di un concessionario pubblico, venga accertato che questo sfrutta lavoro nero, viola la normativa sul lavoro, questo debba continuare serenamente e come prima a godere di una concessione pubblica. Questo è un tema generale, che dovrebbe interessare questo Parlamento, ed è un tema anche di pulizia da un punto di vista di quello che è il rapporto che noi intendiamo costruire in questo Paese fra pubblico e privato. Peraltro parliamo di una legge delega, per cui di una norma che non diventerebbe immediatamente cogente, ma di indirizzo al Governo rispetto all'emanazione di decreti legislativi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MILENA SANTERINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Presidente, quando l'apparecchiatura è difettosa, e quindi ci si mette molto a votare e bisogna scendere per andare a votare manualmente, bisogna almeno aspettare che uno possa tornare su per esprimere il voto successivo, perché molto spesso l'apparecchiatura non funziona bene. Quindi, chiedo solo due minuti di pazienza quando uno non è riuscito a votare, nonostante sia qui e ci stia provando; deve scendere e dopo non riesce a risalire, perché lei chiude la votazione prima. Un minuto di pazienza e vedrà che votiamo tutti.
PRESIDENTE. Onorevole Santerini. Lei comprende che se io impiegassi un minuto per 630 persone, noi approveremmo un provvedimento all'anno, circa. Per di più, l'unico modo per votare è dalla postazione, quello che lei lascia agli atti non ha validità dal punto di vista della votazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Colgo l'occasione di intervenire su questo emendamento che cerca di recuperare quello che il Comitato per la legislazione aveva puntualmente segnalato e che è una patologia del modo di gestire l'Aula da parte di questo Governo: l'utilizzo di una delega ampia, tanto da essere generica ai limiti dell'ortodossia costituzionale.
PRESIDENTE. Onorevole Arlotti, per favore…
FRANCESCO PAOLO SISTO. Ci asterremo su questo emendamento, ma voteremo fermamente contro questa legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. Questo emendamento, così come altri successivi, tra cui l'emendamento 1.309, vorrebbero rappresentare delle garanzie per gli attuali concessionari, nel senso che si deve pure ipotizzare che, facendo le gare, si possa, non auspicare, ma immaginare, che qualche attuale concessionario non risulti aggiudicatario. Tutti noi auspichiamo che così non sia, ma è un'ipotesi che va prevista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. Gli emendamenti, sui quali è intervenuto l'onorevole Menorello, sono emendamenti sui quali ci asterremo, sia questo sia l'emendamento 1.309, al quale faceva riferimento. Ci asterremo, perché ci stiamo astenendo su tutti gli emendamenti proposti dagli altri gruppi.
PRESIDENTE. Salutiamo gli alunni e i docenti dell'Istituto omnicomprensivo “Rosselli Rasetti” di Castiglion del Lago, in provincia di Perugia, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna
TIZIANO ARLOTTI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TIZIANO ARLOTTI, Grazie, Presidente. Vorrei evidenziare che l'emendamento 1.163 del collega Menorello prevede questo emendamento al comma 1, dopo la lettera ma vorrei ricordare che all'articolo 1, lettera vengono stabilite le modalità procedurali per l'eventuale dichiarazione di decadenza ai sensi della vigente normativa sulle concessioni, nonché criteri - non vorrei disturbarvi - nonché criteri e modalità per il subingresso con le dovute forme di garanzia a carico dei privati subentranti; che poi sia una fideiussione pronta escussione e quant'altro… è un rapporto fra i due soggetti, nel momento in cui questo accordo viene siglato con il versamento di quanto è dovuto, è chiaro che subentra il nuovo concessionario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Il nostro emendamento ha l'obiettivo di colmare una grave lacuna in questa delega, che è la mancanza del principio dell'equo indennizzo del concessionario che si può vedere privato della sua concessione. Con questo emendamento noi prevediamo che ci sia un equo indennizzo, che tenga conto del valore dell'avviamento dell'impresa, del valore di mercato dei beni e delle attrezzature, ed è a garanzia dei concessionari uscenti. Quindi, chiediamo al Governo di riconsiderare il suo parere su questo emendamento, perché è un principio importantissimo di tutela di quanti qui, in quest'Aula, diciamo di essere interessati al loro futuro e non vediamo i motivi per l'astensione. Soprattutto da chi appunto è preoccupato del futuro di queste persone, con l'equo indennizzo noi possiamo dare loro, il subentrante può dare loro, una somma che consente di avviare una nuova attività. Quindi, chiediamo al Governo di riconsiderare questo emendamento e a tutti coloro che sono realmente interessati all'occupazione in questo importante settore di votare a favore del nostro emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.
MARA MUCCI. Grazie, Presidente, per sottoscrivere l'emendamento della collega Galgano, perché mi sembra assolutamente fondamentale, in quanto ciò che è contenuto …
PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Mucci, onorevole Vaccaro e onorevole Dambruoso, vi dispiace? Sta parlando dietro a voi. Prego, onorevole Mucci.
MARA MUCCI. In quanto ciò che è contenuto attualmente nella legge delega è piuttosto vacuo, perché si prevedono semplicemente forme di garanzia in modo generico a carico dei soggetti privati, mentre questo emendamento entra nello specifico della questione della tutela degli investimenti, come anche gli emendamenti precedenti, e dell'avviamento dell'impresa stessa e dell'eventuale riacquisto di attrezzature e di beni facenti capo al concessionario subentrante. Per cui, noi stiamo imponendo un principio chiaro a tutela degli investimenti e del lavoro svolto dal precedente concessionario, che vada ad ampliare, invece, una descrizione piuttosto generica, che non ci convince e che non ci garantisce a sufficienza, contenuta nella delega .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, solo per rispondere brevemente all'appello della collega Galgano. Ieri l'onorevole Bergamini ha rappresentato il metodo che noi stiamo attuando in questa discussione per protestare contro lo strumento della legge delega fatta in questo modo dalla maggioranza e da questo Governo, e quindi noi confermiamo il voto di astensione, però condividendo totalmente il merito di quanto lei propone.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie, Presidente. Vorrei porre l'attenzione su una questione che, secondo me, è molto importante per questo comparto, perché in tutta questa legge delega ho sempre e solo sentito parlare di concessionari. Allora, ricordo che in questo comparto, che ha circa 30 mila imprese, ce ne sono circa 5 mila in cui, invece, c'è un rapporto fondamentale che è quello del gestore. Il concessionario ha la concessione e, addirittura, fa pagare al gestore un affitto che è 15, 20, 25 volte rispetto a quello che lui paga. Il concessionario in questo caso non assume i dipendenti, non fa gli investimenti, ma, per usare una sintesi, è un parassita che gode di una concessione che ha avuto senza capire bene come mai l'ha avuta, perché ormai in questo Paese si sta stratificando, e, allora, voglio chiedere al Governo e a questa maggioranza se si occupa dei parassiti, di coloro che non ci mettono i soldi, non ci mettono nemmeno la faccia, non sono lì tutti i giorni a lavorare in un lavoro che, comunque, vuole un impegno e, soprattutto, una passione.
SERGIO PIZZOLANTE,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE,. Grazie. Vorrei rispondere all'onorevole Santanchè dicendo che noi abbiamo previsto nella delega che i decreti attuativi andranno a regolamentare, a regolare questa vicenda che, sono d'accordo, rappresenta in alcuni casi situazioni inquietanti, e quindi noi andremo a regolamentare. Su come lo faremo dentro la delega posso dire, al momento, la mia opinione; la mia opinione è che il gestore debba corrispondere al concessionario; se tu sei un concessionario e non gestisci, non puoi essere il concessionario. Questo per quanto riguarda il lavoro che faremo nella delega.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pizzolante.
SERGIO PIZZOLANTE,…che bisogna riconoscere il legittimo affidamento e bisogna tenere in considerazione l'interesse nazionale, articolo 12, comma 3, della Bolkestein, è un principio fortissimo, che noi dobbiamo approvare e ci aiuterà nella trattativa con l'Europa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, quando si pronuncia il nome di Berlusconi e Forza Italia, ci vorrebbe maggiore cautela, soggettiva e oggettiva ricordando attentamente…
FRANCESCO PAOLO SISTO. …quello che è accaduto. Il nostro ricordo porta a dire che quella delega, molto più circoscritta, fu combattuta e affossata proprio da qualcuno dei relatori di questo provvedimento. Diciamo con molta pacatezza che c'è una delega che è costituzionalmente orientata, quella definita, e c'è una finta delega, che significa via libera al Governo. Apprendiamo che il relatore parteciperà, addirittura: “faremo”, ha detto, in questa delega. Per carità, ormai tutto è concesso, che Governo e singoli possano partecipare alla stesura delle leggi delega.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CATIA POLIDORI. Presidente, questa è una disposizione che crea confusione e non poca. La Commissione europea è intervenuta più volte sulla questione delle concessioni demaniali marittime e fluviali con finalità turistico-ricreative. Sulla questione è pure intervenuta la sentenza della Corte di giustizia europea del 14 luglio 2016, stabilendo che la direttiva n. 2006/123 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi del mercato interno, all'articolo 12 dispone che, qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, gli Stati membri applicano una procedura di selezione. Il punto è proprio questo: il presupposto della scarsità delle risorse naturali, come già osservato, non esiste in Italia e, quindi, semplicemente non può essere applicato. Quindi, va da sé che non solo per motivi tecnici andrebbe soppresso il comma 2 ).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Pizzolante che così ha fatto capire, anche se mi stupisce, che la sua non dovrebbe essere una posizione a titolo personale, ma dovrebbe essere una posizione della maggioranza e del Governo. La cosa su cui porrei ancora l'attenzione è che l'onorevole Pizzolante nell'intervento precedente ci ha spiegato che sarà prevista, in questa legge delega che oggi noi così discutiamo un po' in bianco, perché non è che abbiamo, voglio dire, la rappresentazione esatta di quello che sarà questa legge delega, in ordine al periodo di transizione dei concessionari, che non sappiamo se sarà di un giorno, di un mese o di dieci anni, se il periodo di transizione si è voluto o si vorrà normare anche per i gestori…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Garnero Santanché.
DANIELA GARNERO SANTANCHE'. Sì, anche per i gestori, che magari hanno la scadenza del contratto di affitto e il concessionario potrebbe non volerglielo rinnovare e, quindi…
PRESIDENTE. Onorevole Garnero Santanché, deve concludere
DANIELA GARNERO SANTANCHE'. …si dovrebbe prevedere che anche i gestori abbiano in un periodo di transizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. L'onorevole Sisto rinuncia.
ANTONIO PALMIERI. So che non è un fatto personale, Presidente. Unisco anch'io la mia voce contro questo provvedimento, che è un provvedimento appunto mal fatto e su cui noi siamo contrari per metodo e merito. Sul tema del merito è già stato detto; è un provvedimento confuso e anche gli emendamenti - non solo i nostri ma anche quelli della Galgano e di Menorello - hanno chiarito come sia un provvedimento che crea, per così dire, uguaglianza ma non fa equità, come anche gli interventi dell'onorevole Santanchè hanno evidenziato. Per questo noi siamo contro in termini di merito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, per comprendere molto semplicemente come questa delega non funzioni basterà osservare la tipologia delle eccezioni applicative: le società sportive, gli enti pubblici e poi abbiamo, al terzo comma, le potestà attribuite alle regioni a statuto speciale. Cioè, un provvedimento sartoriale disegnato sulla scorta di determinati presupposti che sono lontano anni luce da una delega che possa essere funzionale e che possa essere in linea con i principi costituzionali. Le eccezioni in questo caso confermano la regola: una pessima delega.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SANDRO BIASOTTI. Grazie, Presidente. A proposito di eccezioni, io vi invito a riflettere su una questione: qui parliamo di concessioni balneari sulle spiagge; allora, mi spiegate perché in caso di concessioni demaniali di moli e banchine, riferite a tutti le attività portuali, il Governo in carica, Renzi-Gentiloni, ha prorogato di 30, 40 o 50 anni le concessioni? Forse perché siamo in presenza di grandi gruppi multinazionali ? O forse perché non vi interessa, invece, la famiglia che ha in concessione una piccola spiaggia e la tiene in uso per l'utilità pubblica? Vorrei una spiegazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Questa disposizione, che potrebbe apparire neutra in quanto consente, nel biennio successivo all'entrata in vigore dei decreti legislativi, la possibilità di emanare nuovi decreti correttivi e integrativi, in realtà non solo conferisce alla delega attuale una sorta di ultrattività nel tempo, perché verrebbe automaticamente riattivata a scadenze quasi fisse negli anni, ma denota anche l'approccio approssimativo che è stato denunciato ripetutamente negli interventi che mi hanno preceduto perché non solo le integrazioni e i correttivi sono connotati dallo stesso limite della invarianza finanziaria che poi è connotazione anche del decreto legislativo da emanare in attuazione della prima delega, ossia della delega che viene oggi varata, ma è anche evidentemente la dimostrazione di come vi sia il tentativo di cercare di correggere il tiro nel tempo e di variare o modificare le situazioni oggetto della disciplina nel tempo a venire. Il timore è che naturalmente tali interventi non servano davvero a correggere storture applicative o errori di tal genere ma a proseguire in questa visione frazionata e di tutela di interessi specifici, esponenziali di gruppi e categorie e non della generalità degli interessati
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Intervengo per segnalare questo questa facezia di matrice costituzionale dei decreti legislativi, per dir così, ultra-attivi. È davvero singolare: noi voteremo ovviamente contro il provvedimento ma quando si ha veramente il coraggio di ipotizzare la possibilità di uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive, cioè una sorta di delega senza fine, credo che siamo veramente al paradosso, quasi alla comicità istituzionale. Il clima è balneare ovviamente, mi rendo conto, ma non esageriamo. Noi voteremo contro il provvedimento che è scorretto nel metodo, nel merito e non merita assolutamente alcun appoggio da parte dell'Aula. Siamo contro l'articolo 1.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
TIZIANO ARLOTTI, . Le Commissioni esprimono parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2.
PIER PAOLO BARETTA,. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ELVIRA SAVINO. Grazie, Presidente. Noi chiediamo la soppressione del comma 1 dell'articolo 2 perché non si può affrontare l'aspetto della copertura finanziaria del provvedimento basandosi solo su ipotesi. Non abbiamo dati di riferimento, non sappiamo quante concessioni abbiamo, non sappiamo quanto valgono, non sappiamo quanti contenziosi sono aperti e per quanto denaro, non sappiamo nulla, non sappiamo abbastanza e soprattutto non possiamo fare previsioni sull'ambito dell'applicazione del provvedimento in cui tra l'altro non è ricompreso tutto il territorio nazionale perché ci sono regioni per le quali sono previste deroghe. Pertanto, chiediamo di votare a favore dell'emendamento 2.2 Bergamini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
VINCENZA LABRIOLA. Grazie, Presidente. Con l'emendamento 2.4 Bergamini chiediamo di sopprimere il comma 2. A legislazione vigente rischiamo di consegnare al mercato dei grandi interessi economici nazionali e internazionali le concessioni demaniali italiane. Il Governo si è scordato di tenere presente che le persone che oggi sono titolari delle concessioni hanno prodotto un tessuto economico che ha generato risorse finanziarie, umane e strumentali nonché ricchezza e benessere; contribuito al decoro, all'ordine e alla pulizia, alla tutela degli interessi pubblici connessi alla tutela dei luoghi e alla loro valorizzazione, un grandissimo patrimonio per il nostro Paese. Tutti i nostri emendamenti soppressivi sono stati redatti con il principio secondo cui tale patrimonio deve essere tutelato e difeso e non smantellato. Chiediamo di votare a favore dell'emendamento 2.4 Bergamini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALBERTO GIORGETTI. Presidente, il richiamo all'articolo 2, ovviamente con un voto contrario da parte di Forza Italia, è finalizzato a ribadire ciò che emerge dal provvedimento al nostro esame. È vero che si tratta di una clausola di invarianza finanziaria, posta più che altro per evitare che ci possano essere gravami dall'attività che verrà svolta nella complessiva azione derivante dai decreti legislativi e da un percorso che dovrebbe determinare un nuovo assetto; ma proprio in questo articolo si intravede anche quella che è evidentemente la debolezza complessiva di questo intervento. Sappiamo molto bene che la valorizzazione del patrimonio pubblico è un aspetto fondamentale per la riduzione del debito: di questo non si parla, non c'è traccia; l'unica operazione evidentemente è riassettare il tutto per favorire alcuni amici piuttosto che altri soggetti. Evidentemente per questi motivi, a tutela del debito pubblico e a tutela della finanza pubblica, a maggior ragione un “no” da parte di Forza Italia a questo articolo 2.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati . Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1 del Regolamento, in quanto del tutto estranei al contenuto del provvedimento, che tratta la materia delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, i seguenti ordini del giorno: Castiello n. 9/4302-A/27, che riguarda il contrasto ai mercati abusivi della città di Torino; Grimoldi n. 9/4302-A/29 e Molteni n. 9/4302-A/33, che concernono il commercio sulle aree pubbliche; Invernizzi n. 9/4302-A/31, volto a chiedere una revisione dei Trattati dell'Unione europea. Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, io darei la parola al Governo, salvo il fatto che ne sono arrivati, mi pare di capire in questo momento, altri due, che il Governo non ha visto. Onorevole Baretta, lei pensa di riuscire a dare il parere al volo, oppure dobbiamo sospendere. Lei dice appena gli arrivano, giustamente: per poter dare un parere uno li deve leggere, e questo anche mi sembra assolutamente salutare. E allora sarebbe utile sapere se siamo in grado, intanto che il Presidente fa melina, di farli avere all'onorevole Baretta. Va bene, onorevole Baretta e colleghi, dobbiamo sospendere la seduta per cinque minuti, che saranno dieci: a mezzogiorno in punto riprendiamo. In punto significa che inizieremo a votare da mezzogiorno in punto. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Invito l'onorevole Baretta ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.
PIER PAOLO BARETTA,. Ordine del giorno Marti n. 9/4302-A/1, parere contrario. Ordine del giorno Matarrelli n. 9/4302-A/2, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Crivellari n. 9/4302-A/3, parere favorevole. Ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/4302-A/4, parere favorevole. Ordine del giorno Segoni n. 9/4302-A/5, parere favorevole. Ordine del giorno Artini n. 9/4302-A/6, parere contrario. Ordine del giorno Nesi n. 9/4302-A/7, parere favorevole. Ordine del giorno Burtone n. 9/4302-A/8, parere favorevole. Ordine del giorno Ciracì n. 9/4302-A/9, parere contrario. Ordine del giorno Fauttilli n. 9/4302-A/10, parere favorevole.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Castiello n. 9/4302-A/27 è inammissibile.
PIER PAOLO BARETTA,. Ordine del giorno Fedriga n. 9/4302-A/28, parere contrario.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Grimoldi n. 9/4302-A/29 è inammissibile.
PIER PAOLO BARETTA,. Ordine del giorno Guidesi n. 9/4302-A/30, parere contrario.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Invernizzi n. 9/4302-A/31 è inammissibile.
PIER PAOLO BARETTA,. Ordine del giorno Becattini n. 9/4302-A/32, parere favorevole.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Molteni n. 9/4302-A/33 è inammissibile.
PIER PAOLO BARETTA,. Ordine del giorno Pagano n. 9/4302-A/34, parere favorevole se riformulato, espungendo il terzo capoverso della premessa.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Marti n. 9/4302-A/1, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
ORESTE PASTORELLI. Grazie Presidente. Governo, onorevoli colleghi, il disegno di legge in esame si occupa della delicata materia…
PRESIDENTE. Mi scusi un attimo, onorevole Pastorelli, comprendo colleghi, però vi pregherei di uscire in silenzio, in maniera che chi rimane può parlare in condizioni degne.
ORESTE PASTORELLI. Si occupa della delicata materia delle concessioni demaniali marittime per finalità…
PRESIDENTE. No scusi, onorevole Pastorelli, c'è stato un problema tecnico.
PRESIDENTE. Riprendiamo le dichiarazioni di voto finale.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signor Presidente. Governo, onorevoli colleghi, il disegno di legge in esame si occupa della delicata materia delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative. Un intervento di cui si sentiva il bisogno da molto tempo. L'attuale disciplina infatti ha mostrato notevoli criticità, non solo per la sua disomogeneità, ma soprattutto per gli attriti che essa ha prodotto col diritto dell'Unione europea. È dunque importante che si sia riusciti ad intervenire prima della scadenza della legislatura, delegando il Governo a riordinare l'intero settore e a renderlo compatibile con le prescrizioni europee.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, i deputati dell'Udc sono all'opposizione e non hanno votato la fiducia a questo Governo e, non avendo votato la fiducia, non voteranno neanche la delega che presuppone un rapporto di fiducia. Tuttavia, non voteremo neanche contro a questo provvedimento, perché ci sembra che in Commissione, in modo particolare per l'impegno di alcuni colleghi, voglio ricordare il collega Pizzolante, si sia raggiunto su di una questione delicatissima e molto difficile un equilibrio accettabile. Probabilmente se si rimettesse tutto in gioco, l'equilibrio raggiunto potrebbe essere peggiore o anche molto peggiore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marti, che non è in Aula e, quindi, si intende che vi abbia rinunciato.
MARA MUCCI. Grazie Presidente. Sono passati nove anni da quando l'Antitrust ci ha segnalato che le nostre normative sulle concessioni violano la concorrenza, otto anni da quando la Commissione europea aprì la prima procedura di infrazione in merito.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Mucci.
MARA MUCCI. Scusi, mi ha interrotto?
PRESIDENTE. Perché ha terminato il tempo.
MARA MUCCI. Ah, non avevo sentito. Bene, concludo, dicendo che Civici e Innovatori voterà comunque a favore di questa delega, perché è un passo avanti, ma come un malato, in assenza di cure favorevoli, si attiene alle cure palliative. Ci dichiariamo favorevoli, ma non soddisfatti
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petrenga. Ne ha facoltà.
GIOVANNA PETRENGA. Grazie Presidente. Il gruppo Fratelli d'Italia voterà convintamente contro questo disegno di legge, che attribuisce una delega in bianco al Governo, in grado di stabilire il destino di tante imprese balneari, per lo più a conduzione familiare, che rappresenta un ossequio alla cosiddetta direttiva Bolkestein.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fauttilli. Ne ha facoltà.
FEDERICO FAUTTILLI. Presidente, colleghi, sottosegretario, giunge solo oggi ad una prima conclusione il lungo cammino della legge delega al Governo relativa alle concessioni demaniali e marittime. È facile pensare che, per usare un'immagine appropriata, sia inevitabile, o quasi, che la stessa delega possa arenarsi, dato che siamo ormai a pochissimi mesi dalla fine della legislatura con ancora da votare la legge di bilancio. Questo dato oggettivo, però, io credo che nulla toglie all'importanza del lavoro svolto nelle Commissioni e, anche, in questi giorni, in Aula. Quindi, se non si poteva o se non si potrà arrivare all'approvazione definitiva del testo entro la fine della legislatura, si sarà comunque compiuto un importante lavoro istruttorio e di preparazione che, sicuramente, il prossimo Parlamento potrà riprendere e portare sino alla fine, in tempi non particolarmente lunghi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente, Governo, onorevoli colleghi. Il regolamento di cui al decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 5 agosto 1998, n. 342, recante norme per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, ha indicato una serie di disposizioni per l'uniformità dei criteri per l'individuazione dei requisiti per la classificazione delle aree aventi valenza turistica, assegnando alle autorità marittime un ruolo di primaria importanza per la gestione del demanio a scopi turistico-ricreativi.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Vezzali.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Posso continuare, Presidente? La ringrazio. Ci sono realtà nell'Unione europea - come stavo per dire -, come la Spagna, che hanno fatto valere l'interesse nazionale applicando criteri in grado di tutelare le loro peculiarità geografiche. Ci chiediamo come mai per l'Italia non valga lo stesso principio, avendo il nostro Paese oltre 8 mila chilometri di coste, oltre a tutte quelle capacità tecniche in grado di realizzare stabilimenti balneari ecocompatibili e non impattanti, anche in luoghi diversi da quelli che sono già soggetti a concessioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Io credo sia necessario premettere, almeno da parte del nostro gruppo, che noi siamo assolutamente e totalmente e incondizionatamente contrari alla direttiva Bolkestein e non da oggi, ma da sempre.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Presidente, Governo, onorevoli colleghi, la direttiva Bolkestein del 2006, recepita in Italia nel 2010, ha stabilito che dal 2016 le concessioni demaniali non possano più essere rinnovate automaticamente, ma debbano essere obbligatoriamente affidate, al momento del rinnovo, a gare ad evidenza pubblica. Dall'entrata in vigore della Bolkestein, la disciplina delle concessioni balneari è stata oggetto di una lunga contrattazione tra istituzioni europee e quelle italiane, le quali ultime non hanno ritenuto di assoggettare il settore alla disciplina della gara. È stata quindi aperta nei confronti dell'Italia una prima procedura d'infrazione comunitaria nel 2008 per l'incompatibilità delle disposizioni del codice della navigazione attinenti al cosiddetto diritto di insistenza, ossia il diritto di preferenza accordato al concessionario uscente in sede di assegnazione della concessione, con i principi della Bolkestein.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Grazie Presidente. Va detto, in premessa, che noi interveniamo in un settore che funziona, in un settore che vale il 50 per cento del turismo italiano e dentro il turismo italiano è uno dei pochi settori dove vive una logica industriale, una dimensione industriale del turismo. Quindi, noi interveniamo in un settore che funziona. Ma perché interveniamo, allora? Perché siamo impazziti? Potevamo lasciare tutto così com'era e invece no! Noi interveniamo non perché siamo impazziti, ma noi interveniamo perché già nel 2009 sono intervenuti i tribunali italiani. Nel 2009 rispetto alle regole di allora - e, cioè, il diritto di insistenza e il rinnovo automatico - ci sono stati dei tribunali italiani che hanno detto che quello era illegittimo rispetto al diritto europeo e illegittimo non rispetto alla “Bolkestein” ma rispetto al Trattato europeo. Quindi, noi possiamo anche cancellare la “Bolkestein” - e non si può fare e, quindi, così facciamo a meno di tutta questa retorica sulle deroghe alla “Bolkestein” - ma rimangono i trattati e i tribunali si esprimono e si sono espressi, già nel 2009, sulla base dei trattati. Poi, è intervenuta anche la procedura d'infrazione europea e quando si parla di procedura d'infrazione europea facciamo finta di non capire. La procedura d'infrazione non è che la paga uno Stato; la pagano gli operatori e noi dovevamo reagire alla procedura d'infrazione europea. Se non avessimo reagito, noi ci saremmo trovati di fronte al fatto che gli operatori dovevano pagare le more e le sanzioni e, nello stesso tempo, si andava a gara - si andava a gara! - senza nessuna rete di protezione per gli operatori e per le imprese già nel gennaio 2010.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SERGIO PIZZOLANTE. Concludo. Noi siamo convinti che questo sia l'unico modo per tutelare un settore che funziona, le imprese esistenti e far ripartire gli investimenti. Chi propone proroghe di cinquant'anni o ottant'anni sapendo che è intervenuta la sentenza della Corte di giustizia europea che ha dichiarato illegittima una proroga di cinque anni porta il settore alle gare subito. Questa è la grande contraddizione perché, se non è valida una proroga di cinque anni, non può essere considerata valida una proroga di cinquant'anni. Quindi è una presa in giro nei confronti degli operatori e, se noi facessimo un'operazione di quel tipo, andremo incontro ad una nuova sentenza dalla Corte di giustizia europea e, a quel punto, alle gare subito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente. Il gruppo di Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista si asterrà sul provvedimento. Lo facciamo in sintesi perché consideriamo un errore concedere una delega in bianco, nei fatti, al Governo sulla revisione della normativa sulle concessioni demaniali. Avete commesso ancora una volta un errore a maggior ragione perché non avete fatto tesoro della discussione avvenuta poco tempo fa dentro quest'Aula quando abbiamo affrontato, attraverso lo strumento delle mozioni, le tre aree di interesse della direttiva Bolkestein: gli stabilimenti balneari, le guide turistiche e gli ambulanti.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Ricciatti. Grazie.
LARA RICCIATTI. Oggi il Governo chiede una delega in bianco: nei fatti quasi priva di contenuti. Guardate, non illudiamo nessuno: se il provvedimento si conclude con il secondo articolo, cioè con la clausola di invarianza finanziaria ossia senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, significa che non c'è, nella pratica, alcuna volontà di tutelare i livelli occupazionali. È inutile parlare di riconoscimento delle professionalità acquisite sia in qualità di concessionario sia in qualità di gestore - vogliamo dirlo molto chiaramente - perché resterà solo nelle pagine di questi fogli e non ci sarà alcuna attuazione. È giusto che il Governo intervenga sulle concessioni ma forse è il caso che i limiti vengano concordati con le associazioni di categoria, le grandi assenti dal disegno di legge sulla delega perché - è bene ricordarlo - le resistenze che spesso sono state palesate non sono incomprensibili se si pensa alla forte connessione tra la presenza di concessioni demaniali o di altro tipo e la generazione di economie locali che rappresentano spesso una delle poche fonti di reddito capaci di mantenere la coesione socio-economica soprattutto in un momento di estrema difficoltà sociale ed economica nel contesto italiano. Non si può penalizzare chi ha investito sulle proprie strutture turistico-balneari facendo affidamento su una proroga disposta da una legge dello Stato. L'applicazione della direttiva Bolkestein rischia di spazzare via un intero sistema turistico se non si corre ai ripari con un intervento legislativo che sappia affrontare, una volta per tutte, una questione per troppe volte rimandata: una vicenda non di facile soluzione che sconta anni di veti incrociati tra diversi interessi e una costante inerzia degli ultimi Governi succedutisi nel definire un quadro normativo complessivo. Resta prioritaria per noi la necessità di tutelare il in un settore, come quello balneare, strutturato spesso in piccole aziende familiari che difficilmente riuscirebbero a reggere il confronto con le aziende multinazionali. È inevitabile un adeguamento alle normative europee e sarebbero inutili battaglie contro i mulini a vento ma è necessario che il Governo apra, quanto prima, un tavolo con tutti gli attori del sistema per valutare una soluzione equilibrata che strutturi il sistema transitorio in grado di consentire a chi, per anni, ha continuato ad investire nelle proprie strutture, confidando in una continuità garantita dalle proroghe, di salvaguardare il proprio investimento e, aggiungiamo noi, il proprio futuro. Possiamo penso rivendicare la questione come un fatto tutto inedito e tutto italiano perché, se è vero questo, proverei a fare i conti con il fatto che solo in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, una gran parte delle coste di interesse turistico sono occupate da stabilimenti balneari, da famiglie che vivono tutto l'anno con i profitti di quelle attività e generazioni e generazioni che si sono mantenute gli studi con i lavori stagionali, una tipicità tutta italiana che però in alcune parti del nostro Paese non ha funzionato: bisogna dirlo in maniera altrettanto onesta. Voglio dirlo molto chiaramente: l'accesso alla spiaggia e al mare deve essere praticabile e non obbligatoriamente a pagamento e lo Stato deve sapere quante e quali concessioni demaniali esistono con i confini tracciati centimetro per centimetro. In audizione in Commissione X il rappresentante del demanio lamentò - le colleghe e i colleghi presenti se lo ricorderanno - di non avere dati relativi ai versamenti dei canoni. Per tale ragione, attraverso un nostro emendamento che avete respinto nell'indifferenza semi-collettiva di quest'Aula, vi avevamo proposto di svolgere un censimento prima di conferire eventuali deleghe al Governo: cosa normiamo se non abbiamo nemmeno le cifre precise? Va bene, siamo d'accordo con la progressione del pagamento dei canoni: vanno rivisti. Ma prima sarebbe opportuno conoscerli in modo da avere un'idea di lavoro consapevole di quanto stiamo facendo oggi rispetto alla delega che noi oggi stiamo conferendo al Governo. Noi abbiamo come l'impressione che questa sia una risposta confusionaria e sbagliata a una richiesta o a più richieste che, invece, sono legittime e sono comprensibili. Nel frattempo, forse la legislatura in corso finirà e, per l'ennesima volta, non avremo, anzi non avrete risolto questo annoso problema di non facile soluzione certamente ma che vi trascinate da troppo tempo negli anni, sia a destra che a sinistra
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bergamini. Ne ha facoltà.
DEBORAH BERGAMINI. Presidente, Forza Italia è del tutto contraria a questo disegno di legge delega: è contraria al suo impianto, al suo spirito, alla tempistica, ed è soprattutto contraria alle implicazioni future che l'eventuale approvazione di questo disegno di legge delega comporterà per un comparto produttivo che, è stato ricordato da colleghi di diversi schieramenti, rappresenta una voce importantissima del PIL nazionale, del PIL turistico nazionale, e che tocca il cuore di un sistema fatto di piccole imprese. I numeri li abbiamo già detti: sono circa 30 mila, per lo più imprese familiari, a gestione familiare, con un indotto di circa 1 milione di posti di lavoro, diretti e indiretti. Dunque, un comparto strategico della nostra economia, o almeno Forza Italia ritiene che questo comparto debba essere trattato come tale; non ci sembra tuttavia che questo Governo e questa maggioranza lo considerino tale.
DEBORAH BERGAMINI. No, siamo certi che non lo stiamo facendo; e per questa ragione Forza Italia esprime il proprio convinto dissenso nei confronti di questo disegno di legge delega .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Battelli. Ne ha facoltà.
SERGIO BATTELLI. Grazie, Presidente. Il disegno di legge che stiamo per votare dispone la delega della revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, ad un Governo che, vorrei sottolineare, ha praticamente finito il suo mandato e la sua durata costituzionale. Un Governo che non sta più in piedi, un Governo vittima di ricatti interni, che nei voti segreti cade costantemente, ed è costretto a porre la fiducia su tutto. Non più di dodici ore fa, avete posto cinque fiducie al Senato nell'arco di una giornata sulla legge elettorale . Questo è il Governo che vuole rinnovare e rivedere tutto il settore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Camani. Ne ha facoltà.
VANESSA CAMANI. Grazie, Presidente. Oggi, in quest'Aula, ci apprestiamo a portare finalmente a compimento la riforma, che auspichiamo sia definitiva, della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime.
PRESIDENTE. Onorevole Bonomo! Prego, onorevole Camani.
VANESSA CAMANI. E ci sentiamo di condividere pienamente anche la scelta dello strumento della delega al Governo, uno strumento che corrisponde esattamente alla specificità del tema, che consente di proseguire il dialogo con gli imprenditori del settore e che garantisce, in ogni caso, la successiva verifica in sede di Commissioni parlamentari, circa la corretta applicazione dei criteri indicati. Criteri che sono stati oggetto di una lunga discussione parlamentare, grazie a un valido lavoro di confronto, preciso e puntuale, durato settimane, che ha coinvolto le due Commissioni di merito, il Governo e le forze politiche, teso a migliorare ed integrare la scrittura originaria. E oggi restituiamo al voto dell'Aula un testo profondamente rivisto, grazie al quale siamo in grado di realizzare un effettivo contemperamento dei diversi interessi pubblici in campo.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione delle mozioni, concernenti iniziative per prevenire e contrastare la violenza contro le donne. Mi sembra, tuttavia, che vi sia un'intesa tra tutti i gruppi, nel senso di rinviare tale discussione alla seduta di martedì 7 novembre, quale primo argomento iscritto all'ordine del giorno. Resta inteso che sarà, comunque, la Conferenza dei presidenti di gruppo, che avrà luogo nella giornata odierna, a provvedere, in sede di predisposizione del calendario del mese di novembre, alla calendarizzazione di tale argomento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 4522: Norme in materia di domini collettivi.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e degli emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
GIUSEPPE ROMANINI, . Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo? Se il Governo, per favore, è lasciato…grazie.
COSIMO MARIA FERRI,. Invito al ritiro o parere contrario, conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.10 Mucci.
MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Lo ritiro e presento un ordine del giorno - anche per evitare che il provvedimento vada tra le braccia di Morfeo del Senato - anche se questo emendamento è importante, trattasi di semplificazione e digitalizzazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
COSIMO MARIA FERRI,. Ordine del giorno n. 9/4522/1 Gallinella, parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/4522/2 Massimiliano Bernini, n. 9/4522/3 Benedetti, n. 9/4522/4 Lupo e n. 9/4522/5 Parentela, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Chiedo se c'è qualcuno che non accetta le raccomandazioni. Sono accettati tutti con le relative raccomandazioni? Bene, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, Governo, esprimo il voto favorevole della componente socialista al provvedimento, e consegno il testo.
PRESIDENTE. È autorizzato, grazie.
ANTONIO PLACIDO. Consegno il testo e dichiaro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti... Prendo atto che anche lei dichiara voto favorevole e consegna il testo.
ROSANNA SCOPELLITI. Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole e chiedere l'autorizzazione a consegnare il testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Presidente, chiedo di poter essere autorizzato alla consegna della dichiarazione di voto. Ci dispiace solo che questo provvedimento è tanto inversamente proporzionale, dal punto di vista dell'importanza, al tempo che gli stiamo dedicando e, quindi, voteremo convintamente a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lacquaniti. Ne ha facoltà.
LUIGI LACQUANITI. Grazie, Presidente. Anch'io consegnerò il testo, annunciando il voto favorevole del gruppo di Articolo 1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signor Presidente, dichiaro il voto a favore da parte del gruppo di Forza Italia, mettendo in rilievo anche il grande lavoro fatto per arrivare a questo obiettivo da parte della Commissione agricoltura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Presidente, colleghi, abbiate solo 3 o 4 minuti di pazienza. Il provvedimento che abbiamo esaminato in queste settimane definisce, anche nel rispetto del dettato costituzionale, una situazione, quella dei domini collettivi, che non ha mai avuto contorni chiari e che con questa legge vogliamo regolamentare. In Italia, lo voglio ricordare, tra comunanze, università agrarie e altre proprietà collettive parliamo di oltre 1,6 milioni di ettari. Si parla, in pratica, di trovare una collocazione nello spazio giuridico dei cosiddetti usi civici, ossia l'utilizzazione di un bene comune da parte di una collettività, un insieme di diritti che spettano a ciascun residente, non come singolo, ma come membro di una comunità a cui appartiene. La Costituzione ce lo dice quando riconosce il concetto di sussidiarietà, intesa come la capacità di gestire collettivamente il territorio e l'interesse generale, come, ad esempio, quello della protezione e della valorizzazione ambientale.
PRESIDENTE. Ovviamente, l'onorevole Palese è autorizzato alla consegna del testo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taricco. Ne ha facoltà. Scusi, onorevole Taricco. Qual è il problema, onorevole Palese? Ho detto che è autorizzato alla consegna del testo. Bene. Prego, onorevole Taricco.
MINO TARICCO. Presidente, nella convinzione che questa legge che stiamo approvando dà una risposta ad una carenza normativa che si trascinava da troppo tempo, esprimo il parere favorevole del Partito Democratico e chiedo di poter consegnare il testo.
PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Velocemente, tanto ho soltanto un minuto, ma voglio sottolineare l'importanza di questo provvedimento che, come è stato detto precedentemente, riconosce, finalmente, una categoria che per troppo tempo, per tanti anni era stata marginalizzata, con il superamento della divisione fra proprietà privata e proprietà pubblica e l'introduzione di una nuova categoria di beni che, appunto, è ascrivibile alla categoria dei beni comuni. Si parte dall'agricoltura, perché è da lì che c'è l'utilizzo storico, ovviamente, tradizionale, degli usi civici, per arrivare, poi, probabilmente, alla possibilità di estenderlo all'utilizzo di tanti altri edifici dismessi e abbandonati, ma che vengono utilizzati dalla collettività nelle forme più innovative oggi nelle nostre città.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ADRIANO ZACCAGNINI. Quindi, il mio voto è fortemente positivo e, soprattutto sottolineo come quest'Aula, come al solito, si comporta in maniera incivile nel dibattito parlamentare.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
GIUSEPPE ROMANINI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMANINI, . Signor Presidente, porto via solo pochi secondi, però concedetemeli, per ringraziare tutti i gruppi che, con grande senso di responsabilità, ma anche con grande condivisione, hanno dapprima ritirato tutti gli emendamenti proposti, poi, sono arrivati ad un'approvazione, consegnando i testi; approvazione di una legge che può sembrare una piccola legge e che però dà certezza giuridica ad un modo diverso di possedere, quello collettivo, che il fascismo, con una legge del 1927 aveva cercato completamente di liquidare. Io, questa cosa, la vorrei ricordare e ricordare anche quanto le organizzazioni familiari montane hanno lavorato per difenderla e per arrivare a questo risultato
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. Comunico che a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo si è convenuto che la prossima settimana l'Assemblea non terrà seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sandra Savino. Ne ha facoltà.
SANDRA SAVINO. Grazie, Presidente. Oggi, per me che sono triestina e per tutti i triestini in genere, è una giornata molto importante, per la profonda italianità di Trieste, che getta le sue radici culturali nelle vicende storiche che l'hanno vista protagonista e vittima, costretta per anni al ruolo di terra irredenta, faglia culturale e linguistica per due universi, simbolo di quella questione italiana mai del tutto risolta e le cui ferite sono oggi ancora aperte e vive.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.