PRESIDENTE. La seduta è aperta.
RAFFAELLO VIGNALI, legge il processo verbale della seduta del 7 aprile 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Amoddio, Artini, Baretta, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Matteo Bragantini, Bressa, Brunetta, Bueno, Capelli, Casero, Catania, Cicchitto, Cirielli, Coppola, Costa, Dambruoso, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Giacomelli, Giorgis, Gozi, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Antonio Martino, Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Palladino, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Sanga, Scalfarotto, Schullian, Tabacci, Valeria Valente e Velo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4394: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Come ho già detto ieri, nella dichiarazione di fiducia al Governo, non posso non esprimere il disagio del gruppo Socialista nei confronti di questo provvedimento. È un disagio che si riferisce al metodo, perché siamo convinti che un provvedimento importante e complesso come questo avrebbe dovuto essere esaminato, discusso, eventualmente emendato, emendato dalle Commissioni e dall'Aula. Così non è stato e ci troviamo a dover votare in tempi strettissimi un testo blindato, che, a nostro parere, presenta numerose criticità accanto ad alcuni aspetti positivi, tra questi: l'aumento, attraverso nuovi concorsi, del personale destinato al potenziamento delle commissioni territoriali, che esaminano le domande di protezione internazionale; l'inserimento dei migranti in lavori socialmente utili; la formazione dei magistrati specializzati in materia; il potenziamento della nostra rete diplomatica nei Paesi di provenienza dei migranti. Questi sono gli aspetti positivi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, l'Italia è impegnata da diverso tempo in una grande operazione umanitaria. Noi raccogliamo per mare quelli che tentano di raggiungere illegalmente le nostre coste e salviamo loro la vita. Purtroppo, migliaia di vite umane sono andate perse nel Mediterraneo, ma molte di più sono state salvate dall'intervento della Marina militare italiana e della Guardia costiera italiana. Voglio prima di tutto ringraziare i soldati, gli uomini e le donne, della Marina militare e della Guardia costiera per il grande lavoro umanitario che fanno. Questo avviene sulla base di un contratto implicito: noi salviamo le vite in mare, ma chi non ha diritto di entrare in Italia deve essere rimpatriato e con questo provvedimento noi iniziamo una politica volta a tener fede a questo contratto. È un contratto che facciamo col popolo italiano, in cui molti sono preoccupati, non senza ragione, di un'immigrazione incontrollata, ma è un contratto che facciamo anche con l'Europa. Signor Ministro, lei va nelle sedi europee e cosa le dicono? La redistribuzione non funziona perché noi non abbiamo certezza sul fatto che voi controlliate effettivamente i migranti sul vostro territorio. Prima non li identificavate nemmeno; oggi, grazie al Ministro Alfano e anche al suo intervento, le identificazioni sono ragionevolmente fatte bene, ma dopo c'è un buco tra il parere della Commissione e l'appello, c'è uno spazio di tempo in cui l'immigrato illegale, il richiedente asilo che diventa immigrato illegale nel momento in cui si eclissa, scompare; scompare e voi non ne sapete rendere ragione. Non siete un partner affidabile per il controllo del territorio europeo, perché non controllate il vostro territorio. Se vogliamo avere una politica comune dell'asilo dobbiamo avere una politica comune dei rimpatri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Dispiace per l'ennesimo ricorso alla fiducia che mortifica il ruolo del Parlamento impedendo quel confronto costruttivo su una tematica così delicata che noi invece avremmo auspicato, signor Presidente. È ovvio - e lo dico da subito - il voto contrario della componente dei Conservatori e Riformisti sulla fiducia, non solo per una chiara posizione politica che da sempre ci vede all'opposizione, ma soprattutto per le forti perplessità di merito contenute nel provvedimento. Questo decreto è stato annunciato come una soluzione ai problemi della legalità e del contrasto all'immigrazione, ma ovviamente non è così. Qualche flebile luce e nulla più, un timidissimo passo in avanti rispetto al precedente tragico triennio. Penso alla procedura per l'espulsione che forse contribuirà ad avere un migliaio di espulsioni in più, ma considerati i numeri dell'esodo c'è poco da stare sereni. Con grave ritardo ci si accorge degli infiniti tempi di esame delle richieste di asilo e dei ricorsi, si riaprono i CIE che con una nuova denominazione si chiamano ora centri di permanenza per il rimpatrio, centri sui quali, tuttavia, nutriamo molti dubbi in merito alla capienza. Infatti, nella relazione tecnica allegata al disegno di legge di conversione si rileva che l'ampliamento della rete dei centri di permanenza per i rimpatri dovrebbe incrementare la capienza attuale da circa 360 fino a 1.600 posti. Tenuto conto che solo nelle ultime settimane sono sbarcate circa 9/10 mila persone, cioè cinque volte la capienza dei centri, viene facile capire come il livello di saturazione degli stessi sia già raggiunto, con una grande saturazione e già in riferimento alla partenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI. Presidente, disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale di contrasto all'immigrazione illegale: un bel titolo, altisonante, serio, per questo decreto-legge, titolo di fronte al quale gli scafisti di mezzo mondo, i trafficanti di esseri umani, si sono allarmati e avranno detto: vuoi vedere che dopo Angelino Alfano, anche detto Caronte, il grande traghettatore di africani in Italia, è arrivato il Ministro Minniti e sono cambiate le cose? Per un attimo c'è stato sicuramente un po' di sconcerto, ma lo sconcerto, purtroppo, è durato poco, il tempo di leggere il testo di questo decreto, perché al di là del titolo, sicuramente interessante, i provvedimenti contenuti nel decreto, ministro Minniti, mi dispiace, dimostrano ancora una volta come non si capisca la portata del fenomeno che stiamo discutendo.
GIORGIA MELONI. …e sono due cose molto diverse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'immagine del rifugiato è molto cambiata negli ultimi anni, ma il diritto di chiedere asilo resta un fondamento della costruzione europea ed è inserito nella nostra Costituzione. C'è un diritto universale all'ospitalità che non dipende dalla benevolenza di uno Stato o dell'altro, ma è un diritto cosmopolitico, cioè lo straniero non può essere respinto se è in gioco la sua vita e, nonostante i nostri sofismi per distinguere tra migranti economici e profughi, la realtà è che 65 milioni di persone nel mondo sono disposte a morire di speranza per arrivare in una terra diversa da quella in cui c'è guerra, fame, instabilità, dittatura, fanatismo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, Presidente. Anche noi, come Civici e Innovatori, lo anticipo, esprimiamo una convinta manifestazione di consenso e di accettazione della prospettiva fatta con questo decreto-legge, che di fatto riceve e accoglie delle sollecitazioni fatte proprio dal collega Mazziotti Di Celso, sempre dei Civici e Innovatori, con una mozione di diversi mesi fa, che però era stata accolta, che segnalava la necessità appunto di velocizzare senz'altro la procedura per il riconoscimento del diritto di asilo dei richiedenti asilo. In qualche modo, pur se non nei dettagli, questa mozione è stata di fatto recepita da questo decreto-legge, da questo provvedimento che andiamo oggi ad analizzare e a votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maestri. Ne ha facoltà.
ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, proverò a misurare l'indecenza del DDL Minniti-Orlando con il numero degli strappi a principi e valori della Costituzione, in modo che rimanga traccia, dentro e fuori da quest'Aula, del profondo disvalore sotteso a questo provvedimento e dell'oggettivo contrasto in cui si pone con la tradizione di cultura dei diritti umani fondamentali della sinistra in Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Lo dico subito, noi riteniamo che il Ministro Minniti sia una persona seria, una persona perbene, che ha la nostra stima e il nostro rispetto, una persona preparata e competente. Proprio perché il Ministro Minniti è una persona seria e competente, non può sfuggire, al Ministro Minniti, la situazione drammatica …
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Molteni. Colleghi, dovete abbassare la voce.
NICOLA MOLTENI. Stavo facendo dei complimenti, lei mi interrompe sui complimenti… Non può ovviamente sfuggire al Ministro Minniti la situazione drammatica che sta vivendo il nostro Paese sul tema dell'immigrazione. Siamo di fronte, Ministro, ad una vera e propria invasione di massa, che mai la storia del nostro Paese ha vissuto, un'invasione di massa dettata da evidenti responsabilità politiche. Sono le responsabilità politiche di chi, in questi quattro anni, cinque anni, gli ultimi quattro Governi (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni), ha incentivato la politica dell'accoglienza, ha incentivato la politica filo-immigrazionista, ha incentivato la politica buonista dell'accoglienza, ha incentivato le politiche filo-immigrazioniste, ha incentivato quella politica delle “porte aperte”, che sta causando i danni, da un punto di vista sociale, perché l'immigrazione costa, e da un punto di vista di ordine pubblico e di criminalità che oggi il nostro Paese sta vivendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, c'era la necessità di una risposta chiara nella materia di cui ci occupiamo e questo provvedimento, a nostro avviso, dà una prima importante risposta a una problematica che mai come in questo momento ci vede al centro di una situazione internazionale rispetto alla quale noi andiamo a fronte alta e con la sicurezza di aver fatto sempre e fino in fondo il nostro dovere nei confronti degli altri Paesi dell'Europa. È un provvedimento che si muove attraverso una triplice direzione. La prima direzione è quella di rendere più celeri le definizioni dei procedimenti amministrativi innanzi alle commissioni territoriali e sotto questo aspetto molto è stato fatto e molto prevede questo provvedimento, con riferimento alla semplificazione delle procedure e ai tempi in cui queste procedure debbano maturare, dando un a tutto il sistema tuttora vigente che ci consente di poter dire tranquillamente che quei tempi, che in qualsiasi caso erano considerati lunghi, lunghissimi, saranno in seguito abbreviati rispetto al contenuto e alle normative nuove introdotte con questo provvedimento. Inoltre, anche l'introduzione e la possibilità dell'assunzione di 250 nuove forze di lavoro nelle strutture che ci riguardano è un fatto importante perché, al di là di tutti i provvedimenti e delle norme che si possono fare, se non normi poi in concreto la possibilità di operare proprio attraverso le strutture il cui lavoro viene portato avanti dagli esseri umani è chiaro che il problema rimane. Quindi, anche questo segnale di aumentare la forza lavoro nelle strutture per tutto quello che riguarda l'accompagnamento e l'assistenza agli immigrati e ai soggetti richiedenti la protezione internazionale, ci fa sperare che consentirà di rendere più celere questo percorso in sede amministrativa. Questo, dunque, è il primo aspetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roberta Agostini. Ne ha facoltà.
ROBERTA AGOSTINI. Presidente, quest'Aula torna a discutere di un grande tema, quello delle migrazioni, che riguarda la vita e il destino di milioni di persone che scappano da guerre, fame, violenze, persecuzioni, ma che riguarda anche il futuro del nostro Paese e dell'Europa tutta, che mette alla prova la politica e il nostro sistema di valori costituzionali. Per questo avremmo bisogno di uno sguardo lungo, strategico, che purtroppo questa proposta del Governo non contiene, perché affronta in modo parziale e per certi versi anche sbagliato unicamente l'aspetto del rimpatrio dei clandestini e la velocizzazione delle procedure per l'esame delle richieste di protezione internazionale.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Agostini.
ROBERTA AGOSTINI. Ho concluso. Purtroppo, Presidente, questo dibattito non c'è stato: riteniamo grave non aver potuto dare un contributo di merito, non aver potuto migliorare il testo.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Agostini.
ROBERTA AGOSTINI. Per tali motivi di merito, ma anche di metodo, annuncio il voto contrario del mio gruppo, augurandoci che su una serie di questioni si possa proseguire il dialogo con il Governo .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Agostini. Salutiamo gli alunni e i docenti dell'Istituto “Caio Giulio Cesare” di Osimo in provincia di Ancona
LAURA RAVETTO. Grazie, Presidente. Ministro, colleghi, ieri in quest'Aula abbiamo votato l'ennesima fiducia di questa legislatura su un provvedimento che già al Senato aveva avuto una gestazione travagliata.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ravetto.
LAURA RAVETTO. Il Ministro ha rievocato la parola sicurezza e in questo senso ci siamo trovati davanti ad un Ministro le cui parole, in effetti, non avevano alcun lato di ambiguità. Il Ministro ha rievocato la parola sicurezza e in questo senso ammettiamo che comunicare sicurezza è già sicurezza; di questo le diamo atto, Ministro Minniti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Il nostro dissenso nei confronti di questo provvedimento è forte e marcato e lo è per due ordini di ragioni: sia per il metodo, che per il merito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, lei ha detto che l'accoglienza ha un limite nella capacità di integrazione. Anch'io credo in questo principio, anche noi lo crediamo. E, dunque, questo decreto-legge risponde alla necessità di dare risposta ora, subito, al dramma dell'immigrazione, ed in particolare a quello dei rifugiati e di quanti fuggono dai loro Paesi devastati dalla guerra e dal terrorismo, di dare risposte insieme ai diritti e ai doveri.
PRESIDENTE. Un attimo solo, onorevole Fiano. Colleghi, per favore. Prego, onorevole Fiano.
EMANUELE FIANO. ...che fuggono dalla guerra e dove non ci sono conflitti fuggono dalla fame, seguendo le rotte della disperazione.
PRESIDENTE. Scusi onorevole Fiano. Mi rivolgo almeno ai colleghi del gruppo dell'onorevole Fiano, se è possibile abbassare la voce.
EMANUELE FIANO. Che poi è anche il suo, Presidente.
PRESIDENTE. In questo momento io, come lei sa, sto presiedendo. Prego, onorevole Fiano.
EMANUELE FIANO. Scherzavo. …potranno assicurare una maggiore celerità ai ricorsi giurisdizionali. Con la medesima finalità viene modificato anche il rito processuale applicabile a questo tipo di controversie, sempre perché al centro c'è, contemporaneamente, il diritto di chi chiede e il diritto di chi concede l'asilo. È vero che viene eliminato un grado di giudizio, ma si consente contestualmente la massima emersione della storia personale di chi si trova nella drammatica situazione di dover richiedere la protezione internazionale, di poter far conoscere il proprio dramma e di poter far valere i propri diritti. Per questo è prevista anche l'assunzione di ulteriori 250 unità di personale a tempo indeterminato, da destinare agli uffici delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale della Commissione nazionale per il diritto di asilo.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sui recenti sviluppi della situazione in Siria.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Angelino Alfano. Colleghi, per favore è possibile togliere i capannelli? Grazie. Prego, Ministro.
ANGELINO ALFANO,. Signora Presidente, onorevoli colleghi, considero l'informativa odierna particolarmente tempestiva, all'indomani del G7 esteri consacrato in buona parte alla Siria.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, Presidente. Dobbiamo per la discussione di oggi avere ben chiaro il punto di partenza. Già molte altre volte abbiamo discusso in quest'Aula e anche in sede di Commissione della situazione in Siria, delle sue conseguenze per la regione e per l'Europa stessa. Oggi però discutiamo di Siria a partire dalle immagini atroci che ci sono arrivate tra il 4 e il 5 aprile da Idlib, un piccolo villaggio siriano che ha subìto un attacco con agenti chimici e dobbiamo dirci che cosa abbiamo visto in quelle immagini perché davvero cedere alla disinformazione in un caso come questo è troppo.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. …che si radicalizzano nelle nostre società. Serve una soluzione politica. Il Ministro Alfano ci ha raccontato come è stato utilizzato intelligentemente il G7 di ieri. Serve dire che Assad non è la soluzione. Serve prestare aiuto alla popolazione civile a partire dai corridoi umanitari e serve soprattutto fare i conti con le potenze regionali fondamentali ma che non possono essere da sole una soluzione al conflitto siriano
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Di Battista. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Signora Presidente, deputati, Ministro Alfano, mi rendo conto che ormai il Partito Democratico si stia comportando come forza di opposizione e, frustrato, inserisca il MoVimento 5 Stelle all'interno di ogni suo discorso ma da chi ha avallato il programma F-35, da chi ha avallato l'assurdo bombardamento di Belgrado, da chi ha avallato la guerra in Afghanistan e da chi si è calato le braghe di fronte a Sarkozy per l'intervento in Libia non accetteremo mai lezioni: vergognatevi ! Adesso parliamo di cose più alte del Partito Democratico, suo alleato Ministro Alfano. Nel 1983 Donald Rumsfeld venne inviato dal Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, a Baghdad ad incontrare Saddam Hussein.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.
MARIA ROSARIA CARFAGNA. Presidente, signor Ministro, di fronte a tutto quello che è successo in Siria, non solo negli ultimi giorni, ma anche negli ultimi anni, intanto mi lasci dire che è molto triste vedere che ci sono alcune forze politiche che su questi temi, di fronte alle immagini che abbiamo visto in questi giorni, decidono di fare propaganda soltanto in una logica di produzione del consenso; è triste ed è anche indegno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Arturo Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente. Io eviterei in questa fase una discussione su chi ha più responsabilità del passato. Serve a poco. Guardiamo cosa c'è oggi in Siria e guardiamo quella guerra che è stata definita, giustamente, senza testimoni. E proviamo anche a fare un elenco dei numeri, perché forse ripartendo dai numeri riusciamo a capire cosa si deve fare, come si deve agire, perché deve cessare questo conflitto e qual è la funzione del nostro Paese e del nostro continente. Secondo il l'istituto britannico di monitoraggio del conflitto, dopo sei anni di guerra siamo a quasi 500 mila vittime, 321 mila morti e 145 mila dispersi, 6 milioni e mezzo di sfollati interni e 4,8 milioni di rifugiati, distribuiti tra Turchia, Libano, Giordania, Egitto ed Iraq.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Grazie, Presidente. Siccome condivido l'intervento che ha fatto poco fa l'onorevole Quartapelle Procopio e anche la parte iniziale dell'intervento dell'onorevole Carfagna, vorrei fare qualche osservazione all'onorevole Di Battista, guardando quello che è successo nel passato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi non abbiamo, anzi vorremmo avere, le certezze della collega Quartapelle Procopio e del presidente Cicchitto sulla mano che ha effettivamente usato e armato quelle bombe col gas, che ha creato quei morti, in quelle immagini atroci. Purtroppo, non ce l'abbiamo e anche lo stesso Ministro ha richiamato la necessità di una Commissione d'inchiesta per verificare cosa effettivamente sia successo in quel quadrante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei ha definito la risposta americana all'attacco di Idlib proporzionata, motivata e comprensibile. Noi lo definiamo un atto di guerra arbitrario e unilaterale, contrario al diritto internazionale ed è esattamente da questa differenza di valutazione che noi vorremmo proporre a quest'Aula parlamentare una riflessione politica su qual è oggi il ruolo delle Nazioni Unite, della NATO e anche dell'Unione europea dentro questo nuovo scenario globale.
ERASMO PALAZZOTTO. …in cui coinvolgere, per esempio, le forze democratiche curde, che nel nord della Siria sono un pezzo fondamentale e dovremmo proporre una moratoria sulla vendita di armi ai Paesi coinvolti nei conflitti in Medio Oriente, a partire dall'Arabia Saudita e dalla Turchia che sono i principali finanziatori di questo conflitto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Non posso non cominciare prendendo spunto dall'intervento del collega Palazzotto che ha ripreso oggettivamente, anche se con maggiore garbo istituzionale, quel frullato di storia che il collega Di Battista ci ha urlato a squarciagola e del quale onestamente io non ho capito nulla. L'unica cosa che ho compreso è che Di Battista si propone l'idea di riformare l'ONU. Ora, non dubito che l'ONU abbia bisogno di essere leggermente riformata - non da Di Battista, per carità - ma dubito che da quest'Aula possa arrivare una sufficiente energia per poter cambiare un'istituzione che ogni tanto ci delude.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rabino. Ne ha facoltà.
MARIANO RABINO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, abbiamo ascoltato con attenzione la sua informativa sulla situazione siriana e non possiamo che condividerne l'impianto di fondo, sulle strategie da adottare per porre fine il prima possibile al conflitto in Siria - sul punto tornerò in seguito - e sull'azione dell'Italia ben esemplificata dal recente vertice di Lucca, un'Italia che non si limita ad osservare, auto-relegandosi a ruolo di attore non protagonista, ma che, al contrario, favorisce ed incalza la comunità internazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signora Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, dopo pochi giorni dai crimini di guerra commessi in Siria con l'uso di armi chimiche, non possiamo che ripetere quanto ha detto il Presidente Mattarella a Mosca nella giornata di ieri: l'uso di armi chimiche è inaccettabile! Siamo convinti che un tale crimine di guerra debba essere fermato, e l'uso delle armi chimiche deve essere bandito da ogni contesto, come del resto ci ricordano le convenzioni internazionali e le risoluzioni dell'ONU.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI. Presidente, colleghi, la domanda che ho stamattina è se ritenete che esista una differenza tra un ubriaco che parla con gli amici al bar e il Presidente del Consiglio e i Ministri di una nazione sovrana. Ci sono diverse differenze; la prima differenza che balza agli occhi a me è che un ubriaco può dire quello che vuole senza dover rendere conto a nessuno di quello che dice, mentre il Presidente e i Ministri di una nazione sovrana rispondono delle loro affermazioni, perché non rappresentano solamente se stessi ma appunto quella nazione sovrana. Quindi, quando si tratta di queste questioni, se fosse in gioco solamente la credibilità personale del Presidente Gentiloni o del Ministro Alfano, ci dormiremmo la notte, ma siccome qui si tratta della credibilità residua dell'Italia, la questione è seria. Il problema qual è? Il problema è che nella gestione di questa vicenda siriana, Presidente, il Premier Gentiloni e il Ministro Alfano hanno rischiato, con le loro improvvide dichiarazioni, di azzerare la distanza che dovrebbe esistere tra un Capo di Governo e un allegro avvinazzato. Il Presidente del Consiglio dichiara che l'attacco americano in Siria è - cito - una risposta motivata a un crimine di guerra commesso da Bashar al-Assad, e che l'intervento americano - cito - si è sviluppato contro la base aerea da cui sono partiti gli attacchi con uso di armi chimiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, signor Ministro degli esteri, colleghe e colleghi, avremmo molto desiderio da questi banchi di parlare dei pacifisti che si sono improvvisamente indignati questa settimana ed erano spariti per due anni, tre anni, quattro anni, cinque anni mentre Assad massacrava il suo popolo. Avremmo molto desiderio di parlare dei molti nei banchi di maggioranza che erano già convinti che Hillary Clinton fosse alla Casa Bianca e oggi frettolosamente ma positivamente si riposizionano verso l'amministrazione Trump e ne siamo lieti. Avremmo desiderio di parlare anche di tanti trumpisti fino a una settimana fa, forse trumpisti per ragioni sbagliate, che, quando arriva una buona ragione per essere trumpisti, si riposizionano anche loro ma in una direzione sbagliata. Da questi banchi noi, occidentali sempre con principi e con realismo, non abbiamo bisogno di riposizionarci. Signora Presidente, signor Ministro, colleghi, nessuno si nasconde le difficoltà della situazione in Siria ma la scelta positiva dell'amministrazione americana apre una fase nuova. Dopo otto anni di assenza americana, dopo otto anni di arretramento obamiano che hanno lasciato il campo non solo al terrorismo ma anche a autoritari come Iran e Russia, ora l'Occidente è tornato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare al deputato Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Tutti noi siamo stati sconvolti dalle immagini del drammatico attacco aereo con gas nervini che è costato la vita a tanti bambini in Siria. Ricordiamo che nemmeno Adolf Hitler usò i gas e almeno in questo prestò omaggio alle Convenzioni internazionali che escludevano l'uso di quest'arma di distruzione di massa. Tuttavia non posso nascondere alcune perplessità davanti alla reazione degli Stati Uniti e anche alla posizione del Governo italiano che pure nel complesso condivido. Signor Ministro, una notizia è l'attacco con i gas ma un'altra notizia è anche che la stampa internazionale ha deciso di concentrare l'attenzione sulla Siria da questo punto di vista. Senza uso di gas sono mancati nei giorni, nelle settimane, nei mesi passati episodi egualmente orribili compiuti da tutte e due le parti del conflitto in corso? Purtroppo non sono mancati. Assad è il cattivo nella situazione siriana. Io ne dubito: non dubito che Assad sia cattivo, dubito che i suoi avversari siano moralmente e politicamente assai migliori di lui. Che fare? Qual è il percorso che noi possiamo e dobbiamo seguire? Credo sia quello che lei, signor Ministro, ha giustamente delineato: dobbiamo parlare con tutti affermando la nostra disapprovazione ma non interrompendo il dialogo perché gli avversari di Assad sono la jihad islamica o gruppi legati alla jihad islamica mentre la componente democratica dell'opposizione è una componente chiaramente minoritaria. Dobbiamo parlare con tutti e cercare di fare in modo che Stati Uniti e Unione Sovietica tornino a parlarsi fra di loro. È da lì che passa il cammino stretto della pace e del sollievo per tutti i perseguitati in Siria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Noi socialisti ancora una volta ribadiamo la condanna per il bombardamento di Idlib in cui sono stati usati gas nervini, che ha causato la strage di decine e decine di civili di cui un terzo minori, quindi condanna ferma senza incertezze. Esprimiamo invece qualche dubbio per la reazione americana che ha lanciato missili sulla base militare siriana da cui sarebbero partiti gli aerei impiegati contro gli abitanti di Idlib. Restano dubbi perché, nonostante le asserite prove della colpevolezza del regime di Assad, è un passato recente quello delle prove schiaccianti contro il dittatore iracheno Saddam Hussein che si sono rivelate montature strumentali alla dichiarazione di una guerra. Comunque, al di là delle possibili responsabilità di Assad che andranno accertate, restano interrogativi per noi senza risposta sull'efficacia dei bombardamenti statunitensi. Non mancano nemmeno interrogativi, questi sì enormi, sul comportamento russo sia per il suo sostegno al regime di Assad e sono gravi responsabilità perché hanno protratto la durata di questa crisi e hanno provocato l'ulteriore intensità di questa tragedia, ma anche per non aver fermato l'uso delle armi chimiche se fossero accertate le responsabilità siriane. A noi sembrano chiari gli obiettivi da perseguire in questa tragedia, in questa tragica vicenda siriana, per i rapporti con i Governi coinvolti nella crisi, per le nostre alleanze, per il nostro interesse nazionale, anche in relazione ai flussi migratori, per il nostro impegno nel promuovere libertà e democrazia.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Grillo ed altri n. 1-01563 Rondini ed altri n. 1-01581, Palese ed altri n. 1-01584, Binetti ed altri n. 1-01585, Brignone ed altri n. 1-01586, Fossati ed altri n. 1-01587, Vargiu ed altri n. 1-01588, Lenzi ed altri n. 1-01592, Bosco e Scopelliti n. 1-01593 e Gullo ed altri n. 1-01595 in materia di liste d'attesa per le prestazioni del Servizio sanitario nazionale ed esercizio della libera professione
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
DAVIDE FARAONE,. Grazie Presidente. Sulla mozione Grillo ed altri n. 1-01563 : sull'impegno 1): “emanare i decreti per la definizione della metodologia di valutazione dei parametri di riferimento per le cure in attuazione della determina dell'Autorità nazionale anticorruzione n. 12 del 2015” si esprime parere favorevole; sull'impegno 2) si esprime parere favorevole; sull'impegno 3) si esprime parere favorevole a condizione che sia riformulato nel senso di “valutare l'opportunità”; sull'impegno 4) parere favorevole; sull'impegno 5) si esprime parere favorevole a condizione che l'impegno sia preceduto dalla formula “a valutare l'opportunità”; sull'impegno 6) il parere è favorevole; sull'impegno 7) il parere è favorevole, ma a condizione che l'impegno 7) sia preceduto dalla formula “valutare l'opportunità di”; sugli impegni 8) 9) 10) e 12) parere favorevole; sull'impegno 11) si esprime parere favorevole a condizione che sia riformulato nel senso di “valutare l'opportunità”; sugli impegni 13) e 14) parere favorevole; sull'impegno 15) parere favorevole a condizione che sia preceduto dalla formula “a valutare l'opportunità di” e “tenuto conto dei vincoli di bilancio”; sull'impegno 16) parere favorevole ma a condizione che esso sia preceduto dalla formula “valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. La interrompo per chiederle anche il parere sulle premesse?
DAVIDE FARAONE,. I pareri sulle premesse sono tutti favorevoli, tranne su uno che poi dirò.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PAOLA BINETTI. Presidente, illustre rappresentante del Governo, colleghi, chiedo intanto l'autorizzazione a consegnare la relazione.
PAOLA BINETTI. Voglio soltanto dire in premessa questo: che l'attività libero professionale intramuraria potrebbe, se correttamente gestita, essere uno di quei momenti in cui i diritti del paziente, i diritti del professionista e i diritti legittimi di un'istituzione, trovano un punto di equilibrio molto forte a tutela di un miglioramento oggettivo della qualità dei servizi che ognuno di loro può sperimentare. però, questo non accade sempre, perché molto spesso alla disorganizzazione delle istituzioni può corrispondere, da parte dei professionisti, un prevalere dell'interesse privato e può corrispondere nel paziente tutto sommato una condizione economica talmente fragile e talmente disagiata che non gli permette di accedere a quello che potrebbe essere legittimamente un suo diritto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, non c'è dubbio che le mozioni che oggi sono all'ordine del giorno e rispetto anche alla situazione dell'analisi dei pareri espressi dal Governo, confermano l'esistenza di questo grave problema nel contesto dell'erogazione delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale del nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcello Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. L'introduzione dell'attività è oramai vecchia di più di vent'anni e, a distanza di un periodo di tempo così lungo, è indispensabile fare una valutazione sui risultati che ha prodotto. Le motivazioni che avevano determinato la decisione, all'epoca del Ministro Bindi, dell'attività erano legate alla possibilità di consentire ai medici in servizio di poter svolgere la loro attività fuori dagli orari di lavoro, in maniera tale da abbattere le liste di attesa, aumentare la capacità produttiva delle aziende ospedaliere e, in qualche modo, anche consentire maggiori introiti nei confronti e da parte delle stesse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gian Luigi Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. L'introduzione - come è stato appena richiamato - oltre vent'anni fa, dell'attività libero-professionale intramuraria all'interno delle aziende ospedaliere e delle aziende sanitarie in generale fu una delle novità più importanti che vennero introdotte nel nostro sistema da quella grande - forse la più grande - riformatrice della sanità italiana che è stata Rosi Bindi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Governo, colleghi, ci troviamo a discutere di due temi: e liste di attesa nella sanità, su cui da qualche anno è calato il silenzio. Se fino a qualche tempo fa il dibattito in materia era ricco ed accesso, da qualche tempo, sia a livello politico che settoriale, la discussione è scesa di tono, soprattutto in riferimento all'. Eppure, lista di attesa delle prestazioni sanitarie e prestazioni rese dai medici nell'ambito della libera professione sono tra gli argomenti che più da vicino toccano i cittadini. La questione delle liste d'attesa per le prestazioni sanitarie è annosa e, purtroppo, ancora oggi, rappresenta un problema di grande importanza e attualità per molti servizi sanitari nelle varie regioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente, colleghi parlamentari. Noi crediamo che sia opportuno che oggi ci sia questa discussione legata alle liste d'attesa e ad alcuni meccanismi che sono sottesi alle liste d'attesa, perché effettivamente le liste d'attesa, oggi, rappresentano uno dei problemi comunicativi più gravi del nostro sistema di assistenza. Perché? Perché la percezione di lunghezza di lista d'attesa abnorme, indipendentemente dai motivi che la causano, indipendentemente dalle prestazioni che sono oggetto di questa percezione, è effettivamente, dal punto di vista della rilevanza e della risonanza presso l'opinione pubblica, un elemento gravissimo, perché dà l'idea dell'accesso negato alla prestazione, quando la prestazione è una prestazione di tipo ambulatoriale, o addirittura alimenta quel fenomeno, che noi ben conosciamo, della mobilità passiva, che comporta che, per i ricoveri ospedalieri, ci sia uno spostamento (causato talora dalle liste d'attesa) da regioni con sistema sanitario più debole a regioni con sistema più forte, dando un'altra percezione gravissima, negativa, nel cittadino italiano – che, purtroppo, noi sappiamo poi essere una percezione reale -, che è quella che ci siano regioni che tutelano la salute, con cittadini di serie A e regioni che purtroppo non hanno le risorse economiche o non hanno l'organizzazione per far fronte alla risposta al cittadino, e il cittadino, in quelle regioni, è di serie B.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Beatrice Brignone. Ne ha facoltà.
BEATRICE BRIGNONE. Grazie, Presidente. L'articolo 32 della Costituzione garantisce l'accesso per tutti al diritto alle cure. Si tratta del solenne riconoscimento di uno dei principali diritti fondamentali ma che, purtroppo, con tutta evidenza viene quotidianamente disatteso. Infatti, quasi un cittadino su dieci rinuncia a curarsi perché troppo costoso, perché sono troppo lontani i presidi, perché sono troppo lunghe le liste di attesa. La prassi di sentirsi consigliare di accedere alle cure private per evitare mesi e mesi di lista d'attesa e per ottenere una visita nello stesso ambulatorio con lo stesso medico ma il giorno successivo è ormai talmente diffusa da non poter più essere tollerabile. I dati nazionale diffusi dall'ultimo Pit 2015-2016 parlano di tempi medi previsti dal Piano nazionale sul contenimento delle liste d'attesa per visite ed esami diagnostici rispettivamente di 30 e 60 giorni e di 58 per le prestazioni per cui ospedali e ASL devono far rispettare i tempi massimi previsti. La realtà, però, è ben diversa e in molti casi si supera l'anno di attesa: 13 mesi per una risonanza magnetica, un anno e mezzo per una mammografia o una TAC, nove mesi per un'ecografia e sette per una radiografia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Molto brevemente, le nostre osservazioni, che abbiamo posto in premessa, si possono riassumere bene da un passaggio che è nella nostra mozione, quello che fa riferimento alla grave carenza di prestazioni nei servizi pubblici. Le liste d'attesa e gli ostacoli, spesso secondo noi in maniera demagogica posti alla libera professione dei medici pubblici, oltre a favorire le strutture sanitarie e sta incrementando, notevolmente e pericolosamente, il fenomeno emergente della medicina . Al danno secondo noi si aggiunge la beffa; infatti, si ripropone ciclicamente sui il tentativo, ridicolo e truffaldino, da parte di alcuni esponenti politici di correlare ancora le liste di attesa con l'attività privata dei medici pubblici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rosanna Scopelliti. Ne ha facoltà.
ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. La mozione presentata dal gruppo di Alternativa Popolare sulla materia in esame non si pone chiaramente in contrasto con ciò che la stessa rappresenta, ovvero la possibilità di erogare prestazioni al di fuori del normale orario di lavoro dei medici dell'ospedale utilizzando le strutture ambulatoriali e diagnostiche del loro istituto a fronte del pagamento, da parte del paziente, di una tariffa. Al contrario, invece, il nostro testo riconosce che potenzialmente questo sistema, ove correttamente gestito e monitorato, comporta degli indubbi vantaggi per il Servizio sanitario nazionale considerato nel suo complesso, poi per i singoli utenti e per i professionisti sanitari, i quali trovano ulteriori motivazioni per lo svolgimento della loro attività. Indubbiamente, infatti, l'esigenza di pervenire ad un corretto esercizio dell' ha giustificato i molteplici interventi normativi succedutisi nel corso degli anni. Si è cercato, attraverso la legge n. 189 del 2012, di garantire innanzitutto la piena tracciabilità di tutte le prestazioni e di tutti i pagamenti attraverso un'attività di controllo e di monitoraggio che prendeva in considerazione anche il concetto di allargata, ossia quella svolta presso gli studi dei professionisti.
ROSANNA SCOPELLITI. La complessità della materia, ovviamente, non poteva non creare delle forti difficoltà riguardo all'attuazione delle disposizioni predisposte dal legislatore sia a livello nazionale che regionale. Le maggiori criticità che si continuano a registrare per effetto della mancata piena efficienza dell'attuale sistema dell'attività libero-professionale intramuraria riguardano la questione della mancata riduzione entro quelli che erano e che sarebbero gli obiettivi auspicati delle liste di attesa per l'effettuazione di prestazioni assistenziali. Ad oggi, infatti, le liste di attesa sono regolamentate dal cosiddetto Piano nazionale di governo delle liste di attesa del 2010-2012 nonché dai piani regionali del governo delle liste di attesa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.
FILIPPO FOSSATI. Presidente, la discussione che facciamo oggi e le mozioni presentate sottolineano un punto, che è il rapporto tra l'ampliarsi, l'allungarsi delle liste d'attesa e la pratica della libera professione in azienda, anzi in così come descritta dalla normativa, in particolare dopo la riforma dell'onorevole Bindi, di quella che è conosciuta come la riforma dell'onorevole Bindi. Interverrei subito su questo punto, perché credo che talvolta vi sia una relazione automatica tra l'allungarsi delle liste d'attesa e l'esercizio dell'attività libero-professionale da parte del dirigente sanitario e degli altri operatori, ma non c'è nessun automatismo da segnalare.
PRESIDENTE. Deve concludere.
FILIPPO FOSSATI. Il secondo aspetto è che il Ministero della salute metta in condizione il Parlamento di ragionare sui dati e di promuovere, anche attraverso opportuni interventi di legge, un sistema di controllo che garantista regolarità e parità di accesso anche a questo servizio e a tutti i cittadini
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gullo. Ne ha facoltà.
MARIA TINDARA GULLO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, negli ultimi anni il sistema sanitario italiano ha subìto un notevole taglio delle risorse. Spesso si è trattato di tagli lineari, che hanno determinato apparenti risparmi sul personale, il blocco del e il mancato sviluppo tecnologico delle infrastrutture.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.
GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Approfitto della presenza del sottosegretario Faraone perché naturalmente abbiamo capito che è praticamente impossibile avere il privilegio di avere qui il Ministro della salute in quattro anni. Tuttavia, tramite la sua voce, faccio sapere al Ministro della salute che il primo punto della nostra mozione, contenuto anche nella mozione della maggioranza, è approvare ed emanare i decreti previsti dalla legge di stabilità del 2015, semplicemente quindi dando seguito alle leggi che lei stessa ha fatto. Giusto per rincarare la dose, mi sembra alquanto grave che questi Governi, in cui la Ministra di tutte le stagioni è stata sempre presente, non si siano mai minimamente voluti occupare del tema delle liste d'attesa. Benissimo oggi lo sta facendo questo Parlamento su una mozione presentata dal MoVimento 5 Stelle. Anche in questo caso la Ministra avrebbe potuto avere un minimo di sensibilità nel dimostrare che ha interesse verso un tema che rappresenta il principale ostacolo di accesso alle prestazioni dei cittadini italiani, considerato che si vanta tanto di LEA che peraltro erano stati scritti nella precedente legislatura, quindi niente di nuovo sotto il sole, e poi sono stati semplicemente perfezionati, quindi non li ha scritti questo Governo e non li ha scritti lei, però sa benissimo che per garantire i LEA un cittadino una visita deve poterla fare. Quindi oggi questa mozione nasce con questo intento. Mi faccia aggiungere che mi fa ridere pensare che deve essere emanato il Piano nazionale liste d'attesa 2016-2018 perché, se non sbaglio, siamo ad aprile 2017, quindi il nuovo piano nazionale liste d'attesa si dovrà chiamare almeno, con un po' di onestà intellettuale, 2017-2018 visto che il 2016 è già passato. Direi anche “alla buon'ora”, sottosegretario, perché l'ultimo Piano nazionale delle liste d'attesa risale al 2010 e non perché fossero stati particolarmente bravi quelli che c'erano nel 2010, la classe dirigente di cui tutti si fregiano di fare parte, perché recepiva con solo cinque anni di ritardo la normativa di riferimento. Sottosegretario, con piacere accolgo il fatto che abbiate espresso parere favorevole su molti nostri impegni ma noi non abbiamo scoperto l'acqua calda: vi stiamo chiedendo semplicemente di applicare la normativa perché la normativa sull' è una normativa che è stata totalmente non rispettata perché quando nella relazione al Parlamento mi scrivono - anche in questo caso una relazione al Parlamento presentata nel 2016 ma che si riferisce al 2014 quindi viaggiamo su numeri ormai vecchi due anni e tutti sanno quanto in politica i numeri vecchi non aiutano a fare programmazione naturalmente - quando mi scrivono che solo quattro regioni - solo quattro regioni! - sono totalmente adempienti per avere fissato i volumi della libera professione, significa che nessuno ha rispettato le regole. Quando ci sono regioni come la Campania o la Calabria che fanno la libera professione in studi professionali non collegati in rete, non hanno rispettato, il 45 per cento, la legge, perché la legge diceva che la libera professione in studi privati la potevi fare se, e solo se, in casi eccezionali e che comunque andava collegate in rete. E non è un caso se l'ANAC, l'Agenzia nazionale anticorruzione, abbia ravvisato proprio nella libera professione non collegata in rete un motivo di corruzione. Come un motivo di corruzione è quando la fatturazione non è tracciabile: non esiste che il cittadino che fa la visita in paghi i soldi direttamente al medico, i solidi li deve pagare all'azienda perché quello è un servizio che fornisce l'azienda, non il medico della libera professione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Grazie Presidente. La percezione del cattivo funzionamento del sistema sanitario passa certamente attraverso anche la lista d'attesa; questo è un fatto indiscutibile. La lista d'attesa viene vissuta come un'ingiustizia se pagando la prestazione lo stesso medico, con le stesse attrezzature, eroga la prestazione in tempi rapidi in regime di rispetto alla corsia istituzionale. Questo ci dice di una ingiustizia, perché, quando si sta male, è difficile sopportare anche le prudenti scale di priorità che le regioni più efficienti riescono a garantire. Ma è bene essere chiari: le liste d'attesa non sono attribuibili all'attività sbaglieremmo se continuassimo a cedere a questa errata semplificazione. Anzi, è diffuso il ricorso all'acquisto di prestazioni assicurate dei medici in per abbattere almeno in parte le liste d'attesa. Per affrontare questo problema già il “Patto per la salute” ha fissato impegni precisi che le regioni, con l'aiuto di AgeNaS, devono attuare anche in applicazione del Piano nazionale sul contenimento delle liste d'attesa. Non è un tema nuovo tant'è vero che numerose regioni hanno già sperimentato innovazioni organizzative per affrontare il problema e l'hanno anche risolto. Le buone pratiche non mancano, penso all'Emilia Romagna, e in questi giorni anche alla regione Lazio che ha presentato un analogo piano. So che spesso si afferma che in parte le liste d'attesa sono un dato ineludibile per la semplice ragione che la domanda di prestazioni è tendenzialmente infinita a fronte di risorse limitate, ma cambiare si può. In quindici mesi, dal 1° settembre 2015 al novembre 2016, la regione Emilia Romagna ha garantito su 2.700.000 prestazioni riguardanti le prime visite ed esami diagnostico strumentali il rispetto, nella misura del 95 per cento, dei tempi previsti dal Piano nazionale sul contenimento delle liste di attesa, di trenta o sessanta giorni in relazione alla classe di priorità che era stata prevista.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto possiamo passare ai voti.
PRESIDENTE. Colleghi, comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 12 aprile 2017, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 7, comma 2, lettera e 10 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5) (alla sezione II del Documento è allegata la nota metodologica sui criteri di formulazione delle previsioni tendenziali, di cui al comma 4 dell'articolo 10 della legge n. 196 del 2009).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello Sviluppo economico, il Ministro della Giustizia, la Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, il Ministro per gli affari regionali e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Speranza ed altri n. 3-02942.
VINCENZO FOLINO. Con l'articolo 15 del decreto ministeriale del 7 dicembre 2016, pubblicato il 3 aprile scorso, si stravolge di fatto il codice ambientale che, come è noto, sancisce il divieto delle varie attività di estrazione di idrocarburi in mare poste entro le 12 miglia dalla costa, fatti salvi i titoli abilitativi già rilasciati. Infatti, con l'articolo 15, le società petrolifere con concessioni entro le 12 miglia, potranno modificare e di fatto ampliare il programma di estrazione, magari aumentando i pozzi.
PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
CARLO CALENDA,. Grazie, Presidente. Il decreto ministeriale recentemente pubblicato in si pone quale aggiornamento delle modalità operative per la ricerca e la produzione di idrocarburi, in coerenza con la norma primaria, non estendendo o aggirando in alcun modo le disposizioni del codice ambientale. La norma in argomento vieta le attività di ricerca, di prospezione, nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi nelle zone di mare comprese nelle 12 miglia dalla costa, nelle aree marine e costiere protette.
PRESIDENTE. L'onorevole Speranza ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROBERTO SPERANZA. Grazie, Presidente. Devo dire con onestà che non mi sento pienamente soddisfatto dall'intervento appena ascoltato, mi aspetterei dal Governo del mio Paese un discorso molto più forte e più netto. Un discorso capace di mettere al centro la rivoluzione verde di cui il nostro Paese ha bisogno.
PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Maestri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02943 per un minuto.
ANDREA MAESTRI. Grazie Presidente. Signor Ministro, con questa interrogazione il nostro gruppo, i magistrati onorari che ci ascoltano, i cittadini utenti del servizio giustizia, le chiedono di chiarire come intenda dare seguito al parere del Consiglio di Stato da lei stesso richiesto per la stabilizzazione della magistratura onoraria.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere, per tre minuti
ANDREA ORLANDO,. Grazie, signor Presidente. Questo quesito formulato dagli onorevoli interroganti mi consente di tornare sul tema della magistratura onoraria, al quale abbiamo riservato un'attenzione prioritaria, sicuramente più significativa delle proroghe annuali che regolavano il sistema da molto tempo. Per la prima volta, al fine di superare definitivamente un improprio regime di questi anni, è stato adottato un provvedimento normativo che, nel delineare un unitario ed organico statuto della magistratura onoraria, contiene principi e criteri volti a disciplinare anche la fase transitoria, a beneficio dei magistrati onorari già in servizio. In questa prospettiva il primo decreto attuativo della legge delega pubblicato sulla il 31 maggio 2016 ha tra l'altro già previsto il mantenimento in servizio per quattro anni, alle attuali condizioni di impiego e di trattamento economico, dei giudici di pace, dei giudici onorari di tribunale, dei vice procuratori onorari, in esercizio alla data di entrata in vigore del decreto, all'esito della procedura di conferma straordinaria disciplinata con il medesimo decreto. Vorrei far notare, da questo punto di vista, che già oggi, piuttosto che la proroga di un anno, siamo passati a una proroga di quattro anni.
PRESIDENTE. L'onorevole Maestri ha facoltà di replicare, per due minuti.
ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi consenta di dire che la sua è una risposta piuttosto generica ed evasiva. A dire il vero, lo stesso quesito formulato dal suo Ministero al Consiglio di Stato sembra fatto apposta per farsi rispondere negativamente. Delle tre ipotesi che sono state prospettate, almeno due di queste paiono assolutamente non praticabili. L'unica soluzione praticabile, dal nostro punto di vista condivisibile, appare la soluzione della stabilizzazione con assunzione a tempo indeterminato nel comparto giustizia all'interno dell'ufficio per il processo, che è la proposta che era stata formulata anche dal “Movimento 6 luglio” e che le hanno formulato i procuratori che l'hanno incontrata recentemente. Peraltro, è l'unica ipotesi rispetto alla quale il Consiglio di Stato afferma che non si tratta di un'ipotesi inattuabile ma da verificare attentamente. Non dimentichiamoci che il 98 per cento dei processi per reati di competenza del tribunale monocratico è sulle spalle dei VPO e che i GOT gestiscono il 100 per cento delle esecuzioni mobiliari. Insomma, la magistratura onoraria porta sulle proprie spalle un pezzo importantissimo del sistema giudiziario italiano, credo che vada assicurata loro dignità e i diritti sociali che fino ad oggi sono stati loro negati .
PRESIDENTE. L'onorevole Menorello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02944 per un minuto.
DOMENICO MENORELLO. Signor Presidente, la legge “Smuraglia” consente contributivi e fiscali per le imprese cooperative che assumono detenuti. Negli anni, questa legge ha consentito non solo reali esperienze di professionalità e commoventi percorsi di vera e propria resurrezione umana, ma anche un vantaggio sociale inconfutabile. Infatti, dopo un percorso lavorativo, la recidiva si riduce a percentuali trascurabili. Lo stesso Presidente Mattarella, il 7 giugno 2016, chiedeva espressamente di consentire ai detenuti l'opportunità del lavoro, per offrire davvero loro la scelta del recupero e dell'integrazione. Per il 2017, tuttavia, circa il 50 per cento delle richieste è stato respinto, e ora molte imprese non possono più garantire l'impiego dei detenuti. Perciò, chiediamo al Governo di sapere quali urgenti iniziative intenda adottare per salvare il lavoro dei detenuti nel corrente anno.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Orlando, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANDREA ORLANDO,. Presidente, nell'ambito delle misure volte a favorire il lavoro detentivo, evidenzio che i fondi destinati a sostenere gli sgravi fiscali e contributivi previsti dalla legge n. 193 del 2000, la cosiddetta “Smuraglia”, sono stati incrementati a partire dal 2013, passando da circa 5 milioni di euro annui agli attuali 10 milioni. Tale stanziamento ha consentito di accrescere le opportunità occupazionali e formative per la popolazione ristretta. In ordine alla questione posta dall'onorevole interrogante, giova precisare che il nuovo regolamento attuativo della legge “Smuraglia”, del 2014, prevede che, qualora le richieste di sgravi fiscali superino l'ammontare delle somme a disposizione, si proceda ad una decurtazione in percentuale di tutte le richieste pervenute.
PRESIDENTE. L'onorevole Menorello ha facoltà di replicare, per due minuti.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, signor Ministro. Sono soddisfatto dell'impegno che lei ha assunto in questa sede, perché, guardando i dati del provvedimento del 6 dicembre 2016 dell'amministrazione penitenziaria, che ha appunto accolto solo per il 50 per cento le richieste delle imprese, risultano stanziati 5.608.000 euro. Ricordo che già qualche anno fa, nel 2015, gli stanziamenti si aggiravano attorno allo stesso valore, più o meno - parliamo del 2015 - 5.893.000 euro; lì il taglio fu del 34 per cento, e allora il Ministero si impegnò ad incrementare la dotazione. Credo che ad oggi, purtroppo, semmai, questa dotazione ha subito un'ulteriore flessione, mi auguro quindi che l'impegno che lei oggi ha assunto sia foriero di una nuova stagione per le oltre 350 imprese che hanno dato disponibilità a percorsi di rieducazione al lavoro, che è anche rieducazione umana, e soprattutto sia foriero per una speranza reale per i detenuti che, solo attraverso il lavoro - peraltro, così come si scrive anche per gli immigrati nel decreto-legge convertito proprio oggi da questa Camera -, hanno appunto una speranza per loro stessi.
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Marotta n. 3-02945 che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.
MAURIZIO LUPI. Presidente, signor Ministro, intervengo anche a nome del collega Marotta. L'oggetto dell'interrogazione è molto chiaro, è un tema che è sentito da tutti i cittadini, è un tema che vede la collaborazione e la discussione in Parlamento, ma che credo debba assolutamente vedere anche l'intervento da parte del Governo. Si tratta della legittima difesa e delle modifiche che devono essere apportate all'attuale legislazione della legittima difesa. Quello che chiediamo in questa interrogazione è se e che cosa intenda fare il Governo proprio dal suo punto di vista perché l'onere della prova sia invertito da parte del cittadino, e perché non si possa assistere a casi assolutamente incredibili come quelli che non solo uno si vede invaso nella propria proprietà ma addirittura il tribunale gli chieda un risarcimento nei confronti di chi è venuto a rubare in casa propria.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Orlando, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANDREA ORLANDO,. Presidente, il tema dell'inviolabilità del domicilio e della sicurezza delle persone che vi dimorano coinvolge vari valori di rango primario che l'ordinamento assicura attraverso disposizioni volte a garantire il contemporaneo bilanciamento dei diversi beni e interessi coinvolti. Il Governo segue con attenzione le iniziative normative finalizzate alla ridefinizione dei contorni della legittima difesa.
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare per due minuti.
MAURIZIO LUPI. Ringrazio il Ministro, tuttavia vorrei cercare in questi due minuti di tradurre in maniera comprensibile per chi ci sta ascoltando da casa di che cosa stiamo parlando. Nessuno mette in discussione il dovere dello Stato di difendere la proprietà privata e la proprietà è un diritto sancito dalla Costituzione. Anzi lo Stato deve fare di più e non a caso il Ministro ha detto che questo Parlamento ha aggravato le pene per i furti in casa. La questione su cui il Parlamento si deve pronunciare, il Governo si deve pronunciare, i gruppi parlamentari si devono pronunciare è una questione molto semplice, cioè vogliamo invertire l'onere della prova come accade in Francia e negli altri Paesi europei? Che cosa vuol dire l'onere della prova? Una banalità: oggi entrano in casa mia, mi rubano, io reagisco, devo io dimostrare che sono stato invaso da uno nella mia proprietà e che ho agito per legittima difesa e che non c'è stato un eccesso di legittima difesa. Quello che noi chiediamo, una richiesta di civiltà giuridica, è che l'onere sia inverso cioè uno è entrato in casa mia, io ho reagito, io ho agito per legittima difesa, dovrà essere lui a dimostrare che evidentemente io ho avuto un eccesso di legittima difesa. La questione è molto semplice: se non interveniamo tutti insieme su questi temi, non ci lamentiamo poi del populismo e dell'esasperazione perché in Francia - concludo - i due articoli sono semplicissimi. Ripeto: in Francia, non in un altro Paese, si presume che abbia agito in stato di legittima difesa colui il quale ha commesso l'atto per respingere di notte l'ingresso con effrazione, violenza o inganno in un luogo che ha abitato per difendersi dagli autori di furto o saccheggio eseguiti con violenza. Siamo in una delle nazioni più civili del mondo…
MAURIZIO LUPI. Non si rinuncia ovviamente a pensare che tutti ci dobbiamo armare ma credo che su questo la maggioranza e i gruppi parlamentari debbano non andare dietro al populismo, signor Presidente, ma semplicemente rispondere ad un'esigenza che esiste e che c'è: faremmo semplicemente il nostro dovere.
PRESIDENTE. L'onorevole Chimienti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02946 per un minuto.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Ministra, siamo qui oggi a porle una domanda fondamentale per il futuro prossimo della scuola italiana. Abbiamo appreso da fonti di stampa che il Governo, nella persona del Ministro dell'economia e finanze, Pier Carlo Padoan, non avrebbe intenzione di utilizzare tutte le risorse ammontanti a 400 milioni di euro stanziate nella legge di bilancio per il 2017 e destinate per legge alla conversione dei posti da organico di fatto in organico di diritto. Lei chiede la trasformazione di 25.000 posti, mentre Padoan vorrebbe autorizzarne soltanto 8.000-10.000. Per il MoVimento 5 Stelle è fondamentale procedere immediatamente alle nuove assunzioni in base alle esigenze effettive delle scuole per consentire un avvio del prossimo anno scolastico meno traumatico rispetto a quello dell'anno in corso. Le chiediamo quindi certezze sul fatto che le risorse che sono state destinate alla scuola non vengano disperse o utilizzate per altri scopi e soprattutto le chiediamo di renderci noto quanti sono annualmente i posti vacanti e disponibili che vengono coperti con supplenze.
PRESIDENTE. La Ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Onorevole Chimienti, prima di tutto posso rassicurarla che i 400 milioni (140 milioni per il corrente anno e 400 a decorrere dal prossimo anno) stanziati con la legge di bilancio per il 2017 saranno utilizzati integralmente per consolidare in organico di diritto i posti annualmente autorizzati dal MEF in organico di fatto. Più precisamente la citata legge dispone che “il consolidamento - cito - avviene in misura corrispondente ad una quota di posti derivanti, in applicazione dei vigenti ordinamenti didattici e quadri orari, dall'accorpamento degli spezzoni di orario aggregabili fino a formare una cattedra o un posto interi”. Gli spezzoni di orario sono una peculiarità quasi esclusiva della scuola secondaria di primo e di secondo grado, ciò vuol dire che le risorse stanziate saranno destinate anzitutto in favore di tali gradi di istruzione. Consolidare nell'organico di diritto i posti già in organico di fatto comporta la possibilità di assumere docenti a tempo indeterminato in luogo di supplenti cosiddetti “sino al 30 giugno”. Dal punto di vista degli oneri per ciascun posto consolidato occorrerà pagare la differenza tra lo stipendio di un docente di ruolo e un supplente: si tratta di due mensilità in più, quelle di luglio e agosto, oltre alla progressione di carriera. Per questo motivo il costo dell'operazione è inferiore a quanto occorrerebbe per istituire nuovi posti. Il MiUR stima che 400 milioni disponibili a regime siano sufficienti per consolidare circa 25.000 posti cioè tutti i circa 20.000 posti comuni dell'organico di fatto corrispondenti a spezzoni aggregabili nonché 5.000 posti di sostegno in deroga. Rimangono circa 10.000 posti comuni che purtroppo non sono aggregabili perché composti da numerosi spezzoni di poche ore ciascuno. Sono in corso interlocuzioni tra i tecnici del mio Ministero e del MEF per affinare i conti. Con questa misura per la prima volta l'organico di diritto diventa effettivamente rappresentativo del bisogno quasi integrale di tutte le istituzioni scolastiche ed efficace strumento di programmazione per il soddisfacimento dei loro bisogni in quanto le scuole potranno contare su un organico più stabile e coperto da docenti di ruolo e se ne avvantaggeranno anche le studentesse e gli studenti.
PRESIDENTE. L'onorevole Chimienti ha facoltà di replicare per due minuti.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, grazie Ministra, i dati riguardanti l'anno scolastico in corso sono purtroppo drammatici. Da settembre 2016 infatti oltre ai 270.000 trasferimenti di docenti, ai 2 milioni e mezzo di studenti che hanno cambiato almeno un professore dall'inizio dell'anno ci sono state anche 126.000 supplenze, circa il 30 per cento in più, rispetto allo scorso anno. Quella “supplentite” che la “buona scuola” prometteva di debellare è stata paradossalmente aggravata proprio dalla riforma voluta da Renzi e dalla Ministra che l'ha preceduta, come peraltro il MoVimento 5 Stelle denuncia da oltre due anni. I decreti attuativi approvati venerdì scorso hanno messo una toppa necessaria alle enormi falle della “buona scuola” e hanno finalmente riconosciuto la professionalità dei docenti di seconda e terza fascia delle graduatorie di istituto, finora considerati un peso di cui liberarsi anziché una risorsa per la scuola. Il primo passo per garantire agli studenti la continuità didattica che finora è mancata è quello di assumere stabilmente i docenti, partendo dai docenti delle GAE e dai vincitori idonei del concorso 2016 su tutti i posti vacanti e disponibili in base al fabbisogno reale delle scuole.
PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02947 per un minuto.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, non le sono certo estranee le preoccupazioni di molte famiglie in Italia per la penetrazione della cosiddetta ideologia nell'educazione, spesso extracurricolare, di molte scuole. Preoccupazioni aggravatesi a seguito dell'approvazione del comma 16 della cosiddetta “buona scuola” e delle interpretazioni che ne sono state date. A queste preoccupazioni, il Ministero, nella persona del Ministro Giannini, che la ha preceduta, ha risposto più volte, a seguito di a seguito dell'approvazione di ordini del giorno e con l'emanazione di una circolare che tranquillizzava le famiglie. Ciò nonostante, continuano a ripetersi episodi. Oggi io le ho prospettato quelli accaduti in Friuli-Venezia Giulia. Attendo da lei una parola di conforto.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere.
VALERIA FEDELI,. Onorevole Gigli, anzitutto intendo rassicurarla sul fatto che il Governo sta rispettando gli impegni assunti con gli ordini del giorno da lei segnalati, fornendo una corretta interpretazione del comma 16 della legge n. 107, che intende assicurare l'attuazione dei principi di pari opportunità, ai sensi dell'articolo 3 della nostra Costituzione, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di garantire un ambiente scolastico inclusivo, al riparo di ogni forma di emarginazione e attuando il concorso di tutti gli attori del mondo della scuola e del sociale.
PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare per due minuti.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, signora Ministro. Io le devo dire che ho apprezzato certamente l'aver rinnovato da parte sua gli impegni che il Ministero ha assunto, così come voglio tranquillizzarla, da parte mia, che non è affatto in discussione il rispetto verso chiunque. Tuttavia, voglio con altrettanta chiarezza dirle come questi impegni che il MIUR ha assunto vengono costantemente disattesi e mi risulta che siano stati disattesi anche per gli episodi che io le ho richiamato. Ora, c'è un principio fondamentale, che è quello che dice che la responsabilità educativa, per i minorenni, è in capo alle famiglie. Questo principio vorrebbe che ci fosse una preventiva autorizzazione delle famiglie per le attività extracurricolari - preventiva! - e a fronte di una segnalazione dei contenuti educativi non neutri, che vengono proposti ad alunni di età adolescenziale e a bambini.
PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-02948 di cui è cofirmatario, per un minuto.
WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente. Buongiorno, Ministra. Dunque, sulla scorta anche di quanto appena ascoltato, il 6 marzo 2017, in un liceo di Pescara, si è tenuta una giornata di cosiddetta formazione, condotta tra l'altro da due psicologhe, entrambe referenti per i progetti nelle scuole per conto dell'associazione ArciLesbica Nazionale.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Onorevole Rampelli, la ringrazio in quanto mi dà l'occasione per ribadire...
PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto...
VALERIA FEDELI,. Chiedo scusa. Mi dà l'occasione per ribadire quanto già riferito in risposta all'onorevole Gigli e già evidenziato nella nota del 6 luglio 2015, da lei citata, ovverosia che la partecipazione a tutte le iniziative extracurricolari, inserite nel piano triennale dell'offerta formativa, e facoltative, prevede la richiesta del consenso da parte dei genitori per gli studenti minorenni o degli stessi, se maggiorenni, i quali, in caso di non accettazione, possono astenersi dalla frequenza.
PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di replicare per due minuti.
WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente, grazie, Ministra. Evidentemente, non ci troviamo d'accordo o soddisfatti rispetto alla sua risposta; ci mancherebbe altro, che qua dentro, i cosiddetti rappresentanti del popolo andassero contro ai già citati diritti e doveri in termini di pari opportunità, non è esattamente quello che noi cercavamo di trasmettere. Ministra, lei ha spiegato, giustamente, la sua posizione. Le ricordiamo e ricordiamo, chiaramente, all'Aula che la partecipazione a tutte le attività extracurricolari, lo ripetiamo per la seconda volta in quest'Aula, prevede la richiesta ed il consenso dei genitori rispetto ai figli minori ed è un consenso, chiaramente, adeguatamente informato, come da lei citato. Il problema è che, da notizie in nostro possesso, risulta che molti genitori o più di qualche genitore non avessero firmato la liberatoria e, quindi, non c'è stato questo cosiddetto consenso. Ora, evidentemente, cercheremo di andare a capire se è giusto, come dice lei, che soltanto alcuni studenti, cioè quelli adeguatamente informati e le loro famiglie, hanno partecipato; a noi, non sembra, comunque sia, approfondiremo, ricordando, lei lo sa, che la circolare n. 1972 del Ministro dell'istruzione afferma che tra i diritti - e vado a citare - e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né l'ideologia né l'insegnamento di pratiche simili.
PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02949 per un minuto.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Ministro, colleghi, in Italia, secondo i dati disponibili ci sarebbero circa 2.400 scuole che presentano amianto e materiali di amianto; scuole da bonificare, nonostante la legge n. 257 del 1992 ne vieti l'uso. Lei ritiene che le risorse messe a disposizione e destinate alla sicurezza delle scuole siano sufficienti anche a coprire i costi di questa bonifica? Le chiedo se sia previsto un piano che consenta, in un tempo determinato, di avere scuole “amianto ” e le chiedo se il MIUR sappia in che stato di conservazione sia l'amianto presente nelle 2.400 scuole, visto che, non è tanto la presenza stessa del materiale a determinare problemi di salute, ma le polveri che il suo sgretolamento mette in circolazione e che respirate sono nocive.
PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Onorevole Vezzali, il piano di edilizia scolastica sostenuto dal Governo negli ultimi anni ha consentito di poter intervenire e porre in essere azioni concrete per garantire la sicurezza degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico e anche per ridurre i rischi legati all'amianto. Infatti, prendendo in considerazione le sole risorse nazionali gestite dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dal 2014 al 2016, sono stati realizzati 264 interventi di bonifica dell'amianto nelle scuole per un totale di 62 milioni di euro di risorse impiegate a valere sui programmi: “Scuole sicure” e “Mutui BEI”. Le risorse stanziate sinora dal Governo potevano senza dubbio essere utilizzate e richieste dagli enti locali proprietari degli edifici per finanziare e coprire anche i costi di rimozione e smaltimento di amianto e materiali di amianto. Ciò vale anche per il Piano 2017 e per la prossima programmazione 2018-2020, alla quale stiamo già lavorando. Al riguardo assicuro che lavoreremo affinché con le risorse che si renderanno annualmente disponibili in bilancio o con investimenti aggiuntivi sia posta la massima attenzione ad un tema così delicato che riguarda sia la sicurezza delle strutture sia la necessità di garantire la salute delle studentesse e degli studenti nonché del personale scolastico nei luoghi di lavoro.
PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARIA VALENTINA VEZZALI. La ringrazio, Ministro, per la risposta. Confido che gli impegni da lei assunti vengano portati a termine e che vigilerà affinché vengano attuati il prima possibile. Io confido anche nel fatto che si arrivi al giorno in cui, finalmente, i ragazzi potranno essere accolti in scuole sicure, senza rischi per la salute. Le 2.400 scuole che presentano materiali di amianto o amianto, sicuramente, sono molto poche rispetto al numero degli edifici censiti, che sono circa 42.000, ma neppure poche se consideriamo il numero di alunni e di persone, docenti e non docenti, che potrebbero ospitare ogni giorno. I dati forniti di recente, il 27 marzo del 2017, dall'Osservatorio nazionale amianto, parlano di 350.000 studenti e 50.000 persone, docenti e non docenti, esposti. Fra le cause che bloccano le bonifiche ci sono gli alti costi per lo smaltimento dell'amianto e le carenze di discariche per questo materiale. La Buona Scuola prevede, in diversi ambiti, numerosi finanziamenti, così come lei ha appena ricordato, e questo è positivo dopo anni in cui non si investiva e si sono susseguiti dei tagli. Io mi auguro che questo settore, per il futuro dei nostri figli e per il nostro Paese, ritorni ad essere centrale e ad avere finanziamenti adeguati.
PRESIDENTE. L'onorevole Ghizzoni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Coscia ed altri n. 3-02950 di cui è cofirmataria, per un minuto.
MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, la sicurezza dei nostri studenti, così come delle persone che lavorano nella scuola, è stata una priorità ed è una priorità dei Governi di questa legislatura e, infatti, prima con 40 e poi 50 milioni annui, per trent'anni, per i trent'anni futuri, lo Stato italiano pagherà un mutuo contratto con la banca BEI, per un totale di circa un miliardo e trecento euro. Queste ingenti risorse vanno a beneficio degli enti locali per potere ristrutturare e mettere in sicurezza le proprie scuole, secondo una programmazione triennale 2015-2017 redatta dalle regioni. Ecco, pertanto, chiediamo alla Ministra Fedeli quale sia lo stato di attuazione di questo piano BEI e in particolare quali siano gli interventi avviati, quelli conclusi o in corso di esecuzione.
PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione dell'università e delle ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Onorevole Ghizzoni, in merito ai quesiti da lei posti, non posso che confermare come l'edilizia scolastica sia una priorità del precedente e dell'attuale Governo. Ciò è dimostrato dalle ingenti risorse investite in edilizia scolastica negli ultimi anni attraverso il decreto cosiddetto del fare, lo sblocco del Patto per i comuni e per le province e le Città metropolitane, la legge n. 107 del 2015 per le scuole innovative, le indagini diagnostiche per prevenire fenomeni di crollo di solai e controsoffitti. A queste si aggiungono le risorse dei fondi strutturali del PON scuola, sia della vecchia programmazione 2007-2013, in fase di conclusione, che della nuova programmazione 2014-2020, circa 380 milioni, nonché i 350 milioni per l'efficientamento energetico gestiti dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il complessivo piano del Governo ha consentito, quindi, di finanziare oltre 13.000 interventi, tutti monitorati e in cui i dati sono resi pubblici sul sito Internet del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca. Sicuramente l'investimento maggiore è stato il piano dei mutui BEI.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Ottavio ha facoltà di replicare per due minuti.
UMBERTO D'OTTAVIO. Grazie, Presidente, e grazie, signora Ministro. Nel ritenerci soddisfatti della risposta sull'utilizzo dei mutui contratti con la Banca europea degli investimenti, riteniamo che lei abbia fatto molto bene a ribadire che gli sforzi fatti stanno per portare l'edilizia scolastica fuori dall'emergenza e la sicurezza è diventata, in questi anni, la questione principale e ci sono risultati positivi. Soprattutto, abbiamo verificato, anche nella sua risposta, che c'è bisogno di continuità e, quindi, anche di risorse certe. Molto bene la programmazione nazionale, molto bene l'osservatorio sull'edilizia e molto bene l'anagrafe dell'edilizia scolastica. Noi sappiamo che le competenze istituzionali sono dei comuni e delle province, ma gli enti locali hanno bisogno di essere aiutati ed è compito dello Stato garantire pari opportunità sul territorio nazionale anche sulla questione dell'edilizia scolastica. Ecco perché riteniamo che sia molto positivo che, nonostante le difficoltà economiche e finanziarie in cui versa il nostro Paese, l'attenzione al mondo della scuola rimanga una priorità. Sull'edilizia scolastica in questi anni Governo e Parlamento non solo hanno detto che era importante ma hanno fatto cose importanti. Lei ricordava 13 mila interventi. L'esclusione dal patto di stabilità e i mutui BEI sono un'esperienza da continuare. Continueremo anche noi con lei per sostenere tutto l'impegno possibile del suo Ministero per l'edilizia scolastica e per dare alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi edifici scolastici accoglienti e sicuri .
PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02951 .
STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Ministra, la tanto decantata riforma della buona scuola, che avrebbe dovuto rivoluzionare in meglio il sistema scolastico italiano modificando anche le regole per il reclutamento e la formazione del personale docente, ha prodotto, in questo primo anno, un risultato a dir poco deludente. Ha prodotto delle evidenti penalizzazioni agli studenti e noi riteniamo che, prima di cambiare profondamente il sistema di reclutamento degli insegnanti, il Governo avrebbe dovuto sistemare tutto il precariato, non considerando soltanto le graduatorie ad esaurimento, che sono solo una delle tipologie di precariato esistenti, e lasciando indietro le graduatorie di istituto.
PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
VALERIA FEDELI,. Onorevole Borghesi, innanzitutto intendo rassicurarla sul fatto che il Governo si è fatto carico di dare risposte a tutto il precariato nella scuola e ha recentemente approntato soluzioni destinate finalmente a risolvere l'annoso problema. Proprio venerdì scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato, in sede definitiva, il decreto legislativo con il quale il MIUR ha esercitato la delega prevista dalla legge n. 107 del 2015 in materia di reclutamento e formazione iniziale, inserendo una previsione transitoria volta a consentire l'immissione in ruolo attraverso percorsi semplificati dei precari di tutte le graduatorie di istituto e non solo delle GAE, come da lei auspicato. È stato previsto che, accanto allo strumento ordinario del concorso a regime, in via transitoria si entrerà in ruolo nella scuola secondaria mediante procedure che serviranno ad esaurire oltre che le GAE anche tutte le altre graduatorie. In particolare, per settembre 2017 si attingerà anzitutto dalla graduatoria del concorso 2016, cui lei fa puntuale riferimento, assumendo anche i cosiddetti idonei in deroga al limite percentuale del 10 per cento, di cui al testo unico della scuola, entro il termine di validità triennale delle graduatorie medesime e fatto salvo il diritto dei vincitori all'immissione in ruolo.
PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di replicare per due minuti.
STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Ministra, le vorrei ricordare che la cosiddetta “Buona scuola” è stato davvero un fallimento: in oltre un anno non abbiamo riscontrato che problemi, con norme di fatto inapplicabili e poco comprensibili, proteste ad oltranza di docenti e studenti, lavoratori messi l'uno contro l'altro, incentivi e professionali assegnati solo ad una parte del personale, comitati di valutazione lasciati a se stessi e senza punti di riferimento. Il precariato è stato in crescita costante e siamo passati dai 100 mila ai 126 mila precari in servizio quest'anno. I precari che da anni ricoprono ruoli di supplenti hanno avuto solo la possibilità di partecipare a un concorso nazionale, senza che venisse tenuta in debito conto l'esperienza maturata nell'insegnamento e le abilitazioni conseguite. Il risultato è che i precari per continuare a insegnare, nonostante lo facciamo da anni, devono fare un concorso, mentre accede alla cattedra chi negli ultimi anni si è dedicato ad altro. Vi sono state discriminazioni sulle assunzioni tra personale docente e ATA, graduatorie ad esaurimento e di istituto, scuole senza dirigenti, posti di sostegno bloccati. Tutto questo non ha fatto altro che danneggiare gli studenti che hanno dovuto sopportare pesanti ripercussioni organizzative, con supplenti che si sono avvicendati di continuo.
PRESIDENTE. L'onorevole Locatelli ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02952 .
PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, il 14 febbraio il consiglio regionale del Veneto ha approvato la legge regionale n. 6 che modifica una precedente legge del 1990, la n. 32, una legge voluta da un Governo di centrosinistra - DC, PSI, PSDI, PLI - per promuovere e sostenere l'attività educativa-assistenziale degli asili nido per tutti - tutti! - i bambini, senza distinzione alcuna, e per agevolare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa, ha facoltà di rispondere, per tre minuti
ENRICO COSTA,. Grazie, Presidente. L'onorevole interrogante chiede di conoscere gli intendimenti del Governo in merito alla recente legge della regione Veneto n. 6 del 2017, che, nel modificare la legge regionale n. 32 del 1990, recante disciplina degli interventi regionali per i servizi educativi alla prima infanzia, asili nido e servizi innovativi, ha introdotto alcuni titoli di precedenza per l'ammissione agli asili nido.
PRESIDENTE. L'onorevole Locatelli ha facoltà di replicare, per due minuti.
PIA ELDA LOCATELLI. La ringrazio, signor Ministro. Siamo ben consapevoli che spetta al Governo, e non ad un singolo Ministero o a un Dipartimento, la decisione di impugnare una legge regionale e sappiamo appunto che spetta però al Ministro competente per materia istruire la pratica e indicare a tutto il Governo le parti critiche di questa legge.
PRESIDENTE. L'onorevole Prestigiacomo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02953 .
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie. Ministro Delrio, il 25 gennaio scorso, lei con decreto ministeriale ha stabilito, contro ogni logica e soprattutto in violazione del regolamento comunitario in materia di trasporti transeuropei, che la sede della nuova autorità di sistema della Sicilia orientale fosse Catania, penalizzando Augusta, il più importante porto naturale del basso Mediterraneo, importante sede di porto industriale e commerciale e unico porto CORE della Sicilia orientale.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GRAZIANO DELRIO,. Grazie, Presidente, grazie onorevole. No, non ho deciso di ritirarlo, il decreto è operativo altrimenti non ci sarebbe stato nessun ricorso, tant'è vero che i ricorrenti citano esattamente il decreto, specificando che non è pubblicato e tant'è vero che il TAR ha ritenuto condivisibile l'interpretazione dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 84 del 1994, laddove si stabilisce che il Ministro su proposta motivata della regione o delle regioni il cui territorio è interessato dell'autorità di sistema portuale ha facoltà di individuare su proposta motivata in altra sede di soppressa Autorità Portuale aderente all'AdSP la sede stessa, anche se in maniera temporanea.
PRESIDENTE. L'onorevole Prestigiacomo ha facoltà di replicare, per due minuti.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Innanzitutto il TAR non entra nel merito, quindi mi sorprende che lei legga l'ordinanza del TAR come un giudizio di merito, dovrebbe conoscere che in questa fase il TAR non ha minimamente visionato gli 11 punti, gli 11 vizi, che vengono contestati da Assoporto.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Amoddio, Matteo Bragantini, Bueno, Capelli, Dambruoso, Di Gioia, Faraone, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Lorenzo Guerini, Laforgia, Losacco, Lupi, Manciulli, Marcon, Mazziotti Di Celso, Migliore, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Schullian, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Dell'Aringa, Palladino ed altri n. 1-01319 Cominardi ed altri n. 1-01533, Palese ed altri n. 1-01534, Sberna ed altri n. 1-01535, Placido ed altri n. 1-01538, Simonetti ed altri n. 1-01539, Rizzetto ed altri n. 1-01541, Francesco Saverio Romano ed altri n. 1-01543, Baldassarre ed altri n. 1-01564, Gelmini e Occhiuto n. 1-01590 e Mottola ed altri n. 1-01591 concernenti iniziative in materia di politiche attive del lavoro, con particolare riferimento al potenziamento dei centri per l'impiego .
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luigi Bobba, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
LUIGI BOBBA,. Per la mozione Dell'Aringa, Palladino ed altri n. 1-01319 sulle premesse parere favorevole. Sugli impegni: punto 1) parere favorevole; sul punto 2) parere favorevole con la seguente riformulazione: “a intraprendere ogni opportuna iniziativa per raggiungere in tempi brevi l'accordo in Conferenza unificata sul piano di rafforzamento dei servizi per l'impiego, ai fini dell'erogazione delle politiche attive articolo 15 del decreto-legge n. 78 del 2015”. Punto 3) parere favorevole; punto 4) parere favorevole con la seguente riformulazione: “ad assumere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”, poi tutto il resto uguale. Punto 5) parere favorevole con questa riformulazione: “a valutare forme di sperimentazione dell'assegno di ricollocazione legate alle situazioni di crisi occupazionale oggetto di esame presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e/o il Ministero dello sviluppo economico”.
PRESIDENTE. Scusi, può ripetere onorevole Bobba?
PRESIDENTE. Sul numero 1) aveva detto che era favorevole?
LUIGI BOBBA,. Del 2) ho letto la riformulazione.
LUIGI BOBBA,. Sul 3) sono favorevole con una riformulazione, ossia che dopo la parola “competenze” ci si mette un inciso “e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”, il resto uguale.
PRESIDENTE. Quindi è riformulato anche il 4) diciamo, con questo inciso.
LUIGI BOBBA,. Sì, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica eccetera eccetera.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PAOLA BINETTI. Presidente, membri del Governo, colleghi, solo due parole per introdurre la chiave di questa dichiarazione di voto e poi l'autorizzazione a consegnarla. Il dato fondamentale da cui noi possiamo e vogliamo partire oggi è il dato della disoccupazione; in modo particolare, è il dato della disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il 40 per cento e che potrebbe avvantaggiarsi positivamente dalla presenza di centri per l'impiego professionalmente organizzati e sufficientemente distribuiti sul territorio. Noi abbiamo bisogno che ogni ragazzo, ogni persona adulta che ha perso il suo lavoro o che non ha mai o non ha ancora trovato un posto di lavoro, possa contare su un servizio personalizzato, sulla possibilità di ottenere un bilancio di competenze che crei quel piano inclinato giusto e che faccia incontrare le prestazioni del lavoratore con le richieste di un mondo del lavoro sempre più ampio e sempre più variegato, sia che si tratti dell'area dei servizi sia che si tratti dell'area più imprenditoriale a livello del 4.0.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Diciamo solo poche parole per esprimere una valutazione grosso modo di riferimento ai pareri espressi dal Governo sulla mozione presentata. Mi spiace che sia stato espresso parere contrario sulle premesse…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Palese. Colleghi, dovete lasciare il tavolo del Governo.
ROCCO PALESE. …su cui chiederemo, per questo motivo, la votazione per parti separate, e sul problema dell'impegno c'è una piccola riformulazione, sul punto 3, che noi chiaramente accettiamo. Riteniamo che la cosa più importante sia, signor Presidente, di non far seguire, come purtroppo accade da parte del Governo, una sostanziale inattività oppure una sostanziale assenza di iniziativa a seguito dell'approvazione di queste mozioni, su questo problema, dove, effettivamente, c'è una grande necessità, nel contesto delle politiche attive per il lavoro, nel contesto di cercare di attivare una serie enorme di provvedimenti che possano sostanzialmente sviluppare una maggiore occupazione, soprattutto nel settore della disoccupazione giovanile e soprattutto per quello che riguarda la disoccupazione nel Mezzogiorno, che ha raggiunto livelli veramente incredibili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente, sottosegretario. Dunque, sottosegretario, innanzitutto ringrazio il professor Dell'Aringa, perché ha riportato nell'agenda parlamentare un tema sicuramente molto importante, quello dei centri pubblici per l'impiego, perché non dobbiamo mai scordare che quello che una volta erano i cosiddetti uffici di collocamento sono, di fatto, diventati centri pubblici per l'impiego, e quindi già dall'etimologia della denominazione degli stessi dovrebbero essere un qualcosa che di fatto funziona, i centri per l'impiego dovrebbero funzionare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Signor Presidente, se lei mi permette, io vorrei consegnare il testo, però, prima, aggiungerei soltanto due parole.
PRESIDENTE. È autorizzato, ovviamente, alla consegna del testo.
MASSIMO PARISI. Presidente, sperando di riuscire ad orientarmi fra le trenta riformulazioni proposte dal Governo e, per quel che riguarda le riformulazioni alla nostra mozione, la 1-01543, di averle capite, accogliamo le riformulazioni stesse e chiedo l'autorizzazione a depositare l'intervento scritto.
PRESIDENTE. È autorizzato.
ROBERTA OLIARO. Grazie, Presidente. Anche io chiedo l'autorizzazione a consegnare l'intervento e annuncio il voto favorevole del gruppo Civici e Innovatori, conformemente ai pareri espressi dal Governo.
PRESIDENTE. Anche lei, ovviamente, è autorizzata.
ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente. La regolazione del decreto legislativo n. 150 del 2015 in materia di politiche attive del lavoro, sebbene adottata previa intesa in Conferenza Stato-regioni, essendo connessa all'ipotesi di modifica costituzionale bocciata sonoramente dal referendum del 4 dicembre, ha seminato ulteriori incertezze normative all'interno di un quadro, quello rappresentato dal sistema dei servizi per l'impiego, già segnato da una pesante precarietà di assetto organizzativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. La ringrazio, Presidente. Le mozioni in oggetto, come è già stato ricordato, trattano il tema dei centri per l'impiego e come, appunto, avvicinare la domanda e l'offerta di lavoro affinché ci sia una piena occupazione e affinché i soldi pubblici utilizzati per l'intermediazione fra la domanda e l'offerta trovino un riscontro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mottola. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Presidente, sottosegretario, colleghi, il gruppo parlamentare di Alternativa Popolare voterà a favore della mozione relativa alle politiche attive del lavoro, con particolare riferimento ai centri per l'impiego. La riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto rappresenta una delle riforme più importanti del Governo presieduto da Matteo Renzi, essendo stata pensata con lo scopo di rilanciare l'economia produttiva ed i livelli occupazionali. Infatti, nel nostro Paese, a fronte di un tasso di disoccupazione altissimo, in particolar modo di quella giovanile, era necessario rendere il sistema più flessibile ed adatto alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione. Con la legge n. 183 del 2014, il Governo è stato delegato ad adottare uno o più decreti legislativi, aventi lo scopo di migliorare i servizi per il lavoro e di assicurare una maggiore efficienza ed efficacia delle politiche attive in materia di lavoro. La riforma del ha, pertanto, conseguito l'obiettivo di rendere meno frammentate le politiche attive del lavoro, su tutto il territorio nazionale. A questo scopo, tale riforma ha dato, complessivamente, buoni risultati, anche se vi sono criticità (soprattutto relative ai centri per l'impiego), che richiederebbero un'ulteriore attenzione, al fine di migliorare l'incontro tra domanda ed offerta. Proprio a tale scopo, il decreto legislativo n. 150 del 2015, ha ridisegnato il ruolo dei centri per l'impiego che sono chiamati ad erogare dei servizi obbligatori. Va detto, in ogni caso, che i servizi possono essere erogati anche da soggetti privati, accreditati a livello regionale, ed è quindi prevalsa l'esigenza di prevedere una nuova caratterizzata da un sistema misto pubblico-privato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zappulla. Ne ha facoltà.
GIOVANNA MARTELLI. Non è presente, comunque rinunciamo all'intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Grazie, Presidente. abbiamo presentato questa mozione, convinti come siamo che sia indispensabile migliorare l'incontro tra la domanda e l'offerta in materia di lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Presidente, noi con questa mozione vogliamo innanzitutto ridare centralità a quelli che sono i centri per l'impiego: per questa ragione vogliamo spiegare, numeri alla mano, le ragioni per le quali il centro per l'impiego ha perso quella che era un una forma di… Non oserei dire di monopolio, ma quantomeno di controllo, di azione sulle politiche attive nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cominardi. Onorevole Scuvera, state proprio… Grazie. Prego.
CLAUDIO COMINARDI. Voglio spiegare questo con dei numeri semplicissimi. In Italia abbiamo 550 centri per l'impiego, a fronte di 4.200 agenzie private per il lavoro. Se consideriamo rispetto all'ambito europeo, addirittura troviamo un rapporto tra disoccupati e addetti ai centri per l'impiego di 1 a 300: 1 addetto per l'impiego e 300 disoccupati; mentre per esempio in Francia il rapporto è 1 a 65, in Germania 1 a 24, Regno Unito 1 a 30. Tra l'altro abbiamo un numero irrisorio di dipendenti, 9 mila sul territorio nazionale, quando la Germania stessa, che ha una popolazione possiamo dire di poco superiore, ha più di dieci volte tanto il numero di dipendenti pubblici all'interno di queste strutture.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassiamo il tono della voce? Grazie. Prego.
CLAUDIO COMINARDI. Quindi, noi ci troviamo in una situazione nella quale abbiamo addirittura, per effetto anche di politiche attive che in questo Paese non stanno funzionando da troppi anni, 3 milioni di lavoratori inattivi, che non studiano, che non cercano più nemmeno lavoro; e questo è un qualcosa di veramente problematico, perché tra questi disoccupati… Anzi, tra questi inattivi… Perché poi, quando si parla anche di numeri in termini di disoccupazione bisogna fare attenzione: se diminuisce la percentuale di disoccupati, non vuol dire che aumenta il numero di occupati. In realtà, il dato sconcertante è che c'è sempre più sfiducia di chi promuove delle azioni per fare incontrare domanda e offerta, quindi ci si scoraggia nei confronti della possibilità di trovare ulteriore occupazione, quindi aumenta il numero degli inattivi. Ma tra questi inattivi ci sono moltissimi giovani, moltissime competenze: abbiamo dei giovani che sono veramente titolati, e soprattutto hanno quel potenziale umano… Sono i cosiddetti lavoratori digitali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dell'Aringa. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA. Signor Presidente, la proposta di modifica della Carta costituzionale che è stata bocciata con il referendum del 4 dicembre prevedeva nel nuovo Titolo V il trasferimento delle competenze legislative in materia di lavoro in via esclusiva allo Stato. Non solo: inseriva per la prima volta nel testo della Carta l'espressione “politiche attive del lavoro”, come riconoscimento dell'importanza di queste politiche del lavoro, che sono entrate a pieno titolo nel complesso di misure economiche e sociali dei Paesi più evoluti, come caposaldo dell'intervento pubblico nel funzionamento del mercato del lavoro.
PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Dell'Aringa, anche per il trambusto nel quale ha dovuto parlare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LUIGI BOBBA,. Sì, volevo precisare che, dopo un più approfondito esame, alla mozione Sberna ed altri n. 1-01535 do parere favorevole anche alla premessa.
PRESIDENTE. Bene, grazie.
PRESIDENTE. Avverto che nell' al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame dei seguenti argomenti previsti all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana: testo unico 302-3674-A - Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico; disegno di legge n. 4314-A e abbinate - Disposizioni per la celebrazione dei cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri; mozione n. 1-01589, concernente la questione dell'inserimento del cosiddetto nei trattati europei, nonché le politiche economiche e di bilancio dell'Unione europea; Progetto di legge n. 3785-A/R e abbinate - Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa.
PRESIDENTE. Colleghi, vi pregherei, siccome abbiamo degli interventi di fine seduta, chi deve uscire di farlo in silenzio e così consenta a chi deve intervenire di parlare.
ALESSANDRO ZAN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN. Grazie, Presidente. Le notizie pubblicate su un quotidiano russo ci raccontano di persecuzioni perpetrate dalle autorità della Cecenia - una delle Repubbliche della Federazione Russa - ai danni dei suoi cittadini omosessuali. Da quanto si apprende, in veri e propri campi di concentramento ricavati da ex caserme militari, centinaia di uomini sarebbero stati internati, torturati e alcuni assassinati. unico quotidiano indipendente russo, in cui scriveva anche Anna Politkovskaja, denuncia che sarebbero in atto retate delle forze dell'ordine per catturare i cittadini omosessuali individuati attraverso il controllo delle comunicazioni telefoniche e costretti poi a rivelare i nomi di altre persone.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Zan. Colleghi, per favore, chi non è interessato, per favore, esca e consenta a chi sta parlando di farlo in un modo di dignitoso. Non è possibile!
ALESSANDRO ZAN. A queste accuse il Governo ceceno, di fatto, una dittatura islamica, ha già risposto in modo arrogante e offensivo, affermando che non si possono arrestare o reprimere persone che non esistono nella Repubblica, negando l'esistenza delle persone omosessuali. Qualora queste notizie trovassero fondamento si riproporrebbe la stessa sconvolgente esperienza vissuta dal nostro continente più di settant'anni fa per mano della Germania nazista. L'Italia e l'Unione europea devono agire tempestivamente nelle opportune sedi internazionali, per verificare la veridicità dei fatti che rappresenterebbero una delle più gravi violazioni della Convenzione europea dei diritti umani di cui la Russia, e, quindi, la Cecenia, sono firmatarie. Inoltre, proprio in questi giorni, il Presidente Mattarella è in visita di Stato in Russia, occasione importante per ribadire che il rispetto dei diritti fondamentali sia condizione imprescindibile per la costruzione di solide relazioni internazionali e che pone il nostro Paese in prima linea nella verifica diretta della vicenda in questione.
MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Presidente, secondo Amnesty International e Human Rights Watch, il Governo ceceno ha aperto dei campi di concentramento dove gli omosessuali sono torturati e uccisi da parte proprio del regime ceceno.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signor Presidente, non appare traccia, sui giornali né nelle televisioni, in particolare nei d'assalto, le importanti deliberazioni assunte dall'Ufficio di Presidenza della Camera che hanno approvato il conto consuntivo del 2016 e la nota di variazioni al bilancio di previsione 2017-2019.
DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, oggi, in Commissione lavoro abbiamo approvato una risoluzione che dà ancora speranza ai lavoratori della K-Flex, un'azienda che ha ricevuto finanziamento pubblico e che decide di delocalizzare in Polonia. Il nostro pensiero va a tutti i lavoratori, augurandogli anche una serena Pasqua e volevamo mandare un messaggio al Presidente della K-Flex, ricordando quello che ci dice il Santo Padre e ringrazio anche i lavoratori che mi hanno dato questa maglia…
PRESIDENTE. Per favore, chiuda quella giacca, onorevole…
DAVIDE TRIPIEDI. …che dice che chi toglie il lavoro commette un peccato gravissimo. Ci affianchiamo alle parole del Papa. salutando tutti i lavoratori della K-Flex e implorando il signor Spinelli di continuare l'attività in Italia. Volevo veramente dare tutto il nostro supporto politico a questi ragazzi che si vedono rubare il futuro da parte di “prenditori” che non prendono in considerazione il valore umano .
ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Volevo richiamare l'attenzione della Presidenza della Camera affinché fosse data risposta a due interrogazioni in particolare sul tema della vaccinovigilanza e della concorrenza nel campo, appunto, delle case farmaceutiche, riguardo all'offerta vaccinale. Sono due interrogazioni del 2016, datate, e in particolare vengono richiesti, Presidente, i dati della vaccinovigilanza che per legge deve essere fatta del 2014, 2015 e 2016, dati che AIFA non ha ancora prodotto e questa cosa è gravissima.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Menech. Ne ha facoltà.
ROGER DE MENECH. Grazie, Presidente. I recentissimi fatti di sangue avvenuti nel ferrarese, con l'uccisione della guardia volontaria Valerio Verri - alla famiglia vanno le mie condoglianze - e il gravissimo ferimento, con tre colpi di arma da fuoco, dell'agente della polizia provinciale di Ferrara Marco Ravaglia, mettono in evidenza la grave discriminazione oggi esistente rispetto al trattamento giuridico e di garanzia fra il personale di polizia operante nel territorio italiano. Marco Ravaglia è un agente della polizia provinciale di Ferrara. Il corpo di polizia provinciale nasce come principale forza a tutela del territorio e, in particolare, per la vigilanza ittica, venatoria ed ambientale. Gli operatori delle polizie provinciali italiane svolgono, in aree prevalentemente extraurbane e rurali, molteplici attività di polizia giudiziaria e, in particolare, per il rispetto di una vasta normativa nel campo della tutela ambientale. Riemerge così, ancora una volta, la situazione che stanno vivendo questi agenti che, a seguito della riforma, non sono più considerati svolgere una funzione fondamentale per gli enti di area vasta e non hanno ancora trovato una collocazione stabile e giuridicamente sicura. Alcune regioni in questi mesi hanno assorbito, istituendo dei servizi di vigilanza, le funzioni attualmente svolte dai corpi in materia di controllo e tutela della fauna selvatica nonché le funzioni di polizia relative all'attività di tutela ambientale.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.