PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FABRIZIO CECCHETTI, legge il processo verbale della seduta del 26 giugno 2023.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 74, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 29 e 30 giugno 2023.
La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori .
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
GIORGIA MELONI,. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche il prossimo Consiglio europeo, il quarto da quando si è insediato il nuovo Governo, ha in agenda delle sfide che sono prioritarie per l'Unione europea: l'aggressione all'Ucraina, l'economia, la sicurezza, la difesa, la migrazione, le relazioni esterne. E del resto non è mutata la complessità della fase che l'Europa, l'Occidente e il sistema internazionale nel suo complesso, stanno vivendo.
La sicurezza, in tutti gli ambiti, compreso quello sociale ed economico, rimane la priorità del nostro lavoro quotidiano. La difesa della sicurezza e, conseguentemente, della libertà non può prescindere dal partenariato strategico che lega Unione europea e NATO. Per questo, in vista di un altro importante appuntamento, il vertice NATO dell'11 e 12 luglio a Vilnius in Lituania, giovedì 29 giugno è previsto, prima dell'avvio dei lavori a 27 del Consiglio europeo, un incontro di lavoro con il Segretario generale della NATO, Stoltenberg. In quell'occasione, il Consiglio ribadirà l'impegno dell'Unione come e fornitore di sicurezza globale, in complementarietà con l'Alleanza atlantica, per attuare la Bussola strategica e avanzare sui regolamenti per il rafforzamento dell'industria europea della difesa, anche mediante acquisti comuni. Si aprirà quindi un Consiglio europeo che dovrà esprimere segnali ambiziosi di un'Europa capace di proteggere imprese e cittadini. Tema centrale, soprattutto grazie all'impegno italiano, sarà quello delle migrazioni. Sul punto, voglio innanzitutto unirmi al cordoglio per la recente tragedia avvenuta al largo delle coste greche, rinnovando, a nome del Governo, la nostra vicinanza ai familiari delle vittime e il nostro impegno in ogni sede per stroncare il disumano traffico di esseri umani, che continua a mietere vittime nel Mediterraneo , .
Al Consiglio europeo straordinario di febbraio scorso, grazie all'azione dell'Italia, finalmente è stato riconosciuto da tutti gli Stati membri e dalle istituzioni europee che la migrazione è una sfida europea e, dunque, richiede risposte europee. E, sempre grazie al nostro lavoro, si fa sempre più strada l'approccio che mira a superare la storica contrapposizione tra movimenti primari e movimenti secondari e tra Paesi di primo arrivo e Paesi di destinazione. Se non si affronta, cioè, a monte il tema della difesa dei confini esterni dell'Unione europea, se non si contrasta l'immigrazione illegale prima che giunga sulle nostre coste, è impossibile realizzare una politica di migrazione e di asilo giusta ed efficace. E una civiltà come la nostra non può lasciare agli schiavisti del XXI secolo, trafficanti senza scrupoli che lucrano sulle vite umane, il potere di decidere chi entra e chi no in Europa. L'immigrazione irregolare di massa non ha niente di umano e di solidale e colpisce i più deboli, i più fragili, a partire da coloro che avrebbero diritto ad essere accolti , . Questo cambio di passo significa soprattutto mantenere alta l'attenzione dell'Unione europea nei confronti dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo e dell'Africa, coniugando la lotta ai trafficanti con politiche di sviluppo. Il rapporto con i Paesi di origine e di transito deve essere considerato prioritario e deve concretizzarsi attraverso partenariati equilibrati, finanziati con risorse adeguate, tema che intendiamo porre nel quadro della revisione del bilancio settennale dell'Unione. Un approccio del quale è pioniere il nostro Piano Mattei per l'Africa, un obiettivo strategico che è stato lanciato da questo Governo, sul quale molti Stati europei hanno manifestato il loro interesse e il loro apprezzamento. Si comincia cioè a comprendere che, se si vuole affrontare alla radice il problema dell'immigrazione, ci si deve porre il tema dello sviluppo dell'Africa, con la sua popolazione in crescita, le sue sfide e le sue opportunità. È una vasta regione che possiede risorse, a partire da quelle energetiche, cruciali per l'Europa, che tuttavia dovrebbero prima di tutto andare a beneficio dei popoli che ne sono detentori. Il suo sviluppo deve essere finalizzato a valorizzare il capitale umano e la crescita di un tessuto produttivo locale, solido e autosufficiente. L'obiettivo è ambizioso, ma molto chiaro: garantire prosperità, pace e amicizia duratura, con un modello di cooperazione allo sviluppo che deve essere paritario e non predatorio , .
Anche per questo, nelle ultime settimane il Governo si è impegnato e mi sono impegnata personalmente, con le recenti missioni del 6 e dell'11 giugno, quest'ultima con la Presidente della Commissione von der Leyen e il Premier olandese Mark Rutte, perché l'Europa mantenesse alta l'attenzione sulla stabilità della Tunisia, obiettivo fondamentale per la sicurezza dell'intero Mediterraneo e, conseguentemente, dell'Europa. L'adozione della Dichiarazione congiunta UE-Tunisia e il lavoro che continua, in queste ore, per giungere alla definizione di un pacchetto europeo a sostegno di Tunisi rappresentano un segnale molto importante e sono per questo grata alla Commissione per il lavoro che sta portando avanti. Così come saluto con soddisfazione che questa priorità sia stata riconosciuta come punto a sé nell'agenda di politica estera di questo Consiglio europeo.
L'Europa oggi riconosce, finalmente, che la stabilità dei Paesi del Nordafrica è anche un problema del nostro continente, ma serve anche un segnale nel Consiglio europeo per consolidare con ulteriori progressi, in vista del negoziato con il Parlamento europeo, l'intesa che è stata raggiunta al Consiglio affari interni e giustizia sulle proposte di regolamento in materia di asilo e immigrazione volte a superare le regole di Dublino, regole che, ormai, sono considerate da tutti superate ma che per Nazioni, come la nostra, che difendono i confini esterni dell'Unione europea diventano addirittura potenzialmente rischiose, perché ci espongono a flussi illegali crescenti, con il portato di tragedie che continuiamo a vedere nel Mediterraneo.
Le proposte che abbiamo concordato, certamente da perfezionare, vanno, però, nella giusta direzione: rendono le responsabilità per i Paesi di primo ingresso più sostenibili, valorizzano il concetto di Paese terzo sicuro, prevedono un meccanismo di solidarietà permanente e vincolante, pur con gli elementi di flessibilità nei suoi contenuti, proponevano che gli Stati che dovessero rifiutare i ricollocamenti dei migranti pagassero quelli che dovevano ricollocare i migranti. Ma io non avrei mai accettato di essere pagata per trasformare l'Italia nel campo profughi d'Europa , . Quello che abbiamo chiesto e ottenuto è che quelle risorse alimentino, invece, un fondo per difendere i confini esterni, non per gestire l'immigrazione illegale ma per contrastarla , .
Il vero nodo della questione, per noi, rimane uno: distinguere i migranti economici da chi ha diritto, invece, alla protezione internazionale. Sono due materie molto diverse che, per anni, sono state colpevolmente sovrapposte e questa mancata distinzione, che era soprattutto figlia di calcoli ideologici, ha avuto il paradosso di indebolire enormemente la possibilità di aiutare chi ne aveva diritto per favorire le organizzazioni criminali che gestiscono la tratta di esseri umani. Per noi la difesa dei confini esterni è l'aspetto fondamentale. Chi ha dato fiducia a me e a questo Governo si aspetta risultati concreti nel contrasto all'immigrazione irregolare e li avrà e non importa se servirà tempo per ottenerli, perché i risultati ai quali stiamo lavorando saranno strutturali e duraturi. Questo è l'impegno che ci siamo assunti, questo è quello che faremo , .
Voglio dire che sono fiera di essere arrivata alla guida di questa Nazione quando era lanciata a folle velocità verso la cancellazione dei confini nazionali, il riconoscimento del diritto inalienabile alla migrazione e, quindi, a essere accolti in Europa senza vincoli e senza distinzioni, il divieto di adottare qualsiasi misura di contenimento dell'immigrazione illegale, arrivando perfino a legittimare chi sperona le navi dello Stato italiano , , e di ritrovarmi oggi a rappresentare una Nazione che si fa portatrice di una visione diametralmente opposta. Quindi, considero molto significativo il capitolo delle conclusioni del Consiglio che viene dedicato alle relazioni esterne dell'Unione europea, elemento che ci consentirà di ribadire l'importanza di rilanciare la discussione in seno all'UE sui rapporti con la sponda Sud. L'Italia ha presentato, con il sostegno degli altri, Med 9, un documento di posizione sul rilancio delle relazioni tra l'Unione europea e il Vicinato Sud che contiene proposte concrete per rafforzare il partenariato in tre settori strategici: energia, migrazione, per l'appunto, e transizione verde. Auspichiamo che un incontro tra Unione europea e Vicinato Sud possa tenersi sotto la presidenza spagnola a livello di vertice dei Capi di Stato e di Governo.
Il Consiglio europeo esprimerà inoltre il sostegno dell'Unione europea a una presenza rafforzata dell'Unione africana nei fori internazionali, specialmente nel G20 e, in linea con gli obiettivi della nostra presidenza G7 nel 2024, ribadirò l'importanza per l'Italia di rilanciare il ruolo dell'Africa in questi consessi. Per questo ci siamo subito espressi a favore dell'inclusione permanente dell'Unione africana nel G20, perché riteniamo che sia necessario aggiungere una nuova autorevole voce nella ricerca di soluzioni comuni alle sfide globali.
Tratteremo ancora una volta in questo Consiglio europeo dell'aggressione della Federazione Russa all'Ucraina. L'Italia ha seguito con grande attenzione, insieme ai suoi alleati, gli sviluppi della crisi interna alla Federazione Russa. Senza volerci addentrare in commenti su fatti interni alla Russia, mi limito a notare come questo episodio abbia contribuito a fare emergere in maniera evidente le difficoltà che sta attraversando il sistema di potere di Putin e a smontare la narrazione russa secondo la quale in Ucraina stia andando tutto secondo i piani Come sappiamo, la situazione è in evoluzione anche a seguito delle ultime dichiarazioni dei vertici russi che riguardano il tema della brigata Wagner e il dispiegamento dei suoi uomini nei diversi scenari di guerra, un tema che per noi chiama in causa anche l'Africa, dove la presenza di Wagner è molto significativa. L'Unione europea confermerà il suo convinto sostegno al popolo ucraino che si batte da 16 mesi per la libertà e l'indipendenza della propria Nazione. La chiara posizione del Governo italiano è riconosciuta e apprezzata dai nostri e rafforza il peso della nostra Nazione nei contesti europei e internazionali. Di questo penso dovremmo andare tutti fieri, non solo il Governo ma l'intero Parlamento e la Nazione nel suo complesso , Voglio ribadire la mia ferma convinzione che difendere l'Ucraina vuol dire, oggi, difendere l'interesse nazionale italiano, perché la capitolazione dell'Ucraina porterebbe con sé il crollo del diritto internazionale e del sistema di convivenza tra Stati, nato con la fine della Seconda guerra mondiale. Se noi non avessimo aiutato gli ucraini, come anche qualcuno in quest'Aula suggerisce, probabilmente per interessi di propaganda, se gli ucraini non avessero stupito il mondo con il loro coraggio, noi oggi ci troveremmo in un mondo nel quale alla forza del diritto si sostituisce il diritto del più forte, un mondo nel quale chi è militarmente più potente può liberamente invadere il suo vicino, un mondo molto più instabile, molto più pericoloso, e in un mondo senza regole, se non quella delle armi, l'Europa e l'Italia avrebbero solo da perdere , Il nostro auspicio è che si possa giungere il prima possibile a una pace giusta e duratura nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. A questo obiettivo continuiamo ovviamente a lavorare con impegno in ogni sede internazionale. L'Italia continuerà a sostenere gli sforzi volti a garantire che i crimini internazionali commessi nell'ambito dell'aggressione ai danni dell'Ucraina siano perseguiti attraverso il lavoro indipendente della Corte penale internazionale. Penso, su tutti, al rapimento e alla deportazione in Russia di migliaia di bambini ucraini di cui non si hanno più notizie , perché da madre è certamente uno degli aspetti che più mi hanno segnato in questa terribile vicenda.
Il sostegno finanziario europeo a Kiev resta solido e proseguirà di pari passo con la ricostruzione del Paese aggredito.
Lo strumento proposto dalla Commissione, il cosiddetto , dimostra che la comunità internazionale guarda tutta nella stessa direzione; cioè, oltre questa guerra, oltre quel nemico, oltre quell'ingiustizia, noi guardiamo a un'Ucraina ricostruita, e l'Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da assoluta protagonista, come ha dimostrato con la Conferenza bilaterale sulla ricostruzione, che abbiamo celebrato il 26 aprile scorso e che ha permesso di portare a Roma il meglio dei sistemi imprenditoriali delle due Nazioni. Noi scommettiamo su un futuro di pace e di prosperità per l'Ucraina e sull'integrazione europea di questa Nazione, perché sosterremo con forza il diritto degli ucraini a essere parte integrante della famiglia europea , .
L'Italia assicura sostegno all'Ucraina anche attraverso la cooperazione allo sviluppo, così come sul contrasto alle gravi ripercussioni sulla sicurezza alimentare che il conflitto ha causato. Accogliamo con sollievo la proroga dell'Accordo e plaudiamo agli sforzi profusi dall'Europa per assicurare la continuazione del Programma . Tuttavia, sarà necessario trovare una soluzione duratura che garantisca il libero flusso dei prodotti agricoli nel Mar Nero, e confermiamo anche su questo il nostro totale impegno , .
Seguiamo con grandissima attenzione e sosteniamo pienamente gli incessanti sforzi e l'azione diplomatica del direttore generale dell'AIEA, Grossi, per garantire la sicurezza nucleare in Ucraina. Dopo l'atto criminale che ha causato l'esplosione della diga di Nova Kakhovka, siamo preoccupati che anche la centrale di Zaporizhzhya possa essere usata come strumento di guerra, ed è dovere di tutta la comunità internazionale vigilare affinché una tale catastrofe non avvenga. Ci auguriamo che la recentissima visita di Grossi a Kiev e Zaporizhzhya possa aprire la strada a progressi concreti, pur in un contesto che sappiamo essere particolarmente difficile.
Rimanendo con lo sguardo alla frontiera Est, desidero fare un cenno anche a quanto stiamo facendo per la Moldova, di cui sosteniamo il processo europeo, incoraggiandola ad adempiere pienamente alle condizioni individuate dall'UE. Ma in quel processo, che a me non piace definire allargamento, ma piuttosto riunificazione - perché, come diceva San Giovanni Paolo II, “l'Europa ha bisogno di respirare con due polmoni, quello dell'Occidente e quello d'Oriente” -, noi dobbiamo assicurare il rispetto delle regole per tutti, evitando percorsi prioritari a favore dei nuovi candidati, a discapito dei vecchi, e mi riferisco in particolare ai Paesi dei Balcani occidentali.
La guerra in Ucraina ha avuto un impatto evidente sulle economie del continente, a maggior ragione sono quindi fondamentali i segnali che, sull'economia, ogni Consiglio europeo - e quindi anche questo - riesce a dare, per assicurare un vero sostegno, con parità di condizioni, alle imprese del nostro continente. Una politica industriale europea che preservi il mercato unico è inseparabile da un approccio europeo alla competitività; è sotto gli occhi di tutti come, senza finanziamenti europei erogati indipendentemente da capacità fiscali nazionali, si rischi solo di aumentare le disparità, favorendo alcuni Paesi, a discapito di altri , .
La Commissione europea ha presentato, il 20 giugno, una proposta di piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Unione, denominata STEP , con un portale di sovranità che non solo ha come obiettivo semplificare le informazioni e le procedure per i finanziamenti europei, ma concede flessibilità nell'uso dei fondi europei per favorire e finanziare gli investimenti nei settori strategici. Si tratta di una richiesta che l'Italia aveva avanzato già a febbraio e che, su nostro impulso, era allora stata inserita nelle conclusioni del Consiglio.
La proposta della Commissione è un importante punto di partenza per il negoziato, al quale ovviamente l'Italia intende contribuire per arrivare a un accordo in tempi rapidi. Questo strumento costituisce per noi, come dice la parola , un primo passo per arrivare a un fondo europeo per la sovranità, strumento fondamentale per affrontare con risorse adeguate sfide come le transizioni verde e digitale, la difesa, la salute, sfide, cioè, che ci impegneranno almeno per i prossimi tre decenni.
C'è poi il tema della riforma della economica, che per il Governo italiano deve avere come principale obiettivo il sostegno alla crescita, perché senza sostegno alla crescita non si può neanche garantire stabilità.
La riforma deve garantire, a nostro avviso, la protezione degli investimenti nei settori strategici, in particolare transizione verde, transizione digitale e difesa, e deve prevedere procedure semplificate e veloci per le nostre imprese. L'intenso lavoro diplomatico che stiamo svolgendo con i è volto soprattutto a superare vecchie contrapposizioni e a porre fine, una volta per tutte, alla stagione dell'austerità, pur senza venir meno a quella disciplina di bilancio sulla quale il Governo italiano ha dimostrato serietà fin dalla manovra finanziaria, con buona pace dei gufi che preconizzavano catastrofi di ogni sorta , .
È una partita complessa, sulla quale credo che l'Italia abbia obiettivi in questo caso condivisi dalla gran parte delle forze politiche, che sono stati oggetto di sostegno già con i Governi precedenti.
Per questa ragione voglio dire con serenità, ma anche con chiarezza, che non reputo utile all'Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il MES . L'interesse dell'Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova europea con un approccio a pacchetto, nel quale le regole del Patto di Stabilità, il completamento dell'unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutano nel loro complesso , nel rispetto del nostro interesse nazionale , .
Prima ancora di una questione di merito, c'è una questione di metodo su come si faccia a difendere l'interesse nazionale italiano , .
Il Consiglio europeo si occuperà anche di sicurezza economica, obiettivo prioritario nella recente proposta della Commissione europea. Sicurezza economica intesa come promozione di competitività e crescita, protezione dell'industria, vigilanza sugli investimenti e le tecnologie sensibili, protezione delle filiere produttive dell'Unione, sviluppo di capacità industriali e innovazione sul nostro territorio, rafforzamento e maggiore controllo delle nostre catene di approvvigionamento.
Insomma, tutto quell'approccio sulla difesa e il controllo delle proprie catene produttive, sulla propria autosufficienza, che qualche tempo fa qualcuno avrebbe bollato, diciamo in maniera un po' semplicistica, come un approccio autarchico , , ma che in realtà era semplicemente l'approccio realistico di chi capisce che l'Europa ha necessità e bisogno di controllare le sue catene di approvvigionamento e di non essere sempre più esposta a dipendenze che diventano pericolose , .
Nella discussione sull'economia si farà poi riferimento all'avvio a breve del percorso di revisione di medio termine del bilancio settennale dell'Unione, il cosiddetto Quadro finanziario pluriennale, e nei giorni scorsi noi abbiamo presentato un documento di posizione, evidenziando gli aspetti che sono per l'Italia di maggiore interesse.
Il bilancio dell'Unione dovrà tenere conto della situazione di grande instabilità geopolitica nel Nord Africa, come dicevamo, ma anche, specie in rapporto al debito di , dell'aumento continuo dei tassi di interesse.
Certo, i cittadini degli Stati dell'Eurozona avevano quasi dimenticato cosa fosse l'inflazione. Ora, è tornata a colpire le nostre economie e ci ricordiamo di come sia un'odiosa tassa occulta, che colpisce soprattutto i meno abbienti e chi ha un reddito fisso, dai lavoratori ai pensionati. Per questo è certamente giusto combatterla con decisione, ma la semplicistica ricetta dell'aumento dei tassi, intrapresa dalla Banca centrale europea, non appare agli occhi di molti la strada più corretta da perseguire, considerato che nei nostri Paesi l'aumento generalizzato dei prezzi non è figlio di un'economia che cresce troppo velocemente, ma di fattori endogeni, primo fra tutti, la crisi energetica causata dal conflitto in Ucraina. Non si può non considerare il rischio che l'aumento costante dei tassi finisca per colpire più le nostre economie che l'inflazione , e cioè che la cura si riveli più dannosa della malattia.
È probabilmente più utile concentrarsi, riteniamo, sulle cause specifiche che scatenano questa inflazione, proseguendo nelle misure di contenimento dei prezzi dell'energia e delle materie prime che l'Europa ha messo in atto - ricordo il tema del - grazie, soprattutto, all'attivismo dell'Italia.
Di grande portata sarà, poi, anche la componente di politica estera, le cosiddette relazioni esterne, in questo Consiglio. È prevista una discussione sulla Cina. Il futuro delle relazioni con Pechino è oggetto di un intenso dibattito a livello UE. Certo, andrebbe, a monte, aperto un lungo capitolo sulla miopia con la quale anche l'Unione europea ha gestito le conseguenze dell'ingresso della Cina nell'Organizzazione mondiale del commercio. Come ha lungamente spiegato il presidente Tremonti, il commercio, per essere davvero vantaggioso per tutte le parti, deve essere non solo libero, deve essere anche equo. Ma oggi, più pragmaticamente, dobbiamo prendere atto che quella cinese e quella europea sono economie per molti aspetti interdipendenti, il cui rapporto è stato spesso viziato da pratiche distorsive e dovrebbe, invece, evolvere verso standard e regole comuni.
In questo contesto, se, da un lato, il disaccoppiamento non è un'ipotesi percorribile, dall'altro, lo è ridurre il rischio, sostenere con forza la competitività del nostro sistema produttivo e la resilienza delle nostre catene di approvvigionamento per non cadere in nuovi, deleteri legami di dipendenza .
Non solo. Sul piano geopolitico la Cina è diventata interlocutore imprescindibile nelle relazioni internazionali, anche laddove la sua politica sembra spesso perseguire un diverso ordine internazionale, ed è attore imprescindibile per dare adeguate risposte ad alcune sfide globali (pensiamo al clima), perché è evidente che non possiamo affrontare sfide, come quella climatica, gravando solo e unicamente sulle nostre economie , .
Per tutte queste ragioni, intendiamo perseguire con la Cina un rapporto che - lungi dall'essere ostile - vuole però essere maggiormente equilibrato. La Cina è a tutt'oggi un rivale sistemico e chiama l'Unione europea ad essere, da una parte, ferma nella difesa dei propri valori e dell'ordine internazionale basato sulle regole e, dall'altra, pragmatica nel perseguimento dei propri interessi economici e nel confronto sulle sfide globali.
Nelle conclusioni del Consiglio vi sarà, inoltre, un riferimento alla preparazione del vertice UE-CELAC del 17 e 18 luglio prossimi, grande opportunità per rilanciare le relazioni tra Europa e America Latina, due regioni storicamente legate da radici culturali comuni, come noi italiani - grazie alle nostre radicate e folte comunità di italiani che vivono in quelle terre - sappiamo meglio di altri.
In questo contesto, non si può, però, non notare - e non farlo con preoccupazione - il deterioramento della situazione della democrazia, del diritto, della libertà religiosa e, più in generale, dei diritti umani in molti Stati dell'America Latina.
Vi sarà un riferimento anche alla ferma condanna del Consiglio europeo dei violenti incidenti nel nord del Kosovo a fine maggio e alla necessità di un'immediata della tensione e di ripresa del dialogo facilitato dall'UE tra Belgrado e Pristina.
Confermo l'impegno italiano per la pace e la stabilità del Kosovo e di tutta l'area dei Balcani occidentali, a cui stiamo dedicando molte, molte energie.
Voglio a questo proposito ribadire, e mi avvio alla conclusione, l'indignazione italiana per l'attacco di fine maggio a danno della missione KFOR, che ha coinvolto anche militari italiani. A loro, come a tutti gli uomini e le donne in uniforme che onorano il tricolore, difendendo ovunque nel mondo pace e democrazia, va il nostro grazie a nome dell'Italia intera .
A loro, e a tutti i cittadini italiani che ci seguono, voglio dire che, in tutti i consessi europei e internazionali, viene oggi riconosciuto all'Italia il ruolo di una Nazione solida, di una Nazione credibile, di una Nazione affidabile, forte delle sue ragioni e dei suoi interessi, forte della sua tradizione di dialogo e del suo ruolo geopolitico. E lo dico con orgoglio, anche pensando ai molti che, strumentalmente, preconizzavano o scommettevano su un'Italia a guida centrodestra che sarebbe stata isolata a livello internazionale. I risultati, anche stavolta, smentiscono i pronostici. E ci responsabilizzano a fare sempre di più, a fare sempre meglio, consapevoli come siamo che un'Italia forte e credibile fuori dai confini nazionali significa soprattutto un'Italia capace di affermare gli interessi e i bisogni dei suoi cittadini. Vi ringrazio , .
PRESIDENTE. A questo punto, al fine di consentire al Presidente del Consiglio dei ministri di consegnare il testo delle comunicazioni testè rese presso il Senato della Repubblica, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,30, con la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri. È iscritto a parlare il deputato Lorenzo Cesa. Ne ha facoltà.
LORENZO CESA(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signora Presidente, ancora una volta si troverà ad affrontare nel Consiglio europeo un clima che vede l'Europa, il blocco della libertà e delle democrazie a difesa di una Nazione che si ribella e resiste dinanzi a chi pensa che con l'uso della forza si possano conquistare Paesi sovrani. Gli eventi drammatici di sabato scorso in Russia, nonostante i contorni poco chiari, testimoniano una crepa nel potere di Putin. In virtù di ciò, se da un lato si deve sostenere vigorosamente, senza «se» e senza «ma», Kiev, perché sostenere Kiev e l'Ucraina è sostenere noi stessi e difendere la libertà e la democrazia di tutto l'Occidente e di tutto il mondo, dall'altro si possono intensificare le azioni per l'avvio di un negoziato, che non può partire senza che ci sia il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe d'invasione da parte dei russi.
Il viaggio del Presidente della Conferenza episcopale italiana, sua eminenza Matteo Zuppi, a Mosca, può offrire un contributo verso questa direzione, consapevoli che ogni sforzo di deve trovare il consenso del popolo ucraino. Non desta meraviglia che proprio i popoli e le Nazioni che hanno sofferto maggiormente il dominio sovietico siano quelli che invocano un maggiore impegno della NATO verso i confini Est dell'Europa, al fine di prevenire ogni ulteriore obiettivo di espansione dello zar. Come delegazione NATO, che ho l'onore di presiedere, il nostro auspicio è che, dopo il Consiglio europeo di fine settimana, si arrivi a Vilnius con una piattaforma europea che consolidi le posizioni militari dell'Europa per facilitare un riequilibrio dei rapporti interni della NATO e per permettere così all'Unione europea di offrire un ulteriore contributo decisivo per la difesa delle democrazie e della libertà.
Altro argomento delicatissimo - e stamattina lo ha detto in maniera molto chiara - che lei dovrà affrontare riguarda la situazione economica dell'Unione europea. I dati macroeconomici ci dicono che l'inflazione in Europa è ancora alta, che vi è una significativa flessione della produzione industriale - e, ringraziando Iddio, noi siamo quelli che soffrono meno - che, aggiunta a una politica monetaria restrittiva, rischia di far precipitare l'Europa in una forte recessione. Ciò dovrebbe convincere, in modo più evidente, che non ci si può preoccupare sempre e troppo di bilanci e di parametri, tralasciando il tema della crescita e degli investimenti. Abbiamo bisogno di un'Europa più agile e più flessibile, che garantisca prosperità e crescita. In questo quadro, appaiono del tutto infondate le polemiche sulla ratifica del MES. Qualcuno attribuisce conseguenze salvifiche nel caso della sua ratifica, mentre altri, in caso di mancata ratifica, conseguenze nefaste. In mezzo, poi, ci sono quelli che si illudono che, senza un'Europa coesa e forte, l'Italia possa farcela da sola. La verità, come sempre, non è amica della faziosità. È del tutto evidente che il Governo ha piena legittimità a negoziare alcuni punti che ritiene strategici e fondamentali per l'interesse italiano, come, ad esempio, i parametri del Patto di stabilità, l'unione bancaria e anche alcuni temi che riguardano il PNRR, come la sua definizione, e altre questioni ancora. Alla fine, questo Governo dimostrerà, come già ha fatto in occasione della guerra in Ucraina, che seguirà l'orizzonte del bene del Paese, senza preoccuparsi troppo dei sondaggi d'opinione e del dei , che, come sappiamo, sono troppo suscettibili di cambiamenti. D'altra parte, signora Presidente, io ho avuto - e lo voglio ricordare anche all'Assemblea - una grande fortuna e un grande onore: quello di conoscere un grande statista europeo, Helmut Kohl. Ogni volta che veniva in Italia, il sottoscritto, il presidente Buttiglione e il presidente Casini lo ospitavamo a cena. Le cene con il Presidente Kohl si concludevano sempre con un invito: “Voi che fate politica - mi raccomando - non seguite i sondaggi d'opinione, non seguite i grandi opinionisti dei giornali” - all'epoca non esistevano i -, “perché, se seguite questi, non andrete da nessuna parte. Se io avessi seguito gli opinionisti dei giornali, non avrei riunificato la Germania, se io e Mitterand avessimo seguito gli opinionisti dei giornali e i sondaggi d'opinione non avremmo fatto l'euro, che è stata la premessa per costruire l'Europa”. Questo era l'insegnamento di Kohl. Per queste ragioni, siamo fiduciosi che, al termine di questo processo, l'Europa uscirà più forte e più coesa dal punto di vista economico e finanziario.
Un capitolo a parte che merita attenzione è quello della migrazione e il suo Governo sta compiendo notevoli sforzi per porre in primo piano, nell'agenda europea, la questione, che ha una rilevanza strategica e non può essere affrontata con visioni localistiche. Signora Presidente, vada avanti con decisione nel lavoro svolto di rafforzamento dell'Italia all'interno dell'Europa, delle istituzioni europee e della NATO e soprattutto porti avanti, ancora con più decisione, la cooperazione con il Maghreb, proprio come sta facendo con la Tunisia. È un lavoro che impatta direttamente sui nostri interessi nazionali. Questo lavoro che, lei, signora Presidente sta compiendo, ha un obiettivo importantissimo: ha lo scopo di riportare lo sguardo dell'intera Unione europea verso il Mediterraneo. Questo lavoro permetterà all'Italia di essere più autorevole e protagonista in Europa su un fenomeno i cui contorni - inutile nasconderlo - hanno natura globale. In conclusione, signora Presidente, la incoraggiamo a proseguire con la determinazione che la contraddistingue nella difesa degli interessi legittimi del nostro Paese, in quanto è chiaro a tutti che questi coincidono con un rafforzamento dell'Europa. Un'Italia più forte rende l'Europa più solida. Signora Presidente, a nome del gruppo di Noi Moderati, le auguro sinceramente buon lavoro !
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(A-IV-RE). Grazie Presidente. Presidente, Ministri e colleghi, le tensioni geopolitiche in questi tempi, in quest'epoca, sono numerosissime - alcune le ha raccontate anche lei -, così come sono tante le crisi economiche e sociali nel mondo. Il mondo gira più velocemente - se possiamo riassumere così - rispetto a un po' di tempo fa e l'Europa, che era abituata negli ultimi decenni a essere centrale in tutto quanto avveniva, oggi non è tanto centrale. Per fortuna, con lungimiranza, qualcuno prima di noi ha pensato e ha costruito le fondamenta dell'Europa ed è stato un bene perché, se non lo avesse fatto, oggi la nostra vita sarebbe profondamente diversa. Io penso che ogni tanto dobbiamo ricordarci quanto è stato fatto dai nostri padri scrivendo la nostra Costituzione, ma anche costruendo l'Unione europea e la sua forza. Però l'Unione europea esiste se non è solo una somma di Stati - perché capita a volte che vi siano interessi convergenti, altre volte divergenti -, ma sempre di più una comunità di intenti, di responsabilità e di solidarietà condivise. Presidente, credo che lei abbia colto questa necessità perché, dalle materie prime all'immigrazione, dal sostegno all'Ucraina ai dalla difesa del nostro debito agli approvvigionamenti energetici, noi siamo forti solo se siamo capaci di costruire un'intesa europea. Ci siamo se c'è l'Europa, con i nostri 59 milioni di abitanti, con 2.500 miliardi di PIL, in confronto alle altre economie, in confronto alle grandi comunità emergenti, ai globali, come l'India e la Cina, ma anche in confronto all'Unione africana che, sempre di più, con una velocità molto più rapida di quella dell'Europa, sta cercando di unificare un livello di decisione molto importante, con il mondo arabo che cerca aggregazioni. Non possiamo non riflettere su quello che è accaduto tra l'Iran e l'Arabia Saudita. Il problema non è chi chiama prima Biden, il problema è che Biden dovrebbe fare una sola telefonata.
E, se facesse una sola telefonata, quella telefonata arriverebbe più spesso e servirebbe non solo a dire, anche in maniera assolutamente apprezzata, cosa pensano gli Stati Uniti, ma anche a concordare, un po' di più, la linea da assumere.
Allora, abbiamo il compito - mi sentirò sempre di rammentarlo anche a Lei, quando va ai Consigli europei - di rinforzare le istituzioni dell'Unione europea, perché più le istituzioni dell'Unione europea saranno forti, più sarà forte il nostro Paese e meglio tuteleremo i nostri interessi.
L'Unione europea ha mostrato momenti di grande capacità: lo ha dimostrato durante la pandemia, non solo per i 750 miliardi investiti nella , ma anche per la capacità di solidarietà che ha messo in campo in quei momenti difficili; lo ha dimostrato sull'Ucraina, essendo capace di reagire. Sull'Ucraina, Presidente, non mi dilungo, perché le parole che sono state utilizzate qui da lei sull'Ucraina rappresentano quello che pensiamo noi e rappresentano una continuità perfetta con quanto ha fatto il Governo Draghi ed è questo il modo di governare la politica estera. Continuo un po' a soffrire quando sento chi specula sull'Ucraina, chi si differenzia sulla pace o sulla guerra, come se qui ci fosse qualcuno innamorato della guerra: penso che nessuno di noi vorrebbe mandare neanche un proiettile o un fucile fuori dai nostri confini , però abbiamo la responsabilità gigantesca di aiutare a difendere un popolo, che sta difendendo la sua terra e i suoi diritti. Penso che su questo non possiamo cedere di un millimetro.
Abbiamo alcune emergenze - le ha ricordate lei nel suo intervento e oggi sono all'ordine del giorno - ed è importante che ci si confronti su queste emergenze, però abbiamo anche la necessità di uno sguardo lungo proprio sui temi che ho detto prima. Chi ha costruito l'Unione europea ha avuto la capacità di guardare i successivi 20 anni, non solo alle emergenze. Le emergenze bisogna affrontarle. Penso al tema delle migrazioni, che è un tema centrale, Presidente. Condividiamo il contenuto della risoluzione e i punti sulle migrazioni; penso che sul tema delle migrazioni si possano avere anche parole più sobrie e penso che queste aiuterebbero il dibattito in questo Paese - lo dico a me e a tutti quanti -, parole più sobrie su un tema che comunque richiederà di essere affrontato in maniera diversa. Quest'anno hanno fatto l'esame di maturità 536.000 ragazzi; nel 2022 sono nati 392.000 bambini, cioè tra 17 anni gli studenti che sosterranno gli esami di maturità saranno il 25 per cento in meno di quelli che l'hanno sostenuto quest'anno. Non potremo governare il tema della demografia in questo Paese solo con il (lo abbiamo fatto noi, anzi lo ha votato tutto il Parlamento e il nostro appello è sempre quello di attuarlo fino in fondo e di mettere a disposizione tutti gli strumenti possibili per le famiglie). Occorre governare anche il fenomeno delle migrazioni. Non c'è un diritto all'immigrazione clandestina - ci mancherebbe altro -, c'è un diritto di asilo, un diritto alla migrazione, che è un diritto che va regolamentato dalle leggi internazionali e penso che, su questo, abbiamo bisogno di aprire un dibattito finalizzato a capire che cosa succederà nella nostra società tra 20 anni. Abbiamo bisogno di tutelare il nostro patrimonio e il nostro Paese e dobbiamo farlo anche affrontando questi temi, così come il tema del nuovo patto fiscale e sociale, che sarà all'ordine del giorno dei prossimi Consigli europei, non solo del prossimo. In quest'ambito, mi permetto di suggerire di riprendere il lavoro fatto da Macron e da Draghi, che era una buona base di partenza, un'intesa che andava incontro anche alle esigenze che abbiamo sentito qui.
Vado rapidamente a concludere, dicendo che abbiamo bisogno di trovare anche le modalità per un lavoro migliore in Aula sui temi che riguardano le infrastrutture europee. C'è stato un solo momento in cui l'Aula si è accesa alla mia sinistra e su cui è scoppiato l'entusiasmo a destra - lo dico con simpatia, colleghi - ed è stato il MES, un argomento a cui non riesco ad appassionarmi. Credo sia uno strumento utile - lo dico, perché ho letto le relazioni del MEF -, ma non è uno strumento su cui coinvolgiamo i nostri cittadini, in un modo o nell'altro. Ne abbiamo costruito una bandiera che non serve a nessuno. È uno strumento utile per il Paese? Allora, adottiamolo. Se non è uno strumento utile, non si adotta, ma, se è uno strumento utile, si adotta. E il percorso di questi strumenti deve portare a creare una maggiore capacità del nostro Paese di sedersi ai tavoli che decidono su queste cose. Non è uno strumento con cui possiamo dividere e mostrarci deboli. Penso che questo non sia utile a nessuno. Per questo, ne abbiamo chiesto la calendarizzazione: ci lavoriamo, senza pensare che con questo si raccolga un voto, né in più, né in meno.
ETTORE ROSATO(A-IV-RE). Concludo - grazie, Presidente, mi scuso -, ricordando quello che diceva De Gasperi nei primi dibattiti sull'Europa unita, a quell'epoca. Diceva: “Qualcuno ha detto che la federazione europea è un mito”, perché, in quell'epoca, questo era il tema. E lui rispose: “E se volete che un mito ci sia, ditemi un po' quale mito dobbiamo dare alla nostra gioventù per quanto riguarda i rapporti tra Stato e Stato, l'avvenire della nostra Europa, l'avvenire del mondo, la sicurezza, la pace (…)”. Se questo non è lo sforzo, se questo non è il mito che dobbiamo comunicare alle nuove generazioni, ditemi voi che mito dobbiamo comunicare. Penso che il messaggio di De Gasperi sia ancora attuale anche per la nostra storia e il nostro dibattito odierno .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. È indubbio che il Consiglio europeo che prenderà avvio domani, a Bruxelles, non potrà che risentire di quanto è accaduto nell'ultimo fine settimana in Russia. Non è ancora ben chiara la reale traiettoria che la politica russa ha intrapreso. La crisi si è aperta con la brigata Wagner che ha lasciato il terreno di conflitto ucraino, ha marciato in direzione della capitale russa, per, poi, accettare di fermare l'avanzata a poche centinaia di chilometri, a seguito della positiva mediazione del Presidente bielorusso. Una vicenda dai connotati ancora tutti da chiarire e decifrare, probabilmente legati alla lotta di potere interna al Cremlino. In ogni caso, non tocca a noi interferire nella situazione interna russa, questo è chiaro, tuttavia l'evoluzione del quadro politico va monitorata costantemente, perché quello che succede a Mosca ha un impatto sulla sicurezza europea e globale, perché la Russia rimane imprevedibile e la situazione attuale e le sue conseguenze a lungo termine continuano a sollevare molti interrogativi.
In questo quadro, comprendiamo la preoccupazione di molte delle Repubbliche ex sovietiche, a cominciare dai Paesi baltici, nostri nell'Unione europea e nella NATO. Sicuramente, non sarebbe positivo che una potenza nucleare scivolasse verso una fase di instabilità politica. Noi continuiamo a sostenere l'Ucraina , affiancandola nei suoi sforzi per ripristinare la sua integrità territoriale.
Il Consiglio europeo di domani è chiamato a fare il punto sugli ultimi sviluppi della guerra di aggressione della Russia. Non possiamo che ribadire il nostro appoggio finanziario, economico, umanitario, militare e di diplomatico all'Ucraina. Sul tavolo c'è un solo piano di pace - quello ucraino -, che l'Unione europea sostiene. Il cosiddetto piano cinese non era un vero e proprio piano, ma esclusivamente un documento di posizionamento della Repubblica popolare. Da ultimo, va registrato il fallimento della missione di pace di un gruppo di Presidenti africani. Noi auspichiamo che l'Italia assuma, ancora una volta, quel ruolo di ponte tra le Nazioni per la realizzazione di una pace giusta e duratura e si possa finalmente passare alla ricostruzione dell'Ucraina, in coordinamento con i internazionali. Contestualmente, l'Unione europea sia al fianco di Kiev nel progresso di avvicinamento all'Unione stessa, un percorso che dovrà avvenire nel pieno rispetto dei criteri fissati dal processo di allargamento.
Passando a un'altra area delicata del continente europeo, il Consiglio non potrà non affrontare la situazione critica che si registra nei comuni a maggioranza serba nel nord del Kosovo, che ha portato, lo scorso 29 maggio, a violenti scontri tra le Forze dell'ordine kosovare e i cittadini di nazionalità serba, in cui sono rimasti feriti diversi soldati della missione Kfor, tra i quali anche militari italiani. Ribadiamo ancora una volta la vicinanza e la piena solidarietà ai soldati della missione Kfor , comandata dal generale di divisione Angelo Michele Ristuccia, e condanniamo con la massima fermezza ogni violenza.
Il recente rilascio da parte delle autorità serbe dei tre agenti delle forze speciali del Kosovo, arrestati lo scorso 14 giugno con l'accusa di essere entrati in territorio serbo, riapre la via del dialogo. Auspichiamo che adesso inizi subito il processo di per riprendere quel processo di normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina. Devono aver fine le polemiche e le reciproche accuse e occorre che le parti cooperino per allentare la tensione nel nord del Kosovo, prevedendo nuove elezioni amministrative nonché il ritorno all'attuazione dell'Accordo di Ocrida. Come hanno ribadito più volte la Presidente del Consiglio e il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, l'Italia conferma il proprio impegno per la pace e la stabilità del Kosovo e di tutta l'area dei Balcani occidentali. Solo la ripresa dei negoziati può garantire la stabilità regionale, fondamentale nell'attuale contesto internazionale.
Russia, Ucraina, Balcani occidentali: mai come oggi, i temi della difesa comune e di una struttura militare europea, che ad oggi sono solo in fase embrionale, diventano centrali. Per questo è fondamentale continuare nella realizzazione, in piena sintonia con la NATO, dell'ambizioso progetto della Bussola strategica europea per rendere l'Unione europea un fornitore di sicurezza globale.
Il prossimo giovedì, quest'Assemblea sarà chiamata ad approvare la Relazione del cosiddetto decreto Missioni. Mi limito a una riflessione che scaturisce dalla rapida evoluzione degli scenari geopolitici globali. È ormai improcrastinabile porre mano ai meccanismi delineati dalla legge n. 145 del 2016. A distanza di 7 anni dall'entrata in vigore di questa legge, sebbene si debba riconoscere che essa abbia portato ad un netto e semplificato iter, le tempistiche sono ancora troppo lunghe. Da un lato, devono essere trovati i correttivi necessari ad anticipare il più possibile le decisioni e, dall'altro, deve essere considerata la necessaria flessibilità che deve caratterizzare l'impegno dello strumento militare, proprio in un contesto in cui le situazioni di crisi si susseguono rapidamente.
Avviandomi alla conclusione, ricordo che il Consiglio europeo affronterà anche il tema dell'immigrazione. Nelle conclusioni del 9 febbraio 2023, il Consiglio aveva definito la situazione migratoria una sfida europea che richiede una risposta europea, chiedendo il rafforzamento e l'accelerazione di misure operative immediate. L'Unione europea, grazie soprattutto all'azione del Governo, sta finalmente ponendo la questione della gestione comune dei flussi migratori e del contrasto all'immigrazione clandestina tra le proprietà della sua agenda, con condivisione e responsabilità, solidarietà e oneri. Noi riteniamo che l'Europa debba fare di più nei confronti dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo e dell'Africa per prevenire gli arrivi irregolari, coniugando la lotta ai trafficanti con le politiche di sviluppo e partenariati equilibrati e adeguatamente finanziati con risorse europee. Bisogna avere l'ambizione di passare dalla politica di vicinato a un vero e proprio partenariato con la sponda sud del Mediterraneo, avendo come modello il “Piano Mattei” lanciato da questo Governo.
Va mantenuta alta l'attenzione dell'Unione europea nei confronti della Tunisia, al fine di garantire la stabilità politica ed economica del Paese. Per questo, siamo convinti dell'importanza di un'ampia cooperazione tra lo Stato nordafricano e l'Unione europea in materia di commercio, energia e immigrazione. In tale contesto si inquadra l'Accordo sottoscritto a Tunisi dal Commissario europeo per l'Allargamento e le politiche di vicinato con il Governo tunisino per aiuti finanziari riguardanti il contrasto al traffico di esseri umani, come era stato deciso al termine della recente missione Meloni-Rutte-von der Leyen. Finalmente, siamo riusciti a convincere i europei che si debba aiutare la Tunisia e lo registriamo positivamente. Anche il Fondo monetario internazionale sta cambiando atteggiamento, mostrando una maggiore flessibilità. Ora la palla è nelle mani del Governo tunisino, ma siamo fiduciosi.
Devono essere proseguiti i negoziati per giungere il più rapidamente possibile a un nuovo patto su asilo e migrazione, partendo dai risultati raggiunti in occasione del Consiglio giustizia e affari interni del corrente mese di giugno. Sono stati individuati due pilastri fondamentali: il regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione e il regolamento sulla procedura d'asilo. Ciò si aggiunge all'accordo già raggiunto con altri pilastri del Patto. Tali proposte consentiranno di creare un sistema più equo, efficiente e sostenibile. È fondamentale trovare una soluzione comune che garantisca un equilibrio tra solidarietà e responsabilità tra gli Stati membri e su questo il Governo è fortemente impegnato. Grazie, Presidente Meloni , avanti così con il suo meticoloso impegno. La sua forte decisione ha sempre il nostro pieno sostegno
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Signora Presidente del Consiglio, il prossimo Consiglio europeo sarà un appuntamento cruciale e noi le chiediamo di far valere con intelligenza l'interesse nazionale, nella consapevolezza che questo si coniuga con l'interesse europeo. Noi saremmo felici se l'Italia riuscisse a farlo, come è riuscita a farlo quando ha portato a casa i 200 miliardi del piano un'Italia che si collocava sulla frontiera più avanzata dell'integrazione, ricavandone il miglior beneficio. Saremmo felici se riuscisse oggi, e lasci in pace i gufi, volatili notturni che non conviene importunare, specialmente dai banchi del Governo .
Invece, siamo preoccupati, Presidente, dalla gabbia ideologica di cui lei è prigioniera e che rischia di isolarci e di renderci più deboli. Prima c'è un'altra preoccupazione, che credo ci unisca, la guerra in Ucraina: 16 mesi di morti e di orrori, anche oggi, 16 mesi di eroica resistenza. Noi siamo fieri di un'Italia e di un'Europa schierate dalla parte giusta, a sostegno dell'aggredito e del suo sacrosanto diritto a difendersi con ogni mezzo necessario, per quanto sarà necessario. Allora, lo dica al suo amico Orbán che ieri ha dichiarato inaccettabili gli aiuti europei all'Ucraina, gli dica qual è la parte giusta, la parte della libertà, del diritto internazionale, dove noi dobbiamo stare.
Il tentato in Russia è una questione interna, ma può avere ripercussioni molto vaste e vi chiediamo di informare costantemente le Camere. Molto è ancora da chiarire e bisognerà capire il destino della Wagner, la creatura di Putin che gli si è rivoltata contro, rivelando le sue menzogne, che è stata cruciale in Ucraina ma che, da tempo, è il braccio armato della proiezione internazionale della Russia in tanti scenari di crisi a noi vicini, in Africa, Medio Oriente e Mediterraneo. Il regime russo mostra le sue crepe ma le incognite sono ancora troppe. L'unica certezza è che questo rappresenta un'ulteriore conseguenza della folle e sciagurata guerra di Putin all'Ucraina. Allora, Presidente, nel rivendicare con orgoglio la nostra posizione e la nostra coerenza, diciamo che forse è proprio questo il momento per spingere l'Europa a rendersi protagonista di un'iniziativa diplomatica per porre fine alla guerra e costruire una pace giusta e duratura. Bisogna farlo di concerto con gli alleati, non facendo mancare il nostro sostegno agli sforzi del Vaticano, spingendo su altri attori globali che possano isolare Putin e spingerlo e costringerlo a cessare la guerra, a ritirare le sue truppe e a desistere dal suo folle proposito. La pace è il primo interesse degli ucraini, perché significa condanna dell'aggressore e difesa dell'aggredito e delle sue ragioni, ma la pace è anche il primo interesse dell'Europa. Non siamo stati felici, nel momento più acuto della crisi russa, di aver visto declassata l'Italia al secondo giro delle consultazioni tra gli Stati Uniti e i europei. Noi siamo quelli che arrivano il giorno dopo. Lo diciamo senza polemica, perché qui si tratta non di lei ma del ruolo dell'Italia che tutti noi vogliamo preservare ma spetta soprattutto a lei, in questo momento, farlo. Presidente del Consiglio; forse le sue incertezze e le sue ambiguità sulla nostra collocazione in Europa non sono la causa di questo declassamento ma certo non aiutano la proiezione internazionale del nostro Paese.
Qual è il biglietto da visita dell'Italia alla vigilia del Consiglio europeo? La fuga sulla ratifica del MES. Niente e nessuno vi costringe a usarlo ma noi siamo gli unici che non lo hanno ratificato e la polemica l'avete fatta interamente voi, ve la siete fatta da soli . Dubito che potrete utilizzarlo come merce di scambio al mercato ma sono certo che questo isolamento rappresenta un danno per l'Italia.
Sul Patto di stabilità e crescita Gentiloni ha fatto tutto il possibile e, se vogliamo migliorarlo per scorporare gli investimenti strategici, noi ci siamo, ma il rischio è che venga peggiorato. Ecco perché in Europa bisogna scegliersi gli alleati giusti.
Lei è stata eletta presidente del partito dei conservatori europei e ha scelto due vicepresidenti, uno di Vox e l'altro del PiS polacco. Complimenti! Al mio paese si dice: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei .
Noi capiamo l'imbarazzo a dover rinnegare tutto ciò che si è detto per anni, oggi il MES, ieri il PNRR e domani chissà: tutte spie di una contraddizione di fondo che lei deve sciogliere. È lei che deve assumersi la responsabilità: o paga il prezzo politico di smentire le cose che ha sostenuto e che sostengono i suoi amici in Europa o fa pagare quel prezzo all'Italia. Questo è il punto! Lei è a un bivio: o va contro se stessa o va contro l'interesse nazionale. Deve scegliere, perché non può rinviare per sempre. E, quando sceglie, quando decide, Presidente, abbia l'accortezza di non esporre l'Italia e l'Europa a umiliazioni come quella rimediata a Tunisi. Un minuto dopo la visita con Ursula von der Leyen, il Presidente tunisino ha detto che non farà scambi sui migranti. Ieri la Commissione ha smentito che l'accordo, che avevate incautamente annunciato, fosse pronto, perché ci sono problemi.
Il problema è l'errore, già ampiamente sperimentato, di concedere soldi a dittatori per contenere i flussi migratori, nei fatti mettendoci alla loro mercé ed esponendoci ai loro ricatti. Ma le pare normale una conferenza stampa a Parigi, all'insegna del gelo e della freddezza, e una conferenza stampa a Tunisi, senza stampa, all'insegna del ? Non è normale e non è degno di un Paese come l'Italia. Non una parola, Presidente, sull'urgenza di riprendere il processo democratico in Tunisia, che l'attuale regime ha interrotto, perché tutto si tiene insieme e la crisi democratica contribuisce alla crisi economica e alimenta le fughe per mare. Non passa da lì la stabilizzazione di un Paese come la Tunisia. Certo che dobbiamo stare nel Mediterraneo! Ne discuteremo nel decreto Missioni. Ha parlato di Africa e di sviluppo, ma lei è la stessa Presidente del Consiglio che ha appena tagliato 50 milioni di euro per la cooperazione allo sviluppo squarciando il velo di ipocrisia sugli slogan che avete urlato per anni, come “aiutiamoli a casa loro”.
Nel suo primo giorno da Premier e anche oggi, ci ha parlato di questo piano Mattei, scomodando un grande antifascista. Presidente, dove è? Non avete tirato fuori un progetto! Io vi esorto formalmente a discuterne qui in Parlamento. Noi siamo pronti, senza pregiudizi. Abbiamo le nostre idee e crediamo che per competere con Russia, Cina e Turchia ci sia bisogno dell'Europa e serva un per l'Africa, ma voi volete affossare persino il in Europa, che è lo strumento per modernizzare la nostra industria e per creare lavoro buono.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Sto per concludere, Presidente. Dobbiamo porre la questione del Mediterraneo e dell'Africa, che sono le sfide da cui passa il futuro non solo dei flussi migratori. Presidente, lei ha detto che ha trovato un'Italia che correva verso la cancellazione dei confini nazionali, ma in che film ha vissuto, Presidente? A cosa si stava riferendo? Al Governo Draghi ? Ce lo dica! Questo è il Parlamento, lei è la Presidente del Consiglio, ha il dovere della chiarezza oppure la smetta di fare propaganda! Questo accordo sui migranti, che è deludente e nonostante questo i vostri amici vi hanno voltato le spalle - e chiudo Presidente - è un accordo che avete sventolato come un successo; invece, non riforma il sistema di Dublino, non allenta la pressione sui Paesi di primo approdo come l'Italia. Ci avete detto che ci sarebbe stata la redistribuzione obbligatoria e, invece, avete accettato l'idea ignobile di pagare 20.000 euro per sottrarsi al meccanismo e, di fatto, respingere un migrante. E non c'è nulla, Presidente, nulla per evitare le tragedie che si ripetono nel nostro mare. Dopo Cutro, su cui ancora aspettiamo la verità, la strage del Peloponneso: come si può rimanere indifferenti a tutto questo? Vada a dirlo in Europa, Presidente. Ho visto che le piace urlare.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Lo urli pure. Noi chiediamo una europea. Con meno di questo non credo che supereremo il giudizio della storia, un giudizio a cui nessuno, tanto meno lei, potrà sottrarsi
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Giglio Vigna. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO GIGLIO VIGNA(LEGA). Grazie, Presidente. Governo, onorevoli colleghi, vorrei iniziare anch'io, Presidente Meloni, ringraziando i nostri soldati per tutto il lavoro che svolgono nelle missioni all'estero, in particolare con un segno di vicinanza ai nostri carabinieri in Kosovo per quanto stanno affrontando e perché stanno cercando di portare la stabilità in un'area difficile e stanno aiutando la nostra azione politica, come Paese e come Unione europea, volta a perpetuare la nostra vicinanza all'area balcanica. I Balcani, infatti, sono assolutamente importanti e centrali ed è necessario per l'Unione europea tenerli vicini, perché sennò, pragmaticamente, vanno da qualche altra parte: vanno nell'area della Federazione russa o vanno forse, peggio ancora, nell'area della Repubblica popolare cinese. Ed è già successo. È già successo che l'Europa debba poi correre a riparare i danni lasciati da altri internazionali nei Balcani, e mi riferisco al caso della Macedonia.
E, quindi, grazie per quello che stanno facendo i nostri uomini e le nostre donne, le truppe all'estero, perché è un coadiuvare l'azione politica. Noi, come Lega – come lei sa, Primo Ministro - siamo perfettamente d'accordo su una revisione importante del Trattato di Dublino. Io sono contento che lei, oggi, abbia detto una cosa fondamentale, facendo anche una distinzione importante fra i canali legali d'immigrazione, e il contributo che chi è entrato legalmente nel nostro Paese porta alla nostra società, e i canali d'immigrazione illegale; è quello che noi affermiamo da anni, da sempre, da questo ramo del Parlamento o, comunque, da questa parte dell' politica: l'immigrazione non si può lasciare totalmente nell'illegalità, totalmente in mano a una filiera economica di illegalità. Lo Stato, gli Stati, l'Unione europea non si possono girare dall'altra parte; noi lo diciamo con molta pacatezza, con molta tranquillità dal punto di vista politico.
Chi, ancora oggi, vuole regole non certe per l'immigrazione illegale è il primo responsabile delle morti nel Mediterraneo , chi vuole che l'immigrazione sia in mano ai trafficanti, alla criminalità organizzata dei Paesi del Centro Africa, in contatto con la criminalità organizzata di alcune parti del nostro Paese, ha le mani sporche di sangue. Dall'altra parte, ci siamo noi, che chiediamo regole e cerchiamo stratagemmi che, permettetemi, stratagemmi non sono, ovviamente, ma sono politiche necessarie per arginare questo flusso di immigrati e per ristabilire anche su questo versante l'ordine internazionale, perché anche qui si parla di ordine internazionale, e l'Italia è ovviamente in prima linea.
Allora, ribadiamolo con forza che i confini dell'Italia sono i confini dell'Europa e, quindi, vanno bene qualsiasi piano e qualsiasi politica per andare nella direzione di difenderli. E vi sono importanti novità anche in questo vertice europeo. La discussione va avanti su tutta la politica europea, sulla politica economica europea, quella che deve essere la nuova europea. Io penso sinceramente che oggi parlare di MES sia assolutamente fuori luogo e sia strumentale, da parte delle opposizioni. Stiamo parlando di qualche cosa di molto più importante, stiamo facendo ragionamenti di macrosistema, stiamo parlando della riforma della europea, di una nuova che rivoluziona il concetto stesso dell'Unione europea.
Infatti, quando andiamo a rivoluzionare il concetto di Patto di stabilità e andiamo a escludere dal Patto di Stabilità tutti quelli che sono gli investimenti per la transizione verde, per il digitale, per la difesa e per migliorare il sistema delle infrastrutture, quando andiamo a dire che tutto quello che c'è stato prima della pandemia e, quindi, quella rigidità nel dare aiuti di Stato, quella rigidità nei conti dell'Unione europea, quando andiamo a dire che quel sistema non va più bene per questo mondo e quando, contemporaneamente, diciamo che il sistema che abbiamo attuato durante la pandemia, quindi la possibilità di dare un certo numero di aiuti di Stato, non va comunque bene, perché aiuterebbe i Paesi che possono permettersi di finanziare di più il proprio sistema produttivo, stiamo andando di fatto a rivoluzionare i concetti della politica economica dell'Unione europea. Stiamo pensando in grande, stiamo guardando in là nel futuro e, quindi, il dibattito sul MES oggi mi sembra qualche cosa di veramente provinciale, di veramente limitato, di veramente piccolo rispetto a quelli che sono oggi i grandi dibattiti dell'Unione europea. Non facciamo la solita Italietta da provincia, guardiamo in là nel futuro ed entriamo da protagonisti, come stiamo facendo - dal Governo, ma anche noi, dal Parlamento - nel dibattito sulla riforma del Patto di stabilità e, in generale, sulla nuova europea.
Gli approvvigionamenti sono, evidentemente, il tema di questo periodo storico, lo sappiamo. Con la guerra in Ucraina gli approvvigionamenti sono qualche cosa che è anche da pensare riguardo a quello che si è fatto fino adesso, perché? Perché, fino ad oggi, fino a qualche mese fa per lo meno, ci siamo affidati a internazionali, a una potenza regionale come la Russia ed evidentemente questa strategia, seguita fino a qualche mese fa, nel passato e da precedenti Governi nella storia del nostro Paese, è qualche cosa che oggi si è rilevata fallimentare. È evidente che bisogna differenziare le nostre fonti di approvvigionamento, ma non bisogna neanche fare l'errore di passare dalla dipendenza del gas russo alla dipendenza, per esempio, del litio in mano alla Cina , perché lo sappiamo che, oggi, la maggior parte della filiera del litio, come di altre materie prime, è in mano alla Cina. E, allora, dobbiamo guardare al resto del mondo, perché vi sono anche altre filiere importanti; c'è il Canada, che fa parte a tutti gli effetti di quel mondo democratico occidentale e atlantico di cui facciamo parte anche noi; dobbiamo guardare e credere con forza nel progetto del gasdotto da Israele a Cipro e alla Grecia, all'EastMed-Poseidon, il cosiddetto gasdotto delle democrazie; dobbiamo svincolarci dalle politiche, alle volte capricciose, alle volte espansive, della Repubblica popolare cinese, perché lo sappiamo, l'abbiamo visto, lo stiamo vedendo in tutto il globo che dietro le politiche economiche della Repubblica Popolare Cinese vi sono evidentemente politiche anche di espansione e di egemonia politica, almeno in certe aree del mondo. E, allora, dicendo che dobbiamo svincolarci da queste politiche economiche, da questa aggressività del Dragone, ci viene normale pensare come alcuni temi che oggi la Commissione europea sta portando e ha portato nel dibattito pubblico europeo siano per lo meno ambigui. E ci viene da ribadire come sia importante continuare a contrastare alcune direttive di stampo prettamente ideologico. Penso alla direttiva sugli imballaggi, penso alla direttiva sulle auto elettriche. Ecco, quella direttiva ci manderebbe al 100 per cento in mano e nelle braccia del Dragone. Penso alla direttiva, penso a tutta la politica, penso a tutte quelle politiche dell'Unione europea che vogliono farci andare nella direzione del riutilizzo, invece che nella direzione del riciclo. Oggi l'Italia, Primo Ministro, è diventata un campione di riciclaggio. Cosa dicono i nostri sindaci quando ci parlano? Il mio è un paese “riciclone”, abbiamo addirittura inventato dei termini nuovi per autoesaltare quei territori che riescono a riciclare meglio. Bruxelles ci deve spiegare come mai per 20-30 anni ci ha detto di diventare dei campioni del riciclo e oggi il riciclo non va più bene. Mi faccio anche una domanda e pongo anche una domanda alle nostre opposizioni. Sono molto contento quando questo Parlamento e tutta la politica italiana si uniscono nel difendere il settore agroalimentare; è molto bello, è positivo. Sul settore agroalimentare esiste una bolla di concordia fra tutta la politica italiana. Ma allora spiegatemi, la difesa, per esempio, del settore importantissimo del vino è differente dalla difesa di un altro settore importantissimo, di un altro importantissimo, quello del riciclo dei rifiuti? Perché è meno importante difendere il ciclo del riciclo - scusate il gioco di parole - dei rifiuti rispetto alla difesa del settore del vino o di altri settori dell'agroalimentare? Quindi, è chiaro che bisogna anche fare un gioco di sistema Paese, anche di sistema politico; è un appello che facciamo anche alle opposizioni: difendere e continuare a difendere il .
E poi c'è il grande tema delle case , il grande tema dell'efficientamento energetico. Un attacco profondo non solo al patrimonio immobiliare italiano, ma un attacco profondo anche al nostro sistema culturale identitario, che ha fra i propri cardini anche la casa di proprietà, che è un bene generazionale, qualcosa che è insito nella nostra cultura più profonda . Allora anche su questo, Governo e Parlamento stanno lavorando insieme, stanno andando nella direzione di difendere il sistema Paese e il Paese reale. Che cos'è che chiediamo sulla transizione verde, Primo Ministro, Governo e onorevoli colleghi? Cosa chiediamo? Chiediamo semplicemente la neutralità tecnologica, chiediamo che non vi sia un'ideologia imperante a Bruxelles, che Bruxelles detti gli obiettivi, ma lasci agli Stati membri la possibilità di decidere come arrivare a quegli obiettivi . E dal grande lavoro che stiamo facendo in XIV Commissione, la maggioranza, ma anche i colleghi dell'opposizione, vi posso dire che questa non è solo una richiesta della Lega, della maggioranza, del Governo, ma è quello che ci chiede il sistema Paese, quello che ci chiede il Paese reale. Bruxelles, Europa, lasciaci arrivare agli obiettivi che poni sulla transizione verde con i nostri metodi, con le nostre vie, con le nostre specificità. Grazie Primo Ministro, grazie Governo, buon lavoro, buon vertice europeo .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Scerra. Ne ha facoltà.
FILIPPO SCERRA(M5S). Presidente, Presidente del Consiglio, membri del Governo, colleghe, colleghi, nel prossimo Consiglio europeo i Capi di Stato e di Governo affronteranno temi decisivi per il futuro dell'Europa. Partiamo dalla situazione in Ucraina e Russia: come ricordato anche da lei, Presidente, quello che è avvenuto in questi giorni ci ha dato la dimostrazione di una aumentata instabilità interna in Russia.
I risvolti possono essere molteplici ma pensiamo che, proprio in questa fase, il fronte occidentale debba intensificare gli sforzi per una cessazione delle ostilità e una soluzione diplomatica del conflitto. Noi pensiamo che il nostro Paese, Presidente, per la sua storia, non debba limitare la propria appartenenza al Patto Atlantico subendo semplicemente le decisioni degli altri. Noi dovremmo partecipare alle decisioni, se solo avessimo un minimo di autorevolezza in più. Lei dice che non siamo isolati dal punto di vista internazionale. Presidente Meloni, a noi non fa piacere quando Germania e Francia ci considerano un Paese di serie B, come non siamo contenti quando Biden chiama gli omologhi francese, tedesco e inglese per parlare dei risvolti di quello che succede in Russia, dimenticandosi di chiamare il Presidente del Consiglio italiano, chiamandolo con 48 ore di ritardo . Lo dico con amarezza, non certo con soddisfazione, Presidente.
A ottobre 2022 è stata istituita la missione volta all'addestramento dei militari ucraini. Nella nostra risoluzione chiediamo un impegno netto, che per noi è molto importante: i nostri soldati non entrino all'interno del conflitto, anche se per fini di addestramento, non varchino i confini ucraini, non superino i confini europei. Sarebbe un segnale di pericolosissimo. Su questo, dato che ci sarà una replica, le chiedo conferma, Presidente, perché per noi è un punto importante, che abbiamo voluto mettere nella nostra risoluzione.
Altro tema cruciale, i fondi per le armi. Avete votato in Europa un piano che prevede la possibilità di usare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza anche per costruire munizioni. Insomma, avete aperto alla possibilità di barattare infrastrutture, scuole e presìdi sanitari con le armi . Per noi questa è una scelta raccapricciante e ci tengo a ribadirlo in questa sede. Riguardo all'Italia, a quello che farà l'Italia, lo voglio dire in maniera chiara e netta, non un euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza deve andare per armi e munizioni. Per noi è fondamentale questo, Presidente .
Vado al tema dell'immigrazione, Presidente Meloni. So bene che questo è il tema rispetto al quale i cittadini stanno constatando la vostra incapacità, non perché non ci siano altre tematiche ma questo era il vostro cavallo di battaglia, era il terreno della vostra propaganda. Lei è passata dalla promessa di un fantomatico blocco navale della campagna elettorale alla cruda realtà del record di sbarchi nel 2023 , questa è la verità, fino a festeggiare per un accordo in sede europea che, se foste stati all'opposizione, avrebbe comportato le barricate da parte vostra, altro che festeggiamenti. Diciamolo chiaramente, Presidente: questo accordo in sede europea è una sconfitta per il nostro Paese , perché non viene intaccato il principio del Paese di primo approdo e perché non c'è una redistribuzione obbligatoria dei migranti, perché viene depotenziata, viene sterilizzata dalla possibilità di prevedere un pagamento di 20.000 euro. Ora, lei dice che il pagamento non ha voluto prenderlo come Italia, ma il principio non cambia. Un Paese che non vuole il migrante paga 20.000 euro e il migrante non lo prende. Quindi, il principio non è cambiato, Presidente, questa è la verità . Questo compromesso è un doppio fallimento per lei, perché si frantumano di fronte alla realtà tutte le bugie che avete raccontato e, poi, cosa ancora più importante, con il voto contrario a questo accordo giusto di Ungheria e Polonia, insomma dei suoi amici di Visegrád, falliscono le alleanze da lei costruite, fallisce la sua idea di Europa, Presidente Meloni, basata sui nazionalismi e sui sovranismi che, alla fine, diventano egoismi dei vari Stati e che mai possono portare a soluzioni condivise e a soluzioni comunitarie .
Veniamo ai economici. Sul PNRR è evidente lo smarrimento del Governo, i dati sono oggettivi e inequivocabili. La terza rata arriverà in ritardo, la quarta arriverà ancora più in ritardo, se mai arriverà. Appare concreto il rischio di non rispettare i tempi neanche per il raggiungimento dei 96 del 2023. Ciò significa che c'è la possibilità di perdere 34 miliardi di euro per il 2023, una sciagura per il nostro Paese, Presidente Meloni. L'ho chiesto nell'interpellanza che ho presentato la scorsa settimana, non ho avuto risposta, esaustiva quantomeno. Lo richiedo qui: entro il 31 agosto voi dovrete presentare una revisione del Piano ma, prima di questa revisione, il Piano dovrebbe passare dal Parlamento, siamo d'accordo su questo? Il Parlamento deve analizzare il Piano nelle sue specificità. Noi vogliamo conoscere le revisioni degli interventi specifici, la titolarità delle risorse e le tempistiche dei vari progetti. Questo per noi è molto importante; se ci potesse dare una risposta, la accetteremmo. Ma, come per il fenomeno migratorio, sul Piano nazionale di ripresa e resilienza non è in gioco soltanto il futuro dell'Italia. Nel 2020, riuscire a convincere quei Paesi che storicamente erano resistenti a condividere gli sforzi per aiutare i Paesi più in difficoltà è stato obiettivamente e oggettivamente riconosciuto da tutti come un capolavoro politico che ha permesso - devo dire - una grande accelerazione verso una vera integrazione europea. Se falliamo sul PNRR daremo ragione a chi questo sforzo non voleva farlo o a chi il ritorno dell'Europa come comunità non lo vuole. Questo è, rischiamo di far fallire tutto il progetto europeo.
D'altro canto, la verità è che il partito Fratelli d'Italia non ha mai creduto nell'Europa della solidarietà, nell'Europa dei comuni, nell'Europa del , tant'è vero che non l'avete mai votato. Il dubbio che viene è se si stia facendo così male in questo campo per incapacità o perché non credete veramente nell'integrazione europea. Questo è il dubbio che abbiamo, Presidente Meloni . È difficile da dire, ma i fatti ci confermano che questo Governo, adesso, potrebbe distruggere ciò che era stato costruito con tanta fatica nel periodo più buio della pandemia, con un lavoro enorme da parte di Giuseppe Conte che, a differenza di questo Governo, ha saputo difendere gli interessi degli italiani. In quel momento, Presidente, eravamo tutti orgogliosi di essere italiani e di essere degnamente rappresentati
SALVATORE CAIATA(FDI). Tutti chi?
FILIPPO SCERRA(M5S). Oggi, siamo invece consapevoli della nostra inconsistenza.
Sugli altri economici, il ruolo che gioca l'Italia è sempre marginale. Male, malissimo sul mancato coinvolgimento in prima linea nelle trattative della risposta europea all'Inflation reduction act. Sono andate, con la presidente von der Leyen, Francia e Germania, ma noi non abbiamo neanche visto le trattative in prima linea e questo a discapito delle imprese italiane che rischiano di soccombere di fronte alle imprese francesi, tedesche e americane .
Male anche sul Patto di stabilità e crescita. Come MoVimento 5 Stelle ci siamo sempre battuti per una modifica profonda del Patto di stabilità e crescita. Abbiamo sempre sostenuto che gli scarsissimi margini fiscali permessi agli Stati, che hanno imposto politiche restrittive giusto a quegli Stati con debiti pubblici alti, che avrebbero avuto bisogno di politiche espansive e di investimenti per rilanciare la propria economia, avrebbero acuito i divari sociali e le differenze economiche e così è stato, purtroppo. La verità è che questa modifica del Patto di stabilità e crescita non risolve questi problemi. È insensato che permangano gli irrealistici parametri del 3 e del 60 per cento, non lungimirante che non ci sia una , la possibilità di scorporare gli investimenti produttivi dal calcolo del deficit. Lei diceva: e digitale. D'accordo, però il suo Ministro Crosetto dice che considera come investimenti da scorporare gli investimenti in difesa e noi su questo non siamo d'accordo, Presidente .
Nella riforma si continua a parlare di regole di bilancio per gli Stati membri ma non si parla di una capacità fiscale a livello europeo. Invece, i due aspetti sono complementari: se non c'è la seconda, il peso è tutto riversato sui vincoli che attanagliano soprattutto Paesi come il nostro. Su questo dobbiamo lavorare, Presidente. Nella proposta non c'è la possibilità di rendere strutturale il , un esempio virtuoso. È quindi una proposta incompleta e insufficiente. Sono questi i punti in cui dovreste dare battaglia mentre, Presidente, la verità è che lei si è consegnata ai dogmi dell'austerità e del rigore dei conti. Siete i protagonisti della restaurazione della politica degli “zero virgola”, dei tagli, della diminuzione della spesa sociale . Questo state facendo, questa è la politica! Forse, Monti avrebbe fatto meglio , o peggio, dipende dai punti di vista.
Poi, assistiamo a un Ministro fantasma. Poco fa, avevo visto il Ministro Giorgetti. Tre o quattro mesi fa sono intervenuto in Aula per chiedere che ci venga a riferire sulle trattative sul Patto di stabilità e crescita. Noi non sappiamo nulla su questo, è mai possibile? A che punto siamo con le trattative sul Patto di stabilità e crescita dal punto di vista tecnico? Non lo sappiamo, il Parlamento non è informato. Chiediamo al Ministro di venire a riferire in un momento .
Sulla ratifica della riforma del MES, lei parla di metodo, Presidente Meloni, ma qui stiamo assistendo al solito teatrino di una maggioranza che ha fatto tante promesse ai cittadini, pur di arrivare a Palazzo Chigi, ma che adesso pian piano si sta rimangiando praticamente tutto, tutto. Sul MES che cosa avete fatto? Potevate anche ammettere che una cosa è stare all'opposizione e una cosa è stare al Governo. Invece, cosa avete fatto? Continuate a scappare e a fuggire dalle vostre responsabilità. Prima, avete sperato che la Corte costituzionale tedesca dicesse “no” alla ratifica del MES in maniera da accodarvi a loro, alla faccia del nazionalismo e del sovranismo , e, poi, in Commissione, non avete avuto neanche il coraggio di presentarvi, né la maggioranza, né il Governo.
Stiamo parlando di questo, Presidente: questo è il Governo che non ha il coraggio e la capacità di incidere ai tavoli internazionali, un Governo di incapaci e il problema è che non ce ne siamo accorti solo noi in Italia, lo sanno anche in Europa. Quindi, purtroppo, da questo Consiglio europeo e anche dai prossimi non ci aspettiamo nulla di buono per i cittadini .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Grazie, Presidente. Presidente Meloni, Ministri, colleghi, io credo che dalla relazione del Presidente Meloni che abbiamo ascoltato in Aula oggi possiamo tornare con tre parole, che sono poi anche un po' la linea direttrice di quello che succederà in Europa: la verità, il tempo e il coraggio di scegliere. Allora, partiamo proprio dall'ultima, dal coraggio di scegliere, perché io credo che serva, a questo punto, un bagno di realtà da parte dei colleghi dell'opposizione, che parlano del MES come se fosse la soluzione a tutti i problemi in Europa. La verità è che il MES, do una notizia, è già attivo dal 2012 e, quindi, non è questo il tema, il tema è - e lo dico a beneficio dei colleghi del Partito Democratico, e anche qui credo di dare una notizia e di dire una novità - che noi siamo abituati a pensare con la nostra testa, siamo abituati a leggere, a ragionare, a porci delle domande e, poi, ad arrivare alla nostra idea e capisco che per l'opposizione, per i partiti dell'opposizione, invece, uniformarsi e piegarsi al pensiero altrui venga prima ancora del formarsi una propria opinione, ma noi siamo fatti così, siamo abituati a ragionare e a pensare. E proprio per questo motivo riteniamo, innanzitutto, che in questo momento il tema fondamentale non sia la ratifica o meno di una nuova condizionalità inserita all'interno del MES che riguarda le banche, probabilmente vi sfugge questo meccanismo, in questo momento è più importante parlare dell'unione bancaria, del Patto di stabilità e crescita, della . Mi viene da porre una domanda: voi credete davvero che sulla possibilità o meno di ratificare una modifica al MES discenda la credibilità in Europa di una Nazione, di un Governo che ha già ampiamente dimostrato di essere autorevole in Europa ? E sapete come lo ha dimostrato? Lo ha dimostrato diventando, anche sui temi economici, un punto di riferimento, perché probabilmente vi sfugge l'andamento dello al quale le opposizioni gridavano durante la campagna elettorale, sicuramente i colleghi ricordano che durante la campagna elettorale noi venivamo dipinti come: se dovesse arrivare la Meloni alla guida dell'Italia lo schizzerà alle stelle e l'Italia diventerà un Paese di poveri reietti; ecco, questo non è successo, anzi, lo è stabilmente sceso di circa 100 punti da quando c'è questo Governo. Voi parlate di incertezze, di imbarazzo, di fallimento? Ma di cosa parlate, non leggete i dati? Perché dovremmo parlare di fallimento quando tutti gli istituti autonomi, l'Istat e la Banca d'Italia, certificano che è aumentata la fiducia delle famiglie e delle imprese italiane, quando è certificato che nei primi tre mesi di questo Governo c'è stato un boom occupazionale, oggi abbiamo mezzo milione di lavoratori in più e la parte più interessante è che cresce l'occupazione stabile; oggi, abbiamo un PIL a più 0,6 per cento nel primo trimestre, più 1,9 rispetto ai dati dello stesso periodo del 2022. Oggi, cresciamo più di Francia e Germania e, quindi, di quale imbarazzo parlate? Noi, oggi, sui temi economici - e questo sarà onere del Presidente Meloni, in questi giorni, in Europa - possiamo diventare capofila, possiamo diventare esempio per una nuova Europa, con buona pace e serenità di chi per mesi ha tifato per le agenzie di che oggi danno ragione al Governo Meloni e alle sue politiche economiche. La politica di rifinanziamento del debito che ha iniziato questo Governo sta dando i primi risultati e sono risultati eccezionali, perché sempre di più le famiglie italiane comprano titoli di Stato. Questo vuol dire che il debito italiano sta tornando nelle mani degli italiani e lo Stato paga il rendimento del suo debito in Italia, mantenendo la ricchezza qui, all'interno dei nostri confini, senza regalarla a Paesi esteri e a speculazioni che, sino a questo momento, ci hanno danneggiato. Il 29 e il 30 giugno si affronteranno tantissimi temi economici e finanziari, come quello della competitività, che è fondamentale per il nostro continente, che deve assumere, sullo scenario internazionale, un ruolo preminente, ma per ottenere questa competitività e per poter concorrere nell'economia internazionale bisogna considerare le peculiarità socioeconomiche degli Stati membri e che l'economia europea è composita. Dunque, possiamo immaginare - ed è questo uno dei punti fondamentali di questo Governo - delle nuove linee guida all'interno dell'Europa, perché quando parliamo di flessibilità, di stabilità e di europea parliamo sicuramente di una partita complessa, dalla quale dipenderà lo sviluppo economico della nostra Nazione e, più in generale, dell'Europa nei prossimi anni, e l'intelligenza non si manifesta attraverso la conoscenza ma attraverso l'immaginazione. Noi siamo in grado di immaginare questo futuro e possiamo non solo immaginarlo ma anche attuarlo. Ricordo ai colleghi che a gennaio in Commissione bilancio fu portata una prima proposta sulla da parte della Commissione europea e questa maggioranza sollecitò alcune modifiche all'interno di quel documento e queste modifiche sono state recepite dall'Europa, per cui ancora una volta ho difficoltà a capire come si possa dire, forzatamente, che questo Governo è isolato in Europa.
Non lo siamo, non lo siamo dalla lettura degli atti, tant'è che la Commissione europea ha inserito, all'interno delle proprie linee programmatiche e nel testo definitivo che verrà esaminato nella Commissione di merito, cioè la Commissione bilancio di questa Camera la settimana prossima, tre punti che per noi erano fondamentali, che restano ancora fondamentali e che adesso lo sono anche per l'Europa. Innanzitutto, il perimetro dell'aggregato di spesa di riferimento, ossia la possibilità di tener conto degli andamenti non previsti da parte dei singoli Stati e, quindi, la possibilità di prevedere, per la prima volta, trattamenti differenziati per alcune tipologie di spesa. Abbiamo inserito - e credo che questo vada rimarcato con orgoglio - il superamento delle disuguaglianze in Europa fra Stati e fra cittadini, mentre la Commissione europea aveva relegato in un angolino questo tema che, invece, è fondamentale, perché le spese di carattere sociale erano state escluse dall'aggregato unico di riferimento. Invece, grazie a questa maggioranza, a questo Governo e all'autorevolezza del Presidente Meloni in Europa, noi siamo riusciti a portare l'Europa sulla nostra posizione. Ancora, siamo riusciti a inserire nel documento finale della la clausola per gli eventi eccezionali, che può essere applicata non soltanto alle calamità naturali ma anche in caso di andamento delle variabili macroeconomiche in modo significativamente diverso.
Noi sappiamo, inoltre, che un grande lavoro è stato fatto da questo Governo in tema di inflazione, perché l'aumento dei tassi è una delle possibilità che, evidentemente, a oggi non ha dato i suoi frutti. Quindi, probabilmente questa politica andrebbe rivista, per non incidere sulle nostre famiglie e sui mutui, perché questa è un'inflazione diversa da quella a cui eravamo abituati. Proprio per questo motivo, in previsione - questo è un documento di gennaio - noi avevamo inserito questa possibilità e oggi la Commissione ci dice che avevamo ragione.
Poi, ricordo che, per avere risposta alle domande che faceva il collega dei 5 Stelle, basterebbe andare su Internet, come il MoVimento è capacissimo di fare, in particolare sulla piattaforma ReGiS per avere le notizie di cui necessitano.
Io credo che oggi torneremo a casa, dopo questa relazione, con queste tre parole: verità, tempo e coraggio di scegliere. Coraggio di scegliere, perché questo Governo non ha mai avuto paura di dire la verità e di confrontarsi per raggiungere il proprio convincimento. Poi il tempo, perché in pochissimo tempo questo Governo è riuscito a cambiare la fiducia degli italiani, delle imprese e degli investitori, ed è riuscito a imporsi in Europa. Infine, la verità, perché noi siamo abituati a dirla con onestà e serietà.
Vede, Presidente Meloni, lei ci manca. Lei manca in questi scranni e manca al suo gruppo , ma siamo orgogliosi perché il mondo ci guarda, Presidente. Il mondo guarda lei, Presidente, e finalmente la vede come la vediamo noi .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, +Europa ha apprezzato le sue parole sull'Ucraina, e l'abbiamo detto fin dal primo minuto del suo Governo. L'Italia, che prosegue nel solco di Draghi per quel che riguarda il pieno sostegno a Kiev, è un'Italia che, da questo punto di vista, fa la cosa giusta e su questo avrà il nostro sostegno. Ho apprezzato le sue parole rispetto al ruolo della Corte penale internazionale per perseguire i crimini putiniani.
Sul secondo punto, cioè i migranti, non ci siamo. Lei ha rivendicato il fatto che nell'Accordo sia stato previsto che i fondi che i Paesi che non vogliono accoglierli dovranno pagare all'Unione europea non verranno utilizzati dall'Italia o dagli altri Paesi di accoglienza per gestire la situazione, ma per rinforzare i confini esterni (vasto programma, come quello sull'Africa). Questo, però, significa che nei prossimi semestri, signor Presidente del Consiglio, l'unico dato di fatto sarà la maggiore chiusura sui movimenti secondari. Quindi, questo significa che avremo più immigrati in Italia, perché continuano ad arrivare. Il blocco navale non l'avete fatto - e giustamente ha cambiato idea anche su quella roba lì -, ma questo è l'unico dato di fatto che abbiamo sulla politica per i migranti, e forse avere più risorse per gestire in modo civile le persone che arrivano sarebbe stato molto meglio.
Ma veniamo ora ai temi economici. Lei ha detto che vogliamo affrontare il negoziato sulla economica con un approccio a pacchetto: l'unione bancaria e il nuovo Patto di stabilità. Però, attenti: stiamo attenti e stia attenta lei, signor Presidente del Consiglio, a evitare che dal pacchetto si arrivi al “pacco”. Infatti, se lei pensa di usare il ricattino sul negoziato per la ratifica della riforma del MES per avere più muscoli per negoziare sul pacchetto, come lo chiama lei, della europea, il ricattino non funzionerà. Lo sanno anche i sassi qual è la questione del MES: voi avete passato mesi e anni, fino al giorno del voto, a fare del MES il totem negativo dell'Europa. D'altra parte, eravate quelli - lei per prima - che volevate il referendum per uscire dall'euro. Quindi, il punto del MES è semplicemente questo: lei non sa esercitare una , perché sa che dovrà ratificarlo. Infatti, non è che gli altri Paesi sono fessi perché hanno ratificato la riforma del MES, e aspettano la ratifica italiana per procedere alla definizione dell'unione bancaria. E voi, solo per ragioni politiche… Oggi, quando lei viene a parlare di Europa, Salvini ha sempre qualcosa da fare. Non c'era Salvini, Giorgetti era discretamente seduto nei banchi della Lega.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Chiudo. Il vostro è solo un problema politico. E su questo, in queste 24 ore, avete messo il carico delle critiche, anzi, del vero attacco alla BCE. Ieri è partito Salvini, Vice Ministro: la politica “insensata e dannosa”; poi si è aggiunto anche il pur più paludato Tajani nelle critiche alla BCE; e oggi ci si è messa anche lei. Certo, ha detto, l'inflazione è la tassa peggiore. Giusto, bene, applausi. Dopodiché, si è messa a discutere sull'aumento dei tassi della BCE. Questa cosa che l'inflazione europea è diversa da quella americana poteva valere un anno fa, un anno e mezzo fa. Oggi, invece, andate all'attacco della BCE e il fatto che i due Vice Premier e il Primo Ministro, con questa nettezza, critichino la politica della BCE è un attacco all'indipendenza. Lei non è un'economista o un'editorialista, che può scrivere cercando di argomentare perché, per combattere l'inflazione, non bisogna alzare i tassi d'interesse. Ma questo è un elemento che porterà negatività per l'Italia nelle trattative economiche.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Chiudo, signor Presidente. Le faccio notare che l'aumento dei tassi non l'ha fatto solo la ma anche la sovranissima Banca d'Inghilterra, Paese che non è mai entrato nell'euro, che è uscito dall'Unione europea e che ha una politica di aumento dei tassi superiore, nella dinamica e nel valore assoluto, rispetto a quella della BCE. Quindi, lei oggi ha messo al suo posto la BCE: state sbagliando tutto sui tassi. Ma state attenti, stia attenta, signor Presidente del Consiglio, perché la storiella del MES - per cui non serve, eccetera - non se la beve più nessuno.
Voi dite: se ne occupi il Parlamento. Bene, lasciate che il Parlamento si occupi dal MES. L'avete fatto in Commissione, siete scappati tutti. Il suo Governo non è stato presente a dare il parere sull'adozione del testo base concernente la ratifica della riforma del MES. Lasciatecelo fare. Fate come in Commissione: andate via e noi ce lo ratifichiamo, così lei non avrà l'onta di aver cambiato idea sul MES, perché è solo questo che vi tiene bloccati. Avete fatto gli anti euro, gli anti Europa, il negativo…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). …e oggi avete il tabù del MES. Ma questo tabù danneggia l'Italia. Non si fa l'interesse nazionale procrastinando la ratifica del MEF, dicendo che non serve a niente, perché non è così. Avete solo paura politica di dire ai vostri elettori che avete cambiato idea anche su questo
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signora Presidente del Consiglio, la guerra in Ucraina va avanti ormai da un anno e mezzo, infuria l'inferno delle armi, si allunga la catena dei lutti, e ciò che, invece, sembra ormai scomparso dalla scena, dal dibattito, perfino dalle parole, è ogni sprazzo di trattativa, ogni traccia di un'iniziativa diplomatica in grado di porre fine al più presto all'aggressione russa all'Ucraina e di proteggere con efficacia le prime vittime di ogni guerra, i civili indifesi. È scomparsa la trattativa e, quando viene citata, lo si fa in forma retorica.
Lei è venuta qui, signora Presidente, a dirci che l'Italia e il suo Governo sono impegnatissimi in ogni iniziativa diplomatica, ma non ne ha citata una. Non c'è un piano, non c'è una conferenza di pace, non c'è un'iniziativa che possa essere nominata. È semplicemente scomparsa in nome della vittoria militare come unica prospettiva: una prospettiva che, purtroppo, o per fortuna, nelle guerre moderne non esiste quasi più. È così scomparsa che, nelle sue parole, non ha trovato neanche il tempo di augurare successo all'iniziativa vaticana, al secondo giro di consultazioni che oggi il cardinale Zuppi inaugura a Mosca. Anche quello è sparito dal suo intervento, proprio perché voi siete così impegnati nella ricerca di una soluzione diplomatica e ciò che avanza, oltre alla guerra e all'onore delle armi, è l'economia di guerra.
L'Europa approva un Piano che consente di utilizzare una parte del , cioè un Piano per le nuove generazioni europee per produrre munizioni: è la torsione definitiva di un Piano che immaginava un futuro migliore per l'Europa e che oggi si traduce in spesa per armamenti, in grado di alimentare ancora l'inferno della guerra. E poco importa se non lo useremo noi, me lo auguro. Se anche lo usasse solo qualche altro Paese, quell'utilizzo sarebbe il tradimento della vocazione di quel Piano, che riguardava non un Paese o l'altro, ma l'Europa nella sua dimensione complessiva. L'economia di guerra tradisce la transizione ecologica, riporta indietro all'economia del fossile, tradisce la transizione digitale, la transizione verso politiche sociali in grado di ricostruire protezione per chi è più fragile e più debole nel continente. E poi, signora Presidente, sull'immigrazione, la sua retorica è un impressionante di cinismo e inadeguatezza. Partiamo dal cinismo: ha detto e ha gridato più volte in quest'Aula, come ha fatto tante volte nei suoi comizi elettorali, che dobbiamo difendere le frontiere esterne, la difesa delle frontiere esterne. Eppure, io, che all'italiano sono affezionato, ho sempre pensato che la difesa sia qualcosa che si mette in campo quando di fronte a noi c'è un pericolo, quando c'è qualcuno che ti aggredisce. Allora, signora Presidente, onorevole Meloni, risponda a una domanda, risponda da madre a una domanda che io le faccio da padre: da che cosa dobbiamo difenderci? Dai 100 bambini che in quella stiva son finiti in fondo al mar Ionio ? Dai bambini morti a Cutro? Lei da cosa vuole difendere questo Paese? Dai bambini che muoiono non in tragedie: basta chiamarle tragedie! Sono stragi di cui porta la responsabilità un'Europa incapace di invertire la rotta sulle politiche della migrazione. Serve cooperazione, lei l'ha smantellata riducendo i fondi. Servono politiche in grado di mettere in campo missioni di ricerca e soccorso, istituzionali ed europee. Servono politiche energetiche, che combattano la crisi climatica che oggi alimenta nuovi flussi di disperazione. Servono politiche in grado di ridurre il commercio delle armi, che alimenta guerre. Servono politiche che riducano l'istinto predatorio. Il suo Piano Mattei, che nessuno conosce e di cui nessuno ha visto traccia, si è finora concretizzato in una sola cosa, che abbiamo sentito qualche volta evocare: la grande idea dell'ENI di colonizzare interi territori agricoli dell'Africa per fare il biocarburante . Se questo è il Piano Mattei, avremo più migranti, più disperazione, più crisi climatica, altro che una cooperazione equa e paritaria!
E poi, signora Presidente, l'economia, l'inflazione: discutiamo dei tassi, sono pronto a discutere. Sono, come lei, convinto che l'aumento dei tassi non sia la soluzione. Che cosa vogliamo fare, però, di fronte all'inflazione, che, nel giro di un anno e mezzo, si è mangiata 61 miliardi degli italiani, secondo le stime dell'associazione bancaria? La più grande tassa occulta: 61 miliardi! Di fronte a un'inflazione da profitto, come questa, che si è determinata per gli enormi extraprofitti di un pugno di aziende, di banche, di grandi società energetiche, di fronte a questo dato, occorrerebbe un gigantesco piano di redistribuzione della ricchezza. Tassate gli extraprofitti sulle banche e sulle società energetiche: avrete il nostro sostegno ! Approvate il salario minimo legale per aumentare i salari; occorre invertire questa spirale che si è innescata in questo Paese negli ultimi trent'anni, unico caso in Europa. Lo voglio dire, per suo tramite, signor Presidente, all'onorevole Lucaselli, che rivendica la nostra crescita competitiva, superiore a Francia e Germania. Non discuto, ma c'è un piccolo particolare: cresciamo, ma che cosa cresce in questo Paese? Se andate fuori da quest'Aula e lo chiedete agli italiani e alle italiane, a quelli che oggi non possono neanche pensare di portare un figlio in vacanza, perché non è che non arrivano al 27, non arrivano al 20 del mese, vedrete che quella crescita sarà un fatto assai estraneo alla loro condizione materiale. Perché cresca il Paese, occorre che crescano gli stipendi e le pensioni, occorre ricostruire un sistema di protezione e restituire il diritto alla salute, che è stato largamente smantellato. Di tutto questo non c'è traccia, perché voi, che siete così impegnati per la sicurezza sociale, come ha detto in apertura del suo intervento, siete attivissimi, sì, per la sicurezza sociale! Infatti, col voto di domani, vi apprestate a smantellare il reddito di cittadinanza, a reintrodurre i , a incrementare ulteriormente la piaga della precarietà, che condanna un'intera generazione a perdere il futuro.
Concludo, un'ultima cosa. La transizione: siete i campioni e le campionesse - è bene ricordarlo: ci sono sempre gli uomini e le donne - del “climafreghismo”; siete sempre per la transizione un po' al chilo, domani però. In Francia è stato appena inaugurato un polo Stellantis-TotalEnergies-Mercedes, che investe nelle fabbriche che produrranno batterie per i nuovi motori elettrici (57 fabbriche). Stellantis non devo dire a lei cosa sia: è l'ex FIAT, quella che da questo Paese, negli anni, ha preso centinaia e centinaia di miliardi di sovvenzioni, ma oggi è controllata dalla Francia. Però, ci vuole un'iniziativa. Lei mi dice: “Eh..”, ma prenda un'iniziativa, Presidente! Prenda un'iniziativa perché non è una bella idea regalare anche tutta la nostra catena industriale. Quale idea avete a questo proposito, oltre che rinviare l'entrata in vigore del motore elettrico per non perdere posti di lavoro?
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Voi così fate un doppio danno: alla lotta contro la crisi climatica e anche ai nostri lavoratori, perché li condannate all'obsolescenza produttiva La nostra filiera industriale la state smantellando voi! Bisogna cambiare - siete in tempo - fatelo e su questo troverete ogni disponibilità al confronto e anche al sostegno !
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIORDANO(FDI). Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio dei ministri e onorevoli membri del Governo e della Camera dei deputati, domani e dopodomani l'Italia sarà rappresentata dal Presidente del Consiglio, onorevole Giorgia Meloni, al vertice di Bruxelles, in cui i leader dell'UE discuteranno della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, del costante sostegno dell'UE all'Ucraina, di economia, sicurezza e difesa, migrazione e delle relazioni esterne. Ma, prima di tutto, permettetemi di ricordare nel modo corretto che, due giorni fa, Giorgia Meloni è stata rieletta dall'Assemblea generale, all'unanimità, presidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti europei e vorrei ricordare - perché forse qualche volta sfugge - che i Vicepresidenti sono anch'essi eletti dall'Assemblea. Sui richiami poi al tono appassionato del Presidente Meloni, devo dire che onestamente il tono che normalmente sento in Aula non è poi così pacato, ma mi premurerò di andare a sentire qualche comizio dei nostri avversari politici così faremo il documentario: “L'uomo che sussurrava nei comizi” . La sua proiezione internazionale, Presidente Meloni, era già rilevante e in continua crescita prima che lei assumesse il ruolo di Presidente del Consiglio dei ministri italiano e oggi permette nuovamente alla nostra Nazione di essere protagonista e non gregaria. Il prossimo anno lei assumerà la guida del G7 ospitandone il dei Capi di Stato e di Governo. Va ricordato come, solo pochi giorni fa, il Segretario di Stato, Blinken, ha affermato che l'Italia è una grande Nazione e, se l'Europa è stabile nel sostegno all'Ucraina, lo si deve anche alla grande determinazione del Governo italiano che non ha mai tentennato e ha dimostrato grande serietà, affidabilità, responsabilità e dignità. Fa parte di questi riconoscimenti anche l'assegnazione a Milano della terza sede del tribunale unificato dei brevetti, questo rappresenta un successo importante per la nostra Nazione che - ricordiamolo -, dopo la Brexit, è la terza in Europa per numero di brevetti. Oltre al prestigio, avremo grandi benefici sotto il profilo economico e di giurisdizione: ne dobbiamo essere orgogliosi. La sempre più riconosciuta capacità di individuare soluzioni pragmatiche, di coinvolgere e convincere è fondamentale nel percorso di costruzione di un'economia resiliente, adeguata al mondo che evolve e capace di porre rimedio alle vulnerabilità evidenziate dalle recenti crisi, al fine di garantire prosperità e sicurezza a lungo termine. Il Consiglio europeo non potrà che iniziare i propri lavori dal dramma che ormai affligge l'Europa e il mondo da 489 giorni, se non ho sbagliato il conto. Dobbiamo sempre avere in testa, quando parliamo di questo, il drammatico pallottoliere dove ogni giorno scorre una pallina: sono vite, famiglie, drammi enormi.
Dall'inizio della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, l'UE ha dato costante sostegno sia dal punto di vista umanitario che politico, finanziario e militare, mettendo a disposizione dell'Ucraina e del suo popolo 72 miliardi di euro ed adottando misure restrittive senza precedenti nei confronti della Russia. L'Unione Europea è saldamente al fianco dell'Ucraina e del suo popolo e continuerà a sostenerne con forza l'economia, la società, le Forze armate e la futura ricostruzione del Paese.
Con la dovuta prudenza legata all'incomprensibilità degli eventi, connessa a una sistematica opacità delle informazioni - quando non si cade addirittura nella fattispecie della palese disinformazione - bisogna prendere atto che la Russia è in uno stato di enorme difficoltà. Milizie private, che fino a poco tempo fa venivano spacciate come fidatissimi reparti di eccellenza, decidono un bel giorno di attraversare enormi territori e, senza incontrare alcuna resistenza, si avvicinano minacciosamente alla capitale russa, in totale contrapposizione con la linea gerarchica militare. Forse un tentato , forse no, magari ci diranno che era una gita organizzata o un viaggio di istruzione, ma questa situazione era già evidente prima di questa strana storia.
Dopo questo atto, l'immagine della Russia che si è delineata è, più che desolante, grottesca: siamo di fronte a un gigantesco Paese del terzo mondo, che non solo ha 7.000 testate atomiche, ma anche diversi eserciti, distinti e distanti e, per complicare il quadro, un numero non ben definito di cloni del proprio Presidente. Se non fosse uno scenario tragico, sembrerebbe una superpotenza alla Charlie Chaplin.
Al piccolo sollievo che può giungere dalla consapevolezza che uno Stato in queste condizioni non è più in grado di compiere le operazioni a cui Putin ambiva, si deve contrapporre la preoccupazione per l'indiscutibile instabilità della Russia a tutti i livelli e per le ulteriori gravi implicazioni che questo può comportare. L'Ucraina, che secondo molti opinionisti avrebbe potuto capitolare in pochi giorni, presidia la maggior parte dei suoi territori. Questo popolo, coraggioso e resiliente, resiste e reagisce. Ve lo dice qualcuno che è stato in Ucraina nei primi due mesi del conflitto e ha visto gli occhi delle donne che si allontanavano con i propri bambini e con le proprie madri, arrabbiate con le persone che erano rimaste a casa perché non potevano essere lì a difendere i loro territori.
Auspichiamo che l'Ucraina possa riconquistare tutti i propri territori, ripristinando i fondamenti del diritto internazionale, che purtroppo non è stato possibile tutelare in sede ONU. Possiamo affermare con determinazione che l'interesse nazionale italiano sta nel rispetto delle nostre alleanze internazionali e nella difesa del diritto internazionale, quindi nel sostegno all'Ucraina.
Dobbiamo avere consapevolezza profonda dell'immenso danno subito dall'Ucraina dopo un anno di guerra, oltre 135 miliardi di dollari, ed è stato stimato che per ricostruirla ce ne vogliano 400, più del doppio dell'attuale PIL dell'Ucraina.
È significativo, da questo punto di vista, che l'Italia abbia convocato lo scorso aprile, nell'ambito della Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina, i vertici di 600 tra le migliori aziende italiane e quelli di 150 tra le migliori aziende ucraine, oltre ai rappresentanti delle maggiori istituzioni finanziarie internazionali. Ovviamente non possiamo non ricordare le decine di migliaia di morti civili e militari e le migliaia e migliaia di bambini ucraini deportati in Russia: alle loro famiglie deve andare ogni giorno il nostro primo pensiero.
In risposta all'aggressione militare, l'Unione europea ha notevolmente ampliato le sanzioni nei confronti della Russia, aggiungendo un numero significativo di persone ed entità all'elenco delle sanzioni, adottando misure restrittive - come abbiamo detto - senza precedenti e prevedendo tra l'altro il rafforzamento della cooperazione bilaterale e multilaterale con i Paesi terzi per impedire l'elusione delle sanzioni.
La Russia deve porre fine immediatamente a questa guerra atroce e l'Italia e l'Unione europea rimarranno al fianco dell'Ucraina, fornendole il proprio risoluto sostegno umanitario, politico, finanziario e militare per tutto il tempo necessario.
Ripeto ciò che lei ha detto, signor Presidente del Consiglio: “Non abbiate paura di scommettere sulla vittoria dell'Ucraina e sull'integrazione europea di questo Paese perché noi sosterremo con forza il diritto degli ucraini a essere parte integrante della famiglia europea”. Il Primo Ministro Meloni continuerà sicuramente ad affrontare l'inflazione e le interruzioni della catena di approvvigionamento causate, prima, da crisi successive, poi dalla pandemia e, ora, dalla guerra, e questo rimarrà un tema importante sul tavolo del Consiglio europeo. Il modo in cui i membri dell'UE possono prevenire e gestire queste interruzioni, rivisitando le catene di approvvigionamento eccessivamente lunghe e instabili sarà argomento importante. Il Governo di Giorgia Meloni continuerà a lavorare sugli anelli più deboli di queste catene e a trovare alternative nell'ottica dell'interesse economico nazionale.
Così pure sul tema della migrazione clandestina. L'Italia, Stato di frontiera, come ha ribadito più volte il Presidente Giorgia Meloni, non può essere lasciata sola. Eravamo pochi a proporre quella che oggi è una strategia condivisa di molti, e questo mi ricorda uno slogan di una campagna elettorale ideato da un grande maestro: “Eravamo in pochi a chiamare Patria l'Italia. Oggi siamo la maggioranza” . Grandi progressi sono stati fatti con Bruxelles su questo tema, ma occorre fare di più: bisogna avere chiaro che, per quanti migranti si vogliano accogliere, ce ne saranno sempre di più in arrivo. L'accoglienza incontrollata dei migranti non è la soluzione, nemmeno palliativa, ai problemi della migrazione. E, in riferimento alla frontiera sud dell'Europa, i problemi dell'Africa hanno bisogno di soluzioni negli Stati africani, con gli Stati africani e per gli Stati africani. Il Primo Ministro e la sua coalizione di Governo continueranno a cercare queste strade insieme ai nostri europei e alle istituzioni multilaterali.
Signor Presidente del Consiglio, porti con sé, a Bruxelles, la consapevolezza dei tantissimi italiani fiduciosi nella sua capacità di coniugare solidi valori con soluzioni pragmatiche, sempre e comunque avendo a cuore l'interesse dell'Italia e degli italiani. Buon lavoro, Presidente .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). La ringrazio Presidente, signora Presidente del Consiglio, Ministri e Ministre, colleghi e colleghe. Signora Presidente, lei si appresta a partecipare a una riunione del Consiglio europeo che ha all'ordine del giorno temi molto importanti e che sarà anche l'occasione, immagino, per uno scambio di idee su quanto avvenuto nei giorni scorsi in Russia.
Vede, ci è dispiaciuto per il nostro Paese che, in quelle ore frenetiche in cui non si capiva cosa stesse succedendo, il Presidente Biden non abbia deciso di ascoltare anche l'opinione di chi guida il Governo italiano. Lo ha fatto solo dopo. Comunque, il commento generale è che Putin esce indebolito in seguito a quanto è accaduto. E, se è così - e io credo che sia così - si apre uno spazio nuovo anche per costruire le prospettive di una pace giusta, di cui ha bisogno il popolo ucraino.
Si stanno attivando in molti in questa direzione: il Vaticano, con la missione del cardinale Zuppi in corso in queste ore, la Cina, un gruppo di importanti Paesi africani e il Presidente del Brasile Inácio Lula da Silva. L'UE, l'Unione europea, che nasce come un grande progetto di pace - trattati, convenzioni e direttive al posto di armi, di bombe, di proiettili usati per millenni tra gli Stati -, non può non far sentire la propria voce. Però, non ho udito dalle sue parole, signora Presidente, la consapevolezza del ruolo che l'Italia può svolgere per spingere l'Europa, l'Unione europea, ad agire in questo senso. Affinché l'Italia sia un Paese ascoltato e preso in seria considerazione, serve un'autorevolezza in politica estera, che stiamo purtroppo, via via, perdendo, ad esempio con il balletto ben poco dignitoso sul MES, con una maggioranza che scappa dal voto in Commissione, perché non sa che dire, né “sì” né “no”. Un problema di metodo, Presidente? Bene. Basta non scappare, basta un “sì” o, forse, anche un “no”, ma l'ultima cosa che non dovevate fare era scappare. E, invece, l'avete fatto.
Stiamo perdendo autorevolezza anche perché condizioniamo la nostra politica estera al solo ed esclusivo obiettivo di fermare l'arrivo dei migranti.
E così noi, che siamo un Paese fondatore dell'Unione europea, andiamo, per ben due volte in una settimana, dove? A fare che? Ad implorare l'autocrate Saïed di non far partire i migranti diretti in Italia e, per ricompensa, ci trasformiamo in cosa? Nei suoi avvocati presso il Fondo monetario internazionale o, se preferisce, nei suoi ambasciatori presso il Fondo monetario internazionale. E la firma del sull'immigrazione tra Unione europea e Tunisia, trionfalmente annunciata per ieri dal Ministro Tajani, è stata annullata. Cosa è successo, Presidente? Ancora un passo falso, direi, del Governo italiano, per essere istituzionale e gentile, per non trascendere. In Commissione esteri - non so se l'hanno informata i suoi deputati e le sue deputate - si sono tenute molte audizioni di esperti sulla situazione in Tunisia e, vede, tutti ci hanno detto la stessa cosa: la Tunisia ha bisogno di stabilità politica e di sostegno economico. Ma il Presidente Saïed è il problema, non la soluzione. È lui, Presidente Meloni, è Saïed che, con un colpo di mano o, meglio, con un colpo di Stato, ha sciolto il Parlamento, ha sciolto il Consiglio della magistratura, ha sciolto i partiti di opposizione, incarcerandone i insieme ai rappresentanti sindacali. Va tutto bene, signora Presidente? Abbiamo audito anche esponenti dell'opposizione politica tunisina. Sapete, signori e signore del Governo, che cosa ci hanno detto? Ci hanno detto che si sentono traditi gli esponenti dell'opposizione democratica tunisina. Sì, traditi, perché dall'Italia si aspettavano un sostegno che, invece, non c'è. Purtroppo, il Governo italiano ha scelto l'autocrate, ha scelto il dittatore. Ora state trattando pure con il generale Haftar soldi in cambio di migranti trattenuti in Cirenaica. Ma non vi rendete conto che così consegnate l'Italia al ricatto di dittatori e di signori della guerra? Anche di politiche migratorie si parlerà al Consiglio europeo e su questo, signora Presidente, signori e signore del Governo, c'è il vostro più evidente e clamoroso fallimento. Il 23 giugno, , un quotidiano che non è certo vicino alla nostra parte politica, riportava cifre eloquenti: 58.782 i migranti sbarcati sulle nostre coste, il che significa oltre il 130 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È un dato di fatto, ma lei, Presidente Meloni, che ha sempre gridato contro gli arrivi, contro chi li faceva arrivare, contro il complotto, lei ora viene qui a parlare di un suo grande successo? Ma mi dice a che cosa è servito, se non a far morire più persone in mare, il decreto contro le ONG? Ce lo dica: a cosa è servito il decreto Cutro? A cosa è servita la dichiarazione dello stato di emergenza? Non è questa la strada, è sbagliata la strategia, quella che voi chiamate difesa dei confini dell'Unione, come se fossimo sotto minaccia di invasione da parte di una potenza straniera e non l'approdo di chi cerca sicurezza e protezione per sé e per la propria famiglia. La filosofia del nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, concordato l'8 giugno scorso dal Consiglio, che sarà, poi, negoziato con il Parlamento europeo, sembra essere quello di esternalizzare fuori dai confini dell'Unione il diritto alla protezione internazionale. A questo tendono molte misure: l'ampliamento della procedura accelerata della domanda alla frontiera senza le garanzie, il trattenimento dei richiedenti asilo dentro centri di detenzione, la decisione in capo ai singoli Stati di qualificare un Paese di provenienza o, perfino, di transito come sicuro, così da negare, di fatto, l'esame nel merito della domanda d'asilo.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Sì, Presidente, concludo, dicendo che tre cose dovevate ottenere, tre non di più: la riforma del Regolamento di Dublino, l'obbligatorietà, e non la volontarietà, di ciascun Paese di farsi carico dell'accoglienza e, infine, una missione europea di monitoraggio e soccorso sul tipo di . Non l'avete fatta. Parlate di fantomatici piani Mattei, tagliate i fondi alla cooperazione e usate i migranti a scopo elettorale. Finché farete questo, non si gestirà mai questo fenomeno che, Presidente, ha bisogno di essere programmato e governato con determinazione, ma nel rispetto della Costituzione e delle Convenzioni internazionali. In conclusione, voi avrete preso la direzione peggiore della propaganda e della violazione dei diritti, che noi non smetteremo mai di contrastare con forza nel metodo e nel merito
PRESIDENTE. È così conclusa la discussione.
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Richetti ed altri n. 6-00038, Barelli, Lupi, Foti e Molinari n. 6-00039, Scerra ed altri n. 6-00040, Braga ed altri n. 6-00041 e Zanella ed altri n. 6-00042. I relativi testi sono in distribuzione .
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
GIORGIA MELONI,. Presidente, ringrazio lei e ringrazio, ovviamente, i colleghi che sono intervenuti. Io cercherò di essere sufficientemente breve, perché, come sapete, sono attesa insieme ai Ministri competenti al Quirinale, per il tradizionale pranzo che si svolge prima del Consiglio europeo, e vorrei riuscire ad ascoltare le dichiarazioni di voto, come credo sia doveroso fare. Mi concentrerò soprattutto sulle cose che meritano una risposta, sulle cose sulle quali non sono d'accordo. Mi perdoneranno particolarmente alcuni colleghi della maggioranza, se interventi che ho particolarmente condiviso non verranno citati. Voglio dire al collega Cesa, che è intervenuto per primo, che sono d'accordo su quanto suggeriva Helmut Kohl di non governare guardando ai sondaggi. È esattamente quello che cerchiamo di fare ed è - dobbiamo ricordarlo - un privilegio che hanno solamente Governi che si possono permettere un orizzonte lungo, che sanno che possono essere giudicati alla fine del loro lavoro di 5 anni. È esattamente quello che noi stiamo facendo cercando soluzioni che hanno bisogno di tempo, ma che diventano strutturali. C'è però, collega Cesa, un sondaggio che occorre guardare settimanalmente, come anche stiamo facendo. I dati che ci interessano, i dati che mi interessano, sono quelli relativi all'economia e i dati dicono che la Nazione, che negli ultimi anni è stata fanalino di coda per crescita in Europa, oggi è stimata per essere la Nazione che crescerà di più che noi abbiamo raggiunto il record del tasso di occupazione, del numero di occupati, del numero di contratti stabili che, secondo un metro che non è stato in passato utilizzato da me, ma da altri, quello dello avete oggi una situazione di tranquillità sui mercati finanziari maggiore di quella che si aveva lo scorso anno. Questi sono i dati che dobbiamo continuare a monitorare, per capire se il nostro il Governo sta facendo bene il suo lavoro. Quanto al collega Rosato, in buona sostanza, riferendosi alla sottoscritta, ha detto: coglie l'importanza delle sfide comuni in Europa. Non so se ci fosse una sottintesa polemica, come a dire “ha cambiato idea”, perché nel caso dovrei spiegarle che non è così: esattamente colgo l'importanza delle sfide comuni, purché siano sfide strategiche. Dicevo nel discorso, collega Rosato, quello che sta accadendo oggi: quando l'Unione europea, che nasceva come Comunità economica del carbone e dell'acciaio, cioè nasceva per mettere in relazione - l'ho detto altre volte - proprio una strategia comune in termini di approvvigionamento energetico e di materie prime, si accorge, dopo anni e anni, che è esposta, che non ha controllato le catene di approvvigionamento fondamentali, che è troppo dipendente e corre ai ripari, vuol dire che forse qualcosa non ha perfettamente funzionato in passato. E che cosa non ha funzionato in passato? Come tante volte abbiamo denunciato, non ha funzionato che noi, mentre avevamo normato e normavamo ogni singolo microbo aspetto della vita dei cittadini, non ci accorgevamo di quali fossero le scelte strategiche fondamentali che andavano portate avanti.
Allora, quello che in questi anni noi abbiamo rivendicato - e per questo siamo stati definiti spesso dei nemici dell'Unione europea - era un principio che è scritto nei trattati e che non è stato applicato sempre, ovvero il principio di sussidiarietà: non si occupi Bruxelles di quello di cui si può meglio occupare Roma e non faccia Roma da sola quello per cui serve Bruxelles Ma non è esattamente quello che è stato fatto ed è la ragione per la quale oggi - e sono contenta di questo cambio di passo, sono fiera di tentare di dare una mano in questo senso - è cambiato l'approccio. È cambiato l'approccio e allora noi dobbiamo essere consapevoli del fatto che, quando qualcuno cercava di accendere i riflettori su alcune necessità, su alcune mancanze, non lo faceva perché era nemico, ma lo faceva perché gli amici veri sono quelli che ti dicono le cose come stanno, non sono quelli che ti dicono sempre di sì
Sull'immigrazione l'onorevole Rosato richiama alla sobrietà. Io ho usato nel mio intervento di oggi toni estremamente sobri, a meno che lei non si riferisca agli scafisti, perché con quelli non ritengo che servano - diciamo - toni sobri.
Mentre sul MES - così approfitto partendo dal primo che ne ha parlato, appunto l'onorevole Rosato, ma è stato citato da altri - io nel merito non ho cambiato idea, ma quello che vi ho chiesto e posto stamattina non è un tema di merito, è un tema di metodo, che non dipende dall'idea che ciascuno di noi ha sulla utilità o meno del MES e sulla capacità salvifica dello strumento. Si tratta di capire, non per me, ma per questo Parlamento, che è chiamato - perché questo è il suo ruolo - a difendere l'interesse nazionale italiano, se questo sia il momento per discutere questa materia. Questa è la questione che vi pongo, indipendentemente da quello che si può pensare. Ha senso che noi procediamo a una ratifica senza conoscere quale sia il contesto? Senza conoscere come lo strumento del quale stiamo dibattendo s'inserisce nella logica più generale? Senza sapere qual è la riforma della del Patto di stabilità? Senza sapere che cosa è accaduto sull'Unione bancaria? Senza sapere che cosa è accaduto sulla garanzia dei depositi? Su mille questioni che sono aperte e che - scusate colleghi, tanto non vi sento, sento solo confusione - secondo me è corretto porre sul tavolo nella loro completezza. Questo è. Non è tattica. Io sono una persona che è sempre stata abituata ad assumersi le sue responsabilità - ok? - e questo farò anche in questo senso e anche in questo caso, ma voglio cercare, come sempre, di difendere al meglio possibile l'interesse nazionale italiano , Io dico a voi, dico a tutto il Parlamento, che discutere adesso questo provvedimento non è nell'interesse nazionale italiano. Questa è la questione che ho posto, dopodiché ognuno farà le proprie scelte e ognuno se ne assumerà la responsabilità.
Quanto al collega Provenzano, fa un riferimento che mi ha molto colpito, che riguarda il tema della modifica del Patto di stabilità e delle trattative che noi abbiamo aperto con la Commissione europea. Infatti, dice il collega Provenzano: ma lei veramente pensa di poter portare a casa una riforma vantaggiosa, per esempio, in tema di nuova con gli alleati con i quali si accompagna in Europa? Scusi, collega Provenzano, lei mi sta dicendo che la Commissione europea decide come trattarti in base a valutazioni di carattere politico , ? Cioè che le valutazioni, che la Commissione europea fa, non sono nell'interesse degli Stati nazionali, ma nell'interesse dei partiti politici? Perché quella che lei fa, in questo caso, è un'accusa molto grave nei confronti della Commissione, che io non mi sento di condividere , Non mi sento di condividerla.
Esattamente come non mi sento di condividere l'approccio che ho sentito da molti, sempre in riferimento alla Commissione europea, sul tema della Tunisia. Onorevole Boldrini, per carità di Patria, non entriamo nel tema delle autocrazie, perché non accetto le lezioni da quelli che andavano a braccetto con la Cuba comunista di Fidel Castro e con tutte le altre dittature comuniste del mondo di oggi, non le accetto, grazie , ! Ma quello che voglio dire è, quando si accusa - sì Maduro, tutti, tutti, l'abbiamo presi a braccetto tutti - il Governo italiano, in Tunisia, di trattare con il dittatore, vi siete resi conto che in Tunisia io sono stata con la Presidente della Commissione europea, con il Primo Ministro olandese? Quindi, mi state dicendo che io sono così brava che ho convinto la Commissione europea a trattare con un dittatore , ? No, e non state dicendo che l'Unione europea tratta con dei dittatori per assecondare e compiacere la Meloni. Quindi, consiglio cautela sulle parole che vengono utilizzate rispetto a queste materie. Quello che noi stiamo cercando di fare con la Tunisia è impedire che una Nazione, che è oltretutto nostra dirimpettaia, vada in , questo noi cerchiamo di fare e cerchiamo di farlo per i cittadini della Tunisia ! E a voi non interessa perché voi fate di tutto una questione politica! Ma quello che noi stiamo facendo è avere un approccio diverso con i Paesi africani! Un approccio che non sta lì a spiegarti come funziona il mondo e, poi magari ti frega le risorse , ! Un approccio di cooperazione serio, un approccio da pari a pari, di sviluppo, questo è quello che vogliamo fare , ! E, guardate, sul Piano Mattei: il Piano Mattei verrà formalmente presentato, nella sua versione definitiva, in autunno, quando noi avremo diversi appuntamenti, come la Conferenza Italia-Africa ed altri; c'è anche un coinvolgimento in atto dei Paesi che sono interessati; mi dispiace che si dica: no, non esiste niente, non si capisce niente, perché - per carità, offro volentieri qualche elemento in più - io ho spiegato diverse volte che l'idea che noi abbiamo in mente è quella di concentrare le nostre risorse, ovviamente in materia anche di cooperazione, ma anche nel convincere e coinvolgere l'Unione europea su questo progetto, e cioè aiutare lo sviluppo dei Paesi africani particolarmente consentendo loro di sviluppare quello che hanno, di vivere con ciò che hanno. E, in alcuni casi, in tema di materie prime, in tema di energie, questi interessi possono essere convergenti con i nostri. Io lo dicevo in apertura; chiaramente, tutto quello che si fa deve servire in primo luogo ai Paesi africani ma, in secondo luogo, per esempio - e l'ho detto tante volte -, una scelta strategica fondamentale, secondo me, è lavorare insieme sulla ha le condizioni ideali per ricevere investimenti, per sviluppare la produzione di energia, particolarmente di energia pulita e quello che noi stiamo facendo a 360 gradi è poi lavorare alle infrastrutture di collegamento, perché la parte che non serve all'Africa possa servire all'Europa. E allora, per esempio - “non c'è niente!” -, abbiamo sbloccato il finanziamento del cavo che deve collegare elettricamente la Tunisia all'Italia, il famoso Elmed, lavoriamo sul SoutH2 Corridor, che serve al collegamento dall'Italia fino alla Germania, per le Nazioni che hanno un maggiore problema di approvvigionamento energetico, lavoriamo alle infrastrutture interne, questo si era già cominciato a fare, penso al , cioè al problema che abbiamo nella trasmissione dell'energia in Italia e alle infrastrutture sulle quali dobbiamo lavorare.
Questo è il lavoro che stiamo facendo e io credo che sia un lavoro sul quale - almeno su questo, penso - noi dovremmo essere d'accordo. Penso che il fatto stesso che l'Italia, oggi, abbia una cosa che non ha avuto spesso in passato, e cioè una strategia - sceglie dove stare nel mondo, sceglie su quali priorità lavorare e lavora giorno dopo giorno su quelle priorità - sia una cosa che può aiutare la nostra centralità e il nostro sviluppo.
Voglio dire al collega Vigna che condivido ogni parola di quello che ha detto. No, chiedo scusa, rispondo sempre collega Provenzano su un'altra cosa che devo aggiungere, oltre alla Tunisia, che è il tema della Libia; anche di questo adesso veniamo accusati, e mi pare d'obbligo ricordare che il Italia-Libia fu stipulato dal Presidente Gentiloni, che il dossier fu seguito dal Ministro Minniti, e oggi ci si dice che è abbastanza discutibile dialogare con queste persone; quindi, in buona sostanza il messaggio sarebbe che alcuni lo possono fare alcuni no; a me sembra una grande strategia .
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Sono cambiate le cose!
GIORGIA MELONI,. Sì, sono cambiate le cose: in effetti, sono cambiate le cose: oggi al Governo non c'è più il PD e : “Brava”! e quindi le cose non si possono… Vabbè.
Quanto al collega Giglio Vigna, condivido ogni parola di quello che ha detto, particolarmente in tema di politiche : a differenza di quello che ho sentito dire, anche stamattina, non vogliamo affatto affossare la transizione; il punto è che, però, non vogliamo affossare neanche l'Italia, cioè cerchiamo di trovare un equilibrio serio, intelligente, tra la sostenibilità ambientale e la sostenibilità economica e sociale. E, guardate, mi pare che la serietà del nostro approccio - forse serviva qualcuno che ponesse questi temi con chiarezza, magari con maggiore forza - stia piano piano prendendo piede, insomma immagino che i colleghi abbiano visto gli ultimi voti nelle Commissioni competenti del Parlamento europeo su queste materie; mi pare che piano piano ci si renda conto che su queste materie l'approccio non può essere ideologico perché, come tante volte abbiamo detto, si rischia di fare molti danni e che, invece, l'approccio deve essere pragmatico e l'approccio pragmatico è esattamente quello che lei citava, la neutralità tecnologica. E torniamo, anche qui, al principio della sussidiarietà. È giusto che la Commissione europea dia degli obiettivi; noi rispettiamo quegli obiettivi, li condividiamo, ma come raggiungiamo quegli obiettivi? Questo deve essere lasciato anche alle specificità, alla tecnologia, agli investimenti, alla storia, alla competenza degli Stati nazionali, e su questo mi pare che non siamo soli in Europa, perché in tanti oggi, con noi - tant'è che poi il principio è entrato nelle norme -, difendono il principio della neutralità tecnologica.
Il collega Della Vedova mi accusa di “attaccare l'indipendenza della Banca centrale europea” per aver detto che c'è il rischio che l'aumento dei tassi nel nostro contesto economico, che non è lo stesso di altri continenti, non sia esattamente, non dico risolutivo nella lotta all'inflazione, ma che possa in qualche maniera creare ulteriori squilibri. Non so perché lei intenda questa cosa “un attacco all'indipendenza della Banca centrale europea”; io difendo l'indipendenza della Banca centrale europea e difendo il mio diritto a valutare le decisioni che vengono prese, perché questo è il ruolo della politica, collega Della Vedova ! Il ruolo della politica non è dire «sì» acriticamente, siamo d'accordo su tutto; il ruolo della politica è cercare di offrire il proprio punto di vista. Io ritengo che sia nella mia responsabilità venire in Aula e spiegare al Parlamento italiano qual è la posizione che l'Italia ha tenuto su questa materia nelle sedi competenti, è quello che ho fatto e quindi il tema di attaccare l'indipendenza della Banca centrale europea è, dal mio punto di vista, abbastanza curioso. Il collega Fratoianni, in riferimento all'immigrazione, dice: “da cosa dobbiamo difenderci, dai bambini che muoiono?”. No, collega Fratoianni, dobbiamo difenderci dai trafficanti che li uccidono, che hanno fatto miliardi di euro sulla pelle di quei bambini e di quelle persone sfortunate, mentre i vostri occhi erano rivolti altrove ! Da questo vogliamo difenderci, da questo vogliamo difenderci. Collega Scerra, ho alcune cose da dire sui temi dei ricollocamenti e del patto di immigrazione e asilo. È evidente che i ricollocamenti - questo lo dico anche alla Presidente Boldrini - non sono mai stati la nostra priorità, per quello che riguarda il nostro Governo.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Evidentemente!
GIORGIA MELONI,. Continuo a spiegare che il tema per me non è come li distribuiamo all'interno dell'Unione europea. Il tema per me continua a essere come cerchiamo tutti insieme di lavorare per fermare le partenze, perché il tema dei movimenti secondari, se non si affronta a monte quello dei primari, non si risolverà mai. Quindi, questa non è la priorità dell'impegno italiano. Abbiamo fatto del nostro meglio per migliorare regole che erano ormai addirittura deleterie per noi e mi pare che sia passato questo messaggio. Quindi, il tema non è se ti pagano o non ti pagano, il tema è che noi mettiamo le risorse per la dimensione esterna, per affrontare il problema prima che arrivi da noi, perché non ho mai pensato, come hanno pensato altri, che la questione si dovesse semplicemente tentare di scaricare su un'altra Nazione. Non la risolvi così, la risolvi se cerchi un punto di contatto che affronti la questione per tutti, ed è quello che noi stiamo facendo, chiedendo aiuto sulla dimensione esterna. Ed è, se mi consentite, una politica un po' più seria che dire “noi facciamo entrare tutti, ma poi ve li dovete prendere voi”, quando magari altri difendono i confini esterni dell'Unione europea. L'ho sempre sostenuto ed è quello che sto facendo.
Sul PNRR intanto alcuni elementi di chiarezza. È vero, in Europa si è scelto di aprire all'utilizzo delle risorse del PNRR anche per l'acquisto di armi. Mi pare che il Governo italiano abbia, nello spazio di 5 minuti rispetto alla decisione, garantito, dichiarato, e lo ribadisco anche io qui, in Aula, che non intende in alcun modo utilizzare le risorse del PNRR per questo scopo . Noi vogliamo utilizzare le risorse del PNRR per le scelte strategiche che stiamo sostenendo, vogliamo spendere le risorse del PNRR in modo veloce, in modo efficace. Voglio dire anche al collega Scerra che non ho alcun problema a discutere le modifiche eventuali che presenteremo e il REPowerEU entro il 31 agosto con questo Parlamento. Sono contenta che oggi vi rendiate conto di quanto sia importante il ruolo del Parlamento perché ricordo che, quando è stato approvato il PNRR, il Parlamento non lo ha neanche potuto leggere , ma al tempo si riteneva che andasse bene così. Invece sono convinta che il PNRR debba avere anche un confronto con il Parlamento e volentieri rispondo a questa sollecitazione. Dopodiché, però, il collega Scerra fa una valutazione che mi ha molto incuriosito, cioè dice che, in pratica, noi cerchiamo di non spendere i soldi del PNRR per affossare l'integrazione europea. Una strategia intelligente, è quella che utilizzerebbe lei? Perché lei capisce che questa cosa non è molto sensata. Non è molto sensata che noi diciamo “no, abbiamo delle risorse, ma non le vogliamo spendere, sperando che questo affossi l'Europa”. Affosserebbe, ovviamente, molto più noi che l'Europa, quindi le comunico che non arrivo a questi livelli neanche di immaginazione. Dopodiché sulla politica dell'austerità ho detto che cosa pensavo in apertura: il tempo della politica dell'austerità è finito per quello che ci riguarda , è un tempo che va superato. Quindi, collega Scerra, “no” all'austerità, ma anche “no” a buttare i soldi per comprare consenso, come è stato fatto qualche volta in questi anni .
Sulla pace in Ucraina ho sentito molti interventi , ma su questo, fermo restando che sono d'accordo sul fatto che l'Europa debba avere una propria iniziativa, è oggetto dei dibattiti che noi stiamo facendo in queste ore, è oggetto ovviamente della nostra attenzione, così come, ovviamente, l'Italia e il Governo italiano hanno fatto tutto quello che era possibile per favorire, aiutare e sostenere la missione che il cardinale Zuppi ha portato avanti su indicazione di Papa Francesco, dopodiché, però, siamo sempre al tema, questo dibattito noi lo abbiamo fatto tante volte.
Credo e continuo a essere convinta del fatto che il modo più serio, al di là della propaganda, per favorire una pace e un'apertura negoziale tra le parti sia mantenere equilibrio tra le stesse, e cioè lo strumento più efficace per costringere a negoziare è che ci sia equilibrio tra le forze in campo. Tante volte l'ho detto e tante volte lo ripeto, perché, signori, se noi non avessimo aiutato gli ucraini come abbiamo fatto finora, non ci sarebbe stato bisogno di nessun tavolo di pace, perché ci sarebbe stata un'invasione .
Questo è il tema sul quale non si scende nel merito. Ho già chiesto a voi, in altre occasioni, quali sono le condizioni che secondo voi andrebbero accettate, il riconoscimento dei referendum che sono stati fatti su pezzi di territorio ucraino, eccetera, eccetera. Nessuno mi fa mai una proposta concreta, perché, se mi fate una proposta concreta, vi dico che cosa ne penso, atteso che continuo a ritenere che la cosa più seria per la pace la stiamo facendo adesso. Però, alla fine, la verità non si vuole dire.
Allora, qualche sera fa m'imbatto in una trasmissione televisiva nella quale De Rita, filosofo di riferimento del MoVimento 5 Stelle, spiega …no, De Masi, chiedo scusa, scusatemi. De Masi, De Masi, scusatemi. De Masi, filosofo di riferimento del MoVimento 5 Stelle …no, poi se lo disconoscete va bene, ma insomma…va a parlare in una trasmissione televisiva e a un certo punto, in buona sostanza, in riferimento alla posizione del MoVimento 5 Stelle sul tema dell'Ucraina, dice “guardi che è meglio vivere sotto una dittatura che morire”.
E cade la maschera e si fa strage, in una parola, di secoli di storia in cui libertà, democrazia e tutti i valori della nostra civiltà sono stati costruiti con il sacrificio di chi era pronto a sacrificarsi per costruirli , ! E si fa strage della scelta che hanno fatto Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e quelli che hanno combattuto la mafia! Non credo che sia meglio vivere sotto una dittatura che morire. Penso che noi dobbiamo lavorare perché le persone possano vivere libere, questa è la differenza tra quello che stiamo facendo noi e quello che proponete voi , !
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.
Colleghi, per cortesia, sentiamo il parere del Governo sulle risoluzioni, grazie.
RAFFAELE FITTO,.
Sulla risoluzione n. 6-00038 di Azione-Italia Viva, per quanto riguarda le premesse, chiaramente, al netto di alcuni elementi fattuali oggettivi, però ci sono delle considerazioni per le quali c'è una valutazione negativa sulle premesse. Sulla parte degli impegni, invece, esprimiamo un parere favorevole sui punti 1), 2) e 3), contrario sul punto 4), una riformulazione sul punto 5), dove si sostituisce: “a supportare la proposta” e si riformula dicendo: “a negoziare, partendo dalla proposta di riforma”, e il resto rimane uguale.
Parere favorevole sul punto 6) e riformulazione sul punto 7), dove si chiede la cancellazione di: “riconsiderare” e si riformula con: “a promuovere un dibattito parlamentare prima della scadenza sul ” e poi rimane esattamente così il testo.
Per quanto riguarda la risoluzione Barelli, Lupi, Foti e Molinari n. 6-00039 il parere è favorevole.
Per quanto riguarda la risoluzione Scerra ed altri n. 6-00040, del gruppo 5 Stelle, il parere è contrario.
Per quanto riguarda la risoluzione Braga ed altri n. 6-00041, del Partito Democratico, stessa considerazione sulle premesse, sulle quali appunto c'è un parere contrario, mentre, per quanto riguarda gli impegni, c'è un parere favorevole sugli impegni nn. 1), 2), 3), 4), 5), 6) e 7), e contrario sull'impegno n. 8); favorevole con riformulazione, se accettata, sull'impegno n. 9) nel senso di sostituire - dopo le parole: “ad agire in sede europea al fine di” - il verbo: “garantire” con: “promuovere”. Parere favorevole sull'impegno n. 10) e contrario sugli impegni nn. 11) e 12); parere favorevole sull'impegno n. 13), contrario sugli impegni nn. 14) e 15); favorevole sull'impegno n. 16) e contrario sull'impegno n. 17).
Per quanto riguarda la risoluzione Zanella ed altri n. 6-00042, Alleanza Verdi e Sinistra, c'è un parere contrario.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.
Colleghi, silenzio, per cortesia, in Aula.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Mi permetto di farle notare che fino a qualche tempo fa la dai banchi del Governo all'indirizzo del Presidente del Consiglio era qualcosa che non si vedeva in quest'Aula e forse anche questo è un segno dei tempi. Probabilmente si spiega col fatto che, oggettivamente, la replica è la parte che viene meglio alla Presidente del Consiglio Meloni, perché le consente di fare l'opposizione, di fare l'opposizione all'opposizione.
Per un momento ho sperato - e mi dispiace che ora non ci sia nei banchi del Governo, la Presidente Meloni - che nella replica la Presidente chiedesse scusa, chiedesse scusa all'Aula e chiedesse scusa anche ai cittadini che hanno ascoltato questa mattina il suo intervento, per un passaggio particolare che la Presidente Meloni ha utilizzato e sul quale ha calcato molto i toni. La Presidente Meloni ha fatto riferimento a un episodio di esattamente quattro anni fa, era il 29 giugno del 2019, definendo quello che accadde a Lampedusa come lo speronamento di navi dello Stato italiano da parte della comandante Rackete.
Ci tengo molto a sottolineare che quello che la Presidente ha detto in quest'Aula è una menzogna, perché ero su quella nave personalmente e rivendico il fatto di esserci salito e di esserci rimasto da parlamentare della Repubblica e perché c'è stata una sentenza della Cassazione passata in giudicato che ha riconosciuto che la comandante Carola Rackete ha agito nel rispetto delle leggi, della legge e degli obblighi internazionali . Non c'è stato alcuno speronamento ed è stato invece triste vedere che le Forze dell'ordine italiane abbiano dovuto rispondere ad ordini che venivano da chi in quel momento aveva l'autorità politica per impartirglieli, tentando di fare ostruzionismo ad un'azione che rispondeva alla finalità di legge di portare delle persone salvate in mare sulla banchina.
Questo ci dà un po' la cifra di tutto l'intervento di questa mattina della Presidente Meloni e mi voglio concentrare in particolare sulla questione delle migrazioni e sulla questione della proposta di patto sull'asilo e sulle migrazioni.
Noi lo diciamo subito, è una proposta scellerata, a nostro avviso, e il fatto che la Presidente della Commissione von der Leyen abbia accompagnato la Presidente Meloni, o viceversa, in Tunisia non lo rende meno grave ai nostri occhi. Intanto, quella proposta di patto, se non sarà profondamente modificata dal Consiglio o nella trattativa con il Parlamento europeo, segna una scelta politica tra le più paradossali fatte da questo Governo, cioè avere accettato che non ci sia nessuna nuova regola sulla condivisione delle responsabilità.
Si rinuncia completamente alla modifica del Regolamento di Dublino, che è quello che in questi anni, tutti quanti - coloro che hanno sperato, creduto, voluto politicamente che vi fosse un cambiamento e una maggiore responsabilità tra i partner europei e una maggiore condivisione - hanno sperato che avvenisse. L'unico momento in cui ci si è andati vicini era il 2017… (se ne va anche il Ministro Tajani, rimarremo col Ministro Nordio, col Sottosegretario Mantovano)…
Era il 2017 e in quel Parlamento europeo furono i vostri alleati in Europa, lo ripeto, furono i vostri alleati in Europa a votare contro le modifiche al Regolamento di Dublino …
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). E, oggi, che cosa ci dice il Governo italiano? Ci dice che noi dobbiamo salutare con favore - concludo, Presidente -, sostanzialmente, che i Paesi terzi vengano trasformati in Paesi di confinamento e che nel nostro Paese vi siano non più le procedure di esame delle domande di asilo, ma delle procedure sbrigative. Lo dico a lei, Ministro Nordio, lei avrà dei problemi in termini di giustizia, perché gli si trasformeranno in luoghi di trattenimento, senza che vi sia neanche una convalida di un magistrato. Questo sarà un problema, perché il trattenimento avverrà per giorni e giorni, forse per settimane. Questo sarà un problema per il nostro Stato di diritto, lo dico a un garantista, da garantista a garantista.
Concludo, Presidente. Sulla questione del MES ha detto tutto il mio collega Della Vedova, però, aggiungo una questione. La Presidente non ci ha ancora detto che cosa avverrà in quest'Aula il 30 giugno, che cosa avverrà? Il Governo si presenterà o non si presenterà come ha fatto in Commissione? Farete un voto per rimandare la questione di nuovo in Commissione? Ma se lei è così sicura di quello che ci ha detto prima, votiamo, votiamo il 30 giugno in Aula, che problema c'è? O lei pensa che nei mesi estivi avrà tutti quei chiarimenti e tutte quelle verifiche che ancora non ha? La verità è che state giocando a un ricatto, ma è un ricatto autolesionista ed è un ricatto che mette a repentaglio proprio i risparmi degli italiani, ve lo ha detto chiaramente quella nota del capo di Gabinetto del Ministro Giorgetti, lo ha detto chiaramente…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Magi…
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Non solo non ci sono rischi, ma ci sarebbero benefici in termini di acquisto di fiducia sui mercati e proprio per collocare i nostri titoli di Stato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Fra i tanti temi importanti all'esame del Consiglio europeo, una delle questioni centrali del prossimo sarà la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e il sostegno dell'UE all'Ucraina, sul quale vorrei soffermarmi in questi pochi minuti che ho a disposizione. È giusto, come ha già affermato il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani qualche giorno fa, che si lavori per la pace, una pace vera e giusta, che non equivalga a una resa ma sia il pieno riconoscimento dei diritti dell'Ucraina alla propria integrità. Ciò significa continuare a difendere l'Ucraina.
Concordiamo, pertanto, con quanto affermato da lei, signora Presidente Meloni; condividiamo il merito e apprezziamo la posizione espressa dal Governo italiano giacché è fondamentale anche in questa fase mantenere l'unità dell'Europa quale fattore decisivo e strategico a sostegno dell'Ucraina. Valutiamo, inoltre, in maniera positiva che sia stato riconosciuto finalmente come la migrazione sia una sfida europea, che richiede una risposta comune. È una posizione che abbiamo ribadito diverse volte.
Condividiamo, dunque, in particolare, tre punti indicati dalla Presidente von der Leyen. Il primo è che la crescente complessità dei nostri confini, incluse le minacce ibride, chiede flessibilità e adattamento, prendendo anche in considerazione l'attuale panorama geopolitico e le trasformazioni delle migrazioni. Il secondo è che di fronte alle sfide dell'immigrazione dobbiamo assicurarci di disporre di finanziamenti sufficienti per un sistema efficace ed essere pronti a situazioni impreviste. Il terzo è affrontare le sfide legate all'attività di , migliorando la consapevolezza della situazione nel Mediterraneo e continuare a lavorare per creare un quadro di cooperazione rafforzata in quest'area.
Condividiamo la strategia europea per un'azione unitaria nel rendere l'economia europea più sicura e competitiva, attraverso la valutazione e la prevenzione dei rischi geopolitici attuali e futuri.
Per quanto riguarda la riforma del Patto di stabilità, la europea in riferimento anche al PNRR e la ratifica del MES, in ordine alla posizione italiana auspichiamo si possano e debbano porre di lato distinzioni fra presunte ragioni tecniche e motivazioni politiche, al fine di individuare una soluzione.
Per queste ragioni annuncio il voto favorevole sulla risoluzione di maggioranza delle minoranze linguistiche Südtiroler Volkspartei e Union valdôtaine.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, diciamo, sin da subito, che il gruppo Noi Moderati ha condiviso la sua relazione, voterà convintamente a favore sulla mozione di maggioranza e continuerà, come ha fatto in tutti questi mesi, a dare il suo contributo positivo e propositivo a sostegno dell'azione del Governo.
Ha fatto bene lei, signor Presidente, a concludere il suo discorso - ed è da lì che noi vorremmo partire per la nostra dichiarazione di voto - ricordandoci non una dichiarazione di intenti ma una constatazione di cui tutti, maggioranza e opposizione, dovremmo essere consapevoli. L'Italia è una Nazione solida, credibile e affidabile, forte delle sue ragioni e dei suoi interessi, forte della sua tradizione di dialogo e del suo ruolo geopolitico. Solo un'Italia cosciente del proprio ruolo, della propria storia e della funzione che può avere oggi per costruire il futuro in Italia, in Europa, in Occidente e nel mondo, può essere protagonista. Ha detto bene a dirlo e dobbiamo ricordare - e su questo sono inutili le strumentalizzazioni o gli interventi di parte, perché non è così che si fa opposizione o che si crea consenso - che l'Italia è protagonista non solo come fondatrice dell'Europa ma anche nel contesto europeo e in quello occidentale.
Ma c'è un passaggio fondamentale della sua relazione, con è una parola che lei ha usato, che dà la chiave della posizione dell'Italia e che l'Italia vuole anche sostenere da protagonista in Europa. La priorità del nostro lavoro, lei ha detto, è la sicurezza, e anche qui, sul tema della sicurezza, tante volte ci sono equivoci. La sicurezza va declinata in tutte le sue accezioni e ricomprende tutti gli ambiti, compreso quello sociale ed economico. Per questo in Europa si troverà a rappresentare l'Italia e a discutere dei tre punti chiave che rappresentano la declinazione del principio di sicurezza: quello legato a un fatto straordinario, incredibile e inaccettabile che è la guerra nel cuore dell'Europa, che ormai è scoppiata da 18 mesi, e che ha delle innegabili conseguenze anche dal punto di vista della sicurezza economica e sociale; quello dell'immigrazione e, ovviamente, quello dell'economia.
Su questi tre punti vorremmo, in maniera sintetica, non ripetere quello che lei hai detto, perché lo condividiamo, ma ricordare alcune cose. Perché è così fondamentale la questione dell'Ucraina e la posizione unitaria che abbiamo preso, Italia, Europa e Occidente tutti insieme? Perché intanto gli effetti, che si sono verificati, hanno evidenti conseguenze anche da un punto di vista economico, con il caro energia, l'inflazione, l'immigrazione, che ha avuto un suo moltiplicarsi, e con il tema del diritto internazionale e delle libertà. Infatti, all'inizio di quella guerra - forse la memoria è corta e dobbiamo ricordarlo -, scoppiata nel cuore dell'Europa, c'era qualcuno che la sottovalutata e che diceva che era una semplice operazione militare speciale o, addirittura, si diceva che Putin aveva agito perché era un pazzo, perché aveva qualche problema mentale.
Abbiamo poi scoperto, con l'andare dei mesi, che dietro a quell'operazione c'era un progetto geopolitico chiaro e un'operazione chiarissima che si intendeva fare, cioè riaffermare la potenza di una Nazione che l'aveva persa, quella dell'ex Unione Sovietica, e destabilizzare i valori e i principi dell'Occidente e dell'Europa. Dobbiamo ricordarci - e lo ha ricordato anche lei nella replica, Presidente Meloni - che l'Europa nasce dopo la Seconda guerra mondiale affermando due principi fondamentali: il primo, che è il punto di partenza, è la centralità della persona nella declinazione di tutti i suoi diritti e di tutte le sue libertà; il secondo, che è costituito dall'economia, dalla stabilità, dalla crescita e dal benessere, è la condizione essenziale perché la dignità della persona possa essere affermata e perché la pace possa essere duratura.
Per questo è stata importante una posizione netta, chiara e unitaria dell'Europa e dell'Occidente a fianco dell'Ucraina: non solo per difendere il diritto internazionale a non essere aggrediti da un altro Paese, ma perché con quella chiara operazione geopolitica si voleva affermare un disegno che scardinava alle radici l'essenza stessa dell'Unione europea e dell'Occidente. Se non capiamo questo non capiamo neanche le ragioni di quello che sta accadendo in un contesto di cambiamento epocale.
Un grande Papa santo, Giovanni Paolo II, diceva che la forza della pace è la verità e non c'è giustizia e non c'è pace senza riconoscere qual è la verità e, da questo punto di vista, abbiamo la necessità, perché ovviamente non ci sono alternative, di affermare un principio fondamentale: l'Ucraina deve vincere non per la guerra in sé ma deve vincere perché non perda la difesa della sua libertà e della sua indipendenza, perché la sua libertà e la sua indipendenza sono quelle dell'Europa e dell'Occidente e ha fatto bene, lei, a sottolinearlo e a ricordarlo.
Abbiamo ricordato anche noi, con il presidente Cesa nel nostro intervento, la missione di pace del cardinale Zuppi. Tra l'altro, ricordiamoci - lo sottolineo - che uno degli elementi fondamentali di quella missione di pace è ridare una casa a quei bambini deportati ingiustamente in Russia; ma quella missione di pace, che è una missione di pace fondamentale perché mai si deve interrompere il dialogo, ha una sua possibilità solo se l'Europa e l'Occidente - e l'Italia da protagonista - tengono questa posizione.
Il secondo tema è quello dell'immigrazione e anche qui, dopo mesi, forse dovremmo raggiungere, avendo la capacità di osservare quello che è successo, una linea comune; però, non bisogna mai perdere la speranza della ragionevolezza dei fatti e delle linee da seguire.
Ha detto con chiarezza - e noi lo condividiamo - che l'Europa deve ribadire che la difesa dei confini dell'Italia, che sono i confini esterni dell'Europa, è fondamentale per quell'idea di Unione europea che è nata e che l'immigrazione illegale e la lotta agli schiavisti della morte è il primo punto fondamentale. Ricordiamo, tutti noi, cattolici o non cattolici, che abbiamo una sensibilità umanitaria, che l'immigrazione irregolare è quella non solidale, l'accoglienza non umana è quella che non dà dignità alla persona e che l'accoglienza dignitosa per chi vuole venire a lavorare è lo strumento che noi dobbiamo perseguire.
Non a caso, siamo tornati a essere protagonisti evidenziando il vero delitto di una politica europea che ha dimenticato la sua funzione, che era quella del Mediterraneo. L'Italia è stata protagonista nel Mediterraneo nel corso della sua storia e il dialogo col continente africano è sempre stato, nella storia dell'Italia e dell'Europa, uno dei punti cardine, ma negli ultimi anni l'abbiamo perso, l'abbiamo dimenticato e l'abbiamo lasciato ad altri.
È per questo che bisogna ritornare a una politica da protagonisti nel Mediterraneo e, piaccia o non piaccia, recuperare dalla storia vincendo le sfide del futuro - e non quelle del passato - e quello che lei ha denominato Piano Mattei è il punto di riferimento. Qualcuno lo può anche chiamare Piano Marshall, ma comunque l'idea è che il continente africano, insieme all'Europa, deve tornare a essere protagonista, contrastando quelli che negli ultimi anni sono entrati nel continente africano solo per sfruttarlo. Pensiamo ai cinesi, ai russi e, poi, ai turchi.
Il terzo punto fondamentale è quello relativo all'economia, al MES, allo sviluppo e alla crescita. Senza crescita non c'è stabilità e senza benessere non c'è pace. Questo l'abbiamo detto e continuiamo a ribadirlo come gruppo politico di Noi Moderati. Però, chiariamo una cosa. Anche qui, le polemiche sul MES mi sembrano veramente strumentali e voglio entrare nel merito.
Ricordo, per chi ama la funzione del Parlamento, che il 30 novembre 2022 il Parlamento (non il Presidente del Consiglio Meloni o, piuttosto, uno dei singoli gruppi rappresentati in questo Parlamento), attraverso una mozione - e noi crediamo alla funzione delle mozioni del Parlamento - ha dato un'indicazione chiara al Presidente del Consiglio e al Governo (il 30 novembre 2022): si vada a ratificare il MES solo a una condizione, cioè - leggo testualmente il dispositivo della mozione approvata in questo Parlamento - “solo se la si integra nella relativa incidenza sull'evoluzione del quadro regolatorio europeo”.
Allora, quando si afferma la questione di metodo sul MES, le nostre posizioni sono molto chiare, nel senso che in tutti questi anni abbiamo condiviso il MES e abbiamo sempre, anche all'interno del Partito Popolare Europeo, criticato il problema della , tant'è vero che quando si andrà a ratificare faremo alcune osservazioni sul ruolo dei Parlamenti, sul ruolo del Parlamento europeo; mi riferisco a chi si ricordava il ruolo dei Parlamenti italiani.
Però, attenzione: la questione di metodo non è formale, è una questione sostanziale. Per cui inserire il MES all'interno di priorità più grandi dello stesso MES, come il Patto di stabilità, è fondamentale. Qualcuno di noi l'ha ricordato. Vogliamo ritornare al Patto di stabilità del 3 per cento? Chiunque abbia fatto il Ministro, chiunque abbia governato, sa che cosa vuol dire fare i bilanci con quel limite. E come rispondiamo al tema della sicurezza sociale e al tema della crescita? Il tema è questo. Questa è la sfida: costruire un'Europa unita, che guarda al futuro, e avere il coraggio, come Italia, partendo dall'interesse dell'Italia, che è l'interesse dell'Europa, di rimettere in discussione le questioni di cui stiamo discutendo. E, allora, devono essere viste contestualmente.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)-M). Concludo. La questione del PNRR non è formale: è una questione sostanziale, perché grazie a Dio abbiamo quelle risorse a cui non vogliamo rinunciare. Ma quelle risorse sono fondamentali se costruiscono con solidità il futuro di questo Paese. Non si può non riconoscere che, a un certo punto, giusto o sbagliato che sia, nel PNRR sono stati presi tutti i progetti che c'erano in quei Ministeri: li abbiamo messi lì, tanto bisognava spendere. Ma spendere per spendere, è un delitto nei confronti dei nostri cittadini, nei confronti dell'Italia, ma anche nei confronti dell'Europa, che con il PNRR si è assunta un debito comune.
Per questo la nostra sfida, ha ragione lei, è quella di cambiare l'Italia - ed è per questo che noi ci siamo e sosteniamo con forza lei e questa maggioranza - e la cambieremo nei prossimi anni. La cambieremo facendo le riforme e attuando quello che i cittadini - e concludo, signor Presidente - hanno voluto con forza: il ritorno alla politica, alla politica con la “P” maiuscola, cioè alla politica che, mettendo in gioco ideali, valori e progetti, guidi il Paese verso il bene comune, attuando, quando le è data la responsabilità di Governo, quei contenuti che sono stati approvati dai cittadini con le elezioni e che diventano non più i contenuti di una maggioranza, non più il programma di una maggioranza (perché quello è il programma elettorale), ma il programma di un Paese che, nei prossimi cinque anni, vuole guardare al futuro. Non indietreggiamo. Con serietà e con responsabilità continuiamo a fare grande l'Italia di cui siamo parte
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie signor Presidente, signora Presidente, onorevoli Ministri e Ministre, colleghi e colleghe. Signora Presidente Meloni, io, questa mattina, non mi sono mai mosso dal posto di parlamentare e ho ascoltato attentamente il suo intervento, tutti gli interventi dei colleghi e delle colleghe e la sua replica. Le dico - con il massimo rispetto che rivolgo alla sua persona e al ruolo che riveste - che sono rimasto totalmente basito da come lei si rivolge all'Aula del Parlamento. Un Presidente del Consiglio non può venire in quest'Aula e rivolgersi alle critiche dell'opposizione urlando.
Signora Presidente, questa non è piazza Venezia , questo è il Parlamento della Repubblica italiana, di cui lei dovrebbe avere rispetto anche nel momento in cui si rivolge a un'opposizione che le rivolge le critiche. L'opposizione, Presidente Meloni, fa delle critiche e lei non può reagire in maniera scomposta davanti alle critiche. Deve reagire in maniera dura, certamente, ma venire qua e urlare. Insomma, non è un comizio di Fratelli d'Italia, è il Parlamento della Repubblica d'Italia .
Detto questo, vorrei anche dirle, sempre con il massimo rispetto: lei ha citato più di una volta Enrico Mattei, il partigiano Enrico Mattei, nome di battaglia “Marconi”, arrestato dal repubblicano Giorgio Almirante. Egli certamente oggi non avrebbe applaudito il suo intervento, per le cose che ha detto e per le modalità con le quali ha deciso di esercitare questa funzione nel Parlamento italiano.
Il suo intervento di oggi è un esempio di scuola di quello che viene definito il . Se non sapete cos'è il , possiamo fare un esempio figurato: abbiamo un cesto di ciliegie, io e lei, Presidente Meloni. Lei mi offre le ciliegie, lei mangia le ciliegie più buone e poi mi dice: guarda, Angelo Bonelli, mangia le ciliegie buone. In realtà sono rimaste le ciliegie non mature e anche un po' marce. Il in che cosa consiste, conseguentemente?
Consiste nel dire, in sintesi, che tutta l'argomentazione che lei oggi ha fatto rispetto alla bontà della vostra strategia è una bontà assolutamente indiscutibile dal punto di vista di numeri ma poi, in realtà, i numeri dicono altro. Parlando di neutralità tecnologica o parlando di economia, lei è intervenuta dicendo: l'Italia ha invertito il corso e i dati macroeconomici lo dimostrano. Quindi, parla della produzione industriale. Per tornare al , lei ha dimenticato una cosa, anzi, più di una cosa, Presidente Meloni, ma non l'ha dimenticata per noi, perché è il Paese che vive la vita quotidiana reale e sa che cosa significhi dire che oggi è migliorata l'economia. Se l'Italia è il terzo Paese dell'Unione europea per disoccupazione, è un problema o non è un problema? Se l'Italia è il secondo Paese per tasso di giovani che non studiano, è un problema o non è un problema? Se, nel 2022, secondo i dati dell'Istat, signora Presidente, il 24,4 per cento della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale, è un problema o non è un problema?
Lei è venuta qui, io l'ho ascoltata e, nel passaggio della replica, riferendosi al MES, ha detto: voi non sapete del problema della , non si sa quale sarà la , non si sa quello che farà l'Europa, e via dicendo. Lei ha messo in fila una serie di “non si sa”, che sarebbero legittimi per la mia parte, che sono un deputato della Repubblica, ma non sono legittimi per lei. Il segnale che dà è che il Presidente del Consiglio della Repubblica italiana, che partecipa ai Consigli europei, non sa queste cose. Se lei non sa queste cose, allora c'è un problema serio in questo Paese: abbiamo una Presidente del Consiglio che non sa quello che succede in Europa. È un fatto grave. L'ha fatto lei, per sua stessa ammissione. Ci è venuta a parlare di interesse nazionale e a dire di salvaguardare l'interesse nazionale, sempre riferendosi al MES. Però, mi scusi, Presidente, c'è un interesse nazionale nel momento in cui l'Italia ha dato 14,5 miliardi di euro, consegnati, trasferiti per il MES e rinviati a dopo una ratifica su una riforma che, tra l'altro, dal mio punto di vista ha migliorato il MES precedente per quanto riguarda i piccoli risparmiatori, per il solo fatto che non c'è più il .
Lei andrà a parlare di sicurezza, però non ci ha detto e noi non sappiamo qual è la posizione del Governo italiano su un tema centrale. Dice Macron - e io sono d'accordo col Presidente della Repubblica francese - che bisogna costruire una terzietà dell'Europa, non per uscire fuori dall'Alleanza atlantica ma per migliorare e rafforzare la politica estera. Allora, sul tema della politica di difesa comune qual è la posizione del Governo italiano? Sosteniamo questa posizione, ossia quella di costruire una politica estera e di difesa comune, o siete ancora sulla posizione degli eserciti nazionali perché rappresentate questa posizione politica che noi non condividiamo, perché noi siamo per una politica estera e di difesa comune? C'è una questione sul tema della pace e del conflitto che apre delle spaccature incredibili e notevoli e contraddizioni in molti schieramenti. Non è semplice ma, certamente, sentire, come ho sentito prima dall'onorevole Lupi, “andiamo avanti fino alla vittoria militare” francamente io lo ritengo qualcosa che mi preoccupa fortemente: ossia pensare di riuscire a vincere in un conflitto, nel momento in cui c'è la questione della negoziazione, proprio alla luce di quello che è accaduto in questi giorni. Io sono preoccupato. Anche una riflessione, nella parte che è più vicina a me, dovrebbe esserci, quella che riguarda una Russia che ha utilizzato i mercenari, i ceceni, da una parte, e Wagner, dall'altra. Noi non dimentichiamo - non lo dimentica sicuramente nemmeno lei - quello che i ceceni hanno fatto in Siria, a Grozny, ad Aleppo: utilizzare lo stupro come strumento di guerra, vergognoso e infame. Quella è la Russia di Putin. Però, vede, Presidente Meloni, noi non siamo andati in Crimea a sfilare, come hanno fatto Salvini, Berlusconi e altri, e anche il suo partito, a dire che in Crimea si riconosceva l'esito del referendum. Certamente, i suoi alleati lo hanno fatto - Presidente Meloni, non è che mi si può rivolgere così - i suoi alleati l'hanno fatto. C'era il Governo, nelle persone dei Vicepresidenti del Consiglio Tajani e Salvini. Sono andati lì a sfilare, a non riconoscere il ruolo dell'Unione europea che, invece, avviava le sanzioni perché in quel territorio era stato fatto un referendum farlocco. Il tema della pace è un tema serio e io mi sarei augurato e avrei auspicato che, da parte sua, insieme alla legittima necessità di garantire l'integrità territoriale dell'Ucraina, ci fosse anche la riflessione sulla posizione del Governo italiano per avviare un forte negoziato. Sul tema della transizione, siete ossessionati dalla transizione verde. Parlate sempre di posizioni ideologiche ma la vera posizione ideologica è la vostra, che non considera che già oggi noi paghiamo dei costi economici e sociali drammatici - li pagano gli italiani - e voi su questo state in silenzio e fate un'operazione di disinformazione - mi lasci dire di “disinformatia” da questo punto di vista - perché omettete la verità. È uscito uno studio molto interessante su di un organismo scientifico e finanziario molto quotato - la invito a leggerlo - che dice che, da qui al 2050, il costo economico della crisi climatica nel nostro Paese varrà quasi il 14,5 per cento di punti di PIL, 17,5 trilioni di euro da qui al 2050, con una serie di conseguenze. Di questo non volete parlare, siete interessati solo a difendere questo . Quando lei parla di inflazione a generazione endogena, dimentica una cosa, Presidente Meloni, cioè che questa inflazione è stata generata, come dice anche lei, dalla crisi energetica e dall'aumento dei prezzi e voi non avete fatto nulla per fermare questo rialzo dei prezzi. Si segni questi dati, se lo ritiene opportuno: ad agosto, il gas, in base all'indice TTF della borsa di Amsterdam, costava 310 euro per megawattora; oggi costa 35 euro. Le bollette, invece, sono invariate nel prezzo e questa è una vostra responsabilità, è vostra la responsabilità perché continuate a tutelare gli extra profitti che hanno determinato l'aumento e l'impennata dell'inflazione nel nostro Paese, e a pagare sono le famiglie italiane . Altro che transizione ecologica! Voi fate la guerra alla transizione ecologica - e concludo - perché volete difendere gli interessi di chi oggi si è arricchito attraverso la speculazione sulle fonti fossili, come ad esempio ENI e compagnia. Ecco, su questo siamo distanti - lei lo sa, l'ha sempre detto - ma la posizione ideologica è vostra, non nostra .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI(A-IV-RE). Non prendo come una questione personale il fatto che la Presidente Meloni sia uscita dall'Aula, ci mancherebbe. Poi, comunque, il Governo rimane ben rappresentato e, quindi, io posso svolgere il mio intervento senza alcun problema. Ovviamente, Presidente, farò riferimento, però, all'intervento della Presidente del Consiglio perché su alcune questioni, e in considerazione del fatto che il Consiglio che si aprirà domani sarà di grande rilevanza, è bene fare chiarezza e anche cercare disvelare qualche elemento di ambiguità.
Sia la Presidente Meloni sia molti colleghi della maggioranza, riprendendo il tema del MES, lo hanno definito inopportuno nel dibattito di oggi: “Oggi parlare di MES è fuori luogo”, “penso sia un errore portare il MES in Aula”, “chi vuole bene all'Italia non chiede di discutere il MES oggi”. Ma noi non lo facciamo da oggi, lo facciamo da settembre, da ottobre, e abbiamo presentato una proposta di legge, una risoluzione e un e, quando siete venuti a rispondere al , ben rappresentati dal Ministro Giorgetti, non ci avete detto che non era il momento di discutere di MES, ma ci avete detto che si doveva esprimere la Corte tedesca, dopodiché ne avremmo certamente discusso. Quando si è espressa la Corte tedesca ci avete risposto che a noi non servono i soldi del MES e quando, dopo poco tempo, è emerso che non stiamo prendendo dei soldi perché si tratta di tutta un'altra operazione, che è ridondante rispiegare, il Ministro Salvini ci ha detto che i soldi li avreste chiesti agli italiani, di cui vi fidate di più rispetto al MES. Oggi, la versione definitiva è che non è il momento e il collega Lupi ci ha appena confermato, sostanzialmente, che ratificheremo il MES e che quindi questa cosa accadrà.
MATTEO RICHETTI(A-IV-RE). Sapete qual è il problema? Che la Presidente Meloni ha detto: “Basta pensare che sia una questione salvifica”. Infatti, è una questione “salvinifica” . Qui il problema è un altro. C'era un Presidente del Consiglio precedente a quello attuale che ha fatto un percorso opposto e speculare a quello della Meloni: lui è diventato Presidente del Consiglio un po' per caso, non aveva fatto l'opposizione, si è trovato Premier e ha immediatamente ratificato il MES da ; addirittura, quando i suoi deputati non hanno votato la ratifica del MES - siamo a dicembre del 2020 - il Presidente Conte li ha espulsi dal partito. “Alla Camera, 13 deputati votano no alla risoluzione di maggioranza, mentre altri 10 non partecipano al voto. Chi più chi meno tutti i parlamentari grillini dissidenti subiscono la minaccia dell'espulsione”. Oggi che non è più al Governo, Conte il MES non lo ratifica. La Presidente Meloni ha fatto il percorso inverso: all'opposizione di MES non se ne parlava e non se ne discuteva, ma sa come finisce? Che la Presidente Meloni ratificherà il MES, perché la sintesi di questa discussione è che, quando sei al Governo, la ricreazione finisce. E la cosa più triste che la politica si trova ad evidenziare è che questo sport, per il quale quando tocca a te cambi idea, non funziona. Voglio tranquillizzare gli italiani: non ratificando il MES noi non stiamo perdendo soldi, fondi o finanziamenti, stiamo perdendo la faccia. Voglio tranquillizzare gli italiani: alla solita, siccome ci ha spiegato che finalmente c'è qualcuno che rende grande il nome dell'Italia, mentre prima c'era solo Mario Draghi, dico che stiamo perdendo la faccia perché il MES lo ratificheremo - ce l'ha spiegato Lupi -, ma oggi dite che non è il momento. La questione è molto semplice: anche su questo punto c'è un elemento di ambiguità. Il problema è che la Presidente Meloni è così abile - perché non c'è niente da dire - nell' che, quando Provenzano le spiega che perde credibilità per le compagnie che frequenta in Europa, lei risponde che sarebbe gravissimo che la Commissione europea ci discriminasse per questo, ma non ci risponde nel merito delle frequentazioni. Ma il punto è un altro: pensare che su questa vicenda noi la spuntiamo nel negoziato complessivo sul Patto di stabilità e sulle condizioni di revisione del PNRR è un'illusione perché in Europa va forte chi è credibile e va forte chi, di fronte all'impegno di un Paese, non di una parte politica, lo mantiene e lo rispetta. Ecco, io credo che da questo punto di vista, non dobbiate commettere l'errore che ha commesso chi vi ha preceduto, cioè quello di cambiare impostazione sulla base di elementi di convenienza. Sull'Ucraina voglio usare parole molto nette, perché questo è un punto sul quale l'attualità ci richiama ad atteggiamenti di responsabilità e anche di verità: questo Governo sta tenendo la posizione intrapresa dal Governo Draghi, sta tenendo una posizione di piena collocazione europea ed atlantica. Fatemi dire che in politica estera i Paesi della rilevanza del nostro non conoscono elementi di divisione: quando la politica estera si trova ad affrontare situazioni delicate come il conflitto, dovremmo oggi ritrovarci tutti sotto le parole del Capo dello Stato, che sono parole nettissime. Richiamo le parole del Presidente della Repubblica, non di un partito, di un Governo, di una maggioranza o di un'opposizione: “Daremo sostegno finché occorre, sotto ogni profilo, militare, finanziario e per la ricostruzione”. C'è l'esigenza di sostenere l'Ucraina con la convinzione che questo riguardi, non solo l'Ucraina, ma tutti i Paesi che si richiamano alla libertà delle persone e dei popoli. Tutto questo è messo in pericolo dall'aggressione russa, non ci sono ambiguità, non ci sono equipollenze. E, ancora una volta, poiché in quest'Aula cerchiamo di tenere un tono di voce istituzionale, chi ha agito nelle istituzioni, chi ha fatto il Presidente del Consiglio e utilizzi parole come quelle che il Presidente Conte ha utilizzato nelle settimane scorse è un elemento da censurare con tutta la forza che abbiamo. “Zelensky fa l'eroe con i soldi che gli abbiamo dato noi” . Ma dov'è la gravità di quello che stiamo vivendo? Allora, su questo, io credo che si debba riconoscere che questo ancoraggio saldo ai Paesi europei, all'Alleanza atlantica, con espliciti obiettivi di pace e di giustizia, sia l'obiettivo che ci dobbiamo porre, che stiamo perseguendo.
Sul tema immigrazione, anche qui, collega Fratoianni, io cerco di raccomandare agli amici dell'opposizione che con la Presidente del Consiglio sulla retorica non si va, perché, se tu dici “Di chi avete paura, dei bambini?” E lei ti risponde “Abbiamo paura di chi li ammazza”, vince . Sapete qual è il problema? Che né Fratoianni né la Meloni hanno detto nulla su come impediamo che quei bambini muoiano , perché c'è questo giochino di continuare a rinfacciarci se stai con le fragilità o se stai contro il traffico di questi criminali. Stiamo tutti da quella parte. E, mentre noi, in quest'Aula, veniamo dopo Cutro, veniamo con un po' meno di sensibilità dopo una tragedia sulle coste della Grecia che ha proporzioni enormi, quello che sta mancando è un elemento di risposta che vada oltre la successione di slogan: prima i porti chiusi, poi i respingimenti, poi li teniamo in Africa, poi investiamo in Africa, poi è un problema europeo. Io non voglio fare polemica, ma ci rendiamo conto che è necessario costruire una politica nuova sui temi dell'immigrazione? Certo, di controllo. Quando la Presidente dice “Io mi occupo di non farli arrivare, non della gestione”, quasi a rifiutare l'idea che l'arrivo, anche in modalità illegali, sia un problema che non mi pongo perché non lo accetto sul piano ideale, allora è un limite enorme, perché chi governa, governa anche dinamiche che sono figlie di ciò che tu non approvi, sulle quali devi però dare risposte. E, se questo Consiglio europeo è l'ennesimo appuntamento nel quale il tema è posto, ma non è affrontato, è evidenziato, ma non è risolto, si crea un problema enorme.
Concludo, Presidente. C'è un punto che mi sta molto a cuore, perché con i colleghi della delegazione NATO lo stiamo affrontando, lo diceva oggi il presidente Cesa: questo è il Consiglio che precede Vilnius, la NATO è in un momento delicatissimo, dobbiamo tenere la posizione che abbiamo tenuto fin qui. E fatemi anche ricordare che, grazie al nostro ruolo nella NATO, grazie alla nostra presenza in Kosovo, grazie a quei militari, di cui decine sono stati i feriti in questi giorni, grazie alla preparazione e alla generosità delle nostre Forze armate, l'Italia è determinante nel mantenimento di un equilibrio geopolitico che mette in sicurezza l'Europa . Concludo, dicendovi che su molti punti, i documenti - lo vedrete, d'altronde come si fa? - riguardo all'Ucraina, se si è d'accordo, si vota insieme, sulla negoziazione in Europa, se si è d'accordo si vota insieme, e lo faremo, ma c'è un punto che, ad otto mesi dal vostro Governo, voi oggi vi dovete porre, che è la fine di elementi di ambiguità. Perché sul MES potete dire che non è il momento, sul PNRR ci potete dire che lo cambierete, qualcuno dice - sempre nella vostra maggioranza - di prendere solo il fondo perduto, qualcuno invece dice di prenderlo tutto. Quando venite in Parlamento a dirci in via definitiva come, se, quando lo cambiamo, come lo realizziamo, come lo implementiamo? Quando ci dite, oltre alla suggestione del tema del nuovo Patto di stabilità, come lo volete fare questo Patto di stabilità?
MATTEO RICHETTI(A-IV-RE). Voi potete rispondere a Provenzano che sarebbe gravissima la discriminazione, per le amicizie, le compagnie, e questo vi consente di non rispondere alla domanda vera: come la mettiamo in Europa? Agenzie di ieri: “Orban, Putin non è un criminale di guerra (13,20)”; agenzie di ieri: “Orban, inaccettabili i miliardi a Kiev dall'Unione europea (14,33)”. Il vostro problema non sono Provenzano o Fratoianni, il vostro problema è che non potete avere ambiguità su questi aspetti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Orsini. Ne ha facoltà.
ANDREA ORSINI(FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, quello di oggi è il primo grande dibattito di politica estera che si svolge in Parlamento dopo la scomparsa del Presidente Berlusconi .
Ho, quindi, l'onore di prendere la parola, a nome del gruppo di Forza Italia, tenendo nella mente e nel cuore la grande lezione di politica internazionale del nostro , del fondatore del centrodestra. La vocazione europea e atlantica del nostro Paese è stata la chiave di volta della sua azione politica. Il sogno di un'Europa politica e militare protagonista a fianco degli Stati Uniti e dell'Occidente, di un'Europa consapevole del suo ruolo nel mondo, di un'Europa pacifica, ma orgogliosa delle sue radici giudaico-cristiane e dei suoi principi liberali, è stato l'obiettivo al quale Silvio Berlusconi ha dedicato grande impegno e grande passione . È un tema al quale ha rivolto un'attenzione sempre più intensa, man mano che gli scenari internazionali ponevano al nostro Paese e al mondo libero sfide sempre più complesse e sempre più cariche di incognite. Voglio dare atto con piacere alla Presidente Meloni del fatto che, ascoltando la sua relazione, anche oggi, ho ritrovato lo slancio europeista, il rigore atlantico, la passione per l'Italia protagonista in Europa e nel mondo a cui Silvio Berlusconi ci ha insegnato a credere . Di questo sono grato al Presidente del Consiglio, perché, ancora una volta, mi ha reso orgoglioso di sostenere questo Governo, il Governo di centrodestra finalmente scelto dagli italiani e che, a ogni tornata elettorale, l'ultima in Molise, conferma di rappresentare la maggioranza naturale della Nazione. Forte di questo mandato, il Governo ha gli strumenti per far sentire la sua voce in Europa con autorevolezza e con credibilità; un'Europa che è chiamata ad affrontare snodi decisivi, rispetto ai quali il Consiglio europeo del 29 e del 30 giugno dovrà dare risposte importanti.
Il primo di tali snodi, va da sé, è ancora una volta la crisi ucraina: una crisi che suscita tante preoccupazioni sia per i suoi drammatici aspetti umanitari, sia per i suoi potenziali e pericolosi sviluppi strategici. Il nostro Paese è, come sempre, dalla parte della pace, del rifiuto dell'uso della forza per risolvere le controversie internazionali, ma proprio questo ci obbliga ad essere al fianco di un Paese aggredito, di un popolo che combatte per difendere la propria sovranità e la propria libertà. La pace ai confini orientali dell'Europa, che ogni persona ragionevole non può non augurarsi, si avrà soltanto quando la Russia si renderà conto del fatto che l'uso della forza e la violazione del diritto internazionale sono strumenti inefficaci, sono strumenti che la comunità internazionale non è disposta ad accettare.
La guerra genera instabilità nella stessa Russia, come dimostrano i recenti eventi che hanno coinvolto la brigata Wagner e, naturalmente, l'instabilità può mettere a rischio anche la catena di controllo degli armamenti nucleari. Un rischio per il mondo intero, ma anche una ragione in più per la quale la rinuncia ad una politica espansionistica sarebbe nell'interesse dello stesso Governo russo. In Ucraina, dunque, non è in gioco solo il destino di un Paese che guarda all'Europa e il cui futuro deve essere in Europa, un Paese al quale l'Europa deve garantire sostegno politico, umanitario e militare per la ricostruzione, ma in Ucraina è in gioco anche il futuro di un sistema ordinato di relazioni fra le Nazioni.
È lo stesso principio sul quale si deve basare il nostro rapporto con la Cina, commerciale irrinunciabile, ma anche competitore sistemico globale. L'imperialismo comunista cinese è la più grande sfida per il mondo libero nel XXI secolo. Nessuna persona ragionevole può desiderare una nuova Guerra Fredda con la Cina, dai costi e dai pericoli incalcolabili, ma non possiamo rinunciare né a considerare come un tema universale quello dei diritti umani, compresa la libertà religiosa, né a richiamare la Cina al rispetto delle regole di un mondo multilaterale. Come in Ucraina, così nello stretto di Taiwan, non potremo mai accettare il cambiamento dello imposto con la forza delle armi. La politica di una sola Cina, che l'Unione europea ha fatto propria da molto tempo, non legittima in alcun modo l'impiego della forza e della coercizione.
Di fronte a queste sfide globali, prima fra tutte quella cinese, l'Europa deve ridurre la dipendenza e diversificare gli approvvigionamenti per quanto riguarda materie prime, semilavorati, fonti di energia. Si devono rafforzare l'autonomia strategica e la competitività del nostro sistema produttivo. Un obiettivo, quello della competitività delle imprese europee, che in verità la politica dei tassi della BCE non aiuta affatto a conseguire. In questo quadro la transizione verde è una scelta irrevocabile, ma deve essere attuata senza penalizzare le imprese italiane e quelle europee, anzi promuovendone la competitività in un contesto globale così volatile. Allo stesso tempo è necessario evitare di aggravare la dipendenza strategica dell'Europa da aree instabili o potenzialmente ostili. L'auto elettrica, per citare un esempio quasi di scuola, non può diventare ragione di ulteriore dipendenza dalla Cina o da altri Paesi per l'industria automobilistica europea.
Le misure per la transizione verde e per quella digitale, come quelle per la difesa e per gli investimenti infrastrutturali, devono essere escluse dai nuovi meccanismi del Patto di stabilità proprio perché sono investimenti per il nostro futuro. Parlo di un futuro che dobbiamo costruire anche attraverso politiche di sostegno vero alla natalità e, quindi, alla famiglia. La crisi demografica, che affligge la gran parte dei Paesi europei, è qualcosa di più grave di un semplice problema di sostenibilità dei sistemi pensionistici. I popoli che non fanno più figli sono popoli che non credono più nel futuro, sono popoli che si condannano da soli a non avere più un futuro. L'immigrazione è un fenomeno importante, ma non è la soluzione di questo problema: l'Europa non può importare dall'Africa i figli che non sa o non vuole più crescere. L'ordinata libertà di movimento delle persone, come delle merci, delle idee e dei capitali, è un bene prezioso per un sistema liberale, ma i flussi migratori disperati e incontrollati, sfruttati da mercanti di vite umane senza scrupoli, che generano tragedie nel Mediterraneo e drammi sociali nei Paesi di prima accoglienza, non hanno nulla a che fare con la libertà e neppure con l'umanità. L'Europa intera sta cominciando a comprendere la necessità di farsi carico di questo dramma. Vi sono le condizioni per continuare e intensificare i negoziati per un nuovo patto sull'immigrazione e il diritto d'asilo. Per queste ragioni l'attenzione dell'Italia verso la sponda Sud del Mediterraneo è essenziale. Il Presidente Meloni e il Ministro Tajani non soltanto hanno svolto un'opera fondamentale per consolidare i nostri rapporti con l'Africa del Nord e con i Paesi subsahariani, ma sono riusciti a coinvolgere in modo significativo l'Unione europea in questo grande sforzo Il pacchetto di iniziative europee per aiutare la Tunisia, un Paese che consideriamo essenziale, non solo per le questioni migratorie, ma per la stabilità stessa del Mediterraneo, è prima di tutto un successo italiano. Il cosiddetto partenariato dei 5 pilastri, annunciato dalla Presidente von der Leyen, è un frutto importante di questo lavoro del nostro Governo ed un modello per la con altri Paesi. Mediterraneo e Balcani non sono solo le frontiere dell'Europa: sono i luoghi nei quali si scaricano molte delle tensioni e delle contraddizioni del sistema internazionale. Per questo è così importante la presenza politica nei Balcani, sulla quale il Ministro Tajani ha investito opportunamente molto tempo e molte energie, una presenza rafforzata e resa credibile dallo straordinario lavoro svolto dalle unità militari italiane in missione di pace nel Kosovo e, in particolare, dal comando italiano della Kfor. La nostra presenza è considerata da tutte le parti in conflitto elemento di stabilità, di sicurezza e di equilibrio. Rimane per l'Italia la priorità di un allargamento dell'Unione europea nei Balcani occidentali, anche come elemento di stabilizzazione di quella regione. È un processo che deve andare avanti, naturalmente nel rispetto dei requisiti necessari, ma una chiara volontà politica dell'Europa in questa direzione va espressa con forza. Onorevoli colleghi, concludo dicendo che la politica estera di un grande Paese è cosa che va al di là delle stesse maggioranze politiche. Ce lo ha insegnato ancora una volta il Presidente Berlusconi: il Paese deve essere unito nelle grandi scelte di politica internazionale, che sono patrimonio della Nazione, e su questo deve esistere una sostanziale continuità anche fra i Governi di colore politico diverso. Per questo tante volte noi di Forza Italia abbiamo sostenuto dall'opposizione le scelte improntate all'appartenenza europea e atlantica, che poi riflettono il sistema di valori sul quale si basa la nostra Nazione. Il Governo Meloni sta procedendo su questa strada con coerenza, con competenza e con fermezza. Per questo ha oggi ed avrà in futuro il nostro sostegno più convinto e più leale. Pertanto, annuncio il voto favorevole di Forza Italia al documento presentato dalla maggioranza
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Conte. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Signor Presidente, mi rivolgo, suo tramite, al Presidente del Consiglio. Onorevoli colleghi, abbiamo ascoltato le comunicazioni della Presidente Meloni in vista del prossimo Consiglio europeo e dobbiamo dire che molti osservatori sono stati sin qui benevoli nei confronti del Governo. Oggi, però, questa benevola condiscendenza non ha più ragione di essere. È un Governo che è entrato ormai nel nono mese del suo operato e ha ampiamente superato la fase del noviziato. Oggi bisogna dire alla Presidente Meloni che la favola dell' della svantaggiata, che astutamente lei ha elaborato, non funziona più. Gli italiani pretendono risultati e non si accontentano più della favola di chi si è autorappresentata come il nuovo della politica, nonostante già 25 anni fa si ritrovava a ricoprire la sua prima carica politica elettiva.
Soprattutto, gli italiani non ce la fanno più a reggere il carovita e non possono permettersi di essere condiscendenti con un Governo che, dopo aver punito le fasce più fragili della popolazione, continua a ostentare indifferenza rispetto alla diffusa difficoltà delle tante famiglie, che ricomprenderemmo tradizionalmente nel ceto medio, che oggi sono costrette a operare continue rinunce.
Nel suo intervento oggi, per la prima volta, la Presidente Meloni riconosce che l'inflazione è una tassa occulta che si è abbattuta sugli italiani. Ebbene, noi lo riconosciamo da mesi e, anzi, abbiamo denunciato come una vera e propria tassa patrimoniale l'erosione di ben 61 miliardi di euro dai conti correnti dei risparmiatori italiani . La Presidente Meloni non può oggi venire in Aula e limitarsi a recitare il ruolo di un analista finanziario, non può limitarsi a prendersela con la BCE, cercando il nemico di turno su cui scaricare responsabilità. È lei che governa il Paese ed è lei che dovrebbe intervenire per contrastare il carovita e contenere i mutui e gli affitti balzati alle stelle.
Siete a corto di idee? Bene, prendete i soldi dagli extraprofitti e utilizzateli contro il carovita . Noi ce la mettiamo tutta e vi abbiamo anche scritto la norma, ma certo non possiamo infondervi il coraggio che non avete .
Gli italiani non vogliono vivere in una condizione di perenne incertezza e precarietà, ma per evitare questo occorre un Governo con una precisa visione, che sappia costruire un chiaro percorso di rilancio del Paese.
Riconoscono ormai che questo Governo sia privo di visione anche gli osservatori più neutrali. Lo ha detto a Rapallo qualche giorno fa il presidente Di Stefano dei Giovani imprenditori di Confindustria. Sue parole: “a cosa tenda l'Italia è tutto fuorché chiaro”. E ha aggiunto che essere una Nazione in cerca di identità è pericoloso. Ecco, queste carenze si avvertono soprattutto sul terreno della politica europea e internazionale.
Vedete, in Europa si va con idee chiare a testa alta, altrimenti non si viene ascoltati. Se vuole compiacere tutti, la Presidente Meloni finirà per non compiacere nessuno e, soprattutto, per scontentare noi italiani . Da quando si è insediata, si è distinta per la sua fedele osservanza della linea bellicista di Washington, con il risultato che, quando Biden deve confrontarsi con gli alleati che hanno un peso, la chiama il giorno dopo, quando ormai ha deciso .
In Europa si è presentata con un indirizzo di politica economica e fiscale talmente rigoroso da suscitare gli applausi convinti di tutti quei falchi dell'austerità, che negli anni passati hanno contribuito a strozzare la nostra crescita economica .
In materia di immigrazione avete rimediato, sin qui, solo fallimenti; gli sbarchi sono più che raddoppiati e l'unica certezza è che le vostre ricette non funzionano. L'ultimo Accordo raggiunto con le procedure di registrazione rafforzata è utile certo, ma non all'Italia: lo è ai Paesi che subiscono i movimenti secondari.
Purtroppo, questa assenza di visione del Governo ci fa perdere credibilità; la Meloni non vuole scontentare il suo amico Orbán, però vuole anche mantenere buoni rapporti con i suoi amici polacchi; non vuole però rovinare i rapporti con i suoi fratelli spagnoli di Vox, fa finta di porgere una mano a Michel e a Macron, prende tempo con Scholz e con la Commissione, che ci pressano sul MES.
Vedete, tutti questi equilibrismi balzano ormai agli occhi: non sono brutti, sono pessimi per la credibilità dell'Italia. Qui non è tanto in gioco un problema di isolamento, cosa, questa, che la Meloni cerca di contrastare con un febbrile attivismo fine a sé stesso; qui il rischio è di una marcata irrilevanza. E la mancanza di visione, vedete, appare evidente anche dal continuo espediente di ricorrere all'uso retorico della negazione. La Presidente Meloni ha affrontato una campagna elettorale cercando di comunicare certezze attraverso l'uso delle affermazioni: sono una donna, sono una madre, sono cristiana, siamo pronti. Da quando si è insediata al Governo, invece, è tutto un fiorire di negazioni: non siamo marziani, non ho mai provato vicinanza o simpatia per il fascismo, non perderemo i soldi del PNRR, non faremo mancare il nostro sostegno a Zelensky. L'uso retorico della negazione crea un effetto di notevole suggestione, che funziona mirabilmente in poesia; ricordiamo tutti i versi di Eugenio Montale: “Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”; ma le negazioni in politica non bastano e, a lungo andare, risultano deleterie. Questo vale per tutti i più strategici.
Domani, al Consiglio europeo si terrà una discussione strategica sulla Cina. La Presidente Meloni è stata capace di parlare per vari minuti della Cina; ora, c'è qualcuno, in quest'Aula, che può anticiparci la posizione del Governo sul rinnovo dell'Accordo con la Cina sulla Via della seta ? Durante il Governo “Conte 2” abbiamo tutelato i nostri interessi nazionali, cercando di riequilibrare la nostra bilancia commerciale con la Cina, un mercato che ormai comprende il 20 per cento dell'economia mondiale, e abbiamo anche imposto alla Cina clausole che nessuno dei Paesi europei che avevano, in precedenza, sottoscritto quell'Accordo aveva ottenuto. In Consiglio europeo, la Presidente Meloni, domani, cosa dirà? Che ci state ancora riflettendo sopra?
E, ancora, quanto al MES, siete così incapaci di prendere una decisione sul punto che il rappresentante del Governo e i parlamentari tutti di maggioranza, l'altro giorno, hanno disertato il voto in Commissione affari esteri. State offrendo uno spettacolo indecoroso per le istituzioni di Governo, il vostro patriottismo si sta colorando di imbarazzato indecisionismo .
Però, oggi, citando l'operato dei miei Governi, la Presidente Meloni ha dichiarato sorprendentemente che anche lei vuole perseguire sul MES una logica di pacchetto. Perché dico sorprendentemente? Andatevi a rivedere il video della seduta dell'11 dicembre 2019. La Presidente Meloni, intervenendo qui, da deputata, mi provocò, testualmente: “Presidente Conte, chi le ha suggerito questa logica di pacchetto, Tafazzi?” . Presidente Meloni, il tempo è galantuomo: oggi è caduta nel ridicolo, in pratica si è autodefinita tafazziana, ed è un guaio, però, per l'Italia intera, perché questo vostro pacchetto, di cui non dichiarate gli obiettivi, si trasformerà, vedrete – purtroppo - in un pacco per l'Italia .
Presidente Meloni, non sappiamo nulla anche della vostra posizione sul Patto di stabilità e crescita. Il Governo dei patrioti cosa vuole fare per contrastare questa iattura, che ci riporterebbe alle politiche di austerità del passato?
L'unico vero terreno su cui mostrate certezze e nessuna indecisione è quello della guerra e della corsa al riarmo. Qui, addirittura, Crosetto, su spinta degli americani, si è affrettato a dichiarare che il 2 per cento del PIL destinato alle spese militari non è più tendenziale ma è il minimo che l'Italia garantisce. L'attuale follia del riarmo ci imporrà tagli alle politiche sociali e alle politiche ambientali, per fabbricare armi e munizioni. È una logica perversa che punisce i bisogni vitali, per premiare le pulsioni distruttive dell'umanità. Nelle sue repliche, la Presidente Meloni, sul conflitto ucraino, ha offeso il MoVimento 5 Stelle, perché ha detto che noi abbiamo gettato la maschera a favore delle dittature. Ecco, questa è una dichiarazione infamante che non fa onore al ruolo che ricopre . Noi abbiamo condannato l'aggressore e riconosciuto chi è l'aggredito.
PRESIDENTE. Onorevole, dovrebbe concludere.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Però, Presidente Meloni, non deve esagerare, perché, se ci ritrovassimo a discutere a quattr'occhi di dittature, chi forse si ritroverebbe in difficoltà non sarebbe il sottoscritto .
PRESIDENTE. Concluda, grazie.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Mi avvio a chiudere. Sono devastanti i dati sul PNRR. Pensate, il monitoraggio del Servizio studi del Parlamento ci dice che, da quando c'è stato il trasferimento della cabina di regia…
PRESIDENTE. Onorevole, ha esaurito il suo tempo. Devo proprio chiederle di concludere, grazie.
GIUSEPPE CONTE(M5S). …su 33,8 miliardi, sono stati spesi solo 2 miliardi. È un dato devastante.
È per tutte queste ragioni che, di fronte a un Governo chiaramente incapace e indeciso a tutto, noi non potremo sottoscrivere la risoluzione di maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI(LEGA). La ringrazio, Presidente. Noi siamo invece molto convinti in merito alla risoluzione di maggioranza presentata. Non solo l'abbiamo sottoscritta ma anche la voteremo, ovviamente.
STEFANO CANDIANI(LEGA). Ma siamo anche ben disposti a votare quelle parti delle risoluzioni dell'opposizione che collimano, naturalmente, con le linee di maggioranza espresse questa mattina, qui alla Camera, dal Presidente del Consiglio Meloni. Vede, Presidente, se c'è una cosa su cui possiamo essere sicuri è come il Presidente Meloni andrà in Consiglio europeo, nei prossimi giorni: a testa alta, guardando negli occhi i propri interlocutori, senza avere l'imbarazzo alle spalle di propri parlamentari che sono stati corrotti o hanno corrotto altri . Già questa, a livello europeo, è una bella differenza, perché così si fa rispettare il Paese e così lo si rende credibile o non credibile.
Ci saranno temi importantissimi nel prossimo Consiglio europeo: l'Ucraina, l'economia, la sicurezza, la difesa, la migrazione e anche la Cina, i rapporti con la Cina, tema che è rimasto quasi estraneo al dibattito di questa mattina ma sul quale dobbiamo accendere molto i fari, ricordandoci bene che, sia a partire dal conflitto Ucraina-Russia sia per quanto riguarda le dinamiche economiche che vi stanno attorno, il tema Cina non può essere sottovalutato e non può essere messo dietro l'angolo. Come è scritto nella risoluzione di maggioranza, bisogna infatti sapersi rapportare alla pari, guardando negli occhi gli interlocutori, sapendo bene che ci sono determinate opportunità ma che non possiamo subire scelte economiche cinesi che mettono in ginocchio la nostra economia . Ciò vale per l'Italia come vale per l'Europa e, se questo altri europei non l'hanno ancora ben chiaro, è bene che l'azione del Governo in sede europea chiarisca anche questi aspetti e determini la politica economica europea nei confronti della Cina.
Vede, Presidente, stamattina ci ha fatto molto piacere sentire parlare di temi economici, soprattutto con il piglio espresso dal Presidente Meloni, segnatamente quando si parla del Fondo europeo di stabilità, della economica e - vivaddio - anche del MES. Certamente, noi non abbiamo remore a dire come la pensiamo in merito, a criticare e a dire che questo strumento non è certamente il più adatto e quello che serve all'Italia. Tuttavia, abbiamo una certezza, come è già stato detto, anche in maniera corretta, nei giorni scorsi, in quest'Aula, dal professor Bagnai che è intervenuto: la riforma economica in sede europea è fondamentale per potere governare i bilanci dei prossimi anni. Noi non possiamo permetterci che ci siano altri Paesi - la Germania l'ha fatto troppe volte - che sistemano i propri conti attraverso le dinamiche dell'economia europea, mentre noi ne subiamo le scelte. Questo siamo certi che, con il Governo rappresentato dal Presidente Meloni, di cui siamo parte, con la Lega che dà l'indirizzo politico, sottoscrivendo questa risoluzione di maggioranza, non potrà avvenire. Quindi, le cose devono essere agganciate, si deve rivedere necessariamente il Patto di stabilità europeo, consentendoci una gestione dei conti che non strozzi l'economia italiana nei prossimi anni e che non metta le nostre industrie in condizione di dover chiudere per sostenere una visione totalmente ideologica e disancorata dalla realtà .
C'è una questione legata all'inflazione e c'è una politica europea autonoma rispetto a quella della Banca centrale europea, autonoma, che deve essere però fatta collimare. A noi non convince la dinamica in corso, con l'aumento dei tassi per costringere l'inflazione a ridursi, perché il rischio reale è che questo aumento dei tassi vada a colpire lo sviluppo, vada a colpire la crescita e vada, invece, ad essere più dannoso rispetto al male che deve curare, finendo addirittura per mandarci in recessione. Fino ad ora siamo riusciti a rimanere estranei a questa dinamica, la Germania e altri Paesi ci sono già entrati. Attenzione a far ben capire in sede europea che quello che terrorizza tanto i tedeschi non può essere la soluzione per tutti. L'inflazione va contenuta, attenzione alla gestione dei tassi di interesse e attenzione alle politiche economiche che ne derivano.
Esiste una Nazione, esiste un Paese, esiste un'Italia che si presenta solida in sede europea e lo fa con questa risoluzione che è abbracciata da tutte le componenti di maggioranza, su cui siamo certi che anche parte dell'opposizione convergerà. Spiace vedere - ma non è una responsabilità nostra - che non esiste, al contrario, un'opposizione in grado di esprimere una posizione nell'interesse dell'Italia , una posizione condivisibile che non sia, purtroppo, invece impregnata di rancore. Su queste cose si fa la differenza tra chi ha la dimensione del Governo e chi invece interpreta la funzione parlamentare di opposizione come il desiderio che la barca faccia acqua, come se non fossimo tutti a bordo di questa barca .
Occorre far capire che l'Italia che si presenta in sede europea è un'Italia solida, affidabile e certamente aperta al dialogo, certamente aperta al dialogo a livello internazionale, con una visione che abbiamo potuto vedere in Tunisia negli scorsi giorni. Risulta molto curiosa l'asincronia tra certi interventi che mi hanno preceduto, come quello della Presidente Boldrini, e le immagini che abbiamo visto in Tunisia, con il Premier Rutte e il Presidente von der Leyen assieme al Presidente del Consiglio dei ministri italiano Meloni. Non ci sono andati per caso, ma è una strada già costruita nei mesi passati dalla diplomazia italiana. Se relazionarsi con la Tunisia consentirà di frenare i flussi di immigrazione, questo sarà grazie all'azione diplomatica fatta dall'Italia, sia in sede tunisina sia in sede europea . Tutto questo non può essere declassato come una casualità.
C'è una necessaria azione che deve essere fatta per garantire che ci siano delle priorità che devono essere considerate in sede europea. Una l'ho già detta prima, è quella della quadratura dei conti, tenendo conto che abbiamo avuto accesso a fondi importanti come quelli del PNRR e che ora abbiamo attenzione anche a come spendere questi fondi, questi soldi. Certamente, però, i nostri equilibri di bilancio devono tenere conto di queste risorse che sono andate a inserirsi all'interno del bilancio e dei conti dello Stato italiano. Quindi, la revisione dei conti è prioritaria ma non ci possiamo limitare a questi aspetti, dobbiamo anche guardare a una questione riguardo ai rapporti tra l'Europa e il resto del mondo per le materie prime.
Presidente, sulle materie prime si deve fare un serio , perché altrimenti non siamo protetti rispetto a futuri scenari di criticità. Abbiamo sperimentato in questi mesi che cosa significa essere sottoposti a eccessive dipendenze dall'estero nelle forniture di materie prime. Abbiamo sperimentato che cosa vuol dire avere rinunciato a parti della produzione economica europea ed italiana in particolare, trovandoci poi troppo esposti a dinamiche economiche e geopolitiche estranee alla nostra sfera di influenza. Abbiamo bisogno che si recuperi autonomia e indipendenza nella disponibilità delle materie prime per lo scenario europeo e per lo scenario italiano necessariamente. Senza questa autonomia non saremo mai liberi di poter sviluppare le nostre politiche, sia economiche interne sia estere rispetto al resto del mondo, a partire dai rapporti con la Cina.
Attenzione, molta attenzione deve essere posta a tutte le dinamiche legate alla transizione ecologica.
Va fatta una seria riflessione sul nostro modello di sviluppo e sul nostro modello di crescita, ma non si può riflettere seriamente se si disancora questa riflessione rispetto alla sostenibilità economica degli sforzi che ci vengono chiesti. La casa e altre scelte, se non sono sostenibili, devono essere criticate e smontate da capo a piedi, altrimenti ci vincoliamo ad avere in futuro un'economia totalmente disancorata dalla realtà e sfasciata, perché non in grado di sostenere queste visioni ideologiche e totalmente insostenibili economicamente. Non ci possono essere ambiguità, Presidente, non ci possono essere ambiguità come quelle che ha l'opposizione rispetto al rapporto Ucraina-Russia, al conflitto. Non ci possono essere ambiguità rispetto al rapporto economico che va tenuto con la Cina. Queste ambiguità sono molto caratteristiche dell'opposizione, ma non appartengono alla maggioranza, e questa è una delle forze con le quali il Governo italiano si potrà relazionare in sede europea. C'è poi chiaramente un piano e un livello relativo alla dinamica che deve essere garantita riguardo ai rapporti con gli altri Paesi europei. Noi non abbiamo vincoli di appartenenza a schieramenti specifici che non abbiano l'interesse dell'Italia e l'interesse dell'Europa al centro, ed è inutile che dall'opposizione ci siano continuamente rinfacciati i rapporti con la Polonia piuttosto che con l'Ungheria. Noi teniamo i rapporti con chiunque parli la stessa lingua di cui ha bisogno il popolo europeo, ovvero una lingua che si basi sull'identità e sul riconoscimento della propria autorevolezza a livello internazionale. L'Europa non può essere subalterna ad alcunché, l'Italia non può essere, all'interno dell'Europa, subalterna ad alcunché. Guardiamo negli occhi e parliamo alla pari con chiunque ci rispetti. Questi sono principi che non appartengono alla sinistra che sta all'opposizione, ma appartengono a questa maggioranza, su cui la Lega assolutamente è posizionata e su cui chiediamo il massimo impegno del Presidente del Consiglio dei ministri in sede europea .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il prossimo Consiglio europeo esaminerà questioni di importante attualità. Prima di entrare nel merito, però, crediamo doveroso fare una premessa per quanto visto prima in quest'Aula. Noi condanniamo e stigmatizziamo con forza i toni assunti dalla Presidente del Consiglio dei ministri . Non è mai successo quello che abbiamo visto, non abbiamo ascoltato delle repliche, ma dei veri e propri attacchi, delle aggressioni e delle provocazioni inaccettabili nei confronti di membri dell'opposizione. Ci vuole rispetto per il dibattito in quest'Aula .
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ascoltiamo!
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Ci dispiace che non sia qui presente, ma invitiamo a riferire questa nostra forte presa di distanza da quello che è successo in quest'Aula prima. Nel merito, si discuterà nel prossimo Consiglio europeo anzitutto del conflitto in Ucraina. Nei giorni scorsi l'ammutinamento dei mercenari del Gruppo Wagner ha fatto emergere delle crepe significative nel sistema militare, ma anche politico russo. Questo ci spinge a non arretrare, ma a rafforzare gli impegni assunti finora per l'Ucraina. E proprio alla popolazione ucraina lasciateci rivolgere oggi in quest'Aula, ancora una volta, un pensiero di vicinanza e solidarietà. Siamo con voi, siamo con voi e la popolazione rimasta in patria e i tanti rifugiati quasi 6 milioni, accolti in Europa, oltre 180.000 in Italia, soprattutto donne e bambini.
La nostra condanna nei confronti dell'aggressione, di questa aggressione illegittima e ingiustificata a un Paese sovrano, è stata netta e chiara fin dall'inizio, senza ambiguità o incertezza. Siamo stati da subito dalla parte dell'Ucraina e continuiamo ad esserlo perché crediamo nella forza del diritto e non nel diritto della forza, delle armi o dei carri armati. Del resto gli attacchi ai civili in fila per il pane, ad ospedali, ai centri commerciali, le fosse comuni, le deportazioni di bambini innocenti, gli attacchi a dighe e infrastrutture civili o il blocco del grano non sono operazioni militari, ma sono vere e proprie azioni criminali, crimini di guerra che vanno qualificati e affrontati come tali da parte dell'intera comunità internazionale. La posta in gioco in questi mesi e ancora oggi sono ovviamente i valori di libertà, democrazia e i diritti fondamentali non solo in Ucraina, ma nell'intera Europa. Il conflitto è ancora in corso, purtroppo, e per questo, come Partito Democratico, chiediamo di continuare a garantire pieno supporto all'Ucraina con tutte le forme di assistenza necessarie. Al riguardo, siccome abbiamo ascoltato dichiarazioni sballate nelle scorse ore, noi non riteniamo per nulla inaccettabile o inadatta la proposta della Commissione di mettere altri 50 miliardi di euro nella ricostruzione dell'Ucraina. Riteniamo inaccettabile e inadatta la posizione contraria espressa da Orban, dalla quale voi non avete preso le distanze ! E vi invitiamo a farlo con chiarezza in sede di Consiglio europeo! Senza il nostro aiuto, l'Ucraina oggi non esisterebbe più come Stato sovrano, è stato detto; va tenuto sempre a mente che il sostegno che stiamo fornendo e che dobbiamo continuare a fornire è indispensabile per ottenere un cessate il fuoco immediato, che è il presupposto necessario per avviare una soluzione diplomatica per la pace, per una pace giusta, per raggiungere la quale auspichiamo che l'Europa giochi un ruolo da protagonista. In questo contesto, permettetemi di salutare con favore, anche a nome del nostro gruppo, l'iniziativa diplomatica del Vaticano affidata in queste ore al cardinal Zuppi, la salutiamo anche noi con favore . Certo, in questo contesto è un fatto, però, che l'Italia sia scivolata del tutto ai margini della scena politica europea e atlantica, in un clima di evidente isolamento. Avevamo in mente le immagini di Draghi, in Europa e riferimento dell'Alleanza atlantica, ma era un'altra epoca. L'Italia non è stata più invitata, qualche mese fa, ai informali con Zelensky, non è stata coinvolta, come pure è stato ricordato in quest'Aula, in prima battuta neppure dal Presidente Biden, il quale, dopo l'insurrezione della Wagner, ha preferito nell'immediato avviare un dialogo con altri Stati, scalzando di fatto nelle retrovie il nostro Paese. Siamo più deboli e non siamo contenti di questo, ma è un fatto che siamo più deboli e isolati e abbiamo meno peso a livello internazionale per responsabilità vostra. In Consiglio si discuterà, poi, di immigrazione. In quest'ambito l'Unione, certo, non ha fornito risposte all'altezza delle criticità e bisogna mettere in campo un salto di qualità nell'approccio politico. Invitiamo, però, a non perdere mai di vista l'umanità. Per questo permettetemi, a nome del nostro gruppo, di rivolgere il nostro cordoglio e, ancora una volta, la massima vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime della tragedia di Cutro e dell'ultimo naufragio al largo delle coste di Pylos . Ci vuole un'assunzione di responsabilità politica comune europea, certo, dobbiamo però essere chiari sul punto che, se in questi anni l'Europa è stata assente o non pienamente efficace, la colpa è soprattutto dei Governi dei vostri amici di Visegrád che si sono sempre opposti a soluzioni ispirate a solidarietà e condivisione delle responsabilità. E voi gli siete andati dietro. Siamo contenti che da qualche settimana o da qualche mese vi siate resi conto, al Governo, di quanto invece le politiche nazionali, da sole, purtroppo siano inadeguate a gestire un fenomeno epocale e strutturale. Siete voi che per anni avete, però, alimentato propaganda e disinformazione, dicendo che bisognava fare da soli, alzare muri, barriere, chiudere i porti, fare blocchi navali; e cosa è rimasto di questa propaganda, oggi? Nulla, addirittura, per contrappasso, da inizio anno gli sbarchi sono aumentati nel nostro Paese del 143 per cento rispetto al 2022 e non avete nulla da dire al riguardo. La verità è che quando si è al Governo la realtà chiede il conto. La verità è che per affrontare questo tema bisogna lavorare con serietà a livello nazionale e con credibilità a Bruxelles, insieme ai europei, sì, come è stato ricordato, scegliendo gli alleati giusti. Gli alleati non servono per orientare le proposte della Commissione, sgombriamo il campo da questa strumentalizzazione che abbiamo ascoltato; gli alleati servono per trovare risposte e soluzioni in Consiglio, dove siedono i rappresentanti degli Stati membri, lo ricordiamo alla Presidente del Consiglio che ha detto una cosa completamente fuori tema, da questo punto di vista .
Voi non avete fatto nulla di quello che sarebbe stato necessario. Le misure interne adottate finora sono state inefficaci, ma anche disumane e illegittime. Non si affronta il tema del fenomeno migratorio con la soppressione della protezione speciale, rendendo invisibili e privi di tutela migliaia di migranti nei nostri territori. Non si affronta il tema con sbarchi selettivi e sequestri collettivi a bordo, come avete fatto a Catania qualche mese fa e, soprattutto, non si affronta il tema, dichiarando guerra alle ONG che salvano vite umane nel Mediterraneo . I responsabili da contrastare sono gli scafisti e i trafficanti di uomini, ma dovete farlo davvero, non solo parlarne. A livello europeo assistiamo, invece, a una drammatica inconcludenza da parte vostra. Diciamoci la verità, al di là dei proclami, l'intesa raggiunta nelle scorse settimane è solo fumo negli occhi e non presenta nessuna soluzione davvero efficace e strutturale. Sarebbe necessario anzitutto rafforzare le politiche di vicinato per lo sviluppo ai Paesi di origine e transito, certo, ma non c'è nulla sul punto nelle intese che sono state raggiunte nelle scorse settimane ed, anzi, a livello interno, come è stato ricordato, avete tagliato i fondi per la cooperazione allo sviluppo. Di quale Piano Mattei parlate se tagliate queste risorse decisive per le politiche di vicinato? E non c'è nulla sulla gestione degli ingressi. È giunto il tempo, sotto questo profilo, da questo punto di vista, di soluzioni serie; va detto con chiarezza, bisogna creare canali umanitari per l'ingresso legale di migranti in Europa. Non possiamo più affidare la vita di queste persone nelle mani di trafficanti senza scrupoli, ma vanno realizzati questi canali umanitari. E bisogna definire poi un'operazione comune di per impedire che si ripetano naufragi nel Mediterraneo.
È tempo di istituire un'operazione europea! Lo chiediamo con forza e lo ribadiamo ancora oggi! Sostenetelo anche voi in sede di Consiglio !
Accanto a queste criticità, poi, c'è ancora di meno sulle questioni chiave per l'Italia, nulla sulla modifica del Regolamento di Dublino e dell'approccio legato allo Stato di primo approdo. Avete detto che per voi non è un problema, per noi, sì, per noi va cambiato, quel Regolamento. Non c'è nulla di serio sugli accordi di rimpatrio verso Paesi terzi sicuri e vi abbiamo lanciato un campanello d'allarme serio sulla Tunisia; dopo la figuraccia che avete fatto ieri, fermatevi e ponete attenzione semplicemente al tema dei diritti umani1 Non abbiamo detto nulla di particolarmente sconvolgente, ma vi invitiamo a prestare attenzione al tema dei diritti umani.
Allo stesso modo, non c'è alcun meccanismo strutturale per il ricollocamento negli altri Stati membri, anzi, si aumenta la pressione sull'Italia, chiedendo di valutare più rapidamente le richieste di asilo e, soprattutto, si stabilisce una compensazione da 20.000 euro per ogni migrante non ricollocato. Vorremmo essere chiari sul punto: questo scambio che avete accettato è per noi una soluzione vergognosa e inaccettabile, qualunque sia la destinazione di queste risorse! Per noi non è tollerabile questo scambio. Vi chiediamo, quindi, di cambiare direzione rispetto alle intese assunte finora, insufficienti, sui temi migratori.
Infine, il Consiglio discuterà di economica, a partire dal Patto di stabilità e crescita. Vi chiediamo di fare presto, perché, entro il 2023, altrimenti, si riattiverebbe il vecchio Patto di stabilità con conseguenze importanti sul nostro bilancio. Ma bisogna fare di più, rispetto alle proposte in atto, bisogna scomputare dalla spesa netta i fondi per riforme e investimenti, avviare una capacità fiscale reale dell'Eurozona, sostenere il piano e istituire un fondo di sovranità europea. Durante la pandemia, abbiamo ottenuto, a trattati invariati, risultati straordinari: sospensione del Patto di stabilità, programma SURE, sostegno BEI e , e lo rivendichiamo con orgoglio, perché noi siamo stati in grado di superare l'austerità! Voi ne parlate e noi l'abbiamo fatto davvero, a trattati invariati durante la pandemia ! E sapete perché l'abbiamo fatto? Perché abbiamo recuperato quello spirito dei padri fondatori che un grande democratico definiva “pionieristico”. Quel grande democratico era David Sassoli, che ricordiamo con un pensiero commosso e il cui impegno è stato decisivo per le misure straordinarie adottate durante la pandemia!
Allora, riuscirete voi a fare lo stesso in questo momento? A non disperdere il patrimonio e i risultati acquisiti? Noi abbiamo dubbi. Mi avvio a concludere. Penso a una vicenda, in particolare, surreale; la vicenda del MES ci sta coprendo di ridicolo e vorremmo essere chiari: la vostra melina strumentale non aiuta a difendere meglio i nostri interessi nella trattativa sulla economica, ci sta facendo perdere solo credibilità e affidabilità, penalizzando i nostri interessi. Questa è la verità! Avviate subito la ratifica di questo strumento, perché non vi sono ragioni oggettive per non farlo…
PRESIDENTE. Onorevole, concluda, per favore.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Allo stesso modo, parlate, oggi, di inflazione. Avete trovato un altro capro espiatorio. Al di là degli attacchi alla BCE non avete detto nulla su cosa state facendo per combattere questa che è una tassa occulta e per far recuperare alle nostre famiglie potere d'acquisto. Dovreste dare risposte su questi temi. Ci vuole, insomma - e chiudo davvero - serietà, serietà in Italia e serietà in Europa. Non tornate indietro, non portate indietro le lancette della storia. L'Europa è una grande opportunità e non è la causa, ma è la soluzione ai problemi delle nostre comunità. Lavorate, allora, per creare strumenti comuni all'altezza delle sfide. Rafforzare l'Europa vuol dire rafforzare il nostro Paese e difendere il nostro futuro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo che è presente e gli onorevoli che mi hanno preceduto. L'Italia si avvicina ad affrontare questo Consiglio europeo con cinque condizioni importanti. La prima: c'è un Governo stabile. La seconda: questo Governo stabile è sostenuto da una maggioranza politica coesa. La terza: questa maggioranza politica è frutto di un mandato elettorale. La quarta: abbiamo un programma di almeno quattro anni. La quinta: questo programma di almeno altri quattro anni è il frutto di una visione strategica a lungo termine.
Sono cose normali, probabilmente, per le altre Nazioni, ma sono ormai straordinarie, purtroppo, per questa nostra Italia. L'ultima volta che abbiamo avuto un Governo di questo tipo era il 2010, il 2011, l'ultimo Governo Berlusconi, quando praticamente i ragazzi, che oggi stanno facendo la maturità, andavano ancora alle elementari. Poi, non abbiamo più avuto Governi con queste cinque condizioni e la credibilità con cui il Governo Meloni si appresta a rappresentare l'Italia in Europa è rafforzata non solo dalle capacità dei nostri Ministri, ma anche dalla schiena dritta che abbiamo tenuto in politica estera.
Vedete, oggi io, da italiano, non tanto da componente della maggioranza, sono imbarazzato a leggere la risoluzione del MoVimento 5 Stelle, in cui si scrive, in modo molto chiaro, che, nel conflitto russo-ucraino, si vorrebbe l'immediata cessazione delle operazioni belliche e non ulteriori forniture di materiale di armamento.
Il Presidente Meloni vi ha già spiegato che, in questo momento, la politica del cessate il fuoco è la stessa identica teoria di Putin che voi oggi mettete qui nero su bianco e vi abbiamo anche già spiegato, abbastanza chiaramente, che, se uno sostituisce la forza del diritto al diritto del più forte, chi ha la meglio nello scacchiere internazionale è chi ha più esercito, chi ha più forza, chi ha più armi. Allora, mi fa un po' effetto che voi stessi, che volete portare avanti non la forza del diritto, ma il diritto della forza, siate gli stessi che chiedete di diminuire i finanziamenti agli armamenti . Che Nazione volete? Una Nazione imbelle e piegata, di volta in volta, agli interessi del dittatore di turno? È solo vigliaccheria, è la continua ricerca del consenso elettorale o si tratta di tradimento del valore della difesa della Nazione? Perché è di questo che si parla, molto banalmente .
Allora, questa credibilità è quella che ha consentito all'Italia di fare passi avanti importanti, di farli fare all'Europa sulla difesa dei confini esterni, passi avanti importanti anche nella gestione del fenomeno migratorio, con buona pace di buonisti e scafisti. Qui, vorrei leggere - perché anche questo mi ha impressionato - la risoluzione delle sinistre, in cui si dice, testualmente, che c'è l'impegno “ad interrompere (…) le relative missioni finalizzate al controllo dei flussi migratori in assenza delle opportune garanzie circa il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale”. In poche parole, le Sinistre - correttamente e coerentemente, per carità! – dicono: chiediamo al Governo di lasciare il via libera ai trafficanti di morte – Vogliamo che siano liberi di sfruttare le miserie umane per portare i disperati in Italia e magari arricchire le cooperative che lucrano sull'immigrazione .
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Allora sì, siamo diversi. Voi volete lasciare - e lo mettete nero su bianco - il via libera agli scafisti e, invece, noi vogliamo combattere gli scafisti. Voi volete l'immigrazione non controllata e noi vogliamo il controllo del fenomeno migratorio! Ma non è soltanto una difesa dei confini: è la solidarietà vera nei confronti di chi nasce in situazioni più svantaggiate della nostra.
Guardate, il Governo sta ultimando anche importanti colloqui e trattative, per esempio, con una Nazione non africana, ma che potremmo portare anche in Africa, che è il Bangladesh. Cosa stiamo stabilendo con il Bangladesh? Stiamo stabilendo che li aiutiamo a fare una formazione certificata. Al tempo stesso, questa formazione aiuta loro, perché qualcuno, che cresce in Bangladesh grazie alla nostra formazione, potrà trovare lavoro in Bangladesh e, quindi, non avrà più l'esigenza di emigrare e chi emigrerà arriverà magari in Italia, a quel punto, con un certificato penale, che loro ci forniscono, che afferma che è una persona onesta. Ma i clandestini che troviamo in Italia il Bangladesh li riprende subito, senza un minuto di burocrazia ! Questo è l'accordo importante. Se poi il cittadino del Bangladesh, che è arrivato qui in modo onesto anche grazie a questi accordi, dovesse sgarrare e dovesse essere trovato a commettere un reato, grazie a questi accordi, andrà nelle prigioni del Bangladesh e non nelle carceri italiane ! È grazie a questi accordi che possiamo far crescere la nostra Nazione e gestire il fenomeno migratorio . Mi dispiace, collega Boldrini, che lei si agiti, perché siamo riusciti a portare un'Europa diversa in Africa, perché so che la vostra soluzione è quella di portare tutta l'Africa in Europa, ma questo non è possibile . Allora, è meglio portare un'Europa con una collaborazione non predatoria in Africa, come ha fatto il Presidente Meloni … Presidente, capisco che la verità disturbi a sinistra, ma noi siamo abituati a dirla comunque .
PRESIDENTE. Colleghi, ascoltiamo.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Allora, cara presidente Boldrini, ma davvero lei crede di fare il bene della popolazione tunisina …
PRESIDENTE. Per favore, per favore! La prego di riferirsi alla Presidenza.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Caro Presidente, può chiedere alla presidente Boldrini se davvero è convinta di fare gli interessi dei cittadini tunisini e della povera gente in Tunisia, augurandosi il collasso della situazione politica? Ma non le sono bastate le primavere arabe e il disastro che hanno creato in questi anni con questa logica ?
Vedete, è quello che noi abbiamo sempre detto: una collaborazione non predatoria. Voi vi ostinate a tutti costi a cercare incoerenza in quello che facciamo. Guardate, l'unica incoerenza non è in quello che noi avevamo detto e che stiamo facendo, ma in quello che voi dicevate che eravamo noi e quello che stiamo dimostrando di essere. Questa è l'unica incoerenza davanti a cui vi sbattiamo tutti i giorni
Vi eravate ostinati a raccontare un disastro dei conti, l'isolamento dell'Italia a livello internazionale e il crollo dei mercati. Invece, vi ritrovate un'Italia che ha conti solidi, credibilità internazionale, che porta avanti le riforme e dove il mercato del lavoro, per la prima volta, ha cambiato la curva: aumentano gli occupati, soprattutto giovani e donne. A voi non era riuscito e a noi sì, e questo non lo accettate.
Ma non è che, a forza di ripetere le cose, le vostre falsità diventano realtà. Ho ascoltato le parole del presidente Conte e anche - per carità - di De Luca che diceva: “voi non avete capito nulla”. Ma preferisco lasciar perdere. Tra le parole di Conte ho sentito alcune frasi molto dissonanti: “Noi italiani non siamo soddisfatti. Il Presidente del Consiglio è caduta nel ridicolo”. Poi abbiamo anche sentito dire che la favola non funziona più.
Presidente Conte - con tutto il rispetto, Presidente, lo dico a lei - se mi posso permettere…
PRESIDENTE. Per cortesia, si rivolga sempre alla Presidenza.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Mi permetto un consiglio non richiesto al presidente Conte: ma è davvero sicuro di rappresentare, lui, gli interessi degli italiani? Ma è sicuro di quello che ha detto, di voler spiegare lui a Giorgia Meloni come si deve fare? Perché magari il presidente Conte potrebbe aggiungere - e lo dico a lei, Presidente -, fra i lavoretti che vuole far fare alle brigate di cittadinanza con il passamontagna, anche quello di consegnare i risultati elettorali, perché, tutte le volte che si va a votare, il MoVimento 5 Stelle crolla drammaticamente . Allora, non capisco in base a quale presunzione pensano di avere il diritto di rappresentare gli italiani.
Con serenità, difenderemo gli interessi degli italiani per davvero. Li difenderemo rispetto a una politica ecologica che non difende l'ambiente, perché qualche volta spiegheremo anche ai colleghi dell'opposizione che la Cina inquina esponenzialmente molto più dell'Europa e, quindi, se noi danneggiamo le industrie europee non facciamo un favore all'ambiente, ma facciamo un favore alle industrie cinesi, che inquinano molto di più, e, quindi, andiamo a inquinare molto di più .
Vi spiegheremo anche, con tutto il rispetto, che non serve tentare di fare gli sgambetti, come avete provato a fare con il MES, nella speranza di dividere questa maggioranza. Questa maggioranza è coesa . Avete provato a fare uno sgambetto e non vi è riuscito, e siete scivolati nel cercare di procurare, invece, un danno all'Italia, perché è questo ciò che stavate facendo. Infatti, è un momento delicato in cui non serve questa votazione in Aula, ma serve una trattativa seria in Europa.
Lo so: per voi è difficile da comprendere, ma prima o poi accetterete che le 5 condizioni di cui parlavo all'inizio ci sono. Prima o poi, capirete di aver perso le elezioni e, prima o poi, capirete che staremo in quest'Aula e in questo Governo per 5 anni . E quando capirete che ci sarà un Governo stabile e una maggioranza coesa, con un programma e un'opinione a lungo termine e anche con una visione dell'Italia, comprenderete che finalmente questa Nazione arriva in Europa ai Consigli europei difendendo quegli interessi nazionali che, quando eravate al Governo, senza il consenso del popolo italiano, avete umiliato per anni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Aboubakar Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molta attenzione le parole del Presidente del Consiglio nelle sue comunicazioni in vista della prossima riunione del Consiglio europeo del 29 e 30 giugno. Dico da subito che sono d'accordo con il Presidente del Consiglio. Sono d'accordo con il Presidente del Consiglio quando dichiara che non possiamo lasciare agli scafisti del XXI secolo, ai trafficanti senza scrupoli che lucrano sulle vite umane, il potere di decidere chi entra e chi no in Europa. Sono d'accordo con questa sfida, sono d'accordo con questa dichiarazione.
Allora, chiedo al Presidente del Consiglio e al Governo intero: possiamo davvero sconfiggere gli scafisti? Se la risposta è “sì”, allora perché continuare a fare accordi con i tagliagola libici? Se davvero vogliamo sconfiggere gli scafisti, perché non aprire la strada della politica degli ingressi regolari in Europa e in Italia? Se davvero vogliamo sconfiggere gli scafisti, perché non ascoltare la voce di chi è protagonista, di chi parte per il viaggio per la migrazione?
Io ho avuto modo, in questo mio viaggio, recentemente, in Mali, di incontrare giovani, contadini, donne, bambini, persone che vivono nel deserto, dove manca l'acqua da bere. E udite bene: si chiama acqua da bere! E udite bene: ci sono animali che non hanno la possibilità di bere.
Se davvero vogliamo tutelare la parola civiltà, Presidente - e vado a concludere -, ricordiamoci che quella parola ha bisogno di una coerenza. Come diceva Aimé Césaire nel suo : una civiltà che si dimostra incapace di risolvere i problemi causati dal proprio funzionamento, è una civiltà in decadenza. Allora smettiamo di fare accordi con chi parla di sostituzione etnica in Tunisia. Evitiamo di fare accordi con chi mette i migranti nelle carceri libiche.
Concludo, Presidente, dicendo: se davvero vogliamo assumere questa sfida alla prossima riunione del Consiglio europeo, prendiamo la strada di un accordo, di un piano, insieme agli Stati africani, per uscire dall'illusione politica e dalla miopia della politica del blocco navale, pensando che il lavoro sporco dovrà essere fatto dai libici, che il lavoro sporco dovrà essere fatto da altri, perché qui decadono il diritto e la civiltà occidentale.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Comunico che la collega Gilda Sportiello è stata colpita da un grave lutto: ha perso il papà.
La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare a nome di tutta l'Assemblea .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Avverto che i presentatori della mozione Richetti ed altri n. 6-00038 hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo relative al 5° e al 7° capoverso del dispositivo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il parere del Governo è contrario distintamente da quelle su cui il parere del Governo è favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00038, limitatamente alla premessa e al 4° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00038, limitatamente al 1°, 2°, 3°, 5° riformulato, 6° e 7° riformulato, capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione della risoluzione Barelli, Lupi, Foti e Molinari n. 6-00039.
Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima il dispositivo, ad eccezione dei capoversi 12° e 17°; a seguire, distintamente, i capoversi 12° e 17° del dispositivo; infine - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato -, la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo della risoluzione Barelli, Lupi, Foti e Molinari n. 6-00039, ad eccezione dei capoversi 12° e 17°, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Barelli, Lupi, Foti e Molinari n. 6-00039, limitatamente al 12° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Barelli, Lupi, Foti e Molinari n. 6-00039, limitatamente al 17° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Barelli, Lupi, Foti e Molinari n. 6-00039, limitatamente alla premessa, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione della risoluzione Scerra ed altri n. 6-00040.
Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima il dispositivo, ad eccezione delle lettere e del 1° capoverso; a seguire, distintamente le lettere e del 1° capoverso del dispositivo; infine - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato -, la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo della risoluzione Scerra ed altri n. 6-00040, ad eccezione delle lettere e del 1° capoverso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scerra ed altri n. 6-00040, limitatamente alla lettera del 1° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scerra ed altri n. 6-00040, limitatamente alla lettera del 1° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
In virtù della reiezione del dispositivo, non si procederà alla votazione della relativa premessa.
Passiamo alla votazione della risoluzione Braga ed altri n. 6-00041.
Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo relativa al 9° capoverso del dispositivo.
Avverto, altresì, che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, i capoversi 1° e 7° del dispositivo; a seguire, i capoversi 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 9°, 10°, 13° e 16° del dispositivo; quindi, l'8° capoverso del dispositivo; a seguire, i capoversi 11°, 12°, 14°, 15° e 17° del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00041, limitatamente ai capoversi 1° e 7° del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00041, limitatamente ai capoversi 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 9° riformulato, 10°, 13° e 16° del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00041, limitatamente all'8° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00041, limitatamente ai capoversi 11°, 12°, 14°, 15° e 17° del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00041, limitatamente alla premessa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00042.
Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima il dispositivo, ad eccezione dei capoversi 2°, 3° e 5°; a seguire, il capoverso 2° del dispositivo; quindi, il 3° capoverso del dispositivo, limitatamente alle parole: “a respingere la proposta (ASAP)”; a seguire, la restante parte del 3° capoverso del dispositivo; quindi, il capoverso 5° del dispositivo; infine - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato -, la premessa.
Avverto, altresì, che, a seguito delle votazioni precedenti, il 2° capoverso del dispositivo risulta precluso e, pertanto, non sarà posto in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Zanella ed altri n. 6-00042, limitatamente al dispositivo, ad eccezione dei capoversi 3° e 5°, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
È precluso il 2°.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso del dispositivo della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00042, limitatamente alle parole: “a respingere la proposta (ASAP)”, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Zanella ed altri n. 6-00042, limitatamente alla restante parte del 3° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Zanella ed altri n. 6-00042, limitatamente al 5° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
In virtù della reiezione del dispositivo, non si procederà alla votazione della relativa premessa.
Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 29 e 30 giugno 2023.
Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 15. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'Istruzione e del merito e il Ministro della Salute. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
La prima interrogazione all'ordine del giorno è la n. 3-00489, presentata dai deputati Foti ed altri, che ha ad oggetto iniziative in relazione a recenti dichiarazioni del prefetto di Ravenna in merito alla scelta del commissario per la gestione dei danni conseguenti ai tragici eventi alluvionali che…ma, abbiate pazienza, dobbiamo invertire l'ordine delle interrogazioni. Chiedo scusa, per motivi di servizio abbiamo risistemato le interrogazioni.
PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00493 .
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. L'aumento dei casi di violenza nei confronti del personale scolastico rende urgente una risposta chiara e decisa da parte delle istituzioni. Ne cito due in particolare: l'accoltellamento di una professoressa in una scuola di Abbiategrasso e l'aggressione a colpi di pistola ad aria compressa ai danni di una docente in una scuola di Rovigo. Atti gravissimi, signor Ministro, atti davvero disdicevoli, che oltre alle vittime hanno colpito l'intera comunità scolastica, ma vi è di più. Sui fatti di Rovigo, in particolare, ha suscitato scalpore e indignazione la notizia che gli studenti, rei di avere sparato in classe con una pistola ad aria compressa, colpito al volto la docente, ripreso l'azione col telefono per poi diffondere il video sul siano stati premiati con un 9 in condotta, voto che abitualmente si dà agli studenti modello. C'è voluto il suo intervento, Ministro Valditara - di questo la ringrazio -, per indurre il consiglio di classe a rivedere quella decisione inopportuna. Oggi apprendiamo che il voto da 9 è sceso a 7, ma il danno, purtroppo, ormai è stato fatto. Infatti, per molti italiani, quel 9 in condotta ha difatti legittimato la violenza a scuola e ha leso ulteriormente l'autorevolezza dei nostri insegnanti. Le chiedo dunque, Ministro, quali misure intenda attuare per evitare che quanto accaduto possa ripetersi.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, professor Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA,. Signor Presidente, gentili onorevoli, ringrazio l'onorevole interrogante, perché con il suo quesito mi offre la possibilità di ribadire anche in questa sede che il mio obiettivo è una scuola che promuova la cultura del rispetto, che ripristini l'autorevolezza dei docenti e rimetta al centro il principio di responsabilità, restituendo piena serenità alla comunità educante.
Abbiamo iniziato con varie misure, quali la chiusura del contratto, l'assistenza dell'Avvocatura dello Stato, l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e un piano casa, che sarà delineato più approfonditamente nelle prossime settimane. Oggi dobbiamo intervenire in modo netto e chiaro su alcuni passaggi che riguardano il voto di condotta e le misure per contrastare forme di bullismo e di mancanza di rispetto nei confronti dei docenti. Quello di Rovigo è stato un caso importante, un caso che ha visto l'intervento diretto del Ministero per ripristinare l'adeguata osservanza delle disposizioni normative. Dirò subito che oggi mi sono riunito con il mio tecnico e abbiamo delineato alcune misure, che ridanno centralità alla condotta e al comportamento dello studente. Abbiamo ripensato l'istituto della sospensione, perché noi riteniamo che tenere a casa un ragazzo a non fare nulla sia un danno per lui. Abbiamo immaginato delle attività di cittadinanza solidale e anche la necessità di più scuola, più impegno e più studio, nei confronti di quei ragazzi che si siano resi responsabili di atti di bullismo. Annunceremo molto presto queste misure e, in ogni caso, ritengo che aver dato un segnale di inversione di tendenza, un segnale di rigore e di serietà, sia importante per quei tanti docenti, per quei tanti dirigenti scolastici, che tutti i giorni svolgono con grande dedizione un lavoro che ho definito il lavoro più bello del mondo, perché è un lavoro che dà il futuro ai nostri giovani
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Sasso.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, grazie per la sua risposta. La Lega è e sarà a suo fianco nella battaglia per il ripristino dell'autorevolezza dei nostri docenti. Ministro, la deriva progressista, che ha investito la scuola italiana degli ultimi cinquant'anni, ha trascurato valori come merito, impegno e rispetto in favore dei falsi miti di progresso, come l'uguaglianza a tutti i costi, la scorciatoia del disimpegno e la mancanza di rispetto per l'autorità. Ha fatto bene, Ministro, a intervenire su quel 9 in condotta dato agli studenti di Rovigo, perché, con buona pace di pedagogisti, progressisti e docenti di sinistra, se uno studente va a scuola con una pistola ad aria compressa, spara e colpisce al volto la propria insegnante, la deride, riprende il tutto col telefono - peraltro vietato in classe - e poi continua a bullizzarla diffondendo quelle immagini sul non può prendere 9 in condotta e ciò con buona pace dell'autonomia scolastica. Questo è un messaggio devastante e - lo ribadisco - non ha colpito soltanto i docenti vittime delle aggressioni, ma le fondamenta dell'istituzione scuola e delle istituzioni educative. Non c'è autonomia scolastica che possa giustificare tale deriva buonista, che in tal modo - sebbene per poco tempo, grazie al suo intervento - ha legittimato la violenza contro i docenti e derubricato in bravata questi atti gravissimi. Si può sbagliare, certo, ma bisogna far capire ai nostri ragazzi che devono accettare le conseguenze dei propri sbagli. Si chiama crescere e a scuola dovrebbero insegnare anche questo. La Lega è al suo fianco - lo ribadisco - per la tutela, la dignità e l'autorevolezza dei nostri insegnanti. Mi onoro di aver presentato in Commissione cultura una proposta di legge, il cui arrivo è imminente qui in Aula, che inasprisce le pene per chiunque usi violenza fisica e morale nei confronti dei lavoratori della scuola, di cui si attende, appunto, l'arrivo fra qualche giorno qui in Aula. Oltre all'operato suo, oltre all'operato della Lega e di tutto il Governo, anche il messaggio di questa proposta di legge, che rivolgiamo a tutti gli italiani, è che chi tocca un docente tocca lo Stato. Come politici, abbiamo il dovere di difendere l'autorevolezza del nostro corpo docente. Come genitori, abbiamo il dovere di educare i nostri figli soprattutto al rispetto. Come italiani, tutti dobbiamo tornare a considerare la figura del maestro e della maestra, del professore e della professoressa, come facevano i nostri genitori, con ammirazione, per un ruolo prestigioso, per uno, come lo ha definito lei, dei mestieri più belli e - aggiungo io - più importanti del mondo, quello dei nostri insegnanti
PRESIDENTE. La deputata Semenzato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00492 di cui è cofirmataria.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Ministro, in relazione all'attuazione delle linee guida per l'orientamento relativi alla riforma prevista dal PNRR, con decreto ministeriale sono stati individuati i criteri di ripartizione e le modalità di utilizzo dei 150 milioni di euro destinati alle istituzioni scolastiche statali di secondo ciclo, per la valorizzazione del personale docente che svolgerà le funzioni di e di orientatore.
Con una nota, il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione ha specificato che l'assegnazione delle risorse finanziarie è destinata alle sole istituzioni scolastiche statali. Ciò risulta in contrasto con il concetto di effettiva pari dignità per le scuole paritarie, cui lei è sensibile, ovvero che si debba creare un contesto in cui non vi sia differenza di trattamento tra la scuola statale e quella non statale.
Le chiediamo pertanto quali iniziative intenda adottare per garantire un'effettiva parità scolastica.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, professor Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA,. Signor presidente, gentili onorevoli, lo scorso 22 dicembre 2022 ho emanato il decreto con le linee guida che hanno dato il via a importanti novità in tema di orientamento, che considero uno strumento strategico per il superamento delle disuguaglianze e della dispersione scolastica, attraverso l'introduzione di due nuove figure, il docente e il docente orientatore. Per valorizzare l'impegno professionale di queste figure, con la scorsa legge di bilancio, si è provveduto a istituire uno specifico Fondo nello stato di previsione del Ministero, con una dotazione iniziale di 150 milioni di euro per l'anno 2023. A tale riguardo, è indubbio che siffatte risorse possono essere finalizzate esclusivamente a remunerare le prestazioni di docenti chiamati a svolgere la funzione di e di docente orientatore delle scuole statali, in quanto esse rappresentano un emolumento accessorio che, nei nostri intendimenti, una volta confermato a regime, dovrà essere regolato in sede contrattuale e a tal riguardo entriamo proprio nella organizzazione della didattica.
Chiarito ciò, voglio precisare che, su mia indicazione, abbiamo comunque voluto consentire anche ai docenti delle scuole paritarie l'accesso alla formazione propedeutica all'assunzione della funzione di e orientatore, proprio nell'ottica di garantire una base comune dei contenuti informativi per tutti i docenti che volessero svolgere questa funzione, indipendentemente dalla natura statale o paritaria della istituzione scolastica di appartenenza.
Mi sia consentito di rimarcare che questa scelta dimostra la particolare attenzione che questo Governo sta rivolgendo alla più autentica attuazione delle norme che regolano la parità scolastica, avendo cura che sia realmente realizzato il principio di non discriminazione, di libertà di scelta delle famiglie che è ben scolpito nel nostro ordinamento. Si pongono in tale direzione ulteriori iniziative, alcune già concluse, come quella del riconoscimento della partecipazione anche delle scuole paritarie agli investimenti del PNRR, con somme veramente importanti. Altre iniziative sono in studio proprio in questi giorni, come quella di una più corretta valutazione del servizio prestato dai docenti delle scuole paritarie ai fini dei prossimi percorsi abilitanti, che testimoniano la volontà del Governo di rimuovere antiche disparità di trattamento, ancora sussistenti, nel percorso di riconoscimento della piena parità scolastica.
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di replicare.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Signor Ministro, grazie per questa precisazione. Chiaramente, noi abbiamo voluto rimarcare l'importanza dell'affermare, in ogni momento, in ogni fase, il principio della parità e della sostanziale uguaglianza di trattamento tra scuola statale e scuola paritaria. Abbiamo anche stimolato l'importanza dell'accesso al PNRR, tanto per le scuole statali quanto per le scuole paritarie, cosa che in passato non avveniva; è stato lei, Ministro, ad aprire la possibilità di accedere ai bandi del PNRR, con due decreti recenti; mi riferisco alla possibilità di accedere sia alla formazione per tutta la parte legata al digitale, per tutta la parte legata all'orientamento nelle materie STEM e per la formazione di tutto il personale appunto sul digitale e sul multilinguismo; quindi si tratta di una azione sicuramente importante, ma è chiaro che è importante anche questa ultima misura, che abbiamo voluto portare oggi all'attenzione. Lei ci ha spiegato che le risorse a disposizione in questo momento sono per le scuole statali, mentre la formazione è stata aperta anche ai docenti delle scuole paritarie, la formazione propedeutica, chiaramente.
Noi crediamo molto nella parità, crediamo molto anche nell'importanza dell'orientamento e qui si tratta di figure di orientatori e di . Le chiediamo, ovviamente, di continuare a portare attenzione al tema, considerato che si tratta di un primo inserimento nelle scuole statali e di una prima azione importante fatta dal Governo. Chiediamo di avere attenzione al tema, di poter ovviamente ragionare su un'estensione e su una possibilità di dare sempre più sostegno alla scuola paritaria in egual misura rispetto alla scuola statale, di continuare su questa strada tracciata, ovviamente su tutti i provvedimenti che questo Governo vorrà assumere.
PRESIDENTE. La deputata Di Maggio ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-00489 di cui è cofirmataria.
GRAZIA DI MAGGIO(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come riportato da alcuni quotidiani, nel corso di un suo intervento durante un confronto sui danni dell'alluvione organizzato dalla Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, avrebbe dichiarato che la logica vorrebbe fosse Bonaccini ad essere nominato commissario, ma il buon senso non è sempre di questo mondo, attaccando dunque in maniera diretta l'operato di questo Governo in merito alla scelta del commissario per la gestione dell'emergenza in Emilia-Romagna.
Ricordiamo che, ai sensi di legge, il prefetto, in quanto titolare dell'Ufficio territoriale di Governo, rappresenta il Governo sul territorio e ad esso sono attribuite tutte le funzioni esercitate dallo Stato a livello periferico. Appare pertanto del tutto irrituale che un prefetto non sostenga le decisioni del Governo relative al proprio territorio e, anzi, le critichi apertamente, soprattutto in una fase tanto delicata quale quella in cui versa l'Emilia-Romagna.
Pertanto, con questa interrogazione a prima firma del nostro capogruppo, le chiediamo se sia a conoscenza delle dichiarazioni del prefetto De Rosa e quali iniziative intenda assumere in merito.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, prefetto Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, in merito a quanto riportato dagli organi di stampa, il prefetto di Ravenna, su mia specifica richiesta, rivoltagli nell'immediatezza dei fatti, ha sostanzialmente poi smentito, precisando i fatti: lo scorso 20 giugno, si è tenuto un incontro presso la Confederazione nazionale artigianato di Ravenna sul tema dell'alluvione, al quale lo stesso prefetto era stato invitato per ricevere un attestato di riconoscimento per quanto posto in essere come responsabile del Centro coordinamento soccorsi, istituito presso la prefettura in occasione degli eventi alluvionali. In tale circostanza, il prefetto ha illustrato gli interventi operativi messi in atto, in stretta sinergia con tutte le componenti istituzionali del sistema di Protezione civile, che hanno permesso di attuare le necessarie misure, finalizzate al soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite.
Circa le sue dichiarazioni in contestazione, il Prefetto in primo luogo ha evidenziato che quanto da lui effettivamente affermato è stato riportato più correttamente in un comunicato stampa diramato il giorno seguente proprio dalla Confederazione nazionale artigianato di Ravenna, da cui emerge chiaramente il tenore delle dichiarazioni relative alla nomina del Commissario per la ricostruzione. Più specificamente, il prefetto ha fatto presente che, cito: “La sulla nomina del commissario non è utile” e che si sarebbe fatto portatore al Governo delle istanze e delle preoccupazioni del territorio. Il Prefetto ha poi tenuto a rimarcare che i contenuti delle sue dichiarazioni sono stati, invece, in parte travisati, decontestualizzati e riportati in maniera sostanzialmente e totalmente differente in un articolo di stampa pubblicato il 22 giugno sul , tanto che lo stesso ha poi richiesto un'immediata rettifica di quanto a lui erroneamente attribuito. La rettifica è stata pubblicata, per l'appunto, il giorno dopo, in un articolo della testata, nel quale è stato riportato, questa volta correttamente, il pensiero espresso dal prefetto, ossia che - cito anche qui testualmente – “Nessuno scontro esiste sul nome del commissario, che è una scelta che compete al Governo”, aggiungendo che “Il Governo assicurerà il sostegno che è stato garantito in occasione della visita della Presidente Meloni e che è stato ribadito anche ai sindaci, negli incontri di Roma”.
In conclusione, credo si possa dire che il prefetto abbia ribadito che le sue parole avevano come unica finalità quella di far sentire la vicinanza dello Stato alla collettività locale e agli esponenti del tessuto economico, duramente colpito dai drammatici eventi alluvionali.
PRESIDENTE. Il deputato Pietrella ha facoltà di replicare.
FABIO PIETRELLA(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringraziamo per la sua completa ed esaustiva replica di quest'oggi, non avevamo ovviamente alcun dubbio nel merito. Nella comunicazione, in un momento come questo, è fondamentale esprimere uno spirito istituzionale importante e soprattutto lo dobbiamo ai territori colpiti dall'alluvione.
Mi permetta però, a tal proposito, di sottolineare ancora di più quanto il Governo Meloni sia stato reattivo nell'immediato con il decreto Alluvioni. Sospensione dei versamenti tributari, 700 milioni di euro a fondo perduto per le imprese esportatrici colpite e danneggiate dalla calamità, cassa integrazione in deroga per i dipendenti, i 3.000 euro per gli autonomi, il rafforzamento del Fondo di garanzia. Insomma, siamo stati veramente molto veloci e rapidi nelle soluzioni. Protezione, quindi, per famiglie e imprese, le stesse imprese che oggi devono essere il centro della ricostruzione. Ed esattamente come avviene nelle imprese, in tempi di crisi il timone si affida non a chi meglio conosce dipendenti o territorio, quanto a colui che meglio governa con metodo e competenza le variabili di efficienza, di visione multiregionale e di ottimizzazione di risorse, logistica e tempi. Proprio in quest'ottica, a nome di Fratelli d'Italia, accogliamo con forte plauso e motivazione l'indicazione pervenuta dal Consiglio dei ministri di ieri sulla nomina a commissario del generale Francesco Paolo Figliuolo. Al suo altissimo profilo seguirà ovviamente tutto il nostro sostegno, quello dei nostri amministratori delle aree colpite, per una ricostruzione rapida, controllata ed efficace.
PRESIDENTE. Il deputato Casasco ha facoltà di illustrare l'interrogazione Barelli ed altri n. 3-00490 che ha sottoscritto in data odierna.
MAURIZIO CASASCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il 1° giugno è entrato in vigore l'accordo internazionale del Tribunale unificato dei brevetti, e quindi ha avuto il via il sistema dei brevetti unificati. Sono stati sollevati alcuni dubbi da parte dei e da parte anche di questo Parlamento, di alcune sezioni di questo Parlamento, circa la possibilità di portare a compimento a Milano la realizzazione della divisione centrale di questi brevetti. Lei ha annunciato che sarebbe stato raggiunto un accordo con Francia e Germania, e questo è avvenuto con la ratifica del 26 giugno. È stata un'azione estremamente importante grazie alla sua credibilità internazionale, del Governo e anche di tutta la Farnesina. Le chiedo quali azioni verranno prese, signor Ministro, per valorizzare il polo giurisdizionale nel quadro del sistema brevettuale europeo ed italiano.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI,. Grazie, signor Presidente. L'assegnazione a Milano di una sezione della divisione centrale del Tribunale unificato dei brevetti, formalizzata lunedì scorso, rappresenta un risultato significativo per la promozione e la tutela della proprietà industriale in Italia ed in Europa. Il nostro Paese, con un lavoro tenace, è riuscito a colmare il vuoto giuridico apertosi nel 2020 con la decisione britannica di ritirarsi dal Tribunale, e una divisione centrale articolata su due sole sedi, Parigi e Monaco, rischiava di diventare un assetto permanente. Non vi era, infatti, alcun automatismo o accordo precostituito sul mantenimento di una terza sezione una volta decaduta Londra, tanto meno sul trasferimento a Milano della sede e delle relative competenze. Il Governo ha condotto il negoziato con pragmatismo e gioco di squadra, nella consapevolezza che Milano e la Lombardia rappresentano un naturale retroterra tecnico, scientifico e imprenditoriale. Un ecosistema a forte innovazione, che metterà in rete l'intero sistema brevettuale italiano con quello europeo. La sezione di Milano sarà chiamata a giudicare i contenziosi in settori strategici per la nostra economia. Penso all'agroalimentare, alla farmaceutica, al fitosanitario e alla moda. I giudici, anche italiani, della nuova sezione di Milano contribuiranno alla formazione di una nuova giurisprudenza su scala europea. Ciò avrà ricadute positive sulle imprese e sugli operatori del diritto e dell'accademia impegnati nel settore della proprietà industriale. Il Governo ha inoltre ottenuto un'apposita clausola di revisione, che verrà azionata nel 2026, 4 anni prima della scadenza del 2030, inizialmente prevista dall'accordo. Il funzionamento della sede di Milano sarà oggetto di riesame per misure da prendere nel caso in cui emergano criticità o squilibri rispetto alle altre sezioni. I 12 mesi previsti dal Trattato per completare il processo di modifica e avviare l'operatività della sezione della divisione centrale a Milano verranno utilizzati per scegliere, nominare e formare i giudici. La divisione locale italiana opera a Milano dal 1° giugno. Nelle prime 3 settimane di lavoro ha già adottato importanti misure giurisdizionali in linea con il carico di lavoro, concludo, di sezioni locali in Germania e nei Paesi nordici. Le due sezioni, centrale e locale, costituiranno nel capoluogo lombardo un polo giurisdizionale di livello europeo e internazionale in materia di brevetti. Si tratta di un riconoscimento importante per Milano ed un successo per l'Italia; darà un nuovo impulso alla competitività e all'innovazione delle nostre imprese e dei nostri prodotti, uno degli obiettivi prioritari del Governo.
PRESIDENTE. L'onorevole Casasco ha facoltà di replicare.
MAURIZIO CASASCO(FI-PPE). Le do atto della straordinaria opera da lei fatta, credo che non sia stato facile. Forza Italia, tutta Forza Italia, il gruppo di Forza Italia-Lombardia ha sempre creduto in questo successo. Questa cosa è straordinaria perché l'Italia è sostanzialmente è nei primi Paesi del mondo, per quanto riguarda la produzione di brevetti, ed è in Europa. soprattutto nelle deleghe strategiche che il Governo è riuscito a portare a Milano, in particolar modo per la farmaceutica - noi siamo i primi in assoluto in Europa per brevetti da anni, con oltre 31 miliardi di fatturato - e così anche nell'agroindustria e nella moda. Quindi complimenti davvero, siamo soddisfatti, ma soprattutto è una grande opportunità per il nostro Paese e per l'Europa in questo senso. Il futuro è determinato, come spesso sostiene il Governo, dalla crescita, la crescita è data dall'innovazione, l'innovazione è data dai brevetti, e la tutela della competizione che noi potremo avere, sia europea sia italiana, è nella difesa delle nostre risorse e delle nostre capacità innovative. Le piccole e medie imprese in particolare avranno bisogno di questo, in particolar modo quelle italiane, in funzione del fatto che l'innovazione non deve essere solamente dei processi e dei prodotti. La possibilità di avere a Milano il Tribunale unificato dei brevetti è estremamente importante per la fiducia degli imprenditori ad innovare e a essere sostenuti. Ieri ero a Bruxelles e ci è stato subito annunciato, quando lei lo ha annunciato in Italia, in contemporanea. C'è stata una grande condivisione da parte degli altri Paesi e delle associazione delle piccole e medie imprese europee perché inizierà una grande collaborazione tra aziende, associazioni e università europee di grandi brevetti unificati tra i vari Paesi. Questo grazie all'azione che ha fatto lei, il Governo e Forza Italia .
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00491 .
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'Italia, come sa, è l'unico Paese che non ha ancora ratificato le modifiche del MES, nell'ambito, naturalmente, dei Paesi dell'euro. Pochi giorni fa il Ministro Giorgetti, a proposito dell'unione bancaria, così importante per l'Italia, ha detto: ovviamente, lo strumento più a portata di mano per la creazione del da attivare in caso di grandi crisi bancarie, la rete di protezione, è il MES. Il suo capo di gabinetto ha specificato che non c'è nessun rischio nel ratificarlo ora. Oggi, perché stamattina il Primo Ministro Meloni ha rifatto tutto il suo panegirico sul perché non è necessario ratificarlo ora, è stata resa nota una lettera del Presidente dell'Eurogruppo Donohoe. Ha spiegato, mandando una lettera al Presidente del Consiglio europeo, che la ratifica del MES è particolarmente importante per l'unione bancaria e che la ratifica del Trattato è centrale per i loro sforzi, e che su questo chiederanno un impegno all'Italia. Quindi è all'ordine del giorno oggi. Non ritiene, signor Ministro, che questo ritardo irrazionale e immotivato, se non politicamente dall'incapacità della maggioranza di dire una cosa diversa da quella che diceva prima, nella ratifica del MES sia contro l'interesse nazionale?
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI,. Come l'onorevole Della Vedova sa, il Meccanismo europeo di stabilità è stato concepito in un quadro di profonda incertezza economica. La tempesta finanziaria del 2008 e la crisi dei debiti sovrani avevano dimostrato la necessità di un fondo permanente per stabilizzare la zona euro. Il MES fu creato con un Trattato intergovernativo nel 2012. L'Italia vi aderì per permettere il salvataggio di economie in crisi e salvaguardare la moneta unica.
Si tratta, quindi, di uno strumento legato a un preciso contesto storico oggi profondamente mutato. Soltanto cinque Stati - la Grecia, il Portogallo, Cipro, la Spagna e l'Irlanda - hanno usufruito del meccanismo. Addirittura, nessuno ha utilizzato il MES sanitario creato durante la pandemia. Ricordo che io e il mio partito fummo tra i grandi sostenitori della necessità di utilizzare il MES, però, il Governo di allora decise di non utilizzarlo.
Usciamo, ora, da due anni di applicazione della clausola di salvaguardia, nel corso dei quali il Patto di stabilità e crescita è stato sospeso, stiamo negoziando la riforma della dell'Eurozona e la revisione di medio termine del bilancio, in più c'è stato anche il . L'obiettivo, oggi, è quello di dotare l'Unione dei mezzi necessari per fronteggiare le sfide attuali tra cui la transizione ecologica e quella digitale, la competitività dell'industria e il sostegno all'Ucraina. Lo stesso MES non può più essere uno strumento emergenziale, deve darsi una vocazione.
Qualche segnale è arrivato dalla riforma del 2021: un segnale positivo, ma troppo timido. Servono cambiamenti più strutturali. Il regolamento del MES non prevede nemmeno un controllo da parte del Parlamento europeo. Personalmente, faccio una critica europeista al regolamento, perché anche la Banca centrale europea - come lei ben sa, essendo stato parlamentare europeo - è tenuta a presentarsi regolarmente di fronte alla Commissione economica del Parlamento europeo e di fronte all'Aula del Parlamento europeo. I responsabili del MES sono sciolti da qualsiasi controllo, sia da parte del Parlamento europeo, sia da parte della Commissione europea, e non si sa da chi siano controllati. È vero che si tratta di un trattato intergovernativo…
ANTONIO TAJANI,. Signor Presidente, mi permetta un secondo, perché il tema non è così semplice. Come dicevo, il MES non può essere uno strumento emergenziale. Il suo utilizzo come sostegno comune al Fondo di risoluzione unico per le banche in dissesto andrebbe discusso con altri pilastri del quadro economico e finanziario europeo quali l'unione dei mercati di capitale e l'unione bancaria.
Il MES potrebbe anche avere un ruolo nel sostenere investimenti a condizioni favorevoli ed essere attivato in caso di potenziali esterni futuri; parte del MES potrebbe essere usata per alimentare il Fondo sovrano europeo. Serve, insomma, una riforma più ambiziosa, una complessiva e articolata riconfigurazione dell'architettura finanziaria europea.
Spetta ovviamente al Parlamento deliberare sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità e deciderne i tempi, ma un'indebita accelerazione potrebbe rivelarsi controproducente e ridurre la leva negoziale del nostro Paese nel contribuire a disegnare una nuova economica europea.
Insomma, non è soltanto il MES il tema sul quale discutere, ma è un pacchetto più ampio che riguardi tutta la politica finanziaria, che deve essere messa al servizio dell'economia reale. Quindi, è una partita cruciale che va affrontata con un approccio a pacchetto, discutendo insieme Patto di stabilità, completamento dell'unione bancaria e meccanismi di salvaguardia finanziaria. Questo è il metodo migliore per difendere davvero l'interesse nazionale.
PRESIDENTE. L'onorevole Benedetto Della Vedova ha facoltà di replicare.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Presidente, essendo lei il Presidente del Parlamento, consentirà a questo punto anche al parlamentare di avere un tempo doppio per la replica.
Signor Ministro, lei, alla fine, non ha risposto o, meglio, sembra che abbia risposto che comunque voi non volete ratificare il MES perché è migliorabile. È tutto migliorabile; da federalista europeo vorrei che fosse uno strumento direttamente inserito nel Trattato europeo, ma questo oggi abbiamo. Lei è stato Presidente del Parlamento europeo e sa benissimo come prosegue l'integrazione europea: non fa salti, è un po' come la natura, va pezzo per pezzo. Lei, quindi, ci sta dicendo che non lo ratificherete perché è da migliorare, ma se non lo ratificate non ci sarà neanche la possibilità di migliorarlo.
Altra cosa, lei dice: se voi ci spingete a ratificarlo ora, diminuite la nostra capacità negoziale. Signor Ministro, so che lei probabilmente la pensa come me, il ricatto del MES non funzionerà. Non era mai accaduto che arrivasse al Consiglio europeo, dove stasera andrà il Primo Ministro Meloni, una lettera ufficiale del Presidente dell'Eurogruppo (e lei sa benissimo cos'è) che dice: è importantissimo ratificarlo, per fare l'unione bancaria, saremo sempre più impegnati con l'Italia su questo, cioè sulla ratifica.
E lei, invece, oggi, dice che noi intanto prendiamo tempo, perché li ricattiamo e, così, magari, spezziamo le reni all'Europa. Non funziona così; lo ripeto, non funziona così. Signor Ministro, lo sa che non funziona così; non sarà ricattando: noi non lo ratifichiamo e, quindi, non facciamo partire l'unione bancaria - e Dio sa quanto serva anche all'Italia - se prima non ci date “x” e “y”. Questo non funzionerà, perché altrimenti gli altri Paesi, e parlo anche di Francia, Germania e Spagna, ci diranno: cosa ci abbiamo scritto noi, giocondo? Noi l'abbiamo ratificato, perché anche l'Italia chiedeva di accelerare l'unione bancaria e, quindi, il MES serve come rete di protezione, e voi adesso ci dite di no.
Non funzionerà così. Lo ripeto: se la maggioranza non vuole partecipare, lo ratifichiamo noi. Il suo Ministero, in Commissione, quando si trattava di adottare il testo base non si è neanche presentato. Basta che non vi presentiate, lo lasciate ratificare all'opposizione e così si farà l'interesse dell'Italia .
PRESIDENTE. La deputata Daniela Ruffino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Castiglione ed altri n. 3-00494 di cui è cofirmataria.
DANIELA RUFFINO(A-IV-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, intanto vogliamo ribadire in quest'Aula che il capitolo “salute” si colloca, purtroppo, al fondo della classifica delle risorse del PNRR, ma purtroppo anche in fondo all'agenda del Governo. Gli ospedali di comunità non saranno operativi alla scadenza del 2026, con la conseguente perdita di fondi.
Che cosa ha fatto sino ad oggi il Governo? Ha tamponato l'emergenza, ha affrontato le problematiche per restituire attrattività e competitività a quella che Azione da tempo definisce la maggiore infrastruttura italiana, ossia il nostro Servizio sanitario nazionale?
Siamo a chiederle, signor Ministro, con grande preoccupazione, il destino di case e ospedali di comunità e, in particolare la questione del personale - legata all'apertura di questi, se mai fossero finanziati - tenendo conto che dovranno essere aperti sette giorni su sette, facendo lavorare in medici di base, infermieri e operatori sociosanitari, avendo tutti la consapevolezza che oggi i medici e gli infermieri non ci sono e scappano a gambe levate dalla sanità pubblica, perché oramai la sanità pubblica è piena di problemi e ha assolutamente perso attrattività.
Un'ultima considerazione, signor Ministro: il divario legato alla sanità tra Nord e Sud si sta ampliando e, oggi, se gli italiani si debbono curare debbono riparare verso la sanità privata.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, professor Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Signor Presidente, onorevoli interroganti, ricordo che il decreto del Ministero della Salute del 23 maggio 2022, n. 77, Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale, prevede nel rispetto degli standard identificati un ospedale di comunità dotato di 20 posti letto ogni 100.000 abitanti. Le risorse a valere sul PNRR sono destinate alla fase iniziale dell'implementazione dei modelli previsti dalla riforma dell'assistenza territoriale, tenuto conto che non costituiscono il finanziamento totale dell'iniziativa.
Rispetto all'avanzamento finanziario, fermo restando che il programma è e non un programma di spesa, occorre evidenziare che i dati all'interno del sistema informativo della Ragioneria generale dello Stato, ReGiS, alimentati da parte dei soggetti attuatori sono in corso di allineamento in ragione della reale situazione di avanzamento degli interventi.
Aggiungo che il Ministero della Salute, mediante la specifica unità di missione, ha supportato i soggetti attuatori per accompagnarli verso un corretto e coerente caricamento dei dati a sistema.
Entrando, poi, nel merito del quesito posto, segnalo che allo stato attuale, dalla rendicontazione intervenuta al primo trimestre 2023, risultano raggiunti i nazionali previsti per i due interventi oggetto d'analisi, riferiti all'approvazione dei progetti idonei per la realizzazione delle gare d'appalto, relativamente sia alle case di comunità, sia agli ospedali di comunità, e sono in corso di rilevazione i riferiti all'acquisizione dei codici identificativi di gara per le medesime gare.
Si evidenzia che, come previsto dal cronoprogramma degli interventi riportati nei piani operativi, non si è ancora dato avvio all'esecuzione dei lavori per la realizzazione dei due nuovi modelli, in quanto la stipula dei contratti, a seguito dell'aggiudicazione della gara lavori, è prevista per il quarto trimestre 2023. L'avvio dei lavori avrà inizio tra la fine del 2023 e il 2024.
Rispetto al tema del personale è previsto uno specifico finanziamento PNRR di 101 milioni, destinato alle borse di studio per la formazione in medicina generale, che, pertanto, saranno ulteriori rispetto alle borse previste con le risorse ordinarie.
Vale, infine, la pena di rammentare che l'articolo 1, comma 274, della legge di bilancio 2022, aveva autorizzato, al fine di implementare gli standard organizzativi, qualitativi e quantitativi per l'attuazione del PNRR, la spesa complessiva di 1.015 milioni di euro per il personale, da destinare alle case e agli ospedali di comunità. Alla ripartizione di tali risorse tra le regioni e le province autonome si è dato corso con decreto, di concerto col Ministero dell'Economia, lo scorso anno.
Al netto di quanto appena esposto, mi si permetta di sottolineare che le case di comunità dovranno rappresentare un nuovo modello di assistenza sanitaria di prossimità, a cui saranno destinate le nuove assunzioni di personale medico, ma nelle quali siamo certi di ottenere anche la presenza e la collaborazione degli attuali medici di medicina generale.
PRESIDENTE. L'onorevole Giuseppe Castiglione ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE CASTIGLIONE(A-IV-RE). Grazie Presidente e grazie signor Ministro. Io non mi ritengo assolutamente soddisfatto, né il mio gruppo si può ritenere soddisfatto, perché la risposta, caro Ministro, sembra molto burocratica. Lei sa benissimo che i tempi di attuazione dell'utilizzazione delle risorse del PNRR stanno andando a rilento. Noi dovremmo realizzare 1.350 case di comunità e 400 ospedali di comunità. I tempi vanno a rilento e noi sappiamo, inoltre, che per avviare queste strutture manca il personale. Lo ha detto lei poco fa che non c'è personale sufficiente e molto spesso confligge anche con alcuni ospedali che stanno per chiudere.
Le do qualche dato della mia regione. In Sicilia ci sono: 156 case di comunità, che dovranno essere realizzate, impegniamo 217 milioni di euro, e 43 ospedali di comunità. Nel frattempo, però, ci sono gli ospedali di Bronte, di Castelvetrano e di Biancavilla che chiudono per mancanza di personale. Non c'è personale idoneo ad assolvere alla funzione ordinaria e, quindi, al vivere di quelle strutture.
Come farà lei ad avviare anche questo nuovo modello per riformare la medicina territoriale, così come era l'obiettivo del PNRR? Come si farà a dare un'assistenza di prossimità? Come farà, caro Ministro, a conciliare la difficoltà di reperire il personale delle strutture ordinarie nei nostri ospedali con le gravi carenze organiche che oggi ci sono? Come si farà, soprattutto, a far stare tutti insieme i diversi professionisti - con diversi contratti collettivi, caro Ministro - che vanno dalla medicina specialistica a quella ambulatoriale fino ai medici di medicina generale?
Quindi, noi siamo fortemente preoccupati. La preghiamo di vigilare e di tenere viva l'attenzione su questo tema, perché ci sono importanti risorse che sono state messe a disposizione su questa missione salute, circa 3 miliardi di euro. Molte regioni hanno sperato nel potenziamento della medicina territoriale e, quindi, di raggiungere quegli obiettivi di riduzione dei tempi di attesa, dell'ospedalizzazione, dei pronto soccorso e delle liste d'attesa. Lei sa benissimo quanto gravi siano queste carenze. Allora, caro Ministro, non solo saremo vigili ma soprattutto controlleremo l'attuazione di tutto questo, perché va a beneficio dell'intera struttura sanitaria .
PRESIDENTE. Il deputato Gian Antonio Girelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Furfaro ed altri n. 3-00495 di cui è cofirmatario.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questa interrogazione noi vogliamo evidenziare quanto emerso anche nella recente manifestazione nazionale del 24 giugno.
Questa è stata solo l'esempio di tante manifestazioni d'insofferenza e di disagio che si susseguono nel nostro Paese e che hanno a che fare con l'impatto diretto su famiglie e persone delle liste d'attesa e della mancanza di prestazioni sanitarie di prossimità e fanno i conti con quanto evidenziato poc'anzi sul tema delle case di comunità e sugli ospedali di comunità, in prospettiva, perché le 309 case di comunità e i 91 ospedali, che rischiano di non essere realizzati, incideranno parecchio riguardo a questo. Però, hanno anche a che fare con il tema del personale, laddove i 30.000 medici e i 250.000 infermieri, nonché gli aumenti di stipendio rispetto agli standard europei, mettono in grave difficoltà la soluzione del problema. Il Ministro più volte ha rammentato la necessità di maggiori risorse e lui stesso ha, sia pure indirettamente, denunciato la situazione.
Con questa interrogazione noi chiediamo cosa intenda concretamente fare in fretta per dare risposta alle esigenze di tanti cittadini.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, professor Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante. Le questioni sollevate da questa interrogazione rappresentano le sfide che stanno caratterizzando l'attività del mio mandato, tenuto conto che propongono criticità risalenti ormai negli anni che ho ereditato dall'autunno scorso.
Con specifico riguardo alle liste d'attesa, ricordo che il decreto-legge del 29 dicembre 2022 ha introdotto le misure volte a favorire il recupero delle liste d'attesa per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e per le prestazioni ospedaliere. In particolare, è stata prevista la possibilità, per regioni e province autonome, di rendere disponibili, per l'equilibrio finanziario 2022, le risorse correnti già previste dalla legge di bilancio n. 234 del 2021 non utilizzate al 31 dicembre scorso. È stata, inoltre, prevista la possibilità di avvalersi, sino al 31 dicembre di quest'anno, delle misure già disposte dai provvedimenti adottati in stato di emergenza sanitaria, ivi compresa la possibilità di avvalersi delle prestazioni ospedaliere e di specialistica ambulatoriale erogate dalle strutture private convenzionate. In data 30 maggio 2023 è stata inviata alle regioni una nota circolare per fornire specifiche indicazioni sulle attività di recupero delle prestazioni ambulatoriali, e ricovero ospedaliero per ridurre le liste d'attesa, con specifiche indicazioni sulle modalità di utilizzo.
Passo adesso al tema del personale sanitario, facendo una necessaria premessa. La situazione di carenze esistenti è frutto di una errata programmazione dei fabbisogni del passato, a cui si sta ponendo rimedio mediante specifiche iniziative, condotte unitamente al Ministro dell'Università e della ricerca, con un progressivo aumento dei posti di ingresso alla facoltà di medicina. Aggiungo, inoltre, che anche il reiterarsi nel tempo delle diverse misure di contenimento della spesa, soprattutto relativa ai vincoli assunzionali, ha concorso a determinare carenza del personale sanitario. Dunque, nel decennio 2009-2019 il personale dipendente a tempo indeterminato del comparto sanità è diminuito del 6,5 per cento.
Sulla base di quanto detto, sono consapevole che è necessario agire in maniera strutturale e rapida, assicurare risorse necessarie al sistema e migliorare l'organizzazione dei servizi per far sì che il Sistema sanitario nazionale torni a essere maggiormente attrattivo per il personale sanitario giovane. Ecco perché, sin dall'insediamento di questo Governo, mi sono attivato, già in sede di legge di bilancio per il 2023, per riconoscere le gravose condizioni di lavoro del personale operante presso i servizi di pronto soccorso. È stato previsto un incremento della specifica indennità, con un impegno di spesa di 200 milioni annui. Inoltre, con il decreto-legge n. 34 del 2023, sono state adottate specifiche misure per facilitare il reclutamento strutturale di medici e rendere più attrattivo il Sistema sanitario nazionale. Al contempo, sono state adottate misure volte a ridurre il ricorso ai cosiddetti medici gettonisti, che hanno determinato un effetto distorsivo sul sistema.
Mi si permetta di concludere, però, sottolineando che accolgo con attenzione e preoccupazione le dichiarazioni di chi ribadisce che le politiche miopi del passato hanno ottenuto un solo e unico effetto, cioè un Sistema sanitario nazionale ingolfato, un serbatoio che perde e nel quale si è sempre e solo voluto aggiungere acqua senza riparare le falle strutturali. Le liste d'attesa non sono altro che il sintomo di un sistema da ripensare. Estendo nuovamente l'invito alle regioni, che non hanno utilizzato i fondi aggiuntivi stanziati, a farlo immediatamente. Non è accettabile che da Nord a Sud si debba parlare di sistema sanitario a variabilità regionale e non di servizio sanitario pienamente nazionale. Continueremo, in sintesi, la strada intrapresa sin dall'inizio del nostro mandato, cioè quella di ripensare un Servizio sanitario nazionale in cui ogni attore sia parte di una visione complessiva verso i cittadini.
PRESIDENTE. L'onorevole Gian Antonio Girelli ha facoltà di replicare.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie Presidente e grazie Ministro per la risposta. Non posso non sottolineare, però, alcune incongruità che hanno a che fare con le sue dichiarazioni nella risposta di oggi, ma anche in altre occasioni.
Non metto in discussione la buona fede e la volontà di queste dichiarazioni, ma esse non hanno una corrispondenza con gli stanziamenti adeguati di bilancio. Lei ha giustamente ricordato l'incremento.
Tuttavia, lei stesso sa benissimo come questo incremento sia insufficiente a dare una risposta, tant'è che, in prospettiva, farà calare il rapporto rispetto al PIL nazionale, facendoci distanziare ulteriormente dagli altri Paesi europei. Lei sa benissimo come, sul tema del personale, fatta la denuncia in passato, ci voleva qualcosa di più anche dal punto di vista economico per invertire la rotta e ottenere il risultato che lei indica. Sa benissimo che, anche sul tema dell'attuazione del PNRR, sul caso delle comunità e ospedali di comunità, non si sta facendo nulla per recuperare il tempo perso e, quindi, dare piena attuazione a tutto questo. Ma sa anche bene che, rispetto all'involuzione della sanità privata - vorrei ricordare che sono 37 i miliardi che i cittadini e le cittadine italiani spendono di tasca loro per trovare nel privato una soluzione rispetto a quello che la sanità pubblica non riesce a dare -, vi è la necessità non di politiche di contrasto, ma che si faccia in modo che il privato diventi parte integrante di un governo pubblico di sistema, non certo lasciato a fare quello che vuole, come - ahimè - purtroppo avviene.
Ma ancora mi lasci, Ministro, porre una riflessione - e poi concludo, Presidente - riguardo il regionalismo differenziato. Credo che lei sappia che il collega Calderoli afferma cose profondamente diverse rispetto a ciò che lei sta dicendo, anzi sta evocando un rafforzamento del distinguo regionale nella gestione della sanità. Ed è l'esatto contrario di quello che lei ci sta dicendo, ma non perché vi siano regioni virtuose e altre meno. Infatti, anche la virtuosa Lombardia, vorrei ricordare a tutti, se andiamo a vedere in termini di liste d'attesa, di desertificazione di medicina di prossimità e territoriale, di mancata risposta ai cittadini, anche di fronte all'imperversare di sanità privata, molto dovrebbe far riflettere.
Mi auguro che la sua impostazione diventi davvero quella del Governo che, ahimè, voglio sottolineare ancora una volta, va in una strada differente
PRESIDENTE. La deputata Gilda Sportiello ha facoltà di illustrare l'interrogazione Quartini ed altri n. 3-00496 di cui è cofirmataria.
GILDA SPORTIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Sabato scorso il MoVimento 5 Stelle era in piazza per la manifestazione nazionale a difesa del Servizio sanitario nazionale. Era in piazza con tutte quelle realtà che da sempre combattono per la difesa e il rilancio del Servizio sanitario nazionale, perché è quello che facciamo da sempre. Per noi è una priorità e lo dimostra il fatto che, dopo anni di tagli indiscriminati alla sanità, che hanno inferto durissimi colpi al nostro Servizio sanitario nazionale, con i nostri Governi abbiamo invertito la rotta, iniziando a investire di più in sanità, cosa che, purtroppo, con il vostro Governo non ha trovato riscontro. Dalla legge di bilancio, infatti, non avete più investito in sanità, se non per far fronte all'inflazione e ai costi rincarati dell'energia. Ebbene, mentre i pronto soccorso sono al collasso, mentre le diseguaglianze aumentano nel nostro territorio, impedendo di garantire il diritto alla salute a tutte e a tutti, e il vostro Governo, invece, parla ancora di autonomie differenziate, mentre i professionisti scappano dal Servizio sanitario nazionale, così come gli utenti e le liste di attesa aumentano, e basta chiamare un centro per le prenotazioni per rendersene conto, noi le chiediamo: cosa vuole fare questo Governo? Due sono le cose necessarie: investire risorse e avere la ferrea volontà di rilanciare davvero e difendere la sanità pubblica, Ministro: la sanità pubblica ! Per questo noi, oggi, le chiediamo quali siano le intenzioni del Governo per fermare la fuga di utenti e professionisti dal Servizio sanitario nazionale e affrontare le emergenze di cui le parlavo.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, professor Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Signor Presidente, grazie per l'interrogazione. I temi posti ripropongono in parte tematiche già affrontate nella precedente risposta, alla quale rinvio per maggiori dettagli sulla criticità rappresentata dalla carenza del personale sanitario. Intendo, invece, in questa risposta, fornire maggiori informazioni sul tema del finanziamento del Servizio sanitario nazionale.
Tengo a segnalare che, dopo un periodo di definanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, che addirittura negli anni dal 2012 al 2019 ha visto incrementi annui di valore percentuale in negativo, tra il meno 0,89 per cento fino al più 0,94 per cento, la legge di bilancio per il 2023 ha previsto un incremento del Fondo sanitario nazionale. In particolare, il comma 535 ha disposto che il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, cui concorre lo Stato, fosse incrementato di 2.150 milioni di euro per l'anno 2023.
Inoltre, per lo stesso anno, l'articolo 8 del decreto-legge n. 34 del 2023, convertito dalla legge 26 maggio 2023, n. 56, ha ulteriormente finanziato per 1 miliardo e 85 milioni di euro il Fondo sanitario nazionale per far fronte alla problematica del dei dispositivi medici: anche questo è un problema ereditato dai Governi precedenti. Per cui, in definitiva, per l'anno 2023 si registra un incremento del Fondo sanitario nazionale di oltre 3 miliardi di euro.
La portata di questi interventi, a cui conto di farne seguire altri nella prossima legge di bilancio, è indicativa dell'interesse che il Governo attribuisce al Sistema sanitario pubblico e universalistico.
Sono consapevole, come Ministro e come medico, che è necessario salvaguardare le funzioni e le prerogative del nostro Sistema sanitario nazionale per corrispondere sempre più in modo tempestivo all'esigenza di tutela della salute pubblica.
Quanto, invece, al tema di aggiornamento e monitoraggio dei LEA, ricordo che, dopo un lungo intervallo di tempo che ha visto la mancanza di iniziative concrete da parte dei precedenti Governi per rendere effettivamente applicabile il DPCM LEA risalente al 2017, nel mese di aprile scorso è stata sancita l'intesa sul decreto Tariffe, connessa all'attuazione dei LEA. Questo decreto è finalmente alla fase finale. In sintesi e solo a titolo di esempio, segnalo alcuni grandi temi attesi dai nostri cittadini: ausili informatici di comunicazione, apparecchi acustici a tecnologia digitale, attrezzature domotiche e sensori di comando, fino ad arti artificiali, tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale. Sono queste solo alcune delle oltre 3.000, tra vecchie e nuove, prestazioni di specialistica ambulatoriale di assistenza protesica contemplate nel nuovo decreto. È in via di definizione il decreto di aggiornamento dei LEA, con relativo finanziamento.
Dato che è citata nell'interrogazione, mi si dia la possibilità di evidenziare che la manifestazione di una sola sigla sindacale si è tenuta dopo un confronto al Ministero con le altre sigle principali, in cui c'è stato ascolto collaborativo per accogliere proposte e percorsi effettivamente realizzabili nel breve, medio e lungo termine.
Intendiamo sostenere ogni azione possibile e verosimile, indirizzata ad una maggiore valorizzazione delle professioni medico-sanitarie e al rafforzamento dell'assistenza universalistica. Spiace, però, notare che il tono dal palco abbia sovrastato il silenzio assordante dei dieci anni pre-pandemia.
PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Quartini ha facoltà di replicare.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Ministro, la sensazione è che la pandemia non vi abbia insegnato proprio niente. Quello che state facendo non corrisponde assolutamente a ciò che dite. Liste d'attesa insopportabili, pronto soccorso congestionati, territorio e ospedali al collasso, il personale carente è allo stremo, al Sud ancora di più; e volete promuovere l'autonomia invece che invertire l'orrore e l'errore della modifica del Titolo V in Costituzione, che ha favorito le gravi disuguaglianze regionali in sanità. Abbiamo 11 milioni di cittadini che non si possono curare o che si impoveriscono per curarsi a causa di queste disuguaglianze e delle liste d'attesa.
Ministro, lei è persona seria, lo dica onestamente che non dispone di risorse, che il suo Ministero è commissariato dal MEF e che il Governo vuole privatizzare la sanità pubblica !
È evidente che i finanziamenti che dite di avere aggiunto in bilancio non coprono nemmeno un decimo degli effetti dell'inflazione e dei costi energetici. Avete ridotto i finanziamenti rispetto al fabbisogno annuale stimato, che avrebbe dovuto prevedere al minimo un 8 per cento del PIL destinato al Fondo sanitario nazionale, con incremento di maggiori costi inflattivi ed energetici. Occorrerebbero almeno 10 miliardi all'anno per i prossimi cinque anni, solo per far pari rispetto ai definanziamenti in atto.
La sanità italiana ha una spesa molto inferiore rispetto ai europei: la metà di ciò che viene speso in Germania, a parità di potere d'acquisto.
Pensi, Presidente, pensi Ministro, che, in realtà, la sanità continua a reggere, per adesso, grazie allo spirito di sacrificio e di abnegazione degli operatori sanitari che sabato - e non solo sabato e non solo una sigla sindacale, ma tutta l'intersindacale medica -, il 15 giugno, erano in piazza, e il Governo li sta colpevolmente ignorando !
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00497 .
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. La CGIL ha promosso una manifestazione il 24 giugno per la difesa e il rilancio del Servizio sanitario, pubblico ed universalistico, ma le cittadine e i cittadini si mobilitano ovunque in Italia, signor Ministro, e questo dimostra quanto il problema, il tema della salute abbia trovato una nuova centralità sociale. Una sanità non può funzionare senza medici e senza infermieri. L'interrogazione è incentrata proprio su questo: cosa intenda fare il Governo per risolvere il problema della carenza del personale medico e infermieristico e cosa intenda fare per fermare la privatizzazione che è in corso, che è in atto, e dare piena attuazione all'articolo 32 della Costituzione, che prevede un Servizio sanitario, pubblico ed universalistico.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, professor Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Signor Presidente, onorevole interrogante, anche questa interrogazione propone il tema delle liste d'attesa, della tenuta del Servizio sanitario nazionale, della carenza del personale sanitario, dell'effettiva erogazione e dell'aggiornamento dei LEA, temi su cui ho già riferito, pertanto su alcuni di questi rinvio ai chiarimenti già resi in precedenza. Colgo, però, l'occasione per segnalare che, con riguardo alla carenza del personale infermieristico, il problema non è solo nazionale, assume carattere europeo ed extraeuropeo e, per tale ulteriore criticità, che ho ereditato dal passato, sto tentando di porre rimedio, anche ricorrendo a misure di reclutamento straordinario, di cui dirò anche alla fine di questa risposta. Colgo l'occasione di questo per affrontare anche il tema della remunerazione del personale sanitario. Con riferimento all'adeguamento degli stipendi del personale medico e sanitario alla media europea, sebbene siano in corso tutte le iniziative necessarie per reperire all'interno del sistema le risorse necessarie per garantire ai professionisti sanitari il giusto riconoscimento economico per l'attività svolta, devo evidenziare come spesso la determinazione del rispetto alla media europea vada interpretata con cautela, in quanto si tratta di un tema che deve tener conto di diversi fattori: la diversa articolazione dei servizi sanitari nazionali, ma anche il potere di acquisto di ogni moneta e le voci che compongono il salario di ogni professionista, che sono diverse da Nazione a Nazione. Per effettuare questo tipo di confronti, l'OCSE ha messo a punto un indicatore che cerca di standardizzare le differenze. Questa Organizzazione, infatti, fornisce a livello globale un rapporto tra i salari medi dei medici impiegati nel settore pubblico e il salario medio del Paese, e lo stesso rapporto può essere calcolato per gli infermieri. Da ultimo, tornando proprio sul tema della carenza del personale sanitario, faccio presente che, con l'obiettivo di potenziare gli organici delle strutture del sistema sanitario nazionale e, pertanto, di migliorare le condizioni di lavoro dei professionisti, come ho già riferito all'inizio della risposta, nelle more del completamento della formazione da parte dei professionisti sanitari del percorso formativo previsto, con particolare riguardo agli infermieri, ribadisco che sono in corso iniziative volte ad attrarre anche i professionisti di altri Paesi con una formazione assimilabile a quella del personale italiano.
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di replicare.
LUANA ZANELLA(AVS). Gentile signor Ministro, non posso dichiararmi soddisfatta della sua risposta, ma, se le nostre parole non la convincono, io le chiedo di leggersi il bell'articolo che è stato pubblicato ieri su a firma di Paolo Rumiz, che raccontava, narrava la sua esperienza in pronto soccorso a Trieste. In ospedale descrive la sanità da un altro posizionamento, quello orizzontale, posizione nella barella a cui potremmo tutti e tutte noi accedere in ogni momento della nostra vita. Paolo Rumiz descrive le ore di attesa, l'affaccendarsi e l'affanno di medici e infermieri che, pur nello stress, comunque dedicano attenzione, esprimono vicinanza ai pazienti. Tuttavia, descrive una sanità in crisi conclamata, nel momento del fabbisogno di ognuno di noi, di ognuna di noi, invece di sentirsi vicino e vicina allo Stato e a chi ha in mano il potere di dare risposte decisive per la vita di tutti noi. Oggi, riporta un altro dato importante. A Terni, ci sono 110.000 abitanti e una sola ambulanza e, poi, parliamo di ospedali di prossimità: 100.000 abitanti, 20 posti letto, non abbiamo neanche un'ambulanza, però, al presente. La diminuzione fino al 6,2 per cento del PIL, prevista per il 2024, per la salute non ci fa ben sperare. Ricordo, comunque, che, nel 2020, eravamo arrivati - lei lo sa benissimo, Ministro - al 7,3. Quindi io ritengo, noi riteniamo che, quanto meno, gli impegni che il Governo ha assunto anche l'8 marzo, in sede di risposta ad una nostra risoluzione, dovrebbero essere esauditi, almeno il mantenimento degli impegni: quindi, finanziare il Fondo sanitario, garantire i livelli essenziali di assistenza, aggiornamento sì, ma anche accesso e trasparenza per capire come sono avvenuti e come sono stati realizzati questi aggiornamenti, che io credo debbano essere sempre più frequenti .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,20.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 75, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1238: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro.
Ricordo che, nella seduta di ieri, è stata approvata la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Ricordo che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 21 giugno, nella seduta odierna avrà luogo l'esame degli ordini del giorno per le fasi dell'illustrazione, dell'espressione del parere da parte del Governo e delle votazioni.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, deputata Maria Teresa Bellucci, ad esprimere il relativo parere.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Chiediamo una sospensione per un'ora.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, un'ora, ho capito bene, signora Vice Ministra? Quindi, la richiesta è di riprendere alle ore 17,20. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Signor Presidente, capiamo, evidentemente, anche per la mole degli ordini del giorno, che ci sia stata necessità per il Governo di esaminare i pareri, però, francamente, segnalo che un'ora significa mettere in crisi tutta l'architettura che portava, domani, come deciso dalla capigruppo, a un'ipotesi di anticipo della discussione e del voto sulle missioni internazionali, in modo tale da terminare alle 18,30.
Chiediamo che almeno non si vada oltre quest'ora, cioè che tra un'ora non si dica che non si è ancora in tempo, tenuto conto - lo dico al Governo - che, ovviamente, oggi pomeriggio non finiremo tutti gli ordini del giorno, perché è prevista anche tutta la seduta di domani mattina.
PRESIDENTE. Signora Vice Ministra, lei conferma un'ora?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Si, vi confermo un'ora.
PRESIDENTE. Va bene, allora, sospendo la seduta, che riprenderà alle 17,20.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1238.
PRESIDENTE. Invito la Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, deputata Maria Teresa Bellucci, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno. Signor Vice Ministro, se lei è d'accordo, posso anche indicarle i numeri degli ordini del giorno e lei mi dice il parere, così siamo più spediti.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Ordine del giorno n. 9/1238/1 Magi, parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/1238/2 Della Vedova, accolto come raccomandazione, tenuto conto che la direttiva è stata già inserita nell'Allegato A del disegno di legge di delegazione europea 2022-2023, approvato dal Consiglio dei ministri del 15 giugno 2023.
Ordine del giorno n. 9/1238/3 Stumpo, accolto come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/1238/4 Girelli, parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/1238/5 Malavasi, accolto come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/1238/6 Laus, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di avviare un confronto con le parti sociali al fine di definire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure di sostegno del aziendale, in linea con i tempi, e che non ingenerino ingiustificate discriminazioni tra categorie di lavoratori”. Ordine del giorno n. 9/1238/7 Sarracino, accolto come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/1238/8 Scotto, parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/1238/9 Guerra, accolto come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/1238/10 Gribaudo, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/11 Fossi, vi è la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di introdurre” ed espungendo le parole: “già a partire dal prossimo provvedimento utile”, continuando con le parole: “ulteriori norme atte a disincentivare la delocalizzazione delle imprese ed in particolar modo (…)”, proseguendo come previsto prima.
PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole, previa riformulazione,
MARIA TERESA BELLUCCI,. Sì, esatto, parere favorevole, previa riformulazione, inserendo “a valutare l'opportunità di” e poi espungendo le parole lette poc'anzi.
PRESIDENTE. Va bene. Le chiedo la cortesia, per comodità operativa, di esprimere all'inizio il parere, così siamo più veloci.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Ordine del giorno n. 9/1238/12 Marino, favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo, tenuto conto di quanto illustrato in premessa in merito alle condizioni del mercato del lavoro italiano”, introducendo qui le parole: “ferme restando le prerogative del Parlamento, a valutare l'opportunità di adoperarsi (…)” e poi di seguito come era stato proposto.
Ordine del giorno n. 9/1238/13 Manzi, accolto come raccomandazione.
L'ordine del giorno n. 9/1238/14 Orfini è accolto come raccomandazione
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/15 Berruto il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/16 Andrea Rossi il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/1238/17 Zingaretti è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/18 Volpi vi è parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/1238/19 Orlando, parere contrario, come sull'ordine del giorno n. 9/1238/20 Soumahoro e sull'ordine del giorno n. 9/1238/21 Furfaro.
L'ordine del giorno n. 9/1238/22 Vaccari è accolto come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1238/23 Curti il parere contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1238/24 Casu è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/25 Ghio il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di rivedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la disciplina dell'uscita pensionistica della cosiddetta Opzione donna”.
Anche sull'ordine del giorno n. 9/1238/26 Roggiani il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure a sostegno dei rapporti di lavoro per gli addetti ai servizi domestici e all'assistenza personale o familiare.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/27 Toni Ricciardi il parere è contrario.
Gli ordini del giorno n. 9/1238/28 Morassut e n. 9/1238/29 Forattini sono accolti come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/30 Madia il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1238/31 Lai è accolto come raccomandazione.
L'ordine del giorno n. 9/1238/32 Graziano è accolto come raccomandazione, se riformulato: “fatte salve le competenze regionali”.
L'ordine del giorno n. 9/1238/33 Amendola è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione: “fatte salve le competenze regionali”.
L'ordine del giorno n. 9/1238/34 D'Alfonso è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione: “fatte salve le competenze degli enti territoriali e i vincoli di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/1238/35 Scarpa è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione: “fatte salve le competenze degli enti territoriali e i vincoli di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/1238/36 Di Biase è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione: “fatte salve le competenze degli enti territoriali e i vincoli di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/1238/37 Lacarra, n. 9/1238/38 Iacono e n. 9/1238/39 Barbagallo il parere è contrario.
Gli ordini del giorno n. 9/1238/40 Porta, n. 9/1238/41 Di Sanzo, n. 9/1238/42 Stefanazzi e n. 9/1238/43 Boldrini sono accolti come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/44 Care' il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1238/45 Mauri è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/46 Bakkali il parere è contrario.
Il parere del Governo è altresì contrario sugli ordini del giorno n. 9/1238/47 Gianassi, n. 9/1238/48 Fornaro e n. 9/1238/49 Quartapelle Procopio. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/50 Cangiano il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1238/51 Battistoni è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/52 Gubitosa il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1238/53 Lomuti è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/54 Auriemma il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/55 Alfonso Colucci il parere è favorevole con questa riformulazione: “proseguire nel monitoraggio delle risorse europee, nel rispetto della normativa vigente”. L'ordine del giorno n. 9/1238/56 Penza è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/57 Riccardo Ricciardi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/58 Fenu il parere è favorevole, con la seguente riformulazione degli impegni: “a valutare l'opportunità di estendere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, il beneficio fiscale di cui in premessa anche ai lavoratori privi di figli a carico, al fine di garantire l'equità di accesso alla misura e l'offerta dei benefici alla genitorialità dei dipendenti; a valutare l'opportunità di riordinare la disciplina dei al fine di semplificare l'erogazione dei benefici; a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere un graduale incremento del limite di esenzione fino a stabilizzare, a regime, l'attuale valore di 3.000 euro annui, con l'obiettivo di incentivare il aziendale da parte dei datori di lavoro e ridurre la pressione fiscale sui lavoratori attraverso l'introduzione di soglie decrescenti all'aumentare del reddito; a valutare l'opportunità di assumere iniziative, anche normative, finalizzate all'introduzione dei necessari correttivi al criterio di determinazione forfettaria del reddito in caso di concessione di finanziamenti a tasso fisso ai dipendenti in conseguenza dell'aumento del tasso ufficiale di riferimento della BCE”. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/59 Alifano il parere è favorevole, con la seguente riformulazione degli impegni: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte al riordino della disciplina della detrazione sull'affitto”.
L'ordine del giorno n. 9/1238/60 Lovecchio è accolto come raccomandazione. Anche l'ordine del giorno n. 9/1238/61 Raffa è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/62 Baldino il parere è contrario, cosi come sugli ordini del giorno n. 9/1238/63 Silvestri e n. 9/1238/64 Caramiello. L'ordine del giorno n. 9/1238/65 Sergio Costa è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/66 Pellegrini il parere è contrario, così come sull'ordine del giorno n. 9/1238/67 Todde. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/68 Appendino il parere è favorevole, con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di rivedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la disciplina dell'uscita pensionistica della cosiddetta Opzione donna”. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/69 Cappelletti il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “proseguire nel sostegno ai soggetti vulnerabili, affiancando alle misure già vigenti come il sociale elettrico e del gas, l'adozione di politiche volte al superamento della povertà energetica e che garantiscano la più ampia partecipazione degli stessi ad iniziative ad elevato impatto sociale”. L'ordine del giorno n. 9/1238/70 Pavanelli è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/71 Morfino il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di rivedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la disciplina dell'uscita pensionistica della cosiddetta opzione donna. Gli ordini del giorno n. 9/1238/72 Ilaria Fontana e n. 9/1238/73 Santillo sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/74 L'Abbate il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno, sostituendo le parole: “ad adottare, con sollecitudine, un provvedimento volto a rendere strutturale” con le seguenti: “a valutare la possibilità, nell'ambito di una complessa revisione dell'istituto del lavoro agile, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e nel rispetto del principio dell'inclusione lavorativa delle persone con disabilità, di adottare iniziative volte a disciplinare”.
Ordine del giorno n. 9/1238/75 D'Orso parere contrario, n. 9/1238/76 Cafiero De Raho accolto come raccomandazione, n. 9/1238/77 Giuliano parere contrario. Gli ordini del giorno n. 9/1238/78 Ascari, n. 9/1238/79 Bruno e n. 9/1238/80 Scerra sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/81 Scutellà il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare tutte le iniziative, anche normative, finalizzate alla riduzione del , comprese quelle mirate alla trasparenza salariale”. Gli ordini del giorno n. 9/1238/82 Cherchi e n. 9/1238/83 Amato sono accolti come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1238/84 Caso accolto come raccomandazione, ma con la seguente riformulazione: “nei limiti delle risorse disponibili”. Ordine del giorno n. 9/1238/85 Cantone accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/1238/86 Traversi, n. 9/1238/87 Fede, n. 9/1238/88 Iaria, n. 9/1238/89 Carotenuto e n. 9/1238/90 Aiello il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1238/91 Barzotti è accolto come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1238/92 Torto il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1238/93 Orrico è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/1238/94 Tucci e n. 9/1238/95 Donno il parere è contrario. Gli ordini del giorno n. 9/1238/96 Carmina e n. 9/1238/97 Dell'Olio sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/98 Onori il parere è contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/1238/99 Di Lauro è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/1238/100 Marianna Ricciardi è accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione: “fatte salve le competenze regionali”. Ordine del giorno n. 9/1238/101 Quartini parere favorevole con la seguente riformulazione, premettendo quindi nell'impegno le parole: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/1238/102 Sportiello accolto come raccomandazione, n. 9/1238/103 Pastorino accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione: “nei limiti delle risorse disponibili”. Gli ordini del giorno n. 9/1238/104 Zanella e n. 9/1238/105 Bonelli sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/106 Borrelli il primo impegno è accolto come raccomandazione, mentre sul secondo impegno il parere è contrario, perché già previsto.
Sugli ordini del giorno n. 9/1238/107 Mari, n. 9/1238/108 Zaratti, n. 9/1238/109 Dori, n. 9/1238/110 Fratoianni, n. 9/1238/111 Piccolotti e n. 9/1238/112 Evi il parere è contrario.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1238/113 Ghirra sono accolti come raccomandazione il primo e il secondo impegno, mentre il parere è contrario sul terzo impegno. L'ordine del giorno n. 9/1238/114 Grimaldi è accolto come raccomandazione.
L'ordine del giorno n. 9/1238/115 Trancassini è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare di inserire le professioni di cuoco e di cameriere tra i lavori usuranti riconosciuti anche al fine di favorire l'accesso anticipato al trattamento pensionistico”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/116 Zucconi il parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/117 Coppo il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1238/118 Gadda è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/119 Del Barba il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/1238/120 Bonetti è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Partiamo dall'ordine del giorno n. 9/1238/1 Magi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Voglio intervenire perché davvero è incomprensibile un parere contrario così netto, che ha tutto il sapore di un atteggiamento antimodernista e un po' retrogrado del Governo sulla materia dello . Quello che chiede quest'ordine del giorno è che ci si avvii verso l'adozione di una disciplina organica sulla materia del lavoro agile che riconosca un diritto al lavoro agile per i lavoratori, laddove questo sia compatibile con le mansioni lavorative che essi svolgono. Ovviamente, questo diritto poi è da incorporare e dettagliare nei contratti collettivi nazionali delle diverse categorie. Quindi, non so se la Vice Ministra, che ora vedo distratta…
PRESIDENTE. Vice Ministra, la prego.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Il mio era un invito alla Vice Ministra a comprendere il perché di un parere contrario così netto, dal momento che quest'ordine del giorno chiede al Governo di superare la modalità emergenziale, quindi le continue proroghe sulla questione del lavoro agile, esclusivamente per alcune categorie di lavoratori, i lavoratori fragili o i lavoratori che hanno figli sotto i 14 anni, come si prevede in questo decreto, per andare verso una disciplina più organica, che lo riconosca - questo ovviamente come orizzonte, come indirizzo politico - come diritto del lavoratore, qualora questo sia compatibile con le mansioni lavorative, da incorporare nei contratti collettivi delle varie categorie.
È un atteggiamento retrogrado, ripeto, e antimodernista del Governo, che noi non accettiamo. Quindi, chiediamo di metterlo ai voti e chiediamo all'Aula di votare favorevolmente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/1 Magi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/2 Della Vedova è accolto come raccomandazione: accetta. L'ordine del giorno n. 9/1238/3 Stumpo è accolto come raccomandazione: accetta.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/4 Girelli il parere è contrario. Onorevole Girelli, lo vuole porre in votazione? Bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/4 Girelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/5 Malavasi è accolto come raccomandazione. Deputata Malavasi? Va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/6 Laus il parere è favorevole, con riformulazione. Onorevole Laus? Accetta.
L'ordine del giorno n. 9/1238/7 Sarracino è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarracino. Ne ha facoltà.
MARCO SARRACINO(PD-IDP). Presidente, non posso accettare questa raccomandazione, perché, come abbiamo detto in discussione generale, riteniamo che questo decreto sia, forse, quello tra i più identitari del Governo, perché emerge con nettezza, da parte del Governo, l'idea di una società in cui vi è un aumento esponenziale delle diseguaglianze, delle ingiustizie, con una compressione dei diritti dei lavoratori. Questa è l'idea d'Italia che si sta affermando con questo decreto e noi francamente lo troviamo incomprensibile, specie se riflettiamo su alcuni dati, che sono fatti, e non frutto della fantasia delle opposizioni, dei gufi o di qualcos'altro. I 4 milioni di lavoratori che sono sotto la soglia di povertà sono reali, come quel 22 per cento di disoccupazione giovanile o quei numeri sulla povertà che ha raggiunto soglie non più accettabili dal punto di vista etico, per quel che ci riguarda.
Ecco, nonostante questo, nonostante questi fatti, mettiamo in fila quello che si sta per stabilire: si sta smontando l'unico strumento di protezione sociale e di lotta alla povertà, diminuendo le risorse del 28 per cento per combattere questo disagio; il 42 per cento in meno delle famiglie, che necessitano di questo tipo di supporto, sarà appunto privato di questo tipo di strategia e di supporto; vi scagliate contro i più deboli con una furia ideologica tale da far sentire quelle persone colpevoli del loro stato. Ma che colpa hanno i poveri se sono tali? Li si sta umiliando, passando dalla lotta alla povertà alla lotta ai poveri.
Allora, questa stessa furia ideologica vi spinge, inoltre, ad essere contrari al salario minimo, da un lato, e ad aumentare la precarietà con i contratti a termine con questa straordinaria idea della contrattazione tra le parti, una formula che vedrà necessariamente, Presidente, un indebolimento della capacità contrattuale del lavoratore rispetto al suo datore di lavoro. Ma siccome questa storia della precarietà, in realtà, sembra piacere a qualcuno, voi vi presentate, aumentando i da 10.000 a 15.000 euro, dopo che erano stati già aumentati a 10.000 euro, appunto, nella legge di bilancio.
Allora, a proposito di diritti che vengono compressi, spiegateci le motivazioni per cui viene impedito ai lavoratori delle piattaforme di accedere all'algoritmo che regola la propria giornata di lavoro. Non c'è un motivo; vorremmo davvero conoscerlo. Infine, arriviamo a un altro tema, quello del cuneo fiscale. Noi riteniamo che tagliare il cuneo sia utile, ma non per qualche mese. Il PD vi ha posto il tema di renderlo strutturale, chiedendo una riflessione generale su come far crescere i salari nel loro complesso, perché per noi aumentare i salari è la principale emergenza che c'è nel Paese.
Ora - ed è il motivo dell'ordine del giorno - prendiamo tutte queste cose, caliamole nella realtà e vediamone gli effetti. Gli effetti sono pesantissimi e lo sono ancor di più se prendiamo queste cose e le caliamo in una parte particolare del Paese, il Mezzogiorno, dove le condizioni sociali sono purtroppo estremamente delicate e complesse e richiedono uno sforzo maggiore del Governo e non un disimpegno.
Voi, invece, con questo decreto, ancora una volta dimostrate di essere contro il Sud. Infatti, se sommiamo gli effetti di questo decreto all'autonomia differenziata, che spacca l'Italia, e le incertezze che ci sono sul PNRR, il risultato è che viene messa in discussione la coesione sociale e territoriale del nostro Paese.
Allora, Presidente, con quest'ordine del giorno, alla luce delle preoccupazioni soprattutto per gli effetti che si avranno nel Mezzogiorno, chiedevamo semplicemente di coinvolgere le parti sociali in maniera seria, e non sempre a giochi fatti, per definire insieme una strategia di rilancio per una buona e stabile occupazione. Questo era il motivo dell'ordine del giorno. Non può esserci una raccomandazione su una cosa del genere: o si è favorevoli al coinvolgimento delle parti sociali o si è contrari . Con questo “no”, in realtà, confermate che pensate che una vita precaria sia una vita giusta, che un giovane di trent'anni, in fondo, possa avere un salario medio di 850 euro al mese, che, alla fine, la nostra pubblica amministrazione sia un costo e non un'opportunità, che la precarietà non sia uno dei drammi del nostro tempo e che il Sud possa restare indietro. Questo è il risultato.
Ebbene, non lo pensiamo, noi questo non lo pensiamo e combatteremo con tutte le nostre forze questa idea ingiusta e sbagliata che avete del nostro Paese .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/7 Sarracino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1238/8 Scotto, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Signor Presidente, il Governo ha bocciato un ordine del giorno che chiede una cosa semplice: il rinnovo dei contratti collettivi nazionali, dopo che è venuto a farci la lezioncina, nel corso degli ultimi mesi, sul salario minimo, sostenendo che il salario minimo non bisognava farlo perché occorreva investire sulla contrattazione collettiva nazionale.
In quest'ordine del giorno c'è scritta una cosa molto semplice, ossia che 6,8 milioni di lavoratrici e di lavoratori aspettano il contratto, 955 contratti, secondo il CNEL, dal 2022. Occorrerebbe spingere, perché questi rinnovi accadano, anche attraverso meccanismi di premialità, se i rinnovi sono fatti in maniera repentina, o anche di penalizzazioni, se si spinge troppo oltre.
D'altra parte, c'è un contratto molto importante, quello del pubblico impiego, che, ancora una volta, è stato rimandato alle calende greche, anche da questo Governo.
Dunque, chiedo di cambiare il parere, perché il Governo della Repubblica italiana sta dicendo ai lavoratori e alle lavoratrici italiane che, ancora una volta, dovranno aspettare altri mesi per il rinnovo del contratto .
PRESIDENTE. Vice Ministra, l'onorevole Scotto chiede un ripensamento. Il Governo che cosa risponde?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Confermiamo il parere contrario, in quanto si entra nel merito dell'autonomia contrattuale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/8 Scotto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/9 Guerra è accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Voglio dire che sono favorevolmente colpita dal fatto che il Governo faccia quest'apertura sul salario minimo. Quindi, accetto la raccomandazione.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/10 Gribaudo c'è il parere favorevole del Governo. Onorevole Scotto, lei chiede che l'ordine del giorno n. 9/1238/10 Gribaudo sia posto in votazione?
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Chiedo la votazione, ma vorrei anche fare un breve intervento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Voglio ringraziare il Governo perché ha dato l'ok a quest'ordine del giorno. Chiedo l'approvazione di quest'ordine del giorno, perché da un'inchiesta di sono emersi alcuni fatti, che dovrebbero essere confermati, relativi all'azienda Visibilia Editore, controllata per il 48,8 per cento dalla Ministra Santanche', vicende confermate anche da diverse inchieste della Consob, così com'è scritto e citato nell'ordine del giorno. Da questa inchiesta, come lei ben sa, signor Presidente, e come sa benissimo la Vice Ministra, ci sarebbero prove concrete che la cassa integrazione straordinaria da COVID è stata usata impropriamente dalla proprietà, con lavoratori in cassa integrazione a zero ore, che, però, sono stati al lavoro. Dunque, ci troveremmo di fronte a una frode. Nell'ordine del giorno, chiediamo di aumentare i controlli, di sanzionare e recuperare quelle risorse e, ovviamente, di intervenire su chi ha commesso questi illeciti.
Dunque, se è chiaro a tutti cosa stiamo votando in questo momento, il giorno dopo che quelle accuse dovessero corrispondere a verità, la Ministra Santanche' dovrebbe dimettersi . Dunque, ringrazio il Governo per aver annunciato che la Ministra Santanche' si dimetterà .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/10 Gribaudo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/11 Fossi il parere è favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e chiedo di mettere al voto quest'ordine del giorno, che tratta un tema molto importante che è legato a doppio filo alla salvaguardia dell'occupazione nel nostro Paese. Infatti, quella delle delocalizzazioni selvagge e unilaterali è una delle maggiori problematiche che attanaglia molti Paesi del nostro continente, compreso il nostro.
Tra le imprese con più di 250 lavoratori, il 14,6 per cento ha scelto di delocalizzare e questo lo dice il rapporto sulle imprese dell'Istat del 2021. Le delocalizzazioni hanno portato a licenziamenti immediati, unilaterali e lesivi dei diritti dei lavoratori. Ci sono tanti esempi nel nostro Paese e il Partito Democratico, nella legislatura scorsa, ha introdotto norme specifiche per evitare questi processi, norme che, però, vanno riprese, ampliate e integrate.
È opportuno impedire alle imprese che cessano definitivamente l'attività produttiva o a una parte significativa di essa di procedere a delocalizzare, impedendo la possibilità di procedere alla rimozione dei macchinari e dei materiali fino alla completa restituzione degli incentivi pubblici ricevuti. In quest'ordine del giorno si parla di questo e di molte altre cose. D'altronde, esponenti dell'attuale maggioranza più volte negli anni passati si sono espressi contro questi processi. Noi accogliamo la riformulazione, richiamando, così come richiameremo nei prossimi passaggi, la maggioranza e la minoranza a tenere fede all'impegno che, con quest'ordine del giorno, viene preso. Quindi, accettiamo la riformulazione e chiediamo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/11 Fossi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/12 Marino il parere è favorevole con riformulazione.
Accetta la riformulazione, onorevole Marino?
MARIA STEFANIA MARINO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, sono favorevole alla riformulazione. Chiedo, naturalmente, anche di votare l'ordine del giorno. Voglio peraltro illustrare la motivazione e l'importanza di quest'ordine del giorno, che non è stato cestinato come normalmente ci ha abituato il Governo.
L'Italia è l'ultimo Paese in Europa per occupazione femminile, che è pari solo al 51,1 per cento e che risulta inferiore di oltre 18 punti percentuale rispetto agli uomini. Nella fascia tra i 15 e i 64 anni le lavoratrici italiane percepiscono mediamente retribuzioni più bassa dell'11 per cento rispetto ai colleghi uomini, un dato che risulta ancora più ampio all'ingresso nel mercato del lavoro, con il 16 per cento tra i diplomati e il 13 per cento tra i laureati.
Peraltro, ci troviamo ad affrontare un enorme problema culturale, dove grava sulla donna tutto il peso e la responsabilità degli obblighi assistenziali e familiari, un problema intuibile che si è posto con evidenza dai dati Istat divulgati durante la pandemia, momento in cui i dati sono riusciti finalmente a fotografare una situazione illuminante ed estremamente preoccupante allo stesso tempo. Il 60 per cento dei disoccupati era ed è donna. Tale contesto si aggrava ancora di più se si esaminano i dati sulla situazione lavorativa delle donne con i figli, dati che non starò qui a citare per questioni di tempo, ma che sono ampiamente analizzati nell'ordine del giorno di cui sono firmataria e che risultano ancora più impressionanti di quelli letti finora.
Le circostanze appena citate, peraltro, risultano estremamente svantaggiose non solo per le donne italiane, ma anche per l'intero tessuto economico e sociale, che si vede depredato di menti e braccia essenziali al corretto funzionamento di un'economia avanzata e sostenibile che una democrazia matura e attenta dovrebbe avere.
Non sarò io, o nessun altro dei miei colleghi, a dire che finora non è stato fatto nulla per affrontare e risolvere questo problema. Gli interventi ci sono stati, sono stati molti e alcuni di essi si sono rivelati estremamente efficaci nella lotta alla differenza di genere in ambito lavorativo. Io stessa me ne sono fatta fiera promotrice nel poco tempo in cui ho avuto l'onere di sedere in questi banchi. Una volta introdotti questi interventi sporadici e molto eterogenei, è adesso necessario, però, che si imbocchi la strada dell'omogeneità dei provvedimenti, della continuità delle politiche e della sistematicità degli interventi. In assenza, quindi, di un sistema compiuto e omogeneo di incentivi culturali, normativi ed economici, chiedere alla società di cambiare sarebbe stucchevole ed è enormemente ipocrita da parte nostra.
Caro Presidente, ora bisogna passare ai fatti. Non basta venire in Aula e urlare come se fossimo in campagna elettorale. Bisogna fare fatti, affinché si possa ribaltare la situazione che c'è al momento per le donne.
Concludendo, l'impegno che chiediamo al Governo va esattamente in questa direzione. Chiediamo di adoperarsi per l'approvazione di una legge annuale per la parità di genere, con l'obiettivo di valorizzare il ruolo delle donne nella società e nelle istituzioni, con particolare riferimento alla condizione lavorativa. Abbiamo già presentato una proposta di legge in questo senso, proposta che concretamente si ripropone di attivare un'apposita sessione parlamentare dedicata al perseguimento e all'adozione dei migliori standard di parità di genere, al fine unico di aggiungere un tassello che ci aiuti a superare definitivamente le inaccettabili differenze di genere che paralizzano il nostro Paese e il suo pieno sviluppo sociale ed economico.
Io e i colleghi cofirmatari di quest'ordine del giorno ci auguriamo che riusciate ad essere tanto intellettuali e onesti da captare la necessità di approvazione completa di quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/12 Marino, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
L'ordine del giorno n. 9/1238/13 Manzi è accolto come raccomandazione: l'onorevole Manzi la accetta.
L'ordine del giorno n. 9/1238/14 Orfini è accolto come raccomandazione: l'onorevole Orfini la accetta.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/15 Berruto il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al Governo, chiedendo per una volta di uscire da questa contraddizione. Avete sventolato, soprattutto in campagna elettorale - e la sventolate ancora - la bandiera dello sport, come se questa fosse una vostra grande battaglia. Impariamo dall'Islanda, diceva Giorgia Meloni. Sì, sono d'accordo, impariamo dall'Islanda, dove gli allenatori sono trattati come lavoratori veri, professionisti a tutti gli effetti, con formazione, retribuzione e aspetti previdenziali come tutti i lavoratori veri. E in effetti, ancora tre giorni e poi, il 1° luglio, dopo 77 anni di storia della Repubblica, centinaia di migliaia di fantasmi prenderanno forma. Mi riferisco a oltre 500.000 lavoratrici e lavoratori del mondo dello sport che diventeranno in effetti uomini e donne in carne ed ossa, finalmente con qualche tutela, finalmente con qualche diritto, soprattutto con la legittima ambizione a vedere riconosciuto il loro ruolo di persone che hanno dedicato e dedicano la loro vita a un lavoro, ovvero tenere in vita quell'attività sportiva che, prestissimo, quest'Aula introdurrà nella nostra Costituzione, riconoscendone il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico: valori altissimi, diritti e doveri che costituiscono il fondamento del nostro patto sociale. Ma oltre ai valori educativi e sociali, i lavoratori e le lavoratrici del mondo dello sport assicurano anche un valore economico misurabile, come la letteratura scientifica dimostra, in termini di risparmio generato al Sistema sanitario nazionale. Il 1° luglio, finalmente, succederà: più di 500.000 uomini e donne potranno chiamarsi lavoratori.
E, tuttavia, mi rivolgo, per suo tramite, Presidente, ai colleghi della maggioranza: non provateci, non provate a intestarvi, fra tre giorni, questo passo in avanti di civiltà, perché, colleghi che sedete nell'ala destra di quest'Aula, voi siete e rimarrete i paladini del precariato, i difensori del lavoro povero, i Robin Hood al contrario, che hanno necessità degli ultimi e dei fragili per garantire un ulteriore vantaggio a chi ha di più: più denaro, più diritti, più privilegi. Lo dimostrate con questo decreto.
La cosa interessante è che ne siete orgogliosi. Noi, questo primato, ve lo lasciamo volentieri. Sia chiaro, però, che questa riforma ha iniziato il suo lungo iter più di quattro anni fa, ha navigato in mezzo a mille trappole, a mille tentativi di depotenziarla, a mille manine che hanno tentato di azzerarla, a , emendamenti dell'ultima ora, rinvii notturni. Se c'è una forza politica che ha sempre e incessantemente difeso questa riforma e che ha lavorato senza chiacchiere, ascoltando tutte le parti in causa, perché fosse giusta e sostenibile per il mondo dello sport, riconoscendo quei diritti irrinunciabili dei lavoratori e cercando soluzioni per la sostenibilità economica per le società sportive, questo partito è stato il Partito Democratico. E continueremo a farlo, naturalmente dal nostro ruolo attuale di forza di opposizione. Lo faremo senza retrocedere di un centimetro rispetto alla tutela di quegli uomini e quelle donne che, dal 1° luglio, saranno riconosciuti dal mondo del lavoro, ma anche stimolando continuamente a trovare soluzioni, affinché l'impatto di questo costo del lavoro sia contenuto nei confronti delle società sportive, soprattutto di quelle piccole, che davvero lavorano per l'educazione, per l'inclusione e per il benessere psicofisico.
Ecco allora il senso di quest'ordine del giorno. Infatti, dai dati forniti da Sport e Salute, l'82 per cento delle persone che hanno un rapporto economico con una società sportiva, vede quel rapporto essere inferiore ai 5.000 euro annui. Al netto di alcune - chiamiamole così - distorsioni, quei rapporti sono con persone che sono i veri volontari, non sono persone che ricevono rimborsi spese per i servizi che generosamente offrono, magari per accompagnare i propri figli all'attività sportiva, oppure sono collaboratori occasionali. Con quest'ordine del giorno noi chiediamo al Governo un impegno preciso, cioè quello di eliminare l'impatto dell'INAIL nei confronti di coloro che percepiscono meno di questi 5.000 euro annui. E vi spieghiamo il motivo: tre ragioni. La prima ragione è che ogni tesserato per la società sportiva, affiliata a una federazione o a un ente di promozione sportiva, ha già una copertura assicurativa obbligatoria. La copertura INAIL, in particolare per questi rapporti economici, diventa davvero una sorta di doppia tassazione. La seconda ragione è una riflessione, che invitiamo a fare, che non riguarda solo l'impegno che chiediamo, ma si allarga all'impatto economico dell'INAIL nei rapporti di lavoro retribuiti in maniera anche superiore ai 5.000 euro annui, ricordando al Governo che le singole discipline sportive hanno grandi differenze di rischio e sinistrosità, che vanno affrontate dal punto di vista assicurativo in maniera specifica e non generica. La terza ragione è che la nostra richiesta, ossia eliminare l'INAIL per quella tipologia di percettori, non impatta sulle finanze dello Stato, perché a tutt'oggi queste persone non sono e non sono mai state sottoposte a versamento INAIL. La voce di bilancio in entrata era zero e zero deve restare, perché, in caso contrario, a pensar male, sembrerebbe che questo Governo desideri far cassa a scapito delle piccole società sportive, costringendole a spese non necessarie. In sostanza, e chiudo, abbiamo chiesto un impegno al Governo affinché il 1° luglio questa riforma parta nel modo giusto, riconoscendo un sacrosanto diritto al lavoro sportivo, ma anche che questa riforma possa essere accolta dalle società sportive non come un'azione penalizzante nei loro confronti dal punto di vista economico-burocratico, ma come una riforma a favore di tutto il mondo dello sport, capace di segnare un cambio culturale. Se voterete “no”, perderete un'altra occasione e, soprattutto, continuerete a sguazzare nella contraddizione che vi caratterizza e che spiegheremo, naturalmente, a quelle piccole società sportive che state per mettere in ginocchio .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/15 Berruto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/16 Andrea Rossi, il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1238/17 Zingaretti è accolto come raccomandazione: la accetta. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/18 Volpi, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/19 Orlando, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Di solito questi interventi sugli ordini del giorno si aprono con un rituale, nel quale si dice: sono sorpreso, stupefatto, esterrefatto. No, in questo caso non sono sorpreso, perché la norma su cui interviene l'ordine del giorno è una norma qualificante di questo decreto ed è, a mio avviso, quella strategicamente più proterva, è il strategicamente più grave nei confronti dei diritti dei lavoratori. Infatti, voi, con il decreto, cancellate una norma che prevedeva semplicemente che tutti i lavoratori, sia quelli il cui lavoro è disciplinato da un contratto, sia quelli il cui lavoro è disciplinato da un algoritmo, avessero il diritto di accedere e conoscere le regole che presidiavano il funzionamento del loro lavoro. Voi avete deciso, con questo decreto, che, invece, una parte di questi lavoratori non ha più diritto di conoscere quali sono le regole che definiscono la loro giornata di lavoro, cioè i compensi, gli orari, i turni, le valutazioni sulla loro attività. Con i voi colpite un pezzo del mondo del lavoro, con i contratti a tempo determinato colpite un altro pezzo del mondo del lavoro, ma con la cancellazione di questo diritto alla conoscenza delle regole, voi state colpendo in prospettiva tutti i lavoratori. Infatti, già nel corso della pandemia, i lavoratori intermediati da piattaforme sono raddoppiati. E non sono soltanto, come comunemente si dice, i sono professionisti, sono artigiani, sono e, in prospettiva, saranno probabilmente giornalisti, operai, interpreti, insegnanti. Tutti questi lavoratori non avranno più diritto, dopo questo intervento, a sapere esattamente come funzionano le regole del loro gioco, del loro lavoro, della loro attività quotidiana. Io penso che davvero sia una scelta particolarmente grave. Niente male per un Governo sorretto da forze politiche che, da decenni, tuonano contro le multinazionali, le banche, le piattaforme per, poi, correre a cancellare la tassazione sugli extraprofitti appena insediato, sostanzialmente per i energetici - deve essere una clausola segreta del Piano Mattei - per poi arrivare oggi a lamentarsi dell'inflazione, senza guardare al fatto che le banche stanno realizzando degli extraprofitti sull'aumento dei tassi di interesse che non hanno precedenti e, oggi, fare questo regalo alle piattaforme. Io vi dico una cosa, ve la comunico perché, forse, non lo sapete: è stato usato il termine “semplificazione”. La vita di queste piattaforme era già sufficientemente comoda: in questi 3 anni, durante la pandemia, hanno realizzato dei profitti che non avevano precedenti nel corso della loro storia. Scomodarle un po', chiedendo almeno di far sapere ai loro dipendenti esattamente come funzionerà la loro giornata di lavoro e perché sono pagati o perché sono discriminati o non lo sono non era un fastidio enorme, lo potevate fare anche senza essere particolarmente rivoluzionari. Avete scelto di essere servili, come in altre occasioni, e io credo che sia una scelta che va denunciata con grandissima forza .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/19 Orlando, con il parere contrario del Governo.
Chiedo scusa, revoco la votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Per sottoscrivere a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/19 Orlando, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/20 Soumahoro, parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Presidente, con quest'ordine del giorno, l'idea e il messaggio di fondo rivolti al Governo erano quelli di sanare un'ingiustizia, anche con l'intervento del Governo attraverso il provvedimento al centro della nostra discussione, in cui, all'articolo 22, si prevede una modifica quanto all'assegno unico e universale. Tale beneficio, da normativa vigente, non è, di fatto, concesso nel caso in cui i figli risiedano all'estero. Basandosi sull'ISEE, infatti, per il riconoscimento della misura si richiede il requisito della convivenza. In tal modo, si colpiscono e si escludono in modo discriminatorio i lavoratori e i cittadini migranti che vivono nel nostro Paese, la cui unica colpa è il fatto di avere i loro figli in un altro Paese, diverso dal luogo di residenza, luogo dove lavorano, pagano le tasse e affrontano le difficoltà di ogni singolo cittadino. Badi, Presidente - e, tramite lei, mi rivolgo ancora al Governo - che questa ingiustizia non colpisce solo i migranti, ma colpisce anche gli italianissimi, quindi anche la retorica del “prima gli italiani” qui viene a cadere. L'obiettivo fondamentale riguarda soprattutto i lavoratori, i cittadini migranti. Ma qui, signor Presidente, voglio ricordare al Governo che questa ingiustizia è in palese violazione e in contrasto con quanto stabilito dal regolamento del Parlamento europeo, il regolamento (CE) n. 883 del 2004 e, ancora, da un altro atto del Consiglio del 29 aprile 2004.
A tal proposito, la Commissione europea, proprio quest'anno, ha adottato una procedura d'infrazione - cito testuali parole -, in quanto questo provvedimento discriminatorio è in palese contrasto con i principi e viola il diritto dell'Unione europea, in quanto non tratta i cittadini della UE in modo paritario, il che si qualifica come discriminazione. Inoltre, il regolamento sul coordinamento dei regimi di sicurezza sociale vieta qualsiasi requisito di residenza per ricevere prestazioni di sicurezza sociale, come gli assegni familiari.
Si dirà che è un problema europeo. Allora, torno a dire al Governo che è un problema italiano, perché la nostra Carta più bella, che è la Carta costituzionale, all'articolo 3, stabilisce che è compito della Repubblica rimuovere quegli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona umana in termini di uguaglianza, in termini sociali. E, quando lo Stato, anziché rimuovere quegli ostacoli, si fa promotore della costruzione di ostacoli in modo palese e discriminatorio, vuol dire che abbiamo un problema sostanziale, non soltanto un problema che riguarda la forma della Costituzione.
Con quest'ordine del giorno, chiedo al Parlamento e, soprattutto, a tutti i colleghi: chi di noi non ha un amico, un fratello, come spesso viene detto, migrante, con il quale si condividono piatti e cibo? A volte, si sente dire: “ho un amico migrante, mangiamo il , la pizza insieme”. Ma il punto è uscire dalla dimensione culinaria ed entrare nella sostanza limpida della nostra Carta costituzionale. Chiedo di mettere quest'ordine del giorno ai voti .
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Questo provvedimento del Governo è un provvedimento in particolar modo …
PRESIDENTE. Colleghi, no, no, colleghi, per cortesia.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). …adottato durante il Governo Draghi. Quindi, sto semplicemente dicendo che questa ingiustizia va sanata.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Lo so che è un problema! A volte si lottava per questi diritti, ma, il più delle volte, chi ha deciso di contrastare queste discriminazioni è chiamato oggi, nella veste di parlamentare …
PRESIDENTE. Vi prego, nessuna intemperanza.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). …e di Governo ad affermare un principio: siamo tutti uguali davanti alla legge…
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). ….siamo tutti uguali davanti alla Costituzione Questo è quanto chiedo ! Non si chiede la luna: stessi contributi, stesse tasse pagate, stessi diritti per tutti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(A-IV-RE). È intollerabile, Presidente, e non è la prima volta che accade, che tutte le volte che interviene il collega Soumahoro ci siano ululati, ci siano cori che, allo stadio, vengono indicati come messaggi razzisti . La prego, Presidente, non è accettabile! Ripetutamente, non può intervenire che, dalla mia sinistra, ci sono continui urli, brusii, ululati intollerabili. Per cui, Presidente, le chiedo di intervenire e di farlo sempre, lo chiedo a lei e chiedo a lei di dirlo ai Presidenti che presiederanno al posto suo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA(M5S). Siete razzisti !
PRESIDENTE. No, no, no, fermi! Adesso, ascoltiamo l'onorevole Bonelli, per cortesia Chi deve parlare, chiede la parola.
ANGELO BONELLI(AVS). Presidente, sia l'ultima volta che, dai banchi del centrodestra, quando parla un parlamentare, nella fattispecie il deputato Aboubakar Soumahoro, si levano schiamazzi, prese in giro, gesti che mandano a quel paese il parlamentare in oggetto. Abbiate l'educazione di rispettare un parlamentare della Repubblica. Se dovete guardare e fare censure di ogni tipo, fatele a casa vostra senza nessun tipo di sorriso. Perché il comportamento sistematico, Presidente, ogni volta, è inammissibile! È chiaro? Quindi, io invito la Presidenza della Camera a esercitare un controllo su comportamenti fuori da ogni tipo di misura di confronto civile, che possono esserci in quest'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo sul Regolamento, ai sensi del quarto comma dell'articolo 36, che dice una cosa molto semplice: gli oratori parlano rivolti alla Presidenza. L'onorevole Soumahoro, signor Presidente, ogni qual volta prende parola si rivolge, con dita e con braccia, ai membri della maggioranza. Evidentemente, questo comportamento provoca e istiga qualche reazione. Ogni qualvolta parla tale onorevole, con questo comportamento, che tende sempre a rivolgersi non alla Presidenza, ma ai membri della maggioranza, sembra evidente che ciò può alterare, dal punto di vista regolamentare …
PRESIDENTE. Ascoltiamo l'onorevole Ziello, per favore.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). …le norme di questo Regolamento, che regola la discussione all'interno della Camera dei deputati. Signor Presidente, da questo punto di vista, ci saremmo aspettati anche un richiamo da parte sua perché non è che l'abbia fatto una volta. Ha fatto un intervento di 5 minuti e, in questi 5 minuti, non si è rivolto alla Presidenza. Ricordo che il Regolamento, tra l'altro, stabilisce che il Presidente dà la parola e, sempre per Regolamento, il deputato si rivolge alla Presidenza, come sto facendo io, anche se sento gli stessi schiamazzi, che denunciano i deputati dell'opposizione, verso di me che sto facendo un semplice intervento sul Regolamento, perché io non sto facendo alcunché. Se, in 5 minuti di intervento, un deputato si rivolge, per minimo 20 volte, alla maggioranza e la maggioranza non sente un richiamo da parte della Presidenza, magari qualche deputato può chiedersi il motivo, senza, tra l'altro, andare a sovrapporsi all'oratoria dell'onorevole Soumahoro che, nel suo intervento, ha dimostrato, ancora una volta, quanto rispetta e quanto segue le normative sul lavoro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà. Per favore, chi altro vuole intervenire, alzasse la mano, perché sennò non riusciamo a sentire.
SALVATORE CAIATA(FDI). Grazie, Presidente. Molto velocemente, perché credo che giudicare le smorfie che sono fatte in Aula mentre un collega parla, soprattutto da un pulpito che stamattina ha fatto un' di smorfie mentre parlava il Presidente Meloni, non è correttissimo . Detto questo, non voglio cadere nella strumentalizzazione, credo che noi tutti dobbiamo dare prova di maturità e di serietà perché siamo qui per lavorare.
Cari colleghi, voler strumentalizzare un atteggiamento di dissenso - badate bene: dissenso -, per cui si utilizza il dissenso per proclamare altre cose che non voglio neanche nominare, non è assolutamente un sintomo di maturità . Pertanto, adesso noi dobbiamo smettere di parlarne, perché qui non c'è nessun razzismo, ma c'è grande rispetto per tutti. Siamo nella patria e nella culla della democrazia, per cui si può esprimere il dissenso e ognuno lo può esprimere. Continuiamo a fare il nostro lavoro, che è quello di legiferare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Grazie, Presidente. Io non sarei voluta intervenire, perché credo che il collega Faraone abbia espresso il pensiero di tutte le persone che si sono alzate e hanno applaudito. Lo ringrazio per questo. Ma gli interventi dei colleghi della maggioranza mi hanno stimolato una risposta perché, in primo luogo, non è vero che la Presidente del Consiglio, oggi, non abbia potuto esprimersi in quest'Aula. Anzi, è stata ascoltata in maniera educata e rispettosa da tutte le opposizioni, sebbene, in qualche momento, abbiano manifestato alcune espressioni di dissenso, ma vi do una notizia: siamo in democrazia è normale, Presidente.
Questa è la plastica dimostrazione di quello che siete
PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia, per cortesia…
VITTORIA BALDINO(M5S). In secondo luogo, Presidente, visto che è stato richiamato l'articolo 36, comma 4, vorrei ricordare al collega Ziello che, forse, quando interveniva in Aula qualche minuto fa il collega Donzelli - forse era assente dall'Aula - non ha ascoltato il modo in cui quest'ultimo si è ripetutamente rivolto esclusivamente al presidente Conte e non alla Presidenza Eppure, non mi pare che sia stato coperto da urla, insulto, scherno, derisione, come fate voi ogni qual volta interviene il collega Soumahoro; ma non soltanto il collega Soumahoro, ogni qualvolta qualcuno interviene e dice cose che a voi non piacciono.
Siete intolleranti, questo siete! Non è una questione di dissenso, è questione di scherno. Siete intolleranti ! È questa la nostra democrazia e non vi merita
PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia… Onorevole Donzelli, interviene solo uno per gruppo, ha già parlato il suo collega Caiata, mi dispiace
Passiamo ai voti, recuperiamo la tranquillità.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/20 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/21 Furfaro, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Furfaro. Ne ha facoltà.
MARCO FURFARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il parere contrario del Governo è rivolto a un ordine del giorno che chiede semplicemente iniziative per mettere in campo uno strumento contro la povertà, che aiuti gli italiani che cadono in povertà e per aumentare le risorse per la lotta alla povertà.
Registro il parere contrario e lo registro dopo che, stamattina, un illustre collega - a proposito di maturità e responsabilità che avete appena richiamato - ci ha descritto minuziosamente quanto la sinistra, cioè noi, fossimo al servizio dei trafficanti e dei dittatori comunisti; si è riesumato persino Fidel Castro. Mi riferisco all'illustre collega, il coinquilino più famoso d'Italia, il Raimondo o la Sandra d'Italia, cioè Donzelli - mi rivolgo a lei, Presidente - perché ricordo una frase roboante di stamattina. Elevandosi, in maniera così forte ci ha detto: difenderemo, al contrario vostro, gli interessi degli italiani.
Io mi domando se, mentre lo dice o lo dicono i colleghi della maggioranza, provino un po' di vergogna; si applaudono tra di loro e vorrei porre loro delle domande, tramite la Presidenza, ovvero se tra questi italiani rientrano anche quelli citati nel rapporto Caritas, che ci dice che 6 milioni di italiani non arrivano alla seconda settimana del mese; che ce ne sono altri 8 milioni che non arrivano alla terza settimana del mese e che ci sono un milione 400 mila bambini indigenti. Certo, non avete determinato voi la povertà, però c'è una differenza. Noi avremo fatto anche degli errori, però gli strumenti anti-povertà di questi anni hanno fatto sì che un milione di italiani fossero salvati da quella condizione di povertà.
Sapete - chiedo tramite la Presidenza -, onorevole Donzelli e cara maggioranza, chi sta togliendo quegli strumenti che salverebbero gli italiani? Siete voi. Sapete, caro Donzelli e cara maggioranza - sempre tramite la Presidenza…
PRESIDENTE. Sempre tramite la Presidenza.
MARCO FURFARO(PD-IDP). Tramite la Presidenza! Sapete chi ha cancellato il fondo affitti e chi ha messo a rischio sfratto 630.000 famiglie italiane? Siete voi. Sapete chi ha depotenziato opzione donna, cancellando la possibilità che 20.000 donne italiane potessero accedere alla pensione? Siete sempre voi .
In un Paese in cui 4 milioni di italiani rinunciano alle cure mediche per mancanza di soldi e 2 milioni perché ci sono liste d'attesa troppo lunghe, sapete chi sta definanziando la sanità pubblica, mentre noi l'avevamo riportata al 7 per cento del PIL? Sempre voi! Sempre voi .
E' un'ipocrisia, però avete trovato i soldi, a proposito di italiani, per difenderne alcuni, perché mentre affossate famiglie italiane, riducendole sul lastrico, accanendovi sui più poveri, sui più fragili, su chi non ha la possibilità di pagare l'affitto, avete messo i soldi per gli evasori, per i condoni degli evasori fiscali; questi sono gli italiani che vi interessano e vi interesseranno sempre .
Concludo. Avevamo chiesto una cosa semplice in questo ordine del giorno: di prevedere una misura contro la povertà. E, a proposito di ipocrisia – mi rivolgo, tramite la Presidenza, sempre ai membri alla maggioranza e all'illustre collega Donzelli - ditelo alla Presidente del Consiglio: è stata lei a firmare la raccomandazione del Consiglio europeo che chiedeva, a febbraio di quest'anno, di prevedere per tutti gli Stati membri una misura universale di sostegno alla povertà. Voi la state cancellando, e la state cancellando con una scelta ben precisa: non solo di lasciare in strada migliaia e migliaia di persone che saranno abbandonate a se stesse, ma accompagnando ciò a un disegno ben preciso sul mercato del lavoro, ossia minori tutele, maggiori possibilità per i datori di lavoro di utilizzare contratti a termine, alimentando la retorica dei fannulloni.
La verità è che questo Governo non conosce il Paese; è solo grande ipocrisia, è comizi persino nelle Aule parlamentari. Uscite dalla dinamica per cui pensate di vivere su un e governate il Paese. Il peso della fatica quotidiana delle persone, di chi lavora nei supermercati, nei magazzini, nei campi avrebbe bisogno di quelle risorse; le state togliendo e, dando il parere contrario e votando contro questo ordine del giorno, dimostrate e certificate ancora una volta che l'unica difesa che vi interessa non è quella degli italiani più poveri, ma esattamente di quelli più potenti, degli evasori, dei più ricchi, e sicuramente non delle famiglie italiane .
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/21 Furfaro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 1238/22 Vaccari, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accettiamo la raccomandazione, anche perché questo ordine del giorno tratta di un argomento troppo importante e urgente per accontentarsi…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole. Non accetta?
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Non accettiamo, esattamente.
PRESIDENTE. Quindi, chiede che si ponga in votazione.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Sì. Stavo dicendo che questo ordine del giorno tratta di uno dei settori simbolo del lavoro precario, sottopagato e privo di diritti, quello dei . Un argomento che non trova posto in questo provvedimento, nonostante i siano attualmente, in Italia, oltre 60.000, nonostante siano numeri in crescita, nonostante la composizione sociale dei stia mutando rapidamente, perché, nata come occupazione sta diventando un impiego da reddito principale, nonostante siano in aumento i casi di soprusi denunciati dai sindacati ai danni dei lavoratori, nonostante siano 6 i morti in incidenti stradali, negli ultimi mesi, a Livorno, Firenze, nel salernitano, in provincia di Treviso, e a Roma (due); nonostante ciò, il 90 per cento dei è ancora inquadrato come lavoratore autonomo, senza diritti e tutele.
I tribunali, in tutta Italia e la stessa Corte di cassazione hanno già sancito come la disciplina del lavoro subordinato vada estesa anche ai . Il 12 giugno scorso, i Ministri del lavoro dei Paesi dell'Unione europea hanno raggiunto l'accordo sulle nuove regole a tutela dei e dei lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo; tra i punti principali della posizione comune vi è l'inquadramento secondo determinati criteri dei lavoratori della come dipendenti, e non più come autonomi.
Con un approccio che fa riferimento a cose che di partenza possono sembrare molto semplici e basilari ma che sono fondamentali, chiediamo al Governo di promuovere la revisione della normativa vigente coinvolgendo le associazioni sindacali e le imprese del settore, al fine di aggiornare l'attuale disciplina nazionale sui , rendendola compatibile con le indicazioni della giurisprudenza e gli indirizzi comunitari e garantire, quindi, ai lavoratori coinvolti stipendi proporzionati al costo della vita, maggiori diritti e tutele e una sicurezza adeguata nello svolgimento delle loro mansioni.
Siete sordi a questo, ma noi ci ritorneremo, con forza e determinazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Solo per mettere a verbale la sottoscrizione, mia e di tutto il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, di questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/22 Vaccari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/23 Curti il parere del Governo è contrario. Onorevole Curti?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/23 Curti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/24 Casu, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'Onorevole Casu.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non possiamo accettare la raccomandazione. Inviterei anche il Governo a un supplemento di riflessione sull'impegno di questo ordine del giorno, che risponde non solo a una preoccupazione espressa nella stessa relazione tecnica della legge di bilancio ma è anche un tema su cui sarebbe veramente singolare che il Parlamento si limitasse ad un accoglimento come raccomandazione. Mi auguro che ci possa essere un voto favorevole anche dalle forze di Governo. Quindi, il mio invito è a rivedere il parere, altrimenti chiedo di porlo in votazione, con dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Vice Ministra, conferma? Conferma.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/24 Casu, con il parere contrario….
Revoco l'indizione della votazione. Non ha finito? Mi scusi. Prego, onorevole Casu.
ANDREA CASU(PD-IDP). Essendo accolto come raccomandazione, il Governo deve esprimere il parere sull'ordine del giorno, cioè se diventa un parere contrario nei confronti di questa impegnativa, che vado a leggere: “ad adottare una strategia per il contrasto della precarietà del lavoro”. Siete contrari o favorevoli? Favorevoli? Rimane favorevole?
PRESIDENTE. Sentite, non mi state facendo capire nulla, scusate . Allora, Vice Ministra, qual è il parere sulla richiesta di rivedere la raccomandazione?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Stavo ascoltando attentamente il deputato Casu, quindi stavo ascoltando le sue parole. Abbiamo espresso parere favorevole ma come raccomandazione. Alcuni elementi li condividiamo ma altri per noi non sono sufficientemente chiari o, comunque, pertinenti e, quindi, in ragione del suo rifiuto della raccomandazione, a questo punto, in merito, per come è scritto, il nostro parere è contrario.
PRESIDENTE. Quindi, l'onorevole Casu vuole proseguire il suo intervento, a questo punto con il tempo residuo. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Con il tempo residuo. In realtà, io ringrazio il Governo per questo chiarimento e, nel rimarcare che avremmo potuto anche procedere diversamente, con una riformulazione se ci fossero state parti che non venivano condivise, dato che andiamo a votare invito solamente l'Aula a sapere su cosa stiamo per votare e su cosa il Governo ha dato un parere contrario. Semplicemente, seguendo le indicazioni del Governo, si voterebbe contro l'impegno ad adottare una strategia per il contrasto della precarietà del lavoro, eliminando le forme che maggiormente riducono le tutele per i lavoratori e pregiudicano una sana competitività del nostro sistema economico, con particolare riguardo ai contratti di prestazione occasionale, e contro l'impegno ad informare periodicamente il Parlamento sugli effetti sull'occupazione conseguenti all'entrata in vigore delle nuove disposizioni in materia di prestazioni occasionali. Di fatto, stiamo votando contro l'impegno che questo decreto almeno dichiara di voler assumere e stiamo votando contro un'attenzione che ci deve essere da parte del Parlamento su un tema molto sentito nel Mezzogiorno, che riguarda le donne, che riguarda i giovani. Veramente mi sembra quanto mai singolare. Noi comunque rinnoviamo la nostra posizione, dichiariamo convintamente un voto favorevole, perché, dal nostro punto di vista, l'obiettivo deve essere andare in questa direzione e anche nella direzione di dare la possibilità al Parlamento di potersi poi confrontare su questi temi e conoscere gli effetti normativi delle leggi che noi votiamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Vice Ministra Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Ho avuto modo di sentire fino all'ultima parola dell'onorevole Casu. In ragione proprio delle parole che lei ha espresso, noi accogliamo, invece, la sua richiesta di una maggiore riflessione e di un approfondimento, in maniera tale da poter poi entrare meglio nel merito del suo ordine del giorno. Quindi lo accantoniamo .
PRESIDENTE. Allora accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/1238/24 Casu.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/25 Ghio, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare la deputata Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ritengo di non accettare questa riformulazione e quindi chiedo al Governo un ripensamento, o altrimenti che venga messo al voto l'ordine del giorno originario. Questo perché, ancora una volta, su un tema così importante, sollevato tante volte nella società da associazioni, da nostri interventi parlamentari, a partire da una mozione a prima firma Orlando, non viene presa nella dovuta considerazione la misura del ripristino di “opzione donna”. Questa misura, nell'ultima legge di bilancio del Governo, è stata di fatto cancellata, è stata cancellata questa possibilità di pensionamento anticipato. Noi crediamo che siano solo rinvii quelli che proponete, perché di fatto non avete il coraggio di dire di no a questa opzione. Lo scorso anno sono andate in pensione con questo strumento 24.000 donne; ad oggi, in modo sovrastimato, ne andranno forse 3.000, ma alcuni studi dicono addirittura 1.000; quindi, oltre 20.000 donne rimarranno senza questa possibilità. L'ennesima riformulazione riteniamo che non risolva i problemi di queste donne.
Vi chiediamo di riconsiderare la riformulazione, anche per mantenere fede a quello che avete detto in campagna elettorale, cioè che avreste superato la Fornero e che avreste fatto sì che gli italiani e le italiane potessero andare prima in pensione. Ad oggi, non abbiamo visto nulla di tutto questo, se non la riduzione della platea delle donne che fino all'anno scorso potevano andare in pensione anticipata, anche ponendo alcune discriminazioni in modo ideologico, e anche un po' crudele, rispetto a donne che hanno figli e donne che non hanno figli.
Ancora una volta, riteniamo che questo sia un modo di creare una disuguaglianza, di dividere poveri di serie A da poveri di serie B. La riformulazione che, ancora una volta, chiede di valutare se ci siano o meno le risorse riteniamo che non sia sufficiente per le vite di queste donne. Crediamo che dobbiate decidere voi se ci sono le risorse e non rimandare il provvedimento.
Pertanto, chiedo al Governo di ripensare sulla riformulazione e tornare all'impostazione originaria dell'ordine del giorno, che tutela concretamente questa misura per le donne, oppure, se non accetta questo ripensamento, chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno originario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Vice Ministra Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Abbiamo accolto con parere favorevole e abbiamo proposto una riformulazione proprio perché c'è un'apertura da parte del Governo e comprendiamo l'importanza della materia. In ragione di questo, la riformulazione che è stata inserita, che vi ho letto all'inizio, è una riformulazione che riteniamo possa dare anche sostanza e conforto alla nostra posizione di interesse alla materia trattata.
In ragione di questo, quindi, noi confermiamo la nostra riformulazione, quindi confermiamo il nostro parere favorevole ma in ragione di questa riformulazione. Ovviamente, se non è accolta dalla deputata che ha presentato l'ordine del giorno, il nostro parere a questo punto è contrario.
PRESIDENTE. Deputata Ghio?
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Ritengo che la riformulazione, come dicevo prima, non dia una risposta concreta alle tante donne che non possono usufruire di questa opzione, e, quindi, andare in pensione. Per cui non accetto la riformulazione e chiedo che venga messo al voto l'ordine del giorno in versione originaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Volevo ringraziare l'onorevole Ghio e chiedere di sottoscrivere non solo quest'ordine del giorno, ma anche il n. 9/1238/68 Appendino e il n. 9/1238/71 Morfino, se le colleghe consentono. Infatti, in diverse circostanze abbiamo già parlato in quest'Aula di “opzione donna”, sistema che – lo abbiamo sottolineato - riteniamo sia assolutamente insufficiente; inoltre è stato ulteriormente depotenziato, lasciando fuori dalla platea delle beneficiarie tantissime donne che non potranno andare in pensione.
Sappiamo benissimo quanto la disparità di genere nel mondo del lavoro crei disparità anche nel settore delle pensioni. Per questo, riteniamo necessario che “opzione donna” venga quantomeno ripristinata così com'era prima delle modifiche .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/25 Ghio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/26 Roggiani, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Deputata Roggiani?
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). Non accetto la riformulazione e chiedo di votare.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/26 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/27 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sto vivendo un attimo di confusione perché in questo posto, quando si discute sugli ordini del giorno, una raccomandazione o una riformulazione non si nega mai a nessuno, mai! Non so come devo interpretare questa cosa, eppure sa perché sono in confusione, Presidente? Perché, non più di mezz'ora fa, do atto, noi diamo atto alla maggioranza che, votando praticamente all'unanimità l'ordine del giorno n. 9/1238/10, ha scaricato la Ministra Santanche' in quest'Aula e, adesso, non ha il coraggio…
PRESIDENTE. Onorevole, la prego, rimanga sull'ordine del giorno.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Ma chi lo ha chiesto, scusi?
PRESIDENTE. No, sono io che glielo chiedo.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). No, è per sapere lo scienziato che lo ha chiesto.
PRESIDENTE. È il Presidente che glielo chiede!
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Detto questo, Presidente, stavo cercando in democrazia di sviluppare un ragionamento. Ripeto: poc'anzi, hanno dimostrato coraggio e non vedo la ragione per la quale non ci sia lo stesso coraggio rispetto a un ordine del giorno che chiede una cosa semplice, ossia di rendere meno vantaggiosi i contratti precari. Leggo: “Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un'occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate. In molti casi il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate”. Questa è la relazione di fine mandato di Visco.
Quello che non riesco a capire, Presidente, è che questa mattina abbiamo ascoltato, rispetto ai dati forniti dall'Istat sul primo quadrimestre, che l'occupazione è cresciuta, che il numero di occupati a tempo indeterminato è aumentato e che, anche con riferimento all'economia, questo Governo sta andando nella direzione giusta.
Peccato che tutti questi dati siano figli della legislazione precedente, vigente, non di quella su cui discutiamo oggi. Ora, mi viene da supporre - devo dire la verità - che questo Governo sia pronto, sì, a socializzare le sconfitte - perché si dice “eh, ma, guardate, sono otto mesi, dateci il tempo di governare” - e pronto a individualizzare i successi, che però non sono i propri.
Credo che, in questo Paese, abbiamo la necessità di affrontare il tema della precarietà; glielo declino, Presidente: venti anni fa si parlava di “Generazione 1.000 euro”, oggi, si parla di generazione 800 euro! Siete saltati sui banchi, accusando di essere “divanisti”, soprattutto i meridionali, perché, legittimamente, usufruivano del reddito di cittadinanza e il problema era quello? No, il reddito di cittadinanza ha dimostrato gli stipendi da fame che si pagavano in questo Paese.
Poi, siete gli stessi che si propongono di favorire la crescita, la tutela della famiglia, di bloccare l'emigrazione di 100.000, 120.000 ragazze e ragazzi che ogni anno lasciano questo Paese, perché sottopagati e non qualificati e la risposta alla richiesta di un ordine del giorno, che, come dicevo in premessa - e chiudo, Presidente - è come un bicchiere d'acqua che non si nega a nessuno, nel quale vi chiedevamo di rendere più costosa e meno vantaggiosa la contrattualizzazione a breve e brevissimo termine, è stata: “no”. Allora, dovete buttar via la maschera, dovete dire semplicemente che siete a favore del mantenimento della precarizzazione e della miseria, perché fa comodo ai soliti noti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/27 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/28 Morassut, accolto come raccomandazione. Onorevole Morassut?
ROBERTO MORASSUT(PD-IDP). Va bene.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/29 Forattini, accolto come raccomandazione. Onorevole Forattini? Accetta, bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/30 Madia, con il parere contrario. Onorevole Madia? Insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/30 Madia, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/31 Lai, accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.
SILVIO LAI(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno ha un dispositivo molto, molto semplice, nel senso che chiede di monitorare costantemente gli effetti derivanti dall'introduzione delle disposizioni in materia di contratti a tempo determinato, al fine di verificarne la diffusione nei diversi settori economici, con particolare riferimento alla condizione dei giovani lavoratori.
Per questo non accetto la riformulazione, Presidente, perché, lo dico al Vice Ministro, qui, sostanzialmente è stato votato con la fiducia e si voterà col voto finale un provvedimento che ha due obiettivi. Il primo obiettivo è quello di cancellare reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento di contrasto alla povertà che, a nostro avviso, a mio avviso, genera delle disuguaglianze incredibili. Faccio un solo esempio per rappresentare quello che succede con questo provvedimento in termini di incongruenza. Se si guarda la scala di equivalenza, che si basa sul carico familiare e che, quindi, dovrebbe servire a decidere l'importo del beneficio, si scopre che per gli adulti ultrasessantenni la scala di equivalenza è di 0,4, per i bimbi sotto i 3 anni è di 0,4, per i bimbi sopra i 3 anni è di 0,15. Per questo motivo, una coppia di ultrasessantenni riceverebbe di più in termini, di beneficio economico, di una madre con due figli di 4 anni e di 5 anni. Ora, se questo è in qualche modo un pezzo di politica per la natalità e per la famiglia, devo dire la verità, ho qualche dubbio sul fatto che siate coscienti di quello che sta per avvenire con l'introduzione di questo provvedimento. Ma è ancora più delicata, se posso dirlo, perché stiamo andando a una scala di gravità che è abbastanza incredibile, la parte che riguarda ciò che voi chiamereste la “flessibilizzazione” del lavoro, che in realtà è un aumento della precarietà.
Dico due cose. I li avevate aumentati da 5.000 a 10.000 euro già con la legge di bilancio; adesso, per il settore alberghiero arrivate a 15.000. Vi faccio constatare che il reddito medio nel Mezzogiorno è inferiore ai 17.000 euro, per cui 15.000 euro di assomigliano molto a uno stipendio di un contratto a tempo indeterminato. In secondo luogo, aumentate ovvero togliete qualsiasi limite all'uso dei contratti a tempo determinato. Gli ultimi dati disponibili dicono che in Italia ci sono 3 milioni di contratti a tempo determinato e sono soprattutto contratti a tempo determinato che interessano, in qualche modo, i più giovani, ma segnalo anche che sono il 30 per cento dei nuovi contratti nel 2022. È come dire che un terzo dei nuovi assunti lo sono con contratti a tempo determinato.
Allora, io mi chiedo: perché continuare ad aumentare l'accesso ai contratti a tempo determinato, perché continuare ad aumentare l'accesso ai ? Guardate che se le vostre politiche sono quelle verso la natalità e la famiglia, è evidente che non è in questo modo che i giovani possono pensare di radicarsi nel Paese, avendo come offerta il oppure la precarietà del tempo determinato usato all'infinito. Questa è esattamente la strada contraria rispetto al portare avanti politiche di natalità e politiche di sostegno familiare, perché la prima cosa della natalità e della scelta di procreare e di avere un figlio è la serenità, la certezza, una certezza rispetto al futuro. In questo modo, voi non aiutate quelle aziende che hanno richiesto e hanno segnalato la mancanza di personale per due ordini di motivi: innanzitutto, perché quell'offerta di lavoro è migliore all'estero che in Italia - penso al settore del turismo stagionale - e, in secondo luogo, perché dall'altra parte…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
SILVIO LAI(PD-IDP). …succede che i giovani - concludo, Presidente - sono disoccupati al Sud, al Nord non hanno questo problema. Voi con questo meccanismo pensate di potenziare quello che è già evidente e cioè il trasferimento dal Sud al Nord dei giovani. Anche questa è una strada sbagliatissima.
Allora, la raccomandazione no, perché stiamo chiedendo soltanto di monitorare, Vice Ministro. Per cui, se non c'è un cambio e un parere favorevole per me è meglio votare e che voi votiate pure contro .
PRESIDENTE. Vice Ministra, rispetto all'istanza dell'onorevole Lai di rivedere la posizione del Governo?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Confermiamo il parere dato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/31 Lai, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/32 Graziano è accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Graziano accetta la riformulazione.
L'ordine del giorno n. 9/1238/33 Amendola è accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Amendola accetta la riformulazione.
L'ordine del giorno n. 9/1238/34 D'Alfonso è accolto come raccomandazione, previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Presidente, grazie. Intervengo per mantenere l'identità dell'iniziativa parlamentare.
PRESIDENTE. Quindi, non accetta?
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Non accetto, poiché continuo a credere nel valore dell'ordine del giorno in maniera tale che questo finisca all'attenzione di chi presiede gli organi collegiali del Parlamento e anche di chi cura l'azione di governo.
Pensavo, prima di prendere la parola e anche sollecitato dai colleghi a essere essenziale, che nei primi Parlamenti - mi riferisco al Parlamento napoletano - c'era solo questo strumento dell'ordine del giorno per fare in modo che poi il Governo si nutrisse e si alimentasse degli ordini del giorno. Se l'ordine del giorno perde la sua natura di organizzare fissità, prevalenza e priorità, permettetemi, diventa una specie di liturgia inconcludente.
Sul punto per il quale ci siamo attivati l'attenzione è richiamata sulla figura professionale dell'assistente sociale, che è una figura di rilievo che consente la compiutezza dell'attività istruttoria e l'erogazione della copertura del servizio di cui si è scritto, l'assegno di inclusione sociale. Un po' di numeri ci aiutano. Ben 600.000 persone non hanno potuto contare su questa copertura di benessere sociale o di contrasto alla povertà poiché mancavano gli istruttori, coloro i quali coltivavano dati, documenti, informazione e compiutezza della reazione della pubblica amministrazione.
Proprio oggi ho ricevuto un dono da parte di un collega parlamentare adulto, formatosi nel Novecento, che mi donava un articolo di Sabino Cassese su quando è il caso di fare legge nuova, e Cassese si riferiva al pacchetto relativo al cosiddetto rafforzamento della capacità amministrativa. Attraverso l'iniziativa che vi è stata sottoposta - lo dico, attraverso lei, Presidente, al Vice Ministro delegata - noi vogliamo che si potenzi la dotazione degli assistenti sociali. Oggi siamo davanti a un numero patologico e problematico. Dovremmo avere un assistente sociale ogni 4.000 persone bisognevoli e ne abbiamo uno ogni 12.000. Questa è ipocrisia organizzativa e dannazione rispetto all'inconcludenza. Se allora si contemplano strumenti non condivisi, che non riescono ad arrivare ai destinatari, noi non stiamo facendo azione decisionale, amministrativa e collocativa di risorse, stiamo facendo un'estetica dei gesti inconcludenti.
Allora, attraverso l'ordine del giorno si cerca di dire al rappresentante del Governo di mobilitare procedure dedicate per risolvere questo buco di risorse professionali, stando anche attenti a che si prediligano quelle regioni messe meno bene, cioè messe male, altrimenti le dotazioni nel bilancio dello Stato rimangono ghiacciate, non arrivano ai bisognevoli, ed è attraverso questo che si rompe il patto di fiducia tra cittadinanza e istituzioni. Noi siamo l'ordinamento.
Ordinamento vuol dire che ha la concentrazione delle risorse: risorse finanziarie, risorse normative, risorse amministrative e tecnologiche per rendere possibile il patto doveri-diritti, e noi su questo strumento dell'inclusione sociale, che pure divide le valutazioni, diciamo, fermo restando che lo strumento è questo, di attivarvi affinché arrivi e funzioni. Ecco perché, caro Presidente, mi permetto - e concludo - tramite lei di ricordare alla Vice Ministra, attraverso lei, di provvedere a far sì che si risolva il buco della dotazione degli assistenti sociali .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/34 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/35 Scarpa è accolto come raccomandazione, previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Non accetto la raccomandazione, chiedo che sia messo in votazione e intendo fare anche una dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Non ho accettato la raccomandazione e non la posso accettare, peraltro con una riformulazione che complessivamente indebolisce l'impegno di questo ordine del giorno, perché si chiede, nello specifico, che si adotti, in vista dell'entrata in vigore del nuovo strumento di contrasto alla povertà, ogni iniziativa utile a potenziare i servizi sociali, che nei comuni saranno vitali per la reale operatività di questo strumento, in quanto dovranno prendere in carico tutte le domande. Versano ormai - ma credo che sia una situazione nota a tutti, Presidente - in una condizione di crisi, per cui spesso risultano inadeguati a garantire prestazioni qualificate e tempestive su tutto il territorio nazionale. Quindi, una raccomandazione su un impegno che rappresenta veramente il minimo rispetto a una misura di contrasto alla povertà che è assolutamente insufficiente e rivolta a una platea estremamente ridotta, rispetto alle persone che sono veramente in indigenza nel nostro Paese, mi sembra francamente estremamente riduttivo e ridicolo.
Il nuovo assegno per l'inclusione si configura sostanzialmente come un gesto di carità verso le pochissime persone povere a cui questo Governo non può assolutamente negare alcuna forma di sostegno, quindi le persone anziane e le persone con a carico una persona disabile o un minore. Ma diciamo che alla carezza segue subito lo schiaffo nel momento in cui si va a eliminare l'unica forma di sostegno universalistico di contrasto alla povertà nel nostro Paese, una misura che negli altri Paesi europei - lo ricordo - esiste e che a tante persone, soprattutto in pandemia ma non solo, ha garantito la sopravvivenza.
Durante la campagna elettorale e nei mesi successivi questa maggioranza ha disegnato questo ritratto dei percettori del reddito di cittadinanza e, quindi, per estensione, in realtà, di tutte le persone povere: gente svogliata che approfitta dello Stato e che rifiuta di impegnarsi nella ricerca di un lavoro. Si sono usate parole come “parassiti” e “professionisti del divano”, tutte parole che fanno riferimento a una sfera, se non altro lessicale, di intenzionalità, di dolo e di colpa, perché a me sembra che sia questa, Presidente, la visione che la maggioranza, con questo decreto, vuole comunicare della povertà, cioè una colpa da espiare e non un'ingiustizia da combattere. Allo stesso modo, con espressioni come “assistenzialismo di Stato” si cerca di trasmettere un'idea di che è più quella di una zavorra di cui liberarsi, piuttosto che una risorsa per andare incontro a chi in questo Paese ha bisogno.
Purtroppo, la realtà va un po' oltre rispetto a quella dipinta dal dibattito avvelenato di questi mesi. La povertà ha tante cause e va ben oltre l'indolenza dei singoli o la volontà e la scelta delle persone, eppure, in modo completamente arbitrario, in questo decreto si decide che cosa vuol dire povero, chi è povero per cause di forza maggiore e chi, invece, è povero per intenzione e, quindi, non meritevole di sostegno. Questi ultimi sono ben 400.000 nuclei familiari, di cui però il 33,6 per cento è ritenuto non occupabile, non tanto perché esiste effettivamente una condizione di occupabilità, ma, ad esempio, per mancanza dei requisiti familiari, assolutamente arbitrari, stabiliti dal Governo con questo decreto.
Le contraddizioni del mondo del lavoro, Presidente, sono un po' più profonde della dicotomia tra parassita e lavoratore. Alcune di queste contraddizioni il decreto in esame oggi le tocca appena, altre finge di non vederle, altre le esaspera proprio. Penso all'insufficienza e all'estemporaneità del taglio del cuneo fiscale, che metterà quest'inverno tante famiglie di fronte a una situazione di difficoltà inedita. Penso alla contrattazione, che viene lasciata alle sole parti, in assenza di contratti collettivi nazionali. Penso alla liberalizzazione delle clausole per i contratti a tempo determinato. Penso ai salari, che in Italia sono drammaticamente bassi e fermi da trent'anni e che questo decreto non tocca affatto.
Quindi, il mio ordine del giorno serviva a chiedere un impegno minimo e indispensabile per attuare una misura, che, lo sappiamo già, sarà insufficiente e che, nel quadro complessivo che questo decreto disegna, conferma che questa maggioranza, purtroppo, non sta facendo la guerra alla povertà, ma sta facendo una guerra ai poveri .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/35 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/36 Di Biase è accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Deputata Di Biase?
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Chiedo di metterlo in votazione.
PRESIDENTE. Dunque non accetta e insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/36 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/37 Lacarra il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, quello della riduzione dei divari tra sud e il resto d'Italia è un obiettivo che ha radici profondissime, risalenti nel tempo. Solo nel secondo dopoguerra sono state adottate le prime vere politiche di convergenza dirette a mitigare le gravi differenze in termini di sviluppo che esistevano nel nostro Paese. La Cassa del Mezzogiorno, ad esempio, ha funzionato per molti anni prima di essere prematuramente abbandonata. Nell'ultimo ventennio, le sperequazioni territoriali e le disuguaglianze sociali nel sud Italia sono aumentate, invece di diminuire, e adesso le regioni meridionali, sotto quasi ogni punto di vista, sono più lontane dal resto d'Italia e dalla media dei Paesi dell'Unione europea. A ciò hanno sicuramente contribuito le due gravi crisi economiche del 2008 e del 2011-2013, con quella lunga stagione dell'austerità che ha determinato un tracollo del prodotto interno lordo del Mezzogiorno, anche in questo caso in misura superiore a quanto avvenuto a livello sia europeo, che nazionale. Una recente analisi dell'Istat sulla mancata convergenza delle regioni meno sviluppate, quasi tutto il Mezzogiorno, ha certificato l'insuccesso delle politiche di coesione degli ultimi vent'anni. Un dato perfettamente compatibile con quanto istituti e centri di ricerca autorevoli, come Svimez o Eurispes affermano da diverso tempo.
Se i divari si aggravano è perché non solo non si impiega una quota maggiore di spesa pubblica per accorciare le differenze, ma addirittura si continua a spendere meno al Sud. Politiche industriali, politiche sociali, investimenti infrastrutturali: mancano decine e decine di miliardi al Mezzogiorno d'Italia. Ogni anno, questa triste situazione di sottosviluppo si riflette sul versante occupazionale, che, non a caso, è inferiore alla media dell'Unione europea di ben 20 punti percentuali.
Guardando la qualità dell'occupazione al Sud, poi, il quadro è ancora meno confortante. Nelle regioni del Mezzogiorno, la precarietà dei contratti di lavoro è una condizione che potremmo definire strutturale. Nel 2021, il 25 per cento dei lavoratori dipendenti, nel meridione, aveva un contratto a termine da almeno 5 anni, un valore superiore di 11 punti al dato del Nord e del 7 per cento rispetto al centro Italia. Tutto questo fa del Mezzogiorno l'area più vasta e popolosa di arretratezza economica dell'Europa occidentale, con oltre 19 milioni di cittadini coinvolti.
Ora, signor Presidente, è chiaro che problemi strutturali di tale natura e dimensione non possono essere affrontati con ricette che ripropongono la scorciatoia della precarietà lavorativa o, peggio ancora, con deflagranti progetti autonomistici che accentuerebbero gli squilibri sociali ed economici esistenti. Svimez ha calcolato che, a causa dei rincari dell'energia e dei beni alimentari, l'incidenza delle famiglie in povertà assoluta potrebbe crescere fino all'8,6 per cento, con forti eterogeneità territoriali: più 2,8 punti per cento nel Mezzogiorno, contro lo 0,3 per cento del Nord e lo 0,4 per cento del centro. In valori assoluti, si stimano 760.000 nuovi poveri causati dallo inflazionistico, 287.000 nuclei familiari, di cui mezzo milione al Sud.
Di fronte a tutto ciò, è stato approvato un provvedimento che ha, di fatto, cancellato il sostegno economico di contrasto alla povertà per i cosiddetti occupabili che non abbiano nel proprio nucleo familiare minori, componenti con disabilità o di età superiore ai sessant'anni. Si fa di tutta l'erba un fascio, senza distinguere cos'è povertà lavorativa e cos'è povertà dovuta ad altri fattori, che, inevitabilmente, intersecano l'ambito lavorativo. E ci si sforza di riconoscere un misero supporto per la formazione del lavoro, quale misura di attivazione al lavoro, di 350 euro al mese, per 12 mesi, e per giunta non rinnovabili. Insomma, misure assolutamente fuori dalla realtà del nostro Paese, totalmente incapaci di rappresentare un intervento davvero efficace ed equo.
Con questo ordine del giorno, Presidente, chiediamo al Governo di cambiare completamente strada e adottare ogni iniziativa utile, prima della prossima scadenza del 1° settembre, affinché, nella determinazione della durata del citato supporto per la formazione e il lavoro, si tengano nella dovuta considerazione i dati strutturali che caratterizzano le regioni del Mezzogiorno, con particolare riguardo per la situazione socioeconomica della Puglia.
Mi auguro davvero che il Governo possa cambiare parere su questo ordine del giorno
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/37 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/38 Iacono, c'è il parere contrario del Governo. Deputata Iacono? Lo votiamo subito.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/38 Iacono, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/39 Barbagallo, c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con il parere contrario, il Governo conferma la sua linea politica, quella di essere contro il Sud. Continuano, infatti, ad aumentare, nel silenzio dell'azione del Governo, le sperequazioni territoriali e le diseguaglianze sociali. Le aree meno sviluppate che, ahimè, coincidono ormai con l'intera zona del Mezzogiorno italiano continuano a crescere con una media nettamente inferiore alla media dei 27 Paesi dell'Unione europea, una crescita negativa che è testimoniata anche dal prodotto interno lordo nettamente inferiore rispetto al dato europeo e nazionale.
Ci sono due dati che ci preoccupano particolarmente: il primo è il tasso di occupazione che, nel Mezzogiorno, in media, è inferiore di ben 20 punti percentuali rispetto alla media UE e l'altro è il tasso di produttività, inferiore di ben 9 punti percentuali rispetto alla media europea. Al di là dei dati, c'è un'emergenza sociale che aumenta sempre di più. Abbiamo assistito oggi al in Aula del Ministro della Salute: è stata una narrazione continua di ritardi nelle liste d'attesa, pronto soccorso ingolfati, soprattutto al Sud. Ci sono dati preoccupantissimi sulla dispersione scolastica, sui ritardi nella formazione professionale e sui costi dei servizi pubblici. Al Sud, paradossalmente, l'acqua e il costo della Tari sono tra i più alti d'Italia. Continuano ad aumentare i NEET, i ragazzi che non studiano, non lavorano e non si formano. E, dopo il COVID, a perdere il posto di lavoro sono soprattutto le donne: in alcune zone del Mezzogiorno, perdono il posto di lavoro 3 donne su 4.
In questo quadro, lo strumento del PNRR doveva essere il primo argine e, invece, sono arrivate risposte inadeguate da parte del Governo, con modifiche sulla o, addirittura, con la proroga delle scadenze, anziché incalzare i comuni sul rispetto dei tempi. Per non parlare, poi, della paventata riforma o sedicente riforma dell'autonomia differenziata, che rischia di condannare sempre di più e sempre peggio la parte che oggi sta meno bene nel Paese.
L'ordine del giorno era una risposta minima, ma, francamente, Presidente, non ci aspettavamo diversamente da parte di questo Governo, anche dopo il caro energia, che, alimentato anche dalla crisi della guerra tra Russia e Ucraina, ha creato ben 760.000 nuovi poveri nel Mezzogiorno. Serviva proprio, da questo punto di vista, una risposta in più che, ahimè, non è arrivata.
Dal 1° settembre, in alcune parti del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno, serviranno risposte adeguate sul salario minimo, sulla lotta alla povertà. Oggi il Governo, con il parere contrario, ha perso una prima opportunità, un modo per dare una risposta a una parte del Paese, che, invece, aspetta da troppo tempo. Chiedo che venga votato l'ordine del giorno, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/39 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione…Chi ha chiesto di intervenire? Chiedo scusa, revoco la votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Barbagallo.
PRESIDENTE. Anche l'onorevole Caramiello, nonché gli onorevoli Tucci, Carmina, Morfino. Va bene, ne prendiamo nota. Vuole intervenire l'onorevole Carmina?
IDA CARMINA(M5S). Solo per dire che voglio sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno n. 9/1238/38 della collega Iacono, se mi consente.
PRESIDENTE. Onorevole Morfino?
DANIELA MORFINO(M5S). Anch'io voglio sottoscrivere l'ordine del giorno dell'onorevole Barbagallo.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/39 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/40 Porta, accolto come raccomandazione: l'onorevole Porta accetta.
Ordine del giorno n. 9/1238/41 Di Sanzo, accolto come raccomandazione: l'onorevole Di Sanzo accetta.
Ordine del giorno n. 9/1238/42 Stefanazzi, accolto come raccomandazione: accetta.
Ordine del giorno n. 9/1238/43 Boldrini, accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non la accetto, dunque il parere è contrario e, dunque, le chiedo di poter intervenire per fare la mia dichiarazione di voto. Questo decreto… mi sente? Mi avvicino. Questo decreto Lavoro presenta un impianto di fondo che tende a diminuire le tutele per i lavoratori e le lavoratrici, soprattutto in settori dove le condizioni economiche e normative già offrono meno garanzie. Penso che tutti in quest'Aula, Sottosegretaria, abbiamo sentito le parole del Governatore della Banca d'Italia, una decina di giorni fa, Ignazio Visco, nell'ultima considerazione finale del suo mandato. Il 31 di maggio, ha detto le seguenti parole: “Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un'occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate. In molti casi, il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate. La quota di giovani ancora precaria, dopo 5 anni, resta al 20 per cento”. Dunque, il Governatore ha lanciato un allarme, che voi avreste dovuto cogliere e, invece, no, non è stato assolutamente colto, anzi, c'è chi lo ha criticato, c'è chi ha detto che ha preso una parte per aver messo in evidenza questo tema serissimo.
Vede, c'è anche un altro allarme che ha lanciato l'Istat, l'ha lanciato nel momento in cui ha presentato il dato che vede il tasso dell'occupazione maschile raggiungere il 69,8 per cento, mentre quello delle donne si attesta al 52,3 per cento.
Allora, Sottosegretaria, lei mi dirà che il 52,3 per cento, però, è qualcosa: ma lei capisce che non ha niente? Nel Sud d'Italia, in Sicilia, ad esempio, e in Calabria, questa percentuale scende al 30 per cento. Ma vi sembra normale, degno di un Paese evoluto, che solo il 30 per cento delle donne possa lavorare? Ma non è che l'altro 70 per cento non lo vuole fare, è che non ha accesso al mercato del lavoro. Vogliamo parlare della media europea? Vogliamo dirci quante donne lavorano, ad esempio, in Germania? Lo sapete, colleghi e colleghe, quante donne lavorano in Germania? Il 70 per cento. Lo sapete nel Regno Unito (usciamo fuori dall'Unione europea)? Il 70 per cento. E sapete qual è la media europea? Il 62 per cento. Quindi noi siamo di 10 punti sotto la media europea.
Allora, signora Sottosegretaria, quando diciamo che non basta essere donna per rappresentare gli interessi delle altre donne, intendiamo esattamente questo. La prima Presidente del Consiglio donna diventa una svolta storica, se, e solo se, si occupa del benessere delle altre donne, ma questo non sta accadendo , non sta accadendo oggi con questa raccomandazione, ma, soprattutto, non è accaduto neanche qualche giorno fa, quando il Governo ha dato un parere contrario - dico contrario - all'utilizzo di 4,6 miliardi del per la costruzione di nuovi asili nido. Ci si può credere che c'era questo stanziamento e il Governo, con a capo una donna, la prima Presidente del Consiglio, esprime parere contrario? E, oggi, il Governo che cosa fa? Il Governo non si vuole impegnare, Presidente, non si vuole impegnare neanche con un ordine del giorno. A fare che cosa, si sarebbe dovuto impegnare? Leggo testualmente: “a monitorare costantemente gli effetti derivanti dall'introduzione delle nuove disposizioni in materia di contratti a tempo determinato, con particolare riferimento alla condizione dell'occupazione femminile”. Anche questo è troppo per questo Governo. E, allora, qual è il valore aggiunto di avere una Premier donna? Presidente, nessuno, purtroppo, nessuno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/43 Boldrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/44 Care', parere contrario del Governo. Onorevole Care'?
NICOLA CARE'(PD-IDP). Ai voti!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/44 Care', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/45 Mauri, accolto come raccomandazione. Onorevole Mauri? Accetta, va bene.
Ordine del giorno n. 9/1238/46 Bakkali, parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/46 Bakkali, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/47 Gianassi, parere contrario. Onorevole Gianassi?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/47 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/48 Fornaro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/49 Quartapelle Procopio, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Presidente, tra le assurdità del Governo Meloni, tra le cose che questo Governo fa per piegare la realtà all'ideologia, c'è questa invenzione della definizione degli occupabili: tutte le persone che ricevono il reddito di cittadinanza tra i 18 e 59 anni, che hanno una certa composizione familiare, per decreto sono occupabili. Peccato che, se si guarda la realtà, come sempre, è molto più complicata dei vostri desiderata e, se si guarda la realtà degli occupabili, si scopre, per esempio, che il 73 per cento delle persone che ricevono il reddito di cittadinanza hanno tra 18 e 59 anni. Questo 73 per cento di persone è 3 anni che non lavora, probabilmente non per mancanza di volontà, ma per oggettive difficoltà a trovare lavoro. Sempre tra gli occupabili, tre quarti hanno la licenza media, quindi, un livello di istruzione basso, che come sappiamo rende le persone più vulnerabili sul mercato del lavoro e spesso incapaci di cambiare lavoro.
Sottolineo questi due dati, ma si potrebbe aggiungere la difficoltà che c'è in Italia per le donne a trovare lavoro - è già intervenuta la Presidente Boldrini su questo punto - o si potrebbe aggiungere che il nostro è il Paese con il più alto tasso di disoccupazione giovanile in tutta Europa, ben prima dell'introduzione del reddito di cittadinanza, per rendersi conto che le cose sono un po' diverse da come voi vorreste che fossero per corrispondere alla vostra ideologia. È per questo che io ho proposto un ordine del giorno in cui si chiede un investimento specifico sul personale dei centri per l'impiego. Tra il 2019 e il 2020, con due decreti ministeriali era stato introdotto un piano di potenziamento dei centri per l'impiego, che disponeva l'assunzione di più di 11.000 unità di personale su tutto il territorio nazionale. Nonostante questi due decreti, oggi rimane nota la carenza organizzativa di questi centri e - sottolineo - è estremamente importante investire sul personale dei centri per l'impiego, perché è quello che può aiutare le persone a riqualificarsi, ad avviare un percorso di formazione e a riqualificare le competenze. Al 31 dicembre 20022, rispetto alle 11.535 unità previste come assunzioni, risultavano in pianta organica solo 4.327 unità di personale assunto e finanziato. È per questo che io ho presentato un ordine del giorno affinché il Governo si adoperi e adotti un'iniziativa utile per sollecitare il completamento delle procedure di assunzione del personale previsto dal piano di potenziamento dei centri per l'impiego, per quanto riguarda in particolare la situazione della regione Lombardia. Rimango molto stupita del parere contrario del Governo a questo tipo di intervento e chiederei alla Vice Ministra, se magari ha la cortesia di ascoltare, di rivalutare l'impegno. Sta al telefono, d'altronde, di cosa stiamo parlando ?
PRESIDENTE. Vice Ministra, per cortesia.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Le chiedevo se, dati gli elementi …Benissimo, stiamo tutti lavorando. Le chiedevo se, dati gli elementi che ho esposto mentre lei era al telefono, volesse rivalutare il parere sull'ordine del giorno. In caso contrario, chiederei la votazione
PRESIDENTE. Vice Ministra? Va bene, non rivaluta il parere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/49 Quartapelle Procopio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/50 Cangiano il parere è favorevole.
Colleghi, mi informano che è stata raggiunta un'intesa tra i gruppi, nel senso di continuare l'esame degli ordini del giorno fino alle ore 20,30 di oggi e di procedere con l'esame dei restanti ordini del giorno a partire dalle ore 9,30 di domani, giovedì 29 giugno.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/51 Battistoni, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battistoni. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BATTISTONI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo, visto la bontà dell'ordine del giorno, un'ulteriore riflessione e, quindi, di accantonare l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Vice Ministra, vuole accantonare l'ordine del giorno n. 9/1238/51, su richiesta dell'onorevole Battistoni?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Accantoniamo.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1238/52 Gubitosa con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Chiediamo di metterlo ai voti, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/52 Gubitosa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/53 Lomuti è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. Chiederei un supplemento di riflessione al Governo e quindi chiedo di accantonarlo.
PRESIDENTE. Signor Vice Ministro?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Lo accantoniamo.
PRESIDENTE. Grazie, Vice Ministra. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/54 Auriemma vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Auriemma? Lo poniamo in votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/54 Auriemma, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/55 Alfonso Colucci il parere è favorevole, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Poiché la riformulazione, per come ho capito, è una riscrittura completa del dell'impegno, chiederei al Governo un accantonamento, per un ulteriore approfondimento, se è possibile.
PRESIDENTE. Vice Ministra?
MARIA TERESA BELLUCCI,. D'accordo, l'accantoniamo.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/56 Penza vi è un accoglimento come raccomandazione. Onorevole Penza? La accetta.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/57 Riccardo Ricciardi vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Riccardo Ricciardi? Lo poniamo in votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/57 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/58 Fenu vi è parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. Io non accetto la riformulazione e chiedo che sia posto ai voti l'ordine del giorno. Volevo fare la dichiarazione di voto, se è possibile.
EMILIANO FENU(M5S). Questo ordine del giorno riguarda l'articolo 40 del decreto, che ha una finalità abbastanza condivisibile, perché eleva a 3.000 euro il limite di esenzione dei cosiddetti ai dipendenti per il pagamento delle utenze elettriche. Però, nella dichiarata ottica di sostenere le famiglie e promuovere la natalità, l'innalzamento del limite dei cosiddetti riguarda solo i dipendenti con figli a carico, limitazione che ad oggi non è prevista dalla disciplina ordinaria sui . L'aumento si limita al 2023 e quindi dura 7 mesi dall'entrata in vigore del decreto. Quindi, Presidente se è rivolta a chi non ha figli, per indurli ad averne, forse si promuove una sorta di natalità accelerata; forse troppo, dato che sappiamo che una gravidanza dura 9 mesi, mentre la misura del Governo dura 7 mesi.
Io chiedo al Governo se, tra tutte le misure a termine, abbia previsto anche un termine per le sue prese in giro nei confronti dei lavoratori e delle imprese. In ogni caso, comunque, per tornare al contenuto dell'ordine del giorno, anche per chi ha figli la norma sarà difficilmente fruibile e attuabile considerato che generalmente i vengono erogati dalle grandi imprese, che devono spesso rispettare dei codici etici che non ammettono discriminazioni e, in questo caso, stiamo parlando di una vera e propria discriminazione. La denatalità si contrasta, lo sappiamo, con altre misure - altre peraltro sono già esistenti - ma soprattutto con il lavoro e con i servizi per aiutare le mamme a lavorare in serenità, a partire, ad esempio, dalla realizzazione di asili nido.
Quindi, è la solita misura, in realtà elettorale, che, nei dettagli, risponde all'esigenza di fare in modo che non si spenda nemmeno un euro, e su questo chiediamo al Governo, nell'ordine del giorno, di estendere il beneficio anche ai lavoratori privi di figli a carico, al fine di garantire l'equità di accesso alla misura e chiediamo di riordinare la disciplina dei e uniformare gli svariati trattamenti, stabilizzandoli, anche attraverso un graduale incremento del limite, all'attuale valore di 3.000 euro annui. Chiediamo, inoltre, sempre nell'ordine del giorno, un correttivo al criterio di determinazione forfetaria del reddito in caso di concessione dei finanziamenti a tasso fisso ai dipendenti in conseguenza dell'aumento del tasso ufficiale di riferimento della BCE, poiché l'attuale determinazione forfetaria del reddito di anno in anno, e non solo nell'anno di concessione del finanziamento, come è adesso il metodo di calcolo, determina un aumento sproporzionato del reddito imponibile che annulla il valore dello stesso . Quindi, ribadisco, rifiutiamo la riformulazione, perché su questi elementi il Governo avrebbe dovuto assumere quantomeno un impegno .
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/58 Fenu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/59 Alifano, c'è una riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. No, sinceramente, mi sembra un po', diciamo, striminzita la risposta della Vice Ministra perché valutare l'opportunità di adottare…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, accetta o non accetta?
ENRICA ALIFANO(M5S). Non accetto, Presidente. Non accetto, perché credo che quello che stiamo vivendo adesso richieda risposte decise da parte del Governo, perché ci sono emergenze in corso; la prima, ovviamente - se ne parlava stamattina - è l'inflazione che sta galoppando e sta erodendo in modo sensibile i redditi, soprattutto dei lavoratori che sono a reddito fisso, ma in genere, di tutta la popolazione italiana. Al contempo, c'è un altro tema che è ricorrente in quest'Aula e di cui si dibatte, lo spopolamento e anche, oltre allo spopolamento delle aree interne, l'emigrazione della popolazione italiana lungo la direttrice Sud-Nord; questo sta determinando un rialzo veramente drammatico del costo degli affitti. La popolazione si sposta, dicevo, da aree interne ovvero dal Sud al Nord per ragioni lavorative o anche di studio. Noi chiedevamo proprio un'attenzione a questi tre temi con l'ordine del giorno a mia firma. Chiedevamo al Governo di introdurre misure di potenziamento della detrazione Irpef stabilita per i canoni di locazione e anche, oltre a questo potenziamento, di allargare la platea dei soggetti che possono utilizzare la detrazione Irpef; non solo ai lavoratori dipendenti, ma anche ai lavoratori che usufruiscono di altre forme contrattuali come ad esempio Cococo. Si chiedeva anche, tra l'altro, di eliminare un vincolo temporale assurdo; con la normativa attualmente in vigore, la detrazione può essere fruita solamente nei primi tre anni dal momento in cui si è stabilito il trasferimento della residenza e, quindi, si chiedeva anche di eliminare questa previsione, in modo da allargare la possibilità di usufruire di questa detrazione. Si chiedeva, infine, di stabilire un unico regime di detrazione, in relazione a questa materia, sulle locazioni, che tenga soprattutto conto e presti attenzione ai percettori di redditi più bassi e a coloro che trasferiscono la loro residenza per ragioni di lavoro. Ma, ahimè, non c'è stata una risposta decisa da parte del Governo, ma semplicemente un impegno molto, molto lato, una semplice valutazione, ma non un impegno cogente. Per questo si chiede che venga messo ai voti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/59 Alifano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/60 Lovecchio, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà.
GIORGIO LOVECCHIO(M5S). Grazie, Presidente. Chiedo alla Vice Ministra un attimo di attenzione perché l'ordine del giorno…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole, accetta o no intanto?
GIORGIO LOVECCHIO(M5S). No, non la accetto. Chiedo un accantonamento per un ripensamento da parte del Governo, perché in realtà l'ordine del giorno non prevede nessun costo. Nell'ordine del giorno viene richiamato l'articolo 40, dove si parla dei . Quello che chiediamo è un'interpretazione giusta della norma, perché adesso è scritto che un genitore con un figlio a carico può richiedere questi benefici. Però ci sono casi in cui genitori che lavorano entrambi hanno i figli a carico al 50 per cento. Quello che si chiede è un'interpretazione autentica della norma per evitare ogni dubbio sull'applicazione di questo articolo 40. Chiedo un accantonamento e un ripensamento da parte del Governo, anche perché questo ordine del giorno non ha nessun costo, ma è una semplice interpretazione della norma.
PRESIDENTE. Vice Ministra, sulla richiesta di accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/1238/60 Lovecchio?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Lo accantoniamo.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/61 Raffa, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà. Lei è già intervenuto, ha un minuto e cinquanta secondi. Prego.
EMILIANO FENU(M5S). Brevemente, Presidente, riguarda sempre l'articolo 40. Il comma 1 dell'articolo si pone, come è scritto nell'ordine del giorno, in deroga all'articolo 51, comma 3, del TUIR. Per questo motivo, succede che, qualora il valore complessivo - la soglia adesso è 3.000 euro - di beni e servizi forniti al lavoratore sia superiore alla soglia dei 3.000 euro, per l'interpretazione che dà anche l'INPS con una circolare del 31 maggio 2023, l'intero importo sarebbe assoggettabile a tassazione. Questa è un'interpretazione che non ha senso. Pertanto, chiediamo al Governo di accantonare l'ordine del giorno e di valutare con un impegno la previsione che soltanto l'eccedenza, rispetto alla soglia dei 3.000 euro, sia assoggettata a tassazione, come è giusto che sia.
PRESIDENTE. Vice Ministra, per la richiesta di accantonamento?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Confermiamo il nostro parere favorevole, accogliendolo però come raccomandazione.
PRESIDENTE. Onorevole Fenu, lei accetta la raccomandazione come ultima istanza?
EMILIANO FENU(M5S). No, non la accettiamo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/61 Raffa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/62 Baldino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/63 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscriverlo e fare la dichiarazione di voto. Questo ordine del giorno si basa su un dato, il 9,4 per cento. Questa è la percentuale di italiani che sono sotto la soglia di povertà assoluta, e la cosa bella è che di 5.371.000 persone, il 23 per cento sono lavoratori. Quindi, pur lavorando, non riescono a raggiungere la soglia minima di povertà. Questo è il quadro in cui si muove il nostro Paese, in cui è stato adottato il reddito di cittadinanza e nonostante il reddito di cittadinanza, il quale ha avuto, tra i tanti meriti, anche quello di evitare che durante la pandemia il disagio sociale sfociasse in violenza, com'è accaduto in altri Paesi, come la Grecia, il Belgio, la Francia,
E allora ci chiediamo tutti, in un contesto del genere, dove c'è la guerra, c'è la crisi, c'è il COVID, ci sono ancora gli effetti del COVID, perché questo Governo stia tagliando, tra le prime azioni politiche che sta facendo, a oltre 100.000 famiglie il sostegno del reddito di cittadinanza e stia dando ad oltre 450.000 famiglie soli 350 euro per vivere un mese intero. Quello che non riusciamo a comprendere è che, nell'epoca della globalizzazione, il reddito di cittadinanza assume un ruolo ancora più necessario. Ed è per questo che l'Europa ci chiede uno sforzo in più, ci chiede di avere misure di questo tipo.
In un contesto storico nel quale le professioni nascono e muoiono immediatamente è essenziale avere uno strumento che accompagni lavoratori e lavoratrici. Allora ci chiediamo fortemente come fate a non capirlo. Presidente, mi permetta un'altra sottolineatura: attraverso un spesso manipolato avete fatto credere, la maggioranza, questo Governo hanno fatto credere che queste persone fossero tutte disoneste, che fossero tutti boss della malavita che arrotondavano con proventi illegali, grazie all'ingenuità dello Stato.
Ma la verità la conoscete bene ed è un'altra. Queste sono persone che purtroppo non trovano lavoro, sono fuori dal mercato. Fuori da queste Aule ci sono milioni di persone che hanno bisogno di aiuto, di sostegno e di supporto. Noi gli abbiamo teso la mano, voi li state prendendo a schiaffi. Con questo ordine del giorno vi diamo la possibilità di rinsavire e di fare un passo indietro per impedire a questo Paese di cadere in un burrone. Modificate la nuova misura di assegno di inclusione, rendendola uno strumento universale di integrazione e di sostegno al reddito, per consentire una vita dignitosa a milioni di persone.
Per una volta non limitatevi a dirlo, ma siate veramente patrioti. Avete alimentato una narrazione tossica sul reddito di cittadinanza, infarcita di luoghi comuni, tra i quali quello secondo cui, nel nostro Paese, esistono milioni di persone che non sono rimaste indietro, ma la verità è che non sono rimaste indietro, siete stati voi a lasciarle indietro .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/63 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/64 Caramiello, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, non si capisce proprio il parere contrario a questo ordine del giorno. Mi rivolgo, per suo tramite, anche ai colleghi della Commissione agricoltura. Presidente, nel decreto, per quanto riguarda il settore agricolo, nessun intervento viene posto in essere, pur essendo, come noto, un settore molto importante, con caratteristiche e peculiarità che andrebbero affrontate concretamente e non ignorate, come nel caso di specie.
La tutela dei lavoratori agricoli, la necessità di garantire loro gli stessi diritti degli altri settori, appare quanto mai necessaria, e non solo al fine di arginare gli spazi di nero e irregolarità che ancora lo caratterizzano, ma anche e soprattutto per dare a questo comparto il valore che merita. Se si parla di lavoro agricolo, sostegno al reddito e ammortizzatori sociali, però, non si può dimenticare anche il settore della pesca, i cui lavoratori appaiono oggi ancora più penalizzati degli agricoltori. In tale contesto, non si può dimenticare che da anni resta sospesa l'introduzione della CISOA nel settore. Tale ammortizzatore sociale, esteso ai pescatori con la legge di bilancio n. 234 del 2021, manca ancora della definizione concordata, insieme alle parti sociali coinvolte, delle norme regolamentative, in modo da renderlo concretamente efficace a tutela dell'occupazione, in un settore messo duramente alla prova dalle continue restrizioni dell'attività lavorativa, dovute anche alle politiche comunitarie.
Quest'ordine del giorno impegna il Governo a convocare al più presto le parti sociali firmatarie dei contratti nazionali del lavoro di riferimento per la pesca, al fine di proseguire il confronto già avviato in merito all'estensione della CISOA ai pescatori, avviata con la legge n. 234 del 30 dicembre 2021, e definire gli interventi correttivi di tipo legislativo che consentano di dotare finalmente il settore di un meccanismo di sostegno al reddito in grado di assicurare al personale imbarcato un ammortizzatore sociale efficace e tempestivo, in linea con gli altri strumenti previsti dalla legislazione sociale in genere.
Perciò, non si capisce il parere contrario di questo Governo e chiedo anche alla Vice Ministra di accantonare almeno quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Vice Ministra, in ordine alla richiesta di accantonamento?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Non la accogliamo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/64 Caramiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/65 Sergio Costa, accolto come raccomandazione.
Onorevole Auriemma?
CARMELA AURIEMMA(M5S). Presidente, accettiamo la raccomandazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/66 Pellegrini, con il parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Presidente, chiedo che venga messo ai voti e faccio una breve dichiarazione di voto. Questo ordine del giorno riguarda l'articolo 33 del decreto-legge di cui ci stiamo occupando. Mi accingo a leggere la relazione contenuta nel che dice testualmente: “L'articolo 33 dispone un finanziamento straordinario a favore dell'Agenzia Industrie Difesa” e: “L'intento della misura, si legge nella relazione illustrativa, è quello di rispondere alla nuova domanda del mercato nel settore del munizionamento”. “L'intervento - prosegue il - (…) è finalizzato al potenziamento della capacità produttiva e delle competenze professionali nei settori della produzione di polvere sferica e nitrocellulosa e dell'integrazione pirica dei missili (presso lo stabilimento di Noceto). Si tratta dunque - continuo a leggere, Presidente, voglio essere preciso - di una misura che risponde alle conseguenze dell'aggressione russa all'Ucraina sul sistema produttivo e sul mercato degli armamenti, in particolare nel settore del munizionamento. La guerra ha infatti prodotto l'esigenza di rafforzare - ribadisco: rafforzare - la produzione per continuare a rispondere alle forniture alle Forze armate ucraine, senza tuttavia sguarnire le riserve nazionali. Nel caso dello stabilimento di Fontana Liri, la misura consente in particolare di potenziare la produzione della polvere sferica (…)”.
Poi: “Per lo stabilimento di Noceto, si intende rafforzare le capacità di integrazione e manutenzione del sistema missilistico (…)”. Questo è quanto dice appunto la relazione su questo decreto-legge.
Però, il 21 marzo scorso, in Senato, la Presidente del Consiglio definiva - apro virgolette - “puerile”, lo ripeto, “puerile”, la propaganda di chi racconta che l'Italia starebbe spendendo soldi per mandare armamenti in Ucraina, sottraendoli di fatto alle tante necessità dei nostri concittadini. Poi continuava la Presidente del Consiglio: “L'Italia sta inviando all'Ucraina materiali e componenti già in suo possesso che, per fortuna, noi non abbiamo necessità di utilizzare e che inviamo agli ucraini, anche per prevenire la possibilità di doverli un giorno utilizzare noi”.
È del tutto evidente, caro Presidente, che queste affermazioni della Presidente del Consiglio sono diametralmente opposte a quello che è scritto nella relazione illustrativa di questo decreto-legge e, peraltro, sono in contrapposizione anche con le dichiarazioni del Ministro della Difesa che in audizione davanti alle Commissioni riunite del Senato e della Camera, il 25 gennaio, affermava che l'aiuto che abbiamo dato in questi mesi all'Ucraina è un aiuto che in qualche modo ci impone di ripristinare le scorte che servono per la difesa nazionale.
Quindi, noi prendiamo atto che il dato politico che emerge è che in questo Governo non c'è accordo su quello che ci raccontano, tra la Presidente del Consiglio e il Ministro, non c'è accordo su cosa fare, su cosa proporre; quando vengono scritti questi disegni di legge, in questo caso questo decreto-legge, regna la confusione più assoluta in merito sia alla questione degli armamenti, sia, purtroppo, ad altre questioni.
Quindi, proprio per contrastare questa confusione che regna sovrana su questa maggioranza e su questo Governo, noi abbiamo presentato questo ordine del giorno che impegna il Governo, impegnerebbe - uso il condizionale perché sono sicuro che avrà il voto contrario - il Governo a destinare queste risorse per dare una mano al tessuto produttivo che è in grande difficoltà, viste le crisi da cui veniamo, la crisi pandemica prima e la crisi della guerra in Ucraina poi, per dare una mano a tutte quelle famiglie che sono in grande difficoltà, ora. Però, sarebbe una soluzione troppo ragionevole, troppo giusta e troppo auspicabile e, quindi, sono sicuro, come dicevo prima, che questa maggioranza voterà in senso contrario, certificando il suo disastro .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/66 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/67 Todde, con il parere contrario del Governo. Lo poniamo in votazione, onorevole Todde? Bene, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/67 Todde, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/68 Appendino: parere favorevole con riformulazione. Onorevole Appendino?
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Non accettiamo la riformulazione e chiediamo di metterlo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/68 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/69 Cappelletti.
Il Governo vuole intervenire prima di dare la parola all'onorevole Cappelletti?
Prego, Vice Ministra.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Vogliamo cambiare il parere, inserendo le parole: “a valutare l'opportunità di” e poi lasciare la riformulazione così come l'avevamo proposta.
PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/1238/69 Cappelletti c'è parere favorevole, previa riformulazione con l'ulteriore precisazione della Vice Ministra.
Accetta la riformulazione, onorevole Cappelletti?
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Presidente, non posso accettare la riformulazione della riformulazione, perché è peggiorativa rispetto a quella precedente che già avrei rispedito al mittente anche se devo dare atto, per onestà intellettuale, che la direzione della precedente riformulazione andava nella direzione auspicata se non fosse che vi siete dimenticati, forse anche per un errore materiale, il tema centrale di questo ordine del giorno, che sono le comunità energetiche rinnovabili. Se noi non le citiamo - ed è quello l'oggetto dell'ordine del giorno - di fatto viene meno l'intero impegno proposto al Governo. Però, mi pare di considerare - anzi sicuramente, alla luce di questa riformulazione - che non sia una dimenticanza.
Presidente, io procedo con la dichiarazione di voto sull'ordine del giorno. Allora, innanzitutto cosa prevede questo ordine del giorno? Propone di affrontare il problema della povertà energetica con strumenti che consentano ai cittadini…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Cappelletti. Il Governo mi chiede di nuovo la parola in ordine al suo ordine del giorno. Se vogliamo ascoltare, che magari c'è qualche elemento supplementare. Prego, rappresentante del Governo.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Abbiamo ascoltato le sue ulteriori illustrazioni rispetto all'ordine del giorno e, quindi, lo accantoniamo e ci riserviamo la possibilità di fare un altro approfondimento.
PRESIDENTE. Onorevole Cappelletti, possiamo accettare? Onorevole Cappelletti accetta l'accantonamento? Sì.
L'ordine del giorno n. 9/1238/70 Pavanelli è accolto come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non accettano la raccomandazione e chiedono che l'ordine del giorno sia posto in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/70 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/71 Morfino c'è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Morfino, accetta la riformulazione?
DANIELA MORFINO(M5S). Grazie, Presidente. No, non accettiamo e vi spieghiamo il motivo. Non accettiamo perché continuate a prenderci in giro con queste riformulazioni . Quindi, se davvero volete dimostrare agli italiani apertura su questo impegno fatelo, ma fatelo con i fatti e non a parole. Date una prova plausibile. Ascoltate il grido di queste 20.000 lavoratrici che, sin dalla legge di bilancio, vi stanno chiedendo di ripristinare Opzione donna e non nel tempo “valutare l'opportunità di”. Assolutamente no, perché con queste ennesime parole, parole e parole stata ancora discriminando queste donne e il Paese questo lo deve sapere perché girarsi nuovamente dall'altra parte significa minare un diritto e, purtroppo, oggi non è l'unico diritto che state affossando. Fermatevi e ascoltate ogni tanto, ascoltate disagi e bisogni dei cittadini.
Ma poi mi chiedo: che vuol dire che volete “valutare l'opportunità di”? L'avete promesso in campagna elettorale di ripristinare Opzione donna e di prorogarla per tutto il 2023 e ancora adesso state giocando sulla pelle di quelle 20.000 donne. Ma cosa dovete valutare ancora ? Quindi, a questo punto, inviate questo messaggio a queste donne: che trovate i soldi per finanziare le squadre di calcio ma non trovate i soldi per ripristinare Opzione donna .
Allora, Presidente, invito nuovamente il Governo a rivedere il parere e a votare favorevole .
PRESIDENTE. Vice Ministra, cosa dice rispetto all'istanza dell'onorevole Morfino di rivedere il parere?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Confermiamo il parere. Per noi il parere - quindi con la riformulazione, ed era un parere favorevole - era un'apertura, proprio perché troviamo che il tema sia importante e che, quindi, sia importante affrontarlo. In ragione di questo il parere era favorevole. Ovviamente, abbiamo proposto una riformulazione come punto di caduta tra la posizione del Governo e l'istanza della sottoscrittrice, che ritenevamo, comunque, oggetto della nostra attenzione.
PRESIDENTE. Quindi, conferma, a questo punto, il parere contrario?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Sì, confermiamo il nostro parere contrario nel caso in cui la riformulazione che abbiamo proposto non sia soddisfacente per la presentatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/71 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/72 Ilaria Fontana è accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, Presidente. Solo per dire che non accetto la raccomandazione e chiedo di metterlo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/72 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/73 Santillo è accolto come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori accettano la raccomandazione proposta dal Governo.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/74 L'Abbate il parere è favorevole con riformulazione. Prendo atto che l'onorevole L'Abbate accetta la riformulazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/75 D'Orso il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/75 D'Orso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/76 Cafiero De Raho è accolto raccomandazione.
Accetta la raccomandazione, onorevole Cafiero De Raho?
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Presidente, non accogliamo la raccomandazione. Colleghe e colleghi, signor Presidente, il tema che avevamo proposto rientra sostanzialmente nei rimedi necessari a sostenere le donne vittime di violenza di genere. L'ordine del giorno ha sollecitato l'impegno del Governo a colmare una lacuna discriminatoria tra le donne dipendenti da datore di lavoro, privato o pubblico, e le lavoratrici autonome che abbiano subito violenza. La dipendenza economica propria e dei figli ostacola la denuncia delle situazioni di violenza domestica. Il rischio di perdere la retribuzione da lavoro dipendente o il reddito da lavoro autonomo in mancanza di adeguato sostegno economico rende le donne più vulnerabili.
Per rendere le donne più libere, già oggi l'articolo 24 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 80, riguardante le misure per la conciliazione e le esigenze di cura, di vita e di lavoro, riconosce alla dipendente inserita nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere il diritto di astenersi dal lavoro per motivi connessi al suddetto percorso di protezione, per un periodo di tre mesi, e anche il diritto a un'indennità, durante il periodo di congedo corrispondente all'ultima retribuzione erogata dall'INPS per lo stesso periodo.
Al fine di colmare la discriminazione, care colleghe e cari colleghi, si era chiesto semplicemente di adottare una medesima normativa, cioè riconoscere anche ai lavoratori autonomi e alle donne lavoratrici autonome, una stessa condizione e, quindi, la possibilità di entrare in uno di questi percorsi di sostegno. Invece, la lavoratrice autonoma, che è costretta a subire violenza, entra oggi in questi percorsi ed è costretta anche ad abbandonare il lavoro e chiudere il proprio lavoro autonomo. Invece, qui è necessario intervenire con una norma per colmare questa lacuna, rendere identiche le situazioni e sostenerle entrambe. Ecco perché era stato chiesto un impegno del Governo: per colmare una lacuna che il Governo dovrebbe colmare. È per questo che chiediamo che si voti, signor Presidente, cari colleghi e care colleghe
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie. Per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega De Raho .
PRESIDENTE. A titolo personale?
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). A nome del gruppo.
PRESIDENTE. Lo immaginavo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà. Per sottoscrivere?
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Sì, grazie, Presidente. A nome di tutto il gruppo MoVimento 5 Stelle, chiediamo di sottoscrivere l'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Presidente, grazie. Anche noi sottoscriviamo l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. A nome del gruppo?
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Sì, a nome del gruppo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/76 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Secondo le intese intercorse fra gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame degli ordini del giorno, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 29 giugno, a partire dalle ore 9,30.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che i lavori della giornata di domani, giovedì 29 giugno, si svolgeranno secondo la seguente articolazione:
: Seguito dell'esame degli ordini del giorno sul disegno di legge n. 1238 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro ().
: Seguito dell'esame della Relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali, adottata il 1° maggio 2023 e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2022, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2023, deliberata nello stesso Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 .
: Dichiarazioni di voto finale sul disegno di legge n. 1238 .
: Votazione finale sul disegno di legge n. 1238.
: Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 336 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “II Forteto”.
È stato altresì convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di luglio 2023:
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1178 - Celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti
Discussione sulle linee generali delle mozioni Braga ed altri n. 1-3 e Santillo ed altri n. 1-161 in materia di emergenza abitativa.
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 115, 88, 769 e abbinate - Delega al Governo in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 596-659-952-991 – Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1178 - Celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 712 e 722 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021.
Seguito dell'esame delle mozioni Aiello ed altri n. 1-52, Cattaneo ed altri n. 1-96, Scotto ed altri n. 1-152, Mari ed altri n. 1-153 e Gebhard ed altri n. 1-157 concernenti iniziative a favore dell'adeguatezza dei trattamenti previdenziali, con particolare riferimento all'importo delle pensioni minime.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 384-446-459 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 887 e abbinate - Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1134 - Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30 ().
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 107 - Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti.
Seguito dell'esame delle mozioni Braga ed altri n. 1-3 e Santillo ed altri n. 1-161 in materia di emergenza abitativa.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1183 - Conversione in legge del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 75 e disegno di legge n. 1038 - Delega al Governo per la riforma fiscale .
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 536-891-910 – Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo.
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 418 - Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale.
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1183 - Conversione in legge del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 75 e disegno di legge n. 1038 - Delega al Governo per la riforma fiscale
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 536-891-910 – Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 418 - Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1194 - Conversione in legge del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023
Discussione congiunta del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 ().
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1194 - Conversione in legge del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi
Nella seduta di giovedì 20 luglio avrà luogo il seguito dell'esame del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 249, 413, 690 e 744 - Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche.
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1135 - Modifiche al decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, concernenti i poteri del procuratore della Repubblica nei casi di violazione dell'articolo 362, comma 1-, del codice di procedura penale, in materia di assunzione di informazioni dalle vittime di violenza domestica e di genere ().
Discussione sulle linee generali della mozione Semenzato ed altri n. 1-132 concernente iniziative volte alla prevenzione e alla cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 249, 413, 690 e 744 - Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1135 - Modifiche al decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, concernenti i poteri del procuratore della Repubblica nei casi di violazione dell'articolo 362, comma 1-, del codice di procedura penale, in materia di assunzione di informazioni dalle vittime di violenza domestica e di genere ().
Esame del disegno di legge n. 1239 - Conversione in legge del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, recante disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l'organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella giornata di martedì 25 luglio e non conclusi.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 141, 210, 306, 1053 e abbinate - Disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
Discussione sulle linee generali della mozione De Maria ed altri n. 1-144 concernente iniziative di competenza in relazione alla strage di Bologna, con particolare riferimento al processo di desecretazione degli atti.
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 336 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità 'II Forteto'
Esame del disegno di legge S. 755 - Conversione in legge del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano .
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 141, 210, 306, 1053 e abbinate - Disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
Seguito dell'esame della mozione De Maria ed altri n. 1-144 concernente iniziative di competenza in relazione alla strage di Bologna, con particolare riferimento al processo di desecretazione degli atti.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 336 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “II Forteto”
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
È stato infine convenuto che, nella giornata di mercoledì 5 luglio alle ore 16, avrà luogo la commemorazione dell'on. Guido Bodrato.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 1178, nn. 712 e 722, nn. 75 e 1038, n. 536-891-910, n. 418, nn. 249, 413, 690 e 744, n. 1135, nn. 141, 210, 306, 1053 e abb. e n. 336 sarà definita dopo la conclusione dell'esame in sede referente.
Il programma si intende conseguentemente aggiornato.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare la deputata Marina Marchetto Aliprandi. Ne ha facoltà.
MARINA MARCHETTO ALIPRANDI(FDI). Grazie, Presidente. Signor Presidente, il mio intervento oggi vuole essere un omaggio al grande lavoro che le Forze dell'ordine svolgono nel quotidiano sul territorio nazionale per garantire la sicurezza dei cittadini e l'ordine pubblico. Mi riferisco, in particolare, ad un episodio che è successo il 19 giugno scorso e che ha coinvolto due agenti della Polizia locale nella frazione Bibione del comune di San Michele al Tagliamento, Manuela Favaretto, una mia concittadina di Oderzo, e Alessandro Zecchin, di Portogruaro, grazie ai quali è stato arrestato un ventisettenne veronese che, in evidente stato di alterazione, diciamo così, dopo essere entrato in diversi locali e negozi della località turistica del veneziano, ha creato scompiglio e paura tra i presenti. Erano le 13 e si è scagliato violentemente contro uno dei due agenti intervenuti per placarlo e per riportare l'ordine. È stato poi arrestato, ma prima li aveva provocati con parolacce, li aveva sfidati, affinché gli mettessero le mani addosso, per 10-15 minuti; loro si sono controllati, finché questo personaggio ha cercato di dare un pugno all'agente di Polizia locale.
Presidente, alla luce dei tantissimi fatti che la cronaca narra ogni giorno, colgo l'occasione per ringraziare non solo i protagonisti della vicenda che ho appena raccontato, ma tutti i membri delle Forze dell'ordine e dei Corpi della Polizia locale, che sono impegnati per assicurare alla Nazione ordine e sicurezza, rendendo così l'Italia ancora più bella e sicura .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
S. 685 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (Approvato dal Senato). (C. 1238)
Relatrice:SCHIFONE.
2.
: LOPERFIDO, per la III Commissione; BAGNASCO, per la IV Commissione.
3.
S. 685 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (Approvato dal Senato). (C. 1238)
Relatrice:SCHIFONE.
4.