PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta del 2 maggio 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Baldelli, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bressa, Brunetta, Bueno, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Censore, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dambruoso, De Micheli, Del Basso De Caro, Del Grosso, Dellai, Di Gioia, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Frusone, Garofani, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Martella, Migliore, Orlando, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Tabacci, Tidei, Valeria Valente, Velo e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, già approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, n. 3844-A: Iniziative per preservare la memoria di Giacomo Matteotti e di Giuseppe Mazzini.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
GIULIA NARDUOLO,. Presidente, la proposta di legge in esame, licenziata dalla VII Commissione lo scorso 28 marzo, intende preservare e valorizzare la memoria di due figure eccellenti della storia politica italiana: Giacomo Matteotti e Giuseppe Mazzini. Non credo occorra soffermarsi più di tanto sui motivi per cui, prima Mazzini e poi Matteotti, sono considerati tra i maggiori teorizzatori del pensiero democratico degli ultimi due secoli: tutti conosciamo le loro biografie e abbiamo letto i loro scritti. Ritengo comunque opportuno tratteggiare in questa sede una breve riflessione sull'importanza di un provvedimento alla loro memoria, dopo avere descritto il contenuto e le finalità di questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Di Lello. Ne ha facoltà.
MARCO DI LELLO. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, questo provvedimento come ha appena ricordato la collega Narduolo, segue molti analoghi provvedimenti, proposte di legge e disegni di legge provenienti dalle Camere e dal Governo e, per quanto mi riguarda, mi piace sottolineare come segue quello analogo approvato in questa legislatura per Peppino Di Vagno. Dunque continuiamo ad investire in cultura e da deputato socialista del Partito Democratico con orgoglio dico che torniamo a riconoscere anche l'importanza della storia socialista nella storia d'Italia, una storia che sembrava fosse quasi oggetto di una sorta di . C'è stato chi in quest'Aula addirittura aveva proposto con un emendamento di eliminare l'aggettivo “socialista” per Di Vagno come per Matteotti, l'aggettivo che permea l'intera azione non solo politica di queste personalità che ci hanno consegnato l'Italia di oggi. Invece la storia socialista ha dato all'Italia i primi deputati assassinati dal fascismo come Peppino Di Vagno e Giacomo Matteotti ma anche Presidenti della Repubblica come Giuseppe Saragat e quello che ancora oggi è il più amato degli italiani, Sandro Pertini, che vedremo avrà più di un punto di contatto con la vita e la storia di Giacomo Matteotti. Quella vissuta da Matteotti e dai socialisti è una storia sempre di minoranza, avversata da destra ma anche da sinistra da un lato con l'isolamento, dall'altro con la violenza e questa è la storia di Giacomo Matteotti. Dopo la scissione del 1921 e ancora un congresso dei socialisti i primi di ottobre del 1922 si arriva ancora una volta con una spaccatura quasi al 50 per cento tra i massimalisti e i riformisti e Turati e Matteotti, Saragat e Pertini, l'ala riformista del PSI sarà espulsa dando vita al PSU, al Partito Socialista Unitario cui si aggiungerà poi nel 1924 Carlo Rosselli, altra vittima del fascismo. E questa è la triste storia dei riformisti: social-fascisti venivano definiti dai comunisti perché incolpati di essere deboli nella difesa della purezza del pensiero marxista ma in realtà perché consapevoli che senza libertà e democrazia non ci poteva essere crescita sociale. Mentre a destra i fascisti, che non avevano certo la stessa raffinatezza nell'eloquio, incapaci di usare parole affilate che pure facevano male come coltelli, preferivano direttamente i coltelli alle parole. Sono i coltelli che i fascisti useranno insieme alle mani e le spranghe per contrastare o almeno provare a contrastare la forza delle parole di Giacomo Matteotti. Ricordiamo che nasce a Fratta Polesine il 22 maggio 1885, frequenta lì il ginnasio Celio. In seguito va a Bologna, si laurea in Giurisprudenza, entra in contatto con i movimenti socialisti diventandone presto una tra le più autorevoli figure. È convinto sostenitore della neutralità durante la prima guerra mondiale e le sue posizioni antimilitariste contro la guerra gli costarono il confino in una zona montagnosa nei pressi di Messina.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Crivellari. Ne ha facoltà.
DIEGO CRIVELLARI. Grazie, Presidente. “Il crimine più orribile mai commesso da qualunque Governo”, con queste parole, un giovane giornalista americano, Ernest Hemingway, commentava il rapimento e l'assassinio di Giacomo Matteotti avvenuto nel 1924. Una pagina tragica, un evento che ha segnato in profondità la nostra storia e che ha mostrato il vero volto del fascismo, la violenza, la sopraffazione e le pulsioni totalitarie che nel giro di pochi mesi sarebbero sfociate in una dittatura che avrebbe trascinato il nostro Paese fino alla seconda guerra mondiale.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare, se lo ritiene, l'onorevole relatrice: non intende replicare.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 3918-A e 4225.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3918-A: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani, fatta a Santiago de Compostela il 25 marzo 2015, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
ANDREA MANCIULLI, . Grazie, Presidente. Intendo consegnare il testo, se possibile.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4225: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato di Israele in materia di pubblica sicurezza, fatto a Roma il 2 dicembre 2013.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
MARCO FEDI, Grazie, Presidente. Rappresentate del Governo, non consegnerò il testo, perché è molto breve, e, quindi, credo sia utile per comprendere a pieno le ragioni di questa ratifica.
PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia ad intervenire.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.