PRESIDENTE. La seduta è aperta.
CATERINA PES, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albanella, Baldelli, Michele Bordo, Borghese, Bratti, Bueno, Capelli, Caruso, Centemero, Cimbro, Dambruoso, Gianni Farina, Fedi, Fedriga, Fitzgerald Nissoli, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Grande, La Marca, Laforgia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Marotta, Mazziotti Di Celso, Merlo, Piccoli Nardelli, Porta, Portas, Rosato, Sanga, Sani, Schullian, Sorial, Tacconi, Turco e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, n. 1658-B: Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
BARBARA POLLASTRINI, Grazie, signora Presidente. Sull'emendamento 7.100 Gregorio Fontana invito al ritiro o parere contrario.
FILIPPO BUBBICO,. Conforme alla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 al quale non sono state presentate proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
BARBARA POLLASTRINI, Sull'emendamento 16.1 Rondini, il parere è contrario.
FILIPPO BUBBICO,. Signora Presidente, conforme alla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
BARBARA POLLASTRINI, Signora Presidente, sull'emendamento 17.1 Rondini, il parere è contrario.
FILIPPO BUBBICO,. Conforme alla relatrice, signora Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
BARBARA POLLASTRINI, Grazie, Presidente. Sull'emendamento 21.1 Rondini, il parere è contrario.
FILIPPO BUBBICO,. Parere conforme, signora Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
FILIPPO BUBBICO,. Grazie, signora Presidente.
PRESIDENTE. Quindi, è una riformulazione.
FILIPPO BUBBICO,. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1658-B/10 Palese. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1658-B/11 Gregorio Fontana con una riformulazione: al secondo rigo, dopo la parola: “accompagnati” quindi: “minori stranieri non accompagnati”, inserire: “anche”; quindi occorrerebbe leggere: “minori stranieri non accompagnati, anche mettendo a disposizione le risorse necessarie per poter fronteggiare la situazione,” e dopo inserire: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica” e tutto il resto andrebbe cancellato. Quindi eliminare da: “anche attraverso” fino alla “legge 24 dicembre 2012, n. 228”. Con questa riformulazione il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Deputato Andrea Maestri qui c'è una riformulazione, l'accetta? Sì. Poi abbiamo tutti pareri favorevoli fino all'ordine del giorno n. 9/1658-B/9 Santerini, per il quale c'è una riformulazione; deputata lei accetta la riformulazione?
MILENA SANTERINI. Sì, a malincuore l'accetto.
PRESIDENTE. D'accordo allora vado avanti fino all'ordine del giorno n. 9/1658-B/11 Gregorio Fontana dove c'è una riformulazione; questore Fontana, l'accetta? Bene.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, questo provvedimento offre finalmente delle risposte a quei minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia, fuggendo da guerre, da fame, da miserie, da violenze o anche solo dalla speranza nel futuro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Forse uno degli aspetti più positivi di questo disegno di legge è ricordarci che i minori stranieri, anche se entrati irregolarmente in Italia, sono titolari di tutti i diritti sanciti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo nel 1989, ratificata in Italia e resa esecutiva nel 1991, anche se proprio in questo periodo di tempo, con il numero enorme di minori che arrivano, questa Convenzione ci pone degli obblighi particolari, richiede un'attenzione organizzativa, e non soltanto una disposizione dello spirito, che ci permetta davvero di farci carico di questa infanzia, che più di altre infanzie appare sofferente e comunque ad alto rischio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, così come al Senato, la nostra componente si asterrà su questo provvedimento, pur ritenendolo un provvedimento estremamente utile per alcune regole che fissa, in un contesto di un problema planetario qual è quello dell'immigrazione e dei flussi migratori. Non c'è dubbio che avanzare e approvare delle misure di protezione di minori stranieri non accompagnati è un problema che merita grande attenzione, anche in riferimento a quello che il provvedimento legislativo contiene nel merito, perché cerca e si ispira alla Convenzione dei diritti umani, soprattutto per quello che riguarda i minori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ignazio La Russa. Ne ha facoltà. Dov'è il deputato La Russa? Non lo vedo in Aula, e allora procediamo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Milena Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Presidente, il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico dà volentieri parere favorevole a questa legge, che è stata attesa molto a lungo; anche a queste modifiche, che sono state introdotte al Senato, e che ci vedono sostanzialmente d'accordo. Noi abbiamo l'obbligo di proteggere i minori, che vengono, che arrivano in situazioni irregolari in Italia; non possiamo consentire che i ragazzini soli siano esposti ai pericoli e allo sfruttamento, e siano meno protetti dei nostri, perché sono nostri, sono italiani anche loro, nel momento in cui arrivano in Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Signora Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il fenomeno dei minori stranieri che migrano da soli è una drammatica urgenza; già nel 2015 gli organismi internazionali avevano dato l'allarme, avvisando che 10 mila minori entrati in Europa in quell'anno erano scomparsi dopo il loro arrivo. Nel corso del 2016, sono sbarcati sulle coste dell'Italia meridionale 25.846 minori stranieri non accompagnati e, fino al 23 gennaio, il 2017 vede ulteriori 395 sbarchi. Lo scorso febbraio l'Unicef ha pubblicato il rapporto “Un viaggio mortale per i bambini”, e, partendo dal presupposto di circa 50 milioni di migranti nel mondo, riferisce, per esempio, che in alcuni tratti, quello che attraversa il deserto della Libia, vi sarebbero oltre il 9 per cento, di 250 mila migranti ivi transitanti, di bambini soli, spesso soggetti a violenze, maltrattamenti o carcerazione nei centri di detenzione libici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Monica Faenzi. Ne ha facoltà.
MONICA FAENZI. Presidente, la Giornata nazionale dei migranti, che si è celebrata quest'anno il 15 gennaio, è stata dedicata ai bambini e ai ragazzi, quelli vulnerabili e senza voce, che sono indifesi perché minori, perché stranieri, perché costretti a fuggire da fame, guerre, persecuzioni, e per questo a vivere lontano dalla loro terra d'origine e separati dagli affetti familiari. I minori rappresentano quasi il 50 per cento del numero totale dei rifugiati. In Italia, nel 2016, ne sono sbarcati 26.000, quasi il doppio dell'anno precedente, e rappresentano il 14 per cento del totale delle persone che arrivano nel nostro Paese, affrontando le insidie del Mediterraneo e a bordo di mezzi di fortuna. Nel solo mese di gennaio 2017, i minori arrivati nel nostro Paese sono aumentati del 24 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente: il quindi è in continua crescita, contando che nel 2016 sono stati quasi 6.000 in più i minori non accompagnati giunti in Italia rispetto al 2015. Ma il dato che fa riflettere è che il 92 per cento di questi ragazzi provenienti soprattutto dal continente africano è non accompagnato. Un esercito di minori, quindi, che spesso non vuole vivere da noi ma che conta di proseguire il viaggio per cercare di raggiungere parenti ed amici già residenti nei Paesi del Nord Europa. È emblematico, infatti, che abbiano presentato domanda di protezione internazionale solo in poco più di 4.000 (precisamente 4.168) tra gennaio e ottobre del 2016. Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che vede in collaborazione Ministero dell'Interno, ANCI e Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, grazie a 95 progetti destinati a minori non accompagnati, sta seguendo nelle regioni italiane oltre 2.000 dei 25.838 minori totali che abbiamo censito in Italia. Con il Programma nazionale asilo, gli enti locali, grazie alle realtà del Terzo settore, garantiscono interventi di accoglienza integrata che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. L'impegno che abbiamo condiviso con l'Unione europea, infatti, è quello di ricercare soluzioni di lunga durata che superino la fase transitoria o emergenziale e inseriscano questi ragazzi in un progetto che li accompagni nell'istruzione e la formazione, e che comunque, fino al raggiungimento della maggiore età, tenga conto di loro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Presidente, come già hanno rilevato diversi colleghi, oggi, con colpevole ritardo, ci accingiamo ad approvare una legge che restituisce la dignità dell'infanzia alle migliaia di bambini e adolescenti che ogni anno arrivano nel nostro Paese, un dato che molti hanno citato: parliamo, nel solo 2016, di almeno 17.000 minori stranieri non accompagnati; insomma, un esercito. Di molti di loro si perdono le tracce, molti pagano a caro prezzo la loro traversata, sia in termini economici - una volta che sono stati messi in mano ai trafficanti, che spesso sono obbligati a risarcire una volta sbarcati - sia in termini di perdita affettiva e sentimentale, perdendo i genitori nel viaggio o semplicemente perché la famiglia di origine può permettersi di dare solo al componente più giovane la possibilità di avere una vita migliore. Ma che vita? Molti giovani minori stranieri, spesso ragazze, una volta arrivati in Italia vengono risucchiate nel vortice della prostituzione e dello sfruttamento, passando dalle mani di un trafficante all'altro, senza via di fuga, grazie ai complessi sistemi di controllo della criminalità su queste giovanissime vite. Le mafie nazionali e transnazionali hanno, infatti, la capacità di intercettare i migranti di tutte le età ben prima del loro arrivo, destinandoli alla prostituzione, allo spaccio degli stupefacenti, allo sfruttamento nei campi, traendone ingenti profitti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Vi avviate a concludere, approvandola, l'esame di una proposta che punta ad un solo obiettivo: agevolare l'accoglienza senza regole. Avete perso l'occasione di manifestare quel rigore che sbandierate solo allo scopo di tranquillizzare l'opinione pubblica, ma che poi, negli atti normativi che adottate e che adotta questo Governo e la sua maggioranza, non si scorge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raffaele Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, dopo tre anni, quest'Aula approva definitivamente un testo di legge che incontra il parere favorevole del mondo del volontariato, di quelli che, insomma, lavorano sul serio in prima linea con i minori non accompagnati e questa è la prova provata che il Parlamento ha lavorato bene. Oggi, stiamo dando il via libera a una legge organica, che non si limita più a implementare un sistema di accoglienza, ma cerca di dare risposte, anche alle necessità di formare, di proteggere, di aiutare i bambini a inserirsi nel nostro contesto sociale. Teniamo presente che parliamo di bambini arrivati sulle nostre coste da soli, senza alcun riferimento nel mondo adulto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Roberta Agostini. Ne ha facoltà.
ROBERTA AGOSTINI. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore della legge che, oggi, arriva alla Camera per la definitiva approvazione e vorrei ringraziare chi dentro e fuori le Aule parlamentari ha lavorato tenacemente affinché si arrivasse a questo risultato. La legge che approviamo ha l'obiettivo di dare una risposta articolata a un problema che non è un'emergenza, ma che segna un vero e proprio passaggio d'epoca, quello dei minori stranieri non accompagnati che arrivano, come tanti immigrati nel nostro Paese, fuggendo da guerre, da fame, da miserie, da violenze e cercano opportunità, cercano istruzione, cercano di riunirsi con la propria famiglia. È un grande tema che mette alla prova le radici della nostra civiltà, la sua capacità di accogliere, di sostenere e di integrare. È un tema che mette alla prova i principi di giustizia, di eguaglianza, di solidarietà sui quali si fonda la nostra Costituzione, ma sui quali sono disegnati anche molti trattati internazionali, a partire da quella Convenzione di New York sui diritti del fanciullo che rappresenta la bussola per garantire la tutela dei minori senza nessuna discriminazione.
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, potete abbassare il tono della voce? Si fa fatica a seguire…
ROBERTA AGOSTINI. La legge di cui discutiamo mira a rafforzare questa rete e questo lavoro, a renderlo più solido, a rendere più organica la risposta, a costruire un vero modello di accoglienza, a predisporre risorse e strumenti, riconoscendo la fondamentale eguaglianza delle condizioni dei ragazzi, dei minori, rendendo concreto il diritto alla salute, all'istruzione, ad avere una famiglia, a non essere respinti alla frontiera. Nella legge si pongono i presupposti per la costruzione di un percorso di autonomia dei ragazzi fondato sul diritto-dovere all'integrazione. Le misure concrete che sono elencate disegnano un modello fondato sull'accoglienza diffusa, sul ruolo dei sindaci e dei comuni, del volontariato e delle comunità, come testimonia anche la scelta, che credo molto importante, di potenziare l'istituto dell'affido familiare. Dare una speranza ai ragazzi e alle ragazze è la risposta più efficace alle politiche di odio e di terrorismo che infiammano il Medioriente, l'Europa e il mondo. Ed è la risposta più efficace per sottrarre spazio alla criminalità organizzata. Il rappresentante speciale del consiglio d'Europa ha detto, commentando il rapporto sui minori stranieri non accompagnati, che quello che i ragazzi vivono decide anche di chi diventeranno; decide del loro futuro, ma anche del nostro futuro, di un futuro comune. Per questo dobbiamo passare dalla logica dell'emergenza a quella appunto della costruzione di una politica fatta di attribuzione di competenze e di risorse, di cooperazione tra soggetti diversi, perché non c'è sicurezza senza giustizia e senza inclusione sociale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà . Magari questo entusiasmo conteniamolo.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. Comprendo l'entusiasmo, ovviamente, con una autoreferenzialità diffusa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Presidente, io non credo che questa sia una legge piena di retorica, e nemmeno che gli interventi precedenti siano interventi pieni di retorica: semplicemente si è dato atto di una situazione di fatto. Quello che fa questa legge è migliorare il sistema attuale di gestione dei minori stranieri non accompagnati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sandra Zampa. Ne ha facoltà.
SANDRA ZAMPA. Signora Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, le norme che ci apprestiamo a votare in terza lettura oggi riguardano i cosiddetti minori stranieri non accompagnati: ragazze e ragazzi, talvolta veri e propri bambini, che fuggono da Paesi dove la guerra e la violenza sono feroci, dove la povertà è acuta, dove il presente è spesso fatto di disperazione e il futuro è negato. Le loro vicende, le loro storie ci interrogano su un modello, sul modello di civiltà che vogliamo per noi stessi e che vogliamo per i nostri figli. Questi ragazzi sono profughi, sono richiedenti asilo, sono anche semplici migranti; ma prima di qualunque cosa - ed è questo il principio giuridico da cui muovono queste norme - sono, appunto, minorenni, per di più minorenni soli, senza familiari, senza adulti di riferimento. Ed è proprio in ragione della loro maggiore vulnerabilità che sono state scritte le norme che arrivano in Parlamento, con l'ambizione di rispondere a bisogni umanitari, alle nostre coscienze, ma soprattutto di rispettare e applicare i principi proclamati nei trattati internazionali, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo alla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4109: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Slovenia sulla linea del confine di Stato nel tratto regimentato del torrente Barbucina/Čubnica nel settore V del confine, fatto a Trieste il 4 dicembre 2014.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato che è l'ordine del giorno Matarrelli n. 9/4109/1.
MARIO GIRO,. Presidente, il parere sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/4109/1 è favorevole con la seguente riformulazione: sull'impegno, all'inizio, aggiungere le parole “a valutare l'opportunità di”, salta “ad”, e poi continua con “adottare le iniziative (…)” eccetera.
PRESIDENTE. Grazie. Prendo atto che l'onorevole Matarrelli accetta la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
WALTER RIZZETTO. Presidente, sottosegretario, brevissimamente, leggendo quanto è scritto nel testo - che vado a citare -, cioè che la Repubblica Italiana e la Repubblica di Slovenia hanno concordato, nel desiderio di rettificare la linea di confine di Stato nel settore V (al netto del fatto che, come sappiamo, questo è un provvedimento che va avanti da qualche anno, mi pare che i primi accenni a questo tipo di rettifica ci fossero stati tra il 2006 ed 2007), indicativamente oggi si porta di fatto a compimento questo passaggio, quanto in quegli anni era stato teorizzato e che adesso di fatto è stato messo su carta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo al nostro esame concerne la rettifica del confine di Stato italo-sloveno nel tratto connesso al corso del torrente Barbucina/Čubnica. Infatti, la modifica del corso del torrente, dovuta a lavori di regolazione della portata, rende necessario ridefinire il confine. Si tratta di un'operazione tecnica di manutenzione dei confini di Stato che mira a farli coincidere nella fattispecie con la linea mediana del torrente regimentato, per cui si procede ad uno scambio di territori lungo il tratto preso in considerazione. Si precisa inoltre che future variazioni del corso del torrente in questione non comporterà variazioni ulteriori di confine. Credo che le valutazioni tecniche effettuate per ridefinire il tracciato siano adeguate ad ottenere la nostra fiducia, che esprimiamo verso tutto l'Accordo, quindi dichiaro il voto favorevole del mio gruppo parlamentare. Ma nel dichiarare il voto favorevole auspico che i dibattiti sui confini dei Paesi parte dell'Unione europea abbiano sempre più un valore puramente amministrativo, oltre gli steccati e i limiti, per costruire uno spazio europeo condiviso di libertà e giustizia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà.
IVAN CATALANO. Presidente, rappresentati del Governo, onorevoli colleghi, l'Accordo italo-sloveno sulla linea di confine di Stato nel tratto regimentato dal torrente Barbucina/ Čubnica, nel settore V del confine, stipulato a Trieste il 4 dicembre 2014, concerne la rettifica del confine di Stato tra le parti firmatarie del trattato del torrente fra i comuni limitrofi di San Floriano del Collio, in provincia di Gorizia, e Občina Brda in Slovenia. L'esigenza di ridefinire il confine è sorta al seguito della modifica del corso del torrente conseguente ai lavori di regimentazione dello stesso, effettuati di comune accordo da Italia e Slovenia tra il 1986 ed il 1993.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Penso che questa non sia una ratifica qualsiasi, credo che questa sia veramente una ratifica importante, anche perché fa capire che il confine politico e il confine geografico spesso non coincidono e soprattutto fa capire che è caduto il muro. È caduto per davvero, perché una ratifica come questa non sarebbe mai potuta accadere in maniera così semplice e schietta. Abbiamo visto che tutto il Parlamento ha votato, quindi mi stupisco di alcuni voti contrari che ho visto in quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.
STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Con l'Atto Camera viene oggi sottoposto all'attenzione di questo ramo del Parlamento e della nostra Assemblea un accordo bilaterale tra il nostro Paese e la Slovenia, che concerne la correzione della linea di confine. Il provvedimento di autorizzazione alla ratifica è già stato approvato dal Senato. Le mappe allegate al Trattato dimostrano che la modifica della frontiera italo-slovena avviene sulla base del concetto dello scambio di territori equivalenti, con l'obiettivo di tener conto della linea mediana del torrente Barbucina.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli. Ne ha facoltà.
ANDREA CAUSIN. Presidente, intervengo solo per dichiarare voto favorevole alla ratifica e poi, se la Presidenza consente, consegniamo l'intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piras. Ne ha facoltà.
MICHELE PIRAS. Presidente, solo per annunciare il voto favorevole di Articolo 1-MDP.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.
BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Italia e Slovenia sono parecchi anni che lavorano su questo punto specifico e lavorano di comune accordo, direi. Tra il 1986 e il 1993, hanno incominciato attivamente a impegnarsi su questo punto specifico per i lavori di regimentazione del torrente, ciò ha chiaramente comportato la necessità di modificare il confine di Stato, perché andava a impattare su quella Convezione bilaterale del 2007. Forza Italia voterà favorevolmente alla ratifica di questo Accordo che, sicuramente, è un accordo tecnico, ma, seppur comportando una variazione relativamente esigua del confine di Stato, ci si rende conto che ha anche un valore altamente simbolico. Non vediamo nessun tipo di problema e la volontà comune ai due Paesi di trovare comunque delle compensazioni utili su base reciproca, fa sì che questa collaborazione possa durare nel tempo e ciò ci fa ben sperare per il futuro, da un punto di vista frontaliero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scagliusi. Ne ha facoltà.
EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie, Presidente. Semplicemente per confermare il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle a questo Accordo che rettifica il confine tra Italia e Slovenia. Si tratta praticamente di adeguare il confine di Stato alle mutate condizioni morfologiche del terreno. Secondo noi le variazioni si compensano in modo equilibrato e, quindi, non faremo mancare il nostro supporto all'Accordo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianni Farina. Ne ha facoltà.
GIANNI FARINA. Grazie, Presidente. Voglio ricordare a quest'Aula che, nel passato, il confine orientale è stato oggetto di drammatiche rivendicazioni. Già nel 1920, a seguito della prima guerra mondiale, il Trattato di Rapallo aveva creato forti tensioni con la rinuncia dell'Italia alla Dalmazia e alla città di Fiume e l'inclusione, invece, di territori in cui la maggioranza della popolazione era croata e slovena. Tale suddivisione ha fatto sì che la situazione andasse via via degenerando, arrivando a una tragica persecuzione etnica, prima, delle forze fasciste nei confronti di sloveni e croati e, poi, dopo la seconda guerra mondiale, da parte della Repubblica socialista federale di Jugoslavia nei confronti degli italiani. Nonostante le forti tensioni del passato, oggi, a seguito della caduta del regime di Tito, a cui sono seguite le guerre jugoslave degli anni Novanta, e dell'ingresso della Slovenia nell'Unione europea nel 2004, Italia e Slovenia si trovano concordi rispetto alle questioni relative alla linea di confine comune. Approfitto dell'occasione per ricordare gli eroi dimenticati della tragedia di Arsia in Istria; a causa di un insensato sfruttamento delle miniere avvennero ogni anno incidenti mortali, tredici nel 1937, sette nel 1939 e il 28 febbraio del 1940 il più grave, 185 minatori perirono tragicamente nel profondo della miniera. La stampa fascista di allora censurò la notizia. Dal 1945, dopo la guerra, lavorarono nella miniera i prigionieri italiani condannati dal regime jugoslavo di Tito ai lavori forzati. L'Istria fu perduta e si assistette all'esodo di massa di un popolo umiliato e sconfitto. È storia di ieri, oggi si ricompone la verità. Ricordo l'articolo 80 della Costituzione secondo il quale gli accordi che importano modifiche territoriali sono autorizzati con legge di ratifica da parte della Camera.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per lo Sport, la Ministra per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo e la Ministra per i Rapporti con il Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Guidesi ed altri n. 3-02910.
GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, recentemente, ieri, si sono svolti, attraverso le assemblee, i rinnovi degli organi delle varie federazioni sportive. I casi di rottamazione - uso un termine a lei caro - sono stati circa 7 su 44, cioè ci sono stati rinnovi di presidenti già in essere da moltissimo tempo. In alcuni casi - le cito i casi di Federcanoa, Fedescherma, Aeroclub e altri casi - si sono verificate evidenti irregolarità o per statuto, perché i presidenti non potevano più candidarsi, o addirittura a causa di schede non vidimate all'interno dell'assemblea elettiva. Se la situazione è questa, considerato che il CONI sostanzialmente fa silenzio, le chiediamo chi deve vigilare su queste assemblee, e soprattutto come verrà assicurata la trasparenza e la regolarità della prossima assemblea del Coni dell'11 maggio.
PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport, Luca Lotti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
LUCA LOTTI,. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione a risposta immediata presentata dall'onorevole Guidesi ed altri si portano alla mia attenzione, onorevoli colleghi, presunte irregolarità che si sarebbero verificate durante la recente tornata elettorale avente ad oggetto il rinnovo dei vertici delle federazioni sportive che ha visto l'elezione di 15 nuovi presidenti su 44, come appunto illustrato dal collega. A tale riguardo vorrei anzitutto sottolineare e ricordare che mi sono personalmente adoperato per favorire la calendarizzazione del disegno di legge a firma Ranucci-Puglisi, già approvato in Senato, presso la Commissione VII della Camera dei deputati, con ciò mostrando particolare attenzione al tema della ragionevole durata dei mandati degli organi del CONI, come anche illustrato nella presentazione delle linee programmatiche in Senato.
PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà di replicare per due minuti.
GUIDO GUIDESI. Se il Comitato di garanzia, che lei ha citato, che decide su eventuali irregolarità e quindi sui ricorsi di questi casi particolari di cui stiamo parlando, decidesse dopo l'11 maggio, è evidente che c'è un certo, per dir così, clima di opacità e di complicità all'interno del mondo istituzionale dello sport che riceve - Ministro, lei lo sa meglio di me - più di 400 milioni all'anno da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, che arrivano al CONI e con cui il CONI finanzia le singole federazioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Galati ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02911 per un minuto.
GIUSEPPE GALATI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, ha suscitato clamore nei giorni scorsi la polemica - del resto riportata sui principali nazionali - tra due istituzioni, la Commissione parlamentare antimafia, da un parte, e la Federcalcio dall'altra, proprio rispetto al fenomeno dell'esistenza di rischi e tentativi di condizionamento della criminalità organizzata nel mondo del calcio. Del resto la stessa presidente della Commissione antimafia ha parlato della penetrazione delle mafie come di un fenomeno preoccupante e diffuso, sia nel mondo del calcio e in genere nello sport italiano. Ora, salve le competenze del Ministro dell'interno per i problemi di ordine e sicurezza e della magistratura per l'attività investigativa, signor Ministro, non ritiene importante anche in riferimento alla sua specifica competenza in materia di vigilanza sul CONI, e quindi sugli organi nei quali esso è articolato, l'adozione di una direttiva ministeriale che possa recare i propri principi e i criteri direttivi per una etica, per l'introduzione di linee guida, e quindi per una responsabilità sociale degli operatori del settore?
PRESIDENTE. Il Ministro per lo sport, Luca Lotti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
LUCA LOTTI,. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione a risposta immediata in Assemblea l'onorevole Galati mi chiede di riferire in merito alle iniziative che, nella qualità di Ministro per lo sport, intendo adottare per la tutela dello sport italiano rispetto al rischio di condizionamenti derivanti dalla criminalità organizzata. In particolare l'interrogante prende spunto da una vicenda riportata dai maggiori quotidiani nazionali che ha recentemente coinvolto la dirigenza di uno dei più importanti calcistici italiani e di cui si stanno occupando, ciascuno per profili di propria competenza, la Commissione parlamentare antimafia, la magistratura e la procura federale della FIGC. Inoltre, come si rileva nell'interrogazione, del fenomeno si è interessato anche il Ministro dell'interno che, quale amministrazione preposta alla tutela dell'ordine pubblico, ha sottoscritto d'intesa con la Federazione Italiana Gioco Calcio, con la Lega di serie A, la Lega di serie B e la Lega Pro un protocollo per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose nel calcio. Da parte mia, in qualità di Ministro per lo sport, non posso che condividere la preoccupazione rappresentata dall'onorevole Galati e manifestare grande apprensione per un fenomeno qual è senz'altro quello delle infiltrazioni mafiose nello sport non soltanto nel professionismo ma anche nel dilettantismo che, qualora dovesse rivelarsi esistente, danneggerebbe in modo grave il mondo sportivo, minacciandone nel profondo i più importanti valori di lealtà e correttezza.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Galati, per due minuti.
GIUSEPPE GALATI. Signor Ministro, prendo atto con soddisfazione, proprio anche considerata l'elevazione della materia dello sport con l'istituzione del relativo Ministero, di questo suo lavoro: perché intervenire con ogni strumento per contrastare le infiltrazioni in questo mondo è un valore molto alto se solo consideriamo quanto influisca lo sport, il calcio sulla vita delle famiglie, sul rapporto interpersonale, sulla gestione delle città, se solo pensiamo che ha un numero di tifosi quasi equivalente a 38 milioni e ci rendiamo conto di quanto sia rilevante questo nella vita e nell'organizzazione sociale.
PRESIDENTE. L'onorevole Capelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02912 per un minuto.
ROBERTO CAPELLI. Grazie, Presidente. Signora Ministra, la decisione della NATO di ridurre la sua presenza in Italia, in particolare presso le basi di Camp Darby in quel di Pisa e di Decimomannu a Cagliari, sta palesando delle gravi conseguenze per quanto riguarda i livelli occupazionali, soprattutto del personale civile impiegato in quelle basi.
ROBERTO CAPELLI. …ci sono per quanto ci riguarda per la salvaguardia di questi posti di lavoro.
PRESIDENTE. La Ministra per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
MARIA ANNA MADIA,. Grazie, Presidente. Come ricordato molto bene dall'onorevole Capelli, nella legge 9 marzo del 1971, n. 98, è stata disposta l'assunzione a tempo indeterminato nei ruoli organici del personale delle amministrazioni dello Stato di cittadini italiani che prestavano la loro opera nel territorio nazionale alle dipendenze di organismi militari della Comunità atlantica o di quelli dei singoli Stati esteri che ne fanno parte e che siano stati licenziati in conseguenza di provvedimenti di ristrutturazione degli organismi medesimi e, poi, successivamente, con la legge n. 244 del 2007 si è estesa tale possibilità anche al personale civile con un primo termine, che era quello del 31 dicembre 2006, che, poi, è stato prorogato al 31 dicembre 2012 per chi avesse prestato servizio continuativo per almeno un anno.
PRESIDENTE. L'onorevole Capelli ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROBERTO CAPELLI. Signora Ministra, io prendo atto della volontà del Governo di monitorare gli eventi. Faccio presente che, già in corso di legge di stabilità e di decreto fiscale, io ho tentato di proporre il rifinanziamento delle suddette leggi, in particolare quello della legge n. 244 del 2007, però non ho avuto fortuna nell'avere il parere favorevole del Governo; così come ho riproposto una copertura possibile in corso di esame del decreto fiscale, però, in quel caso, non è stato ammesso l'emendamento che proposi.
PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02913 per un minuto.
VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, il del Mezzogiorno è certamente un grande passo avanti nell'affrontare la sfida dell'ammodernamento del Paese, di una parte importante. È un passo avanti anche perché mette insieme una serie di progetti, probabilmente non tutti in grado di affrontare in maniera coesa, omogenea, l'avanzamento del territorio, ma di fatto è un grande sforzo e adesso l'impegno è anche di monitorare l'avanzamento.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, in merito alle questioni poste dall'onorevole Garofalo, colgo l'occasione per assicurare che, nell'ambito dell'attuazione del per il Mezzogiorno, il Governo sta dedicando un adeguato sostegno ai temi della ricerca, del turismo, dell'innovazione e a quelli della formazione e qualificazione del capitale umano. Questa attenzione credo sia dimostrata anche da una serie di dati che fornirò di seguito.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Garofalo, per due minuti.
VINCENZO GAROFALO. La mia replica sarà brevissima. Intanto, ringrazio il Ministro per avere elencato una serie di misure importanti, che vanno nella direzione che noi auspichiamo e che auspichiamo vengano impiegate al meglio.
PRESIDENTE. L'onorevole Carfagna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02914 per un minuto.
MARIA ROSARIA CARFAGNA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa, la FISU, la Federazione internazionale sport universitari ha assegnato a Napoli e alla Campania l'Universiade 2019: un grande evento sportivo, il più grande e il più importante dopo le Olimpiadi.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
CLAUDIO DE VINCENTI,. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, come evidenziato dall'onorevole Carfagna, l'Italia avrà l'onore di ospitare a Napoli l'Universiade 2019.
PRESIDENTE. L'onorevole Carfagna ha facoltà di replicare per due minuti.
MARIA ROSARIA CARFAGNA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi sono chiari i riferimenti normativi e negoziali all'interno dei quali sono previsti gli impegni finanziari che il Governo ha assunto per l'Universiade e, quindi, l'Accordo di programma quadro a cui faceva riferimento e anche il Patto per la Campania. Il problema è che, come lei stesso ha ribadito, di fatto c'è l'impegno del Governo, ma questi fondi non sono ancora arrivati. E come lei sa, la tempistica in questa vicenda non è proprio un dettaglio, perché occorre tempo per predisporre le gare, per realizzare le opere, per riqualificare gli impianti sportivi e oggettivamente siamo già in ritardo.
PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Giancarlo Giordano ed altri n. 3-02915 di cui è cofirmataria, per un minuto.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Nel nostro Paese, “il bel Paese”, è stato necessario che ci fosse una sentenza nel 2011 della Corte costituzionale che dicesse che le fondazioni lirico-sinfoniche sono un'eccellenza italiana. Ma evidentemente non è sufficiente; tutte le leggi che si sono susseguite in questi anni hanno distrutto un sistema consolidato e sostenuto con le casse dello Stato, diminuendo però costantemente i fondi. Gli avete chiuso le porte e fatto indebitare a tal punto che non è stato risanato nemmeno con il fondo rotativo previsto dalla “legge Bray” del 2013. Con quella legge avete fatto in modo che fossero declassati da fondazioni a teatri e oggi tutti coloro che l'hanno fatto si trovano nelle condizioni di non poter chiudere il bilancio del 2018, se non si risponde ai requisiti richiesti. Sono costretti al pareggio di bilancio, tagliano i fondi, tagliano il personale anche direttivo. Questi lavoratori hanno accettato tutto, hanno digerito tutto, oggi invece sono scesi in piazza. Io direi che non possono più accettare una politica ragionieristica. Vogliamo sapere Ministro come risponde a questi musicisti che allietano ogni giorno le vostre giornate.
PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
DARIO FRANCESCHINI,. Signor Presidente, mi verrebbe da dire che rispondo con stupore nell'avere sentito questa quantità di cose assolutamente inesatte che la Pellegrino dovrebbe conoscere bene. L'impegno dello Stato nei confronti del fondazioni lirico-sinfoniche, nella consapevolezza che stiamo parlando di un settore di eccellenza italiano, dell'immagine nel mondo, del valore dell'opera lirica nel mondo, ha giustificato un intervento enorme, che è cresciuto negli ultimi anni in modo consistente. In particolare, dell'intero FUS, circa il 47 per cento, cioè esattamente 182 milioni - lo ripeto: 182 milioni! - è destinato alle quattordici fondazioni lirico-sinfoniche; per dare una dimensione di grandezza i ventinove teatri di tradizione, che fanno lirica e sinfonica anche loro, prendono 15 milioni. Quindi, il 47 per cento va soltanto alle 14 fondazioni lirico-sinfoniche. A questi si aggiungono 125 milioni di fondo di rotazione, quello previsto dalla “legge Bray” che è andato prima a otto, oggi a nove fondazioni lirico-sinfoniche, per risanare i debiti pregressi.
PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrino ha facoltà di replicare, per due minuti.
SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Il Ministro Franceschini ricorderà bene la lettera aperta che io gli ho scritto quando lui si è insediato, quando lui disse che quello era il miglior Ministero dell'economia del mondo e io gli dissi che forse doveva passare dalla Ragioneria di Stato perché accade invece che ci sono altri Ministeri che devolvono per il petrolio dell'Italia, che dovrebbe essere esattamente il nostro, 14 miliardi all'anno, e non quelle briciole di cui parla lui oggi. Ebbene, io direi che forse probabilmente all'epoca non era al corrente che la Ragioneria di Stato destinava alla parola bellezza come la chiamo io la voce spesa, mentre alla parola petrolio la voce investimento e molti, molti, di questi musicisti sono oggi in strada a protestare perché il bilancio delle fondazioni diventate teatro non può andare a chiudersi nel 2018. Ma sa, cosa vuole, Presidente, accade anche questo, che in Italia se uno dice: che lavoro fai? E rispondi musicista, qualcuno ti dice: no, scusa che lavoro? Allora dici: faccio bulloni, ah sì allora va bene, questo è considerato lavoro.
PRESIDENTE. L'onorevole Coscia ha facoltà d'illustrare la sua interrogazione n. 3-02916 per un minuto.
MARIA COSCIA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei sa perfettamente che, negli ultimi due anni di Governo, ha svolto un'azione di a livello internazionale per sostenere il patrimonio culturale di tutto il mondo. Ricordo in particolare la dichiarazione sottoscritta all'Expo oppure ancora la proposta dell'Italia della cosiddetta iniziativa dei caschi blu a difesa della cultura o ancora la risoluzione approvata proprio l'altro giorno all'Onu, risoluzione italo-francese, proprio per proteggere il patrimonio culturale dagli eventi bellici.
PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
DARIO FRANCESCHINI,. Grazie Presidente. Grazie all'onorevole Coscia che mi dà l'occasione, alla vigilia, perché il G7 cultura inizierà domani a Firenze, di informare il Parlamento e la Camera di questa iniziativa che io ritengo sia davvero molto importante. Come si sa bene il G7 dei Capi di Governo e di Stato è tradizionalmente preceduto da G7 tematici, o in qualche caso seguito del G7 tematici, sui temi più tradizionali: l'energia, la sicurezza, l'ambiente; non è mai stato fatto, in nessun G7 precedente, un G7 cultura. Noi abbiamo fatto questa proposta agli altri Paesi, diverso tempo fa. Questa proposta è stata accettata e si svolgerà a Firenze che mi sembra la città più indiscutibilmente adatta per ospitare il primo G7 della cultura per il suo patrimonio per l'immagine che ha nel mondo.
PRESIDENTE. La ringrazio.
FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie, signor Presidente, ringrazio il Ministro Franceschini per la risposta articolata, che ci ha permesso di fare il punto sugli obiettivi raggiunti in ambito internazionale, ma anche su quanto si intende ancora fare per mantenere l'importante culturale del Paese, a partire appunto dal vertice internazionale previsto per domani, primo G7 della cultura.
PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Mucci ed altri n. 3-02917 di cui è cofirmataria, per un minuto.
ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente, e buongiorno, Ministro Franceschini, la nostra interrogazione parte dal fatto che nel 2014, grazie a un emendamento della nostra collega Mara Mucci, il Parlamento ha destinato 2 milioni di euro per le innovative che operano nel campo della promozione del turismo con software e tecnologie originali.
PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
DARIO FRANCESCHINI,. Grazie, perché l'interrogazione mi consente di precisare e anche di assumere qualche impegno.
PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di replicare, per due minuti.
ADRIANA GALGANO. Grazie, Ministro Franceschini, sono parzialmente soddisfatta, perché nella sua risposta lei ha dato pubblicità a queste misure, che noi riteniamo molto importanti.
PRESIDENTE. L'onorevole Murer ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02918 per un minuto.
DELIA MURER. Grazie, Presidente, con la nostra interrogazione noi siamo a chiedere quali iniziative normative urgenti il Governo intenda assumere per ripristinare i fondi per 50 milioni di euro sul Fondo per le non autosufficienze e per 211 milioni di euro sul Fondo per le politiche sociali.
PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.
ANNA FINOCCHIARO,. Signor Presidente e onorevoli deputati, rispondo in sostituzione del Ministro Poletti, che è impossibilitato a intervenire.
PRESIDENTE. L'onorevole Fossati, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
FILIPPO FOSSATI. Siamo parzialmente insoddisfatti della risposta del Ministro. Si tratta di promesse che dovremo poi verificare negli atti, nel DEF e in provvedimenti di cui ancora non sappiamo, non sono costruite le premesse. Si tratta di impegni verbali a conclusione di incontri della Conferenza Stato-regioni e ora - ci diceva il Ministro - a conclusione del tavolo di lavoro sulla non autosufficienza, impegni verbali a cui non corrisponde la costruzione di un atto.
PRESIDENTE. L'onorevole Sibilia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pesco ed altri n. 3-02919 di cui è cofirmatario, per un minuto.
CARLO SIBILIA. Mentre avete già fatto pagare 8,8 miliardi di euro ai cittadini per risolvere l'irrisolta questione di Monte dei Paschi di Siena, la situazione sta precipitando per le due banche venete. Si tratta di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, gli ex feudi di Gianni Zonin e Vincenzo Consoli, oggi nel mirino della magistratura. Almeno 17 miliardi di impieghi che tornano indietro con difficoltà e 9,5 miliardi di sofferenze, un'altra storia di risparmiatori traditi (sono almeno 170 mila), banchieri spregiudicati, prestiti facili agli amici degli amici e vigilanza quantomeno complice, perché colpevolmente distratta.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.
ANNA FINOCCHIARO,. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo in sostituzione del Ministro Padoan, che è impossibilitato a intervenire.
PRESIDENTE. Mi scusi, Ministra, le chiedo scusa. Alla mia sinistra, doveste fare… per favore. Scusi, Ministra.
ANNA FINOCCHIARO,. L''intervento è, quindi, possibile solo nei casi previsti dall'articolo 32, paragrafo 4, lettera ), n. ) della direttiva 2014/59/UE.
PRESIDENTE. L'onorevole Pesco ha facoltà di replicare, per due minuti.
DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Le risposte del Governo, come al solito, ci lasciano molto perplessi. Abbiamo la situazione di due banche che sta veramente degenerando, due banche importanti del territorio italiano, che sono state probabilmente gestite male.
PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02920 per un minuto.
FABIO RAMPELLI. Presidente, Ministro, la Polizia di Stato ha realizzato un sulle attività delle organizzazioni non governative che pattugliano il Mediterraneo con una flotta parallela grazie alle segnalazioni dell'Agenzia Frontex, che è l'Agenzia che, per conto dell'Unione europea, sorveglia, o dovrebbe sorvegliare, i suoi confini.
PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANNA FINOCCHIARO,. Presidente, rispondo a questo quesito e al successivo in sostituzione del Ministro Minniti.
PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di replicare, per due minuti.
FABIO RAMPELLI. Ministro, la risposta, dal nostro punto di vista, è del tutto insufficiente, non fosse altro perché i tempi - che voi spesso e volentieri trascurate -, per come lei li ha descritti, ci porterebbero ai prossimi tre, quattro anni con di fatto una flotta parallela, affiancata alla Marina militare italiana e alle altre Marine militari coinvolte dall'Unione europea, che va praticamente incontro a questi scafi, con grande pregiudizio anche per quella vita che si vorrebbe salvaguardare e tutelare. Infatti, come tutti sappiamo, dal 2012 ad oggi, paradossalmente, esattamente da quando voi avete - il vostro Governo - messo in pista l'operazione e le successive operazioni, le morti in mare, nel mare Mediterraneo, si sono ripetute, sono cresciute a dismisura.
PRESIDENTE. Avrà ora luogo lo svolgimento di un'ulteriore interrogazione, presentata dal gruppo Fratelli d'Italia, che non aveva potuto svolgere la propria interrogazione nella seduta di mercoledì 22 marzo 2017, a causa della sospensione della seduta medesima.
PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-02921 di cui è cofirmatario, per un minuto.
BRUNO MURGIA. Signor Presidente, signor Ministro, questa interrogazione ricalca ciò che ha già detto il mio capogruppo nell'impianto complessivo; io volevo segnalare in maniera più particolare ed approfondita il ruolo di questa strana nave che fa servizio nel Mediterraneo. Signor Ministro, recentemente, infatti, come scritto nell'interrogazione, la Siem Pilot, che è una nave battente bandiera norvegese con quartier generale nelle Isole Cayman, ha sbarcato 897 migranti sul molo Ichnusa di Cagliari. Non è la prima operazione che questa nave conduce, quindi vorremmo capire se, come già chiesto da Fabio Rampelli, c'è un'attenzione del Ministero e del Governo proprio su questi temi.
PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANNA FINOCCHIARO,. Signor Presidente, onorevoli deputati, il mercantile Siem Pilot, che è approdato lo scorso 23 marzo nel porto di Cagliari, opera sotto il controllo governativo norvegese nell'ambito della missione Triton, condotta dall'Agenzia Frontex, con equipaggio formato da personale della polizia e delle Forze armate norvegesi.
PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di replicare per due minuti.
BRUNO MURGIA. Non sono soddisfatto, signor Ministro, anche perché dell'Accordo del 2 febbraio che il Ministro Minniti ha costruito con la Libia non sappiamo quali possano essere gli effetti risultanti. Le farei vedere una cartina, pubblicata dal la settimana scorsa, nella quale si evince assolutamente come le navi cosiddette ONG abbiano un punto di contatto al limitare delle acque territoriali della Libia per cui, secondo noi, il problema esiste ed è abbastanza trascurato da parte vostra. La mia regione, la Sardegna, in questo momento, come le regioni del sud Italia, la Sicilia, per non parlare ovviamente del caso più specifico di Lampedusa, secondo noi sono senza protezioni. Quindi vigilate con molta attenzione perché in questo modo questo enorme problema non viene risolto.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16,30 per lo svolgimento della commemorazione di Alfredo Reichlin e proseguirà con il seguito della discussione del provvedimento relativo alla candidabilità dei magistrati.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Matteo Bragantini, Bueno, Caparini, Capelli, Catania, Causin, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Ferranti, Ferrara, Fontanelli, Garofani, Giorgis, Lorenzo Guerini, Marazziti, Marcon, Mazziotti Di Celso, Monchiero, Piccoli Nardelli, Portas, Realacci, Rosato, Sani, Schullian, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. . Cari colleghi e care colleghe, la vostra attenzione, grazie.
FEDERICO MASSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho conosciuto Alfredo Reichlin da giovane iscritto della Federazione giovanile comunista. Tornava da Roma nella sua Puglia, dirigente politico di altissimo profilo ed intellettuale raffinato, di lui mi colpì la grande capacità di interloquire con tutti, di ascoltare e di comprendere le ragioni e le speranze dei militanti del partito e, oltre il partito, degli uomini e delle donne di una regione non ricca, segnata dal dramma dell'immigrazione, nella quale permaneva una diffusa diffidenza nei confronti delle istituzioni democratiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Grazie, Presidente. “È ora di liberarsi delle gabbie ideologiche della cosiddetta Seconda Repubblica. Crisi sociale e crisi democratica si alimentano a vicenda e sono le fratture profonde nella società italiana a delegittimare le istituzioni rappresentative. Per spezzare questa spirale perversa occorre generare un nuovo equilibrio tra Costituzione e popolo, tra etica ed economia, tra capacità diffuse e competitività del sistema (…). Non sarà una logica oligarchica a salvare l'Italia: è il popolo che dirà la parola decisiva”. Con queste pesanti parole ci ha lasciato il partigiano Alfredo Reichlin: il suo era un appello accorato alla sua sinistra, una sinistra che, a suo stesso dire, aveva fallito, e lo diceva lui, da vecchio leader che aveva vissuto da protagonista la storia del comunismo italiano; lo ammetteva candidamente in una delle sue ultime interviste.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Tutto potevo pensare quando ho iniziato la mia esperienza in politica, salvo che avere l'onore e il compito di commemorare dai banchi del centrodestra la figura di Alfredo Reichlin. Perché io credo che le idee debbano essere diverse, si debbano avere prospettive differenziate, ma questo, se possibile, deve far crescere il rispetto nei confronti del contraddittore e, quando il contraddittore è leale, questa lealtà riempie completamente il ideologico che ci può essere fra le diverse posizioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.
ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Con Alfredo Reichlin la sinistra e la democrazia italiana perdono una delle loro figure più autorevoli. Partigiano, giornalista, dirigente politico, parlamentare, intellettuale, scrittore: Reichlin è stato molte cose nel corso di una vita che non è stata solo lunga, ma anche straordinariamente ricca e intensa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sergio Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Reichlin è stato un politico di grande livello, uno dei più grandi, grande esperto di economia, giornalista, un intellettuale rigoroso, di assoluto rilievo. Testimone di un passato quando la politica era vissuta dalle migliori intelligenze del Paese, particolare sul quale bisogna riflettere oggi, in un momento in cui la politica non è vero sia frequentata dai peggiori, ma che tali diventano secondo un racconto mediatico distruttivo, spesso irresponsabile, che produce danni enormi per la tenuta democratica, fatto del quale lui, ultimamente, si dimostrava consapevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Lega Nord si unisce alle parole di cordoglio per la perdita di un profondo intellettuale politico come Alfredo Reichlin. Dalla Resistenza, combattuta da giovane partigiano comunista, alla nascita della democrazia, dal lungo e faticoso cammino del dopoguerra, Reichlin visse, con impegno e da idealista, tutte queste fasi della storia politica del Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. La settimana scorsa ci ha lasciato Alfredo Reichlin, partigiano giovanissimo a Roma, comunista italiano, uomo di punta della covata del “partito nuovo” di Palmiro Togliatti, giornalista di popolo, dirigente autorevole sempre, uno statista della Repubblica democratica fondata sul lavoro, pur senza aver mai occupato, per scelta, posizioni istituzionali apicali, e infine maestro morale e intellettuale per tante generazioni, anche quelle più giovani che si affacciano ora alla politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Anche a nome del gruppo dei Civici e Innovatori, che rappresento, ci uniamo alla commozione di quelli che l'hanno conosciuto e alla famiglia in particolare per la scomparsa di Alfredo Reichlin, che, lontano dalla mia cultura politica liberale, devo dire ho conosciuto soltanto per gli interventi che ho letto sulla stampa, ed è stata l'occasione, questa mattina, quando il mio gruppo mi ha dato l'onore di darmi questo incarico, per andare a verificare la biografia di questa persona che oggi noi commemoriamo. Mi ha colpito - e lo voglio ricordare in quest'Aula - il fatto che, nato nel 1925, avesse partecipato all'attività partigiana, che avesse aderito alla Brigata Garibaldi. Ho fatto i conti dell'anagrafe di questa persona, cioè una persona che a diciotto anni partecipava alla resistenza partigiana, una persona che a diciotto anni aveva delle idealità che gli imponevano di essere presente in un momento difficilissimo per il Paese, scegliendo la parte con cui schierarsi. Bene, credo che possa essere un insegnamento per i tanti giovani di oggi, quelli di cui discutiamo se giocano a calcetto o se sono dei bamboccioni. Credo che possa essere una figura di riferimento importante che non stupisce che abbia avuto poi da comunista delle posizioni critiche nei confronti del suo partito che lo hanno portato addirittura, anche questo è un elemento che fa riflettere, a rinunciare alla direzione di un quotidiano importantissimo in quel momento quale era in dissenso da ciò che il suo partito pensava. Da liberale io sono grato ad Alfredo Reichlin e i miei colleghi di gruppo, da liberali, sono grati ad Alfredo Reichlin, perché credo che l'insegnamento di coerenza e di dirittura morale che emerge dalla sua figura sia veramente ancora oggi il faro per una politica che troppo spesso viaggia a luci spente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dellai. Ne ha facoltà.
LORENZO DELLAI. Grazie, signora Presidente. Il nostro gruppo si associa alle sue parole a proposito della figura di Alfredo Reichlin, le riteniamo più che appropriate per uno dei più qualificati esponenti della nostra vita democratica che è doveroso ricordare per la scelta giovanile a favore della lotta per la democrazia, per la coerenza e la rigorosità anche personale del suo percorso, e per la qualità universalmente riconosciuta del suo pensiero, testimone di una idea della politica che non si dissocia dalla cultura e dalla lettura della storia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente. Alfredo Reichlin è stato uno dei padri della sinistra italiana, un politico sicuramente molto colto, uno storico dirigente del Partito Comunista Italiano, come già detto, alla fine degli anni Cinquanta, direttore del quotidiano poi epurato, come già ascoltato in quest'Aula, da Togliatti addirittura per la sua vicinanza ad Ingrao. Il suo amico Beppe Vacca diceva di lui che era uno che non dava la linea, ma cercava di spiegare il processo di formazione della linea e questo è un aspetto sicuramente in politica molto, molto importante. Fu un intraprendente sostenitore della linea per cui il Mezzogiorno non debba essere tagliato fuori, ma debba essere sviluppato, idea culminata poi, tra l'altro, con la famosa conferenza di Crotone. Eccellente tra l'altro, per quanto letta e conosciuta, la sua definizione del cosiddetto partito della nazione che nella sua interpretazione non era considerata un'organizzazione fatta di inciuci, ma considerata un'organizzazione al servizio del popolo. Sapeva indicare le strategie politiche avvalendosi delle doti di un vero che non fu mai, probabilmente per sua scelta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Esprimo sentimenti di cordoglio a nome mio personale, e della componente, ai familiari di Alfredo Reichlin.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Anche l'UDC unisce la sua voce al cordoglio per la scomparsa di Alfredo Reichlin. Alfredo Reichlin era nato a Barletta, terra di grandi conflitti bracciantili (Barletta e il suo entroterra, Adria, Molfetta), terra di profondo sfruttamento del lavoro umano e di umiliazione della dignità dell'uomo. Era la terra di Di Vittorio, è stata la terra di socialisti rivoluzionari e poi su questo si è inserita la tradizione comunista, ma nella tradizione comunista aleggiava sempre, anche per Reichlin, l'idea di una giustizia da chiedere per l'umile, per l'offeso, per il perseguitato.
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Buttiglione. Termina così la commemorazione di Alfredo Reichlin.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 2188-A: Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali; e delle abbinate proposte di legge nn. 1442-2770.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e degli emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DONATELLA DURANTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Mi scusi Presidente, intervengo per segnalare che manca il Governo in Aula.
PRESIDENTE. Manca il Governo in Aula: è una buona segnalazione onorevole Duranti. Ma il Governo c'è da qualche parte e si manifesta oppure dobbiamo…
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Presidente, colleghi, visto che ovviamente l'articolo 1 è un po' il cuore della proposta di legge, per quanto riguarda Fratelli d'Italia, volevamo dire che questo provvedimento appare insufficiente e tardivo. Insufficiente, perché è evidente che chi svolge una funzione politica, di fatto, perde la propria terzietà come magistrato e, quindi, regolamentare il rientro in maniera così ambigua e inadeguata, come ha fatto la maggioranza al Senato con il sostegno della maggioranza parlamentare, è assolutamente sbagliato, perché non supera il problema dell'equivoco di fondo e anche del discredito istituzionale che può derivare dal fatto che ci siano magistrati che, dopo aver svolto una funzione politica, magari si trovino a giudicare altri politici. È capitato anche a me, ma, senza parlare di casi particolari, persone che hanno svolto ruoli eminenti in partiti politici poi si trovano a giudicare o a fare indagini su persone che svolgono magari un'attività politica in un partito contrapposto. Quindi, di per sé, oggettivamente, quest'azione crea un discredito per la magistratura. Sarebbe necessario che chi si candida o chi ha svolto una funzione politica, quando rientra nella magistratura, non debba avere incarichi giurisdizionali senza nessuna possibilità.
ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente, sull'inammissibilità dell'emendamento Colletti -cito le sue parole - per palese contrasto alla Costituzione.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Bonafede.
ALFONSO BONAFEDE. …che sono state dichiarate incostituzionali. E parliamo di leggi, su cui la Presidenza non aveva espresso alcun giudizio di incostituzionalità…
ALFONSO BONAFEDE. …tale da precludere il voto…
PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, io…
ALFONSO BONAFEDE. Perché mi toglie la parola?
PRESIDENTE. Adesso glielo spiego, non gliel'avrei proprio dovuta dare, onorevole Bonafede, perché noi siamo in una fase in cui abbiamo superato le dichiarazioni di inammissibilità - …No, onorevole Bonafede, sto parlando io -, è intervenuto l'onorevole Cirielli e siamo già nella fase successiva. In più, come lei sa, le dichiarazioni di inammissibilità da parte della Presidenza non aprono una discussione.
ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, io le do la parola per un richiamo al Regolamento, ma non sullo e non sull'inammissibilità. Quindi, se lei deve aggirarlo, è inutile, perché io le tolgo la parola. Se vuole intervenire per un richiamo al Regolamento, mi dica qual è l'articolo e io la faccio parlare. Prego.
ALFONSO BONAFEDE. Presidente, articoli 8 e seguenti, ma mi permetta di non comprendere il pregiudizio che lei ha nei miei confronti e sul fatto che io stia intervenendo sul Regolamento, precisando che, quando lei ha finito di leggere le dichiarazioni di inammissibilità, avevo alzato la mano, però non ero stato visto. Era stato visto il deputato Cirielli e avete dato la parola direttamente al collega Cirielli.
PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, la ringrazio.
MARCO DI MAIO, . Presidente, sull'emendamento 1.18 Dadone, parere contrario.
PRESIDENTE. Scusi, per venire incontro anche agli altri colleghi che non lo sanno, spieghiamo che tutte le proposte emendative precedenti, quelle che non vengono citate, o sono state ritirate o sono state dichiarate inammissibili. Quindi, per l'appunto, passiamo all'emendamento 1.18 Dadone.
MARCO DI MAIO, . Sul quale vi è parere contrario. Emendamento 1.240 Naccarato, parere favorevole. Emendamento 1.201 Sannicandro, parere contrario. Emendamento 1.202 Colletti, parere contrario. Emendamento 1.22 Sisto, parere contrario. Emendamento 1.12 Molteni, parere contrario. Emendamento 1.203 Molteni, parere contrario. Emendamento 1.8 Daniele Farina, parere contrario. Emendamento 1.10 Molteni, parere contrario. Emendamento 1.241 Gasparini, parere favorevole con riformulazione; la riformulazione consiste nell'eliminazione della parte consequenziale. Emendamenti 1.211 Colletti e 1.250 Naccarato, parere favorevole. Emendamento 1.214 Sisto, parere contrario. Identici emendamenti 1.1 Colletti e 1.213 Sisto, parere contrario. Identici emendamenti 1.9 Molteni, 1.3 Colletti e 1.212 Sisto, parere contrario. Emendamento 1.7 Costantino, parere contrario. Identici emendamenti 1.204 Dadone e 1.215 Sisto, parere contrario. Sull'emendamento della Commissione 1.600, parere favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Sisto, vuole che glieli legga io o procede da solo?
FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente, ho preso appunti su quelli che ha letto il relatore per la maggioranza, se c'è qualche cosa da correggere… Allora, emendamento 1.18 Dadone, parere favorevole. Emendamento 1.240 Naccarato, parere favorevole. Emendamento 1.201 Sannicandro, parere favorevole, come pure per l'emendamento 1.202 Colletti, ovviamente l'emendamento 1.22 Sisto e gli emendamenti Molteni 1.12 e 1.203.
PRESIDENTE. Manca il parere sull'emendamento 1.600 delle Commissioni.
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Sull'emendamento 1.600 delle Commissioni mi rimetto all'Assemblea.
GENNARO MIGLIORE,. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.18 Dadone.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, colgo l'occasione per dire come noi ci comporteremo sugli emendamenti, così parlo una volta e spero di non parlare più.
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Mi richiamo non so se all'articolo 8 - mi corregga - sui poteri della Presidenza.
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Ho appreso che è stato dichiarato precluso l'emendamento 1.201 Sannicandro in seguito alla votazione dell'1.240 Naccarato. Ora, se la mia interpretazione è corretta e la Presidenza mi correggerà se vado oltre la lettura dell'emendamento, l'emendamento 1.201 tendeva a inserire tra le cariche per cui è prevista l'incandidabilità, per i magistrati che prestino servizio o l'abbiano prestato nei cinque anni precedenti l'accettazione dalla candidatura presso sedi o uffici giudiziari con competenza ricadente in tutto o in parte anche nella circoscrizione elettorale, anche la carica di consigliere provinciale cioè tendeva ad eliminare le province autonome di Trento e di Bolzano e ad estendere il divieto anche alle altre province. Mi chiedo come l'emendamento Naccarato, che si è limitato ad inserire la carica di presidente rispetto a quella di consigliere, possa influire sulla estensione dell'ambito del divieto. L'emendamento Sannicandro dice non soltanto per le province di Trento e di Bolzano ma per tutte le province; l'emendamento Naccarato inserisce il presidente delle province di Trento e di Bolzano. Mi chiedo perché sia precluso trattandosi a mio avviso di emendamenti con contenuto diverso.
PRESIDENTE. Onorevole Sisto, provo a risponderle. È un fatto tecnico-formale perché l'emendamento dell'onorevole Sannicandro incide sulle parole testualmente “nelle province autonome di Trento e di Bolzano”. Queste parole, in seguito all'approvazione dell'emendamento 1.240, non esistono più, quindi insiste su parole che non esistono più perché sono state soppresse con l'approvazione dell'emendamento precedente. Tutto qui. Sono state soppresse e sostituite e sono parole diverse rispetto alle altre.
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Comprendo bene le tecnologie degli emendamenti ma il contenuto dell'emendamento è radicalmente diverso cioè, ammesso che si tratti delle stesse parole soppresse e qui ripristinate perché questo è accaduto…
PRESIDENTE. Onorevole Sisto, il problema è che l'emendamento di Sannicandro non si può più “attaccare” perché quelle parole non esistono più, non è riferibile al testo perché non esistono più quelle parole perché nell'emendamento Sannicandro si fa riferimento a parole che non esistono più. È così, onorevole Sisto, non ci sono altre ragioni.
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Presidente, ho finito. Vorrei soltanto segnalare che le parole esistono perché sono state ripristinate nell'emendamento Naccarato e che comunque l'emendamento Sannicandro ha un contenuto completamente diverso.
PRESIDENTE. Onorevole Sisto, lei è sicuramente più esperto di me. Il contenuto è fuori discussione e noi adesso dobbiamo stare alla tecnica legislativa. Se le parole sono state soppresse o poteva essere presentato un subemendamento che le riattaccava alla nuova formulazione oppure non si possono attaccare perché quelle parole non ci sono più.
ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Intervengo solo per chiarire che avrei ritirato l'emendamento se fosse stato messo in discussione perché il mio intento era quello esplicitato dal collega Sisto, però nello scrivere purtroppo c'è stato un errore: le parole che dovevano essere soppresse erano soltanto “Trento” e “Bolzano” e rimanere “province” perché le province stanno ancora nel nostro ordinamento e un domani possono aumentare o diminuire ma è interessante che ci sia il riferimento alle province. Poi, purtroppo, è scappato dalla penna quello che è scappato, per cui adesso ci ritroviamo in ogni caso con una carenza perché la disposizione è limitata alle province di Trento e Bolzano, però delle altre province non si parla più (detto tra parentesi).
PRESIDENTE. Onorevole Longo?… la ringrazio moltissimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà. Su quale emendamento interviene?
ALFONSO BONAFEDE. Sull'emendamento 1.202 Colletti.
PRESIDENTE. Perfetto perché c'era stata una parentesi…
ALFONSO BONAFEDE. Presidente, volevo semplicemente esplicitare l'intenzione del MoVimento 5 Stelle di chiarire che la separazione dei poteri è un punto fondamentale, un vero e proprio pilastro su cui deve fondarsi ogni democrazia, su cui deve fondarsi anche la nostra democrazia e quindi quello che si voleva fare con questo emendamento era far sì che un magistrato che ha operato in una circoscrizione non potesse ivi candidarsi, tuttavia non deve aver operato in quella circoscrizione non solo nei cinque anni precedenti la candidatura, ma in realtà nei dieci anni prima.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Noi proponiamo di modificare il termine di cinque anni, non casualmente, in quello di sette: cioè, se il magistrato ha prestato servizio nei sette anni precedenti l'accettazione della candidatura questo è un presupposto, a nostro avviso, ineliminabile, perché è notorio che nel momento in cui il magistrato accetta di rivestire un ruolo nell'ambito dell'ufficio ha un periodo massimo di permanenza in quel ruolo, quindi, deve sapere che nel momento in cui accetta quell'incarico ha uno stazionamento che è pressoché coincidente con il massimo periodo in cui può ricoprire quel ruolo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e per sostenerlo convintamente, avendo avuto la possibilità di assistere in Puglia ad un sostituto procuratore della Repubblica che conduceva indagini nei confronti della giunta che era in carica per, poi, finire il mandato raggiunto e trovarlo successivamente, nel giro di venti giorni, come assessore della giunta avversa a quella nei cui confronti conduceva le indagini. Quindi, è sperabile che venga anche approvata l'estensione agli assessori regionali.
PRESIDENTE. Devo chiedere all'onorevole Gasparini se accetta la riformulazione. Va bene. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Anche in questo caso, Presidente, noi chiediamo che il periodo di sei mesi di aspettativa sia ritenuto insufficiente e la esigenza comunemente sentita di incrementare questo periodo la si ricava proprio dal numero degli emendamenti presentati e dalla variegatura dei termini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Sì, per ribadire quanto già detto prima e non creare, come dire, equivoci.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
MARCO DI MAIO, . L'emendamento 2.300 delle Commissioni ha parere favorevole.
PRESIDENTE. Nella nuova formulazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Parere favorevole.
GENNARO MIGLIORE,. Parere conforme.
PRESIDENTE. ...al relatore per la maggioranza e, financo, a quello di minoranza, ma insomma il riferimento è quello.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
MARCO DI MAIO, . Sull'emendamento 3.200 Dadone il parere è favorevole, mentre sull'emendamento 3.2 Molteni il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, onorevole Sisto?
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Sia sull'emendamento 3.200 Dadone che sul 3.2 Molteni il parere è favorevole.
GENNARO MIGLIORE,. Parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
WALTER VERINI, . Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti 4.200 Bonafede e 4.201 Sannicandro…
PRESIDENTE. C'è prima l'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
WALTER VERINI, . Ho una classificazione diversa, mi perdoni, me li può chiamare per piacere, Presidente.
PRESIDENTE. Emendamento 4.300 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento?
WALTER VERINI, . Favorevole. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti 4.201 Sannicandro, 4.202, 4.1 e 4.2 Colletti. Sull'emendamento 4.203 Giachetti anche qui si è espressa la Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Sì, però lei mi deve dare il parere delle Commissioni.
WALTER VERINI, . Contrario sull'emendamento e favorevole al pronunciamento della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Quindi è contrario, poi c'è il parere sulla V Commissione, che è altra cosa.
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.200 Bonafede, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, favorevole sull'emendamento 4.201 Sannicandro, contrario sugli emendamenti 4.202 e 4.1 Colletti, favorevole sugli emendamenti 4.2 Colletti e 4.203 Giachetti.
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signor Presidente. Conforme ai pareri espressi dal relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Onorevole Verini, mi dà anche il parere sull'articolo aggiuntivo 4.0200 Dadone?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Favorevole.
GENNARO MIGLIORE,. Conforme al relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.
ARCANGELO SANNICANDRO. Non ho capito perché il 4.201 Sannicandro è precluso. Vorrei anche spiegare cosa vogliamo affermare con questo emendamento, prima che ci dichiariate che è precluso. Posso Presidente?
PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, perché il 4.300 sopprime le parole da: “I magistrati in aspettativa” fino alla fine del comma. Quindi, sostanzialmente sopprime il secondo periodo su cui interviene il suo emendamento.
ARCANGELO SANNICANDRO. Talvolta si potrebbe capire il perché? C'è qualcuno che lo può spiegare?
PRESIDENTE. Io più che spiegarglielo posso farle un disegno, però…
ARCANGELO SANNICANDRO. Comincio a spiegarmi io. L'articolo 4 è: “Status dei magistrati in costanza di mandato o di incarico di governo”. Il secondo periodo dice che: “I magistrati in aspettativa conservano il trattamento economico in godimento, senza possibilità di cumulo con l'indennità corrisposta in ragione della carica. È comunque fatta salva la possibilità di optare per la corresponsione della sola indennità di carica”.
PRESIDENTE. Questa parte non c'è più, è soppressa.
ARCANGELO SANNICANDRO. Ho capito, ma non è che di fronte all'Alta Corte di giustizia…
PRESIDENTE. Che succede? Sospendo la seduta.
PRESIDENTE. Prego colleghi, prendete posto. La nostra collega Ascani ha ripreso conoscenza, adesso lo medico sta facendo i dovuti accertamenti per verificare la causa del malore: le faccio, a nome, credo, di tutta l'Assemblea, i nostri auguri .
ARCANGELO SANNICANDRO. Allora colleghi, Presidente, all'articolo 4, dei magistrati in costanza di mandato di incarico di Governo, io avevo proposto un emendamento che mirava a cassare dal testo la parte in cui è scritto che i magistrati in aspettativa possono scegliere tra l'indennità di carica di parlamentare e l'indennità di carica, diciamo così, lo stipendio, che prendevano quando erano magistrati e a me sembrava una cosa, come dire, inaccettabile, anche se questo è già previsto da una legge del 2001, in verità, però mi sembra una cosa inaccettabile, soprattutto nell'epoca in cui si parla di casta dei parlamentari…
PRESIDENTE. Però mi perdoni, onorevole Sannicandro, io, se vuole, la faccio parlare, però noi stiamo parlando di un emendamento che tecnicamente è precluso dall'approvazione di una condizione della Commissione bilancio, su cui l'Aula si è già pronunciata.
ARCANGELO SANNICANDRO. No no, lo potrò dire per un altro emendamento… Allora, torniamo appunto alla Commissione bilancio: voglio arrivare a dire - perché di questo voglio parlare - che la Commissione bilancio esamina anche, come dire, l'aspetto finanziario degli emendamenti?
PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, allora: noi siamo di fronte a una discussione di altra natura.
ARCANGELO SANNICANDRO. Io pregherei la Presidenza, impersonalmente parlando, che, quando ci sono delle determinazioni di Commissione fuorisacco, chiamiamole così, ci sia dato il tempo innanzitutto di entrarne in possesso e, in secondo luogo, di leggerle e di capirle, perché noi, più che mantenere il testo degli emendamenti che ci è stato trasmesso oggi, non è che dobbiamo rincorrere… non sappiamo dove sono queste determinazioni. È chiaro? E quando poi le riusciamo a reperire, come questa della Commissione bilancio, vorremmo sapere dove si trovano, dovremmo avere il tempo di leggerle, perché, se io avessi letto in tempo utile che la preclusione sarebbe stata - perché l'ho avuta dopo - in quei termini, avrei preso la parola nel momento giusto. È chiaro.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sannicandro. Le ricordo che il parere dalla Commissione bilancio è in distribuzione da circa due ore e che, tra l'altro, è stato anche oggetto di discussione nel Comitato dei diciotto, dove suppongo ci sia anche un rappresentante del suo partito.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente, volevo chiedere…
PRESIDENTE. Siamo al 4.2, ricordo.
ROBERTO SIMONETTI. Sì sì, il 4.2, quello che proroga fino a un massimo di dieci anni la possibilità di aspettativa.
ROBERTO SIMONETTI. Sono sul pezzo Presidente, non creda.
PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Simonetti, perché, se poi lei si rivolge al relatore, sarebbe bene anche che qualcuno al banco dei nove ascoltasse. Prego.
ROBERTO SIMONETTI. L'ultimo periodo dell'articolo dice che il periodo trascorso in aspettativa - di cui nell'emendamento si parla fino a un massimo di dieci anni - è computato a tutti gli effetti ai fini pensionistici e dell'anzianità di servizio; dire “ai fini pensionistici” mi fa sorgere un dubbio e volevo appunto un chiarimento, perché i dipendenti pubblici o privati che entrano aspettativa per cariche elettive hanno la possibilità appunto di vedersi riconosciuto ai fini pensionistici il cumulo contributivo, se versano il terzo a loro spettante, così come se dovessero proseguire il loro lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BERRETTA. Sì, signor Presidente, abbiamo sentito più volte l'onorevole Sannicandro ripetere che il testo del Senato è perfetto e, tuttavia, questo testo non è stato modificato, cioè è stato modificato da noi sul punto, perché questa parte, proprio dell'articolo 4, è tutta quanta venuta meno all'esito delle considerazioni fatte dalla Commissione bilancio e delle condizioni da essa poste; quindi stiamo parlando di una norma che non ci sarà più, perché abbiamo dato un parere favorevole agli emendamenti proposti dalla Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, prendo la parola su quest'emendamento, diciamo soprattutto per condividere un'amara riflessione. Chi ha avuto la fortuna di esercitare questo mandato anche nella scorsa legislatura, probabilmente vede e rivive un film che già abbiamo visto. Ogni qual volta che, da qualunque parte la si prende, si va a toccare l'istituto dei magistrati fuori ruolo, si scatena l'ira di Dio. E arriva sempre il momento nel quale anche le piccole correzioni che si vogliono fare vanno, come si dice, a farsi benedire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, sottoscrivo e faccio mio questo emendamento, col consenso del collega Giachetti, se posso, grazie.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sisto. Ovviamente sulla questione degli emendamenti, su cui la Presidenza ha dichiarato l'incostituzionalità, le ha reso precisazioni già precedentemente il Presidente Giachetti.
ANDREA COLLETTI. Innanzitutto, Presidente, per sottoscrivere l'emendamento, ma in realtà sarei anche curioso di verificare l'atto con il quale il Ministero dell'economia e delle finanze ha riferito alla Commissioni bilancio che, per attuare quest'emendamento, siano necessarie somme che il Governo italiano non si possa permettere evidentemente.
GENNARO MIGLIORE,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE,. Signor Presidente, vorrei trasmettere all'Aula, su una materia così delicata, alcune informazioni e le motivazioni per le quali ho espresso parere conforme a quello del relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Presidente, volevo ringraziare il sottosegretario Migliore. Era un'informazione che avevamo, però il sottosegretario Migliore, se ha letto l'emendamento presentato, ha potuto vedere che è un emendamento che chiede innanzitutto, così come faceva l'ordine del giorno originario, di istituire un'unica banca dati presso la Presidenza del Consiglio, non a caso, perché presso la Presidenza del Consiglio si possono avere i dati. Quindi, informi il MEF che il costo è ancora minore perché, se una banca dati già c'è, non c'è bisogno di farla, basta riutilizzarla, ma ovviamente riguarda tutti gli altri magistrati: quelli ordinari, quelli contabili, quelli militari, quelli dell'Avvocatura dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BERRETTA. Presidente, ad ulteriore supporto delle cose che diceva il sottosegretario Migliore, va precisato che una norma di legge vigente nel nostro ordinamento, contenuta nel decreto legislativo n. 35 del 2006, impone, sia per i magistrati ordinari sia per tutti i magistrati, avvocati dello Stato e procuratori dello Stato, la pubblicità di questi dati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Presidente, l'intervento del sottosegretario e del collega Berretta dimostra ampiamente quanto sia falsa la dichiarazione della Commissione bilancio quindi abbiamo preso il punto. Questo dovrebbe far riflettere la Presidenza della Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signor Presidente, questa mattina, prima dell'inizio dell'Aula, la prima cosa che ho fatto è stata quella di venire a formalizzare la sottoscrizione di questo emendamento e le risultanze poi a cui abbiamo assistito dalla discussione che è emersa non fanno nient'altro che far emergere che nel nostro Paese la legge non è uguale per tutti, ma soprattutto non è uguale per i magistrati. Davanti a una situazione del genere, a disposizioni precise che non vengono di fatto attuate, il problema vero è che l'autocontrollo non dà riscontri da nessuna parte.
WALTER VERINI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI, . Avevo chiesto la parola tempo fa, Presidente, perché credo che le ragioni che sovrintendono all'emendamento 4.203 Giachetti siano motivazioni del tutto ragionevoli.
PRESIDENTE. Colleghi, c'è una proposta di accantonamento: se non ci sono obiezioni, accantoniamo l'emendamento 4. 203 Giachetti; se ci sono obiezioni, ovviamente la poniamo in votazione.
DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Presidente, accantonare per accantonare a questo punto non capisco che cosa significhi. Allora formalizzo, se posso, la richiesta di sospensione affinché la Commissione bilancio si riunisca e ci dica: a) che cosa può essere fatto senza spesa; b) se invece si vuole, come io spero, accogliere l'emendamento Giachetti, qual è la copertura necessaria e Governo e maggioranza si fanno carico di spiegarci se dobbiamo dare 50 euro di colletta per trovare la copertura per questo gravoso provvedimento. Segnalo anche per il decoro di tutti noi che il collega Palese ha già spiegato, secondo me, molto bene perché il Presidente Giachetti ha ragione da vendere e peraltro la sua richiesta non ha nulla di ostile nei confronti di chicchessia. Mi permetto di dire per il decoro di tutti noi al rappresentante del Governo e ai relatori: se un cittadino in tribunale dà tre versioni diverse non fa un figurone Avete dato già tre versioni: la prima è che la disposizione costa; la seconda è che ce n'è già un pezzo; la terza che la legge la impone però non avete ancora verificato. Mettetevi d'accordo, dite che non lo volete fare e facciamo prima . Invece si può votare per sospendere, andate in Commissione bilancio, ci dite cosa si può fare a costo zero, cosa si può fare con un costo che quantificherete e che credo sarà sotto i 100 euro (sorrido per dire: di cosa stiamo parlando?), torniamo qui e qualcuno si assume la responsabilità di votare a favore o di votare contro
PRESIDENTE. Dunque, abbiamo una richiesta di accantonamento e una richiesta di sospensione che, a questo punto, ha la precedenza sulla richiesta di accantonamento, ma abbiamo anche la richiesta di intervento del titolare dell'emendamento che è il Presidente Giachetti a cui do la parola.
ROBERTO GIACHETTI. Sarei intervenuto sull'accantonamento ma, nel caso, intervengo sulla sospensione, così metto insieme tutti e due i ragionamenti ed esprimo l'opinione in questo caso non mia ma del gruppo.
ROBERTO GIACHETTI. Vorrei dirle, signor Presidente, in questo ritaglio…
PRESIDENTE. Parliamo della sospensione che è la richiesta più ampia.
ROBERTO GIACHETTI. Parlo della sospensione e automaticamente parlo anche a favore dell'accantonamento. Mi ritaglio all'interno della dichiarazione di gruppo una sola notazione personale: io non ho né intenzione di bloccare questo provvedimento né intenzione di fare chissà che cosa. Ho intenzione, come penso molti di quelli che sono intervenuti, di fare in modo che questo emendamento sia approvato nel senso di trovare una definitiva regolamentazione di questa materia attraverso la pubblicità nelle maniere individuate. C'è stato un problema alla Commissione bilancio. Per quanto ci riguarda se l'accantonamento è finalizzato a risolvere i problemi che si sono posti con le incongruenze, le incomprensioni (quello che vogliamo) e via dicendo, ritengo che si possa tranquillamente accantonare e con la sera, la notte, magari il MEF si interessa meglio e capisce meglio. Se lo accantoniamo, non ho alcun problema. Se il problema si risolve in queste ore, bene; se no domani mattina l'emendamento sta lì e lo esaminiamo domani mattina. Spero che ci siano occasioni per fare in modo che la “copertura” - senza recuperare affermazioni un po' ilari - sia trovata perché non credo sia una cosa molto difficile tanto più che c'è scritto che non deve avere alcun onere per lo Stato. Quindi sono contrario alla sospensione; l'accantonamento è utile perché così lo lasciamo da parte e andiamo avanti con il provvedimento e domani - lo dico all'onorevole Capezzone - possiamo tranquillamente averlo davanti a noi e decidere cosa fare.
PRESIDENTE. Quindi, ancorché favorevole all'accantonamento, l'intervento del Presidente Giachetti era un intervento contrario alla sospensione. Se non ci sono altri interventi a favore della sospensione, comunque la pongo in votazione. Non ho interventi a favore, quindi poniamo in votazione la richiesta formulata dall'onorevole Capezzone di breve sospensione dei lavori del provvedimento per consentire la riunione della Commissione bilancio.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Faccio un ragionamento che credo sia lineare cioè quello di mettere fine a questa pagliacciata. Questa pagliacciata va cessata con un assetto istituzionale: qui la Camera è di fronte ad una maggioranza, al suo interno, tanto per cambiare, spaccata, in cui vengono date tre versioni diverse, come è stato detto nell'intervento precedente, su una stessa situazione. Allora, Presidente, siamo di fronte al Governo che dice che una parte già esiste e, comunque, conferma che non costa niente il fatto di inserire questa benedetta banca dati, che, poi, è una tabella con nomi, cognomi e pochissimi altri dati. C'è addirittura il relatore che dice: no, in realtà, questo già esiste, e quindi a maggior ragione dice che non costa nulla. Però la Commissione bilancio, al fine di cercare di togliere dall'imbarazzo il partito di maggioranza, che ormai vive in costante imbarazzo, nel cui imbarazzo è sotto sequestro il Paese intero, decide di dire che invece costa.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Chiede di parlare contro? Perché lo avevo chiesto… Prego, onorevole Molteni, intende intervenire?
DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare contro l'accantonamento.
PRESIDENTE. Uno, però. Onorevole Capezzone? Mettetevi d'accordo. Per gentilezza l'onorevole Molteni rinuncia. Presidente Capezzone, prego.
DANIELE CAPEZZONE. Scusi, signor Presidente, però un conto era una procedura di sospensione con una sua dignità istituzionale e con la conoscenza di quello che sarebbe accaduto in Commissione bilancio. Quindi, si sarebbe chiarito una volta per tutte se questa cosa c'è, non c'è, costa, non costa o, eventualmente quanto, e tutti - Governo, relatori, maggioranza e opposizione - si sarebbero dovuti assumere la responsabilità di dire una cosa chiara. L'accantonamento, invece, è una cosa per la quale, in modo extraistituzionale, nei corridoi, ci si metterà d'accordo, non capisco in che modo e in che forma, poi domani mattina, all'ultimo momento, per non mettere in difficoltà la maggioranza si dirà: non lo votiamo, però accetteremo l'ordine del giorno dell'onorevole Tizio o dell'onorevole Caio, tutto in buona fede certamente. Così non funziona. È per questo che non bisogna a questo punto accantonare, ma, a nostro avviso, bisogna votare l'emendamento.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Capezzone, anche se, ad onor del vero, l'accantonamento è propedeutico anche ad una riunione del Comitato dei diciotto, non è questione esplicitamente di corridoio.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo a favore dell'accantonamento e, tanto per sgombrare il campo da ogni discussione, vorrei quasi chiedere scusa alla Commissione bilancio, perché la Commissione bilancio non ha detto che dà parere contrario : prima di dare parere contrario, la Commissione bilancio ha detto: “appare opportuno acquisire l'avviso del Governo in merito alla possibilità di dare attuazione, eccetera, eccetera”. Quindi, è il Governo che deve sciogliere la riserva D'altra parte, non è il primo provvedimento in cui scriviamo, diciamo, “a costo zero”. Qua “a costo zero” sta addirittura nell'emendamento Giachetti, tanto per capirci. Quindi, siamo a favore dell'accantonamento.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sannicandro. Prendo anche atto con gioia che lei ormai padroneggia le condizioni della bilancio con grande competenza e consapevolezza, visto che, giustamente, sono in distribuzione.
FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Esiste un provvedimento in Italia - di preciso, è il decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 -, che stabilisce che tutti i dipendenti pubblici eletti a Camera e Senato, per tutta la durata del mandato, non possano conseguire delle promozioni o degli avanzamenti di carriera, fatti salvi quelli che sono gli avanzamenti automatici per anzianità.
FABIANA DADONE. E ancora: “È doveroso segnalare la scarsa compatibilità della valutazione professionale rigorosamente disciplinata per procedure, parametri e criteri di giudizio e selezione degli elementi rilevanti e delle fonti di conoscenza con l'attività condotta dagli stessi presso gli organi di rappresentanza di governo politico-amministrativo, profondamente eterogenee per contesto, finalità e modalità, in quanto ad espressione di indirizzo politico non imparziale”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Chiedo, Presidente, un po' di attenzione perché sarebbe importante aprire un dibattito su questo emendamento. Stiamo parlando di un privilegio, stiamo parlando della progressione di carriera dei magistrati fuori ruolo, in aspettativa. Abbiamo anche in quest'Aula dei magistrati fuori ruolo, in aspettativa, che hanno il privilegio di non avere il limite di dieci anni, all'interno dei quali poter rimanere fuori ruolo, perché la carica parlamentare permette a un magistrato di rimanere anche quarant'anni fuori ruolo. E quando rientra o magari va in pensione da pubblico ministero, esce come magistrato di Corte di Cassazione. E secondo voi non è un privilegio, questo? Far progredire di carriera colui che non sta assolvendo alla carriera di magistrato per la quale ha fatto un concorso pubblico e giurato sulla Costituzione per un giusto processo? Noi chiediamo semplicemente che un magistrato, quando si candida per entrare in politica o riceve un incarico governativo, non cresca più di carriera, Presidente, rimanga lì e, quando ritorna a fare il magistrato, ritorna nello stesso incarico, nello stesso inquadramento che aveva quando è entrato in politica. Presidente, la ringrazio, io spero che altre forze politiche e soprattutto la forza politica di maggioranza relativa al Partito Democratico e il Governo ci dicano che cosa pensano di questo emendamento di giustizia, di giustezza e di equità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Vede, Presidente, in Italia i magistrati che fanno politica fanno una doppia carriera: fanno carriera politica e fanno carriera di magistrati, quindi sono doppiamente privilegiati. Ma in realtà, come vedremo nei prossimi emendamenti, ci sono magistrati che sono andati in aspettativa ventotto anni fa, che hanno fatto carriera politica e che hanno fatto carriera all'interno della magistratura grazie a quegli scatti automatici che dicevano i miei colleghi in precedenza. E un esempio lampante è il Ministro Finocchiaro, che da ventisette anni, se non sbaglio, fa politica e da ventisette anni, a differenza dei suoi colleghi magistrati, ha superato, guarda caso, tutte le valutazioni di professionalità. Ebbene, l'articolo 6, a questi magistrati che fanno politica, il Partito Democratico concede addirittura il privilegio di andare direttamente a fare i magistrati di Cassazione, così da istituzionalizzare il privilegio a favore dei magistrati politici .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie, Presidente. La strana storia del nostro Parlamento e della politica in generale: da un lato, corriamo tutti alla delegittimazione della politica, della nostra funzione, ci scarichiamo addosso tanta di quella, come dire, melma, cattiveria incredibile, dall'altro lato, la politica, gli stessi uomini che delegittimano se stessi, riescono a creare una sorta di torre d'avorio, dove dall'esterno nessuno deve poter vedere dentro. E questa è una cosa incredibile, la verità è che, purtroppo, la politica è ricattabile e la politica ha sempre più paura di certi sistemi. Allora, questa è la verità che dobbiamo dire, rispetto anche all'intervento precedente, caro amico del Governo: bisogna avere il coraggio per mettere e creare le condizioni perché la politica all'esterno sia credibile, partendo anche da questa condizione e non autoflagellando la politica stessa e scaricando la melma solo su quelli che stanno qui dentro, all'interno di questa Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Io sinceramente non so come si possa dire ai tanti magistrati che in Italia lavorano e che servono lo Stato, come tutti i parlamentari della maggioranza non si sono mai sognati di fare, io non so come si possa dire a quel magistrato: guarda, tu stai lavorando per trent'anni, ogni giorno vai in tribunale, ti ritrovi magari ogni tanto un Presidente del Consiglio cialtrone, che dice che i problemi della giustizia sono problemi relativi alle ferie dei magistrati, e quando però, tutto a un tratto, dopo trent'anni, un magistrato che trent'anni prima è andato a sedere in Parlamento te lo ritrovi allo stesso tuo grado! Cioè, è la legittimazione, Presidente, perché il Ministro Poletti non ha avuto un ha detto quello che pensano tutti all'interno della maggioranza: fatti le conoscenze giuste, vai in politica o a giocare a calcetto e superi quelli che meritano veramente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Io andrei cauto, non parlerei con tanta facilità di privilegi, questa è una parola ormai abusata. Per esempio, in quest'Aula, se qualcuno vuole parlare di privilegi, vi era una norma, la quale stabiliva che il magistrato, diventando parlamentare, può tranquillamente conservare l'ammontare dello stipendio che prendeva come magistrato. Questa norma è in vigore dal 2001 e non riguarda soltanto i magistrati, riguarda anche il pubblico impiego, tutto il pubblico impiego, cioè uno può optare, altri non possono optare. Io quello lo vedrei come un privilegio, ma non ha sortito alcun turbamento, qua dentro. Nessuno l'ha rilevato, addirittura, neanche in Commissione è stato rilevato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Grazie, Presidente. Questo dibattito, questo emendamento, a mio giudizio, richiama una differenza di vedute e di approccio su questo tema. Il nostro è quello che noi riteniamo che i magistrati che fanno una scelta, rispettando la Costituzione, rispettando le normative vigenti, di dedicare un pezzo della loro vita all'impegno nelle istituzioni e in Parlamento, rappresentino un valore per questo Parlamento, per le istituzioni, e un valore per la politica. Io richiamo i colleghi a valutare quanti sono gli avvocati in questo Parlamento, quanti sono gli avvocati in questo Parlamento, e quale contributo hanno portato i magistrati che negli anni si sono succeduti in questa istituzione al dibattito politico, anche alla formazione delle leggi che riguardano la giustizia. E la nostra valutazione è quella per cui il contributo che i magistrati si sono succeduti, in tutti gli schieramenti politici, in questa sede, è stato un contributo utile. Che poi ci sia un trattamento diverso dal punto di vista retributivo, di carriera, del reinserimento nella carriera lavorativa, per i magistrati rispetto agli altri lavoratori, non è una novità. Questo Parlamento, proprio per la separazione dei poteri tra potere legislativo e potere giudiziario, ha sempre trovato dei limiti nel normare cose che riguardano i magistrati. C'è un sistema di autogoverno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, io come sempre apprezzo molto le parole del l'onorevole Rosato, ma mi consentirà, in questo raro caso, di non condividerle dal punto di vista del metodo essenzialmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Per il suo tramite vorrei segnalare al presidente Rosato che con esperta e malevola malizia ha cercato di ribaltare i termini del ragionamento. Qui nessuno di quanti stanno prendendo parte alla discussione intende, neanche lontanamente, presupporre una barriera all'ingresso nei ruoli istituzionali a chi professionalmente sta esercitando la funzione di magistrato. È vero semmai il contrario, presidente Rosato, quello che sta a cuore è la pariteticità di trattamento cui devono essere soggetti e condizionati i parlamentari quali che fosse la loro natura lavorativa e professionale prima del loro ingresso nell'Aula parlamentare. Non mi importa sapere se ciascuno di noi prima di entrare qui facesse il professore universitario, il professionista, l'impiegato o il quando siamo qui, siamo soggetti ad un unico o dovremmo - - essere soggetti ad un paritetico trattamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Il problema è delicato, onorevole Cirielli - mi rivolgo all'onorevole Cirielli tramite la Presidenza - perché il problema vero è che nella carica della magistratura non esistono valutazioni di merito e c'è una progressione di carriera che si basa unicamente sul tempo e non sulla valutazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Grazie Presidente, ma brevissimamente, solo per dire una cosa ad alcuni colleghi, suo tramite, che sono intervenuti: che una parte della sinistra abbia un complesso di inferiorità nei confronti della magistratura è un dato di fatto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.201 Parisi?
WALTER VERINI, . Contrario.
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.202 Colletti?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.203 Colletti?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. Identici 5.200 D'Attorre, 5.204 Colletti, 5.230 Sisto e 5.235 Rampelli?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. Identici 5.205 Sisto e 5. 236 Rampelli?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.206 Molteni?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.207 Sisto, identico al 5.208 Molteni e al 5. 237 Rampelli?
WALTER VERINI, . Contrario.
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.212 D'Attorre?
WALTER VERINI, . Contrario.
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.600 delle Commissioni?
WALTER VERINI, . Favorevole.
PRESIDENTE. 5.213 Parisi?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.214 Parisi?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.225 Colletti?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.226 Colletti?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.227 Colletti?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.215 Parisi?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.216 Sisto identico al 5.238 Rampelli?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.217 Sisto identico al 5.239 Rampelli?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.209 Colletti?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.210 Colletti?
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. 5.218 Molteni?
WALTER VERINI, . Contrario.
WALTER VERINI, . Contrario.
PRESIDENTE. Allora, il 5.220 Brunetta è ritirato, quindi siamo al 5.601 delle Commissioni.
WALTER VERINI, . Favorevole
PRESIDENTE. Grazie. Il relatore di minoranza? Onorevole Sisto, glieli leggo io oppure…
FRANCESCO PAOLO SISTO, . No, Presidente, cerco di fare da solo se possibile. Allora, 5.1 Dadone favorevole; 5.201 Parisi favorevole: 5.2 Sisto è ovviamente favorevole, 5.202 Colletti pure, come anche il 5.203 Colletti. Identici 5.200 D'Attorre, 5.204 Colletti, 5.230 Sisto e 5.235 Rampelli favorevole; identici 5.205 Sisto e 5.236 Rampelli pure; 5.206 Molteni favorevole; identici 5.207, 5.208 e 5.237 favorevole; 5.6 Molteni favorevole; 5.212 D'Attorre favorevole; 5.211 Sisto analogamente; 5.213 Parisi, 5.214 Parisi …
PRESIDENTE. No, c'è prima il 5.600 delle Commissioni!
FRANCESCO PAOLO SISTO, . Sul 5.600 delle Commissioni mi rimetto all'Aula. 5.213 e 5.214 Parisi favorevole; 5.225 Colletti, 5.226 Colletti e 5.227 Colletti favorevole; 5.215 Parisi favorevole; 5.216 Sisto e 5.238 Rampelli identici favorevole; 5.217 Sisto e 5.239 Rampelli identici favorevole; 5.209 Colletti, 5.210 Colletti, 5.218 Molteni e 5.219 Sisto favorevole.
PRESIDENTE. È ritirato anche l'emendamento della Commissione 5.601.
GENNARO MIGLIORE,. Conforme al relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, solo per segnalare l'assoluta linearità di questo emendamento: questo rientra in quelle cose che sono state…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sisto: onorevole Chaouki e colleghi! Onorevole Chaouki! Onorevole Chaouki e colleghi: potete abbassare la voce per favore? Grazie. Prego onorevole Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Sì Presidente, questo rientra nelle legittime aspettative che un cittadino deve avere, nell'ipotesi in cui i magistrati candidati al Parlamento…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sisto: ma io non lo so se è possibile! Ma non so, vi divertite? Io non penso che ci sia da divertirsi. Prego, onorevole Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. Stavo dicendo che questo emendamento propone un tema assolutamente - come posso dire? - ineccepibile: i magistrati candidati al Parlamento europeo e nazionale e non eletti, ricollocati nei luoghi di provenienza - il che è tutto dire -, non possono esercitare per sette anni, anziché per due, le funzioni nella circoscrizione dove hanno presentato la candidatura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Il collega Sisto ha dimenticato di denunciare un fatto. Il testo che ci arriva dal Senato prevede dei limiti temporali in questo caso superiori a quelli che la nostra Commissione ha introdotto. Questo è il vero problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Innanzitutto mi permetta di esprimere il mio stupore di fronte all'intervento del collega Sannicandro, che evidentemente, dopo quattro anni, non riesce a vedere la classica ipotesi di una legge che il partito di maggioranza non vuole approvare. Quindi, è inutile che faccia sforzi per non migliorarla, affinché poi ci possa essere una doppia lettura conforme tra Camera e Senato: non la vogliono approvare, è evidente che non la vogliono approvare! È arrivata alla Camera, hanno inserito qualche modifica, poi tornerà al Senato, ne introdurranno qualcun'altra e qui si inventano addirittura coperture che non ci sono rispetto ad emendamenti che non richiedono coperture. Insomma, il punto diciamocelo, almeno con tutta onestà e trasparenza: questa legge il Partito Democratico non la vuole approvare! Detto ciò, qui non si sta discutendo. Lo dico al deputato Rosato, che probabilmente ha il solo fine di andare da qualche magistrato a dire: hai visto? Ho fatto l'intervento alla Camera, eh, io ho difeso qualcuno
PRESIDENTE. Onorevole Fiano, che succede ?
ALFONSO BONAFEDE. Scusi, Presidente… … ecco…
PRESIDENTE. Onorevole D'Uva, per favore! Colleghi! Onorevole D'Uva, per favore. Colleghi, per favore. Concluda, onorevole Bonafede.
ALFONSO BONAFEDE. Presidente, essendo stato definito come calunniatore dal collega Fiano, intanto la invito a prendere un provvedimento disciplinare.
PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, non dia retta alle interruzioni, la pregherei di andare avanti e di concludere l'intervento.
ALFONSO BONAFEDE. Mi faccia concludere. Sono stato espulso da quest'Aula per molto meno, mentre difendevo la Costituzione
PRESIDENTE. Colleghi, che vogliamo fare?
ALFONSO BONAFEDE. Allora, le chiedo di prendere un provvedimento disciplinare nei confronti del collega Fiano, e invito il collega Fiano ad andare a leggere sul codice penale cos'è una calunnia, che non è esattamente quello che ho fatto, cioè esprimere liberamente il mio pensiero come parlamentare. Il collega Fiano non c'è abituato, essendo comandato a bacchetta dal capo di partito…
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, onorevole Bonafede.
ALFONSO BONAFEDE. E quindi pensa che tutti quelli che pensano e dicono cosa pensano siano de calunniatori
PRESIDENTE. Per favore, la smettiamo?
ALFONSO BONAFEDE. Poi, Presidente, vorrei dire sempre che…
PRESIDENTE. Però, concluda, onorevole Bonafede, per favore.
ALFONSO BONAFEDE. Presidente, io vengo interrotto, mi permetta quantomeno di difendermi.
PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, lei è così ormai esperto d'Aula, che non si farà certo…
ALFONSO BONAFEDE. No, Presidente, voglio spiegare semplicemente ai colleghi della maggioranza che basta pigiare il tastino giallo, alzare il microfono e intervenire, se hanno qualcosa da dire, e almeno si sono guadagnati leggermente i 15 mila euro al mese che si intascano a spese dei cittadini
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore! Grazie.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Volevo dire che l'intervento del collega Rosato mi sembrava completamente fuori luogo, per il semplice fatto che nessuno sta dicendo che un magistrato non può venire all'interno di quest'Aula, ci mancherebbe! Ci sono magistrati che sono luminari del diritto, che possono decidere una volta nella loro vita di contribuire in un altro potere dello Stato, quello legislativo, ed esprimere…
PRESIDENTE. Deve avviarsi alla conclusione, onorevole.
ALFONSO BONAFEDE. No, Presidente, però lei non mi può conteggiare i minuti in cui sono stato interrotto.
PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, adesso lei però mi ascolti…
ALFONSO BONAFEDE. Mi scusi, io non ho espresso...
PRESIDENTE. Lei adesso mi ascolti, onorevole Bonafede.
PRESIDENTE. Io, non solo la posso interrompere, ma le sto facendo recuperare più di quanto lei è stato interrotto. Quindi, ha un minuto e la prego di concludere. Dopo, se vuole, visto che lo sa usare bene, vada sul sito e controlli quanto ha parlato rispetto ai tempi.
ALFONSO BONAFEDE. Assolutamente controllerò, Presidente.
PRESIDENTE. Bene, grazie, onorevole Bonafede. Concluda, ha un minuto. Prego.
ALFONSO BONAFEDE. Allora, il punto è semplicemente che, quando un magistrato si schiera politicamente e decide legittimamente di far parte di un partito politico e di svolgere la funzione di legislatore dando il suo contributo di giurista, a quel punto si ritiene, però, che sia una persona schierata per definizione, e non possa, almeno per un arco temporale congruo - che non è di due anni - andare a svolgere una funzione giurisdizionale, perché qualsiasi cittadino, trovandosi di fronte a un magistrato, deve essere sicuro, deve essere certo, di avere davanti un magistrato terzo. Anche perché, se per caso quel cittadino è un parlamentare o un senatore, poi, quando deve decadere dal suo ruolo di senatore perché condannato in via definitiva, voi lo salvate proprio avallando questo ragionamento, che oggi fate finta di combattere !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DONATELLA FERRANTI. Presidente, non sono riuscita a votare.
PRESIDENTE. Lo lasciamo agli atti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo solo per la doverosa testimonianza di questi emendamenti, ma per pochi secondi, per rimarcare come questi emendamenti del collega Parisi sostanzialmente avevano uno scopo: stabilire che il ricollocamento in ruolo avvenga nella funzione giudicante con vincolo dell'esercizio delle funzioni collegiali per un periodo di cinque anni. A me questo sembra veramente il minimo sindacale. Cioè, la funzione monocratica è quella funzione che è più aggredibile, dal punto di vista della perdita, sia formale che sostanziale, della terzietà, dell'indipendenza. Quindi, ricollocare il magistrato nelle funzioni collegiali a me sembra per il cittadino almeno una garanzia sia di pluralità che di giudizio che possa preservarlo dai rischi di un'incidenza, almeno temporale, per un certo periodo, della perdita - tra virgolette - di quella terzietà ed indipendenza che deve contraddistinguere il magistrato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, noi voteremo a favore di questi emendamenti, perché, come ho già detto dall'inizio, abbiamo l'impressione che il testo del Senato sia stato cambiato per farlo saltare. Stiamo reintroducendo la norma prevista dal comma 4 del testo del Senato, che dice così: il ricollocamento in ruolo ai sensi dei commi precedenti è disposto nella funzione giudicante con vincolo dell'esercizio delle funzioni collegiali per un periodo di cinque anni. Una volta ricollocati in ruolo, i magistrati non possono in ogni caso ricoprire incarichi direttivi o semidirettivi per un periodo di cinque anni.
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole relatore il suo parere sulla richiesta di accantonamento dell'onorevole Sannicandro.
WALTER VERINI, . Contrario, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore della richiesta di accantonamento, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. L'accantonamento a mio parere è molto utile per far meditare come situazioni di questo genere non incidono sulla terzietà: incidono sulla credibilità dei magistrati. I magistrati e chi li vuole sostenere dovrebbero essere i primi a favorire una norma di questo genere e non essere i primi ad abolirla dopo che il Senato l'ha votata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Certo, onorevole Palese perché non è che l'ora mi blocca in quello che voglio sostenere!
PRESIDENTE. Ci mancherebbe altro, ci pensa la Presidenza, onorevole Sisto, stia tranquillo.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Era uno scontro Bari-Lecce che la Presidenza comprenderà bene. Diceva bene l'onorevole Sannicandro che noi stiamo votando contro le direttive del Consiglio superiore della magistratura cioè è una follia soltanto immaginare che ci siano magistrati che stanno votando una proposta di legge che va contro le direttive del proprio organo di autogoverno. Trovo questa scelta incomprensibile e, se potessi dire la mia, violativa di un parametro di rispetto dell'organo di autogoverno di ciascun magistrato.
WALTER VERINI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI, . Intervengo, Presidente, soltanto per precisare che anche noi nella fase di discussione di questa norma abbiamo letto i documenti del Consiglio superiore della magistratura che per noi sono molto importanti, anche se ricordo a chi ha parlato precedentemente che sono indirizzi importanti dell'organo di autogoverno che tuttavia, vorrei ricordare, non vincolano il Parlamento, onorevole Sisto, che ha la sua autonomia legislativa. Ma, detto questo, volevo dire che avendo letto il documento di indirizzo del Consiglio superiore della magistratura ritengo che le norme che stiamo approvando si riflettano molto bene in quegli indirizzi e quindi ritengo che non ci sia alcuna divaricazione tra quegli orientamenti dell'organo di autogoverno e l'autonoma capacità legislativa della Camera che rimane sacra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. La ringrazio, signor Presidente. Sono molto lieto di poter ringraziare attraverso lei, il presidente che ci ha ricordato che gli indirizzi del Consiglio superiore magistratura non ci vincolano: è una bella scoperta, lui l'ha detto alle otto di sera a tutti noi, la ringraziamo molto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Intervengo ora simultaneamente sugli identici emendamenti 5.216 Sisto e 5.238 Rampelli e sugli identici 5.217 Sisto e 5.239 Rampelli esattamente nell'ordine progressivo per rimarcare come questa palese violazione delle indicazioni dell'organo di autogoverno sia veramente insostenibile da un punto di vista parlamentare ma sostenibile da parte di una maggioranza che ha cambiato completamente il testo Senato, votato all'unanimità al Senato dalla stessa maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Si tratta di dare atto all'Aula che è stato soppresso - e questo emendamento cerca di riproporre il tema - il quarto comma dell'articolo 5, che il Senato ha votato all'unanimità: “Il ricollocamento in ruolo ai sensi dei commi precedenti è disposto nella funzione giudicante con vincolo dell'esercizio delle funzioni collegiali per cinque anni”. La Camera, nella duplicità della Commissione I e II, ha soppresso questo comma. Noi chiediamo di ripristinarlo, perché è evidente che il magistrato che ritorna da ruoli così delicati e così esposti sul piano politico deve necessariamente essere ricollocato in funzioni collegiali per un periodo di cinque anni; e chi frequenta i marciapiedi giudiziari - nel senso migliore del termine - sa che è indispensabile questa percezione, questa certezza.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Sisto. Grazie...
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, di questa reattività al banco del Comitato dei diciotto sono particolarmente soddisfatto, perché vuol dire che quello che dico non è privo di conseguenze sul piano della riflessione, ma, ahimè, temo che questa riflessione non sarà sufficiente a cambiare il voto. Noi voteremo a favore
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.
DAVID ERMINI. Presidente, un attimo solo per spiegare che il Senato - lo dico per suo tramite al collega Sisto - si era dimenticato di alcune cose: per esempio, dei consiglieri regionali, dei sindaci, dei candidati sindaci, dei candidati alla carica di sindaco metropolitano. Quindi, il lavoro del Senato non era completo, ecco perché siamo intervenuti, certamente cercando di riequilibrare quelle che sono anche le tempistiche
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore! Siamo alla fine della serata e siamo così vivaci?
DAVID ERMINI. Io questo innamoramento del fatto che dovevamo prendere per oro colato…
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà. Onorevole Palese…
ARCANGELO SANNICANDRO. Il provvedimento prevede dei limiti sempre più crescenti, dei limiti di un certo tipo per chi deve entrare in lista: dei limiti maggiori per il magistrato che entra in lista e non viene eletto, dei limiti ancora maggiori per i magistrati che entrano in politica e vengono eletti e poi rientrano o dovrebbero rientrare ad esercitare la funzione giudiziaria. Dove sono stati fatti i maggiori emendamenti? A proposito dei magistrati che devono rientrare nel ruolo originario. Questa è inversamente proporzionale all'attenzione che il Senato ha posto rispetto ai vari eventi che si possono succedere.
PRESIDENTE. Non ho altri interventi... No, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà. Onorevole Cera, magari sia un po' più reattivo, che stavamo mettendo in votazione.
ANGELO CERA. No, Presidente, lei mi dà la possibilità di parlare perché è un mio diritto. Siccome ho la sensazione che fra me e lei… io, d'altra parte, non ho mai mangiato con lei, per cui ho la sensazione che mi deve dare le stesse garanzie che dà agli altri.
PRESIDENTE. Onorevole Cera, l'ho solo pregata di essere più reattivo.
ANGELO CERA. Io starò nei tempi che mi sono dati dal Regolamento.
PRESIDENTE. Certo! Non ho capito bene il mangiare che c'entra, ma me lo spiegherà dopo, magari. Prego.
ANGELO CERA. No, siccome lei da un po' di tempo mi blocca il parlare, non mi dà la parola, in qualche maniera...
PRESIDENTE. Onorevole Cera, vada avanti che è meglio. Vada avanti.
ANGELO CERA. No, è lei che deve essere più tranquillo e più sereno...
PRESIDENTE. Io sono tranquillissimo, onorevole Cera, però la prego, intervenga sull'emendamento...
ANGELO CERA. ...lei non deve andare secondo il suo umore, Presidente!
PRESIDENTE. Intervenga sull'emendamento, onorevole Cera, se no sarò costretto a toglierle la parola.
ANGELO CERA. Lei non deve andare...
PRESIDENTE. Onorevole Cera, la richiamo a intervenire sull'emendamento, se no le tolgo la parola!
ANGELO CERA. Lei non deve andare secondo il suo umore!
PRESIDENTE. Onorevole Cera, è la seconda volta, glielo dico, o lei parla sull'emendamento o io le tolgo la parola. Intervenga sull'emendamento...
ANGELO CERA. Allora rinuncio a parlare, l'importante è che lei mi ha capito, che non va secondo il suo umore...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cera.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, come d'intesa con il mio capogruppo, dichiarazione di voto sull'articolo 5: noi voteremo contrariamente a questo articolo 5, voteremo in senso contrario sul metodo e sul merito.
PRESIDENTE. Aspetti un attimo. Colleghi, per favore, c'è il collega Sisto che sta concludendo.
FRANCESCO PAOLO SISTO. ...ricorderò all'Aula che la soppressione dell'ultimo comma dell'articolo 5 elimina la possibilità che i magistrati, ricollocati in ruolo dopo essere stati candidati in politica - candidati in politica e non eletti, peggio mi sento, perché il magistrato non eletto si è esposto e neanche è stato eletto, quindi con una lesione della terzietà anche dal punto di vista soggettivo -, possano ricoprire incarichi direttivi o semi direttivi per un periodo di cinque anni. Questa norma, illustre Presidente, mi rivolgo a lei per i colleghi, è stata cancellata dalla Camera. Cioè, noi stiamo votando un articolo 5, che costituisce un per chi si candida e non viene eletto, perché quasi nulla accada, quasi nulla accada!
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sisto. Collega Ermini e collega Dambruoso, è proprio davanti a voi! Grazie.
FRANCESCO PAOLO SISTO. No, ma, tra l'altro, poi, sorridono, il che mi induce ad essere particolarmente felice, Presidente. La felicità dei miei contraddittori mi dà gioia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, credo che sia utile chiarire un po' meglio le cose. Esprimo un parere di ordine personale: quest'idea che, chi tocca la politica, sia viziato per sempre e abbia una malattia incurabile - perché questa è l'impostazione che abbiamo sentito qui stasera - davvero è, per chi fa politica con passione e credendoci, inaccettabile. L'idea che, se un magistrato decide di far politica, poi, debba pagare a vita un prezzo, mi sembra davvero incredibile e inaccettabile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa, con lettera pervenuta in data 29 marzo 2017, ha reso noto che il gruppo ha modificato in pari data la propria denominazione in “Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD”.
PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 29 marzo 2017, la IX Commissione permanente (Trasporti) ha approvato in sede legislativa la seguente proposta di legge: Minnucci ed altri “Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada” (3837), alla quale è stata abbinata la proposta di legge n. 3990 Biasotti.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.