PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
RAFFAELLO VIGNALI, legge il processo verbale della seduta del 28 novembre 2016.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amendola, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Dorina Bianchi, Biondelli, Blazina, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Censore, Centemero, Antimo Cesaro, Cirielli, Cominelli, Coppola, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Manlio Di Stefano, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Grillo, Kronbichler, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Giorgia Meloni, Meta, Migliore, Orlando, Picchi, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Santerini, Scalfarotto, Scanu, Scotto, Sereni, Tabacci, Tidei, Valeria Valente, Valentini, Velo, Vignaroli e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
RAFFAELLO VIGNALI, legge:
GIULIANA TOFANI e BENITO SINATORA, da Sanremo (Imperia), chiedono la soppressione dei vitalizi dei parlamentari ;
RICCARDO BENOTTI, da Roma, chiede misure urgenti per l'eliminazione delle barriere architettoniche che limitano l'accesso agli studi medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale ;
FRANCESCO DI PASQUALE, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede un piano per l'ammodernamento del patrimonio edilizio italiano ;
MASSIMO TORRE, da Genova, chiede:
modifiche alle norme vigenti in materia di orario di lavoro, per rafforzare le tutele dei lavoratori ;
l'introduzione di un reddito di cittadinanza ;
norme per la riduzione della durata dei contratti di lavoro a tempo determinato ;
iniziative per regolamentare la trasmissione sulle reti televisive pubbliche delle opinioni e delle dichiarazioni di esponenti della gerarchia ecclesiastica ;
l'introduzione di contenitori interrati per la raccolta dei rifiuti ;
AURELIO ROSINI, da Mariglianella (Napoli), chiede modifiche all'articolo 1123 del codice civile in materia di ripartizione delle spese relative alle parti comuni dell'edificio ;
FRANCESCO VERRINA, da Città di Castello (Perugia), e altri cittadini chiedono modifiche all'articolo 11 della Costituzione volte a evitare la partecipazione dell'Italia a qualsiasi intervento militare, anche sotto l'egida di organizzazioni internazionali ;
MARINO SAVINA, da Roma, chiede che i dipendenti del Ministero dell'interno possano utilizzare gratuitamente i mezzi di trasporto pubblico ;
FRANCESCO DE GHANTUZ CUBBE, da Roma, chiede: norme più restrittive in materia di concessione della cittadinanza italiana agli stranieri ;
iniziative urgenti per ridurre l'afflusso di immigrati in Italia ; l'abrogazione delle norme che consentono ai cittadini dei Paesi dell'Unione europea di accedere agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni ;
l'abrogazione della lettera del comma 1 dell'articolo 21 del codice dei beni culturali e del paesaggio, che consente la rimozione e la demolizione di beni culturali, previa autorizzazione governativa ;
MARCO URBINATI, da Rimini, e numerosi altri cittadini chiedono un trattamento fiscale più vantaggioso per le borse di studio e gli altri benefici economici concessi dall'INPS a favore dei figli e dei dipendenti e dei pensionati delle pubbliche amministrazioni .
ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. Mi rendo conto che l'Aula è validamente convocata per esaminare i punti all'ordine del giorno, così come tutti sanno che il Governo è di fatto dimissionario, non solo perché il Presidente del Consiglio abbia annunciato le dimissioni in TV, ma anche perché le abbia annunciate, pare, proprio al Capo dello Stato.
L'Aula oggi discuterà alcune mozioni che impegnano il Governo ad assumere alcuni atti di indirizzo. Impegnano quale Governo ? Quello che sarà in carica per qualche giorno ? Il prossimo Governo ? Mi pare una situazione assai singolare. Capisco, è possibile ci siano dei precedenti che dicono che, in assenza di formali dimissioni da parte del Governo, l'Aula continui a svolgere il suo lavoro, esaminando i punti da calendario, però vorrei rivolgere a lei, signor Presidente, l'invito a valutare se queste discussioni, quelle sulle mozioni e quelle sulle ratifiche, sono discussioni che val la pena di fare nelle condizioni politiche e istituzionali che il Paese sta vivendo in questi giorni, oppure si può evitare di dare al Paese l'idea che quest'Aula discuta di cose che riguardano il Governo, il Governo che starà in carica per qualche giorno, come se nulla fosse successo nei giorni scorsi.
PRESIDENTE. Grazie, collega Occhiuto. Ovviamente, come anche lei diceva, l'Aula è validamente convocata, in quanto allo Stato il Governo è ancora nella pienezza dei suoi poteri, nonostante le dichiarazioni del Presidente del Consiglio e, quindi, da qui ne consegue che si possa procedere ai lavori d'Aula in maniera regolare. Poi, se invece ci dovessero essere le dimissioni formali, a quel punto sarebbe la Presidenza a farsi carico di convocare sicuramente la Conferenza dei capigruppo e, in ogni caso, di riorganizzare il seguito dei lavori in base a questa formalizzazione delle dimissioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 e Tartaglione ed altri n. 1-01296 concernenti iniziative per promuovere una corretta alimentazione, in particolare al fine di prevenire l'obesità infantile .
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione delle mozioni è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea .
Avverto che sono state presentate le mozioni Brignone ed altri n. 1-01440; Rondini ed altri n. 1-01441; Vargiu ed altri 1-01442; Nicchi ed altri n. 1-01443 e Binetti ed altri n. 1-01444 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente. I relativi testi sono in distribuzione.
Avverto, inoltre, che sono state presentate un'ulteriore nuova formulazione della mozione Bernini Massimiliano ed altri n. 1-00744 e una nuova formulazione della mozione Tartaglione ed altri n. 1-01296 . I relativi testi sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
È iscritta a parlare la deputata Gagnarli, che illustrerà anche la mozione Massimiliano Bernini n. 1-00744 di cui è cofirmataria.
CHIARA GAGNARLI. Grazie, Presidente. Questa mozione è uno dei tanti atti e passaggi che il MoVimento 5 Stelle ha intrapreso ormai da diversi anni, fuori e dentro le Aule parlamentari, finalizzato a sensibilizzare le istituzioni e i cittadini all'adozione di una sana alimentazione e di un corretto stile di vita sin dalla primissima infanzia. Non si tratta certo di una questione di nuove mode, anche alimentari, ma di affrontare a viso aperto un problema di salute, soggettiva e pubblica, che oramai colpisce una percentuale sempre più alta della nostra popolazione, specie tra i più piccoli. Parliamo dell'obesità e di tutte le patologie ad essa collegate, con le relative conseguenze sul Sistema sanitario nazionale. Tanto per rendere l'idea, in Italia i costi sanitari diretti dell'obesità sono stimati in circa 23 miliardi di euro l'anno, di cui il 60 per cento dovuto a ricoveri ospedalieri. L'obesità rappresenta il più comune disordine nutrizionale del mondo occidentale e la sua prevalenza è in progressivo aumento, tanto da indurre l'Organizzazione mondiale della sanità ad autorizzare la definizione di pandemia. I bambini in sovrappeso od obesi in Italia (fonte: Ministero della Salute) nel 2014: il 20,9 per cento in sovrappeso e il 9,8 per cento obeso. Il 25 per cento dei bambini non consuma frutta e verdura ogni giorno, il 18 per cento dei bambini pratica sport solo un'ora a settimana. I dati del Ministero della Salute, diffusi recentemente anche dalla Federazione italiana medici pediatri, dicono che oltre il 23 per cento dei bambini tra i 9 e gli 11 anni è in sovrappeso e il 13 per cento è obeso (il 3,2 per cento in più rispetto al 2015). Si tratta di un allarme che non solo rischia di compromettere la qualità della vita delle generazioni future, ma di avere serie ripercussioni sul Sistema sanitario nazionale visto che il 70-80 per cento dei bambini obesi è destinato ad esserlo anche da adulto.
Ad oggi, inoltre, 3,5 milioni di bambini hanno il diabete di tipo 2, tipicamente associato, fino a pochi anni fa, all'età avanzata. Non solo: 13,5 milioni di 17 hanno una resistenza all'insulina, cioè una condizione di prediabete, 24 milioni ipertensione e 33 milioni steatosi epatica.
Le cause dell'obesità possono essere riassunte principalmente nell'alimentazione scorretta e nella sedentarietà. La prevenzione, quindi, è l'elemento determinante: educare il bambino, ma anche l'adulto ad una dieta equilibrata e sana, unita ad una attività fisica, già a partire dalla scuola, costante e quotidiana, ridurrà in maniera drastica il rischio che ci si possa ammalare.
Ma se la scelta di una corretta alimentazione e di un corretto stile di vita è quanto mai soggettiva, è pur vero che a livello normativo, un Paese che si dica civile e che ci tenga davvero alla salute dei suoi cittadini qualcosa può fare, anche piccoli passi, ma che, se inseriti in un contesto di maggiore consapevolezza da parte di tutti, possono contribuire in maniera determinante a cambiare la direzione delle nostre vite.
Per questo abbiamo depositato questa mozione, oltre che diverse proposte di legge, di cui una sull'educazione alimentare, che ha l'obiettivo di coinvolgere tutti gli attori della nostra società che potrebbero avere un ruolo determinante nel contrasto all'obesità, come l'industria alimentare, che in questo scenario può essere decisiva non solo nella formulazione dei prodotti, ma anche prevedendo un responsabile, con un'attenzione particolare ai bambini e agli adolescenti. Sappiamo, infatti, che la pubblicità, specie quella televisiva, influenza moltissimo i bambini nelle preferenze alimentari, non solo come consumatori da indirizzare, ma anche come canali con la famiglia, influenzando le loro spese.
In Italia, né il Codice di autoregolamentazione TV e minori, né la legge n. 122 del 1998, né la successiva legge Gasparri, né il recente Codice del consumo, hanno dettato disposizioni specificamente rivolte alla regolamentazione della pubblicità di prodotti alimentari. Esistono delle normative dell'Unione europea che definiscono principi, parametri minimi e disposizioni specifiche a tutela dei minori. Questi provvedimenti legislativi e autoregolamentari non si sono mai preoccupati dei danni derivanti dalla proposizione mediatica di modelli alimentari scorretti a bambini e adolescenti.
Su questo aspetto di ma anche su standard alimentari, si concentrano le nostre proposte, e sulla grande diffusione dei distributori automatici – presso i quali procedono all'acquisto 23 milioni di italiani, tra i quali ben 10 milioni regolarmente – che necessita di una regolamentazione più rigida, soprattutto nei luoghi frequentati da bambini.
L'ambiente scolastico è il luogo in cui la maggior parte dei bambini e degli adolescenti trascorre la giornata; le sue finalità educative, le regole organizzative e la scansione della vita scolastica si prestano, invece, alla realizzazione di interventi di promozione della salute.
Per quanto concerne il consumo di zucchero, l'OMS stabilisce un tetto massimo del 5 per cento di zucchero al giorno per un uomo che consumi 2.000-2.500 calorie; in Italia, invece, le raccomandazioni italiane introdotte dal Ministero della salute indicano di contenere il consumo di zuccheri semplici, siano essi naturalmente presenti negli alimenti o siano essi aggiunti, nell'ambito del 15 per cento del fabbisogno.
La stessa Organizzazione mondiale della sanità, tuttavia, ad aprile 2014, presso la conferenza ONU di Ginevra, ha rivisto al ribasso la percentuale di consumo di zucchero dal 10 per cento al 5 per cento del totale delle calorie assunte quotidianamente. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro, in linea con queste raccomandazioni, dichiara che «limitare il consumo di cibi ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate, è la prima raccomandazione alimentare a cui è giunto il comitato di esperti dopo aver esaminato tutti gli studi scientifici su dieta e cancro».
Gli studi scientifici hanno ormai dimostrato il legame tra consumo eccessivo di zucchero e obesità e altri rischi per la salute. Non è un caso, infatti, se, come emerso di recente da alcune notizie di stampa, le grandi alimentari abbiano finanziato e commissionato ricerche scientifiche per dimostrare il contrario.
Abbiamo, quindi, chiesto per questo di introdurre nuove norme sui limiti di utilizzo di zucchero negli alimenti messi in commercio sul territorio italiano e chiedere ai grandi produttori dell'industria alimentare di rispettare i parametri «abbassa zucchero»; di ridimensionare anche l'utilizzo di farine e cereali raffinati; di riportare sulle confezioni dei prodotti destinati ai più giovani e nelle bevande gassate zuccherate il rischio di obesità legato al consumo squilibrato dello zucchero in esse contenute; e di promuovere pubblicitari e campagne d'informazione per trasmettere i valori di una sana alimentazione.
Diversi ed autorevoli esponenti del mondo scientifico, come il professor Franco Berrino, direttore del dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, aveva dichiarato che «Gli alimenti ad alta densità calorica sono quelli che contengono molto grasso e zucchero, come merendine, biscotti da colazione, fiocchi di cereali zuccherati, bevande zuccherate, fanno ingrassare e alterano il nostro ambiente endocrino facendo aumentare l'insulina. Queste alterazioni alla lunga fanno aumentare il rischio di ammalarsi di tumore e di varie altre malattie croniche che affliggono soprattutto le popolazioni ricche».
Abbiamo spesso proposto, per questo, di ragionare su una tassazione di alcuni prodotti, come le bevande zuccherate, come hanno fatto altri Paesi. Il Governo irlandese in legge finanziaria ha intenzione di mettere una tassa sulle bevande zuccherate dal 2018, motivata proprio dalle preoccupazioni sanitarie e dai dati, che dicono che il 53 per cento dei bambini di 4 anni e il 75 per cento dei bambini e ragazzi tra 5 e 18 anni consumano bevande zuccherate. In Ungheria c’è una tassa sui cibi poco salutari. In Francia, all'interno del disegno di legge sulla biodiversità, non molto tempo fa si è parlato della tassazione sui prodotti contenenti olio di palma e cocco.
Provvedimenti già portati avanti in Gran Bretagna nel provvedimento 2016, dove si prevedono due fasce di tassazione per le bevande contenenti più di 5 grammi di zucchero ogni 100 millilitri e più di 8 grammi ogni 100 millilitri, esenti quelle con zuccheri naturali ed i piccoli produttori. Con questo provvedimento hanno calcolato introiti nel 2018 pari a 520 milioni di sterline, che saranno destinati all'attività sportiva nelle scuole nel 2018. Il Ministro delle finanze britannico, presentando questo provvedimento, ha detto: «Non voglio dover guardare indietro a questo periodo in Parlamento, avendo ricoperto questo ruolo, e dover dire alla generazione dei miei figli: mi dispiace, sapevamo che avevamo un problema con le bibite zuccherate, sapevamo che avrebbero causato malattie, ma abbiamo evitato di prendere decisioni difficili e non abbiamo fatto niente».
Non dimentichiamo poi il dato sull'educazione fisica: un altro aspetto fondamentale. Nel confronto con i 27 Paesi OCSE, l'Italia è ultima per numero di bambini che praticano quotidianamente attività fisica moderata o intensa. Oltre un quinto dei bambini in Italia non svolge regolarmente attività motoria nel tempo libero e circa un minore su dieci non la pratica neppure in ambito scolastico per mancanza di spazi attrezzati o perché non prevista nel programma scolastico. Tre ragazzi su cinque trascorrono il proprio tempo libero al chiuso, in casa. Un ragazzo su cinque passa due ore al giorno giocando con i . Tra i genitori dei ragazzi che stanno a casa, uno su tre lo attribuisce alla mancanza di spazi all'aperto vicino a casa dove incontrare gli amici. La maggior parte di loro cammina al massimo per mezz'ora al giorno. I genitori dichiarano di conoscere le regole per una corretta alimentazione, ma poi i ragazzi mangiano quotidianamente davanti alla TV. Circa un minore su dieci non fa colazione a casa tutti i giorni. Questi sono i dati di uno studio emerso da una ricerca Save the Children su «Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi».
Dal rapporto presentato da Cittadinanzattiva relativo all'anno 2014 sulla sicurezza, qualità, accessibilità a scuola, si evince che la maggior parte delle scuole (quasi una scuola su due) non dispone di una palestra. In questi casi, le attività sportive o di educazione motoria si svolgono nei cortili, nelle palestre esterne o non vengono svolte affatto.
I consumatori, inoltre, manifestano una crescente attenzione per il valore e il rischio nutrizionale degli alimenti che acquistano. Si avverte, quindi, sempre più la necessità di fornire informazioni corrette sugli alimenti consumati ogni giorno.
L'etichetta nutrizionale, quindi, può essere un importante veicolo, attraverso il quale i produttori alimentari possono comunicare informazioni essenziali sul valore nutrizionale e sulla composizione dei loro prodotti. È la carta di identità degli alimenti e deve costituire una modalità di facile e immediata lettura per garantire una scelta sana e motivata della propria alimentazione giornaliera.
Con questa mozione, quindi, impegniamo il Governo: a promuovere una campagna di sensibilizzazione per mezzo di specifici sui principali organi di stampa o pubblicità in TV per indicare i valori di una sana alimentazione; a chiedere ai grandi produttori di alimenti per la colazione e la merenda dei bambini di ridurre la quantità di zucchero presente negli alimenti e di ridurre l'utilizzo di farine e cereali raffinati, oltre che di grassi saturi; ad intervenire a livello normativo per porre dei limiti all'utilizzo di zucchero; ad assumere iniziative normative affinché nelle confezioni siano riportate etichette o scritte che indichino il rischio di obesità legato ad un consumo squilibrato; ad assumere iniziative normative per limitare anche l'associazione dei agli alimenti per la colazione e le merende che chiaramente sono riservate ai più piccoli; a dare una piena ed esaustiva applicazione al Regolamento europeo, al fine di garantire che i consumatori siano adeguatamente informati sugli alimenti che consumano; ad intraprendere iniziative volte anche a disincentivare l'utilizzo dell'olio di palma o palmisto sostituendolo con olii che incentivino l'economia nazionale e i settori agricoli interessati; a sostenere ed incoraggiare presso le scuole, nell'ambito della propria competenza, dei progetti legati all'educazione alimentare intesi come conoscenza dei prodotti, delle etichette, della provenienza degli alimenti, della pericolosità delle bevande con scarso apporto nutrizionale, un corretto consumo, il contrasto allo spreco, uno stile di vita attivo, nonché l'importanza dei prodotti tipici a chilometro zero, a chilometro utile, per accrescere negli studenti il senso di responsabilità sociale verso la propria salute ma anche verso l'ambiente, verso il rispetto della biodiversità, in quanto sono conoscenze imprescindibili; ad assumere, per quanto di propria competenza, in tutte le mense pubbliche o convenzionate, un'adeguata alternativa di menu privi di alimenti di origine animale, al fine di tutelare anche coloro che assumono questa scelta alimentare e potrebbero essere esclusi dalla fruizione del servizio pubblico .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la collega Assunta Tartaglione, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-01296 .
ASSUNTA TARTAGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, con la mozione presentata in materia di obesità infantile vogliamo porre all'attenzione del Governo e dell'Aula un problema che non va in alcun modo sottovalutato: l'obesità e il sovrappeso, prima considerati problemi dei soli Paesi ricchi, sono oggi in aumento anche nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica a livello mondiale. L'Italia non è esclusa in alcun modo da questo fenomeno; l'eccesso ponderale è una condizione molto diffusa e rappresenta un problema prioritario di salute pubblica. Da tempo gli organismi sovranazionali come l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Unione europea hanno indicato che l'eccesso di peso dovuto a un mancato equilibrio tra apporto calorico e dispendio energetico corrisponde a un cambiamento complesso della società, che avviene appunto su scala mondiale ed è legato alle condizioni dell'ambiente, dei trasporti, dell'agricoltura e dell'offerta di alimenti e anche alla pubblicità, oltre che alle caratteristiche individuali.
L'eccesso ponderale è un fattore di rischio che può comportare decessi. Il 65 per cento della popolazione mondiale vive in Paesi in cui il sovrappeso e obesità uccidono più che il sottopeso. L'obesità è un problema sociale, oltre che clinico. Di conseguenza, oltre a misure preventive quali interventi mirati di sanità pubblica rivolti sia alla popolazione generale sia agli individui in eccesso ponderale, affinché aumenti la consapevolezza dell'importanza di mantenere il peso ideale attraverso una sana alimentazione è indispensabile che i Governi elaborino e mettano in atto politiche intersettoriali volte a favorire una dieta povera di grassi o di alimenti altamente energetici e, al contrario, ricca di frutti e vegetali. Secondo i dati forniti dal rapporto Eurostat pubblicato il 20 ottobre 2016, in Europa la percentuale di adulti con obesità, che circa dieci anni fa era intorno al 12 per cento, arriva oggi quasi al 16 per cento, con un deterioramento della salute evidenziabile in un aumento del diabete, che in Italia affligge il 10 per cento della popolazione, dell'ipertensione, della dislipidemia, dei disturbi cardiovascolari, come pure del cancro e di molte altre patologie degenerative. Da non sottovalutare è anche il fatto che oltre un terzo della popolazione è in sovrappeso.
In questo scenario di vera e propria epidemia di obesità, particolarmente preoccupante è il fenomeno dell'insorgenza dell'obesità infantile, che predispone all'obesità in età adulta e che si accompagna sempre di più a patologie in età pediatrica come l'aumentata insorgenza di diabete e ipertensione. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i bambini in eccesso ponderale nel mondo sono 44 milioni. Lo stato di nutrizione dipende sostanzialmente dall'interazione di tre elementi: lo stile di vita, l'ambiente culturale, lo stato economico.
Emerge chiaramente il ruolo centrale dell'alimentazione e dell'assunzione dei costituenti essenziali per assicurare un equilibrato metabolismo organico, per prevenire l'insorgenza di patologie da eccesso o carenziali degli elementi essenziali e per favorire una longevità qualitativamente migliore. Per questo è indispensabile che l'alimentazione poggi non solo su una semplicistica riduzione calorica ma sia programmata su basi razionali e scientifiche che tengano conto delle diverse necessità nutritive, non solo quantitative ma soprattutto qualitative, dei nutrienti richiesti dalla continua trasformazione nelle varie fasi della crescita, dell'attività mentale e fisica svolta.
L'impatto dell'obesità e le conseguenti ripercussioni dirette sulla salute sottolineano come sia prioritario e necessario contrastare tempestivamente tale fenomeno. Il Piano d'azione sull'obesità infantile per il 2014-2020 dell'Unione europea si inserisce proprio in quest'ottica di prevenzione e contrasto. Il sistema di sorveglianza nazionale «OKkio alla salute», promosso e finanziato dal Ministero della salute, coordinato dal Centro nazionale di epidemiologia sorveglianza e promozione della salute, dall'Istituto superiore di sanità, e condotto in collaborazione con tutte le regioni italiane e il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, dal 2007 costituisce una solida fonte di dati epidemiologici sugli stili di vita dei bambini della scuola primaria, e rappresenta la risposta istituzionale italiana al bisogno conoscitivo del problema del sovrappeso e dell'obesità nella popolazione infantile.
Lo sviluppo di sistemi di sorveglianza è alla base delle strategie italiane in materia di prevenzione e promozione della salute, quali il programma governativo «Guadagnare Salute» e il Piano nazionale della prevenzione. L'Italia, con i dati di «OKkio alla salute», partecipa inoltre all'iniziativa della regione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità denominata «COSI». Dall'ultimo del 2014 di «OKkio» si desume che i bambini in sovrappeso sono il 20,9 per cento, e i bambini obesi sono il 9,8 per cento, compresi i bambini severamente obesi, che da soli sono il 2,2 per cento. Si registrano prevalenze più alte nelle regioni del sud e del centro. In particolare, il dato in Campania resta preoccupante dall'ultimo del 2014. Certamente i programmi di prevenzione sono fondamentali per il contenimento del fenomeno, ma risulta altrettanto importante offrire un percorso di diagnosi e cura per i bambini che presentano obesità, spesso già con le connesse gravi complicazioni. A tal fine sarebbe pertanto necessario ampliare l'attività di monitoraggio coinvolgendo anche i bambini dell'età prescolare.
Un dato importante che emerge dalle indagini epidemiologiche è che tale patologia si associa a condizioni sociali di fragilità, quali scarsa istruzione materna, che non riconoscono la condizione o la sottovalutano, ed è quindi un elemento di diseguaglianza in sanità. Un approccio fondamentale è quello della prevenzione, che bisogna sostenere attivando e incentivando programmi di prevenzione nelle scuole. La letteratura in tema di evidenze e di efficacia afferma che la promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute, in passato considerata attività esclusiva del settore sanitario attraverso interventi di educazione sanitaria, richiede invece un approccio globale di sistema che coinvolga tutti i settori, che con le loro politiche interagiscono sui vari determinanti di salute.
In quest'ottica, fare programmi di salute con la scuola vuol dire quindi rimettere in discussione bisogni di salute, modelli di consumo e di spreco, attivare consapevolezza critica, ragionare sulla cultura dello star bene e non solo su quella del rischio.
In tal modo, ragionare e progettare in tema di alimentazione, attività fisica e prevenzione dell'obesità significa parlare della promozione di una nuova economia, parlare dell'appropriatezza della domanda di salute, parlare di partecipazione e di ricerca delle corresponsabilità per la salute. Per il miglioramento dello stile alimentare dei bambini, la refezione scolastica attuata secondo le linee guida nazionali del Ministero della salute costituisce un elemento importante di promozione nell'ambito della salute. Il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 di cui all'intesa tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sancita nella seduta della Conferenza Stato-regioni del 13 novembre 2014, evidenzia l'importanza di adottare un approccio intersettoriale e di configurare interventi per contesto di appartenenza (ad esempio, scolastico di comunità); sviluppare programmi integrati tra servizi sanitari e istituzioni educative; attivare le azioni nel contesto scolastico nell'ambito del modello delle «scuole promotrici di salute»; prestare attenzione all'equità e contrastare le disuguaglianze di salute; promuovere il potenziamento dei fattori di protezione: ; assicurare azioni di promozione della salute, volte a favorire l'adozione di comportamenti sani su diverse tematiche e rendere facili le scelte di salute come indicato in «Guadagnare salute». Lo scopo della mozione è, pertanto, quello di porre l'attenzione del Governo su un tema quanto mai urgente, in particolare sulla necessità di prevedere entro pochi mesi la sostanziale gratuità dei percorsi di prevenzione dell'obesità per i minori di età inferiore ai 12 anni.
Come detto l'obesità non riguarda unicamente le classi agiate, anzi spesso risulta un fenomeno particolarmente diffuso tra le fasce economicamente più deboli della società e garantire dei percorsi di prevenzione meno onerosi assicurerebbe di certo una maggiore efficacia dell'azione preventiva. Il benessere dei nostri bambini è la cartina di tornasole di uno Stato che possa realmente dirsi sociale. Sono sicura che il Governo saprà al meglio dare attuazione a quanto da noi richiesto con la mozione in discussione .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Paola Binetti, che illustrerà la sua mozione n. 1-01444.
PAOLA BINETTI. Presidente, membri del Governo, colleghi, è una mozione, questa, che si inserisce in un momento molto particolare, quello in cui noi abbiamo davanti un gruppo di bambini che possono vantare le migliori condizioni possibili sotto il profilo alimentare, sotto il profilo della nutrizione, anche sotto il profilo dell'assistenza sanitaria, e altri gruppi di bambini per i quali, invece, questi che sembrano dei benefici fondamentali, beni essenziali, sono del tutto preclusi.
La riflessione su questa disparità costituisce uno dei più grossi fattori contraddittori della cultura del nostro tempo e non a caso l'obesità infantile può essere considerata come una piaga del ventunesimo secolo, che si è manifestata in un solo cambio generazionale. Stando alle cifre, l'obesità infantile rappresenta il paradosso del nostro tempo: 60 miliardi di euro spesi per ipernutrirci; 30 miliardi di euro spesi in pubblicità per convincerci a mangiare cibo ipercalorico; 45 miliardi di euro spesi in attività fisiche o in diete per ridurne i guasti. Il cambio dell'abitudine alimentare è la più radicale delle trasformazioni degli ultimi cinquant'anni, ma io spero che non sfugga anche la rilevanza economica di queste cifre. Esiste – chiamiamola così – una di produttori di merendine, evidentemente non si tratta solo di merendine, ma esiste una che è convinta di poter intervenire in modo capillare nella vita dei bambini e nella vita delle famiglie, offrendo loro – potremmo dire in offerta speciale – cibi molto spesso accompagnati dai giochi. Molto spesso il bambino chiede di comprare quel pacchetto di patatine piuttosto che quell'altro tipo di merendina. Penso ai famosi ovetti Kinder, con cui la generazione successiva alla mia sicuramente ha giocato e si è nutrita in cui non sai bene se preferisci il gioco o il cioccolato che accompagna il gioco.
Ma è certo che è difficile per un genitore sottrarsi alla suggestione della richiesta quando il martellare pubblicitario è incalzante e davvero fa del bambino sostanzialmente uno dei consumatori probabilmente meno illuminati, però più esigenti e più determinati. Credo che affrontare il tema dell'obesità infantile non possa avere come orizzonte di senso soltanto quello che riguarda questo bambino e cosa mangia questo bambino, dimenticando che, nel contesto e intorno a lui, si muovono interessi economici giganteschi. Ed è questa la nostra responsabilità precisa, la quale non la possiamo liquidare semplicemente con la dieta, accompagnando il bambino dall'esperto di nutrizione perché prescriva una dieta. Conosciamo tutti alcune risposte fondamentali, per esempio sostituire la merendina con la frutta. Le maestre raccontano che, effettivamente, la merendina è sostituita dalla frutta, peccato che poco dopo il bambino tiri fuori anche l'altra merendina, cioè quella a carattere ipercalorico. In altri termini, la frutta, con quella sua valenza vitaminica sana, accompagna la dieta del bambino, ma non sostituisce affatto il cibo che attualmente viene definito «cibo spazzatura». C’è tutto un processo in cui anche l'educazione fatta dalla famiglia e l'intervento lucido, sereno, equilibrato fatto dagli insegnanti attraverso l'educazione alimentare – che non è solo un'affermazione di principi, ma che è anche una prassi, uno stile, un modo di entrare nella vita dei bambini – corrono il rischio di essere vanificati perché la pressione è insostenibile. Un bambino che, in tutti i modi, insiste – perché insistono anche i suoi compagni, perché si crea quasi una mentalità di gruppo (gli altri ce l'hanno e io non ho, le altre madri sono buone e tu no) – crea una tale pressione per cui diventa più facile dargli la merendina supplementare piuttosto che operare quella educazione paziente, che, però, non è soltanto un'educazione in cui ti spiego come, è anche un'educazione che vincola le decisioni della volontà a dire «no». Queste decisioni della volontà rappresentano il contesto dell'educazione, la parte più difficile e più complessa. Difficile non è l'istruire; fare in modo che il bambino voglia è la parte veramente, veramente complicata.
Rispetto a tutto questo non dimentichiamo che molte volte si innesta quella sorta, non voglio dire di sensi di colpa, però anche quel bisogno di conciliare il bambino in una relazione affettivamente serena, che fa sì che spesso possono essere i nonni, spesso possa essere la tata, spesso possa essere la persona che sta a casa quando i bimbi tornano da scuola a supplire alle loro richieste con quella fornitura supplementare – chiamiamola così – di zuccheri o comunque di cose dolci, che servono anche a dare al bambino la sensazione di una carenza affettiva che si colma e si completa attraverso un'offerta supplementare di cose dolci. Questo per dire perché, pur spendendo tanto in educazione alimentare, pur essendo così lucido e così chiaro il danno che si provoca, pur avendo tutti noi perfetta consapevolezza di questo, di fatto si tratta di una battaglia che, ad oggi, 6 dicembre 2016, dobbiamo lucidamente considerare, perlomeno attualmente, persa. Non riusciamo a fare dell'educazione alimentare un beneficio percepito dal bambino, non che non lo sia in assoluto, non che non lo sia oggettivamente. Il fatto è che non è un bene percepito dal bambino e, come tale, non diventa un bene appetibile per lui.
In Italia l'elevato incremento del fenomeno dell'obesità dei fanciulli intorno ai sei anni impone l'adozione di programmi di prevenzione precoce. Urge un'attività di sensibilizzazione dei genitori, attraverso semplici azioni preventive, per ridurre la prevalenza di eccesso ponderale. Si tratta di azioni che, ovviamente, devono essere basate su evidenze scientifiche. La Società Italiana di Pediatria, la SIP, ma anche la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, la SIPPS, insieme al Ministero della salute, con il progetto «Mi voglio bene», hanno da tempo individuato dieci azioni di prevenzione primaria, da attuare in sinergia tra genitori e pediatri sin dai primi giorni di vita del bambino. Sei azioni riguardano la nutrizione: allattamento al seno esclusivo per almeno sei mesi, svezzamento a partire da sei mesi, apporto proteico controllato nei primi due anni, esclusione di bevande caloriche, eliminazione del biberon dai 24 mesi, uso di un atlante fotografico delle porzioni alimentari corrette. Altre tre di queste azioni riguardano lo stile di vita, i mezzi di trasporto, i giochi di movimento, il controllo della sedentarietà e solo una riguarda l'identificazione preventiva dell'insorgenza di un precoce aumento dell'adiposità tramite il controllo della curva della crescita e dell'indice di massa corporea, il famoso . Voglio soffermarmi su queste prime affermazioni. Ci sono degli studi con una forte evidenza scientifica che identificano nell'allattamento al seno del bambino per il tempo previsto il più grosso fattore di prevenzione rispetto all'obesità infantile. Ora noi conosciamo perfettamente perché le donne, nonostante i programmi intelligenti, nonostante i programmi fortemente caldeggiati dal Ministero della salute di valorizzazione dell'allattamento al seno, sappiamo che molte volte la principale difficoltà per le madri nell'allattamento al seno è data dalla necessità di reinserirsi precocemente nell'ambiente professionale. Quindi abbiamo uno di quei punti chiave: conciliare tempi di vita delle famiglie e tempi di lavoro, che rappresenta uno snodo che lì per lì non viene percepito; riuscire a far nutrire il bambino, il famoso latte artificiale, con tutte le soluzioni anche le più intelligenti, le più illuminate, anche quelle che da un punto di vista di bilanciamento non solo calorico, proteico, vitaminico risultano teoricamente equipollenti, di fatto non lo è. Pertanto molte madri debbono rinunciare all'allattamento al seno per una relazione che non è soltanto come dire «la voglia di», non c’è soltanto la considerazione di voler tornare a lavorare perché inseguo chissà quali, peraltro totalmente legittimi, obiettivi di carriera professionale o comunque obiettivi di reinserimento in un contesto che marcia veloce anche senza di me ma, molte volte, la condizione è la perdita del posto di lavoro. Molte volte si istituisce quella sorta di ostracismo negativo per cui sì, teoricamente potrebbe essere possibile ma, di fatto, c’è la sanzione sociale per cui tu, se stai sul posto di lavoro, non esiste che a un certo punto ti distrai da quello che devi fare perché l'allattamento diventa un valore prioritario e determinante. Ma il tema dell'allattamento al seno e tutta l'importanza sociale che riveste, tutta la complessità dei meccanismi che si devono mettere in movimento per garantirlo meriterebbe da parte di tutti noi un'attenzione più complessa che va anche oltre la mozione che stiamo studiando oggi, che va anche oltre il tema dell'obesità infantile perché riguarda l'intensità, la qualità e la peculiarità del rapporto madre-figlio con tutto quello che rappresenta la sindrome di attaccamento nei primi anni di vita del bambino. Dal punto di vista epidemiologico possiamo dire che l'obesità è il disturbo nutrizionale più frequente nei Paesi occidentali: 41 milioni di bambini sotto i cinque anni sono sovrappeso e in molti casi sono francamente obesi; in Asia quasi la metà; in Africa un quarto, il 25 per cento. Ma anche i Paesi ad alto reddito non se la passano meglio. Il rapporto della Commissione ECHO dell'Organizzazione mondiale della salute frutto di due anni di lavoro e presentato nel gennaio 2016 – quindi ormai circa un anno fa – disegna uno scenario inquietante soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Dal 1990 al 2014, quindi possiamo dire nell'arco di venticinque anni, il numero dei bambini in sovrappeso è attualmente stimato in 15,5 milioni, cioè è sostanzialmente raddoppiato. In una recente indagine statistica condotta in Italia dall'Istituto nazionale della nutrizione e dall'Istat si rileva che circa il 25 per cento della popolazione infantile italiana è in sovrappeso. La prevalenza del sovrappeso infantile ha mostrato un lento e progressivo incremento negli anni. Si è passati dal 6 per cento degli anni Sessanta, al 15 per cento degli anni Ottanta, al 20 per cento degli anni Novanta, al 25 per cento di questi anni. Come dire, ciò che ci preoccupa non è nemmeno solo il 25 per cento. Mi affretto a concludere e poi, se il Presidente permette, consegno la relazione mentre in dichiarazione di voto mi soffermerò sugli impegni che rivolgiamo al Governo.
Ciò che ci preoccupa è che questa tendenza è sistematica, non c’è alcuna flessione ma in questi venticinque anni non abbiamo assistito indifferenti a questo incremento ponderale. Abbiamo assistito studiando, lavorando, prendendo coscienza delle complicanze, negli adulti, ovviamente sul terreno cardiovascolare e nei bambini sulla funzionalità renale, sulla funzionalità anche cardiaca, sulle implicazioni psicologiche. Noi in quest'Aula ci siamo trattenuti molto a lungo, qualche mese fa, a parlare del bullismo e del cyberbullismo e sappiamo fino a che punto l'aspetto fisico di un bambino diventi spesso oggetto di ironia...
PRESIDENTE. Deve concludere.
PAOLA BINETTI. ... oggetto di presa in giro. Questo è un lavoro che mi auguro con tutto il cuore, dato anche il momento storico particolare che stiamo attraversando, non sia considerato un po’ una mozione riempitiva ma rappresenti una sfida forte dell'intero sistema sanitario, del sistema sociale e del mondo del lavoro soprattutto femminile.
PRESIDENTE. Avverto che è stata testé presentata la mozione Russo ed altri n. 1-01445 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, verrà svolta congiuntamente. Il relativo testo è in distribuzione.
È iscritto a parlare l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, signor sottosegretario, la crisi ha cambiato anche la classificazione delle malattie sociali. Prima l'obesità veniva considerata la malattia del benessere. Purtroppo oggi viene considerata anche la malattia della crisi economica e sociale. Ci sono dati che ci dicono che anche un'alimentazione sbagliata porta all'obesità, specialmente se gli alimenti sono eccessivamente ricchi di grasso. L'Eurostat in uno studio presentato il 20 ottobre 2016 ha sottolineato che circa il 35 per cento dei cittadini in Europa è in sovrappeso e, di questi, il 16 per cento si trova in una condizione di obesità. L'obesità è una malattia grave, specie se la si collega con le altre malattie direttamente connesse che possono essere consequenziali a questo stato patologico. Il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, gli infarti del miocardio, la vascolopatia degenerativa, l'ipertensione arteriosa ma anche il tumore del colon. Quindi, obesità come malattia sociale, ma non c’è dubbio tuttavia, secondo studi molto affermati e significativi, che l'obesità dell'adulto è collegata con l'obesità infantile. Tale ragione è la prima motivazione che ci ha indotto a presentare questa mozione che sottoponiamo al Governo perché soltanto se si fa una politica di prevenzione, se si fa una corretta informazione sin dall'infanzia la patologia può essere ridimensionata e lo facciamo in questo Parlamento considerato che l'Italia ha questo triste primato in Europa: circa il 20 per cento di bambini ed adolescenti in un'età oscillante tra gli otto e i dieci anni si trova in condizione di sovrappeso e, di questi, circa il 9 per cento è in condizione di obesità.
L'obesità giovanile e infantile è anche essa molto grave non soltanto per gli effetti fisici ma perché ci sono condizioni patologiche che si creano, oltre all'obesità, assai preoccupanti: l'ipertensione arteriosa nell'infanzia ma anche problemi legati alla sfera dell'apparato uro-genitale. E, quindi, la necessità di intervenire con una strategia abbastanza ampia, significativa ed incidente, tenendo conto che c’è anche su questo tema una questione meridionale, perché le regioni in cui è più diffuso il sovrappeso dei bambini sono soprattutto le regioni meridionali, la Campania, lo diceva la collega, la Sicilia; ed è un paradosso, perché in questi territori e nel Sud abbiamo la patria della dieta mediterranea, che è antitetica allo stato di obesità, ma è chiaro che la crisi ha deviato nell'utilizzo di alcuni alimenti e sulle tavole sono più presenti alimenti che creano questa condizione patologica. È per questo che noi dobbiamo con attenzione porre al Governo alcune linee, che partono però – in questo il Governo può fare ben poco – dalla famiglia, perché la sfera in cui intervenire è proprio quella della famiglia, dove viene sottovalutato l'aspetto del sovrappeso; ed invece la famiglia ha il compito di vigilare, oltre che sul consumo di alimenti, anche sulla sedentarietà della vita dei propri figli, e di indurre al movimento, allo sport.
La prima attenzione va, quindi, posta a livello familiare. Successivamente, non c’è dubbio (e qui entriamo negli impegni del Governo), il compito spetta a chi opera nel sistema sanitario nazionale. La collega giustamente indicava nel pediatra una figura significativa: il pediatra deve intervenire preventivamente, cercando di consigliare l'alimentazione, l'allattamento materno, perché sappiamo che questo è antitetico all'avvio di un processo di obesità infantile. Il medico di famiglia e il pediatra debbono seguire anche la crescita, sia in altezza che del peso, del bambino, ed effettuare una valutazione sull'indice di massa corporea: quando questo comincia a presentare una patologia bisogna intervenire, chiaramente con l'indicazione di una dieta più equilibrata, ma anche con un'indagine diagnostica, partendo dalla famiglia, perché spesso un genitore obeso ha in famiglia anche un bambino obeso; partendo dalla famiglia, ma anche cercando nella diagnostica quali possano essere le cause.
Non c’è dubbio che sull'obesità incide spesso qualche patologia dell'apparato endocrino, e quindi è necessario che vengano potenziati, signor sottosegretario, questi interventi in maniera preventiva.
Noi sappiamo che il Governo è attento, sapendo che un'altra istituzione sentinella può essere la scuola, deve essere la scuola, non soltanto perché in alcune scuole c’è anche la refezione scolastica: io credo che lì l'alimentazione debba essere equilibrata. Qui non si vuol fare alcuna battaglia ideologica «pan-vegana», tutt'altro, così come non ci sono battaglie ideologiche da fare contro i distributori di bevande direttamente nelle scuole; però, non c’è dubbio che un'istituzione come quella scolastica questo problema se lo debba porre, innanzitutto distribuendo pasti equilibrati dal punto di vista dietetico, e sulla macchinetta della distribuzione un accordo può essere determinato tra questi distributori e le associazioni anche di produttori, perché in alcune stagioni vengano distribuite delle bevande di frutti di stagione, in modo da avere anche una genuinità nell'utilizzo di alcuni prodotti.
La scuola però è importante, non soltanto perché lì si può fare e si deve fare più attività motoria, ma anche perché può essere un elemento di formazione per l'adolescente, per il bambino, rispetto all'utilizzo di alcuni prodotti, così come per la famiglia: una famiglia che molto spesso, quando può – e questo lo sottolineo, perché il Governo ha posto nel passato alcune attenzioni –, fa svolgere un'ulteriore attività fisica ai bambini nelle palestre, nelle piscine, nelle scuole calcio. Lì si riversano tanti bambini e tanti familiari, ed è lì che si deve anche incidere come elemento educativo: perché ad un bambino non basta insegnare come fare un dribbling o come colpire bene col collo del piede, ma bisogna anche dire che se si fa un'ora e mezza di allenamento, e poi si consuma un alimento sbagliato, questo è estremamente negativo, e quindi l'importanza dell'alimentazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Concludo, signor Presidente. Credo che noi indichiamo nella nostra mozione delle cose significative. Il Sistema sanitario spende 2 miliardi e mezzo: si può fare molto e si deve fare molto in termini preventivi, perché questo significa sottolineare il diritto alla salute.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire successivamente.
Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 concernente iniziative di competenza in relazione alle stragi naziste del 1943-1945, con particolare riferimento all'esecuzione in Germania delle sentenze di condanna emesse dai tribunali italiani .
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione della mozione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea .
Avverto che è stata presentata un'ulteriore nuova formulazione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 . Il relativo testo è in distribuzione.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
È iscritta a parlare la collega Laura Garavini, che illustrerà anche la mozione n. 1-01375, di cui è cofirmataria. Ne ha facoltà.
LAURA GARAVINI. Presidente, fa onore a questo Parlamento discutere in modo costruttivo una questione dal grande significato, come quella presentata dal collega De Maria. Oggi assistono ai lavori della nostra discussione anche associazioni partigiane combattentistiche, che attribuiscono ancora maggiore peso al nostro dibattito. Sono passati settant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale; tuttavia è sempre attuale ribadire quanto sia cruciale garantire il rispetto dei diritti umani anche in tempo di guerra, e anche al di là dei confini nazionali.
Nella mozione oggetto dei nostri lavori odierni ci riferiamo in particolare alle vicende giudiziarie riguardanti le stragi naziste e nazifasciste in Italia o all'estero, molte delle quali sono scolpite nella memoria collettiva degli italiani: basti pensare alla strage di Marzabotto. I responsabili di quei crimini, ex soldati tedeschi ma anche italiani, per la gran parte non sono stati puniti per le loro azioni. In questo senso è illuminante la vicenda del cosiddetto armadio della vergogna, scoperto nel 1994 e contenente una serie di fascicoli illecitamente occultati per decenni, e riguardanti la maggior parte delle stragi nazifasciste. Fu lo stesso Parlamento nel 2003 ad indagare sulle ragioni di quell'occultamento attraverso una Commissione d'inchiesta, i cui lavori si conclusero con due relazioni, una di maggioranza e una di minoranza. Dopo il 1994 molti responsabili, all'epoca ancora in vita, furono finalmente inquisiti dalla procura militare, e alcuni dei processi si conclusero con condanne definitive, ma non ci fu un modo di dare seguito alle condanne, perché, fino all'anno 2000 da parte tedesca non era prevista la possibilità dell'estradizione di cittadini condannati all'estero. In seguito tale norma è stata anche parzialmente modificata, ma ciononostante permane la sostanziale impossibilità di procedere, dal momento che l'attuale legge vigente in Germania, quella sulla cooperazione internazionale in materia penale, richiede un requisito aggiuntivo, e cioè l'assenso all'estradizione da parte dello stesso condannato.
Negli ultimi anni l'Italia ha trasmesso alla Germania alcune richieste di estradizione di criminali di guerra tedeschi ancora in vita, condannati in via definitiva dalla giustizia italiana. I casi riguardano ad esempio Max Schneider, Helmut Wulf e Wilhelm Kusterer. L'estradizione è sempre stata negata alla luce della normativa cui accennavo. Nel caso Kusterer, in particolare, ha trovato risalto sulla stampa italiana e tedesca a seguito di un'onorificenza che gli era stata assegnata da parte delle autorità cittadine del suo luogo di nascita, autorità che si sono dette ignare della condanna per crimini di guerra emessa dalla magistratura italiana. Kusterer, ex ufficiale delle SS, condannato in via definitiva in Italia per la sua partecipazione all'eccidio di Marzabotto, ha successivamente provveduto alla restituzione della onorificenza, ma solo a seguito delle polemiche suscitate proprio da alcuni di noi firmatari di questa mozione.
La Corte di appello di Karlsruhe nel 2013, rispetto al caso Kusterer, aveva ritenuto di non dare esecuzione alla sentenza emessa dal tribunale italiano, motivando il rigetto con una serie di giustificazioni; tra l'altro, ha segnalato la mancata ratifica da parte italiana del protocollo aggiuntivo del 18 dicembre 1997 alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate. Da parte nostra credo che sia opportuno che procediamo in fretta a ratificare questo protocollo aggiuntivo, così da togliere di mezzo ogni possibile cavillo burocratico o impedimento normativo che possa rivelarsi d'ostacolo nell'esercizio della giustizia.
Allo stesso tempo la ratifica può darci maggiore forza contrattuale rispetto alle autorità tedesche, nel tentativo di sensibilizzarle a procedere, a loro volta, con la ratifica di due decisioni quadro ancora inevase e decisive: una sul reciproco riconoscimento di sentenze in materia penale e una sull'arresto europeo, entrambe di ostacolo all'esecuzione di condanne per crimini di guerra.
È chiaro che i casi di condannati a cui facciamo riferimento sono soggetti ormai ultranovantenni; nessuno ritiene di doverli mandare al carcere duro, resta però ancora viva l'esigenza di non trasmettere l'insopportabile sensazione secondo cui questi soggetti godrebbero della totale impunità per il passato, per il presente e per il futuro. Ecco che si avverte il bisogno di riflettere su formule alternative di detenzione dalla forte valenza simbolica: ad esempio, venendo vincolati agli arresti domiciliari e o all'esercizio di servizi sociali.
Negli ultimi giorni la giustizia tedesca si è distinta con una sentenza esemplare, che ha modificato una consuetudine decennale: ha ritenuto colpevole di concorso in strage l'imputato Groening, un ex soldato delle SS impiegato ad Auschwitz, e lo ha ritenuto colpevole anche in assenza di prove inoppugnabili sulla sua partecipazione a una qualche uccisione. La sentenza così dirompente potrebbe forse prefigurare un cambiamento di atteggiamento da parte della giustizia tedesca anche rispetto all'esecuzione delle sentenze emesse in Italia, sentenze sulle quali la parte tedesca in passato aveva rilevato il limite di non riuscire a dimostrare una concreta partecipazione dei condannati ai crimini di guerra.
Questo per quanto riguarda gli aspetti normativi e giudiziari indicati nella mozione all'ordine del giorno, ma non meno importanti nella mozione De Maria sono gli aspetti sollevati nella seconda parte, cioè quelli riguardanti la necessità di dare seguito ad una serie di iniziative volte all'approfondimento della ricerca storica sui crimini nazisti e fascisti, compiuti prima della liberazione, alla conservazione e alla fruizione da parte del pubblico dei luoghi della memoria e siti di rilevante importanza storica, nonché alla promozione di contatti sempre più stretti tra Italia e Germania sul tema della riflessione sul passato. Anche in qualità di presidente dell'intergruppo parlamentare di amicizia italo-tedesco mi preme sottolinearlo: l'Europa di oggi si è costruita anche grazie ad iniziative di questo tipo, progetti che, invece di rimuovere il passato come qualcosa di sgradevole, stimolano le persone ad interrogarsi sul significato dei crimini nazifascisti e sull'importanza della convivenza pacifica raggiunta grazie all'Unione europea. Proprio in un momento, come quello attuale, in cui si assiste alla recrudescenza di movimenti di destra e xenofobi su scala europea è più importante che mai che temi come quelli oggetto di questa mozione trovino spazio all'interno del nostro dibattito.
PRESIDENTE. Grazie, collega Garavini. È iscritto a parlare il collega Bolognesi.
PAOLO BOLOGNESI. Presidente e colleghi, la discussione e la votazione di questa mozione è di importanza fondamentale, perché impegna il Governo a continuare a sostenere le iniziative a favore della conoscenza e della memoria storica sulle stragi compiute in Italia dai nazifascisti dal 1943 al 1945; ma è soprattutto importante l'impegno che, attraverso questa mozione, chiediamo al Governo di assumere perché si renda giustizia alle oltre 15.000 vittime e ai loro familiari, che ancora oggi attendono che le più recenti e definitive sentenze di condanna all'ergastolo dei crimini nazisti emesse da tribunali italiani e le loro richieste di risarcimento siano eseguite e accolte dalla Germania, sentenze a cui si è arrivati solo dalla fine degli anni Novanta ai primi anni Duemila a causa del più grande e grave insabbiamento della storia italiana, che ha garantito l'impunità ai carnefici di questi crimini contro l'umanità e ha privato del diritto alla giustizia le vittime e i loro familiari, le comunità come Sant'Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine e Marzabotto e dell'Alto Reno, ed altre centinaia di comuni colpiti dalla violenza nazista. Sono stragi su cui dopo la liberazione si raccolsero denunce e testimonianze, atti e nomi dei colpevoli, informazioni raccolte in 695 fascicoli di indagine giudiziaria, che affluirono alla procura generale militare di Roma per essere trasmessi alle procure distrettuali militari competenti a processare e condannare i responsabili. Ma quella trasmissione di atti prevista e doverosa non fu mai fatta. Su quei fascicoli di indagine l'allora Capo della procura generale militare Enrico Santacroce, colui che nel 1974 fece parte della Commissione nominata dall'allora Ministro della difesa Andreotti per vigilare sulla distruzione dei 157.000 fascicoli illegali del SIFAR, guidati dal generale De Lorenzo, oppose un'archiviazione provvisoria, inesistente nel nostro ordinamento giuridico, e i 695 fascicoli furono occultati in uno scantinato del palazzo della procura, dentro un armadio protetto da un cancello chiuso a chiave, con le ante rivolte verso il muro: un blindato occultamento di Stato che sui responsabili delle stragi nazifasciste è terminato solo nel 1994 con la scoperta casuale di questo monumento all'ingiustizia. Le responsabilità delle istituzioni italiane per questo insabbiamento, che ha impedito l'avvio dei procedimenti penali, non sono state completamente identificate, nonostante il dettagliato e ampio lavoro svolto dalla Commissione parlamentare d'inchiesta nel 2003. Il ritrovamento di quei fascicoli ha permesso ai tribunali italiani di istruire processi ed emettere sentenze definitive nei confronti dei colpevoli delle stragi, a cui sono stati comminati cinquantanove ergastoli, oltre a condanne in alcuni casi per altre specie di reato.
Ma quell'armadio della vergogna sembra ancora non completamente aperto, perché, nonostante si siano celebrati, seppur tardivamente, i processi si continua a boicottare e a negare la dignità delle sentenze che rendono giustizia alle vittime e ai loro familiari, perché nessun criminale nazista risulta aver scontato un solo giorno di pena.
La Germania ha negato sia la loro estradizione sia l'esecuzione delle condanne penali sul loro territorio, dichiarando illegittime nel 2013 le sentenze italiane. Emblematica per tutte la risposta ricevuta dalla procura militare di Verona, che ha chiesto, tramite un mandato d'arresto europeo del 20 aprile 2010, l'estradizione di Max Schneider, uno dei boia della strage di Marzabotto, dove furono trucidate 720 persone, condannato definitivamente all'ergastolo. Al tribunale italiano la procura generale della Repubblica di Dresda, il 15 novembre 2010, risponde che «La richiesta – leggo testualmente – non è ammissibile. Il perseguitato – definiscono così Schneider – è cittadino tedesco e potrebbe essere estradato, come da voi richiesto, solo qualora dia il proprio consenso a verbale del giudice. Nel caso in questione non ha acconsentito all'estradizione, con la conseguenza che questo è inammissibile». Schneider, uno dei boia della strage di Marzabotto, non viene così estradato per la ragione ovvia che non ha dato il suo consenso a farlo. Sarà istruttivo per le generazioni future che tale motivazione resti agli atti del Parlamento.
Quindi, dopo cinquant'anni di impunità, data grazie al più grave occultamento della nostra storia, quando finalmente si condannano i colpevoli delle stragi, le sentenze penali sono ignorate e i risarcimenti civili, che i familiari delle vittime hanno chiesto alla Germania, rifiutati. Per ottenere giustizia in sede civile, infatti, hanno dovuto affrontare un lungo calvario legislativo, concluso in loro favore con l'illuminata sentenza della Corte costituzionale, firmata dal magistrato Giuseppe Tesauro il 22 ottobre del 2014, che ha definito illegittima la legge n. 5 del 2013, in cui il Parlamento italiano aveva recepito la sentenza dell'AIA che, nel 2012, ordinava all'Italia di prendere le misure necessarie per annullare tutti i processi civili in corso ed impedire ai magistrati di avviarne altri. Questo a garanzia dell'immunità degli Stati rivendicata dalla Germania, riconosciuta dal diritto consuetudinario internazionale valido per le mere azioni belliche, non per i crimini contro l'umanità che devono essere perseguiti sempre e ovunque. Solo la determinazione di alcuni avvocati dei familiari delle vittime ha cancellato questo grave ostacolo legislativo. Interpellata dal tribunale di Firenze, che ha sollevato il dubbio di costituzionalità, la Consulta, con sentenza n. 238 del 2014, ha dichiarato la citata legge n. 5, che azzerava processi e sentenze, illegittima perché lede i principi dettati dalla Costituzione con gli articoli 2 e 24, il primo dei quali tutela il diritto inviolabile dell'uomo, il secondo il diritto alla difesa. E nella sentenza, che leggo testualmente, si spiega: il principio dell'immunità degli Stati dalla giurisdizione civile degli altri Stati, generalmente riconosciuto nel diritto internazionale, non opera nel nostro ordinamento qualora riguardi comportamenti illegittimi di uno Stato qualificabili e qualificati come crimini di guerra e contro l'umanità, lesivi di diritti inviolabili della persona e garantiti dalla Costituzione. Una sentenza che ha creato il diritto costituzionale a procedere nei confronti della Germania per il risarcimento dei danni derivanti dai crimini contro l'umanità da parte dei familiari delle vittime e restituito dignità all'azione giudiziaria della magistratura italiana.
Con questa mozione chiediamo al Governo di non chiudere moralmente l'armadio della vergogna una seconda volta e di adoperarsi concretamente e doverosamente con ogni mezzo possibile perché alle vittime italiane delle stragi nazifasciste e ai loro familiari sia garantito l'inviolabile diritto alla giustizia, all'esecuzione delle condanne sia penali sia civili inflitte ai responsabili di quel crimine contro l'umanità. È fondamentale impegnarsi anche nella costruzione e diffusione di una memoria condivisa, preziosa per garantire il futuro della democrazia, ma è altrettanto indispensabile accostare il diritto al ricordo, la realtà del dovere di riconoscere la responsabilità del proprio passato non solo durante gli anniversari rispettando nei fatti il diritto alla giustizia delle vittime.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maestri. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MAESTRI. Grazie, Presidente, noi oggi attraverso questa discussione in quest'Aula vogliamo praticamente riportare un'attenzione a quel lavoro importante che fece la Commissione d'inchiesta insediata nel 2003 e grazie alla mozione del collega De Maria vogliamo riportare l'attenzione a una maggiore consapevolezza di quello che fu un momento drammatico della storia del nostro Paese. Questi eccidi tragici, le stragi nazifasciste perpetrate contro le popolazioni civili italiane, spesso con la collaborazione e la partecipazione di italiani fascisti dal 1943 al 1945, praticamente rappresentano un problema ancora irrisolto. Le loro vittime sono state stimate in un numero altissimo, fra i 15 e 20.000, senza contare gli effetti devastanti sull'intera vita di alcune località come Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema ed altre, dove la distruzione è stata pressoché totale. Allora noi oggi vogliamo chiedere un impegno al Governo affinché sia resa giustizia e verità alle vittime di quelle tragedie, ma soprattutto che ci sia una maggiore consapevolezza, un impegno del Governo a creare maggiore consapevolezza in quella che è la ricerca di un'identità storica, di un'identità e di una memoria collettiva che non deve essere dimenticata. E dobbiamo anche pensare che dobbiamo fare chiarezza su quelli che sono stati i crimini di guerra, fare chiarezza su quelle che sono state le responsabilità, fare chiarezza su questi processi che non hanno avuto ancora un esito positivo. Allora dal 2003 questa discussione, che ha portato oggi ad un archivio nella nostra Camera affinché questi dati siano consultabili a tutti, dobbiamo fare in modo che debba diventare patrimonio collettivo anche di tutti i territori di tutti i comuni affinché questa nostra storia non vada dimenticata, proprio in un momento in cui il Paese sta attraversando grandi tensioni, ma non solamente il Paese ma tutta l'Europa, e quindi questi avvenimenti, questa memoria, debbano anche essere di impedimento a che queste tragedie debbano avvenire ancora
PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Il Governo intende intervenire o si riserva di farlo successivamente ? Si riserva. Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 3299, 3765, 3880, 3917-A, 3941, 3942, 3945 e 3947.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3299: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Edmondo Cirielli. Devo sospendere la seduta per cinque minuti. La seduta è sospesa, riprenderà alle 11,25.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Cirielli. Prego.
EDMONDO CIRIELLI, . Signor Presidente, colleghi, siamo chiamati a ratificare il disegno di legge di esecuzione di un raccordo tra l'Italia e l'Azerbaijan, già stipulato nel 2012 a Roma. È un accordo sulla cooperazione nel settore della difesa e della sicurezza. Ovviamente è un accordo che sottintende anche l'implementazione delle relazioni, che sono già molto buone, tra l'Italia e la Repubblica dell'Azerbaijan. Peraltro, questa nazione è un già molto importante per l'Italia sul piano commerciale, siamo tra i primi di questo Paese. È un Paese molto importante per gli aspetti energetici, quindi riveste sicuramente, anche come Paese dell'Unione europea, un ruolo molto importante.
È un'area strategica del mondo dove c’è una forte tensione, e l'Italia è molto presente e molto attiva nel cercare di stabilizzare la zona. Ricordo il conflitto del Nagorno Karabakh, che vede opposte ormai da oltre vent'anni l'Armenia e l'Azerbaijan. L'Italia, proprio per questo motivo, per rilanciare la politica di distensione e di equilibrio, ha già ratificato da qualche mese un analogo Accordo con la Repubblica dell'Armenia, quindi a maggior ragione è necessario rapidamente procedere alla ratifica dell'Accordo di cui si parla. L'unica nota che volevo segnalare al Governo e che rimanesse anche agli atti (l'ho fatto già in Commissione) è che sulla giurisdizione credo ci sia la necessità di approfondire la possibilità, da parte del Governo italiano, di poter conservare sempre – la legge lo consente; l'Accordo lo consente – la giurisdizione per i reati commessi dal personale interessato, perché credo che sia una cosa logica e normale a tutela dei nostri connazionali che verranno impiegati per effetto di questo Accordo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, Gianluca Pini, che non c’è.
Ha facoltà intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sulle linee generali del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali. Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il collega Chaouki, relatore per la maggioranza.
KHALID CHAOUKI, . Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, l'Accordo al nostro esame, che rinnova un precedente Accordo del 2002, ha lo scopo di definire la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione tra i due Paesi nel settore della difesa, con l'intento di consolidare le rispettive capacità difensive e migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza in due positivi effetti indiretti nei relativi settori produttivi e commerciali.
Il presente provvedimento è composto da un preambolo e 12 articoli. L'Accordo enuncia innanzitutto i principi ispiratori che lo informano. In particolare: reciprocità e uguaglianza, rispetto delle norme degli ordinamenti interni e degli impegni internazionalmente assunti dalle parti. L'articolo 2 disciplina gli strumenti operativi, i campi di interesse e modalità di attuazione della cooperazione bilaterale, prevedendo fra l'altro che siano i rispettivi Ministeri della difesa ad organizzare attività come visite reciproche, delegazioni, scambi di esperienze e incontri.
Fra i campi di cooperazione sono annoverate la politica di sicurezza e difesa, la ricerca, le operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, la formazione, l'organizzazione e l'impiego delle Forze armate. Poi ci sono ovviamente gli articoli che disciplinano gli aspetti finanziari e l'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa, da realizzare in conformità con quelli che sono gli ordinamenti nazionali, e dunque, per l'Italia, nel rispetto della legge n. 185 del 1990. L'articolo 6 stabilisce anche le modalità per lo svolgimento di attività di cooperazione nel settore dell'industria, la difesa e la politica degli approvvigionamenti. L'articolo 7 impegna le parti a protezione della proprietà intellettuale, ivi inclusi i brevetti. Infine, si ricorda che gli oneri economici sono quantificati in circa 2.000 euro, ad anni alterni imputabili a spese per l'eventuale consultazione di rappresentanti delle parti.
Con la definitiva approvazione di questo disegno di legge di ratifica, già licenziato dal Senato, al pari di quello riguardante l'Accordo sulla cooperazione nel settore la lotta alla criminalità, ormai ratificato con la recente legge n. 213, il nostro Paese potrà consolidare ulteriormente legami con la Giordania, che svolge da anni un importante e costruttivo ruolo di moderazione nella gestione delle crisi regionali.
In risposta alle critiche emerse nel corso dell'esame in sede referente, si ribadisce – richiamandomi anche all'intervento svolto in quella sede dalla collega Quartapelle – che l'Accordo in esame manda un chiaro segnale di continuità nella vicinanza ad un importante alleato, che si trova a vivere una fase estremamente delicata, sia per l'accoglienza dei profughi, dal conflitto siriano in particolare, sia per la sfida alla sua sicurezza e, quindi, alla nostra comune incolumità.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in altra fase.
Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Non si darà luogo alle repliche. Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3880: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice, Lia Quartapelle Procopio.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, . Grazie, Presidente. Chiedo l'autorizzazione per consegnare la relazione.
PRESIDENTE. È autorizzata.
Il rappresentante del Governo si riserva di intervenire successivamente.
Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Non si darà luogo a replica.
Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
Dovremmo adesso passare alla discussione del disegno di legge di ratifica n. 3917-A ma, non essendovi il relatore, rinviamo l'intera discussione alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3941: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, collega Marco Fedi.
MARCO FEDI, . Grazie Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, annuncio l'intenzione di depositare il testo della relazione. Mi limiterò semplicemente a enunciare le ragioni di quest'Accordo.
È un accordo che si prefigge l'obiettivo di rafforzare la cooperazione di polizia tra Italia e Angola per la lotta alla criminalità transnazionale e al terrorismo. Accordi di questo tipo ne stiamo siglando con molti Paesi. È un accordo particolarmente importante, perché si inserisce in un quadro bilaterale di relazioni assai consolidato, sia per i forti legami storici – ricordo il sostegno italiano ai movimenti di indipendenza angolani e successivamente gli ingenti sforzi di cooperazione durante la lunga guerra civile – sia per l'attuale rilancio delle relazioni bilaterali, in un quadro più generale di cooperazione per la stabilizzazione e la crescita economica del Paese. Per queste ragioni la relazione è favorevole per una rapida approvazione di questo Accordo.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in altra fase.
Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Non ci saranno repliche.
Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
Devo sospendere la seduta per pochi minuti. La seduta riprenderà alle ore 11,38.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3942: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l'8 luglio 2013.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Mariano Rabino.
MARIANO RABINO, . Signor Presidente, io consegno la relazione.
PRESIDENTE. È autorizzato. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.
Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Non si darà luogo alle repliche.
Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3945: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall'altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Lia Quartapelle Procopio.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, . Grazie, Presidente. Chiedo l'autorizzazione a consegnare la relazione.
PRESIDENTE. È autorizzata.
Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.
Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
Il seguito della discussione rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3947: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Lia Quartapelle Procopio.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, . Grazie, Presidente. Chiedo, anche in questo caso, l'autorizzazione a consegnare la relazione.
PRESIDENTE. È autorizzata.
Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.
Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Non ci saranno repliche.
Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Essendo giunto in Aula il deputato Causin, relatore del disegno legge di ratifica n. 3917-A, in materia di trasporti, possiamo procedere allo svolgimento della discussione sulle linee generali relativa al provvedimento.
Passiamo, dunque, alla discussione del disegno di legge n. 3917-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati tra Italia e Qatar, Algeria, Vietnam, Kosovo, Moldova, Principato di Monaco, Montenegro, Serbia, Azerbaijan, Principato di Andorra, in materia di trasporti.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Causin.
ANDREA CAUSIN, . Grazie, Presidente. Chiedo l'autorizzazione a consegnare la relazione.
PRESIDENTE. È autorizzato.
Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.
Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Avverto che non sarà dato luogo alle repliche.
Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
A questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bernardo, Bindi, Boccia, Cicchitto, Mannino, Sani, Sottanelli e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente centododici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 e Tartaglione ed altri n. 1-01296 concernenti iniziative per promuovere una corretta alimentazione, in particolare al fine di prevenire l'obesità infantile .
Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, nella quale sono state annunciate le mozioni Brignone ed altri n. 1-01440, Rondini ed altri n. 1-01441, Vargiu ed altri n. 1-01442, Nicchi ed altri n. 1-01443, Binetti ed altri n. 1-01444, Russo ed altri n. 1-01445, un'ulteriore nuova formulazione della mozione Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 e una nuova formulazione della mozione Tartaglione ed altri n. 1-01296, si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Avverto che è stata testé presentata la mozione Gigli ed altri n. 1-01446 . Il relativo testo è in distribuzione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato alla salute, Vito De Filippo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
VITO DE FILIPPO, . Grazie Presidente. Anche i testi di queste mozioni dimostrano, ed è un pensiero totalmente condiviso dal Ministero della salute e dal Governo, che i problemi del sovrappeso e dell'obesità sono sicuramente problemi di sanità pubblica; devo dire nella descrizione del fenomeno che viene fatta con molta puntualità nelle mozioni si rileva che è un problema di sanità pubblica a livello planetario e sicuramente nel nostro Paese, con una geografia di questa emergenza ben descritta in molti punti e in molti testi delle mozioni che abbiamo potuto valutare. È evidente che questa complessità pretende un'azione vasta, fatta in tanti momenti della vita delle persone: dalla prevenzione, agli stili di vita, alla indicazione e alla proposta di comportamenti sempre più salutari. Ovviamente tutti questi elementi investono molte fasi dell'organizzazione non solo del Sistema sanitario, ma anche di altri momenti della vita – come dicevo prima – delle persone. In questi anni il Ministero della salute e il Governo hanno messo in campo molte, moltissime, iniziative che sono state – devo dire – anche puntualmente citate nei testi delle mozioni, dal «programma guadagnare salute», al «programma di sorveglianza OKkio», allo stesso documento di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza che contiene ulteriori elementi che vanno nella direzione proprio di agire in maniera più efficace sulle vicende che vengono indicate nelle mozioni presentate. Vi sono anche programmi molto interessanti e importanti che sono stati considerati positivi dagli onorevoli parlamentari sui primi anni di vita dei bambini.
In questo contesto, in questo scenario, il parere del Governo con alcune riformulazioni annuncio sarà favorevole su quasi tutte (se venissero accettate le riformulazioni sicuramente su tutte le mozioni che sono state presentate). In breve sintesi i pareri sono i seguenti: sulla mozione Bernini ed altri n. 1-00744 si esprime un parere favorevole a condizione che l'impegno n. 2 venga preceduto dalla solita riformulazione «a valutare la possibilità di» e vengano espunti invece gli impegni 3, 4 e 7 che attengono a materie che riguardano anche relazioni e regolamentazioni comunitarie. Impegni che il Governo ovviamente in questo momento non può assumere in maniera netta, pur valutando che siano cose molto importanti, ma, per serietà della nostra posizione, chiederemo di espungere i punti 3, 4 e 7. A queste condizioni il parere del Governo sulla mozione Bernini ed altri n. 1-00744 è favorevole. Sulla mozione Tartaglione ed altri n. 1-01296 il parere del Governo è favorevole.
Sulla mozione Brignone ed altri n. 1-01440 il parere è favorevole a condizione che venga espunto l'impegno n. 5, l'impegno n. 6 venga preceduto dalla riformulazione: «compatibilmente con i vincoli di bilancio», e gli impegni nn. 7 e 9 siano preceduti dalla formula: «valutare l'opportunità di». Sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01441 il parere del Governo è favorevole a condizione che gli impegni nn. 1 e 2 siano preceduti dalla formula: «a valutare l'opportunità di». Sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01442 il parere del Governo è favorevole. Sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01443 il parere è favorevole a condizione che venga espunto l'impegno n. 3, e agli impegni nn. 5 e 6 sia inserito il solito : «a valutare la possibilità di». Sulla mozione Binetti ed altri n. 1-01444 il parere del Governo è favorevole a condizione che l'impegno n. 6 venga preceduto dalla riformulazione «a valutare la possibilità di», e venga espunto l'impegno n. 7. Sulla mozione Russo ed altri n. 1-01445 la riformulazione che proponiamo è quella di espungere l'impegno n. 1 e di far precedere agli impegni 2, 3 e 4 le parole «a valutare la possibilità di». Sull'ultima mozione Gigli ed altri n.1-01446 il parere del Governo è favorevole a condizione che gli impegni 1, 2, 4 e 6 contenuti nella mozione vengano preceduti dalla riformulazione «a valutare la possibilità di».
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli, che non è in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie Presidente. Nell'esprimere il parere favorevole del gruppo dei Civici e Innovatori sulla mozione di cui siamo sottoscrittori, vorrei sottolineare come – credo – sia stato introdotto nella discussione dell'Aula un tema di importanza veramente grande, nel senso che oggi il discutere di corretta alimentazione consente di ragionare di un problema che riguarda la vera e propria sostenibilità del nostro sanitario e cioè il tema degli stili di vita, nel senso che l'allungamento della durata della vita media della popolazione porta con sé una necessità, quella di aumentare gli stanziamenti economici per poter avere una sanità che sia degna della qualità che i cittadini si aspettano dall'offerta sanitaria in questo Paese. Ma per poter arrivare a una sostenibilità del sistema, è bene avere chiaro in testa un problema e cioè che bisogna, oltre che spostare l'età in cui arriva la fine dell'esistenza, anche aumentare la durata della vita in salute di ciascun cittadino; bisogna aumentare quello che, in termine tecnico, si chiama l'intervallo di tempo libero della malattia. In altre parole, se noi avessimo semplicemente spostato dai settant'anni agli ottant'anni la durata della vita media, ma l'individuo iniziasse ad essere un invalido che grava sul Sistema sanitario nazionale due anni o un anno prima della data di morte, noi ci troveremo in una situazione sostanzialmente insostenibile da qualsiasi sistema di moderno. Questo comporta che temi come questo all'attenzione dell'Aula siano fondamentali; noi dobbiamo avere in mente che le attività di prevenzione debbano essere strutturate, ragionamento che in questo Paese è difficilissimo da far penetrare. Le continue emergenze del nostro Sistema sanitario fanno sì che quella quota di risorse di finanziamenti pari al 5 per cento, che viene considerata universalmente come la quantità giusta di risorse finanziarie che devono essere stanziate per le attività di prevenzione, nel nostro Paese è ben lungi dall'essere raggiunta. Oggi si calcola che la percentuale di risorse destinate alla prevenzione che questo Paese mette in campo sia quasi inferiore dell'80 per cento a quella indispensabile; in altre parole noi stanziamo solo l'1 per cento del fondo sanitario nazionale a interventi che siano davvero inquadrabili nel contesto della prevenzione.
Allora cosa significa questo ? Significa che quello della corretta alimentazione diventa un tema veramente all'ordine del giorno: perché ? Perché molte volte in questo Paese si tende a dare una percezione distorta di ciò che significa corretta alimentazione nel senso che si tende ad avere un'idea dell'alimentazione che è basata su grandi demonizzazioni. L'ultima che è stata fatta in quest'Aula è quella relativa al consumo di olio di palma nel senso che l'olio di palma come costituente, come ingrediente di alcuni prodotti dell'alimentazione, in particolar modo nella ristorazione industriale, è stato considerato come un capace di uccidere e la sua presenza all'interno degli alimenti capace in qualche modo per davvero di fare un grave danno alla popolazione. Questi sono messaggi distorsivi perché il messaggio fondamentale invece è un altro cioè noi dobbiamo cercare di mantenere la nostra popolazione entro il peso corretto per evitare che si creino situazioni che sappiamo che sono l'anticamera della patologia. Già nel secolo scorso le compagnie di assicurazione americane avevano un sistema di calcolo del premio che era legato al carico ponderale della persona che andava a stipulare l'assicurazione perché si aveva la piena consapevolezza che l'obesità rappresentava per se stessa un fattore di rischio e una causa di riduzione della lunghezza della vita. L'obesità ha la possibilità di tirarsi dietro una infinita quantità di patologie e non è necessario essere esperti in materia sanitaria per immaginarle. È evidente che le nostre articolazioni mediamente sono fatte per sopportare il peso giusto e standard dell'individuo e se noi caricassimo gli ammortizzatori di un'autovettura di un peso che è il doppio rispetto a quello che normalmente sono tarate per sopportare è assolutamente evidente che gli ammortizzatori di quella vettura andrebbero incontro ad una senescenza precoce. Lo stesso vale per le nostre articolazioni, lo stesso vale per la nostra colonna dorsale, lo stesso vale per il nostro sistema cardiovascolare aumentando il rischio dell’ e aumentando il rischio dell'infarto. La obesità introduce ad una serie di malattie dismetaboliche, quindi a disturbi che poi influenzano il benessere complessivo dell'individuo il cui elenco sarebbe sterminato. L'Italia è stato un Paese che, a mente di uno studio che è famoso tra coloro che si occupano di alimentazione che è il è stato citato come esempio insieme ad altri per la corretta alimentazione. Infatti noi, uscendo dalla guerra, avevamo una alimentazione equilibrata e bilanciata che è stata senz'altro uno dei fattori che ha consentito l'allungamento della vita in questo Paese al di là della capacità delle strutture sanitarie di andare in quella direzione. Però oggi noi sempre più spesso vediamo in Italia situazioni simili a quelle americane dove l'obesità sta diventando un flagello per la sanità pubblica e per la sanità sociale. Sempre più spesso vediamo quadretti di famiglie dove i genitori obesi hanno figli obesi anche perché non c’è una percezione di allarme sociale di fronte all'obesità infantile. Il ragionamento corretto che questo Parlamento deve fare e che deve trasmettere al sottosegretario e all'intero Governo è che noi non abbiamo idee allarmistiche sulla alimentazione. Noi pensiamo che l'alimentazione faccia parte delle attività di prevenzione indispensabili in questo Paese e che sia necessaria un'educazione alla corretta cultura alimentare che significa che deve esserci un'educazione nei confronti delle famiglie, una educazione nei confronti dei bambini in età scolare, un'educazione affinché le mense scolastiche e le refezioni pubbliche...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Vargiu. Colleghi, vi pregherei di abbassare un pochino il tono della voce, grazie.
PIERPAOLO VARGIU. ... un'educazione alimentare che comporti che anche le refezioni pubbliche, le mense scolastiche abbiano un'attività nel proporre la corretta alimentazione che sia integrata rispetto al resto dell'alimentazione che per i bambini si svolge all'interno delle famiglie, che ci sia un'attenzione all'equilibrio calorico cioè quel numeretto che equivale alle calorie che noi consumiamo che deve essere per forza identico a quello delle calorie che noi introduciamo se non vogliamo avere sovrappesi che, quando superano il 20 per cento, sconfinano nell'obesità franca. Dunque l'atteggiamento che noi chiediamo che il Governo abbia non è un atteggiamento d'allarme sociale nei confronti degli ingredienti che, presenti in questa o quella merendina, possono creare imbarazzo nel consumatore e il nostro atteggiamento non è neanche di lotta nei confronti di particolari alimenti o bevande che vengono introdotte nel senso che è vero che il vino fa male ma se viene introdotto in condizioni non misurate rispetto alla corretta alimentazione.
È vero che può far male l'introduzione delle bevande gasate ma quando, soprattutto nell'infanzia, l'uso delle bevande gasate sostituisce radicalmente quello dell'acqua. Ciò che viene fatto con moderazione, con educazione e nell'ambito di un equilibrio complessivo può essere integrato e se le famiglie, se le istituzioni, se la sanità non hanno in mente che bisogna educare alla corretta alimentazione, qualsiasi intervento di recupero di un paziente obeso è destinato al fallimento.
Chiunque abbia avuto a che fare con pazienti obesi sa perfettamente che l'unico modo per recuperarli è abituarli, nel lungo periodo, a un'educazione alimentare corretta sia per quanto riguarda l'apporto qualitativo che per quanto riguarda l'apporto quantitativo, per cui la raccomandazione – termino – che noi rivolgiamo al Governo è quella di avere ben chiaro in testa che il tema della prevenzione e il tema degli stili di vita non riguardano solo la corretta alimentazione ma riguardano la sostenibilità del nostro sistema sanitario .
PRESIDENTE. Colleghi, se non vi sono obiezioni, come fatto già in altre occasioni, darei la parola per una brevissima dichiarazione di voto all'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Mi scuso per l'inconveniente determinatosi nella tempistica del mio intervento. Sarò estremamente breve.
Il tema all'ordine del giorno è di fondamentale importanza dal punto di vista delle politiche sanitarie e delle politiche sociali perché le ricadute dell'obesità infantile e quello che essa produce poi anche nell'adulto come fattore favorente della stessa obesità dell'adulto, con tutte le patologie a questa correlate, sono una condizione che può portare a gravi conseguenze non solo sotto il profilo strettamente sanitario ma anche sotto il profilo psicologico, sotto il profilo delle ore lavorative perse, sotto il profilo degli incidenti alla guida e sul lavoro legati alla sonnolenza diurna e sotto il profilo stesso del rendimento scolastico dei bambini per quanto riguarda la popolazione infantile. Quindi, un argomento di primaria importanza del quale occuparsi necessariamente da parte delle istituzioni sanitarie. Come farlo ? Ogni volta che si toccano gli stili di vita, purtroppo, si toccano argomenti estremamente sensibili e credo che l'approccio più corretto debba essere quello della educazione alimentare, dell'educazione sanitaria, della prevenzione per favorire proprio la correzione di questi stili di vita, non da ultimo anche l'adozione di meccanismi disincentivanti l'adozione di questi comportamenti a rischio e, se possibile inoltre, anche qualche percorso sanitario facilitante o facilitato, se preferiamo, che possa mettere immediatamente i soggetti a rischio in una condizione di attenzione sanitaria. Credo che il combinato di tutte queste misure potrebbe aiutare il nostro Paese a non andare incontro ad aggravi di spesa che sono ormai insostenibili per le dimensioni che il fenomeno ha assunto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Intanto molto brevemente accettiamo la riformulazione proposta dal Governo, sebbene facciamo presente al Governo che sarebbe necessario predisporre veramente degli strumenti per riuscire a prevenire e a limitare il fenomeno dell'obesità che purtroppo colpisce molti bambini e molti minorenni nel nostro Paese.
Ora il Governo ci propone una riformulazione che implica di «valutare la possibilità di» rispetto a due dei nostri impegni che a noi sembravano importanti. Riteniamo che forse il Governo avrebbe potuto fare uno sforzo in più, sebbene andremo comunque ad accettarla tale riformulazione.
Come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, è un tema importante sul quale varrebbe la pena realmente investire per prevenire le ricadute che, magari in età adulta, potrebbero essere in qualche modo impedite grazie a un'azione di prevenzione chiara, portata avanti presso i minorenni, quando si trovano magari a frequentare le scuole dell'obbligo. Un programma che miri a educare in quell'ambito i bambini servirebbe sicuramente quale seria prevenzione di questo fenomeno, che sta raggiungendo delle dimensioni direi abbastanza allarmanti, e non siamo semplicemente noi, non sono semplicemente le persone, i colleghi che magari hanno depositato questi atti, a sottolinearlo, ma sono le organizzazioni che monitorano il fenomeno e la diffusione del fenomeno nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, membri del Governo, colleghi, ovviamente la premessa a questo mio intervento è che accettiamo le riformulazioni fatte dal Governo. Le accettiamo perché ci sembra importante che la mozione, con tutto il corpo di considerazioni che ha e di impegni che presenta al Governo, possa essere votata praticamente all'unanimità. Però, mi vorrei soffermare un secondo proprio su un punto e sulle parole del sottosegretario De Filippo che riguardano, come dire, la cancellazione di questo punto. Mi sembrano interessanti perché una delle cose più importanti nella – chiamiamola così – terapia dell'obesità infantile è quella che si riferisce all'educazione alimentare, laddove il tema «educazione alimentare», a sua volta, prevede, da un lato, una corretta informazione e, dall'altro, prevede la capacità di assumere decisioni coerenti con le informazioni che vengono considerate buone per la propria salute o che vengono considerate nocive per la propria salute.
Quello che accade è che molte volte le informazioni di cui si dispone non si riescono a proiettare nella giusta direzione delle conseguenze che possono avere. Da qui nasceva questo punto, che diceva: «ad assumere iniziative normative affinché nelle confezioni dei prodotti destinati ai più giovani e nelle bevande gassate zuccherate siano riportate etichette o scritte che indichino il rischio di obesità associato al consumo equilibrato dello zucchero in esse contenute», cioè l'accento non era messo su «quanto zucchero c’è»; l'accento era messo sul fatto: «se prendi questo zucchero, le conseguenze a cui puoi andare incontro sono queste», nell'ambito di una logica e di un pensiero circolare e complesso che non sempre si può dare per scontato per i bambini. Non basta, infatti, che io ti dico che «c’è questo» e automaticamente debbo immaginare che tu sei in grado di capire che, se c’è questo, allora questo procurerà questo danno e questo danno avrà queste conseguenze, non solo oggi perché ingrassi, ma anche domani perché facilmente potrai soffrire di una patologia cardiovascolare, oppure dopodomani perché potrai avere un infarto e via dicendo. Quindi, l'idea che le informazioni vengano veicolate a volte secondo un lessico scientificamente rigoroso, che significa con dei numeri, non risponde necessariamente a rendere comprensibili quei numeri, anche perché l'approccio che molte volte noi abbiamo ai problemi non è un approccio di tipo meramente quantitativo, è un approccio più di tipo qualitativo. È come se io ti dicessi: spiegami perché mi fa male, perché non lo devo prendere, non basta che tu mi dica cosa c’è dentro, e quindi noi avevamo prospettato l'idea che il linguaggio del danno potenziale e del rischio che il bambino corre mangiando quella merendina o quel cibo là si traducesse visibilmente in conseguenze dirette rispetto all'obesità a cui va incontro.
Per carità, il Governo ha ritenuto opportuno cancellarlo, noi accettiamo la riformulazione, però ci sembrava giusto condividere con la sala il perché. Perché la vera sconfitta rispetto all'obesità infantile – come dicevo questa mattina, illustrando la mozione – è che, pur sapendo tante cose, questo sapere resta un sapere ininfluente, impotente, incapace di modificare gli abiti di comportamento, gli stili di vita.
Quindi non possiamo liquidare il problema semplicemente, come dire, puntualizzando ancor più nella sua rigidezza l'informazione, dobbiamo caricarla di quella dimensione emotiva, che di fatto tocca la volontà e spinge a cambiare...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Binetti, colleghi per favore abbassate un po’ il tono della voce, grazie.
PAOLA BINETTI. Diciamo, non è il numero da solo che tocca la testa e che tocca il cuore dei bambini; è quel valore aggiunto, che è dato dall'impatto emotivo su quell'informazione, quello che permette loro di cambiare. Non a caso la pedagogia più tipica con i bambini è una pedagogia che associa il sistema dei premi e castighi, cioè associa il sistema: se fai così, allora ti succederà questo (prospettiva positiva), se fai così, invece, ti succederà quest'altro (prospettiva negativa). Non è tanto in ciò che fai, che la madre investe o che la maestra investe, quanto nelle conseguenze a cui vai incontro.
Questo lo dico, sottosegretario, affinché comunque – a prescindere dal fatto che l'impegno venga cancellato – si ripensi il modo con cui noi vogliamo fare l'educazione alimentare in atto nei bambini. Perché c’è un'educazione prossima, che è quella che fa la mamma, che fa la maestra, quando a scuola si forniscono delle cose; c’è l'educazione remota che è quella che fai studiando le scienze e i principi nutrizionali fondamentali, ma c’è un'educazione di impatto, che io faccio quando passo davanti alla vetrina dei dolci, che io faccio quando passo davanti a una cosa che mi potrebbe piacere, se non mi rendo conto che quella cosa mi farà del danno. Non basta che io metta – immaginiamo – una vetrina di dolci, accanto a ognuno dei quali io metto il numero di calorie e poi pretendo che al bambino, come dire, non venga l'acquolina in bocca o non si senta motivato a intervenire.
Dobbiamo recuperare nell'educazione – compresa l'educazione alimentare, ma non solo l'educazione alimentare – quella vasta componente che era una volta l'educazione anche attraverso la valorizzazione dell'impatto emotivo, cioè la valorizzazione dell'immaginazione, la capacità che il bambino immagini cosa accadrà e non soltanto sappia seccamente cosa sta accadendo. Detto questo, noi ci auguriamo davvero che il Ministro, il Ministero vogliano in questo momento prestare particolare attenzione a questo; suppongo che avranno preso qualche misura, perché sarebbe assurdo che, discutendo noi la mozione sull'obesità infantile a venti giorni dal Natale, non arrivasse in qualche modo qualche segnale, posto che le vacanze di Natale sono la settimana o i dieci giorni a più alto rischio contenutistico in termini di quantità, non solo di calorie ma anche in termini di specificità di calorie, mi riferisco ai panettoni, ai torroni e a tutto quello che si può immaginare e che costituisce anche la gioia del Natale, la festa del Natale. E se l'educazione non la si fa come una educazione che tiene insieme il gusto del bambino, la fantasia del bambino e la quantità e il concetto di quantità, è molto difficile che i bambini non tornino da queste vacanze un po’ più a rischio proprio rispetto all'obesità. Quindi, credo che noi dobbiamo recuperare un'educazione che sappia avere nella pedagogia infantile le sue giuste leve di riferimento, che non «adultizzi» il bambino, pretendendo che lui capisca quello che noi grandi diciamo come frutto di uno studio rigoroso e scientificamente fondato, ma dobbiamo essere noi a parlare la lingua di questi bambini, perché, attraverso questa lingua, loro capiscono sempre di più e sempre meglio cosa può far loro bene e che cosa non fa loro bene, e comunque che capiscano che ciò che fa bene o ciò che non fa bene è anche molto spesso legato alla quantità, alla diversificazione dell'offerta. Se invece di mangiare tre fette di panettone, uno potesse mangiare una fetta di panettone e avere accanto altre alternative, forse potrebbe essere più facile per il bambino rinunciare a una dose eccessiva di dolci. Ora, questo richiede però studio attento, profondo, tutt'altro che banalizzante. Dicevamo nella presentazione della mozione, questa mattina, quanto molto dell'obesità infantile sia legata alla scarsa presenza nella vita di famiglia della figura materna. Noi abbiamo bambini che si svegliano la mattina e si ingozzano velocemente per dover andare a scuola, quindi qualunque cosa mangiano, purché mangino, e via di corsa; abbiamo bambini che, poi, perdiamo di vista dal punto di vista alimentare nell'arco di tutta la giornata e ce li ritroviamo la sera con i loro gusti, con i loro capricci, ma ce li ritroviamo la sera anche con i nostri sensi di colpa, con la nostra difficoltà a dire di «no». Perché ? Perché il «no» vero glielo abbiamo già detto in quelle dodici ore in cui non siamo stati con lui, quando dalle 8 del mattino alle 8 di sera non lo abbiamo visto; abbiamo già detto un «no» strutturale pesantissimo, che sancisce una difficoltà relazionale, oltre la quale qualunque madre è disposta a venire a patti con i propri modelli educativi per poter ottenere dal bambino il sorriso, la simpatia, la capacità di sentirsi bene. Concludo, Presidente, perché molto di quello che ho detto è scritto nella mozione, quindi io mi auguro che, proprio attraverso il fatto che di fatto questo passi, però il mio invito vero è ripensare i modelli dell'educazione con cui si propongono gli stili di vita, perché non esiste uno stile di vita che possa essere trasmesso senza un modello educativo adeguato a far capire esattamente di che cosa si sta parlando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà. Rivolgo ancora un invito a tutti quanti ad abbassare il tono della voce, gentilmente. Prego, onorevole Nicchi.
MARISA NICCHI. Presidente, affrontiamo un tema assai delicato e molto importante, infatti, secondo il rapporto dell'Osservatorio del dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell'Università Milano-Bicocca, un bambino su quattro, in Italia, è in sovrappeso, e uno su dieci obeso. La prevalenza di sovrappeso in età pediatrica in Italia supera la media europea, con un tasso di crescita annua che ci avvicina alle peggiori caratteristiche degli Stati Uniti d'America. Inoltre l'OMS ha evidenziato come le bevande e gli alimenti ad alto contenuto di zuccheri liberi siano una delle principali fonti di calorie inutili e dannose nella dieta, in particolare in caso di bambini adolescenti e giovani. Da qui il nostro primario impegno nella mozione, che ribadiamo anche in questa discussione, in questa dichiarazione di voto, per portare proprio su questo tema l'attenzione dell'Aula. Primo impegno: recepire le raccomandazioni contenute nelle linee guida emanate dall'Organizzazione mondiale della sanità sulla riduzione dello zucchero presente negli alimenti, con particolare riferimento ai consumatori più giovani. Infatti, l'Organizzazione mondiale della sanità ha elaborato, attraverso un lungo ed approfondito lavoro scientifico, raccomandazioni sull'assunzione di glucosio, fruttosio e saccarosio aggiunti ad alimenti e bevande, prevedendo una limitazione dell'assunzione di zuccheri semplici al 10 per cento del fabbisogno calorico giornaliero, con un'ulteriore esortazione: ridurre ulteriormente questa soglia a meno del 5 per cento, e questo con una particolare attenzione sui giovani. Nonostante queste autorevoli raccomandazioni e nonostante questa controtendenza al consumo maggiore – una controtendenza al consumo che si è segnalata anche negli Stati Uniti d'America –, malgrado questa tendenza a ridurre gli zuccheri, il nostro Ministro della salute è l'unico della UE ad essersi dichiarato in disaccordo con queste raccomandazioni dell'OMS. Per il nostro Governo, le linee guida dell'OMS sono eccessivamente restrittive. Voglio ricordare la dichiarazione alla stampa del 19 novembre della Ministra Lorenzin, a margine della seconda Conferenza internazionale sulla nutrizione, che dichiarava, riguardo le nuove raccomandazioni dell'OMS sullo zucchero, questo: no ai diktat senza base scientifica, è un'aggressione alle nostre tradizioni dolciarie.
La Ministra ignorava un dato scientifico incontrovertibile, cioè che il consumo di zuccheri liberi incide molto sull'aumento globale delle persone che soffrono di obesità, diabete e carie, e che una minore assunzione di zuccheri liberi e calorie complessive dovrebbe essere una priorità delle politiche pubbliche sanitarie. Del resto, c’è un certo numero di Paesi che ha adottato perfino misure fiscali sui prodotti non salutari, come il Messico, che ha imposto una tassa sulle bevande non alcoliche con l'aggiunta di zuccheri; l'Ungheria, che l'ha imposta su prodotti che sono confezionati con un'elevata percentuale di zuccheri, sale e caffeina; il Regno Unito e l'Irlanda del Nord hanno annunciato l'intenzione di applicare tasse sulle bevande zuccherate; ma il nostro Ministero non accoglie questa precauzione.
L'altra questione di fondo che noi abbiamo sottolineato nella nostra mozione è il legame, lo stretto legame tra alimentazione non salubre, disagio sociale ed economico e povertà. Proprio due anni fa, la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ha approvato un documento conclusivo sull'indagine conoscitiva sulla povertà e il disagio minorile, dove si segnalava la diffusione di due fattori di rischio molto significativi per la salute dei bambini, cioè l'obesità e il sovrappeso, e come questi fattori di rischio risultassero strettamente correlati alla povertà, intesa come deprivazione culturale, assenza o carenza di opportunità. È uno degli aspetti più inaccettabili delle diseguaglianze di salute che si stanno acuendo nel nostro Paese e su cui il Governo non ha alcuna politica efficace. L'indagine conoscitiva della Commissione infanzia ha sottolineato una difficoltà che davvero ha il sapore di una grandissima ingiustizia, quella dell'accesso alle mense per tanti bambini che vivono in famiglie povere, soprattutto nelle regioni del Sud, ove si afferma un modello nutrizionale sempre più simile a quello dei Paesi del Sud del mondo, verso quindi un consumo eccessivo del cibo spazzatura a costo basso. Per questo la nostra mozione chiede la gratuità dei percorsi diagnostici di prevenzione dell'obesità a favore dei minori, lo stanziamento di risorse finanziarie a favore degli enti locali per combattere la deprivazione alimentari, per il diritto al cibo di qualità attraverso l'accesso alle mense scolastiche a tutti i bambini, dalle quali oggi molti sono esclusi; l'utilizzo nelle mense scolastiche di prodotti biologici, degli alimenti a filiera corta, anche per gli effetti benefici sul piano della sostenibilità ambientale. Chiediamo campagne di educazione alimentare nelle scuole per favorire un sano rapporto con il cibo e una consapevolezza critica verso messaggi mediatici...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Nicchi. Colleghi, però adesso ve lo chiedo per cortesia. Colleghi, anche di là, gentilmente.
MARISA NICCHI. Ed una consapevolezza critica verso messaggi mediatici che associano bellezza e magrezza, che possono favorire disturbi al comportamento alimentare. Chiediamo strumenti di disincentivazione fiscale del cibo spazzatura e invece obiettivi incentivanti per l'alimentazione di qualità a minore impatto ambientale. Insomma, impegni concreti, li abbiamo visti anche in altre mozioni; impegni concreti per accompagnare ragazzi e ragazze, bambini e bambine verso un equilibrato sviluppo e benessere psicofisico. Ma per questo, Presidente, serve un Governo capace di essere autonomo dagli interessi delle multinazionali alimentari, un Governo con una forte volontà di combattere le diseguaglianze di salute attraverso un incisivo ruolo pubblico, ma questo Governo ancora non lo abbiamo visto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Presidente, intanto non me ne vorrà se rilevo come questo dibattito appaia, nella contingenza delle vicende politiche, surreale o distonico, rispetto alla realtà che ci circonda; fuori dalla realtà, addirittura distante, per alcuni aspetti, dalla realtà stessa. Ho immediatamente accolto il suggerimento del Governo negli impegni, nella consapevolezza che questo Governo non ha una vita straordinariamente lunga per far sì che quegli impegni in qualche misura possano essere mantenuti, ma ho apprezzato anche – e lo dico senza ironia – il senso del dovere, il senso del rispetto istituzionale, di chi rappresenta il Governo in quest'Aula, nel dover offrire pareri, addirittura suggerendo modifiche e introducendo elementi al fine di ottenere una migliore della mozione anche al fine di rendere questa mozione poi esercitata e praticabile, immagino nelle prossime 24-48 ore, ma tant’è. Non mi pare quindi che celebriamo una delle migliori pagine, quest'oggi, ragionando di corretta alimentazione, obesità e prevenzione, che meriterebbero ben altra discussione, ma intanto proviamo a suggerire alcuni elementi che potrebbero essere utili nelle azioni di Governo. Penso alla necessaria consapevolezza che il consumatore dovrà, dovrebbe avere rispetto a determinati cibi. Penso alla necessità che questa consapevolezza possa e debba essere maggiore soprattutto rispetto ai cibi destinati all'infanzia. Penso al disegno di un'etichetta che sia non solo più leggibile e più diretta, ma che sia accolta in quell'Europa che, da questo punto di vista, fa sempre più orecchio da mercante. Penso alla necessità di mettere in campo, e davvero, campagne di prevenzione che comprendano non soltanto soluzioni tese al rispetto di una corretta e buona alimentazione, ma anche campagne che indichino uno stile di vita, un modello di vita, un approccio che è tipicamente mediterraneo alla vita e un approccio anche ad uno stile che sia corretto non solo nelle abitudini alimentari, ma anche nella propria vita.
Pensiamo sia utile suggerire e promuovere stili di vita anche da questo punto di vista, per esempio sul fronte delle abitudini alimentari delle donne in stato di gravidanza, dei bambini in età prescolare, magari provvedendo con risorse nazionali ad implementare un'iniziativa che in Europa trova consenso, e in Italia anche ha misurato successi. Penso all'iniziativa della frutta nelle scuole, che, evidentemente, non coinvolge tutte le scuole, non le coinvolge nel numero e nel modo giusto. Probabilmente, se assumessimo un impegno di risorse adeguate, potremmo indicare concretamente a quei ragazzi qual è la merendina a chilometro zero che è più facilmente ottenibile e anche gradevole. Parliamo di quella frutta che può rendere, dal punto di vista del profilo agricolo, un servigio alle produzioni, ma può rendere anche un servigio importante in chiave di prevenzione. Pensiamo di suggerire programmi di formazione del personale docente, in linea con quella dieta mediterranea che ha reso protagonista nel mondo il nostro Paese, rendendo protagonista nel mondo una filiera intera, che è fatta di produzioni agricole, che è fatta di stile di vita, che è fatta anche di nel mondo apprezzato e capace di superare la celebrità degli angusti limiti territoriali. Abbiamo provato a suggerire di mettere in rete le buone pratiche, metterle in rete tra gli enti locali, metterle in rete con i servizi sanitari, metterle in rete in modo tale da costruire un bagaglio non solo virtuale, ma concreto, di conoscenze e di nozioni utili a rendere politiche capaci di prevenire i disagi che derivano dalla obesità, soprattutto quando questa è infantile. Ma, per fare tutto questo, occorre un piano nazionale. Occorre un piano nazionale di prevenzione e di cura delle obesità, e veniamo a un punto dolente in merito al quale credo anche la lettura dei risultati referendari possa indurre il Governo a muoversi in modo più attento.
Penso alla necessità di risorse, penso alla necessità di risorse da utilizzare nel modo migliore, e quindi ben vengano i costi standard, se questi costi standard sono accompagnati da un riparto di risorse che tenga in conto non le strutture esistenti, ma la domanda e il bisogno sociale dei territori, lo stato di salute dei territori. Quindi, ben vengano quei costi standard, sempreché siano accompagnati da un modello di riparto di risorse che tenga in conto non solo la specificità della condizione sociale ed economica, ma anche la specificità e la tipicità delle strutture sanitarie e sociali capaci di rispondere a questa domanda di salute, quindi capaci di invertire una tendenza, soprattutto nel Mezzogiorno del nostro Paese, e quindi capaci di indicare una politica sanitaria attrezzata ed adeguata al bisogno del cittadino, non misurata soltanto sulla storicità delle risorse, non misurata soltanto sulla standardizzazione dei costi, non misurata soltanto su politiche sanitarie che impoveriscono il Mezzogiorno, in modo particolare quelle regioni che hanno maggiori difficoltà da questo punto di vista. In questo senso, la sollecitazione che ci permettiamo di fare è una sollecitazione a tutto tondo, che parte dal modello culturale di approccio alla questione, che affronta la questione in chiave di prevenzione, ma che utilizza strumenti e risorse adeguate, capaci di rispondere davvero a questa domanda forte, che è una domanda non solo di salute, ma di cittadinanza. Per questo, voteremo favorevolmente alla mozione che abbiamo presentato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Presidente, colleghi, membri del Governo, come evidenziato nel corso della discussione sulle linee generali, la salute dei nostri concittadini è un tema che ci preme moltissimo e crediamo che una buona politica debba prendersi la responsabilità di indicare e promuovere le vie migliori per assicurare una corretta alimentazione a più persone possibili, in primo luogo ai più piccoli, i quali, ovviamente, dipendono quasi completamente dai loro genitori.
PRESIDENTE. Attenda, onorevole Bernini. Colleghi ! Prego.
MASSIMILIANO BERNINI. Quello dell'alimentazione, del resto, è un tema che non si circoscrive solamente alla qualità del cibo, ma, evidentemente, anche alla sua produzione ed al relativo impatto ambientale. Di fatto, negli ultimi anni l'opinione pubblica è sempre più interessata a queste tematiche, perché ha capito che si tratta di una questione centrale del nostro tempo. Come detto, la parte di popolazione più vulnerabile da questo punto di vista sono i bambini, i quali, salvo rare eccezioni, non sono nelle possibilità di decidere o modificare i propri stili alimentari. Per questo, abbiamo creduto opportuno presentare una mozione al fine di discutere queste tematiche in Parlamento ed impegnare il Governo nelle direzioni che crediamo più utili per la collettività e il bene comune. Venendo al tema centrale della discussione, dobbiamo prendere consapevolezza che le attuali modalità alimentari italiane non assicurano...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bernini. Onorevole Latronico, grazie.
MASSIMILIANO BERNINI. ... non assicurano una completa e buona alimentazione soprattutto per i piccoli, tanto che l'obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale in Italia, dove un bambino su quattro risulta esserne interessato. Infatti, secondo i dati dell'Istituto superiore della sanità, l'Italia detiene il triste primato europeo del numero di bambini sovrappeso o obesi, e, secondo il rapporto dell'Osservatorio del dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell'Università di Milano-Bicocca, un bambino su quattro è sovrappeso e uno su dieci è obeso. In Italia, inoltre, la prevalenza di sovrappeso in età pediatrica supera di circa tre punti percentuali la media europea, con un tasso di crescita annua dello 0, 5-1 per cento, pari a quella degli Stati Uniti. L'obesità infantile...
PRESIDENTE. Mi scusi, le chiedo veramente scusa. Colleghi, per favore, il Governo sta seguendo il dibattito e sarebbe utile che continuasse a farlo senza che qualcuno in continuazione... grazie, onorevole Vaccaro, si accomodi al suo posto.
MASSIMILIANO BERNINI. Stavo dicendo che l'obesità infantile preoccupa, ci preoccupa, in quanto i bambini obesi hanno maggiori possibilità di divenire adulti obesi, e, di conseguenza, di avere un maggior rischio di sviluppare una serie di condizioni patologiche, quali tumori, diverse patologie croniche come le malattie cardiovascolari, l'ipertensione arteriosa, il diabete tipo 2, problemi muscolo-scheletrici, respiratori e via discorrendo. Stando a quanto ci dice l'OMS, l'Organizzazione mondiale della sanità, l'obesità comporta inoltre elevati costi per la società: costi diretti, costituiti dalle risorse per la diagnosi, il trattamento e dalle patologie ad essi correlate, e costi indiretti dovuti alla perdita di produttività e altre cause ad essa quindi connesse.
Al trentaseiesimo Congresso della SINU, della Società italiana di nutrizione umana tenutosi a Firenze lo scorso dicembre, gli esperti di nutrizione di Australia, Cina, India, Stati Uniti ed Italia si sono confrontati sulle rispettive linee guida nazionali. Tra i vari argomenti affrontati si è discusso su quale sia la quantità ottimale di zuccheri da introdurre nella dieta. Per zuccheri si intendono i monosaccaridi, come il glucosio, il fruttosio, e i disaccaridi, come il saccarosio o zucchero da tavola, aggiunti agli alimenti e alle bevande dall'industria e dal consumatore; sono esclusi quelli presenti naturalmente nella frutta, nei vegetali e nel latte, perché non vi sono evidenze che possano essere dannosi. Recentemente sempre l'OMS ha raccomandato di limitare il consumo di zucchero, o degli zuccheri, a meno del 10 per cento delle calorie totali giornaliere, perché forti evidenze scientifiche indicano che così facendo si riducono, oltre alle calorie giornaliere introdotte, il sovrappeso, l'obesità e le carie. Inoltre l'OMS, se anche evidenze scientifiche al riguardo non sono altrettanto solide, auspica una ulteriore riduzione al 5 per cento, ovvero 25 grammi pari a circa 6 cucchiaini da tè al giorno. Le cinque nazioni convenute al convegno SINU concordano tutte sulla quota del 10 per cento delle calorie totali giornaliere da zuccheri; in Italia, invece, i nuovi LARN – quindi le raccomandazioni italiane introdotte dall'attuale Ministro della salute – indicano di contenere il consumo di zuccheri semplici, siano essi naturalmente presenti negli alimenti, frutta, latte, eccetera, siano essi aggiunti, nell'ambito del 15 per cento del fabbisogno. Anche il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro dichiara che limitare il consumo di cibi ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate è la prima raccomandazione alimentare a cui è giunto il comitato di esperti, dopo aver esaminato tutti gli studi scientifici su dieta e cancro. Anche in Italia, diversi ed autorevoli esponenti del mondo scientifico, come il professor Franco Berrino, già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell'Istituto nazionale dei minori di Milano e direttore scientifico del mensile nonché i membri della redazione dello stesso mensile, con i quali abbiamo, ho avuto il piacere di collaborare nella stesura di questo testo oggi in discussione, e che ringrazio per gli utili e proficui stimoli, dichiarano che gli alimenti ad alta densità calorica sono quelli che contengono molto grasso e zucchero. Questi alimenti, come merendine, biscotti da colazione, fiocchi di cereali zuccherati, e così anche le bevande zuccherate, fanno ingrassare e alterano il nostro ambiente endocrino, facendo aumentare l'insulina: queste alterazioni alla lunga fanno aumentare il rischio di ammalarsi di tumore e di altre varie malattie croniche che affliggono le popolazioni ricche. È quindi acclarato che una riduzione degli zuccheri significherebbe non solo migliorare la nostra salute, ma anche contribuire indirettamente ad offrire alimenti di maggiore qualità, con particolare riguardo ai più giovani, verso un futuro più sano quando saranno adulti, riducendo significativamente la spesa sanitaria legata ai fenomeni dell'obesità. Purtroppo, lo zucchero è presente in molti alimenti di consumo, dove normalmente il consumatore generico non penserebbe di trovarlo: ad esempio in diversi prodotti in scatola, nei sughi pronti, nella maionese, nelle fette biscottate, nel pane, nello yogurt, nei succhi di frutta e altro ancora; e probabilmente è utilizzato come edulcorante per camuffare il gusto di alimenti di qualità scadente, che altrimenti sarebbero sgradevoli. Nel caso specifico dell'obesità infantile, vorrei anche precisare che gli alimenti altamente processati dell'industria alimentare sono spesso progettati proprio per ingannare i meccanismi biologici che stanno alla base della nostra fame/sazietà, e sono quindi parte integrante dell'ambiente che ha causato l'esplosione dell'obesità nel mondo. A questo scopo avevamo presentato alcuni impegni, che purtroppo sono stati respinti da parte di questo Governo: ci saremmo aspettati da questo punto di vista maggior coraggio normativo.
Inoltre – e qui apro un altro punto critico verso il quale la politica dovrebbe e potrebbe fare di più – molti alimenti indirizzati dal mercato alla colazione o merenda dei ragazzi, sono spesso accompagnati da regalini, sorpresine, e più in generale da una serie di gadget che non hanno nulla a che vedere con la qualità dell'alimento, ma che di fatto finiscono per condizionare molto le scelte dei ragazzi e delle famiglie; e questo è un grosso svantaggio, per quanti vogliano promuovere stili alimentari virtuosi, visto che non è facile accostare la frutta ed alimenti affini alla gadgettistica, così sfavorendo l'alimento di qualità rispetto a quello meno indicato per una sana alimentazione.
Per tutte queste ragioni abbiamo presentato diversi impegni nella nostra mozione: alcuni di questi impegni sono stati accolti, un altro è stato riformulato, quindi io comunico che accetto la riformulazione dell'impegno. Comunico inoltre che chiederemo la votazione per parti separate, nel senso di votare insieme le premesse, gli impegni accolti, quello riformulato, e di votare poi insieme separatamente i tre impegni che invece non sono stati accolti dal Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busto. Ne ha facoltà.
MIRKO BUSTO. Presidente, vorrei incominciare questo piccolo intervento, che riguarda ormai un Governo che non sappiamo quanto abbia neanche la possibilità di attuare (e questo forse è anche un bene, dato il risultato ad oggi conseguito) gli impegni che noi stiamo chiedendo. Vorrei cominciare leggendo l'articolo 32 della Costituzione, la Costituzione che i cittadini italiani hanno votato di difendere dall'assalto di questi giorni: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività». Questo è uno dei tanti bellissimi principi scritti nella nostra Carta costituzionale, che dobbiamo ancora lavorare molto per vedere applicati, ed è un altro dei temi che ci fa pensare che forse non dovremmo tanto cambiarla, ma dovremmo tanto lavorare per applicarla, questa Costituzione.
Ho ascoltato il dibattito fin qui, e certamente la maggior parte dei temi che sono stati portati all'attenzione del Governo sono condivisibili. Mi viene da fare una piccola riflessione: avete parlato di regalini, abbiamo parlato di industria che utilizza ingredienti e manipola il senso di sazietà, manipola la nostra recettività biologica al cibo, per ingozzarci spesso di prodotti dallo scarso valore nutrizionale, ma dall'alto valore ideale, valore commerciale, valore dell'immagine che generano. Ecco, questa tenzone tra portatori di interesse particolare da un lato, e dall'altro invece portatori dell'interesse comune, che dovremmo essere noi in quest'ottica, ovvero degli attori che portano, cercano di difendere la salute dei cittadini, rispetto ai portatori di un legittimo interesse, quello di vendere i propri prodotti: quanto è sfavorevole il rapporto tra questi due interventi ? Quanto è sfavorevole, in un sistema dove il mondo commerciale ha a disposizione televisioni, la capacità di influenzare attraverso la pubblicità giornali, tradizionali, rispetto ad un Governo, a dei Governi che purtroppo ad oggi abbiamo visto essere molto tenui nell'intervento, molto poco incisivi nella formazione di programmi per l'educazione alimentare e nell'informazione, ma anche spesso nella trasparenza dell'etichettatura, molto morbidi ? Perché certo, andare a modificare, a dare più informazione al cittadino, a renderlo in grado di scegliere cosa è meglio per lui, può intaccare gli interessi di qualcuno, che magari a volte paga le campagne elettorali, per esempio, o qualcuno molto vicino per ragioni politiche.
Ecco, io voglio parlare del nostro patrimonio, cambiando discorso e rimanendo però sempre su questo tema: il nostro patrimonio riconosciuto da tutti, compreso l'UNESCO, è la dieta mediterranea. La dieta mediterranea, tutti ne parlano, tutti la vogliono, nessuno la pratica, verrebbe da dire, e nessuno neanche spiega di che cosa stiamo parlando.
Sappiamo allora che... Presidente, sto parlando... Neanche il Presidente ? Presidente... C’è molto rumore e non riesco neanche a sentirmi, quasi.
PRESIDENTE. Sì, onorevole Busto. Diciamolo a tutti. Colleghi ! Onorevole Palese, gentilmente là dietro. Colleghi, di qua, per favore !
MIRKO BUSTO. Allora, continuo ?
MIRKO BUSTO. Grazie. Allora, stavo dicendo che parliamo di dieta mediterranea. La dieta mediterranea – lo sappiamo tutti – codificata da uno studioso americano, Ancel Keys, negli anni Cinquanta, che studiò le abitudini alimentari di alcune popolazioni dell'Italia meridionale, non solo dell'Italia meridionale, perché c'erano delle incidenze inferiori di alcune patologie cardiovascolari. Quindi che cosa ne derivò ? Derivò che questo tipo di minore incidenza e anche di longevità – perché si parla sempre della dieta della longevità – derivava da un certo schema alimentare, una piramide che metteva alla base cereali, legumi, vegetali e, man mano che si sale quindi nella punta della piramide, con un consumo moderato e molto moderato anche carne, salumi, zuccheri e dolci; quindi questa è la piramide alimentare che noi dovremmo applicare se vogliamo tendere davvero a una dieta mediterranea, che è nella nostra tradizione, la tradizione italiana, la tradizione che ha dato la longevità invidiata in tutto il mondo alle nostre passate generazioni. Oggi noi vediamo che questa piramide è invertita perché vediamo che cibi di uso comune, come salumi, carne e formaggi, sono utilizzati invertendo questo ordine, mentre è diminuito drammaticamente il consumo di verdura e frutta. I numeri sono abbastanza eloquenti – basta vedere i dati Istat – e vediamo che, se negli anni Cinquanta noi consumavamo all'incirca 170 chilogrammi di frutta e ortaggi, venti di carne, cinque di pesce e 200 chili di cereali, oggi noi consumiamo 375 chilogrammi all'anno di frutta e ortaggi, 140 tra carne e pesce, 65 di pesce, 78 di carne e 150 di cereali. Abbiamo aumentato certamente il consumo generale, ma abbiamo soprattutto...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, è la quinta volta !
MIRKO BUSTO. Non si riesce. C’è da urlare tutto il tempo. Sembra quasi che stia per cascare il Governo.
PRESIDENTE. Onorevole Busto, però le vorrei segnalare che è anche alle sue spalle che si sta facendo un certo rumore. Non so se state al Governo, però.
MIRKO BUSTO. Non me ne sono accorto.
MIRKO BUSTO. Ascoltate perché potrebbe essere che poi andiamo noi a farle queste cose e quindi dobbiamo essere tutti quanti pronti.
Allora, abbiamo rovesciato la piramide, abbiamo rovesciato questa piramide e questo ha portato degli effetti sulla salute pubblica. Allora, se pensiamo che ci sono strette correlazioni tra alimentazione e tumore (alcuni studi dicono che il 30 o il 40 per cento dei tumori potrebbe essere evitato con una dieta più sana), vediamo anche – come abbiamo detto prima e io mi focalizzo spesso su un tema che si fa fatica a trattare in questo luogo che è l'eccesso di consumi di alimenti di origine animale – che per esempio il World cancer research fund ha dato dei limiti di alimenti di origine animale per la protezione, per esempio, dal cancro al colon retto. Questi valori sono di molto inferiori, sono meno della metà di quelli attuali della popolazione italiana: sono 15,66 chilogrammi all'anno e oggi siamo a 78 in Italia; le linee-guida dell'USD americano ci consigliano 34,31 chilogrammi all'anno e noi siamo a 78 e in più l'ultimo dato che vorrei riportare è che l'organizzazione mondiale della sanità inserisce nell'ottobre 2015 le carni lavorate e processate nella categoria 1A, quella delle sostanze certamente cancerogene, e le carni rosse invece nella categoria 2A, quelle probabilmente cancerogene. Tutto questo, in uno Stato che fa gli interessi della cittadinanza, dovrebbe indurre a una certa riflessione, cioè dobbiamo riflettere e far riflettere le persone e i cittadini italiani affinché compiano o possano compiere, una volta informati, delle scelte consapevoli nella direzione di ridurre certi consumi e tutelare la propria salute. E invece io leggo il Ministro delle politiche agricole affermare fondi per 3,8 milioni di euro per confutare le tesi grossolane che popolano Internet sulla presunta insalubrità di carni rosse e salumi. Quindi, il nostro Ministro dice che l'Organizzazione mondiale della sanità porta delle tesi grossolane che parlano di una presunta insalubrità.
Questo mi suona molto strano perché mi dà l'impressione che qualcuno stia facendo gli interessi di un settore, non l'interesse della collettività. Ma voglio andare avanti e trattare nel tempo che mi rimane, quanto mi rimane ?
PRESIDENTE. Un minuto e trenta.
MIRKO BUSTO. Allora, in poco tempo, vorrei parlare dell'altro tema che abbiamo inserito in questa mozione. È un tema di cui abbiamo già dibattuto più volte, il consumo di grassi saturi e in particolare il consumo di grassi saturi dovuti a un ingrediente di cui si è tanto discusso, che è l'olio di palma.
L'olio di palma è un grasso saturo, in realtà è il modello di un sistema sbagliato, è il modello di un sistema che ha messo al primo posto il profitto e ha trascurato quella che è la salute pubblica; è un grasso che costa molto poco, è un grasso che ha un elevato contenuto di grassi saturi e, se guardiamo lo stesso Istituto superiore di sanità italiano, ci viene detto che la letteratura scientifica non riporta l'esistenza di componenti specifiche capaci di determinare effetti negativi sulla salute. Questo pezzo di frase è la prima frase e viene citata da tutti. Però poi continua, ma riconduce gli effetti negativi al suo elevato contenuto di grassi saturi rispetto ad altri grassi alimentari. E poi continua: «evidenze epidemiologiche attribuiscono all'eccesso di grassi saturi nella dieta effetti negativi sulla salute e, in particolare, un aumento del rischio di patologie cardiovascolari». Ovviamente non parliamo solo di olio di palma, ma di grassi saturi in generale, quindi la stima a cui arrivano è quella per cui noi attualmente superiamo questo 10 per cento delle calorie totali raccomandato del 49 per cento e questo 49 per cento è dovuto per il 70 per cento all'eccesso di grassi saturi nell'alimentazione generale, come la carne, e un 30 per cento invece all'olio di palma.
Però le dico solo quest'ultima cosa, perché mi dispiace molto: questo è un caso esemplare di quando la televisione e il mercato fanno un'informazione distorsiva e noi stiamo zitti. Stiamo zitti perché è ovvio che loro facciano un interesse particolare ma la politica deve fare un'informazione che sia più oggettiva. Lei avrà certamente letto il parere dell'Autorità per la sicurezza alimentare.
PRESIDENTE. Però lei deve concludere.
MIRKO BUSTO. E in questo parere viene denunciata la presenza di contaminanti genotossici e cancerogeni all'interno di questo olio, quindi noi abbiamo chiesto un lavoro da parte del Governo...
PRESIDENTE. Onorevole Busto, le ho dato un minuto in più. Deve proprio chiudere, per favore.
MIRKO BUSTO. ... per indurre l'industria a cambiare le formulazioni, togliendo questo tipo di prodotto. È una cosa che non avete accettato e ci dispiace .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Incecco. Ne ha facoltà.
VITTORIA D'INCECCO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, mi dispiace molto che questa mozione venga discussa in un momento così particolare come quello politico che stiamo vivendo; infatti, sappiamo tutti che siamo qui ai nostri posti di lavoro solo perché il Presidente Mattarella ha chiesto al Governo di temporeggiare fino all'approvazione della legge di bilancio, però il tema è così importante – peraltro proposto dai gruppi di opposizione – che non c’è sembrato opportuno sottrarci al dovere di discutere la mozione, pur sapendo che gli impegni che potrà prendere il sottosegretario De Filippo, che ringraziamo per la presenza ancora oggi in Aula e il prezioso lavoro svolto con la Commissione Affari sociali sempre continuo e puntuale, saranno impegni che si potranno prendere solo con il prossimo Governo.
Mi preme evidenziare solo alcuni aspetti che ritengo fondamentali e che sono stati lungamente e con dovizia di particolari già illustrati stamattina dall'onorevole Tartaglione. Importanti sono gli interventi di prevenzione per l'obesità infantile e sono tanto più efficaci quanto più precocemente messi in atto a cominciare dalla promozione dell'allattamento al seno. Bisogna sostenere, attivando e incentivando nelle scuole, la prevenzione, programmi di prevenzione e promozione della cultura della nutrizione e della salute, una sana alimentazione tra bambini e adolescenti, riducendo l'assunzione di alimenti non salutari e bevande zuccherate, individuando nella refezione scolastica la palestra di un'alimentazione corretta, stimolando al consumo di alimenti quali frutta e verdura e implementare iniziative che mirino a incentivare l'attività fisica tra bambini e adolescenti.
Noi esprimiamo appunto il nostro parere favorevole perché è importante accelerare l'azione contro l'obesità che, come è stato detto, è una delle più grandi emergenze sanitarie del nostro Paese, in modo da garantire salute e qualità della vita e ridurre i costi del nostro Servizio sanitario.
L'obesità infantile va affrontata subito, fin dal momento della nascita, come dicevo, perché – ripeto – non solo si riducono i costi sanitari a carico della società, ma anche quelli sociali.
Un bambino obeso molto spesso viene emarginato dai propri compagni, oltre a poter diventare anche vittima di atti di bullismo come i fatti di cronaca raccontano; hanno il 65 per cento di possibilità in più di essere vittima di bullismo rispetto ai loro coetanei normopeso. E non solo, a volte anche nel mondo del lavoro le persone in sovrappeso vengono discriminate. Tutto ciò è inaccettabile e noi abbiamo a cuore la salute dei nostri figli e dei nostri cittadini che deve essere assolutamente tutelata; il diritto alla salute – come sappiamo – è tutelato dalla Costituzione. Per questo è necessario intervenire e prestare la massima attenzione rispetto a questo tema, anche questo è un modo per costruire una società migliore, più giusta e rispettosa dell'individuo .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Colleghi, prima di passare al voto, facciamo le nostre congratulazioni all'onorevole Laforgia per la nascita della figlia Nina e, ovviamente, anche alla mamma Francesca
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Passiamo alla votazione della mozione Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 .
Avverto che i presentatori di tale mozione hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo relativa al secondo capoverso del dispositivo, mentre non hanno accettato l'espunzione dei capoversi terzo, quarto e settimo del dispositivo. Avverto altresì che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la mozione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi terzo, quarto e settimo del dispositivo, su cui il parere del Governo è favorevole; a seguire i capoversi terzo, quarto e settimo del dispositivo, su cui il parere del Governo è contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi terzo, quarto e settimo del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Colleghi, comunico che il collega Nicola Ciracì è stato colpito da un grave lutto, la perdita del padre. Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 concernente iniziative di competenza in relazione alle stragi naziste del 1943-1945, con particolare riferimento all'esecuzione in Germania delle sentenze di condanna emesse dai tribunali italiani .
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta, nella quale è stata annunciata un'ulteriore nuova formulazione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Avverto che è stata testé presentata la mozione Invernizzi ed altri n. 1-01447 . Il relativo testo è in distribuzione.
PRESIDENTE. Il senatore Della Vedova, rappresentante del Governo, ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, . Scusi, Presidente, io ho due mozioni. Il parere è favorevole sulla mozione De Maria mentre il parere è contrario sulla mozione Cristian Invernizzi.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Colleghi, abbiamo adesso una fase di dichiarazioni di voto. Chi non fosse interessato è pregato di uscire dall'Aula; chi rimane per favore rimanga in silenzio. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Pia Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Oltre 2.300 fascicoli, dai 15.000 ai 20.000 morti, centinaia di processi celebrati, alcuni ancora in corso. Dopo oltre settant'anni le vittime delle stragi naziste attendono ancora che sia fatta giustizia. Questa mozione è volta a colmare questa lacuna anche alla luce dei risultati della Commissione bicamerale d'inchiesta, i cui lavori sono terminati nel 2006 – 10 anni fa – Commissione che ci ha fatto conoscere la verità su quelle centinaia di fascicoli occultati per decenni.
È giusto, dunque, promuovere e conservare la memoria di quanto è accaduto, perché la conciliazione e la pacificazione siano processi davvero compiuti e non si inverino anche solo attraverso l'oblio. Questo deve essere lo sforzo da fare e questo è anche l'obiettivo vero, dal mio punto di vista, di questa mozione, perché è chiaramente un po’ improbabile processare e far pagare la pena agli ultranovantenni, ammesso che essi siano ancora vivi.
Detto questo c’è però qualche cosa che forse a qualcuno non piacerà, ma che vorrei aggiungere, anche se non proprio pertinente, perché stiamo parlando di stragi naziste. Anche noi abbiamo i nostri torti nella storia, anche noi abbiamo compiuto violenze e violenze in Italia da parte degli italiani, partigiani contro i fascisti, a volte anche partigiani contro partigiani di diversa parte politica; ma per avere memoria veramente condivisa, bisogna ricordare anche gli altri morti, coloro che sono stati uccisi per tante diverse ragioni, a volte vendetta, a volte rappresaglia, a volte semplici questioni private, ma solo così, solo comprendendo tutta la storia, avremo veramente reso giustizia ai nostri morti. Votiamo ovviamente a favore della mozione De Maria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, signor Presidente. Il Parlamento – e questo ramo del Parlamento in particolare – è stato sostanzialmente congelato, nel corso degli ultimi cinque mesi, perché il partito di maggioranza relativa, che aveva al suo interno, come poi si è visto, posizioni assolutamente antitetiche in ordine al pronunciamento referendario, ha accuratamente evitato di portare alla discussione di quest'Aula alcun argomento che potesse, come dire, esacerbare le diverse sensibilità. E quindi siamo stati annullati nel niente più totale, signor Presidente, per deliberata volontà del Governo e della sua maggioranza.
Ci si attendeva, all'esito di questi sei mesi di niente, che la riapertura del Parlamento cominciasse a trattare di politica vera; ci si attendeva che, all'indomani del risultato referendario, all'indomani di un Governo Renzi, che ha retto le sorti del Paese per tre anni, all'indomani di una stagione oramai lunga cinque anni, che ha visto il Partito Democratico parte determinante del Governo del Paese, si discutesse di come mai la disoccupazione abbia raggiunto l'11,6 per cento di dimensionamento sulla popolazione, per 3.400.000 persone senza lavoro; come mai la spesa pubblica italiana sia arrivata al record di 828 miliardi annui...
PRESIDENTE. Colleghi, in generale, onorevole Polidori, potete anche spostarvi di 5 metri...
MASSIMO ENRICO CORSARO. Come mai il debito pubblico abbia raggiunto la misura di 2.370 miliardi, passando, nel breve volgere della stagione di Governo Renzi, dal 116 al 133 per cento del PIL; come mai la pressione fiscale sia salita dal 41 al 43,5 per cento; come mai e perché l'INPS abbia maturato debiti nella misura di oltre 11 miliardi e mezzo di euro; perché non sia gestita la regolamentazione del flusso di immigrati clandestini (solo in questo anno ne sono entrati, fino al 31 ottobre, 158.974).
No, si è deciso di riaprire la Camera dei deputati, dopo sei mesi di sostanziale panchina, trattando dell'ineludibile tema della richiesta alla Germania, non già del perché e del per come abbia gestito in questo modo disastroso l'avvio di questo millennio dell'Unione europea, ma del perché e per come stia o meno dando esecuzione a delle sentenze che riguardano vicende della prima metà del secolo scorso.
Allora, signor Presidente, siccome va di moda interrogare gli italiani sui io ho provato a porre l'ordine del giorno previsto per la seduta odierna della Camera dei deputati all'attenzione dei miei cosiddetti «amici di » chiedendo: secondo voi di che cosa avrebbe dovuto occuparsi la Camera alla riapertura, dopo sei mesi di stazionamento ? Ho ricevuto delle proposte interessanti, che suggerisco se volessimo accorpare a questa mozione argomenti altrettanto interessanti. Mi è stato suggerito di trattare delle stragi dei romani sui Sanniti, della guerra punica, della pace in Vestfalia, del Congresso di Vienna, della congiura di Catilina, della Breccia di Porta Pia; magari, per restare più o meno in tema delle stragi partigiane, vi consiglio di leggere gli ultimi libri di Pansa, per rendersi conto di che cosa è successo e di che cosa sia successo in Italia. Questo è semplicemente l'ennesimo tentativo del Partito Democratico e della sua maggioranza, signor Presidente, all'indomani di un risultato referendario che era evidentemente così atteso da doversi preoccupare di scrivere un ordine del giorno appositamente condizionato ad evitare delle frizioni, è l'ennesima dimostrazione di come questo Parlamento sia in questo momento considerato alla stregua di carta straccia da parte del Governo e della sua maggioranza e che abbiano talmente tanto timore di sollevare degli argomenti che alimenterebbero i dissapori interni alla maggioranza, di venire a parlare di cose della storia passata e remota e parlare di vicende che francamente distorcono l'attenzione del Governo e della maggioranza e del Parlamento rispetto alle principali priorità.
Allora in conclusione, signor Presidente, voglio semplicemente dare per il suo tramite al Governo, al Partito Democratico e alla sua maggioranza due velocissime notizie: la prima, per restare in termini di attualità politica, è che l'ultimo politico dittatore assassino registrato nel mondo è morto a Cuba il 26 novembre dello scorso anno e la seconda informazione che voglio dare è che, fuori di qui, non ci sono pericolosissimi nonuagenari che vi aspettano, ma ci sono 19 milioni di persone che vi hanno chiesto di fare le valigie e di levare le tende. Fatelo in fretta e non toccate l'argenteria. Grazie Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Presidente e colleghi, noi invece, di Fratelli d'Italia, riteniamo che sia giusto che il Governo italiano difenda la sovranità nazionale nel rispetto della legalità internazionale e quindi pretenda dalla Germania l'ottemperanza appunto, in chiara coerenza con la legalità internazionale, delle nostre sentenze e che dia adeguata tutela giuridica ai sopravvissuti, alle vittime, anche una tutela di carattere morale ed etico, quindi sostanzialmente lo spirito soprattutto degli impegni governativi non può che essere condiviso.
Tuttavia nella mozione, almeno nella ricostruzione che si fa, il quadro complessivo per noi è un quadro lacunoso, nel senso che tutti sanno che ci furono gravi stragi perpetrate dai nazisti in Italia, ma allo stesso tempo ci sono state altre stragi, nella seconda guerra mondiale, compiute ai danni di italiani da altri Paesi e mi riferisco ovviamente alle stragi avvenute in Istria e Dalmazia, che meriterebbero adeguata e uguale tutela non soltanto morale ed etica, come in parte è stato fatto nella scorsa legislatura, ma anche un'adeguata lotta di tipo giuridico nel rispetto del diritto internazionale e quindi eventualmente anche sul piano della tutela piena dei sopravvissuti e dei superstiti anche nelle competenti sedi giuridiche, così come neanche è giusto ignorare stragi di militari italiani avvenute da parte dell'Inghilterra: pensiamo all'affondamento della nave Laconia, dove gli inglesi, in maniera consapevole, commisero una strage impunita, un vero e proprio crimine di guerra ai danni di militari prigionieri e fatti morire nella stiva di questa nave inglese, affondata dai tedeschi, così come le stragi avvenute dei nostri militari, non soltanto internati in Germania, ma anche internati nell'allora Unione sovietica.
Se poi parliamo di vicende italiane, mi sembra assolutamente giusto ricordare le stragi avvenute ad opera dei militari della Repubblica Sociale Italiana, così come mi sembra strano che non vengano ricordate le stragi compiute dai partigiani, così come anche la collega Locatelli ha fatto, così come anche l'emerito Presidente Napolitano ha fatto e mi riferisco alla vicenda di Porzus, piuttosto che a quelle avvenute nel triangolo della morte dell'Emilia Romagna.
Pertanto riteniamo che, se si ricostruisce la storia a distanza di settant'anni, bisogna avere la serenità di guardare da tutti i lati e di condannare fermamente ogni forma di ricorso alla violenza per motivi politici, il ricorso a vergognose stragi impunite compiute soprattutto nell'ultimo conflitto mondiale.
Ovviamente ribadiamo la nostra convinzione che fa bene il Governo italiano a difendere le ragioni giuridiche di qualunque morto italiano, soprattutto nelle stragi dell'ultima seconda guerra mondiale, a cominciare dalla Germania, ma pretendiamo lo stesso atteggiamento nei confronti dei Paesi eredi dell'ex Repubblica comunista Jugoslava, quindi Slovenia e Croazia innanzitutto, e anche dei nostri alleati, perché anche i nostri alleati hanno molti scheletri da nascondere di vergognose stragi, tra cui quella che ho ricordato dell'affondamento della nave da guerra militare inglese dove morirono un paio di migliaia di italiani, ingiustamente condannati a morire, in maniera scientifica, da parte dei marinai inglesi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Grazie Presidente, per Civici e Innovatori, come appunto rappresentante velocissimo di questo intervento, che con convinzione appunto sostiene la mozione che mira a comunque canalizzare il più possibile gli sforzi per chiudere il rapporto, che si è finalmente recuperato, con la Repubblica federale tedesca, allorché c'era stata appunto una difficoltà di tipo giuridico che aveva allontanato invece il nostro Paese rispetto alla legittima aspettativa di vedere finalmente eseguite delle sentenze, legittimamente emesse conto dei crimini di guerra da parte di magistrature locali, da parte di tribunali locali.
Ebbene, sappiamo come è andata, sappiamo dell'intervento di organismi internazionali che non hanno consentito il prosieguo di questa strada, verso la concreta esecuzione di sentenze, ripeto, legittime e quindi oggi la cosa importante è davvero che le future generazioni traggano, grazie appunto ad una memoria che non deve andare smarrita, un insegnamento importante perché tutto questo non accada più.
Lo abbiamo detto molte volte, ma questa è l'unica forma di esecutività di quelle sentenze che sono state legittimamente emesse.
Quindi io ribadisco che Civici e Innovatori, velocemente, per chiudere al più presto il mio intervento, che depositerò in ogni caso, ritiene che davvero sia importante sostenere con convinzione questa mozione, grazie Presidente.
PRESIDENTE. Grazie a lei, ovviamente è autorizzato alla consegna del testo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie signor Presidente. È evidente che tutto ciò che concorre, anche all'interno di quest'Aula, alla riflessione su pagine drammatiche della nostra storia non può che essere considerato encomiabile anche dal gruppo dalla Lega Nord.
Fatti avvenuti sicuramente ormai parecchie decine di anni fa, che comportano comunque tutta una serie di conseguenze anche nei rapporti odierni tra i vari Stati che dovrebbero comporre l'Unione Europea, Unione europea in cui si parla sempre, molte volte anzi anche a sproposito, per la necessità che venga coinvolta da un processo d'integrazione tale da costituire, oltre ad una unità fondata su trattati internazionali freddamente legalistici, appunto anche una unione di popoli.
Queste considerazioni ci portano quindi a ritenere necessario ragionare su ciò che avvenne nel biennio 1943-1945, quando alleanze che erano state strette vennero interrotte, quando certo ci trovammo anche in un periodo di guerra – e tutti sappiamo purtroppo quello che avviene durante la guerra, fortunatamente non per esperienza personale, ma perché l'abbiamo letto – quando il nostro territorio venne immediatamente considerato come terreno d'occupazione, con tutto ciò che questo comportò.
Noi riteniamo quindi fondamentale, come detto, riflettere su tutte queste considerazioni e riteniamo altresì però che con la nostra mozione è importante sottolineare anche un altro aspetto, che non è a nostro avviso ben considerato nella mozione principale di cui si tratta, vale a dire della sorte di tutti quei militari che, dopo il 1943, decisero di non aderire alla Repubblica Sociale Italiana e che quindi vennero considerati, dal Terzo Reich allora dominante, non come avrebbero dovuto essere considerati, prigionieri di guerra e quindi con tutte le garanzie della legislazione internazionale, anche se sappiamo perfettamente che nel Terzo Reich questa non era considerata come un appoggio giuridico di particolare importanza, ma che comunque vennero considerati come internati militari e, quindi, non prigionieri di guerra.
Riteniamo fondamentale che oggi la Germania, all'interno dell'Europa del 2016, comprenda la necessità di riflettere a fondo sulla propria storia. Una Germania che sappiamo tutti oggi viene vista da parecchi concittadini, parecchi europei, come abusare, se vogliamo, della propria posizione di forza economica, come probabilmente la principale responsabile di una situazione oggi in Europa non certo florida, che dovrebbe dare questo segnale. Sarebbe un segnale di risarcimento innanzitutto morale, impegnando se stessa a riflettere attentamente su quello che avvenne in quei due anni e sulla memoria storica, che anche all'interno dello stesso popolo tedesco negli ultimi 75 anni continua a guardare e quei fenomeni e – ripeto – soprattutto il problema dei nostri militari che da loro vennero internati con un occhio secondo noi ancora sbagliato. È necessario, signor Presidente, se veramente tutti ritengono essenziale e necessario un procedimento di integrazione europea. Certo noi guardiamo da un altro punto di vista, rispetto a quelli che oggi vedono un'Unione europea, ancora, purtroppo, come un sacro vessillo di fronte al quale inchinarsi. Noi lo consideriamo certo un processo importante, da vedere completamente sotto un'ottica diversa e da affrontare con processi diversi.
Comunque, chiediamo con questa nostra mozione di impegnare il Governo affinché la Repubblica federale tedesca riconosca il debito morale che ha nei confronti dei nostri internati, quelli che loro definivano internati militari, che sia anche magari il preludio di un risarcimento non soltanto morale ma anche materiale. Chiediamo anche di elevare nei campi in cui i nostri internati furono chiusi dei monumenti, che ricordino l'aspetto triste di quell'esperienza e di rimuovere, con tutte le possibile iniziative pedagogiche collettive, la memoria di un tradimento italiano, che secondo noi non c’è mai stato, non almeno nei termini sostenuti dalla narrativa tedesca sulla seconda guerra mondiale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pizzolante, che però non vedo in Aula, quindi si intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente. Noi riteniamo importante questa mozione sia sul piano storico che sul piano politico. Riterremmo ancora più importante, se l'Aula deciderà come credo di approvarla, che finalmente il Governo – o quelli che verranno – faccia ciò che l'Aula e il Parlamento lo impegna a fare, rispetto alla relazione con la Repubblica federale tedesca, ma soprattutto alla relazione con la memoria del nostro Paese, con la memoria dell'Europa e con la memoria che dovrebbe essere un elemento finalmente condiviso, per quanto la cosa sia difficile, anche a più di settant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale.
Io ricordo l'emozione, lo sdegno e l'incredulità che mi accompagnarono, quando nel 1994 emerse la notizia del cosiddetto armadio della vergogna. Avevo diciassette anni allora, ero studente alle superiori e colpiva l'idea che potesse esistere in Italia, all'interno di una procura militare, un armadio pieno di fascicoli occultati per quasi cinquant'anni, all'interno dei quali c'era una documentazione che testimoniava come fossero morte decine di migliaia di italiani per mano fascista e per mano nazista.
Stupiva come, appunto, le prove e le testimonianze di quegli eccidi fossero lì, anziché diventare patrimonio storico, soprattutto quando questo avrebbe portato evidentemente ad una possibilità di intervento immediato materiale, a disposizione delle procure militari, perché potessero essere istruiti processi ai boia nazisti e fascisti, responsabili di eccidi sanguinari, in questo Paese e anche nella mia terra in particolar modo. Voglio ricordare qui Marzabotto, appunto teatro di una delle più grandi stragi di civili durante la seconda guerra mondiale, in parte rimasta impunita, anche a causa, appunto, di questo occultamento.
Ebbene, quelle che erano le prove documentali, quelle che erano le prove scritte, furono nascoste. Furono nascoste, perché si trattava di non disturbare quello che sarebbe diventato un alleato all'interno del campo dell'Occidente. Si trattava forse anche di dimenticare rapidamente. Si trattava di non fare quel necessario lavoro di memoria, che è sempre lavoro anche doloroso, ma che solo consente, io credo, ad un Paese di recuperare fino in fondo se stesso. Ricordiamolo ancora una volta, perché evidentemente, da quello che si è sentito anche negli interventi precedenti, è ancora necessario, purtroppo, sentire persino nel Parlamento italiano l'Italia liberata dalla Resistenza e da chi ha deciso di dare la vita o comunque di sacrificare anni della propria esistenza per liberare il Paese. Ecco, quell'Italia ha dovuto aspettare molti anni per cominciare ad avviare un lavoro di verità. E lo ha avviato fino in fondo ? No, non lo ha avviato fino in fondo, perché, a fronte di 2.300 fascicoli, sono circa 700 quelli che poi hanno prodotto processi e condanne. Pur tuttavia, se oggi siamo qui ancora a discutere dell'attuazione di un accordo con la Repubblica federale tedesca, è perché ad oggi ancora nemmeno a quelle condanne, anche a quelle pronunciate, è stato possibile dare seguito. Ancora abbiamo dovuto avere l'oltraggio, anche di recente, del boia Kusterer, appunto boia di Marzabotto, a cui quest'anno abbiamo dovuto veder consegnare una medaglia dal sindaco della città in Germania, in cui lui risiede libero e tranquillo, nonostante due ergastoli che gli sono stati comminati dalle autorità giudiziarie italiane, appunto due ergastoli per strage, ricevere una medaglia ad onore dalla municipalità tedesca che lo ospita. Medaglia poi fortunatamente ritirata, davanti all'intervento sdegnato, giustamente, del nostro Ministero degli esteri. E, pur tuttavia, anche in quell'occasione noi abbiamo ricordato che avremmo voluto non soltanto il ritiro della medaglia, ma avremmo voluto invece, finalmente, la consegna di quello che, indipendentemente dall'età anagrafica, era e rimane un nazista responsabile di strage del nostro Paese.
E quindi – e vado a chiudere – io mi aspetto e auspico che a questa mozione il Parlamento dia la forza che merita, per chiedere che la si smetta con un atteggiamento che finge che gli anni possano cancellare la storia. La storia non viene cancellata dagli anni, anzi. La Germania continua ad avere il dovere di consegnare all'Italia chi sia stato condannato in questo Paese per strage e, comunque, per reati compiuti dall'esercito nazista, invasore in Italia dopo l'8 settembre. L'Italia, a sua volta, avrebbe il dovere di onorare sempre di più la memoria dei nostri caduti, partigiani in primo luogo e civili, ma anche di ricordare a noi stessi gli eccidi fatti dai fascisti in questa terra, dai traditori fascisti, al pari degli ex alleati nazisti. E poi chiediamo che si intervenga certo con forza presso la Repubblica federale tedesca perché, oltre a consegnare i responsabili di eccidi, si assuma finalmente la responsabilità di ciò che accade, anche con atti di riparazione nei confronti delle vittime di allora, ma soprattutto evidentemente delle loro famiglie, ma io dico anche dell'Italia tutta. Infatti siamo tutti noi ad avere il diritto alla memoria, ad avere il diritto a che si senta riconosciuto il peso di una storia infame. E poi, certo, ma questo, oltre che alla Germania, attiene all'Italia, e chiudo, al fatto che si assumano tutte le iniziative possibili ad ogni livello perché si vada avanti in un lavoro di tutela della memoria, di tutela della storia, di tutela del ricordo di quello che è potuto accadere, dei campi di concentramento, della degli eccidi, delle violenze, delle torture, delle stragi, della memoria di ciò che fu il fascismo in Italia, di ciò che fu il nazismo in Germania, ma anche di ciò che fu la Resistenza in questo Paese, cioè di ciò che rappresentò e continua a rappresentare per tutti noi il fatto che la parte migliore d'Italia abbia trovato la forza di alzarsi in piedi, di prendere anche le armi, di liberare l'Italia e di riscattare, con questo, anche lo spirito di questo Paese, per poi consegnarci la democrazia e la Costituzione, che è nostro dovere, e l'abbiamo visto anche di recente, continuare a difendere e ad attuare giorno dopo giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.
FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, signor Presidente. Credo che sia giusto e sacrosanto che un'Aula parlamentare affronti anche problemi come questi, legati a delle verità storiche, benché superate dagli anni, ma che trascinano, soprattutto nelle conseguenze, ancora delle ripercussioni, soprattutto per quanto riguarda le conclusioni della mozione, e non solo per quello, ma anche per quello detto dai colleghi della Lega Nord per quanto riguarda tutto quello che appartiene a quel periodo e, conseguentemente, agli impegni che ancora oggi la nazione tedesca deve mantenere ed avere nei confronti del popolo italiano.
Tuttavia, ritengo altresì che, proprio perché parliamo di un momento drammaticamente difficile del nostro Paese, consegnato alla storia, è giusto, però, che la storia venga letta in tutta la sua interezza e in tutte le sue parti. Ed allora ecco perché la nostra richiesta di votazioni per parti separate, perché, ritenendo assolutamente giusta la volontà di questo Parlamento di continuare a chiedere al popolo tedesco il riconoscimento di tutto quello che ha fatto patire a tante centinaia e tante migliaia di italiani in quei drammatici anni, è altresì opportuno che nelle premesse le verità storiche vengano riportate in tutto, e non in parte, e magari si ricordasse che in quei drammatici anni della nostra patria ci furono anche stragi. Soltanto la storiografia ultima, quella in particolar modo che ritroviamo, per fortuna, almeno sulle pagine di Giampaolo Pansa, ci ricorda che nel «triangolo della morte» ci furono decine di migliaia ugualmente uccisi, ugualmente italiani, colpevoli soltanto di una differenza di posizioni, a volte soltanto di antipatie personali. Così come coloro che furono definiti da Pansa «prigionieri del silenzio» ed erano tutti della stessa parte politica, ma evidentemente della parte politica che perdeva in quel momento la sfida ideologica, e quindi pagava quella sconfitta nel silenzio, nell'abbandono e nell'oblio.
Quei crimini che furono giustamente poi chiusi, dal punto di vista giudiziario, da un atto dell'allora Ministro della giustizia Togliatti, che, con un colpo di spugna, chiuse quella pagina. Giustamente lo fece perché giustamente doveva essere consegnata alla storia quella pagina, ma altrettanto giustamente la storia deve riconoscere poi responsabilità, crimini, errori ed orrori.
E, proprio per questo, ancor più giustamente, ritengo che quell'altra pagina doveva trovare consenso in un tema di natura internazionale, drammatica, altrettanto drammatica per il popolo italiano, che è il genocidio delle popolazioni istriano-dalmate nella parte orientale del nostro Paese. Proprio in questi giorni è stata affidata al Senato, nell'altro ramo, una proposta, un'opportuna proposta di legge, del senatore del PD Barbolini, che riguarda il riconoscimento della qualifica di profugo anche a quei tanti italiani che per un odio soltanto di parte furono costretti nella migliore delle ipotesi a fuggire in Italia, nella peggiore, purtroppo, a morire in una delle maniere più atroci, cioè scomparire dentro le foibe.
Se tutto questo deve essere contemperato, e io ritengo che debba essere contemperato, in una premessa, dovrebbe essere contemperato anche nelle conclusioni, e cioè il popolo italiano, in quegli anni drammatici, ha subito tanto dal popolo tedesco, ma anche da altre popolazioni. Allora ben venga che si continui a chiedere il conto per giustizia e verità storica a chi in quelle nazioni e in quell'epoca martirizzò decine di migliaia di italiani, ma è altrettanto giusto che, quando si arriva a queste conclusioni, poi si faccia un'attenta analisi storica e nella storia si renda giustizia anche a coloro che, magari, in questa mozione non sono stati ricordati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marta Grande. Ne ha facoltà.
MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. È nostra ferma intenzione insistere perché la Camera approvi la mozione incardinata relativa alle stragi naziste del 1943-1945. Purtroppo, molti dei barbari fatti di sangue compiuti dai nazifascisti nel periodo in oggetto sono ancora avvolti da una coltre di nebbia. Né i parenti delle vittime e più in generale il nostro stesso Paese, attraverso il sacrificio eroico compiuto dai partigiani per liberare l'Italia, hanno ricevuto pienamente giustizia o anche solamente si è riusciti a portare gli italiani ad una conoscenza dettagliata dei fatti in questione.
Praticamente nessuno, infatti, allo stato dell'arte, è a conoscenza del fatto che – cito testualmente – oltre 2.300 fascicoli riguardanti tali eccidi, che hanno causato dai 15 ai 20.000 morti, gran parte anziani, donne e bambini, nonché militari, nell'immediato dopoguerra furono sottratti ai magistrati militari territoriali e oggetto poi di occultamento, come dimostra il rinvenimento nel 1994 nelle stanze della procura generale militare di 695 fascicoli, archiviati provvisoriamente nel 1960, ciò in contrasto con la Costituzione e con l'ordinamento, relativi a centinaia di processi riguardanti, appunto, tali fatti criminosi. Con ciò crediamo di poter serenamente affermare, al di là di qualsiasi tattica politica piuttosto che spirito utilitaristico o interesse di partito, che approvare questa mozione è un fatto di civiltà prima ancora che un dovere morale per tutti noi che oggi siamo chiamati a rappresentare il nostro Paese, non solamente attraverso il contributo presente, ma anche attraverso l'acquisizione di una consapevolezza della nostra storia, delle nostre radici, dei nostri sacrifici, necessari tanto ai nostri cittadini di tutte le età quanto a noi deputati, che siamo chiamati a rappresentarli quanto più degnamente possibile.
La Resistenza al fascismo, attraverso il sacrificio degli eroi che l'hanno fatta, è il momento più doloroso, più ingiusto e più nobile della storia italiana. Ricordiamolo senza limitarci a considerarne gli esiti e l'impatto che essa ha avuto sul Paese di oggi, alla stregua di una delle tante pagine della storia recente che il tempo ha già provveduto ad archiviare, perché non è così, e noi continueremo a batterci con tutta la nostra forza affinché non lo sia mai .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA. Come ha detto prima la collega D'Incecco, parlando della mozione che ha illustrato, è chiaro che noi discutiamo questa mozione in una fase di passaggio che probabilmente vedrà il Presidente del Consiglio dare le sue dimissioni nei prossimi giorni, ma abbiamo ritenuto comunque importante discutere di questa mozione perché la riteniamo una mozione di grande rilievo. Lo vorrei dire all'onorevole Corsaro, davvero senza polemica...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole De Maria. Colleghi, al centro, onorevole Pisicchio... Grazie. Grazie.
ANDREA DE MARIA. Vorrei dire all'onorevole Corsaro davvero senza polemica: magari più che ai suoi amici di potrebbe andare a verificare l'interesse di questa mozione a Marzabotto, parlando coi superstiti dell'eccidio nazifascista, parlando con i loro familiari, anche con i loro nipoti e forse vedrebbe che stiamo parlando di una cosa grande e terribile, che merita il rispetto e l'attenzione di quest'Aula.
Proprio per questo ne vogliamo discutere oggi. La mozione l'abbiamo scritta insieme alle principali associazioni partigiane combattentistiche della memoria, e vuole affrontare tre temi di fondo. Il primo è il lavoro da fare sulla memoria e nei territori, nei luoghi dell'eccidio, negli impegni che lasciamo per il Governo, e speriamo per i Governi che seguiranno: la nostra idea è quella che si debba promuovere sempre di più un lavoro di conoscenza, di memoria, di approfondimento. Su questo tema specifico abbiamo costruito la mozione, e cioè nemmeno su tutto il fenomeno della guerra di liberazione, della lotta partigiana, ma su quelle stragi nazifasciste in Italia che hanno fatto 25 mila morti, per quello che stiamo scoprendo con l'Atlante delle stragi a cui l'ANPI sta lavorando in questi anni: donne, vecchi, bambini; e devo dire che nell'articolato e nella mozione ci siamo occupati molto anche dei militari italiani, e anche degli internati militari italiani che giustamente ho sentito richiamare in uno degli interventi.
Il secondo punto che affrontiamo è quello dell'armadio della vergogna. È stato ricordato qui: nel 1960 furono – si disse allora – provvisoriamente archiviati in modo illegittimo 695 fascicoli che riguardavano 300 episodi di eccidi, che erano gli atti che ci avevano lasciato le polizie militari alleate; utilizzando quei fascicoli si sarebbero potuti svolgere i processi per molti criminali di guerra. I fascicoli sono stati disponibili solo nel 1994: alcuni processi sono stati svolti, ma ovviamente molto più in là negli anni e con maggiori difficoltà per individuare e punire i responsabili. Con questo voto noi adempiamo per me, da questo punto di vista, un dovere verso i familiari delle vittime, verso quelle stesse vittime, verso i luoghi dove ci sono stati gli eccidi; anche completando un lavoro che il Parlamento aveva iniziato. Sull'armadio della vergogna era stata istituita una Commissione parlamentare di inchiesta: quella Commissione aveva votato due relazioni, una di maggioranza e una di minoranza, ma poi non se ne era più discusso in Aula. E appunto, oggi alla Camera una mozione analoga è stata presentata al Senato: questa discussione secondo me è importante che si faccia, si fa anche proseguendo quel lavoro del Parlamento.
E infine poniamo il tema del rapporto con le autorità tedesche. Dalle autorità tedesche ultimamente abbiamo avuto anche segnali importanti: insieme a tanti colleghi abbiamo firmato a suo tempo anche un'interrogazione, che ha provocato un importante attivarsi del Governo, perché era stato dato un premio in un comune tedesco ad un SS che era stato condannato in Italia per l'eccidio di Marzabotto, e quel premio è stato ritirato. Ma resta il tema da approfondire, da sviluppare, del fatto che devono essere eseguite in Germania le sentenze dei tribunali militari italiani. Voglio dirlo: è chiaro che le conseguenze penali per persone molto avanti negli anni saranno ovviamente nulle; però noi vogliamo affermare due punti di fondo. Il primo, che le democrazie europee non dimenticano, e quindi sanno continuare ancora oggi a fare giustizia, a punire i responsabili, perché quelle stragi ci sono state, e le nostre democrazie non le devono dimenticare. E poi vogliamo portare avanti insieme alla verità storica, che per tante di quelle stragi è accertata, sono scritti i testi, e così via, anche la verità giudiziaria, perché la verità giudiziaria ottenuta con tutte le garanzie che il nostro sistema penale, il sistema penale dei Paesi democratici garantisce a quelli che si trovano sotto processo, rimarrà nel tempo, prima di tutto rivolta alle giovani generazioni. E rimarrà una prova vera, appunto, una verità giudiziaria su quello che è accaduto, perché alla fine la cosa più importante è passare il testimone di quella memoria alle giovani generazioni, perché da quello che è accaduto viene un grande messaggio in difesa di valori di libertà, di democrazia, di tolleranza, contro ogni forma di razzismo, di violenza, di intolleranza; e sono valori di grandissima attualità, resi più forti dalla storia che abbiamo alle spalle, e che ci rendono più in grado di affrontare le sfide del nostro tempo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Passiamo alla votazione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 .
Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare il dispositivo distintamente dalla premessa. Analogamente a quanto già fatto in precedenti sedute, costituendo la premessa un elemento complementare ed accessorio rispetto al dispositivo, procederemo dapprima alla votazione del dispositivo, e successivamente, solo nel caso in cui il dispositivo risulti approvato, alla votazione della premessa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-01375 limitatamente al dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3299: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012.
Ricordo che, nella parte antimeridiana, la seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali. Le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione .
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento l'articolo aggiuntivo 2.01 Gianluca Pini, non preventivamente presentato in Commissione e volto a introdurre un divieto di partecipazione alle Forze armate e specifiche attività, divieto non contemplato nell'accordo.
Ricordo che, per prassi assolutamente costante, non risultano ammissibili emendamenti a disegni di legge di autorizzazione alla ratifica che introducano limitazioni e specificazioni suscettibili di porre in questione l'attuazione o anche l'interpretazione di una parte del Trattato nel momento dell'autorizzazione alla ratifica e che quindi, come tali, implicano una modifica degli strumenti pattizi sottostanti ai progetti di legge di ratifica o contrastino con esso.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Poiché ad essi non sono riferiti emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, . Sugli ordini del giorno n. 9/3299/1 Carrescia e n. 9/3299/2 Matarrelli il Governo esprime parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3299/3 Ciracì il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a promuovere anche in sede europea azioni diplomatiche volte a favorire il dialogo in stallo da molto tempo tra le parti allo scopo di agevolare, anche in vista della prossima presidenza italiana dell'OSCE, la risoluzione della controversia fra i contendenti».
PRESIDENTE. Onorevole Ciracì va bene la riformulazione ? Bene, la riformulazione è accolta dall'onorevole Ciracì, quindi gli ordini del giorno sono stati tutti accolti e presumo che non li mettiamo ai voti. Va bene.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, siamo chiamati ad esprimere il nostro parere sulla ratifica di un accordo di cooperazione nel settore della difesa, concluso dal nostro Paese in una regione che reca uno scenario complesso, come ha fatto ben rilevare il rappresentante del Governo durante l'esame avvenuto in Senato. Si tratta dell'accordo tra Italia e Azerbaijan del 6 novembre 2012 in cui si definisce il quadro giuridico entro il quale sviluppare la cooperazione bilaterale nel settore della difesa con uno sguardo particolare alla sicurezza. L'accordo italo-azero contiene un preambolo e nove articoli ispirati al principio di reciprocità e alla Carta delle Nazioni Unite. L'accordo è da giudicarsi positivamente in quanto, oltre gli aspetti tipicamente connessi con l'addestramento militare, pone l'accento anche sulle operazioni di ed umanitarie, sugli aspetti connessi alla ricerca e quindi anche alla formazione. Esso sarà utile alla stabilizzazione di quell'area del globo dove le tensioni connesse alle sorti del Nagorno-Karabakh sono note a tutti e si dà un ulteriore strumento al Governo italiano nella sua azione pacificatrice. A tale scopo voglio ricordare che un simile accordo è stato siglato anche con un'altra parte interessata alle sorti del Nagorno-Karabakh e cioè l'Armenia. In conclusione, sottolineo che l'Azerbaijan è membro del consiglio di partenariato euro-atlantico e sottoscrittore del programma della NATO, partenariato per la pace. Quindi, nella prospettiva di rafforzare la stabilità del Caucaso e favorire la costruzione di una pace vera, annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quintarelli. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie, Presidente. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, stiamo per votare la ratifica di un accordo necessario ad assicurare un rapporto tra le Forze armate dei due Paesi e volto a svilupparne e a disciplinarne la cooperazione bilaterale con l'intento di consolidare le rispettive capacità difensive.
Grazie a questo accordo sarà possibile rafforzare le relazioni bilaterali in ambito culturale, scientifico e commerciale. L'Azerbaijan è un Paese membro del partenariato euro-atlantico, ovvero di quel di consultazione e dialogo tra NATO e alcuni suoi esterni, nonché sottoscrittore dal 1994 del programma della NATO «partenariato per la pace». È inoltre un Paese che occupa un'area di grande rilevanza strategica e politica; è uno dei principali esportatori di idrocarburi, con forti ricadute sui rapporti economici con l'Italia. È uno dei principali commerciali e, considerati gli equilibri che caratterizzano il Caucaso meridionale, in particolare per ciò che attiene la controversia territoriale per il controllo del Nagorno Karabakh, l'Italia parallelamente ha proceduto alla stipula di un accordo analogo anche con l'Armenia.
In Commissione è stata evidenziata la necessità, visto il contesto di tensioni che interessano l'area del Caucaso, da parte dell'Italia di adottare un approccio cooperativo, promuovendo momenti di dialogo e di consolidamento di pratiche democratiche. Per un Paese strategico come l'Azerbaijan è importante stabilire relazioni durevoli anche al fine di consolidare il rispetto dei diritti umani. Inoltre la Russia sta svolgendo un ruolo di mediazione nel conflitto tra Armenia e Azerbaijan, rendendo più agevole il dialogo all'interno dei rapporti con i soggetti coinvolti. I principi ispiratori dell'accordo si fondano sulla reciprocità, l'uguaglianza e il rispetto delle norme degli ordinamenti interni e degli impegni internazionalmente assunti dalle parti. Vengono disciplinati strumenti operativi, campi di interesse, modalità di attuazione della cooperazione bilaterale, prevedendo fra l'altro che siano i rispettivi Ministeri della difesa a organizzare attività, come visite reciproche di delegazioni, scambi di esperienze e incontri. Fra i campi di cooperazione sono annoverate la politica di sicurezza e difesa, la ricerca e le operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, la formazione e l'organizzazione e l'impiego delle Forze armate. È disciplinata l'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa, da realizzare in conformità ai rispettivi ordinamenti nazionali e dunque per l'Italia nel rispetto alla legge n. 185 del 1990 e, limitatamente a specifiche categorie di armamenti, sono espressamente escluse dall'ambito di cooperazione le mine antiuomo e la riesportazione di materiali acquisiti verso Paesi terzi senza il preventivo benestare della parte eccedente. Sono stabilite le modalità per lo svolgimento di attività di cooperazione nel settore dell'industria della difesa e della politica degli approvvigionamenti, della ricerca e dello sviluppo. È di estrema rilevanza l'inserimento del nostro Paese, anche tramite l'approvazione di strumenti come quello in esame, in un canale diplomatico che possa favorire il dialogo tra Paesi che assumono rilevanza strategica nel contesto delle aree geografiche descritte.
Per questi motivi, e considerato che tramite il perfezionamento di accordi come quello in esame l'Italia può esercitare una per favorire un dialogo in relazione alla questione del Nagorno Karabakh, esprimo a nome del mio gruppo, Civici e Innovatori, il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Apprezzata la situazione, in virtù di quello che è successo domenica con il risultato del referendum, è chiaro che tutte quante le formazioni politiche, i gruppi politici, hanno in cantiere delle riunioni e degli incontri. Quindi esprimerò – lo dico adesso – anche per tutte le altre ratifiche, solo e semplicemente l'orientamento di voto, richiamandomi per quello che è il contenuto e le motivazioni alla relazione di minoranza che il mio gruppo ha depositato per tutte quante le Ratifiche. Nel caso specifico, così come per gli articoli, il voto è negativo.
PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi che non vedo in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Grazie Presidente. Molto brevemente, l'Accordo la cui fase negoziale è stata avviata nel 2011 per iniziativa della controparte azera è destinato anche a incidere positivamente, seppure in forma indiretta, in taluni settori produttivi e commerciali dei due Paesi. Ad esso viene attribuita inoltre una valenza stabilizzatrice di un'area di particolare valore strategico e di interesse politico, alla luce sia degli impegni internazionali assunti dall'Italia in quelle regioni, sia degli interessi nazionali. Va rammentato in proposito che l'Azerbaijan è uno dei principali Paesi estrattori di idrocarburi, in particolare di petrolio, con una produzione superiore a 40 milioni di tonnellate l'anno. Ricordo che l'Azerbaijan è anche un Paese membro del partenariato euro-atlantico, ovvero di quel forum di consultazione e dialogo tra la NATO e alcuni suoi esterni, nonché sottoscrittore dal 1994 del programma della NATO «partenariato per la pace». Sappiamo bene che è molto difficile mantenere un equilibrio in quest'Area, ma è proprio per questo motivo che abbiamo precedentemente votato a favore di un'analoga Ratifica di accordo con l'Armenia, ed è lo stesso motivo che ci porta a votare favorevolmente alla Ratifica anche di questo accordo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, per dichiarare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle alla Ratifica.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3299:
S. 1659 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012» (3299).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3765: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015.
Ricordo che nella parte antimeridiana seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
KHALID CHAOUKI, Esprimo parere contrario sull'emendamento Gianluca Pini 3.1.
GIANLUCA PINI, Esprimo parere favorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, . Esprimo parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 3.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/3765/1 ?
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/3765/2 ?
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Bene: li riteniamo accolti quindi con il parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo parlamentare e chiedere l'autorizzazione a consegnare.
PRESIDENTE. È autorizzata, certamente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palladino. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PALLADINO. Grazie, Presidente, anch'io annuncio il voto favorevole del gruppo e consegnerei il mio intervento.
PRESIDENTE. Anche lei è autorizzato, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Annuncio il voto favorevole per il gruppo della Lega Nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole di Area Popolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente, anch'io dichiaro il voto favorevole del gruppo e chiedo di consegnare il testo.
PRESIDENTE. È autorizzato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.
MARCO FEDI. Grazie, Presidente, anch'io annuncio il voto favorevole del Partito Democratico e chiedo l'autorizzazione a depositare il testo del mio intervento.
PRESIDENTE. E anche lei è autorizzato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3765:
S. 2099 – « Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015» .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3880: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi articolo 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto del tutto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento, l'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 2.01, non previamente presentato in Commissione: si tratta di una proposta emendativa volta ad istituire una Commissione nazionale per favorire i rientri in Italia delle capacità produttive delocalizzate all'estero, laddove la Convenzione in esame interviene in materia di doppie imposizioni.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Poiché ad essi non sono riferiti emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato .
Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere: c’è un solo ordine del giorno n. 9/3880/1 Matarrelli.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Grazie, quindi si intende accolto.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Grazie, Presidente, nel chiedere l'autorizzazione a consegnare il testo dichiaro il voto favorevole del gruppo Centro Democratico-Democrazia Solidale, grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, è autorizzato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliaro. Ne ha facoltà.
ROBERTA OLIARO. Grazie Presidente, anche io annuncio il voto favorevole di Civici e Innovatori e chiedo l'autorizzazione a depositare l'intervento.
PRESIDENTE. Grazie, anche lei è autorizzata.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente, richiamandomi a quella che è la relazione di minoranza, per le gravi motivazioni che vanno ad incidere negativamente sulla produttività del nostro sistema Paese, il nostro voto è convintamente contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Solo per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente, dichiaro anche io il voto favorevole e chiedo di poter consegnare il testo.
PRESIDENTE. È autorizzato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico: è una convenzione che tra l'altro introduce la fine del segreto bancario anche nei rapporti con la Romania, un rapporto importante, e consegnerò la dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Grazie, è autorizzato anche lei.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3880:
«Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015».
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sui servizi aerei, con Allegato, fatto a Roma il 24 settembre 2002, con Accordo per l'introduzione di emendamenti, fatto a Roma il 16 aprile 2012; Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, con Allegati, fatto ad Algeri il 22 gennaio 2013; Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam, con Allegati, fatto a Roma il 21 giugno 2013; Accordo di cooperazione nel campo dei trasporti marittimi tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, fatto ad Algeri il 14 novembre 2012; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Pristina il 24 luglio 2014; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 19 settembre 1997; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di sua altezza serenissima il Principe di Monaco concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Roma l'8 novembre 2012; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Montenegro sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 12 marzo 2014; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto ad Ancona il 15 ottobre 2013; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sul trasporto marittimo, fatto a Roma il 14 luglio 2014; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Andorra concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Bruxelles il 19 maggio 2015. Ricordo che nella parte antimeridiana seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa, 1.1 Gianluca Pini, ad esso presentata .
Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su tale proposta emendativa. Onorevole Causin, ho bisogno del parere sull'emendamento Gianluca Pini 1.1. Lei si deve alzare e deve parlare al microfono, perché io da lì, anche volendo, proprio non sento.
ANDREA CAUSIN, Mi rimetto all'Aula.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire... Onorevole Pini, ha ragione, io la salto sempre, perché non penso che lei sia anche relatore. Le chiedo scusa.
GIANLUCA PINI, Presidente, chiaramente è parere favorevole.
PRESIDENTE. Bene, allora io riassumo: il relatore per la maggioranza si rimette all'Aula, il Governo è parere conforme al relatore e il relatore di minoranza è favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 1.1.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere. C’è il solo ordine del giorno n. 9/3917-A/1 Matarrelli.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, . Parere favorevole, Presidente.
PRESIDENTE. Grazie, allora si intende accolto.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, chiedo di consegnare il testo e annunzio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. La ringrazio, è autorizzata.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà.
IVAN CATALANO. Grazie Presidente, annuncio il voto favorevole del mio gruppo e chiedo di consegnare l'intervento.
PRESIDENTE. Anche lei è autorizzato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Annuncio il voto contrario del gruppo Lega Nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Area Popolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia e chiedo di consegnare il testo.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chaouki. Ne ha facoltà.
KHALID CHAOUKI. Annuncio voto favorevole e chiedo di consegnare l'intervento.
PRESIDENTE. Molto bene, grazie.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3917-A:
«Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sui servizi aerei, con Allegato, fatto a Roma il 24 settembre 2002, con Accordo per l'introduzione di emendamenti, fatto a Roma il 16 aprile 2012; Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, con Allegati, fatto ad Algeri il 22 gennaio 2013; Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam, con Allegati, fatto a Roma il 21 giugno 2013; Accordo di cooperazione nel campo dei trasporti marittimi tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, fatto ad Algeri il 14 novembre 2012; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Pristina il 24 luglio 2014; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 19 settembre 1997; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di sua altezza serenissima il Principe di Monaco concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Roma l'8 novembre 2012; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Montenegro sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 12 marzo 2014; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto ad Ancona il 15 ottobre 2013; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sul trasporto marittimo, fatto a Roma il 14 luglio 2014; Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Andorra concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Bruxelles il 19 maggio 2015».
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3941: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
MARCO FEDI, Parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Pini ?
GIANLUCA PINI, Parere favorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA,. Parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 3.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato .
Se nessuno chiede di intervenire per l'illustrazione dell'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'ordine del giorno n. 9/3941/1 Matarrelli.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Grazie, quindi è accolto.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo parlamentare e consegnare la dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. È autorizzata.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, Presidente. Civici e Innovatori esprime un parere assolutamente favorevole e consegno la dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. È autorizzato anche lei.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Annuncio il voto favorevole del gruppo Lega Nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Area Popolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carrozza. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA CARROZZA. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3941:
S. 1334 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012» .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3942: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l'8 luglio 2013.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica e delle proposte emendative ad essi riferite.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Guardi, Presidente, è già abbastanza imbarazzante notare che stiamo facendo delle ratifiche in assenza di tutto l'Ufficio di Presidenza, insomma del presidente o dei vicepresidenti della Commissione che possano in qualche modo sostituirlo, ma che durante una ratifica manchi anche il relatore per la maggioranza è una cosa, ripeto, veramente imbarazzante, che dà la misura del caos politico che regna all'interno della maggioranza .
Ora, in maniera responsabile, perché altrimenti bloccheremmo i lavori, e ripeto, proprio per la situazione politica che si è venuta a creare per l'arroganza di questo Governo e di questa maggioranza, noi non... No, non lei, senatore: l'arroganza che ci portiamo dietro da mesi, se non da anni. Che però non sono neanche in grado di garantire l'esecuzione di una semplice ratifica, io, per sbloccare il tutto, ritiro l'emendamento, ma questo rimane a memoria della figura da «peracottari» che stanno facendo .
PRESIDENTE. Mi lasci dire, onorevole Pini, che al netto delle sue considerazioni politiche, non si può che stigmatizzare il fatto che non ci sia nessuno ad esprimere un parere. Ovviamente la ringrazio per il suo gesto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Dichiaro il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, voto favorevole di Civici e Innovatori, e deposito la nostra dichiarazione.
PRESIDENTE. È autorizzato, onorevole Dambruoso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Presidente, nonostante tutto voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Voto favorevole anche da parte del gruppo di AP.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Presidente, voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Presidente, per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scuvera. Ne ha facoltà.
CHIARA SCUVERA. Presidente, dichiaro il voto favorevole del PD e chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo.
PRESIDENTE. È autorizzata.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3942:
S. 1605 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l'8 luglio 2013» .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3945: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall'altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009.
Ricordo che nella parte antimeridiana si è conclusa la discussione generale.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 2.01, non preventivamente presentato in Commissione e volto ad incidere sui contenuti dell'Accordo oggetto del disegno di legge in esame, al fine di ricomprendervi anche la finalità di prevenzione e contenimento dei flussi migratori.
Ricordo che per prassi assolutamente costante non risultano ammissibili emendamenti ai disegni di legge di autorizzazione alla ratifica che introducano limitazioni e specificazioni suscettibili di porre la questione dell'attuazione, e anche dell'interpretazione di una parte del Trattato al momento dell'autorizzazione alla ratifica, e che quindi, come tali, implichino una modifica degli strumenti pattizi sottostanti ai progetti di legge di ratifica o contrastino con essi.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato .
Qual è il parere del Governo ?
BENEDETTO DELLA VEDOVA, . Parere favorevole sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/3945/1.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Presidente, nel chiedere l'autorizzazione a consegnare il testo, dichiaro il voto favorevole del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Presidente, dichiaro il voto favorevole di Civici e Innovatori, e chiedo l'autorizzazione a consegnare l'intervento.
PRESIDENTE. È autorizzata, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Per il gruppo Lega Nord sarà voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Presidente, per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Area Popolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente, per annunciare il voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.
LAURA GARAVINI. Grazie, Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico e chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo integrale.
PRESIDENTE. È autorizzata.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3945:
S. 1730 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall'altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009» .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3947: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale. Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Dichiaro aperta la votazione.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Pini ?
GIANLUCA PINI, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Senatore Della Vedova ?
BENEDETTO DELLA VEDOVA, . Mi spiace per la cortesia dell'onorevole Pini, ma il parere è conforme a quello del relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo parlamentare e chiedere l'autorizzazione a consegnare il testo.
PRESIDENTE. È autorizzata onorevole Nissoli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molea. Ne ha facoltà.
BRUNO MOLEA. Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo Civici e Innovatori. Chiedo l'autorizzazione a consegnare l'intervento.
PRESIDENTE. È autorizzato anche lei.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Voto di astensione per questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Voto favorevole del gruppo di Area Popolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Dichiaro voto favorevole e chiedo di poter consegnare il testo.
PRESIDENTE. È autorizzato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto contrario del gruppo del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianni Farina. Ne ha facoltà.
GIANNI FARINA. Favorevole, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3947:
S. 2026 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014» .
PRESIDENTE. Avverto che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, in ragione delle preannunciate dimissioni del Presidente del Consiglio dei ministri, sono state stabilite le seguenti modificazioni del calendario dei lavori per il mese di dicembre:
mercoledì 7 dicembre lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata non avrà luogo;
l'esame del disegno di legge n. 4158 – Conversione in legge del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016 avrà luogo lunedì 12 dicembre, a partire dalle ore 15 per lo svolgimento della discussione generale e, a partire da martedì 13 dicembre, dalle ore 15 (, con votazioni, per il seguito dell'esame;
l'esame del disegno di legge di ratifica n. 4151 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, fatto a Parigi il 24 febbraio 2015, e del Protocollo addizionale, con Allegato, fatto a Venezia l'8 marzo 2016, con annesso Regolamento dei contratti adottato a Torino il 7 giugno 2016 avrà luogo lunedì 19 dicembre, ( per lo svolgimento della discussione generale e, a partire da martedì 20 dicembre (, con votazioni, per il seguito dell'esame.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.