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Giovedì 07 Aprile 2011 ore 09:00
Seduta di assemblea numero 460 della XVI legislatura
Resoconto stenografico
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Seduta di assemblea numero 460 della XVI legislatura del 07/04/2011
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- Lettura Verbale
- Sul processo verbale
- Missioni
- Sul tragico incidente occorso ieri al largo dell'isola di Lampedusa
- Informativa urgente del Governo sulle misure adottate in relazione all'eccezionale flusso di immigrazione verso l'isola di Lampedusa
- Svolgimento
- Intervento del Ministro dell'interno
- Sull'ordine dei lavori
- Interventi
- presidente FINI Gianfranco
- BERTOLINI Isabella (PdL)
- FIANO Emanuele (PD)
- DUSSIN Luciano (LNP)
- CASINI Pier Ferdinando (UdC)
- PATARINO Carmine Santo (FLI)
- SARDELLI Luciano Mario (IR)
- FAVIA David (IdV)
- MOSELLA Donato Renato (Misto-ApI)
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- LA MALFA Giorgio (Misto-LD-MAIE)
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- Svolgimento
- Sull'ordine dei lavori
- Proposta di legge: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi - (A.C. 3137-A) (Seguito della discussione)
- Preavviso di votazioni elettroniche
- Ripresa discussione - A.C. 3137-A
- Sull'ordine dei lavori
- La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 11,15
- Ripresa discussione - A.C. 3137-A
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Ripresa esame articolo 1 - A.C. 3137-A
- Dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 3137-A
- Deputato PALOMBA FEDERICO (ITALIA DEI VALORI)
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- Deputato PALOMBA FEDERICO (ITALIA DEI VALORI)
- SAMPERI Marilena (PD)
- RUSSO Antonino (PD)
- MESSINA Ignazio (IdV)
- MANTINI Pierluigi (UdC)
- GIULIETTI Giuseppe (Misto)
- SIRAGUSA Alessandra (PD)
- MONAI Carlo (IdV)
- BOSSA Luisa (PD)
- ORLANDO Leoluca (IdV)
- PICIERNO Pina (PD)
- PALAGIANO Antonio (IdV)
- COLANINNO Matteo (PD)
- Deputato ZAZZERA PIERFELICE (ITALIA DEI VALORI)
- CODURELLI Lucia (PD)
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Saluto del Presidente
- Ripresa discussione - A.C. 3137-A
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Ripresa dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 3137-A
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- FORMISANO Aniello (IdV)
- LOVELLI Mario (PD)
- FAVIA David (IdV)
- TULLO Mario (PD)
- Deputato BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)
- BARBATO Francesco (IdV)
- LOLLI Giovanni (PD)
- CAMBURSANO Renato (IdV)
- LENZI Donata (PD)
- Deputato DI STANISLAO AUGUSTO (ITALIA DEI VALORI)
- DE PASQUALE Rosa (PD)
- FIORIO Massimo (PD)
- GNECCHI Marialuisa (PD)
- MIOTTO Anna Margherita (PD)
- ROSSA Sabina (PD)
- CONCIA Anna Paola (PD)
- IANNUZZI Tino (PD)
- BACHELET Giovanni Battista (PD)
- VICO Ludovico (PD)
- FOGLIARDI Giampaolo (PD)
- CARELLA Renzo (PD)
- BRAGA Chiara (PD)
- BOBBA Luigi (PD)
- BOCCI Gianpiero (PD)
- CARDINALE Daniela (PD)
- META Michele Pompeo (PD)
- BENAMATI Gianluca (PD)
- DE BIASI Emilia Grazia (PD)
- SBROLLINI Daniela (PD)
- PES Caterina (PD)
- DE MICHELI Paola (PD)
- ROSATO Ettore (PD)
- D'ANTONA Olga (PD)
- VANNUCCI Massimo (PD)
- Deputato ZUCCHI ANGELO (PARTITO DEMOCRATICO)
- GASBARRA Enrico (PD)
- GHIZZONI Manuela (PD)
- LO MORO Doris (PD)
- Ripresa dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 3137-A
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Saluto del Presidente agli studenti in aula
- Ripresa discussione - A.C. 3137-A
- Saluto del Presidente
- Ripresa discussione - A.C. 3137-A
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Ripresa dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 3137-A
- Votazione Emendamento - A.C. 3137-A
- Dichiarazioni di voto articolo - A.C. 3137-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 3137-A
- Dichiarazioni di voto articolo - A.C. 3137-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 3137-A
- Deputato ZAZZERA PIERFELICE (ITALIA DEI VALORI)
- FERRARI Pierangelo (PD)
- PALADINI Giovanni (IdV)
- BORDO Michele (PD)
- MONAI Carlo (IdV)
- MELIS Guido (PD)
- DI STANISLAO Augusto (IdV)
- VASSALLO Salvatore (PD)
- BARBATO Francesco (IdV)
- CAPANO Cinzia (PD)
- BRESSA Gianclaudio (PD)
- FORMISANO Aniello (IdV)
- CIRIELLO Pasquale (PD)
- SARUBBI Andrea (PD)
- STRIZZOLO Ivano (PD)
- GIOVANELLI Oriano (PD)
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Sull'ordine dei lavori
- Irrogazione di sanzioni ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento
- Sull'ordine dei lavori
- Ripresa discussione - A.C. 3137-A
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Sull'ordine dei lavori
- Ripresa discussione - A.C. 3137-A
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Ripresa dichiarazioni di voto emendamento - A.C. 3137-A
- Votazione Articolo 1 - A.C. 3137-A
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15,30
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Ripresa discussione - A.C. 3137-A
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Ripresa esame articolo 1 - A.C. 3137-A
- Esame emendamento - A.C. 3137-A
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- DI PIETRO Antonio (IdV)
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- MONAI Carlo (IdV)
- MURA Silvana (IdV)
- PALAGIANO Antonio (IdV)
- FAVIA David (IdV)
- PORCINO Gaetano (IdV)
- GRANATA Benedetto Fabio (FLI)
- BRIGUGLIO Carmelo (FLI)
- MANTINI Pierluigi (UdC)
- DI BIAGIO Aldo (FLI)
- FERRANTI Donatella (PD)
- RIA Lorenzo (UdC)
- LO PRESTI Antonino (FLI)
- Votazione Emendamento - A.C. 3137-A
- Esame emendamento - A.C. 3137-A
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- DI PIETRO Antonio (IdV)
- BOCCHINO Italo (FLI)
- MESSINA Ignazio (IdV)
- MONAI Carlo (IdV)
- ORLANDO Leoluca (IdV)
- PALAGIANO Antonio (IdV)
- PALADINI Giovanni (IdV)
- FORMISANO Aniello (IdV)
- FAVIA David (IdV)
- BARBATO Francesco (IdV)
- CAMBURSANO Renato (IdV)
- DI STANISLAO Augusto (IdV)
- GRANATA Benedetto Fabio (FLI)
- DI BIAGIO Aldo (FLI)
- LO PRESTI Antonino (FLI)
- CONSOLO Giuseppe (FLI)
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 3137-A
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- BALDELLI Simone (PdL)
- DELLA VEDOVA Benedetto (FLI)
- CASINI Pier Ferdinando (UdC)
- VENTURA Michele (PD)
- TABACCI Bruno (Misto-ApI)
- PEPE (IR) Mario (IR)
- DONADI Massimo (IdV)
- COLOMBO Furio (PD)
- RAISI Enzo (FLI)
- Vice Presidente BUTTIGLIONE ROCCO
- BRIGUGLIO Carmelo (FLI)
- LEVI Ricardo Franco (PD)
- Votazione Emendamento - A.C. 3137-A
- Esame articolo 2 - A.C. 3137-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 3137-A
- Sul complesso degli emendamenti - A.C. 3137-A
- S. 1880 - d'iniziativa dei senatori: GASPARRI ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato). (C. 3137-A) (FAS)
- Sull'ordine dei lavori
- Svolgimento di interpellanze urgenti
- Sull'ordine dei lavori
- Svolgimento di interpellanze urgenti
- Intendimenti del Governo in materia di politiche sociali ed assistenziali, con particolare riferimento alle politiche per la famiglia a favore dei giovani - n. 2-01019
- Orientamenti del Governo circa la destinazione di risorse a favore del comune di Ginosa (Taranto) in relazione ai danni dovuti all'esondazione del fiume Bradano - n. 2-00992
- Elementi in merito all'acquisto da parte di Alitalia di aeromobili dal costruttore brasiliano Embraer - n. 2-01001
- Provvedimenti a sostegno del settore del turismo nel Mezzogiorno, con particolare riferimento agli effetti riconducibili alla crisi libica - n. 2-01036
- Elementi in merito alla revoca di finanziamenti concessi all'Autorità portuale del Levante per la mancata realizzazione di opere infrastrutturali - n. 2-01010
- Rinvio interpellanze urgenti Commercio n. 2-01025, Franceschini n. 2-00980, Velo n. 2-01032, Sardelli n. 2-01023, Mazzoni n. 2-01033, Raisi n. 2-01035, Gnecchi n. 2-01041, Marchioni n. 2-01034, Capitanio Santolini n. 2-01037 e Gava n. 2-01039
- Iniziative per concordare con gli enti territoriali l'individuazione dei siti destinati all'accoglimento dei migranti provenienti dal Nord Africa a seguito della crisi in atto nei Paesi del Maghreb, con particolare riferimento alla regione Toscana - n. 2-01030
- Rinvio interpellanza urgente n. 2-01033
- Ordine del giorno della prossima seduta
, legge il processo verbale della seduta di ieri.
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà .
. Signor Presidente, vorrei intervenire ai sensi dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento per precisare il mio pensiero rispetto, nello specifico, ad un passaggio del mio intervento di ieri. In particolare mi riferisco al provvedimento che poi abbiamo licenziato, quello modificato dal Senato che riguardava la contabilità e la finanza pubblica. In quel passaggio sono intervenuto perché ho presentato un ordine del giorno che è stato prontamente accolto dal Governo, e ciò ovviamente non può che aver fatto piacere a me e al gruppo che rappresento. La stessa cosa era accaduta il giorno precedente quando, su un altro provvedimento, ho presentato un ordine del giorno - si parlava dei piccoli comuni - ed anche in quel caso... chiedo scusa, colleghi! Dicevo che anche in quel caso ho presentato un ordine del giorno che impegnava il Governo a stanziare dieci milioni di euro per i comuni che avessero adottato provvedimenti e iniziative attive per l'accoglienza dei bambini, che in questi giorni stanno affogando nel canale di Sicilia oppure riescono fortunatamente ad arrivare nel nostro Paese . La sensazione che ho, e volevo precisarla ulteriormente e porla anche alla sua attenzione, è che sia invalsa, nelle ultime settimane e negli ultimi giorni, o quanto meno nelle ultime ore, una sorta di «sufficiente attenzione» allo strumento dell'ordine del giorno. Quest'ultimo, anziché essere un elemento di stimolo, di indirizzo al Governo, finisce per configurarsi soltanto come un fastidioso orpello, una fastidiosa appendice alle votazioni che effettuiamo in quest'Aula sui vari provvedimenti che sono al nostro esame. Quindi, davvero vorrei denunciare il rischio che ci sia uno svilimento di questo strumento a nostra disposizione e vorrei che fosse adeguatamente segnalato e riportato negli atti e nel processo verbale.
. Con le osservazioni dell'onorevole Evangelisti il processo verbale si intende...
. Chiedo di parlare.
. Ne ha facoltà .
. Signor Presidente, la ringrazio, e ovviamente senza nessuna intenzione di voler rallentare l'informativa del Ministro Maroni vorrei intervenire ai sensi dell'articolo 32, comma 3, in combinato disposto con l'ultima parte dell'articolo 11 del Regolamento per chiarire il mio pensiero in relazione agli interventi fatti ieri sugli strumenti di bilancio. Vorrei solamente che fosse chiaro che mentre noi abbiamo discusso delle forme e degli strumenti finanziari e di bilancio la sostanza dei provvedimenti della politica di bilancio di questa maggioranza e di questo Governo appare assolutamente fallimentare. Era stato promesso di non mettere le mani nelle tasche degli italiani e invece abbiamo una pressione fiscale aumentata anche a causa del federalismo. Abbiamo tagli orizzontali veramente senza un senso nei confronti delle regioni e degli enti locali, che causano minori servizi e che vanno quindi ad incidere sulle categorie più deboli della nostra società . Abbiamo poi un federalismo che, nella sua primissima applicazione, appare totalmente non solidale quando, attraverso le norme previste nel cosiddetto decreto «milleproroghe», abbiamo visto che popolazioni colpite pesantemente, imprese, lavoratori, famiglie di persone decedute, a cui va ovviamente il nostro pensiero, rimangono totalmente senza l'aiuto dello Stato, un aiuto che forse potranno avere se e quando verranno tassati pesantemente dalle proprie regioni. Quindi poiché non mi sembra che, senza colpa di nessuno, dal resoconto stenografico risulti chiaramente questo mio pensiero, vorrei che resti agli atti l'assoluta contrarietà nei confronti delle politiche economiche e finanziarie di questo Governo e di questa maggioranza.
. Chiedo di parlare.
. Avverto che, dopo l'intervento dell'onorevole Di Pietro, eventuali altri interventi sul processo verbale, ai sensi di quanto comunicato dalla Presidenza nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, potranno aver luogo con non più di un minuto a testa per ogni deputato che intenda intervenire. Prego, onorevole Di Pietro.
. Signor Presidente, intervengo proprio per questo: per dire che l'Italia dei Valori sa che può fare l'ostruzionismo legittimo, che ritiene opportuno in un momento così delicato per un provvedimento che ritiene ingiusto, ma sa che in questo momento è importante ascoltare il Ministro dell'interno, perché una tragedia come quella successa ieri è più importante di qualsiasi forma di ostruzionismo. Pertanto, abbiamo voluto soltanto far capire che rinunciamo ad un legittimo nostro diritto perché c'è un'esigenza più importante, riservandoci in altri momenti le forme di ostruzionismo .
. Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.Â
. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Antonione, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Fava, Fitto, Franceschini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Martini, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Mura, Leoluca Orlando, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Tabacci, Tremonti e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna. Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna. Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell' al resoconto della seduta odierna.
. . Onorevoli colleghi, come è noto, alle 4 del mattino di ieri, 6 aprile, al largo dell'isola di Lampedusa, in condizioni di tempo e di mare particolarmente avverse, è affondata un'imbarcazione proveniente dalla Libia che trasportava oltre 300 persone provenienti dalla Somalia, dall'Eritrea, dalla Nigeria, dal Bangladesh, dalla Costa d'Avorio, dal Ciad e dal Sudan. Secondo le prime informazioni, grazie all'intervento di alcune motovedette della Capitaneria di porto e di un peschereccio della flotta di Mazara del Vallo, sono state tratte in salvo cinquantuno persone; di altre sono stati recuperati i corpi senza vita, mentre molte, tra cui donne e bambini, risultano disperse. Questo tragico episodio, che ha scosso profondamente l'opinione pubblica, pone in modo crudo alla coscienza del Paese il dramma delle persone costrette ad emigrare per fuggire dalle guerre o da condizioni di vita inumane. Il Ministro dell'interno, onorevole Maroni, sono certo vorrà fornire all'Assemblea, nel corso del suo intervento, ulteriori elementi sull'accaduto. Ritengo comunque doveroso, prima di dargli la parola, che tutta l'Assemblea si unisca al generale cordoglio, osservando un minuto di silenzio .
. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sulle misure adottate in relazione all'eccezionale flusso di immigrazione verso l'isola di Lampedusa. Avverto che, dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'interno, onorevole Maroni.
, . Signor Presidente, colleghi, inizio il mio intervento esprimendo il cordoglio mio personale e del Governo per la tragedia avvenuta nella notte tra il 5 e 6 aprile nel canale di Sicilia, nel corso della quale è affondato un barcone proveniente presumibilmente dalla Libia e diretto verso l'isola di Lampedusa con circa 200 persone a bordo. Fornisco i primi elementi acquisiti alla conoscenza del Governo sulla base dei primi accertamenti. Le forze armate maltesi hanno ricevuto verso le ore 2,30 del 6 aprile una richiesta di soccorso in mare per evento SAR, (quindi, intervento di ricerca e soccorso) da parte di una persona che segnalava il possibile affondamento di un natante a causa delle avverse condizioni meteomarine. Le stesse autorità maltesi contattavano immediatamente la centrale operativa delle Capitanerie di porto di Roma e richiedevano l'intervento delle autorità marittime italiane poiché sostenevano di non avere assetti navali disponibili. In queste condizioni e in queste situazioni l'area SAR, che - come sapete - dispone l'obbligo di intervento da parte dei singoli Stati, era di competenza delle autorità maltesi. Tuttavia, trattandosi di un intervento d'urgenza per una situazione di grave rischio, pur essendo di competenza delle autorità maltesi, la Capitaneria di porto di Lampedusa metteva immediatamente a disposizione due motovedette, un elicottero e un ricognitore aereo che verso le 5,30 procedevano alle relative operazioni di soccorso a circa 39 miglia a sud dell'isola di Lampedusa, appunto in acque SAR maltesi. Negli anni passati c'è stata una disputa, anche forte, sulla necessità di intervento nelle acque da parte delle autorità maltesi ed italiane. Si tratta di un problema che rimane aperto, ma in questa occasione voglio davvero elogiare l'intervento pronto delle nostre forze che hanno consentito di salvare - come ha detto il Presidente - 51 persone originarie del centro Africa, tra cui una donna ed un neonato, certamente provenienti dalle coste della Libia. I superstiti hanno riferito che a bordo dell'imbarcazione erano presenti altre 150 persone delle quali sono tuttora in corso le ricerche in mare (sono riprese questa mattina) con l'ausilio anche di due navi mercantili. I superstiti sono stati ospitati presso la ex base Loran di Lampedusa. Alcuni di essi sono stati trasferiti presso le strutture ospedaliere dell'isola a causa delle precarie condizioni di salute. In questa occasione, come in tante altre, anche quando non c'è obbligo di intervenire (ma c'è un obbligo morale di farlo per salvare le vite umane), pronto ed immediato è stato l'intervento delle unità di soccorso italiane. Le ricerche proseguono e continuano, ma la speranza di trovare altre persone ancora in vita si affievolisce di ora in ora. Per quanto riguarda la situazione degli sbarchi sulle coste italiane, dal 1o gennaio al 6 aprile sono avvenuti 390 sbarchi per un totale di 25.867 persone; 23.352 sono giunti sulle isole Pelagie e, di questi, 21.519 sedicenti tunisini, provenienti da un'area ben precisa della Tunisia, l'area sud, dai porti di Djerba e Zarzis, che sono stati presidiati fino alla fine dello scorso anno dalle forze di polizia tunisine che hanno impedito la partenza da quelle aree di cittadini imbarcati. Tuttavia, tali forze dall'inizio di quest'anno non sono più presenti. A fronte di 25.867 persone arrivate, nello stesso periodo dello scorso anno ne sono arrivate 25. Ciò dimostra che il sistema di controllo e di prevenzione delle partenze è scomparso. Per questo - e lo dirò più avanti - abbiamo definito con la Tunisia un accordo che consenta, oltre che i rimpatri, anche e soprattutto di intervenire sulla prevenzione per impedire le partenze. Dalla Libia sono partiti invece 10 natanti per un totale di 2.300 immigrati prevalentemente di nazionalità somala ed eritrea e, quindi, certamente da considerare come rifugiati. Sono state attivate immediatamente le strutture per la prima accoglienza: in Sicilia a Lampedusa, a Trapani, in località Kinisia nell'ex pista aeroportuale dell'aeronautica militare, a Caltanissetta nei pressi del CARA di Pian del Lago, a Mineo nel Residence degli aranci, dove sono stati trasferiti i richiedenti asilo per creare una struttura che abbiamo voluto chiamare Villaggio della solidarietà e che possa essere considerato un modello a livello europeo per coloro che chiedono asilo per sviluppare lì delle attività a loro favore - considerato che riceveranno successivamente il permesso di soggiorno come rifugiati e dovranno quindi essere integrati - come attività di formazione e di insegnamento della lingua e attività per consentire un rapido ed efficace inserimento nella società italiana. Le altre strutture sono state allestite in Puglia a Manduria (un centro di prima accoglienza nella base militare ex aeroporto), in Basilicata a Potenza in località Piani di Palazzo San Gervasio, in Campania a Santa Maria Capua Vetere presso la caserma «Fornaci e Parisi», e nel Lazio a Civitavecchia presso la caserma «De Carolis». In Toscana sono stati individuati, in collaborazione con la regione Toscana, undici siti disponibili per una capienza complessiva di 500 persone (si tratta di un modello diverso rispetto a quello dei centri di prima accoglienza, che è stato valutato positivamente). Inoltre, in Molise a Campochiaro, presso il centro funzionale del servizio regionale di protezione civile, in Sardegna a Cagliari presso la caserma di via Elmas, in Liguria a Ventimiglia, nell'area delle Ferrovie dello Stato per una ricettività di cento posti, ampliabile fino a 400. Proprio la necessità di trovare delle aree in cui allestire centri di prima accoglienza per l'emergenza e la complessità e la concentrazione di sbarchi in pochissimi giorni hanno determinato il Governo alla scelta di allestire delle aree in cui portare coloro che erano arrivati a Lampedusa (oltre 25 mila) in pochissimi giorni. È un fenomeno che non ha precedenti. Nel corso dell'ultimo anno in cui sono stati numerosi gli sbarchi, ossia il 2008 (ve ne sono stati oltre 38 mila), essi si sono diluiti nel corso dell'anno e questo ha consentito alle strutture del Ministero dell'interno preposte (i CIE, i CARA, i centri di prima accoglienza) di gestire questo flusso diluito nel tempo. In questo caso si è verificato un fenomeno di intensità così forte in pochi giorni che ha determinato la decisione di creare questi centri. Non c'era altra possibilità , non c'era altra scelta. È stata una scelta giusta, che ha determinato qualche tensione certamente, ma non c'era un'alternativa e credo che questi centri di prima accoglienza siano stati utili, perché hanno consentito l'individuazione e l'identificazione di questi cittadini extracomunitari. L'identificazione, anche attraverso la presa delle impronte digitali e la fotografia, consentirà di gestire il flusso di queste persone per riportarle in Tunisia, per mettere nei CIE coloro che hanno precedenti penali e che sono socialmente pericolosi o di consentire, come dirò fra poco, la concessione del permesso di soggiorno temporaneo a tutti coloro che hanno mostrato, nelle interviste che abbiamo fatto, la volontà di recarsi in un Paese europeo. Sono la stragrande maggioranza quelli che hanno rappresentato questa decisione, e l'iniziativa del Governo consentirà loro di attuare questa scelta. Abbiamo subito aperto un tavolo con le regioni. La strategia del Governo, dopo la fase della prima emergenza che doveva servire a creare le condizioni di accoglienza per un flusso così intenso (cioè i siti di cui ho parlato, le strutture di Protezione civile provvisorie, i Centri di prima accoglienza), si è poi articolata in tre direzioni: il confronto con le regioni per creare un sistema di gestione concordata con le regioni, le province e i comuni; l'attività diplomatica nei confronti dei Paesi di origine o di provenienza, in primo luogo la Tunisia, rafforzando anche i rapporti con gli altri Paesi, l'Egitto, il Marocco e la Algeria in primo luogo; il terzo punto consiste nelle iniziative nei confronti dell'Unione europea, gli Stati in particolare, ma non solo, anche la Commissione, che hanno mostrato subito grande attenzione, grande disponibilità ad intervenire, ma il cui intervento si è finora limitato alla promessa di costituire un fondo di 25 milioni di euro per le spese che l'Italia ha sostenuto. Noi abbiamo da subito proposto una serie di iniziative all'Unione europea, che illustrerò tra breve. Il tavolo con le regioni si è sviluppato subito. Sono state convocate una serie di riunioni che hanno portato poi ad un primo accordo, il 30 marzo, nella seduta straordinaria della Conferenza unificata. Un accordo importante tra Governo e regioni per la gestione dell'emergenza umanitaria a cui è seguito, proprio ieri sera, un successivo accordo. Ho parlato di emergenza umanitaria e su questo il Governo ha immediatamente agito proclamando lo stato di emergenza umanitaria e nominando un Commissario straordinario, il prefetto di Palermo Caruso, per la gestione di questa emergenza. Lo voglio pubblicamente ringraziare per il lavoro straordinario che ha fatto in una situazione particolarmente difficile. Ora possiamo considerare conclusa la fase dell'emergenza che riguarda Lampedusa e la Sicilia. Provvederemo a uno sviluppo di questa gestione della fase dell'emergenza umanitaria anche alla luce sia dell'accordo fatto con le regioni ieri sera, ma soprattutto dell'accordo fatto con le autorità tunisine. Ne parlerò oggi nel Consiglio dei ministri. Nell'accordo con le regioni del 30 marzo sono state prese alcune importanti decisioni, è stato previsto un piano per accogliere fino a 50 mila profughi. Intendiamo per profughi quelli che sono arrivati dalla Libia, sono duemilatrecento rispetto ai venticinquemila. Purtroppo i segnali degli ultimi giorni e la tragedia di ieri in mare ci dicono che si sta intensificando la partenza dalle coste libiche. Abbiamo visto una ripresa da quelle aree da cui venivano fino al maggio del 2009 i clandestini attraverso tratte che venivano organizzate dai trafficanti di esseri umani, che allo scoppio della guerra libica e prima ancora grazie all'Accordo fatto con il Governo libico avevano interrotto queste loro attività dal maggio del 2009. Adesso ci sono segnali di ripresa, proprio nelle stesse località da cui fino al maggio del 2009 operavano. È un segnale di ripresa proprio degli ultimi giorni, che ci fa pensare che possa intensificarsi il flusso da quelle zone della Libia di persone che provengono da Paesi subsahariani (in particolare quelle etnie che ho citato), e sono tutte persone che fuggono da luoghi in cui vi sono guerre, in cui le condizioni umane sono terribili e quindi che possono essere ricomprese nella categoria dei profughi o dei rifugiati, a differenza dei tunisini. Per definire un sistema di accoglienza diffuso su tutte le regioni di questa categoria di immigrati abbiamo, il 30 marzo, definito un accordo con le regioni, che prevede l'interessamento di tutte le regioni, escluso l'Abruzzo, nell'accoglienza dei profughi. Questo flusso territoriale sarà definito nei prossimi giorni da una cabina di regia nazionale coordinata dal Governo con le regioni e gli enti locali, coinvolgendo le prefetture. Abbiamo accolto con favore la disponibilità di posti aggiuntivi messi a disposizione dallo SPRAR, il sistema gestito dal Ministero dell'interno con i comuni per i richiedenti asilo, e abbiamo individuato risorse stabili e pluriennali a sostegno della collocazione nelle case famiglia, attraverso i comuni, dei minori stranieri non accompagnati. Su questo punto voglio dire che minori non accompagnati, che non saranno rimpatriati neppure se vengono dalla Tunisia, e sono considerati quindi clandestini, sono stati tutti spostati da Lampedusa attraverso il sistema di sostegno nella collocazione delle case famiglia. Vi è stata qualche polemica nei giorni scorsi perché siamo stati accusati di aver lasciato a Lampedusa dei minori. L'attenzione sui minori è stata massima, tempestiva ed immediata. Il sistema prevede che l'assegnazione dei minori alle case famiglia attraverso i comuni venga fatta con l'intervento dell'autorità giudiziaria. Gli ultimi minori sono stati trasferiti ieri proprio perché abbiamo dovuto attendere gli ultimi provvedimenti dell'autorità giudiziaria e sono stati collocati in queste strutture su tutto il territorio nazionale. Nell'accordo del 30 marzo, infine, si descrivevano anche le modalità operative per la gestione dell'immigrazione clandestina, cioè di quei cittadini extracomunitari arrivati sul territorio nazionale che non possono essere considerati come dei possibili rifugiati. Nell'accordo del 30 marzo si diceva che il Governo, in relazione alla gestione di sua competenza dell'immigrazione clandestina, nella piena applicazione delle norme conseguenti, si impegna ad assicurare un criterio di equa e sostenibile distribuzione degli immigrati che risultassero clandestini su tutto il territorio nazionale, sentiti gli enti locali interessati. Questo principio dell'equa distribuzione su tutto il territorio nazionale era quindi contenuto nell'accordo del 30 marzo. Ho visto questa mattina qualche commento che dice che la novità dell'intervento e dell'accordo di ieri sera è proprio questa, che prima non erano distribuiti su tutto il territorio nazionale e da domani in avanti lo saranno. Non è così! L'accordo è già stato preso nella Conferenza unificata del 30 marzo; quello di ieri è un accordo che attua questo principio e la novità non è quella dell'equa ripartizione sul territorio nazionale, ma è una novità importante, che segna il passaggio dalla fase dell'emergenza acuta, quella che abbiamo vissuto oggi e che abbiamo gestito dovendo tamponare una situazione particolarmente grave, ad una situazione di programmazione, che ci consente di gestire in modo più efficace l'immigrazione clandestina attraverso il coinvolgimento del sistema di Protezione civile nazionale e regionale. Rimane, quindi, fermo questo principio, ma vengono coinvolti i territori, non più con l'insediamento di strutture come quelle che sono state individuate per la gestione di una fase acuta dell'emergenza, ma attraverso il coinvolgimento delle regioni e la condivisione dei sistemi di Protezione civile nazionale e regionale. Questa è la novità dell'accordo di ieri sera. Sul fronte, poi, dei Paesi di origine abbiamo sviluppato una serie di iniziative per bloccare i flussi e per effettuare i rimpatri. Abbiamo rafforzato le intese già valide con l'Egitto. Sono pochi i cittadini egiziani arrivati, ma con l'Egitto l'accordo bilaterale funziona benissimo: i cittadini egiziani arrivano, vengono immediatamente riconosciuti dalle autorità consolari e il giorno dopo vengono rimpatriati. Se questo accordo fosse attuato nello stesso modo in tutti gli altri Paesi, potremmo procedere immediatamente ai rimpatri. Purtroppo non è così, perché gli accordi bilaterali sono stipulati tra l'Italia e i vari Paesi, non esiste un sistema europeo di accordi bilaterali e questa è una delle questioni che abbiamo posto all'Unione europea. Non può essere, non può continuare, non può funzionare in questo modo, soprattutto in previsione di ciò che può succedere da qui in avanti con l'esito della guerra in Libia e nessuno sa cosa potrà accadere. Non può continuare, non può funzionare un sistema che veda lasciati soli i singoli Stati rivieraschi della costa sud del Mediterraneo a gestire unilateralmente o bilateralmente questioni così importanti come l'immigrazione clandestina, che si contrasta attraverso accordi come quelli che ho stipulato l'altro giorno a Tunisi, ma che va soprattutto prevenuta attraverso interventi di carattere economico di sviluppo e di finanziamento di attività . Questo è l'unico modo e l'Italia non può essere l'unico Paese che compie questa azione in tutti i Paesi del Maghreb. Abbiamo realizzato una serie di incontri con i colleghi Ministri dell'interno dei Paesi del Mediterraneo - la Spagna, la Francia, Cipro, Grecia e Malta - e questa necessità  è apparsa evidente, tanto è vero che, nell'ultimo Consiglio europeo, il Presidente Berlusconi, proprio su sollecitazione nostra, ha portato all'attenzione questo problema e timidi segnali da parte della Commissione europea cominciano ad arrivare per definire un sistema complessivo di intervento di prevenzione, che è l'unico efficace per contrastare l'immigrazione clandestina. Bisogna chiudere i rubinetti perché, altrimenti, non potremmo pensare di gestire questo fenomeno epocale solo con gli accordi sulla sicurezza che pure sono importanti, fondamentali ma che non possono essere l'unico strumento per gestire una condizione così particolare. Mi sono recato a Tunisi, l'altro ieri, e dopo nove ore circa di difficile negoziato con il Ministro dell'interno tunisino abbiamo sottoscritto un accordo. Esso giunge al termine di un lungo processo negoziale iniziato alla fine di febbraio con l'intervento del sottosegretario Stefania Craxi con l'invio, più volte, del Ministro Frattini a Tunisi, con la visita che io e lo stesso Ministro Frattini abbiamo fatto qualche giorno fa, con la visita mia e del Presidente del Consiglio nel corso della quale abbiamo incontrato i vertici dello Stato tunisino e, infine, con la mia visita di martedì, che è riuscita a finalizzare questo accordo sulla gestione dell'immigrazione clandestina. Non è il primo, esso fa seguito allo scambio di note tra Italia e Tunisia sulla riammissione degli immigrati in posizione irregolare del 1998, quando Ministro dell'interno era il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, cui va il merito di aver aperto la strada di questo percorso di accordi bilaterali sulla sicurezza che oggi, lo ripeto e lo ribadirò in sede di Consiglio giustizia affari interni (GAI) dell'Unione Europea, deve essere trasferito a livello europeo. Noi pensiamo ad accordi bilaterali tra l'Unione europea e i Paesi, ad accordi globali, una parte dei quali sia sulla sicurezza e, quindi, sul contrasto ai flussi di immigrazione clandestina, ma la parte fondamentale è sulla prevenzione, sviluppando politiche di aiuto economico, rilanciando quella cooperazione internazionale che, finora, è stata lasciata sostanzialmente ai singoli Stati membri. Questo salto di qualità , dal livello nazionale al livello europeo, è necessario in una materia, l'immigrazione, che, oggi, è lasciata alla competenza esclusiva dei singoli Stati membri. Può sembrare una mossa utile perché gli Stati membri hanno su questo un residuo spicchio di sovranità , ma l'evolversi, così improvviso e tumultuoso, degli eventi richiede una condivisione europea perché, altrimenti, tale sovranità nazionale rischia di portare al seguente concetto: il problema è tuo e lo gestisci tu ed io non voglio sapere nulla. Ciò si è verificato, purtroppo, in questi anni, quando, su iniziativa del Governo italiano, il Consiglio europeo ha bocciato ogni iniziativa, ogni richiesta, del Governo italiano medesimo, del Governo francese, del Governo spagnolo, dei Governi di Cipro, Grecia e Malta per l'attuazione di un principio che noi riteniamo assolutamente coerente con il principio di solidarietà a livello europeo, il cosiddetto ossia la suddivisione degli oneri che derivano dal peso che gli Stati di confine sopportano per l'immigrazione clandestina e per l'arrivo di rifugiati. Oggi la normativa europea costringe gli Stati membri a farsi carico, loro e unicamente loro, gli Stati di confine, delle persone che arrivano, soprattutto dei rifugiati. E le persone che arrivano nei Paesi di confine arrivano in essi proprio perché sono Paesi di confine. Noi abbiamo chiesto e continueremo ad insistere perché l'Europa, anche su questo punto, quello dell'immigrazione clandestina, del contrasto all'immigrazione clandestina e dell'accoglienza dei rifugiati, assuma quel ruolo di protagonista, e non solo di coordinamento, che, finora, è mancato. L'accordo che, come ho detto, fa seguito a quello del 1998, è un accordo di cooperazione in materia di lotta alla criminalità del 13 dicembre 2003; l'ho rinnovato nel gennaio del 2009, ma anche l'accordo firmato l'altro giorno prosegue in questa linea e prevede alcune iniziative importanti. Innanzitutto, l'oggetto della cooperazione: la cooperazione, si legge nell'accordo, mira a rafforzare la collaborazione tra le forze di sicurezza italiane e tunisine al fine di prevenire gli sbarchi di clandestini verso le coste italiane, intensificare la lotta all'immigrazione irregolare e alla tratta di esseri umani, assicurare la protezione e la salvaguardia delle vite in mare. Sono comprese tutte le attività che due Paesi civili devono fare, salvare le vite in mare, in primo luogo, ma anche contrastare i flussi di immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani. Sono due attività spesso collegate che vedono anche l'intervento di organizzazioni criminali, non solo africane. Secondo punto: i rimpatri. Abbiamo definito delle procedure semplificate per rimpatriare cittadini tunisini arrivati in Italia. L'accordo del 1998, quello sottoscritto quando il Ministro dell'interno era Giorgio Napolitano, da questo punto di vista, non per colpa di chi l'ha sottoscritto, non funzionava, perché le autorità tunisine consentivano i rimpatri di non più di 3-4 cittadini al giorno su voli di linea, mentre con altri Paesi - l'Egitto, l'Algeria, il Marocco - i rimpatri vengono fatti in base al numero di coloro che sono presenti, sempre, naturalmente, nella salvaguardia dei diritti umani di tutti. Con la Tunisia, appunto, vi era questo limite, che, in condizioni normali, non creava ostacoli ai rimpatri stessi. Ho detto che, l'anno scorso, nello stesso periodo in cui quest'anno sono arrivati 25 mila clandestini, ne sono arrivati 25, tutti cittadini tunisini, rimpatriare i quali non è stato complicato neppure in presenza di quell'accordo così limitativo. Noi abbiamo pensato che bisognasse intervenire anche su queste procedure troppo complicate e nell'accordo si prevedono procedure semplificate per i rimpatri. Nell'accordo si prevede che tutti i cittadini tunisini che arriveranno in Italia dalla firma dell'accordo, dall'altro ieri, in avanti, saranno rimpatriati. La Tunisia ha accettato e tutti i cittadini tunisini che dovessero arrivare saranno rimpatriati attraverso procedure semplificate, che prevedono l'intervento dell'autorità consolare, come è giusto che sia, che riconosce e noi abbiamo la certezza dei riconoscimenti dei cittadini tunisini. Quindi sulla carta naturalmente l'accordo c'è, si tratta ovviamente di farlo applicare ed è compito del Governo . Proprio per l'importanza che noi attribuiamo a questo accordo abbiamo insediato ieri un gruppo di contatto, un gruppo di lavoro per seguire passo passo l'attuazione dell'accordo, che non è solo procedura di rimpatrio, ma che è anche cooperazione per prevenire i rimpatri, una cooperazione operativa, che si fa là attraverso il rafforzamento della sorveglianza su terra e in mare, l'intervento e il soccorso in mare, lo scambio di informazioni utili riguardo a persone e organizzazioni implicate nel traffico dei migranti, l'attuazione delle convenzioni internazionali come quella di Montego Bay, che è molto importante perché prevede che se viene intercettato un natante in difficoltà , un'imbarcazione o una nave, di qualunque nazionalità essa sia, in acque internazionali possa anzi debba procedere a riportare queste persone in difficoltà nel porto più vicino, che certamente non è e non sarà Lampedusa. Questa attività , cooperazione operativa, attività di controllo delle coste ritengo sia quella assolutamente importante insieme a quella dei rimpatri, perché serve a prevenire gli sbarchi, il che è sempre la cosa migliore da fare, perché si salvano vite umane (come si è visto purtroppo nella tragedia di ieri) e perché rende più facili le operazioni rispetto a quella dei rimpatri. Questa cooperazione operativa avverrà attraverso la fornitura di beni: noi ci siamo impegnati a fornire alle autorità tunisine mezzi tecnici e attrezzature per rafforzare la sorveglianza alle frontiere, che oggi non c'è o non c'è in modo così efficace come c'era fino al 31 dicembre dello scorso anno. Quello che è successo, quello che sta succedendo nei Paesi del Maghreb è importante dal punto di vista politico e dal punto di vista sociale, ma in alcuni Paesi come la Tunisia ha creato questa situazione di totale affievolimento o parziale affievolimento (a seconda delle zone) dei controlli di polizia, che prima erano molto efficaci, per una serie di vicende interne. Noi vogliamo ristabilire queste condizioni anche attraverso la fornitura di mezzi tecnici e attrezzature per rafforzare la sorveglianza delle frontiere. Per fare questo abbiamo anche deciso - ed è scritto nell'accordo - di procedere ad attività di formazione in materia di sorveglianza marittima, in materia di sorveglianza aerea, in materia di contrasto all'immigrazione irregolare, attraverso anche la fornitura di sistemi elettronici di navigazione e di punti di contatto nei due Paesi, gli ufficiali di collegamento dei due Paesi, che rafforzano una cooperazione che era già attiva, ma che adesso richiede appunto uno sforzo aggiuntivo per aumentare i controlli che si sono affievoliti nel corso degli ultimi eventi. Infine il versante europeo: abbiamo da subito attivato tutte le iniziative, come ho detto, per rendere più operativo l'intervento dell'Unione europea. L'Europa ha collaborato: la Commissaria Cecilia Malmström, Commissaria con la competenza in materia di sicurezza, è stata subito contattata da me nei primi giorni dell'emergenza umanitaria. Ella ha mostrato grande disponibilità e grande sensibilità , facendo presente che i mezzi a disposizione, sia quelli legali sia quelli economici, erano piuttosto limitati. Da qui la necessità di intervenire a livello di Consiglio europeo, cosa che ha fatto il Presidente Berlusconi. Tuttavia, qualche cosa di concreto è stato fatto, anche se, dal mio punto di vista, non sufficiente per potere dire: l'Europa si è, finalmente, presa carico del problema. È stata intensificata l'attività di Frontex. Frontex, come sapete, è un'Agenzia europea che controlla le frontiere o, meglio, coordina il controllo delle frontiere, fatto su terra dagli eserciti e su mare dalle navi dei vari Paesi membri. È un coordinamento di attività che, però, vengono svolte dai singoli Stati membri, ed è un coordinamento che non è efficace in mare, perché non consente di contrastare efficacemente l'immigrazione clandestina, anzi, rischia di essere un richiamo, perchÃ