PRESIDENTE. La seduta è aperta.
VALERIA VALENTE, legge il processo verbale della seduta del 31 marzo 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Bindi, Braga, Cicchitto, Coppola, Damiano, Epifani, Fico, Fraccaro, Giorgis, Meta, Piccoli Nardelli, Francesco Saverio Romano, Schullian, Sottanelli, Taglialatela e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Crivellari n. 3-02710 .
GENNARO MIGLIORE,. Grazie, signor Presidente. Mediante l'atto di sindacato ispettivo in discussione, l'onorevole interrogante prospetta criticità degli uffici giudiziari di Rovigo con riferimento alle dotazioni del personale di magistratura. Chiede, pertanto, quali iniziative il Ministero intenda assumere per superare le evidenziate carenze.
PRESIDENTE. L'onorevole Crivellari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
DIEGO CRIVELLARI. Grazie, Presidente. Io dico subito - e ringrazio il sottosegretario per la risposta - che mi dichiaro soddisfatto. Bene ha fatto, credo, il Governo a riconoscere, a ricordare nella sua risposta quella che è anche una particolare situazione che riguarda una regione ad alto tasso imprenditoriale come il Veneto. Premeva, ugualmente, sottolineare come, anche nella recente riorganizzazione della giustizia, il tribunale di Rodigo abbia una sua situazione specifica, particolare, che l'ha portato appunto a inglobare sotto la sua giurisdizione anche una parte della provincia di Padova.
PRESIDENTE. Passiamo ora all'interrogazione Burtone n. 3-02221
FILIPPO BUBBICO,. Sì, grazie signor Presidente. Con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Burtone, nel richiamare l'incendio che nell'aprile dell'anno scorso ha colpito un'azienda agricola nel comune di Scordia, evidenzia una recrudescenza dei reati predatori e di quelli di natura estorsiva nel comprensorio Calatino. Al riguardo chiede di conoscere quali iniziative si intendano assumere per rafforzare i presidi delle forze dell'ordine in quei territori.
PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, io mi dichiaro soddisfatto della risposta del Viceministro. È stata molto dettagliata, puntigliosa e - mi permetto di dire - anche rigorosa nella esposizione.
PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Brandolin n. 3-02698 .
FILIPPO BUBBICO,. Grazie, signor Presidente. Con l'interrogazione all'ordine del giorno, l'onorevole Brandolin richiama l'attenzione sugli atti vandalici compiuti a Gorizia in danno di uno stabilimento della società Pipistrel, di proprietà di un imprenditore sloveno, destinato alla produzione di velivoli ultraleggeri. Lo stesso onorevole Brandolin paventa che gli episodi siano di matrice razzista e, sotto altro profilo, che possano incidere negativamente sull'attivazione di una nuova realtà imprenditoriale molto importante per il territorio. Chiede, quindi, quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministero dell'interno a tutela dell'integrità dell'azienda in questione.
PRESIDENTE. L'onorevole Brandolin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
GIORGIO BRANDOLIN. Grazie, signor Presidente. Ringrazio il Vice Ministro per la risposta e anche per le ultime parole e considerazioni che ha aggiunto alla risposta scritta che, ovviamente, condivido completamente.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bernardo, Ferrara, Lorenzo Guerini, Mazziotti Di Celso, Molea, Gianluca Pini, Rossomando, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, noi ci misuriamo con una discussione di grande rilievo, e di grande drammaticità per le vicende umane che la caratterizzano. Alla radice di questa discussione c'è la fra due filoni fondamentali della società occidentale: la cultura giudaico-cristiana e la cultura illuminista. È una dialettica che va affrontata e risolta sulla base della libertà di scelta e di coscienza. Sulla base di questa scelta, io voterò a favore della proposta di legge e voterò a favore o contro anche sugli emendamenti unicamente sulla base del merito di essi e prescindendo sia dai nomi sia dal partito di chi li propone.
PRESIDENTE. Avevano chiesto di parlare i deputati Causin e Rampelli, che però non mi sembra siano in Aula.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. Vista la necessità di contingentare i tempi, chiedo di essere autorizzato a depositare un intervento scritto, sicuro che i relatori avranno la bontà di leggerlo. Nell'intervento si dice molto brevemente che cosa non sia in discussione in quest'Aula; nessuno discute la necessità di applicare l'articolo 32, comma 2. Nessuno discute il diritto che ciascuno ha di fare quello che ritiene della propria vita. Nessuno discute - non si discute ancora, per il momento, in questa legge - nemmeno del fine vita, perché ancora questa specifica tematica non è stata affrontata.
PRESIDENTE. Onorevole Menorello, per la verità in questa fase del dibattito il suo tempo per intervenire lo poteva utilizzare, ma non lo avrebbe recuperato poi; non può recuperare questo tempo che non viene utilizzato. Non lo abbiamo mai fatto, diciamo così. Comunque, il collega Menorello ha deciso che…
DOMENICO MENORELLO. Per la verità, le informazioni date dagli uffici erano di segno opposto.
PRESIDENTE. Mi permetto: se lei vuole concludere il suo intervento sul complesso degli emendamenti lo può fare, se ce l'ha scritto, altrimenti lo consegna, ma in questa fase non è consentito consegnare il testo dell'intervento se non ha terminato il tempo a sua disposizione.
DOMENICO MENORELLO. Quindi, lei mi assicura che il tempo di questa fase non rientra nel contingentamento.
PRESIDENTE. No, rientra nel contingentamento, certo che rientra nel contingentamento.
DOMENICO MENORELLO. Faccio in questo momento una richiesta ai sensi del Regolamento…
PRESIDENTE. Consegni, onorevole Menorello, penso che sia sensata la sua posizione.
DOMENICO MENORELLO. Le domando per chiarezza e faccio una richiesta…
PRESIDENTE. Sì, è chiaro, il tempo rimane a disposizione del suo gruppo.
DOMENICO MENORELLO. Grazie.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, molto brevemente, lo dico una volta sola così non lo dico più: per annunciare che sottoscrivo tutti gli emendamenti di tutto il provvedimento a prima firma Piccione o Bazoli.
PRESIDENTE. Piccione e Bazoli, entrambi.
ANTONIO PALMIERI. La seconda cosa, è per augurare un buon pomeriggio di lavoro, visto che il tema lo richiede.
ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, ritengo che sia fondamentale che per questo provvedimento, signor Presidente, ci sia la partecipazione anche del Ministro della salute, atteso che il provvedimento è di un'importanza assoluta rispetto ad un argomento che ovviamente non capita tutti i giorni di trattare, il fine vita, e fermo il massimo rispetto al sottosegretario cui ovviamente riconosciamo competenze e qualità umane. Riteniamo però che sia fondamentale la presenza del Ministro della salute: non fosse altro perché conosciamo le sue posizioni su questo argomento, e soprattutto perché ci sono aspetti che sono di ordine tecnico, che attengono proprio alla gestione del Dicastero, che ovviamente fanno sì che essa sia preziosa, forse per il mio parere anche indispensabile.
PRESIDENTE. Sì, deputato Pagano, la ringrazio. Qui abbiamo la presenza del Governo, come lei nota, nella persona del sottosegretario Faraone. Dunque io accolgo la sua richiesta, ma direi che la presenza in Aula è già garantita dal sottosegretario stesso.
DONATA LENZI, . Presidente, a pagina 3 del fascicolo degli emendamenti, perché qui dobbiamo trovare gli emendamenti segnalati, all'articolo premissivo Pagano 01.06, parere contrario. Emendamento Pagano 1.10, parere contrario. Emendamento Pagano 1.13, parere contrario. Emendamento Fucci 1.16, parere contrario. Emendamento Nicchi 1.20, invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Emendamento Pagano 1.24, parere contrario. Identici emendamenti Brignone 1.45 e Locatelli 1.46, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento Bosco 1.47, parere contrario.
DONATA LENZI, . Emendamento Silvia Giordano 1.48, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento Mantero 1.49, parere favorevole con riformulazione, che leggo: “ ‘la vita e la salute' : ‘il diritto alla vita, alla salute e alla dignità' ”.
PRESIDENTE. No, questo mi risulta ritirato.
DONATA LENZI, . L'emendamento Bosco 1.92 mi risulta con parere contrario della Commissione bilancio.
PRESIDENTE. No, anche questo è ritirato, deputata.
DONATA LENZI, . Perfetto.
PRESIDENTE. Sì, vada avanti.
DONATA LENZI, . Vado avanti? Perfetto.
PRESIDENTE. Questo è ritirato, deputata.
DONATA LENZI, . È ritirato, perfetto.
PRESIDENTE. Dopo ne parliamo. Adesso mandiamo avanti la relatrice, poi dopo riparliamo della riformulazione. Prego.
DONATA LENZI, . L'emendamento Monchiero 1.178 ed il successivo emendamento Burtone 1.356 sono così riformulati: al comma 3, secondo periodo, dopo le parole “incaricati di ricevere le informazioni”, aggiungere le seguenti: “e se il paziente lo desidera di esprimere il consenso”.
PRESIDENTE. Aspetti, però, che non la seguo su questo.
DONATA LENZI, . Sì, scusi, ho un testo sbagliato.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Sono due diversi…
PRESIDENTE. Sì, sono due diversi, lo sto dicendo, deputato Fedriga, non mi è sfuggito.
DONATA LENZI, . Sì, insieme all'emendamento Burtone 1.356; le leggerei insieme.
PRESIDENTE. A me non risultano identici questi due emendamenti, se lei esprime i pareri separatamente è meglio.
DONATA LENZI, . All'emendamento 1.178 Monchiero, le parole “incaricati di ricevere le informazioni” da sostituire con le seguenti: “incaricato di riceverle e di esprimere il consenso”. Sull'emendamento 1.356 Burtone, le parole “se il malato lo desidera”, correttamente, per omogeneità con linguaggio, da sostituire con: “se il paziente lo desidera”.
PRESIDENTE. Quindi parliamo dell'emendamento 1.206 Gigli…
DONATA LENZI, . Ed emendamenti 1.369 Silvia Giordano, 1.357 Burtone…
PRESIDENTE. Fino all'emendamento 1.213 Palmieri, giusto?
DONATA LENZI, . Sì, esatto.
PRESIDENTE. Andiamo avanti. Siamo all'emendamento 1.221 Palmieri.
DONATA LENZI, . Emendamento 1.221 Palmieri, parere contrario. Emendamento 1.353 Giuditta Pini, parere favorevole con questa riformulazione: : “maggiorenne e capace di intendere e di volere” : “capace di agire”. Emendamento 1.222 Silvia Giordano: parere contrario. Emendamento 1.364 Marazziti: invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 1.224 Fucci: parere contrario. Emendamento 1.225 Palmieri: parere contrario. Emendamento 1.226 Calabrò: parere contrario. Emendamento 1.270 Menorello: parere contrario.
DONATA LENZI, . Ne ho saltato qualcuno?
PRESIDENTE. Sì, però sono identici, basta menzionarlo.
DONATA LENZI, . Identici emendamenti 1.269 Palmieri e 1.270 Menorello: parere contrario. Emendamenti identici 1.227 Fucci e 1.350 Palmieri: parere contrario. Emendamento 1.228 Fucci: parere contrario. Emendamento 1.229 Pagano: parere contrario. Emendamenti identici 1.230 Binetti e 1.351 Palmieri: parere contrario.
PRESIDENTE. A me risulta solo l'emendamento 1.351 Palmieri.
DONATA LENZI, . Sì, perché l'altro non è segnalato.
DONATA LENZI, . Emendamento 1.231 Menorello: parere contrario. Emendamenti identici 1.232 Marguerettaz, 1.234 Palmieri, 1.235 Calabrò, 1.236 Fucci, 1.237 Pagano e 1.354 Rampelli: parere contrario.
PRESIDENTE. L'emendamento 1.354 Rampelli non è identico.
DONATA LENZI, . Ha ragione.
PRESIDENTE. Comunque anche sull'emendamento 1.354 Rampelli parere contrario?
DONATA LENZI, . Sì, parere contrario.
PRESIDENTE. Ha saltato un emendamento.
DONATA LENZI, . Sì, l'emendamento 1.265 Monchiero: chiedo che sia accantonato, così come i successivi emendamenti segnalati al comma 6, quindi gli emendamenti 1.253 Binetti, 1.373 Miotto, 1.273 Mucci, 1.274 D'Incecco, 1.276 Locatelli e gli identici 1.277 Palmieri, 1.278 Mantero, 1.279 Nicchi e 1.352 Gregori.
PRESIDENTE. Questi sono accantonati, quindi andiamo all'emendamento 1.281 Mantero.
DONATA LENZI, . Emendamento 1.281 Mantero: invito al ritiro o parere contrario. A pagina 54, emendamento 1.286 Pagano: parere contrario. Emendamento 1.291 Palmieri: parere contrario. Emendamento 1.295 Silvia Giordano: parere contrario. Emendamento 1.296 Mantero: parere contrario. Emendamento 1.298 Fucci: parere contrario. Poi, gli identici emendamenti 1.300 Silvia Giordano, 1.301 Nicchi e 1.302 Locatelli: parere contrario. Emendamenti identici 1.304 Palmieri e 1.305 Calabrò: parere contrario. Emendamento 1.303 Gigli: parere contrario. Emendamento 1.307 Palmieri: parere contrario. Emendamento 1.308 Vazio: parere contrario. Identici emendamenti 1.309 Vazio, 1.310 Silvia Giodano, 1.311 Murer e 1.312 Brignone: parere contrario.
DONATA LENZI, . La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 1.341 Gigli; 1.342 Mantero; 1.343 Mantero; esprime parere favorevole sull'emendamento 1.360 Amato purché sia riformulato nel modo seguente: : la formazione iniziale e continua dei medici e degli altri esercenti le professioni sanitarie comprende la formazione in materia di relazione e di comunicazione con il paziente, terapia del dolore e cure palliative.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'altro relatore saluto il consiglio comunale dei ragazzi del comune di Forlimpopoli che è qui in Aula. Ben arrivati .
ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
ALESSANDRO PAGANO. Sull'ordine dei lavori perché vorrei sottoscrivere i due emendamenti 1.324 Monchiero e 1.265 Monchiero.
PRESIDENTE. Sta bene. Per sottoscrivere le proposte emendative, potete intervenire anche dopo i pareri.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sui pareri? Deputato Fedriga, perché non sentiamo prima il relatore di minoranza e poi dopo facciamo gli interventi sui… prego, deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, le chiederei, considerato che la materia è particolarmente complicata, che la Presidenza, ovviamente conclusa l'espressione dei pareri da parte del relatore di minoranza, ci dia un'interpretazione su alcune riformulazioni che appaiono palesemente quali riscrittura di emendamenti in particolar modo uno. Se ce la può dare magari alla fine. Considerato che tutto l'articolo 1 ha un senso complessivo anche nelle votazioni degli articoli precedenti è utile sapere come procederanno i lavori.
PRESIDENTE. Direi di procedere con ordine, altrimenti, poiché è complicato, facciamo confusione. Invito il relatore di minoranza Calabrò ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.
RAFFAELE CALABRO', . Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Alzi il microfono, altrimenti non la sento.
RAFFAELE CALABRO', . Non mi ero mai sentito così alto, Presidente.
PRESIDENTE. Perfetto. Come vuole procedere?
RAFFAELE CALABRO', . Indicando il primo firmatario delle proposte emendative e il parere. Esprimo parere favorevole sull'articolo premissivo 01.06 Pagano, sugli emendamenti 1.10 Pagano, 1.13 Pagano e 1.16 Fucci; formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sull'emendamento 1.20 Nicchi; esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.24 Pagano; formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti 1.45 Brignone e 1.46 Locatelli; esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.47 Bosco; formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento 1.48 Silvia Giordano; esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.49 Mantero; formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 1.50 Silvia Giordano, 1.51 Silvia Giordano e 1.52 Murer.
PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 1.52 Murer è stato ritirato.
RAFFAELE CALABRO', . Bene. Formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 1.53 Mantero e 1.54 Silvia Giordano. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.355 Burtone nel testo riformulato e 1.500 della Commissione. Esprimo parere contrario sull'emendamento 1.368 Parisi; mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.77 Bosco, 1.67 Fucci, 1.79 Bosco e 1.82 Bosco.
PRESIDENTE. L'emendamento1.87 Bosco è stato ritirato come l'emendamento 1.92 Bosco.
RAFFAELE CALABRO', . Esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.362 Palmieri e 1.108 Palmieri; formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 1.111 Silvia Giordano e 1.113 Piccione. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.114 Palmieri e 1.115 Bazoli. Esprimo parere contrario sull'emendamento 1.119 Mantero. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti 1.121 Palmieri, 1.122 Fucci e 1.124 Bosco. Formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento 1.123 Locatelli. Credo che l'emendamento 1.126 sia stato ritirato.
RAFFAELE CALABRO', . Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.127 Binetti, 1.178 Monchiero e 1.356 Burtone riportato a pagina 33. Formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 1.185 Piccione e 1.186 Piccione; esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.363 Palmieri; mentre esprimo parere contrario sull'emendamento 1.196 Bazoli; esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.198 Binetti; 1.205 Palmieri; 1.206 Gigli; 1.369 Silvia Giordano ma questi ultimi sono riferiti al comma 4 e li abbiamo accantonati.
PRESIDENTE. Sì, c'è una richiesta di accantonamento. Quindi andiamo avanti.
RAFFAELE CALABRO', Emendamento 1.221 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.353 Giuditta Pini, parere favorevole. Emendamento 1.222 Silvia Giordano, parere contrario. Emendamento 1.364 Marazziti, parere favorevole. Emendamento 1.224 Fucci, parere favorevole. Emendamento 1.225 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.226 Calabrò, parere favorevole. Emendamento 1.270 Menorello, parere favorevole. Emendamento 1.350 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.228 Fucci, parere favorevole. Emendamento 1.229 Pagano, parere favorevole. Emendamento 1.351 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.231 Menorello, parere favorevole. Identici emendamenti 1.234 Palmieri, 1.235 Calabrò, 1. 236 Fucci e 1.237 Pagano, parere favorevole. Emendamento 1.354 Rampelli, parere favorevole. Emendamento 1.241 Bazoli, parere favorevole. Emendamento 1.372 Amato, parere contrario. Emendamento 1.400 Silvia Giordano, parere contrario. Emendamento 1.242 Calabrò, parere favorevole. Emendamento 1.248 Palmieri, parere favorevole.
PRESIDENTE. Aspetti, mi pare che abbia saltato l'emendamento 1.245 Palmieri.
RAFFAELE CALABRO', Emendamento 1.245 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.249 Calabrò, parere favorevole. Emendamento 1.367 Abrignani, parere favorevole. Emendamento 1.257 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.251 Gigli, parere favorevole. Emendamento 1.254 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.259 Marzano, parere contrario. Emendamento 1.261 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.262 Palmieri, parere favorevole. L'emendamento 1.265 Monchiero è stato accantonato. L'emendamento 1.253 Binetti è stato accantonato.
PRESIDENTE. Andiamo all'emendamento 1.281, a pagina 53.
RAFFAELE CALABRO', Emendamento 1.281 Mantero, anche questo è accantonato?
PRESIDENTE. Su questo mi deve dare il parere.
RAFFAELE CALABRO', Parere contrario.
PRESIDENTE. Sì, è così. Andiamo all'emendamento 1.366 Palmieri.
RAFFAELE CALABRO', Emendamento 1.366 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.321 Fucci, parere favorevole. L'emendamento 1.365 Marazziti è accantonato. Emendamento 1.325 Vazio, invito al ritiro. Emendamento 1.326 Vazio, invito al ritiro. Emendamento 1.359 Amato, parere favorevole. Emendamento 1.329 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.332 Fossati, invito al ritiro. Emendamento 1.333 Mantero, invito al ritiro. Emendamento 1.334 Silvia Giordano, invito al ritiro. Emendamento 1.335 Calabrò è stato ritirato. Emendamento 1.336 Gigli, parere favorevole. Emendamento 1.340 Miotto è stato ritirato.
PRESIDENTE. Abbiamo prima l'emendamento 1.501 della Commissione.
RAFFAELE CALABRO', Emendamento 1.501 della Commissione, parere favorevole. Emendamento 1.340 Miotto, è stato ritirato. Emendamento 1.341 Gigli, parere favorevole. Emendamento 1.342 Mantero, parere contrario. Emendamento 1.343 Mantero, parere contrario. L'emendamento 1.360 Amato è stato ritirato.
PRESIDENTE. No, non è stato ritirato.
RAFFAELE CALABRO', Allora, parere favorevole come riformulato.
PRESIDENTE. Con riformulazione?
PRESIDENTE. Sì, va bene, l'ha già letta.
RAFFAELE CALABRO', L'articolo aggiuntivo 1.01 Marazziti è accantonato.
DAVIDE FARAONE,. Presidente, il Governo si rimette all'Aula su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 1 e lo stesso comportamento avrà per tutto il provvedimento. Quindi, non so se vogliamo ridare il parere oppure no.
PRESIDENTE. Si rimette all'Aula.
DAVIDE FARAONE,. Sì, mi rimetto all'Aula.
ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, non ho compreso se l'emendamento 1.92 Bosco è stato ritirato. Me lo può confermare?
PRESIDENTE. Sì, è stato ritirato. Così ci dicono, è stato ritirato.
ANTONIO PALMIERI. Se l'onorevole Calabrò non ha nulla da obiettare, per me va bene.
PRESIDENTE. L'emendamento 1.92 Bosco che è insieme all'1.93 Bosco. Qual è il dubbio scusate? Allora, io direi: procediamo, quando ci arriviamo poi, se c'è bisogno di ulteriori chiarimenti… ma a me risulta ritirato.
RAFFAELE CALABRO', Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO', Intervengo per spiegare il quesito che poneva il collega Palmieri. È stato ritirato nell'esigenza del Comitato dei nove di riformularlo per la collocazione che non era corretta rispetto a dove è collocato in questo momento e riformularlo in forma uguale o diversa, in altra collocazione. Anzi, come emendamento della Commissione.
PRESIDENTE. Allora, prima di cominciare, ricordo che il deputato Fedriga, se non sbaglio, voleva un chiarimento in merito alle riformulazioni che la relatrice Lenzi aveva dato univocamente. Invece, i due emendamenti erano separati. Quindi, relatrice, l'onorevole Fedriga vorrebbe capire la riformulazione a quale dei due emendamenti era riferita. Lei ricorda il numero? Era l'emendamento 1.178?
DONATA LENZI, . Erano gli emendamenti Monchiero e Burtone
PRESIDENTE. Va bene. Insomma, siamo in presenza di due riformulazioni distinte, deputato Fedriga. Va bene? Non è chiaro?
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, capisco che probabilmente non ci arrivo io, ma è una pratica nuova dare la riformulazione sugli emendamenti insieme. Non è che...
PRESIDENTE. No, sono due riformulazioni.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Lo so, ma è stata data la prima volta una riformulazione su due emendamenti insieme, quindi non è che io non capisco, è che la relatrice deve capire che bisogna dare le informazioni...
PRESIDENTE. È chiaro, va bene.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Le chiedo, però, per favore, anche rispetto ad emendamenti precedenti - ribadisco la delicatezza della materia -, di avere per iscritto le riformulazioni, perché altrimenti ci è impossibile riuscire a capire...
PRESIDENTE. Sì, certo, non c'è problema, le distribuiamo per maggior chiarezza.
MASSIMILIANO FEDRIGA. La ringrazio molto.
PRESIDENTE. L'importante è che non ci siano faremo distribuire le riformulazioni.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, questa proposta emendativa, che in verità per noi è introduttiva rispetto all'altra, ancora più importante, è fondamentale, perché spiega non tanto un fatto che è noto, cioè il diritto all'accesso alle terapie del dolore, che hanno raggiunto un livello straordinario di qualità e di crescita da un punto di vista scientifico, però, Presidente, forse...
PRESIDENTE. Deputato Pagano, posizioni bene il microfono e poi chiedo all'Aula di seguire questo dibattito, che credo sia di importanza primaria per tutti noi. Avvicini a lei il microfono, deputato. Prego.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, dicevo che siamo di fronte a un articolo introduttivo, che però per noi assume un'importanza notevole, perché non è tanto il fatto che venga dato diritto all'accesso alla terapia del dolore - che ha avuto una crescita dal punto di vista scientifico, come è noto, straordinaria negli ultimi anni e che è fondamentale per capire che determinate problematiche che affronteremo da qui a poco possono trovare soluzione nell'accesso alla terapia del dolore -, ma è fondamentale, secondo noi, il fatto che le comunicazioni istituzionali siano...
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, sta parlando. Consentiteci di seguire il dibattito, grazie. Cosa sta dicendo, deputato?
STEFANO ALLASIA. Ci sono delle priorità!
PRESIDENTE. Lo capisco, ma la priorità dell'Aula è ascoltare il deputato Pagano. Prego, deputato.
ALESSANDRO PAGANO. E quindi per noi risulta fondamentale la comunicazione istituzionale a proposito dell'accesso alle cure palliative e al dolore severo. Perché dico questo? Perché di fatto, soprattutto i giovani non sono a conoscenza di quelle che sono le crescite che ci sono state, da un punto di vista scientifico, su questa materia. Per cui in molti, che sono abituati a fare delle dichiarazioni, diciamo, un po' troppo leggere, in tempi in cui la salute va al massimo, sarebbe cosa buona se venissero informati.
PRESIDENTE. Nessun altro intende intervenire, passiamo quindi ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, entriamo già nel vivo dell'argomento, perché con questo emendamento si vuole sostituire l'articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Per annunciare, a titolo personale, il mio voto contrario a questo emendamento, per due ragioni: in primo luogo, perché è un emendamento che, se fosse approvato, sopprimerebbe la legge; in secondo luogo, perché la sostituirebbe con una dichiarazione ideologica contro l'eutanasia, alla quale sono personalmente favorevole, ma che non è oggetto di questo provvedimento e di questa discussione.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . Grazie, Presidente. Su questo emendamento e sugli altri che seguiranno, proprio in base al ragionamento che questa legge non ha nulla di eutanasico e non si occupa di eutanasia, il parere sarà contrario sia a questi sia agli emendamenti, che ci sono anche quelli, che, invece, introducono l'eutanasia nel nostro sistema giuridico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. La relatrice mi ha spinto a intervenire perché questa legge altroché se non parla di eutanasia; anzi, un'eutanasia subdola, che non ha neanche la coerenza di chiamarla con il suo nome e di fare le pratiche che avvengono negli altri Paesi, ma permetterà, di fatto, di ammazzare una persona di fame e di sete, quindi pure con sofferenze, perché, addirittura, certe prescrizioni mediche confermano che alcune cure palliative non possono essere date al paziente se si sospendono l'idratazione e l'alimentazione artificiale. Quindi, non si è nemmeno avuto il coraggio di parlare di eutanasia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gregori. Ne ha facoltà.
MONICA GREGORI. Grazie, Presidente. Anch'io sono stata stimolata, non tanto dall'intervento della relatrice, ma del collega Fedriga, e, tramite lei, volevo sottolineare che qui non si sta uccidendo nessuno di fame e di sete.
RAFFAELE CALABRO', Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO', Presidente, solo per una precisazione: non perché voglia fare l'esegesi dell'intervento del collega Pagano, ma ha ragione la relatrice Lenzi quando dice che il medico cura non un caso, ma cura una persona. Ma io sottolinerei la parola “cura”. Il medico cura. Quello che Pagano presenta nel suo emendamento e che sta mettendo in principio al testo della legge è che nessuno può fornire aiuto medico al suicidio. Se una persona vuole scegliere della propria vita di fare altro, non si può dare aiuto medico a quest'altro. È questo il concetto che esprime nell'emendamento il collega Pagano; non ne volevo fare l'esegesi, ma credo che, forse, andava precisato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signora Presidente. Segnalo semplicemente ai colleghi e a coloro che sono intervenuti dicendo che l'idratazione e l'alimentazione artificiale sono un modo quasi surrettizio di prolungare la vita che, anche in seguito all'invenzione e alla scoperta della penicillina, la vita è stata allungata in modo artificiale, ma mi auguro che nessuno in questa sede, in quest'Aula, ritenga necessario abolire la somministrazione di penicillina, né di tutte le varie medicine inventate dopo, perché sarebbe un modo con cui noi artificialmente interveniamo all'interno di un procedimento normale che dovrebbe condurre alla morte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Grazie, Presidente. Solo per dichiarare libertà di coscienza su questo emendamento per il nostro gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. A titolo personale, Presidente. Al di là dell'emendamento Pagano, volevo richiamare che la scorsa settimana è morta naturalmente una donna che è stata in stato vegetativo ad Avezzano per 29 anni, assistita amorevolmente dalla sua famiglia e dalle sue figlie senza nessun altro tipo di intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, a titolo personale. Io so che uno dei punti chiave della legge riguarda l'idratazione e l'alimentazione artificiali. Entreremo nel merito delle questioni anche tecniche della materia, però dovremmo restare nel merito. E nel merito il collega Pagano dice: bisogna fare una norma in cui si dice “no” all'eutanasia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente. A titolo personale vorrei dire che mi sembra una legge sull'eutanasia, però fatta male. Non avendo il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, si apre lo spiraglio per ottenere l'eutanasia omissiva, attraverso la rinuncia all'idratazione e alla nutrizione artificiali, indicando a chi voglia praticare l'eutanasia il metodo più disumano, più inaccettabile, più terribile per porre termine alla propria vita. Se il Partito Democratico avesse il coraggio delle proprie posizioni, introdurrebbe l'eutanasia, però con modalità più umane.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, è curioso quello che ora abbiamo sentito, perché in questo primo accenno di dibattito sostanzialmente abbiamo sentito che, siccome abbiamo deciso di chiamare il gatto che fa miao gallina, tutti si ostinano a chiamarlo gallina. Ma è gatto: miagola!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Voglio interpretare anche l'intervento dei colleghi del PD, che ho sentito nel precedente intervento. Ovviamente voglio interpretarli in buona fede e nell'intento di non voler l'eutanasia. Quindi faccio una proposta, se viene accolta dalla relatrice.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Grazie Presidente. Solo per dichiarare il voto di coscienza del nostro gruppo su quest'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, per invitare la relatrice a prendere sul serio l'appello del collega Fedriga. Anche perché, se lo vuole fare, le basta modificare il parere agli emendamenti successivi, che noi abbiamo proposto e che ridicono esattamente le stesse cose, con l'unica differenza che non sopprimono l'articolo e sono collocati al punto giusto, soprattutto in questo articolo 1, dove si parla del consenso informato e, quindi, dove è opportuno togliere di mezzo ogni tipo di equivoco. Lo dico non solo nel merito, ma anche come forma di metodo e di aiuto per i lavori di questa maggioranza, che si è coagulata su questo testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, a titolo personale, anch'io mi permetto di invitare la relatrice a considerare le ragioni di questo emendamento, che, al di là del modo in cui è stato posto, pone l'accento su un problema reale. Perché è un problema reale, al di là delle buone intenzioni? Lo è per il fatto che, al successivo comma 7 di questo stesso articolo, si dica che il medico, che è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento o di rinunciare al medesimo, è, in conseguenza di ciò, esente da responsabilità civile o penale. Allora, siccome uno può suicidarsi anche rinunciando a un trattamento, e se lo si aiuta a far questo è assistenza al suicidio, ci si è preoccupati di togliere appunto quello che oggi nel nostro ordinamento è già previsto. Quindi, se non è questa l'intenzione, i casi sono due: o modifichiamo il comma 7, non dando per scontata la deresponsabilizzazione, oppure introduciamo questo argomento, appunto della negazione di ogni forma di suicidio assistito e di istigazione allo stesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Intervengo a titolo personale, signora Presidente. Un'osservazione meramente tecnica: mi sembra che la legge sia fatta male, perché, a questo punto, dovreste avere il coraggio di dichiarare che vengono abrogati gli articoli 579 e 580 del codice penale, quelli che puniscono il suicidio assistito e l'omicidio del consenziente. Non facendolo, create un'oggettiva situazione di incertezza del diritto. L'interprete della norma, domani, non saprà come deve interpretare il combinato disposto del codice penale, in cui queste norme non vengono abrogate, e della nuova legge, la quale implicitamente le dà per abrogate. È una delle tante conseguenze del fatto che si vuole fare qualcosa senza assumersene pienamente la responsabilità.
PRESIDENTE. Giusto per chiarezza, chiunque intervenga come primo intervento della componente politica, il tempo va computato alla componente politica, non al tempo riservato agli interventi a titolo personale, evidentemente.
DONATA LENZI,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI,. Presidente, a tutti i relatori credo dispiaccia sentir dire che la legge è fatta male, mi consola il giudizio del professor Francesco D'Agostino, eminente giurista e presidente emerito del Comitato nazionale di bioetica, che, nell'articolo di del 30 marzo, dice che la legge è fatta bene e che non ha nulla a che vedere con l'eutanasia. Nel nostro ordinamento, nel codice penale, all'articolo 579 è previsto l'omicidio del consenziente (la parola eutanasia in realtà non c'è), e nell'articolo 580 il suicidio assistito, quindi non è che al momento abbiamo un buco legislativo che dobbiamo andare a cogliere. Poiché noi riteniamo e siamo convinti che questa legge non sia una legge eutanasica, come ho detto precedentemente, accettare questi emendamenti implicherebbe invece l'accettazione del dibattito sull'eutanasia all'interno della legge, quindi, per questa ragione, tutti gli emendamenti pro e contro che riguardano questi argomenti avranno parere contrario.
ANGELO CERA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Presidente, abbiamo visto quello che è successo, cioè che abbiamo stoppato i lavori da una settimana all'altra, oggi non so e in quale maniera - non voglio entrare in merito - siano stati ridotti i tempi, e ci ritroviamo su temi importanti a dover elemosinare il tempo. Cioè, a questo punto, su temi per i quali le coscienze sono al di sopra di ogni cosa, dovremmo stare a ridurre la nostra discussione a quattro minuti, e stiamo ancora all'inizio della discussione. L'errore è che ci avete annacquato il dibattito, avete interrotto oggi pomeriggio i nostri interventi. Per carità, gli accordi, quanto meno a titolo personale, qualcuno doveva sapere - sto parlando per chi ha preso per me le decisioni…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cera, non vorrei interromperla, ma credo che forse non è chiaro: i tempi sono quelli di sempre, di ogni provvedimento…
PRESIDENTE. Sì, deputato. Peraltro, stiamo iniziando adesso l'esame del provvedimento.
ANGELO CERA. Mi consenta, Presidente: mi dica che su temi di questo genere noi fra quattro minuti stoppiamo i nostri discorsi, non possiamo più parlare, e ci alziamo e andiamo via, perché non c'è proprio…
PRESIDENTE. Sono i tempi ordinari degli interventi. Sono i tempi ordinari, sono questi stabiliti da sempre, non sono tempi rivisitati… sono tempi ordinari, deputato Cera.
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, sulla questione sollevata dal collega Cera e in particolare sui tempi di questo dibattito. Vorrei sottolineare questo: questa è una legge che è da lungo tempo all'esame della Commissione, peraltro colgo l'occasione per ringraziare la Commissione, il presidente, i nostri colleghi e la relatrice per il lavoro che è stato svolto su questo testo. Questo dibattito, questo lungo tempo che è stato utilizzato, è stato utilizzato per produrre un buon lavoro, dopodiché ci siamo trovati in Aula, e lei ne è testimone, perché di questa discussione è stata guida. Nelle Conferenze dei presidenti di gruppo è stato per più volte chiesto il rinvio, poi siamo venuti in Aula e ci siamo trovati con una trentina di colleghi che - legittimamente, sia chiaro - si sono iscritti sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1. Quindi, oggi arriviamo a un provvedimento contingentato dopo un lungo percorso, e da parte del nostro gruppo non c'è nessuna volontà di strozzare il dibattito, c'è volontà di arrivare fino in fondo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Presidente, la relatrice ci ha indicato che il testo che è oggi all'esame - citando D'Agostino - è un ottimo testo. Non c'è dubbio che rientra tra i doveri e le facoltà di uno Stato di normare in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento e io non entro nel merito ma mi lasci dire, signor Presidente, per il suo tramite che è un testo largamente incompleto se lo Stato entra nell'ordine di idee di normare la materia, così come fu all'epoca dell'approvazione della legge n. 194 del 1978 di regolamentazione dell'interruzione volontaria di gravidanza: ma quella non è una legge che - purtroppo, è passata - regolamenta l'interruzione volontaria di gravidanza, ma di tutela della vita del nascituro e della maternità infantile e anche di regolamentazione.
PRESIDENTE. Deputato Palese, c'è stato un equivoco, perché mi è stato detto che lei voleva intervenire sull'ordine dei lavori, lei è entrato nel merito invece dell'emendamento.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Intervengo sui tempi. In relazione alla sua risposta all'onorevole Cera, lei ha detto che ha usato i tempi ordinari e ha perfettamente ragione e questi sono i tempi ordinari però mi preme sottolineare che questa non è una legge ordinaria. Quindi…
PRESIDENTE. Per le dichiarazioni di voto sto dicendo. Le dichiarazioni di voto sono cinque minuti per gruppo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Lo so bene, Presidente, come ha utilizzato diciotto ore sul complessivo. Però si renderà anche conto della condizione di un gruppo, per esempio, come la Lega su un testo unificato così delicato, che sicuramente, come ha detto il collega Rosato, ha avuto un forte approfondimento in Commissione, ma penso che anche l'Aula abbia bisogno di un forte approfondimento, considerato che in Aula partecipano tutti i parlamentari dell'arco costituzionale. Le chiederei quindi di poter prendere in considerazione, nel proseguo dell'esame, questa particolare condizione.
PRESIDENTE. Quindi, lei mi sta parlando del contingentamento adesso?
MASSIMILIANO FEDRIGA. Assolutamente sì e dei tempi, Presidente.
PRESIDENTE. Siamo passati al contingentamento. Lei sa, tuttavia, presidente Fedriga, che io ho dato diciotto ore.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Lo so bene, lo so bene.
PRESIDENTE. Quindi un tempo ampio.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Come lei sa, noi abbiamo quarantadue minuti in tutto.
PRESIDENTE. Questo dipende dalla consistenza numerica del gruppo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Ho capito.
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Buttiglione, interviene sull'ordine dei lavori anche lei?
ROCCO BUTTIGLIONE. Sull'ordine dei lavori, signora Presidente.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Volevo ricordare a me stesso che nella tradizione della conduzione dei lavori di quest'Aula si è sempre trovato il modo di evitare di strozzare il dibattito, soprattutto su questioni di grande rilievo, primo, ampliando i tempi assegnati ad ogni componente di un terzo, quando questo fosse risultato necessario, e poi dando un minuto di tempo per interventi a titolo personale,, dopo l'esaurimento dei tempi, perché tutti i deputati potessero esprimere il loro parere.
PRESIDENTE. Certo, lei mi sta dicendo quando vi sarà il terzo aggiuntivo, se il gruppo ne farà richiesta, non verrà certo negato il terzo aggiuntivo come sempre.
ROBERTO FICO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO FICO. Grazie, Presidente. Il gruppo del MoVimento 5 Stelle esprime la propria disponibilità per rimanere in Aula tutto il tempo possibile per arrivare all'approvazione del provvedimento che il MoVimento 5 Stelle vuole fortemente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Mi dispiace disturbarla di nuovo, ma mi è stato confermato che non può essere fatta una riformulazione indipendente di un emendamento e dell'altro, Monchiero e Burtone. Poiché non ce l'ho per iscritto, vorrei averla, perché, avendo anche personalmente seguito, come delegato d'Aula, come si lavora in quest'Aula e come vengono riformulati gli emendamenti, mi è stato addirittura detto che mi sono confuso. Vorrei che la relatrice mi scrivesse come si riformula il primo e come si riformula il secondo e se veramente sono riformulazioni o se è un nuovo emendamento della Commissione.
PRESIDENTE. Deputato Fedriga, le stiamo esaminando. Come lei sa, gli uffici devono valutare le proposte e, quando arriveremo al comma 3, andremo nel dettaglio.
ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Con l'emendamento che porta la firma di chi vi parla e di altri colleghi e come primo firmatario l'onorevole Fucci, abbiamo inteso praticamente riscrivere l'articolo 1 - quindi, non certo cassarlo ma riscriverlo - cercando di mettere in evidenza alcuni passaggi per noi particolarmente importanti partendo dalla considerazione, su cui naturalmente torneremo anche successivamente con appositi emendamenti, che il tema dell'idratazione e dell'alimentazione non possono essere considerati alla stregua di un semplice trattamento terapeutico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di aggiungere la firma e per dichiarare, a nome del gruppo della Lega, il voto favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Per confermare il voto dell'UDC a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. A titolo personale, signor Presidente. Qui, cominciamo ad affrontare il tema del consenso informato. È un tema straordinariamente delicato, perché noi chiediamo un consenso informato su una pluralità indefinita di eventi che possono verificarsi nel futuro. Non sarebbe opportuno che il consenso informato fosse vincolato alla specifica situazione che è prevedibile nel momento in cui il consenso viene formulato? Questo non c'è e mancano le garanzie fondamentali di cui il consenso informato ha bisogno per essere efficace, perché realmente sia plausibile pensare che il paziente sia adeguatamente informato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Intervengo per esprimere, da un lato, apprezzamento per lo sforzo intellettuale e politico dei colleghi che cercano delle soluzioni, ma, in coerenza con quanto affermato all'inizio, anche per annunciare, a titolo personale, il mio voto contrario a un emendamento che avrebbe carattere restrittivo delle possibilità di scelta individuali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amato. Ne ha facoltà.
MARIA AMATO. Grazie, Presidente. È bene ricordare che il capitolo del consenso informato fa parte della normale vita sanitaria delle persone; il consenso informato per un qualsiasi esame diagnostico, il consenso informato per una qualsiasi terapia. Spostare direttamente il tema delle DAT e anticiparlo, adesso, direi che è una forzatura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, nessuno di tutti coloro che hanno un briciolo di conoscenza scientifica può mai immaginare che una persona si lasci morire. E questo non lo dice chiunque, lo dicono tutti, ma non lo dice chiunque; pensi che anche Umberto Veronesi ha espresso più volte questo parere che io sto sintetizzando con parole mie e cioè che, se una persona è assistita, se una persona è curata, ha vicino le strutture sanitarie, ha vicino l'amore della famiglia, certamente non sceglie di suicidarsi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, a titolo personale, io ho qui una copia di una cartella clinica e nelle cartelle cliniche c'è scritto che il paziente deve dare il consenso informato su alcune indagini diagnostiche; è qui a disposizione dei colleghi per poterla leggere. Aggiungo: che cosa facciamo? Non limitiamo il consenso informato a questo atto legato ad alcune indagini diagnostiche; diciamo di più: parte l'alleanza terapeutica, il medico deve informare sulle possibilità terapeutiche, su quello che può essere l'esito prognostico di una malattia, c'è un percorso che viene condiviso, lo ripeto, che viene condiviso. Quello che è stato detto dai colleghi - mi dispiace dirlo - è una forzatura, è il tentativo di centrare la questione sull'alimentazione e sull'idratazione artificiale. Ma al momento giusto parleremo anche di questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Io capisco la volontà del collega Pagano di parlare sempre del suicidio o, alcune volte, dell'omicidio delle persone e di questo non ne parleremo neanche dopo, perché non c'è nella legge, ma invito il collega Pagano a leggere attentamente anche il testo base, che è stato portato dalla Commissione in Aula, perché non c'è bisogno di andare sulla riformulazione, sull'emendamento proposto dal collega Fucci, per dire che il consenso deve essere libero e informato, perché è scritto chiaramente al comma 1 dell'articolo 1. Quindi, basta leggere anche solo le prime quattro righe, in realtà; vorrei anche dire e sottolineare che per tutto l'articolo 1 si parla di consenso informato in senso ampio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Presidente, siamo all'inizio del testo di questa legge e molto frequentemente accadrà di passare dal tema del consenso informato - che vale per tutte le circostanze in una relazione medico-paziente, quando si va in un ospedale, quando si chiede un intervento e, quindi, quando si deve autorizzare un intervento sul proprio corpo, una iniezione, una qualunque cosa che intervenga sul proprio corpo - al tema delle dichiarazioni e disposizioni anticipate di trattamento dell'articolo 3.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto sono assolutamente coerenti. Perché lo dico? Perché questo è un emendamento sostitutivo dell'articolo 1, dove nel consenso informato si parla anche di idratazione e alimentazione artificiale. Voglio fare questa specifica, ricollegandomi anche all'intervento che hanno fatto dei miei colleghi precedentemente, perché - domando all'Aula - se prima non diamo risposte alle esigenze assistenziali, economiche, delle famiglie e dei malati che magari vivono in una situazione di grave invalidità, con quale libertà, seppure informati, i malati potranno prendere quella decisione? Qual è la libertà? La libertà vera c'è se ci sono già a disposizione tutti quegli strumenti per garantire una vita dignitosa, un'assistenza dignitosa, per non sentirsi un peso per i propri familiari. Allora lì, sì, che c'è una scelta libera! Adesso la libertà non esiste - concludo - e dico solo: chi vota questo, è semplicemente per lavarsi la coscienza e non affrontare realmente il tema cardine di quella che è l'assistenza ai malati gravi e gravissimi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Solo per ricordare alla relatrice e al presidente della Commissione che ciò che qualifica una omissione dal punto di vista dei trattamenti, sia nel senso suicidario, che nel senso eutanasico, non è tanto la natura dell'atto, quanto l'intenzione con esso, attraverso quella decisione, di accorciare la vita del paziente che non stava morendo. Allora, se noi non chiariamo questo equivoco, capiamo - torno a dire - perché al comma 7 ci sia bisogno, poi, di togliere la responsabilità penale anche per il medico: perché di fatto si sta decidendo - su richiesta del paziente, se è consapevole- o su richiesta anche precedente sua o del tutore, se lui non è più capace di esprimere le sue volontà - di accorciare la vita del paziente. E questo è suicidio assistito in un primo caso o eutanasia nel secondo.
PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, passiamo quindi ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, io devo chiedere scusa ai miei colleghi della Commissione. Quando abbiamo fatto questi lavori, il sottoscritto non si è accorto di quanto sia fallace l'articolo 13 della Costituzione, richiamato da questo articolo. Me ne sono accorto, per fortuna, dopo, cioè adesso, ecco l'importanza del dibattito in Aula, che non deve essere contingentato su un argomento di questo genere, perché è un argomento dove il Parlamento decide, non una Commissione, che - per quanto ammirevole nella qualità e nella quantità fatta e ove naturalmente ognuno ha il proprio punto di vista - non ha il diritto di decidere per tutti i 630 deputati, ovvero non ha il diritto di decidere per il Paese.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . Grazie, Presidente. L'articolo 13 inizia in un altro modo, cioè inizia con: “La libertà personale è inviolabile”. È l'affermazione, tradotta in italiano, del principio dell', che viene dalla Magna Carta anglosassone, e noi abbiamo ripreso testualmente una sentenza della Corte costituzionale, la n. 438 del 2008, la quale dice, puntualmente, che: il consenso informato è inteso quale espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, Presidente. Questo è uno dei punti importanti su cui noi continueremo la nostra battaglia, come Alternativa Popolare, nel prosieguo di questa legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, solo per giustificare il parere favorevole, perché mi sembra essenziale che, in qualche modo, nel testo si possa chiarire qual è il concetto generale del consenso informato. Qui noi parliamo di due cose fondamentali: una è quella che la legge deve in qualche modo tutelare la vita umana e la salute, che è l'obiettivo di ogni legge di carattere sanitario, e la seconda cosa è che ci deve essere questo rapporto forte tra il medico e il paziente, che qui definiamo l'alleanza terapeutica, in un passaggio storico che nel tempo abbiamo avuto da una situazione in cui il medico imponeva le cure, in qualche modo, a un passaggio che non deve arrivare a un'imposizione inversa, ma deve arrivare a quel colloquio sano, profondo, di chiarificazione, dove il paziente deve essere garantito, come dice questo emendamento, a capire fino in fondo quali sono le conseguenze delle sue scelte. È per questo che ci è parso utile rappresentare questo emendamento e che questo emendamento potesse dire lo sviluppo che deve avere il consenso informato che poi viene rappresentato negli articoli e nei commi successivi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Questo, come gli altri emendamenti che seguiranno, hanno tutti lo stesso principio, che poi è stato risolto con l'emendamento accolto, l'1.49 Mantero. Ed è anche il motivo per cui, pur condividendo il principio degli identici emendamenti 1.45 e 1.46, a prima firma Brignone e Locatelli, ci siamo astenuti, in quanto appunto c'è il successivo accoglimento dell'emendamento 1.49 Mantero.
PRESIDENTE. Va bene, quindi, siamo all'emendamento 1.49 Mantero, parere favorevole con una riformulazione. Il parere, invece, è favorevole del relatore di minoranza.
RAFFAELE CALABRO', Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO', Solo per comunicare che cambio il parere in contrario.
PRESIDENTE. Non è più favorevole? Va bene.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, qui casca il palco, perché o il MoVimento 5 Stelle - e in quanto è intervenuta prima la collega del MoVimento 5 Stelle - ha ragione e, quindi, ritira l'1.48 Silvia Giordano, perché è stato accettato l'1.49 riformulato e, quindi, all'interno dell'1.49 c'è il concetto dell'1.48, ovvero toglie la tutela della vita, oppure il MoVimento 5 Stelle si contraddice, perché nell'1.48 parla di diritto alla vita e non capisco perché abbia ritirato l'1.48.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente, per spiegare il motivo del ritiro degli emendamenti e tranquillizzare il collega. Noi abbiamo chiesto di inserire il diritto alla vita, che è quello che è sancito dalla Carta dei diritti dell'Unione europea, che è stato inserito grazie a un emendamento accolto, se non sbaglio, della collega Roccella. Quindi, abbiamo voluto uniformare il testo della legge con il riferimento a questa Carta, che era stata inserita nel testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, colleghi, la parola “dignità” è una parola alla quale tutti teniamo moltissimo. Solo che, quando la si unisce alla parola “vita”, può suggerire l'idea che ci sono vite più degne e vite meno degne. Può suggerire l'idea che, se uno non è sano, in perfetta forma, capace di intendere e volere, allora la sua vita non è più così degna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Stiamo entrando nel vivo del testo, che la Commissione ha elaborato dopo mesi di discussioni. E ancora all'ultimo, con l'accoglimento dei due emendamenti e quindi la riformulazione del testo, a me pare onestamente che la relatrice abbia proposto, alla Commissione prima e a quest'Aula ora, una riformulazione che arricchisce il testo, non che lo peggiora. Infatti, il testo adesso suona così: tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione e via dicendo. Mi pare un testo arricchente ed esprimo, quindi, il consenso del nostro gruppo a questa riformulazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, solo per dichiarare il voto di coscienza del nostro gruppo parlamentare a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, la prego di riferire da parte mia all'onorevole Mantero che, contrariamente a ciò che lui dice, la vita è un bene inalienabile. Lo dice la nostra Costituzione all'articolo 2, appunto, dove pone la vita certamente tra i diritti inviolabili; è il primo, è un diritto fondamentale dell'uomo, e lo pone quindi tra i diritti inviolabili, che vengono prima della salute, vengono certamente molto prima della dignità, vengono molto prima dell'autodeterminazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, intervengo per lasciare a verbale un'annotazione - se possibile - contro l'ipocrisia e contro il “politicamente corretto”. Parla qui, a titolo personale, un favorevole alla legge, ci sono invece tanti colleghi altrettanto legittimamente contrari; ma dico agli uni, ai favorevoli come me, e agli altri, ai contrari, che accapigliarsi sull'evocazione della parola “vita” in una legge che ha a che fare con la buona morte è un grande atto di ipocrisia, degli uni e degli altri. Per favore, usciamo dal politicamente corretto e da un'ipocrisia che in questi anni dura in Italia veramente da troppo tempo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, questa riformulazione, che poi viene accettata dai proponenti, mette in evidenza ancora di più quello che ho evidenziato prima. La tutela alla vita: di quale tutela parliamo nei confronti dei neurovegetativi che non vogliono procedere rispetto al consenso informato e all'anticipazione di trattamento? Ciò perché, signora Presidente, il consenso informato nel nostro Paese esiste già da diversi anni; nessuno può procedere alla prescrizione e all'attuazione di una particolare terapia, indagine o intervento chirurgico senza che ci sia il consenso informato, con mille firme da parte del paziente o chi è nel contesto delle tutele.
ELEONORA BECHIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELEONORA BECHIS. Signora Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, noi abbiamo notato, adesso, proprio in questi ultimi secondi, due fatti assolutamente incontrovertibili: la coerenza dei Cinquestelle, che volevano la legge eutanasica e con questo emendamento l'ha ottenuta - adesso lo spiego meglio -, e del PD, che continuarla nella sua ipocrisia. Ciò perché la vita continua ad essere un bene indisponibile, perché oggi passa il principio - mi dispiace che non possiamo fare un dibattito più ampio - che della propria vita si fa quello che si vuole, perché togliendo la parola “vita” e subordinandola, anzi eliminandola a favore di salute e dignità, questo è accaduto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Presidente, volevo annunciare il voto favorevole del Movimento democratico e progressista a questo emendamento come riformulato. Pensiamo che la riformulazione renda pienamente i riferimenti agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione, parlando di tutela del diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione della persona. Credo che questo sia un principio a cui noi certamente non possiamo rinunciare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Presidente, a titolo personale, dico che voterò contro questo emendamento, perché ritengo che vi sia una mutazione genetica che si introduce nell'ordinamento: da diritto alla vita a diritto a una vita dignitosa, quindi esisterebbe una vita dignitosa e una vita meno dignitosa. E soprattutto, lo Stato è chiamato ora a tutelare la vita dignitosa e non si capisce bene che tutela ci sarà per quella meno dignitosa. Non è così! La vita è sempre da tutelare, nel rispetto della volontà dell'interessato. E poi, quando è dignitosa la vita? Quando è utile? Chi decide che una vita sia dignitosa? Credo, la mentalità dominante e chi la condiziona. È un crinale troppo pericoloso, quindi voterò contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Presidente, forse c'è una confusione, perché o non ho capito bene la riformulazione o forse c'è stata veramente un po' troppa confusione. La riformulazione dell'emendamento è: diritto alla vita, alla salute e alla dignità. Non viene tolto nessun termine; in realtà, non si fa altro che conformare il secondo periodo della frase dell'articolo 1 a quello che già abbiamo scritto prima, ossia i riferimenti legislativi, Costituzione e Carta dei diritti dell'Unione europea, che oltretutto è stato inserito grazie a una riformulazione dell'emendamento Roccella, cui il collega Pagano ha più volte dichiarato il voto favorevole, dove si fa chiaramente riferimento al diritto alla vita, alla tutela del diritto alla vita e alla dignità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, il titolo del provvedimento di cui trattiamo recita: norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. Ovvero, già nel titolo si capisce come qualunque accadimento che si sviluppi a seguito dipende da una primigenia soggettiva valutazione dell'interessato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Intervenendo a titolo personale, Presidente, ritengo invece che il discorso sulla dignità può essere interessante soltanto se quando parliamo di dignità consideriamo la scelta dell'individuo in quanto tale. Ogni individuo sceglie di essere in una situazione di dignità o meno: finora tutto questo è sempre stato nelle mani dei medici nel senso che poi non ci nascondiamo dietro l'ipocrisia del medico che accompagna alla morte fino all'ultimo la persona che è in difficoltà. Né da parte di questo testo è prevista una soluzione vera e propria ma bensì un contesto di rispetto della persona che va un pochino più avanti, ma tanto meno possiamo pensare che il medico fino ad oggi non abbia accompagnato anche a forme molto similari a quelle che noi presentiamo nel testo. Forse per la prima volta come pazienti si potrà dire la propria e non sottostare alla scelta dei camici bianchi.
CRISTIAN IANNUZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRISTIAN IANNUZZI. Intervengo solo per sottoscrivere l'emendamento 1.49 Mantero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO', . Presidente, per sottolineare che la collega Silvia Giordano ha ragione quando dice che nella riformulazione ritorna presente la parola “vita” quindi questo mi sembra sia un fatto importante ma la sostanza non è nelle parole “vita”, “salute”, “dignità”. La sostanza è in un'altra parola: il diritto alla vita. Se parliamo di “diritto” vuol dire che riteniamo la vita un bene disponibile: dove c'è il diritto alla vita, ci può essere il diritto alla non-vita cioè il diritto alla morte. Ugualmente quando parliamo di diritto alla dignità senza specificare che cosa vogliamo intendere con la parola “dignità” - dignità della persona, dignità di vita - e non capiamo che cosa voglia dire la parola astratta “dignità” che può essere interpretata in mille maniere. Questo è il motivo per cui questo emendamento non può essere da noi approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. C'è un po' di sorpresa nelle dichiarazioni di molti colleghi delle Lega ma anche del centrodestra che sono intervenuti perché su questo punto, in Commissione, abbiamo a lungo discusso e abbiamo individuato una formulazione che sta nella riformulazione dell'emendamento Mantero che, lo ricordo è la seguente: “il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione”. Esattamente ciò che prevede la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Su questo abbiamo discusso e avevamo convenuto che con questa formulazione tra l'altro eravamo più chiari, più completi, più esaustivi rispetto a molte esigenze che c'erano di affermazioni di alcuni diritti e siamo coerenti con quanto prevedono peraltro le sentenze della Corte che il giudice Flick ha autorevolmente commentato. Devo dire che scoprire che ora non va più bene, lascia un po' sorpresi. Tuttavia devo dire che anche tutta la discussione sugli emendamenti finora presentati dal collega Pagano ha dimostrato che in verità c'è molto di strumentale, mentre devo dire che dovremmo essere più seri: non inventare l'eutanasia su ogni virgola. C'è questa preoccupazione: ogni virgola di ogni emendamento nasconde l'intento eutanasico. Questa è stata la linea rossa che ha congiunto tutti gli interventi sinora. Non c'è nulla di tutto questo e continuare ad insistere su questo punto non aiuta secondo me…
ANNA MARGHERITA MIOTTO. …una lettura vera del testo
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente, mi rivolgo solo a lei nel senso che, dovendo lei gestire l'Aula, io credo che, pur contati male, i Conservatori e Riformisti abbiamo quasi esaurito i loro tempi, la Lega Nord si avvicina all'esaurimento dei propri tempi, l'UDC lo stesso e gli altri centristi sono nella stessa situazione. Infatti stiamo lavorando - l'ho detto prima, ve la siete presa col povero Cera ma dovevate prendervela con me - su un provvedimento su cui il Governo saggiamente si astiene e il Parlamento avrebbe avuto a disposizione e avrebbe dovuto avere tutto il tempo e tutto il numero di emendamenti congruo, mentre ci troviamo in questa condizione: siamo praticamente all'inizio dell'esame del testo con almeno quattro gruppi che stanno per finire i tempi. Noi stiamo centellinando i nostri interventi per lo stesso motivo e mi sembra onestamente una situazione molto complessa per poter portare avanti serenamente il lavoro.
PRESIDENTE. La ringrazio ma ho già detto che, come in altre occasioni, su provvedimenti così rilevanti la Presidenza non ha dubbio che, su richiesta dei gruppi, estenderà il tempo. Intanto andiamo avanti perché i tempi non sono ancora esauriti. Quindi siamo all'emendamento1.355 Burtone sul quale è stata proposta una riformulazione.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . L'emendamento Burtone 1.355 è riferito a “la salute”: Poiché abbiamo modificato il testo, ovviamente adesso va inteso che, dopo la parola “alla dignità” aggiungere “all'autodeterminazione”.
RAFFAELE CALABRO', . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO', . Modifico il parere in contrario sull'emendamento 1.355 Burtone.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Colgo l'occasione di un intervento su questo emendamento anche per fare il quadro di quello che è stato approvato fino adesso. Fino adesso sono stati approvati - e ha ragione il collega che mi ha preceduto - tutti principi che delimitano il quadro eutanasico. Quello è! Quando dico che la vita è un bene disponibile, quando dico che una persona decide se una vita è dignitosa o indegna, quando dico che c'è l'autodeterminazione, qualcuno può condividerlo, e legittimamente, ma penso che chiunque onesto intellettualmente capisca che queste sono, semplicemente, le basi del principio eutanasico e questo apre a qualsiasi cosa; sentenze di apertura rispetto alle norme scritte in questo Parlamento le abbiamo viste su qualsiasi cosa e ricordo il dibattito sulle unioni civili, quando ci veniva detto: non preoccupatevi, l'adozione da parte di coppie omosessuali non ci sarà mai, mai, mai! È pieno di sentenze che danno figli a coppie omosessuali. Questa è la stessa identica cosa e inserendo questi principi in modo subdolo, e senza nemmeno avere il coraggio di prendersene la responsabilità in quest'Aula e di fronte al Paese, si inserisce, di fatto, l'eutanasia, semplicemente, con il solito escamotage: sarà qualche sentenza che aprirà. Il legislatore non si prende la responsabilità, noi la responsabilità ce la prendiamo e votiamo contro .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO MAROTTA. Signora Presidente, volevo sottolineare un primo aspetto che attiene a quello che è stato detto poc'anzi in uno degli interventi. Si è detto che alcuni di noi si siano quasi inventati la parola eutanasia e la vogliono inserire in qualsiasi aspetto o in qualsiasi punto che riguarda questa normativa. Allora vorrei chiedere a chi pensa che noi abusiamo della parola eutanasia - e io sono pronto ad accettare qualsiasi indicazione in questo senso e se ne abuso sono pronto anche a fare marcia indietro - come possiamo definire questo passo di questa normativa: attraverso le DAT esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche o a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione o di idratazione artificiali. Allora, se non è eutanasia, abbiate allora il coraggio di dirmi voi come dobbiamo definire questa situazione, perché noi dobbiamo essere chiari con i cittadini e con chi segue i nostri dibattiti. Se non è eutanasia che cosa è? Aspetto da voi una risposta. Per quanto riguarda, poi, il merito dell'emendamento che ci riguarda, nel quale sosteniamo e sosterremo sempre il passaggio relativo all'idratazione e all'alimentazione artificiale, io vorrei capire come si fa a conciliare questo che voi dite con il comma 6 dell'articolo 1 che è in relazione a quello che noi sosteniamo nell'emendamento. Che cosa dice il comma 6? Il rifiuto del trattamento sanitario indicato dal medico o la rinuncia al medesimo non possono comportare l'abbandono terapeutico. Allora, delle due, l'una, o noi accettiamo il principio sancito in questo comma, che non possiamo tenere da parte o non possiamo abbandonare il paziente a sé stesso con l'abbandono terapeutico, o sosteniamo quello che voi ci dite di sostenere e cioè che possiamo arrivare, attraverso la sospensione anche dell'idratazione, della nutrizione e dell'idratazione artificiale, a determinare l' finale del paziente. Delle due l'una, aspettiamo anche qui un chiarimento. O è vero quello che dite nel comma 6 dell'articolo 1 o è vero quello che dite successivamente. Noi vogliamo sapere da voi qual è la strada che dobbiamo seguire, perché se è importante quello che si diceva prima, il diritto alla vita - “virgola” -, alla salute - io mi fermo alla prima espressione: il diritto alla vita sancito dalla Carta costituzionale - come fate a conciliare il diritto alla vita con l'accettazione della volontà di un soggetto di decidere di spegnere la propria vita? Questo è il problema che poniamo. Noi possiamo accettare e confrontarci con la volontà del paziente, andare avanti e seguirla fin dove la Carta costituzionale ci autorizza, rispetto al momento finale, cioè a quello che non è una cura e non è una terapia per il paziente, cioè vale a dire l'idratazione e la nutrizione; lì, ci dobbiamo fermare e andare avanti con quelli che sono i canoni che danno diritto alla vita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. L'emendamento in questione dice semplicemente di sopprimere le parole: pratiche di nutrizione e idratazione, poste subito dopo la sospensione dei trattamenti. Se come dicono i colleghi, di questo solo si tratta, di trattamenti, non ci sarebbe bisogno di esplicitare: nutrizione e idratazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente, a titolo personale. Rifiutando questo emendamento, noi ci scostiamo drammaticamente dalla Convenzione di Oviedo. Qual è il senso della Convenzione di Oviedo? Il paziente ha il diritto di rifiutare trattamenti invasivi che non sopporta e che non vuole, e ha il diritto di farlo anche se conseguenza non voluta, ma anche prevedibile, di questo rifiuto fosse la morte del paziente stesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.
BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole della Lega a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. A titolo personale, Presidente. Io capisco l'intervento dell'onorevole Miotto, che stimo personalmente; la capisco perché c'è un imbarazzo oggettivo, per cui si vuole esorcizzare il problema dicendo: non è una legge eutanasica. Ma i fatti lo dimostrano, l'osservazione del reale e le poche chiacchiere dimostrano che è legge sull'eutanasia, altrimenti non sarebbe il caso, forse, di votare anche questo emendamento.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
ALESSANDRO PAGANO. ...e se voi non accettate questo tipo di principio, vi fate complici di un vero e proprio sopruso alla clinica medica ).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Sì, grazie, Presidente. Per dichiarare il voto di coscienza del mio gruppo parlamentare a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Sì, Presidente. Stiamo entrando nel vivo del tema e allora vale la pena ricordare come noi avevamo cercato, anche in Commissione, di proporre che si distinguesse per situazioni cliniche, senza fare proclami generalizzati. Allora, se rimaniamo sul generico, vale la pena dire che l'alimentazione e l'idratazione sono bisogni primari della persona, a tutte le età e in tutte le condizioni di salute e di malattia.
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, potete lasciar libero l'emiciclo? Scusate se interrompo questa interessante conversazione, è possibile che i deputati lascino libero qui davanti, altrimenti è difficile parlare anche con chi è seduto al Comitato dei nove, grazie.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, in diversi articoli sono stati presentati questi emendamenti, che riguardano la nutrizione e l'idratazione artificiali. Come è stato detto da alcuni esponenti dell'opposizione e dai proponenti di questo emendamento, il problema posto è se siamo davanti ad un trattamento sanitario. Io brevemente dico questo: intanto, non credo che parliamo di acqua o di cibo, parliamo di prodotti che vengono forniti dall'industria farmaceutica. Anche una semplice soluzione fisiologica non si trova al supermercato, se è soluzione fisiologica si può acquistare senza ricetta in farmacia, se è medicata - anche allo 0.9 di sodio - ci deve essere una prescrizione medica.
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, sono due volte che richiamo a un po' d'attenzione! È fastidioso parlare quando ci sono tutti questi capannelli.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, quando però il prodotto deve essere poi infuso, noi sappiamo che, anche per una semplice flebo medicata, l'intervento non è un intervento qualsiasi, è anche un intervento medico. E quando ci troviamo davanti a difficoltà, perché si possono creare dei trombi, sappiamo che una flebo non viene soltanto infusa con una semplice cannula, ma si deve mettere un catetere che deve permettere la possibilità di arrivare da una vena periferica alla vena cava superiore: parliamo della “Picc”, così come parliamo del “Port”, cioè la necessita di arrivare, attraverso un catetere, alla vena cava superiore, creando anche un intervento di natura chirurgica sottocute. Se poi si deve passare dalla infusione parenterale a quella enterale, e quindi si deve arrivare alla “Peg”, parliamo di un intervento chirurgico complesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, apprezzo molto l'intervento del collega Burtone che mi ha preceduto, ma mi è sembrato che il tentativo fosse quello del di manzoniana memoria: confondere le idee con una serie di argomentazioni di tipo pseudo-tecnico, magari avvalendosi di acronimi che possono non essere noti all'Aula e che, lungi dal chiarire il pensiero - per carità, rispettabile - di chi mi ha preceduto, corrono il rischio di “stressare” un parere che non è affatto corrispondente al vero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Amato. Ne ha facoltà.
MARIA AMATO. Pseudo-conoscenze sono state acquisite con percorsi di laurea, specializzazione, esperienza sul campo. Visto che è argomento nostro, cerchiamo di dirlo con semplicità: perché il consenso informato? Perché siamo sul consenso informato? Proprio perché bisogna spiegare con chiarezza pratiche complesse che si compiono su persone che devono capire che cosa stanno affrontando e perché.
MARIA AMATO. Allora c'è questo nel consenso informato; e la discussione su idratazione e nutrizione artificiali era una discussione annunciata, e finalmente ci siamo. Il collega Burtone ha chiarito perfettamente qual è la motivazione del consenso informato, sia per la sostanza, per il per lo strumento, quindi la cannula, la modalità di accesso, e sia perché bisogna spiegare al paziente o alla persona perché ti metto su un tavolo operatorio in ambiente sterile, chiamo il chirurgo e ti metto un tubo nello stomaco, perché chiamo il rianimatore o chiamo chi sa affrontare l'accesso venoso centrale. Non lo fanno neppure tutti i medici!
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MARIA AMATO. Allora non dite che è un fatto naturale: è proprio un fatto artificiale e medico !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gregori. Ne ha facoltà.
MONICA GREGORI. Presidente, volevo riprendere quello che aveva già detto il collega Burtone, che la collega Amato già ha spiegato: in quest'Aula non si utilizzano termini tecnici per confondere le idee a nessuno, ma noi stiamo tentando, veramente nel modo più semplice, di spiegare perché nutrizione e idratazione artificiali sono pratiche terapeutiche. La pratica terapeutica, l'hanno detto bene i colleghi prima, è quella, in questo caso, che ti porta dentro una sala operatoria: quindi, se occorre il consenso informato per qualsiasi esame diagnostico, quello non è un esame diagnostico, ma è comunque l'accesso all'interno di una sala operatoria, e quindi una pratica chirurgica. Ecco perché il consenso informato!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Ringrazio per la spiegazione la collega; però ricordo che esiste l'eutanasia attiva e l'eutanasia passiva.
PRESIDENTE. Sì, sì, onorevole Gregori, lasci parlare il deputato Fedriga.
MASSIMILIANO FEDRIGA. …chiederei lo stesso silenzio, perché io ho molti dubbi sul tema; ma chi si erge a verità assoluta su questi temi, credo che farebbe un favore a se stesso a porsi qualche dubbio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Non credo che il problema sull'idratazione e alimentazione artificiale sia che cosa è artificiale e che cosa è naturale e in che modo venga somministrata l'idratazione e la nutrizione. Credo che il problema è che chi rinuncia a idratazione e alimentazione esprime, in realtà, non una volontà di scegliere le terapie, non una volontà, se è un malato, di morire della propria malattia, ma una volontà suicida, perché chiunque di noi rinunci ad alimentazione e idratazione arriva alla morte, che sia malato o che sia sano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Casati. Ne ha facoltà.
EZIO PRIMO CASATI. Grazie, signora Presidente. Soltanto per riportare un po' i colleghi, che sono distratti, magari, da altre questioni, all'argomento che stiamo trattando: in questo momento stiamo trattando del consenso informato e stiamo trattando di idratazione ed alimentazione, che sono considerate terapie, non perché qualcuno se le è inventate, ma - lo dico da non medico, quindi non da facente parte di una categoria - di fatto con un intervento invasivo. Sono intervenuto soltanto per richiamare all'attenzione un fatto che secondo me è importante e ci aiuta ad essere sereni anche con la coscienza rispetto a questo tema. È argomento di qualche mese orsono l'uscita da parte del Vaticano della nuova Carta degli operatori sanitari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Questo emendamento, a firma mia e del collega Fucci, si ricollega idealmente a quello già votato, a firma dell'onorevole Bosco, 1.77, e torna sulla questione, per noi dirimente, della non equiparazione della pratica dell'idratazione e dell'alimentazione alle terapie in senso stretto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto di coscienza del mio gruppo parlamentare a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, non ho l'abitudine di citare magistero o dottrina della Chiesa in quest'Aula, e tuttavia, visto che è stata citata, credo che vada un pochino corretto il tiro, perché capisco che i cattolici del PD si debbano lavare la coscienza, ma glielo voglio leggere testualmente.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIAN LUIGI GIGLI. Ho finito, ci ritorno dopo, allora, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Per confermare il voto dell'UDC a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente. Qui, anche recentemente, è stato espresso un concetto molto semplice: se una persona è disidratata, è in uno stato non fisiologico, ma patologico, e va curata; e, quindi, idratare una persona che è sotto i limiti consentiti dalla buona pratica è un trattamento. Quando si ristabiliscono gli elettroliti e i liquidi, diventa assistenza; se cessa l'assistenza, si ammala di nuovo e diventa un trattamento. È su questa realtà, che è stata spesso anche qui enunciata, che si gioca l'equivoco in questo Parlamento, oggi, perché, se non si ha presente questa situazione, nessuna soluzione risulta efficace.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Ho goduto di questa dotta disputa con citazioni del magistero cattolico, ma mi sembra che essa sia un poco fuori del nostro problema. Visto che siamo tutti in vena di citazioni, ne farò una anche io.
PRESIDENTE. Avverto che anche la componente UDC del gruppo Misto ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, intervengo adesso, mi scuso perché forse prima non ho sentito a chi ha concesso il tempo aggiuntivo. Intervengo adesso, perché vorrei che in questa discussione si utilizzasse una prassi, già utilizzata per altri provvedimenti di così grande importanza e delicatezza, ovvero quella di concedere metà del tempo aggiuntivo e successivamente un altro terzo. Già è successo, ci sono dei precedenti.
PRESIDENTE. Sullo stesso argomento, chiede di parlare l'onorevole Palmieri.
ANTONIO PALMIERI. L'ho già fatto prima, per corroborare la richiesta di Fedriga e nuovamente per lamentare il fatto che voi, cioè il Partito Democratico sostanzialmente, avete deciso di imporre a quest'Aula di avere un numero di emendamenti limitato, di avere dei tempi assolutamente striminziti rispetto all'importanza e alla delicatezza di questa norma, che stiamo lavorando e stiamo tentando di portare in porto nel modo migliore e possibile. E adesso, che siamo all'articolo 1, comma 1, siamo in questa situazione.
PRESIDENTE. Onorevole Mantero, sullo stesso argomento? No, sull'emendamento, allora un attimo, rispondo ai colleghi Fedriga e Palmieri.
EUGENIA ROCCELLA. Solo per ricordare che la presidente dell'Associazione Coscioni ha definito la sospensione di idratazione, alimentazione e sostegni vitali come la via italiana all'eutanasia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. È iniziato il dibattito su idratazione e nutrizione artificiale, se siano o non siano trattamento sanitario, cosa significhi rinunciarvi o cosa non. Ci torneremo sicuramente più avanti, perché ci sono altri emendamenti nel merito.
ANGELO CERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Cera, lei ha già parlato su quest'emendamento, non può riparlare. Sull'ordine dei lavori? Prego, onorevole Cera.
ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Noi a questo punto siamo l'unica forza, insieme ad altre piccole forze e a forze presenti da questo lato, che dovremmo difendere un provvedimento.
PRESIDENTE. No, non deve entrare nel merito. Sull'ordine dei lavori che cosa propone?
ANGELO CERA. Sull'ordine dei lavori, Presidente. È normale che stiamo nemmeno a un decimo del provvedimento e qui c'è gente, che su un problema così gravoso ha fatto anche la propria storia e la propria tradizione ideologica e che, da questo momento, non deve poter più difendere quello che pensa, il modo di pensare di tanta gente, che non ha più voce qui dentro? È normale su un fatto di coscienza?
PRESIDENTE. Bene, ricordo che l'intervento sull'ordine dei lavori va sul tempo del gruppo, onorevole Cera.
ANGELO CERA. Presidente, io sto ponendo un problema e lo pongo alla Presidenza! Non stiamo votando cose astruse, sono cose che toccano la coscienza di ognuno di noi! Non si può lavorare con i tempi contingentati!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
BARBARA SALTAMARTINI. Presidente, per dichiarare il voto favorevole del gruppo della Lega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Grazie, Presidente, solo per illustrare e motivare il voto favorevole su quest'emendamento, che riteniamo particolarmente rilevante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, per dichiarare il voto di coscienza del mio gruppo parlamentare a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, ringrazio l'onorevole Mantero per aver chiarito finalmente di che cosa stiamo parlando. Eluana Englaro era da diciassette anni nella sua condizione e non stava certamente morendo per lo stato vegetativo: è morta perché gli sono stati tolti l'idratazione e la nutrizione. Quindi di questo adesso stiamo parlando, non più del morente, onorevole Burtone: stiamo parlando di come far morire qualcuno che non sta morendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, la relatrice Lenzi e molti esponenti del Partito Democratico si sono affannati in queste ore a dirci che questa legge non parla di eutanasia: non c'è la parola eutanasia, non è scritto nemmeno tra le righe che si voglia tendere a questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, il mio intervento è volto soprattutto ad escludermi dalla somma di ipocrisie che si stanno registrando in questo dibattito, dall'una e dall'altra campana. Io, a malincuore, perché lo ritengo insufficiente, voterò alla fine a favore di questo provvedimento, esattamente perché sono convintamente a favore dell'eutanasia, e perché, dando ragione all'intervento del collega Fedriga - lui sì autore di una serie di interventi assolutamente chiari e in buona fede, sia pure da un punto di vista antitetico rispetto al mio - sono convinto che questo sarà uno strumento iniziale - insufficiente, per ora, inadeguato - per arrivare in un ragionevole termine di tempo ad istituzionalizzare il ricorso all'eutanasia nel nostro Paese. C'è, da questo punto di vista, chi pensa che si debba per forza subire integralmente il corso di una malattia e che non si possa autonomamente, decidendolo esclusivamente su se stessi, decidere di sospendere il corso irrefrenabile delle pene.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, penso che l'intervento che ha fatto poco fa l'onorevole Montero vada assolutamente nella direzione di quello che io continuo a sostenere, cioè che è una legge eutanasica. Eluana Englaro è stata citata poco fa dall'onorevole Gigli, e io vado in scia: qual è stato il motivo per cui hanno deciso di sopprimere questa vita umana? La cosiddetta qualità della vita, che fu stabilita da una persona, nella fattispecie suo padre. Allora, esattamente, i ragionamenti che abbiamo sentito, da un punto di vista politico, culturale e filosofico, sono chiarissimi: la discriminante è la qualità della vita. Ma che cos'è la qualità della vita? Per Usain Bolt, che ha fatto il record del mondo dei 100 metri, è fare quella qualità, per una signora anziana è stare con i propri nipoti.
ALESSANDRO PAGANO. Questo emendamento - mi avvio alla conclusione, Presidente - toglie ogni dubbio. Potrebbe essere tranquillamente approvato e mettere fine a tale dubbio.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pagano. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Intervengo a titolo personale.
PRESIDENTE. Onorevole Burtone, mi scusi, il primo intervento di un gruppo è l'intervento del gruppo; quelli successivi sono a titolo personale. Io ho iscritti lei, l'onorevole Argentin e l'onorevole Lenzi: il gruppo decida ma lei è il primo intervenuto. Ha a cinque minuti. Prego.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. La ringrazio, Presidente. Ritengo che nelle nostre dichiarazioni abbiamo cercato di evidenziare che per la nutrizione e l'idratazione artificiale sono necessari alcuni interventi molto impegnativi. Ora chi va in ospedale ha un istinto di sopravvivenza, richiede un intervento medico e non c'è dubbio che, di fronte anche alla proposta del medico di un trattamento con idratazione e nutrizione, può dare il proprio consenso informato. Ma se chi va in ospedale in una certa fase comprende di avere una parte assolutamente limitata di vita e vuole rinunciare a questo tipo di intervento perché lo vede di sofferenza e non vuole assolutamente continuare lungo questo tragitto, oggi la legge lo permette. Questo è un modulo per cui si prevede il consenso informato. Oggi un cittadino può dire: io non voglio che venga fatta la PEG; io non voglio che si incannuli dalla vena succlavia e si arrivi alla vena cava superiore. Questo è possibile: lo si considera come un fatto di sofferenza. Oggi il cittadino non è obbligato. La norma oggi lo dice: noi non aggiungiamo nulla, non c'è alcuna procedura di eutanasia perché oggi non soltanto può rinunciare ma - un altro aspetto che vorrei sottolineare ai colleghi - oggi un paziente può mettere la firma e andare via da un ospedale. Può andare via, anzi ci sono interventi cosiddetti caritatevoli per cui la firma è messa da un familiare che, di fronte alla sofferenza e alla richiesta di un paziente di poter morire nel proprio letto a casa propria, mettono la firma e vanno via. Allora tutti questi sono sottoposti ad eutanasia? Quando il paziente arriva in agonia e per un atto caritatevole viene portato via, allora si pratica l'eutanasia? Ma cerchiamo di dire le cose con un minimo di coscienza. Ritengo che oggi di fronte al consenso informato il cittadino debba mantenere la propria potestà costituzionale: accettare o meno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Intervengo a titolo personale. Vorrei dire che sento parlare moltissimo di nutrizione e di idratazione: francamente mi chiedo a quanti di voi sia capitato di stare in un letto di ospedale e di avere qualcuno che gli porga un bicchiere d'acqua. Vi state preoccupando tanto e lanciate con voce forte questo come pericolo di vita ma quale medico o i baroni della medicina si avvicinano ai vecchietti bavosi o ai disabili sporchi e cattivi? A me non è mai successo di vederlo se non a fior di soldi. Per cui vi chiedo con umiltà ma anche con onestà intellettuale di non strapparvi le vesti su cose che non vi appartengono ).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Grazie, Presidente. Volevo continuare, stimolata dall'intervento dell'onorevole Corsaro, il ragionamento sull'eutanasia perché in realtà le due posizioni che sono uscite stasera sono quelle contenute - non maggioritarie ma i due estremi - nell'ultimo parere del Comitato nazionale di bioetica che riguarda la sedazione profonda e in qualche modo si toccano.
DONATA LENZI. Dunque o diciamo che la Costituzione è eutanasica oppure ammettiamo che questo diritto esiste.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, al di là del fatto che parliamo del consenso informato e quindi parliamo di persone con capacità di agire, anche nel momento in cui vogliamo fare l'esempio che una persona capace di agire e quindi che rientra nel consenso informato voglia richiedere il suicidio assistito o l'omicidio del consenziente, che vogliamo chiamare eutanasia, in ogni caso non è previsto: che questo piaccia o non piaccia. A noi ad esempio non piace ma non possiamo assolutamente dire che bisogna dire in modo chiaro, che bisogna dire in modo inequivocabile che nel testo unificato non c'è l'eutanasia oltretutto, introducendo il termine, perché è del tutto fuorviante e pretestuoso e spiego il motivo. All'articolo 1, comma 7, che come gruppo del MoVimento 5 Stelle abbiamo emendato più volte e proveremo a modificare anche in Aula, il comma 7, secondo periodo, recita: “Il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge…”. Al momento penso che su questo non ci sia alcuna contraddizione: al momento l'eutanasia e il suicidio assistito non fanno parte e non sono a norma di legge perché rimangono ancora in piedi gli articoli 579 e 580 del codice penale e quindi non capisco in quale modo ancora ulteriormente sia necessario dire che in modo inequivocabile nel testo non c'è. Che poi ciò piaccia a una parte o non piaccia, è più che legittimo ed è una posizione politica o personale che si voglia: infatti ognuno si muoverà secondo i propri emendamenti e secondo le proprie decisioni ma non diciamo falsità sul fatto che bisogna chiarirlo inequivocabilmente perché purtroppo o per fortuna inequivocabilmente è già stato chiarito .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Il collega Pagano poco fa ci ha fatto diversi esempi su cosa può essere per una persona o per l'altra la qualità della vita. Dai suoi esempi, come si dice da noi in Liguria, è chiaro che viene nel nostro carruggio, nella nostra strada ovvero che è chiaro che solo il titolare della propria vita può stabilire cosa è degno e cosa non è degno per la sua vita. Mentre invece dai vari interventi che hanno fatto i colleghi fino adesso, si evince che secondo loro la vita non è un bene disponibile, quindi io non posso decidere cos'è degno per la mia vita, io non posso decidere rispetto alla mia vita ma invece il collega Pagano, il collega Fedriga, il collega Calabrò, il collega Menarello possono decidere loro per me. Questo è quello che si evince dai loro interventi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Questo emendamento è un po' una sorta di cartina al tornasole di questa norma, perché questo emendamento metterebbe al riparo la norma dalle tre condizioni distorsive che abbiamo sollevato. La prima è la vicenda che afferisce all'eutanasia latente - il collega Corsaro è stato particolarmente puntuale da questo punto di vista -, un'eutanasia strisciante, prevalente, una sorta di finalità carsica che è dentro la norma, attraverso un dribbling semantico. Il secondo aspetto è tutto relativo al medico a cui viene sottratta la scienza e congelata la coscienza. Il medico diventa null'altro che un idraulico, una sorta di tecnico idraulico che chiude una fontana. Il terzo aspetto è la valutazione che prescinde, così, dalle competenze, dallo studio, dalla conoscenza, dalla ricerca, dall'esperienza e, soprattutto, prescinde dalla tipicità, se trattasi di malattia degenerativa o se trattasi, viceversa, di vicenda acuta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, faccio questo ragionamento perché ho sentito delle affermazioni da parte dei colleghi che, dopo, si concretizzano in qualsiasi circostanza; faccio l'esempio dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. Giustamente hanno detto: ognuno è libero, se io non voglio andare a cena e non mangiare, nessuno mi può obbligare a farlo. Quindi, una persona assolutamente in forma, che può muoversi autonomamente e decidere per sé autonomamente, può liberamente decidere. Il collega dei 5 Stelle ha detto: sono Fedriga, Calabrò, Pagano che devono decidere per gli altri? Uno non può decidere, se vuole morire o non morire? Capisco che può sembrare la rappresentazione dell'assurdo, ma, assolutamente coerente con questi ragionamenti, se uno domani dice: voglio morire e si butta giù dalla finestra, nessuno vada a salvarlo, perché va contro la sua volontà di autodeterminarsi, esattamente come per la cena. Nessuno osi salvarlo, perché questo è il principio, e se siete coerenti con questo principio dovete dire: Fedriga ha ragione, nessuno si avvicini e lo salvi, perché lui ha detto esplicitamente che vuole morire, si è gettato dalla finestra e bisogna lasciarlo morire .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. L'argomento è esattamente quello che ha illustrato adesso l'onorevole Fedriga. Io vorrei rassicurare l'onorevole Corsaro e altri, qui nessuno vuole decidere per gli altri, nessuno vuole legare i pazienti al letto e obbligarli a subire alcuni trattamenti, altrimenti non avremmo fatto una legge sul consenso informato. Peraltro, avevamo tentato di farla anche nella scorsa legislatura, quindi, c'è un accordo su questo punto, sul punto della libertà delle persone di scegliere e, in particolare, di non avere interventi sul proprio corpo senza il proprio consenso. Ma il punto è che, tutto questo, non riguarda solo il singolo, non riguarda soltanto l'individuo solitario e autodeterminato, riguarda, in primo luogo, il medico che è chiamato, nel caso per esempio di rinuncia alle cure, a collaborare, a intervenire, quindi, si tratta già di due libertà a confronto, ma riguarda, soprattutto, la comunità, cioè riguarda il modo in cui la comunità si pone di fronte alla volontà suicida di uno dei suoi membri. Se viene meno quel principio di solidarietà, di per cui se c'è una persona che si vuole buttare dalla finestra si fa il capannello sotto la finestra, si chiamano i Carabinieri, si tenta di intervenire e noi non sappiamo se quella persona è disperatamente infelice, se è malata, se è moribonda, se gli è morto un figlio, se ha un gravissimo dolore, non lo sappiamo, sappiamo che è autodeterminata, eppure interveniamo, perché c'è qualcosa di più della volontà del singolo, c'è il senso della solidarietà e della fratellanza. Pensiamo, per esempio, a quell'immigrato che si è buttato nel canale, mi sembra, di Venezia e nessuno si è buttato per salvarlo. Ecco noi rischiamo di andare verso una società di questo tipo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Solo con la stima, signora Presidente, che lei sa, io ho per l'onorevole Roccella, nel consenso, o, come oggi, nel dissenso profondo, vorrei pregare la Presidenza di avvisare l'onorevole Roccella, con garbo, che se io oggi - a 44 anni, nel pieno delle mie facoltà o delle facoltà delle quali dispongo, lo dico senza esagerare - affermo e metto per iscritto che qualora mi trovassi in una determinata situazione non vorrei ricevere alcuni trattamenti, inclusa l'idratazione e l'alimentazione, non gradirei che venisse l'onorevole Roccella a riattaccarmi alcunché.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò, lei ha già parlato su questo emendamento forse non se lo ricorda, ha parlato per secondo, dopo l'onorevole Saltamartini; guardi ce li ho tutti scritti qui, stia tranquillo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su cosa, onorevole?
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, sull'articolo 85. Presidente, nonostante le innumerevoli richieste che ho fatto, la risposta non mi è ancora arrivata o, probabilmente, mi è sfuggita. Io vorrei capire, in relazione agli emendamenti Monchiero 1.178 e Burtone 1.356, come sono le riformulazioni o se c'è un nuovo emendamento presentato dalla Commissione. Ho aspettato diverse ore, forse è colpa mia, ma non ho ancora il testo scritto e visto che mi era stato consegnato un testo scritto come riformulazione unica, vorrei avere il testo così come esplicitato dalla relatrice.
PRESIDENTE. Allora se la relatrice lo ha già disponibile, lo legga ora e poi lo consegniamo all'onorevole Fedriga.
DONATA LENZI, Allora, all'emendamento 1.178 Monchiero, come peraltro detto, sostituire le parole da: “incaricati di ricevere le informazioni”, fino alla fine del periodo, con le seguenti: “incaricati di riceverle e di esprimere il consenso in sua vece”. Il “riceverle” è dovuto al fatto che c'è “informazioni” due volte; era una finezza di italiano che è stata sollevata in comitato ristretto. In relazione all'emendamento Burtone 1.356, al comma 3, secondo periodo, aggiungere infine le parole: “se il paziente lo vuole”, invece che: “se il paziente lo desidera”.
PRESIDENTE. Allora, poi, magari, sarà in distribuzione. Se è possibile diamo una copia all'onorevole Fedriga e a chi la richiede.
RAFFAELE CALABRO'. Mi sono girato l'orologio dall'altra parte per ricordarmelo, grazie.
RAFFAELE CALABRO'. Ho un minuto? Le chiedo scusa, allora, cercherò di essere più breve, qualche cosa me la riservo per dopo. L'onorevole Capezzone dice che, nella rappresentazione delle DAT, tutto questo può essere rappresentato successivamente, ma noi stiamo parlando d'altro, noi siamo all'articolo 1, noi siamo al consenso informato, siamo di fronte ad una persona cosciente, che sta dicendo: io ho coscienza di quello che ti chiedo e ti chiedo di non voler bere e di non voler mangiare, e io non posso accompagnarla in questo. Se lo vuol fare, come l'onorevole Silvia Giordano che esce e non va al ristorante a cenare, esce se ne torna a casa sua e non mangia, ma non viene a chiedere a me, che, stando in ospedale, al sistema sanitario nazionale, di assecondarlo in questo percorso, che è una sua volontà, chiaramente, perché lui ha deciso che non vuole andare avanti nella vita e mi sta chiedendo di aiutarlo in questo meccanismo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Per confermare il voto favorevole del gruppo dell'UDC all'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Per esprimere il voto favorevole a questo emendamento da parte del gruppo della Lega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. Grazie, Presidente. Dichiaro il voto di coscienza del nostro gruppo su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà. Il suo gruppo ha finito anche l'ampliamento dei tempi, quindi ha un minuto, onorevole.
PAOLA BINETTI. A titolo personale, Presidente. Mi sembra che questo emendamento, però, abbia una valenza diversa, che non è soltanto quella della tutela della libertà del paziente, è quella che mette in discussione quella che è la specifica del medico. L' dell'emendamento dice: “la presente legge considera l'attività medica e quella di assistenza alle persone esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute”. Questo disegno di legge corre il rischio di snaturare completamente il senso dell'attività medica, il valore degli studi medici e anche quella che è tutta un'impostazione secolare, che vede nel fine della relazione medico-paziente, non il consenso informato, ma la relazione di cura. Il consenso informato è mezzo per una relazione di cura soddisfacente per entrambi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Si sta provando, sostanzialmente, a derubricare il ruolo del medico, con una sorta di atteggiamento scientista alla rovescia, cioè si sta provando a fare l'esatto contrario di ciò che si dovrebbe fare nei confronti di chi ha studiato, di chi sa, di chi conosce, di chi ha esperienza, di chi ha misurato la propria capacità nel rispondere ad una domanda di salute. Si lascia, insomma, per qualche aspetto, con questa norma, prevalere lo sciamano che è dentro ognuno di noi; si lascia, insomma, affidare la sorte della propria vita ad una valutazione che niente ha a che vedere con la competenza.
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Mi sembra di ricordare che esiste una tradizione di quest'Aula, per la quale, quando sono esauriti i tempi, tuttavia sono consentiti sul singolo emendamento interventi di un minuto, in modo che non venga totalmente silenziata una voce importante del dibattito. Vorrei chiederle di attenersi a questa antica e meritoria tradizione di quest'Aula.
PRESIDENTE. Non avevo bisogno che lei lo chiedesse, ma comunque adesso lo leggo. Avverto che la componente UDC del gruppo Misto ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, questo emendamento narra esattamente come risulta indispensabile riposizionare prioritariamente l'alleanza terapeutica tra medico e paziente. Mica è un fatto banale questo! Poco fa l'onorevole Capezzone diceva: ma ognuno della propria vita è libero di fare quello che vuole. Faceva l'esempio su se stesso. Ma, ammesso e non concesso che sia così, né voglio entrarci, perché, ovviamente, è un altro argomento, però tutto questo ammesso e non concesso riguardi la sua vita. Ma il tema è, per come questa legge eutanasica è stata prevista e immaginata, scientificamente, visto che la Luca Coscioni dice che è la via italiana all'eutanasia, alla fine tutti i casi dubbi finiranno in capo a un giudice.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Pagano.
ALESSANDRO PAGANO. …come si comporterà un giudice? Io non voglio essere giudicato
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
MARIA AMATO. Per annunciare il voto contrario del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, puntualizziamo ulteriormente: siamo in un articolo in cui si parla di consenso informato. Abbiamo anche evidenziato che per l'idratazione e la nutrizione artificiale alcune volte sono necessari interventi molto invasivi dal punto di vista chirurgico. Ebbene, c'è chi accetta e c'è chi non accetta. Voglio ribadire che oggi, oggi, secondo le leggi vigenti in Italia, c'è la possibilità di rifiutare; voi volete imporre che un paziente debba necessariamente avere l'idratazione e la nutrizione artificiale. Oggi può rinunciare. Noi non stiamo aggiungendo nulla, non c'è nessun provvedimento che va verso l'eutanasia.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Su cosa, onorevole?
MASSIMILIANO FEDRIGA. Articolo 83 e seguenti, ovvero sulla discussione in Aula. Le chiederei di sollevare il problema con la Presidente Boldrini sui tempi immediatamente, perché, lo dico, adesso non riguarda il mio gruppo, ma ho paura riguarderà a breve. È inaccettabile che un gruppo, su un tema di questo tipo, possa parlare, come è stato detto poc'anzi, soltanto brevi interventi, soltanto uno per gruppo. Credo che, indipendentemente da come la pensiamo sul tema, tutti i colleghi di quest'Aula possano portare avanti questa richiesta. In questo momento mi sembra che non ci sia assolutamente alcun tipo di pratica ostruzionistica; è chiaro che i tempi non sono brevissimi, ma, per la delicatezza della materia e quanto ognuno di noi sente la materia stessa, penso sia inaccettabile che a un gruppo sia compressa in modo così forte la possibilità di intervenire e dire le sue motivazioni e la sua presa di posizione.
PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, stiamo tentando di rintracciare la Presidente. Le dico anche che finora non c'è nessun gruppo che ha esaurito i tempi, perché quella è una componente del gruppo Misto; quindi, in ogni caso tutti i gruppi hanno ancora del tempo.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, vorrei fare un po' di opera di chiarimento. Nessuno contesta in quest'Aula, credo, che l'introduzione di una PEG o di un accesso venoso in vena centrale siano un atto medico. Nessuno vuole contestare che questo atto medico possa essere rifiutato dal paziente, e vorrei dire all'onorevole Burtone, che insiste sempre sul malato terminale, che io credo che nel malato terminale il medico possa pure collaborare a togliere questo presidio, una volta messo, anche con il consenso del paziente, se il paziente non lo vuole più e vuole morire nel suo letto, così lo lasciamo tranquillo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, signora Presidente. Qui entriamo in un altro tema in cui bisogna che ci chiariamo un po' le idee, perché, se è vero, come abbiamo sostenuto, come si è sostenuto fino a questo momento, che è possibile arrivare, nell'assecondare la volontà del paziente, fino al momento finale, nel momento in cui il medico, seguendo la volontà del paziente stesso, gli consente, lo autorizza, e dietro al medico c'è lo Stato, quindi attraverso le strutture sanitarie, e quindi lo Stato diventa, in buona sostanza, chi dispensa la morte dei propri cittadini, autorizza, segue, conferma la volontà di un individuo, accompagnandolo alla fine, questo nuovo istituto che noi abbiamo creato, abbiamo introdotto e andiamo introdurre nel codice bisogna che trovi una collocazione o un raccordo in maniera specifica con gli articoli del codice penale citati nell'emendamento, il 575, il 579 e il 580, perché allora noi ci troviamo di fronte, se non ho inteso male, alla volontà del paziente, del malato, il quale, sostanzialmente, autorizza il medico, e la struttura, quindi, compiacente nella quale si trova, ad accompagnarlo alla morte, alla fine della vita.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
ANTONIO MAROTTA. .. per esempio a buttarsi nel vuoto per raggiungere la morte, rispetto a chi lo aiuta, non dandogli le cure o la nutrizione necessaria per sopravvivere? Anche di un'ora, anche di un minuto! Questo è il problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. Col codice penale non si gioca, perché si corre il rischio, per enfasi culturale, magari tecnologicamente avanzata e nella prospettiva di trasformare un'Aula in una sorta di esercitazione universitaria, di potere in qualche maniera fare passare delle nozioni, che possono apparire troppo complicate, come delle vere e proprie esigenze di carattere normativo. Ripeto che con le norme penali non si gioca, perché quest'emendamento tende soltanto a chiarire che vi è un rischio concreto. Non penso di esagerare e mi rivolgo proprio a coloro che credono, tra virgolette, in questa strutturazione dei temi che stiamo affrontando. C'è il rischio di avallare la possibilità di disapplicazione soprattutto dall'articolo 580 del codice penale. Una norma, quella del 580, Presidente, che si occupa dell'istigazione al suicidio. È una norma, per così dire, singolare da un certo punto di vista, ma chiarissima per altri: “chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione…”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto di coscienza del nostro gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, io credo che l'opposizione a quest'emendamento, che vuole ribadire esattamente i paletti del codice penale, sarebbe credibile, se non ci fosse stata, al comma 7 successivo, quella previsione per cui il medico, che rispetta un certo tipo di volontà espressa dal paziente, è in conseguenza di ciò esente da responsabilità civile o penale. Io credo che chi ha scritto questa norma avesse proprio invece ben chiaro - al contrario di ciò che pensa l'onorevole Sisto - dove voleva arrivare. Voleva arrivare a rendere inefficaci le previsioni, appunto, degli articoli del codice penale che sanzionano l'omicidio del consenziente e l'istigazione al suicidio.
PRESIDENTE. Chiede di parlare l'onorevole Binetti. Onorevole Binetti, io non le posso dare la parola. Lei è intervenuta nel complesso degli emendamenti ed è firmataria di uno dei due emendamenti. Prego, mi dica.
PAOLA BINETTI. Il collega ha detto che ritira l'emendamento.
PRESIDENTE. Me lo dovrebbe dire il primo firmatario dell'emendamento. Se mi si dice che l'emendamento 1.101 Fucci è ritirato, io lo considero ritirato e a quel punto… Va bene, perfetto, quest'emendamento è ritirato.
PAOLA BINETTI. Presidente, si renda conto: senza numeri, senza tempo, senza niente, una battaglia immane contro un'eutanasia che entrerà in questo Paese. Veramente è una cosa totalmente antidemocratica. Comunque voglio ribadire che non ci sarebbero tanti emendamenti, tante richieste di tanti colleghi su questo punto, se il rischio non ci fosse. Chiudere gli occhi anche solo davanti al rischio e non volere mettere paletti, che nulla tolgono alla legge, che solo ribadiscono un principio, mi sembra francamente un'ingiustizia, ma soprattutto un'imprudenza contraria al principio di precauzione, che ogni forma di bioetica e di etica pubblica pretenderebbe
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente, mi scusi per il ritardo di quest'intervento. Vorrei solo fare una riflessione su quest'emendamento, come su molti simili che abbiamo appena esaminato. Io credo che il comma 1 di questa legge, il comma 1 dell'articolo 1, meritasse sorte migliore e che si potesse votare con qualche piccola correzione in mezz'ora, perché affermava un principio che è assolutamente incontrovertibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. A me pare che, in qualunque modo la si veda, le interpretazioni di questo testo sono le più diverse. C'è chi legge l'introduzione di forme più o meno accentuate di eutanasia. Lo abbiamo sentito anche durante la discussione generale - penso all'intervento autorevolissimo dell'onorevole Marzano - e l'abbiamo sentito ripetere molte volte in Commissione. C'è chi nega radicalmente quest'ipotesi. Ci sono autorevolissimi commentatori, il già citato professor D'Agostino, che comunque ammettono la possibilità di interpretazioni di questo tipo. Bene, è giusto fare una scelta. Questa norma forse è l'ultima che passa per scegliere se le interpretazioni eutanasiche ci possono o non ci possono essere. Quindi, è un atto di chiarezza che il Parlamento ha il dovere di compiere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Io non capisco veramente la posizione della maggioranza e della relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, qui entriamo in una serie di emendamenti che troveranno poi accoglienza con l'emendamento Bazoli, che troveremo fra quattro o cinque votazioni, quindi mi limito, su questo nostro emendamento del gruppo di Forza Italia, a segnalare il fatto che volevamo indicare - quello che poi sarà nel testo - che il consenso informato è uno strumento per garantire la libertà e non è il fine della relazione terapeutica tra la persona malata e il medico. A questo serviva questo emendamento, per questo comunque lo vogliamo votare, e voteremo comunque la riformulazione poi prevista da qui a poco.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Presidente, intervengo solo per dire che ci piace l'emendamento accolto sulla stessa materia che verrà più avanti, a prima firma Binetti, quindi ritiriamo questo emendamento.
TERESA PICCIONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TERESA PICCIONE. Presidente, ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Però è stato sottoscritto…
GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, solo per ricordare che l'emendamento è stato sottoscritto anche da me.
PRESIDENTE. Mi ricordavo che era stato sottoscritto da altri colleghi all'inizio della seduta, però la prima firmataria ha titolo a ritirare l'emendamento, quindi è ritirato.
ALFREDO BAZOLI. Presidente, accetto la riformulazione, anzi ringrazio la Commissione per aver accettato questo emendamento, che sembra avere natura puramente lessicale ma in realtà credo che sia di grande importanza, perché invece ha natura molto sostanziale. E colgo anche l'occasione per annunciare che ritiro gli emendamenti a mia prima firma sui quali la relatrice ha espresso parere negativo. Quindi, quelli sui quali sono già stati espressi i pareri, li ritiro - quelli a mia prima firma -, e lo faccio anche come segno di apprezzamento per l'equilibrio nel testo che si rinviene dopo le modifiche apportate sia in Commissione sia in corso d'opera durante questa discussione. Credo che siano modifiche che consentono al testo di raggiungere un equilibrio per me molto apprezzabile, quindi, anche per manifestare il mio apprezzamento, ritiro gli emendamenti sui quali è stato espresso parere negativo.
ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, solo per chiedere alla Presidenza di considerare fatti propri dal gruppo di Forza Italia tutti gli emendamenti testé ritirati dal collega Bazoli.
PRESIDENTE. Sta bene. Questi emendamenti diventano a prima firma Occhiuto.
MATTEO MANTERO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Presidente, intervengo molto velocemente, solo per dire che questo emendamento l'ho presentato semplicemente per lasciare agli atti in Aula quello che è già stato detto in Commissione, ovvero che quando si parla di autonomia professionale del medico si intende la sua autonomia rispetto alla struttura sanitaria, la sua autonomia rispetto all'ASL e così via, quindi la sua autonomia di proporre e di prescrivere la terapia che ritiene più indicata per la patologia del malato, non di autonomia decisionale del medico messa in contrapposizione con quella del paziente. Ciò semplicemente perché fosse chiarito e perché restasse agli atti anche questo, quindi ritiro l'emendamento.
ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Scusi, Presidente. Mi ero un attimo distratto per il Bazoli.
PRESIDENTE. Siamo a pagina 26 agli identici emendamenti 1.121 Palmieri, 1.122 Fucci e 1.124 Bosco.
ANTONIO PALMIERI. Ottimo. Qui vado in totale coerenza con la riformulazione del comma 7 che la relatrice ha fatto in Commissione accogliendo le nostre sollecitazioni e inserendo il riferimento alla deontologia professionale per quanto riguarda il rapporto medico-paziente e rispetto a quanto il paziente può chiedere al medico e a quanto il medico può rispondere o meno al paziente. Quindi, sempre tenendo fede al mio proposito di guardare il testo, allora in questo caso andiamo in netta, semplice ed evidente coerenza con quanto abbiamo già votato tutti insieme in Commissione. Per questo mi stupisco che un miglioramento, ripeto, in coerenza - due parole - su una cosa sulla quale già abbiamo trovato un accordo, veda in questa sede un voto contrario su un elemento sul quale abbiamo già condiviso un voto comune.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà. Pensavo che avesse già espresso la sua opinione.
ALESSANDRO PAGANO. No, solo perché prima aspettavo che il relatore parlasse. Ma il codice deontologico è tutto basato sulla vita, Presidente, e quindi la tutela della salute della persona non può che basarsi su questo. Quindi è talmente lapalissiano il fatto che aggiungere questo elemento sia contenuto all'interno di una legge sulla vita che non si può non sottoscrivere. La mancanza di sottoscrizione - ma non dico nemmeno questo - di approvazione, dimostra esattamente il contrario: il testo unificato contiene una cultura della morte anche e in considerazione e con riferimento al medico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. La deontologia medica tradizionalmente si fonda sull'idea di un'alleanza tra medico e paziente attorno ad un valore oggettivo, il valore della vita e della salute, da cui nel giuramento ippocratico discendeva il rifiuto di somministrare veleni e in qualunque modo danneggiare la salute del paziente, anche se il paziente l'avesse chiesto. Noi stiamo realizzando, con il testo in esame, una drammatica trasformazione non della deontologia medica ma di quello che lo Stato italiano riconosce come deontologia medica perché trasformiamo una relazione che è una alleanza tra pari attorno ad un bene oggettivo, la salute del paziente, in una relazione di subordinazione in cui il medico mette a disposizione il proprio sapere per qualunque fine il paziente voglia perseguire, compreso ottenere la propria morte. Non mi stupisce l'opposizione del Governo a questo emendamento, però, mi dispiace, noi lo voteremo.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . Come l'onorevole Palmieri ha ricordato, abbiamo inserito la deontologia medica recependo un emendamento Palmieri in un altro punto del testo. Quindi non vedo la necessità di porlo in questa collocazione dove, ricordo ai colleghi, parliamo della relazione di fiducia come l'incontro tra due autonomie: l'autonomia decisionale del paziente e l'autonomia professionale del medico. Dentro la parola autonomia professionale è contenuta tutta la competenza professionale, compreso anche l'aspetto etico e deontologico, del medico: è l'aspetto della professione. Queste due realtà, queste due autonomie si incontrano nella relazione di cura. Il tema esplicito dalla deontologia è affrontato al comma 7.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Personalmente per fortuna non ho nulla da temere ma chi è tricologicamente più fortunato di me dovrebbe avvertire l'imbarazzo di sentirsi tirato per i capelli dalle motivazioni che ci è capitato di sentire nel corso degli ultimi interventi. Infatti francamente appellarsi alla circostanza secondo la quale il riferimento alla deontologia professionale dei medici obbliga sostanzialmente alla finalizzazione dell'attività degli stessi sulla vita sarebbe come dire che il medico - credo che a qualunque medico drammaticamente prima o poi nella sua esperienza sia capitato - che si trova nella condizione di dovere affermare al proprio paziente che è affetto da una malattia incurabile e che quindi non c'è possibilità di prevenire la fine certa della sua vita, dovrebbe essere per il fatto stesso espulso dal suo ordine professionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
TERESA PICCIONE. Lo ritiro, Presidente.
PRESIDENTE. Emendamento 1.186, successivo, onorevole Piccione? C'è un invito al ritiro.
TERESA PICCIONE. Sì, è ritirato, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.363 Palmieri.
ANTONIO PALMIERI. Mi può indicare la pagina dell'emendamento, per cortesia?
PRESIDENTE. Siamo a pagina 34, onorevole, almeno del mio fascicolo. Penso che sia uguale al suo.
ANTONIO PALMIERI. Allora, sempre stando aderenti al testo, questo emendamento è stato definito dalla relatrice, questa mattina, nella riunione del Comitato dei nove, apro le virgolette e spero di citarla bene: “utile spiegazione”. E siccome è un'utile spiegazione si dà il voto contrario. Allora, qui, nuovamente, basta leggere il testo dell'emendamento: Per “rifiuto delle cure” si intende la situazione in cui il trattamento non ha ancora avuto inizio ed il paziente rifiuta di sottoporvisi. Per “rinuncia alle cure” si intende la situazione in cui il trattamento è già iniziato sotto la responsabilità del medico o di un'équipe medica, e perciò l'intenzione di rinunciare ad esso…; morale: è un emendamento che definisce, lo ripeto, definisce, non tocca nessun punto sensibile, aiuta semplicemente a fare un testo migliore. Più avanti ce ne saranno altri, a nostra firma, che svolgono la stessa funzione, aiutano a fare un testo migliore, per esempio l'intero articolo 1 è dedicato al consenso informato e manca la definizione di consenso informato. Non viene detto da nessuna parte che cos'è il consenso informato. Troverete più avanti un emendamento che lo descrive fedelmente. Allora, per questo, io invito la relatrice a ritenere questo emendamento, non solo un'utile spiegazione, ma meritevole di un voto utile, cioè positivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, intervengo per confermare l'importanza di questo emendamento. La distinzione che viene introdotta è di fondamentale importanza, anche dal punto di vista della deontologia professionale. Se un trattamento non è iniziato, se per esempio la nutrizione artificiale non è iniziata, il paziente può naturalmente respingere questo trattamento come qualunque altro trattamento e la responsabilità per il risultato, eventualmente la morte del paziente, è una cosa che non riguarda il medico, non è lui a prendere la decisione e non coopera alla decisione; qui avviene quello che dice qualche collega: l'uomo decide su se stesso. Ma quando, invece, il trattamento è iniziato e viene discontinuato per opera del medico è il medico che porta quella responsabilità, perché l'eutanasia non è il suicidio, è l'ordine dato a un altro di farmi morire e con il Servizio sanitario nazionale tutti i cittadini italiani sono corresponsabili dell'esecuzione di questo ordine.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Un minuto solo per segnalare come, delle volte, quello su cui si dà parere contrario e non si vota è più significativo di quello che si vota, perché rifiutare un parere favorevole su questo emendamento è una chiara confessione di strumentalizzazione e finalizzazione di questo provvedimento verso lidi che non gli sono propri, almeno nelle dichiarazioni di relatori e maggioranza. Allora se l'interpretazione è come sempre articolata e sistematica, votare “no” su questi emendamenti la dice lunga su dove tenta di approdare questa legge. Ecco, perché noi, sostanzialmente, rimaniamo convinti che questo è un atteggiamento inspiegabile da un lato, ma spiegabilissimo per una profonda malafede di fondo dall'altro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, un minuto, proprio un minuto, perché, tanto, è spiegato bene e per non sottrarre tempo al mio gruppo, ma è evidente che se questo emendamento lo si rifiuta, si vuole mantenere una posizione ambigua, in maniera tale che, poi, il giudice, chiunque esso sia, la potrà interpretare a suo uso e consumo. Perché il testo base, così è. Questo, invece, va a dare degli elementi dirimenti che non darebbero dubbi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, siamo al punto che ho descritto prima. Nuovamente, invito le colleghe e i colleghi a prendere in mano il fascicolo degli emendamenti. Leggiamo insieme cosa dice questo emendamento: “Si intende per consenso informato il verbale, sottoscritto dal medico e dal paziente, del colloquio informativo svoltosi fra i due, contenente le informazioni di cui al comma 3”. Ditemi che cosa c'è di sbagliato in un testo che definisce, nell'articolo dedicato al consenso informato, che cos'è il consenso informato? Perché, sarà che l'ora è tarda e io anche, ma mi resta veramente difficile capirlo. Per questo invito le colleghe e i colleghi a un sussulto di vitalità. Colleghe e colleghi del Partito Democratico, a volte si può anche votare in modo difforme dal gruppo e non succede nulla. La storia di Forza Italia su questo tipo di provvedimenti testimonia proprio questo e di questo noi siamo orgogliosi, perché qui c'è il vero partito democratico, si discute e si vota in modo diverso, dove non si è d'accordo sui temi sensibili. Su questo punto, non è nemmeno un tema sensibile, è una semplice definizione. Orsù, un po' di coraggio .
DONATA LENZI, Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, Presidente, adesso possiamo concordare o meno sul consenso informato, ma che sia un verbale, sinceramente mi lascia perplessa, per non dire basita. Allora, quando ci si sposa e si dice “sì”, il matrimonio è la trascrizione o è il momento in cui si dice “sì”? Già stiamo riducendo tutto a un atto formale? Noi vogliamo costruire una relazione medico-paziente, pensiamo che tutti i giorni in un reparto ospedaliero il primario passa la mattina e, magari, cambia la cura, scrive il diario e compila la cartella clinica, e tutte le volte dovrebbe far firmare al paziente questo? Cioè, ci lamentiamo continuamente che la relazione di cura è travisata da un eccesso di burocratizzazione, il consenso informato è ridotto alla firma di un modulo, dopodiché carichiamo di ulteriore burocrazia l'attività ospedaliera e riduciamo il consenso informato alla firma di un verbale. Io sinceramente penso che questo sia andare proprio alla volontà di inficiare la legge, rendendola odiosa a chi dovrà applicarla, caricandola di incombenze amministrative inutili e inapplicabili .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Si può discutere sulla parola “verbale”, ma il problema è esattamente l'inverso di quello che ha posto l'onorevole Lenzi. Cioè, attualmente, il consenso informato nella prassi è un atto burocratico. La definizione che è stata qui riportata, nell'emendamento, cerca di definire come consenso informato il risultato di un colloquio personalizzato, cioè di una relazione fra il medico e il paziente. Quindi, è esattamente l'inverso: è l'esigenza di rendere il consenso informato, in modo ufficiale, il frutto di una relazione e di un dialogo, e non un modulo come è attualmente e come, invece, non dovrebbe essere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Intanto inviterei anche la relatrice ad ascoltare un po' con attenzione e non pensare di avere sempre la verità in tasca, addirittura scandalizzandosi rispetto a proposte emendative di colleghi dell'opposizione. La inviterei perché, al comma 4 dell'articolo 1, c'è scritto che il consenso informato è espresso in forma scritta, quindi dovranno firmare qualcosa, non è che passa di là, vicino alla barella, e dice: ragazzi, togliamo alimentazione e idratazione, sì sì sì, evviva! Semplicemente, stiamo cercando di capire di cosa si tratta. Se lei ritiene - e su questo posso condividere - che la dicitura “verbale” non sia adeguata, così come ha riformulato in modo estremamente profondo alcuni emendamenti per accontentare ogni singolo parlamentare per dire che è passato il suo ‘emendamentino', la invito magari a riformulare anche questo. Ma definire cosa sia il consenso informato, penso che sia utile a tutti. E come lo si esprime? Perché è ovvio che dobbiamo avere delle notizie certe, ma, come avete scritto voi, rispetto alla volontà del paziente stesso. E allora definiamolo! Non lasciamo semplicemente in qualcosa di aleatorio cos'è il consenso informato. Mi sembra una cosa di buonsenso, mi sembra che questo emendamento non tiri in ballo posizioni contrapposte, ma semplicemente che si vada nella direzione della chiarezza. Non vedo il perché quasi di un intervento umiliante rispetto a una proposta di assoluto buonsenso, che semplicemente, penso, aiuterebbe quest'Aula a legiferare meglio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, io delle volte ho veramente l'impressione che gli interventi, forti dei numeri, debbano soltanto essere perdonati per quanto sono inaccettabili e perché vanno in rotta di collisione con quello che è scritto nella stessa norma. Se la norma prevede che il consenso sia espresso in forma scritta, anziché di “verbale” si può parlare di contenuto del verbale e questa potrebbe essere una riformulazione accettabile, ma se è in forma scritta, questo consenso informale sollecitato dalla collega Lenzi va in rotta di collisione con la più elementare logica sul consenso informato. Cioè, immaginate se il consenso informato può essere fatto al volo, perché si passa, si prende, cioè qui stiamo distruggendo anni e anni di giurisprudenza sul consenso informato con un intervento in Aula, soltanto per ottenere un applauso sui numeri. Io, Presidente, credo che si debba profondamente riflettere: questo emendamento chiarisce che il consenso informato deriva da un colloquio tra medico e paziente. E quindi se noi diciamo il contenuto del verbale, se proprio la formulazione non va bene, a me sembra un doveroso ossequio alla storia della medicina
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente. Vedete, il termine “verbale” è un ossimoro, perché viene da ed è quello che rimane scritto delle cose che si sono dette. Allora, qui ci si scandalizza di questa espressione, che è tradizionale, che è tralatizia, che è sempre stata adoperata. Perché? Soltanto per poter dire che noi abbiamo torto e che voi avete sempre ragione? Se è così, ebbene, io mi accontento, grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie. Mi pare che questo emendamento sia importante perché chiarisce in buona sostanza il contenuto del comma quarto dell'articolo 1, che, per la verità, qualche perplessità fa sorgere, desta. Perché? Nell'affermare “il consenso informato è espresso in forma scritta”, nel periodo successivo dice “il consenso informato, in qualunque forma espresso” e allora dobbiamo capire: se è espresso in forma scritta, allora non capisco perché poi si dica “in qualunque forma espresso”, se abbiamo detto prima che è espresso in forma scritta, mi sembra inutile ripetere “in qualsiasi forma espresso”, in quanto già abbiamo indicato che c'è una sola forma, che è quella scritta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente, ricordo un interessante convegno che la scuola di notariato “Jacopo da Lentini” ha tenuto a Catania qualche anno fa i cui atti sono poi stati pubblicati sulla rivista in cui si poneva esattamente questo problema: il testamento biologico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Ho un po' di confusione ma il mio emendamento 1.206 era accantonato?
PRESIDENTE. Sì, sono tutti accantonati dall'1.206 Gigli fino all'1.213 Palmieri alla pagina 38; quindi andiamo a pagina 39.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, è un peccato arrivare alle parti salienti del provvedimento alle 21 della sera, quindi con inevitabile stanchezza di tutto e di tutti, però, da qui in avanti, c'è una serie di emendamenti con i quali noi tentiamo di offrire una soluzione equilibrata per uscire dall'impasse, soprattutto su questo articolo 1 che, ricordo a tutti, riguarda il consenso informato, dall'impasse dovuta alla diatriba su alimentazione e idratazione, i quali, come emerso dal dibattito, sono usati inevitabilmente, in questo punto, come un marcatore ideologico, per marcare un recinto, una porzione di territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerlald Nissoli. Ne ha facoltà
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente per dichiarare il voto di coscienza su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente, vorrei spezzare una lancia ancora con l'aula per quanto riguarda l'emendamento proposto dall'onorevole Palmieri; io credo che, se invece di essere, quello della maggioranza, un approccio ideologico, fondato sull'autodeterminazione a oltranza come principio quasi totalitario, ci fossimo basati su due elementi che riguardano la clinica, che sono l'appropriatezza delle cure, quindi la considerazione del contesto clinico in cui muoversi e quello della proporzionalità delle cure, che riguarda anche, voglio dirlo al relatore, la tollerabilità delle stesse da parte del paziente, l'onerosità delle stesse anche da un punto di vista psicologico per il paziente, noi avremmo potuto forse arrivare ad un testo completamente condiviso. In realtà, come abbiamo cercato di dire c'è dell'altro dietro l'angolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente, prima di tutto vorrei chiedere di poter apporre la mia firma a questo emendamento, che mi pare straordinariamente importante e che introduce una questione che, con la discussione di prima, non c'entra niente; qui l'idratazione e la nutrizione artificiali non c'entrano niente. C'entra invece un altro problema, che è straordinariamente importante, vogliamo garantire che questi atti vengano formulati in condizioni di pieno possesso della propria capacità di intendere e di volere. Il malato è esposto naturalmente a condizioni depressive; io non sono un medico ma sfido i medici a dirmi qui quanti dei pazienti in condizioni gravi o affetti da patologie potenzialmente mortali sono affetti da condizioni depressive oppure può essere soggetto a pressioni indebite fatte sulla sua volontà da quelli che gli sono attorno che hanno un qualche vantaggio possibile, di un tipo o di un altro, da trarre da un esito o dall'altro dalla malattia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, questo emendamento 1.221 Palmieri mi domando chi non possa condividerlo. Dice semplicemente che alla persona malata, affetta, magari, da una patologia grave, per compiere le scelte di rifiutare i trattamenti, anche di idratazione e alimentazione, viene garantito un sostegno psicologico, e questa scelta, il rifiuto o la revoca delle cure, non può essere condizionata da stati depressivi o di alterazione psicologica. Ma non vi sembra una cosa di assoluto buonsenso, che tutela la persona? O voi mi state dicendo che la persona depressa può liberamente scegliere di togliere e di non volere alimentazione e idratazione? Cioè, voi siete favorevoli a questo, che una persona chiaramente con problemi psicologici, magari per la difficile situazione, liberamente possa scegliere senza avere nemmeno un supporto psicologico?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Velocemente, per provare a spiegare al collega Fedriga e agli altri colleghi che sono intervenuti perché questo emendamento è proprio sbagliato. Intanto, è messo nel posto sbagliato, perché noi qui stiamo parlando del consenso informato di tutti gli interventi sanitari. Quindi, se voi dite che ogni paziente maggiorenne capace di intendere e di volere ha diritto a un adeguato supporto psicologico, vuol dire che, se io vado in ospedale ad operarmi per il menisco, ho diritto a un supporto psicologico; se io vado a togliermi le tonsille, ho diritto al supporto psicologico; se io vado a fare un prelievo di sangue e mi fa impressione, ho diritto al supporto psicologico. Capite che il sistema sanitario nazionale non può? È giusto che i pazienti nella fase terminale della vita abbiano diritto a un supporto psicologico, e c'è un emendamento che viene inserito nella parte in cui si parlerà della fase terminale della vita, ma qui si parla di tutti i trattamenti sanitari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. Intervengo perché il tema di questo emendamento, ovviamente, è molto significativo. Intervengo anche perché l'emendamento a prima firma dell'onorevole Palmieri è in realtà parte letterale di un emendamento che io avevo presentato nei lavori di Commissione e che, alla fine, avevo ritirato, non perché, ovviamente, non condividessi il contenuto, perché il fatto che il rifiuto o la revoca concettualmente non debbano risultare condizionati da stati depressivi o di alterazione psicologica è sicuramente cosa che penso stia a cuore a tutta quest'Aula. Il problema è che materialmente, in una situazione grave di decisione di rinuncia alle cure in casi gravi, questo verosimilmente coincide con stati di alterazione, preoccupazione e difficoltà personali e così via, e quindi la formulazione tecnica di questo problema io stesso nella discussione che ne è seguita l'ho ritenuta difficile da documentare…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Marazziti. Per un errore mio, non mi ero accorta che il suo gruppo aveva già parlato, per cui lei ha esaurito il suo tempo. Doveva essere un intervento a titolo personale; mi dispiace, ma ce ne siamo accorti in diversi solo ora. Concluda la frase.
MARIO MARAZZITI. Mi lasci una riga: questo tema so che entrerà in maniera significativa, perché abbiamo partecipato su questo tema al Comitato dei nove, in un emendamento successivo, che per esempio porterà la firma dell'onorevole Abrignani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Allora, qui si dice che ogni paziente maggiorenne e capace di intendere e di volere ha diritto a un adeguato sostegno psicologico. Come già diceva l'onorevole Mantero, di per sé è una garanzia che viene offerta alla totalità dei pazienti. Noi abbiamo accettato e condiviso il ragionamento sul sostegno psicologico, ma lo abbiamo preso dall'emendamento Abrignani che viene dopo. Quindi, se uno segue gli emendamenti, non è che uno debba volere esattamente il suo. Il concetto dello psicologo è nell'emendamento di Abrignani, che è formulato, a mio giudizio, più correttamente, perché si rivolge solo ai casi di rifiuto e di revoca delle cure in condizioni gravi, e quindi ha senso in quella logica lì.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, devo sottolineare, anzi, stigmatizzare che la relatrice nel caso specifico continua a insistere sul sostegno psicologico e sulla soluzione tecnica che è stata trovata con un altro tipo di emendamento, ma il problema non è questo. È stato spiegato già prima: l'Organizzazione mondiale per la sanità dice che le cause di depressione sono le prime in assoluto come causa di malattia, e io sfido chiunque a dire che una persona che abbia un peso psicologico, perché gli viene dal fatto che i parenti non sono in grado di sostenere le spese, che lo Stato è assente, che sa che è un peso, perché i figli ce li ha lontani, questo è il classico caso che fa entrare in depressione e fa decidere in una maniera piuttosto che in un'altra. Negare questo significa avere i paraocchi ideologici oppure pensare che la legge vada bene così. Quindi, il problema non è la prima parte, ma è la seconda parte, Presidente, e spero che qualcuno lo capisca prima o dopo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Giancarlo Lombardi, già membro della Camera dei deputati nella XIII legislatura.
FRANCESCO PRINA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PRINA. Grazie, Presidente. Vorrei condividere con voi, cari colleghi, il ricordo di Giancarlo Lombardi, scomparso venerdì 31 marzo a Milano, aveva settantanove anni. Giancarlo Lombardi è stato ministro della pubblica istruzione dal 1995 al 1996 col Governo Dini, e deputato nella XIII legislatura nelle liste del Partito Popolare e poi nella Margherita. Fu imprenditore, presidente di Federtessile e vicepresidente di Confindustria con delega all'istruzione, e presidente di altri enti e università. Presentando se stesso, però, diceva di essere innanzitutto uno scout, dal momento che diceva: lo scoutismo è la seconda cosa più importante della mia vita dopo la mia famiglia. Dunque, innanzitutto uno scout.
MATTEO DALL'OSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO. Presidente, Ivrea, Bologna, Roma, Grosseto, Alghero, Desio, Cesano Maderno, Medicina, Rimini, Palermo, Trapani, Ragusa, Catania, Messina, Napoli, Savona, Padova e tantissime altre città. Un ringraziamento. Ai sensi dell'articolo 12 e 60, commi 3 e 4, del Regolamento della Camera dei deputati, delle sanzioni adottate… così è stato scritto dall'Ufficio di Presidenza. Infatti, grazie alla sospensione di venticinque giorni - venticinque!...
PRESIDENTE. Onorevole Dall'Osso, non si può, non è ammessa la discussione sulle sanzioni, il Regolamento è molto chiaro su questo, mi dispiace.
MATTEO DALL'OSSO. Mi lasci finire, volevo ringraziarla! Volevo ringraziarvi, perché così mi date modo di partecipare alle elezioni amministrative di tutti questi comuni di tutta Italia.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Presidente, oggi come in tante altre occasioni, abbiamo discusso di questioni importanti in quest'Aula, ma da fuori di quest'Aula ci sono arrivate notizie drammatiche dalla Siria, rispetto a un attacco chimico a Idlib. Se fossero confermate, queste notizie sarebbero agghiaccianti: nuovamente un crimine contro l'umanità, nuovamente in Siria, nuovamente molte vittime tra i civili, tra cui molti bambini. La Siria non può essere trattata con l'indifferenza con cui a volte approcciamo alle cose complicate. C'è stato un attacco chimico a Ghouta, nell'agosto 2013, quest'inverno c'è stata la vicenda drammatica di Aleppo e oggi le notizie di Idlib: non siamo stati in nessun caso capaci di vincere l'immobilismo.
ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, cinquantotto morti, molti bambini. Oggi, questo attacco terribile sui civili, nella provincia di Idlib, dove vivono 900 mila sfollati. Bombe chimiche, gas sarin, ci troviamo di fronte a un'ecatombe di una guerra ormai senza testimoni. Penso che l'Italia debba dire una parola un po' più chiara rispetto alla condanna, e debba contribuire, insieme alla comunità internazionale, a fare alcune cose molto rapide. La prima: aprire corridoi umanitari; la seconda: promuovere una conferenza di pace vera e non semplicemente una triangolazione tra potenze che proiettano i propri interessi su un teatro, quello siriano, ormai devastato: 500 mila morti, 8 milioni di sfollati, 4 milioni i rifugiati all'estero. Allora chiediamo formalmente a lei che il Governo venga in Aula a riferire, perché domani ci sarà la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, verranno prese delle misure probabilmente poco efficaci rispetto a quello scenario, ma allo stesso tempo servirà una voce autorevole che, come diceva anche l'onorevole Quartapelle Procopio, sia quanto più possibile unitaria in Europa. Non possiamo stare in silenzio rispetto a questa strage, non è immaginabile che la Siria sia lasciata al proprio destino .
PRESIDENTE. Avverto che, poiché nel corso del di domani avrà luogo anche lo svolgimento delle residue quattro interrogazioni a risposta immediata che non si erano potute svolgere nella seduta dello scorso 22 marzo, le votazioni nella parte pomeridiana della seduta riprenderanno alle ore 16,45.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.