EDMONDO CIRIELLI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Boccia, Caparini, Castiello, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Faraone, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Manciulli, Palma, Pisicchio, Polverini, Portas, Realacci, Rosato, Rostan, Sanga, Sani, Tabacci e Vargiu sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centouno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposte di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa delle seguenti proposte di legge, delle quali la XII Commissione permanente (Affari sociali) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
FUCCI: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (263);
PIAZZONI ed altri: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (843);
MIOTTO ed altri: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (858).
GIULIO MARCON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Lunedì scorso, a 54 anni è scomparso Luca Rastello, giornalista, scrittore e operatore sociale. Nel tempo Luca Rastello è stato direttore de ’, di giornalista de collaboratore de e de . È stato operatore umanitario e attivista di pace nelle zone di guerra, profondo conoscitore dei Balcani e dell'intreccio tra guerra ed economia criminale. Ha raccontato efficacemente, con inchieste e libri, temi come la TAV, i diritti dei rifugiati, l'economia della droga.
Luca Rastello è stato uno dei migliori compagni di viaggio degli operatori umanitari e dei pacifisti in ex Jugoslavia. Lo abbiamo incontrato tante volte sotto i colpi dei cecchini a Sarajevo, in tanti villaggi della Bosnia a portare aiuti, a sostenere la riconciliazione, a raccontare le atrocità di una guerra così insensata. Ha accolto nelle sue terre tanti profughi e li ha integrati in quelle terre. Nel saggio romanzo ha raccontato non solo il dramma della guerra in Bosnia, ma anche le contraddizioni dell'aiuto umanitario e i suoi limiti, di cui ha parlato anche nel suo ultimo libro dal sapore dostoevskijano .
Luca Rastello era una persona speciale, poliedrica, curiosa, brillante, ironica e autoironica, intellettuale militante, raffinato e popolare, una persona piena di vita anche nel corso della sua lunga, lunga malattia.
Un abbraccio va alle sue figlie Elena e Olga, alla loro madre Monica, alla sua compagna Serena e a tutti i suoi cari .
PRESIDENTE. A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2994-B: Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.
Ricordo che nella seduta del 7 luglio 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico, nel testo modificato dal Senato, e delle proposte emendative ad esso presentate .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione.
Ricordo che, a norma dell'articolo 123-, comma 3-, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili dalle Commissioni riunite non possono essere ripresentati in Assemblea e, ove ripresentati, non sono pubblicati.
Inoltre, non sono pubblicati, in quanto non ricevibili, i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione.
Non sono altresì pubblicati, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, gli emendamenti non conseguenti a modificazioni apportate dal Senato.
Comunico che la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio) nella riunione odierna, non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123- del Regolamento, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, gli emendamenti Borghesi 1.62, 1.63, 1.65, 1.80 e 1.81.
Avverto che la Presidenza applicherà l'articolo 85- del Regolamento, procedendo in particolare, a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
La Presidenza, tuttavia, in considerazione della complessità del provvedimento e del fatto che lo stesso sia composto di un unico articolo e al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni, ha ritenuto di ammettere alla discussione e al voto dell'Assemblea un numero maggiore di emendamenti, pari al triplo di quelli che sarebbero consentiti.
A tal fine, i gruppi MoVimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e il deputato Cristian Iannuzzi sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre in votazione.
GIANCARLO GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Presumo sull'ordine dei lavori o per un richiamo al Regolamento ?
GIANCARLO GIORDANO. Per un richiamo al Regolamento, Presidente.
PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Intervengo proprio sull'ultima parte della sua comunicazione. Noi siamo già in un regime di contrazione delle possibilità, per le minoranze, di partecipare con efficacia al dibattito, alla discussione e al tentativo di miglioramento di un testo che, ovviamente, osteggiamo, ma che abbiamo cercato di cambiare in meglio.
Ma l'applicazione burocratica dell'articolo 85 – tra l'altro, per prassi e non letterale, perché ben altro dice l'articolo 85 – ci mette in una condizione di grandissimo imbarazzo e noi riteniamo che sia un errore determinare ancora, come dire, una contrazione delle possibilità, per le minoranze, di intervenire sul testo in maniera efficace.
Se si ammettesse quello che si sta facendo, come lo si sta facendo, ci troveremmo di fronte, di fatto, alla possibilità per la maggioranza, nel passaggio da una Camera all'altra, di determinare una condizione per cui la possibilità delle minoranze di emendare, migliorare, provare a cambiare, sarebbe del tutto inesistente.
Noi riteniamo che sia gravissimo il fatto che si cambino le regole durante una discussione così delicata come quella sulla riforma della scuola; lo riteniamo ancora più grave di fronte al fatto che gli emendamenti presentati dalle minoranze, nel numero complessivo, sono 135, quindi, essendo già in un regime controllato, non capiamo affatto il motivo per cui dobbiamo subire questa ennesima contrazione dei tempi.
Inoltre, vorrei che gli uffici, la Presidenza si facesse carico di una necessità: quando si passa, da un provvedimento con 27 articoli, attraverso un emendamento che lo rende unico, la regola dovrebbe valere per gli articoli originari, e quindi il calcolo che voi avete fatto e che ci proponete dovrebbe essere ben altro, se no è evidente che, nel passaggio da Camera a Senato, in questo caso, per la prassi e per come la applicate, noi siamo vittime della tirannia della maggioranza.
Infatti, passare da ventisette ad un articolo e rendere questo il moltiplicatore delle nostre possibilità emendative, ci mette, di fatto, fuori dalla discussione generale.
Quindi, noi chiediamo e crediamo che dobbiate rivedere la vostra posizione e non pensiamo che la maggioranza possa essere silente di fronte a un fatto che a che fare con la qualità della discussione e con la qualità della democrazia di un dibattito parlamentare, che non può essere svilito alle condizioni attuali .
PRESIDENTE. Allora, colleghi, siccome su questo argomento ci sono già altre richieste, io darò la parola ad un rappresentante per gruppo (sto per dare la parola all'onorevole Vacca ed è iscritto anche l'onorevole Borghesi) e invito gli altri gruppi, che intendono intervenire sul medesimo argomento, di segnalarlo alla Presidenza.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Aggiungo a quanto detto dal collega, che ieri c'era stata una richiesta esplicita espressa di una convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo proprio per gestire questa vicenda.
Ricordo soltanto all'Aula e anche alla stessa Conferenza dei presidenti di gruppo che, se ci troviamo di fronte ad uno articolo unico, è soltanto perché al Senato, la maggioranza e il Governo non sono stati in grado di gestire il dibattito sul provvedimento, tanto da non avere neanche svolto alcun dibattito in Commissione ed essere andati direttamente in Aula con un maxiemendamento, quindi con un articolo unico, sul quale è stata apposta la questione di fiducia, che è stata approvata, senza nessun dibattito nel merito.
Non possiamo noi subire un'ulteriore contrazione degli emendamenti già contingentati, quindi già ridotti all'osso, dopo che anche in Commissione c’è stato un dibattito di solo due ore su questo provvedimento a causa del fatto che la maggioranza ha blindato questo provvedimento e, quindi, non potrà essere in alcun modo modificato. Non possiamo tollerare che questa riduzione con il contingentamento venga ulteriormente contingentata e ci sia un'ulteriore riduzione degli emendamenti, già ridicoli, che le minoranze possono presentare su questo articolo.
Quindi, ricordo che era stata fatta una richiesta espressa di convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo per dirimere la questione per eliminare questa richiesta, che proviene dalla Presidenza e che, a nostro avviso, è ingiustificabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
STEFANO BORGHESI. Presidente, intervengo perché resti agli atti che anche la Lega Nord è assolutamente contraria a questo modo di operare e all'applicazione di questa norma regolamentare così interpretata, in quanto riteniamo che, nel passaggio dal Senato alla Camera, i tempi siano stati già fin troppo ristretti per quanto riguarda sia la discussione all'interno delle Commissioni, sia la possibilità di discussione in Aula.
Quindi, un ulteriore restrizione, anche data dal fatto di segnalare un ridottissimo numero di emendamenti, non va assolutamente a giovare ad una discussione su un provvedimento che dovrebbe essere strategico e importante per il futuro dei nostri studenti e, quindi, per il futuro del nostro Paese. Quindi, che resti agli atti che la Lega Nord è assolutamente contraria all'applicazione, così fatta, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, noi non siamo stati toccati dalla sua benevola, ma ferma ingiunzione, però riteniamo che, realmente, non ci sia motivo per cui, in un clima come quello che è stato descritto dai colleghi, che comprende anche la maggioranza (ricordo che noi in Commissione abbiamo lavorato nella differenza delle opinioni e delle posizioni, comunque, in un clima sostanzialmente positivo e con questo approccio siamo qui in Aula), sarebbe auspicabile anche dal nostro punto di vista un ripensamento su questa materia, anche perché, come lei ha detto in premessa, il tema è molto caldo. Quindi, non è venire incontro alle opposizioni, ma è semplicemente consentire a tutti di fare al meglio il lavoro per il quale sono in quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bini. Ne ha facoltà.
CATERINA BINI. Grazie, Presidente. Noi, come sempre, ci rimettiamo alle decisioni che la Presidenza vorrà assumere e le rispetteremo sempre e comunque.
Ovviamente speriamo, per così dire, che le decisioni assunte vadano nella direzione poi di rispettare quella che è sempre stata la prassi parlamentare, che ci sembra che in queste occasioni abbia avuto un orientamento abbastanza univoco. Ci teniamo a sottolineare che non abbiamo posto eccezioni nel momento in cui è stato triplicato il numero degli emendamenti ammissibili.
PRESIDENTE. Ci sono altri colleghi di gruppi che non sono intervenuti per richiamo al Regolamento sull'articolo 85- e che intendono intervenire ? Non mi pare, quindi, a questo punto provo a dare una risposta, chiarendo subito...
ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Onorevole Scotto, se non le dispiace, io do una risposta sul richiamo al Regolamento e, quando avrò finito, le darò la parola sull'ordine dei lavori.
Intanto all'onorevole Giancarlo Giordano – se mi ascolta, onorevole Giancarlo Giordano – prima di dare una risposta tecnica, vorrei garantire che in questa fase noi non cambiamo le regole in corso d'opera, ma applichiamo il Regolamento – prima questione – e che le decisioni non sono decisioni della maggioranza o di partiti della maggioranza, ma sono decisioni della Presidenza, che, come lei sa, soprattutto quando presiede, è assolutamente neutra rispetto a qualunque tipo di appartenenza di ciascun di noi ad un gruppo, piuttosto che ad un altro.
È stato contestato il fatto che la Presidenza applichi in via sistematica a tutti i provvedimenti quanto previsto dall'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, del Regolamento, che prevede la possibilità di procedere a votazione per principi o riassuntive e che, di conseguenza, vengano richieste ai gruppi, sui medesimi provvedimenti, le segnalazioni degli emendamenti da porre comunque in votazione, ai sensi dell'articolo 85- del Regolamento.
A tale proposito, rilevo che l'applicazione della sopra ricordata norma regolamentare a tutti i provvedimenti in via sistematica è stata adottata sulla base di una costante prassi, che appare la sola in grado di assicurare un'imparziale applicazione dell'istituto da parte della Presidenza, a prescindere dal particolare contenuto dei singoli provvedimenti.
Osservo, inoltre, che lo stesso comma 4 dell'articolo 85-, nella parte in cui esclude esplicitamente che le votazioni riassuntive o per principi si possano applicare nella discussione dei progetti di legge costituzionale e di quelli indicati dall'articolo 24, comma 12, del Regolamento, ammette che tale modalità di votazione si possa applicare a tutti gli altri progetti di legge.
Con riferimento alla questione circa l'ampliamento concesso dalla Presidenza del numero degli emendamenti da porre in votazione, faccio presente che anche tale decisione è del tutto conforme alla prassi costante, secondo la quale, in caso di provvedimenti composti da un articolo unico, spesso derivante dall'approvazione di un maxiemendamento, tale numero è raddoppiato o triplicato a seconda della complessità del provvedimento. Io ho numerosi precedenti e, se lo ritenete, li posso leggere, ma penso che possiamo anche risparmiarcelo.
Con riferimento alla questione sollevata dall'onorevole Giancarlo Giordano, faccio presente che della questione è stata investita fin da ieri sera la Presidente, che ha ritenuto di confermare la propria decisione circa le modalità di applicazione dell'articolo 85-, nel senso di triplicare gli emendamenti da porre in votazione ai sensi dell'articolo 85- del Regolamento: ciò conformemente alla prassi assolutamente consolidata, almeno a partire dalla XIV legislatura, e ai precedenti in materia. Proprio in ragione del fatto che si tratta di una prassi costante, la Presidente ha altresì ritenuto, trattandosi di decisioni di sua competenza, di non dare corso alla richiesta di convocazione della Giunta per il Regolamento e della Conferenza dei presidenti di gruppo.
ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. A questo punto, onorevole Scotto, io ho risposto e le do la parola sull'ordine dei lavori, però non ritorniamo su questo argomento, perché questo argomento è concluso con la risposta del Presidente. Prego.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, ovviamente prendo atto della risposta. Credo che le prassi siano tali perché possono essere cambiate: non sono le tavole della legge né sono, per così dire, automaticamente applicabili rispetto a qualsiasi provvedimento. Nel prendere atto di questa decisione aggiungo anche che, in questa legislatura, più volte e su provvedimenti di estrema delicatezza, che hanno in qualche modo segnato la cifra dell'attività di Governo, è accaduto questo.
Io penso che una Conferenza dei capigruppo o una Giunta del Regolamento da convocare sarebbero state una scelta di buon senso, anche per evitare ulteriori tensioni. Ovviamente questo non è stato. Ci avviamo a svolgere una discussione nella quale lo spazio per l'opposizione sarà ulteriormente ridimensionato, ma questo ormai è diventato un fatto abbastanza naturale, anch'esso è diventato una prassi.
Ovviamente ciò qui dentro conta poco. Conta molto là fuori e ovviamente chi sta fuori e chi guarda con attenzione a questa discussione lo racconterà agli altri .
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa ?
CARLO SIBILIA. Sullo stesso argomento dell'intervento che mi ha preceduto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Sostanzialmente volevo sollevare alcune osservazioni in merito sia alle obiezioni del deputato Scotto sia alle richieste già fatte in precedenza per quanto riguarda la convocazione di una Conferenza dei capigruppo.
Questo lo dico per un semplice motivo. Come lei chiaramente ha spiegato, dal punto di vista regolamentare magari la prassi, quello che è sempre accaduto in quest'Aula, va avanti così e può anche andare bene per voi, o meglio per le procedure regolamentari. Quello che mi sento di sottolineare e che noi, come gruppo del MoVimento 5 Stelle, ci sentiamo di sottolineare è che, se finiamo una lettura alla Camera dei deputati con un testo di 27 articoli, poi ci muoviamo al Senato, dove viene posta la questione di fiducia su un maxiemendamento, quindi da 27 articoli si passa a un articolo soltanto, chiaramente quando si rientra qui alla Camera, abbiamo un'interpretazione tutta renziana di quello che è il bicameralismo. Sostanzialmente noi ritorniamo in questa lettura alla Camera avendo diminuito gli articoli da 27 a uno soltanto, quindi limitiamo anche la discussione e la possibilità di presentare emendamenti a questo testo. Infatti, a causa dell'articolo 85-, come lei giustamente ci ha ricordato, non è possibile fare questa cosa.
Quello su cui io voglio porre l'accento sostanzialmente è che noi siamo anche di fronte non più a un provvedimento che reca una delega, ma siamo di fronte a un decreto-legge mascherato. È un decreto-legge mascherato; infatti, se noi colleghiamo questo provvedimento alla legge di stabilità, diamo dei tempi contingentati, abbiamo due ore in Commissione e dobbiamo chiudere il provvedimento entro il 15 luglio perché lo vuole il Governo, anche se non è un decreto, allora mi spiegate qual è la differenza ? Io credo che su questo argomento, sul fatto che stiamo davanti a decreti-legge delega – praticamente si tratta di una delega che si trasforma in un decreto mascherato –, sia necessaria una convocazione della Conferenza dei capigruppo per rivedere questo precedente e magari dare più possibilità alle opposizioni, perché chiaramente capite che incidere su 27 articoli è diverso che incidere su uno, oppure, in seconda analisi, una convocazione della Giunta del Regolamento che stabilisca quali sono le modalità di intervento da parte delle opposizioni su quei provvedimenti che recano deleghe e che vengono trasformati, a causa del loro essere collegati alla legge di stabilità, in decreti-legge mascherati.
Io chiedo che la Presidente Boldrini si esprima su queste richieste che vengono fatte dalle opposizioni.
PRESIDENTE. Torniamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge e degli emendamenti presentati. Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo.
Colleghi, un attimo di attenzione. Chiedo un momento di attenzione alla relatrice, ai delegati d'Aula e ai membri del Comitato dei nove. Ai fini di garantire che tutti abbiamo in mano gli emendamenti segnalati, io richiamerò la pagina e l'emendamento, quindi ciascuno potrà appuntarsi qual è l'elenco degli emendamenti che sono segnalati. Quelli che non chiamerò devono essere considerati non esaminabili.
Quindi, cominciamo con l'emendamento Marzana 1.4, a pagina 3. Onorevole Coscia ?
MARIA COSCIA, . Il parere della Commissione è contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Vacca 1.6, a pagina 4 ?
MARIA COSCIA, . Il parere della Commissione è contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Vacca 1.7, a pagina 4 ?
MARIA COSCIA, . Il parere della Commissione è contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Marzana 1.8, a pagina 5 ?
MARIA COSCIA, . Il parere della Commissione è contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Marzana 1.9, a pagina 5 ?
MARIA COSCIA, . Il parere della Commissione è contrario.
PRESIDENTE. E sempre a pagina 5, Marzana 1.10 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Marzana 1.10.
PRESIDENTE. A pagina 6, Giancarlo Giordano 1.11 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.11.
PRESIDENTE. A pagina 6, Marzana 1.13 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Marzana 1.13.
PRESIDENTE. A pagina 7, Simone Valente 1.14 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Simone Valente 1.14.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 7, Gelmini 1.17 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.17.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 7, Gelmini 1.19 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.19.
PRESIDENTE. A pagina 9, Vacca 1.22 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Vacca 1.22.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 9 Pannarale 1.23 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Pannarale 1.23.
PRESIDENTE. A pagina 10, Vacca 1.24 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Vacca 1.24.
PRESIDENTE. A pagina 11, Vacca 1.28 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Vacca 1.28.
PRESIDENTE. A pagina 12, Centemero 1.30 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Centemero 1.30.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 12, Ciracì 1.31 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ciracì 1.31.
PRESIDENTE. A pagina 13, Gelmini 1.33 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.33.
PRESIDENTE. A pagina 14, Borghesi 1.35 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.35.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 14, Altieri 1.36 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Altieri 1.36.
PRESIDENTE. A pagina 15, Gelmini 1.39 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.39.
PRESIDENTE. A pagina 17, Borghesi 1.44 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.44.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 17, Vacca 1.45 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Vacca 1.45.
PRESIDENTE. A pagina 18, Centemero 1.47 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Centemero 1.47.
PRESIDENTE. A pagina 19, Chimienti 1.50 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Chimienti 1.50.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 19, Vacca 1.51 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Vacca 1.51.
PRESIDENTE. A pagina 19, Cristian Iannuzzi 1.52 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cristian Iannuzzi 1.52.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 19, Rampelli 1.53 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Rampelli 1.53.
PRESIDENTE. A pagina 20, Gelmini 1.55 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.55.
PRESIDENTE. A pagina 21, Chimienti 1.57 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Chimienti 1.57.
PRESIDENTE. A pagina 22, Vacca 1.61 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Vacca 1.61.
PRESIDENTE. A pagina 34, Chimienti 1.66 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Chimienti 1.66.
PRESIDENTE. A pagina 37, Vacca 1.68 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Vacca 1.68.
PRESIDENTE. A pagina 40, Vacca 1.73 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Vacca 1.73.
PRESIDENTE. A pagina 41, Gelmini 1.74 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.74.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 41, Chimienti 1.75 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Chimienti 1.75.
PRESIDENTE. A pagina 42, Giancarlo Giordano 1.76 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.76,
PRESIDENTE. Sempre a pagina 42, Marzana 1.77 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Marzana 1.77.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 42, Marzana 1.78 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Marzana 1.78.
PRESIDENTE. A pagina 43, Gelmini 1.79 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.79.
PRESIDENTE. A pagina 46, Rampelli 1.84 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Rampelli 1.84.
PRESIDENTE. Pannarale 1.85 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Pannarale 1.85.
PRESIDENTE. Centemero 1.86 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Centemero 1.86.
PRESIDENTE. Tutti questi a pagina 46 ovviamente. A pagina 47, Pannarale 1.88 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Pannarale 1.88.
PRESIDENTE. A pagina 48, Centemero 1.89 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Centemero 1.89.
PRESIDENTE. A pagina 49, Centemero 1.92 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Centemero 1.92.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 49, Gelmini 1.93 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.93.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 49, Borghesi 1.94 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.94.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 50, Borghesi 1.95 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.95.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 50, Borghesi 1.96.
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.96.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 50, Gelmini 1.97 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.97.
PRESIDENTE. A pagina 52, Centemero 1.98 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Centemero 1.98.
PRESIDENTE. A pagina 53, Giancarlo Giordano 1.101 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.101.
PRESIDENTE. A pagina 56, Gelmini 1.112 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.112.
PRESIDENTE. A pagina 56 sempre, Vacca 1.115 ?
MARIA COSCIA,. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Vacca 1.115.
PRESIDENTE. A pagina 57, Vacca 1.116 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 57, emendamento Pannarale 1.117 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 57, Vacca 1.118 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 58, Gelmini 1.120 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 59, Luigi Gallo 1.122 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 60, Centemero 1.123 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 60, Chimienti 1.124 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 61, Marguerettaz 1.125 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 61, Pannarale 1.126 ?
MARIA COSCIA, . La Commissione esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Molto bene. Passiamo ai relatori di minoranza.
GIANLUCA VACCA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA, Presidente, intervengo per un chiarimento: le posso ripetere il numero degli emendamenti, per vedere se corrispondano a quelli segnalati ?
PRESIDENTE. Se vuole, glieli richiamo direttamente quando mi esprime i pareri, così può controllare se ha segnato quelli giusti. Facciamo come ho fatto con la relatrice per la maggioranza.
GIANLUCA VACCA, . Va bene.
PRESIDENTE. Cominciamo. A pagina 3, Marzana 1.4 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 4, Vacca 1.6 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 4, Vacca 1.7 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 5, Marzana 1.8 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 5, Marzana 1.9 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 5, Marzana 1.10 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 6, Giancarlo Giordano 1.11 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 6, Marzana 1.13 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 7, Simone Valente 1.14 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 7, Gelmini 1.17 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 8, Gelmini 1.19 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 9, Vacca 1.22 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 9, Pannarale 1.23 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 10, Vacca 1.24 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 11, Vacca 1.28 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 12, Centemero 1.30 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 12, Ciracì 1.31 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 13, Gelmini 1.33 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 14, Borghesi 1.35 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 14, Altieri 1.36 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 15, Gelmini 1.39 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 17, Borghesi 1.44 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 17, Vacca 1.45 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 18, Centemero 1.47 ?
GIANLUCA VACCA, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. A pagina 19, Chimienti 1.50 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 19, Vacca 1.51 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 19, Cristian Iannuzzi 1.52 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 19, emendamento Rampelli 1.53 ?
GIANLUCA VACCA, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. A pagina 20, emendamento Gelmini 1.55 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 21, emendamento Chimienti 1.57 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 22, Vacca 1.61 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 34, Chimienti 1.66 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 37, Vacca 1.68 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 40, Vacca 1.73 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 41, Gelmini 1.74 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 41, Chimienti 1.75 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 42, Giancarlo Giordano 1.76 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 42, Marzana 1.77 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 42, Marzana 1.78 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 43, Gelmini 1.79 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 46, Rampelli 1.84 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 46, emendamento Pannarale 1.85 ?
GIANLUCA VACCA, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. Sempre a pagina 46, Centemero 1.86 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere contrario.
PRESIDENTE. A pagina 47, Pannarale 1.88 ?
GIANLUCA VACCA, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 48, Centemero 1.89 ?
GIANLUCA VACCA, Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 49, Centemero 1.92 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Gelmini 1.93 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Borghesi 1.94 ?
GIANLUCA VACCA, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. A pagina 50, Borghesi 1.95 ?
GIANLUCA VACCA, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. Borghesi 1.96 ?
GIANLUCA VACCA, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. Gelmini 1.97 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 52, Centemero 1.98 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 53, Giancarlo Giordano 1.101 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 56, Gelmini 1.112 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Vacca 1.115 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 57, Vacca 1.116 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Pannarale 1.117 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Vacca 1.118 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 58, Gelmini 1.120 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 59, Luigi Gallo 1.122 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 60, Centemero 1.123 ?
GIANLUCA VACCA, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. Chimienti 1.124 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 61, Marguerettaz 1.125 ?
GIANLUCA VACCA, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. Pannarale 1.126 ?
GIANLUCA VACCA, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice di minoranza, onorevole Pannarale, di esprimere il suo parere sul complesso degli emendamenti presentati. Facciamo allo stesso modo ?
ANNALISA PANNARALE, . Si, grazie.
PRESIDENTE. Sta bene. A pagina 3, Marzana 1.4 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 4, Vacca 1.6 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 5, Marzana 1.8 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Marzana 1.9 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Marzana 1.10 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 6, Giancarlo Giordano 1.11 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Marzana 1.13 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 7, Simone Valente 1.14 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Gelmini 1.17 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 8, Gelmini 1.19 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 9, Vacca 1.22 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Pannarale 1.23 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 10, Vacca 1.24 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 11, Vacca 1.28 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 1, Centemero 1.30 ?
ANNALISA PANNARALE, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. Ciracì 1.31 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 13, Gelmini 1.33 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 14, Borghesi 1.35 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Altieri 1.36 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 15, Gelmini 1.39 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. A pagina 17, Borghesi 1.44 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
ANNALISA PANNARALE, Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 18, Centemero 1.47 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 19, Chimienti 1.50 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Cristian Iannuzzi 1.52 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Rampelli 1.53 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 20, Gelmini 1.55 ?
ANNALISA PANNARALE, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. A pagina 2, Chimienti 1.57 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 22 Vacca 1.61 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 34, Chimienti 1.66 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 37, Vacca 1.68 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 40, Vacca 1.73 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 41, Gelmini 1.74 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Chimienti 1.75 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 42, Giancarlo Giordano 1.76 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Marzana 1.77 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Marzana 1.78 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 43, Gelmini 1.79 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 46, Rampelli 1.84 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Pannarale 1.85 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Centemero 1.86 ?
ANNALISA PANNARALE, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. A pagina 47, Pannarale 1.88 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. A pagina 48, Centemero 1.89 ?
ANNALISA PANNARALE, . Mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. A pagina 49, Centemero 1.92 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Gelmini 1.93 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Borghesi 1.94 ?
ANNALISA PANNARALE, . Il parere è favorevole.
Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Borghesi 1.94 e 1.95, mentre mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Borghesi 1.96, Gelmini 1.97 e Centemero 1.98. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.101, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.112. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Vacca 1.115 e 1.116, Pannarale 1.117 e Vacca 1.118, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Gelmini 1.120. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Luigi Gallo 1.122, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento Centemero 1.123. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Chimienti 1.124, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento Marguerettaz 1.125. Infine esprimo parere favorevole sull'emendamento Pannarale 1.126.
PRESIDENTE. Colleghi, scusate un attimo, lo dico soprattutto ai relatori. Il MoVimento 5 Stelle mi comunica che c’è stata una segnalazione per errore, cioè è stato segnalato l'emendamento Vacca 1.115 a pagina 56 invece dell'emendamento Vacca 1.113 sempre a pagina 56. A questo punto, anche se normalmente non si fa, accogliamo la richiesta del MoVimento 5 Stelle e quindi chiedo ai relatori di esprimere il parere sull'emendamento Vacca 1.113 a pagina 56 e considerare quindi non più segnalato l'emendamento Vacca 1.115. Comincerei dalla relatrice per la maggioranza.
MARIA COSCIA, Signor Presidente, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Vacca, immagino che il suo sarà un parere favorevole. Onorevole Pannarale ? Onorevole Pannarale, il ha sbagliato la segnalazione, invece dell'emendamento Vacca 1.115 a pagina 56 segnala l'emendamento Vacca 1.113 sempre a pagina 56.
ANNALISA PANNARALE, Signor Presidente, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo, con la modifica che abbiamo fatto ?
ANGELA D'ONGHIA, Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice di maggioranza, onorevole Coscia, contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Marzana 1.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.
MARIA MARZANA. Signor Presidente, in questo emendamento parliamo del fondo delle istituzioni scolastiche. Ricordo che il fondo delle istituzioni scolastiche serve per l'acquisto di materiale, per la piccola manutenzione, per retribuire le attività aggiuntive. Parliamo di interventi didattici volti alla personalizzazione e al potenziamento dell'offerta formativa, quindi ore eccedenti del personale docente ATA, attività di recupero e potenziamento oppure attività legate a progetti sportivi teatrali e musicali. È chiaro che all'inizio dell'anno gli istituti dovrebbero avere un quadro sufficientemente preciso della situazione finanziaria al fine di procedere ad una programmazione certa e concreta, invece nel testo del disegno di legge si prevede che la quota del fondo di istituto dei primi tre mesi dell'anno scolastico è erogata alle scuole entro settembre ed è relativa solo ai primi tre mesi dell'anno scolastico, mentre la quota relativa al periodo che va da gennaio ad agosto è erogata l'anno successivo. In pratica con questo emendamento noi vogliamo ristabilire il buon senso, signor Presidente, cioè lo stanziamento dei fondi a luglio per consentire alle scuole una programmazione a settembre certa e basata effettivamente sulle disponibilità economiche delle scuole .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Questo emendamento affronta un nodo cruciale dell'impianto di questo provvedimento perché di fatto, con una modifica che è stata fatta al Senato, noi stiamo delegando al Governo la definizione dei criteri di assegnazione dei fondi alle scuole, appunto dei soldi alle scuole, senza definire nessun criterio e nessun parametro.
A nostro avviso, l'unico intento che rileviamo dietro questo provvedimento è quello di un controllo politico delle scuole da parte dei partiti e da parte del Governo, controllo che verrà esercitato attraverso, appunto, la chiamata diretta e attraverso una serie di provvedimenti, tra i quali c’è anche questo relativo all'assegnazione dei fondi, perché, di fatto, noi stiamo dicendo al Governo che può definire autonomamente i criteri con cui verranno ripartiti i fondi alle scuole.
Il procedimento che è previsto in questo disegno di legge prevede, appunto, che il piano triennale viene fatto dalle scuole, viene vagliato dagli uffici scolastici regionali e, poi, viene finanziato dal Ministero, senza nessun criterio. A noi, quindi, sembrava quanto meno indispensabile inserire dei criteri oggettivi ai quali il Ministero dovrebbe, appunto, attenersi e definire i parametri per la divisione delle risorse alle singole scuole, come in parte avviene già oggi: quindi, il numero di alunni, il numero di docenti, il numero anche di abbandoni scolastici, per compensare e per dare maggiori fondi alle scuole che hanno necessità o che sono in contesti economici svantaggiati. Insomma, una serie di parametri oggettivi che il Ministero dovrebbe prendere in considerazione e ai quali dovrebbe attenersi rigidamente nel dare i fondi alle scuole.
Bisogna evitare quello che invece, secondo noi, è il vero tentativo del Governo, cioè quello di controllare le scuole e controllare anche i dirigenti amici, anche grazie allo stanziamento. Do più soldi alle scuole che sono vicine, che sono filogovernative; do meno soldi alle scuole che non sono filogovernative o che rompono meno le scatole. Questo è l'intento del Governo che poi, a sua volta, si tradurrà in un controllo anche dei docenti da parte dei dirigenti, con la chiamata diretta.
Quindi, purtroppo il provvedimento è blindato. Abbiamo il parere contrario della maggioranza, ma ci sembra quanto meno importante porre questo problema, che è un problema che riguarda il futuro delle nostre scuole e la democrazia, che ancora è tutelata all'interno delle nostre scuole .
PRESIDENTE. Colleghi, vi pregherei un attimo di attenzione. Oggi sarà una giornata faticosa, perché abbiamo ovviamente da votare tutto il giorno, e sarà faticosa soprattutto per gli oratori che parlano.
Vi pregherei di abbassare il tono della voce, perché è veramente difficile ascoltare, immagino quanto parlare. Quindi, per cortesia vi prego davvero di abbassare il tono della voce.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Per preannunziare il voto favorevole a questo emendamento da parte di Forza Italia. Questa riforma è, sotto molti aspetti, scriteriata; se almeno introduciamo qualche criterio per la ripartizione dei fondi e in tempi tempestivi, credo che si faccia un'opera buona per tutti e davvero una scuola buona. Però, ci atteniamo agli della maggioranza, che non lasciano alcuno spazio di miglioramento al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molta attenzione la spiegazione del collega Vacca, che è un collega, oltre che parlamentare, anche di disciplina: penso che sia un collega di lettere. Ne apprezzo sicuramente la creatività, perché riuscire a dire che il tipo di emendamento che essi hanno presentato mira a tamponare una situazione che noi vorremmo creare, e cioè quella di un controllo da parte del Governo sulle scuole cosiddette «amiche», in un provvedimento che, invece, mette al centro l'autonomia, e quindi l'indipendenza delle scuole, mi sembra quanto meno fantasioso.
Detto questo, però, vorrei ricordare che noi non interveniamo sui criteri di ripartizione dei fondi, anzi. Il fondo di finanziamento è stato, e lo dice la legge di stabilità, raddoppiato rispetto agli scorsi anni; quindi, noi arriviamo, a partire dal prossimo anno, a 235 milioni. Questo fondo serviva un tempo per curare e anche pagare gli insegnanti che si occupavano dei progetti, che, invece, a partire dal 1o settembre, saranno pagati direttamente dallo Stato, perché riceveranno quegli incarichi che il collegio docenti attribuirà loro proprio per il potenziamento dell'autonomia.
Quindi, sarà ancora una volta il collegio docenti a stabilire quali incarichi dare, come potenziare, e sarà lo Stato a pagare quegli insegnanti, mentre prima venivano pagati dal fondo di istituto, meglio, dal fondo di funzionamento delle scuole. Per cui, il sistema che noi andiamo a creare è questo, grazie all'inserimento dei nuovi insegnanti, la scelta delle scuole e degli ambiti da potenziare; e, a quel punto, vi sarà un risparmio per le scuole, che potranno utilizzare il fondo di funzionamento per tutta una serie di altri progetti.
Non interveniamo sulla redistribuzione, perché quella è già normata, c’è già, e non abbiamo assolutamente intenzione di toglierla .
PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Marguerettaz 1.125 è stato ritirato dal presentatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. In realtà, quello che noi cerchiamo di scongiurare, che cercavamo di scongiurare con l'emendamento precedente, in parte già avviene; in minima parte, fortunatamente, ancora. Infatti, in realtà, attraverso una serie di cosiddetti progetti, vengono dati soldi alle scuole; il Ministero già gestisce in maniera completamente discrezionale questa assegnazione di fondi.
E si verificano periodicamente situazioni per le quali alcune scuole ricevono, ciclicamente, ogni anno, fondi per determinati progetti e altre scuole, invece, restano fuori da questo giro di assegnazione. Oppure abbiamo periodicamente le stesse scuole che partecipano agli eventi che ogni anno il Ministero organizza – l'inaugurazione dell'anno scolastico al Quirinale e così via – e altre scuole che, invece, non possono partecipare, perché non hanno santi in paradiso, ovvero conoscenze all'interno del Ministero.
Noi chiediamo con questi emendamenti, invece, che tutti i fondi che vengono dati dal Ministero anche per i singoli progetti, vengano dati attraverso dei bandi, quindi con dei criteri di trasparenza, in modo che tutte le scuole interessate possano partecipare e poi vi sia una selezione che sia realmente meritocratica e non soltanto, invece, a conoscenza, come oggi avviene già all'interno del Ministero .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e quello favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
MARIA MARZANA. Grazie signor Presidente. Questo emendamento, come quello del mio collega, vuole correggere una grande falla di questo disegno di legge, l'allargamento della forbice tra istituti situati in territori economicamente avvantaggiati e istituti presenti in territori più poveri. Forbice, appunto, che sarà causata dalle donazioni dei privati e dal sempre minore finanziamento da parte dello Stato, e quindi di questo Governo, nei confronti della scuola pubblica statale.
Quindi, noi qui proponiamo di ridefinire i criteri di riparto del fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e di considerare come parametri per questa distribuzione, ad esempio, il reddito medio delle famiglie, il fatturato delle aziende del territorio, i dati sull'abbandono scolastico. Vogliamo, in sostanza, delle norme, una distribuzione delle risorse e uno sviluppo che siano attenti al tessuto sociale ed economico e uno Stato di diritto che elimini le disparità tra le scuole di questo Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà su questo emendamento. Come sa, signor Presidente, io non ho mai pensato che fosse in discussione la terzietà della Presidenza e delle decisioni che assume, ma il regime che ci state imponendo, per esempio, ci ha costretti, come gruppo, a diventare muti dal punto di vista emendativo su un tema così delicato. Per cui approfitto dell'emendamento dell'onorevole Marzana per sostenerlo e per ribadire che l'idea della scuola, quella che striscia in tutto questo provvedimento e che segnala un'idea, che non saprei definire se non ingiusta, di quella che può essere la distribuzione delle risorse nel mondo scolastico, è un'idea che non ci convince, anzi, che mina l'idea stessa di sistema scolastico nazionale e che, come vedremo poi sull'università, troverà lì il compimento di una cultura di fondo che si sta applicando a questo tipo di normativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ottavio. Ne ha facoltà.
UMBERTO D'OTTAVIO. Signor Presidente, intervengo solo per interloquire con la proponente di questo emendamento e anche per capire. Siccome il riparto, ovviamente, è un riparto oggettivo che considera tutti gli studenti uguali, vorrei capire perché, e soprattutto qual è il senso del reddito medio delle famiglie del territorio.
Forse, il MoVimento 5 Stelle ha cambiato idea e ritiene che sia importante il contributo privato delle famiglie ? Vuol dire che, dove ci sono territori più ricchi, si devono dare più contributi alle famiglie e alle scuole ? Vuol dire questo ? Questo è il senso.
Allora, noi diciamo che forse il MoVimento 5 Stelle non sa come funziona la ripartizione dei fondi del Ministero. Io credo che sia importante ricordare che, ovviamente, in tutto il territorio la nostra scuola deve essere trattata nel migliore dei modi e non abbiamo scuole uguali, ma considerare il fatto che, dove ci sono territori più ricchi, ci siano maggiori contributi delle famiglie alle scuole è un'inversione di tendenza, di cui, come dire, prendiamo atto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carocci. Ne ha facoltà.
MARA CAROCCI. Grazie, Presidente, volevo solo far notare che in questo comma non si modifica nulla rispetto ai criteri di erogazione del Fondo per il finanziamento delle scuole per il normale funzionamento rispetto a quanto è già in atto. Quindi, non ci sono modifiche che rendano la situazione sperequata. Vorrei anche ricordare ai colleghi, che forse non lo sanno, che per le scuole situate in aree di forte dispersione scolastica, a rischio educativo e a forte processo migratorio ci sono già fondi dedicati, ormai da anni, e i fondi europei per le regioni dell'Obiettivo convergenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Grazie, Presidente, intervengo solo per spiegare all'onorevole D'Ottavio, che evidentemente non ha capito il senso dell'emendamento che è proposto dalla collega Marzana, che l'intento è proprio quello di prevedere dei sistemi, dei metodi che vadano a favorire quelle zone del nostro territorio che sono più svantaggiate. Lei dice che gli studenti sul territorio nazionale sono tutti uguali; sì, ma i territori non sono, evidentemente, tutti uguali; la periferia di Bari non è come il centro di Milano
È questo il senso. Voi volete creare, come ha detto anche l'onorevole Giordano, delle scuole e degli istituti di serie «A» e degli istituti di serie «B», così come state facendo anche con l'università. Questo noi non lo possiamo permettere, perché vogliamo un sistema nazionale di istruzione che sia equo e giusto
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente, io capisco che i colleghi di maggioranza, forse, essendo un po’ frastornati dal fatto che sono stati completamente scavalcati dal Governo, non abbiano neanche avuto il tempo di leggere il provvedimento, che è stato approvato con un maxiemendamento di fiducia al Senato però, non posso sentire delle fesserie in quest'Aula, perché prima la collega Malpezzi ha parlato di 230 milioni di euro in più al Fondo di istituto, quando non sono invece neanche 130 milioni di euro in più, ma sono stati rimessi dopo che la legge di stabilità ne ha tagliati 180 milioni . Quindi, a dicembre hanno tagliato 180 milioni di euro e una parte adesso l'hanno rimessa, ma solo una parte.
Ricordo oltretutto che il comma 11 cita testualmente: con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono ridefiniti i criteri di riparto del Fondo alle scuole. «Ridefiniti», vuol dire che il decreto del MIUR definirà nuovamente i criteri di ripartizione dei fondi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente, capisco che i colleghi del Partito Democratico, magari volendo cambiare la Costituzione, non ne conoscano neanche i contenuti, però volevo specificare loro che all'articolo 3, uno degli articoli più fondamentali della nostra Costituzione, che è stato altresì ripreso da altre Costituzioni successive alla nostra, si parla di uguaglianza, di uguaglianza non solo formale ma di eguaglianza sostanziale ; la visione dell'articolo 3 è la visione della nostra Costituzione, cioè voler dare a tutte le persone, anche a quelle svantaggiate, i medesimi diritti e le medesime possibilità . Eguaglianza sostanziale: ricordatevelo !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente, noi vogliamo uscire da questo sterile dibattito che sta avvenendo fra i 5 Stelle e il PD, perché dobbiamo ritornare al concetto che il servizio scolastico di qualità deve essere garantito agli studenti. Quindi, il finanziamento deve essere basato sul risultato formativo che viene dato agli studenti.
Se noi premiassimo qualcuno soltanto perché c’è dispersione scolastica, non mi sembra un principio di meritocrazia che va a favorire gli studenti.
Noi dobbiamo ritornare al concetto base della scuola, che è quello di fornire un servizio, formare bene gli studenti, dare loro un futuro professionale e lavorativo e una formazione di qualità. Tutto il resto ho paura che siano semplicemente logiche per garantirsi una parte di visibilità all'interno di questo provvedimento, ma che non vanno ad affrontare il problema di fondo, che è quello di rendere finalmente il nostro sistema formativo ad uso e consumo degli studenti e non di altri soggetti che sono al servizio. Devono essere garantiti: un buon lavoro per chi opera nel mondo della scuola, uno stipendio dignitoso, i servizi necessari, ma il fine sono gli studenti. Non perdiamo di vista questo obiettivo, perché altrimenti sbagliamo proprio il concetto – e ovviamente il Governo è caduto in questo errore – della riforma della scuola, che dev'essere incentrata su chi usufruisce di quel servizio e che è la base del nostro Paese e che deve essere alla base del futuro del nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Grazie, Presidente. Io mi sono chiesto per quale motivo un partito, che teoricamente dovrebbe essere di centrosinistra, porti avanti un provvedimento che crea, di fatto, scuole di serie «A» e scuole di serie «B», contravvenendo a quel principio costituzionale di eguaglianza tra docenti e tra studenti. E credo, dopo essermelo chiesto, che sia riduttivo – e lo dico ai miei colleghi – definire i membri del partito Democratico persone che non conoscono la Costituzione o questo provvedimento sulla schifosissima scuola del Premier non eletto da nessuno.
La verità è che creare ignoranza in questo Paese permette, poi, di poter attingere in quel bacino elettorale che si chiama «voto di scambio». Questa è la verità: voi volete creare delle sacche di povertà e di ignoranza perché soltanto attraverso la povertà e l'ignoranza potete rimediare pacchetti di voti per fare entrare, spesso, anche amici degli amici di grandi imprenditori e lobbisti amici vostri o...
ALESSANDRO DI BATTISTA. ... o, come si vede, con «mafia Capitale», di delinquenti che si stanno mangiando il vostro glorioso partito .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Presidente, è chiaro quello che sta avvenendo: si sta creando veramente una società a caste proprio partendo dalla scuola. Perché qui si stanno creando delle scuole di serie «A» e scuole di serie «B» – questo è già stato detto e lo ribadisco – e presto si parlerà anche di università di serie «A» e università di serie «B». È tutto un progetto per creare delle caste ad alto reddito, che potranno avere un'istruzione e una formazione migliore, e delle persone che, invece, avranno un reddito basso o non ce l'avranno affatto.
Aggiungiamo il fatto che – c’è un emendamento relativo alla pubblica amministrazione che parla proprio di questo – si vogliono creare dei concorsi fatti per chi avrà determinati titoli di studio presso determinati atenei. Ecco che, qui, il quadro è completo: si parte, oggi, per la scuola, si arriva, poi, all'università e si continuerà, dopo, con i concorsi: chi avrà i soldi potrà accedere a determinare cariche e chi, invece, poveretto, è nato in un territorio che non ha quelle possibilità...
FRANCESCO D'UVA. ... non potrà accedere a quel determinato tipo di lavoro e a quel determinato tipo di carriera. Complimenti !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
MARIA MARZANA. Grazie, Presidente. Con questo emendamento diamo concretezza alle finalità – che Governo e maggioranza espongono e mettono nero su bianco in questo disegno di legge – che la scuola possa conseguire, quali, ad esempio, potenziamento del tempo scuola, incremento delle attività di laboratorio, apertura pomeridiana: tutte finalità veramente condivisibili.
Peccato che non si faccia nulla affinché queste finalità possano essere effettivamente conseguite dalle scuole. Tant’è che noi, qui in questo emendamento, disponiamo la possibilità di assegnare degli incarichi annuali in deroga al Piano triennale dell'offerta formativa, proprio affinché queste finalità non rimangano, ancora una volta, vuota propaganda .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
MARIA MARZANA. Grazie, Presidente. Rimaniamo sul tema della predisposizione del Piano dell'offerta formativa, che viene predisposto da un'istituzione scolastica in maniera che sia coerente con gli obiettivi generali ed educativi, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Ancora, sempre nel testo del disegno di legge, si prevede che le scuole possano decidere una loro quota di autonomia dei e di spazi di flessibilità, nonché la possibilità di istituire corsi di sostegno in deroga a quelli già previsti.
Ripetiamo che noi siamo d'accordo con lo sviluppo del Piano dell'offerta formativa che segua questi criteri, ma ancora una volta siamo dinanzi a buoni propositi, quindi a carta straccia, se dinanzi viene posto il limite delle risorse a legislazione vigente. Noi ripetiamo che occorre un vero finanziamento, un vero supporto, al funzionamento delle istituzioni scolastiche
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Noi abbiamo segnalato questo emendamento, più che per poterlo approvare, perché è evidente e chiaro a tutti che l'esito non sarà quello, per poter pronunciare un acronimo in questo dibattito, quello relativo al personale ATA.
Infatti, tale e tanta era la foga della maggioranza e del Governo di introdurre criteri dirigisti alla nuova scuola e alla loro «Buona scuola», che hanno dimenticato che le scuole hanno anche un personale tecnico-amministrativo, che le fa vivere, le apre tutti i giorni e le governa, un sistema organizzativo che permette ad esse di continuare ad offrire i servizi che offrono.
L'emendamento, nel merito, chiede di eliminare e sopprimere la parte che riguarda la riduzione del numero di posti, pari a 2.020 unità tra il 2015 e il 2016 e la riduzione di spesa per il personale, per questo personale, di circa 51 milioni di euro per lo stesso biennio. Approfittiamo di questa segnalazione, quindi, per riportare in una discussione che riguarda la scuola anche il ruolo delicato e importante che svolgono questo tipo di lavoratori all'interno delle nostre scuole, per ridare dignità anche a loro, in un quadro di discussione che, invece, li ha visti assolutamente marginali, se non dimenticati: esistono, noi vogliamo che ne esistano di più e che facciano meglio il loro lavoro
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente. Intervengo per preannunziare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle, perché questa è la dimostrazione di quello che noi andiamo dicendo da tempo e della bontà della verità delle nostre affermazioni, ovvero che in realtà il Governo non sta mettendo un euro in più sulla scuola, non sta investendo risorse aggiuntive, ma sta continuando la politica dei tagli.
Questa parte del comma 3 lo dimostra, perché fa riferimento ad una norma della finanziaria, della legge di stabilità, nella quale si tagliano appunto 2 mila amministrativi, cioè 2 mila unità del personale amministrativo nelle nostre scuole, con un risparmio di circa 50 milioni di euro, che fa parte di quel miliardo 400 milioni, totale di risparmi e di tagli, che il Governo ha operato a dicembre sul mondo dell'istruzione. Oltretutto, come diceva il collega precedentemente, gli amministrativi soffrono già di una carenza di organico cronica, tanto che noi abbiamo un ulteriore problema nelle nostre scuole, che è quello delle esternalizzazione del servizio di pulizia. Molte scuole non riescono neanche più a garantire la pulizia, l'assistenza e la sorveglianza dei ragazzi che vanno nelle scuole, spesso bambini, nel caso delle scuole dell'infanzia e primaria perché hanno una carenza cronica di personale amministrativo. Questo Governo, a dicembre, ne ha tagliate ulteriori 2 mila unità. Quindi, personale in meno e risorse in meno, che vengono sottratte al funzionamento delle nostre scuole
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Grazie Presidente. Oltre a condividere lo sdegno dei miei colleghi che mi hanno preceduto per l'avere ignorato completamente questi lavoratori del mondo della scuola, senza i quali la scuola non potrebbe andare avanti voglio fare un chiarimento e una precisazione, proprio rispetto a questa questione delle risorse. Infatti, una delle grandi menzogne che il Partito Democratico, la maggioranza e il Governo hanno raccontato rispetto a questo provvedimento è quello che si investe, che si cambia verso: finalmente si torna ad investire sulla scuola ! È assolutamente falso. Nella legge di stabilità c’è, sì, l'articolo 3, che parla dei finanziamenti alla scuola, ma c’è l'articolo 28 che parla dei tagli alla scuola, con cui si finanzia la «Buona scuola», e di quello non parla nessuno nelle televisioni: solo le opposizioni lo hanno raccontato
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente. Intervengo solo per dire che anche noi in prima lettura abbiamo presentato diversi emendamenti che chiedevano appunto di eliminare i tagli che sono stati fatti in legge di stabilità di 2.020 posti di lavoro ATA e che chiedevano anche un piano assunzionale che includesse anche il personale ATA con 36 mesi di servizio che è precario, che voi completamente dimenticate, ma che è anch'esso interessato dalla sentenza della Corte di giustizia europea del 26 novembre scorso. Quindi, il Governo dimentica e continua a tagliare posti del personale ATA, nonostante in audizione i rappresentanti della categoria ci abbiano detto che le scuole sono ormai al collasso e che fra poco non riusciranno più neanche ad aprire al mattino, perché ci sono plessi con migliaia di studenti e ci sono organici ATA sottodimensionati. Quindi mi chiedo come si faccia a tagliare ancora dagli organici del personale ATA con le scuole al collasso
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà.
ANNALISA PANNARALE. Devo dire che su questa questione del personale ATA non abbiamo mai sentito in Commissione o in Aula, nel precedente passaggio, parole da parte della maggioranza, forse perché su questo davvero non avete trovato argomenti per giustificare la vostra scelta.
Tra l'altro, siccome siamo di fronte ad una riforma – così l'avete chiamata – che si occupa esclusivamente di aspetti gestionali, perché il corredo culturale non lo avete assolutamente affrontato in questo provvedimento, ci chiediamo...
ANNALISA PANNARALE. Non ho i tempi della relatrice ?
PRESIDENTE. Onorevole Pannarale, lei sta intervenendo per dichiarazione di voto a titolo personale, perché è intervenuto l'onorevole Giordano a nome del gruppo.
ANNALISA PANNARALE. Va bene. Vado a concludere. È stato già ricordato quali tagli siano stati fatti con la legge di stabilità. Voi non avrete soltanto la difficoltà di applicare questa riforma, perché avete tutto il mondo della scuola contro, vi siete anche tagliati la possibilità di avere gli strumenti, le persone che la possano applicare all'interno della scuola. Questa è la vostra riforma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel momento in cui varcò per la prima volta le porte di palazzo Chigi, promise che avrebbe visitato una scuola a settimana. Forse successivamente le visite sono state centellinate a tal punto che non se ne ha più memoria. Soltanto che i lavoratori della scuola lo ricordano benissimo e oggi parliamo di quelli che non vengono mai raccontati né descritti e che hanno un compito fondamentale: la cura dell'istituzione principale della Repubblica, che si chiama scuola. Dare una risposta ai lavoratori ATA sarebbe un fatto importante .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia e per ribadire il fatto che la scuola è un corpo che ha una sua complessità, nel quale tutte le componenti di questo corpo complesso devono poter lavorare nelle migliori condizioni. Per questo votiamo favorevolmente l'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
MARIA MARZANA. Sarò più pronta la prossima volta, grazie. Con questo emendamento forniamo un rimedio ai pesanti tagli attuati alla scuola pubblica statale e, allo stesso tempo, vogliamo denunciare per l'ennesima volta l'atteggiamento autoreferenziale con cui Governo e maggioranza procedono nell'approvazione di questo scempio. E questo accade in uno Stato democratico quale il nostro, tra l'altro.
Ma andiamo per ordine. Il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, dall'entrata in vigore della legge sull'autonomia scolastica, ossia dal 1o settembre 2000, ad oggi, è stato sempre più svuotato e spesso è stato utilizzato per fini che esulano dal miglioramento dell'offerta formativa. È passato dai 269 milioni di euro del 2001 ai 70 milioni di euro – soli 70 milioni di euro – del 2014, a dimostrazione che nella scuola italiana non occorre un potenziamento dell'autonomia, bensì un potenziamento delle risorse per l'attuazione dell'autonomia.
Colleghi, la riduzione del finanziamento del FIS, Fondo delle istituzioni scolastiche, è segnale di un modello che punta ad un continuo impoverimento della scuola pubblica statale. Tra l'altro tale modello è già stato minato negli stessi anni dalla riduzione del numero degli insegnanti, dal conseguente aumento del numero degli alunni per classe fino a costituire le famose classi pollaio che tutti conoscono e che arrecano danno all'istruzione e sono molto rischiose anche dal punto di vista della sicurezza. Ora, con questo emendamento, incrementiamo il Fondo con i risparmi provenienti dal mancato pagamento degli stipendi. Uno di questi casi – lo ricordo a tutti – quello del mancato pagamento degli stipendi è stato registrato il 5 maggio 2015, giornata simbolo della clamorosa disfatta di questo Governo perché, secondo i dati diffusi dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, circa 65 insegnanti su 100 sono scesi in piazza a manifestare apertamente il proprio dissenso, a gridarlo con tutta la loro voce contro questo disegno di legge. Quel giorno sono stati risparmiati da questo Governo più di 42 milioni di euro. Ora, con questo emendamento, noi chiediamo che vengano destinati per il funzionamento della scuola. Ritornando a quella famosa giornata del 5 maggio, voglio dire che Renzi ha fatto peggio della Gelmini, quando il 30 ottobre 2008 scesero insegnanti e studenti, ma adesso i numeri sono ben diversi, la partecipazione a questo sciopero è stata così ampia che non si registrava dagli ultimi trent'anni. Si è creato in pratica un esercito di lavoratori che hanno avuto anche l'appoggio da parte dei genitori, che hanno proprio accolto l'invito, hanno sentito fortemente il rischio che la scuola si troverà a dover subire a causa di queste scellerate politiche e quindi sono state attuate varie forme di dissenso: dalla mancata anticipazione alle prove Invalsi, ai vari alla mancata partecipazione agli scrutini, agli appelli al Presidente della Repubblica e numerose altre manifestazioni, ultima quella di ieri in Piazza Montecitorio. Tutto a dimostrazione – termino, Presidente – che nessun vero ascolto c’è stato da parte di questo Governo nei confronti di chi la scuola la vive ogni giorno e la conosce bene. Ciò che ha fatto Renzi è stato solamente rottamare la libertà e la sovranità popolare di questo Paese infischiandosene fortemente del dissenso che tutto il mondo della scuola – oggi qui ne abbiamo una rappresentanza...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MARIA MARZANA. ... sta appunto manifestando nei confronti di questo scellerato progetto di legge per la scuola .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per descrivere alcuni numeri che segnalano una progressione di spesa prevista dal nostro Stato e dai documenti di Governo che smentiscono in maniera abbastanza clamorosa l'idea portata avanti sinora dalla maggioranza per cui sulla scuola si investe di più. Tale idea contraddice la stessa cultura dell’ a cui è ispirata ogni azione di Governo o, meglio, di questo Governo. Noi spendiamo nel 2015 il 3,7 del PIL. La previsione del DEF è che nel 2020 spenderemo il 3,5 e nel 2030 spenderemmo il 3,3. Questa progressione negativa segnala l'impianto di risparmio e la programmazione del risparmio che questo Governo ma anche quelli che l'hanno preceduto in piena continuità hanno previsto per l'istruzione in questo Paese.
Significa ovviamente meno risorse, significa più iniquità, significa, di fatto, una scuola elitaria ed escludente. Soprattutto – lo ricordo a chi ha contestato questa nostra dichiarazione –, significa che tra territori le sperequazioni aumenteranno, e aumenteranno, quindi, in maniera negativa, le possibilità tra chi già fa fatica oggi e chi fatica non fa. Diciamola semplice: una scuola che va qualificando alcuni istituti territoriali e va abbandonando il sistema nazionale dell'istruzione, che è stato l'impianto della costruzione di questa nazione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Presidente, i dati che sono stati enunciati anche dal collega Giordano ci dicono che c’è un arretramento degli investimenti dello Stato nella scuola pubblica. Questa cosa è già grave in sé, perché, se ci rifacciamo alla media europea, dovremmo investire molto di più per arrivare appunto alla media europea di investimenti in rapporto al PIL nella scuola pubblica. Ma se pensiamo che in questo provvedimento sono state trovate delle risorse per le scuole private, allora questo diventa uno scandalo assoluto ! È uno scandalo assoluto che si investa sempre meno per la scuola pubblica e sempre di più per le scuole private !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie, Presidente. Io sono laureata in lettere, con i numeri faccio un po’ fatica, però provo a semplificare, perché ricordo quando, da insegnante, ero in piazza a manifestare contro i tagli della riforma Gelmini: nel giro di un mese, meno 75 mila cattedre e, soprattutto, un taglio complessivo, nei confronti della scuola, di 8 miliardi di euro. Sono cifre che fanno paura. Io, in piazza, a manifestare contro quelle cifre c'ero. Oggi, che mi ritrovo, invece, in una situazione assolutamente diversa, guardo quelle che sono le cifre di questo provvedimento. Parto dalla legge di stabilità. L'abbiamo detto prima: noi abbiamo raddoppiato il Fondo di funzionamento per le istituzioni scolastiche. È ancora poco ? Certo, non è sufficiente, siamo i primi a dirlo, ma abbiamo cominciato a farlo, perché voglio ricordare anche qual è la situazione economica particolare che stiamo vivendo. Questo Governo ha fatto una scelta ben precisa, quella di dire che noi, rispetto alla scuola, vogliamo investire. Investiamo il più possibile, quello che possiamo, ma il più possibile. Allora ecco che arrivano i 4 miliardi di euro che servono per l'autonomia delle scuole. Sono 4 miliardi che non sono gli 8 dei tagli. Sono quattro, siamo ancora in segno negativo, sì, ma siamo i primi che aggiungono; siamo i primi che tentano di risolvere un problema; siamo i primi che le risorse le mettono. Non sono ancora sufficienti, ma noi andiamo avanti. Ancora: 100 mila assunzioni ! Centomila assunzioni a tempo indeterminato, oggi, a partire dal 1o settembre, e 60 mila a partire dal prossimo anno, con concorso. Centosessantamila assunzioni a tempo indeterminato, che sono risorse che vanno a disposizione non solo delle persone che riceveranno questa assunzione ma della scuola e quindi dei nostri ragazzi.
Allora, che l'Italia sia tra i fanalini di coda per investimenti rispetto all'istruzione, ce lo dicono tutti i dati, ma è anche vero che siamo al Governo da un anno e mezzo e mi sembra che l'inversione di tendenza sia chiara e netta; un'inversione di tendenza che è incominciata quando il Partito Democratico ha incominciato a governare. Allora va benissimo la battaglia politica, va benissimo accettare tutti quelli che sono i pretesti per poter contestare la «buona scuola», ma da qui a negare quelli che sono i numeri matematici che sono scritti, che sono stanziati in legge di stabilità e che ci consentono di fare quel processo che stiamo portando avanti, mi sembra che ci sia poca onestà intellettuale. Aggiungo un dato che non si cita mai: all'interno di questo provvedimento mettiamo soldi per l'edilizia scolastica. Mettere soldi per l'edilizia scolastica significa mettere soldi per la sicurezza dei nostri ragazzi.
Un processo che è iniziato ben prima della buona scuola, è iniziato immediatamente con il Governo Renzi, con lo sblocco del Patto di stabilità per comuni che potevano avere la possibilità di investire in edilizia scolastica e continua adesso proprio con la Buona scuola. Lo dico anche con quella norma, che nessuno cita mai, ma che io ritengo assolutamente importante, che è quella di quei 40 milioni messi a disposizione per il monitoraggio dei soffitti e dei controsoffitti di tutte le scuole italiane, perché non solo quelle che sono state costruite negli anni Settanta e Ottanta che presentano gravi problematiche sono da monitorare, ma perché purtroppo, grazie all'assoluta mancanza di controlli degli ultimi anni, anche le scuole nuove, costruite pochissimi anni fa hanno dimostrato dei limiti.
Prendiamo i numeri, li guardiamo, li osserviamo, poi dibattiamo sui temi, ma per favore non su quello che è un calcolo reale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente, questo dibattito mi ricorda due battaglie che io feci da studentessa, prima delle superiori e poi dell'università e furono due battaglie che feci non in maniera solitaria, ma in maniera collettiva con molte colleghe e colleghi che oggi siedono nei banchi del Partito Democratico. La prima era l'autunno del 2008, quando ci fu la stagione dell'onda contro il Governo Berlusconi e poi venne l'autunno del 2010, nel periodo dell'occupazione dei tetti delle facoltà e, con me, molte colleghe e molti colleghi del Partito Democratico salirono sui tetti delle facoltà d'Italia, contro quel disegno di legge Gelmini, la quale nel frattempo abbiamo visto è uscita anche dal tunnel.
Ora, io mi domando cosa è cambiato, a parte la sudditanza e la prostituzione politica che molte colleghe e molti colleghi hanno contro il Premier Renzi, ma mi piacerebbe anche capire come spigheranno alla propria coscienza il loro passato politico e personale queste scelte e queste votazioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simone Valente... . Onorevole D'Ottavio, per favore... Onorevole Malpezzi, per cortesia, lei ha anche parlato, quindi la pregherei...
Prego onorevole Simone Valente.
SIMONE VALENTE. Signor Presidente, rimango alquanto scioccato da alcuni interventi del Partito Democratico che continuano a dire degli che ormai da mesi ripetono alimentando questo dibattito farsa, perché sappiamo che stiamo facendo una farsa qua dentro e l'abbiamo fatta in Commissione, l'abbiamo fatta in Aula, l'hanno fatta al Senato.
Continuate a dire falsità a tutta la gente che vi ascolta, agli insegnanti, al popolo italiano: quella dei fondi è una grandissima balla ! Perché la legge di stabilità, all'articolo 3, dice che il Fondo per la buona scuola è incrementato di un miliardo, soldi che voi avete tagliato alla scuola e li avete messi sulla Buona scuola. Una riforma che distruggerà la scuola italiana: di chi siete portavoce ? Non siete portavoce del popolo italiano, perché il popolo italiano sta protestando fuori, è sulle tribune, perché sa che la propria vita verrà rovinata da quelle leggi che fate ogni giorno !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signor Presidente, l'onorevole Malpezzi ha detto che non ha molta dimestichezza con i numeri. Io non ho molta dimestichezza con le chiacchiere, e inviterei l'onorevole Malpezzi a leggere il Documento di economia e finanza, in particolare la parte riguardante il programma Europa 2020 dove su tre obiettivi fondamentali che l'Europa ci chiede di raggiungere nel 2020 dimostriamo di fallire clamorosamente. La lotta alla dispersione scolastica su cui l'Europa ci chiede di raggiungere il 10 per cento entro il 2020, e noi diremo che al massimo raggiungeremo il 16 per cento. L'Europa 2020 ci chiede di raggiungere il 3 per cento del PIL per la ricerca e innovazione, e noi diciamo che al massimo raggiungeremo l'1,5 per cento. L'Europa ci chiede di raggiungere il 40 per cento di laureati tra i 25 e i 34 anni nel 2020 e noi siamo di fatto al di sotto del 30 per cento.
Questi sono i fatti, non sono né chiacchiere, né numeri. Sono la cruda realtà con la quale dobbiamo confrontarci.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Marcon.
GIULIO MARCON. Quindi, gli annunci non servono, non bastano e confrontiamoci con i dati di realtà che sono quelli a cui purtroppo ci richiama l'Europa e che noi non rispettiamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Benedetto. Ne ha facoltà.
CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, evidentemente l'onorevole Malpezzi ha dei problemi con i numeri perché oltre a quello che ha ricordato prima l'onorevole Valente rispetto ai tagli e al gioco delle tre carte, se così lo possiamo chiamare, che ha fatto il Governo con i soldi sulla «buona scuola», dobbiamo ricordare che di fondi per l'edilizia scolastica questo Governo ne ha messi soltanto poche briciole, perché quello che è stato messo non sono altro che i fondi che sono stati stanziati dai Governi precedenti, a cominciare dagli ultimi fondi che sono stati stanziati dal Governo Letta e sono...
PRESIDENTE. Onorevole Gigli, gentilmente.
CHIARA DI BENEDETTO. ... e sono solamente – e vorrei anche che il sottosegretario Faraone mi ascoltasse – sono soltanto le briciole e sono soltanto dei fondi quando quello che ci vuole per risolvere il problema dell'edilizia scolastica nel nostro Paese sono fondi strutturali che noi abbiamo trovato, che abbiamo portato anche e che abbiamo messo in gioco, perché abbiamo portato la nostra proposta di legge che è stata totalmente ignorata da questo Governo sordo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rampi. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, è vero, molti di noi hanno fatto delle battaglie in passato per la scuola e molti di noi sono convinti, coerentemente con quelle battaglie che hanno fatto, ad esempio a sostegno della scuola e dell'autonomia di Luigi Berlinguer, di stare realizzando oggi un pezzo di quel provvedimento. Però molti di noi hanno fatto anche con alcuni colleghi delle battaglie per la tutela in particolare delle donne e il termine «prostituzione politica», per chi ha fatto quelle battaglie, è un termine che davvero non avrei voluto sentire in quest'Aula pronunciato dalla sinistra di quest'Aula, perché lo trovo vergognoso. Si può argomentare in tanti modi le proprie... .
PRESIDENTE. Onorevole D'Ottavio, la richiamo all'ordine per la prima volta.
ROBERTO RAMPI. ... farlo nel rispetto degli altri...
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Signor Presidente, è interessante ascoltare le parole del PD quando si tratta di soldi e di risorse pubbliche. Quando parliamo di scuola c’è la crisi, si parla sempre di crisi, come se poi questa crisi non fosse causata dalle scelte scellerate prese da questo Governo anche qui dentro, come se la crisi non fosse causata dalla sottomissione alle scelte prese in Europa e alle quali noi sempre sottostiamo. Bene, però ricordiamo anche altre cose, che la crisi non c’è ad esempio nel decreto in materia fallimentare che si discuterà prossimamente, in cui grazie ad un articolo le banche avranno uno sconto fiscale sulla deducibilità delle perdite che può arrivare a 7 miliardi di euro l'anno . Per le banche 7 miliardi di euro l'anno ci sono, per la scuola no .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signor Presidente, la realtà, al di là dei discorsi che si svolgono in quest'Aula, è che 618 mila lavoratori della scuola hanno scioperato contro questa riforma perché una scuola così non può chiamarsi buona. Un milione di fiaccole hanno riempito le piazze italiane quando tutti i sindacati hanno chiamato alla mobilitazione, dico tutti i sindacati, CGIL, CICS, UIL, SNALS, GILDA, COBAS. Contro questa realtà non è possibile chiudere gli occhi, questa legge primo non risolve il problema del precariato, secondo mortifica la partecipazione e la collegialità, terzo non rispetta la libertà di insegnamento, quarto propone un'idea distorta di valutazione e merito, quinto cancella in gran parte la contrattazione. Nel frattempo senza rinnovo...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Melilla.
GIANNI MELILLA. Ho concluso. Senza rinnovo del contratto della scuola, non si valorizzano le professionalità, si tagliano gli organici del personale ATA, già oggi insufficienti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, è molto singolare che l'onorevole Malpezzi sia andata a protestare nel 2008 in piazza contro la riforma Gelmini e oggi sia qui in quest'Aula a raccontare bugie agli italiani con una tale disinvoltura . Allora, prima di tutto avevate promesso 148 mila assunzioni, non una di meno, al primo di settembre, poi avete detto 100 mila, lo state ripetendo anche in quest'Aula e questo non è vero, perché sono 40 mila circa al primo di settembre.
Tutti gli altri contratti sono contratti virtuali, con decorrenza giuridica dal 1o settembre, e quindi si tratta di assunzioni che verranno fatte nei prossimi anni.
Seconda cosa: 4 miliardi. Ma di cosa state parlando ? Dove sono questi 4 miliardi ? Ne avete messo 1 sulla scuola nella legge di stabilità e ne avete tagliati, al comparto scuola, università e ricerca, 1,4 miliardi. Dove sono gli altri 3 miliardi ? Li dovete ancora stanziare .
Per cortesia, va bene tutto ma non la propaganda in quest'Aula .
ANNALISA PANNARALE, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Pannarale, vorrei spiegarle un concetto, visto che lei ha fatto riferimento al fatto che è relatrice. A lei, come relatrice, sono rimasti 10 minuti. Ora, è del tutto evidente che, in quanto relatrice, lei esprime dei pareri. Diciamo che, visto l'andamento, se lei intende farlo, ha due ulteriori interventi, nonostante siano intervenuti i colleghi del suo gruppo, per spiegare meglio il parere che ha espresso.
Diversamente, se fa una dichiarazione di voto, la deve necessariamente fare a titolo personale. Non so se mi sono spiegato. Prego, onorevole Pannarale.
ANNALISA PANNARALE, . Presidente, in questo caso sarò molto breve, perché voglio soltanto rassicurare l'onorevole Malpezzi sul fatto che, insomma, con i numeri ogni tanto ci prende e, in effetti, 100 mila è l'unico dato reale del suo ragionamento. Ci sono 100 mila stabilizzazioni e su questo dobbiamo, invece, raccontare la verità, perché è tutto il pezzo che manca nel ragionamento dell'onorevole Malpezzi.
Queste sono stabilizzazioni di persone che, in questi anni, hanno lavorato con contratti precari nella scuola e hanno consentito alla scuola di andare avanti, nonostante i tagli e un'opera di definanziamento progressivo di tutti i Governi, anche di questo.
L'altro pezzo della verità è che questo sistema assunzionale lascia completamente fuori tantissimi altri precari che nella scuola in questi anni hanno continuato a dare il loro contributo, oltre, diciamo, a un contributo economico per continuare a specializzarsi, a formarsi, a qualificarsi, dato che puntualmente ogni Governo ha sempre stratificato precari cambiando le regole del gioco e le norme di accesso e di abilitazione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia e per aggiungere due considerazioni. La prima è che questo Governo ci ha abituati che comunque con i finanziamenti fa costantemente un gioco delle tre carte, perché con una mano dà ma con l'altra mano prende; la seconda considerazione è, Presidente, che lei, come me, è in quest'Aula dal 2001. Durante i Governi Berlusconi l'allora opposizione di sinistra, il principale partito di opposizione della sinistra, scelse deliberatamente la scuola e l'università come campo di battaglia per un'opposizione senza se e senza ma, a prescindere dai contenuti di tentativi riformatori che noi abbiamo cercato di impostare in quegli anni, al punto tale che diversi di questi tentativi sono ripresi in questa proposta di legge e vengono implementati.
Allora, io non posso essere contento della nemesi che vedo in quest'Aula e che vedo nelle piazze, perché sarebbe divertirsi sulle spalle del mondo della scuola e noi rispetto al mondo della scuola e al mondo dell'università, nonostante il modo con il quale ci avete trattato quando eravate opposizione noi, abbiamo sempre cercato di portare non solo rispetto e attenzione, ma riforme che, dal nostro punto di vista, erano realmente innovative e migliorative.
Tuttavia, non posso che unirmi anch'io al fatto e alla richiesta, rivolta al resto delle opposizioni, di rimanere, comunque, nei termini di un'opposizione nel merito e che non prenda di mira le singole persone, che difendono, in buona fede, un provvedimento nel quale credono e sul quale noi ribadiamo – e ribadisco – il nostro voto contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA ROCCHI. Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per riportare un minimo di pacatezza e anche un quadro lucido sui numeri. Io leggo la tabella, la tabella n. 1 del disegno di legge, e si parla di posti di potenziamento, perché non si vanno a coprire le cattedre che attualmente sono vacanti e disponibili. Questi sono posti nuovi, inesistenti nell'organico della scuola attualmente e servono per restituire, per dare concretezza, a quell'autonomia. Sono 54 mila, 48.812 più 6.444. Moltiplicate per lo stipendio medio di un docente e vedrete quante risorse nuove al personale della scuola effettivamente vengono attribuite e che sono stabili, soprattutto stabili .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Dal comma 33 in poi si parla di alternanza scuola-lavoro. Ora, all'inizio si parla proprio di risolvere la questione della disoccupazione giovanile con questa alternanza scuola-lavoro. I dati sono drammatici, perché sappiamo che la disoccupazione giovanile ormai si attesta al 43 per cento. Questi sono solo slogan che il Premier Renzi ha voluto fare per dare un messaggio ai giovani studenti, che potranno sicuramente trovare opportunità lavorative; però, qui, quello che si fa non è andare ad incrementare la formazione nelle aziende, quindi esperienze veramente formative degli studenti, ma si va semplicemente a far lavorare gli studenti in determinate aziende, che spesso non sono neanche in grado di accogliere gli stessi studenti, perché le strutture non sono a disposizione, il personale qualificato non è a disposizione.
Per cui, queste esperienze sono sostanzialmente inutili dal punto di vista formativo. Noi abbiamo fatto proposte alternative, con emendamenti a prima firma del mio collega Gallo. Nello specifico, l'emendamento che vado a proporre riguarda gli enti di promozione sportiva, perché non mi capacito come si possano inserire gli enti di promozione sportiva nell'alternanza scuola-lavoro e, ad esempio, lasciare fuori le federazioni sportive nazionali o, ad esempio, le associazioni sportive dilettantistiche.
Questo lo sottolineo perché, se poi si parla anche di salute, di sport, di promozione sportiva, nella scuola questi temi sono totalmente tralasciati, perché sappiamo benissimo che gli insegnanti di educazione fisica nella scuola primaria dall'anno prossimo non ci saranno o saranno pochissimi; quindi, ancora una volta, andando a incidere negativamente sulla salute degli studenti, sulla qualità dell'insegnamento, sulla spesa sanitaria, che continuerà ad aumentare, sulla non possibilità di creare degli adulti coscienti e consapevoli di cosa voglia dire curare la propria salute e la propria attività motoria.
Tutti questi temi andrebbero affrontati adeguatamente, ma le nostre proposte, come al solito, sono inascoltate in quest'Aula e dall'anno prossimo ci sarà la solita situazione drammatica, che, ancora una volta, ricadrà su tutti gli studenti che frequentano le scuole italiane .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Coccia. Ne ha facoltà.
LAURA COCCIA. Grazie signor Presidente, mi sembra un emendamento quanto meno paradossale. Annuncio a nome del Partito democratico un voto contrario molto convinto e, anzi, sono assolutamente stupita perché lo scopo delle federazioni sportive è quello di ottenere sport e atleti di alto livello da portare a competizioni agonistiche nazionali ed internazionali. Respingere questo emendamento vuol dire ancora una volta ribadire il concetto che il Partito democratico e la maggioranza tutta ha dello sport, che non è solamente lo sport dell’, non è solamente lo sport degli atleti, ma è lo sport di tutti coloro che, con passione, praticano attività motoria o ludico-sportiva tutti insieme. In questo momento vorrei approfittare per ricordare quanto sia importante il ruolo degli enti di promozione sportiva anche per portare avanti quelle che sono le cosiddette attività integrate; penso, ad esempio, al che molto spesso viene proposto, appunto, dagli enti di promozione sportiva. Mi sembra, quindi, che questo emendamento concepisca lo sport in una maniera assolutamente elitaria che va respinta al mittente, soprattutto perché va ad incrementare una concezione di sport, di federazioni e di agonismo assolutamente lontana da quello che deve essere il mondo della scuola, soprattutto per il bene dei nostri ragazzi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 1.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo e quello favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ANTONIO PALMIERI. Grazie signor Presidente. Qui noi proponiamo di cancellare un'aggiunta messa al Senato perché, se questo Governo si caratterizza per cambiare verso, per la rapidità o per la velocità, non capiamo perché posticipare di un anno quanto era previsto originariamente alla Camera entrasse in vigore da subito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Grazie signor Presidente, preannuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle e aggiungo che questo emendamento dimostra l'affinità che c’è ormai, anzi la perfetta identità, tra il centrosinistra e il centrodestra perché l'emendamento proposto dall'ex Ministro Gelmini, che potrebbe tranquillamente essere Ministro anche di questo Governo, essendo questo Governo in perfetta continuità con quello di centrodestra precedente non solo è d'accordo con gli ambiti territoriali e con la chiamata diretta, ma propone addirittura di farli partire da subito e non dal 2016-2017 come è stato introdotto al Senato, ma soltanto per motivi tecnici e non certo per motivi ideologici o politici. Quindi, a questo emendamento siamo fortemente contrari perché noi contrastiamo, invece, la chiamata diretta, contrastiamo gli ambiti territoriali che sono previsti in questo disegno di legge, che dimostra appunto la perfetta identità, la perfetta consonanza, tra un centrosinistra che ormai è praticamente identico, se non speculare, al centrodestra e al Governo che fu Berlusconi-Gelmini-Tremonti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.17, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ANNALISA PANNARALE. Questo è un emendamento al comma 69, che è un comma nuovo, uscito dal cilindro del Senato dentro il quale nessuno aveva potuto guardare prima di vedere posta la fiducia su questo provvedimento. Quindi, il Senato l'ha chiuso e i senatori si sono beccati anche questo comma 69.
È un comma che illumina in maniera ulteriormente chiara le incongruenze e le mistificazioni di questo Governo, alla luce di quelli che erano stati gli annunci di settembre del Premier Renzi: elimineremo quell'orrendo precariato e anche la supplentite. Tra l'altro, segnalo quanto sia osceno il termine «supplentite» perché sembra quasi attribuire le responsabilità di questa patologia alla scuola e ai supplenti e non, invece, come è, ai Governi che hanno tagliato costantemente risorse e cattedre.
Qui abbiamo la dimostrazione che con questo disegno di legge voi non avete eliminato il precariato e neanche quella che è stata definita supplentite.
Intanto, perché i precari, i tanti precari rimangono fuori e rimangono fuori perché siete stati tanto arroganti da non accettare quella proposta di grande ragionevolezza e buon senso che anche Sinistra Ecologia Libertà ha fatto dall'inizio, cioè quella di un piano pluriennale che potesse, in maniera progressiva, accogliere tutti i precari, ATA TAS, TFA, e che potesse, davvero, eliminare il precariato, e non i precari, come state provando a fare.
Poi, non eliminate neanche il problema delle supplenze, perché in questo comma 69 – e noi abbiamo fatto fondamentalmente un emendamento provocatorio, lo voglio dire, esattamente per segnalare il punto – voi stabilite che, per inderogabili necessità – non sappiamo quali siano, perché tanti sono i punti oscuri e non detti in questo provvedimento –, sarà predisposto con decreto un contingente di posti che non faranno parte dell'organico dell'autonomia. Questa è, non soltanto la vostra incoerenza, ma anche la vostra incapacità di rispondere ai problemi reali della scuola e del suo personale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carocci. Ne ha facoltà.
MARA CAROCCI. Grazie, Presidente, non si è mai detto, da parte della maggioranza, che non ci sarebbero più state supplenze nella scuola, anzi, casomai questo è stato uno degli argomenti agitati per spaventare i supplenti dicendogli: non potrete mai più lavorare.
Diverso è parlare di patologia delle supplenze. Qui si va semplicemente a permettere di assumere personale supplente, a tempo determinato, per esempio per tutti gli insegnanti che siedono qui dentro che sono in aspettativa e che, quindi, potrebbero tornare domani sul loro posto di lavoro, come sono in aspettativa insegnanti per mandato sindacale, oppure ci sono insegnanti in gravidanza o con patologie durature. Ecco, tutti questi posti sono posti vacanti, vuoti, ma non disponibili per un'assunzione a tempo indeterminato. È quello che viene considerato normalmente l'organico di fatto. È logico che questi posti dovranno essere coperti da contratti a tempo determinato, da supplenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Presidente, anche qui continua la schizofrenia della maggioranza che, da una parte, dice una cosa e dall'altra, invece, fa tutt'altro. Ricordo alla maggioranza che fu Renzi, il 4 settembre 2014, a dire: con questo provvedimento: stop alla supplentite. Non è stato il MoVimento 5 Stelle o qualcun altro, ma fu lo stesso Premier Renzi.
Preannuncio che il MoVimento 5 Stelle voterà favorevolmente a questo emendamento, perché comprendiamo la motivazione che ha spinto la collega a presentarlo, che è quella, appunto, di smascherare la retorica della maggioranza, che ha sempre sostenuto che non ci sarebbero più state supplenze nella scuola e che, invece, con questo comma 69 dimostra di aver detto l'ennesima falsità, pur non comprendendo, altresì, che l'emendamento specifico potrebbe sembrare contro le assunzioni di docenti a tempo determinato chiamati dalle graduatorie di istituto. In realtà, il voto favorevole non è per eliminare loro dalla chiamata delle prossime supplenze; il voto favorevole è invece motivato proprio dal tentativo di smascherare la retorica del Governo, che, invece, con questo comma dimostra che le supplenze nella scuola, con il loro piano di assunzioni, continueranno a esserci e non verrà risolto un problema cronico del nostro sistema scolastico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Ricordo abbastanza lucidamente sia le parole di Renzi, sia le parole dell'onorevole Faraone, sia le parole del Ministro sulla vicenda della cosiddetta supplentite. Sentire oggi l'onorevole Carocci dire che non si è mai parlato di fine delle supplenze, mi sembra una cosa di buonsenso che viene da una collega di buonsenso, ma che non deve dire a noi, però; perché è chiaro che la scuola avrà e continuerà ad avere inderogabili necessità, poi vedrete quali, ma lo deve dire a chi, più che preoccuparsi della scuola, si è preoccupato di fare per sé elettorali.
Allora, io sono per continuare questa interlocuzione con la maggioranza e soprattutto con chi nella maggioranza ci mette, appunto, il buonsenso nelle argomentazioni, però buonsenso vuole che, a un certo punto, le cose le diciate anche a chi vi comanda e non solo a chi vi contrasta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pannarale 1.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Anche questo emendamento interviene in un elemento critico di questo disegno di legge e che lascia presagire o preannunzia ulteriori tagli, anche sostanziali, alla scuola. Infatti, che cosa si prevede nel comma 70 ? Si prevede che le scuole che già sono state vittime di accorpamenti negli ultimi anni attraverso la creazione degli istituti comprensivi – ricordiamo che negli ultimi quindici anni le scuole sono state stravolte, prima con l'accorpamento tra scuole medie e poi con lo smembramento e l'accorpamento in istituti comprensivi, quindi oggi noi abbiamo tantissimi istituti comprensivi, molti dei quali non hanno neanche il preside o il dirigente scolastico, ma che hanno un dirigente in reggenza, quindi presidi e dirigenti scolastici che devono reggere e gestire due o più scuole –, ebbene con questo comma 70 si prevede la creazione di reti di scuole: cioè, all'interno di un ambito territoriale, le scuole possono mettersi in rete per fare progetti, ma anche per la gestione amministrativa di funzioni e di attività amministrative in comune: si tratta, cioè, dell'accorpamento di fatto, non tanto della parte didattica, per il momento, anche se una parte didattica potrà essere svolta in rete, ma anche e soprattutto della parte amministrativa.
Ciò è l'anticamera di altre fusioni, altri maxi-istituti comprensivi, che hanno come unico scopo e unico fine quello della razionalizzazione delle spese, ovvero ulteriori tagli. Se noi mettiamo insieme questo provvedimento con, ad esempio, il taglio di più di 2 mila assistenti amministrativi, che era previsto nella legge di stabilità, con l'esclusione degli amministrativi dal piano assunzioni del Governo o dal piano dell'offerta formativa, è chiaro come il disegno del Governo sia quello di continuare ad accorpare, creando magari dei maxi-istituti comprensivi con migliaia e migliaia di studenti, con centinaia e centinaia di docenti, quindi ingovernabili e ingestibili, e con l'attività amministrativa che graverà sulle spalle di pochissimi assistenti amministrativi e pochissimo personale ATA, che già oggi – ricordiamolo – è in affanno per svolgere i compiti che gli sono assegnati.
Con questo emendamento noi chiediamo che venga esplicitato che queste reti di scuole non possano, poi, un giorno, sfociare in accorpamenti tra istituzioni scolastiche che prevedono, quindi, la riduzione di costi e l'aggravio di lavoro per il nostro personale scolastico. Avevamo già proposto lo stesso emendamento anche in prima lettura ed è stato bocciato, abbiamo proposto un ordine del giorno che è stato rifiutato, quindi questo dimostra che la volontà della maggioranza va in quella direzione e che si preannunciano – e non soltanto quest'anno, ma nei prossimi anni, perché questa riforma avrà i suoi effetti soprattutto nei prossimi tre, quattro o cinque anni – ulteriori, grandissimi tagli al comparto dell'istruzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA ROCCHI. Le reti sono l'espressione massima dell'autonomia della scuola, sono il modo migliore attraverso il quale si realizzano gli scambi, la circolazione delle migliori esperienze, anche in campo amministrativo. Sono degli esempi, sono delle pratiche già attuate, già portate avanti con successo nelle scuole. Questo, questo è l'esempio di come si agitano le peggiori paure, là dove si vuole leggere, all'interno di un provvedimento che, in realtà, è di rafforzamento delle funzioni autonome delle scuole – funzioni autonome delle scuole – la minaccia di chissà quali progetti, di chissà quali ansie. Si sollevano le ansie solamente per ostacolare un progetto che è di forte innovazione, che incoraggia la diffusione delle migliori pratiche fra le scuole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. La realtà è che le reti già esistono oggi e si fanno su progetti, progetti di affinità che mettono insieme scuole anche di diverso ordine e grado. Quello che vuole fare il Governo, invece, sono reti calate dall'alto, perché le vuole fare tramite un apposito decreto, per stabilire quali debbano essere le reti di scuola. E non è che noi appositamente vogliamo spaventare il mondo della scuola, noi ci spaventiamo come deputati quando leggiamo nel provvedimento che si parla di razionalizzazione del personale di segreteria che gestisce il personale docente. Questa è la parola magica che utilizzate voi per indicare i tagli. Lo vedremo tra pochi mesi, collega Rocchi, nella legge di stabilità, quanti tagli produrrete per il personale ATA, visto che avete bocciato un nostro ordine del giorno che vi chiedeva di non tagliare personale ATA nella legge stabilità
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Anche questo emendamento va a toccare un altro punto forte, secondo il Governo, di questa riforma ossia la creazione di ambiti territoriali da cui poi attingere per la chiamata diretta. Io gradirei magari chiedere – non so se è possibile, credo di sì – spiegazioni al Governo, o a qualcuno della maggioranza, sul motivo per cui viene introdotto questo sistema, perché noi ancora non lo abbiamo capito. Non abbiamo capito perché si sta modificando un sistema che invece, fino ad oggi, ha funzionato benissimo. Non abbiamo capito il motivo per cui si creano questi nuovi ambiti territoriali, quando già oggi c'erano degli organici provinciali. Non abbiamo capito perché si introduce la chiamata diretta, quando c'era un sistema di assegnazione delle cattedre ai docenti che, invece, ha sempre funzionato benissimo e che era funzionale alle reali esigenze delle scuole.
Quindi, questo emendamento va ad incidere sugli ambiti territoriali e ha come finalità quella proprio di evitare che gli ambiti territoriali diventino operativi, secondo le intenzioni del Governo, già dall'anno prossimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Presidente, io rimango stupita nel sentire, lo ripeto, non tanto il collega parlamentare, quanto il collega insegnante, che dice che così come è, oggi, il sistema di assegnazione dei docenti alle scuole funziona.
Allora forse spieghiamo alle famiglie – o meglio sono le famiglie che possono spiegarlo al collega Vacca – come il sistema non funzioni, quando si ritrovano gli insegnanti a cambiare tre volte in uno stesso anno, perché gli organici non ci sono, perché continuiamo ad andare avanti tra quello che è l'organico di diritto e l'organico di fatto. È il motivo per cui noi introduciamo finalmente l'organico funzionale, che – ricordo – era una richiesta che i sindacati hanno sempre fatto, una battaglia fatta per anni e che noi adesso facciamo diventare realtà, trasformando addirittura l'organico funzionale in organico del potenziamento e dell'autonomia.
Proprio per questo noi vorremmo l'applicazione dal 1o settembre. Magari quest'anno ci sarà ancora un po’ di caos, perché siamo in ritardo e quindi non riusciremo ad avere tutte le assunzioni esatte al 1o settembre, come si vede dal maxiemendamento, ma ci saranno successivamente subito dopo, ma almeno i genitori e soprattutto i ragazzi sapranno quale sarà il loro percorso durante tutto l'anno, accompagnati quindi da docenti che non cambieranno, che non interverranno in itinere e che soprattutto non dovranno lasciare il posto ad un'altra persona.
Infatti fino ad oggi funzionava così: tu a settembre ti ritrovavi senza docenti a disposizione, iniziavi ad attaccarti al telefono – lo dico in questo modo anche un po’ brutale –, cercando di fare scorrere quelle che sono le graduatorie, in attesa poi che ti venisse assegnato quello che era il docente a cui spettava quel posto chissà fino a quando. Questo non garantiva la continuità didattica, garantiva invece dei buchi e, soprattutto, non garantiva le lezioni ai nostri studenti, perché magari per settimane non si trovavano a fare lezione di italiano o di inglese o di qualsiasi altra disciplina. Questo è anche il motivo per cui noi dicevamo che non volevamo più supplenze, che non significa non volere più supplenti. Infatti siamo a conoscenza che chi andiamo ad assumere copre solo certe classi di concorso e che ce ne mancano altre per cui non possiamo assumere gli altri di cui ci mancano le classi di concorso, perché non hanno il titolo oggi costituzionale per potere essere assunti. Stiamo facendo le cose in regola per migliorare un sistema, che magari da settembre in avanti sarà ancora perfettibile. E meno male che sarà ancora perfettibile, perché ci apriamo tutte le possibilità per migliorarlo ulteriormente ! Ma da qui a dire – e sono le parole del collega Vacca – che il sistema funziona benissimo, significa dire che il MoVimento 5 Stelle considera che la scuola italiana, così com’è oggi, funziona e va bene. E noi ne prendiamo atto
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie Presidente. Io sono abbastanza preoccupato, perché è la seconda volta che da un esponente del Partito Democratico si dice che a settembre ci sarà il caos, quindi a dimostrazione che questa è una riforma pasticciata. Ieri lo ha detto il Ministro Giannini e ha anche detto una cosa più grave. Ha detto che sarà colpa dei docenti che non hanno capito la norma. Non è mai colpa del Partito Democratico in questo Paese ! Non è mai colpa dei Governi di centrodestra e di centrosinistra ! È sempre colpa dei cittadini, che non capiscono le norme, che non buttano i rifiuti in differenziata, che si comportano in modo non legittimo secondo il Governo.
In realtà il problema permane perché il Governo non ha voluto dare a quegli insegnanti, che si sono formati a lungo per entrare e che in pratica lavorano da vent'anni nel mondo della scuola, il titolo e la possibilità per potere essere assunti in questo piano assunzionale anche nei prossimi anni.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Luigi Gallo.
LUIGI GALLO. Ricordiamo, invece, che c’è una deroga per assumere senza concorso per chi, invece, dovrà valutare il dirigente scolastico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente. L'organico funzionale di fatto e di diritto non c'entrano esattamente nulla, ma proprio nulla, con la chiamata diretta dagli ambiti territoriali. Gli insegnanti cambiano perché lo Stato li lascia precari e quindi, anno dopo anno, gli studenti non vedono garantita la continuità didattica. Ma questo non ha nulla (nulla !) a che vedere con il meccanismo folle della chiamata diretta dagli ambiti territoriali che voi state istituendo
Quindi, cortesemente, invito nuovamente l'onorevole Malpezzi a farla finita con questa propaganda mistificatrice e con queste informazioni sbagliate e false, che vengono date ai cittadini
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Io ho sentito parlare di questo aspetto, ovvero che alcuni precari non hanno il titolo costituzionalmente previsto per essere assunti. Ma allora il TFA, che è costato 2.500 euro a tutti gli insegnanti, a tutti i docenti di II e di III fascia, a cosa è servito ? Me lo volete spiegare, per favore ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà.
ANNALISA PANNARALE. Presidente, io ho ascoltato con attenzione l'intervento dell'onorevole Malpezzi e mi sembra di aver capito che, nelle sue parole, segnalasse quanto la continuità didattica – ne ha parlato lei –, cioè la possibilità per gli alunni, per gli studenti di avere insegnanti stabili e insegnanti riconosciuti, sia un valore, un diritto. Ora, questo è esattamente quello che pensiamo noi ed è la ragione per cui vi avevamo chiesto di stralciare il piano assunzionale e di rimetterci a ragionare sulla riforma. Del resto, l'avete spostato al 2016 e quindi questo era assolutamente possibile.
A questo punto, ci dovete spiegare, se ritenete che la continuità didattica sia un valore, perché avete optato per gli ambiti territoriali, perché avete scelto di legare la prospettiva lavorativa degli insegnanti ad incarichi triennali, che devono essere eventualmente rinnovati, perché avete strutturato una condizione di precarietà a vita all'interno delle scuole, che ricadrà non soltanto sugli insegnanti, ma anche sugli studenti e sulla qualità dell'istruzione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
NICOLA CIRACÌ. Presidente, il 3 settembre il Presidente Renzi ha detto che il dirigente scolastico ha bisogno di una squadra intorno a lui, a partire dalla collaborazione stretta e produttiva del direttore servizi generali e amministrativi, suo braccio esecutivo per la parte di gestione contabile e sentinella del corretto e fluido funzionamento della macchina burocratica.
Nel testo che stiamo votando oggi di tutto questo non vi è nulla. È sparita completamente la stretta collaborazione. A quanto pare il Governo Renzi ha dimenticato completamente queste sue parole. Il DSGA avrebbe dovuto coadiuvare, anzi dovrebbe, deve coadiuvare il dirigente scolastico nello svolgimento delle funzioni organizzative e amministrative anche per un semplice fatto: perché soprattutto adesso bisogna avere certezza nella spesa e maggiori controlli. È un gravissimo errore impedire che il direttore amministrativo di fatto non sia più una figura che ha un controllo e che ha un potere rispetto anche al bilancio di questa nuova scuola che voi state organizzando. Credo che un uomo solo al comando, anche all'interno della scuola, sia un errore. Per questo vi chiedo di riconsiderare, di votare questo emendamento che peraltro porterebbe dei benefici soprattutto – ritengo – alle casse delle nuove scuole e, rispetto a questo, penso che il servizio scolastico nel suo insieme debba essere il prodotto di una stretta collaborazione tra tutte quante le figure che compongono il mondo scolastico. Nei buoni propositi sono cose che voi avete scritto, invece state facendo una separazione talmente netta che credo che il risultato finale sarà un risultato pessimo. Guardate che la parte amministrativa del mondo scolastico è una parte che ha numeri ormai irrisori. Questi numeri irrisori, in un sistema dove la digitalizzazione è ancora davvero lontana e solo ed esclusivamente una parola, comportano che un sistema di controlli non esiste. Se voi eliminate un potere, seppur minimale, a una figura che dovrebbe invece compiere dei controlli minimi sul bilancio, credo che stiate facendo un errore gravissimo e ve ne renderete conto solo ed esclusivamente dopo. Penso che sia molto meglio intervenire adesso e ridare al DSGA un controllo che è normale, un potere che è normale per la funzione e per il ruolo che ha sempre avuto e che ha nel mondo della scuola.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciracì 1.31, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Spero sempre che ci sia qualcuno di Forza Italia, oltre al collega, che intervenga, ma evidentemente al centrodestra non interessa molto l'argomento di cui si discute oggi, quindi sono un po’ assenti e latitanti. Intervengo solo per preannunziare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle a questo emendamento per lo stesso motivo dell'altro emendamento ovvero che l'emendamento in esame dimostra la perfetta identità, la perfetta convergenza tra centrodestra e centrosinistra. La perfetta identità: sono la stessa cosa. Così come entrambi candidano condannati o inquisiti, così come entrambi sono coinvolti negli scandali, così come entrambi portano avanti politiche distruttive per il nostro Paese, entrambi hanno l'unico obiettivo che è quello di distruggere la scuola pubblica italiana. Con l'emendamento in esame la collega Gelmini vuole eliminare la collegialità nelle decisioni scolastiche.
Vuole eliminare qualsiasi brandello di collegialità, addirittura da essere così allergica alla frase: «nel rispetto delle competenze degli organi collegiali». Cioè, la collega Gelmini vuole eliminare la frase: «nel rispetto delle competenze degli organi collegiali». Evidentemente, per questa maggioranza trasversale e del Nazareno, o di quello che fu Nazareno, la democraticità delle scelte delle decisioni è qualcosa da rigettare al mittente, un po’ contraria a quella che invece è la loro veduta delle cose .
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vacca. Il suo intervento ha fatto breccia, perché ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, ho stima per il collega Vacca e volevo rassicurarlo, perché ho a cuore il suo benessere sotto ogni punto di vista. Quindi, oggi sono delegato a rappresentare, ma volevo rassicurarlo che, oltre al collega Ciracì, altri colleghi interverranno nel prosieguo del dibattito. Non è colpa nostra se l'attuale maggioranza come ho detto poc'anzi, dopo anni nei quali salivano sui tetti – vedo l'onorevole Bersani, che fu protagonista all'epoca, nel 2010, di un'impervia scalata in un'università romana – ha cambiato idea e ha finalmente compreso la necessità di dare un'impronta più efficiente alla gestione della scuola. Aggiungo – anche qui per tranquillizzare l'opposizione alla mia sinistra e l'opposizione alla mia destra, in realtà SEL – di non scandalizzarsi per le differenze che vedono tra gli enunciati del Premier e quello che poi succede realmente. Come ho detto nel mio precedente passaggio, in dichiarazione di voto finale, qualche settimana fa, ci sono tre riforme della scuola: la prima è quella delle e degli annunci del Premier, che, come sempre succede con questo Governo, non corrisponde a quella che è poi la realtà del provvedimento. Quindi, confortati – spero – il collega Vacca e anche il collega Gallo, che sono estremamente impegnati accanto a me questa mattina, confermo la nostra totale attenzione sul provvedimento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.33, con il parere contrario della Commissione, del Governo e di tutti i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
TRIFONE ALTIERI. Signor Presidente, intervengo solo per rimarcare con la richiesta di voto favorevole a questo emendamento un percorso che abbiamo fatto in Commissione dall'inizio. Dalla presentazione di questo provvedimento, abbiamo combattuto insieme agli altri colleghi perché, assieme al conferimento al dirigente scolastico di poteri e competenze maggiori, è normale che vi sia un bilanciamento, una camera di compensazione, di cui non vi era traccia nel provvedimento.
Il dirigente scolastico avrebbe potuto scrivere a suo piacimento il piano di offerta formativa, avrebbe potuto assumere docenti, avrebbe potuto fare qualunque cosa, financo la valutazione, assolutamente in perfetto isolamento. Nel percorso in Commissione con i nostri emendamenti sono state recepite molte cose.
Cosa propongo in aula ? Manca un tassello rispetto all'approvazione del piano formativo, che deve essere approvato dal consiglio d'istituto, che diventa una sorta di consiglio di amministrazione, dove la collegialità è presente per ogni componente della scuola (si va dagli studenti, ai docenti, ai famigliari degli studenti), quindi è davvero il cuore pulsante dell'istituzione scolastica. Quindi, chiedo con questo emendamento che il consiglio d'istituto possa approvare il piano redatto dal dirigente scolastico insieme al collegio dei docenti, possa approvarlo a maggioranza dei propri componenti, proprio perché la maggioranza del cuore pulsante di ogni istituto è il consiglio di istituto e la maggioranza dei componenti deve poter approvare il piano.
Se questo viene meno, noi ci ritroviamo di fronte a un provvedimento che è riuscito nella straordinaria impresa di fare tutti scontenti: sono scontenti i docenti, sono scontenti i familiari, sono scontenti gli alunni. Tutti manifestano contro questo provvedimento. Non era facile riuscire a compattare contro tutte le componenti e questo Governo ci è riuscito.
Con questo emendamento vi chiedo, quanto meno, nell'approvazione del piano di offerta formativa, di tenere presenti tutte le componenti e che questo possa essere approvato a maggioranza dei componenti del consiglio d'istituto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Presidente, intervengo solo per preannunciare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle, perché noi francamente non ravvisiamo quanto appena detto dal collega, cioè la volontà dell'emendamento di compensare i superpoteri ai dirigenti, che invece sono previsti dal disegno di legge. L'emendamento è perfettamente coerente con il disegno di legge, quindi noi voteremo in senso contrario.
Oltretutto, segnalo che probabilmente c’è un piccolo errore grammaticale, perché c’è un pronome relativo declinato al maschile e sembrerebbe che il dirigente scolastico venga inviato prima all'ufficio scolastico regionale e poi al ministero, e non probabilmente la proposta di piano di offerta formativa, come credo che invece sia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Altieri 1.36, con il parere contrario della Commissione e del Governo nonché dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, qui arriviamo a un punto nevralgico di questo provvedimento, uno dei punti più contestati dal mondo della scuola, una delle invenzioni peggiori che mente umana potesse partorire per il mondo della scuola, tranne una mente criminale, perché l'unico intento che noi vediamo è criminale.
Qual è questo intento ? L'intento è quello, come ho detto prima, di controllare direttamente le scuole, perché nella storia della scuola italiana l'unico precedente di chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti è, come abbiamo già segnalato in altra sede, appunto il 1923, con un decreto dell'allora Presidente del Consiglio Benito Mussolini il quale una delle prime preoccupazioni che aveva – questa è storia – fu proprio quella di creare un sistema di controllo, ovviamente da parte del Partito fascista, dell'istruzione pubblica e quindi delle nostre scuole, attraverso tutta una serie di provvedimenti. Uno dei primi provvedimenti fu quello della chiamata diretta dei docenti.
Ma perché ? Il motivo è semplice, tanto che noi abbiamo chiesto varie volte sia al Governo che alla maggioranza di spiegarci almeno le loro giustificazioni, perché non c’è nessun criterio razionale per cui viene introdotta la chiamata diretta, se non appunto quello di controllare i docenti. Qual è la motivazione, invece ? La motivazione è semplice, il Ministero controlla i dirigenti scolastici, attraverso anche l'assegnazione delle risorse, come abbiamo visto prima, e i dirigenti scolastici controlleranno successivamente i docenti, attraverso la chiamata diretta, chiamando ovviamente i docenti dei quali si fidano di più, chiamando i docenti che creano meno problemi, chiamando i docenti che potranno creare appunto meno problematiche all'interno della scuola. Noi stiamo introducendo, con questo provvedimento, fenomeni e dinamiche clientelari e corruttive all'interno della scuola, perché sarà inevitabile. Pensiamo a cosa potrà accadere in una scuola e in un contesto ad altra criminalità organizzata: potremmo avere, ad esempio, il camorrista o il mafioso che va dal dirigente scolastico con la pistola alla tempia e gli chiede di chiamare quel docente piuttosto che un altro . Avremo casi in cui i docenti magari pagheranno e anche saranno costretti a pagare mazzette per evitare di essere chiamati a 40 chilometri di distanza da casa e chiedere ai dirigenti della scuola vicino casa di farsi chiamare. Noi stiamo introducendo questo sistema.
Qual è il sistema che invece è attualmente vigente ? È semplice: le scuole esprimono il fabbisogno, hanno bisogno di un certo docente – per esempio, di italiano – e i docenti di italiano, in base alla graduatoria, a un punteggio obiettivo per tutti, meritocratico, scelgono appunto la sede in cui destinarsi e restano titolari in quella scuola, cioè restano titolari in quella scuola anche e soprattutto per motivi di continuità didattica, finché, per esigenze familiari o per trasferimento, eccetera, non chiedano il trasferimento in altra provincia.
Questo è un sistema che ha funzionato sempre e che nessuno ha cercato di mettere in discussione, se non chi, prima del centrosinistra con il Governo Renzi, ha provato a introdurre la chiamata diretta proprio con il contestatissimo disegno di legge Aprea, cioè un disegno di legge che era stato contestato dalla stessa maggioranza che adesso, invece, ripropone la chiamata diretta .
Non ci venissero a dire che sono due cose diverse, perché sappiamo benissimo che con questa chiamata diretta che loro stanno introducendo è vero che non si dà la possibilità di assumere ai dirigenti scolastici, ma questa è soltanto l'anticamera di quello che potrà accadere in futuro, cioè dare ai dirigenti scolastici il potere anche di assumere direttamente i docenti. A quel punto, veramente ogni meritocrazia e ogni criterio obiettivo e oggettivo di gestione delle risorse della scuola verrà meno.
Noi, quindi, esprimiamo ulteriormente con questo emendamento la nostra profonda contrarietà a un provvedimento che non ha nessun fondamento, se non quello di controllare e di partitizzare le scuole, cioè di rendere le scuole a immagine e somiglianza dei partiti, cioè piene di corruzione e di dinamiche clientelari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Qui siamo alla follia assoluta, Presidente. Io voglio sapere dov'era nel programma del Partito Democratico questa riforma. Dove stava scritto che voi avreste introdotto la chiamata diretta ? Se aveste detto queste cose in campagna elettorale nelle scorse elezioni politiche, non avreste beccato neanche mezzo voto da parte dei docenti perché è assurdo quello che voi state facendo ! Voi state esponendo – come ha detto il mio collega Vacca – la scuola al rischio corruzione e clientelismo, in un Paese, come l'Italia – l'Italia ! – che paga già ogni anno circa 60 miliardi in termini di corruzione ! Voi siete dei folli, dei folli !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dell'Orco. Ne ha facoltà.
MICHELE DELL'ORCO. Grazie, Presidente. Io mi stavo facendo una domanda molto semplice: questa riforma pare che non piaccia a nessuno – non piace agli insegnanti, non piace agli studenti, non piace ai genitori degli studenti – e quindi mi chiedo: che la fate a fare ? Quali interessi dovete difendere ?
Qui si ha la sensazione che il PD, con questa riforma, oltre a perdere voti – perché pare che a questo punto il suo scopo sia questo –, voglia far finta di fare, fare e fare qualcosa. In realtà, poi nessuno sa cosa state facendo: a parte il mondo della scuola, che continuerà ad odiarvi sempre di più, l'altra parte del mondo degli italiani non saprà neanche cosa state facendo; leggerà un titolo sul giornale, che dice che state facendo qualcosa, ma non si convincerà.
Chi vuole la chiamata...
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Grazie, Presidente. Ci sono delle riforme che vengono chieste dall'Europa, altre riforme che servono per risparmiare per motivi di ma questa riforma esattamente a cosa serve ? Questa è la domanda che ci facciamo. In realtà, quello che vuole fare questo Governo e questa maggioranza che, sulla carta è di sinistra e poi invece si ispira a Mussolini, è arrivare a controllare tutto, perché di fatto ci sarà il MIUR che avrà degli ispettori, gli ispettori controlleranno quello che fanno i dirigenti scolastici e i dirigenti scolastici decideranno chi assumere. Questa è la quadratura del cerchio, come si suol dire, perché, a questo punto, quello che volete voi è avere il controllo di tutto il territorio.
Noi, per questo, vi chiediamo di votare favorevolmente il nostro emendamento, che invece chiede di rispettare le graduatorie. C'erano queste graduatorie, sono graduatorie di merito, utilizziamole !
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Quaranta, siccome hanno chiesto di parlare, a titolo personale, in molti e non vorrei aver saltato qualcuno, leggo l'elenco di coloro che hanno chiesto di parlare a titolo personale e poi mi dite: Massimiliano Bernini, Simone Valente, Caso, Manlio Di Stefano, Di Battista, Colonnese, Di Benedetto e Cominardi. Ci sono altri che hanno chiesto di intervenire ? Così li scriviamo: Gallinella, Labate, Fraccaro, Marzana, Chimienti. Vi ricordo che c’è un limite: non potete parlare tutti.
Intanto, ci fermiamo con Bonafede e quando arriviamo alla fine dell'elenco riprendiamo le richieste.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.
STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, qui parliamo di un tema importante, quello della chiamata diretta, che ci consente di fare una riflessione ...
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, che cosa succede ?
CARLO SIBILIA. Presidente, non vede ? Quelli del PD stanno lasciando l'Aula !
PRESIDENTE. Colleghi, non ho capito qual è il problema. Le persone saranno libere di restare o di andarsene... Prego, onorevole Quaranta, vada avanti.
STEFANO QUARANTA. Come dicevo, è un tema che ci consente di fare una riflessione seria sul confine, appunto, tra verità e propaganda di questa riforma. Io parto da un fatto: leggo, oggi, su molti quotidiani nazionali che il Presidente del Consiglio vorrebbe dare le pagelle ad alcuni deputati del Partito Democratico che vanno in televisione e rappresentano le posizioni di quel partito. Ora, a me sembra tipico – diciamo – delle forti personalità, a volte venate anche da un tantino di egocentrismo, l'idea di non avere mai colpe, ovviamente di non commettere mai errori e che la colpa sia sempre qualche cosa di lontano da se stessi.
Ora, io non vorrei che il tema della scuola e della pessima prova, anche dal punto di vista del consenso, che questa riforma ha avuto nel Paese fosse sostanzialmente derubricato a un problema di comunicazione. Io non credo che la differenza stia nel fatto, per citare alcune delle personalità che vengono nominate in questi articoli, che il problema è se parli l'onorevole Malpezzi, l'onorevole Ascani o la senatrice Puglisi. Ci sono degli elementi di fatto, di verità, che hanno una loro forza intrinseca. E, allora, quando parliamo del precariato non risolto, della mortificazione della collegialità, della non garanzia di libertà di insegnamento, che è il tema di questo emendamento, e anche – permettetemi – di un'idea un po’ distorta di cosa vuol dire il merito e la valutazione, tocchiamo dei temi, che poi sono i temi che hanno fatto discutere il Paese, che sono sempre stati tipicamente della cultura della sinistra.
E, allora, io mi chiedo: se ciò non fa riflettere il Presidente Renzi, forse sarebbe utile che riflettesse questo Parlamento, perché, se sono questi i presupposti della riforma, se questi sono i contenuti, davvero dire che siamo in totale e perfetta continuità con le riforme del centrodestra è dire una semplice verità, che non basterà la propaganda o la buona comunicazione a sovvertire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Ma questo «superpreside» chi ve lo ha chiesto ? Non lo vogliono i docenti, non lo vogliono le parti sociali e anche i presidi non vogliono diventare dei «superpresidi» e non vogliono tutto questo potere.
In una democrazia, quando si dà un potere in più a un soggetto, si deve prevedere necessariamente il dovuto contrappeso, per prevenire ogni fenomeno dispotico, ogni dispotismo. Ma, allora, volete il «superpreside» ? Permettete, però, al collegio dei docenti e agli ATA di sfiduciare questo preside .
Il MoVimento 5 Stelle aveva presentato degli emendamenti in questo senso, che non sono stati accolti né discussi. Penso che questa sia una proposta di assoluto buonsenso e non l'istituzione di un «superpreside» così, a occhi chiusi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.
SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Io sono un po’ dispiaciuto nel vedere come non sia seduto, sui banchi del Governo, chi veramente ha scritto questa riforma, perché i banchi del Governo sono vuoti e non sono presenti queste persone. Parlo del Premier Renzi, parlo della Fondazione Agnelli, dell'associazione TreeLLLe coloro che da fuori hanno fatto grandi pressioni sul Governo per scrivere questa riforma e questo modo di agire lo vediamo su qualsiasi legge che viene approvata in questo Parlamento.
Inserite questa norma sulla chiamata diretta. Il dirigente scolastico con i «superpoteri» potrà scegliere quale insegnante portare nella propria scuola. Questo fatto ha profili di incostituzionalità, perché l'articolo 3 della Costituzione parla di eguaglianza di trattamento, che non c’è in questo provvedimento, perché in passato avete assunto in un determinato modo gli insegnanti e nel futuro lo farete in un'altra maniera.
Questa disuguaglianza non va per nulla bene e un domani ci ritroveremo con la Corte costituzionale che ci dirà che questa legge non va bene e che deve essere cambiata. Quindi...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Simone Valente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Nel mio primo intervento in Aula della legislatura, quindi il primo in assoluto, io parlavo di Expo. Sembrano due cose completamente distinte, ma perché le collego ?
Perché in quell'occasione dissi che già sapevamo cosa sarebbe accaduto all'Expo, i casi di corruzione che poi, pochi mesi dopo, si sono puntualmente avverati. Bene, il problema è che oggi, anche con l'introduzione di questa chiamata diretta, sappiamo già tutti cosa accadrà, sappiamo già tutti che avremo casi di clientelismi e di corruzione. Il problema è che, oltre a saperlo noi, perché non è che ci fa piacere avere ragione su questo, lo sapete anche voi, e lo sapete benissimo . Il problema è che questo vi va bene, perché l'unica cosa che volete è il controllo su tutto questo. Complimenti !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione, che però non vedo in Aula; si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.
MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Voglio fare un esempio concreto, al di fuori delle tematiche corruttive, che fate finta di non ascoltare, nonostante ve ne arrestino uno al giorno. In una scuola del nord, ad esempio, in una regione leghista, con dei comuni leghisti, si potrebbe insegnare una storia d'Italia totalmente diversa da quella che è. Si potrebbe raccontare ai nostri figli che esiste la Padania, ad esempio, perché il dirigente, con i suoi docenti, sono tutti messi lì dall'amministrazione della Lega Nord.
In una scuola bolognese, invece, si può insegnare che esiste soltanto la sinistra e che gli altri partiti hanno sempre fatto quello che volevano, perché tanto lì fate tutto con le vostre amministrazioni locali, con le cooperative e così via. In un'amministrazione al sud, invece, si racconta un'altra storia ancora.
Questo è il futuro che volete per i vostri figli, perché questo è dove si può arrivare con questo tipo di riforma: ogni insegnante, con ogni direttore di scuola, sceglie il tipo di insegnamento da fare in base anche alla convenienza politica. Questa è semplicemente follia, follia !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Vi è corruzione nella sanità: qualche settimana fa è stato sciolto un ospedale a Caserta per camorra. Vi è corruzione nelle cooperative, vi è corruzione nei centri di accoglienza per gli immigrati, vi è corruzione in Campidoglio, vi è corruzione nello sport, vi è corruzione qui dentro, dove il presidente della Commissione cultura della Camera dei deputati è un galeotto che si è beccato due stipendi in questi mesi !
La corruzione mancava solo nella scuola pubblica statale e, con la chiamata diretta, ci ha pensato il Premier non eletto da nessuno, nonché rottamatore di legalità, e un Partito Democratico che, non soltanto a Roma, è sempre più un punto di riferimento del malaffare. Vergognatevi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.
VEGA COLONNESE. Ripetere sempre lo stesso concetto è difficile, qui diventa quasi normale. Noi qui stiamo parlando dell'assurdità di accostare la scuola al sistema aziendalistico, che viene proposto da un Governo che dovrebbe essere di sinistra. La sinistra italiana in questo momento – sinistra che non esiste – sta dicendo che la scuola deve diventare azienda, deve azzerare la possibilità di tutti di avere una possibilità nella vita. È questa la cosa !
Adesso le scuole diventeranno di serie A e di serie B. Penso a un ragazzo nella periferia di Napoli che ha un solo strumento per riuscire ad andare avanti, che è quello della scuola. Adesso deve subire l'ennesimo ricatto, anche del dirigente scolastico; a questo voi state portando la scuola italiana. Grazie, grazie veramente !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Benedetto. Ne ha facoltà.
CHIARA DI BENEDETTO. Grazie, Presidente. Il tipo di sistema che si sta cercando di calare nella scuola pubblica è un sistema fondamentalmente di tipo aziendalistico. Ci sarà il preside a capo di tutto, un sistema verticistico, e questo preside avrà poteri tali da andare in barba al merito dei docenti, aprire le porte alla corruzione nella scuola pubblica e arrivare, Presidente, perché no, al paradosso che in Italia si potrebbe, addirittura, arrivare a sciogliere le scuole per mafia, perché quello che potrebbe accadere è questo aprire le porte alla corruzione anche all'interno dell'unico strumento che ancora esiste in Italia per poter cercare di uscire da questa condizione di illegalità diffusa anche all'interno delle istituzioni, perché la scuola è uno strumento per liberare i nostri giovani. Così la state trasformando in uno strumento opposto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, capisco che il Premier Matteo Renzi è diventato Presidente del Consiglio su chiamata diretta, ma la scuola dovrebbe essere un'altra cosa . Ovviamente, come i due Presidenti del Consiglio che lo hanno preceduto senza un minimo di legittimazione popolare, ma quello che voglio dire è che state distruggendo la scuola, la scuola pubblica in particolar modo. Ma io vorrei sapere, i vostri figli dove li mandate ? Alla scuola pubblica o alla scuola privata ? Perché se li mandate alla scuola pubblica e la state distruggendo, così siete scemi due volte.
UMBERTO D'OTTAVIO. Pubblica ! Pubblica ! Pubblica !
PRESIDENTE. Onorevole D'Ottavio, l'ho già richiamata all'ordine una volta, se lei vuole uscire dall'Aula, per la terza volta basta che continua e io la caccio fuori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Grazie Presidente, io volevo solo, pacatamente, fare una riflessione.
Chiamata diretta, comincia questa novità introdotta dal Premier Renzi e finisce la meritocrazia. Questo è il passaggio che noi stiamo cercando di combattere anche con molto colore.
Io immagino che a breve vedrò un del Premier con scritto «Credere, obbedire e combattere» che sarà il nuovo del Partito Democratico. Per questo, ecco, noi ci opponiamo, perché so che tra di voi ci sono delle persone che questa cosa non piace, e io chiedo di alzare la voce e di dire che questa è una stupidaggine enorme, una boiata pazzesca, che distrugge la meritocrazia degli insegnanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie Presidente, Renzi è stato in grado di porre la questione di fiducia alla legge elettorale, all'Italicum, prima di lui c'era riuscito solo Mussolini. Adesso recupera una norma che è sempre di stampo fascista, di quell'epoca e quindi introdotta da Mussolini. Bene, il problema è che il PD è diventato un partito classista e fascista, classista perché sta distruggendo i lavoratori e fascista perché impone tutte le riforme senza il minimo dialogo con i diretti interessati e con i cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, la domanda che aleggia in quest'Aula questa mattina è la seguente: il Partito Democratico è diventato fascista o lo è sempre stato ? Perché, Presidente, in questa legislatura abbiamo visto un partito zerbino del Governo che sta provando a calpestare la Costituzione accentrando i poteri, ha approvato una legge elettorale che accentra il potere in capo ad un'unica persona, quella che vince il ballottaggio, sta facendo una riforma della pubblica amministrazione che mina l'autonomia della pubblica amministrazione e oggi approva la chiamata diretta degli insegnanti da parte del dirigente. Un provvedimento che solo Mussolini ebbe il coraggio di approvare in quest'Aula.
Presidente, è una vergogna ! Questo partito che ci governa dovrebbe essere arrestato per attentato contro la Costituzione italiana e contro il popolo italiano !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.
MARIA MARZANA. Grazie Presidente, qui l'unica vera crisi è quella di identità del Partito Democratico che pensa di essere il PdL o Forza Italia o qualsiasi altro partito di destra. Si tratta di un partito che, anziché difendere gli interessi dei lavoratori, difende quelli di Confindustria, che fa confusione tra scuola e azienda, e così ci ritroviamo con un dirigente scolastico che può nominare a proprio piacimento insegnanti, coloro che si occuperanno dell'istruzione, dell'educazione e della formazione dei nostri figli, aprendo così al drammatico fenomeno della corruzione e del clientelismo anche nella nostra scuola, l'unico baluardo – finora – di legalità rimasto in Italia.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Chimienti, vorrei dire all'onorevole Buttiglione che io l'ho chiamato, lei non era in Aula e quindi su questo emendamento non può parlare. Sul prossimo, tanto ci sarà occasione penso, potrà sicuramente intervenire.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, noi del MoVimento 5 Stelle, e lo dico anche ai miei colleghi che tanto si stanno scaldando, forse dovremmo ringraziarlo questo Governo, perché, anche grazie a questo provvedimento, il Partito Democratico ha mostrato a tutti il suo vero volto, e il MoVimento 5 Stelle nelle ultime elezioni ha vinto cinque ballottaggi su cinque.
Comunque, tra i dirigenti a cui voi conferite tutti questi poteri ci sono anche coloro che ne abuseranno, come ci dimostrano i recenti fatti di cronaca della dirigente di una scuola elementare del centro di Roma che ha diramato a tutte le famiglie una circolare in cui invitava a partecipare al Family day e in cui spargeva allarmismo su un presunto emendamento contenuto nel disegno di legge che avrebbe istituito, a partire da settembre, corsi di educazione sessuale e sessualizzazione precoce per i bambini fin dagli zero anni.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Chimienti.
SILVIA CHIMIENTI. Anche a questa dirigente darete il potere di scegliere i suoi docenti dagli ambiti territoriali, anche a chi si permette, già da oggi, di fare politica e disinformazione nella scuola a chi sceglierà gli insegnanti in base alle loro convinzioni politiche e ideologiche o, magari, in base al maggiore o minore asservimento che dimostreranno nel seguire le sue direttive; complimenti !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, Renzi come sindaco viene ricordato per un numero spropositato di assunzioni a chiamata diretta, quindi, è evidente che c’è un disegno per costruire una scuola a immagine e somiglianza del PD. D'altronde, uno del PD si chiede: ma qual è il problema, devi solo calare la testa al capo, accettare qualsiasi cosa e vai avanti per la tua strada. Quello con cui non avete fatto i conti è che nelle scuole non c’è il servilismo che c’è nel PD, non c’è gente che si vende l'anima al diavolo come il PD, non c’è la miseria umana che c’è nel PD . Staremo a fianco di quei docenti che continuano a credere a una scuola indipendente, che renda migliore il Paese !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.
CARLA RUOCCO. Grazie Presidente. Siete fuori del mondo, evidentemente voi non avete mai accompagnato un bambino in una scuola pubblica e non avete mai visto le condizioni in cui le scuole versano . Perché, se un genitore la mattina accompagna un figlio a scuola e le vede fatiscenti, vede che deve comprare la carta igienica, che non c’è personale adeguato perché sottodimensionato, la prima cosa che pensa un genitore è: qui ci vorrebbe proprio una chiamata diretta...complimenti ! Interpretate molto bene !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
Per favore, onorevole Chaouki...
ARCANGELO SANNICANDRO. Grazie Presidente, invito i colleghi del MoVimento 5 Stelle a riflettere su un aspetto. La chiamata diretta non è altro che la normale conclusione di un processo involutivo della linea politica del PD; non è una questione morale, è che hanno scelto un altro orizzonte politico. Quando dite centrosinistra, voi sapete dove sta la sinistra che voi invocate o, meglio, che voi accreditate ? Questo vorrei sapere da voi, non è soltanto una questione morale. Dopo che hanno fatto la legge Poletti sul precariato, dopo che hanno tolto l'articolo 18 al contratto di lavoro a tempo indeterminato, dopo che hanno diffuso il precariato nel privato, come potevamo sperare che questo partito, non mi riferisco al popolo del PD, mi riferisco al partito come organizzazione, come potevamo pensare o come potete pensare che questo partito possa non abbattere anche le barriere che stavano sul pubblico ?
PRESIDENTE. Deve concludere onorevole Sannicandro.
ARCANGELO SANNICANDRO. La chiamata diretta è stata sconfitta nel 1970 nel privato, oggi, purtroppo ha vinto anche nel pubblico, perché sono un'altra cosa, sono un altro tipo di partito, persone oneste, ma non hanno ancora...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sannicandro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampi. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAMPI. Grazie Presidente, in questo provvedimento la chiamata diretta non c’è e se volessero farselo spiegare, i colleghi del 5 Stelle, potrebbero farselo spiegare dai colleghi di Forza Italia, con cui stanno votando tutti gli emendamenti di questo provvedimento, per cui quelli che votano con la Gelmini siete voi e non solo voi !
PRESIDENTE. Colleghi, no, scusate colleghi, colleghi ! Onorevole Rampi...
ROBERTO RAMPI. I fascisti in quest'Aula ci sono, e sono quelli che impediscono agli altri di parlare...
PRESIDENTE. Onorevole Rampi, onorevole Rampi !
ROBERTO RAMPI. Sono quelli che lanciano i linciaggi, sono quelli che offendono personalmente i colleghi invece che confrontarsi con le idee. Il movimento fascista assomiglia esattamente a un movimento che siede oggi alla destra di questo Parlamento !
PRESIDENTE. Onorevole Rampi, per favore... grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà.
ANNA ASCANI. Grazie Presidente, vorrei semplicemente precisare alcune cose che avevo avuto modo di dire già prima lettura qui alla Camera. I poteri del dirigente di cui si parla sono disciplinati da un decreto legislativo del 2001 che parla di funzioni di coordinamento, di gestione delle risorse umane che già oggi spettano al dirigente scolastico. Poi, ho sentito dire dall'onorevole Di Stefano, Presidente, che i dirigenti scolastici sono messi lì.
I dirigenti scolastici in questo Paese vincono un concorso per fare i dirigenti e lo fanno quando sono docenti, quindi o impazziscono una volta diventati dirigenti oppure quello che si dice qui dentro non è esattamente corrispondente alla realtà . Ultima cosa, quei docenti che saranno chiamati da un ambito territoriale sub-provinciale (più piccolo di una provincia) in realtà sono docenti che o vengono dalle graduatorie, che giustamente ancora piacciono, anche se a me piacciono di meno perché preferisco la meritocrazia alla burocrazia, o vincono un concorso, perché il concorso resta. Quello che Mussolini fece fu abolire i concorsi, e quello che proponeva il centrodestra era questo, noi proponiamo di riportare il concorso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Liuzzi. Ne ha facoltà.
MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente. Noi come MoVimento 5 Stelle ci stavamo facendo una domanda. Perché il Partito Democratico ha inserito la chiamata diretta da parte del dirigente scolastico dei docenti ? Perché, per quale assurda ragione ? Invito i colleghi, anche dello stesso Partito Democratico, che in questi mesi hanno fatto i soliti dissidenti – la «buona scuola» non ci piace, presentiamo una controriforma – a parlare ora, in questo Parlamento, a far conoscere la loro visione diversa ! E soprattutto invito la maggioranza a restare sul merito ! Perché volete un preside manager ? Perché volete la chiamata diretta ? Perché volete una scuola aziendalista e verticistica ? Perché ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Penso che il dibattito sia assolutamente interessante, però vorrei intanto, lo dico con rammarico, rassicurare, dal suo punto di vista, l'onorevole Di Stefano che purtroppo in questa «buona scuola» – chiamiamola buona seguendo i dettami del Presidente del Consiglio anche se di buono ha ben poco – non c’è, lo dico con rammarico, l'autonomia nello scegliere almeno una parte del programma formativo, perché io penso che siano una ricchezza per questo Paese le diversità che vive e che lo hanno fatto crescere. Penso che sia una ricchezza la storia della terra dalla quale provengo, quella di Trieste, quella del Friuli, quella della Sicilia, e che chi abita e studia in quelle zone possa conoscere la storia e le tradizioni della propria terra, o che chi abita a Roma possa conoscere la storia e le tradizioni della propria terra, ma purtroppo tutto questo non c’è ! Altra cosa è la chiamata diretta, non è purtroppo la possibilità di insegnare ai nostri studenti dove vivono, cosa ha prodotto il tessuto sociale ed economico che fa crescere i loro territori.
In secondo luogo invito invece tutti i colleghi dell'opposizione a portare avanti in modo unitario una battaglia di civiltà verso i nostri bambini. Ho sentito parlare alcuni colleghi dell'opposizione a favore della teoria insegnata nelle scuole. Penso che ciò non sia uno spauracchio che stiamo agitando, ma la constatazione di quanto già sta avvenendo nelle scuole del nostro Paese. Per chi non lo sapesse la questione del cosiddetto insegnamento del rispetto tra i sessi in realtà nasconde un insegnamento assolutamente pericoloso per i bambini. Vi porto l'esempio ... ... capisco che vi dà fastidio perché voi vi state collocando assolutamente di là !
PRESIDENTE. Onorevole Fedriga la prego di parlare con la Presidenza.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Però chiedo alla Presidenza di farmi parlare senza essere disturbato, così come ho fatto io quando ho ascoltato i colleghi !
PRESIDENTE. Giustissimo ! Per favore lasciatelo parlare.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Vi porto un esempio. Conoscendo le cose un po’ meglio forse magari si potrebbe parlare meno per luoghi comuni e per il buonismo bieco e un po’ di più per cose concrete ! In provincia di Trieste hanno già attivato uno di questi programmi informando le famiglie e vendendolo come una sorta di gioco del rispetto. Ebbene, in questo gioco del rispetto a bambini delle scuole materne, da tre a cinque anni, tra l'altro venivano fatti scambiare i vestiti tra bambini e bambine e venivano fatti pescare vestiti a caso, consigliando agli insegnanti di fare vestire i bambini da principessa e le bambine da cavaliere. Questo è il gioco del rispetto ! Questo è un attacco feroce che viene fatto alla formazione e alla crescita dei nostri figli !
PRESIDENTE. Colleghi ! Per favore !
MASSIMILIANO FEDRIGA. I bambini non si toccano ! E se i Cinque Stelle vogliono fare la battaglia insieme al PD per portare questo nelle nostre scuole faremo la battaglia anche contro i Cinque Stelle ! Perché non è una questione politica, è una questione di rispetto e di dignità dei soggetti più deboli, che si chiamano bambini ! E noi li difendiamo, a dispetto di qualsiasi convenienza politica !
PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, io la sto facendo parlare, però ecco... Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Io condivido molto l'analisi che ha fatto il collega Sannicandro, noi siamo di fronte al caso di uno sfondamento delle ragioni della destra nelle azioni della sinistra o della ex sinistra di questo Paese. Vorrei proporre però...
PRESIDENTE. Colleghi, vi pregherei, sta parlando un altro collega che ha diritto di parlare esattamente come voi. Quindi, per favore, stiamo andando avanti, ci sono molti iscritti a parlare, il dibattito può proseguire. Prego, onorevole Giordano.
GIANCARLO GIORDANO. In effetti, il merito se ne sta andando «a quel paese». Una domanda mi sento di farla a chi nel PD, dal suo punto di vista, si sente di difendere, con la forza con cui lo sta facendo, questo tipo di provvedimento. Vi chiedo, e mi chiedo, ma come mai il legislatore ha agganciato l'arruolamento ad un criterio oggettivo come le graduatorie di merito ? Quando si riforma qualcosa ci si chiede anche perché quella cosa è così, e non è una questione di corruzione, di malaffare, di scioglimento delle scuole, tutte iperboli che voglio richiamare per riportare le cose sulla terra. Ma perché il legislatore precedente aveva agganciato l'arruolamento alle graduatorie di merito ? Per dare un criterio oggettivo, democratico e trasparente.
PRESIDENTE. Colleghi, per come stanno andando le cose, è del tutto evidente che l'indicazione delle 13,30 è un'indicazione prevista se il dibattito ce lo consente. Siamo in fase di dichiarazione di voto, quindi, comunque, la seduta si sospenderà solo dopo che abbiamo votato questo emendamento.
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Io volevo intervenire sul Regolamento per sancire e ribadire un semplice principio che la Presidenza, molto spesso, utilizza in maniera molto corretta con tutti deputati, è successo spesso anche con il MoVimento 5 Stelle. Questa è una cosa abbiamo imparato a fare anche col tempo ovvero quando ci si allontana evidentemente, in maniera lapalissiana, anche un po’ strumentale, da quello che è il merito dell'emendamento che stiamo discutendo, cioè la chiamata diretta per l'assunzione dei docenti, allora, da questo punto di vista, credo ci debba essere un intervento della Presidenza che interrompa il collega che sta parlando di tutt'altro. Questo volevo semplicemente sancire e ribadire, perché credo che sia un principio sano, corretto, soprattutto perché stiamo parlando nel merito di una riforma importante e noi vorremmo restare nel merito di questa riforma importante. Quindi, le chiedo di intervenire in questo senso se dovesse ricapitare, come è successo, al collega in precedenza
PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, io la ringrazio, vorrei solo informarla che io a due minuti e mezzo dall'intervento dell'onorevole Fedriga l'ho richiamato. Vorrei anche dirle che ricordo sempre quando voi onorevole Castelli provo a spiegare. Nel momento in cui voi richiamate il Presidente ad essere particolarmente rigido è del tutto evidente che togliete alla Presidenza una flessibilità che è molto, molto, molto utile per l'economia del lavoro anche in altri momenti della seduta. Quindi suggerirei di affidarvi alla terzietà della Presidenza che usa flessibilità e contemporaneamente cerca anche di far applicare il Regolamento. Semplicemente questo perché se no anche alcuni degli interventi svolti a titolo personale le assicuro, onorevole Sibilia, non si sarebbero potuti svolgere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie, Presidente. Riporto un attimo la questione davvero al tema: qua si parla di chiamata diretta che nel provvedimento non c’è, come ha detto bene il collega Rampi, perché oggi la prerogativa del dirigente scolastico è quella di assegnare la classe al docente che gli arriva a scuola. Noi, inserendo l'organico del potenziamento che, quindi, non inquadra solo il docente per la disciplina che insegna, ma anche per le potenzialità che ha e quello in cui si può spendere, diciamo che il dirigente assegna il docente alla scuola e sulla base delle proprie assegnazioni verrà valutato. Ci dispiace pensare che l'immagine della classe docente e della classe di dirigenti scolastici dal MoVimento 5 Stelle e da SEL sia vista come una classe di corruttori e di facili ad essere corrotti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Spessotto. Ne ha facoltà.
ARIANNA SPESSOTTO. Grazie, Presidente. Io vorrei invitare, come hanno già fatto molti miei colleghi, il Governo a prestare un po’ di attenzione intanto alla discussione in Aula perché molti colleghi... rappresentante del Governo se può... le chiedo un po’ di attenzione, perché molti dei miei colleghi le hanno posto una domanda precisa.
Anche io mi associo a questa domanda. Vorrei capire perché è stato istituito questo meccanismo della chiamata diretta di questo super dirigente, che chiama direttamente i propri docenti. Se lei continua a mantenere questo silenzio, abbiamo tutti i motivi per continuare a pensare che questo sia un meccanismo solo per creare clientelismi e corruzione. Quindi la prego di rispondere a questa domanda
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà.
ANNALISA PANNARALE. Grazie Presidente. Ripristiniamo una verità. Nel disegno di legge «Buona scuola» c’è la chiamata diretta. In questo maxiemendamento è rimasta una figura di un dirigente scolastico che individua, che sceglie, che si occupa del merito dei docenti, che decide anche sul piano pecuniario se riconoscere un ulteriore merito agli stessi.
Allora il punto è molto semplice. Voi non soltanto avete umiliato i docenti, avete persino umiliato i dirigenti scolastici che tanto difendete, perché saranno persino loro vittime di questa riforma, persino quelli che sono nelle periferie stanchi saranno vittime di questa riforma. Il punto è che avete ripristinato un verticismo, un autoritarismo nella scuola pubblica...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pannarale.
ANNALISA PANNARALE. ... che porterà esclusivamente divisione, conflittualità e competitività. Noi questa scuola non la riconosciamo e difenderemo fino in fondo la scuola pubblica della Repubblica italiana
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tofalo. Ne ha facoltà.
ANGELO TOFALO. Grazie Presidente. Innanzitutto è offensivo come alcuni deputati del Partito Democratico cerchino di fare disinformazione: la chiamata diretta è stata introdotta. Punto.
Il mio pensiero va agli studenti, ovvero ai giovani e ai giovanissimi che sono vittime di questa norma assurda. Dopo questi ultimi mesi e dopo questi ultimi anni in cui ormai c’è una disaffezione e un disamore verso la classe politica, vedendo ciò che è successo, Expo, Mose, «mafia capitale», ferite aperte e sanguinanti che tutt'oggi producono il terrore nei politicanti e nei partiti, che si svegliano la mattina, accendono il telefonino e leggono il nome del prossimo arrestato, io mi domando: questi studenti, dopo questi avvenimenti, quando suonerà la campanella a scuola, penseranno che è finita l'ora di lezione o che si stanno venendo a prendere qualche dirigente per scioglimento della scuola per infiltrazione mafiosa ? Una cosa è certa, Presidente: di sicuro non arresteranno noi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ottavio. Ne ha facoltà.
UMBERTO D'OTTAVIO. Grazie Presidente. Intervengo davvero a titolo personale e intanto chiedo scusa per prima. Infatti quello che c’è scritto nell'articolo giustamente entrerà in vigore tra un anno. Abbiamo un anno per ragionare su questa questione che è una questione vera. Io devo dire che dobbiamo rispondere alla domanda che, secondo me, è insita – e mi permetto di dire la mia su questo –: come consentiamo al dirigente di periferia di potere avere nella sua scuola gli insegnanti migliori ? Questa è la domanda. Oggi è l'insegnante che sceglie la scuola. Noi dobbiamo fare in modo, invece, che sia la scuola ad avere gli insegnanti che gli servono. Questa è la risposta alla domanda che avete fatto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Grazie Presidente. Torno alla questione della chiamata diretta. La chiamata diretta apre la strada al meccanismo clientelare. È un dato oggettivo, ne abbiamo parlato già lungamente nel dibattito in prima lettura del provvedimento qui alla Camera. È tanto vero che apre la strada al meccanismo clientelare, che la maggioranza per certi aspetti, invece di fare un passo indietro e annullare questo rischio, ha cercato di emendare, di modificare e, dal suo punto di vista, di migliorare il testo, apportando queste modifiche. Ma le modifiche, ahimè, sono state evidentemente peggiorative.
E questo in una nazione – è notizia di questi giorni – che è devastata dalla corruzione, dal clientelismo, dal nepotismo, dove in buona sostanza esistono poche isole felici. Io penso di potere dire, per questo limitato punto di vista, che la scuola è un'isola felice: non conosce, almeno per quel che attiene il rapporto tra ex presidi, dirigenti scolastici attuali e insegnanti, meccanismi clientelari, meccanismi nepotistici e men che meno meccanismi corruttivi. Noi aggrediamo quest'isola felice e, invece di risolvere i problemi che sono noti al genere umano, portiamo altri problemi.
Io penso che se la maggioranza – ovviamente il riferimento principale è proprio al Partito Democratico –, facendo le sue modifiche, ha immaginato di poter arginare i rischi di questo fenomeno, da un altro punto di vista ha ammesso che esiste questo rischio. Allora, le modifiche apportate non scalfiscono il principio.
Il clientelismo esiste, esisterà, fa il suo ingresso dalla porta principale all'interno della scuola, per le chiamate dirette. È inutile che la collega Malpezzi di giorno in giorno cambi le definizioni. Non so come vogliamo chiamarle, alla fine dell'esame di questo provvedimento cambieremo nuovamente definizione. Prima, impropriamente, si ragionava di assunzioni, adesso pare che non vada bene neanche la definizione di «chiamate dirette».
Ma, cambiando i termini, in questa interminabile battaglia delle parole che alligna a sinistra, non cambia la sostanza. La chiamata diretta ci sarà e potrà ...Non è obbligatorio certamente, ci mancherebbe altro, ma siamo in Italia e abbiamo un pezzo d'Italia che, comunque, è fortemente danneggiato da alcune pratiche clientelari, nepotistiche e corruttive, che evidentemente subiranno i rovesci di queste decisioni.
Quindi, la chiamata diretta è un errore. È inutile fare riferimento ad altri periodi storici in cui, con tutte le negatività del caso, le tragedie che si possono evocare parlando di fascismo, di totalitarismo e quant'altro, comunque non c'erano fenomeni di delinquenza organizzata, di criminalità organizzata. La mafia, la ’, la camorra non tenevano banco, non si sostituivano allo Stato. Stiamo parlando di un'altra era, quindi è inutile cercare di esorcizzare i rischi degenerativi dell'introduzione della chiamata diretta, pensando di associare Renzi a Mussolini o altre bestialità di questo tipo.
Il tema è che il clientelismo entra nella scuola grazie a questo provvedimento e per colpa della sinistra e del Partito Democratico. Il problema è che il nepotismo, che è affiliato al clientelismo, non è sconfitto dalla correzione che vieta la chiamata diretta per parenti fino al secondo grado. Infatti, è di tutta evidenza quello che è accaduto anche nel mondo universitario. Mi pare che il mondo accademico ci abbia dimostrato in tutto e per tutto che cosa può accadere quando si offrono alcuni strumenti senza adeguati riequilibri e controbilanciamenti. Nel mondo accademico esistono università dove addirittura sono nati corsi di laurea per poter favorire nipoti di baroni, talvolta persino con un unico studente iscritto al corso. E questa è storia della nostra inchiesta giornalistica. Quindi, non sono parole dette da Fratelli d'Italia in quest'Aula, ma purtroppo – ahimè ! – sono dati oggettivi, manifesti, dimostrabili.
Men che meno – e concludo – è scantonato il rischio della corruzione. Infatti, se è vero che, soprattutto nel sud, c’è la criminalità organizzata e c’è una forma di pressione evidente, io penso che sia sbagliato, profondamente sbagliato mettere a rischio. Non è che qui non ci si fida dei dirigenti scolastici. Non è questo il punto. Il punto è che in alcune parti del profondo sud non si può mettere un dirigente scolastico nelle condizioni di subire quotidianamente la pressione della criminalità organizzata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Io mi auguro di non dover sentire ancora altre volte in quest'Aula utilizzare la motivazione che una riforma che viene approvata oggi in questo contesto, che tutti conosciamo, visto che entra in vigore tra un anno, lascerà poi il tempo di ripensarci. Non è un modo serio di legiferare, soprattutto su una materia come questa.
Sulla chiamata diretta, prima veniva chiesto qual è lo scopo. Io credo che lo scopo è molto chiaro, risponde ad un principio ideologico e non particolarmente brillante, dal mio punto di vista, ossia il principio per cui si ritiene sostanzialmente che l'unico modo per far funzionare le cose è di mettere le persone le une in competizione con le altre, che si debba avere come principio unico, informativo questo: le persone devono competere e lottare l'una con l'altra per mantenere un posto. È un principio ideologico e, dal mio punto di vista, anche abbastanza miserabile, ma che dà il segno di quanto la deriva verso destra di chi lo propone ormai sia arrivata e sia inarrestabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Un minuto forse può bastare, perché il collega Rampelli ha già espresso alcune considerazioni.
Però ho sentito veramente riecheggiare in quest'aula ripetutamente la domanda: ma il Partito Democratico è un partito fascista ? Voglio tranquillizzare: state tranquilli, no, sono un esperto. Non lo è, non lo è... Però, Presidente, visto che questa domanda e questo richiamo continua ad esserci, penso che prima o poi un dibattito storico sulle ombre, ma anche sulle luci del fascismo, che, per esempio, la chiamata diretta se la sarebbe potuta permettere, prima o poi quest'Aula debba farlo !
ARTURO SCOTTO. Vergognati ! Non puoi dire queste cose in aula ! Non le puoi dire ! Il fascismo ha rovinato questo Paese !
PRESIDENTE. Onorevole Scotto, per cortesia ! Onorevole Scotto, la pianti, grazie !
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scotto. Intende utilizzare il suo intervento in questo senso ? Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Presidente, avrei fatto un altro intervento, avrei provato a spiegare cosa significa fare le riforme per i molti e cosa significa farle per i pochi. La riforma della scuola è una riforma per i pochi, perché mette il potere nelle mani dei pochi, e la sinistra da sempre lo mette nelle mani dei molti. Ma ho ascoltato frasi molto gravi. Chiedo che venga richiamato l'onorevole La Russa, perché non si può dire in quest'aula che ci sono state delle luci durante il regime fascista ! È molto grave !
PRESIDENTE. Onorevole Scotto, mi dispiace, ma io rispetto l'opinione dell'onorevole La Russa, come rispetto qualunque altra opinione qua dentro. Non vedo alcuna ragione per censurare l'onorevole La Russa . Mi dispiace, onorevole Scotto.
ARTURO SCOTTO. Questo Parlamento è stato chiuso dal fascismo ! Lei Presidente non può consentire quelle frasi !
PRESIDENTE. Onorevole Scotto, la prego di stare molto calmo, guardi che lei non influenza minimamente il Presidente in questo senso .
Onorevole La Russa, la pregherei di contribuire a far finire bene questa mattinata.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Intanto vorrei segnalare due questioni: la prima, è che il PD fa sempre il gioco di parole. Il finanziamento pubblico ai partiti lo chiama rimborso elettorale e pensa di aver risolto il problema. Allo stesso modo definisce la chiamata diretta «assegnazione del dirigente» e pensa che il problema non ci sia.
Ancora: è ridicolo il fatto che un esponente dello stesso Partito Democratico sbugiardi i colleghi, dicendo che effettivamente la chiamata diretta esiste. E ancora: quello che accadrà in tutte le scuole d'Italia è quello che accade in quest'aula o anche al Campidoglio di Roma, cioè che persone ricattabili non si oppongono alle ingiustizie, perché vengono tenute in pugno da una sola persona ! È questo quello che fate !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.
RICCARDO NUTI. Signor Presidente, sempre rimanendo nel tema dell'emendamento riguardante la chiamata diretta, intanto dispiace vedere, come è accaduto qualche minuto fa, il Parlamento svuotarsi da parte dei colleghi. Questo dimostra praticamente poco interesse mentre invece qui facciamo le leggi, non siamo al bar, e questo dimostra la poca attenzione e la poca sensibilità che c’è verso questo argomento che poi coinvolge molti cittadini.
Invece, rispondendo al collega D'Ottavio, che faceva una domanda corretta – come dare alla scuola di periferie insegnanti migliori ? –, la vostra risposta va proprio nella direzione opposta. Soprattutto in questo testo non si dà una vera soluzione all'argomento, anzi si accentua il problema mentre, prima di questo provvedimento, il problema non si poneva, anzi nelle scuole di periferia ci sono gli insegnanti migliori, che al momento risultano all'avanguardia nella lotta alla criminalità organizzata diffusa a livello di periferia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO. Grazie, Presidente. Ora mi rivolgo a lei e, attraverso lei, vorrei rivolgermi alle persone che siedono alla mia destra e che fanno parte della sinistra e vogliono rendere di nuovo attuale ciò che Mussolini fece nel 1923. Ora, dovete sapere che questa mattina, mentre andavo in Commissione, alcuni di voi mi dicevano personalmente: no, ma non possiamo votarla, dobbiamo uscire, dobbiamo uscire dal Partito Democratico, ma non sappiamo... Come facciamo ? Cade il Governo ? Ma che cade il Governo ! Non cade il Governo, andate tranquilli !
Approvate questo, che è un emendamento di buon senso, davvero. Davvero !
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Dall'Osso.
MATTEO DALL'OSSO. Concludo dicendo che è ora, ora, ora il momento ! Ora ! Ora !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Titti Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Grazie, Presidente. Chi ha sostenuto – e sono stati, per la verità, tanti e tante in quest'Aula – che c’è la chiamata diretta, a proposito di caste, ha frequentato molto poco il mercato del lavoro, perché per chiamata diretta si intende una forma di assunzione. Questa è la chiamata diretta.
Noi, invece, in questo caso, stiamo parlando di persone che sono già tutte assunte a tempo indeterminato . Ok ? Questo è, intanto, per ripristinare la cosa di cui stiamo parlando.
Seconda cosa: la chiamata diretta non c’è, invece c’è – e il Partito Democratico è molto orgoglioso che ci sia – una norma che consentirà di educare alla differenza, al rispetto delle differenze, alla lotta contro le discriminazioni. Questa norma c’è e grazie al Partito Democratico, che è molto orgoglioso di averla interrotta nella «buona scuola» .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Io non riesco a comprendere una cosa. Cioè, lo Stato ha già fatto superare un concorso a questi docenti e ora sento dire dal Partito Democratico che ci dobbiamo chiedere se ci sono docenti migliori o meno. Se lo Stato ha previsto un concorso, che questi docenti hanno già superato, avrà valutato che sono i docenti migliori che andavano assunti nelle nostre scuole, o sbaglio ? Forse si fanno le cose a caso ?
Un altro aspetto grave, che viene sottovalutato, è che noi abbiamo sì un insegnante assunto a tempo indeterminato, ma che sarà precario a vita: ogni tre anni dovrà cambiare scuola, ogni tre anni potrà essere sbattuto a 50 chilometri, ogni tre anni magari cambiare anche insegnamento, perché diventerà una pedina del dirigente scolastico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato parole come «meritocrazia»: penso che nella meritocrazia rientrino anche quei docenti che hanno avuto l'abilitazione, che hanno pagato di tasca propria per averla e che adesso vengono espulsi dal mondo della scuola. Alla parola «meritocrazia» preferisco la parola «diritti»: quelli delle persone, dei docenti che non debbono sottostare alla benevolenza e alla simpatia dei dirigenti scolastici per poter lavorare in quella scuola. Penso che queste siano le parole fondamentali che il centrosinistra avrebbe dovuto mettere dentro una riforma della scuola.
Sono davvero deluso dalle cose che ascolto dai banchi del Partito Democratico, che ci sta riproponendo una scuola che esisteva nel nostro Paese soltanto negli anni Cinquanta e Sessanta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sgambato. Ne ha facoltà.
CAMILLA SGAMBATO. Grazie, Presidente. Consentitemi di intervenire per un attimo, non solo come membro della Commissione cultura, ma soprattutto come docente e come casertana. Stamattina abbiamo sentito delle cose veramente incredibili e altamente offensive per tutti i protagonisti del mondo della scuola. Veramente i colleghi pensano che arrivi un criminale con la pistola che costringa il dirigente a chiamare un docente ? Veramente pensano che nella scuola regnerà sovrana la corruzione, che le scuole saranno sciolte per mafia ì ! ?
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
CAMILLA SGAMBATO. Sono davvero basita ! Sono davvero basita ! Ma basiti sono gli italiani che ci ascoltano e che non credono a questi scenari apocalittici ...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
CAMILLA SGAMBATO. Tanto per cambiare, viene chiamata in causa l'Italia meridionale, quell'Italia dove lavorano, invece, dirigenti e docenti di altissima qualità, molti dei quali hanno compreso le potenzialità di una riforma, che consentirà loro di ampliare l'offerta formativa, rendendola più coerente ai bisogni delle singole comunità. Il dibattito...
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Grazie, signor Presidente. Qualche giorno fa, una dirigente scolastica di un liceo di Roma ha mandato una circolare ufficiale a tutti i genitori – era un volantino, sostanzialmente – chiedendo di partecipare al questa manifestazione in cui ci si è proclamati contro la teoria del e contro le unioni omosessuali.
Abbiamo presentato un'interrogazione parlamentare su questo, pure per conoscenza dell'onorevole Di Salvo, che prima parlava di come questa riforma vada incontro al tema delle pari opportunità e di quel famoso articolo 14 della Convenzione di Istanbul. Ora, io capisco che di questo potrà essere contento il sottosegretario Toccafondi, noi un pochino meno. Però, questo è solo un episodio per riuscire a spiegare che, forse, la chiamata diretta, anche se dentro un albo, anche con un concorso vinto, probabilmente mette proprio a rischio quella libertà di insegnamento, perché quella dirigente scolastica se l’è portata ...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Presidente, racconto una storia di ordinaria corruzione. Poc'anzi l'onorevole Ascani ha avuto una bella faccia di bronzo a intervenire sul provvedimento della scuola...
PRESIDENTE. Onorevole Ciprini, la pregherei di avere più rispetto dei suoi colleghi.
TIZIANA CIPRINI. Sì, sì, bronzo ... o metallo.
PRESIDENTE. No, la prego di avere rispetto.
TIZIANA CIPRINI. Va bene.
Le spiego perché per mesi è andata nei in TV, a millantare un titolo abilitante, il TFA, che in verità non ha mai conseguito. Ricordo che in altri Paesi normali ci si dimette per molto meno: per esempio, per aver scopiazzato tesi di laurea .
Comunque, l'onorevole Ascani ha fatto di peggio. Poi ha scritto sui di aver ricevuto proposte di trattamento di favore per continuare a frequentare questo corso. Ebbene, noi l'abbiamo invitata ad andare dagli organi inquirenti a denunciare chi le ha fatto queste proposte corruttive, ma sappiamo che non lo farà, perché appartiene a un partito, il PD, che ha fatto della corruzione il suo manifesto politico !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI. Lo scandalo della formazione !
PRESIDENTE. Onorevole Baroni, per favore, sta parlando la sua collega, grazie.
EUGENIA ROCCELLA. Signor Presidente, qui è stato chiesto il perché di questo articolo. Non faccio parte del Governo e non posso dare una risposta al posto del Governo e do la mia risposta.
Ho sempre mandato i miei figli alla scuola pubblica e trovo straordinario che alcuni vedano come disservizi della scuola pubblica soltanto la mancanza di carta igienica o cose di questo genere. Ho visto docenti che mancano, docenti che non funzionano, problemi di continuità didattica e così via. È questo il motivo per cui facciamo questa legge e per questo che si chiama «buona scuola» perché attualmente la scuola non è così buona come vorrebbero i cinque stelle, che mi sembrano straordinariamente conservatori .
Inoltre, il problema di questa fiducia – anche lì straordinaria – che hanno i cinque stelle nella burocrazia, nelle graduatorie, invece che nella libertà personale, nella responsabilità personale, nel merito, nella scelta individuale e nel controllo preventivo, anziché nel controllo : mi sembrano gli ultimi sostenitori di un socialismo di Stato che ha dato pessimi esiti.
Anche per quanto riguarda l'introduzione di alcune iniziative che riguardano la sfera più privata dei bambini e dei ragazzi, l'identità sessuale e così via, anche qui non siamo nel socialismo di Stato. Questa è competenza esclusiva della famiglia e dei genitori. La sfera privata, privatissima, personalissima, dei bambini e dei ragazzi non deve essere competenza della scuola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signor Presidente, vorrei dare una piccola voce a quelle migliaia di docenti che ieri erano qui a 35 gradi all'ombra e hanno fatto pure un corteo di cui in quest'aula si perdono le tracce: insegnanti appartenenti a tutti i sindacati di qualunque colore, devo dire, se è possibile etichettare un sindacato. Dai Gilda alla CGIL, dalla CISL alla UIL, ai SNALS, UNICOBAS, USB, ANIEF. Tutti hanno protestato, in particolare contro questo punto, che vi apprestate a far passare. Quando c’è tutto il mondo della scuola che ha partecipato per più dell'80 per cento ad uno sciopero, per partecipare al quale ha perso soldi, per animare questo movimento, vi volete porre il problema che state andando con una macchina a 180 all'ora contro un muro ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, io vorrei fare una considerazione e mi stupisco che la Lega si spaventi di fronte a un vestito da principessa, a saperlo prima ci attrezzavamo. Comunque per quanto riguarda il preside o il dirigente scolastico, come lo vogliamo chiamare, che diventerà un po’ il podestà della scuola, io sono spaventato da un altro aspetto, dall'aspetto educativo verso i nostri figli, che vedranno all'interno della scuola un clima di asservimento, di paura, un clima di competizione anche per fare favori al preside, per farsi vedere, farsi notare. Questo vogliamo insegnare ai nostri figli, vogliamo insegnargli le stesse dinamiche del Partito Democratico, il partito della dittatura, dove, da quando è arrivato Renzi, avete abiurato ai vostri principi, se ne avevate, e avete deciso di chinare la testa e accettare qualunque cosa ? Questo ai miei figli non lo insegnerete, mi dispiace !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CUPERLO. Signor Presidente, qualunque riforma si può condividere o meno e personalmente ci sono alcuni aspetti di questo testo che io penso di non comprendere e di non condividere ma esiste sempre, soprattutto in quest'Aula credo, un rapporto, un legame tra le parole e le cose. Dal 10 giugno del 1940 al 25 aprile del 1945 sono morti 440 mila italiani, militari e civili. In quel regime non ci furono delle ombre ma solamente buio e la luce tornò solamente con la liberazione, la democrazia e la Repubblica . Almeno noi in quest'Aula non dovremmo mai rinunciare a sapere che le cose nella storia sono andate così.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, aggiungo le mie parole a quelle che ho appena ascoltato e che sottoscrivo di Gianni Cuperlo. Quando in quest'Aula qualcuno si permette di ricordarci che il fascismo ebbe delle luci, dovrebbe anche dire...
PRESIDENTE. Onorevole Fiano, la pregherei... stiamo parlando di un emendamento, prego.
EMANUELE FIANO. Anche l'onorevole Cuperlo parlava di un emendamento, se non ho capito male. Quando qualcuno, per citare la riforma della scuola Gentile, ci ricorda le luci del periodo del fascismo mussoliniano, non so se le luci fossero le bonifiche delle paludi o i treni che arrivavano in orario, ma come è stato detto prima, sotto quelle ipotetiche luci c'erano migliaia di persone private della libertà, del diritto di parola, del diritto di venire in un Parlamento a dire che non erano d'accordo con la maggioranza. Migliaia di persone torturate e strappate alle famiglie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano.
EMANUELE FIANO. In quest'Aula è inaccettabile che si parli, parlando di fascismo, di luce; fu solo morte il fascismo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, veramente non capisco se stiamo parlando...
PRESIDENTE. Onorevole Spadoni, chiedo scusa, non funziona il microfono, provi a spostarsi.
MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, veramente non capisco se stiamo parlando effettivamente dell'emendamento sulla chiamata diretta o su altro perché mi sembra che, negli ultimi due emendamenti, negli ultimi due interventi non si sia parlato di questo. Lei ha fatto proseguire e ne prendo atto. Comunque io ritorno sull'emendamento, anche se mi piacerebbe effettivamente ricordare quello che c’è scritto sulle pari opportunità appunto nell'articolato, quindi non si parla di teoria ma si parla di pari opportunità; evidentemente il collega Fedriga vorrebbe vederci sempre a lavare i piatti o a stirare le camicie, per fortuna la maggior parte della società civile non la pensa così. Comunque, sulla chiamata diretta il punto è che io mi faccio sempre la solita domanda, cioè se c’è una donna, per esempio in gravidanza, che decide di entrare nella scuola e c’è un preside, chi sceglierà questo preside ? Sceglierà la donna in gravidanza oppure sceglierà la figlia dell'imprenditore che dà 5 mila euro ?
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Spadoni.
MARIA EDERA SPADONI. Questa è la domanda che vi dovete fare
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signor Presidente, qualche tempo fa è stato ristampato il volumetto di Norberto Bobbio: «Destra e sinistra» e Matteo Renzi ne scrisse l'introduzione. Bobbio in quel volumetto scrisse che coloro che si proclamano di sinistra devono sempre dare maggiore importanza a ciò che rende gli uomini eguali. Io penso che questo provvedimento rende gli uomini meno uguali, gli uomini e le donne meno uguali e meno liberi, perché ci espone ai favoritismi, agli umori, al potere del capo o del manager di turno. Questa è la stessa filosofia della legge elettorale, la stessa filosofia del .
Io penso che una cultura di sinistra debba stare dalla parte della libertà e dell'eguaglianza e non dell'uomo solo al comando .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Io vorrei parlare da padre di famiglia e non da rappresentante dei cittadini e analizzare i fatti e, quindi, non dare delle opinioni politiche.
Ho avuto la fortuna in questi mesi, da quando è nata la cosiddetta – fasullo – buona scuola di uscire nelle piazze e di parlare con molti dei lavoratori del comparto scolastico, quelle persone che certamente, non probabilmente, avranno inviato le loro considerazioni e le loro a quella farlocca consultazione che il Presidente del Consiglio aveva aperto.
Ebbene, questo delinea la differenza, o meglio il fastidio, che questa persona ha della democrazia, perché prima crea un un direttore dell'azienda mangia-soldi chiamata PD, crea un per vendere un prodotto, ma in realtà il prodotto è completamente scadente e dannoso.
Nella realtà, in questo prodotto, limita la democrazia perché l'accentramento del potere che lui mette ovunque, nell'Italicum, nelle riforme costituzionali, che attribuisce ai datori di lavori con il Jobs Act, lo mette anche nella scuola. La limitazione della democrazia e l'accentramento del potere sono il renzismo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro per un minuto. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, non c’è dubbio che siamo di fronte a ad una vera e propria alternativa culturale. Da un lato, c’è il concetto dell'impiego pubblico fatto di automatismi e sempre uguale a se stesso, che si occupa del mantenimento e dell'offerta dei servizi di pubblica utilità, non sulla scorta di quelli che dovrebbero essere i naturali beneficiari della resa di quel servizio, ma della tutela semmai di chi in quel servizio trova albergo.
È lunga la storia degli interventi e delle dispersioni di denaro, delle malversazioni – perché non dirlo ? – che in Italia si sono registrate perché, ogni volta che si mette mano alla riforma della sanità, non ci si occupa del benessere dei malati, ma dell'interesse del personale ospedaliero. Ogni volta che ci si occupa dei trasporti, si guarda il contratto dei tranvieri e non il diritto del pendolare di circolare, ogni volta che ci si occupa di formazione ci si occupa di capire chi deve ottenere le prebende per gestire i corsi e non per essere formato.
Allora, dico, questa strada l'abbiamo già realizzata e non ha portato molto di buono. Il centrodestra, il mio centrodestra...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Corsaro.
MASSIMO ENRICO CORSARO. ...è giustamente franato in termini elettorali perché non è riuscito a cambiare le cose per cui era nato.
Allora, qui c’è un'altra ricetta: io non posso essere sospettabile di «intelligenza» con il PD e con il Governo; dico però che la vecchia ricetta l'abbiamo già conosciuta e non ha funzionato nessuno dei servizi di pubblica utilità. Proviamo a vedere come può andare dall'altra parte.
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Grazie, Presidente. Io non vorrei parlare in astratto, ma racconto anch'io l'esperienza concreta. Sono figlia di un'insegnante che ha sempre creduto nella scuola. Credo che abbia avuto nella sua vita pochissimi giorni di cosiddetta malattia.
A un certo punto, ha lasciato la scuola perché annoiata e schifata di colleghi che cercavano di comprare il dirigente di turno – allora il dirigente aveva il potere di dare soltanto i progetti – con regalie varie; i progetti erano soldi in più.
Di contro, poi però arrivavi al tavolo degli esami e quei dirigenti pretendevano le promozioni. Mia madre diceva: «Io sono entrata nel mondo della scuola a ventuno anni, in un liceo classico nel 1968, a insegnare filosofia. Del mio preside avevo paura, timore, ma non per l'autorità che aveva o per quello che poteva dare, ma per l'autorevolezza che aveva nei miei confronti». Il dirigente dovrebbe essere autorevole. Voi state creando una persona con autorità e semplicemente possibilità di comprare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Per ribadire che la creazione della figura del super dirigente, con l'introduzione della chiamata diretta per una scuola eterodiretta chiaramente è qualcosa che a noi fa schifo letteralmente e non ho paura a dirlo.
Il rischio è che si passi da «mafia capitale» a «mafia educazionale», dove ci sarà il professor Buzzi e il dottor Carminati, che magari si spartiranno qualche poltroncina da dirigente, oppure da docente a scuola.
Quello di cui sono contento, però, è che oggi statisticamente, diciamo, è impossibile che in quest'Aula, viste le proteste che sono montate in questi mesi su questo provvedimento, che ci sia una maggioranza larghissima che approvi questo emendamento, oppure che si voti contrariamente su questo emendamento.
Quindi, evidentemente c’è qualcuno che non risponde a quello che è il volere del popolo.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
CARLO SIBILIA. Sono più contento – e concludo – che ci siano degli insegnanti oggi sulle tribune a vedere qual è l'atteggiamento dei loro dipendenti dello Stato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.45, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
PRESIDENTE. L'onorevole Luigi Gallo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01595, concernente iniziative finalizzate a rivedere il conferimento alla dottoressa Rosa De Pasquale dell'incarico di capo del dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per un minuto.
LUIGI GALLO. Signor Presidente, Rosa De Pasquale per la volontà di Matteo Renzi e del Ministro dell'istruzione è diventata da poco capo dipartimento del Ministero; si occuperà della formazione e valutazione di dirigenti e docenti. Considerato che il tema del merito viene esibito dal Governo Renzi come parafulmine per ogni critica alla peggiore legge mai scritta per la scuola, il PD si sarà dotato quanto meno di un'esperta internazionale; invece scopriamo che Rosa De Pasquale, ex deputata del PD non rieletta alle elezioni parlamentari del 2013, è stata defenestrata dalla Corte dei conti per la carica triennale, anche in quel caso voluta da Renzi, di capo dell'ufficio scolastico regionale della Toscana, con la motivazione che non emergevano i requisiti di particolare e comprovata qualificazione professionale.
Alla luce di quanto premesso, non ritiene opportuno, signora Ministra, sollevare la dottoressa De Pasquale dall'incarico affidatole, giacché reputata non idonea a ricoprire una carica addirittura gerarchicamente inferiore ?
PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
STEFANIA GIANNINI, Signor Presidente, onorevole Gallo, preliminarmente i fatti: lo scorso 5 giugno ho trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei ministri la proposta di nominare la dottoressa Rosa De Pasquale come capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del MIUR. Il Consiglio dei ministri ha deliberato il conferimento dell'incarico nella seduta dell'11 giugno dello stesso anno. L'incarico è stato da ultimo conferito lo scorso 24 giugno con la firma del Presidente della Repubblica.
In merito e nel dettaglio dei quesiti e degli elementi da lei evidenziati, io ritengo di dover formulare le seguenti osservazioni. In primo luogo, rispetto all'incarico come direttore generale dell'ufficio scolastico regionale Toscana, la Corte dei conti non ha formulato osservazioni di merito in relazione al della dottoressa De Pasquale, bensì ha evidenziato che il profilo professionale necessario per diventare direttore generale del suddetto e, in generale, di un qualunque ufficio scolastico generale «coincide con le qualifiche istituzionalmente e ordinariamente presenti nei ruoli dell'amministrazione», quindi destinate a tale incarico. Quindi, sostanzialmente, secondo aspetto, la Corte ha considerato che quello di direttore generale di un ufficio scolastico regionale sia un incarico di tipo generalista e quindi non possa essere conferito tramite un incarico comma 6, come di fatto era avvenuto da parte dell'amministrazione, senza che l'amministrazione abbia preliminarmente e preventivamente verificato la presenza all'interno della amministrazione stessa di profili paragonabili, comparabili e adeguati a tale incarico.
Nello specifico, terzo punto, la Corte quindi ha evidenziato che una procedura valutativa e comparativa, rivolta contemporaneamente sia ai dirigenti interni che ai dirigenti esterni all'amministrazione, non fosse conforme al dettato indicato ai sensi dell'articolo 19, comma 6, da lei citato, del decreto legislativo n. 165 delle 2001.
Per quanto concerne la mancata registrazione del provvedimento di nomina da parte della Corte dei conti, essa non è legata alla scelta operata dall'amministrazione di destinare quell'incarico ad un dirigente ai sensi dell'articolo 19, comma 6, e non riguarda la specifica valutazione di merito. Quello che invece è avvenuto...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
STEFANIA GIANNINI, Concludo subito, Presidente, d'altra parte l'argomentazione è articolata e ho il dovere di rispondere in maniera articolata.
PRESIDENTE. Sì, ma ci sono anche i tempi.
STEFANIA GIANNINI, Per quello che riguarda invece il conferimento dell'incarico di capo dipartimento, esso è soggetto ad un'altra tipologia, su cui la Corte in varie occasioni si è pronunciata per diversi casi, ma con lo stesso cioè un conferimento di tipo fiduciario, e che quindi corrisponde pienamente al profilo della dottoressa De Pasquale, di cui ribadisco in questa sede la comprovata esperienza tecnica e di cui ritengo che la pregressa esperienza parlamentare sia un elemento che rafforza, essendo stata membro della Commissione VII, la propria possibilità di svolgere al meglio le proprie funzioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Luigi Gallo ha facoltà di replicare per due minuti.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Lei, Ministra, si trincera nel burocratese; eppure, in sostanza, la Corte dei conti diceva che la dottoressa De Pasquale non aveva alcuna competenza in più o qualifica in più rispetto ai dirigenti che avevamo e lei la promuove, perché bisogna dare per forza un posto alla De Pasquale come capo dipartimento del Ministero.
Lei, signora Ministra, e il suo Governo avete finalmente gettato la maschera anche sul tema del merito. Per voi, merito significa avere dipendenti pubblici che siano uomini di fiducia del PD; non selezionati con concorsi pubblici, ma uomini vostri nei posti di comando, ora anche nelle istituzioni democratiche della nostra scuola. Meglio se fidi renziani, meglio se militano nel vostro partito, meglio se residenti a Firenze, nella peggiore logica clientelare della vecchia politica.
Altro che rottamazione ! Se questo è l'antipasto della rivoluzione meritocratica, il Presidente del Consiglio non si può arrabbiare quando affermiamo che chi risponde agli stessi criteri e requisiti per fare carriera è sua moglie Agnese.
Per valutare dirigenti e docenti avete abbandonato il nuovo concorso per ispettori, che garantiva merito e indipendenza, per realizzare il vostro programma di controllo, la vostra catena di comando dall'alto, ponendo, di fatto, la scuola pubblica sotto l'egida dei partiti politici e di industriali.
Infatti, la legge sulla scuola che state per approvare permetterà a lei, Ministra, di scegliere i dirigenti interni ed esterni, grazie all'articolo 1, comma 94, per svolgere il lavoro che tanto vi piace: assegnare delle pagelle ai dirigenti scolastici e ai docenti, anche se Renzi e il PD non hanno alcuna intenzione di farsi valutare dal popolo italiano con elezioni nazionali democratiche e senza Porcellum.
Ciò significa che lei, Ministra, potrà continuare a scegliere, come ha appena fatto con la dottoressa De Pasquale, sia politici del PD sia dirigenti di Confindustria, della Fondazione Agnelli, di TreeLLLe, di tutto quel mondo economico e finanziario che è pronto a prendere possesso...
LUIGI GALLO. ...del mondo della scuola. Quale sarà il vostro prossimo passo ? Chiedere a tutti i docenti di possedere la tessera del PD per essere assunti...
PRESIDENTE. Deve concludere.
LUIGI GALLO. ...in sostituzione dei titoli professionali abilitanti ? Ormai dal PD i lavoratori della conoscenza si aspettano anche questo !
PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01596, concernente iniziative di competenza volte a fronteggiare le criticità connesse alla gestione del personale delle province, alla luce del processo di riorganizzazione previsto dalla legge n. 56 del 2014 per un minuto.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Signora Ministro, il disallineamento tra la legge Delrio, con cui venivano riordinate le province e le aree metropolitane, e la legge di stabilità per il 2015, che ha stabilito una congrua riduzione di fondi per questi stessi enti locali, è ormai sotto gli occhi di tutti ed è stato anche oggetto di attenzione da parte della Corte dei conti.
Vi è un ritardo non tanto degli enti locali, quanto, piuttosto, di diverse regioni, la gran parte delle regioni, alcune delle quali, probabilmente, stanno anche remando contro. Ma vi è anche un ritardo da parte del Governo, non essendo state ancora adottate le procedure che regolano la mobilità e non essendo stati ancora adottati i criteri per l'equiparazione del personale da collocare in diverso ruolo. Cosa possiamo fare per dare qualche certezza alle oltre 20 mila persone...
GIAN LUIGI GIGLI. ...potenzialmente interessate da questo disallineamento ?
PRESIDENTE. La Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
MARIA ANNA MADIA, . Grazie, Presidente. Noi, all'attuazione della legge n. 56 del 2014, la cosiddetta legge Delrio, stiamo dando l'urgenza che essa merita. Le norme che abbiamo approvato nella legge di stabilità per il 2015 hanno avviato uno dei più grandi processi di mobilità della storia del nostro Paese. È certamente – l'ho detto più volte – un processo complesso, che richiede, per essere fatto presto e bene, la collaborazione di diversi attori e che il Governo sta portando avanti con determinazione.
Vorrei sottolineare in questa sede che risulta, prima di tutto, in fase di conclusione il processo di mobilità verso gli uffici giudiziari, avviato con il Fondo del Ministero della giustizia: riguarda 1.031 dipendenti. A ciò si deve aggiungere l'ulteriore rafforzamento degli uffici giudiziari, con il processo di mobilità di altri 2 mila dipendenti delle province, che saranno trasferiti in applicazione del decreto-legge n. 83 del 2015, in questi giorni in conversione alle Camere, approvato da poco in Consiglio dei ministri.
Che cosa abbiamo fatto dall'inizio dell'anno ? Abbiamo stabilito delle procedure, di intesa con le autonomie territoriali, che sono state predisposte in modo dettagliato, proprio in attuazione della legge di stabilità, come linee guida per le amministrazioni interessate. Abbiamo, poi, predisposto il portale attraverso il quale ci sarà l'incontro tra domanda e offerta e, quindi, attraverso il quale verranno gestiti i processi di mobilità, nel quale le province dovranno immettere gli elenchi del personale in soprannumero e attraverso il quale tutte le amministrazioni devono indicare le disponibilità di posti. Il processo sarà, inoltre, agevolato dalla prossima pubblicazione del DPCM recante le tabelle di equiparazione. Era fermo da tanti anni, l'abbiamo già firmato sia il Ministro Padoan, che io ed è attualmente alla registrazione della Corte dei conti.
Chiudo con un punto importante, che anche lei, onorevole, ha sottolineato: la ricollocazione del personale in soprannumero è, ovviamente, più facile nelle regioni che hanno già approvato le leggi relative alle funzioni già attribuite alle province, ma noi procederemo anche nelle regioni che non hanno approvato la legge regionale.
MARIA ANNA MADIA, I relativi criteri per andare avanti sono definiti in un decreto previsto dalla legge stabilità, che la prossima settimana verrà sottoposto alle organizzazioni sindacali e per il quale ho già anticipato la richiesta di esame da parte della Conferenza unificata.
Ecco, io credo che, in questo breve tempo, di avere descritto la complessità dell'operazione, ma anche il fatto che stiamo andando avanti e che arriveremo alla fine di questo percorso con le persone giuste e le importanti professionalità delle province valorizzate nelle giuste amministrazioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIAN LUIGI GIGLI. Signor Ministro, io le do atto di tutto quello che lei ha detto e non ho motivo di dubitare delle buone intenzioni. Sta di fatto, però, che lei mi conferma che c’è un ritardo significativo. La tabella di equiparazione deve essere ancora prodotta, quindi, di fatto, era impossibile, fino ad oggi, poter avviare questo percorso.
C’è una colpa delle regioni, ci sono dei ritardi anche a livello centrale, quello che non può accadere però è che il disavanzo che si viene a creare, che è stato anche calcolato e che è modesto quest'anno, ma rischia di aumentare l'anno prossimo, per arrivare quasi, se non ricordo male, a 2 miliardi di euro nel 2017, venga fatto ricadere sugli unici che non hanno responsabilità in questo processo, che sono appunto le province e le aree metropolitane.
Allora, io credo che su questo, un'assunzione di responsabilità e una correzione di rotta siano in qualche modo doverose. Questo non toglie nulla alla correttezza delle intenzioni, non toglie nulla al giusto obiettivo del Governo di ricollocare il personale lì dove serve e secondo un criterio di qualificazione, ma certamente il cronoprogramma noi non l'abbiamo azzeccato e certamente questo cronoprogramma, oggi, ha bisogno di essere riallineato.
PRESIDENTE. L'onorevole Calabrò ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01597, concernente iniziative volte a evitare una pronuncia di condanna da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea in relazione alle procedure di smaltimento dei rifiuti in Campania per un minuto.
RAFFAELE CALABRÒ. Grazie, Presidente. Signor Ministro, come ben sa, in Campania sono stoccate in ventidue siti circa 4 milioni di ecoballe e questo determina sicuramente una situazione di emergenza ambientale nella nostra regione. Tutto ciò costa intorno ai 15 milioni e, quindi, siamo a cifre non indifferenti, per gestione, sorveglianza, monitoraggio, canoni di affitto e così via. Fino ad oggi si è prospettata tutta una serie di soluzioni, però non si è trovata mai una soluzione definitiva e, come veniva accennato un attimo fa, la Commissione europea ha deferito il nostro Stato alla Corte di giustizia dell'Unione europea e si pensa che l'Italia sarà condannata a pesanti sanzioni pecuniarie.
La richiesta è: quali iniziative urgenti, anche di carattere normativo, si intende prendere per garantire lo smaltimento delle ecoballe in Campania ?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIAN LUCA GALLETTI, Grazie, Presidente, ringrazio anche l'onorevole interrogante.
La questione delle ecoballe è, come diceva lei, onorevole, una vera e propria emergenza ambientale; va dunque risolta in maniera efficace, in collaborazione con tutte le forze politiche e i soggetti interessati, andando oltre la mera contestazione.
A seguito dell'emergenza rifiuti, che ha interessato la regione Campania – ricordo – tra il 2000 e il 2009, sono stati accumulati circa 5 milioni di tonnellate di rifiuti tritovariati, suddivisi in circa 4 milioni di ecoballe, stoccati in 22 siti, la cui gestione è affidata a società provinciali, che provvedono anche a corrispondere i canoni di locazione per gli 11 siti di proprietà privata. Il costo complessivo della gestione è di circa 16 milioni di euro annui, come lei ricordava.
La mancata rimozione delle ecoballe espone, oltre che ad un impatto sull'ambiente e sulla salute, al possibile pagamento di una sanzione, che potrà essere erogata all'Italia dalla Corte di giustizia dell'Unione europea per inadempimento degli articoli 4 e 5 della direttiva 2006/12/CE, relativa alla gestione dei rifiuti nella regione Campania.
Le cifre individuate dagli interroganti possono essere considerate indicativamente plausibili. La situazione ovviamente non riguarderebbe solo le ecoballe, ma anche l'inadempimento della regione Campania nella gestione del ciclo dei rifiuti.
Credo che la soluzione del problema debba rispettare alcuni principi condivisi: l'eliminazione dei pericoli per l'ambiente; il contenimento dei tempi dello smaltimento e messa in sicurezza per contenere la penalità; la minimizzazione dei costi e, non per ultimo per importanza, l'accettabilità sociale della scelta, operata in condivisione con la regione.
Gli uffici del Ministero hanno individuato una serie di ipotesi tecniche per lo smaltimento delle ecoballe. Queste misure sono attualmente oggetto di un confronto con gli uffici dell'Unione europea. Ne cito alcune: la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione dedicato nel comune di Giugliano. Tale soluzione richiede tre anni per la costruzione dell'impianto e circa 14 anni – cioè fino al 2033 – per il completo smaltimento delle ecoballe e sconta le perplessità della popolazione residente. Vi è poi l'ipotesi di smaltimento presso impianti di termovalorizzazione, esistenti in Italia e all'estero, con un costo di circa 800 milioni di euro e una durata di circa dieci anni.
Come terza soluzione, vista la notevole differenza esistente tra i diversi siti di stoccaggio, è possibile ipotizzare un approccio diversificato in rapporto alle dimensioni dei siti. Per quello più grande si prevede la messa in sicurezza permanente dei rifiuti, così come già avviene in altri Paesi di Europa, per esempio in Germania. Il sito di stoccaggio sarebbe trasformato in una discarica a norma, con impermeabilizzazione della falda, captazione del biogas prodotto e copertura delle ecoballe con strutture definitive e destinato sia per scopi sociali che per la produzione di energie rinnovabili.
PRESIDENTE. Concluda, Ministro Galletti.
GIAN LUCA GALLETTI, Contestualmente, per le rimanenti, dovrebbe avviarsi la termovalorizzazione, come da normativa dettata dall'articolo 35 dello «sblocca Italia». Questa soluzione integrata avrebbe un costo di circa 280 milioni di euro e un tempo di realizzazione di circa tre anni.
PRESIDENTE. L'onorevole Calabrò ha facoltà di replicare, per due minuti.
RAFFAELE CALABRÒ. Grazie, Presidente. Signor Ministro, io mi ritengo soddisfatto della risposta, in particolare perché le scelte mi sembrano finalmente rispettose soprattutto finalmente di tempi rapidi, di un obiettivo di minimizzazione dei costi, di attenzione all'impatto ambientale che questo possa determinare e anche di un'accettabilità sociale, una capacità di dialogare con la regione e con i territori che forse, fino ad oggi, in qualche momento è mancata.
Poi, in particolare, vorrei sottolineare quanto diceva verso la fine del suo intervento, ovvero che ci potrebbe essere una valutazione di differenti situazioni. Questo può portare a soluzioni composte, soluzioni diverse, perché non c’è una soluzione unica, perché in Campania sappiamo bene come ci siano siti più grandi e siti più piccoli, che hanno bisogno di soluzioni assolutamente diverse.
PRESIDENTE. L'onorevole Sottanelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sottanelli e Antimo Cesaro n. 3-01598, concernente elementi e iniziative in merito alle agevolazioni contributive previste dalla legge n. 564 del 1996 a beneficio dei soggetti chiamati a ricoprire cariche sindacali .
GIULIO CESARE SOTTANELLI. Grazie, Presidente. Gentile Ministro, la recente sentenza della Corte costituzionale ha bocciato la norma sul blocco delle rivalutazioni delle pensioni e, quindi, nelle ultime settimane vi è stato un dibattito vivo tra le forze politiche e non soltanto. Quindi, la nostra interrogazione, come gruppo di Scelta Civica, insieme al collega Antimo Cesaro, vuole capire – perché noi crediamo nell'equità generazionale – come sia stata applicata questa norma, ovvero il decreto legislativo n. 564 del 1996, norma che permette ad un dipendente in distacco come sindacalista di potere usufruire di una pensione aggiuntiva con un solo mese di lavoro in distacco presso un sindacato.
Quindi, volevamo conoscere il numero dei sindacalisti che hanno usufruito della norma, la durata, il tempo medio della norma e il costo sul bilancio dell'INPS, che ovviamente è un costo che pagheranno le nuove generazioni o la fiscalità corrente.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIULIANO POLETTI, . Grazie, Presidente. Onorevole Sottanelli, come il suo intervento citava, il decreto legislativo n. 564 del 1996 attribuisce alle organizzazioni sindacali la facoltà di versare in favore dei lavoratori in aspettativa e in distacco sindacale una contribuzione aggiuntiva da calcolare sulla differenza tra le somme corrisposte ai lavoratori collocati in aspettativa o in distacco per lo svolgimento dell'attività sindacale e la retribuzione di riferimento prevista dai contratti collettivi di categoria, sulla cui base viene effettuato l'accredito e il versamento contributivo. Il versamento di questa contribuzione aggiuntiva necessita di apposita autorizzazione da parte dell'INPS e può essere effettuato esclusivamente in coincidenza di periodi in cui il lavoratore si trova in aspettativa o in distacco sindacale.
Il motivo per il quale è stata, a suo tempo, prevista la facoltà di versare questa contribuzione aggiuntiva è di evitare che i lavoratori in aspettativa o in distacco sindacale vengano pregiudicati nella loro posizione previdenziale dallo svolgimento dell'attività sindacale; questo perché le retribuzioni da prendere come riferimento per l'accredito e il versamento dei contributi del lavoratore in aspettativa sindacale non retribuita sono solo le retribuzioni base previste dai contratti collettivi della categoria di appartenenza, che non comprendono gli emolumenti aggiuntivi collegati all'effettiva prestazione lavorativa.
Il fenomeno delle cosiddette «super pensioni» dei sindacalisti, cui fa riferimento l'interrogante, discende in realtà dall'intreccio tra il meccanismo della contribuzione aggiuntiva e il sistema di calcolo retributivo in vigore al momento della cessazione del servizio. Fenomeno, questo, che, a decorrere dal 1o gennaio 2012, non può più verificarsi, in quanto l'ammontare dei trattamenti pensionistici non è più determinato sulla media delle ultime retribuzioni percepite, bensì sul valore dei contributi effettivamente versati nel corso della vita lavorativa.
Con specifico riferimento al cosiddetto «formulato», l'INPS ci ha informato che il numero dei sindacalisti che hanno beneficiato del versamento della contribuzione aggiuntiva è pari a 17.319 unità. Considerato, poi, che l'importo delle pensioni erogate ai sindacalisti beneficiari della normativa in esame ha incrementato proporzionalmente l'incremento della retribuzione pensionabile, ma che questo incremento è correlato ad un effettivo versamento contributivo, l'INPS ha rappresentato che non è rilevabile uno specifico onere a carico del sistema previdenziale.
PRESIDENTE. L'onorevole Sottanelli ha facoltà di replicare per due minuti.
GIULIO CESARE SOTTANELLI. Grazie, signor Ministro. La ringrazio anche per aver ricordato la norma in maniera integrale. Sono dispiaciuto per non aver avuto la possibilità di conoscere la spesa maggiore che pesa sul bilancio dell'INPS e, quindi, che peserà sulle pensioni delle future generazioni.
Pensare che ci siano 17.319 persone che oggi stanno usufruendo di una pensione retributiva maggiore rispetto ai contributi reali versati, ovviamente non ci rende felici. Però, siamo qui noi della società civile, come Scelta Civica, tutti i colleghi, per cercare di scardinare questa situazione, riportare anche un pochino di equità tra le generazioni – e non soltanto tra le generazioni – nei vari sistemi e cancellare queste norme.
Così come ci siamo già attivati presentando progetti di legge per rimuovere i vitalizi dei parlamentari. Noi con questo mandato non li avremo, per fortuna. Ma, per quanto riguarda i vecchi deputati, abbiamo proposto emendamenti, purtroppo bocciati in Aula, per togliere o per ricalcolare in maniera contributiva anche i vitalizi degli ex colleghi oggi in quiescenza.
Quindi, noi auspichiamo, dando forza e maggioranza numerica a questo Governo, di poter sinergicamente portare avanti quelle azioni con forza, per far sì che si torni a un riequilibrio generazionale, e dare prospettive di crescita e di futuro alle nuove generazioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01599 concernente orientamenti del Governo in relazione all'adozione di ulteriori misure di salvaguardia per i lavoratori cosiddetti esodati .
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Ministro, buongiorno, tre semplici domande tutte collegate allo stesso problema, quello della legge Fornero, che tra l'altro è stata anche in parte modificata dalla sentenza della Corte costituzionale. In Senato è stata predisposta una sottocommissione esodati per la ricerca delle ultime persone che si ritengono esodati. Immagino che il Governo abbia già i numeri e quindi che non vi sia la necessità di una sottocommissione. Quindi, con questa interrogazione, le chiedo la quantificazione delle persone che sono rimaste schiacciate ancora dall'articolo 25 della legge n. 201, quando e se il Governo vorrà portare in dibattito la nostra proposta di legge per la settima salvaguardia e quando una riforma delle pensioni arriverà all'attenzione del Parlamento, altrimenti persone come il presidente dell'INPS propongono se stessi per fare riforme che sono, invece, il merito del Parlamento.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIANO POLETTI, . Grazie, Presidente. Onorevole Simonetti, il Governo ovviamente è a conoscenza delle iniziative assunte dalla Commissione lavoro del Senato e noi naturalmente avremo cura di valutarne esattamente gli esiti che, peraltro, sono in fase di elaborazione e di merito rispetto alla conclusione di questo lavoro. Per quanto riguarda più in particolare la possibilità di provvedere ad una eventuale settima salvaguardia, informiamo che allo stato attuale siamo in attesa da parte dell'INPS dei dati definitivi concernenti le operazioni di salvaguardia già poste in essere con l'avvertenza che i dati potranno essere considerati completi ed esaustivi una volta che saranno scaduti i termini di accesso previsti dalle varie disposizioni di salvaguardia. L'acquisizione di questi dati è finalizzata, da un canto, a verificare quali e quanti soggetti siano risultati beneficiari delle operazioni di salvaguardia già poste in essere, dall'altra l'entità delle risorse finanziarie impiegate, fermo restando ciò che ho più volte ribadito e che confermo vale a dire che è intenzione del Governo, come dichiarato più volte, impiegare ciò che eventualmente residua dalle risorse messe in campo per le operazioni di salvaguardia realizzate sino ad oggi per le medesime finalità, quindi per coprire la parte che fosse ancora scoperta. Più in generale vale la pena ribadire che è intenzione del Governo intervenire per risolvere le difficoltà delle persone che, a seguito degli effetti della riforma Monti-Fornero e della crisi economica, si sono trovate senza lavoro e non hanno ancora maturato i requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico. È intenzione del Governo affrontare questo tema e più in generale quello della riforma della legge Fornero all'interno del disegno di legge di stabilità perché, come è ovvio, esiste un tema di relazioni e naturalmente di sostenibilità finanziaria e sociale di queste norme.
PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Per la verità, malgrado gli auspici del Ministro, sono insoddisfatto perché immagino che un Governo debba avere già all'attualità i numeri perché si parla di una riforma del 2011 e quindi, a distanza di quattro anni, non conoscere ancora i numeri che sono stati prodotti da quella riforma mi pare una grande mancanza. Non è solo una sua volontà, ma è una legge dello Stato quella di prevedere che i risparmi di spesa per le scorse manovre di salvaguardia vengano utilizzati per le successive, quindi noi auspichiamo che si faccia effettivamente questa settima chiusura tombale in modo tale da avere una soluzione definitiva.
Per quanto riguarda, invece, la volontà del Governo di utilizzare il disegno di legge di stabilità per la modifica della legge Fornero e per fare una riforma delle pensioni, credo che questa non debba essere appositamente una visione squisitamente monetaria ed economica ma deve esserci anche un indirizzo politico, un indirizzo parlamentare. Quindi ci sono diverse proposte di legge che lei è già venuto a discutere e dibattere in Commissione. Faccio riferimento, ad esempio, alla nostra riforma che è quella legata alla quota 100 che lo stesso presidente Boeri, non riguardo alla nostra riforma ma a quella del presidente Damiano, quantifica nell'ordine di 8 miliardi. Immagino che si possa affrontare, se è vero come è vero che avete affrontato gli 80 euro con un costo di dieci miliardi in una sola sessione parlamentare. Quindi, se si vuole trovare, lo spazio economico c’è e quindi invito il Governo a venire in Parlamento, in Commissione, a dibattere su quali tipologie di riforma si vogliono fare e non solo ad arrivare in fase di disegno di legge di stabilità perché in esso si quantificheranno squisitamente i costi, ma non il merito del provvedimento.
PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01600 concernente iniziative volte a garantire una gestione corretta e trasparente delle risorse finanziarie afferenti ai fondi interprofessionali per la formazione.
WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente, Ministro, qui c’è un problema grave nel senso che il problema che noi abbiamo notato è un problema di trasparenza nel finanziamento dei piani formativi aziendali, che lei sicuramente conosce, da parte dei fondi interprofessionali. Questi fondi, è evidente, utilizzano fondi pubblici, soldi pubblici, quindi, della collettività e si tratta di denaro mai rendicontato né concretamente sottoposto a controllo. Addirittura, neanche le imprese iscritte ai fondi possono verificare e accedere direttamente ai propri dati di cumulo presso l'INPS.
Ministro, io le ricordo, non soltanto in questa sede, che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali dovrebbe vigilare sulla gestione dei fondi; abbiamo più volte denunciato queste storture e la non trasparenza delle procedure stesse, in quanto sembra che il denaro accumulato per la formazione interprofessionale spesso sia stato utilizzato dai fondi per scopi diversi da quelli della legge.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Rizzetto.
WALTER RIZZETTO. Mi avvio a concludere, Presidente. Parliamo di un che, a occhio e croce, vale attorno agli 800 milioni di euro all'anno. Quindi, attendo una sua risposta in termini di controllo.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIANO POLETTI, . Grazie Presidente, onorevole Rizzetto, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, come anche lei ricordava, svolge, ai sensi dell'articolo 118 della legge n. 388 del 2000, funzioni autorizzative, di monitoraggio e di vigilanza dei fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua. In esito a questa attività di vigilanza e della riscontrata inattività da parte dei fondi o di evidenti problemi di operatività, è stato disposto il commissariamento di tre fondi interprofessionali.
Dal 2012 la vigilanza si sta concentrando, in particolare, sulla gestione del triennio 2009- 2011 ed è volta al riscontro dell'adeguatezza dei sistemi di gestione e controllo adottati dai singoli fondi attraverso il presidio e il monitoraggio delle attività critiche, la verifica del sistema organizzativo e le procedure poste in essere. Il Ministero, ancora, vigila sul corretto utilizzo delle risorse assegnate ai singoli fondi, verificandone l'efficacia e la conformità ai principi di sana gestione finanziaria; effettua, altresì, un controllo a campione di attività formative finanziate dai fondi, finalizzato a verificare la corretta attuazione degli interventi formativi campionati e la correttezza dei dati contabili rendicontati.
Venendo alle specifiche questioni sollevate dall'interrogante, non risulta innanzitutto agli atti della direzione generale competente del Ministero che nel 2009 sia stata effettuata una richiesta di autorizzazione all'estensione della procedura Fondi Reports alle aziende aderenti ai fondi. Allo stato, comunque, nulla osta a che le aziende aderenti possano chiedere le informazioni e i dati necessari direttamente ai fondi stessi. Quanto poi all'ammontare delle risorse trasferite ai fondi, dal 2011 al 2014 dai dati a disposizione risulta che sono stati trasferiti 551 milioni di euro nel 2011, 617 milioni di euro nel 2012, 415 milioni di euro per il 2013 e 445 milioni di euro per il 2014.
In merito, ancora, alle modalità di iscrizione delle aziende ai fondi si precisa che le stesse sono regolamentate da apposite circolari INPS e che l'iscrizione ai fondi avviene attraverso i flussi Uniemens, sui quali possono operare il legale rappresentante dell'impresa oppure un intermediario riconosciuto con delega esplicita. Non risulta, invero, al Ministero l'esistenza di iscrizioni selvagge all'insaputa delle aziende. L'adesione al fondo è revocabile, ha validità annuale e si intende tacitamente prorogata, salvo disdetta. Ogni impresa può aderire solamente a un fondo anche di settore diverso da quello di appartenenza.
PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di replicare, per due minuti.
WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente, Ministro, non sono soddisfatto della risposta, in quanto, secondo noi, serve agire per cambiare questo tipo di sistema, oltre a commissariare, come da lei giustamente ricordato. Inoltre, secondo noi, le aziende devono accedere direttamente a questo tipo di controllo e non ulteriormente attraverso i fondi. Il settore della formazione aziendale e la gestione dei relativi finanziamenti non può essere un rebus abbastanza ingarbugliato.
Tra l'altro è inaccettabile che anche Confindustria, in questo senso, abbia recentemente dichiarato e reclamato maggiore autonomia dei fondi, respingendo l'adozione di vincoli di carattere pubblicistico, nel senso: non si fa la pubblicità. Si parla tanto, quindi, Ministro, di trasparenza come strumento per dare conto della gestione del denaro pubblico per pervenire illeciti, ad esempio, come la corruzione, ma si fa ben poco. Inoltre, vanno corretti, come prima detto, gli ulteriori meccanismi devianti nel sistema, prevedendo la regolamentazione dei rapporti con i fondi, prevedendo ulteriormente la stipula di contratti a enti e a imprese e dando la possibilità, lo rinnovo un'altra volta, a tutti gli attori coinvolti di accedere direttamente ai dati.
Ma direttamente ai dati, non attraverso i fondi, perché se no ritorniamo come sopra. Ministro, io penso che lei debba urgentemente intervenire in questo senso, dandoci cortesemente ascolto, perché questo è un problema, e prendendo atto che proprio per la fragilità del sistema il suo Ministero, ad oggi, e soltanto oggi in quest'Aula, non ha ancora effettuato il dovuto controllo, al netto dei tre commissariamenti di cui lei parlava. Secondo noi non ha utilizzato un ispettivo sufficientemente completo e ciò ha consentito gravi e reiterati abusi rispetto a questo settore.
PRESIDENTE. L'onorevole Valeria Valente ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01601 concernente iniziative volte ad assicurare continuità occupazionale al personale a progetto e a tempo determinato della società Italia Lavoro per un minuto.
VALERIA VALENTE. Grazie, Presidente. Noi già lo scorso 18 marzo, a dir la verità, come gruppo del Partito Democratico, con un'interrogazione in Commissione segnalammo l'esigenza di assicurare continuità occupazionale ai cosiddetti precari di Italia lavoro. In quell'occasione, il Governo diede ampie rassicurazioni, rendendo anche noto l'ammontare degli stanziamenti comunitari che avrebbero consentito il sostanziale mantenimento di questi livelli occupazionali, tant’è che successivamente si sono svolte le procedure per le cosiddette in Italia Lavoro Spa, conclusesi, peraltro, il 9 giugno scorso con la pubblicazione della graduatoria dei 450 vincitori, che ahimè, però, a tutt'oggi, non si vedono ancora contrattualizzati, perché secondo le nuove disposizioni introdotte dai decreti attuativi del per poter instaurare contratti di collaborazione coordinata e continuativa è necessario il preliminare accordo sindacale che motivi le esigenze che rendano appunto necessaria questa tipologia contrattuale. Chiediamo dunque con questa interrogazione, a Ministro e Governo, quali siano le azioni che si intendano intraprendere affinché si consegua al più presto l'accordo sindacale occorrente per la stipula dei suddetti contratti.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIANO POLETTI, . Grazie, Presidente, e grazie per l'interrogazione, che mi consente di confermare l'intenzione del Ministero di assicurare la continuità occupazionale dei collaboratori a progetto e a tempo determinato di Italia Lavoro, al fine di garantire il corretto perseguimento delle attività svolte e affidate alla società impegnata nel campo delle politiche attive del lavoro. Come l'interrogazione ricordava, lo schema del decreto legislativo recante disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro prevede, all'articolo 4, che, nella fase di commissariamento, Italia Lavoro fornirà all'istituenda Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, mediante convenzione, assistenza tecnica sui progetti di rafforzamento delle politiche attive. Inoltre, è prevista la possibilità per la stessa Agenzia di avocare a sé la gestione dei progetti di rafforzamento delle politiche attive gestiti da Italia Lavoro. In tal caso, l'Agenzia subentrerà nei rapporti attivi e passivi relativi al progetto, ivi compresi i rapporti di lavoro non a tempo indeterminato.
Come manifestato dalle organizzazioni sindacali nel corso di diversi incontri che si sono svolti nei mesi scorsi, rimane ferma la volontà del Ministero del lavoro e delle politiche sociali di assicurare il puntuale rispetto degli impegni a suo tempo assunti, per garantire la piena funzionalità e operatività della società. Occorre tuttavia evidenziare che, ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 81, per poter procedere alla stipula dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa del personale impegnato nella realizzazione delle attività progettuali che interessano la società, è necessario arrivare alla stipula di accordi collettivi nazionali tra le associazioni sindacali compartivamente più rappresentative sul piano nazionale, che prevedano discipline specifiche riguardanti il trattamento economico e normativo in ragione delle particolari esigenze produttive ed organizzative del relativo settore.
Sul punto, pur essendo di tutta evidenza che la definizione delle citate intese rientra nelle dinamiche della normale dialettica delle relazioni sindacali in capo alle società operanti nel settore pubblico, si ribadisce che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in qualità di amministrazione vigilante, metterà in campo ogni azione utile per favorire una rapida e positiva conclusione della vicenda. Inoltre, informa che del tema si discuterà venerdì 10 luglio in un incontro con le organizzazioni sindacali teso ad affrontare il tema delle politiche attive, dell'ANPAL e delle società collegate a questo tipo di attività.
PRESIDENTE. L'onorevole Albanella, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
LUISELLA ALBANELLA. Presidente, ringrazio il Ministro Poletti, ma sono parzialmente soddisfatta della risposta che ci ha fornito, anche perché fa riferimento alla legge delega n. 177, all'articolo 4.
È anche vero, però, che la delega non definisce come intende salvaguardare l'occupazione, in modo particolare dei precari, ma anche dei lavoratori a tempo indeterminato. Mi auguro che l'accordo sindacale o l'incontro che voi avrete la prossima volta sia definito o sia definitivo affinché si trovino le soluzioni più giuste per un percorso ben programmato e definito di garanzie occupazionali, lo ripeto ancora una volta, prima di tutto per i precari, che oggi si trovano, pur avendo superato una selezione, senza avere alcun contratto applicato e per giunta con i ritardi notevoli che si hanno nell'erogazione della Dis-Coll, trovandosi completamente senza retribuzione. Mi auguro quindi che nell'incontro con le parti sindacali vi sia da parte del Ministero la volontà vera di trovare una soluzione ottimale affinché vengano riconosciute le professionalità acquisite di questi lavoratori e che si trovino soluzioni occupazionali per tutti.
PRESIDENTE. L'onorevole Marcon ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01602 concernente iniziative finalizzate a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali della società Roma Multiservizi .
GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Gentile Ministro, con la nostra interrogazione vogliamo chiedere al Governo cosa intenda fare per affrontare la drammatica situazione della Roma Multiservizi, una società che, a causa delle vicende relative al risanamento del bilancio del comune di Roma, che ha deciso la dismissione delle sue quote, rischia di vedere cadere drammaticamente i livelli occupazionali. Come lei sa, è stata bandita una gara con scadenza a fine luglio per l'affidamento dei servizi di pulizia e manutenzione delle scuole romane, servizi che riguardano 2600 lavoratori, che per come è stata formulata la gara, su cinque lotti e senza clausole sociali, rischiano di perdere il posto di lavoro.
Quindi noi, associandoci alle richieste di CGIL, CISL e UIL, chiediamo al Governo se non intenda convocare un tavolo permanente con le organizzazioni sindacali e mettere in campo tutte le iniziative possibili per la proroga del servizio fino al 31 dicembre e per modificare anche il bando di gara, riducendolo da cinque a due lotti. Sappiamo che non è potere del Governo fare questo, ma esso può attivare sicuramente tutte le iniziative possibili per andare in questa direzione.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIANO POLETTI, . Nel precisare in via preliminare che la vicenda portata all'attenzione con questo atto parlamentare riguarda la società Roma Multiservizi, partecipata dal comune di Roma, possiamo dire che la vicenda di questi lavoratori è già venuta all'attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per cui i competenti uffici con un decreto direttoriale del 21 gennaio hanno provveduto alla erogazione del trattamento di integrazione salariale a seguito della stipula di un contratto di solidarietà di tipo difensivo per il periodo 1o maggio 2014 – 30 aprile 2015. Questo contratto di solidarietà avente una durata pari a 24 mesi ha stabilito la riduzione massima dell'orario di lavoro per 197 unità lavorative di Roma Multiservizi su un organico complessivo di circa 3800 lavoratori.
Secondo quanto rappresentato dal comune di Roma, il 5 giugno l'amministrazione capitolina ha indetto una procedura aperta di rilievo europeo per l'affidamento quinquennale 2015-2020 dei servizi di necessari al funzionamento delle strutture educative e scolastiche di pertinenza di Roma Capitale, prevedendo quale criterio di aggiudicazione quello dell'offerta più vantaggiosa e, per quello che qui rileva, inserendo nel bando una clausola sociale, secondo cui il concorrente si impegna, subordinatamente alla compatibilità e alla armonizzazione con l'organizzazione di impresa del medesimo ad assorbire ed utilizzare prioritariamente, per il periodo di durata del servizio, il personale in carico al fornitore uscente.
Sarà senz'altro cura del Ministero prestare attenzione alla vicenda di cui all'interrogazione e, se richiesto, mettere in campo tutte le iniziative necessarie al fine di consentire alle parti sociali di pervenire a soluzioni condivise per la salvaguardia di posti di lavoro. Attenzione che abbiamo già dimostrato alcuni giorni fa, quando una delegazione di lavoratori è stata incontrata al Ministero del lavoro per cercare di cogliere quali possano essere le strade migliori per risolvere questo problema.
PRESIDENTE. L'onorevole Airaudo, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GIORGIO AIRAUDO. Grazie Presidente. Noi, Ministro, non possiamo essere soddisfatti di questa risposta.
Non possiamo essere soddisfatti perché, per quanto il suo Ministero e ieri, da quel che ci risulta, anche la Presidenza del Consiglio, abbia affrontato questo tema noi abbiamo 2600 lavoratori e lavoratrici che percepiscono un salario da 350 euro a 900 euro al mese che rischiano nei prossimi mesi, nello spezzatino di quel bando e nei tagli di spesa necessari, di essere gli unici che pagano il risanamento del bilancio del Comune di Roma e di pagarlo con il loro posto di lavoro. Effetto che si trascinerebbe sui cittadini perché stiamo parlando di persone che si occupano delle mense, della pulizia, dei servizi che riguardano i nidi, le materne e le elementari di Roma: 260 scuole. Non è possibile che una crisi di questa dimensione lasci nell'incertezza 2600 lavoratrici e lavoratori a basso reddito (lavoratori poveri con quei salari), che però svolgono un lavoro essenziale e di cui ci sarà bisogno e che rischiano con quella clausola sociale, che lei ha riportato e che è assai fragile nell'espressione che lei ha detto, perché affida ai ribassi d'asta che verranno scaricati su di loro sia la qualità, che la quantità delle persone in servizio. Dovete e potete fare di più come Governo.
PRESIDENTE. L'onorevole Prestigiacomo ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01603, concernente iniziative per il ripristino di un adeguato collegamento stradale fra la parte orientale e quella occidentale della Sicilia, a seguito del cedimento del viadotto Himera avvenuto nel mese di aprile 2015 .
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Signor Presidente, Ministro Delrio, ieri ho partecipato assieme ad altri parlamentari siciliani, a sindaci, sindacati, autotrasportatori, artigiani e commercianti ad una manifestazione che si è tenuta a Scillato proprio nel luogo del crollo del viadotto dell'autostrada Siracusa-Catania. È stato veramente desolante prendere atto del fatto che dopo tre mesi non vi è la minima traccia né di un cantiere aperto, né di una ruspa, né di un operaio, assolutamente niente. Eppure, mi ricordo le sue dichiarazioni roboanti, all'indomani del crollo, mi ricordo le sue immagini in TV, i suoi sopralluoghi sofferti e mi ricordo soprattutto che lei annunciava che entro tre mesi ci sarebbe stata intanto una bretella di collegamento.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Mi viene da chiederle: del viadotto e del ripristino del viadotto, magari così dalle sue parti, se ne parla ?
PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, onorevole Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GRAZIANO DELRIO, . Signor Presidente, grazie onorevole Prestigiacomo. Sì, ricordiamo e lavoriamo ogni giorno e ogni ora su questa vicenda, che è una vicenda dolorosa di cui né io, né lei portiamo responsabilità, ma altri sì. Voglio assicurare che ogni giorno, appunto, abbiamo un continuo monitoraggio, abbiamo avviato persino una ricognizione completa delle opere d'arte presenti lungo l'intero tracciato della A19 e la nostra operatività e le confermo che in tre mesi si costruisce la bretella nel momento in cui è progettata ed è definita, nel momento in cui ottiene le autorizzazioni necessarie. Quindi, non smentisco nulla di quello che ho detto. Il problema, se vuole ricostruire la cronologia degli eventi è molto semplice. Come lei sa, è stato pubblicato il 30 maggio e solo il 30 maggio il capo della protezione civile ha nominato Marco Guardabassi, perché prima le Regione Siciliana ha dovuto inoltrare la richiesta dello stato di emergenza per tutti i comuni, anche per il dissesto idrico, oltre che per le pile del viadotto Himera. Quindi, dal 30 di maggio, cioè dai primi di giugno, è compito di detto commissario individuare le soluzioni per il . Si arriva alle soluzioni tramite la demolizione della carreggiata in direzione Catania, mentre, ascoltando il suggerimento del presidente dell'ordine degli ingegneri, cerchiamo di salvare il più possibile la carreggiata in direzione Palermo, ma questa valutazione va fatta solo al momento in cui verrà demolita l'altra parte. Si provvede tramite l'adeguamento della strada provinciale 24 quale bretella e la realizzazione della rampa di innesto in autostrada, che le confermo ha una lunghezza di un chilometro e mezzo (1,7 chilometri) che richiederà circa 110-115 giorni di lavorazione al massimo, ma speriamo di anticipare. Tanto è vero che appena attivato il Ministro delle infrastrutture ha messo a disposizione i suoi uffici e il suo dipartimento al commissario, li ha messi tutti a disposizione, nonostante che sia di dipendenza della protezione civile. Il piano per la redazione del cronoprogramma degli interventi è stato consegnato con una settimana di anticipo. Il piano prevede ulteriori accelerazioni tra cui il fatto che sono in via di convocazione le conferenze dei servizi che sono state fissate con procedura d'urgenza il prossimo 13 luglio.
In virtù di questo percorso straordinario, noi contiamo di iniziare i lavori appunto al massimo per i primi giorni di agosto e di completarli, come le avevo detto, nei tempi che abbiamo definito. Quanto alla mobilità di interesse per evitare i disagi, vorrei ricordare che abbiamo raggiunto un accordo per cui dal 1o giugno sono stati esentati dai pedaggi gli autotrasportatori, abbiamo cambiato il calendario per la limitazione della circolazione stradale, abbiamo spostato numerose merci sull'autostrada del mare proprio perché appunto, oltre ad aver potenziato da due a sette i treni giornalieri, come lei sa 7 coppie di treni giornalieri, 14 corse al giorno, le offerte complessive sul servizio ferroviario, che quindi è passato da 2 mila a 4 mila posti a sedere...
PRESIDENTE. Concluda, Ministro.
GRAZIANO DELRIO, . ..e dal 3 maggio ad oggi abbiamo avuto 120 mila viaggiatori che hanno utilizzato i collegamenti ed erano 3 mila nello stesso periodo del 2014, quindi sappiamo tutti del grave disagio e siamo molto vicini, abbiamo svolto numerosi incontri e siamo impegnati a rispettare le cose che abbiamo detto.
PRESIDENTE. L'onorevole Prestigiacomo ha facoltà di replicare, per due minuti.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Signor Presidente, Ministro, mi viene da sorridere per non piangere quando lei dice che ha incrementato il numero delle persone che hanno preso il treno che impiega 5 ore per andare da Catania a Palermo, e bisogna abitare a Catania, perché se abiti a Messina, Siracusa, Ragusa devi impiegare altre due ore per arrivare a Catania. Ministro, lei mi parla di Conferenze di servizi, di passaggi burocratici del progetto della bretella, questo purtroppo mi lascia estremamente insoddisfatta e rafforza in me la convinzione che avete totalmente sottovalutato la gravità di un'interruzione di un'infrastruttura che è indispensabile per una regione che è la più grande d'Italia per estensione e nella quale vivono 5 milioni di persone. Ministro, ma perché non avete mobilitato i militari per realizzare la bretella di collegamento ? Perché non avete trattato questa, che è stata una vera calamità per l'isola, esattamente come viene fatto quando si mette in campo la Protezione civile ? Ma lei pensa che i siciliani possano attendere i tempi elefantiaci del Governo Crocetta, che deve convocare la Conferenza dei servizi per dare un parere su una trazzera di pochi chilometri che deve collegare l'autostrada ? È una vergogna ! Voi non vi rendete conto che i 30 assurdi chilometri che oggi vengono percorsi in alternativa a quel tratto interrotto, fra pochi mesi saranno inondati dalle piogge se non impossibilitati da percorrere, vista l'intensità del traffico, anche a causa della neve. Lei mi parla di centinaia di giorni, voi non vi siete minimamente resi conto dell'importanza di questa infrastruttura . Noi abbiamo un flagello politico in Sicilia che si chiama Governo Crocetta, ecco, caro Ministro Delrio, io non vorrei tra pochi mesi doverla associare poco onorevolmente al flagello Crocetta perché fra un mese ripresenterò la stessa medesima interrogazione, perché stia sereno che noi non abbandoniamo la Sicilia e non faremo sconti sulla mancanza di rispetto nei confronti della dignità dei cittadini che pagano le tasse...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Prestigiacomo. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16, con il seguito della discussione del disegno di legge recante la riforma del sistema nazionale ... onorevole Prestigiacomo, per favore... del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,05.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Caparini, Catania, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Faraone, Fico, Manciulli, Migliore, Pes, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Sanga, Scotto, Tabacci, Vargiu e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente centodue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’ al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2994-B: Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.
Riprendiamo l'esame dell'articolo unico e delle proposte emendative ad esso presentate.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Vacca 1.45.
Dobbiamo pertanto passare all'emendamento Centemero 1.47, a pagina 18 del fascicolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carocci. Ne ha facoltà.
MARA CAROCCI. Signor Presidente, vorrei richiamare di nuovo l'attenzione sull'organico potenziato. Il collegio dei docenti può, nel piano dell'offerta formativa triennale, decidere quali saranno gli insegnamenti che si vogliono potenziare, o se si vuole, per esempio, diminuire il numero delle classi, se in una scuola primaria, visto che ormai l'organico sarà comune per tutto l'istituto comprensivo...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Carocci. La prego, onorevole Marguerettaz, gentilmente...
MARA CAROCCI. Dicevo che, essendo adesso unico l'organico dell'istituto comprensivo, si potrà per esempio decidere in una scuola primaria, di potenziare l'insegnamento dell'arte, della musica o dell'inglese e quindi si potrebbero utilizzare anche insegnanti che hanno il titolo e l'abilitazione, che sono nell'organico della scuola secondaria di primo grado.
Dico questo perché c’è la possibilità per il collegio dei docenti e quindi per l'organo collegiale di decidere quali saranno gli insegnamenti che si vorranno attuare e decidere anche quali insegnanti serviranno nell'organico potenziato proprio per implementare quegli insegnamenti. In questo modo, si potenzia la collegialità, si potenzia la progettualità dei collegi docenti e questo andrà incontro anche alle critiche di chi ritiene che, con questo disegno di legge, si voglia rompere la collegialità che esiste nella scuola. È, secondo me, esattamente il contrario.
Se gli strumenti che vengono dati e le risorse che vengono date, soprattutto umane, saranno utilizzate dalle scuole, si potrà avere un insegnamento che vada nella direzione dei bisogni della scuola, di quella determinata scuola. Si deve scegliere tra una scuola di stampo centralistico, che risponda a dei programmi e a delle circolari ministeriali, e una scuola dell'autonomia, che invece potenzia proprio le possibilità che vengono date alla scuola di rispondere ai bisogni dei propri studenti.
Per questo, noi riteniamo che in questo provvedimento ci siano tutti gli strumenti per potenziare la collegialità e l'autonomia delle scuole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 1.47, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
LUIGI GALLO. Presidente, ma che aspettiamo quelli che sono fuori ?
PRESIDENTE. Onorevole Gallo, la tranquillizzo: siamo da tempo ampiamente sopra il numero legale. Stavo aspettando una sua collega.
L'onorevole Oliaro non riesce a votare. Onorevole Piepoli, la pregherei di accelerare. Onorevole Grillo. Colleghi, però non è che io posso tenere... Marzana. Ci siamo ? Hanno votato tutti ? Di Benedetto, Chimienti, Spadoni. Capisce, onorevole Gallo ? Sbrollini. Onorevole Oliaro, l'aspettiamo, non si preoccupi. Ci siamo ? Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Dobbiamo dirlo a chi segue i nostri lavori da casa o dalle tribune: ecco quello che il Governo ha previsto in questo disegno di legge: «(...) Il dirigente scolastico può utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati, purché posseggano titoli di studio validi per l'insegnamento della disciplina e percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire e purché non siano disponibili nell'ambito territoriale docenti abilitati in quelle classi di concorso».
Questo passaggio del testo è inaccettabile, inaccettabile, perché ancora una volta si svilisce la professionalità dei docenti che si sono formati, si sono abilitati, sono stati costretti dallo Stato a spendere cifre enormi – fino a quattromila euro – per conseguire un titolo abilitante che di fatto con questa norma il Governo rende carta straccia ! Allora noi con questo emendamento chiediamo che il dirigente non possa utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per cui si sono abilitati, se sono disponibili docenti abilitati non solo negli ambiti territoriali ma anche nelle relative graduatorie di circolo e di istituto. Questo servirebbe a salvaguardare il merito e a garantire agli studenti una didattica di qualità. Vi preghiamo di approvare questo emendamento. Grazie .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Grazie, signor Presidente. Questo emendamento incide sempre sul meccanismo della chiamata diretta o quanto meno sul rinnovo degli incarichi, perché non basta scrivere genericamente che l'incarico è rinnovato. L'incarico è rinnovato se il dirigente non mi caccia via ovviamente, come è previsto adesso nell'impianto, vale a dire se il dirigente non chiama qualcun altro e, quindi, mi rispedisce nel limbo dell'ambito territoriale.
Si tratta di un provvedimento che – come abbiamo detto – non ha alcun criterio, alcuna logica, tanto meno logiche di buon funzionamento dell'istituzione scolastica. Con questo emendamento, invece, si prevede che il rinnovo sia automatico, che il rinnovo dell'incarico triennale avvenga automaticamente finché c’è il posto disponibile, quindi finché quella scuola ha bisogno di un docente di italiano, di matematica, di tecnologia, di qualsivoglia materia. Ci sembra anche questo un provvedimento di buonsenso, che soltanto la perversa logica che anima questo disegno di legge può respingere e può bocciare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie, signor Presidente. Lo che viene proposto rispetto ad ogni emendamento e ad ogni comma è veramente particolare, perché il comma 80 parla chiaro. Dice: il dirigente scolastico formula la proposta di incarico in coerenza con il piano triennale dell'offerta formativa. Io ricordo che il piano triennale dell'offerta formativa non è scelto dal dirigente scolastico. Il dirigente scolastico dà delle linee di indirizzo; coloro che sono deputati a stendere il piano dell'offerta formativa, perché hanno la valenza pedagogica, educativa e didattica, sono i docenti. Quindi, il collegio dei docenti lo prepara e il consiglio di istituto lo approva. Allora i docenti che vengono chiamati, vale a dire assegnati a quella scuola servono per realizzare quel piano dell'offerta formativa. Se cambia il piano dell'offerta formativa, non è il dirigente che lo decide ma lo decidono i docenti stessi, perché sono coloro che – come ho detto prima – realizzano il piano dell'offerta formativa che viene poi votato dal consiglio di istituto. Allora, smettiamola di dire che c’è la figura di un dirigente che prende il docente e lo sbatte fuori, perché non è così !
All'interno di questo testo, non esiste neanche la valutazione dei docenti, cosa sacrosanta di cui avremmo bisogno su un piano nazionale, ed è uno che noi dovremo successivamente fare. Diciamo piuttosto che qui tutto passa nelle mani delle singole scuole, dei collegi docenti e dei consigli di istituto. Ciò significa – lo ricordo sommessamente – dare la voce anche a genitori e studenti, che forse fanno parte anche loro della scuola
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo e quello favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, questo è un emendamento soppressivo che cancella sia i nuovi indicatori per la valutazione dei dirigenti sia la «marchetta» delle improvvise promozioni, tra virgolette, degli ispettori per valutare i dirigenti, cioè gli incarichi temporanei e a chiamata diretta. Anche qui si ha lo scandalo della previsione, a tal fine, di uno stanziamento di 21 milioni di euro in tre anni, 7 milioni di euro per ogni anno; questa somma, a nostro giudizio, sarebbe molto più utilmente devoluta al Fondo ordinario di funzionamento della scuola o a qualunque altro impiego...
PRESIDENTE. Scusi onorevole Rampelli. Onorevole Gitti, grazie.
FABIO RAMPELLI. ...per il miglioramento dell'istruzione dei nostri figli. Abbiamo ascoltato anche nel corso di questo dibattito taluni cantare vittoria, perché, attraverso il provvedimento in esame e il suo possibile imminente licenziamento, noi entreremo nel mondo della scuola e riusciremo a migliorare quelle disfunzioni anche apparentemente banali, che banali non sono, e viceversa le famiglie saranno costrette ogni anno, anche se non è scritto da nessuna parte, a contribuire volontariamente, tra virgolette, alle spese proprio per il funzionamento della scuola. Parlo davvero di tutto di più. Si è fatto tante volte riferimento alla carta igienica, magari fosse soltanto quella, dai banchi alle sedie, ai laboratori e al loro funzionamento, ai CD necessari per migliorare comunque l'efficacia dei laboratori per gli alunni. Il disegno politico del Governo, a nostro giudizio, è altresì chiaro ed è in buona sostanza quello di varare un'architettura fortemente piramidale, in cui i dirigenti del Ministero dell'istruzione controllano i dirigenti scolastici, i quali, a loro volta, controllano i docenti attraverso il meccanismo più volte criticato e ampiamente approfondito della chiamata diretta. Infine, la nomina dei dirigenti per le funzioni ispettive, come prevista dal comma 94, avviene in base ad una procedura ad evidenza pubblica che non garantisce trasparenza nella selezione e promuove figure nate per valutare i docenti e che, quindi, non hanno le competenze adeguate a valutare i dirigenti.
Questo è il combinato disposto dell'emendamento presentato da Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, che chiediamo all'Aula di approvare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Questa è una di quelle parti del testo del disegno di legge governativo che sono state poco attenzionate; una parte del disegno di legge vergognosa, perché, in sostanza, svela il vero rimpianto di questo Governo. Cosa prevede questa parte del testo ? Prevede che i dirigenti scolastici verranno valutati da dirigenti tecnici scelti dal Ministero non tramite concorso pubblico, come vi era prima – vi era un concorso pubblico, che doveva essere un vero concorso pubblico, per gli ispettori – ma cooptati con ruoli di fiducia dal Ministero.
Quindi, verranno scelti da dirigenti tecnici interni, ma anche esterni. Noi possiamo scegliere i dirigenti di Confindustria, possiamo scegliere i dirigenti della Fondazione Agnelli, possiamo scegliere i dirigenti di TreeLLLe, così come possiamo scegliere i componenti del Partito Democratico.
Oggi, nel ho detto al Ministro di avere smascherato qual è l'antipasto della meritocrazia che ci presenta il Governo Renzi. L'antipasto della meritocrazia è assegnare al ruolo di capo dipartimento la dottoressa Rosa De Pasquale, ex deputata del PD, che, in sostanza, non è stata capace di essere eletta nel 2013, e quindi ha avuto un incarico triennale negli uffici scolastici regionali della Toscana; ma la Corte dei conti ha detto che non aveva le competenze e l'ha defenestrata.
E cosa ha fatto Renzi, dopo averla posizionata lì ? Cerca una nuova poltrona e la pone a capo di un dipartimento, proprio a capo di trenta dirigenti ispettori valutativi della scuola e degli istituti scolastici. Cosa significa questo ? Significa che adesso chi avrà la tessera del Partito Democratico sarà valutato meritoriamente, chi non ha la tessera del Partito Democratico sarà cacciato dalla scuola ! Dobbiamo arrivare a questo, dobbiamo arrivare a questo ! Questo è il merito che prevede il Partito Democratico ? Quali sono i criteri ? Devono essere fidi renziani quelli che valutano i dirigenti scolastici ? Devono militare nel vostro partito ? O devono avere la residenza a Firenze ? Infatti, queste erano tutte le caratteristiche della dottoressa De Pasquale; probabilmente, saranno questi i criteri di valutazione.
Guardate, pian piano, tutto quello che avete scritto nel disegno di legge mostra la vostra vera natura e se ne stanno accorgendo sempre di più i cittadini, e voi, prima o poi, tornerete a casa amorevolmente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA ROCCHI. Grazie, Presidente. Sono un po’ perplessa, perché si parla per circa un'ora o un'ora e mezza dei poteri del dirigente scolastico, ignorando, peraltro, che tutte le volte in cui esercita questi poteri, compie un atto amministrativo e, come tale, se illegittimo, sanzionabile. Ma, anche quando si ricorda che questi poteri, comunque, sono sanciti da una legge, il decreto legislativo n. 165 del 2001, articolo 21, quando si vogliono rafforzare i poteri di vigilanza sull'operato del dirigente scolastico, quando si vuole affermare un esercizio di valutazione, che, peraltro, è prevista e non è mai stata attuata – e sappiamo bene perché mai attuata: perché non sono stati mai realizzati quei nuclei di valutazione già previsti in origine da quella norma, il decreto legislativo n. 165 del 2001 –, ci si scandalizza perché non va bene nemmeno quello.
Qui si parla di una procedura di valutazione fatta da nuclei selezionati con una procedura pubblica, per cui un invio, una valutazione e un'assegnazione dei punteggi come tali soggetti a tutte le norme delle procedure pubbliche. Non è discrezionalità quella prevista in questa norma.
La norma è, addirittura, stata modificata al Senato, introducendo il criterio della pubblica selezione per rendere ancora più incisivo, trasparente ed oggettivo il criterio di valutazione e di identificazione anche dei valutatori. Dunque, diciamolo che questa benedetta valutazione è come l'albero di Bertoldo, non si trova mai quello giusto. Conviene non farla ? Noi crediamo di no .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Nel ringraziarla Presidente, intanto, una valutazione conviene farla, converrebbe farla bene, ma questo è un punto su cui siamo distanti anni luce dalla maggioranza e dal Governo. Sarebbe bene che si riconoscesse che trenta unità a valutare l'intero corpo docente ci sembrano un po’ pochine e questo è un primo punto di crisi. C’è un secondo punto di crisi: non la vogliamo chiamare discrezionalità, chiamiamola arbitrio, perché questo si ripete in tutte le misure che si stanno incontrando in questo rito stanco di emendamenti, tutti bocciati, che, però, dobbiamo consumare per ricordare alla maggioranza, al Governo, ma soprattutto a chi fuori di qui sta contestando questo provvedimento, che c’è qualcuno che si batte, si è battuto e continuerà a battersi contro di esso. L'arbitrio sta nel fatto che si sceglie in una platea fidelizzata, non attraverso un concorso, e sta nel fatto che, al di là della sbandierata autonomia, obiettivo di fondo che voi dichiarate essere del provvedimento in questione, al di là di questa dichiarazione, con il sistema del collegamento diretto tra gli ispettori e il Ministero torna lo scudiscio in mano al Ministro. Questo è un motivo di preoccupazione; noi siamo per trovare elementi e modelli di valutazione che, in qualche modo, esaltino l'autonomia, non che la mortifichino. Voi, invece, avete scelto il modello peggiore, quello in cui si sceglie il valutatore con l'arbitrio della politica del Ministro, quello in cui quel valutatore è fidelizzato a quel politico. È un sistema di ombre che non ci lascia affatto tranquilli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Intervengo solo per ricordare che nella bozza iniziale del disegno di legge non era previsto nulla. Questo per dire che non è intenzione del Governo e della maggioranza di valutare l'operato dei dirigenti, perché, appunto, non c'era nulla all'inizio che riguardasse la valutazione dell'operato dei dirigenti che potevano operare nel più totale arbitrio. Poi, c’è stata una serie di tentativi raffazzonati di provare a mettere delle cosiddette pezze a questa mancanza, ma in realtà il prodotto finale è stato unicamente quello di cercare di istituire un sistema di controllo diretto dei dirigenti attraverso i due commi 93 e 94 che, con questo emendamento, si vogliono sopprimere. Quindi, raccontiamo le cose come stanno e non raccontiamo bugie agli italiani e ai cittadini che ci stanno osservando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.
MARIA MARZANA. Grazie, Presidente. Vorrei ricordare alla collega che mi ha preceduto, del Partito Democratico, che trasparenza non è oggettività, non sono la stessa cosa e, poi, che un atto pubblico può essere impugnato nel momento che non rispetta la legge. Ora, dal momento che il dirigente nel fare le sue azioni non sarà guidato da criteri di oggettività, da criteri meritocratici, quali erano quelli, ad esempio, delle graduatorie, questo comporterà la pura discrezionalità del dirigente e, quindi, l'impossibilità di impugnare gli atti che comunque, con questa legge, diverranno legittimi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 1.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula e con il parere favorevole della relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà Io ho il parere che è stato dato, onorevole Vacca.
Dichiaro aperta la votazione.
ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente. Con questo emendamento proponiamo di sfoltire questi elementi aggiuntivi, perché, come ricordava la collega Rocchi, ci sono già antiche leggi che governano il modo con il quale devono venire moderati, controllati e valutati i dirigenti scolastici. Presidente, chiedo scusa, ma qui è impossibile parlare, perché mi parlano nell'orecchio...(vogliono abrogare anche il relatore e l'intervento). Come dicevo, siccome ci sono già queste norme che regolano la valutazione degli insegnanti e in questo comma aggiunto al Senato, dalla lettera alla lettera vengono inseriti quattro criteri molto generali, anzi totalmente generici, che appesantiscono questa valutazione senza nulla aggiungere, noi proponiamo di ridurla all'essenziale, cioè alla capacità del preside di gestire e guidare la comunità scolastica.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.55, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale la relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente. Con questo emendamento chiediamo molto semplicemente che, tra i vari parametri per valutare l'operato di un dirigente, vi sia anche quello della riduzione del tasso di abbandono scolastico e di dispersione scolastica all'interno del suo istituto.
Ricordo che l'Italia entro il 2020 deve abbattere la dispersione di dieci punti percentuali. Ciò significa che il nostro Paese, in soli cinque anni, dovrebbe garantire il 90 per cento di diplomati, contro una media attuale che si assesta intorno al 70 per cento. Purtroppo, dobbiamo testimoniare che tra le maggiori carenze del testo in esame c’è proprio l'assenza totale di qualsiasi riferimento al tema del contrasto alla dispersione, che invece dovrebbe essere un argomento di rilievo assoluto, anche dal punto di vista socio-economico. Dunque, se la figura del dirigente scolastico ha assunto tanto rilievo nelle intenzioni di questo Governo, chiediamo che almeno la valutazione del suo operato si basi su parametri che possano in qualche modo incentivarlo a migliorare davvero le scuole e il futuro dei nostri studenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.57, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Restiamo sempre sullo stesso argomento, cioè il comma 94, questo presunto nucleo di valutazione dei dirigenti scolastici. Con questo emendamento noi prevediamo che la selezione degli incaricati avvenga attraverso la procedura concorsuale per titoli, quindi in un modo più trasparente, in un modo più oggettivo rispetto a quello che, invece, è attualmente previsto e che lascia la più totale discrezionalità al Ministero di nominare praticamente chi vuole. Infatti, adesso è previsto che ci sia una procedura, una valutazione comparativa dei . Una procedura comparativa praticamente non vuol dire nulla, perché io prendo un po’ di e dico: «Mi piace più questo» e quindi decido arbitrariamente chi mettere nel comitato di valutazione, che deve essere poi quello che ovviamente dovrebbe andare a valutare i dirigenti.
Mentre con la procedura concorsuale per titoli – mi sembra strano che non ci abbia pensato il Governo, anzi lo comprendo benissimo – si sarebbe potuta tranquillamente mettere in piedi una procedura più obiettiva, più meritocratica e – sì ! – che magari lasciava meno spazio alle manipolazioni ministeriali finalizzate al controllo dei dirigenti e, quindi, delle nostre scuole.
Era un emendamento di buon senso, come tutti quelli che abbiamo presentato, ma di cui conosciamo purtroppo già l'esito in sede di votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Nel preparare un intervento su questo emendamento, in cui ancora una volta proponiamo l'unico vero piano assunzionale coerente per dotare le scuole degli insegnanti che davvero servono e non condannare alla disoccupazione decine di migliaia di docenti che meritano, esattamente come gli altri, la stabilizzazione, credevo che avessimo già speso tutte le parole possibili durante la discussione in prima lettura alla Camera.
Invece no, non è così, perché il passaggio al Senato è riuscito nella mirabolante impresa di realizzare un inimmaginabile peggioramento del testo: un'ulteriore beffa a danno di quei precari che, almeno loro, avrebbero dovuto essere assunti a partire da settembre. Con la nomina giuridica, ma non economica non solo si raggirano 50 mila docenti, ma evapora anche il piano del Presidente Renzi di esaurire in un'unica annualità il precariato storico. Non più un piano annuale, diviene ufficialmente un piano biennale, forse triennale, al netto degli artifici retorici e delle denominazioni tecniche. A settembre 2015 non saranno, infatti, 100 mila i docenti a prendere possesso di una cattedra, ma esattamente la metà, peraltro con le vecchie regole.
Alla faccia delle novità, delle innovazioni, della politica del fare....
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Chimienti.
SILVIA CHIMIENTI. No, non ho finito, Presidente: sia il sottosegretario che il Ministro sono al cellulare, quindi se posso avere un po’ di attenzione, grazie E i posti per il potenziamento dell'offerta formativa ? L'organico dell'autonomia ? Quei 48 mila docenti che avrebbero dovuto fare i tappabuchi, i docenti di serie B ? Lo faranno, per carità, lo faranno ma dal 2016 perché, per il prossimo anno, saranno solo giuridicamente assunti. Questo significa che, per un anno intero, 48 mila persone non vedranno un solo euro di stipendio e dal 2016 entreranno nel girone infernale della burocrazia che prevede tre fasi assunzionali arzigogolate e caotiche. E vogliamo parlare dei docenti della scuola dell'infanzia ? Ventitremila lavoratori ad oggi ignorati a cui era stato promesso un ulteriore piano assunzionale ? Con che faccia un Governo che non riesce a portare a termine una sola delle sue promesse può guardare negli occhi queste 23 mila persone che aspettano da anni la stabilizzazione ? E che dire della situazione surreale – ripeto: surreale – dei diplomati magistrali finalmente inseriti con riserva nelle gare a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato e del TAR ? Quando li assumerete ? Con quale modalità ? Hanno forse meno diritti degli altri ? Capite bene che lentamente è crollata ogni promessa del «la buona scuola» con cui il 3 settembre scorso si è iniziata a compiere quell'operazione di propaganda mediatica poi smontata dalla tenacia di chi il disegno di legge lo ha letto davvero e si trova in tribuna oggi con noi. Se il piano pluriennale deve essere, come siete stati costretti ad ammettere, che lo sia alle condizioni di buonsenso proposte dal MoVimento 5 Stelle senza gettare nel caos gli uffici scolastici regionali che dovranno interpretare norme obiettivamente incomprensibili e senza neanche fare impazzire i docenti. Noi proponiamo tre anni per assumere tutti i docenti del concorso, delle graduatorie ad esaurimento e delle graduatorie di istituto di seconda fascia, introducendo un anno di prova con il valore concorsuale e sulla base del fabbisogno delle singole scuole. Tre anni per cancellare definitivamente il precariato e le oltre settantamila supplenze annuali che, se questo testo dovesse passare così com’è, continueranno ad esserci. Ma soprattutto votiamo questo piano assunzionale per lasciarci alle spalle una delle pagine più brutte della storia della nostra pubblica amministrazione, una pagina nera per cui – lo ricordo ancora una volta – è stato necessario l'intervento della Corte di giustizia europea. È forse una delle ultime possibilità: cogliamo questa occasione e approviamo qualcosa di sensato e soprattutto di equo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Con la chiamata diretta in pratica avremo docenti oltretutto...
PRESIDENTE. Per favore, onorevole D'Ottavio... grazie.
ALBERTO ZOLEZZI.... chiamati ad insegnare materie a loro non adeguate perché sarà una chiamata oltretutto confusa. Adesso il piano assunzionale che si vuol fare non è legato alle esigenze della docenza. Mi chiedo se resterà un po’ di passione tra gli insegnanti. Vorrei ricordare che circa 120 persone nel settore dell'istruzione sono morte per amianto negli ultimi 15 anni, ad esempio. Lo dice il registro nazionale mesoteliomi e adesso non si stanzia neanche un euro per togliere l'amianto da 2.400 scuole. Ricordiamoci che il partito «renzioso» un po’ di buio l'ha già portato in Italia. Non serve guardare al passato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA, . Grazie, Presidente. Intervengo come relatore di minoranza per annunciare ...
PRESIDENTE. Scusi un attimo, per capire, lei quindi parla per cinque minuti ?
GIANLUCA VACCA, . Per forza per cinque minuti ?
PRESIDENTE. Le spiego: se lei interviene come relatore di minoranza, non interviene a titolo personale, questo voglio dire.
GIANLUCA VACCA, . Sì, però posso parlare anche per due minuti e i minuti vengono scalati...
PRESIDENTE. Mi raccomando con la flessibilità che non piace all'onorevole Sibilia che prima ho messo in campo con l'onorevole Pannarale, cerchi di dare un parere aggiornato perché come relatore lei deve esprimere un parere.
GIANLUCA VACCA, Assolutamente. Do un parere sull'emendamento anche perché è un emendamento corposo, quindi necessita di un parere articolato. Questo emendamento comunque traduce una proposta di legge a prima firma Chimienti ma elaborata da tutto il MoVimento 5 Stelle insieme ai docenti perché noi, a differenza degli altri partiti e del PD in particolare in questo momento, cerchiamo di scrivere leggi insieme ai diretti interessati e non contro i diretti interessati come invece sta facendo il Partito Democratico.
Abbiamo scritto questa proposta insieme a tutte le organizzazioni che sono direttamente coinvolte, partendo, però, dalle esigenze della scuola. Noi siamo partiti dal fabbisogno di docenti, abbiamo calcolato il e il fabbisogno che sarebbe emerso nei prossimi anni, abbiamo fatto una stima, che è confermata, oltretutto, dai dati che ci ha fornito il Ministero in sede di discussione in Commissione, e abbiamo elaborato questo piano quinquennale che, non solo avrebbe risolto i problemi reali della scuola, ma avrebbe garantito, appunto, la copertura di tutte le cattedre vacanti da qui per cinque anni e avrebbe, soprattutto, assorbito tutti quei precari che oggi rivendicano, giustamente e con diritto, un canale per le assunzioni e che, invece, vengono lasciati fuori dopo essere stati utilizzati da questo Governo e dai Governi precedenti e dopo che gli è stato chiesto di spendere soldi per abilitarsi, perché quello era il canale con il quale si entrava, appunto, nel mondo della scuola.
Diciamo anche la verità: non è vero che si stanno assumendo 160 mila persone, perché, come abbiamo più volte detto, di certo ci sono soltanto cinquantamila, anzi, meno di cinquantamila assunzioni, contro le 150 mila che aveva promesso, appunto, il Governo Renzi. Questo emendamento era nella situazione ottimale che, lo ripeto, avrebbe risolto anche il problema del precariato definitivamente e, invece, prevedeva l'assunzione di trecentomila persone in cinque anni, assumendo sia dalle graduatorie ad esaurimento che dalle graduatorie di istituto. Mi sembra di aver dato un parere tecnico, in quanto relatore di minoranza; quindi, credo che sia condivisibile e mi auguro che questo emendamento possa almeno questa volta, essere preso in positiva considerazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vallascas. Ne ha facoltà.
ANDREA VALLASCAS. Grazie Presidente, se avesse prevalso il buonsenso, cosa a voi sconosciuta, avreste accolto la nostra proposta e avremmo potuto assumere, nell'anno scolastico 2015-2016, 160 mila docenti, riducendo di 10 mila unità i posti per il potenziamento, ma coprendo l'intero fabbisogno di organico delle istituzioni scolastiche italiane. La vostra proposta di realizzare un piano di assunzioni pluriennale è stata scartata a priori, perché per voi i precari sono una mucca da mungere e non un patrimonio di competenze di immenso valore. Che fine hanno fatto gli stati generali della scuola ? Cosa accadrà a settembre, intanto ?
PRESIDENTE. Deve concludere.
ANDREA VALLASCAS. Sappiamo che saranno esclusi dalle assunzioni i precari della scuola o delle graduatorie di istituto che coprono più della metà delle 140 mila supplenze all'anno, i cosiddetti tieffini, ovvero gli abilitanti attraverso un tirocinio attivo, un percorso che, voglio ricordare, è costato a questi ultimi impegno economico e ore di studio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà.
ANNA ASCANI. Grazie Presidente, innanzitutto questo è chiaramente un punto delicato, perché qui non parliamo di posizionamenti di parte, ma parliamo di lavoro, di vita vera delle persone e, quindi, bisogna, innanzitutto, dimostrare rispetto. Cosa c’è in questo disegno di legge ? Innanzitutto c’è un piano pluriennale di assunzioni, perché ci sono le assunzioni che ci saranno quest'anno e c’è poi un concorso con 60 mila posti che verrà bandito entro il 2015 per i soli abilitati.
Io, però, vorrei fare un po’ di storia del mondo della scuola. Quando il Ministro Fioroni chiude le graduatorie, trasformandole in graduatorie permanenti, in graduatorie ad esaurimento, nel 2007, stabilisce che per esaurire quelle graduatorie ci debba essere un piano pluriennale, poi accade che quel Governo cade, altri Governi arrivano dopo, cancellano quel piano, con quel piano le speranze di tutti quelli che si erano affidati alla legge di un Governo... si tagliano cattedre e quello che accade alle graduatorie ad esaurimento lo abbiamo visto, vengono riaperte più volte, diventano molto più grandi. Ecco, fare un piano quinquennale significa avere altre graduatorie permanenti e, quindi, esporsi ad un rischio che è simile a quello che si è corso allora.
Noi abbiamo fatto una scelta diversa, naturalmente è discutibile perché, comunque, ci vuole rispetto assoluto, totale del lavoro di ciascuno di coloro che si sono impegnati nella scuola. D'altra parte, però, il nostro compito è quello di normalizzare il sistema di ingresso in ruolo nel mondo della scuola e per questo oltre a questo piano assunzionale, ai concorsi che d'ora in poi saranno per soli abilitati, nelle deleghe c’è anche una parte che riguarda la nuova formazione e il nuovo ingresso in ruolo dei docenti, in modo che mai più si possano verificare situazioni evidentemente ingiuste come quelle che si sono verificate in questi anni.
Forse non è un piano assunzionale perfetto, è però un piano assunzionale che ha l'ambizione di normalizzare il mondo della scuola e di porre fine a tante, troppe ingiustizie che sono state ereditate .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Presidente, intervengo, a corollario di quanto appena detto dalla collega Ascani, per ribadire lo spirito laico con cui il piano assunzionale è stato costituito, senza aggiungere norme ma fatto solo per semplificare. Qui ritorniamo ad un discorso fatto questa mattina: a noi viene criticato il linguaggio e ci viene detto che ne facciamo solo una questione di linguaggio. In realtà, il linguaggio ha un valore specifico. Dire che si vuole abolire il precariato non significa, da parte nostra, abolire i precari, ma fare in modo di stabilizzare più persone possibili, incominciando da quelle che hanno i titoli per poter essere stabilizzate. Quindi, non è una scelta di campo ma un attenersi alle norme e alle regole che sono in vigore.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Caso, abbiamo un dubbio: lei ha chiesto di intervenire a titolo personale ?
PRESIDENTE. Allora c’è stato un errore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Intervengo solo per ricordare che nella scuola pubblica insegnano e lavorano, anche da più di dieci anni, docenti e delle cosiddette seconde e terze fasce. Sono docenti che meritano assolutamente di essere assunti, perché in tutti questi anni hanno permesso il buon funzionamento della scuola, della scuola pubblica, coprendo le cattedre vacanti; perché sono insegnanti stimati che svolgono il loro lavoro con grande passione e professionalità. Inoltre, sono anche insegnanti che in tutti questi anni si sono formati con grande esborso di denaro: hanno conseguito i titoli TFA, i titoli PAS e via discorrendo. Ebbene, a tutte queste persone il Governo sta dando un bel calcio nel sedere. È ingiustificabile un atteggiamento del genere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi, Ministro, abbiamo già svolto diverse volte, sia in Commissione che in Aula, questa discussione e appare assurdo – assurdo davvero – che da parte del Partito Democratico, quando si parla di piano assunzionale, si invochi una sorta di norma che va a semplificare. Certo, si possono semplificare anche i problemi che può avere un ospedale quando troppi malati e troppi feriti si addensano nei pronto soccorso: si eliminano fisicamente e il problema è risolto. Si è semplificato: ci sono sicuramente meno utenti e meno pazienti che prendono d'assalto il pronto soccorso di un ospedale o di più ospedali. Mi pare che l'atteggiamento tenuto dal Partito Democratico e dalla maggioranza sia del tutto iniquo e per questo inaccettabile: posto che l'analisi è corretta, cioè che ci sono state delle disfunzioni che hanno previsto nel corso di decenni la sovrapposizione di persone che stanno nelle varie graduatorie e, in alcuni casi, persone, insegnanti abilitati che poi sono stati «sanati» e inseriti nelle graduatorie ad esaurimento in virtù di provvedimenti legislativi, comunque c’è stata una sanatoria, perché non avevano fatto concorsi neanche quelli delle SSIS. Vi sono persone, insegnanti, che in questi anni, talvolta per più di dieci anni, pagando fino a 3 mila euro ad insegnante hanno frequentato corsi onerosi fatti presso università dello Stato italiano e sono stati valutati con 12 esami finali da personale accademico, da docenti universitari, insieme ai funzionari del MIUR: mi pare di tutta evidenza che questo genere di selezione corrisponda esattamente a un concorso. Ci sono stati degli esami e non sono stati fatti in un'università privata, ma sono stati fatti dallo Stato italiano, con i suoi strumenti, i suoi organismi, le sue istituzioni, le sue strutture. Come si fa, oggi – come si fa, collega Coscia, collega Malpezzi, Presidente del Consiglio Renzi, Ministro Giannini –, ad andare a pescare insegnanti che non hanno vinto il concorso e che stanno, sì, in graduatoria, anche se non tutti quelli che stanno in graduatoria di fatto possono essere considerati vincitori di concorso ?
Magari, tra questi, che si troveranno una sorta di contratto, come se fosse una specie di pacco regalo sotto l'albero di Natale, alcuni dal 1999 ad oggi si sono aperti delle attività commerciali, sono stati assunti da aziende private. Hanno altri lavori, perché non potevano certo aspettare che lo Stato si scomodasse. Come si fa, oltretutto, a risolvere il problema di quelle specializzazioni che nelle GAE non sono previste perché sono esaurite ? Quindi, anche da questo punto di vista c’è un problema che si riversa non solo sugli insegnanti, ma soprattutto sull'utenza, su quelle famiglie, su quegli alunni, quegli studenti a cui qualcuno demagogicamente faceva riferimento poco fa. Certo che sono il cuore della scuola, ma bisognerebbe ricordarselo più spesso !
La seconda e terza fascia di fatto vengono esodate dal circuito della scuola ! Nel giro di pochi mesi saranno espulsi dal mondo della scuola ! Non avranno diritto di insegnare nonostante abbiano tenuto in piedi la scuola italiana in questi quindici anni ! Vengono liquidati con un calcio nel fondoschiena e voi non avete saputo trovare le misure necessarie e sufficienti per poter affrontare con armonia in un piano pluriennale che vi è stato chiesto dal mondo intero, non solo dall'opposizione di Fratelli d'Italia, ma da tutte le opposizioni, da tutti i sindacati e da tutti i movimenti che si sono dimenati in questi mesi per cercare di sturare le vostre orecchie ! Perché questo è il termine giusto da utilizzare nei confronti dei sordi che più sordi non si può ! Non lo avete voluto fare e adesso vi state purtroppo assumendo – lo dico davvero con il cuore in gola – la responsabilità di mettere in mezzo alla strada decine di migliaia di precari veri, che a scuola ci sono stati e che hanno tenuto le lezioni, diversamente da molti altri che invece si troveranno il contratto e che dentro un'aula non ci hanno mai messo piede ! Vi assumete la responsabilità del più grande piano di licenziamenti della storia della Repubblica italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frusone. Ne ha facoltà.
LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. La discussione su questo emendamento è stata a tratti delirante, perché innanzitutto quando si parla di precariato dobbiamo dire che tutta la voglia di stabilizzare non è dovuta alla bontà di Renzi, ma è l'Europa che ce lo chiede. Questa volta invece, paradossalmente, Renzi neanche risponde all'Europa, perché abbiamo visto come questo piano assunzioni non vada ad eliminare il precariato. Per rispondere a tutto questo, al di là delle facili parole, di quanto è bella questa riforma, basterebbe chiedere a chi viene investito da questa riforma, perché se adesso andiamo fuori a chiedere ad un precario se vuole essere assunto a queste condizioni dirà di no ! Quindi tutto questo è chiaro, fa trasparire tutta la vergogna nascosta in questa riforma .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà.
ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Ministra, sarebbe interessante ogni tanto sentire la sua voce, sentire cosa ha da dire. Lei, che dovrebbe essere la massima garante della scuola, di tutto il personale e dei docenti in questo caso. Vede, un silenzio così coriaceo non soltanto mortifica il mondo della scuola – lo avete tenuto in tutte queste settimane – un tale silenzio finisce per ridicolizzare il dibattito in Aula, perché cristallizza le posizioni, diventa a un certo punto una specie di gioco delle parti tra maggioranza e opposizione. Ma questo non è un gioco delle parti, perché stiamo parlando di persone e della loro vita. In questo caso, siccome vi siete rifiutati di considerare in maniera lucida la proposta assolutamente ragionevole di un piano pluriennale, non ripeterò quello che abbiamo già detto tante volte su quella che sarebbe stata l'opportunità di questo piano.
Voi lasciate fuori persone che hanno speso anni di studi e di sacrifici per poter rispondere a quelle che erano le richieste della scuola e per poter soddisfare una passione assolutamente legittima. Nel frattempo, queste persone hanno speso anche anni di insegnamento in una scuola che ha registrato invece il disimpegno costante da parte dello Stato. Queste persone oggi vengono riportate al punto di partenza. Hanno speso soldi, hanno speso ore di studio, si sono qualificate, con master, corsi di specializzazione, hanno fatto tutto quello che gli avete richiesto, mentre cambiavate le regole di accesso. Oggi in un gioco dell'oca le riportate all'inizio e riservate a loro un concorso, che peraltro non garantisce neanche i posti che servirebbero e quindi molto probabilmente – anzi certamente – avremo nuovi esodati anche nel mondo della scuola.
Signor Presidente, vorrei dire all'onorevole Malpezzi, attraverso lei, pare che abbiate fatto questa scelta perché fate sempre riferimento e vi adeguate alle norme. Onorevole Malpezzi, voi non vi adeguate neanche alla Costituzione, questo è il problema ! Avete organizzato con questa riforma una scuola che non risponde a nessuno dei principi costituzionali. Questa scelta la pagherete nei prossimi mesi
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. Presidente, il vero volto di un paese è la sua scuola. Possiamo giudicare un paese, possiamo perfino prevedere il futuro di un paese dalla sua scuola, dal modo in cui si occupa del futuro dei propri figli e delle future generazioni. Di questo stiamo parlando, stiamo parlando di sistema scolastico, di sistema di istruzione. Su cosa state fondando la vostra visione della scuola ? Su un ricatto: sul ricatto occupazione. Il Governo e i partiti zerbino che lo supportano in questo momento stanno dicendo a quest'aula, e quindi in definitiva al popolo italiano, o approvate il nostro modello di istruzione che nessuno nel paese vuole, perché porta solamente a classi di serie A e classi di serie B, le caste all'interno dell'istruzione, o noi non assumeremo 100 mila docenti.
State costruendo il futuro di questo paese su un ricatto, motivo in più per combattervi, motivo in più per mandarvi a casa
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Presidente, anche io voglio parlare di persone perché dietro le leggi e i numeri in cui si è trincerato il Partito Democratico ha perso completamente visione del paese. Voi con questo piano scriteriato che avete fatto state dividendo le famiglie, padri e madri, con questo piano di mobilità straordinaria. State dividendo figli e madri. Addirittura con la chiamata diretta, se prima un docente aveva la necessità di accudire il figlio disabile e quindi lavorava sotto casa o comunque vicino, adesso non avrà più questa possibilità perché non ci sarà nessuna possibilità di avere la scelta definitiva sull'istituzione scolastica.
Però voi scegliete due misure. Quando bisogna valutare i dirigenti scolastici allora quelli vanno assunti senza concorsi e senza trasparenza. Quando invece bisogna assumere i docenti, quelli devono superare migliaia di prove concorsuali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Benedetto. Ne ha facoltà.
CHIARA DI BENEDETTO. Presidente, intervengo solo per dire che questo emendamento a prima firma Chimienti in realtà, come tra l'altro è stato detto, non fa altro che riportare in forma emendativa una proposta della collega Chimienti. Questa proposta, in realtà, è stata frutto di un lavoro di consultazione che il MoVimento 5 Stelle ha portato avanti da quando, praticamente, è entrato all'interno delle istituzioni con tutto il mondo della scuola e l'ha fatto in più modi, sia attraverso stati generali, sia attraverso una consultazione . Ben diversa da quella consultazione assolutamente falsa e finta che il Partito Democratico ha portato avanti per fare in modo di riportare la volontà del mondo della scuola all'interno della sua proposta. Infatti, la proposta che stiamo votando oggi di quella volontà, degli interessi del mondo della scuola, dei diritti dei docenti non ha nemmeno l'ombra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, stancamente ci stiamo trascinando in un dibattito che riguarda il destino di migliaia di persone, soprattutto di quelli che chiedono di entrare e che sono respinti dalla porta principale della scuola pubblica, nonostante il contributo gigantesco che hanno dato nel corso degli ultimi anni e nonostante le sentenze della Corte europea. Io vi chiedo questo, Presidente, noi abbiamo chiesto una parola al Ministro, il Ministro è qui, non ha replicato ieri al dibattito in discussione generale, ci sono persone che aspettano una risposta, che chiedono che venga delineata una prospettiva di vita. Signora Ministra, risponda alle domande dell'opposizione e di questo Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, non c’è nulla di sconvolgente, nulla di nuovo in questo piano assunzionale, perché di fatto si replica lo schema che i partiti hanno riprodotto in tutti gli anni precedenti. Si prende una categoria, quella degli insegnanti, uno che vuole fare l'insegnante studia, fa un percorso abilitante e diventa insegnante. È semplice. Invece che si fa ? Si prende questa categoria unica e la si spacchetta, la si divide in tantissime piccole categorie, quelli abilitati in una certa maniera, quelli abilitati in un'altra, quelli che hanno fatto i concorsi, quelli che no e in questo modo che cosa si ottiene ? Si ottengono tanti piccoli gruppi che poi possono essere ricattati sotto le campagne elettorali . Ora si stanno assumendo delle persone ? A tutte quelle che sono rimaste fuori, alla prossima campagna elettorale gli si dirà: state certi che votando Partito Democratico la prossima volta penseremo a voi. Noi speriamo che queste persone non se la bevano un'altra volta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.
MARIA MARZANA. Signor Presidente, noi attraverso questa proposta esprimiamo il concetto di merito, tanto sbandierato da Governo e maggioranza, perché che cos’è il merito se non recuperare il valore dell'esperienza e della formazione ? Quell'esperienza e quella formazione che possono vantare decine di migliaia di docenti in questo Paese e che adesso sono lasciati al loro destino da questo Governo. Oltretutto, si è parlato di situazioni ingiuste, prima. Ecco, la situazione ingiusta è che nel corso di 15 anni sono stati effettuati nel nostro Paese solamente due concorsi e che dalla chiusura delle graduatorie ad esaurimento avvenuta nel 2006 nessun canale di reclutamento alternativo è stato istituito. Quindi la verità è che si sta compiendo una grandissima discriminazione fra docenti abilitati in maniera diversa...
MARIA MARZANA. ...ma è anche vero che questi percorsi di abilitazione sono stati istituiti dai Governi che si sono succeduti e che quindi risultano equivalenti. Si sta trasgredendo un diritto fondamentale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Parentela. Ne ha facoltà.
PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, mi pare di capire che questo Governo con questa riforma cerca in tutti i modi di scontentare tutti, praticamente ci sono quelli che verranno assunti e quindi verranno usati come pedine, perché saranno chiamati in maniera diretta dai dirigenti, tra l'altro con un contratto che li metterà in condizioni di disparità rispetto agli altri docenti di ruolo, e poi ci sono quelli lasciati fuori che sarebbero appunto gli abilitati, che avrebbero tutto il diritto di essere assunti e invece continueranno a fare il loro ruolo purtroppo di precari. Inoltre Renzi non riesce neanche ad eliminare la cosiddetta «supplentite», come aveva annunciato durante la campagna elettorale, e infatti non assume chi realmente andrebbe assunto e il prossimo anno continueremo ad avere 70 mila supplenze e di questo ovviamente chi ce ne rimette ? Ce ne rimetteranno gli studenti che non avranno quella continuità didattica che appunto è necessaria per il loro apprendimento. Complimenti !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, io credo che sia inutile, caro capogruppo Scotto, insistere nel chiedere alla Ministra di interloquire. Loro hanno già parlato con un disegno di legge governativo, a firma dell'onorevole Giannini, dell'onorevole Madia e del Ministro Padoan. Qui è disegnato un altro tipo di scuola, lontano mille miglia da quella che era la scuola che la sinistra o comunque i democratici hanno concepito in questi trenta o quarant'anni postrepubblicani. Poi è cominciata una parabola discendente.
Io che ho avuto l'avventura di insegnare nel 1970 ho vissuto questa parabola: i supplenti era una cosa rara che avessero lo stipendio assicurato per tutto l'anno; poi ho scoperto che, con il passare degli anni i supplenti sono diventati veramente precari. Avendo allora approvato già nel campo privato la precarizzazione, questa legge non è altro che una prima breccia per arrivare ulteriormente a concepire una scuola del tutto diversa, precaria e nelle mani di poche persone.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carocci. Ne ha facoltà.
MARA CAROCCI. Grazie, Presidente. Volevo far presente che la Ministra Giannini ha replicato ieri sera per 25 minuti in modo articolato; se poi i colleghi erano assenti non credo sia un problema della Ministra . Poi ho qualche difficoltà a capire bene il senso dell'inizio dell'emendamento che qui stiamo analizzando, perché si chiede, invece di assumere, che il Ministero realizzi un censimento di tutti i docenti iscritti nelle varie graduatorie, censimento finalizzato a verificare le competenze didattico disciplinari di questi docenti – e già qui la vedo dura – e poi infine verificare la corrispondenza con il fabbisogno delle scuole, determinato dai e dai piani triennali dell'offerta formativa. Non si sa, se non c’è corrispondenza, cosa succederà a questi docenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.
SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Con questa legge, oggi state dicendo una cosa chiara a migliaia di persone, a migliaia di precari, state dicendo di rinunciare e di farsi da parte perché non servono più alla scuola, coloro che hanno mantenuto in piedi la scuola per anni. State parlando a chi ha fatto sacrifici, a chi ha speso migliaia di euro per abilitarsi, a chi magari non poteva permettersi di pagare l'abilitazione e allora doveva contemporaneamente lavorare, a chi ha speso tempo ed energie, a chi lavora da dieci o quindici anni nella scuola.
Vi state rivolgendo a queste persone e state dicendo di rinunciare perché la politica non è stata capace di creare un sistema scolastico ideale che nel tempo perdurasse. Per questo, state addossando tutte le colpe della politica delle vostre scelte addosso a delle persone che non possono niente e che chiedono solo di insegnare in maniera stabile nella scuola pubblica statale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Colleghi, facciamo tutti un passo indietro perché ieri la Ministra ha parlato per ben venticinque, venticinque sudatissimi minuti, per cui oggi si sta riposando e ha bisogno di due o tre giorni per riprendersi dopo venticinque minuti .
Io, Presidente, mi chiedo come sia possibile che il Governo si presenti sempre nello stesso che è quello del Ministro in seconda fila in assoluto silenzio e i sottosegretari in prima fila che giocano con il cellulare o con il . Se questo è il modo con il Governo in un'Aula parlamentare...
PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, siamo all'emendamento Chimienti 1.66.
ALFONSO BONAFEDE. Sì, Presidente. Rispetto all'emendamento in questione, che è di fondamentale importanza, ritengo che il minimo che dovrebbe sentire il Governo sia di rispondere a un'Aula che l'interpella .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, per porre una domanda all'onorevole Carocci, perché mi piace interloquire. Chi l'ha detto ai precari, che oggi escludiamo dal piano assunzionale con una scelta iniqua di prendere quei titoli ? È una condizione, una colpa ? Uno Stato che suggerisce ai propri cittadini di abilitarsi in un certo modo per poter lavorare, poi può dire agli stessi: «no, guarda, quel titolo non vale, non vale più» ?
Che Stato è, uno Stato che non garantisce una via di uscita ad un lavoro, ad una professione ? Perché questo Parlamento e questo Governo non possono farsi carico di una responsabilità che gli è propria e che hanno assunto quando hanno messo quei lavoratori nella condizione in cui si trovano ?
GIANCARLO GIORDANO. Che Stato è uno Stato che non si assume le sue responsabilità ? Questa è la domanda cui dobbiamo rispondere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente. Noi deputati di Sinistra Ecologia Libertà siamo ben consapevoli che stiamo consumando un rito stanco ed inconcludente, perché quando non c’è dialogo non c’è possibilità di cambiare rispetto ad una proposta che – lo sappiamo tutti – sarà approvata così com’è arrivata dal Senato.
Domenico Pantaleo, segretario generale della Federazione dei lavoratori della conoscenza della CGIL, ieri ha detto: si avverte un'evidente rottura tra il popolo che era in piazza e coloro che stanno nel palazzo asserragliati. Questo movimento non dà alcuna delega, ha fiducia in se stesso e crede nella sua autonomia. Noi siamo dalla parte di quel movimento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.66, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
STEFANIA GIANNINI, . Grazie, signor Presidente. In merito a questo emendamento e in collegamento con l'emendamento precedentemente discusso, vorrei ribadire con chiarezza, con fermezza la volontà del Governo – peraltro esplicitamente contenuta nei commi pertinenti di questo disegno di legge – di realizzare il piano assunzionale come previsto per l'anno scolastico 2015-2016, nelle modalità che sono indicate e, quindi, con il rispetto pieno dell'impegno che il Governo – questo Governo – ha assunto finalmente nei confronti di una platea di insegnanti che sono stati appesi ad una speranza inevasa per anni, in qualche caso per decenni. Si mantiene fede a questo impegno, tecnicamente possibile, grazie all'impegno del Parlamento, grazie all'impegno del Governo, con i numeri che sono già stati indicati, ma che voglio ripetere: sono i 48 mila posti che copriranno rispettivamente i posti vacanti e disponibili aggiuntivi di quest'anno, che copriranno il rimpiazzo del che copriranno a seguire – ma all'interno di questo stesso anno scolastico, con decorrenza dal primo settembre 2015 – il potenziamento dell'offerta formativa. Questa è la risposta chiara, la risposta concreta, la risposta che assegna risorse umane qualificate e risorse finanziarie al mondo della scuola dopo anni, in qualche caso decenni, di trascuratezza e di mancanza di assunzione del dovere educativo. Approfitto per ricordare, agli onorevoli deputati che l'hanno indicato, questo punto di cui ho parlato lungamente, esponendo il punto di vista mio personale e del Governo tutto su questo provvedimento, nella replica che – come il Regolamento della Camera prevede – ho fatto ieri sera, alla fine della discussione sulle linee generali, in un'Aula che – questo sì – non era così gremita come oggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, intervengo per presentare l'emendamento a mia prima firma, che ci accingiamo a votare, e che dimostra quanto le intenzioni del Governo siano alquanto caotiche e confusionarie e che, invece, un altro piano assunzionale, anche con l'impianto previsto in questo disegno di legge, era possibile, assumendo anche i docenti abilitati che sono al di fuori delle graduatorie ad esaurimento. Perché noi abbiamo dimostrato – e il parere positivo della Commissione bilancio ce lo ha confermato – che con le stesse risorse che ha messo il Governo si sarebbero potuto assumere ben 150 mila docenti a partire dal 1o settembre; 150 mila docenti partendo proprio dalla copertura delle supplenze annuali che ogni anno vengono fatte dal Ministero. Ricordiamo che noi abbiamo chiesto proprio i dati al Ministero, perché noi ci fidavamo dei nostri, ma abbiamo chiesto al Ministero di fornirci i dati. Ma il Ministero ci ha confermato che solo l'anno scorso sono state 120 mila le supplenze annuali su cattedre vacanti. Di queste cattedre soltanto una minima parte sono di persone che sono in aspettativa, ma la stragrande maggioranza sono cattedre che sono appunto vacanti, che si potevano coprire assumendo le persone che servivano proprio alla scuola. E il fatto che il Governo non l'abbia voluto fare e che sia una misura raffazzonata quella che in realtà ha messo in piedi lo dimostra proprio il fatto che hanno dovuto apportare dei correttivi in corso d'opera, ammettendo quindi di dover ricorrere ancora alle supplenze annuali anche l'anno prossimo, ammettendo che l'anno prossimo ci saranno ancora decine di migliaia di supplenze, nonostante il loro piano assunzionale, e ammettendo che i docenti che loro dicono di assumere per il potenziamento dell'offerta formativa, in realtà, sono docenti che andranno a tappare i buchi delle supplenze brevi, perché questo c’è scritto: i docenti assunti andranno in realtà a tappare i buchi e insegneranno anche in materie di cui sono sprovvisti di abilitazione. Alla faccia della meritocrazia !
Noi stiamo mandando nelle nostre classi persone che non sono formate per insegnare quella materia; e questo lo dice il Governo, perché è voluto andare avanti testardamente con un criterio e con un piano assunzionale scriteriato. Questa è la dimostrazione che volere sarebbe stato potere, che con un po’ di criterio e con un po’ di sale in testa si sarebbe potuta utilizzare questa occasione per fare qualcosa di buono per la scuola, che avrebbe messo d'accordo anche i docenti, che invece oggi giustamente si sentono esclusi e che stanno giustamente protestando
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.68, con il parere contrario della Commissione e del Governo e quello favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, è stato più volte ribadito negli ultimi interventi delle altre componenti dell'opposizione e il Governo...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Palmieri. Vorrei pregare tutti i rappresentanti del Governo: siete in tre; se qualcuno, legittimamente, ha bisogno di parlare, si alza e va a parlare fuori, ma, per rispetto a chi sta qui dentro, chi sta al banco del Governo è gentilmente pregato di seguire. Grazie.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, vorrei rassicurarla: fanno così solo quando parlo io. Prima sono venuti qui, adesso vanno là; ce l'hanno con me, non con il Governo. Dicevo che, in questo caso, voi avete fatto, ancora una volta, una scelta discriminatoria: avete voluto scegliere fra precari e precari. In questo emendamento, come anche in emendamenti successivi, si ripropone il tema degli abilitati TFA e PAS.
Allora, noi abbiamo sentito in quest'Aula dire – ma è stata una «voce dal sen sfuggita» – che queste persone pagano il fatto di avere effettuato il TFA ordinario che ha voluto il Ministro Gelmini. Noi sappiamo che certamente nel vostro cuore non vi è questo intento discriminatorio nei confronti di queste persone e spero che dal resoconto traspaia la sottile ironia che c’è nelle mie parole, ma veramente voi avete fatto una scelta totalmente politica e discriminatoria, decidendo di scegliere tra precari e precari.
Per questo motivo, per l'ultima volta, sostenendo le posizioni di queste migliaia di persone, giovani donne e giovani uomini, che si sono sottoposti, come è già stato ricordato anche per altre categorie di precari, a un percorso formativo abilitante severo, che ha selezionato tra centinaia di migliaia di persone, insomma, persone che hanno creduto in quello che lo Stato andava a dire loro, a queste persone voi opponete, ripeto, una scelta politica, cioè, in questo caso, totalmente discriminatoria.
Sareste ancora in tempo a tornare indietro, volendo. So che non lo farete, ma noi, per l'ultima volta, lo ripeto, testardamente e cocciutamente, vogliamo ribadire la nostra contrarietà rispetto a questo atteggiamento, che nulla ha a che fare con lo sbandierato tentativo di inserire il merito e la valutazione positiva di chi vuole insegnare nella scuola. Per questo, invitiamo tutta l'Aula a votare convintamente l'emendamento Gelmini, Centemero, Palmieri, Ciracì e Squeri 1.74.
GIANLUCA VACCA, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Vacca, lei ha già espresso il parere. Intende chiarirlo meglio ?
GIANLUCA VACCA, . Sì, Presidente, intendo chiarire meglio, perché questo emendamento necessita un chiarimento. Noi abbiamo dato parere favorevole e voteremo, ovviamente, favorevolmente, anche se anche questo emendamento, in realtà, crea una sorta di disparità e di discriminazione. Infatti, pur comprendendo gli abilitati TFA e PAS, lascerebbe fuori dal piano assunzionale tutta una serie di docenti comunque abilitati con altri canali, ma che non verrebbero ricompresi secondo questo emendamento.
Quindi, il nostro voto favorevole è per il fatto di essere d'accordo con l'inclusione anche dei TFA e PAS, anche se siamo consapevoli che questo emendamento, comunque, non sarebbe la soluzione ideale, ma lascerebbe fuori e discriminerebbe, comunque, una categoria di docenti, che, appunto, non verrebbe ricompresa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Solo per aggiungere velocemente a quanto ha detto il mio collega che sicuramente è un paradosso che l'onorevole Gelmini ora si faccia paladina dei precari della scuola, dopo il taglio effettuato nel triennio 2008-2011 di 90 mila cattedre e dopo il decreto ministeriale n. 249 del 2010 a sua firma, il quale ha tolto il valore concorsuale ai percorsi abilitanti, generando questa discriminazione tra questi docenti.
In prima lettura, noi ci siamo astenuti su alcuni emendamenti a firma Gelmini, che erano «emendamenti bandiera» e chiedevano di assumere anche gli abilitati. Qualcuno chiedeva di assumere solo i TFA, qualcun altro chiedeva di assumere solo i TFA primo ciclo, come se non ce ne fosse già stato un secondo (quindi, discriminazioni delle discriminazioni); non stanziavano, peraltro, risorse aggiuntive. Noi ci siamo astenuti. Su questo emendamento, come ha detto il collega, voteremo a favore, nonostante anche in questo emendamento si perpetuino ancora discriminazioni, perché verrebbero lasciati fuori altri docenti, diplomati magistrali, i laureati in scienza della formazione primaria, che hanno gli stessi diritti, mentre i nostri emendamenti, quelli che andrò a illustrare dopo, andrebbero nella direzione di non creare più queste discriminazioni fra i precari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Telegrafico, Presidente. Uno dei più grossi problemi di questo Paese è la memoria corta dei cittadini.
C’è la Gelmini che ha distrutto la scuola pubblica, che poi magari fa un emendamento e crede di prendere in giro i cittadini e diventare la paladina dei precari che lei stessa ha creato. Noi nel nostro programma abbiamo l'abolizione della legge Gelmini, dopo questo provvedimento, però, lo dovremo aggiornare, perché dovremo aggiungere l'abolizione del disegno di legge «la buona scuola»
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.74, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Io capisco le esigenze di semplificazione del Partito Democratico e di Renzi al quale interessa solo andare da Vespa a dire di avere eliminato il precariato, ma questa purtroppo non è la verità perché con la legge che state approvando voi non eliminate il precariato, voi eliminate i precari.
È un'altra cosa, è proprio un'altra cosa . Questa semplificazione, di cui parlava poc'anzi l'onorevole Malpezzi, voi la fate sulla pelle delle persone. Semplicemente, con questo emendamento, che, a differenza di quello Gelmini, è scritto un po’ meglio e includerebbe tutta la seconda fascia delle graduatorie di istituto senza creare altre discriminazioni, noi vorremmo inserire anche gli abilitati che ne hanno pieno diritto nel piano delle assunzioni. Vede, Presidente, io vorrei spiegare all'Aula cosa sta accadendo, perché magari non tutti hanno chiaro veramente quello che sta accadendo.
Con questo disegno di legge si sta operando una gravissima discriminazione tra i precari, perché il Governo ha scelto un criterio meramente temporale per procedere alle assunzioni. Ha deciso, di esaurire solo le graduatorie ad esaurimento e di lasciare a casa tutti coloro che, non di certo per colpa loro, si sono abilitati successivamente al 2008, successivamente alla chiusura delle scuole di specializzazione per l'insegnamento.
Allora questa disposizione è iniqua e genererà sicuramente una marea di ricorsi, perché, vorrei ricordarlo a quest'Aula, anche se in pochi stanno ascoltando in questo momento, il decreto ministeriale n. 249, del 2010, che ha istituito i percorsi di TFA e che guarda caso ho stampato e ho qui con me, recita così all'articolo 5, comma 2: «Il numero complessivo dei posti annualmente disponibili per l'accesso ai percorsi è determinato sulla base della programmazione regionale degli organici e del conseguente fabbisogno di personale docente nelle scuole statali». Allora, oltre al TFA chiaramente, però, ci sono anche i docenti che sono stati selezionati sul fabbisogno, come dice la legge (vi ricordo che su 300 mila che hanno partecipato solo 11 mila nel primo ciclo si sono abilitati e hanno portato a termine il percorso), che hanno fatto i PAS e che anch'essi sono stati selezionati, hanno fatto un percorso selettivo abilitante e hanno già lavorato per più di 36 mesi nella scuola.
Quindi sono anche loro docenti che servono alle istituzioni scolastiche per funzionare. Poi vi ricordo, come ho già fatto oggi, che nella seconda fascia ci sono i docenti laureati in scienze della formazione primaria che, per un mero errore, – anche loro sono 7-8 mila persone – si trovano fuori dalle graduatorie ad esaurimento, con una disparità di trattamento rispetto ai loro colleghi con eguale titolo. Poi ci sono i diplomati magistrali, che stanno entrando anch'essi adesso nelle graduatorie ad esaurimento, grazie ai tribunali e non grazie alla politica, sorda da decenni .
Allora, di fronte a tutte queste persone, voi cosa fate ? Un piano assunzionale iniquo, lo abbiamo già detto in tutte le salse. Però, di fronte a questa legge, che dice chiaramente che queste persone sono state selezionate in base al fabbisogno, come potete prevedere semplicemente un nuovo concorso, con una platea di 150 mila aspiranti e 60 mila posti ? Come potete sbattere in faccia a queste persone la disoccupazione certa ?
Allora, se non vogliamo creare quella che sarà sicuramente una nuova categoria di esodati della scuola, per cortesia, per cortesia, prevediamo un piano diverso che includa anche gli abilitati della seconda fascia delle graduatorie d'istituto !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie Presidente. Io capisco che alcuni abbiano bisogno di prepararsi gli interventi scritti e quindi poi, chiedendo l'attenzione degli altri, ignorino quello che gli altri hanno detto in precedenza. Prima la collega Ascani mi sembrava – ma evidentemente ero attenta solo io e non la collega Chimienti – avesse spiegato bene le linee seguite per il piano assunzionale e le diverse motivazioni.
Siccome la collega Chimienti rimarrà in questo Parlamento anche per i prossimi dieci anni – glielo auguro di tutto il cuore, è una cittadina meritevole, perché si impegna – io non vorrei che tra dieci anni lei si trovasse ad affrontare invece il problema della nuova graduatoria che lei propone di creare: una nuova graduatoria ad esaurimento con questo piano che, appunto, continuerebbe a creare precariato non dando neppure spazio.
Infatti, al contrario, noi inseriamo i concorsi a scadenza determinata, non facciamo preferenze, ci atteniamo a quelle che sono le norme e, quindi, assumiamo chi ha il titolo per essere assunto, facciamo fare il concorso solo per abilitati a chi ha l'abilitazione, creiamo una fase transitoria per coloro che l'abilitazione non ce l'hanno, pensiamo al futuro di quelli più giovani che dovranno diventare insegnanti; e diciamo ciò in legge delega in maniera chiara ribaltando quel meccanismo per cui oggi, per diventare insegnante, tu ti devi abilitare pagando. Noi diciamo: da domani, per diventare insegnante, sarà lo Stato che pagherà te. Quindi, al di là di questo quadro complessivo che noi mettiamo tutto all'interno della «buona scuola», lei si troverà invece ad affrontare molto probabilmente questo tema. Noi vogliamo evitare che lei si trovi ad affrontare questo tema di un precariato che è continuo e costante, non sistemato, non organizzato. Infatti, noi in questo modo stabilizziamo, assumiamo !
Prima qualcuno in quest'Aula – mi sembra il collega Rampelli con il quale ho sempre uno scambio appassionato – diceva: voi state facendo il più grande licenziamento di massa. Noi, invece, stiamo facendo la più grande assunzione . Infatti io vorrei che si ricordasse che comunque dal 1o settembre saranno 100 mila le persone che lo Stato assumerà a tempo indeterminato, con la prospettiva di altre 60 mila a partire dal prossimo anno. Allora questi numeri non è che ce li possiamo dimenticare, piuttosto che mantenere un livello di precarietà del lavoro che – scusate se lo ridico con il rispetto dei lavoratori – porta alla precarietà della scuola e quindi alla precarietà dei nostri ragazzi. Ma siccome ancora una volta al centro della discussione c’è il lavoro e non la scuola in tutto il suo sistema, il resto della discussione la lascio a voi
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie Presidente. È incredibile come il Partito Democratico rivendichi il introdotto nella scuola. Infatti in sostanza, prima, quando i docenti dovevano fare le supplenze, venivano pagati a stipendio pieno. È vero, da settembre a giugno, ma a stipendio pieno. Adesso le supplenze verranno pagate con un contratto di apprendistato, perché la formazione si farà il primo anno e nei due anni successivi sarai su cattedra: anche durante la formazione, quindi, sostituirai un docente e verrai pagato con i soldi dell'apprendistato, poche centinaia di euro.
Poi dicono che non ci sono i tagli all'interno dell'istruzione. In realtà, il concorso per gli abilitati sarà di 60 mila posti e voi, Governi di centrodestra e di centrosinistra, avete permesso l'abilitazione di oltre 150 mila abilitati, persone che, anche da vent'anni, stanno insegnando all'interno della scuola, che hanno quaranta, cinquanta anni e che manderete a casa come esodati della scuola. Complimenti !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Siccome non può intervenire nuovamente la collega Chimienti, voglio replicare personalmente alla Malpezzi, che dice delle cose molto inesatte rispetto alle assunzioni. Perché ? La proposta del MoVimento 5 Stelle è un piano di assunzioni triennale. Perché triennale ? Perché proprio nel 2018 ci sarà l'onda lunga dei pensionamenti, che interesserà il 40 per cento del corpo docente. Ciò vuol dire che serviranno nuovi docenti nella scuola. Altro che nuove graduatorie ! Ma de che ! Le avete fatte voi le graduatorie. Voi le avete fatte. Memoria !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.75, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Vorrei sottolineare alla Ministra che è noto il racconto del Governo sulle assunzioni previste. Lo sforzo che tanti di noi stanno facendo oggi, che tanti colleghi hanno fatto anche durante la prima lettura è quello di richiamare l'attenzione su coloro che vengono esclusi dall'insegnamento in conseguenza del piano che è stato previsto dal Governo.
La soluzione proposta a regime, qui descritta dall'onorevole Malpezzi, è una soluzione giusta, coerente con il nostro dettato costituzionale. Il problema è che abbiamo di fronte una transizione da affrontare, che, come è stato ricordato, non è colpa di chi si è trovato a non avere concorsi. Si può fare, senza oneri aggiuntivi di finanza pubblica, un piano pluriennale di assunzioni per sanare il problema della transizione. La maggioranza si sta assumendo la responsabilità di creare una generazione di esodati della scuola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Dichiaro il voto favorevole di SEL.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, Presidente. C’è qualcosa di incomprensibile nell'idea di questo piano assunzionale. Noi in questi anni abbiamo mandato avanti la scuola pubblica utilizzando un personale docente che, a vario titolo, era in tutte le graduatorie di precari e in tutti gli albi che via via andavano creandosi. Oggi, davanti alla necessità di mettere a regime quegli insegnanti, non si capisce perché decidiamo di escluderne alcuni. E allora due sono le cose: o quegli insegnanti in questi anni erano dei fantasmi dentro le aule, non servivano alla scuola pubblica e allo Stato italiano, oppure adesso li state discriminando e ve ne dovreste assumere la responsabilità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Io capisco anche l'astio personale della collega Malpezzi perché, in diverse occasioni, si è trovata, insieme a me, a dei convegni a dover giustificare e difendere l'indifendibile e a beccarsi fischi da chiunque, quindi mi dispiace se, in quest'aula, si utilizzano gli interventi in questo modo. Io avrò pure bisogno di scrivermi e di leggere gli interventi ma, quanto meno, leggo la verità, non vengo qui a raccontare balle agli italiani non faccio questo nella vita.
Seconda osservazione: nella nostra proposta di legge non si prevede alcuna graduatoria. Siamo andati anche dal Ministro Giannini a portargliela ed esporgliela e si prevede un piano pluriennale che contempla anche gli abilitati. Non si prevede alcuna graduatoria aggiuntiva. Quindi, questo significa che lei non ha neanche letto la nostra proposta di legge. Quindi, non ne può assolutamente parlare
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Grazie, Presidente. Ci sono paradossi che richiedono dei commenti non sempre perché ovviamente il tempo non lo consente ma il paradosso principale della discussione di oggi è che si parla di tutte le persone che non vengono assunte e non si parla di tutte le persone che vengono assunte cioè di 103 mila persone più un concorso per altre 60 mila assunzioni. Ho sentito tanti colleghi dire una cosa che mi ha fatto rabbrividire perché, quando si mette in contrapposizione il popolo e il Parlamento, il fatto di essere asserragliati, si dice il contrario di quello che ha detto prima l'onorevole Chimienti quando ha ricordato invece come i parlamentari e le parlamentari del Partito Democratico sono andati in piazza, fuori dal Parlamento, a spiegare le loro ragioni: altro che essere asserragliati ! Abbiamo un'altra idea, abbiamo un'altra idea di proposta di riforma, la stiamo difendendo, la stiamo presentando con tutto il rispetto per l'opinione degli altri. Pretendo che questo rispetto venga anche riconosciuto a tutte le mie colleghe che, su questa riforma, ci hanno messo la faccia, l'impegno e la passione politica
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Mia madre, quando facevo i compiti a casa e glielo andavo a dire, mi diceva: hai fatto metà del tuo dovere. Mia madre era una maestra. È un po’ così questa maggioranza per cui, di fronte alla sentenza della Corte europea, fa centomila assunzioni di cui abbiamo parlato e fa metà del suo dovere: non è che lo fa tutto, ne fa metà. Rivendicarlo è una cosa giusta. L'ho detto in discussione sulle linee generali, siamo intervenuti anche noi insieme al Ministro. È, come dire, la tentazione di chi, di fronte ad un boccone troppo appetibile, dà metà morso invece di darlo intero. Vi dovete assumere la responsabilità di avere escluso un mondo di precariato e di precari che non state cancellando affatto e vi dovevate assumere invece la responsabilità di una scelta politica più seria, più profonda: farsi carico di una responsabilità che lo Stato ha di fronte a questi cittadini lavoratori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà.
ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Un Parlamento della Repubblica non è chiamato a bearsi dei piccoli passi avanti che fa. Un Parlamento della Repubblica è chiamato a dare risposte a quelli che sono i problemi del Paese e a farsi carico delle fragilità. Ecco perché, Ministra, pur ringraziandola dell'intervento di prima, devo dirle che lei non ha dato la risposta su cui le avevamo chiesto di interloquire. Noi sappiamo che ci sono 100 mila stabilizzazioni. Questo lo ha richiesto la Corte europea e voi avete giustamente e prontamente risposto
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
ANNALISA PANNARALE. Quello su cui invece non avete ancora dato risposte è il fatto, come abbiamo inserito in questo emendamento, che TFA, PAS e gli altri abilitati – ma ce ne sono molti altri – rimangano fuori.
Allora, queste persone le avete utilizzate negli anni della scuola...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ANNALISA PANNARALE. Le avete divise perché per un Governo autoritario i lavoratori divisi sono più deboli e meno scomodi...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pannarale.
ANNALISA PANNARALE. Le avete ricattate per far passare questa riforma; adesso, sarete comunque chiamati a dare risposte...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pannarale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie Presidente, credo che la posizione del MoVimento 5 Stelle sia chiara oramai da diversi interventi, però, ciò che è inaccettabile è venire qui in Aula – dove ci sono le istituzioni, di fronte, anche, a persone che in questo momento sono coinvolte rispetto a quello di cui stiamo parlando – e sentire la paternale da chi, adesso, in quest'Aula, prima di tutto, per una legge incostituzionale, manco ci doveva essere; secondo, ha tradito il mandato degli elettori e dei cittadini; tramite la sua persona, Presidente, parlo con la collega Di Salvo, prima di passare da SEL al Partito Democratico, si dimetta, torni a casa, si faccia rieleggere anche da quegli insegnanti che votano Partito Democratico e poi ritorni qui a fare la riforma per loro . Ma torni a casa, prima !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO. Grazie Presidente, intervengo solo per chiedere agli assistenti della Camera che lavorano sulle tribune se possono, gentilmente, mandare gli insegnanti che sono venuti qui in visita alla Camera dall'altra parte, perché la devono vedere in faccia, la devono vedere in faccia !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie Presidente, in realtà mi dispiace, collega Giordano, sembra che anche Sinistra Ecologia Libertà sia stata fregata dai numeri del Governo, perché non ci sono 160 mila assunzioni; a settembre ci saranno 48 mila assunzioni, quelle già programmate dal decreto Carrozza. Tutte le altre sono virtuali, non sappiamo quando gli daranno lo stipendio alle persone che assumeranno. Cosa avete fatto ? L'unica cosa buona che c'era in questo decreto-legge, cioè le assunzioni, ve la siete presa – anche quella – per tenervi il miliardo di euro che vi serve magari per le pensioni o per altri comodi vostri !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.76, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
MARIA MARZANA. Grazie Presidente. Intanto continuo a sentire in quest'Aula che bisogna spiegare agli insegnanti il contenuto di questa riforma. Questa è mancanza di rispetto ! E smettiamola con questa farsa che i deputati devono spiegare agli insegnanti che lo fanno per mestiere; dovete interpretare, invece, le loro esigenze, dovete farvi portavoce qui dentro delle loro proposte. Con questo emendamento, in particolare, chiediamo l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, quindi, a scorrimento per il ruolo, dei diplomati magistrali, più volte, dunque, citati durante questo dibattito. Si tratta di circa 50 mila docenti a cui è stato negato, in modo illegittimo, il valore abilitante del proprio titolo di studio.
Sin dall'inizio della legislatura, il MoVimento 5 Stelle si è battuto con diversi atti parlamentari per il riconoscimento del valore abilitante all'insegnamento del diploma magistrale conseguito entro il 2001-2002, cercando di porre fine ad una discriminazione che ormai si perpetua da ben tredici anni. Governo e Parlamento – maggioranza, in particolare – hanno sempre negato questo diritto sancito da norme italiane ed europee, lasciando dirimere alla giustizia ciò che la politica avrebbe avuto il compito da tempo di risolvere. È infatti, nel settembre 2013, che dal Consiglio di Stato è stata riconosciuta l'abilitazione a questi docenti e poi, nell'aprile 2015, lo stesso Consiglio di Stato si è espresso, ammettendo un gruppo di questi docenti nelle graduatorie ad esaurimento. Nonostante ciò, il Ministero dell'istruzione non è ancora soddisfatto delle ingiustizie perpetrate ai danni di questa categoria di docenti, tant’è che, con una circolare inviata agli uffici scolastici regionali, autorizza l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento solo di coloro che hanno fatto ricorso alla giustizia amministrativa per vedersi riconosciuto un diritto. Quindi, con questo emendamento, che spero sia votato favorevolmente, vogliamo scongiurare il rischio di una pioggia di ricorsi contro il MIUR – che lo vedranno di sicuro come parte soccombente – e ripristinare un diritto legittimo a lungo negato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.77, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
FRANCESCO D'UVA. Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.
MARIA MARZANA. Grazie Presidente, il Governo, nella persona del Ministro dell'istruzione, Giannini, prima, sollecitato a rispondere sulle assunzioni, ha perso l'occasione di dire la verità e ha continuato per l'ennesima volta a prendere in giro tutti gli italiani. Perché ? Perché con l'arrivo del nuovo anno scolastico non saranno immessi in ruolo 100 mila docenti, né tanto meno i 150 mila che prima erano stati tanto propagandati da questo Governo. Saranno immessi in ruolo poco meno della metà di 100 mila e, udite udite, solo 10 mila assunzioni sono reali. Trentatremila, infatti, sono supposti lasciati liberi dai pensionamenti e dal sostegno, ed erano già previsti dal «piano Carrozza» (decreto n. 104). Le altre assunzioni (54 mila) sono rinviate a data da destinarsi, quindi sono virtuali...
PRESIDENTE. Deve concludere, Marzana.
MARIA MARZANA. ...Perché avranno decorrenza giuridica a partire dal settembre 2015 e decorrenza economica, quindi cattedre e retribuzione, in futuro.
MARIA MARZANA. Un attimo, mi scusi. Con questo emendamento vogliamo evitare la creazione di un'altra categoria nel mondo della scuola: dopo gli esodati, infatti, arriveranno gli emarginati !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA, . Presidente, intervengo come relatore di minoranza, cortesemente, per spiegare bene quello che stava finendo di dire la collega e quindi la di questo emendamento e come si inserisce nel testo. Infatti, a leggerlo così sembrerebbe che sia penalizzante per i precari, cioè per le persone che verranno assunte – non si sa quando – e per le quali sembrerebbe che il MoVimento 5 Stelle voglia togliere la decorrenza giuridica dal 1o settembre 2015. Non è così.
Siccome gli emendamenti, come sappiamo, si possono fare soltanto sul testo modificato dal Senato, con questo emendamento noi cerchiamo ovviamente di smascherare la farsa di queste assunzioni procrastinate nel tempo, per far capire che, in realtà, si sta assumendo soltanto una parte, mentre le altre vengono rimandate a chissà quando. La cosa giusta sarebbe stata assumere tutti quanti dal primo settembre subito, senza rimandare ad un futuro che non si sa quando avverrà, più della metà delle assunzioni previste.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Per motivo di chiarezza, esclusivamente dal punto di vista contabile, io penso che occorrerebbe più prudenza in riferimento a 160 mila assunzioni che dovrebbero essere realizzate non si sa quando e come. Per un motivo molto semplice. Per poterle fare, occorre la copertura finanziaria, questo è indubitabile; non immagino che si voglia procedere attraverso operazioni di aumento spregiudicato di debito pubblico, anche perché non sarebbe consentito per legge.
Chiedo allora formalmente ai rappresentanti del Governo e al ministro in particolare un intervento di chiarezza: qual è il programma del Governo davanti ad una situazione finanziaria di questo tipo ? A seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 70 del corrente anno è fin troppo evidente – i dati sono quelli – che occorre una cifra integrativa rispetto alle spese sostenute dal bilancio dello Stato per l'anno 2015 e l'anno 2016 di oltre 5 miliardi di euro. Abbiamo poi i contratti del pubblico impiego, dove la contrattazione con l'Aran ancora non è stata avviata, con la cifra anche qui non inferiore a 5 miliardi di euro, che si aggiunge ai 16 miliardi delle clausole di salvaguardia. Siamo così già a 26 miliardi ! In più la situazione della Grecia sta vanificando gli effetti positivi sullo sui tassi di interesse e quant'altro, quindi anche questa situazione complica le cose. Penso allora che queste assunzioni rimarranno virtuali, sulla carta, per mancanza di copertura finanziaria, e che è altamente probabile che i 4 miliardi di euro stanziati per le infrastrutture in questa legge corrono il rischio di essere tagliati.
Una parola di chiarezza su questo da parte del ministro e del Governo necessariamente ci deve essere, altrimenti noi facciamo qui un dibattito veramente surreale, al di là del merito della riforma della scuola...Noi stiamo parlando esclusivamente di un fatto oggettivo, specifico, rispetto al programma assunzionale in atto e in riferimento alla copertura finanziaria e ai dati che sono in possesso finora, dal punto di vista contabile, sulla base della legge di stabilità 2015 e alla eventuale legge di stabilità e previsione 2016 in riferimento al DEF e semplicemente all'elenco che io le ho fatto, dove chiaramente manca anche qualcosa che peggiorerebbe la situazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Approfitto di questo emendamento per tranquillizzare il collega Gallo. Non siamo stati affatto fregati, sappiamo bene quali saranno i problemi e il caos ! Non vada via...le devo dire una cosa.
PRESIDENTE. Sempre tramite il Presidente.
GIANCARLO GIORDANO. Non volevo disturbarla, Presidente.
L'unico momento in cui mi sono sentito fregato nel corso della discussione su questo provvedimento è stato quando ho visto che SEL, il partito che tanto osteggiate e tanto vi infastidisce, è stata l'unica opposizione a rimanere nel corso di tutti i lavori della Commissione nel primo passaggio alla Camera. In quel frangente ci avete un po’ fregato, ma non ci ha fregato la maggioranza, ci ha fregato quella parte dell'opposizione che oggi rivendica solo meriti e non dichiara le proprie responsabilità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.78, con il parere contrario della Commissione e del Governo e quello favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, intervengo soltanto per preannunciare il voto di astensione del MoVimento 5 Stelle perché pur essendo simile all'emendamento precedente a prima firma Marzana, l'intento della collega Gelmini è sicuramente diverso da quello che volevamo ottenere noi. La Gelmini, probabilmente, con questo emendamento voleva eliminare la decorrenza giuridica dal 1o settembre 2015 per chi verrà assunto successivamente. Invece, il nostro intento non era quello di eliminarla ma comunque di smascherare il piano assunzionale del Governo.
Quindi, il MoVimento 5 Stelle si asterrà su questo emendamento.
PRESIDENTE. Onorevole Vacca, questo lo interpreto davvero come un intervento da relatore, perché io avevo un parere contrario, quindi c’è una modifica del parere in quanto, invece, si rimette all'Aula.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.79, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole della relatrice di minoranza, Pannarale, mentre il relatore di minoranza Vacca si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
GAETANO NASTRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il presente emendamento interviene sulla questione della mobilità straordinaria il cui esperimento i docenti stanno chiedendo a gran voce in questi mesi prima che si proceda con le nuove assunzioni. Perché ? Perché la deroga al vincolo triennale, prevista dal comma 108 con riferimento alle procedure di mobilità, fa sì che, di fatto, docenti che già da anni lavorano lontani dalle proprie case e dalle proprie famiglie rischiano ora di trovarsi superati nell'assegnazione della sede da chi è stato assunto negli anni 2013/2014 e 2014/2015 e non ha quindi – per ovvi motivi temporali – superato il vincolo triennale. È noto, infatti, che l'articolo 30 del decreto legislativo n. 165/2001 prevede che la pubblica amministrazione, prima di procedere a nuovo reclutamento di personale per coprire posti vacanti nella dotazione organica, debba esperire una procedura di mobilità.
Ma in questo caso la mobilità prevista per il 2016/2017 per tutti i docenti (anche per i neoassunti) determinerà un intasamento nelle province di destinazione, che in gran parte saranno province del sud che soffrono una situazione di esubero di personale soprattutto nella scuola primaria, a causa del quale i docenti, ai quali sarà stata data la possibilità di candidarsi su più province, inevitabilmente si vedranno accettare la domanda di trasferimento in una provincia diversa da quella di residenza, continuando a trovarsi nelle medesime condizioni in cui sono ora, con l'aggravante che ogni volta che chiederanno il trasferimento saranno inseriti negli albi, rivivendo la medesima situazione di precarietà che hanno vissuto prima di essere assunti di ruolo, dopo che hanno per decenni svolto il ruolo di precariato.
La mobilità volontaria determinerà inoltre la perdita di titolarità per i docenti già di ruolo, e anche da moltissimi anni, poiché saranno inseriti negli albi territoriali in attesa di essere scelti da un dirigente scolastico. E se questo non dovesse avvenire ? Cosa accadrà a tali docenti ? Saranno destinatari di supplenze fino a 10 giorni, destinati a girovagare tra le scuole del territorio ? Per equità, sarebbe opportuno prevedere la mobilità straordinaria secondo le vecchie regole, cioè senza essere inseriti negli albi territoriali, per i docenti che hanno superato il vincolo triennale nel rispetto dei tempi e soprattutto della normativa vigente. Si tratta di docenti che da anni chiedono di poter ricongiungersi ai propri figli, alle proprie famiglie, ma tutto ciò gli è stato negato per anni per mancanza di posti, proprio in quelle province del sud in cui ci sono stati i maggiori tagli agli organici.
È assolutamente giusto invece che si permetta a queste persone di tornare, dopo anni di sacrifici, vicini alle proprie famiglie, nelle proprie province d'origine, senza contare il fatto che la mancata salvaguardia dei diritti di questi docenti, reclutati – lo ricordiamo – secondo il vigente contratto collettivo nazionale, darà luogo ad un contenzioso enorme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 1.84, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ANNALISA PANNARALE. Signora Presidente, questo emendamento è dedicato agli insegnanti di sostegno perché il testo, come sappiamo, prevede un piano di mobilità straordinaria per il 2016-2017 che è rivolto ai docenti assunti entro il 2014-2015. Ora, voi prevedete nel testo la deroga rispetto al vincolo triennale, purtroppo non fate nessun riferimento esplicito al vincolo quinquennale che è previsto sui posti di sostegno. A noi sembra, devo dire, che fin dall'inizio ci sia stato un atteggiamento un po’ punitivo nei confronti degli insegnanti di sostegno, prima nel testo originario era addirittura prevista l'imposizione della scelta sul sostegno a coloro che fossero provvisti di specializzazione, poi fortunatamente durante il percorso alla Camera siamo riusciti a fare in modo che la maggioranza accettasse questa richiesta di modifica. Non solo, stiamo andando in direzione di una separazione, come sappiamo, dei canali e quindi in qualche modo stiamo spingendo verso il rischio di una medicalizzazione del sostegno. Forse non è la strada più giusta per una professionalità che ha bisogno invece di poter contare tantissimo sull'inclusione, che è esattamente il punto di eccellenza che ha sul sostegno la scuola italiana rispetto a tante altre scuole europee. Poi quest'altra scelta iniqua, cioè quella di prevedere una deroga per il vincolo triennale e non per quello quinquennale. Noi con questo emendamento chiediamo che almeno ci sia un riferimento esplicito in questo piano di mobilità straordinaria al vincolo quinquennale perché forse, almeno in questo caso, riusciremmo a ristabilire un elemento di equità e parità di trattamento. Tra l'altro aggiungo a margine che noi stiamo andando in direzione di incarichi triennali, forse dovremmo anche ripensare a questo punto a questo vincolo quinquennale che continua a pesare sui posti di sostegno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, gentile Presidente, intervengo unicamente per annunciare il voto favorevole di Forza Italia a questo emendamento, comprendendo le ragioni espresse dalla collega Pannarale.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pannarale 1.85, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea e con il parere favorevole della relatrice di minoranza per Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo richiamare l'attenzione su un punto che crediamo significativo. Innanzitutto, per quanto riguarda le assunzioni, è stato inserito il piano di mobilità straordinario per l'anno scolastico 2016-2017 e, all'interno del maxiemendamento approvato al Senato, è stata introdotta una modifica fondamentale, proprio perché non vengono effettuate, come abbiamo sempre detto, le 100 mila assunzioni, ma 50 mila, a decorrere dal 15 settembre 2015, e le altre, con ruolo giuridico, durante il corso dell'anno scolastico.
Proprio per questo riteniamo ancora di più che sia necessario focalizzare l'attenzione, in vista anche del piano straordinario di mobilità, sia per quest'anno, ma soprattutto per il prossimo anno scolastico, sugli utilizzi. Questo emendamento ci viene richiesto da una serie di soggetti interessati, gli insegnanti, che sono stabilizzati e hanno la cattedra in alcune istituzioni scolastiche e poi vengono utilizzati in altre realtà scolastiche per motivazioni legate all'ambito familiare oppure alla disabilità.
Ecco, quello che chiediamo è che, nell'ambito del piano di assunzioni, le persone, i docenti che siano stati utilizzati nello scorso anno scolastico vengano stabilizzati in questo anno scolastico laddove vengono utilizzati. Se non fosse possibile, perché evidentemente è chiaro che c’è un parere contrario del Governo, chiediamo di fare una riflessione, perché i docenti utilizzati in questo momento stanno chiedendo, anche in vista del futuro che hanno di mobilità straordinaria per il 2016 e 2017, di essere stabilizzati laddove vengono utilizzati .
PRESIDENTE. Se non vi sono altri che chiedono di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 1.86, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle e sul quale della relatrice di minoranza per Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento entriamo nel merito di come deve essere organizzata e realizzata una prova del concorso. Noi abbiamo sempre sostenuto che alla scuola si dovesse accedere per pubblico concorso, come prevede l'articolo 97 della Costituzione, e che non si dovessero lasciar passare – come è successo, ahimè dal 1999 al 2012 – moltissimi anni, più di un decennio, prima che si svolgesse un concorso pubblico nazionale su base regionale. È la motivazione per cui molto probabilmente – diversamente da quello che ho sentito dire, in modo anche strumentale, all'interno di quest'Aula – siamo arrivati ad una situazione di così ampio precariato. Ed è evidente che, se non si sono banditi concorsi dal 1999 fino al 2012, è stata una scelta voluta – non è stata una scelta casuale –, è stata una scelta voluta probabilmente per continuare ad alimentare il bacino del precariato. Nel 2012, quando fu bandito il concorso dal Ministro Profumo, più volte abbiamo chiesto che venissero ammessi con riserva coloro che allora stavano svolgendo il primo ciclo del TFA o che si aspettasse perlomeno la conclusione di quella finestra. Detto questo però io credo che i concorsi siano una grande opportunità: concorsi pubblici per i quali devono essere stabilite con chiarezza e in modo innovativo – rispetto a quello che abbiamo visto fino ad oggi e che ha creato un grande contenzioso – le prove preselettive, le prove concorsuali, la valutazione dei titoli, la valutazione del servizio – soprattutto per chi ha svolto percorsi formativi altamente qualificanti – e anche la costituzione delle commissioni giudicatrici. Quindi, questo vuole essere un richiamo al Governo: quando verrà bandito il prossimo concorso a cattedra – cui potranno partecipare tanti docenti e tanti giovani abilitati – si faccia particolare attenzione alle forme innovative con cui svolgere il concorso, che deve essere appunto il sistema unico per accedere alle scuole italiane.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 1.89, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre la relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia e Libertà si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. In questo emendamento viene preso in considerazione il comitato per la valutazione dei docenti. Nel nostro emendamento viene introdotto un correttivo rispetto al testo, perché, quando si parla di valutazione del merito finalizzata all'assegnazione, ovviamente, di un da parte del dirigente scolastico ai docenti, sono stabiliti dei criteri.
E viene stabilito un criterio fondamentale, che è quello di collegare il merito, che i docenti dimostrano anche nel momento in cui superano un concorso – il concorso ha valore di merito, sostanzialmente, incarna il merito – a una cosa importante, cioè alla qualità dell'insegnamento; si collega il merito alla qualità dell'insegnamento e al successo formativo dei nostri studenti.
Noi abbiamo, però, aggiunto anche un altro aspetto, che credo debba essere tenuto in considerazione nel momento in cui il comitato di valutazione dei docenti stabilisce i criteri sulla base di una serie di indicatori, che sono le lettere qui contenute. Non vanno considerate, secondo noi, solo la qualità dell'insegnamento, che sicuramente è fondamentale e determinante, e le responsabilità assunte nell'organizzazione dell'istituzione scolastica, ma anche l'ottemperanza al codice di comportamento dei dipendenti pubblici, che è un altro aspetto importante che molto spesso non viene preso in considerazione, nonostante il fatto che i dirigenti scolastici spesso si trovino di fronte proprio a dover comminare delle sanzioni o, comunque, a dover richiamare i docenti proprio su questo aspetto.
Quindi, questo dovrebbe essere un altro aspetto da tenere in considerazione. Noto con piacere che viene fatto proprio, all'interno di questo disegno di legge, il comitato per la valutazione; ne abbiamo discusso tantissimo nel corso della scorsa legislatura, quando si era parlato del nucleo di valutazione interna nelle scuole nel disegno di legge dell'allora onorevole Aprea. Quindi, viene introdotto, anche se con delle differenze, ovviamente, un principio che noi da sempre abbiamo sostenuto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 1.98, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale la relatrice di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si è rimessa all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie, signora Presidente. Noi siamo all'articolo 11 che prevede il comitato di valutazione dei docenti e tra i criteri che prevedono la premialità per i docenti stessi c’è una bizzarria che non ci è sfuggita e che vorremmo non sfuggisse a tutta l'Aula: uno dei criteri per valutare positivamente il lavoro di un docente è il successo formativo e scolastico degli studenti stessi. Perché è bizzarro ? Perché è chiaro che quando si promette un tenendo conto degli studenti che hanno i voti migliori, chi dovrà, in qualche modo, concorrere a ricevere quel sarà portato naturalmente a dare i voti migliori.
È una cosa che, secondo noi, va corretta insieme alla composizione del comitato stesso, che prevede, altra bizzarria, la presenza anche degli studenti. È come chiedere ai malati di giudicare il proprio medico, dipenderà sempre dalla qualità delle cure, ovviamente, come qui dipenderà dalla qualità, ma anche dalla simpatia degli insegnanti. Noi stiamo creando un atteggiamento mercantile all'interno delle scuole, per cui si rincorre il consenso, piuttosto che rincorrere il merito e la qualità dell'insegnamento. A noi non sembra giusto che i docenti vengano messi in questa condizione e non sembra giusto che nemmeno gli alunni vengano messi in una condizione per cui bisogna concorrere con il consenso a definire la qualità dell'insegnamento che hanno ricevuto. Bisogna concorrere con la formazione, con la serietà, con le risorse, a formare migliori insegnanti e migliori discenti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pannarale. Ne ha facoltà.
ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Quando avete deciso di affidare tutte queste prerogative al dirigente scolastico e avete sequestrato la dignità dei docenti e la libertà di insegnamento, vi siete dimenticati i criteri. Quindi, le graduatorie stabilivano un criterio oggettivo, la scelta del dirigente è stata fatta sulla base di criteri discrezionali. Nel caso del comitato di valutazione non vi siete dimenticati i criteri, però, devo dire, che avete scelto dei criteri che sono talmente assurdi da non poter essere applicati. In merito al successo formativo scolastico degli studenti (del pasticcio ha già parlato il mio collega Giordano), io vi chiedo come farete ad applicare un criterio di questo tipo ? Il successo formativo non è un voto, ma riguarda quella che è la storia del ragazzo, quella che è la sua condizione sociale di partenza, quello che è il suo vissuto, quello che è il suo percorso di vita. Ancora una volta vi dimenticate della natura del lavoro scolastico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vacca. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare, ovviamente, il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle su questo emendamento, anche perché questo è esattamente identico a un emendamento da noi presentato, ma non segnalato, e proprio per contestare uno dei criteri che si vuole inserire con questo provvedimento che, di fatto, si tradurrà in nient'altro che nell'inserimento, nei criteri di valutazione dei docenti, dei voti degli studenti.
Se un docente metterà a tutti voti alti, potrà avere il premio da parte del dirigente. Se magari il docente fa copiare i ragazzi durante le prove Invalsi, potrà avere il premio da parte del dirigente. Questo, badate bene, già in parte avviene nelle nostre scuole. Accade perché, purtroppo, noi stiamo andando verso il cosiddetto cioè l'insegnamento finalizzato ai che in Italia si traducono nello strumento Invalsi e che, all'estero, dove questo strumento viene applicato già da decenni, sta mostrando tutte le criticità. Ci sono studi e docenti universitari che dimostrano come nelle scuole dove si segue il ovvero l'insegnamento finalizzato alla valutazione con ci sono percentuali di dei bambini e dei ragazzi altissime, ci sono casi di esaurimento nervoso, ci sono casi e casi di psicologico fortissimo.
Allora, perché noi dobbiamo andare nella direzione che già tutti stanno contestando e tutti cercano di rivedere ? Con questo emendamento avalliamo questo sistema e, di fatto, stiamo regalando voti alti a tutti i nostri docenti, educando i nostri alunni a entrare in competizione fra di loro, perché, se entrano in competizione tra di loro, otterranno voti più alti, anche magari truccando, e il docente avrà come premio, appunto, la valutazione favorevole del dirigente. Per questo noi contestiamo fortemente questo sistema e voteremo favorevolmente l'emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Grazie Presidente. Questo impianto della «Buona scuola» dimostra la schizofrenia governativa. Io sono un docente che, in pratica, è stato formato attraverso Indire, la società che fa la formazione dei docenti. Durante questa formazione mi hanno insegnato e formato per fare per fare insegnamento personale in modo da includere, piuttosto che mettere in concorrenza, gli studenti. Poi, invece, dopo tutta questa bella formazione, questa sì documentata dalla società scientifica, che si ispira comunque alle pedagogie di Montessori, Don Milani e quelli che il Governo cita e poi massacra in realtà nel disegno di legge...Allora, mentre tutto questo avviene, voi procedete in maniera schizofrenica a fare l'inverso di quello che chiede la pedagogia internazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Malpezzi. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie Presidente. Intervengo solo per un chiarimento. Lo dico da insegnante che si è occupata di successo formativo a scuola per tanti anni. Successo formativo non significa avere dei ragazzi eccellenti, ma significa riuscire a tenere insieme tutti i ragazzi, tutti quelli che partono da livelli differenti, riuscire a fare un'analisi dei progressi che questi hanno fatto, riuscire a farli stare sereni. Questo è il successo formativo, che è la serenità per i nostri studenti.
Questo è uno dei criteri. Se un di docenti riesce a fare funzionare una classe difficile, se un di docenti riesce a consentire a tutti i ragazzi di arrivare a dei livelli che possano essere accettabili, se un di docenti riesce a fare un lavoro serio, didattico, pedagogico che consenta ai ragazzi davvero di stare bene a scuola, perché questo dovrebbe essere motivo di per i ragazzi ? Non potrebbe essere invece un elemento per cui i nostri studenti vanno a scuola felici ?
Il comitato di valutazione non valuta. Il comitato di valutazione stabilisce dei criteri, criteri che quindi serviranno per potere «valutare» – in questo termine sì – in che modo confrontarsi all'interno della scuola per la cosiddetta vicenda dei 200 milioni della premialità. Qui non stiamo parlando della valutazione dei docenti, ma stiamo parlando di un sistema che ogni scuola attuerà sempre nell'ottica dell'autonomia e della libertà e che farà in modo davvero di trovare quelle che possono essere le metodologie migliori per segnalare il lavoro ottimo fatto dai docenti, che spesso si trovano in trincea e in barricata. Questo è il significato del successo formativo, questo è il significato di una scuola che funziona.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, gentile Presidente. Intervengo solo per aiutare i colleghi a fare mente locale. In questo caso siamo in quello che nella prima lettura era l'articolo dedicato allo . Allora, siccome noi, come ho detto in quella occasione, nel primo passaggio qui alla Camera, siamo convintamente favorevoli all'implementazione di questa norma, che è una norma, a nostro avviso, di sussidiarietà vera, che coinvolge la comunità e coinvolge chi può dare di più nei confronti della propria scuola, in occasione di questo emendamento noi invitiamo a votare e votiamo per sopprimere il tetto dei 100 mila euro che è stato introdotto al Senato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.112 su cui tutti i pareri sono contrari.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. In questo caso tocchiamo un altro punto nevralgico e fortemente contestato del provvedimento sulla cosiddetta «Buona scuola», cioè quello del finanziamento alle scuole. In questo caso stiamo parlando di erogazioni liberali, di . Si prevede che, con erogazioni liberali fino a 100 mila euro – addirittura prima non era previsto neanche un tetto, è stato inserito un tetto comunque altissimo al Senato di 100 mila euro – i privati possano finanziare una singola istituzione scolastica.
Con questo emendamento, noi riduciamo il tetto a mille euro. Ovviamente, come ben sapete, possiamo intervenire con gli emendamenti soltanto sulle parti modificate dal Senato. Noi avevamo presentato emendamenti, sia durante la prima lettura che al Senato, per abrogare questo finanziamento o quanto meno per renderlo più equo, facendo in modo che venisse redistribuito tra tutte le scuole; cosa che, invece, non avviene. Infatti, l'impianto previsto adesso fa in modo che i privati possano entrare in maniera consistente all'interno delle scuole e probabilmente condizionarne anche l'offerta formativa. Infatti, noi ci immaginiamo cosa chiederà in cambio un facoltoso genitore a una scuola quando andrà a donare 50 o 100 mila euro, oppure che cosa potrà chiedere in cambio anche un genitore che potrà permetterselo, che occhio di riguardo potranno avere i docenti e gli stessi dirigenti verso quel figlio il cui genitore ha donato così tante risorse alla scuola.
Inoltre, il criterio che noi stiamo introducendo di fatto creerà scuole di serie e di serie perché le scuole che potranno contare su un contesto socio-economico più favorevole e magari hanno figli di genitori facoltosi, che possono sborsare molti soldi e permettersi lauti finanziamenti, potranno contare su molte risorse. Le scuole, invece, che non potranno contare su queste risorse di fatto verranno abbandonate a loro stesse, considerando che il Governo ha intenzione di tagliare i fondi alle scuole, come abbiamo dimostrato anche prima. Questo provvedimento, quindi, è un provvedimento fortemente contestato e che dimostra la reale volontà del Governo ovvero distruggere il sistema di istruzione pubblico italiano, assassinare quello che fino ad oggi comunque ha garantito, tra mille difficoltà e non l'abbiamo mai negato, livelli di apprendimento e livelli di formazione alti e riconosciuti da tutti gli altri sistemi europei. C’è da ricordare anche un altro provvedimento che andava in questa direzione ovvero il cosiddetto 5 per mille cioè la possibilità di devolvere il 5 per mille alla singola istituzione scolastica e che è stato momentaneamente eliminato da questo provvedimento ma che il Governo ha già annunciato che riproporrà non appena ce ne sarà la possibilità. Noi contestiamo fortemente queste misure e invece chiediamo che, se ci devono essere contributi volontari, ricordiamo che già oggi le famiglie contribuiscono al sistema scolastico, ai fondi delle scuole per 400-500 milioni di euro. Già oggi le famiglie cacciano di tasca propria attraverso una tassa occulta, che viene chiamata contributo volontario, ma che in realtà non è un contributo volontario perché viene chiesto in maniera quasi obbligatoria da moltissime scuole all'inizio dell'anno scolastico; le famiglie già oggi sono costrette a contribuire e noi abbiamo denunciato moltissime volte situazioni per le quali alcuni dirigenti utilizzavano questo strumento per discriminare gli stessi alunni. Vale a dire situazioni nelle quali gli alunni, che non potevano permettersi l'erogazione cosiddetta liberale o volontaria, venivano discriminati all'interno delle nostre classi e quindi relegati ai margini e non si poteva permettere a questi ragazzi di svolgere le attività. Figuriamoci che cosa accadrà adesso nelle nostre scuole nel momento in cui daremo la possibilità ai privati di entrare in maniera così dirompente all'interno dell'offerta formativa delle nostre istituzioni scolastiche .
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento e che la Presidenza ha concesso, come da prassi, un aumento dei tempi che è pari ad un terzo di quello originariamente stabilito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brescia. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Presidente, in un Paese normale lo Stato finanzia la scuola pubblica. In un Paese malato come è diventato l'Italia, asservito e legato dai lacci e dai vincoli di un'Europa che non ci permette di investire lì dove dovremmo ossia nella scuola e sul futuro del nostro Paese, la normalità va a farsi benedire e si cercano scorciatoie per far arrivare i fondi alle scuole. Non è più lo Stato che finanzia ma saranno i presidi che dovranno andare a caccia di denaro dalle famiglie facoltose, se ve ne saranno, nei territori in cui sorge quella scuola per poter far funzionare bene quelle scuole. Lì dove invece ci saranno quartieri poveri dove la gente non può permettersi neanche di mangiare perché non ha un lavoro, le scuole cadranno a pezzi così come sta già accadendo e non ci sarà l'opportunità per gli studenti di formarsi in maniera adeguata e riscattarsi socialmente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Micillo. Ne ha facoltà. Atteniamoci ai tempi, colleghi, per favore.
SALVATORE MICILLO. Presidente, centomila euro per investire nella scuola: perché ormai non è più scuola pubblica o privata ma è scuola SpA. Ognuno potrà investire nella scuola che gli piace, il preside andrà a cercare investimenti, caso mai domani troveremo pubblicità nelle nostre scuole, casomai una pubblicità di computer; si farà così pubblicità e si metteranno i computer nelle scuole. Allora, a questo punto, ditelo chiaramente qual è il progetto della scuola pubblica: non più aprire le menti ma mettiamoci anche un bel codice a barre su ogni studente così capiremo che non sono più studenti ma merci
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Signora Presidente, il tema delle erogazioni liberali è un tema fondamentale di questo provvedimento, non tanto per l'effettiva incidenza e l'effettivo impatto che potranno avere, quanto per la cifra culturale che, in qualche modo, tradiscono. Ogni volta che lo Stato chiede ai privati di farsi carico, in qualsiasi modo, con proprie risorse, di un compito suo, di una sua responsabilità costituzionale, lo Stato sta arretrando rispetto a quella responsabilità e a quel dovere. Vedere lo Stato italiano abbandonare, passo dopo passo, la scuola repubblicana, fa un po’ tristezza, oltre a spaventare e in qualche modo ci indica un certo futuro: ormai, questo Governo e questa maggioranza, e ahimè il Partito Democratico, in particolar modo, vedono, come un futuro ineludibile, quello in cui lo Stato arretra sulla sanità, arretra sui servizi, arretra sulla scuola cioè arretra sull'impianto che abbiamo definito Stato sociale e che è stato l'architrave, in questo continente e in questo Paese, delle democrazie avanzate che ancora pretendiamo di rappresentare.
Lo dicevo anche ieri, voi la chiamate austerità, noi lo chiamiamo disimpegno e non pensiamo e non vogliamo che lo Stato italiano si disimpegni totalmente dalla responsabilità costituzionale precisa che ha verso la scuola; soprattutto non vogliamo, non vorremmo e continueremo a combattere contro questa riforma che introduce quello che già abbiamo definito un mercato all'interno delle scuole, presidi che dovranno cercare risorse, affidandosi a privati. Senza ingenuità vi dico che già accade e già accade nel modo più sbagliato, attraverso sistemi sempre più opachi, che non vanno verso la direzione giusta della trasparenza e del rispetto della legge.
Il tema, quello vero, però, quello di cui parlavo all'inizio, è il tema di uno Stato che voi pretendete più leggero, perché immaginate che non debba fare investimenti sul futuro dei propri cittadini. Noi questa politica vogliamo contrastarla e continueremo a contrastarla insieme agli insegnanti che qui fuori stanno contestando il vostro disegno di legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.
MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente. Dati de quindi, non invento nulla: il reddito medio per contribuente in Lombardia è di 20.172 euro, prendo un esempio qualsiasi, in Abruzzo di 13 mila euro, in Sardegna di 13 mila euro e in Molise di 11 mila euro. Questo è un dato statistico che dice una cosa, che anche senza fare i classici raffronti tra Scampia e Milano centro, anche tra regioni dello stesso Paese la differenza è quasi del doppio di reddito medio. Cosa significa questo ? Che è garantito già dalla statistica che uno studente molisano avrà una scuola certamente più fatiscente di uno studente lombardo. Questo è quello che state facendo con questa proposta sulla scuola e che è chiaramente in contraddizione con la Costituzione italiana che afferma che tutti i cittadini sono uguali in quanto a dignità e in quanto a possibilità di accrescere il livello di istruzione . Questa è la vostra proposta, è inutile che cerchiate di tirare a campare, dicendo ancora balle sulla vostra proposta per la scuola che è veramente incostituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente. Chiedo l'attenzione della maggioranza e, in particolare, del Governo perché vorrei dei lumi, cioè fatemi capire: lo Stato non finanzia la scuola pubblica, ma finanzia la scuola privata. Nel contempo, la scuola pubblica apre ai finanziamenti privati, allora a questo punto...
PRESIDENTE. Deputati, per favore, è possibile seguire gli interventi, anche per chi li sta facendo...Grazie, mi rivolgo ai deputati in cima, alla mia destra. Deputato Buttiglione, per favore...
Prego, deputato Cominardi, continui.
CLAUDIO COMINARDI. Allora, ricapitolo, non capisco una cosa: lo Stato non finanzia la scuola pubblica, ma finanza la scuola privata, però nel contempo la scuola pubblica apre ai finanziamenti privati.
Quindi, siamo al paradosso. Che i privati finanzino i privati e la scuola pubblica rimanga pubblica con i finanziamenti pubblici, perché questo è il paradosso . Allora, visto che con un emendamento abbiamo, quanto meno, proposto di abbassare il tetto – capito, Faraone ? – dai 100 mila ai 1.000 euro, vorrei da voi delle spiegazioni, delle ragioni per cui avete espresso parere contrario rispetto a questa nostra proposta e chiedere qual è il vostro fine, quali sono i vostri obiettivi: trasformare la scuola in un'azienda ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Fare entrare i capitali privati all'interno della scuola pubblica è la morte della scuola pubblica. È inutile che ci prendiamo in giro: consentire a privati e ad aziende di finanziare la scuola pubblica significa praticamente concederla in mano ai privati. La scuola pubblica non sarà più pubblica ! Chi finanzierà con tantissimi soldi – perché, ricordiamoci che la soglia di 100 mila euro è solo per la possibilità di detrarre, ma poi qualsiasi cifra può esser data alle scuole –, quando questo avverrà, saranno i privati a controllare la scuola pubblica. È inutile che lo facciamo. Abbiamo visto già con i vostri partiti che chi vi finanzia vi controlla ! E sarà così anche per le scuole !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo davvero un'idea molto diversa della scuola e di quello che deve essere il suo futuro ed il suo destino. La scuola che noi desideriamo è una scuola che appartiene ad una comunità. La scuola che volete voi è una scuola che appartiene allo Stato: tutte le scuole d'Italia devono essere fatte allo stesso modo; gli insegnanti si prenderanno attingendo dalle medesime graduatorie, insegneranno le stesse cose, entreranno in aula con il medesimo piede – destro o sinistro che sia non ha importanza – ed usciranno dall'aula pure con il medesimo piede, conformemente ad una circolare emanata dal Ministro.
La scuola che vogliamo noi è una scuola che è diversa da una città ad un'altra, da un paese ad un altro. È una scuola che appartiene ad un comune, che appartiene ai genitori, che appartiene ad un gruppo, il quale sceglie di educare in un certo modo. Per questo, noi vogliamo che questa scuola abbia come responsabile un preside che ha dei poteri reali, perché deve costruire un progetto educativo e su questo progetto educativo deve poi andare a cercare il consenso dei genitori. Non abbiamo paura che questo preside faccia le assunzioni secondo le intimidazioni della camorra, perché questo preside dovrebbe essere giudicato dai genitori, che, se non condividono il progetto, lo mollano e se ne vanno in un'altra scuola. Purtroppo, non siamo andati proprio fino in fondo, anzi abbiamo appena un vagito di una scuola nuova, in questo provvedimento, ma le vostre critiche ci rendono più speranzosi nel processo futuro, nel fatto che in futuro si possa andare avanti verso una scuola nuova, di tipo diverso, in cui i genitori scelgono tra scuole che hanno progetti alternativi. Qualcuno si scandalizzava dicendo: ah, magari quell'insegnante che consigliava di andare al potrà guidare una scuola ! Io non mi scandalizzo all'idea che un insegnante, il quale, invece, aderisce alle possa avere la sua scuola. Che ce l'abbia ! Scelgano i genitori, se mandarli in una scuola, in un'altra o in un'altra ancora ! E quando una scuola appartiene a un territorio, quando una scuola appartiene a una comunità, quando una scuola appartiene a una regione, a una cultura, questa scuola è qualcosa di cui quella regione, quella cultura, quella comunità, si fa carico, ed è anche normale che ci investa dei soldi. Io non immagino che ci siano tanti genitori che danno 100 mila euro alla loro scuola, ma, se c’è un'area, magari un'area vicina a Vittorio Veneto, nella quale si produce del vino eccellente, e nella stessa area c’è una scuola che ha un progetto educativo che mette la vinicoltura al centro, posso immaginare che in una situazione così l'associazione dei vinicoltori dia dei soldi a quella scuola. Lo posso immaginare perché è successo e tutto il mondo conosce la scuola di Vittorio Veneto, la quale prepara i migliori viticoltori del mondo. Questa è la scuola che vogliamo noi, non illudetevi.
Nel mondo di domani ci sarà bisogno di concentrare nella scuola enormi risorse, molto più grandi di quelle che lo Stato italiano possa metterci; è allora importante che noi incentiviamo i genitori, le associazioni imprenditoriali, i sindacati, tutte le realtà che possiamo coinvolgere ad investire sulla scuola, perché altrimenti non avremo dei giovani che escono dalla scuola in grado di affrontare un mercato del lavoro sempre più pieno di possibilità, ma anche sempre più aspro e difficile !
Anche l'idea che ho visto condannare come se fosse uscita dal cervello di Belzebù, che magari a scuola un po’ di competitività non fa male, io credo che dobbiamo educare i nostri giovani anche alla competitività. La competitività, purché leale, non è una cosa sbagliata, perché la vita è competitiva, perché nella vita faranno esperienze nelle quali gli sarà chiesto di saper essere competitivi ! Abbiamo bisogno di rinnovare profondamente questa scuola e se qualcuno di voi mi dice «siamo contenti di una scuola come quella che abbiamo adesso e contiamo che equipaggiati da questa scuola i nostri figli nel secolo XXI andranno avanti e si faranno onore nel mondo», io vi dico riflettiamo un attimo assieme, salviamo i grandi valori di questa scuola ma non nascondiamoci dietro un dito: questa scuola ha bisogno di essere profondamente rinnovata e restituita alle famiglie, alle città, alle regioni, al territorio. Ha bisogno di essere, scusatemi la parola, destatalizzata !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.
VEGA COLONNESE. Stavo riflettendo proprio sulla nostra proposta e mi sono trovata davanti a questo assunto: vi è la possibilità di mettere in detrazione 100 mila euro. Ora, chi è che potrà mettere le mani sulla scuola ? Anche le persone che hanno delle aziende, delle situazioni economiche anche solo in odore di, in cui non c’è la vera prova concreta, ma che magari nel paesotto in cui c’è una determinata scuola si sa che quello è il signorotto locale e non si capisce come mai abbia fatto questi soldi, però regolarmente potrà mettere in detrazione questi 100 mila euro. Che succede ? Queste persone che vogliono magari trovare un minimo riscatto, un minimo di libertà, anche mandare a scuola i propri figli in un contesto positivo, si troveranno a dover affrontare l'ennesimo ricatto, cioè avere una scuola che non è libera e completamente formativa per il proprio figlio che la frequenterà. Questo è il ricatto morale che viene fatto senza l'approvazione di questo emendamento, perché il vantaggio di avere una scuola statale è quello di avere la piena libertà di poter affidare i propri figli allo Stato, che dovrebbe essere l'organo più onesto !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Non pretendo di convincere oggi l'Aula di quello che non riuscii a fare la prima volta che discutemmo questo provvedimento. Poiché mi sembra che il dibattito sia tutto indirizzato correttamente sul fatto che sia sbagliato richiamare ancora una volta le famiglie, chi possa farlo, a finanziare la scuola pubblica, questo è certamente sbagliato, dovrebbe essere compito dello Stato ottemperare ai propri doveri costituzionali. Vorrei solo ricordare che lo questa pessima invenzione del Governo, a parte squilibrare le risorse evidentemente fra scuole più ricche e scuole più povere, ma è destinato all'intero sistema nazionale di istruzione, quindi anche alle scuole private. Questa è la parte ancora peggiore dello che questi 100 mila euro, ora per fortuna solo 100 mila, possono essere destinati a finanziare le scuole pubbliche e possono essere destinati a costruire, finanziare, creare scuole private, persino investimenti immobiliari chiamati scuole private, perché persino alla realizzazione di strutture. Questo state votando che almeno nel disinteresse ciò rimanga agli atti e che ve ne sia la consapevolezza !
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta la Presidenza concederà, come da prassi, anche a tale gruppo un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, ci sembra chiaro, almeno per noi, che la scuola deve essere uguale per tutti, le risorse debbono distribuite in modo equo e quindi dare la facoltà di scegliere anche la cifra a una scuola piuttosto che a un'altra, senza distribuire in maniera equa queste risorse, chiaramente, ci fa sospettare che ci saranno sicuramente scuole migliori delle altre e questo uno Stato, un legislatore non lo deve permettere.
Concludo il mio intervento ricordando, per far capire anche un po’ il significato di questa volontà da parte del Governo, una battuta che in molti ci hanno fatto quando siamo andati in giro a parlare appunto della scuola: chi paga l'orchestra ordina la musica. Noi questo non lo possiamo permettere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Signor Presidente, quando Buzzi del sistema «Mafia capitale» mette sul libro paga molti degli esponenti del Partito Democratico di Roma chiede in cambio appalti e fa in modo di arricchirsi, coinvolgendo anche i dirigenti del comune di Roma. Cosa succede quando un Buzzi investe i suoi soldi in una scuola e decide di chiedere in cambio gli appalti magari dei campi estivi dei bambini e i ragazzi ? Non dirà più «i clandestini fruttano più della droga», ma dirà «i bambini fruttano più della droga» .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ascani. Ne ha facoltà.
ANNA ASCANI. Signor Presidente, intervengo intanto per ricordare che una sentenza del 2000 ha sancito la legittimità costituzionale di una legge, la n. 449 del 1997, che disciplina le sponsorizzazioni che riguardano gli enti pubblici e il decreto interministeriale n. 44 del 2001 ne ha codificato l'uso nelle scuole. In altre parole, questo avveniva 14 anni fa, questo è già legge e non viene introdotto con questo disegno di legge, per cui anche questo forse aiuta a comprendere quello che sta succedendo anche in quest'aula.
Per quanto riguarda le scuole di serie A e di serie B, posso anche comprendere il ragionamento che alcuni colleghi fanno, però poi dobbiamo essere tutti onesti nell'ammettere che oggi in Italia le scuole di serie A e di serie B purtroppo esistono, anche nello stesso quartiere e nella stessa città. Allora noi queste disuguaglianze, invece che ignorarle, dovremmo imparare a colmarle e imparare a lavorarci per colmarle. Per questo che una cosa importantissima è stata introdotta al Senato rispetto allo strumento dello quel fondo perequativo: cioè, io so dove va la mia erogazione liberale ma una parte di quella erogazione viene ridistribuita quelle scuole che hanno di meno, a quelle scuole che sono più in difficoltà. Credo che questo, che ovviamente si aggiunge e non è sostitutivo rispetto al finanziamento che lo Stato deve garantire alla scuola pubblica (qui siamo completamente d'accordo), questo intervento va nella direzione giusta. In più, vorrei ricordare che grazie a un lavoro fatto nella Commissione della Camera in prima lettura di questo provvedimento una delega che aveva creato molte preoccupazioni, che poteva aprire all'ingresso dei privati nel consiglio di istituto e quindi alle preoccupazioni che prima venivano espresse, è stata stralciata. In altre parole, non ci sarà nessuna riforma degli organi collegiali connessa a questo disegno di legge, quindi questa preoccupazione è stata assolutamente evitata. Dovremmo imparare a vedere il lato positivo di questo strumento perché nessuno pensa di sostituire con lo il finanziamento che invece lo Stato deve garantire alla scuola pubblica che qui cerchiamo di ripristinare dopo anni che hanno prodotto il segno meno nella scuola .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, riguardo ad alcuni interventi fatti sia stamattina dal collega Fedriga, ma anche prima dal collega Buttiglione, evidentemente, parlano persone che non conoscono la scuola. Mia madre insegna e so con certezza che già la scuola attuale promuove la conoscenza del territorio e la promuove con un livello di approfondimento importante.
Quindi non è vero che la scuola pubblica adesso non permette agli studenti di conoscere sia il bagaglio culturale del Paese a livello nazionale ma anche quello territoriale. E aggiungo un'altra cosa importante, prima chiedeva il collega Buttiglione quale scuola vogliamo. Io non so quale scuola vuole lui, però sicuramente dovremmo dare a tutti i ragazzi pari opportunità per poter conquistare poi con i meriti una loro carriera o la realizzazione del loro futuro. La scuola invece che vogliono loro, che è la scuola che si divide in serie A e serie B, ci darà un futuro di persone che sono abituate a conquistare la poltrona...
ALFONSO BONAFEDE. ...grazie, concludo, alla fedeltà ad un sistema che li ha assecondati. Questa non è la scuola del futuro, è il PD .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, il punto è molto chiaro, hanno trasformato la scuola pubblica in paritaria, che è una scuola privata, e adesso ancora di più la riprivatizzano ancora, la paritaria già la sovvenzionavano, questa la sovvenzionano con i loro soldi, cosa succederà ? Non è scuola di serie A e di serie B, io sono completamente contrario a questo modo di dire. È una scuola per i figli dei deputati, per i figli dei Presidenti della Camera e del Senato, per i figli dei manager, per i figli dei massoni e poi dall'altra parte c’è la scuola per i figli dei cittadini normali . È questa la differenza, perché chi ha modo di mettere i soldi nella scuola lo farà nelle scuole dei propri figli, nelle scuole di via Vittorio Veneto, nelle scuole dei quartieri alti delle varie città, mantenendo scuole per ricchi e scuole per poveri, è questo il fatto .
PRESIDENTE. Deputato Tancredi ! Deputato Tancredi ! Allora, per favore, colleghi, possiamo continuare questo dibattito ? Ognuno qua sta esprimendo il proprio parere e vi prego di consentire che ci sia la possibilità per tutti di esprimere il proprio parere. Per favore, abbiamo tenuto fino adesso un andamento dei lavori ordinato, quindi vi prego di continuare in questo senso. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Casellato. Ne ha facoltà.
FLORIANA CASELLATO. Signora Presidente, io sono anche un'insegnante, oltre che una parlamentare, sono in aspettativa ovviamente adesso. Ho sentito molti citare le loro mamme insegnanti, allora dico, la scuola dell'autonomia nella mia zona, almeno parlo per il Veneto, poi penso anche ad altre regioni, esiste già dal 2001, come ricordava la collega Ascani. Le sponsorizzazioni e le donazioni sono una cosa normale, i laboratori di informatica, i laboratori di fotografia, sono stati sempre sponsorizzati dalle aziende locali, dalle sagre e dai comitati che fanno le sagre e nessuno ha mai imposto a me o ai dirigenti scolastici della mia zona di insegnare determinate cose. La libertà di insegnamento c’è ancora ed è un valore, la scuola l'hanno sempre fatta gli insegnanti, al di là dei Ministri che si sono succeduti. Per quanto riguarda gli indirizzi programmatici e le linee guida, c’è già la parte nazionale...
FLORIANA CASELLATO. ...e la parte su cui un'insegnante può lavorare, caro collega Fedriga, rispetto ai valori locali, basta che gli insegnanti abbiano voglia anche di aggiornarsi e di studiare
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Del Grosso. Ne ha facoltà.
DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, il problema è che creare questo sistema all'interno della scuola crea una disparità tra una scuola e l'altra, sta solo lì la differenza, non stiamo parlando di una sagra di paese, come pensa il PD. Oltretutto, abbiamo fatto una proposta molto equa, abbiamo detto: anziché di 100 mila euro, le donazioni facciamole di un massimo di mille euro, che poi a voi è una cifra molto cara, visto che voi mille euro le fate pagare per una cena insieme al PD e insieme a Buzzi questa è la differenza che c’è tra una scuola paritaria per tutti, una scuola uguale per tutti e quello che invece oggi volete voi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.
GIULIA GRILLO. Signor Presidente, io vorrei far notare innanzitutto che la parte del Fondo che verrà ridistribuita è solamente il 10 per cento, mentre noi avevamo proposto che tutti i versamenti andassero nel Fondo per evitare uno, come abbiamo detto, scuole di serie A e scuole di serie B.
Ma soprattutto, cari colleghi, i condizionamenti, perché voi mi dovete dire come si farà ad evitare i condizionamenti da parte di aziende come la Mondadori, faccio un esempio, che versa 100, 200, 300 mila euro in una scuola, o una azienda farmaceutica, per esempio, che versa 100, 200, 300 mila euro, voi come mi garantite che queste aziende non condizioneranno l'andamento di quella scuola ? Avete una responsabilità enorme, enorme, non ve ne rendete conto, ed è gravissimo, siete degli irresponsabili ed è inaccettabile !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.113, i pareri sono contrari di Commissione e Governo e favorevoli dei due relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Intervengo perché è un elemento che è emerso nel dibattito che abbiamo appena svolto. Con questo emendamento noi chiediamo di devolvere non il 10 per cento del fondo, bensì il 50 per cento del fondo alle scuole, alle istituzioni scolastiche meno fortunate. Perché il problema della vostra scelta e dell'impostazione di questa riforma sta nel fatto che fondamentalmente la scuola, la vostra scuola, per essere buona deve essere anche fortunata. Cioè la scuola buona dovrebbe essere quella che combatte abbandono, dispersione scolastica, che include, eccetera, invece in questo caso la scuola, per non essere abbandonata e poter fare tutte queste cose, deve avere la fortuna di essere collocata in territori mediamente ricchi, con una buona densità di impresa e con la presenza di famiglie sufficientemente benestanti.
Noi siamo in un paese che ha disparità territoriali fortissime. In un paese come questo il Governo dovrebbe davvero investire in maniera corposa nella scuola pubblica. Voi stante arretrando sempre di più dal vostro impegno costituzionale. State affidando la prospettiva di questi istituti scolastici all'investimento di privati e di imprese. E questo significa non soltanto abbandonare le scuole a quello che è il loro destino di partenza – diciamo così – ma abbandonare anche gli studenti. E quando si abbandonano gli studenti, ci si sta in realtà privando della possibilità di non perdere tante intelligenze nascoste che avrebbero bisogno invece di essere opportunamente accompagnate. Il 10 per cento che voi avete deciso di lasciare in questo testo, perché naturalmente non potete accogliere emendamenti, è la cifra della vostra ridicola attenzione nei confronti della scuola pubblica e delle disuguaglianze territoriali
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. È da tante ore che votiamo, ma davvero vorrei chiedere ai colleghi un supplemento di attenzione perché il meccanismo previsto dalla norma è davvero un meccanismo che allarga le divergenze in modo molto, molto grave, per quanto mi riguarda. Vorrei segnalare a chi ha sottolineato che esistono già sponsorizzazioni e quant'altro, che la norma introduce un credito di imposta del 65 per cento, che fa una differenza sostanziale. Dei 100 mila euro che vengono dati ad una scuola, 90 mila rimarranno a quella scuola e 10 mila verranno ridistribuiti su tutto il resto delle scuole – si tratta di dieci euro per ogni scuola –, quindi con una sperequazione che certamente non può essere neanche scalfita dal fondo previsto. E, soprattutto, di quei 100 mila euro, 65 mila verranno sottratti al bilancio pubblico e restituiti a colui il quale ha fatto la donazione. È un meccanismo profondamente regressivo, che peserà in termini non soltanto economici sulla qualità delle nostre scuole, ma anche sociali. Davvero, un supplemento di riflessione, vi chiedo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.
GIROLAMO PISANO. Vorrei aggiungere all'attenzione dell'Assemblea che, in realtà, attraverso il meccanismo della detrazione fiscale si va a fare un vero e proprio finanziamento pubblico. Infatti, quando nel ciclo fiscale complessivo noi rinunciamo al gettito dei 65 mila euro su 100 mila e li diamo ad una singola scuola attraverso l'indiretto finanziamento dell'impresa o del soggetto che ha fatto l'elargizione volontaria, di fatto stiamo facendo una cosa incostituzionale, perché quei 65 mila – che sarebbero rientrati nel gettito generale – in realtà vengono dedicati ad una sola scuola. Quindi quello è un finanziamento incostituzionale, fatto attraverso l'elargizione liberale dei soggetti privati
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Vorrei fare un esempio, diciamo per assurdo, ma nemmeno tanto, perché vorrei che qualcuno mi smentisse. Se capisco bene con questa legge può accadere questo: che io e altri 9 ci mettiamo in società, facciamo una Spa a fini di lucro per costruire e gestire una scuola, una scuola d’élite; che io e gli altri nove decidiamo di donare 100 mila euro ciascuno a questa scuola che li utilizzerà per realizzare l'edificio e le attività; a me e agli altri nove soci che traiamo profitto da questa scuola lo Stato restituisce 65 mila euro a testa dei centomila che abbiamo donato a noi stessi. Io non vedo nulla, nella norma descritta, che vieti una situazione di questo genere. Quindi, noi stiamo di fatto regalando denaro a chi decida di diventare imprenditore nel settore dell'istruzione in concorrenza con l'istruzione pubblica. È vero che facciamo questo ? O qualcuno può smentire che la norma possa produrre questo effetto
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pannarale 1.117, con il parere contrario della Commissione e del Governo e quello favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, più di qualunque nostra parola, che potrebbe essere tacciata di faziosità, credo che su questo tema vada ascoltato chi proprio in quest'Aula ha contribuito a fondare il nostro Stato di diritto. Queste, Presidente, sono le parole di Piero Calamandrei; è un discorso di sessantacinque anni fa, ma sembra scritto ieri sera, anzi domani mattina. È il discorso di chi conosceva l'importanza della cultura e del sapere, di chi si appellava alle coscienze dei giovani e soprattutto non agiva mosso da ideologie, ma solo dai principi che sarebbero poi entrati nella nostra Carta costituzionale che ha contribuito a forgiare.
Sentite che cosa ha da dirvi: «Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare insomma la marcia su Roma (...). Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito ? (...) Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private (...). Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato (...). Attenzione, questa è la ricetta (...). L'operazione si fa in tre modi (...): rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora...
PRESIDENTE. Colleghi, potete abbassare per favore il tono della voce, perché si fa fatica a seguire l'intervento.
SILVIA CHIMIENTI. ...Questa è la ricetta (...). L'operazione si fa in tre modi (...): rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano . Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto: dare alle scuole private denaro pubblico». Questo è il metodo più pericoloso; è la frase più pericolosa di tutta l'operazione. Sono parole di Piero Calamandrei. Allora, Presidente, di fronte a queste parole, forse tutto è un po’ più chiaro, tutto torna: un partito dominante, il Partito Democratico; l'impoverimento della scuola pubblica: il DDL che stiamo votando; l'attenuazione della sorveglianza sulle scuole private: i diplomifici, che io e il collega Vacca abbiamo denunciato più di un anno fa; l'erogazione di denaro pubblico a istituzioni private, la chiamata diretta, i poteri ai dirigenti. Tutto torna, tutto va nella stessa direzione. Trasformare le scuole di Stato in scuole di partito: questo è il vostro unico obiettivo.
Allora, Presidente, io tra dieci anni sicuramente non ci sarò qui dentro, come mi augurava qualcuno prima, perché, a differenza vostra, noi non consideriamo la politica un mestiere e non vediamo l'ora di tornare a fare quello che facevamo prima Io non ci sarò qui dentro, ci sarà qualcun altro al mio posto, ma quello che è certo è che non ci sarete voi. Non ci sarete voi perché avete tradito i vostri elettori, perché avete già perso un milione di voti e continuerete a perderne sempre di più. E con il MoVimento 5 Stelle al Governo questa vergognosa riforma verrà abrogata e noi ricostruiremo tutti insieme la scuola della nostra Costituzione, la scuola immaginata da Piero Calamandrei. Questa è una promessa che noi facciamo ai cittadini italiani
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Non volevo interrompere un'emozione. A me spiace che la maggioranza si vergogni di questa norma, non la difenda e non ne spieghi i contenuti, le motivazioni e le ragioni, e quindi tocca farlo a me, come ho già fatto, peraltro, l'altra volta. Mi permetto tre osservazioni, la prima rispetto al collega Paglia. Invito il collega Paglia a leggere la norma: la norma, a mio avviso, è assolutamente chiara.
Le erogazioni liberali sono premiate con quel premio fiscale quando vanno a incidere su istituti che sono già esistenti, cioè luoghi fisici già esistenti: basta leggere l’ dell'attuale comma 145. Una seconda considerazione, perché ha ragione il collega Giordano e hanno ragione, dal loro punto di vista, anche i colleghi del MoVimento 5 Stelle: qui vi è veramente una diversità di impostazione culturale.
Guardiamo i dati: i dati del 2014 ci dicono che il 95 per cento dei contribuenti italiani ha versato tra 15 mila e 50 mila euro di tasse allo Stato, il 95 per cento; solamente lo 0,1 per cento, 30 mila persone, hanno superato i 300 mila euro di reddito. Allora, vedo veramente difficile – certo, mi direte che vi è la grande evasione e i 60 miliardi – che vi siano in Italia centinaia di migliaia di persone pronte a comprarsi le scuole, semplicemente perché i dati dell'IRPEF, dei versamenti IRPEF, ci dicono che queste persone non esistono.
E allora dico un'altra e ultima considerazione, la dico senza ironia: voi usate la parola «privati» con disprezzo . Quelli che voi chiamate privati, noi li chiamiamo semplicemente cittadini, li chiamiamo cittadini ! Lo dico senza ironia: sono cittadini, membri della comunità, e, se un membro della comunità, il 45 per cento della quale guadagna sotto i 15 mila euro, versa 100 euro, ricavandone in capo 65 di sconto fiscale, diluiti in tre anni, a favore della scuola statale del proprio quartiere, sia esso in centro o in periferia, o al nord o al sud, onestamente non ci vedo nulla di male, ma ci vedo che la scuola pubblica statale diventa una scuola della comunità, diventa realmente una scuola del popolo .
E, quindi, sotto questo punto di vista, veramente mi dolgo del fatto che questa maggioranza non abbia il coraggio di difendere uno dei pochi punti realmente qualificanti di questo provvedimento. Termino: si è detto «togliete alla scuola statale per dare alle scuole non private, ma paritarie». In realtà, qui dentro alle scuole paritarie, ai genitori che iscrivono i figli alle scuole paritarie, viene data semplicemente una carezza, poche decine di euro.
E non sono certamente quelle poche decine di euro che sbilanciano la situazione, a fronte di una realtà che nuovamente fa sì che, se le scuole paritarie, domani, magicamente, o meglio, tragicamente, scomparissero dal nostro Paese, lo Stato, cioè tutti noi, dovrebbe versare 6 miliardi di euro. Ho finito e vi ringrazio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scotto; prendo atto che vi rinunzia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Siamo stati sfidati, come maggioranza, ad intervenire per difendere questa norma e allora lo faccio molto volentieri, anche perché sono molto preoccupata dell'idea di Stato che emerge da questo dibattito non proprio entusiasmante. Qui si parla dei cittadini come altro dallo Stato; i cittadini vengono concepiti come qualcosa che guardano allo Stato come un insieme di corrotti a cui chiedere soldi, a cui sottrarli con l'evasione fiscale. Invece, lo Stato siamo noi, siamo tutti noi, e mi sorprende che i giovani non abbiano questo senso di comunità.
Per cui, non solo non mi scandalizza, ma trovo del tutto positivo che i cittadini contribuiscano con quello che possono, con i soldi, volendo, con la loro azione volontaria, con il loro contributo, con le imposte e con i contributi volontari. Non sarà, quindi, attraverso delle norme così repressive, come vogliono questi giovani, tra l'altro la cosa mi stupisce moltissimo, che si toglierà la possibilità di dare volontariamente allo Stato, come comunità a cui tutti apparteniamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Intervengo solo perché devo una risposta al collega Palmieri, visto che credo ancora di sapere leggere, anche se con qualche difficoltà, però «spettano per la realizzazione di nuove strutture scolastiche». A me la realizzazione di nuove strutture scolastiche fa venire in mente l'edificazione, non qualcosa di diverso, però potrei sbagliarmi. Detto questo, rispetto all'ultimo intervento, ne approfitto dei minuti che ho, a me, invece, piace che sia lo Stato a occuparsi di alcune cose perché è garanzia di uguaglianza. Un mondo in cui ci sia chi può permettersi di contribuire con denaro e chi debba contribuire con il lavoro assomiglia molto ad un mondo che io giudico ingiusto e non è quello in cui voglio vivere
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Dispiace tornare su questo punto, però si fanno riflessioni che poi rischiano di non farci capire bene ciò che stiamo approvando. Non mi stupisce che questa norma piaccia all'onorevole Palmieri, mi stupisce che venga approvata dal Partito Democratico perché è una norma profondamente in contraddizione con il programma sul quale il Partito Democratico è stato eletto. Ricordo all'onorevole Palmieri che la norma non vale solo per i contribuenti individuali, vale per i titolari dei redditi di impresa, quindi i numeri che lei citava sono numeri che andrebbero integrati con i numeri del reddito di impresa. Infine, sottolineo un punto che è decisivo, perché altrimenti non ci capiamo. C’è un credito di imposta del 65 per cento, vuol dire che, per ogni 100 mila euro, vengono sottratti al bilancio pubblico 65 mila euro che si sarebbero potuti utilizzare per fare delle operazione di riequilibrio tra le disparità delle nostre scuole. È ridicolo il fondo del 10 per cento che è stato spalmato su tutte le scuole della Repubblica italiana. È una norma profondamente regressiva in contraddizione con la Costituzione e con il programma che ci aveva portato a tanti di noi qua
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Lo Stato è una comunità di persone che decidono di darsi delle regole. La Costituzione ci dà il diritto di avere un'educazione per tutti a prescindere dallo sociale. Noi abbiamo una scuola pubblica e continuiamo a cercare di finanziare la privata, mi dovete spiegare dove sta qui la libertà ? Noi abbiamo la libertà e il diritto di avere una scuola pubblica, di avere una scuola finanziata dallo Stato, perché già paghiamo le tasse per avere questa scuola. Se non le sprecassimo queste tasse per fare grandi opere inutili in tutta Italia, forse avremo i soldi per le scuole. Ma i soldi per le scuole non li troviamo mai e mi parlate che abbiamo necessità che il privato finanzia la scuola ? Ci sono dei settori dove il privato non deve entrare, ma non perché il privato è il diavolo, ma perché ci sono dei diritti che devono essere tutelati dallo Stato come comunità di persone, come buon padre di famiglia e solo uno Stato può farlo, non lo può fare il privato. Mi dispiace PD, ma siete sulla strada sbagliata, mi dispiace, ma non capire più cosa state facendo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Mi capita spesso, parlando con i colleghi in quest'Aula, di avere l'esperienza concreta e diretta di quanti di noi, che siamo presenti qui, proveniamo da scuole cosiddette private, che di privato avevano ben poco, perché avevamo tutta una serie di situazioni al contorno che rendevano queste scuole totalmente pubbliche. Pubbliche per i programmi, pubbliche per il sistema di valutazione, pubbliche per gli esami di Stato, che per l'appunto dovevamo superare come tutti gli altri, pubbliche per un sistema di valutazione e di successivi che servivano proprio, di fatto, a normalizzare la formazione ricevuta.
Quello che voglio dire è che sembra che sia una colpa, in quest'Aula e in questo dibattito, quella che rappresenta una parola chiave di questa legge: la parola chiave è «autonomia». Ci vuole un'autonomia che potrebbe avere come correlato spirito di iniziativa e spirito di impresa. Molto spesso le scuole cosiddette private non sono affatto private, perché sono scuole in cui in realtà la partecipazione al governo delle scuole, la partecipazione all'organizzazione, la partecipazione ai modelli è molto intensa. Ci sono molto scuole che nascono da cooperative di genitori, che le hanno volute così per i propri figli, perché hanno scelto uno stile di continuità educativa per i propri figli e lo hanno fatto caricandosene il peso e caricandosene l'onere.
Sembra quasi che ci si debba vergognare: di avere frequentato una scuola paritaria; di mandare i propri figli ad una scuola paritaria; di contribuire in qualche modo a queste scuole paritarie. Ma di che cosa stiamo parlando ? Vogliamo davvero parlare di una libertà che è una libertà di educazione, che è una libertà d'impresa, che è una libertà di sostegno o dobbiamo davvero credere che per definizione tutto ciò che è statale, in quanto statale, è buono, e tutto ciò che non è statale, in quanto non statale, è cattivo ?
Ma questo manicheismo da dove ci viene, quando l'esperienza concreta e diretta ci dice che ci sono scuole eccellenti, che sono scuole pubbliche, e scuole pessime che sono scuole pubbliche ? Non sono pessime perché, che so io, non ci sono stati fondi per ripitturarle oppure perché c’è qualche insegnante di più, che sia un insegnante precario. Sono pessime perché manca una passione formativa, perché manca quello spirito davvero di condivisione di un progetto educativo per i propri figli.
Viceversa ci sono – effettivamente è vero – anche scuole non statali che sono dei diplomifici. C'era quella norma, che peraltro è decaduta, per cui il titolo di studio faceva riferimento al luogo dove era stato preso: ma lo sappiamo tutti quali sono le scuole che sono diplomifici ! Non lo sapremo sul territorio nazionale, ma su Roma, se qualcuno di voi è interessato, conosco scuole che sono diplomifici, conosco scuole di eccellenza che sono scuole pubbliche, conosco scuole che sono prive di nerbo e che sono ancora una volta scuole pubbliche.
Quindi io direi che questa forma è così vecchia, proprio vecchia. Altro che spirito della riforma ! Questo è il peggio dello spirito della non riforma, che è quello che incastra e incapsula le cose in una specie di giochi di ruoli che definiscono i buoni e i cattivi a seconda che siano da una parte o dall'altra. Penso che noi dovremmo chiedere a tutti maggiore impegno nella scuola, maggiore qualità nell'attività didattica, maggiore capacità di trasmettere a questi giovani quei valori umani, che sono davvero i valori della democrazia e i valori di un Paese, al di fuori delle chiacchiere, che pure si sono fatte e veramente in misura eccessiva
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie Presidente. A titolo personale vorrei solamente intervenire, per così dire, in ordine alla possibilità delle famose sponsorizzazioni e lo dico alla collega che mi ha preceduto. Io credo che si crei ancora un'ulteriore differenza fra le scuole del nord e le scuole del sud. Infatti, con le economie che sono totalmente diverse, avremo ancora un'economia forte, che magari darà le sponsorizzazioni alle scuole del nord, ma, con l'economia del sud, dove ci sono in queste ore pianti greci che in qualche maniera...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Cera.
ANGELO CERA. Presidente, mi faccia finire il concetto. Le aziende del sud hanno grandissime difficoltà a tirare a campare. Avremo ancora una volta una forte penalizzazione nei confronti delle nostre scuole del sud. Pertanto, in qualche maniera, bisogna solo pregare che il Padreterno comunichi all’, alla mafia e alla camorra, per avere qualche sponsorizzazione per le nostre scuole del sud.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, Presidente. Io penso che, troppo impegnati ad esaltare il merito, vi siete dimenticati di coniugarlo con un tema fondamentale, che è il tema dell'uguaglianza. Infatti, il merito senza l'uguaglianza rischia di diventare solo una grande ingiustizia.
E dentro questa idea di sponsorizzazione delle scuole c’è esattamente la cancellazione del principio di uguaglianza, che è quello che ha guidato e fondato il tema della scuola pubblica in questo Paese, che ha permesso al figlio di un operaio di ambire a fare l'ingegnere aerospaziale e che permetteva a tutti di competere sullo stesso piano nella scala sociale.
Vedete, qual è la possibilità, quali sono le disparità che si creano quando il sistema di finanziamento è di questa natura ? Noi ci troveremo ovviamente con le scuole dei quartieri benestanti, delle grandi città che avranno molte più fonti di finanziamento e ci troveremo con le scuole di periferia che, invece, non avranno i soldi per comprare la carta igienica per far funzionare i bagni. Questo è il punto su cui ci dovreste rispondere. Vi siete impegnati a valorizzare il merito, vi siete scordati l'uguaglianza e così calpestate la nostra Costituzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Io ho ascoltato ciò che ha detto la deputata Santerini, però vorrei sapere se nel magico mondo della deputata Santerini ci sono milioni di cittadini che possono permettersi di donare 100 mila euro alle loro scuole private o pubbliche. Quanti di questi milioni di cittadini, deputata Santerini ? Ma, soprattutto, il fatto che lei conosca tutti questi ricchi benefattori dovrebbe farle comprendere quanto, in realtà, non conosca tutti quei milioni – e sono il 90, 95 per cento dei cittadini italiani – che non riescono neanche ad arrivare alla quarta settimana del mese. Quindi, cambi amicizie per rendersi conto della realtà che c’è fuori da qui. Cambi amicizie. Lei vive in una realtà tutta sua. È un sogno quello in cui vive .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Intervengo quale componente del Comitato per la legislazione per ricordare che, oltre a questo Regolamento, esiste anche un regolamento per la redazione degli atti giuridici e, quindi, delle leggi. Approfitto della presenza del Ministro per chiedere una cosa molto semplice: per quale motivo per l'intitolazione del comma 145 avete fatto ricorso a due sostantivi, uno – mi si dice, per chi conosce l'inglese – di derivazione inglese e l'altro di derivazione latina, laddove, invece, si dovrebbe esprimere tutto ciò con l'espressione «erogazioni liberali», che bene è contenuta nel dizionario della lingua italiana ?
PRESIDENTE. Aveva chiesto di intervenire per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Gallo, però non posso concedergli la parola perché è esaurito il tempo, già ampliato di un terzo dalla Presidenza, come avevo già detto, per gli interventi a titolo personale.
Quindi, avverto che da questo momento non sarà più consentito alcun intervento per dichiarazione di voto a titolo personale, ma solo interventi per dichiarazione di voto a nome del gruppo, ovviamente per i soli gruppi che abbiano ancora i tempi residui.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.118, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Signor Presidente, intervengo sul Regolamento. Lei prima ha detto che non ci sono più iscritti a parlare. In realtà non possono più parlare le opposizioni, era questa la vera dicitura.
PRESIDENTE. No, non è una questione di opposizione. È una questione di tempi conclusi. I tempi a titolo personale sono conclusi. È il nostro Regolamento, mi spiace.
Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.120, con pareri tutti contrari.
Dichiaro aperta la votazione.
LUIGI GALLO. Presidente, questa è un'altra drammatica problematica che vive la nostra scuola: le esternalizzazioni dei servizi di pulizia. Abbiamo un Governo che non si preoccupa di sprecare miliardi di euro nell'esternalizzazione dei servizi di pulizia perché deve far mangiare cooperative o ditte che devono gestire questi appalti e poi nello stesso tempo schiavizza i lavoratori di quelle ditte perché non c’è un unico controllo del Ministero del lavoro su quello che sta succedendo oggi nelle scuole italiane, dove ci sono questi poveri lavoratori sfruttati tutti i giorni che a luglio e ad agosto non avranno un euro di stipendio perché l'azienda li ha mandati a casa. Questo è quello che succede nelle nostre scuole al di fuori di tutta la retorica che raccontiamo qui, dicendo che ci vogliamo preoccupare dello studente, del docente, del lavoratore mentre abbiamo gli schiavi nelle scuole. Questa è la realtà che vive il nostro Paese e abbiamo scuole che sono sporche perché sottraete soldi ai lavoratori che stanno lì a svolgere il proprio lavoro, perché non volete internalizzare questo servizio e avete accantonato 12 mila posti del personale ATA che mai assumerete anche se servirebbe alla scuola per svolgere internamente questo servizio. Il MoVimento 5 Stelle ha proposto la soluzione moltissime volte ad abbiamo avuto moltissimi incontri anche con il Ministero, con il capo di gabinetto di Faraone, abbiamo mandato in sostanza le nostre proposte a tutti i dirigenti del Ministero, abbiamo la proposta incardinata in Commissione lavoro. Facciamo ogni emendamento ma voi volete una denuncia alla Corte dei conti che è quella che farà il MoVimento 5 Stelle perché voi state sprecando soldi pubblici perché dovete spartire i soldi coi vostri amici, dovete dare i soldi dei cittadini ai vostri amici e quindi prendetevi questa ennesima denuncia da parte del MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.
MARA MUCCI. Grazie Presidente, mi ricollego al comma 174 perché forse, colleghi, non vi siete accorti che nel disegno di legge sulla scuola che oggi ci apprestiamo a votare stiamo facendo l'ennesimo torto alle imprese oneste, andando a favorire una delle aziende finite nell'inchiesta su mafia capitale, il Consorzio nazionale servizi.
Infatti questa legge prevede che per fare le pulizie nelle scuole bisogna utilizzare le cosiddette convenzioni Consip. E chi compare tra le imprese convenzionate con Consip ? Proprio il Consorzio nazionale servizi. Tutto qui ? Purtroppo, no. Addirittura, esiste una procedura avviata dall'Antitrust per una presunta intesa restrittiva della concorrenza, secondo la quale il Consorzio nazionale servizi, insieme ad un'altra società, nell'ambito di una gara per la pulizia delle scuole composta da 13 lotti, per un valore complessivo di 1,63 miliardi, si sono aggiudicati 8 lotti su 10.
L'Antitrust nella sua istruttoria su questa gara ha spiegato come in relazione allo svolgimento della gara Consip in esame ritiene che le dette società, facenti parte dell'ATI 1, fra le quali compare appunto il Consorzio nazionale servizi e quest'altra società di cui non ho nemmeno il nome, abbiano posto in essere condotte volte alla ripartizione di 8 dei 10 lotti finora aggiudicati. Si tratta di un cartello e significa che queste imprese si sarebbero spartite degli appalti per la pulizia delle scuole, violando, di fatto, la legge e per questo sono sottoposte a procedura antitrust. Fine della storia ? No.
Il comma 174 del maxi emendamento che ci apprestiamo a votare prevede che nei territori in cui non è ancora attiva la convenzione-quadro Consip per l'affidamento dei servizi di pulizia e altri servizi ausiliari, fino alla data di effettiva attivazione della convenzione, e comunque non oltre il 31 luglio 2016, le scuole provvedano all'acquisto dei medesimi servizi dai raggruppamenti e dalle imprese che li assicuravano al 31 marzo 2014. Tale disposizione estende ulteriormente un'analoga proroga contenuta nel decreto-legge n. 58 del 2014. Questo significa che in buona sostanza al comma 174 non troverete né la parola: «scuola», né la parola: «servizi». Si vogliono sostanzialmente prorogare ulteriormente dei servizi di altri 13 mesi per appalti già in vigore a marzo del 2014.
Onorevoli colleghi, le proroghe dei contratti pubblici per periodi così lunghi sono violazioni sostanziali della legge, tengono fuori dal mercato le imprese che rispettano le regole e le imprese che fanno risparmiare la pubblica amministrazione, poiché potenzialmente più concorrenziali. Di conseguenza fare proroghe grava maggiormente sulle tasche dei cittadini.
Colleghi per fare le gare d'appalto ci vogliono 90 giorni, non due anni e qui stiamo prorogando di ulteriori 13 mesi delle proroghe già in essere. Ricapitolando, se una scuola pubblica si trova in una regione dove esiste una convenzione Consip per le pulizie deve usare le società con cui ha stipulato tale accordo...
PRESIDENTE. Concluda, deputata Mucci.
MARA MUCCI. ... tra le quali risulta, appunto, la detta società del Consorzio nazionale servizi, altrimenti esiste questa proroga di appalto che avete prestabilito nel maxiemendamento per cui noi non siamo assolutamente d'accordo e di fatto chiediamo di definire...
PRESIDENTE. La ringrazio, deve chiudere deputata Mucci. Mi dispiace, è già andata oltre il tempo consentito.
Non ho altri interventi, perché avevo un intervento a titolo personale ma non posso più dare la parola a titolo personale, questo l'ho già detto.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.122.
Dichiaro aperta la votazione.
MARA MUCCI. Grazie Presidente, mi lego sempre a questo comma, perché c'entra esattamente come prima, perché si parla della stessa questione; perché noi chiediamo una proroga di massimo 90 giorni per l'affidamento del servizio, tempo indicativo sufficiente, definito anche dall'ANAC, per effettuare una nuova gara d'appalto. Ci chiediamo come mai la Consip non verifichi l'opportunità di mantenere tra i suoi fornitori il Consorzio nazionale servizi visto che la legge prevede che le aziende aggiudicatarie di appalti pubblici debbano mantenere i requisiti che gli hanno consentito di partecipare alla gara per tutto il tempo di esecuzione del contratto. Per questo presenteremo un ordine del giorno, speriamo che l'Aula lo accolga.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 1.123, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con i relatori di minoranza che si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. È doveroso che io intervenga per lasciare agli atti quanto dirò e fra qualche mese poi dimostrare ai cittadini che quanto noi paventavamo aveva un fondamento. Quello che noi paventiamo è il applicato alla scuola. Tra le deleghe al Governo, infatti, ve n’è una che avrà conseguenze drammatiche per tutti i futuri aspiranti docenti. Si tratta della delega volta a riformare il sistema di formazione e reclutamento degli insegnanti. C’è una parola, in particolare, che getta un'ombra su tutto il sistema ideato dal Governo e su cui, lo ricordo, il Parlamento non avrà più facoltà di intervenire, trattandosi appunto di una delega in bianco: la parola «tirocinio». Sapete a quanto ammontano le retribuzioni dei tirocinanti nel nostro Paese, ad oggi ? Premettendo che ogni regione può decidere autonomamente in merito, l'unico vincolo uniforme su tutto il territorio nazionale consiste nell'obbligo introdotto dalla riforma Fornero di conferire indennità mensili superiori ai 300 euro. Il Governo sta consentendo, con questa delega, che aspiranti docenti, già valutati, già testati, che supereranno un concorso, possano essere retribuiti con stipendi da fame per un triennio. Per tre anni ! Supplenze a costo zero per tre anni e poi magari a casa e ne prendiamo di nuovi. Eccolo qui il applicato alla scuola ! Noi crediamo che la professione dell'insegnamento meriti un altro trattamento, meriti soprattutto un maggior riconoscimento sociale, un maggiore prestigio, un maggiore rispetto, anche economico, per quella che è e dovrebbe restare una vocazione. Vogliamo davvero reprimere definitivamente questa vocazione ? Vogliamo davvero fiaccare definitivamente la passione dei nostri giovani ragazzi che vorrebbero contribuire a cambiare la nostra società di domani anche attraverso la scuola, retribuendoli con 300 euro al mese ?
Noi del MoVimento 5 Stelle, no. Ecco perché, con questo emendamento, chiediamo che gli anni di formazione trascorsi comunque su cattedra vengano retribuiti sulla base dei parametri economici stabiliti dalla contrattazione collettiva nazionale per un normale contratto di supplenza .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.124, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Siamo all'ultimo emendamento e devo dire che, a dimostrazione di quanto il simbolico sia potente, questo percorso emendativo così mortificante non poteva che chiudersi così.
ANNALISA PANNARALE. Questo emendamento riguarda il fatto che all'interno di questo testo tutte le norme del contratto collettivo nazionale di lavoro sono inefficaci. State derogando al contratto collettivo dei lavoratori. Avete attaccato definitivamente le condizioni di lavoro, come peraltro avevate già fatto con il e in più in questo caso, perché di docenti stiamo parlando, avete attaccato una funzione sociale così preziosa e così fondamentale per un Paese ancora democratico e ancora libero. I nostri interventi sugli emendamenti, quelli di Sinistra Ecologia Libertà, lo dico al Governo, questi interventi un po’ molesti finiscono qui, tuttavia le lotte e il riscatto continueranno fuori !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pannarale 1.126, con parere contrario di Commissione e Governo e quello favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati . Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
STEFANIA GIANNINI, Sull'ordine del giorno Pili n. 9/2994-B/1 il parere è favorevole con riformulazione per i primi due impegni con l'indicazione di «valutare l'opportunità di» e contrario per il terzo impegno e il quarto impegno.
Sull'ordine del giorno Santerini n. 9/2994-B/2 il parere è favorevole, mentre gli ordini del giorno Lavagno n. 9/2994-B/3 e Rigoni n. 9/2994-B/ 4 sono accolti come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno Laffranco n. 9/2994-B/5 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «in sede di applicazione del comma 16 del provvedimento in esame, ad escludere ogni interpretazione che apra alle cosiddette teorie del gender. A prevedere che le disposizioni applicative del comma 16 del provvedimento in esame e delle parti del cosiddetto piano destinate alla scuola siano adottate con il concorso di tutti gli attori del mondo scolastico e sociale». Quindi, cambiando l'ultima parte in sociale.
Anche per l'ordine del giorno D'Alia n. 9/2994-B/6 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: « a valutare l'opportunità di adottare misure per lo svolgimento dei futuri concorsi a posti di docenti per titoli ed esami al fine di valorizzare le competenze didattiche acquisite nel corso della propria carriera formativa e professionale dei candidati».
Il parere è invece contrario per l'ordine del giorno De Mita n. 9/2994-B/7, mentre è favorevole per gli ordini del giorno Argentin n. 9/2994-B/8 e Giulietti n. 9/2994-B/9.
Il parere sull'ordine del giorno Di Lello n. 9/2994-B/10 è contrario, mentre l'ordine del giorno Pastorelli n. 9/2994-B/11 è accolto come raccomandazione.
Il parere è invece contrario sugli ordini del giorno Di Gioia n. 9/2994-B/12 e Palese n. 9/2994-B/13, mentre è favorevole sull'ordine del giorno Marguerettaz n. 9/2994-B/14.
Il parere sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2994-B/15 è favorevole per il primo impegno e contrario per il secondo; pertanto, il parere è favorevole se riformulato in questo modo.
L'ordine del giorno Pannarale n. 9/2994-B/16 è accolto come raccomandazione, sull'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/2994-B/17 il parere è contrario, mentre gli ordini del giorno Scotto n. 9/2994-B/18 e Fratoianni n. 9/2994-B/19 sono accolti come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/2994-B/20 il parere è favorevole con la seguente riformulazione nel senso di sostituire con: ad attuare la delega di cui al comma 181, lettera anche con riferimento all'assunzione del contingente necessario per la scuola dell'infanzia.
L'ordine del giorno Marcon n. 9/2994-B/21 è accolto come raccomandazione, sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/2994-B/22 il parere è contrario, l'ordine del giorno Zaratti n. 9/2994-B/23 è accolto come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2994-B/24 il parere è favorevole. Gli ordini del giorno Zaccagnini n. 9/2994-B/25, Placido n. 9/2994-B/26, Piras n. 9/2994-B/27 e Kronbichler n. 9/2994-B/28 sono accolti come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno Duranti n. 9/2994-B/29 il parere è favorevole con la riformulazione «a valutare l'opportunità di».
L'ordine del giorno Paglia n. 9/2994-B/30 è accolto come raccomandazione, sull'ordine del giorno Costantino n. 9/2994-B/31 il parere è contrario e sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2994-B/32 il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2994-B/33 il parere è favorevole con riformulazione «a valutare l'opportunità di», mentre gli ordini del giorno Brugnerotto n. 9/2994-B/34 e Toninelli n. 9/2994-B/35 sono accolti come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno Pesco n. 9/2994-B/36 e Nuti n. 9/2994-B/37 il parere è contrario, mentre gli ordini del giorno Luigi Gallo n. 9/2994-B/38 e Ferraresi n. 9/2994-B/39 sono accolti come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2994-B/40 il parere è favorevole con la seguente riformulazione «a valutare l'opportunità di». Sull'ordine del giorno Sorial n. 9/2994-B/41 il parere è contrario, mentre l'ordine del giorno D'Uva n. 9/2994-B/42 è accolto come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno Castelli n. 9/2994-B/43 il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2994-B/44 il parere è favorevole con la seguente riformulazione «a valutare l'opportunità di proporre in sede di contrattazione collettiva integrativa la possibilità di». Sull'ordine del giorno Carinelli n. 9/2994-B/45 il parere è favorevole con la seguente riformulazione «a valutare l'opportunità di proporre in sede di contrattazione collettiva integrativa nazionale la possibilità di».
L'ordine del giorno Baroni n. 9/2994-B/46 viene accolto come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno Vacca n. 9/2994-B/47 il parere è favorevole.
L'ordine del giorno Frusone n. 9/2994-B/48 è accolto come raccomandazione, sull'ordine del giorno Sibilia n. 9/2994-B/49 il parere è favorevole, mentre gli ordini del giorno Di Benedetto n. 9/2994-B/50, Marzana n. 9/2994-B/51 e Colonnese n. 9/2994-B/52 sono accolti come raccomandazione.
L'ordine del giorno Brescia n. 9/2994-B/53 è accolto come raccomandazione, mentre sugli ordini del giorno Allasia n. 9/2994-B/54, Attaguile n. 9/2994-B/55, Fedriga n. 9/2994-B/56, Busin n. 9/2994-B/57, Gianluca Pini n. 9/2994-B/58, Marcolin n. 9/2994-B/59 il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2994-B/60 il parere è favorevole con la seguente riformulazione «a valutare l'opportunità di promuovere iniziative».
Sull'ordine del giorno Caparini n. 9/2994-B/61 il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2994-B/62 il parere è favorevole con la seguente riformulazione «ad individuare criteri e modalità di valutazione dei dirigenti scolastici anche con la partecipazione di componenti esterne alla scuola».
Sugli ordini del giorno Guidesi n. 9/2994-B/63, Invernizzi n. 9/2994-B/64 e Rondini n. 9/2994-B/65 il parere è contrario, mentre l'ordine del giorno Simonetti n. 9/2994-B/66 viene accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2994-B/67 il parere è contrario, mentre sugli del giorno Mucci n. 9/2994-B/68 e Pilozzi n. 9/2994-B/69 il parere è favorevole. L'ordine del giorno Scopelliti n. 9/2994-B/70 viene accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/2994-B/71 il parere è favorevole con la seguente riformulazione « a valutare l'opportunità di». Sugli ordini del giorno Bini n. 9/2994-B/72, Malisani n. 9/2994-B/73 e Ascani n. 9/2994-B/74 il parere è favorevole, mentre l'ordine del giorno Albanella n. 9/2994-B/75 è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno Manzi n. 9/2994-B/76, Baruffi n. 9/2994-B/77, Carocci n. 9/2994-B/78, Malpezzi n. 9/2994-B/79, Rocchi n. 9/2994-B/80, Coccia n. 9/2994-B/81, Rampi n. 9/2994-B/82, Mauri n. 9/2994-B/83, Richetti n. 9/2994-B/84, Sgambato n. 9/2994-B/85, Blazina n. 9/2994-B/86 e Ribaudo n. 9/2994-B/87 il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno Gigli n. 9/2994-B/88 il parere è favorevole con la seguente riformulazione «a promuovere il contrasto alla violenza e ad ogni forma di discriminazione evitando strumentalizzazioni dell'approccio di genere nella pratica educativa e didattica».
Sull'ordine del giorno Damiano n. 9/2994-B/89 il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno Bossi n. 9/2994-B/90 il parere è contrario. L'ordine del giorno Nastri n. 9/2994-B/91 è accolto come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno Giorgia Meloni n. 9/2994-B/92 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/2994-B/1, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Santerini n. 9/2994-B/2, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Lavagno n. 9/2994-B/3 e Rigoni n. 9/2994-B/4, accolti dal Governo come raccomandazione.
CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CINZIA MARIA FONTANA. Signor Presidente, accogliamo tutte le riformulazioni, accettiamo le raccomandazioni e chiediamo di non porre in votazione gli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Laffranco n. 9/2994-B/5, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, io tendenzialmente la accoglierei ma confesso che nella confusione di quel momento non ho capito esattamente perché ha escluso delle parti, mi perdoni il Ministro ma confesso che non ho esattamente...
PRESIDENTE. Il Governo può rileggere la riformulazione proposta ?
GABRIELE TOCCAFONDI, Signor Presidente, l'ordine del giorno è accolto favorevolmente con la seguente riformulazione: «In sede di applicazione del comma 16 del provvedimento in esame, ad escludere ogni interpretazione che apra alle cosiddette teorie del . A prevedere che le disposizioni applicative del comma 16 del provvedimento in esame e delle parti del suddetto piano destinate alla scuola siano adottate con il concorso di tutti gli attori del mondo scolastico e sociale».
PRESIDENTE. Onorevole Laffranco, va bene ? L'onorevole Dorina Bianchi aveva chiesto di intervenire, prego.
DORINA BIANCHI. Signor Presidente, anche noi accogliamo le riformulazioni e chiediamo che gli ordini del giorno non siano posti in votazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Alia n. 9/2994-B/6, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno De Mita n. 9/2994-B/7, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Che cosa facciamo ? L'onorevole De Mita non è presente in Aula, si intende che vi abbia rinunziato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Argentin n. 9/2994-B/8 e Giulietti n. 9/2994-B/9, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Lello n. 9/2994-B/10, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Lello n. 9/2994-B/10, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, mi perdoni, vorrei chiedere al Governo se è possibile, siccome ha proposto una riformulazione e il secondo impegno lo eliminerebbe completamente, però il secondo impegno fa un riferimento all'articolo 36 della Costituzione, volevo capire se il Governo era contrario all'articolo 36, si poteva lasciare magari il riferimento all'articolo 36 e togliere il resto dell'impegno, se è d'accordo il Governo nella riformulazione, altrimenti lo metterei ai voti.
PRESIDENTE. Onorevole Iannuzzi, ovviamente le riformulazioni le può fare il Governo, non le possono fare i presentatori. Quindi, non so se il Governo mantiene la proposta di riformulazione ordinaria.
STEFANIA GIANNINI, . Signor Presidente, confermiamo la nostra riformulazione.
PRESIDENTE. Deputato Iannuzzi, accetta la riformulazione del Governo oppure insiste per mettere ai voti il suo ordine del giorno ?
CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, non ho capito la risposta del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo ha detto che mantiene la riformulazione originaria.
CRISTIAN IANNUZZI. Quindi, è contrario all'attuazione dell'articolo 36 della Costituzione.
PRESIDENTE. Deputato Iannuzzi, lei mi deve dire se accetta o meno la riformulazione.
CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, chiedo che venga messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2994-B/15, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
GIANCARLO GIORDANO. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/2994-B/17, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
MARISA NICCHI. Sì, Presidente e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marcon n. 9/2994-B/21, accolto come raccomandazione.
Deputato Airaudo, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2994-B/22, su cui il Governo ha espresso parere contrario ?
GIORGIO AIRAUDO. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/2994-B/22, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
LARA RICCIATTI. No, signor Presidente, non insisto.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Zaccagnini n. 9/2994-B/25, Placido n. 9/2994-B/26, Piras n. 9/2994-B/27 e Kronbichler n. 9/2994-B/28, accolti come raccomandazione dal Governo.
Deputata Duranti, accetta la riformulazione del Governo del suo ordine del giorno n. 9/2994-B/29 ?
DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, vorrei chiedere alla signora Ministro di rivedere il parere, perché è vero che il parere è favorevole, però con la solita formula che conosciamo a memoria oramai, laddove si dice «a valutare l'opportunità di...». E lo dico ricordando anche gli atti di sindacato ispettivo che la Ministra ha presentato quando era senatrice – e non ancora Ministra –, in cui si esprimeva a favore della statizzazione degli istituti musicali pareggiati. Chiedo che il parere sia favorevole senza riformulazione, perché i 20 istituti musicali ex pareggiati del nostro Paese stanno aspettando – come la signora Ministro sa – da tempo la loro statizzazione. Le risorse inserite in questo disegno di legge sono insufficienti. Per esempio solo per garantire il funzionamento di un altro anno dell'istituto musicale pareggiato di Taranto, il Giovanni Paisiello – un'eccellenza di quel territorio –, servirebbero 3,5 milioni di euro. Ne avete previsti 2,9 per il 2015, per tutti gli istituti musicali. Ciò non aiuterà il futuro di questi istituti che rischiano di chiudere. Pertanto chiedo che il parere sia rivisto senza la riformulazione, anche ricordandole l'impegno che lei ha assunto, signora ministra, e l'impegno che la sottosegretaria D'Onghia continua ad assumere sui territori. È venuta nella mia città, Taranto, promettendo la statizzazione di quell'istituto musicale. Approfittate, come Governo e come maggioranza, di questo ordine del giorno per dare una risposta a docenti, a studenti e a situazioni di eccezione dei territori, soprattutto dei territori meridionali .
PRESIDENTE. Ministra, cambia il parere del Governo ?
STEFANIA GIANNINI, Signor Presidente, no. Vorrei soltanto rassicurare l'onorevole Duranti sul contestuale impegno del Governo a provvedere a questo tema che ci sta molto a cuore.
PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Duranti non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/2994-B/30, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Costantino n. 9/2994-B/31, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, io intervengo perché su questo ordine del giorno mi aspettavo un parere favorevole con riformulazione, e spiego perché. In realtà, uno degli impegni che sta all'interno di quest'ordine del giorno me lo ha suggerito il sottosegretario Faraone, quando in Commissione mi chiese di ritirare gli emendamenti sull'introduzione dell'educazione sentimentale e mi chiese di presentare un ordine del giorno in cui sollecitavamo il Governo a calendarizzare le varie proposte di legge che in questo momento sono depositate alla Camera su questo argomento; anzi, questo fu proprio il motivo per cui quegli emendamenti non vennero accettati, perché, siccome sono presenti varie proposte di legge sull'argomento, mi venne detto che era più giusto e più opportuno che venissero discusse tutte quante insieme e che, quindi, per questo, la riforma sulla «Buona scuola» non era il luogo adatto in cui poter discutere. Allora, io non capisco perché, in quest'ordine del giorno, non si poteva cassare l'altro impegno, che evidentemente per voi è impossibile da ritirare, perché avete emanato una circolare vergognosa su quella parte relativa alle pari opportunità. Però, che almeno vengano discusse al più presto le proposte di legge che vengono depositate: è una cosa che avete detto voi, che risulta agli atti della Commissione e che avete addirittura suggerito voi al mio gruppo parlamentare di presentare. Quindi, io mi auguro che non ci stiate dicendo pubblicamente che mentite anche nei suggerimenti che date ai gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Costantino n. 9/2994-B/31, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, Ministro, anche io vorrei chiederle spassionatamente una eventuale revisione del suo parere, perché sappiamo bene quanto sia comunque innocuo approvare un ordine del giorno. Quindi, non vedo veramente che motivo ci sia di non impegnarsi quanto meno a porre in essere ogni iniziativa volta a garantire l'assunzione a tempo indeterminato nei prossimi anni di tutti gli iscritti nella seconda fascia delle graduatorie dei circoli di istituto, cioè di coloro che hanno sostenuto questi corsi abilitanti, selettivi e costosissimi. Io penso che si potrebbe prendere almeno questo piccolo impegno, questo piccolissimo impegno, per restituire un minimo di speranza a questi docenti, che in questi giorni temono veramente per il loro futuro, temono dal prossimo anno di non avere più uno stipendio su cui contare. Quindi, la pregherei eventualmente di rivedere il parere su questo ordine del giorno e di fare almeno questo sforzo.
PRESIDENTE. Vorrei dire ad alcuni colleghi che vedo che protestano, magari da qualche altra parte, che, quando c’è una proposta di riformulazione, il deputato che interviene può parlare per dichiarare se accetta o meno la riformulazione, esattamente come quelli che fanno la dichiarazione di voto. Ministra, intende cambiare il parere oppure rimane uguale ?
STEFANIA GIANNINI, . Rimane uguale.
PRESIDENTE. Quindi, cosa facciamo, onorevole Chimienti, se il parere non cambia ed è solo favorevole con la riformulazione, la accettiamo o meno la riformulazione ?
SILVIA CHIMIENTI. No, signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti n.9/2994-B/33, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente. Domando al Ministro con che dignità possa accogliere solo come raccomandazione un ordine del giorno che chiede di applicare qualcosa che è già legge, cioè l'introduzione dei principi fondamentali dell'insegnamento di una seconda lingua, l'inglese, nella scuola dell'infanzia. Sa perché, Ministro ? Perché ha di fronte un ragazzo che ha due bambini che vanno alla scuola dell'infanzia, che non ricevono alcun tipo di insegnamento di una seconda lingua.
È un padre che sa perfettamente che, scientificamente, l'apprendimento di una seconda lingua va dai tre ai sette anni, e, se vogliamo una prima generazione di ragazzi bilingue, che possano affacciarsi al mercato del lavoro con competenza e dignità, glielo devi insegnare in quel momento. Mi spiega perché accoglie come raccomandazione un cavolo di inutile ordine del giorno ?
PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, penso di avere inteso che lei non accoglie la raccomandazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/2994-B/35, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Non capisco perché questa continua assenza dello Stato in molte cose che riguardano la vita di tutti i cittadini. Mi riferisco alle scuole, per non parlare della sanità, per non parlare dei trasporti, ma, nello specifico, proprio della scuola. Abbiamo ravvisata la necessità che i privati intervengano a sostegno delle scuole anche sulle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, sugli investimenti. Secondo noi, veramente, è una cosa da non fare, in quanto avremo delle scuole, le classiche scuole in centro dei ricchi, che avranno, logicamente, più donazioni rispetto alle scuole comunque di periferia, dove il ceto sociale, logicamente, avrà disponibilità economiche inferiori, che avranno logicamente meno donazioni, e quindi avremo scuole di serie A e scuole di serie B.
Questo è veramente triste per un Paese dove abbiamo un'evasione fiscale pari a circa 200 miliardi, abbiamo una corruzione pari a 60 miliardi. Al posto di intervenire seriamente e bene su questi problemi, si vanno a fare strumenti che danno la possibilità ai privati di intervenire nella gestione della scuola.
PRESIDENTE. Onorevole Malpezzi, gentilmente, può andare al suo posto.
DANIELE PESCO. Quindi, veramente, Presidente, non accetto questo parere contrario, chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti e spero veramente che l'Aula possa chiedere veramente a gran voce al Governo di non fare più azioni del genere, che consentano ai privati di investire sulla singola scuola pubblica.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2994-B/36, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
SIMONE VALENTE. Grazie Presidente, questo ordine del giorno, per l'ennesima volta, voleva impegnare il Governo a garantire, per l'anno scolastico 2015-2016, gli insegnanti di educazione fisica nella scuola primaria, in tutte le scuole. Con questa riformulazione: «a valutare l'opportunità di (...)» abbiamo la certificazione che sicuramente, dall'anno prossimo, non ci saranno gli insegnanti di educazione fisica. Per cui, ancora una volta, tantissimi ragazzi, tantissimi insegnanti, sono stati presi in giro. Ancora una volta, si è comunque parlato di «una svolta epocale in questo campo», che non ci sarà, non c’è stata. Ne prendiamo atto e prendetevi tutte le responsabilità di queste scelte che noi continueremo a proporre imperterriti, perché ci crediamo, perché pensiamo che sia una battaglia corretta per la salute degli studenti.
PRESIDENTE. Prendo atto che si insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2994-B/40, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente. Non ho l'ambizione di chiedere al Governo di cambiare idee, anche perché, in realtà, un ordine del giorno è un impegno, una promessa, quindi bisognerebbe avere davanti un interlocutore credibile per pensare che poi venga mantenuta questa promessa e non è sicuramente questo il caso con il Governo Renzi.
Però, colgo l'occasione per spiegare cosa è l'ordine del giorno. In data 3 maggio 2015, il Presidente del Consiglio Renzi, a Bologna, durante la festa dell'Unità, aveva dichiarato che il Governo avrebbe stanziato 3 miliardi di euro nel comparto scuola. Pochi giorni dopo, il 13 maggio 2015 ha annunciato (questi annunci che vengono fatti alla festa dell'Unità vengono divulgati a mezzo stampa e a mezzo media a tutto il mondo, quindi, grazie al cielo, tutti ne sono poi a conoscenza) altri 4 miliardi di euro, in tutto sono 7 miliardi, rispetto ai 40 milioni stanziati dal provvedimento all'esame.
Allora, l'impegno che davanti ad un Governo normale bisognerebbe avere è che questi annunci venissero rispettati, soprattutto nei confronti di quelle persone che pagano dei soldi per le vostre feste dell'Unità e che poi devono sorbirsi anche delle promesse mancate. Quindi l'impegno era proprio quello di mantenere queste promesse entro il 31 dicembre 2016. Se parlassi con un Governo normale gli chiederei di cambiare opinione, cambiare l'impegno e decidere, per l'appunto, di approvare l'ordine del giorno, ma ci ritroviamo nella surrealtà, nella fantasia più totale, nella virtualità di avere un Governo che non mantiene neanche gli impegni con il proprio elettorato, quindi lo metto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sorial n. 9/2994-B/41, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
CARLO SIBILIA. Tre Minuti.
PRESIDENTE. Va bene, vediamo onorevole Sibilia come evolve la situazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Uva n. 9/2994-B/42, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Castelli n. 9/2994-B/43, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
Chiedo al presentatore se accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Rosa n. 9/2994-B/44, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, visto che abbiamo assistito ad una farsa per tutto il giorno, non accetto la riformulazione e lo mettiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2994-B/44, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Questo ordine del giorno propone semplicemente il divieto di utilizzare, in documenti ufficiali degli istituti scolastici, definizioni surrettizie rispetto a quelle di madre e padre, ovvero un ordine del giorno che dice che non si può utilizzare la dicitura «genitore 1», «genitore 2», «genitore 3» o «genitore 4». Mi sembra semplicemente un ordine del giorno che riporta la normalità all'interno di certi istituti, che evidentemente la normalità l'hanno persa.
ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo per sottoscrivere convintamente questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Va bene, anche l'onorevole Nizzi vuole sottoscriverlo, poi casomai gli altri, rivolgetevi direttamente agli uffici. Anche lei, onorevole Rampelli, prendo atto che lo sottoscrive.
Prendo dunque atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Allasia 9/2994-B/54, con il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2994-B/54, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
STEFANO BORGHESI. Grazie Presidente. Intervengo solo per illustrare brevemente questo ordine del giorno con il quale chiediamo al Governo di adottare tutte le iniziative affinché, in tutte le aule delle scuole di ogni ordine e grado, in tutte le università e accademie del sistema pubblico integrato di istruzione, sia fatto obbligo di esporre ben visibile a tutti l'immagine del crocifisso.
PRESIDENTE. Prendo dunque atto che si insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Attaguile n. 9/2994-B/55, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Conosco, purtroppo, il Regolamento d'Aula, che mi impedisce di fare altri interventi sugli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Mi scusi, non volevo minimamente...
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, abbiamo capito che il Governo vuole permettere che sui documenti ufficiali della scuola si scriva «genitore 1» e «genitore 2» e non «padre» e «madre», che il Governo è contrario all'esposizione dei crocefissi nelle scuole e negli istituti universitari e che il Governo è contrario a questo ordine del giorno che dice semplicemente di porre in essere le azioni necessarie a promuovere la tutela delle tradizioni delle festività cattoliche, come il Natale, all'interno delle nostre scuole, riconoscendo alle radici cristiane il valore fondante della nostra cultura.
Il Governo dà parere contrario. Si prende una fortissima responsabilità politica, la maggioranza si prende una fortissima responsabilità politica a votare contro questi ordini del giorno. Ne prendiamo atto con rammarico, mi auguro però di non vedere più qualche esponente della maggioranza al o a qualche manifestazione di questo tipo, perché vuol dire la totale ipocrisia rispetto ai voti che si esprimono all'interno di quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Intervengo per svolgere una brevissima dichiarazione di voto. Il presidente della regione Campania direbbe, da Crozza ovviamente, che la Lega ci vuole portare di nuovo al Mesozoico.
PRESIDENTE. Scusi un attimo, onorevole Giancarlo Giordano. Colleghi, potrei pregarvi gentilmente di consentire al collega Giordano di parlare ?
GIANCARLO GIORDANO. Il Governo che dà un parere contrario è il Governo che dà un parere contrario nel quadro di uno Stato laico ed è il Governo che dà un parere contrario rispetto ad iniziative che veramente guardano indietro e rischiano di trasformare le scuole nel campo di battaglia religioso. In questi tristi tempi che stiamo vivendo non possiamo permettere che ciò accada.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2994-B/56, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Invernizzi e onorevole De Rosa, se voi smettete di discutere e intanto votate, facciamo un ulteriore passo in avanti. Grazie, onorevole Invernizzi, mi affido alla sua gentilezza.
Spadoni, Chimienti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
PAOLO COVA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Colleghi, vi pregherei di uscire rapidamente e lasciare che chi deve intervenire lo possa fare in modo almeno accettabile. Prego, onorevole Cova.
PAOLO COVA. Grazie Presidente. Questo fine settimana a Zermatt si è svolto il campionato mondiale di corsa in montagna; mi sembra importante sottolineare che la squadra italiana è arrivata prima e si è classificata al primo posto, vincendo la medaglia d'oro come squadra con Tommaso Vaccina, Francesco Puppi, Massimo Mei, Gerd e Rambaldini. Secondo me, questo evento è da segnalare perché spesso di questi sport non parla mai nessuno e anche quando alcuni dei nostri atleti vincono e vincono delle medaglie d'oro non si prendono in considerazione. In particolare, mi sembra importante sottolineare che questa corsa e questo risultato sono stati premiati anche dal primo posto di Tommaso Vaccina che ha vinto anche la medaglia d'oro nella corsa individuale .
PAOLO NICOLÒ ROMANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Colleghi, vi pregherei di abbassare la voce, gentilmente.
PAOLO NICOLÒ ROMANO. Grazie Presidente. Ho qui in mano la denuncia che l'altro ieri ho depositato alla procura della Repubblica di Asti nei confronti del Ministro Angelino Alfano per aver commesso il reato di omissione d'atti d'ufficio. Infatti, sono passati mesi da quando, con la lettera del 22 dicembre 2014, e poi, successivamente, con l'interrogazione parlamentare n. 3-01345, ho sollecitato al Ministro dell'interno Angelino Alfano la nomina del nuovo prefetto di Asti, la cui carica è vacante dal dicembre scorso, e a rafforzare tutti i presidi di sicurezza dell'intera provincia di Asti che è da tempo sotto organico. Entrambi i solleciti sono stati ignorati, mentre gli astigiani continuano a morire. L'ultimo episodio è il brutale assassinio di Maria Luisa Fassi che è stata uccisa nella sua tabaccheria con numerose coltellate, proprio pochi giorni fa. Solo una settimana prima, nella centralissima piazza del Palio di Asti, è stato assassinato un autotrasportatore. Ad Asti c’è un diffuso senso di insicurezza, perché i cittadini si sentono abbandonati dalle istituzioni.
Faccio, pertanto, l'ennesimo tentativo di sollecito, invitando anche l'Ufficio di presidenza ad attivarsi affinché il Ministro Angelino Alfano non solo risponda alla mia interrogazione, ma nomini, quanto prima, il nuovo prefetto di Asti .
ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, mi rendo conto che ormai faccia poca impressione, poco scalpore, però pochi minuti fa è stato condannato il leader di Forza Italia in primo grado per corruzione, si è comprato dei senatori come se fossero delle vacche e chiedo scusa alle vacche. È importante ricordarlo, perché, oggi, Presidente, qui si sta discutendo una legge, la «Buona scuola» che è passata al Senato grazie ai voti di Forza Italia. Cioè Berlusconi, il leader di un partito che sta appoggiando sostanzialmente il Governo Renzi, è stato, lo ripeto, condannato in primo grado – ci sarà la prescrizione perché si sono fatti le leggi a favore – per corruzione; è anche strano che nessuno si scandalizzi. Non si scandalizza Salvini che ci fa degli accordi, non si scandalizza Renzi che ritiene che vi sia con Berlusconi una perfetta sintonia, non si scandalizza questo Partito Democratico che anche qui ha una maggioranza incostituzionale, abusiva grazie al Porcellum che è passato grazie al Governo Berlusconi, legge di Calderoli. È tutto abusivo.
Ecco, il MoVimento 5 stelle, Presidente, si scandalizza, reputa che questo dovrebbe essere il palazzo dell'onestà e reputa oggi, ancor di più, che, evidentemente, dopo una sentenza in primo grado per corruzione, il Partito Democratico, il partito anche di Mafia capitale, sentirà ancor di più una profonda sintonia con il condannato per corruzione Silvio Berlusconi .
ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Grazie. Signor Presidente, noi abbiamo chiesto ripetutamente in questi giorni in Conferenza dei presidenti di gruppo – e sappiamo che la Presidenza si è molto attivata – la possibilità che, prima del vertice convocato domenica dei capi di Governo sulla vicenda della Grecia, sia possibile una discussione parlamentare che termini con un voto. Sappiamo tutti che il momento è difficile e siamo convinti che sia giusto che il Governo italiano vada a quel vertice investito da un mandato del Parlamento.
Un mandato che auspichiamo sia quanto più largo possibile, per trovare una mediazione utile, all'Europa affinché non si disintegri e alla Grecia affinché non esca dall'euro. Sappiamo anche che il vertice formalmente non è ancora convocato e pensiamo che ovviamente un vertice ancora traballante probabilmente porterà ad un'assenza di un dibattito di questo Parlamento. Faccio questa proposta, sommessamente al Governo e alla Presidenza: condizionare la venuta del Premier e un voto del Parlamento alla celebrazione del vertice di domenica. Qualora quel vertice non ci sia, è superfluo che il suo Premier venga; qualora il vertice si celebri è obbligatorio che il Premier si confronti con il Parlamento.
DANIELE DEL GROSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELE DEL GROSSO. Grazie, Presidente. Svolgo un piccolo intervento per informare quello che oggi è accaduto in Abruzzo. Durante le occupazioni d'urgenza da parte della Terna, si sono formati dei cordoni umani, di cittadini che protestano contro l'elettrodotto Villanova-Gissi, i tecnici Terna hanno sfondato il cordone e si sono create delle situazioni poco chiare e quindi vi sono stati anche dei feriti. Questo, più che altro, per informare il Ministero dell'interno e per vedere se c’è una volontà, per finalità di pubblica sicurezza, di interrompere quest'opera, almeno momentaneamente, finché non viene ristabilito un minimo di tranquillità.
SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per sollecitare ulteriormente la risposta ad una interrogazione, la n. 4-08105, sollecitata già in Aula. Abbiamo chiamato il Ministero, abbiamo fatto l'impossibile, ma non si riesce ad avere questa risposta. Visto che riguarda l'ospedale di Salerno e il fatto che sia sotto indagine per gli straordinari, la risposta serve, anche urgentemente, visto che sono passati anche alcuni mesi. Oltretutto, penso che il Governo abbia risolto tutti i problemi in Campania con De Luca, a Salerno e a Napoli. Penso che ormai li abbia risolti, quindi, se potesse un attimo tornare a rispondere alle interrogazioni...
PRESIDENTE. Onorevole Lainati, per favore !
SILVIA GIORDANO....soprattutto per quanto riguarda la sanità e i problemi dell'indagine sull'ospedale di Salerno, ci farebbe una cortesia.
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Lainati, non è obbligatorio stare in Aula, soprattutto quando sta parlando un collega !
ROCCO PALESE. Presidente, ritengo – e spiace che l'Aula sia ormai vuota – che oggi si debba necessariamente aprire una riflessione all'interno del Parlamento. Infatti, o la Costituzione stabilisce che per i parlamentari non c’è vincolo di mandato, oppure non si riesce a comprendere perché mai un tribunale possa infliggere una condanna a qualsiasi parlamentare o a qualsiasi cittadino in riferimento a cambi di alleanze, a cambi di gruppi o a cambi di partiti e di schieramento all'interno del Parlamento, che sia alla Camera o al Senato.
Penso anche che nessuno in Italia possa dimenticare che quella maggioranza e quel Governo (Prodi del 2006), cadde, nel 2008, nel momento in cui il Ministro della giustizia dell'epoca, Clemente Mastella, doveva svolgere la relazione sullo stato della giustizia – relazione annuale che si presenta ogni anno al Parlamento – e che, in quel preciso momento, la procura di Santa Maria Capua Vetere aveva deciso l'arresto della moglie del Ministro stesso. Peraltro, dalle cronache apprendiamo che la stessa è stata poi assolta con formula piena. Quel Governo cadde per quel motivo e anche il Presidente del Consiglio dell'epoca è andato a testimoniare in questo senso. Quindi, si pone un problema enorme su come vengono effettivamente svolti questi processi.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Palese.
ROCCO PALESE. Questo è un argomento su cui è fin troppo determinante l'infiltrazione nelle decisioni della politica rispetto al Governo del Paese. Non è certo l'unico episodio e non è certo in riferimento ad uno schieramento di destra o di sinistra.
Ritengo che debba esserci quanto prima una riflessione su questi problemi e su questi aspetti, perché ritengo assolutamente ingiustificata e in pericolo la democrazia in quanto c’è un potere sovraordinato a tutto e a tutti .
MATTEO MANTERO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Grazie, signor Presidente, volevo soltanto sollecitare alcuni atti di sindacato ispettivo, ma ho comunque apprezzato la riscrittura della sentenza del processo Berlusconi che ci ha fatto testé l'onorevole Palese. Volevo sollecitare gli atti n. 4-01852 del settembre 2013, il n. 4-05339 del luglio 2014, il n. 4-05766 dell'agosto 2014, il n. 4-06720 del novembre 2014 e, soprattutto il n. 4-07769 che riguarda i nuovi farmaci per la cura dell'epatite C e siccome vi sono molti malati, anche terminali, che attendono quelle cure sarebbe utile avere una risposta in fretta.
TIZIANA CIPRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta alla mia interrogazione n. 5-05167 che riguarda l'allontanamento di una minore dal nucleo familiare e l'affidamento in una comunità sulla base di un mero esposto anonimo posto poi alla base delle decisioni adottate dal tribunale dei minorenni. Ebbene, la famiglia della bambina, il padre e lo zio attende una risposta da circa un anno e di questa interrogazione e di questa loro problematica mi sono fatta portavoce nei confronti dei Ministeri competenti.
PRESIDENTE. Avverto che, come previsto dal calendario dei lavori, all'ordine del giorno della seduta di domani saranno iscritti l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità riferite al disegno di legge n. 3098, recante delega al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.