PRESIDENTE. La seduta è aperta.
ANNA MARGHERITA MIOTTO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Brunetta, Caparini, Cicchitto, Dambruoso, Dellai, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Laforgia, Locatelli, Lupi, Marazziti, Marcon, Mucci, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Sanga, Sani e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3671--A: Delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza (Già articolo 15 del disegno di legge n. 3671, stralciato con deliberazione dall'Assemblea il 18 maggio 2016); e dell'abbinata proposta di legge n. 865.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
GIANLUCA BENAMATI, Grazie, Presidente. Come si diceva, siamo qui per la trattazione del tema della delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza. Il tema dell'amministrazione straordinaria è un tema quanto mai significativo e importante per il ruolo che questo strumento ha svolto negli ultimi anni, anche in questi di profonda crisi, per il salvataggio di pezzi importanti del tessuto produttivo nazionale e per la salvaguardia dell'occupazione. Da qui discende la significatività e la rilevanza dell'atto che ci apprestiamo ad analizzare.
GIANLUCA BENAMATI, Mi avvio a conclusione.
PRESIDENTE. Sì, anche perché mancano 50 secondi, però, volendo, può lasciare la parte rimanente della relazione.
GIANLUCA BENAMATI, Sì, lascio agli atti la parte mancante. Questo è il lavoro che ha svolto la Commissione, che ha riformulato in diverse parti il testo originario e che noi sottoponiamo, a questo punto, al vaglio dell'Aula.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Benamati. Ha facoltà di intervenire, se lo ritiene, la rappresentante del Governo. Prendo atto che si riserva.
ANDREA VALLASCAS. Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, i primi mesi del 2017 hanno confermato l'andamento drammatico che caratterizza da tempo l'industria italiana. In questi anni aziende storiche del nostro tessuto produttivo hanno chiuso i battenti e sono state cancellate per sempre dal panorama industriale. Altre hanno delocalizzato le produzioni, portando ricchezza altrove e creando disoccupazione in patria. Altre ancora sono oggetto dello di investitori stranieri, spesso speculatori, che acquistiamo senza garanzie, salvo poi abbandonare di punto in bianco il nostro Paese non appena si presentano le prime difficoltà e si prospettano nuove opportunità all'estero.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Giammanco. Ne ha facoltà.
GABRIELLA GIAMMANCO. Presidente, l'istituto dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi è stato introdotto dal decreto-legge n. 26 del 1979, accanto alle procedure concorsuali tradizionali, per evitare il fallimento di imprese di rilevante interesse pubblico. A seguito della riforma intervenuta poi con il decreto legislativo n. 270 del 1999, l'ultimo decennio si è caratterizzato da una serie di interventi legislativi finalizzati all'introduzione di modifiche e di varianti rispetto all'originario impianto normativo, e si è assistito quindi alla formazione di un quadro certamente complesso, frammentato e caratterizzato dalla compresenza di diversi modelli procedurali, il cui discrimine applicativo è dato dalla presenza o meno di determinati requisiti di ammissione alla procedura. Scopo generale della procedura, che si avvale dell'intervento di uno o più commissari, rimane comunque quello di evitare le soluzioni liquidatorie che non tengano conto dei rilevanti interessi privati e pubblici alla conservazione e al risanamento dell'impresa.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Camani. Ne ha facoltà. Prima, però, salutiamo gli insegnanti e gli studenti dell'Istituto comprensivo “Lucca 5°” di Lucca, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna . Prego, onorevole Camani.
VANESSA CAMANI. Grazie, Presidente. Il disegno di legge in discussione oggi deriva, come ricordato anche dal relatore, dallo stralcio di uno specifico articolo contenuto nel disegno di legge recante delega al Governo per la riforma della disciplina della crisi di impresa e dell'insolvenza, approvato già dalla Camera il 1° febbraio di quest'anno e attualmente all'esame del Senato. Il presente provvedimento, dunque, si inserisce, con coerenza, nell'attività legislativa riguardante tutte le procedure concorsuali e nella relativa azione di riforma avanzata da Governo e Parlamento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per dire, richiamando anche quanto detto dall'onorevole Giammanco, che la mia proposta di legge nasceva da un lavoro fatto da tutta la Commissione nella precedente legislatura, portato avanti in questa e che, a seguito dello stralcio, è stata unita al disegno di legge del Governo che presenta sicuramente diversità rispetto alla proposta complessiva formulata a mia prima firma.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e la rappresentante del Governo rinunciano alle repliche.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Brescia ed altri n. 1-01439, Palese ed altri n. 1-01603, Binetti ed altri n. 1-01606, Andrea Maestri ed altri n. 1-01611, Carnevali ed altri n. 1-01612 e Rondini ed altri n. 1-01613 relative al funzionamento dei cosiddetti centri per i migranti .
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. A seguito delle decisioni prese all'interno dell'Agenda europea delle migrazioni del maggio 2015, il Governo italiano ha introdotto l'istituzione di punti di crisi, chiamati informalmente in alcuni punti di sbarco, individuati, inizialmente, nei porti di Trapani, Pozzallo, Taranto e Lampedusa; a questi si sono aggiunti, di fatto, nel tempo, informali, cioè altri porti di sbarco dei migranti dove vengono, di fatto, attuate le procedure previste negli grazie alla presenza di un cosiddetto mobile, a conferma del fatto che l' è stato immaginato, almeno in una fase iniziale, innanzitutto, come approccio e non solo come luogo fisico. Tutto ciò è avvenuto nella totale assenza di norme chiare ed esaustive che ne definissero la natura giuridica e la legittimità di quanto avviene al loro interno.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Foligno 3, di Foligno, in provincia di Perugia, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna.
GIUSEPPE CIVATI. Signor Presidente, io vorrei partire da una riflessione che vorrei condividere nel presentare questa mozione che riguarda la vicenda molto attuale di Gabriele Del Grande. È una vicenda che ci racconta, in modo paradossale, quasi fosse una metafora rovesciata, che cosa può capitare a un europeo che si trova in un centro di detenzione, in questa strana soglia di opacità, in una posizione nella quale sono sospesi i diritti, non sono chiare le procedure e, peraltro, su una rotta che conosciamo molto bene, che è quella che l'Unione Europea ha voluto affrontare con un accordo con la Turchia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Edoardo Patriarca, che illustrerà anche la mozione Carnevali ed altri n. 1-01612, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.
EDOARDO PATRIARCA. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, la mozione che abbiamo presentato, che andrò ad illustrare, approfondisce indubbiamente un segmento particolare, appunto i centri di una vicenda tra le più complesse e cruciali per il nostro Paese e per l'intera Europa.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Marco Rondini, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-01613. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Gli stando ad una scheda informativa diffusa dalla Commissione europea, avrebbero dovuto garantire - il condizionale è d'obbligo -, in combinato disposto con i ricollocamenti, un metodo di gestione dei flussi migratori eccezionali, per dare sostegno agli Stati membri in prima linea nell'affrontare le forti pressioni migratorie alle frontiere esterne dell'Unione europea.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Giammanco. Ne ha facoltà.
GABRIELLA GIAMMANCO. Presidente, l'approccio è stato introdotto dall'Agenda europea sulle migrazioni del 13 maggio 2015 e prevede la collaborazione di funzionari europei con le autorità nazionali nelle operazioni di identificazione, registrazione e rilevamento delle impronte digitali dei migranti in arrivo. In Italia sono attualmente attivi solo quattro : a Lampedusa, a Trapani, a Pozzallo e a Taranto, entrati ufficialmente in funzione tra settembre 2015 e febbraio 2016. L'approccio - privo di una specifica cornice giuridica fin dal suo inizio, lo vogliamo ricordare - è al centro però di numerose critiche, in particolare per le condizioni in cui versano i centri di trattenimento. Da questo punto di vista, quindi, condividiamo molte delle critiche, rilevate anche nella mozione presentata dal MoVimento 5 Stelle, in merito alla disorganizzazione e al dilettantismo con i quali il Governo ha gestito e continua a gestire la questione . La stessa Unione europea, a cui comunque va il grave demerito di avere lasciato il nostro Paese da solo assieme alla Grecia a gestire l'imponente ondata migratoria in atto, ha più volte messo in mora l'Italia per l'inefficienza del nostro sistema di identificazione dei migranti. In base al Regolamento di Dublino, una domanda di asilo non può essere presentata in più di uno Stato membro e deve essere esaminata dallo Stato dove il richiedente ha fatto ingresso nell'Unione: tutto ciò fa sì che il migrante richiedente asilo, una volta sbarcato sulle coste italiane, rimanga in carico all'Italia anche se varca i confini nazionali.
PRESIDENTE. Saluto studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo “Casalbore” di Montecalvo Irpino, in provincia di Avellino, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.