PRESIDENTE. La seduta è aperta.
RICCARDO FRACCARO, legge il processo verbale della seduta del 3 aprile 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Antimo Cesaro, Cirielli, Coppola, Costa, D'Alia, Dambruoso, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Manlio Di Stefano, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fiorio, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Migliore, Orlando, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Russo, Sanga, Sani, Scalfarotto, Sereni, Tabacci, Valeria Valente e Velo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Grillo ed altri n. 1-01563 e Rondini ed altri n. 1-01581 in materia di liste d'attesa per le prestazioni del Servizio sanitario nazionale ed esercizio della libera professione intramoenia .
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Mi trovo qui oggi in quest'Aula per discutere di un tema che, da quando siamo in Parlamento, non è stato mai oggetto di alcun intervento normativo né di alcuna discussione da parte dei cittadini eletti democraticamente dal popolo. È un argomento particolarmente importante perché verte sulle liste d'attesa delle prestazioni sanitarie e sulle prestazioni sanitarie rese nella libera professione, altresì detta .
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GIULIA GRILLO. Stiamo finendo? Trenta minuti avevo.
PRESIDENTE. Ne ha passati ventinove, onorevole Grillo.
GIULIA GRILLO. Dovevo dire un sacco di cose. Comunque, l' doveva servire proprio a questo. In realtà, la relazione al Parlamento presentata nel 2016 che si riferisce al 2014 ha evidenziato tutta una serie di criticità molto gravi. Ne dico due velocissime: esistono ancora molte regioni che fanno esercitare nelle aziende la libera professione extramuraria cioè quella effettuata negli studi professionali che non sono collegati in rete. Questo non era previsto per legge e quindi devono essere tutti collegati in rete e deve essere tracciabile la fatturazione, cioè se io cittadino vado a farmi una visita in presso uno studio privato non devo pagare il medico, ma devo pagare l'azienda, e comunque quella prestazione deve essere tracciata.
PRESIDENTE. Comunque, onorevole Grillo, se lei vuole, può consegnare se ha delle…
GIULIA GRILLO. Era tutto nella mia testa.
PRESIDENTE. Avverto che sono state testé presentate le mozioni Fossati ed altri n. 1-01587 e Vargiu ed altri 1-01588 che, vertendo su materia analoga alle mozioni all'ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente. I relativi testi sono in distribuzione.
PAOLA BINETTI. Mi spiace molto ho solo cinque minuti, non posso prendermi il tempo che si è presa la collega Grillo, per cui dovrò essere necessariamente molto schematica. Allora la prima cosa importante è che il tema delle liste d'attesa è un tema che è comparso recentemente, nel momento in cui sono stati contingentati i tempi di presenze di lavoro dei medici; fino a pochi anni fa la dedizione dei medici al loro lavoro ospedaliero era una dedizione incondizionata, che permetteva di avere come parametro di riferimento quanto lavoro c'è da fare e non quanto tempo debbo impiegare per svolgere questo lavoro. Quindi è una risposta che, in qualche modo, viene incontro a delle esigenze di contingentamento del tempo del medico, di rispetto dei suoi tempi di lavoro professionale, ma sottrae tempo ed energie al servizio diretto ai pazienti. Da questo punto di vista l'attività permette al medico di continuare a lavorare oltre l'orario - chiamiamolo così - sindacale, entrando in un ordine di idee che è quello di rendere la propria competenza a disposizione contestualmente dell'azienda e dei pazienti, mettendoci del suo e ricavandone quello che è un equivalente sul piano economico, pattuito, concordato, discusso, eccetera.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
PAOLA BINETTI. Mi avvio alla conclusione, mi dispiace molto, comunque non posso farci altro. Voglio dire soltanto questo per concludere: questo sistema avrebbe potuto garantire miglioramenti reali per tutti, medici, pazienti e strutture. Di fatto, nello stesso tempo, si presta a manipolazioni che tolgono alla struttura la capacità di sfruttarlo, al paziente la possibilità di accedervi per via gratuita invece di dover ricorrere ad un sistema a pagamento, e al medico possono offrire il diritto di continuare a lavorare, ma anche il rischio che questo diritto si converta in una sorta di indebita prestazione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rocco Palese, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-01584. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. A me dispiace che ho poco tempo, occorrerebbe per questo problema, che è un problema molto serio dal punto di vista assistenziale delle prestazioni in riferimento alla salute della popolazione del nostro Paese, molto più tempo. Io mi auguro che in Commissione possa esserci magari un momento di riflessione maggiore.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fossati, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-01587. Ne ha facoltà.
FILIPPO FOSSATI. Presidente, il tema dell', il tema che discutiamo con le mozioni presentate, è un tema centrale nell'organizzazione sanitaria del Paese, e viene connesso - tutte le mozioni intervengono su questa connessione - al tema più generale delle liste d'attesa. Vorrei su questo fare un attimo una riflessione, ricordando che non dobbiamo - io credo non sia corretto - stabilire una relazione automatica e prevalente tra lo svolgersi dell'attività e la crescita delle liste d'attesa. Le liste d'attesa sono prodotte da una pluralità di motivi, a partire dall'inappropriatezza delle indicazioni. Noi sappiamo, soprattutto per alcuni interventi diagnostici, per esempio, quanto sia clamorosa l'incidenza di risultati negativi, che è una spia evidente della poca qualità dell'indicazione del medico prescrittore. E a partire da questo dato eclatante, a monte, poi attraversiamo, per far crescere le liste d'attesa, i vari aspetti organizzativi del sistema, e, quando si parla di aspetti organizzativi, il più delle volte sono legati ad aspetti economici. Cosa intendo dire? È chiaro che, se un reparto è in crisi di dotazione organica, quel reparto non riuscirà a garantire tempi di attesa per le prestazioni sostenibili, e lì crescerà la lista.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Milanato. Ne ha facoltà.
LORENA MILANATO. Grazie, Presidente. Le mozioni al nostro esame oggi pongono in evidenza un tema di assoluta rilevanza per la tutela della salute dei cittadini. L'annosa questione delle liste d'attesa per le prestazioni sanitarie purtroppo ancora oggi rappresenta un problema di grande importanza e attualità per molti servizi sanitari nazionali. Il cuore della questione, come è già stato detto, risiede nel cronico eccesso di domanda rispetto all'offerta di prestazioni sanitarie a fronte delle limitate risorse disponibili con pazienti e cittadini che percepiscono le lunghe liste d'attesa come un importante disservizio. Il formarsi di liste d'attesa rappresenta peraltro un fenomeno con caratteristiche di elevata complessità e alta imprevedibilità influenzato dall'interazione di molti e diversi fattori relativi alla domanda e all'offerta di prestazioni. Ad ogni modo, a nostro avviso, non è corretto voler legare il malfunzionamento delle aziende sanitarie e dei meccanismi che regolano le liste d'attesa a quello che i medici che operano nel pubblico fanno nel proprio tempo libero, decidendo fuori dall'orario di lavoro di svolgere la libera professione . Per attività libero-professionale (Alpi) si intende l'attività che la dirigenza del ruolo sanitario medico e non medico, individualmente o in esercita fuori dall'orario di lavoro in favore e su libera scelta dell'assistito pagante ad integrazione e supporto dell'attività istituzionalmente dovuta. L'Alpi viene esercitata in strutture ambulatoriali interne o esterne all'azienda sanitaria, pubbliche o private non accreditate con le quali l'azienda stipula delle apposite convenzioni. A livello nazionale la disciplina sull'attività libero-professionale è contenuta nella legge 3 agosto 2007, n. 120. La legge vuole quindi garantire ai cittadini la possibilità di scegliere lo specialista a cui rivolgersi per una prestazione soggetta al pagamento di un compenso liberalmente stabilito dal professionista ma approvato però dalla direzione sanitaria. Secondo quanto previsto dalla legge ogni azienda sanitaria, azienda ospedaliera, universitaria, policlinico universitario o anche gli istituti IRCCS di diritto pubblico predispone un piano aziendale concernente, con riferimento alle singole unità operative, i volumi di attività istituzionale e di attività libero-professionale intramuraria. L'Alpi è autorizzata a condizione che non comporti un incremento delle liste d'attesa per attività istituzionale e non contrasti quindi o pregiudichi i fini istituzionali dei servizi sanitari nazionali o regionali.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4394: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
GIUSEPPE GUERINI, Grazie, Presidente. L'Aula esamina oggi, come da lei ricordato, il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 13 del 2017. Io mi soffermerò naturalmente sugli ambiti di competenza della Commissione giustizia in quanto gli ambiti e i profili più riguardanti la I Commissione e il Ministero dell'Interno verranno trattati dal collega Naccarato.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE GUERINI, . Avendo quindi esaminato le principali misure del provvedimento, che sono appunto quelle contenute nell'articolo 6, mi limito a leggere poi le rubriche dei successivi articoli di competenza negli ambiti della giustizia: all'articolo 10 viene modificato l'articolo 20- del decreto legislativo n. 30 del 2007, in relazione al diritto dei cittadini dell'Unione europea di permanere e di circolare liberamente nel territorio dello Stato, e viene attribuita la competenza in materia di convalida dei provvedimenti di allontanamento al tribunale sede della sezione specializzata in materia di immigrazione e protezione internazionale e libera circolazione, di cui all'articolo 1.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione affari costituzionali, onorevole Naccarato.
ALESSANDRO NACCARATO, . Presidente, il decreto-legge è parte integrante della strategia della maggioranza di Governo sull'immigrazione: interviene sui flussi, realizza un nuovo modello di accoglienza, rimpatri e integrazione, e pone in modo chiaro il punto di essere severi con chi non rispetta le regole e di integrare invece chi le rispetta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.
COSIMO MARIA FERRI,. Presidente, volevo intanto ringraziare i due relatori, per avere illustrato in maniera molto autorevole ed efficace il provvedimento del Governo che è in sede di conversione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Vazio. Ne ha facoltà.
FRANCO VAZIO. Onorevole signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, la relazione illustrativa del disegno di legge di conversione individua tre ragioni di straordinaria necessità ed urgenza, di cui si è dato conto in sede di discussione delle questioni di pregiudizialità: prevedere misure per la celere definizione dei procedimenti amministrativi innanzi alle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e per l'accelerazione dei relativi procedimenti giudiziari, nel rispetto del principio di effettività, in ragione dell'aumento delle domande di protezione internazionale e dell'incremento del numero delle impugnazioni giurisdizionali; adottare misure idonee ad accelerare l'identificazione dei cittadini stranieri per far fronte alle crescenti esigenze connesse alle crisi internazionali in atto e alla necessità di definire celermente la posizione giuridica di coloro che sono condotti nel territorio nazionale in occasione di salvataggi in mare o sono comunque rintracciati nel territorio nazionale; infine, potenziare la rete dei centri di cui all'articolo 14 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e di assicurare al Ministero dell'Interno le risorse necessarie per garantire l'effettività dell'esecuzione dei provvedimenti di espulsione e di allontanamento dei cittadini stranieri in posizione di soggiorno irregolare.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Inizia, oggi, in Aula alla Camera, la discussione sul provvedimento che converte in legge il cosiddetto decreto Minniti. Una discussione che verrà, però, strozzata dalla posizione della questione di fiducia annunciata e scontata per un Governo, quello Gentiloni, che si conferma, per la linea politica adottata in materia di immigrazione, come la fotocopia dell'Esecutivo che lo ha preceduto, mostrando quel cedimento al politicamente corretto che scarica e scaricherà il costo sociale ed economico sulle spalle dei cittadini italiani. Del costo sociale ci dà conto la cronaca, ogni giorno; l'illusione che differenze culturali e religiose irriducibili possano risolversi attraverso un percorso di integrazione, sempre evocato, si scontra con la realtà dei quartieri ghetto, dove la convivenza pacifica e l'arricchimento che dovrebbe derivare dalla contaminazione del nostro modo di intendere la vita grazie al portato culturale dell'immigrato è irrintracciabile, se non nei sogni utopici dei cantori della società meticcia, incubo che tormenta le nostre comunità.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gregorio Fontana. Ne ha facoltà.
GREGORIO FONTANA. Grazie Presidente. Colleghi, ci apprestiamo a discutere un provvedimento che è stato lungamente atteso e specialmente più volte annunciato con grandi slogan e che si è rivelato non solo completamente inappropriato per dirimere la questione migranti, ma ha svelato la totale sordità del Governo.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Roberta Agostini. Ne ha facoltà.
ROBERTA AGOSTINI. Presidente, arriva alla Camera un provvedimento importante e complesso, che, per il tema che affronta, credo avrebbe dovuto essere discusso ed esaminato con grande attenzione anche dalle Commissioni competenti, prima ancora che dall'Aula.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Agostini.
ROBERTA AGOSTINI. Ho concluso, Presidente.
PRESIDENTE. No, non era per lei: richiamavo l'onorevole Palese che parlava con il rappresentante del Governo. Prego.
ROBERTA AGOSTINI. …aspetti sui quali avremmo voluto concentrarci di più nelle Commissioni per poter dare anche il nostro contributo costruttivo. Purtroppo così non è stato e quindi anche questo problema aggrava il giudizio che abbiamo sul decreto-legge.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, colleghi e colleghe, vorrei intanto dire che il provvedimento in discussione in realtà deve essere letto insieme all'altro, il decreto-legge sulla sicurezza urbana, di cui questa Camera si è già si è già occupata. Deve essere letto insieme all'altro provvedimento perché entrambe le misure in realtà rispondono alla stessa filosofia che si potrebbe definire securitaria, legata a un'idea un po' poliziesca di problemi così gravi, così importanti, problemi sociali, umani, umanitari come quelli legati, da una parte, al tema dell'immigrazione, di chi scappa dalle guerre, e, dall'altra, a chi si trova in condizioni di marginalità sociale, di povertà nelle nostre città. D'altronde questa è un'impostazione che si è consolidata nel corso degli anni in una sorta di via penale ai problemi sociali, di criminalizzazione dei problemi legati alla povertà, al disagio, alla sofferenza, alle condizioni di ingiustizia nel mondo. Tale via penale è stata sperimentata in questi anni sul tema delle tossicodipendenze e sul tema delle migrazioni. Abbiamo avuto leggi come la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi. Da tempo il tema della criminalizzazione o, comunque, della via poliziesca o dell'ordine pubblico rispetto ai temi della marginalità sociale, di problemi legati anche alle guerre e alla povertà nel mondo si è consolidato non solo nel nostro Paese ma, ancora prima del nostro Paese, in altri Paesi tra cui gli Stati Uniti. Si potrebbe dire che bisogno c'era dell'urgenza, che bisogno c'era di approvare due decreti in modo così repentino, considerando anche i dati che lo stesso Ministero dell'interno ci ha fornito nelle settimane scorse: la diminuzione dei reati e il tema degli sbarchi, che naturalmente è un tema serio, ma può essere governato e gestito soprattutto in un ambito europeo. Noi definiamo tali provvedimenti, compreso questo in esame, provvedimenti pubblicitari ed elettorali.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Grazie, Presidente. L'argomento di cui parliamo oggi dovrebbe essere un argomento molto importante: il governo del fenomeno migratorio e il provvedimento varato dal Governo. Senza polemica sarei, anzi, sono curioso di vedere, caro Presidente, se domani i quotidiani nazionali pubblicheranno una foto di quest'Aula vuota con la stessa enfasi con cui pubblicarono la foto dell'Aula vuota in occasione della discussione del testamento biologico. Evidentemente ci sono degli argomenti che vengono ritenuti più importanti di altri, mi si lasci passare la battuta, ma, forse, sarebbe il caso che tutti, noi per primi, ci mancherebbe, fossimo un po' più seri e un po' meno strumentali.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente, io già giovedì scorso, in occasione della questione pregiudiziale, ho avuto modo nel dettaglio di parlare di questo provvedimento e soprattutto dei motivi per cui confligge con la nostra Costituzione.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore per la Commissione affari costituzionali, onorevole Naccarato, che ha quattro minuti e che però non vedo, quindi presumo che vi abbia rinunziato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato, e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la Ministra per i rapporti con il Parlamento, senatrice Anna Finocchiaro.
ANNA FINOCCHIARO,. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 4394, di conversione del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.
PRESIDENTE. La ringrazio.
PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sul disegno di legge n. 4394 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale (approvato dal Senato - scadenza: 18 aprile 2017) si è convenuta all'unanimità la seguente organizzazione dei lavori.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.